no heaven no hell

di Lyamnay
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo Capitolo ***
Capitolo 2: *** Secondo capitolo ***
Capitolo 3: *** Terzo capitolo ***
Capitolo 4: *** Quarto Capitolo ***
Capitolo 5: *** Quinto capitolo ***



Capitolo 1
*** Primo Capitolo ***


"There is no heaven or hell. No matter what you do while you're alive, everybody goes to the same place once you die. Death is Equal" L Lawliet.

 

Avvertì le dense nuvole intorno a lui alleggerirsi, rendersi sempre più filiformi, impercettibili, quasi a diradarsi del tutto, dove nulla sarebbe mai dovuto cambiare o muoversi. Riconobbe quel profumo: lo riportava così indietro negli anni, alla vita offuscata e piena di segreto dolore che non gli apparteneva più. Un dolore e un segreto che, in qualche riga sconclusionata, aveva deciso di condividere solo in parte, solo con lei, una volta sola. Quella delicata lacrima gli annunciava, implacabile come una condanna già scritta, la sua seconda occasione. Chiuse gli occhi grandi che, un giorno di nove anni prima, da neri si erano spenti, lontani.

«Ciao Naomi. Questa volta, sei tu a contattare me per primo. Mi fa piacere rivederti».

«Purtroppo , non sono qui nella veste che vorrei, Ryuzaki. O dovrei chiamarti L?». Naomi indossava gli stessi abiti scuri che aveva quando Kira aveva declinato il termine della sua vita, come la sua anima, che non aveva ancora trovato pace e soffriva nell'immobilità gelata.

«L, grazie. Ormai, nulla potrebbe farci più male nelle nostre condizioni, non trovi? A che serve nascondere il proprio nome... Vuoi che ti aiuti a ritrovare Raye Penber, giusto? Se serve a darti pace, lo faccio voentieri. Qui non avrei nemmeno altro da fare» rise sornione.

«No, ti ringrazio L» rispose Naomi, stringendo un pugno nel petto. Si fece coraggio: il messaggio che doveva consegnare era troppo importante.   «Si tratta di Kira».

L le voltò le spalle, fingendo di salutarla. Il nuovo Kira andava lasciato ai vivi, che rischiavano di più e avevano Near da potersi giocare. Era morto con la consapevolezza nell'anima di aver affidato il mondo alla profilo migliore, in base ai documenti allora in suo possesso.

«L, aspetta. Ti prego. Non si tratta di un nuovo Kira. Si tratta di "Lui" e nessun vivo stavolta potrà fermarlo dal Limbo dei Morti. Devi aiutarci tu». L si voltò di scatto, con un'adrenalina aggressiva e incuriosita.

«Non starai parlando degli shinigami, voglio sperare. Non possono arrivare fin qui. Sono relegati nel loro mondo, ricordi?». Naomi scosse i capelli neri e sbottò:

«Si tratta di Light Yagami, non di uno shinigami qualunque! Abbiamo già visto cosa ha saputo fare e senza i poteri che la sua nuova condizione comporta! Non avevi giurato che avresti sconfitto Kira, oppure avresti perso la vita?!».

L già non la ascoltava più.

D'altro canto, aveva già visto svanire il suo battito per la penna di uno shinigami e per la volontà dello stesso Yagami, ma se le parole della Misora corrispondevano al vero, era stato tutto palesemente e stupidamente inutile. Era stato sconfitto e non poteva accettarlo. Sconfitto forse, ma non così. La scosse con forza, azzannando gli omeri della ragazza, sussurrando flebile:

«Non è vero, non è vero, non è vero...» come se quel mantra fosse da ripetere più a se stesso che non a Naomi. Poi si scostò, restando a tessa bassa. «Perdonami. Non sono interessato al caso». Naomi si avvicinò, con l'idea di tranquillizzarlo in qualche modo. Addolcì il tono.

  «L, ragiona. Light Yagami ha bisogno di te. Near ha bisogno di te. Il mondo ha bisogno di te! Non puoi tirarti indietro: pensa a quanti...» si interruppe un attimo «... Pensa a quanti, come noi, non troverebbero pace nemmeno qui, nel Regno dei Morti».

«Non mi interessa. Dimmi dov'è».

«Chi?».

«Light, quello che ne resta. Gli voglio parlare».

«Nel mondo degli shinigami, ha usurpato il trono».

