La vergine di ferro

di Pandora1997
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una classe problematica ***
Capitolo 2: *** Un annuncio inaspettato ***



Capitolo 1
*** Una classe problematica ***



~Giorno 1
Liceo scientifico Buonarrotti

I corridoi dei liceo, ormai vuoti rimanevano in ombra la mattina presto. Il sole sorgeva dall' altro lato rendendo all'opposto, molto luminose le aule. Fuori il rumore di auto e di lavori in corso non era così forte e non intaccava il silenzio nella scuola, che era perfetto. O quasi.
Si poteva sentire un brusio fastidioso, che aumentava salendo man mano le scale che portavano al piano superiore. Procedendo dritti, sfilando accanto alle classi si arrivava all'origine del disturbo. La 4D.
La sua reputazione era tra i professori la peggiore: non disciplinata, dal rendimento più basso e con alunni maleducati e offensivi. Insomma una classe infernale.
Per i ragazzi era ben diverso, li ci si divertiva davvero, un luogo dove nascevano vere leggende e le regole della scuola non arrivavano. Storie che riguardavano la classe venivano sussurrate fra i banchi con ammirazione e con timore tra le cattedre. Tanti affermavano che erano storielle gonfiate dal passaparola, i più scettici erano convinti si trattasse di uno stratagemma della preside per tenere in riga il resto dell'istituto.
Al'inizio di ogni anno le richieste di trasferimento alla sezione D erano molte ma la preside Borghini le rifiutava sempre - non posso permettere che le loro fila si allarghino, questa è una guerra.- usava ripetere ai suoi colleghi.
Quel giorno alla prima ora era segnata storia dell'arte, che nell'ottica della quarta D era come ricreazione.

- Ragazzi per favore silenzio, è suonata la campanella da un quarto d'ora!- esclamò la professoressa.
Ma il brusio della classe non accennava a diminuire e gli alunni, ignorando le parole della prof, si lanciavano palle di carta, mangiavano o discutevano l'ultima puntata della loro serie TV preferita.
- Date fastidio a chi è davvero interessato alla lezione -.
Disse la professoressa Gilgio, ma nemmeno lei ci credeva.
Da un gruppetto che aveva avvicinato i banchi si fece avanti Zacaria Fabbriccotti, lo spiritoso di classe.
- Prof si calmi, inizi pure la sua lezione soporifera. Di certo non potremo fare casino se saremo tutti addormentati.-
La battuta scatenò la risata generale della classe e la professoresa, si zitti imbarazzata, accasciandosi sfinita sulla sedia.
Solo tre persone non partecipavano all'allegria generale :
Al primo banco la Biaggi, una ragazza un po sovrappeso e con una vistosa sciarpa arcobaleno, era visibilmente arrabbiata
- Lasci stare quelli zotici ignoranti, se non corregge i compiti delle vacanze poi rimaniamo indietro con il programma!- insisteva con la sua voce stridula;
In fondo alla stanza due alunne, sedevano vicine e non sembravano partecipare all'allegria generale.
Era molta bella e l'espressione vacua e annoiata del viso non riusciva a renderla meno affascinante. La ragazza di nome Marta che le era seduta alla sinistra, era sua migliore amica.
Seduta tutta piegata in avanti, digitare con energia e velocità esagerate sul cellulare, mentre i capelli portati sciolti le scivolavano davanti agli occhi.
Talmente concentrata non sentiva il chiacchiericcio intorno a se ne tantomeno le suppliche della prof.
Tutti gli altri, si godevano l'ora ricreativa di buon umore.

