For Her

di Edea Armor
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Presentimento ***
Capitolo 2: *** Consapevolezza ***
Capitolo 3: *** Ti sento ***
Capitolo 4: *** **Informazione** ***
Capitolo 5: *** Pioggia ***



Capitolo 1
*** Presentimento ***



"Se non mi vedessi varcare la soglia della porta

Come sono solito fare

Alza gli occhi al cielo di un nuovo giorno

Non piangere sulla mia tomba

Io non sono lì

Io non dormo

Perché sono il vento che soffia

Sono lo scintillio della neve

Sono la luce del sole sulle foglie

Sono la pioggia che batte sulla finestra

Sono le stelle che vegliano di notte

La morte non esiste

Le persone muoiono solo quando vengono dimenticate 

E se saprai ricordarmi, sarò sempre con te

Cercami, seguimi, trovami

Vedrai il mondo in un granello di sabbia

E il cielo, in un fiore di campo

Terrai l'infinito sul palmo della mano

E l"eternità, in un'ora..."

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

 

  ~Presentimento~  

Pov Daryl

 

"Forza ragazzi, spegnete tutto e andiamocene a casa. Mi sono rotto le palle di passare metà della mia vita qui dentro."

"Lo sappiamo noi perché vuoi andare a casa capo!"

Risero in coro.

Si avvicinò al giovane, fulminandolo con lo sguardo. Il ragazzo indietreggiò leggermente, deglutendo a fatica e guardandolo spaventato dal basso.

 

"Mi conosci da così tanto tempo e ancora ti spaventi se mi avvicino a te minaccioso? Tss..."

Rise scaturendo il divertimento di tutti i suoi colleghi. Era pienamente soddisfatto del suo lavoro e dei suoi dipendenti. Una cerchia di uomini, auto da sistemare tutti i giorni e tante chiacchiere balorde. Era riuscito a fare carriera, ad espandersi, ed ora possedeva una catena di officine in tutta la zona. Certo, non era facile stare appresso a tutti, ma amava il suo lavoro e lo faceva con dedizione e responsabilità.

Ma quella sera era davvero stanco, voleva solamente aprire la porta di casa e trovare Beth con il suo pancione ad aspettarlo, nonostante le dicesse sempre di non rimanere sveglia e di riposarsi dato che il bambino sarebbe nato di lì a breve.

Sarebbe diventato padre.

Se gli avessero raccontato questa prospettiva della vita una decina di anni prima, si sarebbe messo a ridere.

Un brivido gli percorreva la schiena ogni volta che pensava a tutto ciò che aveva. Alla famiglia che possedeva.

Sorrise al solo pensiero.

Usciti dall'officina, si diresse verso la moto, infilandosi il casco e ricordandosi di allacciarlo come gli imponeva di fare Beth ogni volta.

 

"Hey Dar, vuoi un passaggio in auto?"

"Che ti è preso Merle? Adesso ti comporti da fratello premuroso?"

"Idiota...ho solo un brutto presentimento tutto qui."

"Tss, hai parlato con Beth?"

 

Merle si avvicinò a lui titubante. Da quando aveva iniziato a lavorare con lui, era diventato un'altra persona. Si era ripulito e non frequentava più certi ambienti e ciò lo rendeva ogni giorno più felice. Aveva sempre sognato che suo fratello scegliesse la via della ragione come aveva fatto lui.

 

"Che intendi?"

"Stamattina mi ha quasi convinto a non prendere la moto perché anche lei aveva un brutto presentimento. Qualcosa mi dice che siete entrambi invidiosi della mia bambina."

 

Rise dando due pacche alla sua moto, mentre suo fratello lo guardava preoccupato. Che avevano tutti quel giorno? Sembravano delle anime in pena.

Non aveva mai creduto a quelle cazzate...presentimenti, destino, sogni premonitori, cose banali e inutili, ma suo fratello aveva davvero un muso lungo fino ai piedi.

 

"Merle davvero...stai tranquillo."

"So che non sono stato un ottimo fratello, che non ero presente nei momenti in cui avevi bisogno di me ed è per questo che sto cercando di recuperare gli anni persi...solo...stai attento...vai piano e avvertimi quando arrivi."

 

Con quel tono e quello sguardo, era riuscito a trasmettergli un'ansia indescrivibile e pesante. Allacciò il casco nuovamente davanti a lui come per rassicurarlo e montò sulla moto.

 

"Stai tranquillo saluta Carol e i ragazzi...e grazie."

"Dar?"

"Mmh?"

"Ti voglio bene."

"Fanculo Merle.."

 

Mise in moto e sfrecciò via.

Merle sorrise, consapevole che quel "Fanculo" equivaleva ad un "Ti voglio bene anch'io".

 

Si fermò a fare benzina e nel frattempo diede un'occhiata al cellulare.

Una chiamata persa. Beth.

Sorrise e la richiamò.

 

"Mr.Dixon!"

"Ciao ragazzina."

 

La chiamava così da quando l'aveva conosciuta. L'odio all'inizio era reciproco e percettibile nell'aria ogni volta che si trovavano uno di fronte all'altra. Ma un'altra cosa ben visibile, erano le scintille che scoppiavano tutte le volte che i loro sguardi si incrociavano. La sorella della biondina aveva scommesso sin dal primo giorno che si sarebbero innamorati perdutamente e, inizialmente, si era presa i peggio insulti da parte di entrambi per quell'insinuazione.

'Cazzate'

Pensava quando sentiva determinate parole uscire dalla bocca di chi li conosceva.

Rick, il suo migliore amico, era stato il primo a venire a conoscenza dei suoi veri sentimenti nei confronti di Beth e non era stato facile sopportare le sue risate e i suoi 'Te l'avevo detto fratello'. Pensare che quell'odiosa ragazzina ora era sua moglie, lo faceva sorridere ogni volta.

 

"Stai tornando?"

"Si, tempo di fare benzina. Dieci minuti e sono da voi."

"Oggi Dixon junior mi ha fatto passare le pene dell'inferno, non è stato fermo un attimo. Per un secondo ho creduto che volesse nascere oggi."

Rise.

Amava sentirla ridere, era uno dei suoni più belli del mondo per lui.

 

"Allora appena arrivo a casa lo rimprovero."

"Se vuoi puoi rimproverare anche me..."

 

Avvertì una nota maliziosa nella sua voce e si eccitò leggermente. Negli ultimi due mesi della gravidanza non era stato proprio facile avere dei rapporti intimi, dato anche il fatto che loro due erano abituati ad un tipo di rapporto tutt'altro che tranquillo..."animale" era la parola adatta per descrivere appieno la loro vita sotto le lenzuola. Nonostante ciò, il loro legame era più forte di prima, ed un leggero calo di libido non li aveva di certo allontanati.

 

"Ho avuto un'idea...vengo a prenderti, non ci metto molto, giusto il tempo di arrivare sotto casa, tu scendi con i tuoi occhi grandi, metti la prima cosa che trovi, che tanto lo sai che non la noto neanche. Porta le tue labbra, quelle serviranno...porta anche il tuo culo, servirà anche quello"

 

Dall'altra parte del telefono, la sua donna rise divertita e lui fece lo stesso, contagiato da quella voce.

 

"E dove vuoi andare?"