«Come fai a essere sicura al 100% che sia Light Yagami? Per quanto ne sappia, gli shinigami non conservano la forma umana una volta passati a miglior vita e un angelo non può raggiungere il loro mondo o le cose sono cambiate ai piani alti, Naomi?».

«Sbagliavo a chiedere aiuto a te, L. Sei una delusione», sospirò. «Ce ne occuperemo noi delle schiere angeliche. Ti saluto». L le prese la mano, nel tentativo di fermarla.

«Così, però, non mi rispondi. Se foste in grado di affrontare la questione da soli, non saresti venuta, dico bene? Per accettare un caso, ho bisogno di collaborazione assoluta e incondizionata, oltre che di sapere tutti i dettagli...». Naomi gli sorrise.

«Sapevo che non avresti deluso chi crede da sempre in te, L. Abbiamo un informatore laggiù: un demone con gli occhi di uno shinigami. Per questo è lì».

«Perché vi fidate di quello che vi dice un demone? Non mi sembra poi così attendibile. Non tanto da farmi accettare il caso, almeno».

«Perché anche lui ha un conto in sospeso con Yagami e mentirci significa far svanire i suoi propositi di vendetta».

«Non mi basta, ma ammetto che ora la cosa diventa stuzzicante. Dimmi di più, magari cambio idea».

«Vogliono partire dal mondo dei vivi, hanno già individuato il prossimo possessore del Death Note».

«Sarebbe? Dai, non farti pregare».

«Si tratta di un ragazzo di 17 anni, un certo Nate River. Tu lo conosci?».

«Watari!».

Watari comparve dal nulla, come se fosse stato fino a quel momento in una paziente attesa, nascosto tra le nuvole.

«Accetto il caso, Naomi. Grazie» continuò L. Naomi gli sorrise di nuovo e spiegò le ali: doveva informare le schiere angeliche.

«Chiamerò Mello dal Purgatorio» mormorò Watari.

L si accovacciò, come era solito fare da vivo per aumentare del 40% le sue capacità deduttive: aveva bisogno di ogni risorsa disponibile per sconfiggere Kira e dare pace all'anima tormentata dell'amico Light. Stavolta, l'errore era un lusso che non poteva concedersi.                                      

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Capitolo 2
*** Secondo capitolo ***


« Hi hi, ha ha! Showtime, guys! Lalalalalala...Ah, sei tu, Light! Sì sì, sei tu allegro bastardo, vieni caro, ti passo un po' di marmellata di fragole eh… È buona sai? È buona come il sangue e il sangue è il suo colore e il bello del sangue è che, da quando non lo vedo più, lo amo ancor di più, ma vieni Shinigami, accomodati, vieni. La terra qui è polverosa di morte, ma faremo un po' di ordine vedrai, per il mio amico Light questo ed altro! ».

« Nessuno mi chiama più con quel nome: d'altra parte, non sono nato per essere sconfitto, soprattutto da uno come te, L. Non immaginavo che uno come te avrebbe fatto questa fine dopo morto. Dopotutto, non hai sofferto nemmeno più di tanto. Allora, sei venuto per ostacolarmi ancora una volta? Forse ti dovrei avvisare, per darti un piccolo vantaggio… Il mondo degli Shinigami ora mi appartiene ».

Il fantasma rideva, mentre l'eccitazione lo stava paralizzando. L, L, finalmente L. L che aveva sempre sognato di imitare, L che aveva sempre cercato di distruggere, L che gli aveva impedito di essere se stesso per ritrovarne mille altri, ed L, per essere L, avrebbe dovuto solo morire. Mentre crepitavano le fiamme del folle, ecco che lo shinigami alle sue spalle non era più l'odiato Light, ma anche per lui il migliore amico che avesse mai voluto. Sganasciandosi contorceva le mascelle fino a farle sparire nel rosso vivo della marmellata di fragole, unico colore in quella landa desolata.

« Light tu mi onori. Sì, io sono L. Il mitico L. L'unico L. L'indiscusso L. Mi riconosci vero, amico. Eccomi, sono qui per te ». Prese per il mento d'osso lo shinigami e attese paziente quegli affascinanti occhi rossi come un lampione iniettato in mezzo all'oscurità.

« Dimmi cosa vuoi » disse quello che restava di chi, un tempo, era il giovane Light Yagami.

