Let me hold your hand

di Irish_Dreamer
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The beginning ***
Capitolo 2: *** Back into your arms ***



Capitolo 1
*** The beginning ***


Settembre 2009

I primi due giorni di liceo erano stati molto più infernali di quanto si aspettasse. Tutti così palesemente idioti, impegnati a fare battutine per cui lui non avrebbe riso nemmeno all'asilo. Si era ritrovato seduto al primo banco accanto a una tipa insopportabile già solo alla vista, una di quelle che entra in classe preparata come se fosse la festa di fine anno, gli altri impazzivano per lei ma Jaebum la detestava. La detestava a tal punto da girare lo sguardo dall'altro lato e fingere che alla sua sinistra si trovasse un muro. Detestava tutti, anche gli altri ragazzi, impegnati a fissare i sederi delle ragazze come se non avessero mai visto esemplari di genere femminile. Non solo Jaebum si rifiutava di rivolgere la parola a chiunque in quell'aula, nemmeno i suoi compagni sembravano volerlo integrare nei gruppetti che si stavano già formando, così durante l'intervallo si limitava a leggere qualche fumetto seduto al suo posto o a disegnare qualcosa di inquietante e mostruoso.
Anche quel giorno, come i precedenti, era entrato in classe armato di disgusto e fumetti, pronto a isolarsi da quella massa di dementi con cui avrebbe dovuto condividere l'ossigeno per cinque lunghi anni. Era già seduto al suo posto quando la massa di ragazzi si riversò rumorosamente nell'aula ignorandolo e facendogli storcere il naso. Solo dopo che il professore si sedette dietro la cattedra dalla porta fece capolino un ragazzino occhialuto mai visto prima. Si scusò a voce bassa e si andò velocemente a sedere all'ultimo banco con l'aria annoiata quasi quanto Jaebum. - Il vostro compagno Park Jinyoung si è degnato di onorarci della sua presenza finalmente!- esclamò sarcasticamente il professore di matematica.
Tra tutti i dementi di quell'istituto il professor Lee era quello che Jaebum detestava di più, così un po' per spirito di contraddizione, un po' per la speranza che ci fosse qualcuno di normale in quella scuola si girò e sorrise a Jinyoung.

 

Luglio 2014

-Jb, sei sicuro che andare a vivere da soli sia indispensabile?- - Hai paura di stare senza mammina Park?- rispose Jaebum con aria di sfida. -No! Ho paura di rimanere povero, idiota.- - Andiamo, il college ha dei dormitori niente male. Potremmo fare richiesta per una stanza! Avremmo un posto tutto nostro e potremmo svegliarci tardi perchè saremmo a due passi dalle aule! Ti preeego, lo sai quanto detesto stare a casa ultimamente.- - Beh in effetti non sarebbe male... E costerebbe poco.- - La smetti di fare lo spilorcio? Pensa a tutte le ragazze che ci saranno! Ah giusto... sei frocio, non ti interessano le ragazze!-.
Jinyoung alzò le sopracciglia fingendo sorpresa, sapeva bene quanto potesse essere rude il suo migliore amico. - Io sarò anche frocio, ma non ho visto tutte queste ragazze nella tua stanza negli ultimi cinque anni Jb. Devi dirmi qualcosa?- -Si chiama selettività idiota! E ora aiutami a scaricare i moduli del college se non vuoi essere pestato-.

Erano trascorsi cinque anni da quel sorriso, come Jb aveva sperato qualcuno di normale era finalmente arrivato a rendere le sue giornate meno deprimenti e da allora non si erano più separati. Prima avevano iniziato a parlottare nell'angolino durante l'intervallo, poi si erano seduti uno accanto all'altro all'ultimo banco come i peggiori teppisti esistenti e avevano iniziato a vedersi dopo l'orario scolastico, si organizzavano per studiare insieme ma man mano finirono per uscire la sera insieme a qualche altro disadattato reclutato in giro per passare le nottate a fare idiozie.
Jinyoung si era abituato ai modi rudi e sarcastici di Jb che in realtà nascondevano una personalità brillante, nascosta sotto uno strato di paura. Jaebum si era abituato alla timidezza molesta di Jinyoung, alla facilità con cui si commuoveva e alle sue paranoie.
Tra una cazzata e l'altra erano passati cinque anni e si erano diplomati, uscendo finalmente dall'infernale liceo che segretamente ringraziavano per averli fatti incontrare.