Non era ancora suonata l'ora ma la prof Giglio era già uscita lasciando i ragazzi da soli.
Zacaria ne approfittò, e in piedi davanti alla cattedra attirò l'attenzione dei compagni imitando il professore di Matematica, che parlava con la erre moscia :
- Non videve, te non ti givave!- esclamava girando per i banchi - Sevena guai a te se sbivci le visposte!-.
Tutti ormai si tenevano la pancia dalle risate. Zacaria per impersonare meglio il professore Radicchi si mise una sacca da ginnastica sotto la maglia, così da sembrare grassottello.
- Chiedetemi qualcosa dai - fece ai compagni li davanti.
-Una rara rana nera sulla rena errò una sera, una rara rana bianca sulla rena errò un po' stanca- disse la Biaggi.
-E chi lo sa dire! Un altro?-
Un'altra si fece avanti- - Ramarro, terrore, no anzi arrangiare!-
Zacaria con uno strano sorriso attraversò la stanza e si avvicino a Virginia , finché non gli fu proprio davanti e guardandola fisso disse- che ne dite di... vevgine di fevvo? -
Tra le risatine generali la ragazza si girò verso di lui, con un espressione lievemente scocciata. Come se una mosca le ronzasse davanti.
Tutta la classe adesso si era voltata per osservare la coppia, e anche Marta aveva smesso di scrivere e osservava scocciata il ragazzo.
- Adesso vi faccio ridere - disse Zacaria alzando la voce per farsi sentire da tutti, ma sempre guardando fisso Virginia: - cos'è più raro di un unicorno? Ovvio una vergine!, e cosa sono in via di estinzione come i tonni? Sempre loro, le vergini. Noi siamo fortunati, ne abbiamo un esemplare qua davanti. Nel 2018 dove ormai la verginità è solo per le suore e le racchie Miss Frigida qui non l'ha ancora data via. C'è chi vuole farla santa, altri dicono che in realtà ne sappia più di una puttana. Sai Virgo sei diventata famosa anche nelle altre scuole. Dai ragazzi diteglielo anche voi, una botta è via giusto? -
Marta che durante il discorso di Zacaria si era fatta sempre più seria si alzò in piedi :
- Basta Zecca ora esageri -
- Ed ecco Marta, il cagnolino personale di Virgo, che abbaia ma non morde mai.-
L'altra prese il suo cellulare in mano e disse -Smettila o...-
Zacaria si mise a ridere - o cosa?-
Marta iniziò a leggere lo schermo a voce bassa-  Ultimo giorno d'estate, anno 2015. Elena, della terza B per pietà, come afferma lei stessa, va a letto con la piccola Zecca che si rivela una frana. Dopo essere durat... -
-Zitta!- rosso di rabbia la interruppe prima che potesse finire - te e le tue stronzate. Ho capito, ho capito...-
Gli altri intanto aveva smesso di ridacchiare e si erano zittiti per capire che stava succedendo.
-Le ragazze non sono in vena di scherzi- disse, con una risata forzata- Lasciamole nel loro angolino.-

Virgina nel frattempo, non si era scomposta troppo .
Quel soprannome ormai non le faceva più effetto come prima, certoperò non era piacevole.
La vergine di ferro o di Norimberga: uno strumento di tortura, consisteva in un sarcofago dalla siluette femminile munito al suo interno di enormi spunzoni. Questi ultimi servivano per ferire lungo tutto il corpo i malcapitati che vi venivano rinchiusi.
Incapaci di muoversi, per evitare ferite più profonde, morivano dissanguati dopo lunghi periodi di tempo.
La prima volta che si era sentita chiamare così era scoppiata in lacrime, ma alla fine ci aveva fatto il callo. Era diventata indifferente all'amore e ai ragazzi, che disprezzava tutti.
Era la Vergine di Ferro e gli andava bene.
Non voleva cambiare, per niente e nessuno.-

