Red blood

di Carly03
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio di tutto... ***
Capitolo 2: *** Il vampiro ***
Capitolo 3: *** Il primo morso ***
Capitolo 4: *** Amici ***
Capitolo 5: *** Happy ***
Capitolo 6: *** L'inizio della guerra ***
Capitolo 7: *** Alla ricerca della verità ***
Capitolo 8: *** Rapita ***
Capitolo 9: *** La sfida ***
Capitolo 10: *** Un piccolo scherzo ***



Capitolo 1
*** L'inizio di tutto... ***


Red blood
​-L'inizio di tutto...-
 
 
Mi sveglio all'improvviso con un urlo. Prendo grandi boccate d'aria, cercando di regolarizzare il battito del mio povero cuore che batte all'impazzata. Piccole goccioline di sudore percorrono i lineamenti del mio viso mentre stringo forte tra le dita una porzione delle lenzuola bianche. Erano anni che non facevo più quest' incubo e adesso è rivenuto dal profondo della mia memoria a galla. Un incubo di cui preferisco non parlarne mai con nessuno, è un vero e proprio tormento, è terrificante rivedere la morte dei miei genitori. Sì, esatto io Lucy Heartphilia ho perso i miei genitori. Quando sono morti avevo si e no quattro anni, ero ancora piccolina per capire che i miei genitori erano morti.
 
Io, mia mamma e papà, abitavamo in una piccola villa, molto carina e accogliente, quando un giorno all'interno della casa scoppiò un incendio. Io mi trovavo nella mia stanzina con mia madre quando mio padre entrò sbattendo la porta, invitandoci ad uscire dalla casa immediatamente. Dei mobili però, erano crollati davanti all'uscita così mio papà pur di farci uscire provò a scaraventare via i mobili dall'ingresso, ma facendo questo un pezzo del soffitto gli crollò addosso. Io iniziai a piangere, provando a correre incontro a mio padre sotto le macerie, ma mia mamma mi prese tra le braccia bloccandomi a sè in un abbraccio. Mi accarezzò i capelli, finché le forze l' abbandonarono e cadde a terra. Io la scossi a lungo, con le lacrime a gli occhi, ma lei era già morta. Non so spiegare come sono riuscita a sopravvivere, l'unica cosa che so dirvi è che la mattina dopo mi sono ritrovata in un lettino dell'ospedale e i pompieri mi hanno raccontato che un uomo era arrivato con me in braccio dicendo loro di curarmi.
 
Avrei pagato oro per conoscere il mio eroe e dirgli semplicemente grazie per avermi salvato la vita. Torno bruscamente alla vita reale, grazie alla sveglia che suona alle sette in punto. Mi tappo le orecchie con le mani, prima di prendere il cuscino e nasconderci sotto la testa, pur di non sentire quel maledetto aggeggio chiamato sveglia. Provo ripetutamente a chiuderla con la mano, ma la maledetta non ha proprio voglia di spegnersi!
Anche questa maledetta sveglia mi vuole torturare! Penso.
Alla fine decido di alzarmi di scatto, prendere la sveglia e lanciarla contro la parete della stanza. E così fu, la sveglia andò in frantumi sul pavimento.
Cavoli! Adesso ne devo comprare una nuova. Stupida Lucy...
Mi alzo dal letto con uno sbuffo, oggi si va a lavoro. Mi dirigo in cucina prendendo una fetta biscotta con sopra burro e marmellata e me la mangio accompagnata da un buon caffè. Mi dirigo alla svelta verso il bagno per lavarmi i denti e farmi una bella doccia.
 
Lavoro al fianco del più ricco e più grande imprenditore di tutta New York, Zeref Dragneel. Beh, ovviamente tutti pensano "Ma che bello quindi tu sei una sua socia?" io rispondo loro con un sospiro, magari essere sua socia e invece lavoro letteralmente al suo fianco, io sono la sua segretaria. Come sanno tutti, ogni uomo d'affari che si rispetti ha una segretaria e anche il signor Dragneel ne ha una, io.
Mi spoglio del mio pigiama ed entro dentro al box doccia, giro la manopola e lascio che il getto d'acqua fredda mi investa.
Sono da un paio d'anni che lavoro per il signor Dragneel e ora posso ammettere che lavorare per lui è veramente sfiancante. Tutti i dipendenti della grande impresa Dragneel mi conoscono, perché sono l'unica che non riposa mai, ho sempre qualcosa da fare.
Chiudo la manopola e mi avvolgo con l'asciugamano per lavarmi in fretta i denti e correre a cambiarmi. Indosso velocemente l'intimo e mi metto una camicia bianca, gonna nera a tubino fino alle ginocchia, una giacchetta nera e delle scarpe nere con il tacco. Pettino i capelli biondi con le mani e vado al bagno per guardarmi allo specchio per controllare che sia in ordine. Mi fisso allo specchio.
Sono una ragazza formosa e proporzionata, capelli lunghi un'po oltre le spalle e biondi, mentre gli occhi sono color cioccolato e molto vivaci.
Bene, sono in ordine...è ora di andare!
Sbuffo buttando fuori tutta l'aria presente nei polmoni e prendo la mia adorata borsa chiudendo la porta dell'appartamento subito dopo di me.
 
Chiamo un taxi e salgo su di esso, più veloce della luce. Mi siedo comodamente sul sedile di pelle nera e do l'indirizzo all'autista che vista la mia fretta, parte immediatamente. Il mio sguardo vaga per tutto il taxi, prima di posarsi sul finestrino e guardare il paesaggio frenetico della città di New York. Ogni giorno è una sfida contro il tempo per arrivare a lavoro puntuale. Ogni giorno miliardi di persone camminano per città per andare a lavoro, ma è terribilmente difficile arrivare puntuali su lavoro! Troppa gente, troppi semafori, troppo traffico...insomma troppo!
Effettivamente non è divertentissimo svegliarsi un'ora prima per arrivare a lavoro puntuali quando l'edificio è qui accanto!
​Esatto svegliarsi un'ora prima per arrivare a lavoro e l'edificio è proprio a due isolati da casa tua, non è strano? Beh, per New York no.
Arrivo a destinazione e scendo velocemente dal taxi per poter pagare l'autista e correre subito all'interno dell'edificio per arrivare all'ascensore. Corro velocemente o perlomeno quanto mi permettono i tacchi, verso gli ascensori. Le porte si aprono e io mi tuffo all'interno con un gridolino vittorioso. Guardo l'orologio. 
​Mancano cinque minuti, fiuuu che fortuna!
Le porte dell'ascensore si aprono e io sgattaiolo fuori, dirigendomi verso la mia scrivania. Appoggio la borsa sul ripiano e attendo due minuti, prima che le porte dell'ascensore si aprano e rivelino il mio capo.
Ed ecco a voi in tutto il suo splendore, Zeref Dragneel.
La mia tortura
Anche se, ammetto che è un uomo veramente affascinante. Ha un fisico da foto modello, capelli neri cenere, occhi color pece molto intensi e un sorriso disarmante. Molte donne gli vanno dietro, ma io non sono una di queste.
 
 
Mi saluta con un cenno della mano e un sorriso che io ricambio e dopo mi metto a lavoro. Inizio a fare telefonate per sistemare i suoi impegni pomeridiani e metto a posto alcuni documenti importanti e non mi accorgo che il tempo è volato ed è già ora di andare a casa, ma non prima di aver finito di mettere a posto questi documenti.
Improvvisamente, le porte dell'ascensore si aprono e rivelano una figura minuta che conosco molto bene, è Levy. Levy è una ragazza minuta dai capelli azzurrini che le arrivano fino alle spalle ed occhi color cioccolato che sprizzano energia da tutti i pori.
Levy mi si avvicina con un sorriso sulle labbra e una tazza di caffé ancora fumante in mano. Lei è una dei tanti dipendenti di questa impresa e qualche volta mi viene a trovare. La saluto con un sorriso.
-Ciao Levy- dico rivolta alla turchina.
-Ciao Lu! Vedo che hai ancora da fare- dice la turchina appoggiando la tazza fumante sulla scrivania, indicando i documenti di cui mi sto occupando. Le faccio un sorriso tirato.
-Già. Credo che resterò qui ancora per un paio d'ore- dico con uno sbuffo che fa ridere Levy.
-L'avevo intuito così ti ho portato una tazza fumante di caffé, ti terrà sveglia- dice Levy sorridendomi cordiale. Ricambio la sua dolcezza, alzandomi in piedi per abbracciarla.
-Grazie Levy, ora però vai a casa da tuo marito. Ti starà attendendo con ansia- dico facendole l'occhiolino e lei arrossisce leggermente, al ricordo del marito che l'attende.
-Ne sono sicura. Sai com'è Gajeel, lui mi vuole tanto bene. Ora vado Lu! A domani!- mi saluta la turchina entrando nell'ascensore.
-Ciao Levy!- la saluto con un cenno della mano e torno subito ai documenti.
Sarà una nottata moooolto lunga...
 
Salgo le scale, aiutandomi con il corrimano mentre cerco di riprendere fiato e cercare di arrivare alla porta del mio appartamento senza svenire dal troppo sonno.
Sono le due di notte!
Finalmente arrivata davanti alla mia porta infilo la chiave e apro la porta gettandomi immediatamente all'interno dell'appartamento e appoggio le chiavi sul mobile in ingresso, dirigendomi barcollante, verso la mia camera da letto. Mi privo dei miei vestiti quotidiani e indosso una maglia a maniche corte grigia un paio di pantaloni per casa neri e una felpa anch'essa nera. Mi lego i capelli in una coda alta e chiudo la luce infilandomi sotto le lenzuola.
Chiudo gli occhi ed inizio a rilassarmi.
Silenzio. Questo è quello che regna nella mia camera da letto. Un silenzio traditore che ti culla dolcemente, invece di tormentarti spaventandoti a morte. All'improvviso un suono. No, un rumore agghiacciante. Quello di un vetro in frantumi. Spalanco gli occhi intimorita alzandomi a sedere sul letto ormai sfatto, mentre il mio cuore inizia a battere all'impazzata.
​Un ladro
​Con coraggio prendo la mazza da baseball che tengo nascosta sotto il letto e appoggio i piedi a contatto con il pavimento freddo. Impugno con forza la mazza dirigendomi a passo felpato verso il soggiorno, il luogo da cui è arrivato il rumore. Ho le mani sudate che tremano, mentre il cuore batte sempre più veloce.
Tum tum tum tum tum tum
Arrivo in soggiorno e alzo la mazza sopra la testa per poter colpire il ladro, ma mi blocco appena poso lo sguardo sul pavimento. Perdo un battito.
C'è sangue...troppo sangue.
Il respiro si fa affannoso e mi copro la bocca con la mano, mentre con l'altra tengo ancora la mazza. 
​Che ci fa del sangue sul pavimento di casa mia?
Un respiro affannoso alle mie spalle, a lato del mio orecchio mi distrae e per un' attimo tutto si ferma o sono io che trattengo il respiro?
Una mano gelida mi strappa di mano la mazza e mi fa cadere a terra in uno scatto rapidissimo con violenza, facendomi trattenere un gemito di dolore, povera schiena!
Non vedo il suo viso, ma so che è un essere umano ed è a cavalcioni sopra di me che mi tiene i polsi in una stretta ferrea, così ferrea che mi stanno iniziando a fare male.
-C-chi sei? C-cosa vuoi?- chiedo sperando di non essere tradita dalla mia voce e invece balbetto.
​Maledizione! Stupida voce traditrice!
L'uomo a cavalcioni su di me emette una risata che mi spaventa e non poco.
-Cercavo un luogo dove alloggiare- dice l'uomo. Questa voce...mi sembra di conoscerla, ma non so a chi appartiene. Volgo lo sguardo verso la pozza di sangue.
-E quel sangue? Sei ferito? Vuoi andare in ospedale?- gli chiedo, ma questo peggiora le cose difatti lui stringe la presa sui miei polsi.
-Quel sangue è mio. Non ho bisogno di andare in ospedale. Le ferite si rimargineranno entro un paio di minuti- dice sicuro l'uomo. Sgrano gli occhi.
​Rimargineranno da sole in un paio di minuti? Ma è fuori di testa questo?!
Lui ride, sembra quasi aver letto I miei pensieri. Mi lascia un polso e porta una mano sul mio collo.
-Voi umani siete così stupidi- afferma lui, passando con l'indice su una mia vena. Aggrotto le sopracciglia.
-Noi umani? Anche tu sei un essere umano!- ribatto io.
-Neanche per sogno, stupida umana. Ma non ti devi preoccupare per me, dovresti preoccuparti per te stessa perché non ti sei accorta di chi hai davanti- dice lui serio.
-E chi avrei davanti? Una pop star?- rispondo sarcastica con una risatina.
-No. Un ​Vampiro ​. Non preoccuparti per il sangue, tanto ora ci sarà ancor di più, il tuo. Se non l'hai ancora capito io sono il predatore e tu la mia preda- dice l'uomo spalancando la bocca. In questo preciso momento un raggio lunare mi mostra ciò in cui non avrei mai creduto, zanne bianche latte, terribilmente appuntite che brillavano alla luce lunare.
​Aiuto
​Lui si avvicina al mio collo, ma io non mi arrendo così facilmente. Prendo la mazza che trovo a terra e colpisco in testa il vampiro che dolorante si prende la testa tra le mani e lascia una via di fuga a me.
 
 
Corri 
L'unico mio pensiero. Sto correndo a perdifiato con i miei piedi nudi sull'asfalto nero, con ancora la mazza in mano. Solo qualche volta mi volto per vedere dove si trova il vampiro. Per fortuna non mi sta seguendo, ma io non mi voglio fermare, perché ho paura che il vampiro mi attacchi in un imboscata e mi uccida a mani nude. Mi iniziano a bruciare i polmoni e quindi sono costretta a fermarmi. Mi nascondo in un vicolo buio e scivolo a terra contro il muro per riposarmi.
​I vampiri esistono
Appoggio disperata, la testa sulle ginocchia e la nascondo con le braccia. All'improvviso sento un suono particolare, come se qualcuno stesse...bevendo. Volto leggermente il capo e impallidisco all'istante.
C'è una ragazza con la schiena contro al muro con gli occhi chiusi completamente inerme, mentre un ragazzo è calato su di lei, più precisamente sul suo collo. Sgrano gli occhi.
​Un'altro vampiro. Fantastico! Oggi è la giornata "Ammazza Lucy"!
Mi alzo in piedi e inizio ad indietreggiare impaurita, senza volere colpisco una lattina e un rumore metallico si disperde per tutto l'isolato. Il vampiro si stacca dalla giovane ragazza e la lascia cadere a terra, mentre lui si volta verso di me.
Ha un fisico muscoloso e asciutto, capelli rosati che sembrano morbidi al tatto ed occhi verdi strabilianti che quasi quasi sembrano ipnotizzarmi. Ma il mio sguardo viene catturato da una goccia di sangue sulle sue labbra che scivola lentamente sul suo mento, per poi infrangersi al suolo. Deglutisco, sentendomi la gola improvvisamente arida.
-Beh, arrivederci- dico frettolosamente, facendo dietro front, ma appena lo faccio me lo ritrovo davanti che mi fissa negli occhi, occhi da predatore.
-Dove vai così di fretta. Dimmi un po' cosa hai visto?- mi chiede lui in un sorriso a trentadue denti che mette in evidenza i suoi canini appuntiti. Mamma, che paura!
-Niente- rispondo cercando di allontanarmi, ma lui mi prende per il polso e mi blocca.
Stupido. Cosa vuoi che ti dica? Che ti ho visto che succhiavi del sangue a una povera ragazzina?
​Lui ride di gusto, facendomi un gran sorriso.
-Non insultarmi, biondina. E quindi hai visto qualcosa...- dice lui divertito. Io spalanco la bocca.
-Ma come?...- dico e lui sorride di nuovo.
​Porca miseria! Che sorriso.
​Lui mi sorride malizioso.
-Quindi...ti piace il mio sorriso, eh?- dice lui avvicinandosi pericolosamente al mio viso. Divento paonazza.
-Sta zitto, vampiro!- gli grido in faccia. Lui ride della mia reazione e poi mi porge la mano. Ed adesso questo vuole che gli stringa la mano? Ma guarda te sto qua... Ma involontariamente, la mia mano stringe la sua, anche se il mio cervello non ha mandato nessun ordine di stringere la mano a questo vampiro.
-Io mi chiamo Lucy- dico anche se diffidente dal vampiro, dopotutto loro succhiano sangue!
-Piacere, io mi chiamo Natsu e da oggi in poi tu mi appartieni ed ora sei la mia preda- dice lui con un sorriso. Sobbalzo, c'era da aspettarselo. Mollo la sua mano e cerco di svignarmela, ma lui mi prende i polsi e mi fa guardare i suoi pozzi verdi. Perché improvvisamente mi sento così stanca? Inizio con calma a chiudere gli occhi e l'ultima cosa che vedo prima di chiuderli completamente sono i suoi occhi verdi smeraldo, gli occhi del mio predatore.
 
 
 
 
 
Angolo autrice:
Ciao! Come va? Beh, dopo questo primo lungo capitolo credo male, ma dovevo chiederlo. Allora...che ne pensate? Vi piacciono i vampiri? Beh, altrimenti non l'avreste letto, comunque secondo voi cosa accadrà a Lucy? Natsu la ucciderà? E chi lo sa tranne me? Ebbene vi saluto, non vedo l'ora di andare a dormire. Alla prossima!
Bye!
 

 

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Capitolo 2
*** Il vampiro ***


​Red blood
-Il vampiro-
 
 
 
 
 
 
 
 
Apro lentamente le palpebre ancora un'po assonnata, mentre mi sposto su un fianco sul morbido letto a due piazze portandomi le lenzuola a nascondere la testa sotto di esse. Chiudo gli occhi e assaporo il silenzio tombale che mi circonda.
Questo silenzio...è strano. Di solito a New York si sentono sempre i clacson delle automobili e invece oggi c'è un silenzio, quasi surreale...
​Però in questo momento con il cervello ancora spento poco mi importa, anzi meglio se c'è silenzio. Inspiro profondamente l'odore che impregna le lenzuola, hanno lo stesso profumo della brezza marina, mi piace.
All'improvviso il mio cervello si ridesta dal sonno ed ora capisco come mai di questo silenzio e poi...il profumo delle lenzuola che non profumano di rosa, il dolce profumo delle lenzuola in cui solitamente mi risveglio la mattina.
Immediatamente vengo bombardata dai ricordi della nottata precedente...il ritardo per tornare a casa a causa del lavoro, la paura provata quando le finestre del soggiorno sono finite in frantumi, l'attacco a sorpresa da parte del vampiro, ​la folle corsa e l'incontro con il secondo vampiro, poi il buio totale.
Spalanco gli occhi sgranandoli subito dopo.
Quindi...questo non è il mio letto, queste non sono le mie lenzuola, quindi questa non è la mia camera!
Con uno scatto felino mi tolgo le lenzuola di dosso e balzo giù dal letto dirigendomi a una delle due porte presenti nella stanza di cui una probabilmente conduce al bagno.
Poso la mano sulla maniglia pregando con tutta me stessa che sia aperta, abbasso la maniglia e...ovviamente è chiusa a chiave. Abbasso la maniglia e spingo più volte sperando che si apra da un momento all'altro. Inizio addirittura a battere con i pugni sulla porta, tirando anche qualche calcio tra una bestemmia e l'altra.
Mi appoggio con le spalle contro la porta e scivolo lentamente a terra, mentre un sospiro di frustazione mi esce dalle labbra.
Vampiri.
Tutto quello che mi ricordo riguardo alla notte scorsa sono loro. Creature che vivono nella notte nutrendosi di sangue. Quelle creature che fin da bambina ho sognato di incontrare, esistono realmente e non sono frutto dell'immaginazione di una adolescente innamorata dei film di Twilight. Ieri ho incontrato quelle creature notturne che da bambina volevo chiedere loro di sposarmi e ho avuto paura. Sì esatto, paura. Perché ho visto chiaramente lo sguardo che il vampiro dagli occhi verdi mi ha rivolto, uno sguardo da predatore. Uno sguardo che pretende il mio sangue.
 
 
Apro gli occhi e scruto attentamente la camera da letto in cui mi trovo. Diciamo che è molto carina e adatta a una ragazza come me, mobili bianchi e parque scuro. Le lenzuola del letto sono bianche come il latte, mentre i cuscini e la coperta sono...rosa. Ammetto che non mi piace molto questo colore diciamo che per me è troppo...troppo...insomma troppo rosa!
Dalle tende bianche trapela un raggio di sole dai colori arancioni che iniziano lentamente a colorarsi di rosa, la sera si sta avvicinando.
Immediatamente in mente mi viene una poesia che mi ha colpita molto la prima volta che l'ho letta, è breve, ma ha un significato molto profondo per me.
 
 
"Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera."
 
 
 
 
 
​Sorrido intenerita dal raggio di sole che mi accarezza il viso lasciandomi con un dolce calore alle guance, mentre pian piano il raggio mi abbandona insieme al sole che cala velocemente. Sgrano gli occhi appena un'idea di fuga attraversa la mia mente.
Aspetta un'attimo...se entra della luce significa che vi è una finestra e che quindi legando assieme tutte le lenzuola dopo posso calarmi giù dalla finestra e scappare via! Evvai!
Scatto come una molla in piedi e in due falcate arrivo al letto. Inizio a legare tra loro i lenzuoli. Lego velocemente l'ultimo lenzuolo e getto la lunga catena di lenzuola fuori dalla finestra tenendo tra le mani un estremità che lego con un doppio nodo ad una gamba del letto.
Tiro con forza per controllare che il nodo riesca a resistere al mio peso e facendo un lungo respiro inizio a scendere lentamente dalla finestra. Ad ogni passo mi sento sempre più libera, mentre un sorriso raggiante e pieno d'aspettative si distende sulle mie labbra.
Mancano due piani e sono libera, ma inizio a sentire che il nodo si sta allentando troppo velocemente.
Inizio a scendere sempre più in fretta pregando di farcela in tempo, ma il nodo si spezza.
Cado nel vuoto. Sento l'aria fare attrito con il mio corpo, mentre precipito velocemente verso il terreno. Non oso neppure guardare il terreno da quanta paura ho. Chiudo gli occhi aspettando il contatto con il suolo. Le mie orecchie sentono solo il battito impazzito del mio cuore che martella freneticamente nella cassa toracica.
Così questa è la mia fine, la fine di Lucy Herphilia. Donna di ventidue anni, figlia di Jude e Layla Hearphilia. Non ci credo...sto per morire. Morta pur di fuggire dalle mani dei vampiri.
Stringo gli occhi, sicura che è giunta la mia ora, ma non accade nulla. Tutto si ferma, anzi più che altro la mia caduta è stata interrotta da qualcosa. Sento su di me una presa ferrea, ma allo stesso tempo dolce, ed è terribilmente...fredda! Fredda come il marmo, come se fosse priva di vita!
Mi balena nella mente l'idea che possa essere il vampiro che mi ha salvata dalla caduta.
Sicuramente preferisco morire piuttosto che rimanere per il resto della mia misera vita con...quell'essere.
 
