Solo amore...e poi ?

di Lady_Michi1
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il mattino dopo ***
Capitolo 2: *** Partenza ***
Capitolo 3: *** Arrivo ad Arras ***
Capitolo 4: *** Nubi all' orrizzonte ***
Capitolo 5: *** Amore mio ***
Capitolo 6: *** Confronto ***
Capitolo 7: *** Scelta ***



Capitolo 1
*** Il mattino dopo ***


Il mattino dopo

Le prime luci dell'alba filtrarono attraverso le grandi vetrate di palazzo Jarjayes che lentamente si destava in quella limpida e gelida
mattina di Febbraio.
L'allegro cicalio delle cameriere, giunto dal corridoio, ridestò Oscar dal sonno ristoratore e, per un solo istante, avvertì lo smarrimento,
il vuoto nel letto ma subito un lieve sorriso le incurvò le labbra.
Lui sapeva sempre cosa fosse meglio fare, nel cuore della notte era scivolato dal suo letto facendo ritorno alla sua stanza, non prima 
di averle adagiato una rosa bianca, privata di spine affinchè non si ferisse, sul cuscino accanto al suo.
Chiuse gli occhi inalandone la timida essenza, dolce e delicata quanto i suoi gesti e le attenzioni che, da una vita intera, le riservava.
Strinse forte a sè il cuscino ritrovando ancora il profumo di sapone e muschio del suo uomo, il suo amore che solo poche ore prima 
l' aveva resa donna tra baci appassionati e carezze, non aveva sanguinato, era stato delicato il suo Andrè.

Si rinfrescò osservando a lungo l' immagine riflessa nello specchio cercando invano un segno tangibile del cambiamento che era avvenuto
notando, per la prima volta, il candore della sua pelle liscia e vellutata, il viso senza imperfezioni e lunghe ciglie scure incorniciare gli
occhi splendenti.
Si vedeva bella, si vedeva donna ed accarezzò volutamente la curva del seno, maliziosamente nascosta dalla camicia bianca di flanella.

Scese la grande scala affrettandosi per incontrare lui, nella cucina di Nanny e lo vide, col vassoio in mano, intento a prepararle la colazione.
Andrè era bellissimo col suo fisico statuario e lineamenti del volto regolari.
I riccioli scuri incorniciavano l' incarnato risaltando lo smeraldo del suo occhio mai così luccicante, che strizzò per salutarla con un sorriso
appena accennato.
Nanny entrò in cucina in quel momento causando l' involontaria rottura del piccolo incantesimo che si era creato tra i due novelli amanti.
- " Ben alzata Oscar, sei mattiniera. Non dirmi che sei ancora dell' idea di partire per la Normandia ? " -
- " Sì nonna, ho bisogno di cambiare aria. " - 
rispose pacata Oscar sorseggiando distrattamente una tazza di the,
- " Che idee malsane figliola mia, una settimana tutta sola in Normandia ! " - 
affermò Nanny contrita,
- " Veramente ho cambiato idea, Andrè mi farebbe piacere se mi accompagnassi. " - 
propose Oscar volgendo lo sguardo al suo uomo,
- " Ma certo Oscar, come desideri, vado a preparare la mia roba. " - 
rispose Andrè con la solita gentilezza disarmante che lo distingueva.
- " Grazie al Cielo sei rinsavita e ti porti quello scansafatiche di mio nipote che sarà pure un buono a nulla ma almeno è un uomo ! " - 
affermò sollevata Nanny,
- " Ma nonna non sarai troppo severa con lui ? " - 
e le due risero a crepapelle.

                                                                                                                    ♡♡♡♡♡♡♡♡

Era felice come poche volte lo era stato, solo qualche ora prima aveva avuto il coraggio di confessare ad Oscar il proprio amore.
Credeva di conoscere ogni sfaccettatura del suo carattere, si era sempre vantato con sè stesso di saperle leggere dentro mentre non aveva
intuito che anche lei segretamente lo aveva sempre amato e d' improvviso tutto divenne più nitido : il volerlo sempre accanto in qualunque
occasione, i duelli al fioretto dove sfioramenti di braccia e coscie assunsero un nuovo significato, non apparendo più così innocenti e casuali.
Una forte alchimia aveva sempre legato i due sin dall' infanzia, non c' era Oscar senza Andrè ed ora che l' amore sanciva ulteriormente questa 
unione, ad Andrè sembrava quantomai la più ovvia delle conclusioni.
 
