La storia continua

di A little Fangirl
(/viewuser.php?uid=1031832)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Percabeth ***
Capitolo 2: *** Campo Mezzosangue ***
Capitolo 3: *** L'Olimpo ***
Capitolo 4: *** NICO AMA WILL ***
Capitolo 5: *** Si parte! ***
Capitolo 6: *** CENTAURI ***
Capitolo 7: *** La scorciatoia ***
Capitolo 8: *** Dentro l'inferno BABY ***
Capitolo 9: *** ODIO FARE BUNGEE JUMPING NEL TARTARO ***
Capitolo 10: *** Leo prepara una grande bomba ***
Capitolo 11: *** Nico è testardo ***
Capitolo 12: *** FACCIAMO ESPLODERE UNA MONTAGNA DI MOSTRI ***
Capitolo 13: *** Percy è uno stupido ***
Capitolo 14: *** Siamo in un mare di mostri... aspetta non diceva così il proverbio? ***
Capitolo 15: *** Percy è uno stupido parte seconda ***
Capitolo 16: *** Siamo una famiglia ricordi? Pt.1 ***
Capitolo 17: *** Siamo una famiglia ricordi? pt.2 ***
Capitolo 18: *** Bob è un titano forte ***
Capitolo 19: *** Prendiamo l'aereo? Si dai tanto è veloce ***
Capitolo 20: *** Atena mi odia e Ares vuole uccidermi... nulla di nuovo ***
Capitolo 21: *** Aspettavate questo momento eh? ***
Capitolo 22: *** Dormire? Naah ***
Capitolo 23: *** Sally Jackson è la persona migliore del mondo ***



Capitolo 1
*** Percabeth ***


PERCY:

Pensavate fosse finita eh?!

Pensavate che io e Annabeth da ora in poi ci saremmo dedicati allo studio e a costruire la nostra famiglia in pace e calma?

Beh vi siete sbagliati di brutto ragazzi!

Ora vi racconto cosa accadde:

 

 

Con Apollo tornato Dio pensavo che finalmente, una volta per tutte, avrei potuto dedicare il resto della mia vita ad Annabeth e alla vita mondana, e invece no!

Era un pomeriggio caldo, come in effetti tutti i pomeriggi di Giugno qui a Manhattan, avevo appena finito gli esami di scuola ed ero seduto in una panchina ad aspettare che anche Annabeth finisse, dopo di che saremmo andati a prendere un gelato e a farci una passeggiata al parco qui vicino.

Annabeth finì finalmente, uscì tutta arrabbiata e venne da me col dito puntato contro il mio torace.

 

-tu, come hai osato consegnare il compito dopo solo due ore e mezzo?- 

 

Mi chiese tutta arrabbiata.

Tremava dall'ansia, io le avevo detto di stare calma, in fondo era la studentessa più brillante della scuola, beh qualcosa da sua madre aveva ereditato ringraziando il cielo che non abbia ereditato l'espressione arrabbiata. 

Mi fece un'occhiataccia come se mia avesse letto nella mente, in effetti sì aveva ereditato anche quella.

 

-ahahahahahah, Annabeth hai preso tutto da tua madre!-

 

Dissi. 

Mi fulminò con gli occhi e poi si mise a ridere, mi diede un spintina leggera con la mano.

 

-vieni testa d'alghe, andiamo a prenderci il gelato che fa proprio caldo oggi-

 

Prendemmo i gelati, passeggiammo un po', nel mentre, la ascoltavo riflettere ad alta voce sul resoconto di ogni singola domanda degli esami e sul fatto che secondo lei aveva sbagliato tutte le risposte.

Io ridevo di tanto in tanto, quando lo facevo lei mi sorrideva dolcemente guardandomi con quei suoi occhi color tempesta, sempre pieni di idee e preoccupazioni, per poi distogliere lo sguardo e ricominciare con le sue riflessioni.

Per fortuna dopo circa 3 orette buone finì, erano le 20:00 e sinceramente avevo voglia di passare del tempo con lei visto che, per colpa dello studio, questo mese non abbiamo passato molto tempo insieme, ma ora che gli esami sono terminati non vedo l'ora di stare con lei 24 ore su 24.

 

-ehi Annabeth, ti va se ceniamo fuori stasera?-

 

Le chiesi.

 

-dovrei avvertire mio padre prima-

 

-ci ho pensato io-

 

-Perseus Jackson mi stupisci-

 

-sennò a che ti serve un fantastico fidanzato come me?-

 

-mmh non saprei forse per salvare il mondo?-

 

Ridemmo tutti e due, a pensarci un po' mi mancavano quei tempi, mi mancavano i miei amici e soprattutto mi mancavano le urla di Calypso contro Leo.

 

-secondo te... insomma, secondo te torneremo mai a fare una missione?-

 

Le domandai.

 

-si testa d'alghe, vedrai che torneranno i tempi di una volta-

 

 

Mi rispose sorridendo.

Andammo a cenare e poi tornammo ognuno a casa propria, con l'intento di rivederci il giorno dopo.

Ma hey, indovinate? Non fu così.

La mattina mi svegliai a mezzogiorno e mezza, mia madre mi urlava qualcosa di incomprensibile, mi stirai come si deve, scesi dal letto, aprii gli occhi e guardai verso la porta della mia camera, sussultai dalla sorpresa appena vidi Clarisse del Campo Mezzosangue.

 

-hey, Clarisse che ci fai qui?-

 

Dissi ma prima di accorgermi di essere senza maglietta.

Cercai di fretta e furia una maglietta ma Clarisse mi batté sul tempo lanciandomi una maglietta del Campo Mezzosangue.

 

-Jackson, possibile che siamo a giugno e tu già dormi fino a mezzogiorno?-

 

-beh io non aspettavo visite ad essere sincero, a proposito, che ci fai qui?-

 

-ahahahahah, povero illuso, pensavi davvero che dopo il tuo indispensabile e utilissimo aiuto con l'avventura di Apollo avresti chiuso con i semidei? Beh pivello, sapevo che eri stupido, ma non immaginavo che lo fossi fino a tal punto-

 

-aspetta tu vuoi dire che servo ancora al Campo Mezzosangue?-

 

-no guarda, sono venuta fino qui per darti il buon giorno-

 

-sei sempre la solita eh Clarisse?!-

 

-ora alzati e fai i bagagli, c'è Blackjack qui fuori che ti aspetta-

 

Solo al sentire pronunciare il nome del mio magnifico pegaso sfrecciai a lavarmi i denti e in un batter d'occhio feci le mie valige, Clarisse era già partita ovviamente, salutai mia madre, Paul, e sfrecciai in sella al mio pegaso con l'adrenalina a mille in attesa di una nuova avventura.

 

 

Nota:

Ragazzi se vi piace scrivetemelo nei commenti e continuo.

Uscirà 1/2 capitoli a settimana.

Grazie per la lettura

~AUTRICE

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Campo Mezzosangue ***


Percy: Atterrai col mio pegaso sulla spiaggia del Campo Mezzosangue, dove c'era Clarisse ad aspettarmi. Non seppi interpretare la sua espressione, era un misto di: scocciatura, terrore, tristezza e divertimento. -allora, dove sono Annabeth e gli altri?- Le domandai. -gli altri sono alla casa grande, mentre Annabeth... beh Annabeth diciamo che non la vedrai oggi- -scusa in che senso non la vedrò oggi?- -lo scoprirai pivello, lo scoprirai- Ero impaurito, e se l'avessero rapita? O peggio, se l'avessero uccisa? Mi sgridai, non dovevo pensare niente di simile, di sicuro sarà con Atena su nell'Olimpo perchè ad Apollo non piace il suo tempio per la classica "mancanza di statue che lo rappresentano ovunque". Seguii Clarisse fino alla casa grande, mentre passavamo tutti mi guardavano con aria triste e desolata. -hey Clarisse, perchè tutti mi guardano così?- -Jackson devi fare una cosa sola okay, devi tacere, intesi?- -sissignora- Arrivammo alla casa grande, perfino Argo ormai mi guardava con quell'aria combattuta. Entrammo e mi stupii vedendo un tavolo con seduti attorno tutti i miei amici: Calypso e Leo, Hazel e Frank, Jason e Piper, Will e Nico e anche Chirone. Indovinate com'era il loro umore? -hey Percy.... ehm... come stai? Tutto bene con gli esami?- Mi chiese Jason. -dov'è Annabeth?- Domandai, forse troppo duramente perchè Piper si mise a piangere e a Chirone scese una lacrima. Non fraintendetemi io amo i miei amici ed ero felice di vederli, solo che volevo sapere dov'era Annabeth, volevo salvarla da qualunque mostro o dio l'avesse rapita. -è in pericolo?- Chiesi, cercando di mantenere la calma. Jason stava abbracciando Piper assicurandola che sarebbe andato tutto bene. -no, no Percy non è in pericolo- Disse Chirone -lei è sull'Olimpo, sta parlando con gli dei riguardo alla vostra impresa- Mi venne un tuffo al cuore, ero felice, triste, preoccupato e euforico allo stesso momento. -un'impresa? Beh deve essere importante se sta parlando con gli dei. Ma perchè siete tristi?- -Percy questa impresa non è uno scherzo okay?- Prese parola Piper che ormai non piangeva più ma che era sempre tra le braccia di Jason. -in cosa consiste allora? È più pericolosa di Gea?- -no Percy, non è più pericolosa di Gea, ma sarà difficile per te accettare l'idea di questa impresa- Questa volta fu Nico Di Angelo a parlare, con mio stupore era il più preoccupato di tutti, sembrava sull'orlo di una depressione. -cosa dobbiamo fare?- Domandai. -Percy non è facile come sembra okay?- Disse Hazel -secondo me, dovremmo lasciare che vada anche lui sull'Olimpo, così gli spiegheranno tutto gli dei- -hai ragione Leo, Percy- Chirone mi guardò -vai sull'Olimpo, Non hanno ancora iniziato la riunione, hai 30 minuti- Feci un cenno con la testa e corsi da Blackjack, dopo di che in men che non si dica arrivai all'Empire State Building, presi l'ascensore e salii al 600esimo piano... SOUSPANCE ALLA RICK RIORDAN Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto mi raccomando scrivete una recensione su come vi sembra il capitolo e su cosa dovrei migliorare. Grazie per la lettura ~AUTRICE

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** L'Olimpo ***


Okay non ce l'ho fatta ad aspettare fino a domani quindi ecco a voi il nuovo capitolo




Annabeth:

Ero appena scesa dall'ascensore Che subito sfreccia giù di nuovo per prendere un altro passeggero, chi sa chi è, magari solo un cittadino. 

Camminai lungo il viale e dopo qualche minuto arrivai al posto in cui si teneva la riunione: la casa di Zeus

Tutti gli dei erano fuori a chiacchierare tranne Zeus, Poseidone e Atena che molto probabilmente erano dentro, prima che gli dei mi vedessero dietro di me sentii qualcuno che mi chiamava.

 

-Annabeth, Annabeth aspetta-

 

Mi girai e vidi Percy che correva verso di me.

 

-Percy, che cosa fai qui?-

 

-mi ha mandato Chirone, ha detto che devo partecipare anche io alla riunione-

 

-tu sai in cosa consiste questa impresa?-

 

-no, ma a guardare le facce degli altri non sarà di certo uno scherzo-

 

Mi guardai intorno e notai che anche gli dei erano preoccupati.