 
 
Apro gli occhi curiosa di sapere chi mi ritroverò davanti ed incontro un paio di occhi smeraldini che mi scrutano curiosi. Lui è il ragazzo dai capelli rosati, il vampiro.
Cacchio! Mi ero dimenticata di quanto è affascinante!
Difatti il vampiro in questione oggi ha i capelli scompigliati che gli donano un'aria bambinesca, mentre gli occhi verdi, terribilmente magnetici, mi scrutano da capo a piedi ed indossa una camicia bianca con i primi due bottoni slacciati, mentre i pantaloni sono neri.
All'improvviso nei suoi occhi verdi in cui mi ero incantata balena dell'irritazione.
-Spiegami perchè caspita stavi precipitando al suolo- mi dice irritato digrignando i denti, mettendo in mostra i canini affilati. Deglutisco a fatica. E ora che cavolo gli dico!
Rifletti Lucy, se dici una bugia ti uccide tipo che volevi fare un'po di bungee jumping, invece forse se gli dici la verità ti lascia in vita per la tua onestà...forse...
-Scappare?- gli dico con un sorriso tirato. Lui in risposta alza un sopracciglio rosato. Pensando di averla scampata tiro un sospiro di sollievo, ma subito sento la presa del rosato su di me spezzarsi e cado a terra con il sedere.
-Tsk! Voi umani, siete veramente stupidi!- dice irritato il ragazzo portando le mani a congiungersi dietro la nuca. Massaggiandomi il sedere mi alzo e lo guardo furiosa.
-Ehi! Stupido, maledetto succhiasangue che non sei altro! Come osi buttarmi a terra in questa maniera!?- dico irritata puntandogli l'indice sul suo petto che lui sposta con grazia con la mano.
-E invece posso fare ciò che mi pare e piace, biondina!- mi dice lui di rimando. Pesto un piede a terra con rabbia digrignando i denti.
-Tu...stupido, troglodita, succhiasangue, testardo, brutto vampiro dei miei stivali!- gli dico in faccia con rabbia. Lui sembra per un momento sdegnato.
-E no mia cara, non puoi darmi del brutto- mi dice incrociando le braccia al petto visibilmente offeso.
-E invece sì che posso- gli dico dandogli le spalle. Lui mi si avvicina all'orecchio.
-Non dopo quello che hai pensato ieri sera di me- mi dice all'orecchio, provocandomi un brivido lungo la schiena. Divento subito rossa come un peperone non solo per il ricordo del pensiero fatto su di lui la sera prima, ma anche a causa del suo respiro freddo vicino al mio orecchio. Mi volto verso di lui gonfiando le guance paonazze.
-Io...tu...ahhh, lasciamo stare! Io me ne vado! Ciao, ciao succhiasangue- gli dico voltandogli le spalle, dirigendomi a passo svelto verso casa...Aspetta un'attimo! Dove cavolo sono?!
Mi volto a sinistra e a destra, ma intorno a me vedo solo che...alberi.
Ohi, ma che cavolo ci fa una villa nel bel mezzo di una foresta e soprattutto dove cavolo sono?
Una mano gelida si appoggia sulla mia spalla e io sobbalzo dallo spavento.
-Ti sei persa?- mi dice sarcastico il ragazzo. Provo a scappare, ma lui mi ferma.
-Ohi, ferma. Non ti posso lasciare andare, sai che sono un vampiro- mi dice lui invitandomi ad entrare all'interno della villa. Mi volto verso di lui con aria angelica.
-Ti prometto che non lo dirò a nessuno. Te lo giuro. Ora...mi lasci andare?- gli chiedo sbattendo le ciglia. Lui mi guarda inespressivo inarcando un soppraciglio, poi all'improvviso mi carica sulla spalla come un sacco di patate.
-No- mi dice inespressivo. Inizio a battere i pugni sulla sua schiena cercando di liberarmi dalla sua presa ferrea...totalmente impossibile.
Che sfiga...
​-Allora...- comincia il vampiro, succhiasangue -dato che d'ora in poi vivrai qui devi sapere che ci sono delle regole in questa casa- prosegue il vampiro.
-E chi ha deciso che io vivrò qui?- gli chiedo sarcastica. Lui si volta leggermente verso di me con un sorriso orgoglioso.
-Io- risponde diverito lui.
-Giusto mi dovevo aspettare una risposta simile da te, succhiasangue- gli dico roteando gli occhi al cielo. Lui fa una smorfia, sembra offeso.
-Primo, tutto quello che ti chiedo di fare, tu devi eseguire. Secondo, questo succhiasangue ha anche un nome è te l'ho già detto ieri, mi chiamo Natsu- mi dice lui salendo le scale della grande villa.
-Però...che memoria- gli dico ridendo sotto i baffi, mentre lui mi lancia uno sguardo irritato. Improvvisamente tossisce per attirare la mia attenzione.
 
 
 
-Regola numero uno, prova a scappare e verrai uccisa da me...- iniziò il vampiro facendomi deglutire rumorosamente, spaventata a morte.
Ok, scappare non se ne parla.
​-Regola numero due, tu d'ora in poi appartieni a me, compreso il tuo sangue che ogni volta che te lo chiederò tu sarai obbligata a darmelo...- prosegue il vampiro leccandosi le labbra con la lingua, probabilmente immaginandosi il sapore del mio sangue. Sgrano gli occhi.
Io, dargli il mio sangue? Non se ne parla!
Scuoto la testa per scacciare l'immagine di lui sul mio collo che mi succhia il sangue, mentre una goccia del mio sangue mi scorre lungo il collo...semplicemente spaventoso. Natsu mi riporta bruscamente alla realtà.
-L'ultima e terza regola, seguirai i miei ritmi quotidiani, di notte sveglia, di giorno a dormire. Potrai entrare in ogni stanza tranne in quella all'ultimo piano e in quella delle pozioni, capito?- mi chiede se ho capito. Io annuisco con il capo cercando di ricordarmi tutte queste informazioni.
Un idea mi balena nella mente.
-Natsu...posso farti delle domande?- gli chiedo insicura, volendo a tutti costi sapere la risposta alla domanda che mi sono posta da un po' di tempo. Lui annuisce con il capo.
-Come mai non mi hai ancora morsa?- gli chiedo innocentemente. Lui si irrigidisce all'istante fermandosi a metà scale. Natsu si spalma una mano sulla faccia. Lo sento borbottare fra sé e sé, tipo: "Stupido Natsu! Ecco cosa non hai fatto..." oppure "Già... perché non l'ho fatto? Ed ho anche un certo languorino". Alla fine mi risponde semplicemente...
-Non ho fame- mi dice indifferente. Roteo gli occhi.
-Quanti anni hai? Insomma...da vampiro- gli chiedo. Lui sembra pensarci su con una mano posata sul mento.
-345 anni- mi risponde con un sorriso appena vide la mia espressione a dir poco scioccata.
345?! Però Natsu...sei vecchietto
Natsu ride come se avesse letto il mio pensiero.
-Guarda che per essere un vampiro sono ancora giovane, mia cara- mi risponde con un sorriso. Aggrotto le sopracciglia.
-Ma tu...puoi leggere nella mente?- gli chiedo spaventata dalla possibile risposta. Lui annuisce con il capo.
Cosa?! Maledetto, non si leggono i pensieri altrui e poi come cavolo fa a farlo?!
Lui mi sorride.
-Allora...esistono vampiri mezzosangue e purosangue. I mezzosangue sono privi di poteri e sono la maggior parte della popolazione vampira, mentre i purosangue sono stirpi di vampiri che possiedono il potere di poter leggere la mente e sono i vampiri più forti. Quindi...mia cara Lucy, sei in presenza di un vampiro purosangue- mi dice orgoglioso. Sgrano gli occhi e spalanco la bocca.
Ok, adesso è tutto chiaro...sono fottuta
Guardo verso la finestra e noto che ormai il sole è calato e la notte è arrivata.
-Natsu, ma quanto ho dormito?- gli chiedo. Lui ride.
-Moltissimo. Ma sei perdonata visto che ti ho ipnotizzata- mi dice in un sorriso. Il mio sorriso scompare e sbianco all'istante .
Ip...ipnotizzata?!
-M-mi hai i-ipnotizzata?!- gli chiedo gridando. Lui mi risponde con un cenno affermativo del capo.
-Sai...questo è un'altro potere che hanno i vampiri purosangue. Strabilianti i miei occhi, vero?- mi dice Natsu prendendomi in giro per quello che ho pensato dei suoi occhi ieri.
-Per niente, ne ho visto di più belli- gli mento.
 
 
 
Natsu ride e mi carica meglio sulla spalla quando arrivammo al secondo piano. Improvvisamente mi ricordo di essere ancora sulla sua spalla.
-Natsu, posso camminare anche da sola. Mi metti giù per piacere?- gli chiedo gentilmente. Lui in risposta mi carica meglio sulla sua spalla.
-Scherzi? Neanche per sogno. Come potrei rinunciare a un immagine così paradisiaca- mi dice Natsu in un sorriso malizioso ammiccando al mio sedere. Sbuffo infastidita e gli tiro un calcio sul ginocchio. Lo sento gemere dal dolore.
Te lo sei meritato...
​Penso, sicura che lui stia leggendo i miei pensieri. Natsu apre con una mano la porta e mi scaraventa su una poltroncina rossa. Mi guardo intorno, non è la stanza in cui mi sono ritrovata al mio risveglio questa è tutta...rossa.
Qualcosa mi dice che questa è la camera di Natsu, ma la domanda è...ma io che ci faccio qui?
-Questa è la mia camera. Dormirai qui questa notte, devo tenerti d'occhio in caso volessi scappare...di nuovo- dice con un tono irritato. Il mio sguardo gironzola per la stanza, mentre picchietto con le dita sul bracciolo della poltrona, finché il mio sguardo viene attirato dall'addome muscoloso di Natsu. Spalanco la bocca, mentre le guance mi si tingono di un rosso acceso.
Ma quanti cavolo di muscoli ha Natsu?!
Immediatamente inizio a farmi film mentali sul perché lui sia a petto nudo. La risposta venne da sola alla mia domanda ed impallidii.
Non penserà mica che dato che devo svolgere tutto ciò che mi dice...io con lui ci vada a letto, vero?
Subito scuoto la testa allontanando quel pensiero, ma mi irrigidisco appena lo vedo avvicinarsi pericolosamente a me. Mi metto le mani davanti come per fermarlo.
-E no mio caro, se pensi che io con te ci vengo a letto visto che devo fare tutto ciò che mi ordini te lo puoi scordare vampiro dei miei stivali!- gli grido in faccia con il viso in fiamme. Lui socchiude le labbra sbattendo per un paio di volte le palpebre per poi scoppiare in una fragorosa risata. Lo guardo sconcertata.
-Seriamente...hai pensato...che avessi queste intezioni?!- mi chiede tra una risata e l'altra Natsu. Annuisco con il capo e lui ride ancor più forte.
-Volevo avvisarti che sarei andato all'ultimo piano per svolgere delle questioni importanti e mi sono tolto la camicia solo per indossare una maglia più comoda- mi dice Natsu e io divento rossa dall'umiliazione. Mi spalmo la mano sul viso.
Lucy...sei una stupida
​Natsu mi si avvicina al viso.
-Non ti facevo così perversa mia cara Lucy- mi dice a due centimetri dal viso. Arrossisco e gli volto le spalle incrociando le braccia al petto.
-Non sono una pervertita...tu lo sei!- gli grido e in risposta sento una risata alle mie spalle, poi un respiro freddo vicino all'orecchio.
-Ci vediamo dopo, Lucy- mi dice. Mi volto subito dopo, ma lui è già scomparso.
 
 
 
Sono sul letto di Natsu sotto le lenzuola con gambe e braccia larghe che guardo inespressiva il soffitto. Non riesco a prendere sonno sono da ore qui a girarmi e rigirarmi sul letto per cercare di prendere sonno, ma niente.
Inoltre addosso ho ancora i vestiti di ieri e darei qualsiasi cosa per avere un ricambio pulito.
Chiudo gli occhi per la centesima volta con l'intenzione questa volta di dormire, ma delle note di pianoforte mi risvegliano dal mio stato di dormiveglia.
Ascolto attentamente le note che aleggiano nell'aria creando una meravigliosa canzone. Mi alzo da letto avvicinandomi alla porta, curiosa di conoscere la persona che sta suonando con così tanta maestria i tasti del pianoforte.
Provo ad aprire la porta e con mio grande stupore mi accorgo che non è chiusa a chiave. Esco dalla stanza, iniziando a seguire la dolce melodia che aleggia nell'aria. Mi accorgo che la melodia proviene dall'ultimo piano e come ipnotizzata salgo le scale con passo felpato, con il cuore che batte a mille.
Salgo l'ultimo scalino e mi dirigo verso la stanza da cui proviene questa dolce melodia. Le porte sono aperte e mi basta dare uno sguardo all'interno della stanza per notare un Natsu dai capelli rosati e scompigliati con gli occhi chiusi che suona con maestria il piano.
Mi appoggio allo stipite della porta chiudendo gli occhi, assaporando ogni singola nota di questa meravigliosa canzone che crea in me un mix di emozioni contrastanti.
Non mi serve guardare Natsu per capire quanta malinconia contiene al suo interno questa canzone. Si capisce dagli alti e bassi di questa canzone, prima la felicità di avere accanto la persona che si ama, poi la perdita di ella ed infine la malinconia per la sua mancanza.
Sono così persa tra le note che non mi accorgo neppure che Natsu ha smesso di suonare, finché sento una mano gelida posarsi sulla mia spalla.
Mi ridesto dalla realtà e apro gli occhi incontrando quelli smeraldini di Natsu. Ma non sono come li immagino, pieni di tristezza, no, il suo sguardo è furioso e la causa della sua furia sono io.
-Tu, che ci fai qui!?- mi dice con tono arrabbiato incrociando le braccia al petto.
-Io...non riuscivo a dormire...così ho sentito la musica e volevo sapere chi suonasse il pianoforte...ed ora eccomi qua. Sai, suoni veramente bene- gli dico intimidita dal suo sguardo di fuoco. Lui digrigna i denti e chiude gli occhi.
-Hai infranto la terza regola, torna subito in camera- mi dice irritato, con un pizzico di tristezza nella voce. Rimango spiazzata dalla sua freddezza. Qualche ora prima mi sorrideva ed ora mi guarda con uno sguardo di fuoco e le braccia incrociate al petto.
-Natsu...io...non volevo...- gli dico cercando di posargli una mano sul braccio per cercare di tranquillizzarlo, ma lui indietreggia schiaffeggiandomi la mano per allontanarla da lui.
-Perdo- non riusco neanche a finire la frase che Natsu mi invita con la mano ad andarmene.
-Vattene. Torna in camera- mi dice autoritario con ancora gli occhi chiusi. Sobbalzo, non pensavo che si sarebbe arrabbiato così tanto.
-Ma Natsu... perdonami non volevo farti arrabbia- questa volta mi interrompe bruscamente. Spalanca gli occhi e mi grida in faccia.
-LUCY! TORNATENE IN CAMERA ALTRIMENTI TI AMMAZZO!- mi grida contro Natsu. Sbianco dalla paura alla vista dei suoi canini affilati che minacciano di bucarmi la pelle. Il suo sguardo è pieno di ira e io non posso fare altro che correre giù dagli scalini e rifugiarmi sotto le lenzuola del letto di Natsu.
Chiudo gli occhi cercando di dimenticare l'accaduto, ma l'immagine di Natsu che mi inveisce contro ritorna sempre a farsi largo nella mia mente.
Finalmente prendo coraggio e tiro fuori la testa da sotto le lenzuola cercando di riprendere sonno, all'improvviso però un respiro freddo alle mie spalle attira la mia attenzione, mi volto leggermente con la testa e noto che si tratta di Natsu.
-Natsu...- lo richiamo, ma in risposta ricevo soltanto uno sbuffo e con una mano mi spinge delicatamente di nuovo sul letto. Non riesco neppure ad aprire la bocca per chiedere spiegazioni che la mano di Natsu sposta leggermente i capelli dal mio collo. Sgrano gli occhi.
Non vorrà mica...mordermi?
​Subito sento i suoi denti premere leggermente contro la pelle del mio collo. Il battito del mio cuore aumenta.
Sta per mordermi me lo sento!
​Aspetto il dolore del morso...ma esso non arriva. Apro un'occhio per notare se Natsu se ne andato, ma sento chiaramente la sua presenza. Sgrano gli occhi dalla sorpresa. Un bacio. Un dolce, casto e delicato bacio lascia sul mio collo prima di mettersi al mio fianco sul letto e chiudere gli occhi. Arrossisco.
-Non è ancora venuto il momento di morderti...- dice Natsu racchiudendomi in un abbraccio tra le sue braccia possenti. Io inaspettatamente mi rilasso al suo tocco.
-Scusami per prima, principessa- mi dice Natsu contro i miei capelli. Sorrido appena.
-So che sei sveglia- aggiunge subito dopo il vampiro. Aggrotto le sopracciglia.
Ma come...
Ride contro i miei capelli stringendomi a sé ancora più forte. Mi venne in mente il nomignolo che ha usato per me qualche secondo fa.
-P-principessa?- gli chiedo balbettante dall'imbarazzo. Lui sorride.
-Sì, sei la mia principessa ed ora dormi Lucy- mi dice dolcemente. Dolce. Non l'avrei mai pensato nei confronti di un vampiro, ma Natsu è così...lui è diverso, lui è dolce.
Però rimane comunque uno stupido, ma divertente succhiasangue
Rido sotto i baffi al mio stesso pensiero.
-Ti ho sentita...- dice con tono fintamente offeso Natsu e sorrido.
Dopotutto...non tutti i cuori sono fatti di pietra
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Angolo autrice:
Ciao!Allora questo capitolo è lunghetto, ma non avevo per niente voglia di tagliarlo per cui ecco qua il risultato. Qui Lucy cerca di scappare (non so da cosa visto che Natsu è un vampiro super figo) e Natsu le salva la vita. Vediamo come andrà a finire questa convivenza tra questi due, uno vampiro purosangue e l'altra un umana. Il prossimo capitolo sarà molto interessante e quindi siate pazienti. Al prossimo capitolo miei cari! E recensite!
Bye
 
 
 

 

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Capitolo 3
*** Il primo morso ***


​Red blood
​-Il primo morso-
 
 
 
 
 
 
 
​Apro gli occhi lentamente e un raggio lunare che trapela leggermente dalle tende rosse della camera di Natsu mi accarezza dolcemente il viso.
Mi stiracchio sul morbido letto chiudendo nuovamente gli occhi, mentre inspiro pofondamente il profumo che imprigna le lenzuola rosse, il profumo di Natsu. Il suo profumo è così inebriante che è impossibile descrivervi quanto è buono. Un profumo elegante e raffinato.
Natsu! Dove è?!
Mi alzo di scatto a sedere, mentre il mio sguardo vaga sul lato del letto vuoto accanto a me. Ieri quando mi ha gridato dietro ed io sono corsa in camera a nascondermi sotto le coperte lui mi ha tenuto a sè in un abbraccio per tutto il tempo. Al solo pensiero arrosisco, non solo per l'abbraccio, ma anche perché ieri mi sono comportata proprio come una piccola bambina impaurita.
Quel abbraccio ha scatenato in me un turbine di emozioni cotrastanti: felicità, tristezza, paura, imbarazzo e un senso di sicurezza. Sembrerà strano da dire ma tra le sue braccia mi sento al sicuro, mi sento protetta.
Svegliati Lucy! Lui è un vampiro! Non puoi sentirti al sicuro, lui ti voleva mordere!
Mi ricorda la mia coscienza. Questo è vero, sicuramente sarà stato a causa della situazione che ho pensato a questo senso di sicurezza. Però pensare che quell'abbraccio mi è piaciuto mi fa venire un brivido lungo la schiena. Mi è piaciuta veramente la sensazione di freschezza che mi trasmetteva la sua pelle gelida come il marmo e in un certo senso quell'abbraccio mi ha trasmesso calore.
Tiro uno sbadiglio, nonostante tutto sono ancora stanca. Non sono abituata a questo ritmo quotidiano, insomma dormire il giorno e svegliarsi nel bel mezzo della notte, mi ci vorrà un po' per abituarmi.
Inoltre per tutto il tempo non ho chiuso occhio per paura che Natsu non fosse in grado di resistere alla tentazione di bere il mio sangue. Ed anche perché la sua vicinanza mi faceva battere il cuore a mille.
Lucy! Concentrati, tu devi trovare una maniera per scappare da qui prima che ti succhi il sangue!
Ritorno brutalmente alla realtà grazie alla mia coscienza che mi ricorda che lui da me non vuole nient'altro che il mio sangue. Con decisione mi alzo dal letto per andare a vedere se Natsu si trova ancora in casa per approfittare di scappare, ma il mio sguardo viene attirato da una tuta da ginnastica posata sul letto sfatto con accanto un piccolo foglietto.
Prendo tra le mani la felpa della tuta e la guardo con una smorfia sul viso, non mi piace molto. La riappoggio delicatamente sul letto e apro il foglietto leggendolo velocemente.
Cara Lucy,
quando ti sveglierai io non sarò accanto a te, mi sono dovuto svegliare presto
per sistemare delle questioni importanti. Ho preso dal mio armadio una mia tuta
visto che sono sicuro che tu voglia fare una bella doccia e cambiarti gli abiti.
Ah e soprattutto, non provare ad uscire da questa camera, chiaro?
Altrimenti verrai punita severamente.
Natsu
Sicuramente questo bigliettino non mi fa saltare di gioia visto che mi ha minacciato di non uscire da questa camera, ma ha detto chiaramente che è occupato no? Quindi è fuori casa ed io posso tranquillamente scappare. Prima però...mi devo fare assolutamente una doccia non sopporto più questi vestiti addosso.
Mi dirigo velocemente all'interno del bagno e mi libero velocemente dei vestiti facendoli cadere a terra e mi infilo velocemente all'interno del box doccia.
 
 
Apro la manopola e un getto d'acqua fredda mi arriva in pieno viso, rilassando immediatamente tutto il mio corpo. I ricordi degli ultimi due giorni mi passano per la mente ed ora tutta questa situazione mi sembra veramente strana. Basta pensare che fino a due giorni fa non sapevo neppure dell'esistenza dei vampiri ed ora addirittura sono diventata una sacca di sangue a disposizione di uno di loro.
Per fortuna non mi ha ancora morso, ma se non scappo da qui probabilmente lo farà molto presto. Mi insapono velocemente con il bagnoschiuma tutto il corpo e mi sciaquo velocemente con l'acqua. Apro il box doccia e mi avvolgo il corpo con un asciugamano bianco.
Mi asciugo ed indosso l'intimo, poi i vestiti che mi ha dato Natsu. Appena li indosso vengo immediatamente investita dal suo profumo che mi inebria i sensi.
Lucy! Ripigliati! Devi scappare probabilmente un'occasione simile non si ripeterà nuovamente!
Scuoto la testa per risvegliarmi dall'attimo di trance in cui mi sono trovata e mi dirigo a passo deciso verso la porta per uscire.
Apro lentamente la porta facendo capolino solo con la testa per controllare se c'è qualcuno nel corridoio. Guardo a destra e a sinistra e un sorriso raggiante si fa largo sul mio viso, nel constatare che non vi è anima viva.
A passo felpato mi dirigo verso le scale che scendo velocemente. Mi dirigo lentamente guardandomi intorno verso la mia salvezza, l'enorme portone d'ebano che conduce all'esterno della casa.
Passo accanto alla cucina e il mio sguardo viene attirato dall'enorme frigo bianco. Un brontolio alla pancia mi avvisa che sono affamata. Chissà cosa c'è di buono là dentro...
No! Lucy, devi scappare adesso dopo penserai a mangiare!
Provo ad andare avanti, ma il mio sguardo viene attirato nuovamente dal frigo e il brontolio non ha nessuna intenzione di interropersi. Guardo a destra e a sinistra impaurita che Natsu possa tornare da un momento all'altro e mi avvicino lentamente al frigo. Lo spalanco e con mio grande stupore vi trovo all'interno del cibo vero e proprio per un essere umano come me.
Strano...i vampiri non hanno bisogno di mangiare cibo umano...
Subito prendo delle fette biscottate da un mobiletto sulla parete a fianco del frigo e mi abbasso per prendere del burro, la marmellata di fragole e del buon latte fresco.
Chiudo la porta del frigo contenta di poter finalmente mettere qualcosa sotto i denti e appoggio tutto sul ripiano della cucina.
-Quindi sei tu la ragazza di cui mi ha parlato Natsu.- dice una voce profonda alle mie spalle. Subito lascio cadere il coltello che ho in mano per spalmare il burro, mentre il sorriso che fino a qualche secondo fa era sulle mie labbra scompare, lasciando spazio alla paura. Questa voce non è di Natsu e neppure del vampiro che mi ha attaccato la prima volta. Mi volto lentamente, curiosa di conoscere la persona che ha appena parlato anche se la paura mi attanaglia lo stomaco. La fame mi è passata.
Sullo stipite della porta, appoggiato con una spalla vi è un bel ragazzo dal fisico asciutto con uno strano sorriso al quanto inquietante che mi squadra da capo a piedi. Indossa una t-shirt nera e un paio di jeans anche essi neri, mentre al collo porta una ciondolo a forma di croce. Ha capelli neri carbone un po' scompigliati e un paio di occhi color pece che hanno uno sguardo tagliante come il ghiaccio. Un brivido di paura mi percorre la schiena e il battito cardiaco aumenta.
Il ragazzo sembra accorgersi della mia paura e il suo sorriso si allarga ancora di più e solo adesso noto i due canini più aguzzi del solito. Un'altro vampiro.
Subito indietreggio, ma lui con uno scatto da vampiro mi si para davanti racchiudendomi tra la parete e il suo corpo. Con due dita mi solleva il mento così da far incrociare i nostri occhi.
-Bene, bene, bene. La fanciulla è uscita dalla sua stanza, peccato che era meglio per te rimanerci.- mi dice il vampiro. Deglutisco con la paura che mi possa mordere. Lui ghigna alla mia reazione e con un gesto elegante della mano mi sposta i capelli di lato mettendo in mostra la porzione di pella del collo. Inizia ad avvicinarsi pericolosamente al mio collo. Perdo un battito. Il suo naso preme sul mio collo ed inspira a fondo il mio profumo.
-Hai un profumo buonissimo e tremendamente invitante.- mi dice lui. Incapace di formulare un frase, rimango in silenzio. Sgrano gli occhi appena mi accorgo che la sua lingua fredda mi lecca il collo, come se mi volesse assaggiare. Lo sento ghignare.
-Sai...credo che se bevo tutto il tuo sangue adesso Natsu sicuramente mi vorrà uccidere. Però...se do solo un assaggio lui non si accorgerà di niente.- mi dice il vampiro all'orecchio. Spalanca la bocca pronto a bucarmi la pelle con i suoi canini.
Finalmente prendo coraggio e premendo con i palmi sul suo torace lo spingo via da me, iniziando a correre via verso il soggiorno. Volto un'attimo il capo e noto il vampiro con un sorriso a trentadue denti, è divertito?
 