 

Ottobre 2016

L'ultimo anno di college era arrivato più velocemente di quanto si aspettassero. Sembrava ieri che avevano portato gli scatoloni con le loro cose in quella specie di buco arredato e ora mancavano meno di nove mesi alla laurea. Jinyoung era indaffarato con la tesi e con il suo tirocinio da “pseudo-psicologo di sostegno” come adorava definirlo Jb per innervosirlo.
C'erano volte in cui non vedeva Jinyoung per giorni interi ma ormai non si preoccupava più, sapeva benissimo che probabilmente era rintanato a studiare in biblioteca o a riposare in quella clinica per finti malati mentali in cui lavorava perchè lì a quanto pare c'era più silenzio.
La prima volta che era sparito per più di ventiquattro ore Jaebum aveva rischiato un infarto, erano passati un paio di mesi dalla rottura di Jinyoung con il cretino che frequentava da più di un anno e aveva subito immaginato il suo amico ubriaco e incosciente da qualche parte. Aveva girato tutto il campus senza trovarlo, quando tre ore dopo si era arreso a tornare in camera e avvertire le guardie del campus aveva trovato Jinyoung davanti alla porta della camera ad aspettarlo. -Jb! Dove cazzo eri a quest'ora? Ti aspetto da un'eternità, ho dimenticato le chiavi.- -Dove ero IO? Sei scomparso per un giorno e mezzo senza dare notizie razza di stronzo!- Erano entrati in camera in silenzio, ancora visibilmente innervositi. -Jaebum. Mi dispiace, avevo bisogno di staccare da... beh lo sai. Ho passato tutto il tempo in biblioteca e poi sono tornato a casa a dormire. Non riuscivo a rimanere un secondo di più in questa stanza. Però sono tornato in me, ora mi concentrerò solo sul college, lo prometto. Non volevo farti preoccupare.- - E' tutto okay.- aveva semplicemente risposto Jb e da allora ogni volta che Jinyoung spariva sapeva che era uno dei suoi momenti di spacco dalla vita del college e smetteva di preoccuparsi.