La notte precedente aveva atteso che Oscar si abbandonasse al sonno e lentamente, seppur a malincuore, era sgusciato dal suo letto.
Non poteva rischiare di farsi scoprire nelle sue stanze, benchè gli avesse promesso una relazione alla luce del giorno, spettava a lei decidere 
il momento ed il luogo.
Rapito dalla bellezza eterea del suo amore, aveva rubato una rosa al vaso adagiandola sul cuscino in modo che, al suo risveglio, avrebbe pensato 
a loro.
La rosa era bianca, pura, soffice come la sua Oscar che, senza spine, si era concessa a lui.

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Capitolo 2
*** Partenza ***


Partenza
Ai piedi della scalinata bianca di palazzo Jarjayes, la carrozza debitamente caricata dei bagagli, era pronta alla partenza.
A trainarla, il fiero Alexander che già scalpitava impaziente, trattenuto da Gerome, il custode del palazzo.
Oscar avvolta nel pesante mantello scuro, scese la scalinata seguita dalla solerte Nanny che impartiva le ultime 
raccomandazioni per il viaggio, parole che giungevano ad Oscar come un eco lontano ed assopito.
La sua concentrazione era puramente rivolta verso la stalla dove intravvedeva Andrè, impegnato con i finimenti di Caesar.
- " Non preoccuparti nonna, siamo adulti oramai, sapremo badare a noi stessi. " - 
la liquidò svogliatamente affrettandosi a raggiungere Andrè, lasciando l' anziana donna strizzita con i pugni ai fianchi,
- " Adulti o meno, sarete sempre i miei bambini ! " - 
brontolò più a se stessa.

Avvertendo la presenza di Oscar, Andrè si voltò, sfoggiando uno dei suoi sorrisi più dolci,
- " Oscar il tuo cavallo è pronto, possiamo partire quando lo desideri. " - 
le disse con voce calda e rassicurante e quando la donna si avvicinò, lui si voltò, un istante affiancandosi a lei, uno 
stratagemma per sfiorarle il dorso della mano con la propria, solo un attimo, un fugace contatto, un brivido che percorse 
la schiena di entrambi, come un vento gelido ed Oscar sussultò per il gesto impavido, rapita dallo sguardo colmo d' amore 
che le riservava Andrè.
Uno sguardo pulito, sincero che solo ora capiva che esso era lo stesso di sempre, immutato nel tempo perchè Andrè 
l' aveva sempre amata, da quando si erano conosciuti in tenera età ed il sentimento non era mutato ma solo reso profondo
dallo trascorrere degli anni. 
Quanto tempo trascorso assieme, quante corse spensierate da fanciulli, quanti duelli, quante feste, quanti compleanni e 
poteva rivederli lì, dentro quel verde infinito dei suoi occhi.
- " Partiamo adesso, portami via Andrè. " - 
sillabò impnotizzata da lui ed uscirono dalla stalla con Caesar che nitrendo, sembrò salutare Alexander.
Oscar salutò lo stulo di cameriere e salì sulla carrozza mentre Andrè, fissò le redini di Caesar alla parte posteriore della vettura e salì a cassetta come fosse un giorno comune senza palesare alcuna emozione particolare.