 
Rallento il passo notando che il vampiro non mi sta inseguendo e le mie orecchie vengono attirate da delle voci. Inizio a camminare a passo felpato cercando di non farmi sentire per arrivare al luogo da cui provengono le voci. Mi fermo davanti ad una porta, le voci vengono da dietro questa porta. Avvicino l'orecchio alla porta per ascoltare la conversazione.
-Alcuni miei amici mi hanno informato che lui si sta muovendo. I miei informatori sostengono che stia progettando qualcosa di losco in un magazzino poco distante dal luogo in cui lavora. Ogni giorno a mezzanotte in punto entra all'interno del magazzino e ne esce alle due di notte. Lui è riuscito a sopravvivere al tuo attacco Natsu ed è guarito più in fretta del previsto.- dice uno dalla voce maschile molto seducente. Un'altro grugnì.
-Magari andare da lui e spaccargli il cranio.- dice una voce calma e profonda da uomo.
-Tsk! State zitti! Idioti, non potete arrivare da lui e sfidarlo è molto più forte di voi mezzosangue e vi ucciderebbe all'istante con una sola mano, semplicemente non dobbiamo dare nell'occhio e continuare a spiarlo. E tu, Natsu, tieni la ragazza al sicuro, perchè ora lui sa dove si trova.- dice una voce profonda dal tono calmo, ma tagliente. Questa però è una donna. Si sentì un sospiro di frustrazione.
-Hai ragione tu, Erza. Ci incontreremo nuovamente molto presto e speriamo che lui non ci attacchi.- dice infine la voce di Natsu. Indietreggio con gli occhi sgranati.
Possibile che la ragazza di cui stanno parlando sia io? Qualcuno mi vuole catturare? E chi è questo lui?
Troppe domande senza risposta passarono velocemente nella mia mente, finchè una mano gelida si posa sulla mia spalla e mi volta bruscamente. Il vampiro dagli occhi color pece è davanti a me con lo sguardo ancora più freddo di prima.
-Non ti hanno mai detto che non è buona educazione ascoltare conversazione private?- mi dice il vampiro stringendomi sempre di più la spalla, così tanto che inizia a farmi male. Improvvisamente le porte alle mie spalle si spalancano e la stretta alla spalla sparisce. Un imprecazione arriva alle mie orecchie e aprendo gli occhi, che avevo chiuso in precedenza dalla paura, vidi a terra il vampiro.
Ma come ha fatto a finire a terra?
-Gray! Ti avevo detto di non toccarla! Prova a toccarla ancora una volta e ti stacco la testa a morsi!- gli grida contro Natsu. Subito sento due braccia possenti stringermi a sé facendomi andare a sbattere contro un petto muscoloso, è Natsu. Arrossisco immediatamente al contatto con il suo petto e la sua presa su di me diventa possessiva.
-Lei è mia! E di nessun'altro! Hai capito nudista dei miei stivali?!- gli grida Natsu in faccia. Il vampiro dagli occhi color pece che da quello che ho capito si chiama Grey gli si avvicina digrignando i denti come un cane rabbioso.
-A chi hai dato del nudista?- gli dice rabbioso Grey. Natsu ghigna, divertito.
-A te, nudista. Guardarti.- gli dice in un sorriso maligno Natsu. Incuriosita poso lo sguardo su Gray e noto immediatamente che è in mutande. Distolgo lo sguardo con il viso in fiamme. Sento subito Gray che tira un urlo e che bestemmia.
-Tu...fiammifero! Vuoi fare a botte!?- gli grida in faccia Gray, finalmente rivestito. Natsu ghigna nuovamente.
-Forza! Sono tutto un fuoco!- gli dice in risposta il rosato con gli occhi accesi dalla sfida. Non iniziarono neppure a picchiarsi che due pugni finirono sulle loro testa zittendoli del tutto.
-Smettetela di litigare! Siete sempre gli stessi idioti!- gli intima la donna. Lei è semplicemente stupenda. Ha degli occhi color nocciola e dei capelli scarlatti lunghi e lisci con una frangia a coprirle un'occhio. Indossa un vestito nero e lungo con una scollatura molto provocante che mette in mostra il seno prosperoso.
-Siete veramente fastidiosi, siete sempre a litigare e a fare a botte- dice un uomo dai capelli biondi ed occhi azzurri con una cicatrice a forma di fulmine sul viso.
-Dovreste cercarvi una ragazza. Lei si che vi rimetterebbe in riga- dice sghignazzando un ragazzo dai capelli aranciati un po' sbarazzini e dagli occhi carismatici coperti da un paio di occhiali da sole.
Tossisco per richiamare l'attenzione di Natsu.
-Natsu, me li potresti presentare?- gli chiedo un po' intimorita dagli sguardi che ho attirato su di me. Natsu mi sorride raggiante e il mio cuore perde un battito.
-Allora...ti presento Gray, quello che qualche secondo fa si è denudato davanti a tutti, Erza l'unica ragazza presente nel nostro gruppo, Laxus quello con la cicatrice a forma di fulmine e Loki il Don Giovanni dalla chioma aranciata.- conclude lui. Io sorrido loro un po' timida e quando loro ricambiano, immediatamente mi irrigidisco alla vista di tutti quei canini appuntiti. Sono tutti quanti dei vampiri.
Altri vampiri? Io adesso svengo...
Natsu mi stringe a sé, probabilmente accortosi della mia tensione.
-Tranquilla, non ti faranno niente gliel'ho vietato. Ah e cerca di non svenire, perché te lo scordi se ti prendo prima che tu cada al suolo.- mi dice Natsu ridendo. Ha letto i miei pensieri. Di nuovo. Questa cosa mi da veramente fastidio.
-E comunque loro stavano per andarsene ed io e te dobbiamo parlare, è una cosa molto importante.- mi dice Natsu prendendomi per le spalle guardandomi serio negli occhi. Subito capisco dai suoi occhi che è veramente importante. Lui mi prende il polso in una stretta ferrea trascinandomi verso le scale.
-Come mai Gray ti ha chiamato fiammella prima?- gli chiedo io curiosa cercando di allentare la tensione. Natsu mi stringe ancora più forte il polso.
-Mi ha dato un soprannome.- mi dice lui con un tono che non ammette repliche. Provo nuovamente a domandarglielo spinta dalla curiosità.
-Ok, ma perché?- gli chiedo curiosa.
-Perché...diciamo che ho avuto a che fare con un incendio- mi risponde lui. Da quel momento fino alla nostra meta non gli ho chiesto più niente. Parlare di incendi mi ha sempre messo in agitazione. Mi volto un'ultima volta per vedere se gli altri vampiri sono ancora lì a fissarci, ma loro sono già spariti.
 
 
Riconosco la strada che stiamo percorrendo, stiamo andando nella camera di Natsu. Natsu non mi ha più rivolto la parola e mi sta trascinando con passo deciso nella sua camera. Arriviamo davanti alla porta e lui la spalanca con una mano e mi invita ad entrare con uno sguardo.
Entro impaurita e lui chiude subito dopo di me la porta con un tonfo, è arrabbiato.
Volgo lo sguardo sul pavimento.
-Di cosa volevi parlarmi?- gli chiedo impaurita alzando lo sguardo su di lui e appena incontro il suo sguardo lui volta la testa portando le mani a torturarsi i capelli digrignando i denti.
-Mi hai disobbedito.- mi dice con rabbia degnandomi di uno sguardo furioso. Inizio a giocare con le dita cercando di rimanere tranquilla.
-Sì...lo so e mi dispiace.- gli dico, ma non faccio altro che aumentare la sua rabbia. Ora mi degna di tutta la sua attenzione. I suoi occhi verdi smeraldo sono pieni di ira e...preoccupazione?
Natsu è preoccupato? E di cosa?
Si volta verso la finestra grugnendo, passandosi la mano destra tra i capelli in fare innervosito. Poi dopo un lungo minuto si volta verso di me e sobbalzo dallo spavento.
-E ti chiedi pure per cosa sono preoccupato? Sono preoccupato per te, insomma se non fossi arrivato in tempo Gray ti avrebbe prosciugato di tutto il sangue che hai in corpo. Io...- mi grida in faccia andandosi a sedere sul letto con il capo chino verso il pavimento. Mi avvicino a lui cautamente appoggiandogli una mano sulla spalla per tranquillizzarlo.
-Ma questo non è successo perché mi hai salvata in tempo, quindi...grazie.- gli dico dolcemente cercando i suoi occhi che incontro poco dopo. Occhi increduli, ma anche pieni di felicità e l'ira è svanita come la preoccupazione. Mi sorride radioso mostrando due fossette molto attraenti ai lati della bocca.
-E comunque perché mi hai disobbedito e sei uscita dalla mia camera?- mi chiede curioso. Mi allungo verso il comodino e prendo tra le mani il biglietto che mi ha lasciato in precedenza Natsu.
-Per que...ahio!- grido dal dolore. Un piccolo taglio fa capolino sul mio indice e un po' di sangue inizia a uscire dalla piccola ferita.
Maledetta carta! Mi sono tagliata!
Subito mi irrigidisco al ricordo di essere in presenza di un vampiro. Volto lo sguardo su Natsu un po' impaurita e lo vedo seguire con lo sguardo la gocciolina di sangue che percorre il mio dito. Un lampo passa veloce nei suoi occhi. Si lecca le labbra ed inizia ad avvicinarsi pericolosamente al mio dito. Sobbalzo.
-Natsu...- provo a chiamarlo, ma ormai è tutto inutile la ragione ha abbandonato i suoi occhi che ora desiderano solo che assaporare il mio sangue. Indietreggio impaurita e una malsana idea mi passa per la mente.
Infilo l'indice in bocca sentendo immediatamente sulla lingua il gusto ferroso del sangue e lancio a Natsu un sorriso tranquillo, ovviamente finto.
Lui mi sorride malizioso.
-Non sai che sbaglio enorme hai appena commesso.- mi dice Natsu. Con uno scatto mi butta sul materasso ed ora mi trovo su di esso con Natsu su di me che mi squadra con uno sguardo famelico. Subito tolgo dalla bocca l'indice e nascondo la mano dietro la schiena. Improvvisamente Natsu ghigna e si avvicina al mio orecchio, mentre un leggero rossore mi imporpora le guance a causa della vicinanza.
-Se tu succhi il tuo stesso sangue davanti ad un vampiro non fai altro che eccitarlo ancora di più.- mi sussurra all'orecchio Natsu, mentre un brivido mi percorre la schiena.
Natsu si sposta con il viso sul mio collo ed inspira a pieni polmoni il mio odore passando leggermente con la punta del naso sul mio collo.
-Aspettavo questo momento, non riesco più a resistere al richiamo del tuo sangue.- mi dice. Sobbalzo presa alla sprovvista quando sento la sua lingua che percorre tutta la lunghezza del mio collo, ma non è come prima con Gray anzi è quasi...piacevole.
Che pensiero stupido...
Dopo quest'ultimo pensiero, arriva. I suoi canini premettero contro la mia pelle e il battito del mio povero cuore accelerò. Mi morse. Un dolore lancinante al collo e Natsu iniziò a succhiarmi il sangue avidamente. Troppo avidamente. Strinsi gli occhi dal dolore. Pian piano sento le forze abbandonarmi e la stanchezza investe. I suoni iniziano a diventare ovattati e la vista inizia ad appannarsi.
Me lo sento sto per morire...e pensare che io mi fidavo di te, Natsu...
Natsu si stacca brutalmente dal mio collo. Noto il suo sguardo smarrito, impaurito e triste. Quello sguardo...lui odia essere un vampiro. Mi guarda il collo e inorridisce davanti a quella vista. Una sua mano tremante mi accarezza dolcemente una guancia.
-M-mi dispiace, Lucy...mi dispiace tanto per quello che ho fatto- mi dice con lo sguardo fisso nel mio. So che non è colpa sua se è costretto a questa vita in cui deve nutrirsi di sangue ed è per questo che lo perdono. In fondo...credo che mi sto affezionando a lui. So che non potrà mai contraccambiare la mia amicizia per lui io sono solo una sacca di sangue, però preferisco illudermi che almeno un po' di bene mi voglia piuttosto che soffrire inutilmente. Anche se questo pensiero mi fa male al cuore.
Lo vedo alzarsi dal letto e uscire in fretta e furia dalla camera da letto, ma non mi sfugge quell'occhiata sfuggente che mi dona, ma la visuale dei suoi occhi mi spezza il cuore. Piange. Una lacrima solitaria gli scivola sul viso. Abbasso lo sguardo e lui esce.
Guardo il soffitto, ormai priva di forze ed inizio a pensare. Finalmente ci è riuscito...è riuscito a mordermi. Il mio primo morso è stato dato da un vampiro purosangue. Ma non un vampiro qualunque, ma da Natsu.
Con quell'ultimo pensiero chiudo gli occhi sconfitta dalla stanchezza.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo autrice:
Ciao a tutti! Allora vi è piaciuto questo nuovo capitolo? Io vi avevo avvisato che sarebbe stato molto interessante. Qui c'è Lucy alle prese con il primo morso e che conosce i Erza, Laxus, Loki e Gray. Il prossimo capitolo metterà bene in mostra la relazione che si sta formando tra Natsu e Lucy e devo dirvi che non vedo l'ora di scriverlo. Comunque...riguardo il prossimo capitolo bhe, non so ancora quando pubblicarlo dato che il trenta luglio sono via, ma pensavo di pubblicarlo o un po' prima oppure una settimana dopo. Ci vediamo alla prossima e continuate a recensire!
Alla prossima!
 

 

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Capitolo 4
*** Amici ***


Red blood
-Amici-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
La porta si apre lentamente con un leggero scricchiolio e guardandomi intorno a destra e sinistra del lungo corridoio, constatando di essere sola sguscio velocemente fuori dalla stanza e chiudo immediatamente la porta dietro di me. Mi guardo nuovamente intorno. Niente. Inizio a camminare.
C'è un silenzio surreale come la prima volta che sono stata attaccata da un vampiro un mese fà. Al solo ricordo di quel vampiro mi fermo di scatto, mentre brividi freddi mi percorrono la schiena. Prendo un respiro profondo e ricomincio a camminare.
Da un mese sono rinchiusa in questa villa con un vampiro. Da un mese che non ho più visto nè parlato con Natsu. Da quando mi ha morsa, lui è scomparso. Si è rinchiuso in una stanza degli ospiti e da lì non è più uscito. Questo mi ha fatto preoccupare moltissimo e non solo. Mi manca. Mi manca la sua allegria e le sue battute. E mi manca il suo corpo freddo accanto al mio. Mi manca tutto di lui.
​Il tempo è passato molto lentamente da quando non l'ho più incontrato. Ho passato le mie giornate sul letto di Natsu a fissare il soffitto della stanza stringendo al petto un cuscino. Verso cena quando mi veniva un certo languorino, qualcuno bussava alla mia porta tre colpi. Io aprivo la morta e trovavo ai miei piedi un piatto di pasta. So che è lui che mi portava da mangiare e questo in un certo senso mi faceva felice.
Con questi ultimi pensieri arrivo alle scale e con un groppo in gola inizio a salire.
Cavoli se mi becca sono fritta
Dove voglio andare? Semplice voglio visitare un'po questa villa e voglio scoprire il passato di Natsu. Effettivamente in questi giorni non ho fatto assolutamente niente. E poi il bello è che se trovo in giro qualche foto imbarazzante di Natsu potrei vendicarmi per quello che mi ha fatto.
Un sorriso diabolico si fa largo sul mio viso. Voi ora penserete: "Beh ok...che scherzo ti ha fatto per vendicarti?" ebbene, nessuno. Dopotutto lui è rinchiuso in quella maledetta stanza.
Vi metto al corrente dell'accaduto.
Il giorno dopo che mi ha morsa Natsu mi sono svegliata e alzata a fatica dal letto. L'unica cosa che mi ha fatta alzare è stato il biglietto di Natsu posato sul comodino vicino alla mia testa. Sono scattata fuori dal letto solo a causa del biglietto. Cosa c'era scritto sul quel fottuto biglietto? Di lasciare il lavoro. Sul comodino vi era il mio cellulare con cui avrei dovuto mandare il messaggio in cui mi sarei auto-licenziata. Subito ho aperto la rubrica per cercare qualcuno da chiamare, non so ad esempio la polizia e sapete la bella sorpresa? Era vuota. L'unico numero che era rimasto in memoria era del mio capo. Subito ho iniziato a scrivere il messaggio con una richiesta di aiuto, ma quando stavo per premere invio ci ho ripensato. Ho pensato: "A cosa serve tutto questo?" "Nessuno mi darebbe ascolto" "Mi prenderebbe per matta". E secondo voi cos'ho fatto? Niente, ho seguito le istruzioni di Natsu e mi sono licenziata. Ma, insomma cosa potevo fare?
Se Zeref avrebbe letto il messaggio d'aiuto avrebbe spifferato tutto ai giornalisti. E io sarei finita in prima pagina: "Una pazza afferma di essere stata rapita da un vampiro" come titolo e con sotto la mia fotografia.
Per questo mi voglio vendicare. Per aver distrutto il muro che mi sono costruita nel tempo con sudore e fatica per scappare dal dolore e la depressione che mi hanno causato la perdita dei miei genitori.
Con tutti questi pensieri non mi sono neppure accorta di essermi fermata davanti a un enorme portone.
 
 
Appoggio le mani sul portone di legno scuro e spingo. La porta si apre con un cigolio sinistro.
Socchiudo le labbra dallo stupore e faccio un giro su me stessa guardandomi affascinata intorno.
La stanza si rivela essere un'enorme biblioteca con migliaia di scaffali vecchi e polverosi, mentre ai lati della stanza dominano due piccoli divani rossi dalle rifiniture color oro.
Alzo gli occhi sul soffitto.
Wow che meraviglia
Rimango ferma a guardare il magnifico lampadario di cristallo che domina questa stanza. Entrando qui sembra di tornare indietro nel tempo, all'antichità. Questa stanza è così diversa dalle altre che sono ammobiliate con mobili moderni del ventunesimo secolo. Inspiro profondamente il profumo delle pagine dei libri.
Mi piace
Mi riprendo velocemente dal mio stato di trance ed inizio a cercare tra gli scaffali libri che mi possano saltare all'occhio tipo: "Ricordi di Natsu" oppure "Libro dei ricordi di Natsu" e invece niente. Solo uno fa al caso mio. Un libro molto grosso dalla copertina color sangue con il titolo in bella mostra color oro che risalta molto sul rosso sangue.
Vampiri
​Questo è il suo titolo. Lo tiro giù dallo scaffale e lo osservo per un paio di minuti prima di decidermi di sedermi su uno dei divanetti e iniziarlo a sfogliare. Qui c'è scritto tutto sui vampiri. Sfoglio velocemente le pagine.
Tipologie di vampiri
Come succhiano il sangue
Che poteri possiedono
Appena volta la pagina dopo questo lungo capitolo, mi fermo. Improvvisamente la gola diventa arida e l'aria sempre meno e il mio respiro diventa affanoso, appena leggo il titolo del nuovo capitolo.
Come uccidere un vampiro
I miei occhi iniziano a scorrere velocemente tra le righe. Inizio a leggere ad alta voce.
- Esistono tre cose che possono uccidere un vampiro: il sole, un paletto di frassino piantato nel cuore e una pallattola d'argento. Il sole, è molto pericoloso per i vampiri appena uno di loro finisce sotto la luce del sole brucia in pochi secondi e diventa cenere nera. Ma... i vampiri sono diventati più furbi e intelligenti e per questo non si espongono al sole per cui i casi in cui i vampiri sono morti a causa di esposizione al sole sono tutt'ora rari. Il paletto di frassino, è facilmente reperibile e in questo caso per uccidere il vampiro bisogna essere a stretta vicinanza. Ma a causa di questa vicinanza nella maggioranza dei casi colui che vuole uccidere il vampiro viene ucciso prima da quest'ultimo, visto che il vampiro si sarà già accorto della sua presenza. Mentre la pallottola d'argento è un modo infallibile per uccidere un vampiro. Non serve stare a stretta vicinanza e non si deve aspettare che il sole sorga. Con una pallottola d'argento quando il vampiro viene colpito diventa più debbole è perde i suoi poteri e i suoi canini per succhiare il sangue, diventa umano. Il vampiro muore di una morte lenta e dolorosa.- finisco di leggere. Resto ferma, immobile. Non oso neppure respirare. Resto con con lo sguardo fermo sulle ultime parole con gli occhi sgranati.
Sole? Paletti di frassino? Pallottole d'argento? Tutto questo mi mette i brividi
-Che ci fai tu qui.-
Mi volto di scatto verso la porta e incontro i suoi occhi smeraldini. Quello che mi ha detto non sembra una domanda, ma piuttosto un'affermazione. Lo guardo da capo a piedi.
Sembra stanco e trasandato. Ha i capelli scompigliati, i vestiti stropicciati e due enormi borse nere sotto gli occhi. Gli occhi verdi sono stanchi e spenti. Riporto lo sguardo sul libro.
Alzo le spalle.
-Volevo vedere com'è questa villa ed ora eccomi qui.- gli dico indifferente. Lui non si avvicina, si tiene a debita distanza. Si abbassa per vedere il titolo del libro che sto leggendo.
-Cosa stai leggendo?- mi chiede Natsu. Lo guardo negli occhi.
-Come uccidere un vampiro.- gli dico sperando di veder balenare nei suoi occhi un barlume di paura, ma niente. Il suo sguardo rimane totalmente indifferente.
-Fra un'ora ti voglio trovare davanti la porta d'ingresso ai piedi delle scale. Usciamo a prendere i tuoi vestiti.- mi dice dandomi le spalle. Abbasso un'attimo lo sguardo.
Usciamo? A prendere i miei vestiti? Che meravigliosa giornata!
-Ok...gra- non riesco neppure a ringraziarlo che lui è già svanito. Tiro un sospiro di sollievo e chiudo il libro. Gli do un'ultimo sguardo, mi alzo e lo rimetto nello scaffale. Apro la porta ed esco, ma non prima di essermi guardata alle spalle la gigantesca biblioteca.
 
Fisso con disprezzo ed odio il portone davanti ai miei occhi. Sono davanti il portone dell' ingresso che sto aspettando Natsu, mentre guardo con odio il portone. Voi vi starete domandando come mai? Perchè lo odio. Lo odio perchè mi basterebbe aprire il portone e correre fuori da qui per essere libera da questa prigionia. Ma se corressi fuori, Natsu mi riprenderebbe e mi porterebbe nuovamente qui attraverso questo portone. Per questo lo odio.
Vedo una sagoma passarmi accanto, è Natsu. Sento il suo profumo investirmi e per un breve momento chiudo gli occhi estasiata dal suo odore.
-Muoviti.- mi ordina autoritario con le mani nelle tasche. Apro gli occhi e lo squadro, non si è cambiato è sempre uguale. I miei piedi finalmente decidono di muoversi e seguirlo fuori, all'aperto. La luna brilla nel cielo insieme alla miriade di stelle, mentre in lontananza si vedono le luci della città.
Natsu si abbassa sulle ginocchia.
-Sali.- mi dice. Poso lo sguardo sulla sua schiena.
-Cosa?- gli domando.
-Sali sulla mia schiena.- mi ripete innervosito. Non me lo faccio ripetere due volte e salgo sulla sua schiena pur di non farlo arrabbiare ulteriormente. Natsu allaccia le sue braccia alle mie gambe.
-Tieniti forte.- mi avvisa, ma io non riesco neanche a ribattere che lui parte alla velocità della luce. Mi aggrappo forte con le braccia al suo collo cercando di non volare via. Stringo gli occhi per evitare che il vento dia troppo fastidio ai miei occhi. Il vento cessa, Natsu si è fermato.
-Scendi.- mi ordina, lasciandomi andare le gambe. Scendo lentamente dalla sua schiena e solo dopo essermi guardata intorno mi accorgo che siamo nel centro di New York. Mi guardo per un'attimo intorno contenta di essere tornata nel caos della città.
Anche di notte New York è piena di gente
Una mano gelida mi afferra con forza il polso. Natsu mi tira a sè.
-Non provare a scappare.- mi sussurra gelido all'orecchio. Deglutisco a fatica. Lui si stacca da me ed inizia a trascinarmi sul marciapiede. Cammino tranquillamente accanto a Natsu, mentre quest'ultimo non mi lascia andare il polso e guardo davanti a me. Qualche volta mi fermo con lo sguardo sui visi di alcune persone. Sorrido, trattenendo una risata. Mi viene da ridere a pensare che tutte queste persone intorno a me non sono consapevoli di camminare accanto a un vampiro.
E se vicino a noi, magari ogni giorno ci passasse accanto un vampiro? Oppure ci lavori assieme?
Adesso mi viene da chiedermi e se vi fossero quotidianamente vampiri accanto a noi? E se fossero nostri amici a nostra insaputa?
Mi volto verso Natsu e lo scruto silenziosamente. Io e Natsu? Cosa siamo? Vittima e carnefice? Eppure lui mi tratta come una persona normale non come una preda, mi tratta quasi come...un'amica.
-Siamo seguiti.- afferma Natsu guardandosi oltre le spalle. Mi volto leggermente. Due tipi loschi ci seguono scutandoci con lo sguardo. Improvvisamente Natsu si ferma di scatto guardando pietrificato davanti a sè. Lo imito. Qualche metro un po' più avanti di noi un terzo uomo scruta la folla, poi incontra il mio sguardo e inizia ad avvicinarsi. Natsu si inbuca in un vicolo e mi trascina con sè.
-Maledizione! Maledizione! Maledizione!- grida. Poi si blocca. Sento i suoi muscoli tendersi. I due tipi loschi sono davanti a noi che ghignano.
Anche questi vampiri...ma dov'è il terzo?
Lo cerco con lo sguardo, poi una mano fredda mi accarezza leggermente il viso catturando con le dita una mia ciocca bionda.
-Ma che buon odore. Ci credo che il capo la voglia, vero ragazzi?- dice il terzo scagnozzo. I due ridono di gusto. Natsu alla velocità della luce tira un cazzotto a uno scagnozzo e all'altro gli spacca il braccio. Subito si sente il suono delle ossa che vanno in frantumi. Il vampiro grida dal dolore. Natsu infine prende il terzo per il collo e lo solleva da terra sbattendolo contro il muro formando migliaia di crepe.
-Non toccarla mai più.- gli ringhia in faccia Natsu mostrandogli i canini affilati. L'uomo tira fuori dalla giacca che ha indosso una pistola e la punta sul torace di Natsu all'altezza del cuore.
Tutto si ferma compreso il mio respiro. Mi si gela il sangue nelle vene, mentre un brivido freddo mi percorre tutta la schiena.
-Pallottole d'argento.- afferma l'uomo. Natsu grugnisce e lo appoggia a terra delicatamente allontanandosi da lui di qualche passo.
-Ora...consegnaci la ragazza.- gli dice autoritario l'uomo.
-Tsk, mai.- ribatte Natsu. L'uomo prima con un ghigno adesso lo guarda serio.
-Ok...allora ti farò cambiare idea- afferma. Tira via la sicura della pistola e mira al cuore di Natsu. Ho paura.
Natsu gli salta addosso e un colpo parte, ma prende di striscio il braccio di Natsu. Natsu ormai addosso all'uomo lo prende da dietro e con forza gli rompe un braccio e una gamba. Volto il capo dalla parte opposta inorridita. Natsu mi prende in braccio come una sposa e corre via alla velocità della luce.
 
