Moonlight

di Kuro_chan_neko
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** -1- ***
Capitolo 2: *** -2- ***
Capitolo 3: *** -3- ***



Capitolo 1
*** -1- ***


Era mattina presto quando l'aereo su cui mi trovavo atterrò a Saint Louis.
Nella hall dell'aeroporto mi stava aspettando mia cugina Anita, mi ero trasferita da lei per dei problemi nella mia vecchia città, e anche perché mi avevano offerto diversi lavori sull'editoria soprannaturale e in una testata giornalistica.
Poi grazie al fatto che ero diventata più o meno famosa nell'editoria per il mio libro "Love in the moonlight" molte case editrici mi hanno contattato per potermi seguire nel mio nuovo progetto.
Quando arrivai nella hall vidi mia cugina,  che con mia grande sorpresa non era da sola, ma aveva due ragazzi accanto.
< Samantha > mi disse lei con il suo solito tono freddo
< ciao Anita > risposi cordiale come al solito.
Lei non ci fece nemmeno caso e senza nemmeno presentarmi i due ragazzi ci avviammo verso la macchina, dopo averle spiegato dove avevo preso casa ci dirigemmo là in silenzio.
Allena arrivati presi le mie valige e con un semplice  mi allontanai dalla macchina.
Sentii la macchina partire dietro di me
-le cose si mettono già male- pensai aprendo la porta di casa.
La mia macchina sarebbe arrivata nel pomeriggio.
Mi diressi verso la mia camera dove iniziai a mettere i vestiti nell'armadio e sistemare alcune cose che erano negli scatoloni da settimane.
< meglio mettersi a lavoro > dissi prendendo il portatile e decidendo di andare nel vasto giardino per lavorare con serenità.
Lavorai senza pause per diverse ore finché non sentii una voce davanti a me < tu sei la cugina di Anita vero? > alzai lo sguardo e vidi un ragazzo,  era uno degli accompagnatori di mia cugina.
< ehm si... sono Samantha, tu sei? > dissi salvando il mio lavoro sul pc per poi spegnerlo.
< oh si giusto, sono Micah > disse lui grattandosi la testa imbarazzato.
Io sorrisi dolcemente 
< piacere di conoscerti Micah > lui sorrise poi vidi un altro ragazzo dietro di lui che si avvicinava a noi,  aveva dei bellissimi lunghi capelli armati e degli affascinanti occhi viola
< ah, ti presento Nathaniel > mi disse Micah che si era girato a salutare il ragazzo.
< Anita non parla spesso della sua famiglia > mi disse Nathaniel quando ci sedemmo al tavolo della mia cucina.
< beh.. non siamo proprio in ottimi rapporti, io.. come dire sono una calamita per i problemi > dissi imbarazzata.
< beh nemmeno lei ci scherz a> disse Micah nascondendo un sorriso.
Io sospirai
< per lei non ci sono problemi, lei ha il potere nel sangue,  io ho rovinato la reputazione della mia famiglia e per questo mio padre  e mia madre hanno deciso di far finta che la loro unica figlia sia morta > Micah e Nathaniel erano sorpresi
sussurrarono insieme
< Anita si è sempre preoccupata per me, ma quando ho trovare una passione tutta mia e trovare un lavoro, lei giustamente ha deciso di mantenere le distanze per poter vivere la sua vita > loro mi guardarono con occhi sgranati
< mh? Ho detto qualcosa di sbagliato? > loro negarono con la testa e sorrisero
< ci siamo resi conto, che tu vedi Anita come la vediamo noi, una persona che mette sempre al primo posto le persone a cui tiene, nonostante le apparenze > disse Nathaniel.
Io sorrisi ed annuii.
Micah guardò l'orologio che teneva al polso  io sorrisi  e dissi  < anche per me, salutatemi la mia scontroso cugina > dissi accompagnandoli alla porta.
Loro annuirono e li vidi andare a casa a corsa.
Appena li vidi sparire all'orizzonte,  chiusi la porta dietro di me.
< oddio... due Leopardi mannari, e Micah è pure il Nimir-Raj del suo pardo > dissi sconvolta
< è stato un miracolo che non si siano accorti di nulla > continuai sorpresa.
Stavo per andare a farmi una doccia quando mi suonò il cellulare e prendendolo riconobbi il nome del mio collega nella testata giornalistica.
< ehi Irving che mi racconti? > dissi serena rispondendo al telefono
< qui tutto ok Sam, sei già in città? > rispose lui ridendo
< sono già a casa, hai bisogno di qualcosa? > dissi immaginando già per quale motivo avrebbe potuto chiamarmi.
< Ho bisogno di un aiuto in più stasera per l'intervista al master della città ed ai suoi seguaci. > disse lui.
< Va bene, ricorda che sarai in debito con me >
< a che ora e dove? > dissi cambiando totalmente atteggiamento.