"Non lo so. Decidiamo strada facendo."

"Ma Daryl è tardi, sai che non posso stancarmi ora che ho questo pancione ingombrante. Oltretutto non vorrei rovinare le tue conquiste, sai quante donzelle sarebbero tristi nel vederti in mia compagnia?"

"Non potrei chiedere di meglio..."

 

Beth sospirò ed era sicuro che stesse anche scuotendo la testa sorridendo, come faceva sempre quando lui sparava qualche cazzata. Non si era ancora abituato a tutto ciò che aveva, a quella vita, ad essere felice ma felice davvero. Non avrebbe mai immaginato che si sarebbe innamorato così tanto, così intensamente di una donna e che avrebbe voluto passarci il resto dei suoi giorni e altre mille vite.

 

"Quindi mi devo togliere il pigiama e vestirmi."

"Sei perspicace ragazzina"

"Attento a te Mr. Dixon, potrei vendicarmi."

"Tremo"

"Dovresti. Sono una donna di per se tosta, incinta e in astinenza da sesso animale. Potrei sbranarti senza troppa fatica."

"A tra poco ragazzina."

"Ti amo Dar.."

"Anche io."

 

Ogni volta che si scambiavano le due paroline magiche, gli veniva in mente quanto tempo ci avesse messo la prima volta. Ovviamente era stata lei la prima a pronunciare la parola "Ti" accompagnata dalla parola "amo", ma non gli aveva mai fatto pesare la cosa, lo conosceva bene ed era a conoscenza della sua difficoltà nell'esternare i suoi sentimenti. Agganciò la chiamata, riponendo il telefono nella tasca del giubbotto di pelle e infilandosi di nuovo il casco. Faceva particolarmente freddo e si pentì di essere uscito in moto. Sfrecciò sull'asfalto freddo come ogni sera, schivando un paio di macchine incrociate sul tragitto e rivolgendo il suo pensiero sempre a Beth. Uno strano presentimento attraversò il suo corpo, facendolo rabbrividire leggermente.

Come minimo Beth e Merle lo avevano contagiato con le loro cazzate. Rise tra se e se scuotendo la testa e continuando a fissare la strada. Una berlina blu accelerò, attaccandosi praticamente al culo della sua moto e facendolo innervosire leggermente, per poi affiancarlo, andando alla stessa velocità. Il finestrino si abbassò e Daryl buttò un occhio al suo interno, cercando di capire che cosa volesse quell'individuo. Non riusciva a distinguere se si trattasse di un uomo o di una donna, causa l'abbigliamento scuro e il capello che ricopriva gran parte del volto. 

 

"Vuoi un autografo?"

 

Urlò cercando di sovrastare il rumore della moto e dell'auto. La figura allungò il braccio verso il finestrino, tenendo d'occhio Daryl e la strada allo stesso tempo. Impugnava una pistola e gliela stava puntando contro.

 

"Merda"

Partì un colpo.

Poi un secondo ed un terzo.

Daryl frenò bruscamente, mentre la macchina continuò la sua corsa sfrenata senza fermarsi. La moto strusciò sull'asfalto, lontano da lui che venne scaraventato fuori strada rotolando su se stesso. Finì a pancia in su, tremava e non riusciva a muoversi, un bruciore intenso pervadeva il suo addome e il braccio destro e, forse per la prima volta in vita sua, ebbe paura...tanta paura. Tossì rumorosamente e cercò in tutti i modi di rigirarsi per raggiungere la sua moto. Dopo vari tentativi e vari grugniti causati dal dolore, riuscì a girarsi sulla pancia e realizzò che i proiettili lo avevano colpito. Rise sarcasticamente, pensando a tutte le volte in cui aveva rischiato la vita e si era salvato per il rotto della cuffia. Non aveva certo l'intenzione di morire su una strada desolata, a pochi minuti da casa sua e dalla sua famiglia. Strisciò con fatica verso la moto, sperando nel frattempo che qualcuno passasse e lo notasse. Ficcò una mano in tasca per cercare il telefono ma non lo trovò, evidentemente era volato via durante l'impatto con l'asfalto e chissà dov'era andato a finire. La sua testa iniziò a girare sempre più pesantemente e tossì sangue, per poi stramazzare a terra del tutto, sbattendo lo zigomo. Prima di svenire del tutto, avvertì in lontananza, la suoneria del suo cellulare e la prima cosa a cui pensò, fu Beth. Probabilmente lo stava chiamando per sapere dove fosse e se stesse bene. Ma lui non poteva risponderle, non poteva dirle che andava tutto alla grande e che si sarebbero visti a breve. Non poteva...svenne, dopo aver combattuto a lungo con se stesso per restare sveglio.

 

Pov Beth

 

"A tra poco ragazzina."

"Ti amo Dar.."

"Anche io."

 

Chiuse la chiamata sorridendo e posò il cellulare sul bancone della cucina, portando una mano sul pancione. Lo accarezzò dolcemente, canticchiando una delle sue canzoni a Dixon jr. Sarebbe nato a breve e non riusciva ancora a crederci. La sua vita era quasi completa ed era tutto merito dell'uomo che aveva al suo fianco. Non avrebbe mai pensato che Daryl sarebbe diventato suo marito o il padre dei suoi figli, tutto era accaduto all'improvviso senza una spiegazione logica e, forse, era proprio quello il bello. Sua madre diceva sempre che le cose belle arrivano quando meno te lo aspetti e aveva più che ragione. Non erano ancora riusciti a mettersi d'accordo sul nome che avrebbe avuto il piccolo Dixon, come al solito si trovavano a discuterne animatamente, magari davanti ad altre persone per completare il tutto, ma erano fatti così e a Beth andava più che bene. 

 

"Se tuo padre non si sbriga ad arrivare gliela faccio mangiare la sua amata moto."

 

Si diresse in camera e tirò fuori dall'armadio un vestito di seta, lungo fino ai piedi a tema floreale. Daryl glielo aveva regalato senza pensarci due volte e cogliendola del tutto di sorpresa. Si tolse il pigiama, senza negarsi una breve specchiata per ammirare il suo pancione, per poi scivolare silenziosamente in quel vestito morbido. Raccolse i suoi capelli biondi in uno chignon un po' disordinato e passò sul viso un filo di trucco, tanto per non sembrare la moglie sciatta di un uomo, invece, perfetto. Una fitta al petto le tagliò il respiro improvvisamente, costringendola ad aggrapparsi al lavandino per non cadere. Iniziò a piangere senza un apparente motivo, non riusciva a spiegarselo, ma sentiva un bisogno estremo di disperarsi. Le lacrime scorrevano veloci, rovinando il suo trucco e marchiando le guance con il nero colato del rimmel. Si toccò il pancione, cercando di assicurarsi che il bambino stesse bene e che non fosse lui la causa di tutto.

 

"Che cos'ho?"

 

Respirava a fatica, come se un masso le fosse stato gettato sul petto e, in quel momento, avvertì la stessa sensazione che aveva provato quella mattina. Lo stesso brutto presentimento che l'aveva colta dopo la colazione e che l'aveva spinta a dire a Daryl di non prendere la moto, almeno per quel giorno. Si portò una mano alla bocca, spaventata.

Si precipitò al piano di sotto, avventandosi sul cellulare e cercando frettolosamente il numero di suo marito.