-Jb, andiamo! Ti ho chiesto solo un favore. Magari torna utile anche a te!- - Certo, con la mia laurea in comunicazione e mass media il tirocinio a una clinica di pazzi e handicappati sta benissimo- -NON CHIAMARLI PAZZI HANDICAPPATI! Ti ho detto mille volte che sono persone in momenti di difficoltà che hanno bisogno di un sostegno morale, non sono affetti da nessuna patologia psicologica.- - Quindi sei un animatore per problematici?- - Vaffanculo Jb, io prendo sul serio il mio lavoro. Troverò qualcun altro che mi sostituisca questo mese.- - Okay, ci sto. Vai pure alla ricerca di quel libro del cacchio che ti serve per la tesi, ma quando avrai finito mi devi una cena.- - Solo se ti comporterai bene al centro, ho i miei informatori. Ora vado ad avvertire la dottoressa Kim del nostro cambio. Grazie Jaebum, sei il miglior amico che avessi mai potuto avere.-
Jb tornò a stendersi sul letto con la faccia annoiata, si era fatto coinvolgere in questa cosa pur di coprire i turni di Jinyoung che se la spassava in giro per il Giappone mentre lui era costretto a badare a dei casi umani. Lui non era Jinyoung, non gli piaceva la gente e non gli piaceva aiutare la gente che non conosceva. La sua empatia era più o meno sottozero come poteva pretendere di riuscire a resistere un mese lì dentro?
I suoi pensieri vennero interrotti dal suo compagno di stanza, -Perfetto! Puoi iniziare già oggi pomeriggio, così avrai tempo per capire le dinamiche della situazione e non comportarti da orco come fai sempre.- -Oggi pomeriggio? Ma devo andare al cinema con Jenny, non posso annullare un appuntamento per quel posto infelice.- -Troppo tardi, ho già confermato alla dottoressa Kim che ci sarai, e poi Jenny non ti piace per nulla. Ci esci solo perchè almeno una volta all'anno devi farti qualcuna per ricordarti come usare il pene.- - Ora pretendi di sapere meglio di me se qualcuno mi piace o meno?- -Jaebum, si. Ti conosco, e il giorno in cui sarai veramente interessato a qualcuno sarò la prima persona ad accorgersene. Fino ad allora manterrai la tua promessa di coprire i miei turni.- -Avrei dovuto darti un calcio in culo quel giorno al liceo, ora sarei molto più felice.- rispose Jb sbuffando, consapevole però di quanto avesse ragione il suo amico.
Si alzò dal letto e si avvicinò a Jinyoung appoggiandogli il mento sulla spalla. Per anni era stato la sua roccia e ora, che la sua vita sembrava essere un completo disastro, il piccolo empatico occhialuto ricambiava, rimanendo l'unica certezza che Jb aveva. -Suvvia non essere sentimentale, tornerò tra un mese e magari al centro troverai qualcosa di utile per i tuoi documentari. Ora fammi preparare le ultime cose prima di partire.-
Jb rimase sul letto a osservare l'amico infilare un'infinità di cose in una valigia già strapiena fino a che non si fece ora di uscire per il suo primo giorno di tirocinio. - Comportati bene!- - E tu muoviti a tornare, così non dovrò uccidere nessuno.- gli rispose chiudendo la porta del dormitorio alle sue spalle. La strada verso il centro era più breve di quanto pensasse così fini per camminare estremamente lento pur di non arrivare in anticipo e rimanere lì fuori con le mani in tasca. L'autunno si era già impossessato della città, l'odore di fumo e di umido gli trapassava le narici lasciandogli un senso di calma. Erano le tre del pomeriggio e tutto era stranamente silenzioso, si sentiva solo il rumore delle foglie secche schiacciate dalle sue scarpe da ginnastica.
Jaebum realizzò di essere solo per la prima volta in sette anni, nemmeno durante le vacanze estive si era separato da Jinyoung. Era ormai diventato il fratello che non aveva e doversela cavare da solo per un mese lo metteva di cattivo umore.
Arrivò al centro con cinque minuti di anticipo nonostante il passo lento e vide una donna piena di borse intenta a litigare con la serratura della porta. -Posso darle una mano?- chiese alla sconosciuta. La donna trasalì non aspettandosi nessuno alle spalle ma si ricompose in fretta. -Oh, sarebbe così gentile se potesse mantenere un istante le mie borse, questa serratura è difettosa.- disse porgendo le sue cose a Jb che la osservò incredulo mentre tirava una potente spallata alla porta che in un secondo si aprì. -Ecco! Bisogna utilizzare le maniere forti con questa serratura!- continuò con una voce gentile la donna. Jb si soffermò ad osservarla, poteva avere una ventina d'anni più di lui, lo sguardo era incorniciato da qualche rughetta prematura ma sembrava molto materna, gli esprimeva uno strano senso di calma.
-Grazie per l'aiuto, in ogni caso la struttura è aperta ai visitatori dopo le quindici e trenta se non ti dispiace- -In realtà io mi chiamo Jaebum, sono qui per sostituire Jinyoung in... beh qualsiasi cosa faccia- -Oh! Certo che sciocca, avevo quasi dimenticato del piccolo scambio del prossimo mese. Io sono la dottoressa Kim, è un piacere averti qui Jaebum. Sai già di cosa ci occupiamo qui?- -Non proprio- rispose Jb imbarazzato. - Beh, siamo un centro di aiuto no profit. Questo significa che nessuno di noi percepisce uno stipendio a fine mese. Andiamo avanti grazie ai volontari, ai tirocinanti di psicologia e alle donazioni di chi vuole partecipare economicamente. Non abbiamo casi clinici, siamo solo una sorta di centro di consulenza per persone “difficili”. Chiunque può venire qui se sente il bisogno di una sorta di aiuto a superare momenti duri. Abbiamo partecipanti di tutte le età e sesso, non abbiamo ricoveri e apriamo solo dopo le tre del pomeriggio per permettere a partecipanti e lavoratori di avere una vita normale la mattina. Hai qualche domanda?- - Credo che lei sia stata molto esaustiva. Solo una cosa: Perchè lo fa?- - Beh, imparerai sulla tua pelle quanta gioia possa dare aiutare gli altri a ricominciare. Ovviamente tu sarai vicino a casi poco complicati non avendo le conoscenze adatte, ma scommetto che alla fine del mese non sarai la stessa persona che è entrata oggi qui- gli rispose sorridendo.
Tutta quella positività iniziava già a snervare Jb, se c'era una cosa che odiava era la gente convinta di migliorarti la vita. La sua faceva cagare e non aveva chiesto a nessuno di renderla “gioiosa” e “diversa”.