< alle 8.30 al Blue Moon >
Parlammo ancora di diverse cose al telefono per poi decidere che ci saremmo trovati direttamente al pub.
Dopodiché mi preparai un pranzo veloce visto che erano già le 15 passate.
Andai nel bagno e mi preparai un bel bagno rilassante,  realizzando che stasera avrei fatto la mia prima apparizione "sotto i riflettori".
Incontrare il master della città è proprio il modo per attirare l'attenzione.
Uscii dalla doccia che erano già le 18.30.
Dovevo sbrigarmi oppure sarei arrivata tardi.
Decisi di mettermi una semplice maglia nera con dei jeans chiari con i miei fidati stivaletti neri e presi una giacca di pelle dell'armadio.
Presi il telefono e le chiavi della macchina che nel frattempo era arrivata ed uscii dalla casa.
Fu una strana fortuna il fatto che non mi persi ed arrivai in orario al luogo d'incontro.
Quando scesi dalla macchina vidi subito Irving che mi stava aspettando sulla soglia del Blue Moon.
Mi avvicinai a lui e appena mi vide sul suo viso si formò un sorriso sollevato  < pensavo mi avessi abbandonato > mi disse mettendomi un braccio sulla spalle.
Io scossi la testa e dissi  < sei il solito > lui rise ed insieme entrammo nel pub.
Appena entrammo mi sentii osservata e girando lo sguardo verso la mia sinistra ad un tavolo particolarmente numeroso vidi mia cugina insieme ad una quantità particolare di ragazzi.
Anche lei mi vide e sgranò gli occhi, poi girandoni verso un uomo dai capelli neri e ricci, gli disse qualcosa e si alzò per avvicinarsi, io dissi ad Irving di incominciare ad andare al tavolo mentre aspettavo mia cugina.
< cosa fai qui? > mi chiese lei, ma senza cattiveria, era solo curiosa.
< il mio coraggioso collega mi ha chiesto di assisterlo per questa sera > lo dissi ridendo, contagiando Anita che sorrise e prendendomi a braccetto mi condusse verso il nostro tavolo.
Anita incominciò a presentarmi i presenti, a partire dall'uomo dai capelli corvini, che scoprii essere Jean Claude il master della città, notai accanto a lui un ragazzo sulla mia età, all'inizio non lo riconobbi ma poi capii che si trattava del mio migliore amico Jason, ma nessuno lo sapeva per questo entrambi facemmo finta di non conoscerci, dopo di lui Anita stava per presentarmi Micah e Nathaniel e quindi la fermai gentilmente  < non credo ce ne sia bisogno cugina, ciao Micah, ciao Nathaniel > dissi sorridendo. Entrambi mi sorrisero con gentilezza. Anita infine mi presentò anche l'ultimo ragazzo che era presente, aveva dei capelli castano chiaro e degli occhi marrone scuro < lui è Richard > mi disse mia cugina mentre io cercavo di non far capire che ero molto agitata,  di fronte a me c'era niente poco di meno dell'Ulfric del branco di Saint Louis.
Sorrisi dolcemente e mi sedetti al fianco di Irving che aveva già incominciato a sudare.
Non serve dire che alla fine l'intervista fui io a farla,  perché Irving era incapace di dire qualsiasi cosa. Concludemmo la serata con un brindisi e infine ognuno se ne andò per la propria strada o almeno era quello che credevo finché non vidi l'Ulfric appoggiato alla mia macchina e che mi stava osservando con uno strano luccichio negli occhi.
- non devo farmi prendere dal panico- pensai stranamente in modo razionale.
Mi avvicinai fino a trovarmi di fronte all'uomo che si staccò di poco dalla macchina e alzò la testa in alto per poi annusare l'aria.
< come avrai ben capito sono l'Ulfric di questa città,  non puoi mentire, cosa sei esattamente? Hai un odore familiare ma non ho idea di cosa sia >
Sospirai stanca < chiedo perdono per non aver parlato prima, ma non ho trovato l'occasione giusta.. il mio odore è così... strano... è  perché appartengo ad un clan ormai estinto... >
Richard mi stava guardando con fare sospettoso < quale clan? >
< il clan delle zanne bianche > alzai lo sguardo e lo vidi sgranare gli occhi.
< se vuoi puoi vedere la mia lupa > dissi senza staccare lo sguardo dal suo per fargli capire che ero disposta a mostrargli la mia bestia.
Lui si avvicinò e utilizzando il suo potere su di me lasciai che la mia lupa si mostrasse in forma metapsichica, così che lui la potesse vedere.
Si allontanò di poco da me < ti chiedo scusa per il mio sospetto >
Poco dopo riprese a parlare  < visto che sei senza un branco, io come Ulfric vorrei chiederti di entrare a far parte del mio branco. I lupi del branco Thronnos Rokke sarebbero felici di avere un nuovo membro. > io sorrisi e con voce emozionata dissi < É la prima volta che qualcuno decide di prendermi nel suo branco e per questo accetto l'offerta ringraziandoti di cuore > e chinai la testa in segno di rispetto.