Natsu si ferma ai piedi delle scale e mi appoggia delicatamente a terra, mi volto preoccupata verso di lui, ma prima ancora che possa aprir bocca lui mi ferma.
-Stai bene, Lucy?- mi chiede preoccupato prendendomi per le spalle. Alzo gli occhi ed incontro i suoi. Sono preoccupati e stanchi.
-Io sì...Natsu tu invece sei stato preso di striscio da un proiettile.- gli dico preoccupata guardando angosciata la sua ferita da cui esce il sangue. Mi sorride.
-Tranquilla fra un paio di minuti la ferita sarà scomparsa io sto be- non finisce di parlare che sviene. Cade a terra privo di sensi. La paura mi attanaglia lo stomaco. La pallottola d'argento lo sta uccidendo. Le lacrime mi pizzicano gli occhi.
Mi abbasso e gli passo una mano sul fianco, mentre con l'altra mi passo un suo braccio intorno al collo. Inizio a salire le scale con Natsu. Lui non può morire. No non può io non glielo permetterò. Arrivo davanti la morta della camera di Natsu e la apro con una mano. Mi trascino a fatica vicino al letto e appoggio Natsu sul letto.
Mi siedo accanto a lui e lo scruto. Natsu rimane bellissimo anche così. Gli accarezzo dolcemente una guancia e una lacrima silenziosa inizia a scendere lungo la mia guancia. Abbasso la testa e chiudo gli occhi.
Solo adesso mi rendo conto di cos'è Natsu per me, è un'amico. Non mi interessa se è un vampiro, lui è mio amico. Non mi interessa se ha bevuto il mio sangue lui è mio amico.
Una mano fredda si appoggia dolcemente sul mio viso. Alzo la testa. Natsu è sveglio e mi sta sorridendo leggermente, mettendo in risalto quelle due borse nere sotto gli occhi. Non ci credo è ancora più pallido del solito.
-Natsu...tu s-stai morendo.- balbetto. Lui mi sorride ancora di più.
-Vero. Ma non per la pallottola, quella non era d'argento era un bluff.- mi dice abbassando la testa dispiaciuto. Poi una lampadina mi si accende in testa.
-Natsu...da quanto tempo non bevi sangue?- gli chiedo timorosa di sapere la risposta. Il suo sorriso svanisce.
-Un mese- risponde. Il mondo mi crolla addosso. Lui non beve da quando mi ha morsa.
-Ora morirò per il peccato che ho commesso. Sai è per questo che Dracula è stato dannato è colpa sua se siamo stati tutti dannati.- continua Natsu guardando il soffitto con un sorriso vago. Mi alzo di scatto dal letto decisa.
-Bevi il mio sangue.- affermo decisa. Natsu mi guarda serio.
-Neanche per sogno.- ribatte.
-Natsu ho detto bevi il mio sangue!- gli inveisco contro.
-No! Potrei ucciderti! Odio essere un vampiro! Odio bere sangue! E odio far male alle persone! Soprattutto te!- mi grida in faccia. Indietreggio di un passo. Lacrime. Lacrime escono dai suoi occhi. Lui ha paura di sè stesso.
-Non posso! E non voglio bere il tuo sangue! Quello è come una droga per me!- grida tra una lacrima e l'altra. Mi avvicino e mi siedo sul letto. Gli sorrido dolcemente. Sposto i capelli lontani dal mio collo e metto in mostra la pelle candida alla vista di Natsu. Lui si spaventa appena mi vede avvicinarmi.
-Cosa fai?- mi domanda.
-Bevi.- gli ordino.
-No!-
-Natsu, ti prego fallo per me! Non voglio tu muoia! Ti voglio bene!- gli dico tra le lacrime. Mi guarda sorpreso un'attimo, poi si avventa voracemente sul mio collo. I suoi denti affondano nella mia carne e lo sento succhiare il sangue avidamente. Dopo un'po sento le forze venir meno.
-Natsu...fermati- lo avviso, ma lui non si ferma. Mi inizio ad agitare.
-Natsu, ti prego- gli sussurro. Si stacca immediatamente dal mio collo e si lecca le gocce di sangue sulle labbra. Mi guarda serio.
-Perché l'hai fatto?- mi domanda. Gli sorrido.
-Perché sono tua amica. E gli amici fanno questo ed altro.- gli dico. Lui sgrana gli occhi e mi guarda stupito.
-Amici?- mi chiede timoroso.
-Sì, amici.- affermo contenta. Natsu sorride raggiante.
-Non ho mai avuto un'amica umana.- afferma.
-Bhe, ora c'è l'hai.- gli dico. Mi prende la mano tra le sue e mi sorride. Arrosisco al suo gesto. Solitamente non arrosisco per gesti così semplici, ma con Natsu, non so è diverso.
-Spero di essere un bravo amico, allora.- risponde. 
-Ne sono certa- ribatto. Natsu diventa improvvisamente serio.
-Questo però è stato il loro primo attacco- dice alzandosi dal letto guardando fuori dalla finestra la città in lontananza. Sobbalzo impaurita.
-C'è ne saranno altri?- gli domando.
-Credo di sì. Da oggi ha inizio la guerra.-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
Angolo autrice:
​Ciao ragazzi! Mi dispiace tantissimo di questo mega ritardo, ma ho avuto qualche imprevisto spero almeno che l'attesa sia valsa la pena. Allora ditemi cosa ne pensate di questo capitolo e volevo ringraziare The Roseblue91 e il fantasma siciliano che continuano a recensire la mia storia. Baci e abbracci alla prossima ragazzi miei!

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Capitolo 5
*** Happy ***


​Red blood
-Happy-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
​Guardo scettica il libro che tengo tra le mani. Lo giro e lo rigiro tra le mani, un'po curiosa e allo stesso tempo un po' scettica. Perché sono scettica? Basta leggere il titolo e capirete, "Malefici e incantesimi" questo è il suo titolo. Per questo sono scettica, perchè parla di magia, ma ormai non so più a cosa credere dato che ora sono a conoscienza dell'esistenza dei vampiri.
Sfoglio lentamente le pagine ingiallite di questo libro antico, mentre gli occhi curiosi leggono velocemente le pagine. Dove sono vi chiederete, semplice, nella stanza delle pozioni. Sì, lo so che tecnicamente Natsu mi ha vietato di venire qui, ma non ci posso fare niente se la curiosità mi ha portata qui.
Tutto ha avuto inizio questa mattina quando Natsu mi ha tirato un brutto scherzo. Che scherzo? Ebbene appena svegliata mi sono alzata dal letto indossando ai piedi le pantofole di Natsu e mi sono diretta in cucina. Prima di entrare in cucina mi sono stropicciata gli occhi e ho aperto la porta, in un'attimo mi sono trovata in testa un secchio pieno di cioccolata fusa. Mica è finito qui lo scherzo, no signore! Il furbacchione ha lasciato a terra una buccia di banana e dato che io non l'ho vista a causa del secchio che avevo in testa sono scivolata su di essa e sono finita con il sedere a terra. Non solo mi sono ritrovata con un sedere dolorante, ma anche con la testa ricoperta di cioccolata, voi non avete idea di quanto tempo c'è voluto per toglierla tutta!
Ed ora eccomi in questa stanza a cercare vendetta. Sì, di nuovo, ma questa volta funzionerà! Ho intenzione di preparare una pozione per farlo diventare un rospo, giusto per qualche ora per farlo soffrire un po' e ritrasformarlo.
Torno con lo sguardo sul libro. Alzo un sopracciglio.
Com'è possibile che in questo libro c'è scritto come far diventare tutte le cose in oro, ma non come trasformare una persona in un rospo?!
Chiudo con un tonfo il grande libro e un nuvolone di polvere mi investe. Provo a non starnutire, ma è tutto inutile. Starnutisco.
Mi guardo intorno intimorita dall'eventuale comparsa di Natsu alle mie spalle, ma non succede niente. Rimango per un'attimo confusa, ma poi mi balena in mente il perchè Natsu non è accorso.
                                                                                           
 
 
Inizio Flash back
 
 
-Io esco a riprendere i tuoi vestiti, torno fra un po'- mi dice Natsu voltandomi le spalle dirigendosi verso l'ingresso. Gli volto le spalle per tornare a fare la mia colazione, ma un lieve sussurro a pochi centimetri dal mio orecchio mi blocca di scatto.
-Non provare a fare nessuna sciocchezza in mia assenza...- mi mette in guardia Natsu. Improvvisamente sento i suoi canini da vampiro mordermi l'orecchio. Un dolore lancinante mi investe. Sento una goccia di sangue scivolare lentamente, ma la lingua abile di Natsu la cattura.
-...altrimenti tu sai cosa succede- mi dice. Lo sento allontanarsi alle mie spalle, subito dopo il tonfo della porta. Resto con le gambe paralizzate per un po' prima di sussurrare un lieve sì che sicuramente Natsu ha sentito.
 
Fine Flash back
 
 
Al ricordo della sua lingua sul mio orecchio, mi sento le guance in fiamme. Poso le mani sulle guance e scuoto violentemente la testa per cancellare l'immagine delle labbra di Natsu sulle mie. Un altro nuvolone di polvere mi investe. Starnutisco nuovamente.
Maledizione! Maledetta polvere che mi fa starnutire.
​-Salute-
-Grazie- ringrazio con gentilezza. Sgrano gli occhi appena realizzo di non essere sola in questa stanza. Mi volto bruscamente e incontro due grandi occhi neri. Salto all'indietro spaventata.
E questo chi è?! Un'altro degli amici di Natsu?! Aspetta un'attimo...è un vampiro?!
La risata del ragazzo si disperde nella stanza e lo guardo confusa.
Sta...ridendo?
Subito la rabbia sale dentro me e con sguardo assassino lo fulmino.
-MA CHI TI CREDI DI ESSERE PER SPAVENTARMI IN QUESTA MANIERA?!- gli grido in faccia puntandogli l'indice sul petto. Subito il ragazzo si ferma e noto delle piccole lacrime ai lati degli occhi, probabilmente per aver riso troppo e mi porge la mano.
-Io sono Happy, il maggiordomo di questa villa- si presenta il ragazzo. Rimango a bocca aperta. Insomma questo ragazzo sembra possa essere di tutto tranne che un maggiordomo.
Ha un bel fisico e non è neanche troppo alto. Indossa una maglia nera con un teschio bianco e dei pantaloni neri strappati sulle ginocchia. Ha un viso con tratti appena acennati, occhi neri molto profondi, tre piercing sull'orecchio sinistro e dei capelli, bhe azzurri. Insomma è come un vero adolescente della sua età.
Mi riprendo dal mio stato di shock quando Happy mi schiocca le dita davanti a gli occhi.
-Tu, un maggiordomo? Questa si che è una bella barzelletta!- gli dico tra una risata e l'altra. Mi guarda offeso con un sopracciglio alzato.
-Bhe, mi dispiace per te, ma questa non è una barzelletta. E tu biondina che ci fai qui?- mi chiede Happy.
Touché. E ora cosa gli rispondo?
​Vedo Happy sgranare gli occhi.
-Aspetta...ma tu sei Lucy! La ragazza di Natsu!- grida euforico Happy. Sbatto le palpebre per un paio di volte prima di assimilare ciò che ha detto Happy e subito dopo divento rossa dall'imbarazzo.
-IO NON SONO LA RAGAZZA DI NATSU! IO SONO LA SUA SACCA DEL SANGUE, IDIOTA!- grido a pieni polmoni.
-Ahhhh...ora ho capito!- mi risponde Happy con un sorriso. Noto l'assenza dei canini da vampiro, rilasso le spalle rassicurata almeno da questo.
-Comuuunque...tu che ci fai qui? Sai che non dovresti stare qui, vero?- mi chiede Happy inclinando la testa di lato.
Beccata. Meglio dirgli la verità.
-Sto cercando tra i libri un qualche incantesimo per trasformare Natsu in un rospo per fargliela pagare per lo scherzo che mi ha fatto questa mattina.- gli dico seria continuando con la mia ricerca.
Improvvisamente un piccolo volume mi piomba davanti al viso.
-Sai, talvolta basta chiedere. Quello che cerchi si trova a pagina 253.- mi dice portando le mani dietro la nuca. Lo guardo stupita.
-E tu come fai a saperlo?- gli chiedo curiosa. Si gratta la nuca imbarazzato.
-Bhe diciamo che anche io ho usato questo incantesimo su un mio amico. Ed ha funzionato!- dice orgoglioso.
-E sei anche riuscito a ritrasformarlo?- gli chiedo interessata.
-Bhe, di questo ne riparliamo un'altra volta, ok?- mi dice leggermente agitato. Qualcosa mi dice che non ci è riuscito.
Le porte della stanza si spalancano rumorosamente e fa ingresso Natsu. Lo guardo con un sorriso tirato e lo saluto con la mano.
-Ciao Natsu, come mai da queste parti?- gli chiedo divagando, mentre cerco con le mani la pagina giusta. Alza un sopracciglio rosato.
-Volevo farti la stessa domanda- mi dice indifferente. Mi fermo, ho trovato la pagina giusta. Leggo velocemente la formula sotto lo sguardo curioso di Natsu. Prendo un respiro profondo.
Sono pronta
​-Transformo felis- pronuncio l'incantesimo. L'incantesimo sta per abbattersi su Natsu, ma lui con uno scatto felino si sposta di lato colpendo in pieno la persona che si trova dietro di lui, Happy. In seguito un grosso polverone si alza da terra. Non vedo niente.
Due mani forti mi prendono per la vita e subito entro in agitazione.
-Tranquilla, sono io Natsu- mi sussurra Natsu con voce rassicurante. Sento i suoi muscoli tesi, sembra preoccupato.
-Happy! Tutto bene?!- lo sento gridare alle mie spalle. Un leggero lamento si alza nella stanza.
-Sì...almeno credo- risponde Happy. Il polverone scompare ed inizio ad intravvedere la chioma azzurra di Happy, gli corro incontro, ma appena lo vedo mi paralizzo e Natsu subito dietro di me rimane a bocca aperta.
Happy ci guarda curioso.
-Ehi voi cosa avete, il gatto vi ha mangiato la lingua?- ci chiede Happy ridendo per la sua battuta. Si piega in due dalle risate, poi però notando il nostro stato di scock ci guarda confuso. Si dirige pian piano verso lo specchio e quando nota la sua figura allo specchio, grida con le lacrime a gli occhi.
-Sono...sono...UN GATTO!- grida tra un singhiozzo e l'altro. Porto le mani alla bocca.
-Scusa Happy, non doveva essere per te era per Natsu...e pensare che ho pure sbagliato formula...- dico più a me stessa che a Happy.
-Quindi questo incantesimo era per me?- mi chiede Natsu un po' irritato con le braccia conserte. Scommetto di avere la scritta in fronte "colpevole".
-Il mio bellissimo corpo rimpiazzato da una palla di pelo, povero me!- continua a lamentarsi Happy. Mi avvicino a lui e mi piego sulle ginocchia per accarezzargli la testolina. Lui alza lo sguardo.
Non è cambiato per niente anche da gatto, il suo pelo è azzurro e i suoi occhi neri sono sempre profondi. Gli sorrido.
-Vedrai, troveremo un rimedio- gli dico con dolcezza sotto lo sguardo attento di Natsu. Happy inizia a saltellare per tutta la stanza, mentre io e Natsu ridiamo. Sento lo sguardo smeraldino di Natsu su di me così volto il capo ed incontro il suo sorriso abbagliante. Lo guardo negli occhi e noto uno strano luccichio mai visto prima nei suoi occhi. Mi prende le mani tra le sue e le porta vicino alla bocca, lasciandovi sopra un dolce e caldo bacio.
-Mi fido di te Lucy, sono sicuro che troveremo un rimedio- mi dice contento.
Il cuore batte all'impazzata e le guance si arrossano. Abbasso lo sguardo, non riuscendo a sopportare oltre questoo sguardo così intenso.
Noi?
Il sorriso di Natsu si allarga ancora di più.
-Sì Lucy, noi- mi dice Natsu e per la prima volta sono contenta che abbia letto il mio pensiero.
 
 
 
Natsu pov's:
Tiro uno sbadiglio. Sono distrutto. Sono ore che cerchiamo un rimedio per ritrasformare Happy in un essere umano, ma niente. Guardo con noia il libro che ho sotto il naso. Giocherello soffiando con la bocca per voltare le pagine del libro, ho sempre detto che leggere è noioso. Volto il capo verso Lucy e noto che è ancora concentrata a cercare la soluzione, non si è ancora arresa, invece io mi sono arreso appena abbiamo iniziato a fare questa stupida ricerca.
Happy invece se ne sta tutto tranquillo e si mangia un buon pesce sicuramente rubato dal mio frigo, guardandoci divertito.
Cosa ci trova di divertente quella palla di pelo proprio non lo so...
​Torno con l'attenzione su Lucy ed inizio a sbuffare per attirare la sua attenzione, sbuffo, risbuffo e mi lamento e alla fine i suoi occhi nocciola incontrano i miei, ma appena vedo la sua espressione arrabbiata me ne pento immediatamente.
Un libro di almeno duemila pagine cade a capofitto sulla mia testa, ho sempre detto che la lettura fa male e anche molto, meno male che un vampiro non può morire a causa di un libro.
-Scansa fatiche che non sei altro, invece di aiutare il tuo amico a tornare umano conti le pecorelle per addormentarti- mi dice arrabbiata Lucy. Sto in silenzio e la ascolto.
-Però non sarebbe meglio fare una pausa?- le chiedo con viso angelico. Per un'attimo mi guarda scettica, ma poi annuisce con il capo ed io salto letteralmente dalla sedia per dirigermi alla porta che spalanco con un calcio.
Inizio a scendere le scale per dirigermi in soggiorno seguito da Lucy ed Happy.
-Posso farti una domanda?- mi chiede Lucy. La guardo con la coda dell'occhio.
-Spara- le rispondo. La vedo giocherellare con una ciocca di capelli, è agitata.
-Dato che Happy è il tuo maggiordomo e fino a qualche ora fa era umano, perchè in tutto questo tempo non gli hai succhiato il sangue?- mi domanda.
Mi volto verso di lei con un sorriso a trentadue denti.
-Perchè lui è mio amico- le rispondo con fare ovvio. La vedo incrociare le braccia al petto e alzare un sopracciglio.
-Ed io? Non sono tua amica?- mi chiede. Sobbalzo preso in contropiede.
Touchè, Lucy
-Bhe sì, ma tu sei la mia sacca del sangue amica- le dico con un sorriso, ma direi che lei non la presa molto bene, perchè mi supera senza degnarmi di uno sguardo. Volete la verità? Ebbene non avevo nessun altra risposta intelligente da darle. Forse perchè il sangue delle giovani donne mi piace di più di quello degli uomini, ma ormai il danno è fatto.
Ci sediamo entrambi sul divano, lei continua la sua ricerca, io invece riposo gli occhi. E così passiamo un'ora a non parlarci, finchè con uno sbuffo Lucy chiude il libro, me lo sento si è arresa.
-Mi arrendo, non c'è soluzione al casino che ho combinato. Scusa, Happy.- dice triste Lucy abbassando lo sguardo. Le prendo la mano e gliela stringo dolcemente. Che strana sensazione la sua pelle bollente come il fuoco e la mia gelida come il marmo, è piacevole. Chissà cosa succede se l'abbraccio qui e adesso. Scuoto la testa eliminando quel pensiero.
-Lu, sta tranquilla so che troverai la soluzione, non ti arrendere.- le dico dolcemente. Al suono del nuovo nomignolo Lucy alza lo sguardo su di me e sgrana gli occhi cercando conferma nel mio sguardo.
Mi sorride dolcemente e lì in quel momento il mondo intorno a noi per me scompare.
-Per la verità a me piacerebbe anche rimanere così, guardatemi insomma, sono un gatto- esclama Happy euforico rotolandosi sul tappeto attirando la nostra attenzione. Passiamo il tempo a divertirci con Happy, finchè alla fine lui si addormenta con la pancia all'aria. Lo guardiamo divertiti, mentre dorme inconsapevole che noi lo stiamo osservando.
-Sai Natsu...è strano pensare che un vampiro e un umana possano diventare amici, ma...io con te non so sento un legame particolare, mi sento al sicuro, protetta e aprezzata con te. Non mi sento la tua vittima, mi sento tua amica e bhe...mi sono sentita veramente male quando mi hai definito come una sacca di sangue- mi rivela Lucy. Abbasso lo sguardo rattristito.
-Mi dispiace Lucy non volevo farti stare male- le rispondo in un sussurro. Sento Lucy appoggiare la sua testa sulla mia spalla ed ora mi sento bene. Le accarezzo la testa dolcemente e molto lentamente. Poche volte abbiamo questi piccoli e brevi momenti dolci tra noi due.
-Lucy...la stessa cosa sta capitando anche a me e bhe...odio farti del male e non vorrei mai farlo, odio vederti triste odio tutto quello che ti toglie quel meraviglioso sorriso dalle labbra. Ormai non riesco a stare senza di te, il nostro legame sta diventando sempre più forte, quasi indistruttibile. L'idea che tu te ne possa andare mi uccide dentro, non voglio lasciarti andare e non voglio che tu mi lasci. Quindi ti prego Lucy, non lasciarmi,ok?- le dico. Attendo una risposta da parte di Lucy, ma essa non arriva e preoccupato mi volto verso di lei, notando le sue palpebre abbassata, il suo respiro lento e pacifico, Lucy si è addormentata. Chiudo gli occhi e ascolto il suo cuore battere lentamente.
Tum tum                tum tum
​Quanto vorrei avere anche io un cuore che batta. Apro gli occhi ed inizio a contemplarla. Non le ho mai detto che è bellissima, dalla prima volta che ci siamo incontrati in quel vicolo mi sono accorto subito della sua bellezza. I capelli biondi sembrano fili fatti d'oro, sparsi qua e la sulla mia spalla e il cuscino del divano, il volto rilassato e la pelle candida, mentre le labbra rosee sono leggermente socchiuse e le ciglia lunge chiudono quei meravigliosi occhi da cerbiatta in cui molte volte mi sono perso. La pelle del collo è appena visibile, ma è una vera tentazione per me. Da quando per la prima volta ho bevuto il suo sangue è diventata una vera e propria droga per me, non riesco a farne a meno. Abbasso gli occhi dal disgusto. Mi faccio veramente schifo, essere un vampiro è una cosa terribile, preferirei finire all'inferno piuttosto che uccidere le persone succiandone il sangue. Mi odio. Mi sono sempre odiato per questo.
Riporto l'attenzione su Lucy. Mi abbasso e passandole un braccio dietro la schiena e l'altra sotto le ginocchia la prendo a mò di sposa. Con la super velocità mi trovo in un'attimo nella mia camera. Appoggio delicatamente Lucy sul letto e le accarezzo una guancia.
Io sono il diavolo, lei un angelo
Io sono il dannato e lei la mia eterna dannazione
Io un uomo, lei una donna
Io un vampiro e lei un umana
​Prima o poi Lucy scoprirà la verità su di me, speriamo solo che non voglia lasciarmi. Altrimenti potrei morire dentro. E quel poco di umanità che ho scomparirà del tutto.
Le do un bacio sulla fronte: è veloce, fugace e casto. Mi metto accanto a lei e la stringo forte tra le mie braccia pur di non lasciarla andare via. E il mio ultimo pensiero va alla mia principessa.
-Notte, principessa Lu...-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo autrice:
Ehi...*si nasconde sotto il letto*scusate per questo gigantesco ritardo, ma dovevo fare una pausa. Mi dispiace per tutta questa attesa, ma se avessi scritto un capitolo un mese prima sarebbe venuto una schifezza a causa del mio pessimo umore e quindi eccomi di nuovo qui con anche un pov di Natsu. Allora vi piace? Continuerete a leggere questa storia? Speriamo di sì! Vi lascio e ci vediamo nel prossimo capitolo! Baci e abbracci e grazie a tutti per quelli che mi seguono e che mi scrivono delle recensioni, bye!
 