Si limitò a sorridere il minimo possibile e a seguire la donna allegra mentre quest'ultima gli faceva fare il giro della struttura.
C'era una sala comune dove solitamente avvenivano le attività ricreative, una sala per ascoltare la musica, un giardino enorme dove giocare a basket o prendere semplicemente il sole, una libreria e alcune stanze da letto nel caso qualcuno sentisse il bisogno di riposare, in più ovviamente c'erano i vari bagni, gli uffici e altre stanze che la dottoressa aveva sorpassato senza fermarsi.
Era una struttura a due piani abbastanza grande e, contrariamente a come si era immaginato, era tutta colorata. Alcune pareti presentavano disegni piuttosto primitivi, fatti probabilmente dai bambini “difficili” che frequentavano il centro. Iniziava a capire perchè Jinyoung avesse tanta voglia di passare del tempo qui.
Una volta finito il tour si ritrovarono all'entrata, dove le prime persone iniziavano a entrare accolti da altri volontari sorridenti. - Come puoi vedere ci sono persone di ogni genere- gli disse la dottoressa indicando la fila di gente che entrava, - Alcuni di quei bambini hanno difficoltà a relazionarsi, quel signore laggiù ha il morale a terra perchè ha perso il lavoro da poco, e la signora vestita di giallo lì in fondo riesci a vederla?- -Si- rispose Jb titubante. - Beh, lei si sente molto sola da quando sua figlia si è sposata ed è andata a vivere all'estero. Così viene qui ogni volta che sente il bisogno di parlare con qualcuno. Vedi? Nessuno di loro ha patologie vere e proprie, altrimenti non sarebbero qui, ma a fare terapie adatte a loro. Sono solo... diversi. E spero tu possa imparare a trovarti bene con queste persone.-
La voglia di Jb di scappare si era fatta sempre più forte, alla parola diversi era riuscito solo a immaginare una moltitudine di persone strane che avevano bisogno di una ludoteca per non suicidarsi. Odiava quel posto, odiava quella gente e soprattutto odiava la dottoressa Kim, così felice nel suo maglione blu e il sorriso splendente sempre pronto. - Beh, quando te la senti ti porto dagli altri- -Altri?- rispose allarmato voltandosi verso quel metro e cinquanta di entusiasmo. -I ragazzi con cui passerai i pomeriggi, ultimamente sono pochi quelli della tua età ma sono estremamente simpatici. Ti troverai bene come Jinyoung!-
Ancora una volta si trovò a seguire la donna per i corridoi limitandosi a sperare di essere fulminato da una forza divina ma, sfortunatamente, non accadde.
Arrivarono in un angolo del giardino dove alcuni ragazzi giocavano a basket ridendo e parlando ad alta voce, - Ragazzi, questo è Jaebum. Starà con noi per qualche periodo al posto di Jinyoung.- Uno alla volta si voltarono a sorridere a Jb come se lo conoscessero da sempre e smisero di giocare per presentarsi. - Io sono Nam-Joon, ho finito il college molto prima del tempo e non mi piace rapportarmi con i miei coetanei. Quello alto con i capelli rossi è Yugyeom, è più o meno iperattivo, non sta mai fermo e passa il pomeriggio qui a fare sport e a parlare per sfogare quello che non fa la mattina a casa, è un tipo a posto. Il coso chiuso a riccio sul muretto è Youngjae, ora sta zitto perchè sei nuovo ma passata la timidezza non smetterà mai di parlare. E l'insetto stecco saltellante laggiù e BamBam, che non è il suo vero nome, il suo vero nome è impronunciabile e lo chiamiamo così. Se ti risponde cose senza senso è perchè non capisce bene il coreano. Detto questo benvenuto nella gabbia di matti fratello!- disse il tipo con le guance rotonde a Jb che rimase a fissarli in modo strano.
-Non dargli retta, non siamo matti. Si diverte un mondo a testare le reazioni delle persone.- disse quello che Jb ricordava essere Yugyeom. -Bene. Io sono Jb, e non ho la più pallida idea di quello che ci faccio qui.- rispose mestamente dopo minuti di silenzio. - Mi piace il tuo modo di ragionare, facciamo due tiri?- gli chiese Nam-Joon, e Jb fu costretto ad ammettere a se stesso che fossero almeno un po' divertenti.
Una volta finita la partita entrarono dentro a prendere qualcosa da bere, - Quindi ragazzi, cosa fa Jinyoung quando è con voi?- -Chiacchiera, prova a giocare a basket in modo pietoso, ci costringe a fare le attività di gruppo e così via. E' un tipo simpatico.-
-Dove è Jinyoung?- disse una voce fuori dal gruppo. Jaaebum si voltò a osservare chi avesse parlato in modo così stizzito e vide un ragazzino smilzo e biondo seduto su una sedia con l'aria non proprio felice.
Eccolo lì, lo sapeva che doveva esserci un pazzo psicopatico a inquietargli i pomeriggi. -Jinyoung... è in viaggio per motivi di studio- gli rispose con una voce strana, come se stesse parlando a qualcuno che non capisce.
-Oh, non badare a Mark, lui sta bene. E' nel centro solo per accompagnare me, anche se a dirla tutta inizio a sospettare che venga solo perchè ha una cotta per Jinyoung.- Jaebum si voltò verso l'altra voce sconosciuta e si trovò davanti a una situazione inaspettata, di fronte a lui un ragazzo con i capelli quasi bianchi e due occhi enormi lo fissava sorridente, seduto sulla sua sedia a rotelle. - Io sono Jackson!- gli esclamò felice.
Ci volle qualche secondo prima che Jb si riprendesse del tutto e trovasse un modo per gestire la situazione. - Ciao Jackson, io sono Jaebum un amico di Jinyoung. Per un po' di tempo verrò al suo posto.- -Oh tu sei Jaebummie! Sappiamo tutto di te, Jinyoung non parla d'altro.-
Nessuno lo aveva mai chiamato Jaebummie, nemmeno sua madre o Jinyoung. Cosa credeva di fare quel coso a rotelle? Il fatto che gli altri fossero simpatici non significava che lui si sentisse pronto a diventare amico di una banda di problematici senza speranza.
Lui non era Jinyoung, lui odiava il modo familiare con cui gli altri tentavano di inserirlo nel gruppo. 
Riservò uno sguardo truce a Jackson ignorando il tentativo di socializzazione e tornò accanto a Nam-Joon, che per qualche assurdo motivo gli sembrava l'unico normale lì in mezzo. - Non prendertela con lui, Jackson è leggermente espansivo, ma è buono- gli sussurrò l'intelligentone all'orecchio, come se la sua faccia esprimesse tutto il disprezzo.
- Bel mese di merda- digrignò tra i denti ritornando in giardino.-