 

"Ti prego no...ti prego...rispondi Dar, rispondi..."

 

Al continuare degli squilli, i suoi singhiozzi divennero un vero e proprio pianto disperato, come se già sapesse che suo marito si trovasse nei guai.

 

"Okay Beth, respira, calmati o farai del male al bambino...forse ha avuto problemi con la moto e..e non sente il telefono..."

 

Provò insistentemente per una ventina di minuti, per poi scaraventare il cellulare sul divano e portando le mani nei capelli. Si guardò un attimo intorno, pensando a cosa fare. Non aveva intenzione di rimanere in casa a convivere con l'ansia, doveva assicurarsi che stesse bene e che non gli fosse accaduto nulla. Recuperò il telefono e chiamò sua sorella Maggie, in cerca di consigli sul da farsi.

 

"Mag...sono..sono io Beth."

"Hey che è successo?? Stai piangendo?"

"Mentre metteva benzina, Daryl mi ha chiamato dicendo che sarebbe arrivato poco dopo e...e invece non è ancora qui, non risponde al telefono ed ho un presentimento così brutto, talmente brutto che l'ho avvertito sul mio corpo. Non so cosa devo fare.."

 

"Bethy calmati! Respira piano e non agitarti troppo, ti ricordo che porti in grembo un bambino che sta per nascere..ascoltami. Ti passo a prendere okay? Ti passo a prendere e se ancora non è arrivato e non risponde al telefono andiamo a cercarlo."

"Si si! Possiamo percorrere la strada che fa tutti i giorni per andare e tornare dall'officina."

 

Sua sorella continuò imperterrita a cercare di tranquillizzarla, ripetendole che tutto sarebbe andato per il meglio e che magari Daryl aveva avuto davvero un problema con la moto o un piccolo incidente. Riagganciò la chiamata, gettandosi sul divano e accarezzando costantemente il suo pancione con le mani ben aperte e dei movimenti circolari. Cercava di convincersi del fatto che servivano a tranquillizzare il bambino, ma non scalciava, ne tanto meno la faceva star male, perciò in cuor suo sapeva benissimo che stava solo cercando di tranquillizzare se stessa. 

Tra una carezza e l'altra, iniziò ad avvertire una leggera pesantezza agli occhi e scosse il capo per restare sveglia, ma non servì a molto. Appoggiò la nuca sul divano e chiuse gli occhi addormentandosi poco dopo, con il pensiero e il cuore rivolti a Daryl.

 

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Cari lettori💕

Ho deciso di iniziare a scrivere un'altra storia e di intraprendere, questa volta, una strada un po' diversa. Non voglio anticiparvi nulla per non rovinarvi la lettura anche dei capitoli che seguiranno. Cercherò di essere il più costante possibile, anche se tra lavoro e famiglia è un po' difficile.

Vi ringrazio per il supporto.

Un abbraccio grande 

Aranea💕

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Capitolo 2
*** Consapevolezza ***


"Noi non ci perderemo 

E se succederà,

Io ad ogni costo

Ti raggiungerò."

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~Consapevolezza~


Pov Daryl

 

Si era fatto tutto buio. 

Nel vano tentativo di raggiungere una qualche ipotetica salvezza, aveva sentito quel poco di energia che gli era rimasta, abbandonare completamente il suo corpo. Aveva sbattuto la tempia sul freddo asfalto, probabilmente perdendo molto sangue. Aprì gli occhi lentamente, lamentandosi e grugnendo , cercando di focalizzare ciò che lo circondava. Cominciò a ricordare l'accaduto..la berlina blu, la pistola, gli spari, le ferite e lui che rotolava fuori strada, lontano dalla moto.

 

'Non era un incubo'

 

Respirava a fatica, cercando di far forza sulle braccia per alzarsi ma senza peggiorare le sue condizioni. 

 

'Tu guarda se domenica non mi tocca andare a messa con la ragazzina.'

 

Una volta in piedi, si guardò addosso, notando due fori sul giacchetto, probabilmente causati dagli spari. Si tastò per qualche secondo in cerca di tracce di sangue, ma non trovò nulla. Si rese conto di non provare nemmeno quel dolore o quel bruciore lancinante che lo avevano invaso prima di svenire. Si guardò intorno confuso, consapevole del fatto che qualcosa non andava. Solo in quel momento, notò numerosi poliziotti che occupavano la zona e facevano avanti e indietro frettolosamente. Per terra erano sparsi vari marcatori numerati per contrassegnare evidentemente degli indizi e prove salienti. Si stupì del fatto che nessuno avesse chiamato un'ambulanza e si diresse furioso verso un gruppo di poliziotti che confabulava sottovoce.

 

"Ma che cazzo vi prende?! Ho avuto un incidente! Un fottuto incidente e a nessuno di voi è venuto in mente di chiamare una cazzo di ambulanza?? È proprio vero che oramai assumono chiunque in polizia. Voglio parlare con il detective Grimes, SUBITO."

 

Gli agenti smisero di parlare fra loro e si voltarono verso una figura in impermeabile scura che si stava dirigendo nella loro direzione. 

 

"Oh grazie! Rick! Ma come fai a lavorare con queste persone? Io li avrei già presi a calci in culo per come svolgono il loro lavoro."

 

Rick mise le mani in tasca e si strinse nelle spalle, come se cercasse di coprirsi dal freddo, ma era visibilmente turbato, perciò gli sembrò più un modo per sfuggire ad un qualcosa che lo scocciava parecchio. Alzò lo sguardo al cielo pensieroso ed emise un lungo e profondo sospiro.

 

"Dov'è?"

"Lì detective. Hanno appena trasferito il corpo sulla barella. Il coroner ha terminato le procedure e il detective Walsh ha già esaminato la scena del crimine."

"Vi avevo ordinato di non toccare nulla fino al mio arrivo."

"Lo so ma..."

"ERA IL MIO CAZZO DI MIGLIORE AMICO. NON È UN CASO COME UN ALTRO. MI SEMBRAVA DI ESSERE STATO CHIARO."

 

Gli agenti si ammutolirono e abbassarono lo sguardo colpevoli. 

Daryl si irrigidì all'istante nel sentire quelle parole pronunciate dalla bocca del suo fedele migliore amico. Era confuso, spaventato e pieno di domande. Non riusciva a comprendere, era davanti a lui, ma Rick sembrava non vederlo. 

 

"Chiamate Walsh e ditegli di presentarsi subito, ripeto, subito nel mio ufficio. A questo caso lavoreremo giorno e notte, senza sosta, a costo di non uscire dalla stazione per settimane intere. Vi è chiaro stavolta?"

"Si detective Grimes."

"Voglio vedere il corpo."

 

'Cazzo...cazzo cazzo cazzo. Cosa..? Com'è possibile? È tutto uno scherzo.'

 

Rick si diresse verso una barella coperta da un lenzuolo, accompagnato dai suoi uomini e vi si fermò davanti.

 

"Rick se questa è opera tua giuro che ti ammazzo."

 

"Lasciatemi solo."

 

L'uomo era impassibile, fermo a fissare quel lenzuolo bianco. Daryl si accostò a lui, notando una lacrima che scorreva sulla guancia dell'uomo barbuto. Allungò una mano verso il lenzuolo e scoprì gran parte della barella, rivelando il corpo che vi era nascosto sotto. 