 
 
 
 
 
 
 

 

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Capitolo 6
*** L'inizio della guerra ***


​Red blood
-L'inizio della guerra-
 
 
 
 
 
 
 
 
​Fuoco. Il fuoco mi circonda con i suoi colori di un rosso acceso che vanno a sfumarsi nel giallo più acceso con il suo fumo mi impedisce di respirare bene. Sento i miei piccoli polmoni bruciare ogni volta che prendo una boccata d'aria, mentre l'odore pesante del fumo mi infastidisce il naso, lasciandomi nauseata. Guardo mio padre, ormai ricoperto dalle macerie del tetto che gli sono cadute addosso uccidendolo sul colpo e il cuore viene colpito da un immensa onda di tristezza, mentre gli occhi iniziano a pizzicarmi. Distolgo lo sguardo asciugadomi gli occhi con le maniche della mia maglietta e guardo mia madre che nel panico cerca un via di fuga. Rimango lì a guardarla per un po' e solo quando lei si accorge del mio sguardo preoccupato e spaventato mi corre incontro e mi abbraccia forte. Solo ora alzo la testa per guardarla negli occhi e mi confesso a mia madre.
-Mamma...ho paura- le confesso impaurita stringedole leggermente il collo con le mie piccole braccia. Mi dono un leggero bacio sulla fronte e appena si stacca da me le affiora sulle labbra un meraviglioso sorriso. Uno di quelli che solo lei sa fare.
-Amore mio, non devi avere paura ci sono io qui con te, ci sono io a proteggerti- mi risponde dolcemente. La guardo dritta negli occhi e un velo di tristezza affiora dai miei occhi.
-E quando non ci sarai più?- le chiedo. Lei sorride e mi porta dietro l'orecchio una ciocca bionda sfuggita dalla treccia.
-Quando avrai paura e io non ci sarò più, ricordati di guardare il cielo quando il sole cala e spuntano le stelle, ebbene tra tutte quelle miriade di stelle ci sarò io che ti proteggerò sempre, anche dopo la morte. Perché dopotutto è questo ciò che fanno i genitori- mi racconta. Rassicurata, l'abbraccio forte a me, mentre lei con piccole carezza, mi coccola tra le sue braccia. Chiudo gli occhi e rimango così.
Dopo un po' sento la sua presa su di me affievolirsi e poi un forte tonfo. Mi volto e la ritrovo a terra completamente inerme senza vita. Urlo il suo nome, ma lei non mi rassicura accarezzandomi dolcemente la guancia, la scuoto per vedere le palpebre alzarsi un'ultima volta, ma niente. Abbasso l'orecchio sul suo petto e resto in ascolto nel più assoluto silenzio sperando di sentire il suo cuore battere nuovamente. Silenzio. Tutto ciò che sento e un silenzio surreale.
Le lacrime iniziano a scendere copiose dai miei occhi, mentre le mie grida si disperdono in tutta la villa. Continuo a gridare finché rimango senza voce. In ginocchio resto lì a guardare mia madre, sperando che tutto sia solo che un incubo. Una lacrima percorre lentamente la mia guancia proseguendo fino al mento e finisce ad infrangersi a terra. La guardo attenta e inizio a sognare piccole gocce argentee cadere dal cielo ed estinguere queste fiamme, ma nulla di tutto ciò avviene. Tossisco forte e cado a terra. Sento le forze venir meno e il battito del cuore rallentare.
Poi avviene un miracolo, un uomo con il viso offuscato mi si avvicina e mi prende in braccio tra le sue forti braccia. Non sento bene la sua voce, ma sono sicura che mi stia rassicurando con parole dolci. L'uomo esce dalla villa con me in braccio, mentre due paramedici si avvicinano velocemente. L'uomo mi appoggia delicatamente sulla barella e mi saluta con un bacio sulla fronte e un dolce sorriso. Avvisa i paramedici di medicarmi urgentemente e mi volta le spalle come se niente fosse, mentre un terzo paramedico prova a richiamarlo per farsi medicare, ma lui continua dritto con le mani in tasca. Provo a fermarlo con una mano, ma in questo momento sono troppo debole e infatti cado stanca sulla barella. Una goccia cade dal cielo e finisce sul mio naso, poi un'altra e un'altra ancora.
Piove.
Volto lo sguardo verso la villa e un sorriso amareggiato si fa largo sul mio volto. Avrà anche iniziato a piovere, ma le fiamme al suo interno non si sono estinte. Guardo in alto il cielo grigio ricoperto da nuvole e ripenso al mio eroe che mi ha salvato la vita. Non mi ricordo il suo viso o i suoi capelli, nemmeno la sua voce, l'unica cosa che mi ricordo sono i suoi occhi, meravigliosi occhi color smeraldo.
 
 
Come una molla scatto in avanti sul letto. Resto per un paio di minuti a guardare fissa davanti a me il nulla, prendendo grosse e faticose boccate d'aria. Dopo essermi calmata mi lascio cadere a peso morto sul letto guardando il soffitto della grande stanza, completamente immobile. Di nuovo lo stesso incubo che mi perseguita. Non mi vuole lasciare in pace. Porto il braccio a coprirmi gli occhi, cercando di focalizzare l'attenzione su qualcos'altro. Un unico pensiero mi passa per la mente.
Verdi. I suoi occhi sono verdi.
L'unico dettaglio nuovo del mio incubo. Ogni volta quando mi svegliavo da quest'incubo rimanevo in uno stato di shock, tremavo e guardavo dritta davanti a me con occhi vitrei, ma questa volta sono un po' felice. Voi sicuramente starete pensando:"Ma questa è fuori di testa, insomma si è svegliata scioccata da quest'incubo ed è un po' felice?" ebbene miei cari sì, sono felice. Perché? Perchè adesso sono a conoscenza di un piccolo particolare del mio eroe, i suoi occhi. Fino a questo momento, i miei ricordi lo riconoscevano solo come un volto sfocato, ma adesso sapere di che colore sono i suoi occhi, bhe mi rende stranamente felice. Anche se questo minuscolo dettaglio non mi può di certo aiutare a trovarlo visto che c'è molta gente a New York che ha gli occhi verdi. E se, invece di abitare qui veniva da un'altro paese ed era in vacanza? Bhe, sicuramente gli avrò rovinato la vacanza quel giorno. Sbuffo, ormai arresa all'idea di trovare il mio eroe. Un vento freddo mi investe il viso, mentre il freddo si insinua sotto le coperte provocandomi brividi di freddo lungo la schiena. Non mi accorgo neppure di aver iniziato a tremare.
 
Mi alzo dal letto decisa a chiudere quella dannata finestra e appoggio delicatamente i piedi nudi a contatto con il parquet, rabbrividisco all'istante. Con tre falcate copro velocemente la distanza tra la finestra e il letto e chiudo con un tonfo la finestra. Le tende di velluto rosso che fino a qualche secondo fa svolazzavano, arrestano la loro dolce danza.
​Eppure non mi ricordo di averla aperta, probabilmente sarà stato Natsu...
Tiro un sospiro di sollievo appena sento il freddo abbandonarmi. Alzo lo sguardo e guardo oltre questa finestra trasparente che mi divide dal mondo esterno. In lontananza le luci abbaglianti di New York mi rendono felice. Un piccolo sorriso mi affiora sulle labbra. Non avrei mai pensato di dirlo, ma New York mi manca. Mi manca svegliarmi presto la mattina, il caffè amaro preso in velocità prima di correre a lavoro e mi manca Levy. Il sorriso felice si trasforma subito in uno più amaro. Quella piccola donnina dalla chioma turchese mi manca veramente tanto.
Alzo lo sguardo sul cielo stellato e noto subito come le luci abbaglianti di New York storpiano la bellezza delle stelle. Subito il ricordo delle parole di mia madre tornano a farsi prepotenti. La sua frase non l'ho mai scordata, mi è sempre rimasta impressa nella memoria ed anche nel cuore. Mia madre ha mantenuto la sua promessa, mi ha sempre protetta da qualsiasi cosa, ma non ci è riuscita con la società. Mi manca tantissimo mia madre, le sue carezze, la sua voce, il suo modo di essere. Un brivido mi perquote nuovamente dalla testa fino ai piedi, non un brivido di freddo, più una sorta di sesto senso che mi avverte di stare attenta.
Sobbalzo sorpresa.
​Probabilmente Natsu sarà dietro di me
Mi volto verso di lui con aria fintamente arrabbiata e le mani sui fianchi.
-Insomma Natsu, volevi farmi morire di freddo con la finestra aperta?! Ho capito che tu non senti freddo però...- non finisco neppure la frase che un'ombra scura mi piomba addosso, placcandomi a terra con il suo dolce peso. Per sbaglio, mentre cado sbatto la testa contro il comodino di fianco al letto e un dolore indescrivibile mi colpisce. Con gli occhi spalancati guardo il mio aggressore.
Non è Natsu
Guardo negli occhi l'uomo sopra di me e lo studio attentamente. Occhi azzurri, glaciali come il ghiaccio, capelli biondo cenere con un ciuffo che gli copre leggermente un'occhio, un fisico da palestrato e un paio di canini decisamente troppo affilati per i miei gusti.
 
-Mi dispiace principessa, ma non sono Natsu- mi risponde l'uomo con un sorriso sadico. Rimango immobile, decisa a non emettere neanche un suono. Lo guardo decisa negli occhi.
-Chi sei?- gli domando.
-Piacere di conoscervi, Lucy. Io sono Sting, vampiro non purosangue e sono qui per ordine del mio padrone- mi risponde alzandosi in piedi facendo un inchino, prendendomi la mano facendo un baciamano impeccabile.
Sicuramente non gli mancano le buone maniere
Mi guarda sorpreso con un sopracciglio alzato.
-Come mai non urli dalla paura? Sento dal tuo battito del cuore che sei spaventata, come mai non mi delizi con le tue grida?- mi chiede. Sobbalzo presa in contropiede.
​Già, come mai non lo faccio? Forse perchè so che Natsu verrà a salvarmi?
​Incrocio le braccia al petto e indietreggio di un passo.
-Perchè so già che Natsu sta venendo a salvarmi- gli dico. Lui all'inizio rimane un po' perplesso poi mi sorride incuriosito.
-Mhm, così ti fidi così tanto di lui, vero? Ebbene hai ragione. Natsu sta salendo le scale in tutta velocità in questo preciso momento, avrà sentito la mia presenza- risponde come se nulla fosse prendendomi per il braccio portandomi vicino alla finestra. Mi fermo all'istante.
-Cosa stai facendo?!- gli chiedo urlando. Sting rotea gli occhi.
-Non lo vedi? Ti sto portando via da questo postaccio- mi dice trascinandomi avanti. Mi oppongo con tutte le mie forze.
-Perchè? Cosa vuoi da me? Cosa vuole il tuo padrone da me?!- gli chiedo gridandogli in faccia. Sting si ferma di scatto davanti a me e si volta verso di me, donandomi per un breve istante la visione del suo viso stranamente così angelico. Mi mi sorride, un sorriso cattivo che distorce il suo viso.
-Quindi tu non sai niente, eh? Natsu ti ha tenuto all'oscuro della verità. Furbo lui, altrimenti non saresti mai venuta qui con lui- dice più a sè stesso che a me.
Lo guardo incuriosita.
-Verità? Natsu mi ha trovata per caso per strada e mi ha rapita, cosa c'è di più? Solo una concidenza nulla di più- gli rspondo semplicemente. Sting mi dona uno sguardo gelido.
-Tu credi? Non hai mai pensato che Natsu non si trovava lì per una semplice concidenza, ma perchè era venuto a prendere te?- mi chiede gelido. Io rimango scioccata con la bocca leggermente socchiusa e resto a riflettere.
No, perchè mai...una concidenza nulla di più...
-Secondo te perchè io sono qui? C'è un motivo per cui sono venuto a prenderti e Natsu ti ha rapita per lo stesso identico motivo- mi risponde alzandomi il mento con la mano per incontrare il mio sguardo. Lo guardo incredula. Mi porto istintivamente le mani al collo.
-Per il mio sangue- gli rispondo deglutendo, improvvisamente spaventata a morte. Mi guardo le mani e le vedo tremare. Sting si avvicina al mio orecchio.
-Diciamo di sì. Diciamo che il tuo sangue ha qualcosa che tutti i vampiri vogliono. Diciamo che anche Natsu vuole questo qualcosa. Sennò perchè tu saresti qui? Se non fossi speciale Natsu ti avrebbe già uccisa- mi sussurra sensuale all'orecchio.
Ora tutto ha senso...
​-Ma se vuoi sapere tutta la verità dovrai venire con me, il mio padrone saprà rispondere a tutte le tue domande- mi risponde. Resto immobile appena sento uno dei canini stuzzicare la pelle del collo. Con tutta la forza lo spingo lontano da me. Socchiudo le labbra pronta a rispondergli, quando la porta della stanza viene spalancata con un piede e vedo fare ingresso Natsu. Con uno sguardo gelido guarda Sting. Vedo con la coda dell'occhio Sting sorridere.
-Da quanto tempo Natsu...Sarà un secolo che non ci vediamo, ti sono mancato?- chiede sarcastico Sting e Natsu lo fulmina con uno sguardo.
-Sai com'è, speravo fossi morto con un paletto di frassino infilzato nel cuore e invece, ora mi toccherà ucciderti con le mie stesse mani- gli risponde Natsu. Poi un leggero spostamento dell'aria e Natsu si trova davanti a Sting, mentre digrigna i denti. Natsu lo prende per il collo e lo lancia contro la parete della stanza. Sting si rialza a fatica da terra ridendo sotto i baffi.
-Vedo che la tua forza è aumentata dall'ultima volta, non è che per caso hai...- Sting non riesce neppure a finire la frase che Natsu gli si avventa contro mordendogli il collo. Sting grida di dolore e ringhia contro a Natsu.
-Prima o poi scoprirà la verità Natsu- gli risponde prima di dissolversi. Un tonfo alle mie spalle mi fa capire che ha semplicemente usato la sua super velocità per scappare.
 
Natsu si volta verso di me e con la super velocità mi si avvicina preoccupato. Con la lingua si pulisce una goccia di sangue finita sul labbro inferiore e io non posso fare altro che rimanere disgustata. Vedo il suo sguardo diventare più luminoso, mentre mi guarda la fronte. Un liquido caldo inizia a scivolare giù sulla mia guancia ed io curiosa, tasto con le dita per capire di che si tratta. Porto le mani davnti al viso ed impallidisco all'istante appena vedo le mie dita tinte di rosso. Istintivamente il mio sguardo si posa su Natsu che mi si avvicina pericolosamente. Chiudo gli occhi pronta al morso. Le mani fredde di Natsu prendono la mia sporca di sangue ed una ad una Natsu le mette in bocca ripulendomele dal sangue.
-Sai, dovresti stare più attenta- mi avvisa lui, leccandosi le labbra deliziato dal mio sangue. Poi il suo sguardo finisce sulla fronte.
-Ed ora pensiamo a medicare questa ferita- mi avverta. Mi si avvicina e mi dona un bacio sulla fronte, prima di iniziare leccare la ferita. Rimango in silenzio, cercando di non urlare dal dolore, altrimenti non faei altro che provocarlo ulteriormente. Le parole di Sting ritornano in mente e in quel momento apro gli occhi e spingo via Natsu da me. Lui rimane sorpreso e mi guarda incredulo. Sicuramente ora starà cercando di leggermi i pensieri, ma non mi  importa, voglio che lui sappia ciò che provo io in questo momento. Mi sento offesa, illusa, presa in giro, per tutto questo tempo lui mi ha nascosto la verità. Una verità che voglio conoscere, visto che Sting non mi ha raccontato tutto. So solo che sono stata una stupida a fidarmi di Natsu. Io pensavo fossimo amici e invece...
Gli punto l'indice contro e lo guardo seria negli occhi. Ora sono pronta, voglio sapere la verità. Tutta. Sono stufa di rimanere all'oscuro.
E dallo sguardo di Natsu, capisco che lui ha capito cosa voglio.
-Lucy...cosa vuoi?- mi chiede serio. Lo guardo sicura.
-La verità, Natsu. Tutta la verità-
 
 
 
 
 
 
 
Angolo autrice:
​Ciaoooo! Eccomi qui! Ok, non uccidetemi. Starete pensando: " Tutta questa attesa per un capitolo con pochissima percentuale Nalu?!" Ebbene mi dispiace, ma dove ricordarvi che qui in questa storia la protagonista è Lucy e comunque questo capitolo è molto importante per lo svolgimento di questa storia, non potevo fare altrimenti. Inizialmente l'idea era quella di fare un unico capitolo, ma ho deciso di dividerlo così lascio più suspense, lo so, sono sadica:)
Spero vi sia piaciuto e volevo ringraziare di cuore la mia Rosy, il fantasma siciliano e cri cri che hanno recensito questa storia fino ad adesso. Un bacione a tutti!
Ciao da Carly03
 

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Capitolo 7
*** Alla ricerca della verità ***


Red blood
-Alla ricerca della verità-
Parte 1
 
 
 
 
Resto a fissarlo negli occhi con le braccia conserte e uno sguardo austero che non ammette ripensamenti. Eppure non chiedo tanto, gli chiedo solo di dirmi la verità, nient’altro che la verità!  Attendo con ansia la sua risposta, mentre la mente inizia a fantasticare su le varie e improbabili risposte che mi può dare. Natsu mi si avvicina di qualche passo e piegando il busto in avanti mi studia attentamente con i suoi occhi verdi, mentre si tiene con la mano il mento. Mi chiedo a cosa mai stia pensando di così complesso da corrugargli la fronte in quella maniera, ma i pensieri sfumano con un solo gesto di Natsu. Improvvisamente torna con il busto eretto in tutta la sua altezza e chiude gli occhi per un’attimo. Riapre gli occhi e finalmente la sua voce roca giunge alle mie orecchie con una risposta…

-Sì, Lucy ti racconterò tutta la verità- mi risponde incerto sul da farsi Natsu. Con un sorriso sulle labbra lo ringrazio di cuore e mi siedo sul letto in attesa della verità. Natsu si siede al mio fianco ed inizia a torturarsi le mani con fare agitato.
Provo a tranquillizzarlo con una mano sulla spalla e un sorriso rassicurante. Natsu mi sorride, finalmente tranquillo. Prende un profondo respiro e inizia a raccontarmi tutta la verità…

Magari fosse così, invece è solo la mia immaginazione.
-No. Non sei ancora pronta- risposta secca e diretta. Come una spina nel fianco.
Colpita e affondata
Lo guardo torvo negli occhi e faccio un passo in avanti infuriata puntandogli l’indice sul petto per accusarlo. Sta volta non voglio lasciarmi sfuggire l’opportunità di scoprire il perché sono qui, perché sì secondo me qualcosa di vero Sting me l’ha raccontato, perché dentro di me sento che lui mi ha detto la verità.
-Bugie, io sono pronta! Sono stufa di rimanere all’oscuro di tutto! Voglio delle risposte!- gli grido in faccia. Natsu con mi si avvicina leggermente al viso per fronteggiarmi e solo adesso mi accorgo di quanto siamo vicini, siamo a un palmo del naso l’uno dall’altra, quanto basta per far sfiorare il mio naso con il suo. Abbasso leggermente lo sguardo e noto la pericolosa vicinanza con la sua bocca. Indietreggio di un passo, mentre l’imbarazzo mi assale lasciando una sua traccia appena visibile grazie a un leggero rossore sulle guance.
Maledetto imbarazzo!
Natsu incrocia le braccia al petto e mi guarda negli occhi leggermente arrabbiato. Ma questo sicuramente non mi intimorisce, perché sono capace di tenergli testa. Provo a leggergli lo sguardo, ma dai suoi occhi non trapela neanche un’emozione e questo sicuramente non mi rende la vita più facile.
-No, Lucy. Tu, non sei pronta per sapere tutta la verità e ora se vuoi scusarmi me ne vado- mi sussurra all’orecchio quando mi passa accanto per uscire dalla stanza sfiorandomi accidentalmente la spalla sinistra. Un monte di rabbia sale dentro me ad ogni sua parola. Digrigno i denti irritata.
Odio quando si comporta così
Gli lancio uno sguardo torvo e lui ferma il passo o perché ha capito che forse è meglio fermarsi un’attimo ad ascoltarmi o perché si sta divertendo.  Io voto per la seconda motivazione.
Gli volto le spalle offesa e lo colpisco volontariamente con i miei lunghi capelli biondi, prima di dirigermi verso il comodino sotto lo sguardo leggermente divertito di Natsu. In tre falcate mi avvicino al comodino al fianco del letto a due piazze e mi abbasso per prendere la chiave metallica della stanza che in bella mostra trionfa tra le mie maglie. La prendo sicura di me e la stringo vittoriosa tra le mani. A passo svelto con una gomitata sul braccio, sposto leggermente Natsu e gli passo accanto sotto il suo sguardo curioso. Infilo la chiave e il suono metallico della serratura mi rassicura, finalmente la porta è chiusa. Sorrido tra me e me, quando noto lo sguardo confuso di Natsu.
Adesso voglio proprio vedere chi vincerà. La mia curiosità o la sua cocciutaggine?

Mi volto verso Natsu con le braccia conserte e con sguardo di sfida gli blocco la porta con il mio corpo.
-Eh no, caro mio, tu non esci di qui finché non avrò avuto delle risposte!- lo avviso testarda. Natsu per un’attimo mi guarda sorpreso, poi un sorriso divertito gli affiora sulle labbra mentre mi si avvicina lentamente. Un sorriso che mette chiaramente in evidenza quei suoi canini affilati e inspiegabilmente così bianchi insieme a due piccole fossette ai lati della bocca che mi fanno impazzire. Nella mia mente iniziano a farsi largo pensieri non molto casti su di lui e il suo sorriso. Prego in silenzio che non legga i miei pensieri. Natsu si ferma a un passo da me e si piega in avanti con il busto causando in me un sobbalzo sorpreso.
Ma perché dev’essere così affascinante?!
-Lucy…sappiamo entrambi che potrei spostarti da quella porta con una sola mano- mi risponde indicando con l’indice la porta alle mie spalle. Lo guardo con un sopracciglio alzato. Lo so perfettamente che ha ragione con la sua forza sovraumana gli basterebbe addirittura usare solo un dito per spostarmi, ma voglio vincere questa sfida a tutti i costi. Mi piego leggermente in avanti e con una mano gli tocco il naso e lo spingo leggermente indietro per prendere un po’ di distanza da lui e per irritarlo. Lo guardo sicura negli occhi e schioccando la lingua sul palato mi rivolgo a lui.
-Ma non senza farmi male…- gli dico con un sorriso sghembo sulle labbra. Ormai conosco Natsu e so che non mi farebbe mai del male volontariamente per cui non mi faccio problemi. Per un’attimo un lampo di sorpresa fa capolino nei suoi occhi, ma in un’attimo com’è comparsa e anche scomparsa. Natsu ride divertito e questo mi lascia per un’attimo disorientata. Mi si avvicina con le labbra all’ orecchio e mi sussurra delle parole che in primo momento non riesco a comprendere a causa del suo fiato freddo che mi solletica il collo, mi fa girare la testa.
-E chi ti ha detto che devo per forza farti del male?- mi chiede. Subito sgrano gli occhi e i muscoli si tendono come corde di un violino, pronti a scattare in qualsiasi momento. Il cervello si riconnette e capisco troppo tardi cosa sta per accadere. Natsu passa una gamba tra le mie e mi fa uno sgambetto.