 

Il giorno dopo Jb andò al centro con l'umore più storto che mai, aveva passato la notte in bianco e la mattina si era svegliato presto per seguire i corsi. Tutto quello che avrebbe voluto fare dopo pranzo era dormire ma gli toccava il club dei fuori di testa.
Superato l'ingresso salutando la dottoressa Kim, raggiante come sempre, si diresse all'angolo di giardino in cui erano soliti raggrupparsi i ragazzi ma stranamente non c'era nessuno. Si sedette sul muretto accanto al canestro giocherellando svogliatamente con la palla mentre osservava gli altri parlottare tra loro.
-Sembra che oggi saremo solo io e te...- si voltò verso Jackson con lo sguardo svogliato -Non c'è il tuo cagnolino biondo?- -No, sta studiando il libreria- -E perchè non lo raggiungi?- -Perchè mi dispiace lasciarti solo qui.- Lo sguardo di Jackson gli sembrò pietoso. -Non trattarmi come se fossi io quello che ha bisogno di aiuto qui dentro- -Credevo fossi scontroso solo perchè ieri era il primo giorno, invece sei musone proprio come dice Jinyoung.-
Come osava quel coso parlare del suo migliore amico? Con quell'aria da so tutto io, come se potesse capire il legame che li univa. - Jackson, chiudi quel cesso che hai al posto della bocca e smettila di fare il buon samaritano che aiuta i bisognosi. Non ho bisogno di compagnia, soprattutto della tua.- -Sembra che qualcuno qui abbia bisogno di un paio di giorni nel centro- rispose Jackson sarcasticamente per stemperare la tensione, non rendendosi conto di quello che aveva scatenato. - Come osi? Come osi paragonarmi a uno di voi? Io non ho bisogno del centro, non ho bisogno di aiuto, e sopratutto non ho bisogno che qualcuno come te venga a dirmelo. Uno che per metà è inutile e che per l'altra metà sarebbe meglio che lo fosse. Stammi lontano Jackson.- gli rispose pieno di disprezzo dando un calcio al palo del canestro.
Succedeva sempre così, perdeva il controllo e diceva cose terribili. Cose che a volte nemmeno pensava ma che vomitava fuori per la rabbia. Il resto degli ospiti del giardino si zittì a fissarli, Jackson incredulo e Jb furente.
La dottoressa Kim si avvicinò cauta ad entrambi, - Jb, forse è meglio che tu ti prenda una pausa per oggi.- -Forse è meglio che lei si prenda una pausa dalla vita dottoressa Kim, e la smetta una volta per tutte di avere quel sorriso condiscendente- urlò prima di afferrare il suo cappotto e correre fuori dal centro. 

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Capitolo 2
*** Back into your arms ***


-Dovevi farti venire l'odio per gli esseri umani proprio nel centro dove mi rimpiazzi? Hai il cervello pieno di merda o cosa?- urlò Jinyoung infuriato a telefono. Anche dalla cornetta Jb riusciva a percepire la sete di omicidio dell'amico. - Ti sembra normale? Mark mi ha chiamato infuriato dicendo che il mio migliore amico era uno psicopatico che aveva iniziato a urlare contro tutto il centro.- - Mark è il tuo nuovo ragazzo per caso?- -No! E non cambiare discorso.- - Si Jinyoung, lo so. Mi dispiace, non so che mi sia preso ma Jackson è snervante. Quando mi guarda con quella faccia felice vorrei prenderlo a pugni.- - Che ti ha fatto di male?- -Non lo so, sta lì a sbattermi in faccia la sua allegria molesta e la voglia di vivere.- - Stai davvero accusando qualcuno di sbatterti la sua felicità in faccia? Hai iniziato a drogarti?-  -Non lo so okay? Prometto che mi scuserò con tutti e continuerò a coprire i tuoi turni, mi dispiace.- -Lo spero bene! Se sento ancora voci su altri tuoi momenti di follia vengo a farti fuori di persona direttamente dal Giappone. E ora vai a letto che domani hai i corsi, e il volontariato!- disse Jinyoung prima di salutarlo e attaccare. In effetti la sua reazione era stata esagerata ma gli succedeva sempre così con gli estranei che invadevano la sua area personale.