« Cosa voglio, cosa voglio, non lo so cosa voglio, ma so quello che vuole il mio unico amico Light e so che avrà dei nemici. Al contempo, so che uno shinigami non si muove agevolmente nel mondo degli umani come un fantasma e che questo per il mio amico Light può essere un serio problema. Ma un fantasma no, è più sicuro. Più silenzioso… » si esaltò « … Più vivo, il più vivo dei morti. Oh, il suo amico L lo sa ».

« Tu non sei L ».

« La pochezza dei sogni, durano sempre troppo poco. Ma allora, ti ricordi di me, amico Light, sì che ti ricordi, dai. Puoi farcela ».

« Non ti conosco ».

« Ah no? Ricordati di me, ricorda il mio nome e nel ricordo io sarò il tuo L » gli disse “E lì avrò il sapore sanguinario della mia vendetta. Sweeeeeeeet”.

« E chi saresti tu? ».

« Prova a ricordareeeee. Non è così difficile, dai. Un ragazzo solo e un quaderno magico. E delle prove, tante prove» gli sussurrò dove pensava ci sarebbe stato un orecchio. «Ricordiii? C'era un pazzo, un allegro pazzo. Un povero ragazzo che sognava di uscire un giorno, di ritrovare i vecchi amici, di prendere il suo posto, il posto che usurpava L. Ma tu no, non hai avuto pietà. Hai pensato “Mangiucchia la gente!”, come se tu non avessi mai avuto, da vivo, fame o sete. Adieu, se la vié! A mai più, o forse più? Mi hai dato appuntamento, eccomi qui. Shooowtimeeee ».

« Mi dispiace per te, ma se eri tra i criminali che ho giustiziato quando ho ricevuto il quaderno, evidentemente facevi parte di quei corrotti che avrebbero ostacolato la nascita della mia società perfetta. In una parola, te lo sei meritato. Quello che non capisco è la tua assurda convinzione di essere L, quando è palesemente evidente che non gli somigli. Nemmeno un miope ti prenderebbe per lui, anche se hai una posizione strana e il travestimento, anche se sei morto, non è niente male. Ora, te lo ripeto, solo perché ho da fare e non voglio altra gentaglia tra i piedi. Cosa vuoi? Se cerchi vendetta, ce l'ho qui per te. Preferisco farti svanire subito, prima che tu abbia a intralciarmi di nuovo. In più conosci L e potresti sempre informarlo. So che è morto ed è strano non averlo ancora trovato qui: si intende che non ha fatto in tempo a scrivere sul quaderno prima della sua dipartita, ma non importa. Ora scuserai, ma ho il mondo dei vivi da liberare ».

« Io so dov'è L, io so come puoi raggiungerlo, come farlo sparire per sempre ».

« Ammettiamo che sia vero, anche se ho già chi mi segue a dovere. Tu cosa ci guadagni? Chi mi assicura che non tornerai indietro, informando L del mio arrivo? ».

« Lo sa già. Per questo hai bisogno di me, ti devi fidare ».

« Non sono abituato a fidarmi ».

« Guarda lassù. Naomi sta arrivando, ci sarà da divertirsi! ».

Le schiere angeliche ormai si distinguevano in lontananza, irradiando la landa desolata. Era ora di darsi da fare.

«Va bene, vieni, ma fai quello che dico io, L da strapazzo ».

« Sì sì sì sì sì. Bah ».

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Capitolo 3
*** Terzo capitolo ***


"If you can't beat the game, if you can't solve the puzzle, you're nothing but a loser" [Nate River]

Per il momento, il pericolo era scampato. Non gli interessava nemmeno sapere chi fosse stato quello scherzo del "Nuovo Kira", se qualcuno avesse messo in dubbio l'esistenza di L o se ci fosse stato qualche piano per poterlo smuovere dal suo posto di rilievo.

D'altra parte, senza alcuna rivendicazione e nessun accenno a L da parte del "Nuovo Kira", era logico supporre che nessuno di vivo sapesse della morte di L, di Mello, di Matt e del fatto che lui, Near, fosse ormai saldamente da qualche anno al posto del suo maestro.

Quella era stata un'eredità che non aveva né chiesto né voluto, un ruolo che gli era piombato addosso. Non che volesse vivere la vita di un diciassettenne qualsiasi, non lo era mai stato ed era fiero di questo. Il castello di carte era come una fortezza che si era costruito con attenzione maniacale attimo dopo attimo e che ora lo rendeva felice.