< bene.. ci sentiamo > disse lui allontanandosi e avviandosi verso un'altra macchina. Così io decisi che era ora di tornare a casa.

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Capitolo 2
*** -2- ***


Appena tornata a casa, notando l'assenza di sonno decisi di mettermi a lavorare.
Stavo per accendere il computer quando qualcuno suonò il mio campanello.
Mi alzai e andai ad aprire la porta, davanti a me c'era Richard che sembrava abbastanza imbarazzato. < posso fare qualcosa per te Ulfric? > gli chiesi cordiale.
Lui mi fissò serio per poi dirmi < puoi chiamarmi Richard, comunque mi sono reso conto di essere stato molto irrispettoso prima, e sono qui per chiederti scusa, e per farmi perdonare volevo sapere se eri disposta a venire con me domani a cena > nel dire l'ultima frase distolse lo sguardo imbarazzato. < Non ci sono problemi, per me va bene> dissi sorridendo, poi aggiunsi notando che lui era ancora fuori, lui annuì ed io mi feci da parte per farlo passare.
< vuoi qualcosa da bere? Birra, acqua o tè? > dissi avvicinandomi alla dispensa < una birra va benissimo > disse sedendosi al tavolo.
Vidi che la sua attenzione era tutta concentrata sul mio computer < visto che non ho molto sonno mi stavo per mettere a lavorare, ma ti ringrazio per la visita, non ho molta ispirazione al momento > gli dissi porgendogli la birra.
< pensavo lavorassi con Irving nel giornalismo > disse lui confuso
< si in parte, lavoro anche nell'editoria, i miei editori mi stanno facendo pressione in modo che io finisca al più presto il mio secondo libro > lui mi guardò curioso
< Come si chiama il tuo primo libro? > io sorrisi
< Love in the Moonlight > mi sedetti davanti a lui.
< ho sentito da diversi miei studenti che è un romanzo ben scritto > io sorrisi e lo ringraziai
< ho una copia, se vuoi te la posso prestare > lui sorrise < sarebbe meraviglioso >
Gli dissi di aspettare un attimo e mi diressi in camera mia per prendere il libro, per poi tornare subito da lui.
Notai che si era alzato e stava guardando una foto che ritraeva me ed Anita all'età di 13 anni.
< siete sempre state insieme? > mi chiese lui senza nemmeno girarsi
< più o meno, Anita cercava sempre di aiutarmi il più possibile, ma dopo la mia trasformazione mi sono allontanata da lei... non volevo che mi vedesse come un mostro > dissi poggiando sul tavolo il libro.
Lui si girò verso di me < la tua famiglia? >
< pensai che i miei genitori mi avrebbero aiutato, così gli dissi cosa ero diventata, la loro reazione... mi ha distrutto... per loro ero il nostro che aveva ucciso la loro bambina... e beh non ci sentiamo da quasi 12 anni > lui era sorpreso
< Ti sei trasformata all'età di 12 anni? > io annuì < il vecchio Alfa del clan delle zanne bianche era inpazzito, io stavo tornando a casa da scuola, successe tutto molto velocemente, la comparsa di un grosso lupo bianco, la botta e i suoi artigli nei miei fianchi e le sue zanne nella mia gola... pensavo che sarei morta > dissi toccando inconsciamente la gola.
Lui si avvicinò a me e mi accarezzò una guancia con la sua mano.
< Ora è tutto finito... nessuno ti farà del male > io sorrisi triste
< Non ho paura di quello... o almeno in parte, ciò che mi preoccupa è se scoprissero chi sono perderei il lavoro ed avrei la polizia addosso. Non potrei sopportare di perdere il lavoro. >
Lui annuì < ti capisco perfettamente, se qualcuno mi scoprisse mi sarebbe impossibile andare ad insegnare in qualsiasi istituto > staccò la mano dal mio viso con una lieve carezza e si lasciò cadere sulla sedia dietro di lui.
< hai detto che l'essere in pericolo ti spaventa in parte... cosa intendi? >
< dopo essermi trasformata per la prima volta, Sebastian l'Alfa che mi aveva morso mi portò con sé, mi disse che ero un miracolo, non perché ero sopravvissuta, ma per il semplice fatto che non ero una semplice lupa, ma ero una pura zanna bianca, ed era raro che le femmine riuscissero a sopravvivere alla trasformazione. Passai diversi anni con il branco, finché non venne distrutto. La causa della nostra totale eliminazione,era dovuta ad un solo membro del clan, si chiama Jordan, non aveva accettato il fatto che Sebastian mi aveva dichiarato Lupa del clan, e tutt'ora mi sta dando la caccia per uccidermi > Richard mi stava guardando intensamente
< Non voglio mentirti, ho intenzione di mettere una delle mie guardie a tua disposizione, voglio saperti al sicuro > io annuì e lo ringraziai per l'ennesima volta.