Tutto si fermò.

Rick si voltò quasi subito, dando le spalle alla barella e lasciandosi sfuggire dei singhiozzi strozzati. Portò la mano destra sul viso, poggiando il pollice e l'indice ai lati interni degli occhi e lamentandosi silenziosamente. 

 

"Cazzo...perché amico? Perché?"

 

Sussurrò Rick.

 

Daryl non riusciva a muoversi. Su quella fredda barella, giaceva il suo corpo senza vita. Era pallido, con un'aria tutt'altro che serena.

Si portò le mani nei capelli, stringendo la presa e scuotendo la testa incredulo. 

Collegò tutti i punti, tutti quei punti che avrebbero dovuto fargli capire qual era la realtà dei fatti.

I fori sul giacchetto, l'assenza di sangue e dolore, nessuna ferita.

Era morto.

Rick sospirò pesantemente, scuotendo la testa subito dopo e cercando di restare lucido. Si voltò di nuovo ad osservare il suo amico, cercando ogni minimo indizio, anche il più insignificante per poter raggiungere un'ipotesi valida del perché si trovasse su quella barella. Daryl vide il suo amico stringere i pugni e appoggiarli sui bordi di quel lettino così freddo al tatto. Era visibilmente scosso, ma anche lucido e il suo sguardo lasciava trasparire odio, rabbia e frustrazione, come se si sentisse in colpa, come se dentro di sé fosse convinto del fatto che avrebbe potuto fare qualcosa per evitare la sua morte. 

Rick abbassò il capo, poggiando la sua fronte su quella del motociclista e strinse forte la sua mano, lasciandosi sfuggire un gemito triste, nel rendersi conto che quella stretta, Daryl non poteva ricambiarla. 

 

"Ti giuro...ti giuro che troverò chi ti ha fatto questo. A costo di perderci la vita...fratello mio..."

 

Daryl si rese conto di quanto il suo amico si stesse trattenendo, di quanto stesse lottando con se stesso per non piangere e per rimanere forte. Lo conosceva meglio di chiunque altro. Rick si allontanò di scatto dal corpo esanime di Daryl, dirigendosi verso il coroner. 

 

"Rick! Rick aspetta! Cazzo so che puoi sentirmi! Lo so che nel profondo sai che sono qui e che riesci a sentirmi! GUARDAMI CAZZO!"

 

Daryl affrettò il passo, appostandosi davanti al suo amico, come per bloccargli la strada. Rick non si fermò e gli passò attraverso, mozzandogli il respiro e facendolo cadere sulle ginocchia. 

Respirò a fatica per qualche secondo, portandosi una mano al petto. Sbarrò gli occhi rendendosi conto dell'accaduto. 

Rick si era bloccato all'improvviso, voltandosi indietro quasi confuso, come se avesse avvertito la sua presenza. Daryl si alzò speranzoso, affondando lo sguardo in quello di Rick.

 

"Detective...tutto bene?"

 

Rick continuò a guardarsi intorno spaesato e scosse la testa.

 

"Sono solo un po' scosso..."

 

In quel momento, i fari di una macchina attirarono l'attenzione di tutti i presenti. Daryl si voltò e la riconobbe.

 

"No...no no no. RICK NON LASCIARE CHE MI VEDA!" 

 

Affiancò il suo amico, sentendosi mancare l'aria e, dentro di se, si chiese se era possibile sentirsi così nonostante fosse morto.

 

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Cari lettori e lettrici,

ho deciso di cimentarmi in una fanfiction un po' diversa dal solito, un po' particolare. Magari è surreale, ma alla fine credo che il bello della scrittura sia anche questo, ovvero non porre limiti alla propria fantasia, senza sfociare nel ridicolo o nell'esagerazione ovviamente.

Io spero con tutto il cuore, che anche questa storia vi piaccia e vi appassioni, perché personalmente scrivo ogni capitolo con tanta dedizione e tanta passione, come se le parole venissero fuori da sole per capirci.

Fatemi sapere cosa ne pensate, i consigli e le critiche costruttive, come dico sempre, sono ben accette.

Un abbraccio grande.

Aranea💕

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Capitolo 3
*** Ti sento ***


"Io che

Non ho mai creduto in me

E tu che

Lo hai sempre fatto per me,

Io che

Non ho mai creduto di essere abbastanza

E tu che

Hai sempre pensato davvero

Che io lo fossi."


~Ti sento~


Pov Beth

 

Mugugnò un poco, infastidita dalla presenza di qualcuno che bussava alla porta e la chiamava insistentemente. Si stropicciò gli occhi, cercando di mettere a fuoco il più possibile la stanza. Era seduta sul divano e si rese conto di essersi addormentata mentre aspettava sua sorella. Si alzò velocemente, ripercorrendo con la mente tutto ciò che era successo, prima che crollasse sul divano. 

 

"Beth! Sono io apri!"

"Arrivo..arrivo."

 

Afferrò al volo la giacca di jeans riposta sull'attacca panni con una mano, mentre con l'altra aprì la porta di scatto, trovandosi davanti una Maggie visibilmente preoccupata. Aveva il viso stanco, molto probabilmente a causa delle numerosi notti insonne che il piccolo Hyun imponeva a lei e a Glenn. La bruna la abbracciò e le accarezzò dolcemente la tempia.

 

"Ancora nulla?"

"Non è tornato...sono così preoccupata."

"Andrà tutto bene."

"Voglio cercarlo."

 

Maggie non rispose, gli occhi di Beth lasciavano trasparire quella solita determinazione che vigilava in loro ogni volta che si trattava di famiglia o lavoro. Si limitò a seguirla a passo svelto verso l'auto. Le aprì la portiera del passeggero, scaturendo nella bionda una reazione prevedibile.

 

"Maggie...sono incinta, non malata."

"Sapevo che avresti risposto così. Ormai dovresti saperlo che lo faccio lo stesso."

 

Beth forzò un sorriso e salì in auto, torturandosi le mani dal nervoso e osservando Maggie, cercando di non cadere completamente vittima dell'ansia.

 

"Dove devo andare?"

"Gira qui a destra, sulla strada principale e vai dritta...l'officina di Daryl dista una ventina di chilometri, magari lo incontriamo."

"Sarà così."

 

Maggie le rivolse uno di quei sorrisi che tanto la tranquillizzavano, ma in quel momento stare tranquilla era l'ultima cosa che le riusciva meglio. Nonostante fosse nervosa a livelli esorbitanti, il piccolo Dixon non accennava a fare capricci, giusto qualche movimento ogni tanto. 

Teneva gli occhi fissi sulla strada, analizzando ogni singolo centimetro di quell'asfalto liscio e scuro, illuminato solo dai fari dell'auto. Quando percorreva quella strada con Daryl, si chiedeva sempre come fosse possibile che tutti quei lampioni non funzionassero mai, abbandonando quella strada al buio più totale.

 

'Roba da film horror.'

Diceva sempre. E Daryl la prendeva in giro, sottolineando quanto fosse ironico il fatto che una detective affermata come lei avesse paura del buio. La discussione finiva sempre con Beth che rifilava un pugno sulla spalla dell'uomo, scatenando in lui una grassa risata. 