Si era assicurato che nessuna finestra fosse aperta e che nemmeno la porta fosse in qualche modo mossa: un singolo millimetro avrebbe vanificato forse il più bel castello che avesse mai costruito nella sua vita.

Una risata smorzata e l'improvviso buio lo colsero di sorpresa, ma decise di non farsi coinvolgere. Chiunque fosse avrebbe pagato cara quell'assenza di logica. Restò nella sua posizione, aspettando che tornasse la luce e che quell'assurdo vento svanisse com'era entrato.

Nonostante il buio, cercò di immaginare con lo sguardo se avesse lasciato qualche spiffero o se qualcuno lo avesse fatto al posto suo, anche se i pochi ex SPK che ancora gli ronzavano intorno non si erano fatti più vivi da qualche settimana, quindi era improbabile che fossero loro, oltre al fatto che erano consapevoli delle conseguenze di un atto del genere.

La risata si fece sempre più incalzante, poi si sentì uno sparo e tornò la corrente elettrica. Sulle prime, Nate pensò a un blackout, ma non ebbe modo di consolidare quel pensiero. Si sentiva le convulsioni addosso. Con una forza che non sapeva di avere, riuscì barcollante ad alzarsi e ad allontanarsi dalla sua posizione di sicurezza.

Chiunque fosse, sapeva di lui molto di più di quanto lui sapesse di se stesso. La risata ora rimbombava nella stanza e nella testa di Nate come un boato continuo e terrificante. Non poteva essere... Del suo castello non erano rimasti che coriandoli dal persistente odore di bruciato.

Mello era di fronte a lui e lo guardava fisso, con un velo di malinconia. Lasciò che gridasse, che si contorcesse. Sarebbe intervenuto solo se fosse morto, ma purtroppo per Near era troppo giovane per avere un infarto e problemi simili lo accompagnavano da sempre.

Nate si aggrappò disperatamente agli ultimi barlumi di lucidità che gli restavano. Le pillole le aveva prese, ma lo stress causato da un potenziale nemico sconosciuto non poteva che prendere il sopravvento.

D'altra parte, poteva essere stato anche lui ad aver bruciato per rabbia il castello ed essersi poi dimenticato della cosa una volta calmato. Non sarebbe stata certo la prima volta. Era logico. Nessuno poteva mai sapere di lui così tanto. L'immagine di Mello che lo guardava doveva essere per forza frutto della sua patologia. Non c'erano altre spiegazioni logiche.

Quello di fronte a lui non poteva essere di certo uno shinigami. Ne aveva visto uno e quella figura era certamente il suo ricordo di Mello: ne riconosceva i lineamenti, quindi era impossibile che fosse un mostro di quelli.

« Ce ne hai messo di tempo per riprenderti...» sospirò ciò che restava di Mihael. Nate pensò che non fosse il caso di alimentare quella fantasia parlandole, quindi si sedette di nuovo nella sua posizione di sicurezza e prese una confezione per un puzzle da 20mila pezzi, sicuro che l'allucinazione sarebbe scomparsa una volta terminato il gioco.

« Perché lo hai fatto, Near... Perché hai infangato la memoria di L?!?!» esplose Mihael. Near continuò a seguire la sua politica. D'altra parte, di quel perdente non gli era importato mai nulla.

« Perché hai mentito dicendo di non averlo mai visto?!».

Vedere Mello così irritato gli aveva sempre dato grande soddisfazione e, nonostante fosse certo che si trattasse di un'illusione, tentò per la prima volta in vita sua di fare una cosa irrazionale. Gli rispose.

« Un perdente non merita alcuna considerazione. L avrebbe fatto lo stesso se il caso non gli fosse importato e a me quel caso non importava. Ho solo interpretato il mio personaggio come mio dovere».

Mihael prese la mira con la pistola che aveva portato con sé nella tomba. Sparò. Near spalancò gli occhi. Si voltò lentamente verso il muro. La pallottola si conficcò nel muro. Nate si diresse a carponi verso il buco creato. Lo toccò. Non c'erano dubbi. Qualunque cosa fosse, era sicuramente Mello.

« Cosa vuoi?».

« Ero venuto ad avvertirti, ma vedi, ho cambiato idea. Ci penserà Yagami a te, sei già nelle sue mani. Ci vediamo dall'altra parte Near e ci divertiremo un mondo, vedrai» .

Nate era rimasto solo, con un incendio nello stomaco e il fumo di quello che era stato il più bel castello di carte della sua vita.