 

La sala di attesa della dottoressa Kim aveva le pareti dipinte con una raggiante tonalità di arancione, la segretaria lo stava ignorando apertamente fingendo di controllare cose al pc. Riusciva a sentire l'astio di tutto il centro anche senza che nessuno gli dicesse niente. -Jaebum ora puoi entrare- gli disse la signorina Song interrompendo il suo flusso di coscienza. Jb entrò a testa bassa nello studio della dottoressa Kim pronto a subirsi l'ennesima ramanzina, ma quando la guardò rimase sorpreso nel notare un sorriso dipinto sul volto della donna. -Allora Jb, siamo più calmi oggi?- gli chiese placidamente. -Si. Mi dispiace davvero molto, non ci sono scuse per il mio comportamento- -Va tutto bene, solo evita di avere altri scatti del genere nel centro. Non credo siano consoni al tuo ruolo qui.- -Si, immagino che gli altri saranno arrabbiati per il mio comportamento- -Gli altri non ne sono al corrente, Jackson ha preferito non parlarne con nessuno. Sarebbe opportuno che ti scusassi con lui però, credo sia in giardino con i ragazzi- -Certo-. Il breve discorso era stato meno difficile di quanto si sarebbe aspettato, il peggio arrivava adesso. Nel giardino gli altri stavano giocando allegramente a basket mentre Jackson e Bam Bam si crogiolavano al sole bevendo limonata. Jb si avvicinò ai due come se stesse andando al patibolo, odiava scusarsi più di ogni altra cosa. -Ciao- disse quasi sussurrando ai ragazzi. Bam Bam lo salutò con un allegro cenno della mano mentre Jackson lo liquidò con un freddo -Ciao- senza nemmeno guardarlo. -Jackson, posso dirti un paio di cose in privato?- gli disse dopo qualche minuto di silenzio. -Certo, andiamo di là-. Jb seguì l'altro, e dopo un paio di minuti si trovarono in un lato del giardino nascosto alla vista da alcuni alberi. Jackson fermò la sedia a rotelle all'ombra e Jb si appollaiò timidamente sul muretto poco distante. -Quindi? Di cosa dovevi parlarmi?- tagliò corto Jackson con tono tutt'altro che simpatico. -Mi dispiace per ieri. Sono stato davvero un verme a dire quelle cose. Insomma non volevo offenderti, immagino debba essere orribile sentire la gente dire cose del genere quando sei disabile- -La gentilezza continua a non essere il tuo forte- - Cosa ho detto di sbagliato adesso?- chiese Jb preoccupato. -Il modo sprezzante con cui dici “disabile”, come ti riferisci alla cosa, il tuo atteggiamento. Mi infastidisce tutto-. Un imbarazzante silenzio calò fino a che Jackson non riprese a parlare, -Essere normodotato non ti da il diritto di parlare così dei disabili, come se non avessero nessun motivo per vivere, come se dovessi provare pena per loro- -Non lo penso, volevo solo scusarmi per aver esagerato con te- rispose Jb con la voglia di sotterrarsi tra le foglie. -Jb, io non sono disabile- -COSA?- rispose evidentemente scioccato. Jackson lo fissò ridendo, -Mi sono solo lesionato un legamento e ho preferito usare la sedia per lavorare al centro mentre mi riprendo- -Lesionato un legamento dici? Come?- -Incontro di MMA finito male, sono a riposo forzato fino al mese prossimo- Jb si sentiva sempre più confuso dalla situazione. -Quindi... tu non... sei nel centro?- -No, non da paziente. Sono tirocinante come Jinyoung, siamo nello stesso corso. Ma è stato divertente vedere la tua faccia diventare pallida dalla vergogna- -Certo che sei stronzo!- -Detto da te...-. Jb tentava ancora invano di ricollegare i punti della conversazione mentre Jackson ridacchiava divertito. -Consideriamo archiviata la cosa, ma non osare mai più dire cose del genere a qualcuno per favore-. Chiarire la situazione era stato particolarmente facile, Jb si era già immaginato una lunga serie di scuse per riuscire nell'impresa. Si avviarono lentamente verso gli altri, lui senza dubbio a cuore più leggero. -Quindi tu fai MMA..- -Si. Se fossi nella mia normale forma fisica potrei sbatterti a terra in cinque secondi, quindi evita di farmi arrabbiare quando mi sarò ripreso- gli rispose Jackson ironico. Stranamente essere preso in giro non lo infastidiva questa volta, forse era a causa del senso di colpa o molto probabilmente perchè, viste le braccia di Jackson, sarebbe davvero crollato in meno ci cinque secondi.

