Besame

di orchidee
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** 11 ***
Capitolo 12: *** 12 ***
Capitolo 13: *** 13 ***
Capitolo 14: *** 14 ***
Capitolo 15: *** 15 ***
Capitolo 16: *** 16 ***
Capitolo 17: *** 17 ***
Capitolo 18: *** 18 ***
Capitolo 19: *** 19 ***
Capitolo 20: *** 20 ***
Capitolo 21: *** 21 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Capitolo 1
 
"Dottoressa Doinell?"
"Eccomi! Buongiorno, lui è il mio avvocato, il dottor Gaspar."
"Accomodatevi, gli altri sono tutti presenti."
Beatrice si accomodò accanto a suo cognato che le sorrise e le strinse una spalla. Il notaio la salutò con cortesia e dopo aver chiesto se fossero pronti a procedere alla lettura del documento, cominciò a distribuirne una copia ai presenti. 
"Betty, sei sicura? Per noi sarà una perdita enorme la tua assenza!"
Beatrice guardò Luciano e gerard. Si sentiva strana e un po' triste, ma sapeva che quella era la cosa migliore da fare.
"Sì! Ci ho pensato molto e dopo tutto quello che è successo ne ho bisogno! Michelle lo sapeva ed era d'accordo!"
"Molto bene - disse il notaio - il documento di vendita, come potete vedere è stato redatto in base alle indicazioni dei vostri legali. Se tutti i contratti di cessione fossero così amichevoli, il mio lavoro sarebbe un gioco da ragazzi!" Scherzò il notaio.
 
"Cosa farai ora Betty? Lascerai Cartagena?"
"Per ora, Gerard, andrò per qualche giorno a Bogotà. Ricordi? Il mio amico Nicola si sposa e non posso e non voglio mancare."
"Capisco... Dimmi, porterai anche Riccardo?"
Betty bevve un sorso di caffè, poi guardò il cognato e senza pensare gli disse di sì. Sì, l'avrebbe portato con lei. Gerard annuì, sapeva che quel giorno sarebbe arrivato. 
Ricordava bene il giorno in cui conobbe Beatrice. Michelle gli aveva parlato di lei molte volte da quando l'aveva incontrata. L'aveva descritta come una donna particolare, molto bella e intelligente! Ed era tutto vero! Michelle l'aveva amata da subito e lui non aveva fatto fatica a capire perché! Il giorno del loro matrimonio suo fratello era l'uomo più felice della terra. E anche lei era felice. Ma ricordava bene che dietro quel bel sorriso, facendo attenzione, si poteva leggere un velo di tristezza. O forse di rimpianto. Era incinta del piccolo Riccardo. Ma ancora nessun segno della gravidanza l'aveva sfiorata. Era bella, e lui l'amava perché era anche speciale. Si erano sposati davanti al mare, con pochi amici accanto, con una cerimonia semplice. Lei avrebbe iniziato da lì a poco a lavorare con loro, nella catena di ristorazione di cui lui stesso, Michelle e Luciano erano soci! E ricordava bene la gioia del fratello quando nacque il bambino. Tutto sembrava perfetto. Tutto. I genitori di Beatrice si erano trasferiti a Cartagena dopo poche settimane e per un paio d'anni era stato tutto meraviglioso. Gli affari, la famiglia, Michelle era felice! Anche lui si era sposato e la loro era davvero una bella famiglia. 
"Sara non è felice della tua partenza. Le mancherà la sua amica, la sua confidente! Si sta già lamentando del fatto che non sarai con lei quando arriverà il gran giorno.. "
"Lo so, anche lei mi mancherà, ma io devo andare! Lo devo a Michelle e a me stessa, ma soprattutto lo devo a mio figlio. "
"Lo so, Michelle aveva ragione, tu sei una donna unica, Betty! "
"No, non lo sono! Lui era unico, perché nessun altro uomo sarebbe stato un marito è un padre come lui! Nessuno!"
"Tu l'hai reso felice. Lo hai reso padre e gli sei stata accanto sempre. Se n'è andato tra le tue braccia e non poteva essere più sereno"
Una lacrima scese sulla guancia di Betty, mentre ricordava le ultime settimana vissute con Michelle! Aveva lottato. Avevano lottato insieme, ma il destino aveva deciso che la loro vita insieme doveva finire. Il tumore aveva vinto. 
Michelle le aveva fatto promettere che avrebbe detto tutta la verità e avrebbe continuato a vivere anche per lui. Lui voleva fosse felice e che Riccardo vivesse sereno e crescesse conoscendo suo padre, il suo vero padre! 
"Betty, non sarà facile, lo sai vero? Ricorda però che qualunque cosa succeda, noi per te ci saremo sempre! Io non so come riuscirai a dirgli tutto, non so che cosa penserà o farà quell'uomo, so che ciò che stai per fare, è giusto, ma se non vuoi, o non puoi, o non sei  ancora pronta, non lo devi fare ora! Puoi andare al matrimonio, passare qualche giorno la e lasciarci il bambino. Hai tutto il tempo del mondo non sei obbligata ad affrontare tutto subito!"
"Grazie, lo so che sei un amico, un fratello. Voglio bene a te e a Sara, e Riccardo vi adora,. Amo questo posto, ma io devo andare. Non ho ancora deciso cosa farò, come e quando, ma non potrò saperlo fino a quando non lo rivedrò. Ma ormai ho deciso ed è giusto così. È grazie a Michelle che lo so. È lui che mi ha insegnato cosa sia la verità. Per ora ho previsto di restare a Bogotà per un paio di settimane, aspetterò il ritorno dei miei amici dalla luna di miele e rimarrò qualche altro giorno per sistemare qualche investimento con Nicola. Poi tornerò. Non so se sarà per sempre o solo per mettere ordine, ma tra circa due settimane sarò di ritorno. Oh, Gerard, ti prego, ricorda che sabato alle 22 atterreranno i miei amici. Sarà un po' noioso, ma vorrei ti occupassi tu di alloggiarli nel mio appartamento e che li accompagnassi in aeroporto dopo la fine della loro vacanza! "
"Tranquilla Betty! Ci penseremo noi! Tu pensa solo a ciò che è giusto!"
Si salutarono con un abbraccio pieno d'affetto prima di congedarsi per almeno due settimane.

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Capitolo 2
*** 2 ***


Capitolo 2 5 anni. Erano passati 5 anni. 6mesi prima la sua vita era cambiata. Michelle se n'era andato lasciandola sola. Sola con suo figlio. Un figlio che lui aveva amato come se fosse suo. Michelle era stato la sua ancora, la sua roccia. Aveva raccolto i pezzi di una donna smarrita e distrutta, una donna incapace di prendere qualsiasi decisione e le aveva ridato il sorriso. Le aveva restituito la voglia di vivere. E lei gli aveva voluto bene. Aveva cercato di essere la moglie che lui meritava. Aveva cercato di buttarsi il passato alle spalle appoggiandosi a lui. Michelle non l'aveva mai lasciata. C'era il giorno in cui morì sua madre e quello in cui morì suo padre. L'aveva sostenuta sempre. E le aveva regalato una serenità che non poteva nemmeno immaginare. Era stata felice con lui e aveva sempre cercato di renderlo felice. Poteva sicuramente dire che il loro matrimonio fosse stato bello! Poteva dire di aver avuto tutto e grazie a lui. Poi tutto si era frantumato in mille pezzi dopo una semplice visita di controllo. Lui stava morendo. Era strano che fosse ancora lui a darle la forza e il coraggio. In quegli ultimi sei mesi aveva lavorato tanto per sistemare tutti gli affari del marito. Aveva prima di tutto venduto il piccolo appartamento che avevano abitato i suoi genitori, poi si era occupata della cessione delle quote della società di cui Michelle era socio e di altre proprietà che da lui aveva ereditato. Aveva deciso di tenere solo il loro appartamento. Ora, con le firme sue e degli altri soci dal notaio, era libera da qualunque impegno. Aveva lasciato la direzione della società non prima di aver trovato un sostituto all'altezza ed era davvero soddisfatta di come aveva amministrato tutto per quasi 5 anni. 5 anni. L'indomani sarebbe tornata a Bogotà. Certo, non era la prima volta che tornava a "casa", ma ora era tutto diverso. Tornava per il matrimonio del suo migliore amico, di Nicola. Nicola e Marcella. Nicola e Marcella. Si ripetè i due nomi per qualche istante. Nicola e Marcella. Sorrise pensando a quei due. Lei lo vedeva solo come un mostriciattolo sciocco, un ometto senza né arte né parte. Ma sabato lo avrebbe sposato. Era cambiato tutto. Era andata via dall'Ecomoda 5 anni fa. Era riuscita a risanare quell'azienda E poi era partita. Nicola era rimasto. Il signor Roberto gli aveva chiesto di assumere la presidenza, almeno per un certo periodo, e lui l'aveva portata ad essere un'azienda moderna, rinomata più di prima. Aveva fatto un lavoro eccezionale, portando una grande azienda nazionale a diventare un'azienda multinazionale. L'Ecomoda aveva filiali in tutto il sud America, aveva aumentato le linee commerciale, spaziando dagli abiti ai profumi, dagli accessori alle calzature. Non c'era che dire, era un grande economista, Nicola! Con la Terra Moda poi, era riuscita a investire parte degli utili della società aumentandoli e diversificandoli. Lui non era più un mostriciattolo sciocco. Era un azionista dell'Ecomoda e il proprietario della Terra Moda. Aveva acquistato le azioni di Daniele Valencia due anni prima. Finalmente Daniele si era liberato di una società che da molto non sentiva più sua e con gli introiti della vendita, avendo capito di che pasta fosse fatto Nicola, Aveva investito attraverso la Terra Moda e non se ne era pentito. Forse anche perché la sorella si era innamorata di Nicola. Betty non sapeva bene come fosse successo, ma era successo. Nicola era cambiato certo, era diventato sicuro di se stesso, aveva cambiato atteggiamento, aveva tolto gli occhiali e aveva cominciato a portare le lenti a contatto. Betty sorrise. Sì, era diverso, ma era lo steso ragazzo buono e leale. Forse era di queste cose che si era innamorata Marcella. Dopo il dolore e la sofferenza aveva trovato in Nicola qualcosa di diverso. Aveva trovato la simpatia e la dolcezza, la sincerità e la serietà. Con Nicola, Marcella rideva! Era questo che lei le aveva detto "con lui passo il tempo ridendo. Le ore trascorrono veloci, non mi accorgo che è quasi mattino. Nicola è simpatico, la sua leggerezza mi fa sentire una bambina alle giostre, e i suoi baci mi tolgono il fiato." Tolti gli occhiali e quel l'aria goffa da eterno insicuro, Nicola era un bell'uomo. Se ne erano accorte anche tante modelle di Ugo. E Ugo stesso se ne era accorto. Aveva cambiato atteggiamento il signor Ugo. Forse perché lui stesso aveva partecipato alla trasformazione di Nicola, forse perché vedeva l'azienda che amava crescere e diventare sempre più importante. Nicola era diventato per tutti il presidente e non gli mancava certamente il rispetto dei soci e dei dipendenti. Tutti lo apprezzavano. Anche il signor Roberto e la signora Margherita. Per lei, la notizia del loro matrimonio era stata una ragione per andare avanti dopo la morte di Michelle. Ricordava quando Nicola le raccontò di aver iniziato una storia diversa dalle altre, più bella, più importante. Non le aveva detto di chi si trattasse, solo che lui era innamorato ma dubitava che lei lo avrebbe ricambiato. In quel momento Betty non sospettava che fosse Marcella la donna di cui il suo più caro amico fosse innamorato. Lei, lui le diceva, "sta bene con me ma non mi ricambierà mai... "Invece le cose erano andate diversamente. Marcella gli aveva confessato di amarlo e che voleva rendere pubblica la loro relazione. Lo aveva spiazzato, ma anche reso immensamente felice!