                                                                                                       ♡♡♡♡♡♡♡
Viaggiavano da pochi minuti ed Oscar, contemplando le vaste campagne circostanti, avvolte da un' effimera nebbiolina,
avvertì la carrozza fermarsi.
Andrè scese, aprì lo sportello della carrozza e, senza dire una parola, si tuffò tra le braccia di lei, già pronte ad accoglierlo,  
suggendone le labbra.
- " Perdonami, non resistevo più. " - 
si scusò incorniciandole il viso con le mani,
Oscar rispose con un timido sorriso, era felice delle sua iniziativa ma non riuscì a dirglielo, non era avvezza a certe 
emozioni e non sapeva ancora come comportarsi, erano situazioni del tutto inesplorate per lei,
- " Meglio ripartire prima che qualcuno ci noti. " - 
affermò Andrè lasciandole un ultimo bacio, 
- " Aspetta, vengo con te. " - 
disse lei alzandosi,
- " Sarebbe meraviglioso ma potremmo dare nell' occhio. La gente si chiederà cosa faccia il Comandante De Jarjayes a 
cassetta col proprio attendente. " - 
rispose con una risata spensierata, spiazzando Oscar che sfoggiò un cippiglio poco femminile.
- " Avremo tempo di stare insieme, te lo prometto Oscar ma credemi, adesso è troppo pericoloso. " - 
affermò ritrovando la serietà, con quella voce calda che da sempre le sapeva infondere sicurezza. 
La saggezza di Andrè era da sempre un passo avanti a lei.
- " Hai ragione. " - 
disse adagiandosi nuovamente sul sedile.
Andrè uscì dalla carrozza e, mentre chiudeva lo sportello, Oscar lo bloccò con la mano : 
- " Aspetta un attimo Andrè, volevo dirti ... solo ti amo. " - 
Lui contemplando l' azzurro dei suoi occhi, sorrise lievemente, 
- " Anch' io Oscar, da sempre ... da sempre. " - 


Una dedica particolare alla mia cara amica gr_Lady863

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Capitolo 3
*** Arrivo ad Arras ***


Arrivo ad Arras

Nel tardo pomeriggio giunsero le prime ombre della sera a lambire i vigneti delle campagne di Arras, lontano all' orrizzonte.
La nebbia avvolgeva, col suo manto sottile, le viti spoglie facendole assomigliare a degli spettri informi ed inquietanti.
Il freddo pungente iniziava a farsi sentire nonostante i guanti di pelliccia ed il mantello col cappuccio calato sul capo.
- " Oscar siamo in vista di Arras, ci fermiamo da Pierre ? " - 
chiese Andrè indirizzito mentre una nuvola bianca usciva dalla sua bocca e, non ottenendo risposta, fermò il cavallo.
Sorrise con tenerezza quando si accorse che Oscar si era addormentata dondolata dal moto della carrozza.
Aprì lentamente lo sportello del veicolo e posandole un bacio leggero sulle labbra, la destò,
- " Andrè..." - 
mormorò socchiudendo gli occhi in quel delicato risveglio,
- " Siamo vicini alla locanda di Pierre, ho pensato che potremmo fermarci per la notte. Che ne dici ? " -
le chiese Andrè,
- " È un' ottima idea, sei congelato. " - 
le rispose posando le mani sul suo mantello avvertendovi l' umidità della nebbia condensata.

La locanda di Pierre era una loro tappa fissa, quando andavano ad Arras, distava poco dal paese ed offriva stanze ampie e 
pulite e si poteva gustare l' ottimo stufato della moglie Simonette.
- " Madamigella Oscar, Andrè, che piacere rivedervi. " - 
li salutò con entusiasmo il proprietario non appena varcarono la soglia e strinse entrambi aggiungendo una sonora pacca 
sulla spalla di Andrè,
- " Ma sei congelato, Simonette prepara subito un bagno bollente per il nostro Andrè e le stanze migliori per i nostri ospiti."- 
sbraitò alla moglie,
- " Sono costernata madamigella Oscar ma purtroppo disponiamo di un' unica stanza, la locanda è piena, c' è la Fiera del
bestiame in paese. " - 
rispose la donna rubiconda, asciugandosi le mani sul grembiule,
- " Per noi non è un problema condividere la stessa stanza. " - 
affermò Oscar dopo un attimo di sgomento,
- " Se a madamigella sta bene, così sia ! É la stanza più grande e dispone di un comodo divano dove potrà riposare Andrè."- 
rispose Pierre senza scomporsi.

Erano le sei del pomeriggio e cenarono con stufato e patate bollite, un piatto da far concorrenza alla cucina di Nanny,
- " Pensa se ci vedesse la nonna mangiare questa squisitezza, diventerebbe verde di rabbia. " - 
disse con una risata Andrè,
- " È vero mi sembra di vederla. " - 
rise lei a sua volta,
- " Oscar, sei sempre convinta di fuggire all' estero ? " - 
le chiese tornando serio,
- " Andrè non dubbitare mai di me, ho già preso la mia decisione. " - 
rispose con enfasi coprendogli la mano con la propria.
- " La stanza è pronta, riscaldata e l' acqua nella vasca è bollente. " - 
gli interruppe Simonette ed Oscar ritrasse subito la mano da quella di Andrè.
- " Oscar vai prima tu, io esco a controllare i nostri cavalli. " - 
e la donna con un cenno di assenso del capo, salì al piano superiore.