< Ora devo proprio andare, domani ho lezione presto > mi disse ridendo
Lo accompagnai alla porta < Grazie e buona notte Richard >
Lui si girò verso di me, e lasciandomi un bacio sulla guancia mi sussurrò all'orecchio < buona notte Samantha >
Dopo aver chiuso la porta mi ci appoggiai con la schiena.
-ok.. va tutto bene... il tuo alfa è solamente molto affascinante-
Decisi di andare a dormire per poter calmare i miei pensieri impazziti.
Il mattino seguente mi svegliai molto presto, avevo accennato di essere una ragazza molto mattiniera e che amavo allenarmi presto? No? Beh ora lo sapete
Mi misi un paio di pantaloncini corti rossi e una canottiera nera.
Presi il telefono e lo misi nell'apposita custodia sul mio braccio e dopo aver preso anche le chiavi di casa e fatto partire la musica nelle cuffiette, incominciai a correre.
Dopo un paio di ore decisi di fermarmi in un parco vicino ad una fontana dove mi stavo rinfrescano.
< Samantha? > al tono di quella voce familiare vidi Micah con Nathaniel anche loro vestiti con una tuta.
< oh ciao Micah, Nathaniel > dissi sorridendo
< stai facendo una corsetta? > alla domanda del moro risi
< Si amo correre soprattutto la mattina, a differenza della mia amata cuginetta >
I due ragazzi risero, poco dopo però sentii una presenza familiare alle mie spalle, mi girai e vidi Richard anche lui con la tuta che stava correndo tranquillamente verso di noi.
Vidi l'espressione di Micah cambiare, ma non ci feci troppo caso.
Quando Richard si accorse di noi, ci venne in contro, più che altro venne verso di me con un grande sorriso sulle labbra.
< ciao Samantha > mi disse con la sua voce meravigliosa mentre si slegava i capelli e se li scompigliava con la mano destra.
< ciao Richard > dissi con voce ferma (o almeno speravo fosse così)
Sentii Micah che diceva < vi conoscete? > mi girai verso di lui per rispondergli quando Richard mi precedette < si... ieri sera abbiamo avuto modo di parlare >
Poi rivolgendosi a me < ho passato tutta la notte a leggere il tuo libro, hai molto talento > nel dirlo sorrise dolcemente poi aggiunse < per stasera ti va bene se ti vengo a prendere verso le 19.30? >
< per me non ci sono problemi, e sono felice che il mio libro ti piaccia >
Mi diede un bacio sulla guancia e poi con un cenno del capo salutò Micah e Nathaniel per poi girarsi e tornare a correre.
Mi girai verso i due ragazzi e vidi che il loro sguardo era ancora fissò sulla figura di Richard che si stava allontanando velocemente.
< è strano che Richard si comporti in questo modo, so che non sono affari miei.. ma è successo qualcosa ieri sera? >
Io sospirai < se vi dico questa cosa posso avere la vostra parola che mia cugina non lo verrà a sapere? Vorrei dirglielo io quando sarò pronta ad affrontarla > i due ragazzi si guardarono negli occhi per poi girarsi nuovamente verso di me < hai la nostra parola > mi guardai intorno e loro capirono che volevo parlare in privato.
< Vieni conosco un posto più isolato non tanto lontano da qui > disse Micah.
Quando raggiungemmo quel posto presi fiato e raccontai le stesse cose che avevo detto la sera prima a Richard, tranne per la storia di Jordan.
Alla fine del mio racconto vidi che non avevano parole.
< quindi Richard ti ha accettato nel suo branco ed in più ti ha dato una sua guardia personale? > sapevo che Micah voleva sapere il perché, così presi coraggio e gli raccontai di Jordan e di come aveva distrutto il mio clan.
Adesso si che erano senza parole, velocemente Nathaniel mi strinse in un abbraccio < so di non essere dominante o forte nel combattimento, però farò il possibile per proteggerti, sei la famiglia di Anita, e solo per questo ho una buona motivazione per proteggerti > ero sconvolta da quella sua dichiarazione, e vidi che Micah la pensava allo stesso modo di Nathaniel.
Dopo un pò i ragazzi mi dissero che dovevano andare ad incontrarsi con Anita per pranzo, mi chiesero se volessi unirmi a loro ma rifiuta gentilmente, ricordandomi che nel pomeriggio mo sarei dovuta vedere con un amico.
Così tornai a casa, mi preparai da mangiare e nel mentre continuai a lavorare sul mio libro.
Erano passate da poco le 15.30 quando qualcuno suonò il campanello, mi alzai ed andai ad aprire la porta, mi trovai davanti un ragazzo biondo con gli occhi azzurri, non chiari come i miei, ma belli come pochi.
< ciao Jason > dissi sorridendo
< ma tu guarda chi si vede, allora è vero che sei tornata > disse lui ridendo mentre io mi facevo da parte per farlo entrare.