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Capitolo 3
*** 3 ***


Capitolo 3 Il loro amore era iniziato tre anni prima. Lei aveva dimenticato il suo precedente fidanzato, era tranquilla e si impegnava nel suo lavoro, ma non era più stata con nessuno. Lui, per dimenticare Patrizia, aveva cominciato una metamorfosi personale importante. Patrizia lo aveva preso e lasciato tante volte, per capriccio e per convenienza, fino all'ultima volta, quando fu propria lui a chiudere con lei ogni rapporto. Aveva deciso di prendere in mano la sua vita cominciando dal suo atteggiamento, dal suo modo goffo di camminare e di parlare. Non ci impiegò molto a capire che non era una cosa poi così difficile apparire più sicuro e sofisticato. Del resto aveva un lavoro prestigioso, ben pagato, era rispettato per quello che faceva e per come dirigeva l'azienda. Ugo Lombardi lo aveva rivestito da capo a piedi, gli aveva insegnato a camminare con eleganza e a comportarsi in ogni occasione nei modi corretti. Il loro rapporto era mutato, Ugo lo ammirava, e forse un po' di Nicola si era anche invaghito. Betty sorrise, il suo amico ne aveva fatta di strada... Tra lui e Marcella si era instaurato dapprima un rapporto di lavoro rispettoso poi lei, vedendo come Patrizia lo trattava, di tenerezza ed amicizia, tanto che aveva preso una posizione netta troncando la loro amicizia. Forse erano state le serate a lavorare o a scherzare, a confidarsi i propri fallimenti e difficoltà, col tempo Nicola se ne era innamorato. Ma lui aveva anche cominciato a uscire con qualche modella e ad essere corteggiato e lei rivendendo in lui certi atteggiamenti che ben conosceva, si era allontanata. Era però evidente che a Nicola lei interessava molto più che le altre o della bella vita che aveva cominciato a condurre. Così le aveva chiesto di uscire a cena una volta con la scusa di parlare della collezione da allestire, poi per l'allestimento di un negozio a Lima, poi con qualche altra scusa, fino a quando non aveva trovato il coraggio per dirle che l'invito era solo per poter star soli. Marcella ne era stata lusingata, poi vedendo che Nicola non era come tanti altri uomini, che con lui si divertiva, che il tempo con lui era quello meglio passato, aveva ceduto. Né lei né Nicola avevano spiegato di più, ma a Betty questo non importava. Era solo felice che quei due stessero insieme. Il suo rapporto con Marcella era mutato. Del resto Nicola non avrebbe mai accettato di stare con una donna che la odiava. Le due poi avevano scoperto di avere molto in comune, oltre al passato naturalmente! Entrambe erano forti, romantiche e passionali, entrambe vivevano la propria vita con insicurezze e dubbi, ma erano sempre pronte a lottare per quello in cui credevano. Erano amiche? Sì, lo erano diventate nonostante tutto, nonostante la distanza, nonostante... Lui Uno squillo del cellulare destò Betty dai suoi pensieri "Buongiorno Beatrice. Come stai? A che ora atterrerai a Bogotà domattina?" "Ciao Marcella. Tutto bene! Sarò a Bogotà alle 10, ho già provveduto a noleggiare un'auto e l'albergo. Dimmi... Come stai?" "Oh Beatrice, sono emozionata, indaffarata e... Grassa!" Betty scoppiò a ridere, Marcella non era grassa, era incinta di 4mesi e conoscendola, forse ancora non aveva messo un chilo e al massimo poteva intravedersi un pancino piccolo... "Già, immagino! Sarà divertente sentire cosa dirai fra qualche mese!" "Beatrice, per favore!" Le rispose Marcella fingendosi stizzita. "Betty, domani pomeriggio vorrei vederti all'Ecomoda. Devi provare un abito che Ugo ha confezionato per te! Sarai la mia testimone e ci tengo... E anche Ugo" disse Marcella sconfortata. "Domani? In Ecomoda? Ecco io..." "Lui non c'è! Tornerà solo in serata. Il suo aereo atterrerà alle 20 e non credo proprio passerà in ufficio." "Ok! Allora sarà un piacere! Non appena mi sarò sistemata in albergo e Lucia e Riccardo avranno preso confidenza con la camera arriverò da te!" Si salutarono con affetto e chiusero la telefonata. Betty aveva già sistemato le valigie e riordinato la casa e aspettava il ritorno di suo figlio, che con Lucia, la tata, era fuori al parco giochi . Non riusciva ancora a credere che sarebbe stata proprio lei a fare da testimone a Marcella... Eppure glielo aveva chiesto con entusiasmo e sincerità e non aveva potuto dirle di no! Nicola ne era entusiasta, la sua migliore amica testimone della donna che avrebbero sposato,cosa chiedere di più? Del resto la migliore amica di Marcella era sempre stata Patrizia e visto come le cose erano andate tra le due, era impensabile fosse lei, la sorella era sempre in viaggio e non si era dimostrata particolarmente interessata al matrimonio. Così aveva chiesto a Daniele di accompagnarla all'altare e a lei di farle da testimone. Nicola lo aveva chiesto ad Ugo Che ovviamente non aveva rifiutato! La porta dell'appartamento si aprì ed entrò correndo un bimbo che le saltò in braccio! Riccardo adorava la sua mamma e cominciò a raccontarle tutto quello che aveva fatto all'asilo e poi al parco, dei suoi amichetti e del litigio che aveva avuto proprio con il suo migliore amico! Lucia, una donna di mezza età dall'aria simpatica, lo accompagnò a lavarsi le mani e Betty gli preparò la merenda! La sera trascorse serena e Ricardo si addormentò sereno e felice, come sempre. Betty invece era inquieta, tornare sola a Bogotà cominciava a diventare reale e lei non sapeva più se davvero era pronta.

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Capitolo 4
*** 4 ***


Capitolo 4 Era entrata nella hall dell'Ecomoda dopo aver salutato Wilson che non la smetteva di abbracciarla. Si presentò alla nuova ricezionista informandola di avere un appuntamento con la dottoressa Valencia e attese che la ragazza chiamasse la segretaria di Marcella. Mariana rispose immediatamente e invitò la ragazza a farla salire subito. Era tornata ad essere la segretaria di Marcella dopo che Annamaria e Freddy erano andati a Medellin dove avevano aperto una lavanderia. Sofia era andata in pensione e anche Inesita, Berta dopo la terza gravidanza, aveva deciso di fare la mamma a tempo pieno e della vecchia banda erano rimaste solo Sandra e Mariana. Betty salutò la ragazza e si avviò verso l'ascensore quando dal corridoio della produzione sentí una voce che conosceva molto bene e che le strappo un sorriso. "Jenny, sbrigati! Devo fare sempre tutto io? Eh? Ti faccio licenziare se non mi ubbidisci! Hai capito? Muoviti!" "Buongiorno signor Ugo!" Ugo la squadrò come solo lui sapeva fare. "Dottoressa Beatrice Pinzon Solano... Sei una visione.... Sei sicura di essere tu?" Betty scoppiò a ridere senza rispondere e si avvicinò stampandogli un gran bacio sulla guancia. Ugo ricambiò e la abbracciò sussurrandole che era felice di vederla! Anche Jenny la salutò con allegria, come solo lei sapeva fare. Non era più una modella di sartoria, come aveva previsto tanti anni prima Ugo, aveva sostituito Inesita nel suo lavoro. "Beatrice, ho un abito che ti starà benissimo! L'ho disegnato pensando al mare, alla spiaggia... A Cartagena!" Quando le porte dell'ascensore si aprirono, Mariana le corse incontro abbracciandola, e subito dopo fece la stessa cosa Sandra. "E voi? Che fate? Me la sciupate! Lasciatela stare o tornerà ad essere la racchia di prima! Come voi!!" "Oh signor Ugo, la smetta! Vogliamo salutare la nostra amica!" Dissero in coro le due donne! "Vieni dottoressa! Andiamo dove nasce la magia, la bellezza! Lascia qui questi due mostri!" "signor Ugo! Per favore! Ora gliela lasciamo, ce la faccia solo ammirare! Betty sei così bella! Dimmi dove hai lasciato il tuo bambino?" "È in albergo, o per la precisione nella piscina dell'albergo! È con la sua tata. Oggi, voglio farmi coccolare da un vecchio amico!" Disse Betty guardando Ugo. Ed era vero. Ugo dopo la sfilata in cui Betty era presidente, era andato via. Ma era tornato dopo alcune settimane consapevole che Betty fosse una grande dirigente e che nella sua azienda, perché per Ugo L'Ecomoda era anche un po' sua, aveva fatto un lavoro magistrale. Era tornato poche settimane prima che Bety lasciasse la dirigenza, ma in quel periodo avevano chiarito i loro conflitti e forse Ugo aveva capito prima di molti altri qualche segreto che Betty nascondeva. Negli anni si erano visti spesso, lei lo aveva eletto a suo stilista e chiedeva a lui ad ogni occasione mondana. E poi Ugo era stato suo ospite e di Michelle durante alcune vacanze, oltre ad essere stata una ottima intermediaria per l'organizzazione di una sfilata dell'Ecomoda a Cartagena. Ugo la accompagnò nel suo atelier e le mostrò il vestito che le aveva confezionato. Non si smentiva mai! Era un modello meraviglioso, fresco ed elegante! Era verde acqua, di chiffon, con delle spalline bianche, come la sottogonna di seta. Betty lo indossò e si vide bella. Il vestito sembrava che le fosse stato cucito addosso. "Certo dottoressa Beatrice, l'abito di March è divino, stupendo! Un vero abito per una sposa come March. Il tuo non è altro che un abito da testimone, che non può competere con la sposa eh! Ma se domani ti risposassi, io già ti vedo... Ho tutto nella mia testolina eh!" Poi si zittì, aveva visto che un'ombra di tristezza era scesa sul viso di Betty. "Scusami Betty. Volevo solo dire che disegnare un vestito per te, un vestito speciale intendo, sarebbe davvero elettrizzante!" "Signor Ugo, questo vestito è meraviglioso! Per me indossarlo sarà un piacere. Sono orgogliosa che lei pensi questo! Per il resto, non si preoccupi!" Gli rispose Betty. "Signor Ugo, ma dove crede che sia Marcella? Dovevamo incontrarci qui ma nemmeno Mariana mi ha detto dove sia!" "March è in produzione naturalmente! Eravamo insieme poco fa!" "Immagino sia molto impegnata sapendo di partire poco dopo la cerimonia..." "Certo! Sai bene com'è fatta! Tutto il mondo sembra gravare sulle sue morbide spalle! " scherzò Ugo. "Ehi? Di che state parlando? Mi state forse prendendo in giro?" Marcello abbracciò Betty che ricambiò per poi accarezzarle dolcemente il ventre appena ingrossato. Si emozionò, in quel pancino c'era il bambino di Nicola... "March, mi sembra così strano, certo, molto molto divertente, vedere voi due così affiatate!" Le due donne si guardarono e sorrisero. Ugo aveva ragione, ma tutto tra loro era passato, rancori, gelosie e tutto ciò che di negativo c'era stato era stato cancellato dal tempo e dall'amore! Betty si cambiò e salutato Ugo andò con Marcella nel suo ufficio che non era poi cambiato molto, solo qualche foto delle sfilate erano stati cambiati e c'erano foto di Nicola e Marcella un po' ovunque. "Dimmi come è stato il viaggio? E il piccolo Riccardo?" "È andato tutto bene. Riccardo si è molto divertito e ora starà sguazzando nella piscina dell'albergo. Ma Nicola? Mi aveva detto che oggi sareste stati separati, anche se già vivete insie!" "Stamattina ci siamo salutati con un bacio e poi io sono venuta qui in ufficio. Lui invece è fuori per alcuni incontri con le banche e i fornitori. Stasera andrò da mia sorella, lui invece rimarrà a casa. Qualcosa di tradizionale lo facciamo anche noi! Stasera vi vedrete per cenare insieme?" "Questo è il programma. Ceneremo nel mio albergo, così quando Riccardo avrà sonno la tata potrà portarlo a letto..." "Betty, domani ci sarà anche lui, lo sai vero?" "Già, ma domani sarà la vostra giornata e non permetterò che nulla lo rovini, la mia è una promessa!" "Non lo devi demmeno dire, lo so, dico solo che non sarà facile... Gli presenterai Il piccolo?" "Non domani, non domani. Marcella, so bene cosa devo fare, ma non sarà domani!" "Ok Betty, spero davvero che sarà una bella giornata anche per te. Lui non sarà solo..." "Davvero? Ci avrei scommessone! Non è cambiato tutto sommato!" Sorrise amaramente distogliendo lo sguardo dall'amica. "Forse, o forse è cambiato. Io non lo so, ora è un dirigente insostituibile, un buon amico anche di Nicola, ma la sua vita privata non mi interessa da molto e lui certamente, non me ne parla!" "Bene Marcella, ora devo andare. Ho un bimbo che si starà chiedendo che fine ho fatto" Le due si salutarono dandosi appuntamento nell'appartamento della sorella di Marcella per il giorno dopo. Betty tornò dal figlio, giocarono, chiacchierarono e poi cenarono con Nicola. Fu una serata tranquilla e nessuno parlò di lui, Nicola sapeva tutto e conosceva Betty abbastanza bene per sapere che qualsiasi parola sarebbe stata di troppo.