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Capitolo 4
*** Quarto Capitolo ***


"What was it all for then?! What about your father, what the hell did he die for?!" Matsuda.

Restò a guardarlo immobile, terrorizzato. Non si sentiva più le braccia e le gambe Matsuda, mentre lo shinigami gli spiegava cosa avrebbe dovuto fare con il quaderno della morte che gli aveva appena regalato. Il Death Note. Ora, finalmente, avrebbe potuto utilizzare anche lui quello strumento magico.

Aveva sempre disprezzato Light Yagami per come lo aveva utilizzato e sempre si era dato dell'idiota per averlo sparato e non avuto modo di vederlo strisciare nell'Oltretomba. Peccato che, fino a lì, non c'era mia arrivato.

Teru Mikami, o almeno quello che restava, aveva studiato perfettamente il copione del suo Maestro, del suo Signore, del suo Dio. Egli gli aveva dato quel potere per servirsene, lo aveva risorto a nuova vita per ricompensarlo della sua fede ed Egli, ancora, ora lo rendeva padrone di un umano. Poteva dargli un fantoccio migliore, sì. Ma era la sua volontà. "E allora, che sia fatta la tua volontà", aveva risposto Mikami, prima di consegnare fisicamente il quaderno a Matsuda.

Lasciarlo per caso, sarebbe stato come giocare bendati. Loro, però, giocavano sempre a rischio calcolato al millimetro. Mikami si era presentato come Yagami, tanto era diventato uno shinigami anche lui e gli stessi occhi demoniaci ne riferivano l'onore e la grandezza.

Matsuda, però, fino all'ultimo istante, doveva essere convinto di parlare con Light. Fu un attimo convincerlo a usare quel potere solo per lo shinigami e non per capriccio, se non avesse voluto fare una brutta fine. Il suo prossimo obiettivo sarebbe stato Near?

Su questo, era libero per un po' di usare il quaderno come voleva, tanto per fare pratica. Anche se aveva collaborato anche alle indagini dell'ultimo Kira, l'assassino degli anziani, Matsuda aveva sempre sperato di trovare un quaderno del genere per tenerlo per sé. Ora, Light lo aveva anche perdonato per quello che aveva fatto.

Finalmente qualcosa di importante, qualcosa di suo. Non per essere famosi, ma per essere apprezzato per quello che era: un uomo di dovere, un uomo di legge.

Ripose il quaderno senza dire una parola, pregò per l'anima di Soichiro Yagami e con la mente gli chiese un consiglio sulle prossime mosse che avrebbe dovuto fare. Usare il quaderno, forse, era anche l'unico modo per far sì che l'anima di chi credeva fosse Light riposasse in pace.

Ringraziò lo shinigami farfugliando. Questi gli chiese di ammazzare l'ultima persona che aveva messo in galera e di fargli scrivere questo messaggio prima della sua morte:

"Eliminato".

Nell'aldilà, qualcuno lo stava aspettando: con i confini più labili, comunicare con il mondo degli shinigami era più semplice. In più, quel qualcuno lo stava già osservando.

Matsuda prese la macchina. Il suo shinigami gli aveva già detto chi sarebbe stata la sua seconda vittima.

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Capitolo 5
*** Quinto capitolo ***


"Our battle will be concluded, and I will begin my reign from the summit of victory!" [Light Yagami]

 

Perché aveva deciso di tornare lì? Perché aveva deciso di incontrarlo, di vederlo? Ormai non era più il suo amico di un tempo e quello che era stato di lui era morto, sepolto per sempre. L aveva sperato che, insieme a quell'anima, se ne fosse andata via anche la sua angoscia, spazzata come cenere al vento. Invece no. Era cresciuta, si era arroccata, arrogata il diritto di distruggere il regno dei morti per conquistare quello dei vivi. Insomma, la battaglia non era ancora finita e c'era anche una certezza in più: non c'era più il rischio di morire, nulla da perdere, il quaderno non avrebbe funzionato. Insomma, una bella scocciatura in meno. Light, o meglio, quello che rimaneva di lui, sapeva cosa stava facendo? Probabilmente no. L decise che avrebbe trattato quel mostro come se non fosse stata l'ultima traccia del suo amico. L'avrebbe trattato come un nemico "diverso", "un altro". Poteva la morte averlo cambiato così tanto? A L non importava. Come qualsiasi nuovo nemico, decise che fosse il caso di incontrarlo e fargli qualche domanda tranquilla. Semplice. Avrebbe risposto? Forse sì, forse no. Non poteva saperlo. Si fermò a circa 5 metri da lui. Non ebbe modo di parlargli. Lo shinigami era intervenuto troppo in fretta.