< dai ho bisogno di qualche gossip, che mi racconti? > mi chiese lui mettendo le mani incrociate sul tavolo dove poi appoggiò la faccia.
< beh.. se ti dicessi che ieri mi è venuto a trovare il tuo Ulfric e che mi ha invitato fuori a cena? > queste mie parole Jason impallidì per poi urlare e sorridere come un pazzo.
< ti viene a prendere lui? A che ora? > dopo che gli risposi mi prese di peso sulla spalla e si diresse verso la mia camera per decidere cosa farmi mettere.
< sarei dovuto venire prima, sono le 16.30, ho poco più di 3 ore per renderti meravigliosa > risi alla sua pazzia per poi sedermi sul letto ed affidarmi alla sue abili mani.
Tre ore dopo ero pronta e quasi non mi riconobbi allo specchio, i miei lunghi capelli rossi erano raccolti in uno chignon alto molto elegante, i miei occhi azzurri risultavano più luminoso grazie al chiaro ombretto ed alla lieve line di eyeliner. Jason aveva insistito perché mettessi un rossetto rosso, mi aveva convinto non so come ad indossare un abito nero che mi arrivava sopra il ginocchio, era composto da un corpetto elegante e da una gonna a palloncino. Non so come, ma aveva trovato le mie décolleté nere.
Pochi minuti dopo che Jason se ne era andato, suonarono il campanello. Andai ad aprire la porta e vidi Richard con una camicia nera che risultava i suoi muscoli e dei jeans attillati al punto giusto. I capelli li aveva raccolti in una coda alta.
< ciao Richard > dissi dopo essermi imposta di guardarlo in faccia senza indugiare su altre parti del suo corpo.
< ciao Samantha, sei bellissima > mi disse per poi baciarmi la guancia.
< grazie, anche tu non sei niente male > dissi imbarazzata
Lui rise e mi prese la mano tra le sue, < possiamo andare? >
Io annuì e chiudendomi la porta alle spalle mi feci condurre da Richard alla sua macchina, con ancora la mia mano stretta nella sua.
- Si preannuncia una serata interessante- pensai pregustandomi la bellezza della serata.

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Capitolo 3
*** -3- ***


Nonostante tutte le mie richieste, Richard non mi volle dire dove stavamo andando, e quindi mi godetti il viaggio, passandolo tutto a guardare il ragazzo accanto a me concentrato sulla strada.
Dopo mezz'ora arrivammo davanti ad un ristorante con un grande parco dietro.
Stavo per uscire quando Richard apparve al mio fianco aiutandomi a scendere.
< Spero che il posto sia di tuo gradimento > io sorrisi e gli risposi mi guardò con profondo affetto e mi guidò all'interno del ristorante.
La serata passò veloce tra le diverse chiacchiere e le portate che avevamo ordinato, era giunto il momento di pagare quando qualcuno entrò nell'edificio, solamente sentire il suo odore mi fece bloccare sul posto è sgranare gli occhi.
Richard mi guardava in modo preoccupato, io ero così tesa che gli dissi solamente < Jordan > lui si mise subito all'erta e quando vidi che si era fissato su un punto capii che lo aveva visto. E quando vidi che strinse gli occhi capii che lui ci aveva visto e che si stava avvicinando a noi.
Richard mi prese la mano e la strinse leggermente < Non preoccuparti > mi sussurrò quando vide che ero sul punto di avere un attacco di panico.
< Ma tu guarda che fortuna, ho trovato proprio la donna che cercavo > una voce roca e piena di rabbia giunse alle mie orecchie quando Jordan si mise proprio di fianco al nostro tavolo. < sei già in cerca di un altro Alfa da far uccidere? > disse con falsa innocenza, io chiusi gli occhi, stavo per rispondere quando Richard lo fece al posto mio < hai davvero molto coraggio per rivolgerti così all'Ulfric di questo territorio e alla sua compagna > disse con un tono che non accettava repliche. < pensi che io abbia paura di te? Non puoi attaccarmi va contro la legge del master della città > disse Jordan sicuro di sé.
Richard continuava a tenermi la mano < si vede proprio che sei nuovo di qui, io sono l'animale che risponde al richiamo di Jean Claude, ho dei benefici che non puoi immaginare > disse con uno strano sorriso.
A quel punto la sicurezza di Jordan incominciò a vacillare, però non voleva andarsene, mi aveva trovato ed avrebbe fatto di tutto pur di uccidermi o di farmi molto male, e lo stava per fare, lo vidi nel suo sguardo e nel modo in cui stava allungando il suo braccio verso di me, ma venne fermato dall'improvvisa comparsa di un uomo che gli afferrò il braccio.
< credo proprio che il mio Ulfric ti abbia intimato di andartene > disse con sguardo serio e con la presa che stringeva sempre di più il braccio, vedendo che non si stava muovendo e che il suo sguardo era ancora fissato su di me, l'uomo lo tirò in piedi e lo trascinò fuori dal locale.