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Capitolo 5
*** 5 ***


Capitolo 5 La cerimonia, semplice ma molto raffinata, si era conclusa e gli sposi, salutati tutti gli invitati, raggiunsero l'aeroporto che li avrebbe portati a Cartagena. Sarebbero stati lì, nella casa di Betty, solo pochi giorni, il tempo per star soli e lontani da tutto e da tutti. Marcella aspettava un bambino e insieme avevano deciso di non intraprendere viaggi lunghi in luoghi lontani. Per sicurezza e per apprensione, avevano però deciso di accettare l'invito di Betty per quella località così bella e tranquilla. Betty non vedeva l'ora di abbandonare la festa. Lui era lì accompagnato da una delle modelle che tanto gli piacevano. Erano belli insieme e lei sembrava innamorata, sicuramente pendeva dalle sue labbra. Lui la trattava con dolcezza, ma in fondo non era indicativo. Era sempre stato così, con le donne ci sapeva fare! Decise di salutare alcuni invitati e di andarsene così chiese a Lucia di preparare il piccolo Riccardo intento a giocare nel giardino del club dove si svolgeva la festa insieme ad altri bambini, figli di alcuni amici e parenti della coppia. Mentre parlava con alcuni invitati le si avvicinò Daniele. "Dottoressa Beatrice, non ho ancora avuto modo di salutarla e di complimentarmi con lei per la sua bellezza..." "Grazie dottor Valencia, come sta?" "Direi non bene quanto lei! Sono felice di vederla!" "Grazie, anche a me fa piacere vederla, come sta Anna?" "È un capitolo chiuso. Mi dica, avrebbe voglia di cenare con me una di queste sere?" Betty, divertita stava per rispondergli per le rime ma non ebbe il tempo, perché furono interrotti. "Buonasera" "Armando, come mai lasci sola la tua bella fidanzata per disturbarci? Stavo giusto chiedendo alla dottoressa Beatrice di uscire con me!" "Daniele, davvero? Mi spiace. Volete forse rimanere da soli? Ecco io volevo solo salutare Beatrice, non immaginavo certo di interrompere un incontro romantico!" Betty, confusa e un po' frastornata chiese scusa, salutò gentilmente i due e si affrettò a cercare Lucia e Riccardo per scappare da quell'incontro non inaspettato ma sicuramente inopportuno. "Beatrice, le chiedo scusa. Sono stato davvero sgradevole. Volevo solo salutarla!" "Dottor Armando, non si preoccupi, stavo comunque andando via! "Betty, per favore. Non volevo essere invadente! Davvero! Ecco io... Betty io volevo chiederle come sta! Io.. E magari chiederle di parlare, non ora, magari una sera... Se vuole..." Betty si sentiva mancare, le tremavano le gambe. Quell'uomo aveva su di lei lo stesso effetto di sempre. Di fronte a lui si sentiva la stessa donna di 6anni prima. Piena di insicurezze, fragile... Innamorata. Davvero non era cambiato nulla? Davvero quei 5 anni non avevano intaccato il suo amore? E poi continuava a non capirlo. Non lo aveva mai capito! O forse era il suo cuore che si illudeva. Forse lui era andato davvero solo a salutarla e il suo interesse verso di lei era semplicemente cortesia, una gentilezza per una donna che da poco aveva perso il marito. Eppure avrebbe solo voluto che non fosse così, che lui fosse andato da lei per lei, non per compassione! "Dottore, forse questo invito non piacerebbe alla sua fidanzata..." Ebbe il coraggio dire Betty. Armando stava per rispondere quando a loro si avvicinò Claudia, la modella che lo accompagnava. "Amore, cosa fai? Mi lasci sola?" "Certo che no Claudia, salutavo solo una ... Vecchia amica! Ti presento la dottoressa Beatrice Pin.. Doinel. Per un certo periodo alcuni anni fa, fu presidente dell'Ecomoda. Betty, lei è la mia amica Claudia." "Molto lieta signorina. Ora vi prego di scusarmi, devo trovare mio figlio è tornare a casa." Non si girò ma sapeva che lui la stava guardando.

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Capitolo 6
*** 6 ***


Capitolo 6 Armando era tornato al suo tavolo e aveva bevuto un bicchiere di champagne, ma non aveva tolto gli occhi da Betty. La vide uscire dal club con il figlio e la tata. Quando la mattina l'aveva vista sull'altare, commossa, si era reso conto che il suo cuore non aveva mai smesso di battere per lei! Era bellissima. Non era più quella ragazza timida e impacciata, era una donna. E il suo cambiamento era evidente! Non era l'aspetto ad averlo turbato. Si era innamorato di lei per quello che era, non per gli abiti, i capelli o le scarpe. Era turbato, gli sembrava distante ma la cosa che più lo faceva soffrire era la sua indifferenza. Era prevedibile. Dopo quella notte non si erano più visti. Lui se ne era andato per evitare che lo facesse lei. Era andato via per l'azienda e per dimostrarle che era cambiato. Quando era tornato, lei non era più a Bogotà. Era andata a Cartagena con Michelle. L'aveva vista sposarsi. Nessuno sapeva che era la, su quella terribile spiaggia, ma lui c'era. E aveva sperato fino all'ultimo che lei rispondesse di no! Non le aveva dato alcuna spiegazione. Lo aveva semplicemente lasciato da solo! Ma non era più tempo di pazzie e l'aveva lasciata andare. Quando aveva saputo che era incinta, si era sentito morire e si era ubriacato, da solo, nel suo appartamento, su quel letto dove avevano fatto l'amore per l'ultima volta. Aveva pianto, urlato. Poi aveva deciso di riprendere in mano la sua vita. Si era impegnato con il lavoro, aveva preferito non riprendere la presidenza, lasciando fosse Nicola a dirigere L'Ecomoda. Lui era uno dei dirigenti e andava bene così! Claudia si divertiva a ballare e chiacchierare con gli invitati ma lui era stanco. Si alzò e le disse che se ne sarebbe andato a casa. Lei, poteva restare fino all'ora che preferiva. La ragazza rimase spiazzata, ma non diede peso alle parole di quello che crendeva un fidanzato. lo raggiunse e uscirono insieme. La lasciò sotto casa preferendo rimanere da solo e le disse che l'avrebbe chiamata l'indomani. Si sdraiò sul letto, senza mai smettere di pensare a Betty.. La immaginò accanto a lui proprio come cinque anni prima, mentre lo baciava, vinta da quello che era un amore che li avrebbe uniti per sempre. Ma le cose non erano andate così. Armando si torturava proprio come quella notte. Perché? Lui era stato un verme, lo sapeva e lo aveva riconosciuto tante volte, le aveva chiesto scusa, l'aveva implorata. Le aveva giurato il suo amore, ma lei era andata via comunque. Perché allora non era riuscito a voltare pagina? Si addormentò con il cuore che batteva in modo innaturale. Perché nonostante tutto lui non aveva smesso di amarla. Armando rimase chiuso in casa per tutta la domenica, sperando che quel malessere che lo aveva colpito passasse e potesse tornare al lavoro con tranquillità. Quella mattina arrivò in ufficio al solito orario, cercando di evitare lo sguardo della nuova ricezionista che non faceva altro che mangiarlo con gli occhi mettendolo ogni mattina a disagio. Si rese subito conto che Sandra e Mariana stavano parlando di lei. Smisero di parlare non appena lo videro e lo salutarono con imbarazzo. Si chiuse nel suo ufficio inquieto, sicuro che quello che restava della banda stesse organizzando qualcosa e che anche lei era coinvolta. La giornata passò velocemente , si era immerso completamente nel lavoro e per qualche ora aveva dimenticato tutto. Mentre usciva notò Sandra, Mariana e Ugo confabulare tra di loro. Era chiaro che si stavano organizzando per raggiungere Betty. Fu tentato di scoprire dove è magari farsi trovare accanto al loro tavolo, ma non era più l'uomo di una volta, lasciò l'ufficio senza considerare minimamente Ugo che come al solito non perdeva occasione di punzecchiarlo e si diressero verso casa. Non fu però facile restare tranquillo? Claudia lo aveva chiamato più volte e lui non le aveva mai risposto. All'ennesimo tentativo in modo abbastanza secco le chiese il perché di quell'ossessione telefonica. "Nessuna ossessione Armando! Dopo la festa mi avevi assicurato che mi avresti chiamata e quando non l'hai fatto mi sono preoccupata! Dimmi tesoro, mi stai scaricando? Credevo di contare qualcosa, invece mi accorgo che il tuo unico interesse è giocare!" "Scusa, hai ragione, ma sapevi molto bene come sono fatto, sai che non sono interessato a storie che durino più di qualche notte! Scusami Claudia. Ma non riesco a fingere che non sia così!" Riattacco dopo aver ascoltato le urla della ragazza che evidentemente si era sentita presa in giro. Ed era così. Lui prendeva in giro le donne per sedurle e poi le lasciava con scuse assurde o con parole dure. Claudia non aveva fatto eccezione.

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Capitolo 7
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Capitolo 7 Dopo il matrimonio di Nicola e Marcella, Betty aveva cercato di trascorre il più tempo possibile con il figlio. Aveva cenato con le vecchie amiche della banda, con Ugo e con la signora Caterina che spesso collaborava con L'Ecomoda in occasione di sfilate o eventi per importanti presentazioni. Nessuno di loro conosceva la verità anche se sospettava che Ugo e Caterina avessero intuito qualcosa. Sembrava che tutto trascorresse per il meglio. Armando non l'aveva cercata quindi le sue paure erano confermate! Paure? Perché erano paure? Aveva lottato perché Armando smettesse di cercarla, di corteggiarla e ora che era così si sentiva svuotata, derubata di qualcosa che era suo! Sarebbe stato ancora più difficile dirgli la verità. Una verità che per lui sarebbe stata dolorosa, per lei devastante. Come ci sarebbe riuscita se nemmeno riusciva a guardarlo negli occhi? Doveva trovare il coraggio, ma prima di tutto era necessario vederlo! Prese il telefono e compose il numero di Sandra... Poi riattaccò. No la banda anche se ridotta ai minimi termini era ancora troppo "pericolosa". Lei doveva essere discreta, assolutamente discreta. Provò a chiamare il vecchio numero di Armando, nonostante il tempo passato non lo aveva dimenticato. Rispose e lei fu colta alla sprovvista. "Pronto? Pronto... " "Dottor Armando..." "Betty? Betty è lei?" "Dottore per favore non gridi, mi ha perforato il timpano..." "Scusi Betty, per favore mi scusi. Mi dica, ci sono problemi? È successo qualcosa?" "No, dottore. Mi chiedevo solo se... Ecco, al matrimonio mi aveva detto che voleva parlare con me e... Ecco io mi chiedevo se questa sera fosse libero..." Armando non credeva a ciò che sentiva, Betty lo stava invitando per un appuntamento? No, sicuramente c'era qualcosa che non capiva. "Betty, mi sta invitando per un appuntamento? No, non mi risponda! Mi dica, ha bisogno di qualcosa?" "No, non ho bisogno di niente, solo di parlare con lei! Per favore dottore, non mi prenda in giro, non si permetta di giocare con me!" Disse Betty stizzita e offesa per quel tono tra il canzonatorio e il serio... "Mi scusi, davvero. Anche a me farebbe piacere vederla. Dove preferisce che ci incontriamo? " "Vorrei vederla in un posto tranquillo, vorrei che nessuno ci disturbasse. Ciò di cui devo parlarle è molto importante." "Scelga lei il ristorante." "Pensavo fosse meglio vederla in un luogo appartato, il suo appartamento?" "Come? Ok, la passo a prendere più tardi, le va bene alle otto?" "Non c'è bisogno che mi venga a prendere, ho l'auto. Passo da lei per le 8.30." Armando era confuso, non capiva cosa stesse succedendo, ma non gli importava, era vero? L'avrebbe vista tra poche ore? Finito il lavoro si precipitò a casa, si fece una doccia e ordinò una cena in un ristorante vicino casa. Preparò una bottiglia di vino bianco in frigo e i bicchieri per dopo. Alle 8.30, puntuale il custode del palazzo lo avvertì che la dottoressa Doinel stava salendo nel suo appartamento. Dottoressa Doinel, quelle parole non gli piacquero affatto. L'ascensore si aprì e ne uscì Betty, la sua Betty. Nel suo appartamento, dopo tanti anni, dopo tanto dolore lei era lì! Indossava un abito blu, semplice in lino e dei semplici sandali non molto alti. Aveva raccolto i capelli in una coda e lui non poté che convenire che era bellissima anche senza abiti eleganti e scarpe col tacco. Lei gli sorrise un po' forzatamente, si vedeva che non si sentiva a proprio agio, a lui invece, sembrava di toccare il cielo con un dito. La fece accomodare e le offrì un bicchiere di vino. Armando non era più interessato alle ragioni di quell'incontro, era troppo felice per la sua presenza. Le raccontò del suo lavoro, dei suoi genitori e di tante altre piccole cose senza importanza ma che rendevano un po' più leggera l'atmosfera. Poi, con circospezione e qualche dubbio, le disse che era molto dispiaciuto per ciò che era successo a suo m... A Michelle, avrebbe voluto esserle vicino, ma non sapeva cosa fare e cosa dire e quindi aveva deciso di non intromettersi. Gli era costato molto ma era stata una buona decisione. Betty lo aveva lasciato parlare, senza dire nulla. Aspettava solo il momento giusto per mantenere la sua promessa a Michelle, ma sembrava che quel momento tardasse ad arrivare. Alla fine fu lui a introdurre il discorso... Le chiese perché, perché se n'era andata, senza spiegazioni, senza dirglielo. Gli chiese se il suo amore verso Michelle fosse tanto più grande e perché non lo aveva affrontato. Betty lo guardò negli occhi, le sembrava di leggere dolore, ma non poteva essere così! "Dottore, perché mi fa queste domande? Dopo aver lasciato Bogotà, lei, si fidanzò con Alessandra Sing! Non lo ricorda?" "Sciocchezze Betty, non era vero nulla! I giornali hanno scritto delle falsità! E comunque sarebbe bastato parlare con me invece di scappare" "Avevo le mie ragioni. Vederla in quelle foto per me fu doloroso, umiliante! Ancora una volta ero caduta nella sua rete!" "Quale rete Betty? Quale? Tutto ciò che le dissi era vero! Il mio amore lo era! E quella notte credevo di averglielo dimostrato! E di averlo fatto lasciandola tranquilla qui, a lavorare! Mi è mancata ogni giorno, ogni notte. Ma dovevo dimostrarle che era lei che volevo, non L'Ecomoda! Ma quando sono tornato lei era a Cartagena, con lui! Betty, perché?" "Per.. L'ho fatto per la delusione..." "Quindi per degli equivoci, perché di questo si è trattato! Equivoci? Sono stati degli equivoci a portarla lontano? A farle sposare un altro uomo? A dare un figlio ad un altro uomo? Equivoci? " "Lei non ha il diritto di parlare in questo modo dopo tutto quello che ha fatto! Dopo il male che mi ha fatto! Io ho fatto tanti sbagli, è vero, ma erano tutti conseguenze del suo comportamento! Come potevo fidarmi?" "Betty, per favore mi dispiace! La prego Beatrice, non pianga! Non piangere amore mio! " Armando la prese tra le braccia e la strinse cercando di farla smettere di singhiozzare! Poi le sollevò il viso, e senza pensare la baciò, fu un bacio piccolo e dolce, ma bastò per far scoccare una scintilla mai sopita!