-Marta non serviva, sai che non mi toccano queste cose-.
l'altra calmatasi un po le rivolse uno sguardo accigliato - Ovvio che non l'ho fatto per quello, e solo che lo odio. Punto. Se c'è la possibilità di umiliarlo la colgo al volo. Detto questo quella che gli ho detto era una mezza verità. Sapevo che era andato a letto con Elena Giorgi ma non sapevo nulla delle sue prestazioni sessuali, - a quelle parole scoppio a ridere di gusto- avevo ragione a pensare fosse una schiappa a letto-.
Virginia le sorrise complice - Sei proprio tremenda-. l'altra si strinse nelle spalle -Lo sono per necessità, non mi diverte spettegolare sulla vita degli altri. Zecca è un caso a parte.-
-Per caso centra anche quel bacio da ubriachi?-.
-Vi!- esclamò Marta orripilata - Sai benissimo che si è approfittato di un mio momento di debolezza. E subito dopo gli ho vomitato sulle scarpe da quanto mi era piaciuto. -
- Vero- annui Virginia- il limoncino di tua nonna è il tuo punto debole.-
-Parlando d'altro oggi pranzo a casa mia?-
Virginia le rispose e mentre le due chiacchieravano a quattrocento chilometri di distanza una famiglia era pronta a traslocare. I genitori avevano deciso che Torino non faceva per loro e che tornare alla loro città natale fosse l'opzione migliore.
Il figlio unico, che andava in quarta liceo scientifico non era ne dispiaciuto ne felice della cosa. La considerava necessaria, una spunta sulla lista di cose da fare quel giorno.
Silenziosamente quella mattina aveva finito di chiudere gli scatoloni e si era preparato lo zaino con lo stretto necessario per il viaggio in macchina. Preso l'ipod con le cuffiette già inserite si alzò dal letto e diede un ultimo sguardo alla sua camera.
Non c'erano segni di poster sulle pareti, ne adesivi sui mobili ne graffi sul pavimento dovuti allo spostamento di qualche mobile. Sembrava che in quella stanza non ci fosse vissuto nessuno.
La madre busso piano sullo stipite e si affacciò nella stanza del figlio - Sei pronto?-
- Certo- disse.-

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Capitolo 2
*** Un annuncio inaspettato ***