Sorrise al pensiero.

Guardando fuori dal finestrino, notò che l'auto stava rallentando e si voltò verso Maggie con sguardo interrogativo.

La mora non rispose, si limitò a guardarla e ad indicarle la strada con lo sguardo.

A una cinquantina di metri da loro, numerose macchine della polizia erano posteggiate a caso in mezzo alla strada ed un nastro giallo ricopriva gran parte della zona. 

Il macigno sul petto si fece ancora più pesante.

 

"Non fermarti. Vai avanti."

"Ma tesoro..."

"Vai avanti."

 

Maggie sospirò in segno di resa e riprese la marcia, avvicinandosi alla zona incriminata lentamente. Un agente si affrettò a raggiungerle, picchiettando sul finestrino di Maggie che prontamente lo abbassò.

 

"Scusi signorina, non può passare qui, c'è stato un incidente e la strada...Signorina! Dove va?!"

 

Beth nel sentire la parola 'incidente', era schizzata fuori dall'auto senza curarsi delle moine dell'agente, raggiungendo il nastro giallo e oltrepassandolo con violenza.

Si sentì afferrare per le spalle e si voltò di scatto, ritrovandosi il suo caro collega Rick davanti. 

Aveva pianto e anche se cercava di nasconderlo, era palese. Beth lo conosceva alla perfezione e quel lavoro permetteva loro di percepire tante cose anche solo guardando una persona negli occhi.

 

"Beth..."

 

Soffiò il suo nome con un tono sofferente, come se la voce gli si bloccasse in gola. Non sembrava sorpreso di vederla lì, ma spaventato e ciò non fece altro che aumentare le sue immense paure.

 

"R-Rick..."

 

Fece per parlare, ma scorse dietro le spalle di Rick, la moto di suo marito accasciata a terra, non lontano dalla strada. La testa si appesantì, girandole appena e costringendola a cercare sostegno nelle braccia del collega che, prontamente, la sostenne facendo forza sugli avambracci. Beth ritrovò l'equilibrio e alzò lo sguardo, affondando i suoi occhi in quelli di Rick, chiedendogli silenziosamente se fosse morto.

L'uomo di tutta risposta, la strinse forte, cercando di non recare danni al suo pancione e prese ad accarezzarle la testa. 

 

"Mi dispiace...mi dispiace mi dispiace mi dispiace..."

 

Lo sussurrava nel suo orecchio, mentre Beth si era lasciata andare ad un pianto silenzioso e straziante, aggrappandosi con le unghie alla camicia di Rick come se cercasse di scappare, come se cercasse un rifugio. L'uomo la allontanò leggermente, lasciando che si appoggiasse ai suoi avambracci. Beth dondolava con la testa, come se fosse in trans, con lo sguardo rivolto verso il basso e le lacrime che scendevano silenziose sulle sue guance.

 

"Voglio vederlo..."

"Beth non credo sia il caso..."

"Rick...è mio marito...voglio vederlo, ho bisogno di vederlo...ti prego..."

 

Alzò lo sguardo, pregando l'uomo di esaudire la sua richiesta. Rick emise un respiro profondo e le porse il suo braccio, accompagnandola davanti alla barella.

 

"Posso restare da sola con lui...?"

"Va bene...per qualsiasi cosa chiamami, anche se ti senti male. Non voglio che rischi di fare del male al bambino."

"Rick..."

 

L'uomo ripose le mani in tasca e si allontanò.

Beth emetteva un respiro profondo dietro l'altro, cercando il coraggio di scostare quel lenzuolo. Aveva visto molti cadaveri da quando era diventata una detective, molti più di quelli che sperasse di vedere, ma ritrovare l'uomo della sua vita sotto quel lenzuolo, era l'ultima cosa che avrebbe voluto. 

Posò una mano tremante sul telo, tirandolo via lentamente. Riconobbe subito quei capelli disordinati che le erano sempre piaciuti. Erano umidi e ricadevano sulla fronte pallida di Daryl. Scostò il lenzuolo fino alla vita per poi strizzare gli occhi e portarsi una mano alla bocca. Soffocò i singhiozzi, tentando di ricacciare dentro le lacrime e sollevò lo sguardo, posandolo su sua sorella che parlava con Rick con sguardo scioccato e le mani nei capelli. 

 

'Dio perché...'

 

Posò di nuovo gli occhi sul corpo senza vita di Daryl e il viso si corrucciò in un espressione di dolore. Portò una mano sulla sua tempia, accarezzandola dolcemente e poggiò la testa sul petto ampio dell'uomo. 

Le lacrime finirono sul giacchetto rovinato, rendendolo lucido.

 

"Amore perché mi hai fatto questo...perché? Dobbiamo ancora fare tante cose insieme...e Dixon Jr sta per arrivare...ti prego"

 

Singhiozzava disperata, continuando ad accarezza il viso spento di Daryl, sperando che fosse tutto un incubo. 

Nel riprendere fiato, un odore di sangue le invase le narici, costringendola a sollevare il capo. Incuriosita, controllò la testa di Daryl in cerca di una qualche ferita, ma non trovò nulla. Riuscì a strapparsi un leggero sorriso, nel notare che Daryl aveva esaudito, anche quella sera, il suo desiderio per quanto riguardava il casco. Notò due fori nella giacca e la scostò leggermente. La maglietta che indossava, aveva assunto un colore scuro, un rosso quasi nero e, sollevando anche la maglia, trovò due ferite sull'addome. Riconobbe subito il tipo di ferite e si rese conto che ciò che gli aveva strappato Daryl dalle mani, non era stato un semplice incidente. Strinse forte i pugni, premendo con le unghie sui palmi delle mani e si diresse a passo svelto verso il suo collega.

Lo spintonò un poco, costringendolo a guardarla.

 

"Perché non mi hai detto che non si trattava di un semplice incidente? Eh?"

"Beth io..."

"Tu cosa? Cosa?? Pensavi che non me ne sarei accorta? Pensavi che sarei caduta nel baratro della depressione tanto da non rendermi conto che mio marito è stato ammazzato??"

"Beth io volevo solo aspettare prima di parlartene...volevo che affrontassi una cosa alla volta."

 

La guardava con aria dispiaciuta, sfuggendo al suo sguardo e crocchiando le dita nervoso, mentre Maggie assisteva alla scena, spostando lo sguardo continuamente da Rick a sua sorella. Beth scosse la testa e tornò di nuovo accanto al corpo di Daryl.

Avvicinò il viso al suo orecchio, riprendendo ad accarezzargli la tempia.

 

"Lo troverò. Te lo giuro. Non avrò pace fino a quel momento."

 

Un brivido le percorse la schiena e si sentì sfiorare i capelli. Sussultò voltandosi e rimase sorpresa nel notare che alle sue spalle non c'era nessuno. Sorrise, mentre una nuova lacrima percorreva la sua guancia raggiungendo l'angolo della bocca.

Chiuse gli occhi senza smettere di sorridere.

 

"Ti sento..."

Sussurrò con le labbra che tremavano.

 

"Beth...devono portarlo via..."

"Va bene...dammi solo un secondo."

 

Rick annuì e rimase a qualche passo di distanza, con le mani dietro la schiena.