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Capitolo 8
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Capitolo 8 "No Armando, per favore, no!" Betty pregò Armando di fermarsi. Non era andata da lui per quello. Era chiaro che fra di loro la passione non si fosse ancora affievolita. Nonostante tutto lei lo desiderava, in realtà lo desiderava da tempo. Lo aveva sognato tante volte, aveva sognato i suoi baci e di essere stretta a lui. Per Armando era la stessa cosa! Con lei perdeva completamente la testa, ogni bacio, ogni tocco lo spingevano oltre. L'aveva sempre amata e in ogni donna cercava qualcosa di lei rimanendo sempre insoddisfatto nel rendersi conto che per lui nessuna donna era come lei... "Non posso, Betty, non posso fermarmi! Io ti amo, da sempre. Non importata ciò che c'è stato. Sei qui, ora e io ho bisogno di te, non respingermi ti prego!" Betty non poteva andare oltre. C'erano troppe cose da chiarire e da dire! Era difficile ma doveva allontanarsi da lui subito. "Mi perdoni dottor Armando, io... Io non posso!" Armano, la guardò, gli sembrava così indifesa e contemporaneamente così sensuale. Le accarezzò una guancia e le diede un bacio sulle labbra. "Hai ragione Betty, scusami! Abbiamo tempo... Ecco io... Io mi sono lasciato andare. Dopo tanto tempo io non ho saputo resistere..." Betty si ricompose e si alzò dal divano. Era sconvolta, non si aspettava che le cose sarebbero andate così. Avrebbe solo dovuto dirgli che Riccardo era suo figlio, non di Michelle. Solo questo. Solo questo. Ma con lui non c'era mai nulla di semplice, perché quando era con lui lei smetteva di ragionare. Ci provava ad essere forte, ci provava da sempre, ma era sempre stata debole con lui. Quello che provava per lui era un amore grande e non riusciva mai ad avere la lucidità necessaria. Era successo anche l'ultima volta, sempre nel suo appartamento. Quella notte in cui dal loro amore era stato concepito Riccardo. La ricordava come se non fosse passato nemmeno un giorno. Ogni sensazione provata era ancora viva in lei. Anche quella notte non era riuscita a contrastare i suoi sentimenti. Ma non era riuscita a fermarsi. No, non aveva voluto fermarsi quella notte. L'aveva vissuta tutta, quella notte. Avevano fatto l'amore come se fosse la prima volta ed era stato bellissimo. Ma era anche tutto sbagliato! Era successo quando aveva scoperto che Armando aveva letto il suo diario. Armando aveva letto il suo diario e aveva letto in lei. Sapeva ogni suo segreto, conosceva i suoi sentimenti. Non si era mai sentita tanto umiliata. Lo odiava per ciò che era riuscito a fare! Le aveva fatto cantare una canzone da Ricardo Montaner per poi confessarle che aveva violato la sua intimità. Come poteva quell'uomo essere tanto crudele con lei? No, era finita! Sarebbe andata via da lui e non le importava più della promessa fatta al signor Roberto! Era scappata dal locale, aveva salutato un confuso Michelle ed era uscita. Ma lui quella sera non voleva lasciarla andare, la rincorse, la fermò prima che potesse salire in macchina e la abbracciò . Lei si era divincolata, aveva minacciato di gridare, ma lui non la lasciava andare! Riuscì a strapparle un bacio, poi un altro. La implorò di restare con lui per parlare, per chiarire. L'aveva convinta a seguirlo e lei aveva ceduto. Ed erano andati nello stesso appartamento in cui si trovavano ora. Lui aveva ricominciato a giurarle che l'amava, che non poteva vivere sapendo che lei invece lo odiava. Erano stati momenti difficili. Betty era confusa e arrabbiata, combattuta con se stessa , tra la sua ragione e i suoi sentimenti. Avrebbe dovuto alzarsi e andare via, ma non ci era riuscita. Era rimasta lì ad ascoltarlo e poi lui si era inginocchiato davanti a lei, le aveva preso il viso tra le mani e l'aveva baciata. Era stato un bacio in cui lui le aveva dimostrato tutto il suo amore e lei non aveva resistito. Aveva ricambiato quel bacio e tutti gli altri. Avevano fatto l'amore. Era stato tutto naturale, forse non lo avevano programmato, ma a entrambi era sembrato giusto. E Armando aveva continuato a pensarlo, anche dopo, quando la accarezzava e la stringeva a sé! Ma lei si era alzata e gli aveva detto che era stato un errore, che lei doveva andare via, da lì, da lui! Il giorno dopo avrebbe dato le dimissioni e se ne sarebbe andata via, almeno per un po' di tempo. Era confusa e nemmeno lei capiva cosa stava succedendo. Lui le chiese di calmarsi, di fidarsi di lui, perché era un uomo diverso ed era stata lei a cambiarlo. Ma lei disse che non poteva! Non poteva restare. Lui la strinse a se, ringraziandola per ciò che avevano vissuto e che da quel giorno l'avrebbe protetta ed amata davanti a tutti e contro tutti. La implorava ma non riuscì a convincerla. Allora Armando le disse che sarebbe stato lui ad andare via. Le avrebbe dimostrato che il suo era vero amore andando lontano fino a che tutta quella terribile situazione si fosse sistemata. Le avrebbe dimostrato che lui l'amava e se per farlo era costretto a separarsi da lei l'avrebbe fatto. Lei si tranquillizzò, lo ringraziò non sapeva nemmeno per cosa e si lasciò abbracciare. Lui le promise che i suoi sentimenti non sarebbero cambiati, che anzi il suo amore sarebbe cresciuto. Le disse che l'indomani sarebbe partito per stringere altri accordi commerciali e che l'avrebbe fatta lavorare senza alcuna pressione. Avrebbe avuto tutto il tempo per accettare il suo amore. Le chiese di aspettarlo, perché sarebbe tornato e l'avrebbe corteggiata come meritava. Le promise che sarebbe stato bellissimo, come ricominciare e lei avrebbe capito che i suoi sentimenti non erano mai stati più profondi. E così il mattino dopo tutti all'Ecomoda scoprirono che Armando era partito per un viaggio di lavoro e che sarebbe Tornato solo dopo aver instaurato rapporti commerciali proficui e vantaggiosi. Questo era quello che tutti sapevano, solo Betty sapeva la verità e forse Marcella lo aveva intuito. Ma da quel giorno tutti non fecero altro che lavorare sodo per raggiungere quell'obiettivo sempre più vicino. Ma Betty si rese presto conto che qualcosa in lei era cambiato. Era incinta. Ne fu sconvolta, ma durò solo pochi secondi. Cominciò a sorridere e a guardarsi allo specchio. Era incinta e il bambino era di Armando. Sarebbe stato felice? Non lo sapeva, ma non le importava. Prese il telefono e compose il suo numero ma poi ci ripensò. Armando le aveva promesso di dimostrarle il suo amore non appena tutto fosse tornato alla normalità, non voleva mettergli nessuna fretta. Quella pausa serviva a tutti e due. Se il loro era davvero amore, quel bambino sarebbe stato gioia per lui come lo era per lei. E continuò a lavorare. Qualche giorno dopo però, su una rivista scandalistica, vide una foto di Armando con Alessandra Sing. era in Venezuela allora? E il titolo diceva che da parecchi giorni i due si frequentavano assiduamente e sembrava proprio che tra i due fosse nato qualcosa più profondo di un'amicizia. In un riquadro sembrava si stessero baciando. Il mondo crollò sotto i piedi di Betty. Corse in bagno, le veniva da vomitare. Le lacrime avevano cominciato a bagnarle le guance e prima di arrivare in bagno cadde a terra svenuta. Era sera e l'unico presente era Ugo. Che sentendo il trambusto corse a vedere cosa fosse successo. La aiutò ad alzarsi e le portò un bicchiere di acqua per cercare di farla star meglio. Ma Betty continuava a singhiozzare, quasi convulsamente. Ugo la abbracciò come un vero amico e le sussurrò che tutto poteva sistemarsi. Le disse che lui era fatto così e che non valeva la pena piangere per un uomo così. Come lo aveva capito Ugo? Betty lo guardò stupita e lui le sorrise. "Dottoressa Beatrice, davvero mi crede così sciocco? Sono un ottimo osservatore sa? Da prima del suo ritorno avevo capito tutto, lei lo ama, ma lui è un energumeno senza sentimenti! Guardi cosa ha fatto con la povera March... Guardi cosa ha fatto con tutte le altre donne che hanno avuto la vostra stessa sfortuna! Armando Mendoza è solo un bel l'involucro affascinante. Ma a lui non importa null'altro che di se stesso! Dottoressa Beatrice, lo dimentichi. L'ho consigliato anche a March, lei ci sta provando! Lo faccia anche lei!" Da quel giorno era nata la sua amicizia con Ugo. Che forse, dopo pochi giorni si era accorto del suo stato ma mai aveva aperto con lei quell'argomento! Quando finalmente insieme al signor Roberto era uscita dal notaio per la chiusura di tutta la controversia, gli chiese solo di non pretendere la chiusura della terra moda. E lui, sorridendo accettò. Quel giorno con lei c'era Michelle. Era tornato a Bogotà qualche giorno prima per delle pratiche da sbrigare e aveva voluto rivederla. Tutto era partito da lì! Lei gli aveva raccontato tutto quello che era successo quella notte e del fatto che fosse rimasta incinta. Dell'ennesimo tradimento di Armando e del fatto che sarebbe tornato presto in città ma lei non voleva vederlo! Avrebbe fatto qualsiasi cosa per non vederlo. E lui, sempre innamorato, le propose di nuovo la direzione dei suoi ristoranti. Per Betty quello era davvero il momento di cambiare e accettò. Lasciò la presidenza che dopo il consiglio fu affidata temporaneamente a Nicola e se ne andò. Michelle le chiese di sposarlo pochi giorni dopo il suo arrivo a Cartagena, non lo amava, lo rispettava e gli voleva bene. Ma non aveva altra scelta. Il suo matrimonio era iniziato così. Poi aveva saputo da Nicola che quando Armando era tornato era come impazzito non trovandola, che l'aveva cercata e forse era andato a Cartagena. Lui aveva cercato di impedirglielo, rinfacciandogli la storia avuta con Alessandra ma Armado gli aveva giurato che nulla di quanto avevano scritto i giornali era vero, che lei era solo a un'amica e che lui non aveva mai smesso di pensare a lei. Ma lei ormai non poteva tornare indietro. Era tardi. Ora era impegnata con un altro uomo, suo marito. Aveva chiuso con il passato. Almeno credeva.