Poi Apollo venne contro di noi.

 

-Jackson, biondina-

 

Ci salutò.

 

-Apollo, signore perchè siete tutti così preoccupati?-

 

-lo scoprirai biondina, lo scoprirai-

 

-mia madre dov'è?-

 

Chiesi.

 

-ehm... beh diciamo che al momento è impegnata-

 

-e mio padre?-

 

Disse Percy

 

-anche lui-

 

-ma come...-

 

-fai troppe domande Jackson-

 

Lo interruppe Apollo.

La riunione iniziò e prima di passare alla nostra impresa, parlarono di un figlio di Ares, un certo Jack Butler, che era scomparso all'inizio di giugno. Poi passarono alla nostra impresa.

 

-Jackson, Chase, sicuramente vi starete chiedendo dove sono i vostri genitori-

 

Disse Zeus. Noi annuimmo.

 

-i vostri genitori sono stati rapiti, giovani semidei, e sarà compito vostro liberarli-

 

Percy emise un suono strano, io non potevo crederci.

 

-signore, perchè avrebbero dovuto proprio rapire i nostri genitori?-

 

-ah Jackson, questa è la parte più fastidiosa, noi non lo sappiamo-

 

Intervenne Apollo

 

-sapete almeno chi li ha rapiti?-

 

-non sappiamo neanche questo-

 

Stavolta stranamente fu Afrodite a rispondere.

 

-ma sappiamo una cosa, sappiamo dove sono nascosti e chi c'è di guardia-

 

-vai piano Afrodite!-

 

La rincalzò Zeus

 

-non vogliamo di certo fargli prendere un infarto-

 

-scusate, chi c'è di guardia?-

 

Stavolta fui io a domandarlo.

 

-Ortro, Cerbero e... un'esercito di Titani e mostri-

 

Con mio stupore queste parole uscirono dalla bocca di Ade che, anche lui come suo figlio, sembrava il più combattuto,

 

-ma Ade, signore, come è possibile? Ho ucciso personalmente sia Cerbero che Ortro l'estate scorsa, e le porte della morte erano chiuse, e poi i titani... è impossibile, almeno che...-

 

Percy si fermò di scatto, capii all'istante. 

 

-NO!-

 

Gridai con tutto il fiato che avevo in corpo.

 

-QUESTO È IMPOSSIBILE!-

 

-Annabeth Chase, capiamo ciò che significa per voi tornare laggiù, ma ne abbiamo bisogno, voi due insieme siete i semidei più potenti che abbia mai visto, il vostro amore vi lega più di ogni altra cosa, ce la farete-

 

Solo Afrodite avrebbe potuto dire una cosa così. 

Prese parola Zeus.

 

-e poi, semidei, non sarete soli, questa impresa è molto importante e non sarete solo in tre ad affrontarla-

 

-e chi verrà con noi?-

 

Chiese Percy.

 

Apollo iniziò ad elencare come un tram -Il pretore romano/Panda, la tizia romana che fa apparire le pietre, il costruttore di templi biondo, la figlia di Afrodite che lancia prosciutti, mio figlio Will, il suo fidanzato- e lanciò uno sguardo ad Ade -il meccanico che venne con me nell'impresa degli oracoli e Calypso- 

 

Sorrise fiero di se.

 

-APOLLO VUOI TORNARE UMANO?-

 

Lo rimproverò Zeus.

 

-no padre, scusami-

 

-ecco, comunque andrete: voi due, Piper McClean, Jason Grace, Hazel Levasque, Frank Zangh, Calypso, Leo Valdez, Nico Di Angelo e Will Solace-

 

-e io cosa ho detto-

 

Ribatté Apollo. Zeus gli fece un'occhiataccia e riposò l'attenzione su di noi.

 

-partirete domani all'alba-

 

Annuimmo e ci girammo per andare via, eravamo quasi all'ascensore quando Ares ci chiamò.

 

-hey Jackson, senti so che non siamo mai stati in buoni rapporti ma... beh ti volevo chiedere se magari tu... beh se incontrassi Jack per strada, me lo riporteresti indietro?-

 

-certo Ares-

 

Rispose Percy. Ares fece un sorriso enorme e poi si rivolse a me.

 

-Annabeth Chase giusto?-

 

Annuii.

 

-bene! Penso che questo appartenga a te-

 

Mi porse il mio pugnale che avevo perso durante il recupero dell'Athena Parthenon.

 

-o miei dei, grazie signore-

 

Esitai un attimo e poi gli chiesi:

 

-non è che ha trovato anche un computer argento?-

 

Ares rise.

 

-sei come tua madre, tale e quale. Comunque no non l'ho trovato-

 

Annuii un po' delusa ma comunque felice per aver riavuto il mio pugnale.

 

-hey-

 

Continuo Ares.

 

-buona fortuna semidei-

 

Sorridemmo ed entrammo in ascensore, dopo un po' di discesa Percy lo fermò.

 

-Annabeth... come stai?-

 

-dobbiamo farlo Percy, sono i nostri genitori, glielo dobbiamo-

 

-lo so... è che... il Tartaro... Annabeth tu ti ricordi vero?-

 

-purtroppo sì, ora capisco perchè Nico e Ade erano così giù-

 

Mi guardò con quei suoi occhi verdi.

 

-potevamo avere un po' di tempo per noi finalmente-

 

-hey, Percy... c'è la faremo sai, e quando riusciremo in questa impresa andremo a vivere al campo Giove, come hai sempre voluto-

 

Nelle sue labbra si stampò un enorme sorriso.

 

-ci andremo davvero?-

 

-si-

 

Dissi ormai con le lacrime agli occhi.

 

-ti amo lo sai?-

 

Piangeva anche lui.

 

-ti amo anche io testa d'alghe-

 

Mi buttai tra le sue braccia e mi strinse in un forte abbraccio, profumava di mare, proprio come suo padre.

Poi fece ripartire l'ascensore. Arrivammo giù e mi fece salire davanti su Blackjack, lui si sedette dietro di me e partimmo. 

Mi strinse in un abbraccio da dietro e appoggiò la testa sulla mia spalla, fino a quando non arrivammo al Campo Mezzosangue.

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTORE

Okay questo capitolo non è stato particolarmente emozionante lo so ma fidatevi che il prossimo ci farà piangere tutti, ci scommetterei 100 euro.

GRAZIE PER LA LETTURA

~autrice

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** NICO AMA WILL ***


Nico:

Ero impaurito, non solo per il tartaro o la missione in se, ma anche per la reazione di Percy e Annabeth... come l'avranno presa? Bene? Male? Si saranno messi a urlare? Non so darmi risposta.

Era quasi ora di cena, quando Percy e Annabeth tornarono entrambi su Blackjack.

Arrivarono verso di noi tristi come solo io potevo esserlo, ci raccontarono tutti i particolari dell'impresa e sembravano entrambi sul punto di crollare da un momento all'altro.

-stai dicendo che ci siamo anche noi nell'impresa?- 

Chiese Leo.

-a quanto pare sì...-

Ci guardammo tutti con aria spaventata poi riponemmo la nostra attenzione su Percy.

-hey sentite non deve essere un obbligo okay? Se avete paura capiamo, non vi preoccupate sono i nostri genitori... ce la caveremo-

Prima che potessi fermare la mia azione decisamente troppo avventata e non da Nico Di Angelo gli presi la mano.

-Percy, noi siamo una squadra... siamo una famiglia... se dobbiamo morire, moriremo insieme. Se dobbiamo riuscire nell'impresa, allora lo faremo insieme okay?-

 {SÌ POTETE PIANGERE}

Tutti mi guardarono con aria sorpresa, ad Annabeth quasi scese una lacrima, io mi ritrai e mi rimisi a giocare con il braccialetto di Will.

-Nico ha ragione-

Aggiunse Jason.

-vi aiuteremo-.

 

Andammo al padiglione per cenare ma ovviamente nessuno aveva fame. 

Will si mise nella panchina accanto a me.

-Will non puoi stare qui... questo è il tavolo di Ade-

-guardati intorno re degli inferi-

Mi girai, Annabeth era con Percy al tavolo di Poseidone, Jason era al tavolo di Afrodite con Piper, Leo e Calypso erano al tavolo di Efesto, Frank e Hazel erano seduti sul prato di fianco al padiglione mentre Will... beh Will era al mio tavolo.

-è stato dolce quello che hai detto a Percy, Nico-

-io... non so perchè l'ho fatto, è  stato più forte di me-

-è stato dolce-

Mi rassicurò lui.

-senti Nico, io non posso sapere cosa provi, beh come la maggior parte del tempo in realtà, ma stavolta in particolare perchè io non sono mai stato nel tartaro, nemmeno Leo, ne Calypso, ne Jason, insomma solo tu Percy e Annabeth ci siete stati... non posso sapere come vi sentite, ma posso assicurarti che ce la faremo okay? Noi riporteremo Atena e Poseidone sull'Olimpo-

-il tartaro...-

Iniziai.

-è un posto orribile, non c'è acqua ne cibo, fa freddo e caldo allo stesso tempo, devi bere fuoco per sopravvivere, e i tuoi pensieri pensano solo a volerla far finita... io ero solo è vero, ma non ho soffrerto come Percy e Annabeth... loro si sono ritrovati dopo tanto tempo, insomma loro erano felici e sono caduti in quell'inferno... io ci sono stato per scelta ma soprattutto non avevo nessuno per cui tornare su, non avevo ragioni e ciò mi spingeva ad andare avanti senza soffrire-

Will mi mise una mano sulla spalla.

-ora ci sono io-

Mi disse.

Mi guardai intorno, Frank era diventato un orso e faceva ridere Hazel, Leo filtrava con Calipso, Jason e Piper si baciavano appassionatamente gli unici che non sembravano felici erano Percy e Annabeth, erano sulla panchina stretti l'uno all'altro, Annabeth stava per piangere mentre Percy la consolava con parole dolci. Guardai Will e pensai che sarebbe stato più difficile stavolta perchè avevo qualcuno da cui tornare... avevo Will da cui tornare, e dovevo tornare da Will, a tutti i costi.

Penso che fu la prima volta in tutta la mia vita, ma mi buttai tra le braccia di Will e lo abbracciai, mi scese una lacrima e stavolta non la ricacciai indietro ma la feci scendere, la lasciai rigare la mia guancia e la lasciai prendere il controllo di me stesso stingendo ancora di più Will. {SÌ POTETE PIANGERE PT.2}

Quando mi staccai notai che tutti i presenti mi guardavano, non mi guardavano male solo incuriositi, sorrisi e dissi:

-ce la faremo-.

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTORE

Avete pianto eh? Ci scommetto di sì. Mi sono emozionata anche io a scrivere questo capitolo, cioè il piccolo Nico aw.

Ehm ehm comunque 

GRAZIE PER LA LETTURA

~Autrice

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Si parte! ***


JASON:

Eravamo tutti nella casa grande per decidere con che mezzo saremo andati ad Hollywood per l'entrata degli Inferi.

-potremmo andare viaggiando nell'ombra- 

Propose Nico. 

-Nico moriresti, non puoi portarci tutti da qui a Hollywood-

Rispose Percy. 