La vergine di ferro

Giorno 6
Un annuncio inaspettato
 
La strada fuori dal finestrino scivolava veloce, riflettendosi nei suoi occhi cerulei.
L'aria gelida di Gennaio li non poteva raggiungerla, al caldo dei getti d'aria.
Il formicolio alle mani guantate ,forse per lo sbalzo di temeratura, era piacevole anche se doloroso.
Sua madre era alla guida. Se non fosse stato per la sua insistenza, avrebbe smesso da anni di farsi accompagnare  scuola.
Sembrava preoccupata per lei.
In effetti quella mattina non aveva voglia di parlare, si sentiva più inquieta del solido. Ma non era colpa di sua madre, ne di altri. C'era qualcosa di sbagliato in lei,di anomalo.
Qualche giorno prima l'ennesimo ragazzo si era dichiarato. Una disastro:  lui in lacrime, la faccia rossa  e i suoi amici pronti ad accusarla.
Era più facile rifiutarli, trattarali male che spiegare, raccontare la verità.
Una nuova se stessa vuota e arida era nata molto tempo prima, un mostro di indifferenza.
Preferiva di gran lunga starsene lontana dagli altri in modo che non la influenzassero, che non la ferissero.
Erano le otto di mattina e Virginia era di nuovo in ritardo.
I pochi rimasti indietro all'entrata la fissavano.
Sapeva bene di essere bella. Aveva occhi a mandorla delineati da lucghe ciglia, naso dritto e minuto come la madre. i capelli lisci e castani mettevano In risalto la bocca rosso cigliegia. Era felice del suo aspetto e ne apprezzava le qualità . Quello che non sopportava era lo sguardo degli uomini. Languido e insistente.
Il corpo, diventava oggetto, distaccato dalla sua personalità, da Lei.
Per un attimo tornò al periodo delle medie e rabbrividì senza volerlo.
Il soprannome di vergine di ferro, ormai famoso ovunque era stato coniato proprio in quel periodo. Un periodo in cui aveva scoperto quanto le persono erano crudeli.
L'arrivo di Marta la distrasse dai ricordi. Era difficile non notarla. Camminava svelta, praticamente saltellando mentre i capelli raccolti in una coda altissima ondeggiavano in tutte le direzioni. Era alta quasi un metro e ottanta, portava un cappotto ruggine lungo fino alle caviglie, un sciarpa rosso acceso e i soliti mocassini. La famiglia aveva un piccolo negozio esclusivo di calzature in città e Marta non aveva mai dovuto comprare una scarpa, perchè se le faceva su misura ed asclusivamente mocassini.
La sua migliore amica, la travolse con un fiume di parole.
- Ciao Vi, questa la devi sapere. Hai presente il casino di ieri nel corridoio? A quanto ho scoperto Zecca, Nik & co stavano facendo la solita partita di calcetto nei corridoi. Ieri non siamo uscite dalla classe perche avevano le mele da sbucciare ricordi? Per quello non li abbaimo visti. Stavano tre a uno quando Zecca ha provato l'ultimo calcio disperato in porta. Poi una combinazione di coincidenze ha messo nei guai il nostro Messi dei poveri. I giornali non erano ancora stati consegnati quindi non c'era carta libera.  Quel furbo di Nicola ha pensato bene di usare, invece della solita palla di carta, un brick di the pieno. Intanto la preside aveva fatto chiamare tutti i professori del corso D nel suo ufficio. Sai ci sono le assegnazioni dei coordinatori. Fatto sta che proprio in quel momento Radicchi era di corsa. Il brick di the calciato troppo alto è volato per sei metri ed  è finito in faccia al prof! Ha iniziato a sanguinare ed ha dato di matto. I nostri compagni se la ridevano e Radicchi urlava come uno scimmione. Sembrava lo avessere decapitato.  L'hanno dovuto portare all'ospedale in ambulanza per calamrlo, anche se era un taglio superficiale. Gli hanno messo solo due punti e dimesso subito. Oggi dovrebbe essere a scuola. La parte interessante però arriva adesso. La preside è furiosa. Hai notato che la Borghini quando si arrabbia riesce quasi a congiungere le sopracciglia? Fa impressione... Secondo lei c'è di mezzo l'incolumità dei professori e questa volta sembra aver puntato Zecca come un cane da caccia. Vuole espellerlo! Ma non come gli altri anni che si diceva tanto per. E' ufficilale e la preside ha gia parlato con i suoi genitori. Forse ce lo togliamo di torno uan volta per tutte! Non sei contenta?-
La fissò un po frastornata  esenza avere capito una sola parola, era impossibile starle al passo quando entrava in modalità "Vitidevodoraccontareunacosa".
-Marta non ho capito niente! Riassumi, riassumi.-
La guardò storto e disse scandendo le parole - Zacaria. Espulsione. Ora hai capito? -
-Due paroline magiche- disse e le fece un sorrisone -Direi che la giornata è appena migliorata!-
Le prime due ore di lezione passarono tranquillamente.
Zacaria durante matematica tentò di vendere al prof Radicchi il segreto per l'allungamento del pene con tanto di video illustrativo e la Biaggi non contenta dei compiti assegnati in scienze perchè secondo lei di livello alquanto inferiore a quelli usuali, era riuscita a farli raddoppiare.
Mentre metà della classe stava lapidando a parole la Biaggi, che se ne fregava altamente, la professoressa Castelli entrò trafelata in classe. L 'insegnante di inglese ci aveva ufficialmente "ripudiato" l'anno prima, si presentava mezz'ora d'opo la campana o proprio non si faceva vedere. Quando invece era costretta in classe, recuperava da youtube dei video spiegazione che la sostituissero. Quindi doveva essere successo qualcosa di grosso perchè si presentasse in classe alle dieci precise.