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Capitolo 9
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Capitolo 9 "Betty?" Armando la distolse dai suoi pensieri, un po' confuso da come stavano andando le cose. "Betty, stai male? Per favore scusami se ti ho baciato e se ti ho chiesto di stare con me stasera. Io non ho mai smesso di amarti e di desiderarti ecco... Io vorrei solo poter ricominciare tutto da capo!" "Qui? Qui dottore? Nello stesso posto dove porta ogni sera le sue amanti? È qui che voleva fare l'amore con me? Sullo stesso divano su cui ha fatto l'amore con tutte le altre? Sono stata debole certo, ma anche io ho una dignità!" "No Betty, qui non è più venuto nessuno! Mai! Perché Betty mi fai ancora del male? Perché ne fai a te stessa? Abbiamo fatto tanti sbagli ma abbiamo la possibilità di essere felici ora. Betty, per favore, ascoltami!" "Dottore, tutto è diverso ora..." "A me non importa del passato, ho provato a dimenticarti ma non ci sono mai riuscito, tu sei sempre stata qui" disse Armando indicando il suo cuore. "Lei non sa ciò che dice. Io... C'è Riccardo... E lui è..." "Io amo tutto di te, amerò anche tuo figlio. Te lo prometto. E poi ti somiglia così tanto, non sarà difficile volergli bene..." "Non è così semplice, ci sono cose che lei non sa e forse cambierebbe tutto. Stasera sono venuta per parlare di questo..." "Non mi importa nulla. Qualsiasi cosa sia io so che ti amo e che tu mi ricambi! Dillo Betty, ammettilo! Ammetti che non hai smesso di amarmi nonostante tutto!" "Dottore basta!" "No, Betty adesso basta lo dico io! Basta nascondere i tuoi sentimenti! Basta con i giochi! Dimmi che mi ami, io lo so che è così!" "Cosa vuole che le dica?" "Come prima cosa trovo ridicolo questa distanza che metti tra noi dandomi del lei! Abbiamo fatto l'amore e non una volta, stavamo per amarci anche prima... Quindi per favore smettila con il 'dottor Armando', fa solo sorridere adesso!" "Bene Armando. Ma prima di qualunque altra cosa io devo dirti qualcosa che cambierà tutto!" "E allora non dirla ti prego! Non dire più niente. Dammi solo un bacio, ti prego Betty, baciami!" Armando la riprese tra le sue braccia e la strinse. La baciò con passione e nonostante le sue proteste non troppo convinte, non la lasciò andare, la condusse sul letto e fecero l'amore. E Betty si sintì viva dopo molto tempo. Era tardi, Betty non sapeva nemmeno che ora fosse.... Pensò a suo figlio è sorrise, sapeva che stava dormendo tranquillo, ancora ignaro di quanto sarebbe successo prima o poi. Lucia era con lui e questo le bastava per saperlo protetto. Armando si era addormentato sulla sua spalla, lo guardò. Sembrava felice. Non era poi così cambiato il suo Armando. Gli baciò la fronte e si divincolò con gentilezza per non svegliarlo, indossò la camicia dell'uomo che amava e la annusò. Il suo profumo le entrò nelle narici. Era un profumo fresco, che conosceva molto bene. Andò in bagno e si guardò allo specchio. Si vide felice. Sapeva che non doveva essere così, o forse sì, e si vide bella. Aprì l'acqua e si sciacquò il viso. Armando la abbracciò da dietro e le baciò il collo. Lei si girò e ricambiò. sapeva bene che presto tutto sarebbe cambiato. Ma quella notte no, era la loro notte e lei avrebbe aspettato a parlargli. Tornarono sul letto e lui le confessò che aveva perso ogni speranza di riaverla tra le sue braccia. Che su quel letto non aveva portato nessuna. E che le altre donne non contavano nulla! Lei lo ascoltava e sapeva che non le stava mentendo! Lo abbracciò e insieme si abbandonarono ancora alla passione. Betty si svegliò prestissimo. Doveva tornare in albergo prima che il figlio si alzasse. Svegliò Armando con un bacio e corse a fare una doccia. Lui la seguì e la guardò. Lei non se ne accorse e cominciò a canticchiare la stessa canzone che Armano le aveva dedicato quella sera di tanti anni prima. Armando sorrise, ora era certo che Betty non l'aveva mai dimenticato. Anche il figlio si chiamava come l'autore di quella conzone "Armando, devo andare!" "Aspetta per favore. Faccio una doccia poi ti accompagno.." "Ho la macchina qui sotto in realtà, non ce n'è bisogno" gli sorrise. "Non è perché ne hai bisogno tu, ne ho bisogno io! Mi faccio una doccia e mi preparo, poi insieme andremo al tuo albergo e se vuoi potremo far colazione insieme..." "Armando, io devo fare colazione con mio figlio, c'è la tata con noi e ... Beh ecco non mi sembra il caso..." "Vorrei conoscerlo tuo figlio sai?" "Lo conoscerai, ma non stamattina." "Oggi ci vedremo. Ti prego, non dirmi di no!" "Oggi dovrei pranzare con Ugo..." "Tu ed Ugo, fa sorridere... Lui a quanto pare odia solo me!"

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Capitolo 10
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Capitolo 10 "Ma non credo ti odi! Forse il vostro rapporto è solo un po' conflittuale. In realtà ti vuole bene, ne sono certa." "Lo sai che quello che pensa di me non mi importa per nulla?" Scherzò Armando dandole un bacio. Si scostò da lei per andare in bagno. Uscì dopo pochi minuti. Si vestì e raggiunse Betty che nel frattempo era andata alla finestra e guardava il panorama della città. Le baciò il collo e le disse che era pronto. L'avrebbe accompagnata alla macchina e all'albergo poi sarebbe andato direttamente al lavoro. Betty parcheggiò l'auto di fronte all'albergo e diede le chiavi al posteggiatore perché la sistemasse. "Devo davvero lasciarti sola? Non vuoi scappare insieme a me?" "Non posso e non voglio. Non voglio scappare proprio da nessuna parte adesso. Dobbiamo ancora parlare Armando, devi lasciare che ti dica ciò per cui ti ho chiesto di vederci ieri sera." Disse Betty con un filo di ansia. Lui non sapeva cosa intendesse, ma il suo tono lo spaventava un po'. Fu solo un momento poi le sorrise e le disse che quella era un'ottima scusa per rivedersi la sera stessa. Lei annuì e lo baciò leggermente sulle labbra senza più dire altro. La vide entrare e sparire dietro la porta. "Dimmi dottoressa Beatrice, hai visto Armando ieri sera?" "Ugo mi spaventa, come fa a saperlo?" "Perché io osservo cara! Osservo! Stamattina il dottor Mendoza era stranamente allegro, con uno strano sorrisetto compiaciuto. Dubito di averlo visto così negli ultimi anni. E ho fatto una semplice addizione..." "Ieri sera ci siamo visti, sì! Ecco dovevo parlargli di qualcosa di molto importante!" "Mmm, lo so lo so. E dimmi dottoressa Beatrice, glielo hai detto? Perché non sembrava proprio che Armando avesse l'aria di un uomo che ha appena saputo di essere padre di un bambino di 4anni! E non guardarmi così! Il tuo bambino ha i suoi occhi e prima che il tuo Michelle venisse a portarti via dall'Ecomoda, tu eri già incinta! Certe cose erano abbastanza chiare, non te l'ho mai detto, ma osservo, e osservavo mia cara dottoressa!" "Le chiedo scusa signor Ugo, non volevo raccontare delle bugie, ma non sapevo cosa fare e come fare. Lo sa bene perché lei c'era, sa come stavo!" "Non ti sto certo giudicando eh! Assolutamente. Quindi dimmi, ieri sera invece di parlare cosa avete fatto? Eh? Avete dato libero sfogo ai vostri istinti? Pardon, sentimenti, ma anche un po' agli istinti? Dimmi che sono curioso! Il dottor Mendoza, è all'altezza della sua fama? Perché alle mie modelle non lo chiedo eh! Sono così ingenue loro... Non che tu mi sembri molto più aperta eh, anzi, direi il contrario! Perché dottoressa, sei diventa uno splendore, ma mi sei sempre sembrata un po' rigidi a eh! Tutta colpa della tua educazione scommetto" Betty scoppiò a ridere! Ugo era così pettegolo però gli voleva un gran bene! "Quante parole signor Ugo! No, non gliel'ho detto. Non ne sono stata capace, le cose non sono andate come avevo previsto e... Ehm, Lo sa no, come vanno certe cose..." "Betty, tesoro, ne sono felice, ma fai attenzione. Il tuo segreto con me è al sicuro, ma tu non puoi continuare a mantenerlo, non con lui!" Era vero. Ugo aveva ragione. "Lo so, è glielo dirò, forse lo vedrò stasera, e glielo dirò!" Dopo aver salutato Ugo, Betty tornò dal figlio che si stava divertendo in piscina e passò tutto il pomeriggio con lui. "Buonasera amore mio" "Armando.. Buona sera!" "Spero tu sia in compagnia e non possa parlare, perché se così non fosse penserei che mi hai già dimenticato!" piagnucolò Armando prendendola in giro "Sono con Riccardo e Lucia, la nostra tata... Tu sei in ufficio?" "Oh meno male, mia Betty! Certo sono in ufficio e pensavo che stasera sarebbe bello se uscissimo a cena io, te e se sei d'accordo, con il tuo bambino. Dicevo davvero, vorrei tanto conoscerlo.." "Oh, ecco... Non saprei, Riccardo è piccolo e ecco... In genere non gli faccio mai fare tardi..." "Se preferisci possiamo cenare nel tuo albergo, e dopo che avrai portato il bambino a letto, ecco, potremmo continuare la serata nel mio appartamento..." "Ecco, questa sera forse sarebbe meglio... Armando, vediamo come andrà la cena. E ti prego, davanti al bambino tu sei solo un amico ok? Come Ugo e le ragazze della banda! " "Quindi non lo sono davvero? Se non sono un amico, dimmi, cosa sarei? Il tuo ragazzo? Il tuo fidanzato? Il tuo amante?" scherzò Armando... "Per favore, non scherzare, sai bene cosa sei per me!" "Molto bene mia Betty, per ora mi basta questo. Dimmi a che ora posso passare?" Si accordarono per la cena ed entrambi sorrisero dopo la telefonata. Mentre Armando non vedeva l'ora di cenare con Betty e conoscere il figlio, per Betty erano momenti di panico. Era agitata e si raccomandò con Lucia e Riccardo per la puntualità e perché il piccolo si comportasse educatamente. Riccardo era un bambino allegro e simpatico, molto tranquillo e sapeva bene come comportarsi. Sia lei che Michelle erano sempre stati molto occupati con cene e feste ed era abituato a "fare il bravo", e poi era certa che tra lui e Armando sarebbe scattata una scintilla, un qualcosa che li avrebbe uniti. Si chiedeva come avesse potuto fare una cosa tanto grave. Aveva impedito a suo figlio di conoscere il vero padre. Certo Riccardo adorava Michelle, era ad ogni effetto suo padre, ma era stato un errore enorme. Si chiedeva se Armando l'avrebbe mai perdonata. Lei era certa che non l'avrebbe mai fatto. Fu quasi presa dal panico... Cominciò a sudare e si sedette su una poltroncina accanto alla piscina. Lucia notò che era pallida, sembrava sconvolta e le chiese se poteva esserle utile. "No Lucia, grazie! Devo solo riuscire a gestire qualcosa che mi preoccupa un po'..." E non solo la preoccupava, quello che avrebbe detto ad Armando era molto più grande di lei e ora era sola. Ad aiutarla non c'era più Michelle... Rimpianse i giorni tranquilli, sereni e facili del suo matrimonio.