Inizio a cadere e tutta la stanza inizia cadere verso il basso insieme a me, mentre gli occhi di Natsu restano per tutto il tempo fissi nei miei.
Chiudo gli occhi per un’attimo quando arrivo in contatto con il parquet freddo e quando li riapro mi trovo a terra con Natsu a cavalcioni su di me mentre mi tiene con una mano entrambi i polsi sopra la testa. Completamente inerme tra le sue braccia lo fisso con il cuore che batte a mille dalla sorpresa e il fiato corto. Natsu sorride trionfante e mi fa la lingua. Roteo gli occhi irritata dal suo comportamento infantile, anche se sotto sotto mi viene da sorridere. Talvolta penso sia il cervello di un bambino messo all’interno di un corpo di un uomo adulto, ma quando fa le sue battutine perverse ritiro subito ciò che penso.
-Contento? Bene, adesso liberami- gli dico e provo ad alzarmi con il busto, ma Natsu con la sua forza sovraumana mi fa tornare a terra. Sbatto con la schiena sul pavimento, non è un colpo molto forte, ma so già che la mia schiena ne risentirà parecchio. Guardo sorpresa Natsu negli occhi che mi sorride divertito sia con le labbra, ma anche con gli occhi.
-Perché mai dovrei farlo? Mi diverto così tanto- mi risponde. Lo guardo arrabbiata, ma lui non demorde. Se avessi le mani libere in questo momento, con molto piacere gli tirerei le orecchie come si fa con i bambini che si comportano male.
-Natsu…mollami- ritento. Un vano tentativo, perché Natsu non ha nessuna intenzione di lasciarmi libera, non solo dalla sua presa ferrea anche dalla sua vita. Ma per me va bene così, gli voglio bene anche se mi succhia il sangue, dopotutto sono la sua “sacca-del-sangue-amica”.
-No. Mai- mi risponde con un sorriso a trentadue denti. Sorride proprio come un bambino che si sta divertendo con il suo giocattolo preferito. Ecco, mi sento proprio come una bambola tra le sue mani. E questo un po’ mi rassicura, ma una parte di me anche mi mette allerta riguardo questo. Una parte di me sconosciuta.
Natsu mi guarda intensamente negli occhi e con la mano libera mi prende il mento. Vedo il suo viso diventare sempre più vicino a me e la voglia di baciarlo è forte, ma il solo ricordo di cos’è mi fa cambiare idea. Si abbassa lentamente su di me e io impaurita da ciò che possa succedere chiudo gli occhi dall’imbarazzo e volto il capo di lato. Pessima mossa. Noto subito lo sguardo di Natsu che punta il mio collo ora in bella vista, una vera tentazione per Natsu. Natsu si abbassa veloce sul mio collo e inspira profondamente con il naso che mi sfiora leggermente la pelle. Sguscio con una mano dalla sua presa ferrea e l’appoggio sul suo petto per allontanarlo, ma è tutto inutile. So che sta per mordermi, lo sento chiaramente che tutto il suo corpo brama il mio sangue. Sotto i polpastrelli sento tutti i suoi muscoli del petto terribilmente tesi e con la coda dell’occhio noto che sta annaspando. Sta lottando contro sé stesso per non mordermi. La sua lingua mi stuzzica leggermente l’orecchio, mentre i canini fanno lo stesso con il collo. Prende tempo, vuole che lo fermi. Ma questa volta non lo farò. Ha sete e io sono l’unica umana presenta in questa villa, sono sorpresa che è riuscito a resistere dal non mordermi, probabilmente il profumo del mio sangue si sente in tutta la villa, strano che non è impazzito. Sorrido consapevole che Natsu è ormai allo stremo delle sue forze.
Porto la mano libera sulla testa di Natsu e inizio ad accarezzargli la testa con lente e dolci carezze. Natsu alza sorpreso la testa dal mio collo e per un’ attimo la sete di sangue scompare dai suoi occhi.

Con la mano mi slaccio due bottoni della camicia da notte che indosso e tiro giù la manica fino all’altezza delle spalle, sotto lo sguardo stupefatto di Natsu. Mi sento le orecchie bollenti e le guance scottare, quando incontro quel mare verde che sono i suoi occhi. Tornato per un’ attimo in sé Natsu mima con le labbra un perché a cui voglio rispondergli con sincerità.
-Perché si vede chiaramente che stai cercando di non mordermi e io apprezzo molto questo da parte tua- gli rispondo dolcemente con un sorriso gentile sulle labbra.
Non mi interessa quanto sangue dovrò dargli, l’importante è che lui rimanga al mio fianco come amico, come compagno e anche come vampiro. Dopotutto lui mi piace così com’è, con le sue sfaccettature, con i suoi sorrisi, con le sue parole, con le sue paure, perché lui è Natsu ed è unico in tutto il mondo. Natsu non se lo fa ripetere  due volte, spalanca la bocca che rivela alla luce i due canini e si fionda sul mio collo. Chiudo gli occhi in attesa del dolore con un leggero sorriso sulle labbra, perché so che questo gesto è giusto nei confronti di Natsu, ma non avviene. Un bacio. Un bacio gentile e casto sulla scapola, poi ancora un’altro sulla spalla e un’ultimo all’inizio del seno. Resto immobile, inerme sotto i suoi baci gelidi che sulla mia pelle sembrano così bollenti tanto da ustionarmi la pelle. Tutto il mio corpo brama altri suoi baci, sul collo, sulla scapola e sulle labbra. Mi do della stupida per pensieri così sciocchi.

Poi finalmente il morso arriva. Non è doloroso come nelle volte precedenti, ormai il dolore non lo provo più. Anzi, Natsu sembra quasi delicato nel mordermi il collo, come se un solo sbaglio come farmi troppo male potesse provocargli la morte.
Natsu inizia a bere, beve avidamente il mio sangue come un bicchier d’acqua solo che questo in confronto è colorato di rosso. Con il suo morso il respiro si ferma insieme al battito del mio cuore e al ticchettio delle lancette dell’orologio che scandiscono il tempo. Il tempo passa, lo so, ma le lancette per me si sono fermata. Solo quando Natsu si stacca sazio, il respiro riprende il suo corso, il battito ricomincia a risuonare nella cassa toracica e il tempo continua a scorrere.
Natsu si pulisce i denti sporchi di sangue con la lingua e abbassa lo sguardo dispiaciuto sui due forellini che fanno capolino sul mio collo.
-Mi dispiace…io avevo sete- si dispiace Natsu. Con la mano che improvvisamente sento così pesante gli tiro la guancia e attiro la sua attenzione. Gli guardo il viso e mi viene da pensare quanto è dolce in questo momento con questa espressione dispiaciuta. Mi piacerebbe tanto fargli tornare il sorriso, amo quando sorride. Poi mi piacerebbe prenderglielo e tenerlo solo per me per il resto della vita.
Che pensiero egoista il mio…
Sì, lo ammetto sono egoista. Ma mi piacerebbe tanto che questo sorriso sia dedicato solo a me.
-Ehi, io ti ho fatto bere il mio sangue e poi non mi hai fatto neppure male, per cui sei perdonato- lo rincuoro sorridente. Natsu mi sorride leggermente e mi fissa intensamente negli occhi. I suoi occhi verdi, ora tornati meno brillanti, mi accecano con la loro bellezza, mi lasciano disorientata, mi fanno sentire debole, insignificante proprio come una bambola di porcellana. Così bella che in mani sbagliate si frantuma in mille pezzi e anche se si provasse a rimontarla non tornerebbe mai come prima. Restiamo a fissarci per un tempo per me infinito finché un sorriso al quanto malizioso fa capolino sul viso di Natsu.

Anche questo sorriso mi era mancato…
-Che ne pensi se invece di stare qui a terra senza fare niente facciamo qualcosa insieme?- mi chiede alludendo a qualcosa che io capisco mooolto bene. Lo guardo fisso negli occhi, gli basta uno sguardo per capire ciò che sta per accadere. Un colpo. Uno solo. Mooolto forte. Diretto nei gioielli di Natsu.
Vedo Natsu trattenere il respiro e sorrido soddisfatta di essere riuscita nel mio intento. Mi avvicino al suo orecchio, prendo un profondo respiro e gli grido in faccia tirandogli dietro tutto ciò che mi capita sotto mano.
-Natsu…io e te NON andremo MAI a letto insieme! Quindi…SCORDATELO!- gli grido nelle orecchie. Subito Natsu si porta le mani alle orecchie imprecando dal dolore, mentre io divertita porto le mani alla bocca cercando di trattenere le risate.
Allora provi dolore, eh?
Natsu digrigna i denti arrabbiato e mi sfila la chiave di mano senza troppi indugi. Non mi preoccupo minimamente, troppo occupata a ridere come una matta.
-Primo. Giusto per rispondere al tuo pensiero, sì provo dolore, noi vampiri proviamo dolore, ma se ad esempio abbiamo delle ferite si rimarginano in fretta. Secondo. Potrei sempre ipnotizzarti- mi risponde diabolico. Deglutisco impaurita, mentre nella testa iniziano film mentali in cui Natsu mi ipnotizza per portarmi a letto. Scuoto violentemente la testa interrompendo il loro flusso.
Natsu si alza in piedi e mi volta le spalle dirigendosi verso la porta senza dire una parola. Lo seguo con lo sguardo per tutto il tempo e solo quando arriva davanti alla porta abbasso lo sguardo sul pavimento. Prima di girare il pomello della porta Natsu si volta leggermente con il capo, ma non ho il coraggio di alzare gli occhi sulla sua figura.
-E Lucy…è inutile che insisti non sei pronta alla verità. La verità a volte può essere terribile e questa verità lo è. Potrebbe distruggerti e finché il tuo cuore non sarà pronto a sopportare tutto questo dolore non ti dirò niente- mi racconta. Finalmente prendo coraggio e fisso lo sguardo sulla sua figura possente. Resto a guardarlo dal basso verso l’alto con gli occhi che non osano staccarsi da lui, attratti da lui, dalle sue spalle possenti, dai suoi capelli ciliegio, dal suo tutto e quando apre la porta per andarsene quest’attrazione cala, mentre la paura di perderlo per sempre cresce dentro me. Appena la apre un ragazzo dai capelli corvini che ho avuto l’onore di conoscere cade a terra come un salame. Natsu ringhia irritato.

-Ghiacciolo! Che ci fai qui? Cosa vuoi da me? Mica stavi ascoltando la nostra conversazione?! - gli chiede Natsu sommergendolo di domande. Subito Grey si alza da terra e con le mani si ripulisce i pantaloni neri e inizia la discussione.
-Cosa stai insinuando fiammifero!? Mica ascoltavo la vostra conversazione. Sono arrivato qui e ho visto la porta chiusa e ho pensato che stavate facendo qualcosa lì dentro chiusi insieme e allora volevo dare una sbirciatina. Non pensavo stavate conversando!- si giustifica Grey. Natsu lo guarda con un sopracciglio alzato, mentre io vorrei solo sotterrarmi viva e mai più uscire.
Lo sguardo di Grey diviene improvvisamente serio e lì capisco che non è più il momento di scherzare.
-Natsu…abbiamo un problema- l’avverte Grey. Vedo le spalle di Natsu sobbalzare, mentre il suo sguardo diventa gelido come il ghiaccio. Schiva Grey e inizia camminare per il lungo corridoio dal tappeto rosso seguito da Grey e me che lo seguiamo come cagnolini.
-Se intendi la “visita a sorpresa” di Sting ne sono già a conoscenza…- lo avvisa Natsu che non ha la più minima intenzione di perdere tempo. Grey scuote la testa e con uno sguardo per me incomprensibile guarda Natsu che ha visto con la coda dell’occhio capisce a cosa si riferisce. Natsu emette uno sbuffo mentre si porta le mani alla base della nuca.
-Gli altri sono già qui?- chiede indifferente Natsu a Grey che afferma con un cenno del capo. Dalla cima delle scale iniziamo a scendere velocemente, mentre io nel più totale silenzio ascolto curiosa la loro conversazione.
Forse seguendoli riuscirò a scoprire qualcosa…
Arriviamo all’entrata della sala da pranzo e noto immediatamente Erza appoggiata al muro che gioca con un coltello, mentre Laxus e Loki attendono pazientemente seduti, chi dormendo e chi ascoltando musica.
Appena faccio un passo all’interno della stanza una mano gelida mi ferma e una voce roca mi vieta di entrare. Alzo lo sguardo e incontro quello severo di Natsu. Prego che non mi cacci fuori dalla stanza, ma sfortunatamente conosco già la risposta.
-Mi dispiace Lucy, ma tu non puoi ascoltare la nostra conversazione. A dopo- mi dice velocemente. Provo ad aprir bocca, ma Natsu ha già chiuso le porte della sala con un tonfo. Irritata metto le mani sui fianchi e penso a tutte le possibile e inimmaginabili parolacce, sperando che Natsu stia leggendo i miei pensieri.
Mi siedo sul divano accanto ad Happy che sonnecchia tranquillo e prendo a sfogliare una rivista trovata per caso sul tavolo, senza interessarmi minimamente di cosa parla.
Sarà una lunga e noiosa giornata…





Angolo autrice:
Ehi! Come va? Sicuramente adesso mi vorreste uccidere, lo so, vi ho fregato pensavate che finalmente la verità sarebbe venuta a galla, ma vi siete sbagliati ;)

Altrimenti la storia sarebbe già finita e secondo me personalmente non avrebbe senso...Io mi sto appena divertendo :D
Allora vi piace ciò che sta nascendo tra Natsu e Lucy? Ditemi cosa ne pensate con una recensione e un bacione a tutti!
P.S: Avrei aggiornato anche ieri, ma a causa di internet non c'è l'ho fatta, maledetto internet >:(
 

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Capitolo 8
*** Rapita ***


Red blood
-Rapita-

 
 
 
Con le sopracciglia corrugate e gli occhi annoiati, tra uno sbuffo e l’altro con una mano a reggermi la testa, sfoglio velocemente la rivista. Sarà si e no la quinta rivista che sfoglio.
Voi vi starete chiedendo: “ Che aspetti ad andare ad ascoltare la riunione tra gli affascinanti vampiri?”
Beh, la mia risposta è che quel furbetto di succhiasangue ha pensato a tutto, ha messo una canzone rock sparata a tutto volume nella sala da pranzo, così io non posso sentire assolutamente niente! Tanto loro hanno un super udito!

Digrigno i denti e socchiudo gli occhi. Sfogliare queste riviste non ha fatto altro che irritarmi ancora di più, insomma vedere tutte queste modelle così perfette con i capelli in ordine, il sorriso bianchissimo, il trucco a dir poco perfetto, magre e belle senza un brufolo, ti infastidisce tantissimo, tanto che ti viene da pensare: “Perché io non sono così?!”. Chiudo con un tonfo la rivista che ho in mano e la lancio malamente sul tavolo, svegliando il povero Happy. Incrocio le braccia al petto mentre una miriade di pensieri mi passano per la mente, tanto da non accorgermi che Happy mi sta chiamando.
Volto lo sguardo su Happy che nel mentre si stiracchia tutto e socchiude di piacere i suoi occhietti neri da felino. Alla vista di questa scena così tenera il fastidio scompare e la tenerezza si fa largo nel mio cuore. Mi viene da accarezzargli il pelo blu, sembra così soffice alla vista, ma si sa Happy sarà anche in un corpo da gatto, ma dentro rimane un essere umano che non gli interessano le carezze.

-Come mai sei così arrabbiata?- mi chiede Happy ingenuamente mentre si gira sulla schiena restando con pancia e zampette all’aria. A questa domanda, il fastidio torna a farsi largo dentro di me.

-Non sono arrabbiata, sono infastidita- lo correggo. Happy sorride sotto i baffi.

-Ok, perché sei infastidita?- riformula Happy, girandosi sulla schiena tornando a quattro zampe a guardarmi con i suoi occhi furbetti.

Lui sa qualcosa…

-Perché Natsu, mi nasconde qualcosa e non vuole dirmelo, questo mi infastidisce! Non parla con me, non mi dice niente! Insomma sono sua amica, so mantenere dei segreti e allora perché non mi dice niente?- gli confesso. Happy mi guarda serio.

-Forse perché non vuole farti del male, sai…talvolta la verità fa male- mi dice Happy che chiude gli occhi ed appoggia la testa sulle zampe. Sgrano gli occhi mentre con l’indice che trema indico Happy.

-Tu…come?...- provo a dire. Happy apre un occhietto per guardarmi negli occhi e mi fa la linguaccia.

-Sai i gatti hanno uno splendido udito. Mi chiedevo proprio cosa stavate facendo lassù…cos’avete fatto?- mi chiede malizioso Happy. Un leggero rossore mi imporpora le guance mentre porto le mani parate davanti a me come per proteggermi.

-Assolutamente niente- dico sicura o almeno ci provo, perché lo sguardo di Happy puntato su di me mi incute insicurezza.

Cavolo Happy fa quasi paura con questo sguardo!

Happy mi guarda dubbioso per un momento, poi un lampo di malizia affiora dai suoi occhi.
-E quei due forellini sul tuo collo? Per caso è un tatuaggio?- mi chiede sarcastico Happy. Mi copro velocemente con la mano, i due forellini e con uno sguardo, fulmino Happy.

-Tu…gattaccio!- lo accuso. Happy emette uno sbadiglio e si alza in piedi sulle quattro zampe, prima di saltare con un balzo, leggero ed aggraziato sul tavolo difronte a me.

-E ora se vuoi scusarmi, torno a dormire- mi avvisa Happy, accoccolandosi come una ciambella sul tavolo. Arriccio il naso.

-Cosa?! Quindi tu rimani qui a dormire e non fare nulla?- gli chiedo, sporgendomi in avanti con il corpo. Happy alza la testolina.

-E cos’altro dovrei fare secondo te?- mi chiede.

-Beh, prima quando eri umano eri il maggiordomo di Natsu, no? Bene, allora fa qualcosa, perché è veramente fastidioso vederti qui a non fare nulla- gli rispondo, Happy mi guarda non capendo niente di ciò che ho detto.

-Giusto, hai detto bene ero umano, adesso sono un gatto e poi venivo qui soltanto a pulire la casa di Natsu e non facevo nient’altro. Adesso non riesco a tenere neanche un telecomando in mano, come pensi per cui che io possa pulire questa gigantesca villa?- mi dice Happy che ormai ha perso l’idea di tornare a dormire. Sbatto le palpebre un paio di volte.

- Primo. Quindi non sei un maggiordomo, ma una specie di donna delle pulizie, quindi mi hai mentito. Secondo. Non riesci a tenere un telecomando in mano, però un pesce sì, per cui…- gli rispondo con un sorriso sghembo sulle labbra. Happy mi guarda indifferente.

-Maggiordomo, donna delle pulizie, fa lo stesso tanto venivo qui a pulire una volta al mese quando Natsu faceva le sue riunioni. E per la storia del pesce…- guarda un’ attimo il pesce che tiene tra le zampe e lo morde voracemente.

-…Dettagli- mi risponde con la bocca piena di pesce. A questa visione un colato di vomito mi risale su per la gola. Porto la mano alla bocca.

Che schifo!

Mi alzo velocemente dal divano e con grosse falcate mi dirigo verso le scale, ma la voce di Happy mi ferma prima di mettere il piede sul primo scalino.
-Ah Lucy, ricordati di non mettere il dito nella piaga, smettila di assillare Natsu domandandogli di dirti la verità. Forse non si vede, ma io che conosco bene Natsu l’ho notato che sta soffrendo per questo. Quindi ti chiedo di smetterla. Lucy un evento lo ha sconvolto tantissimo anni fa e questo lo tormenta ancora adesso- mi racconta Happy. Alzo lo sguardo dalle scale e volto la testa verso Happy, per domandargli di più su che cosa è successo a Natsu, ma lui è già scappato.


Salgo le scale a due a due e in un lampo mi trovo sulla cima delle scale, corro verso la camera di Natsu e apro la porta. Mi catapulto al suo interno e sbatto con violenza la porta alle mie spalle. Stanca, con le spalle alla porta scivolo lentamente a terra e mi rannicchio avvolgendomi con le braccia, in un abbraccio solitario. Non so perché sono corsa in camera, non so perché sono corsa come una bambina terrorizzata. Non ho paura. Sono solo frustrata.

Perché? Perché nessuno vuole dirmi la verità. Perché sì, l’ho capito che la sanno tutti, tranne che me. Alzo lo sguardo e appoggio la testa sulle braccia mentre lo sguardo finisce involontariamente in bagno. Un piccolo angolo bianco, sbuca dallo specchio del bagno, attirando così la mia attenzione. Con sguardo curioso, mi alzo velocemente in piedi e mi dirigo in bagno. Mi fermo davanti allo specchio e con un rapido movimento, tiro quel piccolo angolino. Un foglietto esce da dietro lo specchio e cade a terra, davanti ai miei piedi. Mi piego sulle ginocchia per raccoglierlo. Lo giro e l’immagine di un bosco mi appare davanti a gli occhi mentre in primo piano vi è un bambino dalla chioma rosata e un sorriso disarmante che tiene in mano una canna da pesca.

Un sorriso dolce mi affiora sulle labbra. Non avrei mai pensato di vedere un piccolo Natsu in una foto, anzi non avrei mai pensato di vedere una foto di Natsu da piccolo. Non è cambiato per niente da quando era piccolo, è rimasto sempre il bello ed affascinante vampiro di sempre. Forse l’unica cosa che è cambiata in lui, è il suo sorriso, nella foto sembra un sorriso felice e sincero, mentre ora sembra così falso.


Fa strano pensare che io ami il suo sorriso, perché non è il suo vero sorriso, però se io lo amo già anche se è finto, se mi facesse un sorriso vero mi scioglierei da quanto è abbagliante? E chi lo sa, forse non lo saprò mai. Una figura inginocchiata accanto a Natsu, attira la mia attenzione. L’uomo accanto a lui è piuttosto alto e con fisico tonico, ha capelli rossi come il fuoco, un sorriso smagliante con due canini affilatissimi e un paio d’occhi verdi smeraldo, di un intenso da togliere il fiato.

Questo è il papà di Natsu

Ovvio che è lui, sono praticamente due gocce d’acqua, se non fosse per il colore dei capelli. Nella foto si abbracciano l’un l’altro mentre sorridono verso la fotocamera.
Resto a fissare la foto a lungo, mentre l’immagine di Natsu resta impressa nella mia memoria. In basso a sinistra, noto la data in cui è stata scattata la foto.

New York, 11 giugno  1879

Rimetto delicatamente a posto la foto, come l’avevo trovata e torno lentamente in camera. Sulla soglia del bagno mi blocco. Nuovamente il mio sesto senso, mi avverte di stare allerta. Non sono sola in questa camera. Avanzo di qualche passo, alzo lo sguardo e subito il respiro si ferma appena incontro i suoi occhi azzurri.
Sting, è bellamente seduto sul mio letto, con i palmi poggiati sulle lenzuola con un sorriso accattivante. Il battito accelera e Sting sembra accorgersene.

-Sorpresa!- afferma Sting, spalancando le braccia. Incrocio le braccia al petto e lo guardo dubbiosa sul da farsi.

-Che ci fai qui, Sting?- gli chiedo, ma sfortunatamente sono già a conoscenza della risposta. Sting si alza dal letto e mette le mani in tasca, avvicinandosi in due passi a me.

-Sono venuto a prenderti. Ma questo, credo che tu già lo sapevi- mi risponde e non ha torto. Poi un’ idea, decisamente folle. Scanso con agilità Sting e con la chiave chiudo la porta. Questo terrà fermo Natsu per un po’. So che sta già arrivando, l’ho capito dallo sguardo preoccupato di Sting. Sting mi guarda confuso, mi vorrebbe fare una domanda, ma io posandogli due dita sulle labbra lo zittisco.

-Sting…tu mi hai promesso la verità, ora voglio saperla- gli dico seria e decisa. Sting con la sua mano gelida mi sposta le dita. Un colpo forte e possente contro la porta ci riporta alla realtà.

-Lucy! Apri subito questa porta!- mi avverte la voce arrabbiata e preoccupata di Natsu. Per un momento cambio idea, lo sento, sto per aprire la porta a Natsu, ma il braccio di Sting intorno alla vita, mi blocca. Mi volta verso di sé e mi guarda negli occhi.

-Lucy io te l’ ho promesso e io mantengo le promesse. Saprai tutta la verità solo…se verrai con me- mi ricatta Sting. Per un istante tutto si ferma, il battere di Natsu, le parole di Sting. Mi fermo a pensare.

Questo è quello che voglio? Se Sting mi porta via, sarò libera!


Mi dimentico addirittura del perché Sting è venuto qui, basta un cenno del capo e Sting si catapulta verso la finestra mentre mi tiene stretta a sé.
Proprio in quel preciso momento, in cui Sting ha frantumato la finestra, la porta della camera viene spezzata in due e Natsu fa la sua entrata. Incontro per qualche secondo i suoi occhi verdi e penso che questa sarà l’ultima volta che li vedrò in tutta la mia vita.
Sting atterra facilmente a terra e con la sua super velocità parte. Provo a puntare lo sguardo davanti a me, ma il vento mi infastidisce gli occhi, tutto il mondo intorno a me, sembra muoversi troppo velocemente perché io possa fermarmi a guardare.

Sting rallenta, fino a fermarsi del tutto davanti ad una limousine nera. Un uomo vestito in un’uniforme impeccabile nera, apre la porta e fa salire velocemente, me e Sting.
In un’ attimo la macchina parte a tutta velocità. Io ancora sballottata da tutti questi eventi successi in un paio di secondi, resto immobile a fissare davanti a me, finché la voce di Sting, mi desta dal mio stato di shock.

-Natsu è nato da un padre vampiro ed una madre umana. Il padre, era il più potente vampiro mai esistito, il più forte e potente. La madre, una semplice umana che lavorava in un piccolo bar a New York. Tra loro è stato subito amore, hanno avuto due figli, una femmina e un maschio. La sorella, è andata via di casa ancora giovane e di lei si sono perse le tracce mentre Natsu è rimasto sempre qui a New York.
Un giorno però, i genitori di Natsu hanno deciso di adottare un bambino e così Natsu ebbe un fratello, oltretutto vampiro. Un giorno di tanti anni fa, quando Natsu e suo fratello erano già belli grandi, Natsu tornato a casa dopo un lavoro part-time in una pizzeria, trovò i suoi genitori a terra in un mare di sangue con un paletto di frassino nel petto del padre e un proiettile nel petto della madre umana.
Natsu pianse a lungo e solo quando il fratello tornò a casa, scoprì che lui aveva ucciso i loro genitori.
Perché li odiava, soprattutto la madre umana, difatti non riusciva a capire come il padre fosse riuscito a sposare una creatura come quella- mi racconta Sting con lentezza mentre con la mano a reggere il mento, guarda fuori perso tra i suoi pensieri. Poi un sorriso beffardo affiora sulle sue labbra mentre io resto curiosa in attesa del continuo della storia. Non stacco gli occhi dalla sua figura neanche per un momento.