-potrei costruire qualcosa ma mi servirebbero almeno 2 giorni-

-Leo non lo avete due giorni, la forza vitale degli dei finisce velocemente se trattenuta così, non potete permettervi di aspettare altro tempo-

Parlò Chirone stavolta.

-potremmo andare con i pegasi, io ho Blackjack, Jason fulmine, Leo quello di metallo, Nico può tranquillamente evocarne uno mente Frank e Hazel useranno uno di quelli nelle stalle dovremmo farcela!-

-bella idea Percy-

Risposi.

-avete idea di quanto ci vorrà?-

Chiese Annabeth.

-un giorno se passiamo dalla mia scorciatoia-

Rispose Nico.

-quale scorciatoia?-

-Lo vedrai, si trova ai confini di Manhattan-

 

Il pomeriggio dopo pranzo facemmo le valige partimmo.

Io stavo su fulmine con Piper, Percy su Blackjack con Annabeth, Leo e Calypso erano su un cavallo di metallo, Hazel e Frank su un bellissimo pegaso bianco delle stalle mente Nico e Will avevano un cavallo scheletrico.

-Nico dobbiamo proprio usare questo coso-

-oh scusi dottore se il cavallo non è di suo gradimento- 

si sentivano litigare.

Si fece sera e decidemmo di atterrare per riposarci, così atterrammo e montammo le tende che Leo aveva rubato alle cacciatrici di Artemide.

-Leo ti prego ripetimi come hai rubato queste tende-

Chiedeva sempre Percy e Leo rispondeva ogni volta in modi diversi e alla fine non si sapeva mai se fosse vero o no.

-cosa c'è per cena?- 

Domandai.

-non preoccuparti Jason, ci pensa chef Leo a cuocere questi hamburger!-

Rispose Leo fiero di se.

-sai chef Leo, per cuocere un hamburger dovresti prima accendere la griglia-

Lo rincalzò Calypso.

-Ah ehm giusto sì era proprio quello che stavo per fare!-

Leo finì di cucinare gli hamburger e devo ammettere che erano buoni, cioè almeno il mio.

Percy non si sapeva come ma lo aveva colorato di blu, Piper ovviamente lo prese vegetariano, invece Nico non ha voluto l'hamburger di Leo ma è andato al McDonald nella città vicino al bosco in cui ci eravamo accampati viaggiando nell'ombra a comprarlo.

Era difficile dire che stavamo andando in contro ad una difficilissima impresa, sembrava tutto così tranquillo e sereno fino a che... beh fino a che sentimmo quel potente "BUM".

-cos'è stato?-

Chiese Percy già con vortice sguainato, Sfoderai anche io la mia spada.

Lo risentimmo ancora più forte, e ancora, e ancora, e ancora.

-sono dei... passi?-

Chiese Frank.

-non ne sono sicuro-

Risposi.

Poi i rumori iniziarono ad essere sempre più frequenti fino ad arrivare al rumore che fanno centinaia di cavalli che corrono... cavalli...

-CENTAURI-

 

 

 

NOTA DELL'AUTORE

Scusatemi ancora per la souspance ma il capitolo sarebbe venuto troppo lungo quindi ho dovuto dividerlo in due capitoli.

Ho la vaga impressione che questa storia sarà molto lunga spero non vi dispiaccia ma mi è appena venuta un'idea fantastica riguardo l'impresa e questa allungherà molto la storia mi scuso se volevate una storia corta ma mi piace troppo scriverla quindi aspettatevi una ventina di capitoli

Grazie sempre della lettura.

~Autrice

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** CENTAURI ***


Jason:

Uscirono dal bosco una decina di cavalli dal torso umano.

-Hey amici di Chirone che fate di bello?-  

Chiese Percy.

-Percy non credo che questi siamo gli amici di Chirone-

Lo avvertì Annabeth. Ed in effetti aveva ragione, non avevano nemmeno la maglietta dei Party Pony.

-che cosa volete?- 

Chiese Hazel a quello che sembrava essere il capo.

La squadrò con occhi famelici.

-voi piuttosto cosa volete stupidi umani, come osate invadere le nostre terre-

-le vostre terre? Da quando i boschi di Manhattan sono le vostre terre?-

Domandò Percy facendo arrabbiare il centauro.

-i centauri non amano l'ironia-

-si, come non amano i figli di Nettuno a quanto pare-

Esclamò Percy.

Il centauro sembrò sorpreso.

-Percy Jackson? Il figlio di Poseidone? Voi siete gli eroi che ci hanno salvati tutti quindi?-

-ehm si siamo noi-

-nn vi uccideremo-

Disse il centauro.

-ma ad una condizione-

-e quale sarebbe?-

Chiese Leo.

-due di voi dovranno aiutarci in una cosuccia-

-quale sarebbe la cosuccia?-

Chiese Hazel.

-beh abbiamo un piccolo problemino-

Ribatté il centauro.

-che tipo di problemino?-

Domandò Piper.

-un ciclope, che a quanto pare si chiama Polifemo... beh ci mangia-

Notò che eravamo confusi e continuò a spiegare.

-una volta al mese dobbiamo offrire un centauro che lui possa mangiare-

-e chi vorreste? sentiamo-

Domandò Percy.

-per noi è indifferente l'importante è che siano forti-

Stavo per strangolarlo ma una stretta forte mi fermò.

-non ti preoccupare Percy, andiamo noi-

Mi disse Frank intendendo noi come lui è Hazel.

-ma Frank non puoi voi siete troppo importanti per questa impresa!-

Ribatté Percy.

-Percy ve la caverete anche senza di noi-

Lo rassicurò Frank. Percy si arrese.

-okay Frank e Hazel sono al vostro Servizio al patto che dopo che lo avranno ucciso li riportiate entrambe al Campo Mezzosangue intesi?-

-intesi-

Acconsentì il centauro.

Presero Hazel e Frank e andarono via. Noi dopo aver fatto passare lo shock di ciò che era appena successo andammo a dormire.

 

 

 

NOTA DELL'AUTRICE

Il capitolo è molto lungo spero non vi dispiaccia.

Okay mi scuso per Hazel e Frank ma non sapevo minimamente dove inserirli nella storia.

Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto, GRAZIE PER LA LETTURA.

~Autrice

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** La scorciatoia ***


WILL:

Mi svegliai all'alba, saranno state le 5:00 visto che in città le luci erano  ancora tutte spente.

-Nico, Nico svegliati dobbiamo partire il prima possibile-

Nico fece un gemito, aprì gli occhi, mi guardò e poi gli richiuse.

-e dai Nico! Non fare il dormiglione- 

Niente, non voleva alzarsi.

-NICO ALZATI, ORDINI DEL DOTTORE!- 

Urlai.

-aaah okay, okay mi alzo-

Sorrisi, quella del dottore funzionava sempre.

Svegliammo tutti gli altri e facemmo colazione con dei pancake blu che aveva cucinato Percy. Appena finimmo di mangiare smontammo tutte le tende e ci preparammo a ripartire.

-allora Nico dove si trova la scorciatoia?-

Chiese Leo.

-è qui vicino ma prima di prenderla vi avverto, ci vorranno pochi secondi per arrivare all'insegna di Hollywood ma poi ci vorrà almeno un giorno prima che io mi riprenda-

Capimmo troppo tardi cosa voleva fare, toccò tutti e quattro i cavalli e subito quest'azione si susseguì con il buio totale.

Per qualche secondo non vidi niente tranne nero, un attimo dopo la luce mattutina di Los Angeles mi accecò e dovetti aspettare che i miei occhi si abituassero alla luce per vedere cosa stava accadendo.

-NICO!-

Sentii urlare Percy.

Mi voltai e vidi Nico steso a terra, sembrava non respirare, subito mi porsi sopra di lui gli presi il polso e gli ascoltai il battito che era molto lento.

-batte?-

Chiese Jason.

-lentamente...-

Gli risposi ancora concentrato sul polso di Nico.

-troppo lentamente-

Il battito cessò. Probabilmente la mia espressione parlò prima della mia bocca perchè Percy mi chiese:

-Will che succede?-

Non risposi. Probabilmente aspettai solo qualche attimo ma a me sembrava un'eternità per poi sentire il suo cuore ripartire.

Sospirai più contento che mai.

-è vivo-

Affermai. Tutti fecero un'espressione sollevata.

-cos-cos'era quella scorciatoia?-

Chiese Calypso.

-scherzi?-

Gli rispose Leo.

-non hai mai fatto un viaggio nell'ombra in vita tua baby?-

-un viaggio nel che?-

Ribatté Calypso confusa.

-i viaggi nell'ombra possono essere svolti solo da figli di Ade o creature degl'inferi, permettono di muoversi da un'ombra all'altra-

La informò Annabeth.

-consumando così la tua energia-

Aggiunse Piper.

-dovremmo dargli un po' di nettare, Will?-

-si, fate pure-

Avevo il cuore in gola ma ero anche felice che fosse vivo, perchè mai avrebbe dovuto farlo? Poteva rischiare di morire.

La giornata passò lentamente, almeno per me.

Leo e Calypso costruirono uno strano aggeggio meccanico di cui non so dirvi ne l'utilità ne le funzioni, Percy e Annabeth parlarono tutto il tempo delle probabilità della gabbia, delle guardie, e di tutto il resto riguardante l'impresa, Jason e Piper stettero tutto il giorno in cima alla scritta Hollywood, mentre io stetti con Nico sperando in qualche segno, anche lieve, in qualche gemito o parola ma invano.

Mettemmo le tende e cenammo, poi portammo Nico nella tenda e andammo tutti a dormire. 

Il mattino sentii qualcuno che mi scostava e chiamava il mio nome:

-Will, Will sveglia dobbiamo partire...-

 

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTORE:

Aaah quanto amo la souspance ;)

Volevo ringraziarvi davvero per tutto il supporto che date a questa storia commentando, recensendo e salvandola nel vostro profilo, davvero un grazie immenso.

Come sempre GRAZIE PER LA LETTURA

~Autrice

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Dentro l'inferno BABY ***


LEO:

Quella mattina fu perfetta: gli uccellini che cinguettavano, i fiori sparsi tra i prati, la buona colazione, poi qualcosa la migliorò ancora di più.

-O MIEI DEI!-  

Sentimmo un urlo che probabilmente sentì anche tutti Hollywood.

-cos'è stato?-

Chiese Piper.

-quello è di sicuro Will-

Osservai. Poi ci ricordammo di Nico e nelle nostre facce apparì un'espressione terrorizzata. Vorremmo verso la tenda di Will e Nico.

-Will tutto bene?-

Percy si affacciò dentro la tenda e urlò anche lui un fortissimo.

-SÌ-

Uscirono: prima Percy, poi Will e poi...

-Nico stai bene!-

Urlo Jason appena vide il figlio di Ade uscire dalla tenda.

-vi avevo detto che mi ci sarebbe voluto solo un giorno per riprendermi no?-

Tutti lo guardammo.

-smettetela di fissarmi dobbiamo salvare due dei in pericolo ci muoviamo o no?-

Scattammo tutti a togliere le tende pronti per entrare negli inferi.

-non c'è motivo di temere niente negli inferi, beh almeno non finché ci sarò io-

Ci disse Nico. Poi entrammo, prima andammo su una barca molto malandata, i remi non erano nemmeno automatici, poi passammo sotto le gambe di un cane gigante fino ad arrivare, dietro la casa di Ade, alla soglia di un grande canyon, di un enorme canyon.