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Capitolo 11
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Capitolo 11 Armando uscì dall'ufficio un po' prima, voleva passare da casa per cambiarsi e voleva comprare un pensiero da portare a quella che per lui era ormai la sua donna. Stava per prendere l'ascensore ma prima di riuscirci dovette subire le solite frecciatine di Ugo che si infilò nel l'ascensore con lui. Ugo prima di lasciarlo andare e recarsi in produzione non mancò di rifilargli una battuta pungente, poi rivolto alla ricezionista disse: "Signorina, la smetta di guardarlo in questo modo, mette in imbarazzo anche me che non sono l'oggetto dei suoi desideri! Ha capito? Lui non la vede nemmeno sa? È impegnato! Ha capito I M P E G N A T O! E la donna di cui brama le attenzioni, è una donna di classe, molto bella, una vera signora sa? Ha capito? E tu Armandino? Hai capito? Quella signora è speciale sai? Tu non la meriti proprio per nulla, io non le capirò mai le donne... Prima March e ora lei..." Poi gli sussurrò avvicinandosi "non sto scherzando Armando! Fai attenzione con lei. O questa volta non la passerai liscia" Berty aveva parlato di loro a Ugo? Ne era lusingato ma non sopportava che nessuno riuscisse a dargli credito. Salutò la ricezionista imbarazzata pregandola di non dare importanza a Ugo e guardando male lo stilista uscì per recuperare la sua auto. Arrivò all'albergo di Betty con in mano dei fiori e un pacchettino colorato. Fu accompagnato nel suo appartamento dal cameriere e fu introdotto dallo stesso, ad aprire la porta si presentò Lucia, con accanto il bambino di Betty. Salutò cortesemente ed entrò. Lucia lo fece accomodare e lasciati l'uomo e il bambino soli, andò a chiamare Bettyy. "Ciao Riccardo, io sono Armando, un amico della tua mamma, ti ha parlato di me? Ecco, tieni! Questo è un piccolo regalo per te." Porse al bambino il pacchettino colorato. Il piccolo, lo guardò incuriosito, e poi lo salutò a sua volta chiedendogli se poteva scartarlo. "Riccardo, ringrazia Armando per favore." Armando si alzò e salutò la sua Betty che ogni giorno gli sembrava più bella. "Ciao Armando, ti presento Lucia, la tata di Riccardo, e lui, lo hai già conosciuto, i fiori sono per noi? Sono molto belli grazie. Lucia per favore, puoi sistemarli in un vaso?. Accomodati Armando, posso offrirti un aperitivo? Ad Armando il comportamento di Betty apparve molto formale, lo capiva, ma avrebbe solo voluto accorciare le distanze in fretta! "Mamma, posso aprire il mio regalo?" "Certo tesoro." Riccardo scartò il pacchetto e trovò una graziosa macchina blu, una Mercedes. Betty scoppiò a ridere e Armando si sentì un po' meno a disagio. La cena fu molto tranquilla, si divertirono e scherzarono, Riccardo raccontò tante cose, di Cartagena, dell'asilo, della bella vacanza che stavano passando. Raccontò ad Armando che aveva visitato il museo con i dinosauri e Armando lo ascoltava interessato e divertito. Betty li osservava e si rendeva sempre più conto che il suo era stato un errore enorme. No, lui non l'avrebbero perdonata! "Lucia, ti prego, accompagna Riccardo a lavarsi i denti e a mettersi il pigiama, lo aspetto per dargli la buonanotte!" Restarono soli per pochi istanti e Armando le si avvicinò sul divano dove avevano preso il caffè. "È molto carino tuo figlio, si vede che hai fatto un ottimo lavoro" "Grazie Armando...eccoti qui piccola peste! Sei pronto per andare a nanna?" Il bambino annuì e le stampò sulla guancia un rumoroso bacio. Poi un po' intimidito si rivolse ad Armando porgendogli la manina. Armando gliela strinse "È stato un vero piacere conoscerti, mi piacerebbe rivederti se ti va, magari potremmo andare a mangiare un gelato. Conosco un posto dove lo fanno davvero buono!" Riccardo gli sorrise entusiasta e si avvicinò ancora di più fino ad abbracciarlo dandogli un bacio. A Betty, scese una lacrima.. "Dottoressa Betty, sono contento che sia stata una bella serata... Per me è stato bello, per te? " "Credo sia andato tutto bene, sei piaciuto molto a Riccardo... Questo non immagini quanto sia importante..." “Beh sì, è importante! Del resto dovrà abituarsi alla mia presenza...” Betty gli sorrise, Armando, aveva ragione, Riccardo avrebbe dovuto accettarlo, ma non come compagno di sua madre, come padre. “Mia Betty, non è molto tardi, che ne dici se andassimo a concludere questa bella serata da me?” “Non posso Armando, dovrei avvertire Lucia, prendere la macchina e preferirei rimanere qui stasera.” “E se prenotassi la camera accanto? Potrei tornare a casa domattina e tu non usciresti dall'albergo...” Disse Armando con un sorriso malizioso sulle labbra. Betty avrebbe solo voluto abbracciarlo, farsi stringere e baciarlo, ma doveva mantenere la calma e declinò l'invito! “Betty, perché sei così distante? Non capisco, credevo che tutti i dubbi fossero stati cancellati. Pensi non sia sincero? Credi che sia un gioco?” Betty era sopraffatta, sapeva che il suo segreto li avrebbe separati e forse lui non l'avrebbe mai perdonata, sapeva di dovergli parlare, di dovergli dire la verità, ma non era pronta a dirgli addio dopo quello che era successo, lo voleva ancora! Aveva desiderato quell'uomo da quando lo aveva visto la prima volta e ora che tutto sembrava poter funzionare doveva dirgli che lei gli aveva mentito per 5 anni. Si abbandonò sulle sue braccia, lo baciò con passione e gli chiese di portarla via per stare soli! Per amarsi ancora e per poterlo sentire suo almeno per un'altra notte. Armando ne fu felice anche se non capiva come mai l'atteggiamento di Betty fosse così mutevole. Chiamò la reception e prenotò una camera nello stesso albergo, scese un momento per i documenti e le pratiche di accettazione e tornò da lei. Le prese la mano e l'accompagnò nell'altra camera. Era silenziosa, quasi distratta. Armando le si avvicinò e le sussurrò che l'amava. Capiva che la situazione tra loro doveva essere chiarita, ma se loro stavano insieme tutto sarebbe stato semplice. Lei lo guardò negli occhi e cominciò a sbottonargli la camicia, senza dire una parola. Lui fece lo stesso e poco dopo si ritrovarono sul letto a fare l'amore. Betty accarezzava i capelli di Armando con dolcezza. Si era addormentato sul suo petto. Si avvicinò a lui e gli sussurrò che lo amava, che non aveva mai smesso di amarlo. Armando si svegliò e la guardò “Ripetilo, dimmelo adesso!” “Ti amo! Ti amo da sempre e non ho mai smesso di amarti”. Lui le accarezzò il viso e la baciò. “Armando, io... Vorrei che questo per noi fosse l'inizio di qualcosa di importante...” “Lo è Betty, ci amiamo e da ora possiamo pensare solo a noi due!” “Io devo tornare a Cartagena tra qualche giorno.” “No Betty la tua vita è qui, dove ci sono io!” “Devo tornare per sistemare alcune cose...” “Allora verrò con te, è da tanto che non mi prendo qualche giorno di vacanza. Lunedì Nicola e Marcella torneranno al lavoro e io potrò prendere un po' di tempo per me, per noi! “ “Armando, ascoltami bene, resterai qui. Servirà a te e a me! Armando ora devi ascoltare bene ciò che sto per dirti. Ma ti chiedo di promettermi una cosa...” Armando acconsentì. “Promettimi che manterrai la calma! Sono andata via con Michelle 5anni fa perché avevo paura. Stavo male per quelle maledette foto. Sembravano così reali, tu non le avevi smentite. E poi altri giornali, altre foto...” “Amore mio mi dispiace. Devi aver sofferto molto...” “Sì, Armando. È stato un periodo buio. E poi Michelle mi ha dato quell'appiglio che mi serviva per riprendermi...” “Betty lo so! Tutto è successo per colpa mia! Ma ora siamo qui, insieme!” “Per favore, lascia che ti spieghi! Quando avrò finito ti alzerai e andrai via...” “Ma che stai dicendo Betty? Vuoi che me ne vada?” “Sarai tu a volerlo! “ Armando non capiva e la lasciò continuare “Avrei dovuto dirtelo, ma non potevo! Non volevo rovinare la tua storia d'amore. Poi quando ho saputo che tra te ed Alessandra era finita...” “Betty, non c'era niente, non è mai iniziata nessuna storia...” “Lo so ora, Armando, lo so ora! Comunque non puoi negare che dopo poche settimane dal tuo rientro a Bogotà hai ricominciato la vita di prima, feste, donne, eventi...” “Betty io ti ho visto sposare Michelle... Ero lì e tu hai sposato un altro uomo... Avrei potuto intervenire creare uno scandalo ma non l'ho fatto! Non l'ho fatto per te! Ho rispettato la tua scelta, ti ho lasciato andare! “ “Questo non lo sapevo” disse Betty commossa “io non lo sapevo... Se tu... Se ti avessi visto io...” “Betty ti prego, non continuare! Non facciamoci altro male” “No, questa notte ti dirò tutto... Michelle mi ha dato la possibilità di salvare me stessa e la mia famiglia, lui ecco... Lui... Lui ha dato un nome a mio figlio, gli ha fatto da padre. Lo ha amato e... Ora che non c'è più... Glielo avevo promesso che avrei detto la verità...” “Betty cosa stai dicendo? Michelle non è il padre di Riccardo?” Armando sentí il cuore smettere di battere per qualche attimo... Cosa gli stava dicendo Betty? “Betty, sii chiara per favore. Michelle non è il padre di tuo figlio? Betty per favore!” Quasi gridò Armando “Armando il padre di Riccardo sei tu” disse Betty con un filo di voce... Armando rimase in silenzio, distolse lo sguardo su quella donna che amava ma che in un istante si era trasformata in un'estranea. Com'era possibile? Eppure aveva capito bene ciò che lei gli aveva detto. Quel bambino appena conosciuto, che aveva solo intravisto in alcune occasioni era suo figlio. Si alzò dal letto, mentre Betty piangeva e lo implorava di perdonarla. “Taci ora! Non dire più niente! Sta zitta!” “Merito il tuo odio, spero solo che un giorno troverai il modo per accettare questa... Di accettare Riccardo! Lui non ha nessuna colpa” Betty si diresse lentamente in bagno si sciacquò il viso e si rivestì. Quando uscì Armando non si era mosso di un centimetro, era immobile e completamente fuori di se. Le lacrime scendevano sul suo volto. “Non osare uscire da quella porta Betty! Mi devi qualcosa di più che poche parole...” Betty gli si avvicinò e gli prese fra le mani il viso e lo guardò negli occhi. “Tu hai tutte le ragioni per odiarmi. Ho sbagliato, sono stata avventata! Potrei dirti che la colpa è anche tua, per tutto il male, gli intrighi, ma non è così! Io non mi sono fidata di te, io sono scappata, io ho mentito a tutti per tanto tempo! Io sono colpevole Armando! Solo io! Ora, sono qui a dirti che ti amo senza pretendere di essere ricambiata! Sai la verità ora! Riccardo è tuo figlio! Non ti sto chiedendo nulla, era solo giusto dirti la verità anche se troppo tardi!” “Betty, mi hai tolto un figlio! Che razza di mostro credevi io fossi? E chi sei tu? Cosa hai fatto? Chi è il mostro tra noi due?” A Betty tremarono le gambe, gli lasciò il viso e si allontanò di un passo. Aveva ragione! Non poteva far altro che subire le sue parole!