-Scommetto che lo conosci molto bene, è molto famoso nel mondo degli esseri umani, un grande uomo d’affari e come dicono le donne anche molto attraente.
Si chiama…Zeref Dragneel. Ma questo che ti ho appena raccontato è solo l’inizio della storia, infatti…STA ATTENTO!- grida Sting all’autista.
Non capisco in primo momento il perché, ma quando mi giro, noto in mezzo alla strada di terra, una testa rosata. Sgrano gli occhi dalla sorpresa. L’autista non riesce a girare in tempo e Natsu con un braccio alzato a un metro dall’auto, abbassa velocemente un pugno sul cofano.
Un pugno così potente e distruttivo che l’auto vola in aria sopra la testa di Natsu. Mi guardo intorno e per un paio di secondi tutto intorno a me sembra galleggiare immobile nell’aria.
Il cappello dell’autista vola leggiadro in aria insieme al bicchiere di whisky che pochi minuti fa era in mano di Sting.Mi sento così leggera in aria, sento il cuore più leggero, ma i miei pensieri sono fissi sulle parole di Sting. Zeref Dragneel.
L’uomo che ho servito da segretaria per tutto questo tempo, è inoltre il fratello di Natsu. Zeref è un vampiro! Ed ha ucciso i genitori di Natsu!


Torno a guardarmi intorno, ma neanche il tempo di aprir bocca che mi trovo spiaccicata contro il tettuccio dell’auto. Mugugno dal dolore.
Mi sento le ossa a pezzi e il morale sotto i piedi. Volto lo sguardo su Sting che non ha neanche un graffio e difatti contraccambia il mio sguardo.
Mi si avvicina e mi prende per la vita trascinandomi a sé. La mia vista improvvisamente inizia a farsi opaca e le forze diminuiscono velocemente. Mi lascio a Sting, completamente inerme e appoggio la testa sul suo petto.
Mi sussurra dolcemente all’orecchio di chiudere un’ attimo gli occhi. Li chiudo e il suono del finestrino in frantumi, mi disturba l’udito.
Riapro lentamente le palpebre e una leggera brezza mi accarezza il viso. Alzo lo sguardo al cielo e noto delle nuvole color grigio topo con sfumature tendenti al blu.
Sobbalzo presa alla sprovvista, quando un tuono mi giunge all’ orecchio. Poi arrivano dei fulmini, di un bianco così puro che per un paio di secondi resto cieca, persa in un mare di luce.
I muscoli di Sting si tendono come corde di violino e curiosa di sapere il perché volto lo sguardo sul piccolo sentiero. Un tuffo al cuore. Un altro lampo e Natsu appare davanti a noi, a distanza di pochi metri. Sting mi appoggia delicatamente con i piedi a terra mentre con la mano, mi spinge dietro di sé per proteggermi.


Guardo Natsu dall’alto al basso e per un’ attimo esito sui suoi occhi che brillano come smeraldi in questa giornata nuvolosa. Sting mostra le zanne a Natsu, dando a me il segnale dell’inizio di una battaglia tra i due vampiri. Sting con la sua super velocità parte all’attacco, zigzagando a destra e manca per confondere l’avversario, ma Natsu non perde mai il contatto visivo con il nemico. E proprio quando Sting sta per attaccare Natsu, lui con una solo mano lo prende per il collo Sting e con aria indifferente, inizia a stringere la presa.
Sting tira un poderoso calcio allo stomaco di Natsu che finisce a scontrarsi con un albero che all’impatto con il suo corpo, si spezza in due. Natsu si alza a fatica, ma è troppo lento e Sting inizia a tirargli un pugno dietro l’altro.
Sgrano gli occhi e resto a guardare stupefatta la scena. Poi un qualcosa dentro me si risveglia e lì perdo il controllo di me stessa. Dopo, vedo solo che il buio.
Vedo solo degli sprazzi di quello che sta succedendo, Sting che vola in aria e si divincola come se qualcosa lo stesse tenendo fermo, poi buio e dopo un’ ultimo sprazzo in cui c’è Sting che salta da una parte all’altra schivando delle palle di fuoco, poi il buio totale.


Mi sveglio soltanto dopo, a terra nel fango, con la pioggia che ha iniziato a cadere e che mi pulisce dallo sporco. Mi alzo con il busto e vedo Natsu che tiene Sting in aria per il collo della maglia mentre gli parla di qualcosa.
Non riesco a sentire di cosa stanno parlando, ma qualcosa dentro me mi dice che è importante. Natsu lascia andare Sting con noncuranza e lui scappa subito tra gli alberi. Guardo Natsu e cerco di capire perché l’ha fatto mentre la pioggia cade scrosciante su di noi. Gira la testa su di me e per un momento mi sento in paradiso, persa nei suoi occhi.
Poi mi si avvicina senza fare caso al mio sguardo che viaggia sul suo corpo bagnato, dalla punta dei capelli rosa fino alla punta delle scarpe.
Si piega in ginocchio accanto a me e per un’ attimo lo vedo vacillare. Seguo il suo sguardo che finisce sul mio basso ventre, dove una scheggia di finestrino insanguinato, fa capolino dalla mia maglia. Natsu subito non perde tempo e mi prende in braccio alla svelta. Stringo forte con le braccia dietro il suo collo e aspetto l’aria che mi colpisce il viso.
In un paio di minuti arriviamo davanti alla porta della sua camera… o perlomeno quello che ne rimane. Entra in camera e mi appoggia delicatamente sul letto.
Natsu mi guarda negli occhi preoccupato mentre le gocce d’acqua che scivolano dai suoi capelli mi finiscono sul viso. Mi appoggia una mano sulla spalla.

-Scusa, Lucy…- si scusa Natsu, posandomi anche l’altra mano sulla spalla. Lo guardo interrogativa negli occhi.

-E di cosa?- gli chiedo curiosa. Natsu alza lo sguardo sui miei occhi e sento le sue mani scivolare velocemente verso il basso sui miei seni. Arrossisco, di un rosso così scuro che sembra quasi porpora. Sto quasi per tirargli uno schiaffo. Prende tra le mani due porzioni di maglia e tira, la maglia si strappa in due.
Istintivamente mi porto le mani a coprire i seni, fasciati solo da un reggiseno bianco con pizzo. Piena di vergogna, con le guance in fiamme, la mano parte per tirare uno schiaffo sulla guancia marmorea di Natsu, ma viene bloccata da quella di lui.

-Per questo. Scusa, ma devo medicare la ferita il prima possibile e non avevo tempo di chiederti il consenso di farlo- mi avverte Natsu che non ha tempo da perdere. Con le guance ancora in fiamme a causa della situazione, digrigno i denti con rabbia. Natsu mi molla la mano e corre via con la sua super velocità alla ricerca dei medicinali.
Prendo velocemente una maglia di Natsu, trovata per caso a terra e mi copro i seni. Tiro un sospiro di sollievo.


Finalmente ho del tempo per pensare. Tutto questo è strano, i vampiri, la verità, il passato, insomma tutto quello che riguarda Natsu è strano. Sono fortunata di non lavorare più per Zeref, altrimenti da un giorno all’altro mi sarei ritrovata con due buchi sul collo o addirittura morta. E poi cosa mi è successo prima…non ci ho capito niente, erano dei ricordi? No, non credo. Era quello che succedeva nella realtà? E allora cos’erano quelle palle di fuoco? Cos’è questo senso che si accende dentro me talvolta? Troppe domande e nessuna risposta.
Natsu sembra aver capito cosa mi è successo, ma non vuole dirmelo e non so il perché.
Natsu torna nella stanza con una boccetta con un liquido al suo interno di un blu scuro, quasi nero. Si avvicina a me e si abbassa sul ventre.

-Ora Lucy, ti chiedo di stare ferma, farà molto male, ma tu devi sopportare il dolore, ok?- mi avvisa Natsu mentre mi appoggia una mano ad accarezzarmi la pancia.
Il suo tocco gelido crea in me una moltitudine di emozioni contrastanti. Con la testa gli faccio un sì e Natsu con uno scatto felino, sfila la scheggia dal mio ventre. Un dolore assurdo mi invade il basso ventre mentre tutto il mio corpo sembra andare in fiamme.
Urlo dal dolore. Subito Natsu mi tappa la bocca con la mano mentre con l’altra stappa la boccetta e mi versa il liquido sulla ferita. Abbasso lo sguardo curiosa e noto subito la ferita rimarginarsi in un paio di secondi.
Natsu mi toglie la mano dalla bocca ed io stupefatta, controllo subito il punto dove prima c’era la ferita che ora non c’è più. Neanche una cicatrice. Sollevo lo sguardo su Natsu.

-Una pozione guaritrice- dice indifferente, spostano lo sguardo da me alla montagna di vestiti sulla sedia. Abbasso lo sguardo, conscia che Natsu è incazzato nero con me.
Non servono parole per capirlo. Mi volto dalla parte opposta e prendo una mia camicia bianca abbandonata sul comò. Infilo le mani dentro le maniche e inizio ad abbottonare la camicia.

-Senti Natsu…l’ho fatto perché volevo sapere la verità e Sting faceva al caso mio- gli ho risposto, sicura che questo non può placare la furia di Natsu. E invece, una mano mi inizia ad accarezzare la testa gentilmente, quella di Natsu. Alzo lo sguardo su di lui ed incontro il suo sorriso. Spalanco gli occhi e mi fermo al terzo bottone. Mi giro verso di lui.

-Lo so, tranquilla. Si sa, la verità gioca brutti scherzi. Tutti vogliono la verità e non le bugie, pure io…Per cui ho deciso di dirtela- afferma sorridente Natsu.
Subito sobbalzo dalla sorpresa e spalanco la bocca.

Cosa?! Bastava farmi rapire da Sting per farlo confessare?!

Gli sorrido contenta, finalmente felice di scoprire tutta la verità su di lui. Poi un sorriso pericolosamente malizioso affiora sulle sue labbra. Spaventata salto all’indietro e finisco con la schiena contro il materasso e Natsu sopra di me che ride.

-Ad una condizione…- afferma Natsu avvicinandosi al mio viso, toccando leggermente il mio naso.

Farò di tutto, ma voglio sapere la verità!!!

-Se vincerai la mia scommessa…- dice sicuro Natsu. Corrugo la fronte. Una scommessa? Sarà più facile del previsto allora! Che tonto che sei Natsu!

-E questa scommessa sarebbe?- gli chiedo sorridente, mentre cerco disperatamente di trattenere le risate.

-Devi riuscire a portarmi a letto. Se vinci tu, ti dirò tutto…ma, se vinco io tu dovrai fare tutto ciò che ti ordino per una settimana- mi dice malizioso. Si lecca le labbra, passando la lingua anche sui canini affilati. Il cervello prova ad assimilare tutto ciò che ha detto. Quando ci riesce finalmente, mi porto le mani tra i capelli e sgrano gli occhi.

-COSAAAA!?!?-









Angolo autrice:
Ciao ragazzi! Buon anno nuovo a tutti! ;) Questo è il mio regalo per voi, un nuovo capitolo di Red blood! Vi è piaciuto? Spero di sì, perché io mi sono divertita un mondo a scriverlo, pensavo di essere veramente Lucy *o*
Letto la scommessa? Veramente hot, vero? *o* Secondo voi, Lucy vincerà la scommessa oppure sarà Natsu a vincerla?! Vi lascio con questo dubbio e beh, ci vediamo presto! E grazie a tutti quelli che mi seguono, vi adoro ragazzi! >.é

Tanti baci e abbracci dalla vostra amata Carly03 :)

 
 
 
 
 
 

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Capitolo 9
*** La sfida ***


Red blood
-La sfida-
 
 
 
 
Natsu pov’s:

Resto immobile, con gli occhi fissi nei suoi, così scuri confronto ai miei, mentre le braccia inermi, pendono mollemente sui fianchi.
Vorrei avere la forza di allontanare lo sguardo da lei, spostandolo su un qualsiasi altro oggetto che non siano i suoi occhi, ma nel profondo del cuore so di non esserne capace.
Perché voglio distogliere lo sguardo da lei? Perché mi vergogno.
Ok va bene, l’ho detto, io Natsu Dragneel provo vergogna.
Giuro che non ho la più pallida idea, del perché le ho proposto una sfida del genere. Forse, perché solo all’idea di vincerla, mi rende “tutto un fuoco”. Solo al suono della parola sfida, un qualcosa dentro me si accende, come un fuoco. Mi elettrizza, il pensiero di mettermi alla prova, di vincere e del premio in palio.


Potrei avere Lucy tutta per me e questo non fa altro che spronarmi a dare il meglio di me.
 Anche se…tutto questo è sbagliato.

Io, un vampiro, non dovrei ridere e scherzare con Lucy, non dovrei proteggerla, tanto meno viverci assieme. Dovrei incuterle terrore, succhiarle il sangue fino all’ultima goccia.
E invece, solo all’idea di affondare le zanne nella sua pelle candida, di ucciderla, tremo come una foglia. Non sono come gli altri vampiri, non godo nel bere sangue. Nella società vampira mi sento fuori posto. E forse questo aspetto lo devo a mia madre, una giovane umana sposata con un vampiro purosangue. I miei genitori, non sono mai stati visti di buon occhio dagli altri vampiri.
Tutti pensavano che un giorno, sarebbe finita male per entrambi. Molti mezzo-sangue li odiavano a tal punto, da provare ad ucciderli. Per questo, siamo scappati ed abbiamo trovato rifugio in questa villa.


A volte, mi fermo davanti al portone d’ingresso e mi perdo nei ricordi dell’infanzia.
Quei momenti dolci, passati con i miei e mia sorella.
Quando mia madre leggeva in giardino, completamente immersa nel libro, mentre i lunghi e lisci capelli blu erano smossi leggermente dal vento. Gli occhi castani persi, in chissà che pensieri.
Era così persa in quel libro che non si era neppure accorta che io ero caduto, nel laghetto in mezzo al giardino e che stavo urlando il suo nome. Solo quando avevo perso tutte le forze ed ero finito sotto il pelo dell’acqua, lei era accorsa.

Si è sempre rinfacciata questo incidente per tutta la vita. Volevo tanto bene a mia madre dopotutto, era dolce e gentile come mia sorella. Mio padre non l’ho visto molto, abbiamo passato poco tempo assieme, ma la sua mancanza, oh quella sì che l’ho sentita. Il mio più bel ricordo con lui, è di quando siamo andati a pesca assieme, è stato il giorno più bello di tutta la mia vita. Abbiamo riso a lungo, abbiamo dormito l’uno a fianco dell’altro alla luce del fuoco.
Ci volevamo bene, anche se nessuno dei due conosceva bene l’altro.


Mi mancano ancora oggi i miei genitori, crescere senza di loro è stato veramente difficile. E pensare, che ad ucciderli è stato mio fratello.

Quel bastardo!

Non li ha mai accettati, non li ha mai capiti. Non ha mai capito che cos’era che li legava l’uno all’altra. Mi dispiace veramente per lui.

-Natsu…va tutto bene?- mi chiede la voce gentile e amorevole di Lucy. Mi prende le mani tra le sue e me le stringe forte, come solo lei sa fare. Sposto lo sguardo sul suo viso preoccupato, mentre lei resta in attesa di una mia risposta. Con un sorriso forzato, svincolo dalla sua presa e sporgo il mio viso sul suo.

Subito, i battiti del suo cuore aumentano a dismisura e per le mie orecchie sono una dolce melodia. Sentire il cuore di un essere umano è una cosa straordinaria, speciale, soprattutto se è quello di Lucy. Ho già detto che è una dolce melodia?

Si irrigidisce al mio tocco e questo un po’ mi fa male all’altezza del cuore. Vorrei poterla sfiorare senza avere il timore di farle del male.
Ma, ormai devo ammetterlo, il suo sangue emana un aroma così dolce e invitante per un vampiro che praticamente lo invita a fare un buffet. Come ho detto in precedenza, odio bere il suo sangue, ma non posso mentire dicendovi che non mi piacerebbe assaggiarlo soltanto un altro po’. Dopotutto, rimango un vampiro. Inspiro profondamente il suo aroma dal suo collo, provocando in lei un sobbalzo. Talvolta, questo suo atteggiamento, mi diverte.

Le porgo la mano e con un sorriso accattivante, la invito a stringermela. Lei mi guarda la mano, insicura se non accettare oppure sì la scommessa. Alzo un sopracciglio, completamente preso in contropiede. Non me lo sarei mai aspettato un ripensamento da parte sua, pensavo avrebbe accettato senza esitazione. Decido così di punzecchiarla. Un sorriso diabolico mi si distende sulle labbra.

-Cosa? Non vuoi accettare? E io che pensavo volessi sapere tutta la verità. Che delusione, sei proprio un coniglio…- le volto le spalle, sicuro di averla punto sul vivo. Noto, con la coda dell’occhio, Lucy che si irrigidisce.

Colpita!

Si volta verso di me e il suo respiro caldo mi solletica il collo.

-Come mi hai chiamato, succhiasangue dei miei stivali?!- mi risponde con tono irritato e leggermente acuto. Mi volto con lentezza verso di lei e me la ritrovo con i denti digrignati e con il busto sporto verso di me. Piano riuscito.
Le ridacchio davanti al viso.

-Hai sentito bene, coniglio. Oppure dovrei chiamarti…Bunny girl-
Sgrana gli occhi, appena mi sente pronunciare questo nuovo soprannome.

-Adesso basta mi hai stufata!- grida in collera. Mi prende per una porzione della maglia e mi tira a sé.
Quanto mi diverto!

-Bunny girl-

-Zitto-

-Piccola Bunny girl-

-Natsu ti avverto…-

-Cos’hai Bunny girl? Per caso hai paura?-

-Sai che ti dico? Accetto la scommessa- afferma decisa Lucy. Mi tende la mano, con un sorriso malizioso disteso sulle labbra rosee. Le stringo la mano con enfasi, forse un po’ troppa, anzi decisamente troppa.
L’attiro a me con uno strattone e lei presa alla sprovvista cade sul mio petto. Sorrido tra me e me. Scandisco al suo orecchio, ormai arrossato dall’imbarazzo, quattro semplici parole.

-La sfida è iniziata-

-Sai…spero proprio di vincere questa sfida, mi piace l’idea di averti tutta per me e chissà, potrei chiederti un bacio- le sussurro in modo sensuale all’orecchio. La lascio andare ed esco dalla camera senza spiccare parola, con la testa china sul pavimento.


Chiudo con delicatezza la porta dietro di me che scricchiola leggermente.
Appena chiusa, mi fermo per un paio di minuti davanti alla porta, prima di incominciare a camminare sul lungo tappeto rosso.
Quello che le ho detto, non lo farei mai. Non la bacerei mai, per una stupida scommessa.
Arresto il passo. Ma che vado a pensare? Io non la bacerei mai comunque, ci sto solo giocando con lei. Lei è solo un passatempo, come tutte le altre ragazze che ho avuto. Non ho mai provato nulla per nessuna di loro. Punto e basta. Non mi importa niente di lei, io ho una missione da compiere.
Non provo niente per lei, io non l’amo. Riprendo a camminare con le mani in tasca, ad ogni passo sento una fitta al cuore. Sempre più potente, sempre più forte. Questo è dovuto a causa sua, questo è tutta colpa sua. Lei, mi fa quest’effetto. Non la sopporto o per lo meno è ciò che mi dico per convincermi che per la verità, lei mi piace.

Comunque sia, non si può fare. E se la trasformassi in un vampiro? No, non se lo merita, non farei altro che condannarla a una vita dannata. Perciò appena avrò vinto questa sfida, dovrò tenerla il più lontano possibile da me. Per il bene di entrambi.
 
 
Lucy pov’s:

Resto a fissare in silenzio la porta. Nessun rumore, nessuna parola. Le gambe mi tremano appena, mentre mezze idee confuse viaggiano senza sosta per la mia mente.
Mi lascio cadere all’indietro sul morbido materasso, dando così tregua alle povere gambe che non riescono più a reggere il mio peso. Ma il formicolio non si ferma. Tutta colpa sua, ecco cos’è.
Lui mi ha punzecchiata ed io ho accettato questa stupida sfida che per giunta perderò. Insomma, come posso competere con lui? C’è diciamoci la verità, praticamente inizio a sbavare appena lo vedo! Prendo il cuscino di Natsu e lo stringo forte al petto, mentre i pensieri iniziano ad affollarsi nella mia testa, ora così confusa.

Ho solo una domanda: perché? Perché ha deciso di propormi questa sfida? Per farmi stare buona una volta per tutte? Lo so che l’unico modo per saperlo è chiederglielo, ma come potrei farlo? “Ciao Natsu, sai mi domandavo come mai mi hai proposto questa sfida, per caso provi qualcosa per me???” No, direi proprio di no.


Sbuffo rumorosamente e mi spiaccico il cuscino sul viso. Immediatamente il buon odore di Natsu mi avvolge e le parole di poco fa vengono a galla.

“Sai…spero proprio di vincere questa sfida, mi piace l’idea di averti tutta per me e chissà, potrei chiederti un bacio”

Subito, sento le guance diventare incandescenti e il cuore battere all’impazzata. Lancio il cuscino contro la porte e digrigno i denti. Lui e le sue maledette parole! Troglodita, succhiasangue, imbecille, pervertito! Cavoli! Lui mi farà impazzire!

-Lucy, sai vero che non ti servirà a niente lanciare un cuscino contro la porta, vero?-
La voce divertita di Happy, mi fa attirare l’attenzione su di lui che seduto sulla finestra aperta, mi guarda maliziosa.

Ha sentito tutto, questo gattaccio…

Incrocio le braccia al petto e volto bruscamente la testa dalla parte opposta.

-E allora? Serve per scaricare la rabbia- provo a convincerlo. Totalmente inutile.

-Sì, come no, so perfettamente che non vedi l’ora di iniziare questa scommessa- mi risponde Happy. Balza con grazia terra, prima di vedermelo apparire sul letto davanti alle mie gambe. Digrigno i denti, irritata.

-Tu, gattaccio! Non è vero!- gli grido in muso con un vena pulsante sulla tempia. Lui scuote lentamente la testa. Sembra rassegnato.

-Sì, certo e io sono Cappuccetto rosso…Allora, vuoi vincere questa sfida sì o no???- mi chiede Happy. Annuisco con il capo. Happy si alza su due zampe e mi punta la zampa contro.

-Bene, allora dovrai seguire tutti i miei consigli per conquistare il cuore di Natsu- grida euforico Happy.

-Per la verità…- provo a ribattere, ma Happy mi ferma con un solo gesto della zampa.

-Silenzio! Ora ascoltami…- mi invita con la zampa ad avvicinarmi. Mi avvicino e lui inizia a darmi piccoli consigli sul come battere Natsu.

La vittoria sarà sicuramente mia…
 
Mi trovo in cucina e beh, sto cucinando. Perché sono in cucina invece di sedurre Natsu?
Beh, ma è proprio quello che ho intenzione di fare. Tolgo la mano dal manico della padella e abbasso leggermente i pantaloncini in jeans.
Happy mi ha dato alcuni trucchetti e io lì ho presi tutti alla lettera. Sbuffo l’aria all’insù provando inutilmente a spostarmi un ciuffo biondo dalla fronte.


Chiudo il fuoco e prendo un piatto bianco, dove appoggio delicatamente l’ultimo pancake, della mia pila di pancake. Da quello che ho capito da Happy, Natsu ama il cibo degli esseri umani. Anche se non servono a soddisfare la sua fame.
Aggiungo sui pancake una tonnellata di miele, forse esagerando anche un po’ troppo.
Mi slego da dietro il collo il striminzito grembiulino bianco e attendo. L’odore dolce del miele, insieme al profumo dei pancake, attirerà in un batter d’occhio l’olfatto di Natsu che verrà in cucina per mangiare le omelette, e invece ci sarò io ad attenderlo, per il resto tocca a me sedurlo. Sarà un impresa assai difficile, ma devo farlo.
Per il bene della mia curiosità, devo sapere tutta la verità.


Inoltre, Happy mi ha consigliato di cambiarmi i vestiti e di mettermi qualcosa che beh, metti in mostra le mie gambe, insomma. Per i capelli ho deciso di legarli in una coda alta laterale con un fiocco bianco, mentre per i vestiti ho optato per una leggera camicetta senza manica, bianca e semitrasparente, mentre sotto un paio di pantaloncini corti di jeans neri.
Sbuffo annoiata e guardo per un’attimo il grande orologio sulla parete difronte a me. I secondi passano troppo velocemente, eppure di Natsu neanche l’ombra. Chiudo un’attimo gli occhi e mi rilasso.

Veramente strano che Natsu non è ancora arrivato. Possibile che gli possa essere successo qualcosa?
La paura che Natsu possa essere in pericolo mi attanaglia lo stomaco, tanto da farmi spalancare gli occhi. Con passo deciso inizio a dirigermi verso la camera di Natsu, ma il piatto vuoto sul tavolo, attira il mio sguardo.