 

- L. Come mai sei qui?

 

- Sono venuto solo a fare qualche domanda in giro, niente di speciale... Light?

 

- Come vedi, il potere mi ha cambiato. In meglio. Tu, invece, sei rimasto il solito, riconoscibile, perdente.

 

L alzò lo sguardo. Questa volta non avrebbe abbassato il capo, accettando il Destino. Ormai quell'uomo o quello che ne restava non poteva fargli più nulla di male. Aveva sentito che sulla Terra c'erano circa 8 milioni di persone a proteggerlo. Abbastanza, per un tipo solitario come lui. Mise il pollice sulle labbra come al solito.

 

- Dimmi Light, come ci si sente?

 

- Perché dovrei dirlo a te? Già, mica puoi saperlo da solo, poveraccio.

 

- Come ci si sente a restare un idiota per l'eternità?

 

Light Yagami rimase per un nano secondo stranito, ma rispose quasi immediatamente.

 

- Come ci si sente a restare gobbi senza avere una schiena.

 

- Già, è vero. Eppure, io una possibilità te l'avevo concessa, Light. Sei stato tu a non volerla concedere a te stesso e a non volerti ancora lasciar andare. Perché non riposi in pace? Sai è una sensazione bellissima. Si sta, sulle nuvole, amati. Perché non lo riesci a fare anche tu, Light? Eppure, so che anche tu hai un vasto seguito.

 

- Lascia che ti chieda una cosa io.

 

- Dimmi, sono qui.

 

- Chi è quell'idiota che si spaccia per te?

 

- Una tua vittima, come tanti altri milioni...- disse L.

 

- Com'è la vita da fantasma?

 

- Leggera. E la tua?

 

- Noiosa, aveva ragione Ryuk. Ma ho molti interessi per passare il tempo. E un grande progetto. Ma non mi sembra il caso di parlarne a uno come te, che è rimasto sempre uguale e non si è mai mosso dalle sue convinzioni...-.

 

- Dimmi, Light. Perché vuoi distruggere il mondo? O, meglio, che te ne importa più del mondo? Ormai, siamo carta ingiallita, non pensi? Pezzi da museo. Arrenditi. Non hai altro da scrivere a questo mondo. Ritrova la dignità e la pace.

 

- Non ti facevo così "religioso", così "premuroso". Vedi io non voglio distruggerlo, voglio rifondarlo. Per costruire, bisogna fare spazio. E, vedi, nessuno oltre me è in grado di farlo, nemmeno un essere umano laggiù sulla Terra. È mio dovere.

 

- Guardati intorno, Light. Ti stanno venendo a cercare... Ritrova la pace.

 

- Già fatto, già visto, già vissuto e mai annientato. Mai!

 

- Cosa vuoi?

 

- Voglio che gli shinigami conquistino la Terra e ne facciano il proprio terreno di caccia

 

- Poi, quando non ci saranno più esseri umani da cacciare, cosa farete? Morirete?

 

- Almeno ci saremo divertiti. E comunque, non è questo che conta

 

- Allora, cosa conta, Light?

 

- Non sei in grado di capirlo da solo, grande detective, o ti sei rammollito nella tomba? Ah, già, ti sei liquefatto. Già

 

- Light, io sono qui. Fantasma, spirito, quello che vuoi. E questa volta, vincerò.

 

- Lo hai detto anche l'altra volta, ma la natura del perdente non si cambia, L.

 

- Già, la natura del perdente non si batte, Light. Il male è talmente banale che, banalmente, marcisce. Accetto la tua scelta, Light. Sono un po' deluso. Ma va bene. Solo che è un peccato.

 

- Cosa?

 

- Vedi Light, tutti veniamo feriti. Ci fanno del male, ci distruggono l'anima, ci abbandonano. Poi, si rinasce. Tu hai deciso di non rinascere e di marcire. Chissà quale grande persona saresti diventata. Altolocata, importante, eterna. Invece sei qui a combattere come un mediocre, a lottare in un campo che solo tu conosci, a ridere al buio, solo. Non hai ancora capito che non c'è più vita né per te né per me, ora. Rassegnati. Te lo ripeto ancora. Rassegnati, Light.