Oscar si abbandonò al dolce tepore dell' acqua avvolta nell' atmosfera della stanza calda ed accogliente illuminata dalla 
luce fioca delle candele.
L' idea di trascorrere la notte nella magia di quella stanza, provocò in Oscar una forte emozione che la colpì al basso 
ventre.
Il ricordo della notte precedente era impresso come non mai e la portò a stringersi le spalle con le braccia, in una sorte di 
abbraccio.

                                                                                                      ♡♡♡♡♡♡♡

La nebbia aveva avvolto la locanda e la campagna circostante, faceva più freddo rispetto a Parigi e le piccole particelle 
d' acqua sospese nell' aria, avevano inumidito i capelli di Andrè, seduto sui gradini dell' edificio, attendendo 
rispettosamente che Oscar si ricomponesse. 
Un' altra notte insieme li attendeva e non credeva possibile di essere ancora più emozionato della notte precedente. 
Rientrò alla locanda dove rifiutò l' ennesimo bicchiere di vino offerto dal proprietario, voleva essere più sobrio possibile 
e proprio per quel motivo aveva atteso all' esterno della locanda.
Augurò la buona notte a Pierre e salì le scale con frenesia. 
Bussò alla porta attendendo impaziente che Oscar lo facesse entrare.
Era già rivestita con i soliti abiti maschili, 
- " L' acqua è ancora calda. Scendo per un bicchiere, ti lascio alla tua intimità. " - 
disse Oscar, 
- " Non è necessario... puoi rimanere se vuoi. " - 
affermò Andrè chiudendo la porta.
Le poche candele producevano una luce soffusa ma l' uomo fu certo che Oscar arrossì.
Si svestì in fretta rimanendo di spalle ed Oscar non riuscì a distogliere lo sguardo da quel corpo che sembrava scolpito nel 
marmo e dalle natiche tonde e sode. 

Quando Andrè uscì dalla vasca, si avvolse in un telo che poco lasciava all' immaginazione ed avvicinandosi ad Oscar 
che fingeva di osservare oltre la fitta nebbia dalla finestra, l' abbracciò, 
- " Ti voglio. " - 
le soffiò all' orecchio mentre l' erezione spingeva sul ventre di Oscar, 
- " Sono tua. " -  
fù l' assenso della donna che, perdendosi tra le braccia del suo Andrè, visse la sua seconda splendida ed intensa notte 
d' amore in quell' improvvisata alcova, avvolta nel silenzio ovattato ad un' ora di cammino da Arras.

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Capitolo 4
*** Nubi all' orrizzonte ***


Nubi orrizzonte

L'alba del nuovo giorno,li sorprese teneramente abbracciati nel piccolo letto della locanda da Pierre.
Oscar sollevò leggermente il volto per incontrare quello di Andrè che ancora era assopito nel dolce 
tepore della stanza.
Gli ultimi ciocchi sul camino, avevano lasciato alcune braci oramai rosate, sufficienti a stemperare il 
poco spazio a loro disposizione.
Oscar osservò attentamente il volto sereno del suo innamorato e con un dito, ne disegnò il profilo, partendo 
dalla fronte ampia e liscia, il naso dritto e ben definito e le labbra rosee, morbide e carnose. 
Arrossì al ricordo del suo corpo abbandonato ad esse che avevano esplorato impudicamente ogni parte del 
suo essere.
Gli scostò i capelli dal viso accarezzando la cicatrice che inesorabilmente gli aveva compromesso l' occhio sinistro 
mentre un accenno di rimorso l' attraversò, non si era mai liberata del senso di colpa per quell' incidente.
Scacciò quel pensiero dedicandosi alla dolcezza di quel momento quando un altro ricordo riaffiorò dal passato :una 
bambina biricchina che soffiava sul volto del suo compagno di giochi per vedere quanto impiegava per svegliarsi.
Ritrovando la bambina di un tempo, Oscar si avvicinò alle narici di Andrè soffiando leggermente,con le labbra incurvate 
in un sorriso, beandosi del fastidio che gli creava.
Andrè si destò annaspando,
- " Oscar sei rimasta la solita bambina rompiscatole di un tempo ! " - 
sbraitò,
- " E tu il solito dormiglione ! " - 
rise Oscar,
- " Non stavo dormendo, mi stavo godendo le tue carezze. " - 
affermò con tono suadente,
- " Mi è mancata la bambina che già allora amavo ... Diventa mia moglie Oscar ! " - 
le propose suggelando le sue labbra, 
- " Oh Andrè, io lo sono già !" -
- " Madamigella Oscar è l' alba, come avete chiesto, posso entrare ? " -
Trascorse un breve istante dalla richiesta e Simonette irruppe nella stanza, creando uno scompiglio imbarazzante.
Oscar si tirò le coperte fin sopra la testa mentre Andrè rimase imbambolato a fissare la locandiera.
- " Oh mio Dio ! Perdonate l' intrusione, non immaginavo ! " -
balbettò fuggendo, richiudendo la porta mentre Oscar ed Andrè, senza imbarazzo, scoppiarono in una fragorosa risata.