Beth si chinò sul corpo di Daryl, avvicinando nuovamente il viso al suo e posò le sue labbra rosee su quelle fredde e violacee di Daryl, lasciandogli un bacio dolce e allo stesso tempo straziante.

Mentre due uomini riponevano il telo sopra il corpo, Beth si rese conto che quella era stata l'ultima volta che l'avrebbe visto.

L'ultimo bacio, le ultime carezze su quel viso dai lineamenti così marcati e particolari.

Si strinse nelle spalle, lasciando che sua sorella la avvolgesse con le braccia e la consolasse.

Tante piccole gocce iniziarono a cadere dal cielo e le accarezzarono la pelle, confondendosi con le lacrime. 

 I muscoli del suo corpo erano paralizzati, la testa era piena di domande e confusione. Nonostante l'immenso dolore e il vuoto che riempiva cuore e anima, nonostante la pioggia, cercò di restare lucida e iniziò a chiedersi chi potesse odiare Daryl, tanto da ucciderlo.

 

✨✨✨✨✨✨✨✨✨✨✨✨✨✨✨✨✨

 

Eccoci qui con un nuovo capitolo!

Ho cercato di trasformare in parole, tutto ciò che si prova nel perdere una persona importante. Ho cercato di trasmettervi tutto ciò che ho provato sulla mia pelle un po' di tempo fa e siccome mi reputo molto simile a Beth, le ho affiancato un modo di reagire che si rifà al mio. Un modo di reagire da persona che ama e soffre ma che allo stesso tempo non manca di determinazione. Dopotutto la nostra Beth ha fatto questo cambiamento in TWD, passando dall'essere una ragazza fragile a diventare una ragazza forte e piena di coraggio.

Spero che apprezziate e che continuate a seguire la mia storia.

Un abbraccio grande 

Aranea💕

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Capitolo 4
*** **Informazione** ***


 

 

Cari lettori e care lettrici,

Volevo chiedervi scusa se non aggiornerò al più presto la storia, ma purtroppo ho avuto un lutto in famiglia perciò sto affrontando delle giornate un po' così.

Sono qui ad informarvi, perché mi sembrava giusto farlo, per rispetto nei vostri confronti che siete sempre qui a leggere ogni volta che aggiungo un nuovo capitolo.

Aggiornerò il prima possibile, scrivere mi fa bene perciò sarà anche una valvola di sfogo e di distrazione.

Spero capiate e che apprezziate il mio gesto.

Un abbraccio grande grande,

Aranea❤️

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Capitolo 5
*** Pioggia ***


"Stringerai forte l'aria 

Quando sentirai freddo 

Ma fuori freddo non farà

Stringerai forte l'aria 

E non tratterrai i sospiri

Chiuderai gli occhi

Sorriderai 

E io sarò lì 

Come sempre

Per sempre."


~Pioggia~


Pov Daryl

 

Rick la teneva stretta, accarezzandole la testa nel tentativo di consolarla. Beth era in preda ad un pianto silenzioso, soffocante e doloroso. Si sentì inutile, avrebbe voluto stringerla e sussurrarle che tutto sarebbe andato per il meglio, che non doveva avere paura. 

Ma non poteva.

Strinse forte i pugni, osservando quella scena straziante, in disparte.

 

"Voglio vederlo..."

"Beth...non credo sia il caso..."

"Rick è mio marito, voglio vederlo...ho bisogno di vederlo...ti prego..."

 

Sussurrava stringendo forte la camicia di Rick, come se si stesse sforzando tanto per riuscire a parlare. Era aggrappata a lui, mentre i suoi occhi color oceano, cercavano quelli sfuggenti di Rick, pregandolo di esaudire il suo desiderio.

 

"Rick non cedere."

 

Daryl finì per rivolgersi addirittura a Dio, pregandolo che Rick non cedesse alla richiesta della sua ragazzina ormai cresciuta. Il suo migliore amico sospirò arreso e le porse il braccio, accompagnandola alla barella.

 

"Merda Rick!"

 

Li seguì a passo svelto, cercando in tutti i modi di attirare la loro attenzione, intralciando il loro cammino e sfiorandoli, ma non c'era verso. Si accostò a Beth, fissandola con sguardo preoccupato. La pelle chiara del suo viso era stata marchiata dal rimmel sciolto a causa delle lacrime, lasciandola con degli aloni neri su tutte le guance. Le labbra erano rosse, stuzzicate dai continui morsi che la ragazza rifilava a se stessa per evitare di piangere ancora e ancora. Lo faceva sempre. Il suo sguardo era assente, lontano e, nel complesso, si leggeva in maniera esplicita la stanchezza che, come un enorme peso, gravava su di lei . La mano destra era appoggiata sul lato del pancione che accarezzava ogni tanto. Daryl notò un movimento sotto la pelle di Beth e sorrise emozionato. Era una di quelle cose a cui non ti abitui mai, anche se passano mesi, rimane sempre un'emozione vedere il proprio figlio muoversi all'interno della pancia della propria donna. 

Beth si arrestò all'improvviso, allontanando il braccio da Rick e spostando lo sguardo sulla barella e su quel lenzuolo bianco che la separava da una realtà atroce. Emise respiri lunghi e profondi, per poi chiedere al collega di rimanere sola con lui e dopo qualche raccomandazione, l'uomo si allontanò. 

 

"Non farlo ragazzina. Non farlo."

 

Beth deglutì a fatica, il labbro inferiore tremava ed era appena percettibile alla sua vista. Era spaventata, riusciva a leggerlo nei suoi movimenti, tramite il suo sguardo, l'unica cosa impressa in quegli occhi blu, in quel momento, era la paura. Sollevò lentamente il braccio, facendo un piccolo passo e sfiorando il lenzuolo. Fece scivolare i polpastrelli su e giù per il lenzuolo, titubando. Riusciva a percepire il fatto che fosse combattuta, la piccola Greene era convinta di non riuscire a sopportare una cosa del genere, mentre la donna che era in lei, la spingeva a strappare via quel lenzuolo candido senza pensarci troppo. Tirò indietro la mano, chiuse gli occhi e strinse i pugni. La mano destra si posò sull'estremità del tessuto che copriva il suo volto, scostandolo lentamente fino alla vita.

Daryl si portò le mani alla testa, facendo scorrere le dita tra i capelli, il cuore aveva preso a battergli più velocemente e si chiese come fosse possibile. Com'era possibile provare ancora qualcosa da morto? 

Beth strizzò gli occhi dopo averli posati sul volto esanime di suo marito e ritrasse di scatto la mano, portandosela alla bocca e soffocando alcuni singhiozzi. 

Non poteva fare nulla.

 

"CAZZO! PERCHÉ?!!"

 

Urlò con tutto il fiato che aveva in corpo, rivolgendo il capo verso il cielo e fendendo l'aria con i pugni, mentre sua moglie respirava rumorosamente, cercando di ritrovare il coraggio per guardarlo ancora.

Posò nuovamente lo sguardo su di lui, con le labbra schiuse e le sopracciglia aggrottate. Lo accarezzava dolcemente come si accarezza il viso di un bambino, come se avesse paura di fargli del male.

Posò la sua testa bionda sul petto ampio di lui e iniziò a singhiozzare, aggrappandosi alla sua giacca scura.