-ma ce l'ha la fine questo coso?-

Chiesi.

-purtroppo si-

Mi rispose Percy con aria grave.

-okay non siamo sopra al Lete non possiamo buttarci o moriremo per l'impatto-

Osservò Nico.

-e allora come facciamo a scendere?-

Chiese Calypso.

-con le corde-

Dissero all'unisono Annabeth, Nico e Jason, si guardarono e poi distolsero lo sguardo ognuno da l'altro.

-scusate ma non è uguale?-

Chiese Piper.

-no Pip tu ti butti vicino ad una corda e prima della fine ti aggrappi-

Le spiegò Jason.

-è pericoloso-

Osservò Percy.

-è l'unica scelta che abbiamo-

Annabeth lo guardò con gli occhi lucidi.

-si okay ma dove le troviamo le corde?-

Domandai.

-nella casa di mio padre, semplice-

Disse Nico.

-ma meglio se le prendo io, non corro pericoli e soprattutto mio padre non si arrabbia-

-si ehm, certo vai pure-

Disse Jason.

-hey Nico sicuro che non ti serva un mano?-

-no Will ma grazie-

Dopo probabilmente una mezz'oretta tornò con quattro corde nere e due graffi sulla guancia.

-che cosa ti è successo?-

Chiese Will.

-niente di che, davvero ma ho trovato ciò che ci serviva-

Ci mostrò le corde scure.

-ehm Nico quelle corde sono lunghe un metro... il tartaro è molto più profondo lo sai vero?-

Osservò Percy. Le guardai per bene e le riconobbi. 

-WOW NICO MA DOVE LE HAI PRESE?-

-nella stanza di mio padre-

-per quello il taglio?-

-si...-

Piper ci guardò strano.

-potete spiegare anche a noi comuni mortali cosa sono?-

-si sì miss mondo ma non ti scaldare-

-queste corde sono apposta per i salti nei canyon, per questo Giapeto non morì quando venne quaggiù-

Spiegò Nico rivolgendo quest'ultima frase a Percy.

-in pratica tu le ancori e quando ti butti loro si allungano con la caduta e prima della fine si fermano-

-aaaah sono tipo elastici-

Esclamò Will.

-più o meno il concetto è quello-

-Nico non hai pensato ad un particolare-

Notò Annabeth.

-le corde sono quattro, noi siamo otto, come faremo a scendere tutti?-

-ti sbagli Annabeth-

Le rispose Nico.

-ci ho pensato eccome, ma non mi sono ancora dato risposta-

 

...

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

*souspanceeeeeee*

Aaaah io adoro la souspance

Mi spiace che sia venuto molto lungo, ho cercato di mettere più dialoghi possibile per non annoiarvi e nulla il prossimo capitolo è uno dei miei preferiti😊

GRAZIE PER LA LETTURA

~Autrice

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** ODIO FARE BUNGEE JUMPING NEL TARTARO ***


PERCY:

-scendo io-

Dissi prendendo una corda dalla mano di Nico.

-non puoi farlo da solo Percy!-

Protestò Nico.

-allora andrò anche io con lui-

Annabeth mi abbracciò delicatamente il braccio. Mi girai verso la sua direzione. 

-no Annabeth, se qualcuno non deve andare quella sei te-

Le risposi, lei fece una faccia allibita.

-PERSEUS JACKSON VUOI DIRE CHE SONO INCAPACE?-

Mi strillò contro.

-no no solo che è pericoloso, non voglio che tu ti faccia male-

-non mi interessa, io vengo con te-

Prese una corda di mano a Nico.

-non ti lascio solo Percy, non più-

La guardai, avevo paura ma non per me, per lei, non volevo perderla per alcuna ragione.

-okay puoi venire-

-NO-

Urlò Nico.

-VOI NON CI ANDRETE OKAY? VOI NON TORNERETE LAGGIÙ MAI PIÙ-

-Nico cosa ti prende?- 

Gli chiese Will.

-non dovete più soffrire-

-sono i nostri genitori, noi dobbiamo salvarli-

-Zeus ha chiamato anche noi per l'impresa, ci vado io, e io solo-

-no Nico non lo permetterò-

Ci fu qualche minuto di silenzio.

-pensiamo prima a le cose serie-

Disse Calypso. Tutti ci girammo increduli.

-come torneremo su?-

Sentii un tuffo al cuore, non ci avevo pensato ma a quanto pare Annabeth e Nico si.

-le porte della morte!-

Esclamarono all'unisono, io gli guardai incredulo.

-come? Sono chiuse vi ricordate? Le abbiamo chiuse noi-

Gli feci notare.

-Percy le porte non si possono chiudere, non finché qualcuno sotto le riattiva-

Mi fece notare Annabeth.

-ma chi potrebbe averle attivate?-

Chiese Leo.

Io e Annabeth ci guardammo.

-BOB!-

Forse lo urlammo perchè sentimmo l'eco.

-sì, è stato senza dubbio lui ma perchè?-

-per far passare i semidei-

Disse Nico concentrato sul pavimento di ossa e pietra bordeaux. 

-ma certo Bob lo avrà attivata quando ha saputo di Atena e Poseidone-

Esclamai.

-come fare ad esserne certi?-

Domandò Jason.

-non lo siamo, ma è la nostra unica speranza-

Gli risposi.

-okay dobbiamo dividerci-

Quattro vanno giù e quattro alle porte della morte-

Disse Nico.

-Nico l'uscita è in Grecia-

Fece notare Will.

-Si ma possiamo passare anche di qui, gli inferi sono molto più piccoli del mondo, ci vorranno poche ore se conosciamo la strada-

-tu la consoci vero?-

Domandò Leo.

-sì, la conosco-

-bene tu e Will andrete alle porte-

-no Percy io scendo giù-

-NO-

Forse lo dissi troppo duramente perchè Nico si ritirò.

-okay ma non potete andare da soli-

-veniamo noi con voi-

Dissero Leo e Calypso all'unisono.

-okay ma vi avverto, sarà dura-

Gli misi in guardia.

-hey aquamen! Anche io ho degli assi nella manica-

Esclamò Leo.

-okay allora beh, vada per il bungee jumping-

Lo dissi è vero, ma non pensavo la stessa cosa, mi voltai verso Annabeth, lei mi sorrise anche se con gli occhi lucidi di lacrime.

-sei pronta?-

Le domandai.

-si testa d'alghe, buttiamoci-

La presi per mano e ci buttammo nell'inferno.

 

 

 

NOTE DELL'AUTORE

MI ODIERETE PER LA SOUSPANCE MA NON POSSO FARNE A MENO SCUSATE.

GRAZIE PER LA LETTURA

~Autrice

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Leo prepara una grande bomba ***


ANNABETH: 

Fu la cazzata più grande che io abbia mai fatto in vita mia; mente cadevamo pensavo solo a Percy e a come sarebbe finita questa impresa, saremmo morti? Ce l'avremmo fatta? Non lo sapevo era questo il punto.

Dopo quelle che sembrarono ore e ore intravidi il terreno, urlai per la paura di schiantarmi ma poi mi ricordai delle corde e mi ci aggrappai fortemente.

-LE CORDE-

Urlai agli altri. Non so se mi sentirono ma quando le corde si fermarono era vano tutti aggrappati.

-questa è stata la cosa più bella della mia vita-

-non dire sciocchezze Leo-

Lo rincalzai.

-e ora?-

Domandò Calypso.

-andiamo in contro a morte certa, mi sembra ovvio-

Rispose Percy.

Camminammo ore e ore, uccidemmo mostri, mangiammo, bevemmo e dormimmo prima di intravedere il grande esercito che stava di guardia al posto in cui probabilmente erano rinchiusi Atena e Poseidone.

-cavolo!-

Esclamò Leo.

Stavamo osservando quella montagna di mostri da dietro una roccia, erano migliaia e migliaia di mostri, senza contare i Titani, e indovinate chi c'era a guidarli?

-ma quello-

Percy si interruppe.

-o santi numi-

Esclamò Calypso.

Guardai nella direzione in cui stavano guardando

-numi del cielo ma quello è-

-Crono-

Mi interruppe Percy, la sua faccia era preoccupata.

-tuo padre?-

Chiese Leo a Calypso. Calypso fece un cenno.

-okay dobbiamo prima eliminare tutti i mostri poi penseremo a Crono e agli altri Titani-

-bella pensata acquamen ma come facciamo ad eliminarli tutti? Saranno diecimila-

-non lo so-

Disse Percy con i pensieri altrove.

Gli toccai la schiena, nel punto preciso in cui aveva il Tallone Di Achille.

-Percy, non devi preoccuparti di Crono lo abbiamo già sconfitto ricordi? E lo rifaremo!-

-hai ragione-

Disse Percy con un piccolo sorriso accennato.

-okay ho un'idea per uccidere gran parte dei mostri-

Ci avvertì Leo.

-ma dal momento che la metterò in atto tutto sapranno dove siamo... tutti sapranno che ci siamo-

-cosa vuoi fare Leo?-

Gli domandò Percy.

-una bomba, non mi serve niente ho tutto nella cintura degli attrezzi mi servirà solo tempo-

-quanto tempo?-

-non lo so...-

-okay inizia noi troviamo un rifugio per dormire e mangiare-

Accordai, cercammo un posto mentre Leo aggieggiava con molle, pistoni, viti e bulloni.

Facemmo i turni per dormire fino a che la bomba non fu pronta: era una sfera di metallo che se attivavi una leva entro 1 minuti avrebbe fatto un'esplosione gigantesca, uccidendo così tutti i mostri vicini.

-geniale-

Esclamò Percy.

-si ma il problema è piazzarla senza farsi vedere-

Notai.

-facciamo che ci pensiamo dopo? Ho un gran sonno-

Protestò Leo. Così ci addormentammo con i turni per la guardia.

 

 

Nota dell'autrice

Spero che vi piaccia ancora la storia perchè vedo che alcuni di voi non recensiscono più e penso che la stiate abbandonando, comunque io vi ringrazio sempre per la lettura

~Autrice

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Nico è testardo ***


PIPER:

Stavamo camminando allegramente negli Inferi per arrivare in Grecia, Nico disse che ci volevano solo poche ore ma a me sembrava di stare camminando da secoli. 

-hey ragazzi possiamo fermarci un secondo per bere-

Disse Jason.

-mi hai letto nella mente-

Esclamò Will convinto.

-No voi non vi fermate... vedete quel portone?-

-quell'enorme portone nero e sinistro? Si lo vediamo-

Ironizzò Will.

-bene uscite da lì vi troverete le porte della morte, l'unica cosa che dovrete fare è pigiare il bottone dell'ascensore appena sentite dei rumori okay?-

-Nico cosa vuoi fare?-

Gli chiese Jason.

-non posso lasciargli da soli... non ce la faranno mai, io ho ancora dei poteri negli Inferi e se devo morire... lo farò consapevole di aver salvato i miei amici-

Prima che qualcuno di noi potesse fare qualcosa lui batté le mani e si ritrovò sull'orlo di un buco enorme, ci guardò e si buttò, non feci in tempo a girarmi che Will si era buttato con Nico giù nel tartaro.

Il buco si richiuse ed io e Jason rimanemmo a bocca aperta.

-non avevano le corde-

Esclamai.