                                                                                          §§§§§§§§§§§§§

Nel frattempo a palazzo Jarjayes la quiete del mattino fu interrotta dal passo marziale del Generale, tornato anzitempo,
- " Nanny ! "-
gridò furente, tanto che l' anziana donna accorse aggiustandosi la cuffietta,
- " Dov' è mio figlio Oscar ? " -
chiuse in tono che non ammetteva repliche,
- " Oscar ed Andrè sono partiti ieri per la Normandia, una licenza ... credo. " -
rispose Nanny con lo sguardo basso,
- " Non c' è alcuna licenza ! Oscar si è dimessa da Comandante delle Guardie Reali e senza il mio consenso ! " -
tuonò il Generale,
-" Ma com' è accaduto ? Oscar non ha mai fatto di queste sciocchezze ! " -
affermò Nanny portandosi le mani al volto.
- " Partirò immediatamente per la Normandia, deve riprendere servizio a Sua Maestà ! Non lascerò che il nome dei 
Jarjayes venga infangato dai suoi assurdi capricci ! " -
concluse furente risalendo a cavallo.
Nanny rimase sbigottita sulla soglia del palazzo, osservando l' uomo che lasciava la tenuta al galoppo.

                                                                                      §§§§§§§§§§§§§

Al calar della sera, Oscar ed Andrè giunsero a Le Havre nella villa di famiglia e, nonostante l' ora tarda, le due cameriere 
accorsero al portone,
- " Madamigella Oscar, Andrè, ben arrivati, non vi aspettavamo, le vostre stanze saranno pronte quanto prima." -
asserì con un inchino Marie,
- " Vi fermate a lungo madamigella ? " -
- " Ci fermeremo solamente questa notte e di stanza ne basta una. " -
ordinò Oscar,
- " Perdoni ma Andrè ? " -
chiese stupita Marie,
- " Andrè dormirà con me ! " -
affermò Oscar destando lo stupore delle cameriere,
- " Ma allora voi due ... " -
Oscar le fulminò con lo sguardo le due cameriere che fuggirono al piano superiore nell' intento di preparare la stanza.
 

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Capitolo 5
*** Amore mio ***