Lui. Mi. Ha. Fregato…

-Veramente buoni in pancake- afferma divertito Natsu che sulla soglia della cucina, mi guarda con un sorriso divertito. Incrocio le braccia al petto e socchiudo gli occhi.

-Contenta di saperlo-

-Però…non riuscirai ad incastrami così facilmente. Scommetto che è stato Happy a parlarti, vero?- mi risponde. Un movimento d’aria e il respiro gelido di Natsu, mi rinfresca le guance accaldate. Tutta colpa del calore dei fornelli…

Sì, certo dev’essere a causa loro oppure a causa di una certa persone dai capelli rosati?

No, saranno i fornelli. Apro gli occhi accesi dalla sfida e come mi aspettavo, mi trovo imprigionata tra Natsu e il bancone alle mie spalle. Mi mordo il labbro inferiore e subito lo sguardo smeraldino di Natsu scende su di esso. Lo attiro a me, prendendolo per il collo della maglia con l’indice. Così vicini che i nostri respiri, diventano uno solo.

-Sicuro che non sia stata una mia idea?- ribatto io.

Sembra di giocare al gatto e il topo, solo che Natsu è il gatto ed io sono il piccolo topolino.

Lui ghigna divertito. Le sue mani, improvvisamente si staccano dal bancone, per posarsi a sua volta sulla mia schiena e iniziare a scendere. Trattengo il fiato, quando le sue mani passano sui miei glutei, ma le sue mani continuano a scendere. Si fermano dietro le cosce.
Mi solleva facilmente con sue forti braccia e mi appoggia sul bancone con un tonfo. Le guance ormai sono un incendio di fiamme. I suoi occhi verdi che brillano come gemme preziose continuano a guardare i miei.

-Quindi vuoi giocare, Bunny girl?- mi chiede malizioso Natsu.

Ancora con quel maledetto soprannome, Bunny girl…grrr che rabbia!

Per un momento la rabbia predomina su di me. Per un momento. Gli sorrido, non un sorriso malizioso, un semplice sorriso. Che lo disarma all’istante. Mi fissa per un’attimo negli occhi, sembra stupido.

Sì! Manca poco ormai…

Ma…il suo sorriso malizioso torna sul suo viso. Si sporgo in avanti verso di me. I nostri petti si spiaccicano l’uno contro l’altro ed io esito a fare la mia prossima mossa. Natsu abbassa lo sguardo sul mio petto e si abbassa sulle gambe. Pensando ormai al peggio, chiudo gli occhi. Lui appoggia l’orecchio all’altezza del cuore e resta in ascolto.

-Caspita, come batte forte il tuo cuore…- afferma in una risata. Resto ferma, incapace di fare un’altra mossa, con il cervello ormai in pappa. Come fa a farmi questo effetto, eppure lui non ha fatto niente!
Natsu si rialza e dona la visuale dei suoi meravigliosi occhi verdi, in questo momento ancora più invitanti. Vorrei tanto baciarlo.

-Allora, Lucy…ti arrendi?- mi sussurra all’orecchio Natsu. Non sono neppure capace di rispondergli. Intanto, lui mi lascia baci su tutta la lunghezza del collo, per poi stuzzicarmi con i denti l’orecchio. Poi ritorna sul mio collo e inizia a farmi un succhiotto.

Cavoli…non sono capace di sconfiggerlo, so di avere un debole per i ragazzi come lui…

Una strana idea di resa, mi passa per la mente.
No, non lo lascerò vincere così facilmente!

Lo spingo. Con tutte le mie forze, lo spingo lontano da me. Lui stupito, mi guarda con occhi increduli. Con rabbia gli punto un dito contro.

-Tu, Natsu Dragneel, non vincerai così facilmente! Non puoi ipnotizzarmi per vincere, non è giusto!- gli grido contro.
Lui sbatte le ciglia due volte, prima di socchiudere gli occhi ed iniziare a ridere. Alza le spalle.

-Tu, non hai fatto le regole, per cui in questa scommessa vale tutto- si giustifica lui con un sorriso da ebete. Mi avvicino a lui in due falcate, puntandogli un dito sul petto.

-Bene, allora da adesso in poi, non potrai più ipnotizzarmi, succhiasangue. Promettilo?- lo punzecchio io. Lui si porta le mani dietro la nuca e mi volta le spalle.

-Va bene te lo prometto…- mi promette Natsu, guardando dritto davanti a sé. Tiro un sospiro di sollievo. Ma la sensazione del suo sguardo intenso addosso, mi fa rialzare lo sguardo su di lui. Difatti me lo ritrovo a fissarmi intensamente negli occhi. Sobbalzo.

-Ma…Heartphilia, quel succhiotto è un avvertimento. Perché presto o tardi, ti farò mia.- se ne va in silenzio, senza degnarmi di uno sguardo.

Deglutisco a vuoto. Lui non hai idea di quanto le sue parole mi hanno fatto effetto. Ma un dubbio, attraversa la mia mente.

Credo di non aver mai detto a Natsu il mio cognome...ma, allora, lui come fa a saperlo?
Forse, glie l’ho detto senza accorgermene.


 
Fisso la porta distesa a pancia in giù sul letto con i palmi delle mani a sorreggermi il viso, mentre i piedi annoiati vanno su e giù.
Sono così, ferma in questa posizione da più di un quarto d’ora ad aspettare Natsu.
Dopo l’incontro che è avvenuto in cucina lui non ha fatto altro che evitarmi per tutto il resto della giornata. Ci siamo visti molto volte, ma lui non ha spiccato parola neanche per salutarmi. Sono diventata un fantasma per lui.

Stufa di aspettare, mi guardo intorno, alla ricerca disperata di qualcosa per ammazzare il tempo.
Tutto totalmente inutile. Leggere un libro? No, la maggior parte lì ho già letti e gli altri non mi ispirano. Mettere a posto i vestiti? No, perché i miei sono già a posto, il resto sono di Natsu. Guardare incessantemente il soffitto? Ecco, questa è una buona idea.

E così faccio. Guardo il soffitto. E pensare che mi sono messa addosso questo vestitino da notte per far impazzire Natsu. Il vestito è di un bianco candido a due strati uno più spesso e l’altro semitrasparente, ha una scollatura molto generosa e due sottili spalline.
Ormai stanca di aspettarlo, decido di alzarmi ed andare a dormire. In quel preciso istante in cui mi alzo dalla mia posizione, la porta scricchiola. Sulla soglia della porta un Nastu con la bocca leggermente spalancata, mi squadra da capo a piedi. Istintivamente mi copro i seni e volto la testa di lato con le guance rosse come pomodori.


Silenzio. Tra noi aleggia un silenzio imbarazzante che io non sopporto. Inoltre lui continua a non staccarmi gli occhi di dosso.

Lucy, cos’hai combinato?

Sento la porta chiudersi alle spalle di Natsu e lui avvicinarsi velocemente al letto. Si siede e il letto sobbalza sotto il suo peso come il mio cuore a causa della sua vicinanza.
Non succede nient’altro. Almeno finché io mi volto di scatto e mi getto addosso a lui. Ora lo sovrasto. Seduta sul suo torace lo guardo negli occhi. Lui mi guarda stupito.

Voglio vincere a tutti i costi…e lo farò!

Prendo un grande respiro, pronta per fare la mia mossa e far impazzire Natsu. Viso innocente, occhi bassi, guance arrossate e labbra schiuse.

-Vuoi giocare, Natsu?- gli chiedo in tono infantile. Questo su di lui, avrà sicuramente un certo effetto. Con la coda dell’occhio lo vedo guardarmi incredulo, prima di alzarsi ed avvicinarsi pericolosamente al mio viso.

-E allora giochiamo, Lucy…-

Con queste parole, cambia la situazione. Adesso sono io sotto di lui. Lui mi inizia a baciare il collo come prima, ma questa volta non si ferma solo al collo. Risale dal mio collo e arriva alla mia guancia, poi al lato del bocca. Non oppongo resistenza. Non ne sono più capace. Voglio solo che lui continui a baciarmi.
Dopo avermi baciato al lato della bocca si stacca da me e inizia ad abbassarmi la spallina della camicetta da notte.

Basta.

Un unico pensiero. Non voglio che mi baci per una stupida scommessa, voglio che lo faccia perché gli piace. Chiudo gli occhi. E aspetto. Natsu si ferma. Si avvicina al mio orecchio.

-Ho vinto- due parole che mi fanno spalancare gli occhi incredula. Natsu sorride malizioso e si alza da sopra di me. Prima che io possa chiedere spiegazioni, Natsu mi interrompe.

-Se avessi continuato, tu non avresti opposto resistenza, per cui…ho vinto. Inoltre, ho letto il tuo pensiero, hai detto “basta” ho sbaglio, Lucy cara?- mi chiede Natsu in un sorriso divertito.
Mi spalmo una mano sul viso.

Che cretina che sono, mi sono dimenticata che lui può leggermi i pensieri…

Natsu spalanca la porta con un sorriso vittorioso e io non posso fare altro che deprimermi, perché domani mi toccherà fare tutto ciò che mi dice di fare Natsu.

-Quindi domani sei tutta mia! Ah e mi dimenticavo di dirti che ti sta veramente bene quel vestitino- mi avvisa lui, indicando il vestito che ho addosso. Incrocio le braccia al petto e mugugno un grazie. Prima che Natsu chiuda la porta della camera mi dona un dei suoi tanti sorrisi maliziosi e uno sguardo bollente che mi scioglie.

-Chissà, forse la prossima volta, potrei anche non fermarmi…- ipotizza Natsu con fare pensieroso e una mano a reggere il mento. Sgrano gli occhi. Natsu chiudo di botto la porta.

“Chissà, forse la prossima volta, potrei anche non fermarmi…”

Lui, dannato vampiro sexy che non è altro, non ha ancora capito che effetto fanno le sue parole ad una ragazza!?
Terribilmente imbarazzata e infuriata grido con tutto il fiato presente nei miei polmoni…

-NATSUUU!!!-

Ecco, adesso che mi sono liberata sto bene…
 
 
 







Angolo autrice:

Ciao ragazzi! Sono tornata con un nuovo capitolo! Sì, lo so, mi volete uccidere, ma questa volta mi posso giustificare ù.ù nessuno mi voleva lasciar scrivere questo benedetto capitolo, insomma Carly di qua, Carly di là...un casino! TwT Ma finalmente eccolo qui! ;) :D Anche se, ragazzi l'ammetto avevo un po' di paura a pubblicare questo capitolo perché avevo paura di non soddisfare abbastanza i lettori riguardo questa sfida tra Natsu e Lucy. Spero per lo meno di esserci riuscita... A presto cari miei e continuate a recensire la mia storia!
Baci da Carly03

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Capitolo 10
*** Un piccolo scherzo ***


Red blood
-Un piccolo scherzo-
 
 
 
 
Eccolo lì, il principino sta dormendo.Completamente ignaro di ciò che sta accadendo intorno a lui in questo momento. Chiudo con non poca fatica il lucchetto e guardo soddisfatta il mio lavoro.

Perfetto! Bello e incatenato! Sei un genio, Lucy!

Rido sotto i baffi, immaginandomi la scena di quando Natsu si accorgerà di essere incatenato al letto.
Fermi là, non iniziate a fantasticare.
Vi spiego con calma, del perché l’ho fatto.Vi ricordate della nostra piccola e innocente scommessa che io ho perso?
Beh, oggi è il giorno in cui Natsu mi avrà tutta per sé. E ho una brutta sensazione riguardo a questo.
Un brivido mi percuote tutto il corpo.

Chissà che cosa avrà deciso di farmi fare…chissà che strane idee gli saranno passate per quel cervello terribilmente perverso?!

E se…volesse farmi indossare un vestito da coniglietta e farmi ballare su un tavolo con lui davanti che sbava come un cagnolino? No, questo è troppo, potrei morire sul colpo dall’imbarazzo.
Devo assolutamente evitare tutto questo!

Per questo motivo ho dato il via al mio piano in cinque fasi!

Ghigno maligna. La mia sarà una dolce vendetta!
Un mugugno di Natsu, mi riporta alla realtà, ricordandomi che a breve il sole tramonterà e lui si sveglierà dal suo sonno profondo.

Molto profondo!

Quando Natsu dorme neanche una bomba atomica lo può svegliare.
Come faccio a saperlo? Beh, prima di incatenarlo dovevo controllare se si sarebbe svegliato così facilmente. Per cui ho iniziato a tirargli pizzicotti, soffiargli nell’orecchio e a inveirgli contro.
Niente, continuava a sonnecchiare tranquillo come se niente fosse.

Mi piego sulle ginocchia e mi sporgo in avanti con il busto, per osservare meglio il viso di Natsu.
Il suo viso è così rilassato.I capelli rosati sparsi sul cuscino sono una tentazione per me, vorrei tanto sfiorarli con le dita.
Ma…ho paura di rimanere delusa, di trovarli ispidi invece che morbidi e di rovinare così, la loro bellezza.
Le palpebre chiuse, nascondono alla mia vista quel meraviglioso paia di occhi verdi che mi stupiscono sempre, nonostante ormai io abbia imparato a conoscerli molto bene.
Il torace nudo poi, nascosto sotto le lenzuola.Che stranezza non vederlo alzarsi e abbassarsi come negli esseri umani.
E infine le labbra, così sottili e affascinanti sono completamente chiuse, a nascondere due zanne candide. Ottime armi, per uccidere.
All’improvviso sulle sue labbra, si distende un sorriso raggiante.
In primo momento sbianco e sobbalzo sul posto. Indietreggio terrorizzata, finché non sento la schiena aderire alle pareti della stanza.

Com’è possibile che sia già sveglio?

Scruto attentamente il suo sorriso e un leggero rossore mi imporpora le guance.

Chissà che bel sogno starà facendo…

Sorrido intenerita.Non ho mai osservato Natsu dormire e pensare che ha un viso così angelico quando dorme, sembra un bambino.

Viso angelico? Un vampiro? Completamente surreale!

Chi l’avrebbe mai detto, pensare che un vampiro ha un viso angelico. Nessuno l’avrebbe mai pensato. Ma non mi stupisco più di tanto.
Con le dita, gli sfioro leggermente le labbra.

Morbide e fredde, come immaginavo…

Con Natsu è tutto così semplice.Così diverso.Fino ad ora tutti i vampiri che ho incontrato, in confronto a lui erano così freddi e distaccati, Natsu invece…così caloroso.
Non mi stupirei, se mi innamorassi di lui…

Ritraggo la mano, come scottata dal fuoco.

Innamorarmi di Natsu?

Scuoto la testa violentemente, cercando di cancellare inutilmente questo pensiero dalla mia mente. Lui non si innamorerebbe mai di me e tantomeno io di lui.

Ne sei sicura?

Sgrano gli occhi e mi porto le mani all’altezza del petto.Già, ne sono sicura?


Un raggio di sole dorato che sfuma nell’arancione, mi ferisce gli occhi. Disturbata, li chiudo e assaporo con un sorriso il leggero calore che mi dona il sole. Li riapro un minuto dopo.

Due minuti al tramonto…

Il momento è giunto.
Mi alzo in piedi e scatto verso la porta, stando attenta allo skateboard.
Posiziono il secchio sulla porta e inizio a correre per tutta la casa, di stanza in stanza come una bambina che gioca ad acchiapparella.
Voi vi starete domandando, ma che caspita di problemi ha questa ragazza? Nessuno! Sto cercando di confondere le idee a Natsu.
Quelle catene non lo terranno fermo per sempre e sicuramente, dopo vorrà venirmi a cercare.
Natsu riesce a sentire l’odore del mio sangue per cui se corro per tutta la casa il mio odore si espanderà in tutta la villa e per lui sarà difficile trovarmi.

Vedete, quelle catene sono solo l’inizio dello scherzo.Sto cercando di salvarmi la pelle dalle sue idee perverse.

Arrossisco velocemente, appena mi passa per la mente di avere addosso un suo marchio.
Digrigno i denti dalla rabbia.

Quel maledetto succhiasangue! Me la pagherà cara per questo succhiotto!

Mi fermo e alzo lo sguardo sulla parete. La lancetta dei minuti si sposta con un leggero ticchettio.

Un minuto al tramonto…

Entro in una stanza per gli ospiti, raccolgo velocemente la pistola ad acqua e chiudo la porta alle mie spalle.

3…

Spalanco le ante dell’armadio e sposto degli appendini sotto il letto.

2…

Entro all’interno dell’armadio.

1…

Chiudo le ante dell’armadio con un leggero scricchiolio.

0…

L’orologio in soggiorno suona.Un suono inquietante che risuona in tutta la casa.
Un attimo di silenzio, interrotto solo dal mio respiro. Poi un rumore di catene.

Lui è sveglio…

Poi un tonfo e in seguito, dopo un paio di minuti. Il rumore di una porta che si apre e un altro tonfo con una lunga sequela di grugniti e bestemmie.

Il piano sta funzionando…

Sorrido diabolica, ad ogni suo lamento. Adesso lasciate che vi spieghi il mio piano in cinque fasi:

Fase 1: Incatenare Natsu

Fase 2: Natsu cade sullo skateboard e si schianta contro la porta

Fase 3: Natsu apre la porta e gli cade in testa un secchio che gli impedisce di vedere

Fase 4: Natsu scivola sulle scale insaponate

Fase 5: Lucy esce dal nascondiglio e gli spruzza l’acqua in faccia!

Sembra che Natsu sia arrivato alla fase quattro.
Trattengo le risate, quando sento un urlo risuonare in tutta la villa.

Mi alzo leggermente e carico la pistola ad acqua con un sorriso divertito sulle labbra. Sto per aprire le ante dell’armadio, quando sento aprire la porta della stanza.
Spalanco gli occhi impaurita.

Se Natsu l’ho messo ko chi è appena entrato?

Oh no, è Sting! Subito mi tappo la bocca, per evitare che senta il mio respiro e cerco di rilassarmi così che i battiti del cuore si sentano appena. Mi guardo la mano che impugna ancora la pistola e la vedo tremare.

Maledizione! Maledizione! Maledizione!

Non mi resta altra scelta che spruzzargli addosso dell’acqua e tirargli un calcio.
Soltanto dopo, riuscirò a scappare.
Le ante vengono spalancate con un movimento secco e deciso.Inizio a sparare acqua a più non posso, gridando come una matta e lanciando calci a destra e manca, sperando così di colpirlo.

Carica! Spara! Carica! Spara!

Ricarico e sparo per la centesima volta.Niente.Premo nuovamente il grilletto, niente.
Ho finito l’acqua e non sono riuscita a colpirlo con i miei calci, neanche una volta.

-Tu! Che ci fai qui dentro!?- mi chiede digrignando i denti arrabbiato.

Alzo lo sguardo.

Oooo bene, sono fottuta!

Gli sorrido ingenuamente e lo saluto con la mano libera.

-Ciao Natsu, come va? Svegliato bene?- gli chiedo dolcemente.
Alza un sopracciglio rosato, mentre mi guarda torvo negli occhi.
 
Qualcosa mi dice di no…

-Tu che dici? Se per svegliato bene, intendi essere spruzzato d’acqua a più non posso. Allora, sì- mi risponde sarcastico.
Incrocio le braccia al petto e sollevo un sopracciglio.Lo squadro dal basso verso l’alto e un colore rosso fuoco mi imporpora le guance. Volto bruscamente il capo dall’altra parte.


Indossa soltanto il paio di pantaloni della tuta che mesi fa mi ha gentilmente offerto e nient’altro.

Senza maglietta e con i capelli completamente inzuppati…sono in paradiso!

Zittisco immediatamente la mia coscienza.Lo sguardo torna involontariamente sui suoi addominali scolpiti, leggermente bagnati d’acqua e poi sui suoi capelli che bagnati sembrano di un rosa scuro, quasi viola.
Dai capelli scende una goccia d’acqua che scivola dolcemente sulla sua fronte, sul suo naso e infine all’interno della bocca semichiusa. Deglutisco e mi spiaccico contro la parete dell’armadio.

Devo svignarmela! Ed in fretta!

Natsu mi schiocca le dita davanti al viso.Riportando così, tutta la mia attenzione sul suo viso.
Gli occhi verdi mi guardano incuriositi.
Probabilmente starà cercando di leggermi la mente.

-Comunque…tu come fai ad essere qui?- gli chiedo, cercando di divagare.
Natsu si stacca con le mani dalle ante dell’armadio e incrocia le braccia al petto, guardandomi dall’alto in basso.

-Sai…non siamo gli unici due che vivono in questa casa ora e quando mi sono svegliato, Happy è sceso dal letto ed è capitato sullo skate…- mi racconta Natsu, tenendosi il mento con la mano, mentre mi elenca tutto.

Quindi Happy ha subito i miei scherzi?

-…che è andato a sbattere contro la porta che lui dopo ha aperto con il muso…-

-Ma chi avrà mai lasciato lì quello skate…- gli rispondo.

-…e dopo gli è caduto in testa un secchio…- prosegue Natsu, contando gli avvenimenti sulle dita della mano.

-Povero gattaccio…-

-…Ah! Infine è scivolato giù per le scale- finisce Natsu.

-Quante coincidenze, vero?- gli rispondo con un’alzata di spalla. Mi guarda indifferente.

-Lucy…sappiamo entrambi che sei stata tu- mi risponde inespressivo Natsu.
Mi invita con la mano ad uscire dall’armadio. Esco dall’armadio con ancora la pistola in mano e Natsu chiude le ante.

-Come hai fatto a trovarmi? Pensavo non mi avresti trovato così facilmente- gli chiedo curiosa. Natsu infila le mani nelle tasche dei pantaloni e mi sorride dolcemente.
Un sorriso che non gli ho mai visto fare prima d’ora. Questo forse è uno dei suoi sorrisi più belli, anzi…il più bello.

-Non importa come ti ho trovato. Lucy, l’importante è che ti troverò sempre.
Ovunque tu andrai, ovunque sarai, ti troverò sempre. Non importa quanto tempo ci metterò per trovarti, io ti troverò e ti riporterò a casa. Sempre.-

Lo guardo incredula negli occhi, cercando una risposta all’interno. Natsu mi appoggia la mano sulla testa e con un semplice gesto mi scompiglia i capelli.
Si volta e nel mentre porta le mani a congiungersi dietro la nuca.

-Adesso muoviti che dobbiamo uscire. E cerca di vestirti bene- mi raccomanda Natsu prima di uscire dalla stanza.

Fisso la porta. Assimilo le informazioni e…

-Usciamo?- chiedo più a me stessa che a Natsu.

 
 
Guardo lo orologio appeso alla parete e seguo con gli occhi la lancetta dei secondi.

Mezzanotte e dieci.

Sbuffo, stanca di aspettare Natsu. Ma non era lui che mi aveva detto di fare presto? Tsk, gli uomini.
Mi liscio con le mani il tubino nero che indosso.Un semplice tubino nero con le maniche lunghe, ma con un piccolo particolare. Il tubino ha una lunga scollatura sulla schiena.

Mi appoggio alla parete e con la mano libera mi massaggio la caviglia. Maledetti tacchi!
Qualcuno bussa al portone d’ingresso. Due colpi decisi. Mi guardo intorno alla ricerca della figura di Natsu che apre la porta, ma niente.

Altri due colpi.
Decido di andare ad aprire la porta. Appena la apro mi ritrovo il sorriso abbagliante di Natsu.

-Forza muoviti! Non vorrai restare lì impalata tutto il tempo- mi avvisa Natsu, dirigendosi verso un automobile nera. Lo seguo fino alla portiera della auto che Natsu gentilmente mi apre.

-Natsu da quando hai un’ auto?- gli domando salendo nel veicolo.

-Che c’è?! Adesso un vampiro non può comprarsi una bella auto?- mi risponde visibilmente  offeso.

-Sai che è da maleducati rispondere ad una domanda con un’altra domanda?- ribatto io.

Si allaccia la cintura e mette in moto l’auto.

-Tu sai che io non sono una persona educata?- mi fronteggia lui facendomi la linguaccia.

Entrambi scoppiamo a ridere. Questa è la prima volta che ridiamo insieme, è una bella sensazione sentire la sua risata mescolata con la mia.
Guardo oltre il finestrino del passeggero e un sorriso mi sorge spontaneo.

Sarà pure simpatico ed affascinante, ma rimarrà sempre uno stupido succhiasangue...

Il mio stupido succhiasangue…
Corrugo la fronte preoccupata.

Ma che ti salta in mente, Lucy! Non è tuo!

Scuoto la testa e i capelli oscillano dolcemente seguendo il suo movimento.

Che mi sta succedendo?








Angolo autrice:

Ehy, ragazzi! Da quanto tempo non ci sentiamo, forse un po' troppo :( :/ 
Comunque eccomi qui! Tornata con un nuovo capitolo di Red blood :) *o*
Allora che ne pensate? Scrivetemelo in una recensione! ;)
Non so voi, ma solo a me pare che questo sia un' appuntamento?! Beh, lo scoprirete nel prossimo capitolo. Che lo giuro arriverà presto, dopotutto devo farmi perdonare ;)
Grazie ancora a tutti quelli che seguono questa storia che siete sempre di più e grazie anche ai lettori silenziosi! *.* é.é
Baci e abbracci dalla vostra,
Carly03

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