 

Per tutta risposta, quello che rimaneva di Light Yagami chiamò le schiere di shinigami e mostrò ad L cosa era davvero capace. Si aprì un buco nero e, davanti ai suoi occhi, gli shinigami di quel mondo scesero tutti sulla Terra.

 

- Ora, le schiere angeliche dovranno piegarsi al mio volere! - tuonò, esplodendo in una risata infernale.

 

A L non restò che cadere all'indietro e assistere impotente a quell'orrido spettacolo. Stava per cadere, quando un angelo lo prese per le braccia e lo pose nel suo mondo di nuvole, sano e salvo.

 

- Grazie, ispettore Yagami sussurrò L.

 

Soichiro Yagami era di fronte a lui. Come per tutti gli angeli, era molto più giovane di aspetto rispetto a quando L lo aveva incontrato per la prima volta, ma era ancora abbastanza riconoscibile per L. Somigliava in modo incredibile a Light, quello che L aveva riconosciuto. Non poteva che essere altrimenti.

 

- Matsuda ha bisogno di aiuto.

 

- Lo so - rispose Sochiro. - Sono il suo angelo custode provvisorio.

 

- Capisco.

 

- L... Ti piacerebbe vedere tua madre?

 

- È morta?

 

.- No. Non ancora.

 

- Allora non mi interessa. Non è un caso di omicidio. Sarà il caso di chiamare Naomi.

 

Una nuvoletta si trasformò in un piccolo telefono, di quelli con il filo che si usavano nei primi del Novecento.

 

- Naomi, non cercare nel Regno degli Shinigami, sono già sulla Terra. C'è già Gabriele? Sì? Ah, ma allora è tutto a posto. Posso tenermi Soichiro Yagami? E' qui con me. Sì, mi sta aiutando con le indagini. Non perdete tempo a cercare. Light, o quello che ne rimane, partirà dal Giappone. Sì. Dì agli altri di tenersi pronti. Sì, io arrivo, sto aspettando un amico. Ricordati dello sconto che vi ho chiesto per lui come compenso, mi raccomando. Ciao Naomi. Grazie.

 

- Sembra proprio che Mello ritroverà la pace - si lasciò sfuggire Watari.

 

- Già. Speriamo. Ora dobbiamo salvare quell'idiota di Matsuda. Se Mikami riesce a dargli un Death Note, sarà difficile da arginare. Dobbiamo agire prima che ci siano altri imprevisti.

 

- Pensi che si fermerà?

 

- Al 4% delle possibilità non ci sarà nulla che riuscirà a fermarlo. Abbiamo il restante 96% dalla nostra e questa volta anche la collaborazione con le schiere angeliche sarà molto, molto preziosa. Non ci resta che dare una rinfrescatina a questi documenti. Abbiamo qualcuno che ci possa dire cosa è successo dopo la mia morte?

 

- C'è Mello.

 

- Chiamalo. - L si fermò per un istante. Dietro lo schermo c'era Near. - Immagino che il mio allievo debba avere anche un piccolo calcio da parte mia. Chissà se avremo la possibilità di scendere sulla Terra.

 

- Se è lì che stanno combattendo, possiamo chiedere un'autorizzazione alle gerarchie.

 

- Non ci serve.

 

- Come non ci serve?

 

- Light ha aperto un buco dimensionale verso la Terra. Ormai, è il re degli shinigami. Possiamo usare quel buco.

 

- Cosa faremo, una volta arrivati sulla Terra? - chiese Soichiro Yagami.

 

- Andremo da Near.

 

- C'è anche Mello da lui.

 

- Meglio ancora. Avrà meno paura se lo vedrà con noi. Ha la mente molto fragile. Gli porteremo un regalo.

 

- Cosa?

 

- Qualcosa che gli faccia coraggio e gli faccia credere di poter resuscitare i morti e sconfiggere ogni male. Basterà.

 

- Dove troviamo qualcosa del genere? - chiese Soichiro Yagami.

 

- Sulla strada, passeremo da una cartoleria - assicurò L. - Anzi, non ne avremo nemmeno il bisogno.

 

Il suo mondo di nuvola divenne un buio senza fine. Ormai, quella postazione di zucchero filato non gli serviva più. Era necessario tornare sulla Terra e combattere per l'ultima volta in assoluto. Stavolta, avrebbe vinto. Ne era certo.

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