Amore mio

Dopo un fugace pasto, Oscar ed Andrè si avviarono verso la stanza da letto preparata per loro.
Gli animi leggeri, totalmente immersi nel loro nuovo mondo, fatto di abbracci e coccole, ignari del Generale che incombeva su di loro.
Il lungo corridoio del piano superiore, era fiocamente illuminato dai bracieri appesi ai muri.
Improvvisamente Andrè, colto da un leggero capogiro, ne fissò uno e lo vide sdoppiarsi informemente, sentendo venir meno l' equilibrio, cercò invano di stroppicciarsi
l' occhio sano per ritrovare lucidità.
Arrancò e cadde a terra,
- " Andrè che ti succede ? " -
chiese Oscar prontamente su di lui,
- " Non è nulla Oscar. non ti preoccupare, è solo un leggero capogiro per la stanchezza. " -
rispose Andrè col tono più calmo possibile ed un sorriso tranquillizzante.
Non voleva preoccupare Oscar ma da qualche tempo, quell' occhio gli procurava dei fastidi, si annebbiava oppure gli si scuriva la vista.
- " Andrè devi riposare, ci fermiamo alla villa per qualche giorno. " -
decretò aiutandolo a rialzarsi,
- " Non è necessario Oscar, ti assicuro che sto meglio. " -
cercò di minimizzare Andrè ma lei, circondandogli affettuosamente il collo con le braccia,aderendo col corpo al suo, gli sussurrò,
-" Non ci rincorre nessuno, possiamo prenderci tutto il tempo che vogliamo." -
affermò ignara dei disegni del padre,
- " Come desideri Oscar. Perchè non andiamo a veder sorgere il sole alla spiaggia domani ? Sempre che tu riesca a svegliarti per tempo. " -
la provocò Andrè,
- " Sei tu il dormiglione non io ! " -
protestò dandogli un pizzicotto sul braccio,
- " Sei sempre la solita manesca ! Vieni qui ! " -
Oscar rise fuggendo in camera da letto, seguita da lui,
- " Meglio chiudere stavolta. " -
disse Andrè facendole l' occhiolino mentre bloccava la porta col chiavistello.
Oscar era già adagiata sul letto e la camicia leggermente aperta, rappresentava un invito assai provocante per Andrè che si avvicinò in preda all' emozione.
La vista era ancora leggermente offuscata ma si stava riprendendo dal malore che lo aveva colto poco prima, non avrebbe rinunciato alla sua donna per nulla al mondo.
- " Bambina manesca e villana, meriteresti una bella sculacciata ! " -
le sussurrò stendendosi sopra lei, mordendole teneramente il collo,
- " Provaci se ne hai il coraggio! " -
lo sfidò Oscar chiudendo gli occhi lasciandosi andare alle tenerezze di Andrè che, in pochi gesti la denudò.
Percorse il corpo candido, prima con le mani e successivamente con la bocca mentre Oscar, in preda all' eccitazione, affondò le dita tra la folta chioma scura del suo 
amante.
Con gesti più sicuri e disinvolti, accarezzò i pettorali scolpiti, sotto la camicia, in quel corpo forte ed armonioso, così diverso dal proprio.
Ogni sera una nuova scoperta, corpi smaniosi di appartenersi nell' unione ancestrale senza tempo, oramai esperti nella ricerca dell' essenza del piacere, tra sospiri e 
gemiti incontrollati.

Il mattino seguente uscirono poco prima dell' alba per ammirare la bellezza del sorgere del sole, sulla spiaggia desolata di fine Febbraio.
Camminando nella sabbia, ricordarono le numerose volte quando, da bambini, sgattaiolavano dalla villa eludendo la sorveglianza di Nanny, proprio per ammirare lo spettacolo del sole nascente sulle limpide acque del Golfo della Manica.
Un cane solitario si avvicinò a loro, annusando la mano di Oscar, chinatasi per accarezzarlo mentre folate di vento gelido, s' infiltravano tra le pieghe del mantello.
Quando si rialzò, Andrè la strinse baciandola con tenerezza, lasciandosi solleticare il volto dai capelli biondi, scossi dal vento impetuoso.
- " Hai le guance gelide amore mio. " -
le sussurrò a fior di labbra,
- " Ripetilo ancora. " -
gli chiese Oscar,
- " Hai le guance gelide..." -
- " Non quello..." -
ed Andrè sorridendo, si avvicinò al suo orecchio bisbigliando :
- " Amore mio. " -
Una sottile lacrima fuggì dagli occhi di Oscar destando lo stupore di Andrè,
- " Sono tanto felice Andrè. " -
e nascose il volto tra l' incavo della spalla del suo uomo.
Il sole lambiva coi suoi raggi tenui i due innamorati che montarono in sella a Caesar, una piccola galoppata verso villa Jarjayes ed Oscar, chiudendo gli occhi, si strinse
al petto di Andrè, riuscendo a percepirvi i battiti tranquilli del suo cuore.

Una triste sorpresa attese i due quando, entrando nel cortile della villa, scorsero il Generale che gli attendeva.