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Capitolo 12
*** 12 ***


Capitolo 12 Restarono fermi nelle loro posizioni per un tempo che parve interminabile. Nessuno riusciva ad aprire bocca. Lui era furioso, arrabbiato, non aveva mai provato odio per nessuno se non per se stesso quando aveva buttato alle ortiche l'unica cosa importante della sua vita, ma ora quella donna che amava più di se stesso lo aveva derubato. Gli aveva tolto un figlio e la possibilità di crescerlo. Lei sapeva che tra loro era tutto cambiato, forse era tutto finito. Sicuramente da quel momento lui non l'avrebbe più guardata nello stesso modo. Per lui, lei, si era trasformata in un mostro, ma la cosa peggiore sapeva di meritare tutto il suo disprezzo! Armando si scostò, si sedette sul letto e le chiese di andare via. “Armando, sono... Sono preoccupata per te... Per favore... Io... Cosa farai ora? Io...” “Sei preoccupata per me... Che gentile! Oh stai tranquilla! Non andrò ad ubriacarmi, non andrò a farmi ammazzare da qualche pazzo che aspetta solo un pretesto per picchiare qualcuno. Mi chiedi cosa farò ora? Ecco, andrò nel mio appartamento, mi farò una doccia e dormirò! Domani mattina andrò al lavoro e tutto continuerà come sempre! Come prima del matrimonio di Nicola e Marcella. Tu non sei mai tornata Betty, tu non sei mai esistita! Né tu né tuo figlio! Voi non esistete! Non voglio più vederti dottoressa Beatrice. Quando uscirò da questo posto lei non sarà altro che un ricordo, un ricordo doloroso di ciò che ero. Lei per me non è più niente! E la prego di non cercarmi, di non mettere piede nella mia azienda, di tornarsene a casa sua!” Betty era sconvolta, quelle parole erano delle pietre che le venivano lanciate addosso. “Ti prego Armando...” Disse piangendo “Per favore ora vada via!” “Armando tra qualche tempo forse riuscirai ad accettare che non sono perfetta e che ho fatto tanti sbagli, ma che ora sono qui a giurarti che ti amo... Imparerai ad amare tuo figlio...” “Adesso è “mio figlio”? Ah, davvero? Forse un giorno riuscirò ad accettare suo figlio come... Come mio figlio, forse potrò volergli bene, ma sono sicuro che mai più vorrò avere a che fare con lei! Mi disgusta! Non immagina nemmeno quanto io la odi... Ora, glielo chiedo per l'ultima volta, vada via!” Betty gli si avvicinò sfiorandogli una guancia, lui si scansò. “Ti amo, perdonami” Armando non rispose, senza aspettare che uscisse dalla stanza andò in bagno e chiuse la porta. Betty era sconfitta, distrutta. Passò il resto della notte piangendo e pensando a come rimettere insieme i pezzi del suo cuore. Erano passati alcuni giorni, Betty aveva ripreso una parvenza di tranquillità, aveva passato le giornate con il figlio e si era dedicata a lui con la solita dedizione. Nel frattempo Nicola e Marcella erano tornati dalla luna di miele e, come previsto, Betty aveva trattato di alcuni investimenti con Nicola. “Vedrai che non ti pentirai di questi investimenti. Sono diversificati è molto sicuri.” “Lo so Nicola, mi fido di te e non ho alcun dubbio sulle tue capacità, non ne ho mai avuti!” Rise Betty! “E dimmi Betty, cosa farai ora?” Le chiese Nicola.” “Ora, lascerò Bogotà e tornerò a casa. Riccardo deve riprendere l'asilo, non manca molto alla fine dell'anno scolastico e credo sia giusto tornare alla normalità “ “Betty, noi siamo preoccupati per te...” “Va tutto bene Nicola! Tutto bene” “Non è vero! Perché non vuoi parlare con me?” “Non c'è niente da dire! Lo sai anche tu Nicola! Tu me lo dicesti tante volte che sbagliavo... Non ti ho ascoltato e ora non posso tornare indietro! Ti prego, non mettermi sotto pressione, ho deciso di tornare a Cartagena, la mia vita era lì fino a poche settimane fa, ci sono gli amici di Riccardo, la mia casa e l'unica famiglia che mi sia rimasta, gli zii di Riccardo..” “Come vuoi Betty! Vorrei solo sapere se hai rinunciato a lui... Se credi che tuo figlio non debba sapere nulla!” “Riccardo è piccolo e una volta a casa gli spiegherò tutto. Se ci fosse bisogno mi farò aiutare da una consulente. Gli racconterò che quello che lui credeva e amava come un padre non lo era. E tutto il resto. Ma per farlo devo essere tranquilla e serena e qui non posso esserlo!” “Va bene... Ricordati che noi ci siamo!” “Lo so e ringrazio te e Marcella, ma voi dovete provare a pensare solamente a voi stessi”" Salutò il suo amico di sempre e tornò in albergo. Aveva delle valigie da fare e un aereo da non perdere.

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Capitolo 13
*** 13 ***


Capitolo 13 Armando era tornato a vivere la sua vita come se nulla fosse accaduto. Negare la realtà lo aveva aiutato a non fare qualche pazzia. Era tornato al lavoro, aveva flirtato con un paio di modelle e ne aveva invitata una a cena. L'aveva sedotta e l'aveva portata a letto. Senza promesse, senza chiedere nulla. “Armando, mi chiedevo se potessimo parlare dei punti vendita di Medellin...” “Ho già provveduto a inviare i rifornimenti dell'ultima collezione, Marcella!” “Oh, molto bene... Ti va di pranzare insieme? Per parlare...” “Di cosa vorresti parlare Marcella? Perché sono un po' impegnato con il preventivo per la prossima collezione e quindi...” “Di te, Armando, vorrei parlare di te!” “Interessante... Ma non hai bisogno di invitarmi a pranzo. Io sto bene, mai stato meglio direi! Sai, ho tagliato qualche ramo secco e ora mi sento più leggero, quasi rimesso a nuovo. E se non vuoi che tagli anche il ramo su cui siete appollaiati tu e tuo marito, non chiedermi più come sto! E anzi, se vuoi una risposta, prova a pensare che forse, sarebbe stato un po' diverso saperlo prima, magari non da una donna che mi ha distrutto la vita, ma da un amico, che ha sempre detto di volermi bene! E ora, Marcellina, lasciami passare!” “Lei è andata via, lo sai?” “No e non mi interessa!” “Arman..” Armando la prese per le spalle e avvicinandosi ad un orecchio le sussurrò “Come devo dirtelo che non mi interessa? Per favore lasciami in pace!” E scansatola, se ne andò lasciandola un po' interdetta. “Tesoro, come stai? Ho visto che parlavi con Armando... Ti ha detto qualcosa?” “No, Nicola, dice che va tutto bene e non vuole assolutamente parlare. Ma non sta bene. Hai visto il giornale stamattina? Ci sono sue foto al le noir. È in compagnia di due ragazze ed è evidente non fosse in sé” “Mmm, ho visto. Credi fosse ubriaco?” “Certo, lo era sicuramente, e poi esce ogni sera con una donna diversa...” “Noi non possiamo fare molto, ho provato a parlare con Betty ma anche lei non vuole discuterne. Mi sembra sinceramente che entrambi siano fuori di sé...” “Spero decida di riprendere in mano la sua vita, perché quella di Armando dipende da lei.” “Già, però stai serena! Devi star tranquilla. E pensare anche un po' a me...” Nicola la abbracciò stretta e lei si sciolse in un sorriso divertito. Betty osservava il figlio giocare con la sabbia sdraiata su di un lettino di fronte al mare! “Riccardo, la mamma va a bere un caffè, qui al club, vuoi un gelato? Lucia, le posso portare qualcosa?” “Grazie dottoressa, abbiamo qui tutto quello che serve, magari il gelato per Riccardo...” Si allontanò e raggiunse il bar del club e ordinò un caffè. Da lontano poteva vedere ancora il piccolo Riccardo. Sorrise e sorseggiò il caffè. Il cellulare squillò è con poca voglia rispose. Sperava non fossero i suoi amici di Bogotà. “Beatrice, Ciao! Come stai? Ti va di cenare con noi questa sera?” “Ciao Sara, tutto bene, per stasera penso non ci siano problemi, ma ti chiedo di non assillarmi con le vostre domande! Vi prego, ho bisogno di calma e tranquillità” “Come vuoi amica mia! Allora al solito orario...” Era stanca di dover implorare chiunque per evitare domande. Voleva bene ai cognati, agli amici, ma era davvero stanca! Era a Cartagena per pensare e per decidere cosa fare, ma lo doveva fare da sola! Non aveva bisogno di consigli, domande e altro. Era già difficile leggere quei maledetti giornali che spuntavano ovunque... Erano passate due settimane e Betty aveva parlato con il figlio spiegandogli che il suo vero papà era vivo e che Michelle lo aveva adottato per proteggere lui e la mamma. Che doveva continuare a voler bene a Michelle ma che era giusto sapesse che aveva un papà diverso. Cercò con dolcezza di spiegare al bambino che il suo vero papà non sapeva di lui e che non lo aveva mai cercato per quello. Il bambino era incuriosito, non capiva bene come stavano le cose, aveva solo 4anni e mezzo e quel discorso non era facile da assimilare, ma ad un certo punto chiese “Chi è il mio papà, posso vederlo?” “ lo hai visto una volta, ricordi l'amico della mamma che ti ha regalato la macchinina blu? È lui il tuo papà...” “Non mi ha portato a mangiare il gelato” “No, perché noi siamo tornati qui, a casa e lui invece è rimasto in quella grande città...” “Ok... Ma andiamo ancora in città per mangiare il gelato?” “Vedi piccolo, è complicato, per ora non possiamo, tu devi finire l'asilo e la mamma deve sistemare un po' di cose ma ti prometto che torneremo.” “E il mio papà?” “Vedi io e lui abbiamo litigato ed ora è tanto arrabbiato con me. Ma tu non hai nessuna colpa sai? E anche se non posso prometterti che lo vedrai ancora, ti prometto che ti amerò per sempre, e tanto! E tu non sentirai mai la sua mancanza e non ti mancherà mai amore, perché te ne darò anche per lui.” Senza troppe preoccupazioni il bambino la abbracciò e gli disse che andava bene! Un po' più sollevata ora avrebbe ragionato sul da farsi! Aveva detto la verità a tutti e due e con Riccardo era stato tutto sommato facile. Se le avesse richiesto qualcosa del padre avrebbe ragionato sul momento. Intanto Armando nonostante i propositi, aveva cominciato a pensare a Riccardo. Per colpa di quella donna lo aveva tagliato fuori dalla sua vita ma ora sentiva uno strano desiderio di vederlo. Era suo figlio. Un figlio che non conosceva che non aveva praticamente mai visto. Non con gli occhi di un padre. Vedere lui significava vedere lei ma non era pronto. Le avrebbe sicuramente riversato addosso il suo odio e lui era stanco di tutto quel tira e molla! Beatrice doveva sparire dalla sua testa, ma Riccardo no, Riccardo doveva imparare ad amarlo e ad essere ricambiato! Come se non fosse già abbastanza difficile la situazione lo aveva portato via... Non capiva come Beatrice potesse continuare a fare questi sbagli. Ma ora non era importante. “Nicola, domani e per qualche giorno non sarò in ufficio, ho tanti giorni di vacanza da recuperare e penso di usarli da domani...” “Va bene Armando, è giusto... E dimmi Armando come stai?” “Bene, Nicola! Bene! E starei meglio se tu e Marcella la smetteste di chiedermelo! Comunque domattina lascerò Bogotà per qualche giorno, quindi se avrete bisogno di contattarmi per lavoro, per qualche emergenza, per favore mandatemi una mail, sarò io a contattarvi!” “Molto bene e scusami ti prego!” Armando lasciò l'ufficio e andò a preparare un piccolo bagaglio per la partenza è poi spense il cellulare. Per qualche ora non l'avrebbe riacceso. “Nicola, ti dico che andrà a Cartagena! Lo conosco bene e andrà lì! Perché non mi hai chiamato quando ti ha comunicato che intendeva partire?” “Marcella, ti prego non giungere alle tue solite conclusioni! Non lo sappiamo. E comunque quei due devono risolvere i loro problemi e lo devono fare una volta per tutte! Credi che non sia preoccupato? Ma cosa possiamo fare?” “Dobbiamo avvertila Nicola!” “No! Né lui né lei vogliono aiuto! Fra qualche giorno la chiamerai, ora promettimi di non farlo!” “Va bene, ma non vorrei che lui la maltrattasse...” “Lo conosci bene, non lo farebbe mai! Io penso che vada dal bambino, non da lei! E questo potrebbe essere un primo passo perché sistemino le cose tra loro...” “Va bene, va bene... Non ricordavo di aver sposato un uomo così saggio” Scherzò Marcella abbracciando il marito.