 

-Non potevi almeno avvertirmi che Jackson non sta sulla sedia a rotelle?- -Perchè avrei dovuto dirtelo? Che ci stia o no non sei in diritto di rivolgerti come un selvaggio a qualcuno- -Jinyoung, mi sono presentato lì con tutto il discorso pieno di sensi di colpa per poi scoprire che era totalmente inutile- -Beh scusarti non ti ha di certo fatto male- tagliò corto Jinyoung. -Beh almeno chiarire è stato facile- -Facile per te. Ho quasi rischiato il posto al centro per colpa tua. Ho dovuto chiamare la dottoressa Kim e pregarla di perdonarti- -Mi dispiace, sembrava l'avesse presa bene- -Certo, come no. Ora devo andare, non combinare altri danni- disse Jinyoung attaccandogli letteralmente il telefono in faccia. Jb si stese sul letto privo di forze pronto a dormire, ma lo squillo del telefono lo interruppe. “Dormi già?” lesse sullo schermo. Quella mattina, dopo la chiacchierata imbarazzante, lui e i ragazzi si erano scambiati i numeri di cellulare, ma non si aspettava un messaggio da nessuno di loro. “Quasi”, rispose controvoglia. “Ti va un film insieme? Ho comprato un sacco di pizza e ho pensato a te”, una pizza ci voleva proprio in effetti. “Okay, dove sei?” “Proprio sopra di te” “Eh??” “La mia stanza è quella sopra la tua ahaha”. Controvoglia Jb si avviò verso l'ascensore, e dopo aver bussato alla porta un paio di volte Mark gli aprì la porta con uno sguardo truce.     -Oh ciao, ci sei anche tu- gli disse Jb non molto entusiasta di vederlo -Questa è anche la mia camera- -Ah... sei il coinquilino di Jackson... Capisco- rispose visibilmente a disagio. Era in momenti come questi che l'odio per gli umani tornava a fargli visita, fortunatamente Jackson uscì dal bagno a salvarlo. -Oh ciao! Benvenuto nella nostra... stanza, se così si può chiamare, aiutami con questi e siediti pure-. Gli diede un enorme ciotola di snack da poggiare sul tavolino mentre si occupava delle bevande, e si sedettero tutti e tre sul divanetto che avevano piazzato davanti alla tv. Jb continuava a chiedersi cosa lo avesse spinto ad accettare l'invito quando odiava stare con gli estranei quasi quanto amava dormire. Non aveva nemmeno confidenza con quei due ma, dalla partenza di Jinyoung per il Giappone, si sentiva terribilmente solo. Mark e Jackson si esaltavano a ogni scena di quel patetico film d'azione che stavano guardando mentre lui tentava di restare sveglio mangiando snack e pizza senza nessun ritegno. Più volte sii sforzò di tenere gli occhi fissi sullo schermo inutilmente e finì per addormentarsi appoggiato al bracciolo del divano.

-Ora cosa dovremmo farne di lui?- disse Mark sprezzante -Beh, non sembra volersi svegliare. Non abbiamo poi molte soluzioni- -Vuoi davvero farlo dormire sul nostro divano?- -Di certo non posso prenderlo in braccio e portarlo nel mio letto- -Perchè, vorresti farlo?- Ma non ottenne risposta.

 

A svegliare Jaebum fu il rumore di una doccia, aperti gli occhi ci mise quasi dieci secondi per rendersi conto di essere steso sul divano della stanza di Jackson. Si guardò intorno e vide i due letti sfatti e i resti del banchetto della sera precedente ancora sparsi in giro. Dalla porta del bagno uscì Jackson zoppicante con un asciugamano intorno ai fianchi, intento ad frizionarsi i capelli con un'altra. -Oh, sei sveglio! Buongiorno- -Mmm- fu l'unica risposta che fu in grado di dare ancora mezzo addormentato. -Ti dispiacerebbe passarmi le stampelle dietro di te?- gli chiese Jackson -Mmm- fu ancora una volta l'unico verso ad uscire dalla bocca di Jb. Si alzò dal divano e passò le stampelle a Jackson, che lo aspettava appoggiato alla porta del bagno con una gamba alzata come un fenicottero. -Ora puoi camminare?- -Non tantissimo, ma almeno non sono costretto a rimanere seduto tutto il giorno. Hai tutta l'aria di qualcuno che ha bisogno di un caffè- -Direi piuttosto una flebo di caffè- -Mi vesto e andiamo a fare colazione, Mark lo ha finito tutto prima di uscire-.                       Jb aveva sempre pensato di essere lento a camminare, ma non addirittura più lento di qualcuno con le stampelle. Per tutto il tragitto dal dormitorio al bar dell'università aveva faticato a stare dietro a Jackson, che anche saltellando su un piede solo sembrava a suo agio. La ragazza carina che lavorava al bar gli indicò un tavolo libero, che per fortuna era all'ombra, e prese velocemente le loro ordinazioni. Rimasti soli, la situazione divenne imbarazzante. Jb di natura era di poche parole, con una conoscenza così superficiale poi lo era ancora di più. Jackson tentava di fare conversazione, ma la scarsa reattività di Jb lo faceva sentire a disagio. -Jb... mi chiedevo se questo fine settimana ti andasse di venire con noi del centro- -Mmm... dove?- -Abbiamo organizzato una gita non ufficiale, a quanto pare Yugyeom ha una casa in campagna dove da piccolo sfogava la sua iperattività. Ci ha invitati tutti lì per tre giorni, che ne pensi?- -Non lo so, tre giorni fuori casa non mi entusiasmano, non conosco nemmeno così bene gli altri- -Ah, quindi noi due siamo già intimi?” gli rispose Jackson scherzando. -EHHHH???- disse Jb sputacchiando metà del suo sorso di caffè sul tavolo. - Oh andiamo, ti prendo in giro. Però sei ufficialmente obbligato a venire- -Ci penserò-.