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Capitolo 6
*** Confronto ***


Confronto

Andrè ed Oscar, colti dall' imbarazzo, scesero dal cavallo avvicinandosi al Generale che, con aria truce, osservava i due senza nascondere il proprio disappunto,
- " Oscar, cosa sta accadendo qui ? Esigo delle spiegazioni su questo e molto altro ! " -
tuonò colto dall' ira, sia Oscar che Andrè d ifronte all' imponenza del Generale, come bambini colti con le mani nella marmellata, rimasero in silenzio con gli occhi abbassati.
- " Oscar rispondimi onestamente, siete amanti ? " -
chiese con tono alterato,
- " Padre io..." -
la voce di Oscar era quasi impercettibile,
- " Voglio solo sapere da quanto va avanti ! " -
- " Signor Generale la colpa è mia, non punite Oscar ! " -
proruppe Andrè mettendosi tra padre e figlia come uno scudo protettivo per difendere la sua donna,
- " No la colpa è mia, dovevo immaginarlo che prima o poi sarebbe accaduto ! Ho cresciuto Oscar come un uomo ma certi impulsi non si possono reprimere ! Del resto 
sono anni che circolano voci su di voi a Versailles ! " -
dichiarò il Generale destando stupore nei due giovani.
- " Perdonate signore, non è come credete, noi ci amiamo. " -
affermò Andrè guardandolo dritto negli occhi senza timore,
- " Amore ... tu ami Oscar ! " -
- " Sì signore. " -
- " E magari la vorresti sposare ... " -
quasi rise il Generale,
- " Sì ! " -
rispose Andrè con aria di sfida,
- " Non potrà mai accadere, i vostri rispettivi ranghi non lo permetterebbero ! Solo con una licenza del Re in persona si possono effettuare matrimoni ! " -
dichiarò il Generale,
- " Perdonate ancora signore ma se il Re volesse sposare una sua suddita a chi dovrebbe chiedere il permesso ! " -
- " Andrè non sfidare la mia ira ! I servi che molestano le padrone, finiscono alla Bastiglia ma io non ti ho mai considerato tale, ti ho cresciuto in casa mia ed amato 
come fossi un figlio ... quel figlio maschio che non ho mai avuto ! " -
e dicendo ciò, guardò con disprezzo Oscar.
- " Mi hai deluso Oscar ! Avevo grandi progetti per te, sei l' erede di un importante casato e lo vuoi disonorare per un capriccio da donnicciola ! " -
la rimproverò.
Quelle parole sortirono l' effetto di degradarla, tutta la sofferenza, le costrinzioni alle quali era dovuta sottostare tutta la vita, non erano servite a conquistare la 
stima del padre, alla quale teneva più di tutto.
Ciò che aveva sempre temuto si era avverato :aveva deluso il padre.
Sentendo montare le lacrime agli occhi, fuggì, Andrè tentò di inseguirla ma il Generale lo trattenne per un braccio,
- " Lasciala andare, deve capire quali sono le priorità da seguire e non sarà di certo l' infattuazione per il suo attendente ! " -
sortì il Generale,
- " Signore perchè non mi volete offrire una possibilità per renderla felice ? " -
propose Andrè,
- " Se tu fossi stato nobile, avrei caldeggiato la vostra unione perchè non nego l' evidenza, saresti perfetto per lei ma tu non puoi renderla felice ! Oscar è all' appice 
della sua carriera militare, cosa potresti offrirle tu ? Sarebbe ridotta a divenire una domestica come te ! " -
- " Amo vostra figlia da sempre, non divideteci adesso che abbiamo scoperto l' amore ! " -
implorò Andrè ed il Generale, mettendogli le mani sulle spalle, sentenziò con voce ferma : 
- " Se l' ami come dici, lasciala nel suo mondo, non renderla infelice portandola lontano da tutto ciò che conosce. Oscar non ha mai provveduto a se stessa, 
necessita dei suoi servitori, forse all' inizio le potrebbe sembrare un bel gioco ma quanto durerebbe Andrè ! " -
Il giovane non potè far altro che abbassare lo sguardo in silenzio, tutto ciò che aveva decretato il Generale era reale.
La Francia non avrebbe mai accolto il loro amore,dovevano fuggire da quelle leggi tanto ingiuste, gli uomini erano nati liberi, non legati a ruoli o classi sociali.
Se fosse stato per lui, avrebbe portato la sua Oscar il più lontano possibile ma rimetteva la decisione nelle sue mani.
Il Generale aveva ragione, Oscar doveva capire quale fosse la prioritè da seguire.