-non penso che le corde siano l'unico modo per scendere negli inferi-

Continuò.

-e adesso?- 

Mi chiese. 

-andiamo ad aprire le porte della morte no?-

Gli risposi più allegramente possibile.

Tornammo su nel mondo dei vivi e andammo all'uscita dell'ascensore che da tutti è chiamato "porte della morte".

 

 

 

NOTA DELL'AUTRICE

Okay scusate se è esageratamente corto ma dovevo cambiare personaggio, comunque vi ricordate di Jack? Jack Butler? Il figlio di Ares scomparso? Ecco si proprio lui non dimenticatevelo mi raccomando sarà importante nei prossimi capitoli.

GRAZIE PER LA LETTURA 

~Autrice

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** FACCIAMO ESPLODERE UNA MONTAGNA DI MOSTRI ***


Percy: 

-Leo ce l'hai pronta?-

Chiesi rivolgendomi a Leo.

-si ci sono... tanto per chiarire lo sai che questa è una missione suicida?-

-lo so ma dobbiamo provarci-

Avanzammo nel mezzo del branco di mostri. Ah scusate vi chiederete perchè i mostri non ci stavano attaccando, beh diciamo che è tutto grazie ad un paio di corna e del profumo... idea di Leo.

-okay piazzala qui siamo abbastanza al centro-

Dissi a Leo.

-appena attiverò la leva avremmo un minuto per scappare senza dare nell'occhio intesi?-

-intesi-

Attivò la leva e iniziammo a camminare a passo svelto verso la direzione opposta fino a che non ci ritrovammo a correre.

 BUMMM la bomba esplose e noi ci trovammo a terra storditi più che mai. Leo guardò indietro e vide solo nube nera, segno che aveva funzionato.

-PERCY JACKSON TI STAVO ASPETTANDO-

Sentimmo una voce imponente correre verso di noi. Era familiare.

-CORRI-

Urlai, ci mettemmo a correre con alle calcagna il titano del tempo.

Leo lo allontanò con uno strano aggeggio che rilasciava delle piccole trombe d'aria. Lo seminammo e tornammo verso il nostro rifugio.

-come è andata?-

Ci chiese Annabeth.

-tutto come previsto, è esplosa, i mostri sono morti e i rimanenti ci hanno visto-

-l'importante è che i mostri siano morti-

Esclamò Calypso.

Io e Annabeth ci guardammo, le afferrai la mano e le chiesi:

-sei pronta per la guerra?-

-no-

Mi guardò con i suoi tenebrosi occhi grigi.

-ma sono pronta a morire per te testa d'alghe-

-no, non pensarci nemmeno tu non morirai intesi?-

-intesi-

-Hey piccioncini-

Leo interruppe il nostro discorso.

-abbiamo una guerra da affrontare-

Annuimmo e ci mettemmo l'armatura, lei col pugnale, io con vortice, Leo con degli strani marchingegni in mano, Calypso con un pugnale poco più lungo di quello di Annabeth, avanzammo fino ad arrivare davanti all'imponente struttura scura con di guardia tutti i Titani.

-pronti?-

Domandai.

-e lo chiedi pure acquaman? Quando mai non sono stato pronto per dare la mia vita per te?-

Gli sorrisi, guardai Annabeth che mi accennò un sorriso.

-ALLORA AMMAZZIAMO QUESTI TITANI-

Urlando questa frase mi sentirono tutti i titani e corsero verso di noi con le armi sguainate, a capo di essi indovinate chi c'era? Crono, più infuriato che mai, pronto ad ucciderci a qualsiasi costo.

Partimmo all'attacco, Annabeth schivò una lancia d'oro che un titano le aveva lanciato contro e si buttò nella mischia, Leo continuava ad aggeggiare con pistoni e molle mentre Calypso combatteva stilosamente i nemici un per uno, poi c'ero io, andai subito verso crono ma...

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

Era esageratamente brutta questa fine così scusate vi devo un capitolo molto lungo la prossima volta. 

GRAZIE PER LA LETTURA

~Autrice

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Percy è uno stupido ***


ANNABETH:

-Percy è una trappola!-

Gli urlai, lui si girò a guardarmi allarmato e fu questo il suo errore, da dietro le spalle di Crono uscì un ragazzo armato con un'armatura nera ed una spada scura che sembrava aver portato via la vita a molte anime.

Percy si girò vedendo il mio sguardo incredulo.

-Jack Butler-

-Percy Jackson-

I due si guardarono per un lungo tempo prima che Percy ripresse il discorso.

-come mai sei qui? Sull'Olimpo tuo padre è preoccupato e anche al Campo Mezzosangue ti cercano-

-ormai il mio tempo da eroe è finito Jackson, adesso ho aperto gli occhi-

-non capisco-

Percy era allibito.

-Ares non mi ama-

Jack adottò un tono grave.

-Ares vuole solo potere come tutti gli dei, loro vogliono che i loro figli siano i migliori ma non gli vogliono davvero bene-

Nei suoi occhi vidi la disperazione che molti anni prima vidi in quelli di Luke.

-non è vero! Ares in persona è venuto a chiederci di cercarti e di riportarti da lui-

Sbottò Percy.

-BAGGIANATE-

Stavolta Jack urlò.

Leo, Calypso e tutti i titani smisero di combattere e si voltarono a guardare la scena.

-GLI DEI NON CI AMANO, E IO GLIELA FARÒ PAGARE UCCIDENDOLI UNO AD UNO-

Poi fermò il suo sguardo maniaco su di me.

-a cominciare dai vostri, poi Zeus, Era, ucciderò anche gli dei minori fino ad arrivare a mio padre-

-perchè?-

Domandai disperata.

-perchè no? Cosa hanno fatto per noi gli dei? Oltre che metterci in guerra ogni giorno della nostra esistenza? Ci hanno segnati, noi non vivremo a lungo per colpa loro, io devo cambiare questa cosa-

Le parole nella sua bocca sembravano uscire dal corpo di Luke.

-un altro semidio ha fatto il tuo sbaglio, ma lui si è pentito e ci ha salvati... spero che ti pentirai anche tu-

A sentire menzionare Luke, Percy si infuriò e disse:

-non avrà il tempo per pentirsi-

E prima che qualcuno potesse fermarlo partì all'attacco verso Jack, i due duellarono mente io attaccai Crono e Leo e Calypso, in totale sintonia, facevano esplodere un titano dopo l'altro, letteralmente esplodere visto che Leo gli attaccava delle mini granate sul petto e le faceva saltare in aria.

-gli dei sono stupidi-

Urlò Jack.

-gli dei ci hanno creato-

Ribatté Percy. Mentre litigavano erano peggio di Atena e Poseidone. 

-adesso basta-

Non capii sul momento chi dei due avesse detto quelle parole e chi dei due avesse urlato poco dopo, ricordo solo di aver steso Crono ed essermi girata, c'era un corpo a terra, era Percy.

-PERCY NO!-

Jack mi venne incontro ma qualcuno lo fermò, non poteva essere Leo, ne Calypso essendo entrambi dall'altra parte. 

Corsi verso Percy e mi chinai su di lui, ansimava e vidi un grosso taglio sul suo stomaco come se fosse stato trafitto da una spada. Gli premetti la mano sulla ferita e lo guardai negli occhi ormai lacrimanti.

-Percy ti prego resta con me-

-Annabeth-

-Percy ti prego resta con me-

-io...-

Non riusciva a parlare.

-Percy me lo hai promesso ricordi?-

Mi fissò con i suoi occhi dolci color mare.

-mi hai promesso che saremmo usciti vivi di qui, Percy mi hai promesso che saremmo andati a vivere a Nuova Roma-

Accennò un lieve sorriso che mi riempì il cuore.

-quindi devi rimanere con me ancora per un po' okay testa d'alghe?-

Mise una mano sopra la mia è si alzò a sedere.

-girati-

Mi disse dolcemente.

Mi voltai e vidi un enorme esercito di... scheletri?

-NICO!-

Andai ad abbracciare il figlio di Ade, ero così felice di vederlo, poi mi accorsi che c'era anche Will.

-come avete fatto a scendere fin qui?-

-beh quando sei il figlio di Ade qualcosa ti puoi permettere-

Will si avvicinò a Percy e gli esaminò la ferita.

-spada di ossa questo è senza dubbi-

Si voltò verso Jack Butler che era nelle grinfie di due uomini-scheletro.

-dove l'hai trovata?-

-non sono affari tuoi Solace!-

-aspettate ma voi vi conoscete?-

Domandò Leo.

-diciamo che al Campo ci siamo parlati un paio di volte-

Poi tornò a medicare la ferita di Percy.

-come sta?-

Gli domandai.

-a parte la scheggia di spada che gli sta viaggiando verso il cuore tutto okay-

Mi guardò con un sorriso sarcastico.

-tu puoi toglierla?-

Will si concentrò ancora di più sulla ferita.

-diciamo che conosco chi può-

-chi?-

-avete mai sentito parlare di Nico Di Angelo?-

Tutti ci voltammo verso Nico e lui guardò incredulo Will.

-IO? E cosa dovrei fare io?-

-sono ossa Nico, è il tuo settore-

-aaa okay ci proverò-

Posò una mano sul petto di Percy e chiuse gli occhi, ci furono un paio di minuti di silenzio poi una scheggia nera di ossa trapassò la mano di Nico e volò via.

-AAAH- 

Nico imprecò per la ferita.

-su Nico quante storie! È solo una scheggia-

Il figlio di Ade lanciò un'occhiataccia a Will e poi riposò la propria attenzione su Percy.

-è uscita?-

Gli chiese Percy con un filo di voce.

-è uscita-

Nico lo rassicurò.

-bene perchè abbiamo già perso troppo tempo-

Provo ad alzarsi ma non ci riuscì dal dolore, così lo aiutai a rimettersi disteso.

-Percy stai giù-

-no io devo combattere, io devo...-

-devi smetterla di parlare e riposarti testa d'alghe, continueremo noi-

-Annabeth no! Io non voglio lasciarti sola-

Gli sorrisi.

-vedrai che tornerò subito-

-rimarremo noi con te acquaman, intanto dobbiamo fabbricare una cosa-

Esclamò Leo toccando la spalla di Calypso.

-e va bene, rimarrò qui-

-bravo-

Mi girai verso Nico e Will.

-entriamo?-

Gli domandai e loro mi risposero all'unisono:

-ANDIAMO!-

Ci avviammo verso il grande portone nero, inconsapevoli di ciò che ci fosse dentro, con l'esercito di scheletri di Nico e...

-dov'è finito Jack?-

Nico e Will si voltarono e scrutarono velocemente gli scheletri.

-è scappato-

Osservò Nico.

-dobbiamo avvertire Percy-

-no Nico, è entrato qua dentro-

-tu lo hai visto?-

Chiese il figlio di Ade a Will.

-è una supposizione-

Nico lo guardò incredulo.

-beh comunque sia abbiamo solo un modo per verificarlo... entrare-

Dissi.

Entrammo dentro e beh forse non avremmo dovuto farlo. Indovinate? Jack era dentro ma non era solo... non proprio.

 

 

 

NOTA DELL'AUTORE

Dovete scusarmi, nel capitolo 10 c'è un grosso errore: Calypso non è figlia di Crono bensì di Atlante scusate non me ne ero accorta.