 

"Amore perché mi hai fatto questo...perché? Dobbiamo ancora fare tante cose insieme...e Dixon Jr sta per arrivare...ti prego"

 

"Sono qui Beth! Sono qui! Io..."

 

Il cuore si strinse in una morsa d'acciaio, fece un passo in avanti, intento a sfiorarla, ma la giovane detective, alzò il capo corrucciando il viso in un espressione stranita. Annusò l'aria, per poi controllare la sua testa, sorridendo.

"Te l'avevo detto che avrei messo il casco ragazzina."

 

Beth alternava dolci sorrisi e lacrime, continuando ad accarezzare la sua fronte. Corse con lo sguardo verso la vita e controllò sotto il giacchetto. Un misto di rabbia e stupore si impadronì del suo sguardo, facendola scattare verso Rick a pugni stretti. Era sempre lei e ciò riuscì a strappargli un sorriso.

La vide spintonare il suo migliore amico e puntargli il dito contro, mentre sua sorella Maggie assisteva alla scena ammutolita. Sapeva benissimo il perché di quel comportamento e se lo aspettava.

Sarebbe stato inutile cercare di fermarla, ora che era a conoscenza della realtà dei fatti, niente e nessuno avrebbe potuto intralciare il suo cammino. Dopo tutti quegli anni, era convinto di conoscerla alla perfezione ed era preoccupato per questo.

Beth sapeva essere irremovibile e sapere che suo marito era stato ucciso, non giocava a suo favore. Avrebbe potuto commettere azioni avventate e mettere in pericolo la sua vita e quella del bambino. 

Lasciò Rick lì su due piedi e tornò al fianco di suo marito con passo deciso. Si accasciò sul suo corpo, accostando le labbra all'orecchio di Daryl e riprendendo ad accarezzargli dolcemente la tempia.

 

"Lo troverò. Te lo giuro. Non avrò pace fino a quel momento."

 

Daryl si avvicinò a Beth, allungando una mano verso di lei e sfiorandole i capelli, percorrendo con i polpastrelli la forma della sua spina dorsale e arrivando fino ai fianchi. Beth ebbe un sussulto e si voltò di scatto. 

Era lì davanti a lei, poteva guardarla negli occhi e per un attimo gli sembrò che riuscisse a vederlo. I loro sguardi si erano incrociati ed erano affondati l'uno dentro l'altro senza che Beth lo sapesse e questo lo faceva diventare matto. Una nuova lacrima nacque all'angolo dell'occhio destro di Beth e percorse timidamente la sua guancia morbida. 

 

"Ti sento.."

 

Lo sussurrò dolcemente, con le labbra che tremavano, gli occhi chiuse e senza smettere di sorridere. 

Daryl si fece ancor più vicino, diminuendo le distanze tra loro e accostando il viso a quello di Beth.

 

"Non me ne andrò. Non ti lascerò sola. Non vi lascerò soli, mai. So che mi senti...ricordalo."

 

"Beth...devono portarlo via..."

"Va bene...dammi solo un secondo."

 

Beth aspettò che Rick si allontanasse e rivolse nuovamente il suo sguardo a Daryl. Prese un respiro profondo, mentre il motociclista si tratteneva dall'urlare a causa del dolore che gli infliggeva il non poterla stringere forte a se. La biondina si chinò sul viso spento di lui e posò le labbra rosee su quelle fredde e violacee del corpo senza vita di suo marito. 

Daryl avvertì una sensazione di calore che lo pervase e si portò istintivamente una mano alla bocca, sfiorando le labbra appena, come se quel bacio lo avesse avvertito direttamente. Un sorriso nacque sul viso barbuto, mentre una lacrima correva veloce sulla guancia, andando a morire sul giubbotto.

 

"Ho bisogno di te Beth..."

 

Mentre il suo corpo veniva portato via, Beth osservava la scena impassibile, circondata dalle braccia di Maggie che era lì, pronta a farle da spalla. Ma lui la conosceva troppo bene, sapeva leggere e interpretare ogni suo sguardo, ogni movimento di ogni muscolo del suo viso e quello sguardo parlava chiaro. Beth era già proiettata ad indagare sul suo omicidio. 

 

"Daryl..."

 

Al suono di quella voce ebbe un sussulto. Non la sentiva da anni ormai, ma non l'aveva dimenticata. Era ancora lì, impressa da qualche parte nella sua mente e nel suo cuore. Si voltò lentamente e il suo sguardo incrociò, dopo tanto tempo, quello di sua madre. Una luce immensa si stagliava alle sue spalle, mentre la donna si era avvicinata a passo lento, con un'espressione triste dipinta in volto.

 

"Mamma..."

"Allora è vero..."

 

Daryl la fissava incredulo, mentre si avvicinava titubante. Era bella come se la ricordava, ancora giovane e con lo stesso colore di capelli. Sorrise e scattò in avanti abbracciandola forte. Pianse sulla spalla della donna un po' per ciò che era accaduto, un po' per tutti quegli anni passati senza di lei e un po' perché sentire di nuovo un contatto con qualcuno, lo aveva fatto sentire vivo.

Sua madre gli accarezzava dolcemente la testa, come faceva quand'era bambino e sussurrava parole dolci al suo orecchio per scacciare la paura.

 

"Com'è possibile? Tu non ci sei più da così tanto tempo..."

"Sono rimasta per voi...per te e per Merle. Non sarei mai riuscita a perdonarmelo se vi avessi abbandonati. Voi avevate e avete bisogno del mio sostegno. E come avevate bisogno voi, adesso Beth ha bisogno di te."

 

"Non so cosa fare...non mi sono mai preparato a tutto ciò...chi lo farebbe?"

"La vedi la luce alle mie spalle?"

 

Daryl annuì, mentre sua madre gli sorrideva dolcemente, scaldandolo un poco.

 

"Quando sarà il momento, quando sarai pronto, quella luce sarà ancora più vicina e potrai oltrepassarla."

"Io voglio stare con Beth."

"Lo so...ma verrà il giorno che dovrai lasciarla andare, senza però abbandonarla del tutto. Passerai oltre, ma vivrai per sempre in lei e nel vostro bambino. Sarai il loro angelo."

"Perché parli al futuro mamma?"

"Perché non puoi oltrepassare la luce, non ancora. Hai dei conti in sospeso da sistemare. Saprai tu come, ma finché non sarà tutto risolto, non potrai andartene e rimarrai bloccato qui."

 

Daryl si passò le mani tra i capelli, spaventato dalle parole di sua madre. Conti in sospeso? Questioni da risolvere? Come avrebbe potuto risolvere qualcosa in quelle condizioni? Non riusciva ad interagire con il mondo a cui apparteneva prima, non riusciva ad entrare in contatto con i vivi, era palesemente impossibile. Ma una piccola parte di se era felice, essere bloccato in quel limbo infinito, gli permetteva di restare al fianco di Beth ancora per un po'. 

 

"Devi trovare chi ti ha ucciso Daryl...devi trovarlo e proteggere Beth."

"Proteggere? Da chi?"

"La sua vita è in pericolo. Non ho molto tempo, devo andare. Trova il tuo assassino tesoro, trovalo e fa in modo che Beth sia al sicuro! Una persona saprà aiutarti e la riconoscerai!"