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Capitolo 7
*** Scelta ***


Era  fuggita dal padre, dalle parole che , senza pietà, le aveva inflitto, salita nella sua stanza, percorrendo i gradini due a due, il fiato corto, le lacrime a lambire 
le palpebre e dall' ampia finestra contemplò i due uomini della sua vita.
Aveva visto il suo Andrè fronteggiare il padre ma tornare remissivo subito dopo, aveva rinunciato a lei ?
Si era arreso così facilmente al Generale ?
Mentre il padre montava a cavallo prendendo la via di Parigi, Andrè alzò lo sguardo al piano superiore, incontrando quello di Oscar e si fissarono a lungo, in uno
dei loro silenzi dove comunicavano tutto e niente.
Oscar distolse gli occhi per prima, voltando le spalle al muro, si accasciò al suolo, nascondendo il volto tra le braccia, urlando tutta la sua frustazione.

- " Oscar ... " - 
la voce calda di Andrè la fece rialzare, si avvicinò a lui con aria fredda in attesa del colpo di grazia che avrebbe sancito la fine di loro due,
- " Ho parlato con tuo padre, lui afferma che non saresti felice con me ! " -
le disse con fermezza, tanto che Oscar scostò lò sguardo attendendo quella sentenza,
- " Ho preso la mia decisione Oscar ... ti prego guardami ! " -
le chiese prendendola per le braccia, inseguendo i suoi occhi,
- " Non rinuncerò mai a te, qualunque sia la tua scelta ! " -
Quelle parole inaspettate, giunsero violente ad Oscar come un' onda del mare in tempesta, scuotendola dal torpore nel quale era naufragata.
Granò gli occhi , le lacrime scivolarono sulle gote arrossate,
- " Ti ho vito rassegnato poco fa in cortile ... " -
riuscì a dire,
- " Mi rassegnerò al tuo volere, non a quello di tuo padre e se tu mi vorrai, sarò al tuo fianco per sempre. " -
Oscar strinse saldamente la stoffa della giacca di Andrè, rannicchiandosi sulla sua spalla, appena sotto al mento, dove un filo di barba le pizzicava la fronte.
- " Andrè, Andrè ... " -
ripeteva Oscar tra le lacrime,
- " Oscar, credevi mi lasciassi intimorire ? Credi così poco al mio amore per te ? " -
le chiese con voce carezzevole prima di baciarle le labbra,
- " Di una cosa ha ragione tuo padre : devi compiere una scelta e sono un egoista perchè spero tu scelga me. " -
- " Ho già fatto la mia scelta. " -
prese il volto di Andrè tra le mani, 
- " Scelgo te per ogni giorno della mia vita, sempre, fino al mio ultimo respiro su questa terra. " -
Colto dall' emozione, Andrè chiuse gli occhi nell' attimo in cui sottili lacrime fuggirono al suo controllo, fondendosi poi con quelle di Oscar nel loro interminabile 
e struggente bacio.
La sollevò per le natiche, avvolgendosela attorno alla vita, attimi interminabili che li separavano dal letto e poi, mani che rincorrevano mani, che spogliavano,
esplorando pelle calda, morbida e tremante.
Ardenti baci che percorrevano, suggevano, violavano, dita che si incrociavano sospirando alla passione sfrenata del loro primo amplesso da sposi.
Estasi di follia che li trasportò alle più alte vette del piacere sublime che giunse travolgente, nella mente e nel corpo, trascinando con sè timori ed incertezze,
lasciandoli soddisfatti ed ansimanti, stretti in un abbraccio privo d' imbarazzo.
- " Oscar Francois Grandier, sei consapevole di essere mia moglie adesso ? " -
le chiese Andrè sorridendo mentre con la punta del naso stuzzicava il suo,
- " E tu Andrè Grandier, sei consapevole che non ti libererai facilmente di me ? " -
rispose Oscar con un ampio sorriso,
- " Non ho mai desiderato di meglio, amore mio. " -
le confermò.
 

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