Comunque, ecco a voi il capitolo lungoooooo, io adoro la souspance e spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e niente, io adoro Jack

GRAZIE PER LA LETTURA

~Autrice

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Siamo in un mare di mostri... aspetta non diceva così il proverbio? ***


ANNABETH:

Jack, settantamila mostri pronti a sbranarti le budella, due dei più potenti dei morenti in catene che cosa vuoi di più dalla vita?

Io Nico e Will ci guardammo increduli.

-credevate davvero che quella bomba vi sarebbe bastata a riportare su questi due? Ahaha sapevo foste stupidi semidei, ma non così tanto-

-anche tu sei un semidio Jack-

Cercai di guadagnare tempo.

-si ma vedi Chase, la differenza sta nei punti di vista, io mi vedo come il Dio del mondo, vedo loro-

Lanciò uno sguardo a Atena e Poseidone che mi guardavano increduli senza forze.

-come umani e voi come spazzatura-

-Annabeth scappa-

Riconobbi la voce subito, Atena mi urlò queste parole, era nelle sembianze di una ragazza giovane, capelli neri, gli occhi grigi tipici, e lo sguardo perso altrove. Mente Poseidone era come sempre un giovane in bermuda, incatenati ovvio, ma era sempre un giovane in bermuda.

-no mamma io non ti lascio qui-

Smisi di ascoltarla, sguainai il pugnale, guardai uno per uno tutto i nemici e poi io, Will e Nico ci buttammo nel mare di mostri senza pietà.

Nico era svelto e letale mente Will, beh Will faceva più da sostegno che da guerriero.

Avevamo ucciso gran parte dei mostri quando la stanchezza iniziò a farsi sentire, non potevamo mollare... non ora che eravamo così vicini.

Senza che me ne accorgessi un pugnale mi colpì la spalla e io caddi a terra inerme... buio... ancora buio, vidi buio per quelle che sembrarono ore e ore prima di rivedere luce, e probabilmente avrei voluto continuare a vedere buio: io Will e Nico eravamo legati insieme ai due dei in una gabbia.

-ti avevo detto di andare via-

La dolcezza con cui mia madre disse quelle parole mi disarmò tanto che mi scese una lacrima.

-non potevo lasciarti qua a morire-

Lei mi sorrise.

-ora però voi morirete con noi-

-no-

Nico non la smetteva di stupirmi.

-Percy è ancora la fuori, anche Leo e Calypso, si accorgeranno che qualcosa non va-

A sentire il nome di suo figlio Poseidone riprese magicamente vita.

-Percy? Che è successo perchè è fuori?-

-è ferito... nulla di troppo grave ma abbiamo preferito che rimanesse fuori-

-capisco-

Jack tornò con la sua armatura nera e i suoi occhi color sangue.

-molto bene signori, vi avviso che avete, purtroppo per voi, pochi giorni di vita e dopo di che io inizierò la mia scalata per la conquista del mondo... mi dispiace che voi non possiate vederla ma Hey, non si può avere tutto dalla vita.

-TU-

Atena aveva una smorfia di odio puro sulle labbra.

-io ti giuro che la pagherai per tutto questo-

-wow che paura-

Sorrise e se ne andò.

 

 

NOTA DELL'AUTORE:

Non ho nulla da dire se non

GRAZIE PER LA LETTURA

~Autrice

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Percy è uno stupido parte seconda ***


NICO:

Ormai eravamo incatenati da troppo tempo e perdemmo le speranze che Percy sarebbe venuto a salvarci, ma invece indovinate? Non è poi così intelligente come sembra.

-ANNABETH-

L'urlo ovviamente proveniva da Percy, la paura occupò il volto di Annabeth ma ridiede vita ai suoi occhi con una luce di speranza.

-Percy... Percy siamo qui-

Lo disse a bassa voce ma Percy riuscì a sentire e dopo qualche secondo di silenzio si intravide il ragazzo uscire da un angolo.

-Percy-

Annabeth aveva le lacrime agli occhi.

-Percy devi andare via da qui, Jack potrebbe arrivare e...-

-non mi interessa-

La interruppe, si avvicinò alle sbarre della gabbia in cui eravamo incatenati e la guardò come faceva sempre quando non erano in pericolo mortale, come lo so? Non chiedere per favore.

-non ti abbandono, te l'ho promesso lo hai detto tu-

Sorrise e poi guardò i due dei che oramai non riuscivano più a parlare.

-Devo farvi uscire di qui-

-allora buona fortuna Jackson-

Jack spuntò alle sue spalle con il suo bellissimo e simpaticissimo esercito di mostri.

-Jack!-

Disse disgustato Percy.

-basta l'hai fatta troppo lunga ora piantala-

-l'ho fatta troppo lunga? Tu non hai idea di quanto lunga io debba farla ancora, non ne hai-

-AAARG-

Percy andò contro jack che da grandissimo codardo si difese con il suo esercito.

Percy combatteva come solo lui sapeva fare, uccideva mostro dopo mostri ma non so fino a quanto poteva continuare così.

Mentre sulla parte destra della gabbia Percy combatteva dalla parte sinistra sbucarono Leo e Calypso, un secondo piano, tipico di Percy lui si sacrifica e gli altri ci salvano.

Leo buttò uno strano aggeggio vicino alla gabbia e le sbarre piano piano si sciolsero come fece con le catene ed in quattro e quattr'otto fummo liberi e schizzanti, cioè tutti tranne gli dei che faticavano a tenersi in piedi.

-grazie Leo-

Will lo disse troppo forte perchè Jack si voltò e ci notò così come tutto il suo esercito. Iniziammo a combattere come ai vecchi tempi e io evocai due mega scheletri che sorreggevano gli dei.

Jack quando si accorse che la maggior parte del suo esercito era morte scappò.

Percy andò su tutte le furie ed esplose, letteralmente, un immenso fiumi di acqua salata gli usciva da tutti i pori e presto i mostri affogarono tutti, così Percy partì correndo verso Jack.

-Percy!-

Annabeth seguì il suo fidanzato e noi rimanemmo la a cercare di rianimare gli dei.

 

 

NOTA DELL'AUTORE

 Devo farvi una domanda che mi servirà per il prossimo capitolo, vi piace Jack?

Comunque GRAZIE PER LA LETTURA

~Autrice

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Siamo una famiglia ricordi? Pt.1 ***


{questo capitolo è diviso in due parti sennò veniva troppo lungo, spero che vi piaccia}

 

PERCY:

Correvo come se Atena mi rincorresse, non pensavo ad altro che alla voglia di strangolare Jack Butler, in corpo ormai avevo solo rabbia.

Jack inciampò e cadde sbucciandosi i ginocchi, in quel momento ero davanti ad una grande decisione: ucciderlo o risparmiarlo?

Probabilmente senza quelle mani che mi si posarono sulle spalle avrei fatto la scelta sbagliata.

-vuoi davvero farlo?-

Annabeth si mise al mio fianco senza perdere di vista Jack.

-vuoi davvero uccidere un semidio?-

-lui avrebbe ucciso noi Annabeth-

-lui è Jack, tu come ti chiami?-

-Percy-

Ammisi.

-e Percy farebbe un cosa simile?-

-no non lo farebbe mai-

Annabeth mi guardò e poi si girò verso Jack, lo aiutò ad alzarsi e poi gli tirò un pugno ben piazzato nello stomaco, quella ragazza mi stupisce sempre, probabilmente si accorse del mio sguardo sorpreso e allibito in contemporanea perchè disse:

-io mi chiamo Annabeth-

A quel punto risi, Risi come non facevo da molto tempo, una risata sincera e poi la guardai negli occhi, non mi stancherò mai di dire che quelli sono gli occhi più belli del mondo, e ce li ha la ragazza più bella del mondo.

-Percy, Annabeth!-

Grazie Leo, grazie mille per interrompere ogni volta tutto sul meglio.

Leo e compagnia ci guardarono e poi guardarono Jack.

-perchè quel tipo è ancora vivo?-

Chiese Calypso.

-ha fatto uno sbaglio, molti sbagliano, non dobbiamo ucciderlo-

-e cosa ne faremo?-

Mi chiese Nico.

-ancora questo è da decidere, prima però usciamo da questo inferno, letteralmente-

Tutti risero e io mi sentii sollevato.

Mentre eravamo in cammino Leo osservava gli scheletri che portavano Poseidone e Atena in braccio chiedendosi la meccanica mentre Calypso gli ribatteva che non erano meccanici, Will come sempre cercava di filtrare con Nico, invano, ma almeno ci provava, Annabeth e io camminavamo abbracciati.

-quindi è finita?-

Mi chiese con nostalgia.

-come, non sei felice? Ce l'abbiamo fatta-

-pensavo che sarebbe stato più difficile-

-scherzi?-

Lei mi guardò male.

-cioè volevi per caso che io morissi?-

-sai che non intendevo questo Percy, solo adesso che faremo? Torneremo a Manhattan? E dopo?-

-MANHATTAN? ti sei già dimenticata? Me lo hai promesso non puoi rompere la promessa-

-cosa intendi?-

-Nuova Roma! Io non scherzavo, io voglio essere semidio, non umano, non la smetteremo mai di salvare il mondo, mai-

Annabeth sorrise e tutto in quel momento mi sembrava perfetto ma indovinate? Stranamente qualcosa andò storto, la vostra domanda è cosa, la mia è perchè.

 

 

 

 

NOTA DELL'AUTORE 

si lo so sono più troll di Rick Riordan, non vi preoccupate perchè anche se l'impresa e finita la storia no quindi almeno altri 5 capitoli ve li faccio :)

Come sempre GRAZIE PER LA LETTURA

~Autrice

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Siamo una famiglia ricordi? pt.2 ***


ANNABETH:

Jack camminava in mezzo a Nico e Will e tutto sembrava andare per il verso giusto ma proprio quando avevo smesso di allarmarmi per Jack lui si accasciò a terra e si mise a piangere, tutti ci guardammo increduli.

-non portatemi dagli dei-

Mugolò 

-vi prego tutto tranne che gli dei-

-perchè dovremmo portarti da un'altra parte?-

Chiese Percy e Jack si chiuse in se stesso.

-gli dei vorranno farmi del male, Ares vorrà uccidermi, vi prego non portatemi da loro-

-gli parleremo noi e vedremo di convincerli...-

-a cosa?!-

Jack mi interruppe urlando.

-i mostri idiota, vuoi fare sapere a tutti che siamo qui?-

Gli domandò Nico.

-non mi importa, che vengano pure, che ci uccidano pure tanto ormai-

Per un secondo i suoi capelli scuri diventarono biondi, i suoi occhi celesti come il cielo e vidi una cicatrice che gli occupava il viso.

-Luke!-

Mi avvicinai a Jack Percy provò ad allontanarmi da lui ma non ci riuscì.

-Annabeth non è Luke-

Non gli ascoltavo, il  viso di Jack si ritrasformò ancora una volta in quello di Luke, le sue labbra, i suoi occhi, i suoi modi di fare aveva tutto di lui.

-siamo una famiglia ricordi?-

Le parole uscirono dalle sue labbra come vento e arrivarono ai miei orecchi come piacere puro.

-si Luke, lo siamo-

Mi avvicinai ancora e cancellai tutte le voci degli altri che mi dicevano di non farlo.