 

Jinyoung P.O.V.

Se Jinyoung avesse dovuto descrivere il momento più bello della sua vita, sarebbe probabilmente stato questo. L'ansia e l'emozione gli stavano divorando lo stomaco mentre aspettava seduto sul letto dell'hotel. Erano passati mesi dal loro ultimo incontro eppure gli sembravano secoli. Il cuore gli batteva così forte da sembrare assordante, le mani gli sudavano dal nervosismo. Nell'attimo stesso in cui credeva di essere pronto a morire di infarto sentì qualcuno bussare alla porta con le nocche. Si precipitò furiosamente ad aprirla e si gettò sulla figura ferma nel corridoio semi buio.

Poteva non riuscire a vederlo bene a causa della mancanza di luce, ma avrebbe riconosciuto l'odore e l'abbraccio di Joong Ki anche tra milioni di persone. -Sei davvero qui, non riesco a crederci-. Senza rispondere Jinyoung affondò il viso nella sua spalla destra e scoppiò a piangere. Tutta quella nostalgia e quell'ansia iniziavano a farsi sentire, era arrivato il momento in cui poteva finalmente far crollare le difese. Ci vollero dieci minuti prima di calmarsi completamente, intanto Joong Ki si era seduto sul letto e con una mano sulla spalla tentava di consolarlo stringendolo. -Ti prego guardami, mi sei mancato così tanto che ho paura di aver dimenticato la tua espressione- gli disse obbligandolo ad alzare il mento e fissarlo. Iniziò a baciargli ovunque il viso rigato dalle lacrime e un agglomerato di farfalle svolazzanti si impossessò delle viscere di Jinyoung. Rimasero a lungo così, a riabituarsi l'uno dell'altro una carezza alla volta. Joong Ki approfittò del momento di calma per avvicinarsi e appoggiare le labbra su quelle calde e morbide di Jinyoung. -Dormi con me stasera, ti prego- gli disse quest'ultimo staccandosi. -Sai bene che non posso rimanere qui- -Ti prego. Non dormiamo insieme da anni, ogni volta scappi via come se fossi... solo qualcuno da usare- -Smettila, sai che devo tornare a casa. Se ci scoprissero sarebbe la fine- -Lascia che ci scoprano! Diciamolo a tutti! Io ti amo, tu mi ami, sono anni che ci nascondiamo come ladri.- - Jinyoung... ne abbiamo parlato infinite volte. Non possiamo.- - Non vuoi, è diverso- disse stizzito prima di alzarsi dal letto. Joong Ki lo afferò e lo tirò di nuovo accanto a lui per poi intrappolarlo in un abbraccio. -Non litighiamo proprio adesso, ti scongiuro. Possiamo approfittare del fatto che siamo finalmente insieme?- Ma prima che potesse ricevere una risposta gli tappò la bocca con un bacio.

Nei mesi che avevano trascorso separati Joong Ki doveva essere andato in palestra perchè Jinyoung non riusciva a capacitarsi degli addominali sbucati una volta tolta la maglietta. Dal letto lo osservava preparare il tè, la sua schiena bianca risaltava nella penombra. Non gli era mai sembrato così bello, era sempre stato piacevole per gli occhi certo, ma Joong Ki era diventato irresistibile e questo era un problema. Si alzò silenziosamente dal materasso e lo raggiunse in punta di piedi. Bastò un tocco per sciogliere l'asciugamani che portava arrotolata ai fianchi. -Credo proprio che il tè dovrà attendere oggi-.

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