"Mamma! Aspetta! Non posso parlare con i vivi! Come faccio?!"

"Io non...non posso dirti tutto. Devi solo concentrarti ed imparare a gestire quelli che io chiamo poteri. Concentrati figlio mio e tutto si sistemerà. A presto.."

 

La donna si dissolse nel nulla, tramutandosi in piccoli granelli di luce. "Poteri...gestire...Beth in pericolo...l'aiuto di una persona", quelle parole gli ronzavano in testa senza abbandonarlo un secondo e si sentì più confuso di prima. Sbuffò guardandosi intorno e notò che Beth era ancora lì, dove l'aveva lasciata qualche minuto prima, abbracciata a sua sorella. 

Si mise davanti a lei, cercando disperatamente i suoi occhi. La fissava senza distogliere nemmeno un secondo lo sguardo, sperando che Beth avvertisse la sua presenza. 

 

"Sei sempre stata così. Così te. E anche se siamo lontani, anche se non mi vedi.."

 

Posò la sua mano callosa, sul petto di Beth, ascoltando il ritmo del suo cuore accelerato. Beth tremò appena e si guardò attorno.

 

"Io ti sento dentro, e questo non cambia. Siamo lontani ma ti voglio accanto e questo non cambia e non cambierà. Potrei morire altre mille volte. Non cambierà mai Beth, mai."

 

Si chinò all'altezza del pancione e lo accarezzò sorridendo, per poi posarci le labbra. Avrebbe voluto vederlo nascere, abbracciarlo forte, crescerlo. Un'immensa rabbia mista a malinconia si impossessò del suo cuore, portandolo ad alzarsi di scatto. Cercò Rick con lo sguardo e, non appena lo vide montare nella sua auto, posò un'ultima volta gli occhi su sua moglie, per poi dirigersi verso il suo amico, svanendo nel nulla come sua madre.

 

Pov Beth 

 

✨✨✨

"Lo so Maggie lo so! Scusa! Non pensavo che iniziasse a diluviare! Ora ti lascio sennò il telefono mi tocca buttarlo, a più tardi."

 

Sbuffò seccata e ripose il cellulare nella borsa a tracolla. Aveva i capelli appiccicati al viso e i vestiti pesanti, non vedeva l'ora di varcare la porta di casa e di farsi una doccia bollente. Mentre camminava a passo svelto sul ciglio della strada, notò un uomo nell'altra corsia che imprecava scuotendo la sua moto. Si lasciò scappare una risata, per poi portarsi una mano alla bocca rimproverandosi. 

"Non si gioisce delle disgrazie altrui Greene, se ti sentisse tuo padre!". 

Titubò leggermente, poi decise di buttarsi. Attraversò la strada di corsa, schivando appena in tempo una macchina che procedeva ad una velocità improponibile.

 

"Attraversa sulle strisce biondina!"

"E tu vai più piano! Cretino!"

 

La macchina sfrecciò via, rivelando alle sue orecchie una risata divertita. Si voltò e vide il motociclista che si sganasciava dalle risate. Storse un po' il naso, stringendo le mani attorno alla cinta della sua borsa.

 

"Che hai da ridere?"

"Io? Niente...sei buffa."

"Buffa? Tss..."

 

L'uomo riprese a smanettare con la sua moto, imprecando nuovamente e calciando l'erba. Beth sporse la testa curiosa e rimase lì ad assistere. Si ritrovò a pensare che fosse davvero un bell'uomo, con la sua aria un po' da spaccone e da misterioso, i capelli lunghi e la barbetta incolta. 

 

"Quanto hai intenzione di rimanere lì a fissarmi?"

"Oh...io volevo...volevo solo sapere se ti servisse una mano.."

 

L'uomo si bloccò e fece forza sulle ginocchia tirandosi su, affondando i suoi occhi in quelli di Beth che ebbe un sussulto. Quello sguardo era penetrante a tal punto da impedirle di aprire bocca. 

La pioggia cadeva su di loro, costringendo entrambi a socchiudere gli occhi.

 

"Volevi sapere se mi servisse una mano...e dimmi un po', sei per caso un meccanico?"

"No...ma magari potevo aiutarti in qualche modo, magari anche a spostarla. In due le cose si fanno meglio no?"

 

Sorrise appena, mentre l'uomo continuava a squadrarla da capo a piedi, come se si sentisse superiore a lei. Scosse la testa ridendo sarcasticamente, per poi avvicinare il viso a quello di Beth.

 

"Io sto meglio da solo."

 

Il suo tono la fece rabbrividire, un po' per la voce roca e intrigante e un po' perché le sembrò quasi una minaccia. L'uomo si voltò, chinandosi sulla moto e tirandola su con forza. Fece per incamminarsi, ma si bloccò davanti a lei.

 

"Allora ragazzina ti sposti o no?"

 

Beth non aprì bocca, si spostò di lato e lo fece passare, fissandolo mentre si allontanava aggrappato al manubrio della moto, mentre la spingeva percorrendo il ciglio della strada. 

 

"Cafone maleducato."

✨✨✨

 

"Beth? Tesoro andiamo?"

 

Scosse la testa tornando alla realtà e annuì tenendo stretta la mano di Maggie.

 

"Ti ho vista assente per un attimo...stavi pensando a qualcosa in particolare?"

 

Beth sorrise leggermente, stringendo con più forza la mano di sua sorella e fissando l'asfalto che luccicava a causa della pioggia. Ricordare la prima volta che l'aveva visto, le aveva messo addosso una nostalgia immensa, ma l'aveva anche fatta sorridere.

 

"Stavo ripensando alla prima volta che l'ho incontrato...ti ricordi?"

"Certo che me lo ricordo. È stata la prima cosa che mi hai raccontato non appena hai messo piede dentro casa, mentre di solito si parlava solo di college e studio. Facevi avanti e indietro, ripetendo in continuazione quanto fosse stato maleducato bei tuoi confronti. Ancora mi viene da ridere.."

"Anche quel giorno pioveva così tanto..."

 

Era sicura che Maggie avesse notato le lacrime confondersi con la pioggia sul suo viso, ma la mora non disse nulla. Si limitò ad accostarsi a lei e a metterle un braccio intorno al collo stringendola. 

Camminavano lentamente verso la macchina, mentre la sua testa si riempiva di domande. Era già pronta ad indagare, a studiare ogni piccolo dettaglio per trovare un senso alla morte di Daryl, ma sapeva perfettamente che non le avrebbero permesso di tornare in ufficio, sia a causa della gravidanza, sia perché si trattava di suo marito e sarebbe stata troppo coinvolta. Era determinata ad andare avanti da sola, sperando con tutto il cuore che Rick l'aiutasse.

✨✨✨✨✨✨✨✨✨✨✨✨✨✨✨✨✨

 

Cari lettori,

Finalmente sono tornata. È stato un po' difficile riprendere il ritmo e tornare a scrivere, ma devo dire che riprendere mi è stato davvero d'aiuto e mi accorgo solo ora di quanto mi sia mancato farlo.

Spero con tutto il cuore che riprendiate a seguire questa storia e anche l'altra che sto scrivendo❤️

Aggiornerò al più presto anche l'altra fanfiction, sarò più costante.

Un abbraccio grande

Aranea❤️

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