Quei piccoli secondi in cui Jack diventava Luke non sembravano allucinazioni, erano reali.

Luke prese qualcosa dalla giacca, non vidi cosa ma lo strinse nel pugno, poi ridiventò Jack oppure lo era sempre stato?

-vieni più vicina-

Le parole uscirono dalla bocca di Jack ma io lo feci, mi avvicinai continuando ad ignorare le mani di Percy che cercavano di portarmi via.

Jack aprì la mano e le mie sensazioni si trasformarono in terrore, presto la lama del pugnale che aveva in mano entrò nel mio stomaco, sentii il respiro lasciarmi, gli occhi che si chiudevano ma prima che si chiusero definitivamente, Jack cadde a terra, non so per cosa, non so per come, so solo che urlai il suo nome... il nome di Luke.

 

 

NOTE DELL'AUTORE

Peccato ci erano quasi riusciti...

GRAZIE PER LA LETTURA

~Autrici

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Bob è un titano forte ***


NICO:

Silenzio, silenzio e ancora silenzio.

Ci furono probabilmente solo pochi attimi di silenzio ma a me sembravano un eternità.

Percy aveva la testa china su Annabeth implorandole di restare con lui, io e gli altri, invece, avevamo tutta la nostra attenzione sul corpo di Jack, le mani strette attorno al pugnale con cui prima aveva infilzato Annabeth, e dopo si era tolto la vita.

Will spostò Percy per esaminare la ferita di Annabeth.

-non ha preso ne i polmoni ne il cuore-

Tutti facemmo un respiro di sollievo.

-ma gli resta comunque poco tempo, dobbiamo fare qualcosa-

Aggiunse Will.

-dobbiamo andarcene da qui-

Percy prese parola.

-dobbiamo salire in superficie-

Si alzò con le lacrime agli occhi.

-adesso-

Evocai un altro scheletro per portare Annabeth e ci mettemmo in cammino.

-Nico-

Will mi chiamò sottovoce.

-stai esaurendo le energie, questi scheletri ti stanno esaurendo-

-non mi interessa-

-Nico-

Mi afferrò il polso.

-perchè lo fai?-

-che domanda è? Non voglio che gli dei muoiano, ne che muoia Annabeth-

-Nico-

Will mi guardò come se avessi da dirgli qualcosa di importante.

-tu sei un medico, tu salvi vite okay? Percy, Annabeth e tutti gli altri hanno salvato il mondo, Calypso invece... beh è Calypso e io? Io non sono nessuno, non servo a nessuno-

-vuoi dimostragli che sei importante?-

-voglio solo che si accorgano di me, niente di più-

Will sorrise come solo uno Will poteva.

Vedemmo in lontananza le Porte Della Morte, pensavo fossero più difficili da trovare ma le trovammo in poco tempo.

Appena Percy si accorse di chi faceva la guardia cacciò un urlo che probabilmente i mostri non vennero verso di noi perchè ebbero paura.

-Bob-

Percy si buttò tra le braccia del titano.

-Perceus Jackson sei tornato? Per gli dei immagino-

-come fai a saperlo?-

-cheerleaders chiacchierone-

Poi Bob si accorse di me.

-Nico Di Angelo-

Si inchinò davanti a me e non ne capii il motivo.

-tirati su Bob, non sono un Dio-

Bob mi sorrise.

Un piccolo gatto/scheletro gli salì sulla spalla, aspettate ma da quando Bob aveva quel coso?

-dov'è Damaseno?-

A Bob scese una lacrima per la domanda di Percy.

-Damaseno è tornato nella palude, litigammo e lui non volle più stare con me.

-mi dispiace-

Percy gli tocco la spalla con un tocco rassicurante

-Hey, senti Bob noi dovremmo risalire per te non è un problema vero?-

Gli domandò Leo.

-no, io sono qui apposta-

Nei suoi occhi c'era nostalgia, lui voleva tornare su.

-no Bob tu vai con loro, te lo meriti-

Gli dissi. 

-e chi starà a premere il bottone?-

Mi domandò Bob.

-no Nico non permetterò che tu rimanga qui-

-non voglio rimanere io Percy, un mio scheletro lo farà-

-Nico se evocherai un altro scheletro, non resisterai a lungo-

-Annabeth la porto io se volete-

Bob si offrì volontario.

-ce la farai?-

-sono un titano Percy, la forza non mi manca-

-Nico-

Will mi prese ancora il polso e mi allontanò dagli altri.

-lo sai che lo scheletro ti risucchierà le energie, non puoi tenerlo qui sotto per così tanto tempo, ci vuole il triplo della concentrazione e dell'energia-

-come sai tutte queste cose Will?-

-non è rilevante-

-non ti preoccupare appena saremo su lo riporterò dove stava,

C'è la faremo vedrai-

Salimmo tutti sull'ascensore e sperai che Jason e Piper stessero già premendo il bottone quando lo scheletro lo premette l'altro iniziammo a salire.

 

 

 

 

NOTA DELL'AUTORE 

È un po' più lungo degli altri spero vi piaccia.

GRAZIE DELLA LETTURA

~Autrice

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Prendiamo l'aereo? Si dai tanto è veloce ***


 

CALYPSO

Per la prima volta nella nostra impresa tutto filò liscio, niente Jack suicidi, niente- ma aspettate.

-dov'è Jack?-

Domandai.

-oddio- 

Anche Leo se ne accorse.

-lo abbiamo lasciato la-

Notò Percy.

-era morto, si è preso il cuore noi non potevamo comunque salvarlo-

Disse Will.

-ma ci crederanno gli dei? Insomma dovremmo spiegargli cosa è successo, soprattutto ad Ares-

-Nico vedrai che ci crederanno, dovranno crederci-

L'ascensore ci stava mettendo secoli a salire ma dopo quelle che sembravano ore e ore arrivammo in superficie.

-mi ricordo di questo posto-

Disse Leo.

Poi ci voltammo e vedemmo Jason e Piper che, beh non saprei interpretare la loro espressione.

Appena Bob uscì con in braccio Annabeth, Piper emise un urlo.

-Annabeth, che è successo?-

-non ora, dobbiamo arrivare sull'Olimpo-

-come? Siamo in Grecia non so se te lo ricordi Percy-

Gli ricordai.

-santi numi è vero, dobbiamo prendere un aereo, adesso-

Corse via con dietro Bob.

Era disperato e voleva a tutti i costi tornare sull'Olimpo per guarire Annabeth.

Gli andammo dietro e trovammo un volo per New York che partiva di lì a cinque minuti.

Salimmo sul l'aereo e aspettammo impazienti.

-quanti giorni siamo stati la sotto?-

Chiese Percy a Piper.

-giorni? Ci sarete stati massimo dieci minuti-

-dieci minuti? Sembravano molti di più-

-il tempo nel tartaro è indecifrabile Percy-

Spiegò Nico.

-hey Percy, sai che ci vorrà più di un giorno per arrivare là vero?-

Domandò Leo.

-puoi modificargli il motore in volo?-

Negli occhi di Percy c'era follia e disperazione, non so dire cosa sarebbe stato capace di fare in quel momento per salvare Annabeth.

-posso fare tutto amico-

Disse Leo. 

Io e Leo andammo nella sala motori e cercammo di renderlo più veloce possibile, non è molto facile in volo.

Dopo una decina di minuti Leo fu costretto a bruciare il motore per crearne uno nuovo, era pericoloso ma era l'unico modo.

Così me ne andai per non rischiare di ustionarmi.

Percy aveva preso il comando dell'aereo e i piloti erano stesi su due sedili, inermi.

Jason spingeva l'aereo con vento e quando sorvolammo sopra il mare Percy fece arrivare un'onda fin quassù per portare l'aereo ancora più velocemente.

Leo riuscì a cambiare il motore grazie all'onda di Percy che sorreggeva l'aereo e quando passammo sopra l'Italia ed il mare ci abbandonò l'aereo schizzò a mille chilometri orari verso New York.

Alla fine con l'aiuto di tutti quanti arrivammo ai piedi dell'empire state building in mezzora.

 

 

 

 

NOTA DELL'AUTRICE

Se lo meritavano un po' di viaggio ""tranquillo"" senza pericoli mortali.

GRAZIE PER LA LETTURA

~Autrice

 

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Atena mi odia e Ares vuole uccidermi... nulla di nuovo ***


PERCY

-Bob vieni con me in ascensore, voi aspettatemi qui-

Dissi, non è che non gli volevo con me non fraintendetemi, solo che in quel momento volevo solo salvare Annabeth.

-stai fermo-

Nico mi zittì.

-Bob non può salire per lo più qualcuno deve andare al Campo e a quel punto porterà Bob con se.

-andiamo io e Piper-

Disse Jason.

-vengo anche io devo fare una cosa all'officino-

Leo si aggiunse e di conseguenza andò anche Calypso.

Loro si avviarono con un taxi insieme a Bob.

Presi Annabeth in braccio e mi avviai verso l'ascensore ma prima che potessi arrivarci Nico mi toccò, lo stesso fece con Will e io due scheletri che portavano gli dei, in men che non si dica dopo un momento di oscurità totale eravamo sull'Olimpo.

-Nico smettila di usare energie o svenirai!-

Lo rimproverò Will.

Nico lo ignorò e andò avanti verso la casa di Zeus.

Gli altri dei erano a fare una riunione e quando ci videro arrivare quasi gli prese un colpo.

-Jackson-

Zeus mi guardò, poi guardò Annabeth, poi Nico, Will e dopo i suoi occhi si spostarono sui due scheletri che portavano gli dei.

-portateli qua-

Gli scheletri non fecero niente fino a quando Nico non glielo ordinò.

Posarono gli dei sull'enorme tavolo in mezzo agli dei.

-Apollo, pensaci tu-

Ordinò Zeus.

-ho bisogno di aiuto, non è tanto facile-

Apollo guardò Will e gli fece cenno di andare verso di lui.

-davvero papà?-

-sei l'unico che può farlo-

Insieme Apollo e Will rianimarono gli dei, quando aprì gli occhi la prima cosa che disse Poseidone fu:

-dove sono?-

Ma indovinate Atena cosa disse?

Si voltò verso di me e vide Annabeth.

-Jackson è colpa tua io avvertii Annabeth che tu non eri quello giusto, dovrei ucciderti lo sai?-

-mi scusi signora, è tutta colpa mia io non la ho fermata ma Jack, lei ha visto Luke, Jack era Jack ma lei ha visto Luke-

Nessuno capii ciò che dissi.

-Luke? Like Castellan mio figlio?-

Domandò Ermes.

-Jack Butler? Lo avete incontrato e cosa ha detto dov'è adesso?-

Anche Ares si agitò.

Gli raccontai tutta al storia passo per passo, Nico fu accanto a me tutto il tempo e annuii ogni volta che qualche dio aveva dei dubbi.

-e in fine si è tolto la vita, mi dispiace io non volevo che andasse a finire così ho cercato di fermare Annabeth ma lei era convinta che invece di Jack quello fosse Luke-

Mi scese una lacrima.

Atena, forse per pena o forse perchè voleva solo che Annabeth guarisse la portò sul tavolo dove prima lei era stesa.

-Apollo puoi guarire anche lei?-

Domandò.

Apollo esaminò la ferita.

-è una spada di ossa, non potrei nemmeno se ci provassi-

Disse Apollo a malincuore.