Solo in quel momento riuscii a calmarmi, ma non del tutto. Vidi Richard che mi guardava con apprensione. Poi si alzò aiutandomi a fare lo stesso e tenendomi per mano si diresse verso la cassa per pagare il conto, dopodiché ce ne andammo e ci dirigemmo verso un luogo che non riconoscevo, come per rispondere al mio pensiero Richard sorrise e mi disse < per essere sicuri sto andando verso casa mia, penso che sarebbe più sicuro se tu rimanessi da me questa notte, non vorrei che Jordan riuscisse ad entrare in casa tua > io annuii e quando lui si fermò davanti ad una sottospecie di villetta immersa nella natura mi venne in mente una cosa importantissima.
< Richard.. ecco io... Non ho niente con cui dormire > dissi imbarazzata, lui stette in silenzio per pochi attimi per poi dire < potrei darti una mia maglia > io non volendo far vedere quanto fossi agitata annuii e basta, e quando Richard scese lo feci anch'io. Senza che me ne accorgessi mi ritrovai di nuovo con la mia mano stretta nella sua, e a differenza di quello che credevo, questo contatto non mi dava nessun fastidio.
Lui riuscì non so come ad aprire la porta con una mano sola, sembrava non avesse nessuna intenzione di lasciarmi, ed io a mia volta non avevo nessuna voglia di lasciarlo. Appena dentro lanciò le chiavi su un mobile e lasciando la mia mano si diresse verso quello che credevo fosse il salotto, io lo seguii, anche perché non sapevo cosa altro fare.
Lui si girò verso di me, con aria seria < eri terrorizzata prima al ristorante > disse avvicinandosi rapidamente a me e tenendomi per le spalle, senza impormi la sua forza < ti prego, dimmi perché hai così paura di lui > mi disse avvicinando il suo corpo al mio.
Io sospirai e poi gli dissi guardandolo negli occhi < possiamo sederci? > lui annuì e senza che potessi fare nulla per impedirlo mi prese in collo e mi depositò sul divano nero che teneva al centro della stanza e lui si sedette accanto a me, così vicino che il suo ginocchio sfiorava il mio e prese la mia mano tra le sue.
< Jordan... é... era il figlio di Sebastian, odia il fatto che suo padre abbia scelto me come Lupa e non lui, per questo lui è impazzito... ha ucciso sua madre, Lisette... lei aspettava un bambino, non era un licantropo ma avevo imparato ad amarla come una madre... uccise tutti i membri del clan e questa fine doveva essere anche la mia, ci sono andata molto vicina... sarei potuta morire se Sebastian non si fosse messo in mezzo all'ultimo minuto, venendo trafitto lui dalla lama di argento che Jordan stava utilizzando contro di me... le uniche parole che mi disse prima di accasciarsi al suolo privo di vita furono "corri e vivi", ed è ciò che ho fatto... Ma ogni volta che chiudo gli occhi rivivo quella scena migliaia di volte... ed adesso che lui è qui.. sono così terrorizzata > finii il racconto togliendo la mano da quella di Richard per poggiarle entrambe sul mio viso per non farmi vedere mentre piangevo.
Lui gentilmente le tolse e mi guardò teneramente negli occhi, con gentilezza mi asciugò le lacrime con le sue dita e poi mi lasciò un bacio sulla fronte. < Non preoccuparti, non permetterò a nessuno di farti alcun male, soprattutto a lui. > dopodiché rimanemmo sul divano per alcuni istanti, e non sapendo come, mi ritrovai seduta sulle sue gambe con la testa poggiata sul suo petto e con lui che mi coccolava.
Nessuno dei due se ne lamentava.
Dopo poco Richard mi sussurrò all'orecchio, < si sta facendo tardi, sarà meglio andare a dormire >, io annuii soltanto, lui senza fare nessuno sforzo si alzò con me ancora in collo e mi sosteneva come nulla, e in pochissimo tempo mi ritrovai in camera sua. Mi fece poggiare i piedi per terra e velocemente si girò e andò verso un dei cassetti di un mobile e prese una maglia nera e me la porse. Mi indicò una porta < lì c'è il bagno se devi cambiarti > io lo ringraziai ed andai a cambiarmi, quando mi fui tolta il vestito mi accarezzai inconsciamente le cicatrici sul petto e sullo stomaco, ovviamente ricordino da parte di Jordan. Mi misi la maglia che mi copriva a malapena le mutande, ma dovevo accontentarmi. Quando uscii dal bagno vidi che Richard era rimasto seduto sul letto e appena mi vide dovette deglutire più volte prima di poter parlare.
< ecco.. vieni pure a letto, vado un attimo in bagno > e velocemente mi superò, senza prima avermi sfiorato con il dorso della mano il fianco. Io mi avviai lentamente verso il letto e con altrettanta lentezza mi misi sotto le coperte stendendomi su un fianco e mentre aspettavo Richard mi ritrovai a pensare a tutto ciò che mi era capitato da quando ero diventata un licantropo. Senza che me ne accorgessi Richard si era infilato sotto le coperte dietro di me, e quando fece aderire il suo petto alla mia schiena capii che indossava solo dei pantaloni. Con le sue possenti braccia mi strinse e mi sussurrò all'orecchio < buonanotte > gli diedi anch'io la buona notte, e con il suo respiro sul mio collo riuscii ad addormentarmi.