Tra gli ansimi e i colpi di tosse la prof si riprese mentre ormai tutti si erano zittiti e aspettavano una qualche spiegazione o un annuncio. Aveva la nostra completa attenzione per la prima volta in due anni di insegnamento.
-Ragazzi sarà fatta a breve una comunicazione che vi riguarda. La preside arriverà a momenti quindi zitti e state seduti ai vistri posti. Non voglio venire ripresa, chiaro?-
Tutti si girarono verso Zacaria, che sembrava pallido. Lo stavano per espellere davvero?
Qualcosa non le tornava.
 Si rivolse a Marta, che sembrava su di giri.
-Ma l'espulsione non è una cosa privata? La preside non dovrebbe parlare con i genitori di Zacaria in privato?-
-Ho un'idea-
 Vide l'amica alzarsi in piedi e alzare la mano per attirare l'attenzione della Castelli.
-Prof, ma l'annuncio riguarda uno dei nostri compagni di classe?-
Zacaria subito sull'attenti lanciò uno sguardo terribile a Marta per puoi spostare l'attenzione sulla prof che disgustata dal fatto che un'alunno le avesse rivolto la parola, rispondendo non guardò nemmeno chi aveva posto la domanda - In un certo senso sii, ma non posso dirvi altro. Aspette l'arrivo della preside.-
Detto questo si sedette alla cattedra senza nemmeno svuotare la borsa o togliersi il giubotto. -Se la svigna sicuro dopo l'annuncio- pensò Virginia.
Si sentiva una sorta di tensione serpeggiare tra i ragazzi. L'espulsione di Zacaria era una cosa seria, lui era il giullare, l'attaccabrighe, quello dietro ad ogni mossa della quarta D.  Senza di lui c'era la possibilità che si tornasse ad essere una classe "normale" per quanto fosse possibile considerati i soggetti che la formavano. Ma per Marta era come festeggiare compleanno, natale, e la festa della donna tutto insieme.
Zecca, sopranominato così da lei le aveva reso la vita quasi impossibile.
Virginia voleva un bene dell'anima a Marta ma si anche lei avolte non la capiva. Era una ragazza di un'altro pianeta, che non si mescolava alla folla. Per questo era sempre stata facile preda delle battutine e degli scherzi di Zecca e non solo, fin dalla prima liceo. Virginia trasferita alla sezione D in terza superiore non aveva assistito a tutti torti subiti dalla sua migliore amica ma le era bastato quell'anno per capire che vita avesse passato.
Adesso peò erano più forti entrambe, mature e come diceva Marta - pronte alla guerra-.
-In piedi-
Con uno scatto la metà della classe si alzò  e Elena Borghini fece il suo ingresso.
Alla vista degli alunni seduti scosse la testa ma lasciò perdere. Anche per lei eravamo una causa persa.  Si rivolse alla Castelli e dopo averla salutata si girò per fronteggiare gli alunni.
- Buongiorno, seduti prego.- Dopo una piccola pausa ricominciò -Questa classe è... particolare, ma ho fiducia in voi e vi reputo dei ragazzi, come dire...molto svegli. Per questo la prossima settimana quando si iscriverà qui un nuovo alunno verrà assegnato proprio a questa classe. Voglio che venga accolto nel migliore dei modi e che lo aiutiate ad integrarsi. qualche domanda?.-
Alle parole della preside il sorriso di Marta divenne un broncio, mentre Zacaria aveva riacquistato un po di colore. Il resto della classe invece era eccitato. Era raro che la preside traferisse qualcuno nella loro classe, dove finivano  gli scarti della scuola e i problematici. Quel ragazzo doveva per forza essere uno di loro.
Serena timidamente alzò una mano curata e dalle unghie smalatate.
-Si?- fece la preside.
-Che combina?-
-Ma dice a me?- Sotto lo sguardo confuso della preside Serena corrugò la fronte e sembrò pensare ad una risposta da dare. Alla fine fece spallucce e riprese a scarabocchiare sul quaderno.
Rebecca dopo aver sopirato rumorosamente prese la parola al suo posto - Sere si chiedeva, e credo valga per tutti, che particolarità ha questo alunno. La scuola è inizata da un pezzo ed è raro che qualcuno venga in classe nostra.-
-Non ci vedo nulla di così particolare , per usare le tue parole. - rispose interdetta la donna -
Il ragazzo viene da Torino, per questo il ritardo e non c'è nient'altro daggiungere. Sono sicura che si presenterà lui meglio di quanto possa fare io adesso. Arrivederci-
Detto questo la Borghini uscì dalla classe a passo nervoso seguita subito dopo dalla professoressa Castelli che non salutò.
Per stabilire che tipo fosse il nuovo arrivato si iniziò una discussione e la teoria che andava per la maggiore era che si trattasse di un delinquentello da poco rilasciato che doveva cambiare aria per un po.
Voltandosi vide Marta con gli occhi luccicanti e un sorriso sulle labbra. La delusione per la mancata espulsione di Zacaria era sparita lasciando spazio a qualcosa di ben più pericoloso.
Era inziata la caccia alle informazioni sul nuovo arrivato ed era pronta a tutto per ottenerle. La capiva, sapeva pene il perchè di tutto quello. Ma per lei era diverso.
A lei non importava, preoccuparsi degli altri non era più una sua priorità.
Inoltre quello nuovo era un maschio, non si sarebbe nemmeno accorta della diffrenza.
Diede un'occhiata all'amica - Mi aspetta una una lunga settimana.

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