-ma provaci, ti prego provaci, lei non può morire-

Urlavo e piangevo nello stesso tempo.

-non può, lei è Annabeth Chase... ha salvato il mondo ben due volte non può morire-

Atena mi guardò per la prima volta compiaciuta ma allo stesso tempo disperata, non so se gli dei piangono ma i suoi occhi sembravano quasi lucidi.

-sarà onorata a dovere, non preoccuparti-

Ormai persi le speranze, piansi tanto quel giorno ma non potetti fare altro.

Il giorno dopo, al Campo Mezzosangue tutti gli dei e tutti i semidei sia Greci che Romani si riunirono per celebrare la morte della persona che più volte ci salvò la vita.

Atena la posò su un letto di foglie in riva al mare, mi concede l'onore di spingerla via, a largo.

La guardai, non potevo credere, non poteva essere morta non adesso che tutto si era sistemato per il meglio.

Le stinsi la mano e mi misi a piangere, non mi interessava di tutti gli dei e i semidei che mi guardavano, io mi misi a piangere, una lacrima mi rigò la guancia finì a cadere nella sua fronte, senza che me ne accorgessi la lacrima si espanse creò una cupola di acqua, il mare era sotto il mio pieno comando, onde dolci arrivavano verso di noi, una fontana ci buttava lievemente acqua addosso senza bagnarci, non era acqua del mare, quella era la mia lacrima.

Senza pensarci due volte gli poggiai le mani sulla ferita, l'acqua mi guarì tutti le ferite che mi ero procurato, mi concentrai di più, di più e ancora di più, l'acqua entrò nella ferita di Annabeth e uscì qualche attimo dopo, la guardai sostanzioso in attesa di qualche segno ma niente, non fece niente.

Mi voltai e vidi che tutti stavano guardando a bocca aperta non me, dietro di me, mi voltai di nuovo e vidi quegli occhi, quegli occhi bellissimi aperti che mi fissavano, per la prima volta non erano preoccupati, erano solo felici. 

Mi scese una lacrima di gioia e appoggiai le mie labbra sulle sue, erano stranamente calde e soffici, ci baciammo per un lungo tempo e sarei rimasto lì per sempre ma Annabeth si allontanò leggermente e mi sorrise.

Si alzò un applauso da dietro le mie spalle dei, semidei, centauri, ninfe e tutti gli altri sorridevano e applaudivano, vidi Frank e Hazel San e salvi nel centro della folla, sorridevano anche loro, sorrideva perfino Nico insomma Nico non sorride mai.

Feci dei fuochi d'artificio con le onde che bagnarono tutti e cercammo solo di goderci quel momento senza pensare ad altro.

 

 

 

 

Nota dell'autore 

Solitamente penso sempre che i miei capitolo non siano soddisfacenti al 100% ma questo mi è piaciuto molto e penso di poter dire che è il mio preferito, mi duole dire che ce ne saranno ancora solo un paio, ma hey scriverò anche altre storie non preoccupatevi

GRAZIE PER LA LETTURA

~Autrice

 

P.S. 

se vi piace teen wolf provate a leggere la mia nuova storia "head Canon a Beacon Hills" magari ti fa ridere:)

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Aspettavate questo momento eh? ***


NICO:

Chirone aveva in mente di fare una festa quella sera, una festa enorme e io odio le feste.

Percy stava appiccicato ad Annabeth, in modo non normale.

Andammo a pranzo e Will si sedette vicino a me.

-Will che fai sai che non puoi-

Gli dissi a bassa voce.

-guardati intorno re degli inferi, ops dejavu-

Lo guardai e lui sorrideva spensierato.

-perchè sorridi così?-

-come dovrei sorridere? Ah alla Nico Di Angelo-

Fece una faccia triste che a quanto pare era la mia imitazione.

-io non faccio così, per niente-

-ah scusa sei ancora più cupo-

-ah ah ah simpatico, e poi io non mi vesto in quel modo-

-no è vero tu non metteresti mai vestiti dove non ci sono né teschi né settanta metri quadrati di solo nero, per non parlare dei tuoi Jeans-

Lo guardai grave.

-che cosa hanno di male i miei Jeans?-

-sono NERI-

Scandì per bene quest'ultima parola.

-tutti neri, i Jeans sono creati per essere blu-

-io tengo i Jeans neri perchè mi piacciono così okay?-

-ah si ovvio come i tuoi capelli-

Mi innervosii.

-smettila, non puoi prendermi in giro okay? Io sono il figlio del Dio degli inferi-

-mmh-

Annuì Will.

-sono un re del male-

-certo-

-sono il dio del dolore e della sofferenza-

-ovviamente-

-sono il re degli inferi-

-sei solo uno scemo, il mio scemo speciale-

-aspetta cos...-

Prima che potessi finire la frase successe una cosa che mi scombussolò tutto, mi baciò.

Non sapevo cosa fare, ero mezzo rimbambito mezzo sorpreso, pensai di dover rispondere baciandolo anche io il punto è che io non so baciare.

Appoggiai le mie labbra sulle sue sperando di star facendo la cosa giusta, le sue erano calde e rassicuranti come il sole, non volevo più staccarmi da lui, mi mise le mani sulle guance e si allontanò.

Ci fu un momento in cui non sapevo cosa fare, ero totalmente in palla finché Chirone non diede inizio alla festa.

 

 

 

NOTA DELL'AUTORE 

Chitone rovina sempre tutto:)

GRAZIE PER LA LETTURA

~Autrice

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Dormire? Naah ***


PERCY 

Ares prima che la festa finisse venne verso di me.

-Jack... insomma lui ha veramente detto che a me non importava di lui?- 

Mi domandò.

-era accecato dalla rabbia Ares, ho provato a farlo ragionare io non volevo che lui morisse-

Ares mi fermò con un cenno.

-non importa, grazie semidio-

Se ne andò lasciandomi lì a riflettere sul significato di quel grazie. 

La festa finì verso mezzanotte e tutti andarono a dormire rimanemmo io, Annabeth, Nico, Will, Leo, Calypso, Jason e Piper.

Parlammo molto quella sera, ci raccontammo storielle, barzellette e scherzammo su molte cose.

La maggior parte del tempo non ascoltai, ero seduto accanto ad Annabeth, la fissai per decine e decine di minuti lei rideva e parlava, era bellissima, quando si accorse che la stavo fissando mi prese la faccia tra le mani e mi baciò, poi ricominciava a sorridere e parlare con gli altri.

Mi credevo il ragazzo più fortunato del mondo, avevo i migliori amici del mondo, la migliore famiglia del mondo (beh letteralmente) e la migliore ragazza del mondo, avevo tutto ciò che si potesse immaginare.

-Annabeth mi ha fatto una promessa prima di partire-

Interruppi una discussione tra Calypso e Leo su chi fosse più bravo a cucire.

-mi ha promesso che saremmo andati a vivere a Nuova Roma-

Annabeth sorrise.

-volete venire?-

Tutti mi guardarono con aria sorpresa e poi all'unisono dissero tutti di sì.

Restammo svegli fino alle 5:00 poi decidemmo di andare un po' a riposarci così il giorno seguente avremmo potuto informarci su che casa prendere, andammo a dormire ognuno ognuno nell propria capanna, almeno è quello che credevano gli altri, e la mattina ci svegliammo pronti per andare a decidere che casa prendere a Nuova Roma.

-Percy-

Annabeth mi prese per un polso.

-tua madre, devi avvertirla-

-chi ti ha detto che io non ci abbia già pensato-

Mi guardò incredula. 

-ci hai già pensato?-

-no ma lo farò adesso-

Le sorrisi e corsi a prendere Blackjack per poi andare da mia madre.

 

 

 

NOTA DELL'AUTORE 

Niente siamo quasi alla fine della storia e un po' mi dispiace 

Comunque. 

GRAZIE PER LA LETTURA 

~Autrice 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Sally Jackson è la persona migliore del mondo ***


PERCY: 

Appena atterrai davanti a casa di mia madre lei corse fuori urlando il mio nome.

-PERCY!- 

Appena mi vide mi stritolò in un abbraccio, dietro di lei c'era Paul che mi fece un cenno.

-hey mamma devo dirti una cosa-

Iniziai il discorso.

-sì certo ma prima vieni dentro che ho dei pancake blu apposta per te-

Al solo pensiero di quei pancake il mio stomaco brontolò per la fame.

Mamma mi portò in cucina e mi diede i pancake con tanto di burro e sciroppo d'acero.

-allora Percy dimmi, dove vuoi andare a vivere?-

Mi chiese mamma.

Io rimasi allibito.

-come lo sai?-

-hai diciotto anni Percy è ovvio che vuoi andartene-

Sorrisi.

-io e gli altri avevamo pensato di andare a Nuova Roma, possiamo fare l'università laggiù è dopo decideremo-

-okay, quando andate?-

Mi chiese.

-oggi pomeriggio-

Gli risposi con la bocca piena di pancake.

-allora smettila di mangiare e vai a fare la valigia-

Disse ridendo.

-vuoi liberarti di me?-

-si, proprio quello che voglio-

Andai in camera mia e preparai le mie cose poi tornai al Campo Mezzosangue e insieme andammo a Nuova Roma con Festus.

-Leo è questo che dovevi riparare?-

-esatto, adesso è molto più grande e possiamo viaggiarci in più persone-

Quando arrivammo Frank e Hazel ci salutarono e Reyna ci face vedere tutti gli appartamenti vicino all'università.

-quello è da sogno Percy!-

Esclamò Annabeth.

-si, lo era anche quello prima, quello prima ancora e tutti quelli che abbiamo visto finora-

-lo so è che sono bellissimi-

Ridemmo e andammo avanti.

Alla fine prendemmo un mega appartamento con cinque camere e tantissimi bagni sparsi per la casa, e ci sistemammo tutti in quell'appartamento.

Era enorme e io ed Annabeth prendemmo la camera con una vasca di acqua di mare inclusa.

Leo e Calypso presero il garage e in pochissimo tempo lo trasformarono in un'officina fantastica, Jason e Piper presero l'ultimo piano e Will e Nico presero la camera di fronte alla nostra.

C'era una mega cucina tutta di marmo bianco con di fronte una enorme sala da pranzo bellissima, nel soggiorno c'era di tutto, mappamondi, cianfrusaglie varie insomma di tutto, così ci sistemammo per bene ed andammo a cenare ai padiglioni, eravamo sempre i benvenuti.

Dopo la cena eravamo sfiniti e andammo a dormire.

-finalmente-

Disse Annabeth già nel letto.

-cosa?-

Le domandai.

-finalmente la vita che avevo sempre sognato, possiamo essere noi stessi qui-

-già-

Mi guardai intorno e mi dissi che l'avventura non era finita, era appena iniziata.

 

 

NOTA DELL'AUTORE 

sono triste che questa storia sia finita:(

Mi sono divertita molto a scriverla non solo perchè è stata la mia prima storia ma perchè è su uno dei miei fandom preferiti, grazie a tutti coloro che hanno letto ogni capitolo di questa storia, se siete arrivati fino a questo siete i migliori, grazie a tutti quelli che mi hanno sostenuta e che hanno recensito sempre ma soprattutto grazie a te che sei arrivato fino a questo punto<3

Per l'ultima volta GRAZIE PER LA LETTURA

~Autrice

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3689831