Il mattino seguente venni svegliata da un raggio di sole che filtrava dalla finestra e che mi colpiva direttamente sul viso. < Buongiorno > sentii dire da una voce sopra di me, aprii gli occhi ed alzai lo sguardo, davanti a me c'era il ragazzo di ieri sera, era abbastanza alto, carnagione molto abbronzata ed aveva i capelli raccolti in diverse treccine.
Felice di avere ancora il lenzuolo a coprirmi guardai con curiosità l'uomo di fronte a me.
< Samantha > gli dissi a mo di presentazione sorridendo, lui ricambiò il mio sorriso e disse < Jamil > lo guardai con curiosità < non per essere... scortese... ma.. > lui mi precedette < cosa faccio qua? > io annuii < Richard sta intrattenendo  tua cugina al piano di sotto, si è presentata qualche minuto fa, ti sta proteggendo > dopo aver sentito queste parole mi stampai sul viso un sorriso dolce < tu sei qua per impedire che succeda un casino vero? > lui annuii ed io rimasi stesa sotto le coperte, lui come avesse capito il mio disagio, si girò fino ad arrivare ad una poltrona con una busta sopra, < Abbiamo mandato Jason da te per prenderti alcuni vestiti > e me li porse mentre lui usciva dalla camera per darmi un pò di privacy (cosa che apprezzai moltissimo).
Conoscendo Jason ero preoccupata per i vestiti che aveva scelto per me, ed infatti avevo ragione, mi aveva preso un top nero che lasciava leggermente la pancia scoperta, dei jeans neri molto attilati e i miei fedeli sandali neri con il tacco alto, legai i capelli in una coda abbastanza alta, presi la maglia che mi aveva dato Richard e la misi sopra il letto, con un tono di voce abbastanza alto ma non troppo richiamai Jamil dicendogli che ero pronta.
Quando rientrò nella stanza io mi trovavo di fronte alla grande finestra e guardavo fuori. < è successo qualcosa? > gli chiesi girandomi per guardarlo, lui sussurrò  < le cose si stanno complicando, Anita sta urlando contro Richard dicendo che sente il tuo odore per tutta la casa > io sospirai  < Credo che andrò da Anita per salvarlo > si poteva percepire perfettamente nel mio tono di voce la paura che avevo nell'affrontare mia cugina.
< ne sei sicura? > mi chiese lui mentre mi seguiva fino alla porta < si... sono scappata troppe volte > dissi mettendo la mano sulla maniglia e scendendo con coraggio le scale fino a raggiungere la cucina.
< te lo chiederò un'ultima volta Richard! Dove cazzo è mia cugina! > vedevo Anita che stava per saltare addosso a Richard, quindi intervenni prima che le cose peggiorassero  < sono qui cugina > Anita mi fissò incazzata, soprattutto il suo sguardo si fissò su Jamil, mentre Richard mi fissava preoccupato, io sorrisi ed annuii per fargli capire che stavo per dire ad Anita la verità.
< cugina devo dirti una cosa che ti ho nascosto per molto tempo > appena pronunciai queste parole Richard lasciò la stanza senza prima lasciarmi una carezza dalla spalla fino alla mano, per poi essere seguito da Jamil.
< ti ascolto > disse lei sedendosi su una sedia.
Presi un grosso respiro e poi piano piano le raccontai tutto ciò che era successo da quando avevo 12 quando fui infettata fino ad allora, le parlai anche di Jordan e di come mi abbia rovinato la vita anche all'interno del branco, e dopo due orette finii di parlare.
Lei rimase in silenzio,  io avevo la testa abbassata, stavo aspettando una sua reazione.
Dopo venti minuti nel silenzio, lei si alzò e si avvicinò  disse  < non ti odio, ti voglio bene, ormai non sei mia cugina ma la mia piccola sorellina, non potrei mai trovarti orribile e mostruosa, vorrei rimanere ancora con te per farti capire che non sto scappando, ma ho appena ricevuto una chiamata con il cercapersone dalla polizia, ne parliamo dopo? > mi disse con un sorriso.
Io mi feci scappare un singhiozzo e finalmente le lacrime che tenevo dentro scesero libere sul mio viso < davvero non mi odi? > le chiesi in preda ai singhiozzi  < Certo che no > mi lasciò un bacio sulla fronte ed uscii dalla stanza con un sorriso rassicurante.

Subito dopo entrò con foga Richard e si inginocchiò difronte a me, < visto che è andata bene? > mi disse dolce asciugandomi le lacrime con le sue dita.
Io annuii dolce e di comune accordo decidemmo di andare a fare colazione, quando mi alzai dalla sedia, vidi Richard trattenere il respiro e vidi che i suoi occhi non lasciavano il mio corpo.
< oddio.. vestiti sempre così perfavore > disse in un sussurro, io sorrisi e mi avvicinai a lui e gli sussurrai in punta di piedi < ringrazia Jason, ha scelto lui i miei vestiti > Richard mi mise una mano sul fianco e chiuse gli occhi come per trattenersi < sarà meglio andare > disse dopo aver ritrovato la calma. È molto normale perdere concentrazione in questo periodo, tra qualche settimana ci sarebbe stata la luna nera, e le nostre bestie sono più inquiete in questo periodo.
Soprattutto se i licantropi in questione non hanno la propria compagna o compagno.
Ci scrutammo ancora per qualche minuto poi Richard mi prese la mano e fece intrecciare le nostre dita, poi si diresse fuori verso la sua macchina,  dove ci stavano aspettando Jamil e un altro ragazzo, aveva corti capelli neri e si capiva che era orientale per via del taglio degli occhiali e per i tratti del suo viso. Richard vide il mio sguardo puntato sul ragazzo che non conoscevo < Samantha ti presento il mio Hati, Shang Da > io gli sorrisi mentre lui mi scrutava in silenzio e serio. Richard che voleva fare le cose per bene continuò < Shang Da, ti presento Samantha Jackson, lupa delle Zanne Bianche nonché unica superstite > il ragazzo sgranò gli occhi mentre io distolsi  lo sguardo, non volevo che nessuno vedesse il mio dolore. Richard staccò la sua mano dalla mia, l'appoggiò sul mio fianco e mi strinse a sé  < ora sei al sicuro > annuii e poggiai la testa sul suo petto, ero così sopraffatta dall'avvicinarsi della luna che desideravo solo il contatto fisico con l'unica persona che riusciva a darmi pace.
Richard mi accarezzò la testa per poi sussurarmi < andiamo a fare colazione, siamo troppo deboli in questo momento > io annuii ed entrammo in macchina, con mia sorpresa andammo nei sedili posteriori, alla guida andò Jamil e accanto a lui si sedette Shang Da, io misi la testa sulla spalla di Richard e lasciai che mi accarezzasse il fianco, abbandonandomi ad un sospiro felice.
< sei sempre così tenera e disponibile al contatto fisico? > mi chiese lui genuinamente curioso < no.. di solito sono restia a fidarmi degli sconosciuti... Ma tu hai un odore che mi fa sentire al sicuro... sa di casa > dissi molto in imbarazzo  < anche tu profumi di casa > mi disse lui baciandomi sulla fronte.
-Magari mi baciasse in un altro punto-  pensai improvvisamente arrossendo all'istante.
Richard mi stava fissando con un sorriso che non prometteva bene < sei arrossita Sam? > mi disse con la sua bocca molto vicina al mio orecchio, causandomi molti brividi di cui lui si accorse, e lo dimostrò liberandosi in una meravigliosa risata maschile.
< credi nel legame? > gli chiesi una volta recuperato il mio colorito pallido, lui mi fissò negli occhi < si > io mi accoccolai meglio sul suo petto  < Sebastian e Lisette avevano una specie di legame, lei era umana, ma il concetto è molto simile, le due persone che vengono unite dal legame provano una forte attrazione non solo fisica per l'altro, e non esiste cosa che li possa separare se non la morte > dissi ricordando i momenti passati a guardare Sebastian e Lisette a scambiarsi effusioni dolci, la felicità nei loro occhi quando hanno scoperto che Lisette aspettava una bambina.
Richard richiamò la mia attenzione con un buffetto sul naso < tu che ne pensi di questo legame? > alzai li sguardo per fissarlo < non è qualcosa di fasullo, il legame funziona solo se il sentimento esiste già nelle due persone > poi continuai < Se fossi marchiata dal legame con qualcuno è perché io lo amo già da me, non è una costrinzione > lui mi accarezzò la guancia < la penso esattamente come te > in quel momento la macchina si fermò, ma ne io ne Richard staccammo lo sguardo dall'altro  < tu pensi che ciò che proviamo in questo momento sia il legame? > gli chiesi innocentemente  < c'è solo un modo per scoprirlo > mi disse lui alzandomi il viso con due dita sotto il mento mentre lui abbassava il suo e le nostre labbra si incontrarono in un bacio dolce e semplice. In quel momento sentii la mia lupa che metapsicamente andava incontro al suo lupo, era una specie di scossa elettrica piacevole.
Capii all'istante che il legame ci aveva marchiati, dopo il bacio Richard mi guardava con amore  < sembra che abbiamo la nostra risposta > e mi baciò la fronte.
< Già > scendendo felici dalla macchina notammo che Jamil e Shang Da erano già nel bar, salimmo che non avevano assistito alla scena, e sorridemmo cercando di immaginarci le loro espressioni.

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