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Capitolo 14
*** 14 ***


Capitolo 14 Armando prese alloggio in un piccolo ma grazioso albergo poco fuori il centro della piccola città di mare. Quel posto non gli piaceva, ricordava di aver passato diverse vacanze da bambino e da ragazzo, ma quei ricordi erano stati cancellati da quello che credeva fosse il peggior giorno della sua vita. Era poco distanze da quel tratto di spiaggia dove Betty si era sposata con Michelle. Sperava di non doversi trattenere molto. Ma se l'istinto lo aveva portata a Cartagena, ora la ragione faticava a trovare il modo per vedere il bambino. Non sapeva se Betty avesse raccontato a Riccardo che lui era suo padre, non sapeva cosa dire, né come porsi. E più pensava a queste cose, più la rabbia nei confronti di Betty aumentava. Si era sentito sempre in colpa, l'aveva quasi santificata, ma Betty non meritava altro che il suo disprezzo. Ma doveva essere razionale, cercare di non inasprire i rapporti almeno fino a quando non avrebbe capito cosa fare. Perché per ora la sua intenzione era conoscere il bambino, poi di fargli da padre. Uscì dalla camera in cui si era sistemato e raggiunse il piccolo locale di fronte alla spiaggia. Ordinò un cocktail e chiese un elenco telefonico. Lo sfoglio, cercando prima il nome di Betty, poi rendendosi conto che lei li era la moglie di Michelle, trovò il nome di quell'uomo è l'indirizzo. Chiese al barman una cartina della cittadina e si avviò in quell'insieme di piccole e caratteristiche via. Entro in uno degli innumerevoli negozi dove si affollavano i turisti e acquistò un pallone colorato gonfiabile e altre piccole cose che credeva potessero piacere a Riccardo. In qualche modo doveva pur rompere il ghiaccio e forse un regalo avrebbe messo a proprio agio il piccolo. Pranzò con un panino e poi raggiunse l'indirizzo della casa in cui abitava il figlio. Era un bel palazzo di due piani, ristrutturato con sapienza e molto elegante. C'erano solo due nomi sul cancello. Si soffermò dubbioso e si chiese cosa avrebbe detto a Betty quando l'avrebbe rivista. Non era importante, sarebbe andato subito al punto e qualsiasi obiezione da parte sua non l'avrebbe dissuaso dal suo proposito. Premuto il campanello attese solo qualche secondo prima che qualcuno rispondesse al citofono. Ma a rispondere non fu Betty ma la tata, la signora Lucia che sentito il nome restò in silenzio qualche secondo prima di comunicargli che avrebbe avvertito la signora. Non passò molto, prima che il cancello venisse aperto. Lo richiuse dietro di sé e si avviò verso la porta di accesso senza sapere dove andare. La porta si aprì e Lucia con un sorriso imbarazzato lo fece accomodare e lo condusse sul retro dove un bellissimo giardino pieno di fiori faceva da cornice al mare non troppo distante. “Buongiorno Armando, la tua visita non l'avevo proprio prevista. Accomodati! Lucia per favore, puoi portarci del caffè e dei succhi di frutta?” Armando non seguì il consiglio di Betty e rimase in piedi. Non l'aveva più vista da quella notte quando gli aveva confettato quel terribile segreto. La donna che aveva di fronte sembrava molto diversa. Appariva serena, tranquilla, ma non distante o infelice come aveva previsto. Quel segreto svelato sembrava averle reso la luce di tanti anni prima. Davvero la stava guardando pensando a quanto ancora e nonostante tutto le appariva bella? “Armando, dimmi. Perché sei qui?” “Non sono qui per parlare con te, voglio vedere Riccardo!” “Riccardo è all'asilo, tornerà fra un poco, Lucia lo andrà a prendere. Comunque Questo lo avevo capito, quei regali sono incartati con una carta per bambini. Voglio sapere perché lo vuoi vedere!” “Voglio dirgli che sono suo padre!” “Capisco, è giusto! Ma mi chiedo da cosa dipenda questa tua decisione Armando! Vuoi che lui dimentichi Michelle? Vuoi che mi odi per avergli nascosto che suo padre sei tu?” Armando si sedette su una delle poltroncine proprio di fronte a lei, la guardò e sorrise amaramente, poi distogliendo lo sguardo le disse “Vedi Betty, le cose non girano più intorno a te! La mia decisione non dipende da te ma da me e da quello che voglio io! Non mi ha nemmeno sfiorato il pensiero di screditarti agli occhi di quel bambino! Gli dirò che sono suo padre perché è la verità, e perché voglio far parte della sua vita!” Lucia portò un vassoio che appoggiò sul tavolino poi si congedò. Beatrice verso il caffè nelle tazze e ne porse una ad Armando. “Lui lo sa già! Gliene ho parlato qualche giorno fa, non è stata una decisione facile ma era quella giusta. Riccardo è piccolo e ha reagito bene. Ovviamente non capisce ancora molte cose, ma quando sarà il momento gli darò tutte le spiegazioni. Non ho nulla in contrario che tu lo conosca e che si affezioni a te! Ti chiedo solo di essere delicato... È piccolo e.. E non ti conosce affatto!” “Davvero Betty? Davvero? E perché non mi conosce? Dimmi?” “Non essere sarcastico per favore, so bene che la colpa è tutta mia, dei miei errori. Ti ho implorato di perdonarmi per questo. Ora non è questo di cui stiamo discutendo! Credo sia un vostro diritto costruire un rapporto... Sono certa che mio figlio imparerà presto ad amarti e non immagini quanto lo desideri, ti sto solo chiedendo di andarci piano!” “Molto bene. Allora scusami, per l'ennesima volta sei tu quella saggia, quella che ha ragione, sei tu tra i due ad avere le risposte! Quindi dimmi dottoressa Beatrice, cosa dovrei fare? Come mi dovrei comportare?” “Smettila di chiamarmi così! Non ho mai pensato di essere come mi hai appena descritto! Sii solo dolce con lui! Non mettergli fretta! Ascoltalo e chiedigli cosa prova... Sii sincero!” Armando era stizzito, quella donna aveva il coraggio di parlare di sincerità... Ma non poteva certo dire che non avesse ragione. Ma l'unica cosa che avrebbe voluto fare era chiudere quella conversazione e mandarla al diavolo. Si morse la lingua e trattenne la rabbia che provava. “Armando, quando più tardi arriverà Riccardo, vi lascerò soli e avrete modo di parlare. È un bambino dolce e intelligente, è molto socievole e non faticherete a legare. So che non potrò mai restituirti quello che ti ho tolto, spero di aiutarvi a volervi bene oggi.” “A questo punto parlarne mi sembra ridicolo, mi impegnerò per creare un rapporto con lui e non ho bisogno dell'aiuto di nessuno!” “Va bene, lo capisco! Vorrei solo che tu sappia che mi dispiace!” “È tutto chiaro!” “No, non lo è ci sarebbero tante cose da dire...” Armando sentiva che quella conversazione non avrebbe portato da nessuna parte ma mantenne la calma è la lasciò continuare. “Quella notte ti ho detto la verità, e non solo su Riccardo. Ti ho aperto il mio cuore, io ti amo davvero da sempre e... Quella notte beh, è stato come ricominciare a vivere” “Ora basta. Non voglio continuare. Per favore, basta! Ciò che provavo è finito! Io non provo più nulla per te. Non sono qui per te. Non mi interessa chiarire nulla, non mi interessa quello che provi, provavi o proverai. Tu, semplicemente, non esisti più!” Il cuore di Betty si spezzò in altri piccoli pezzi. Forse era la punizione che meritava per aver mentito per tanto tempo, nonostante gli inviti di Michelle, nonostante i rimpianti e i rimorsi. Forse meritava il suo odio, ma lo amava e non avrebbe mai smesso di sperare che tra loro le cose avrebbero potuto sistemarsi. “Riccardo, vieni qui per favore! Ti ricordi di Armando? Ricordi cosa ti ho detto qualche giorno fa?” “Si mamma...” “Armando vorrebbe giocare un po' con te... Vedi, ti ha portato qualche regalo...” “Grazie” disse il bambino guardando Armando. Poi rivolto alla madre disse “Lui è il mio papà?” “Sì, sono il tuo papà, noi non ci conosciamo molto ma se vuoi, a me farebbe piacere passare un po' di tempo con te e diventare tuo amico...” Il bambino, intimorito e imbarazzato, guardava la madre cercando conforto. “Riccardo, ora faremo merenda tutti insieme, poi rimarrai un po' da solo con Armando, io sarò in casa e se vorrai, potrai chiamarmi, ma so che non succederà e che con il tuo papà - a Betty si incrinò la voce nel pronunciare quelle parole - ti divertirai. Armando ti va di fare fare merenda con noi? C'è tanta frutta e del the con i biscotti...” Rivolgendosi a Riccardo, Armando disse “A me piacerebbe, ma se preferisci restare con la mamma posso tornare più tardi, oppure domani...” “No va bene, possiamo fare merenda!” Betty sorrise ad Armando che non ricambiò, lasciò poi che i due parlassero e scherzassero, e, senza quasi che se ne accorgessero, si alzò ed entrò in casa, guardandoli da una delle vetrate del soggiorno. Il rapporto tra Armando e il piccolo Riccardo cominciò a consolidarsi in pochi giorni, il bambino con lui si divertiva un mondo tanto che spesso chiedeva di lui anche a cena. Armando dopo qualche giorno cominciò ad andarlo a prendere all'asilo, a portarlo al parco e passò un'intera domenica con lui al mare e in piscina. “Mamma, perché il papà non si ferma mai a mangiare con noi?” “Il papà non vive qui, lui mangia nel suo albergo e se vuoi puoi chiedergli se ha voglia di portarti a mangiare una pizza una di queste sere. A te farebbe piacere?” “Sì, allora glielo chiedo dopo!” Quando più tardi Armando passo a casa di Betty a prendere il bambino si trovò nell'imbarazzante situazione di dover rispondere ad una domanda che non si aspettava. “Allora papà, andiamo a mangiare la pizza con la mamma?” “Riccardo, forse il papà ha voglia di star solo con te, insieme vi divertite così tanto...” “Sì ma io voglio che vieni con noi” “Riccardo, forse ti annoi con me? Pensi non ti porterò a mangiare una pizza buonissima?” Il bambino ovviamente non capiva quale problema ci fosse in quell'invito e insistette fino a far cedere Armando, che accettò storcendo il naso. Betty intervenne e spiegò al bambino che insistere in quel modo non era gentile, e che il fatto che il padre avesse acconsentito non significava che i suoi capricci sarebbero stati sempre soddisfatti. Il bambino chiese scusa ma dimostrava una felicità che fece capire ad entrambi che quello non era un capriccio, era solo il bisogno di un bambino piccolo di stare sia con la madre che con il padre. La serata fu meravigliosa per il piccolo, mentre tra Betty e Armando la tensione si tagliava con il coltello. A Betty però piacque molto passare del tempo con il figlio e l'uomo che amava.

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Capitolo 15
*** 15 ***


Capito 15 “Certo Marcella, le cose vanno bene. E no, io ed Armando non abbiamo fatto alcun progresso... No, per lui sono una figura inopportuna e fastidiosa e non posso dargli torno! ... Sì certo ti farò sapere... No ancora non so quando verremo a Bogotà. Sicuramente non prima della fine dell'asilo... E tu? Come procede la tua gravidanza? ... Ne sono felice... Salutami il mio amico! Vi penso tanto... Sì anche a te!” Betty riattaccò il telefono e sorrise amaramente. Marcella e Nicola stavano vivendo quella gravidanza insieme, felici, e Nicola era l'uomo più felice della terra. Aveva tolto ad Armando quei momenti e tutti gli altri... Si sentì sconfortata. Il cellulare squillò di nuovo. Era il cognato. “Gerard, come stai? Bene, grazie... Sinceramente preferirei di no... Io non sono più la direttrice e poi non vorrei lasciare solo il bambino di sera, almeno in questi giorni... No, è sereno e si sta affezionando, ma questo non significa che tutta questa situazione sia normale... Lo so, ma non me la sento... Chi? Davvero? Sarò felice di vederlo... No, Gerard non credo quella sera... Davvero rimanere solo per due giorni?... E va bene, allora ci sarò, ma solo per un paio d'ore! Ok? .. Già ti soluto anche io!” Ecco, Gerard l'aveva convinta a partecipare ad un cocktail al club e aveva usato come scusa l'arrivo di Valerio, il fratello di Luciano, socio di Michelle. Voleva bene a Valerio, aveva passato un anno a Cartagena e con lui si era divertita molto. Era una persona brillante e piena di interessi, era un pittore, un vero artista e Betty fu affascinata dalla sua verve intellettuale. “Armando, sabato sera ti andrebbe di stare con Riccardo?” “Non capisco...” “Ecco io sono stata invitata ad un cocktail e starò fuori per un paio d'ore e penso che invece di passare la serata con Lucia potresti occuparti di lui, che so, uscire a cena, andare a vedere un film, il giorno dopo non deve andare a scuola, così se lo riporterai intorno alle 22 non sarà un problema.” “Va bene, passeremo il pomeriggio insieme comunque giusto? Volevo portarlo a visitare la riserva a nord della città.” “Ma certo, comunque sarò impegnata, però magari potresti riportarlo per un bagno e per cambiarlo, ci penserebbe Lucia e tu avresti il tempo di fare altrettanto... Non preoccuparti, è molto probabile non ci incroceremo, stai tranquillo, ti eviterò questo sacrificio" disse Betty riagganciando il telefono. Dopo la pizza insieme infatti Armando aveva chiesto a Betty di essere meno presente ai loro incontri e per liberarlo da quel supplizio aveva deciso di delegare Lucia a portare o ad andare a prendere Riccardo. Armando la vide camminare distratta mentre si aggiustava un orecchino. Indossava un abito color Tortora in raso, attillato e poco scollato sul seno ma che metteva in bella vista la schiena, le scarpe nere altissime e i capelli raccolti e ben acconciati. Il suo cuore smise di battere per un istante che gli sembrò interminabile. “Oh, non credevo fossi già arrivato. Scusa, ecco io... Sto uscendo” Lui non rispose pietrificato, ma a Betty la sua parve solo indifferenza. La segui fino a che non uscì dalla porta, confuso da quello che aveva provato vedendola tanto sicura, a proprio agio, aveva provato le stesse sensazioni di quando l'aveva rivista dopo tanto tempo al matrimonio di Nicola e Marcella. Era bella, ma ciò che lo sconvolse fu la sua mutevolezza. Era sempre lei, Betty, ma della ragazza impacciata che aveva conosciuto tanti anni prima era scomparsa anche l'ombra. Eppure tra le sue braccia, durante quelle due notti che avevano passato insieme, era tornata la sua Betty, dolce e completamente abbandonata ai suoi sentimenti, era la stessa donna che si affidava a lui e che lo faceva sentire appagato e... Felice. Felice era la parola giusta, lui con Betty, era felice! Fu distolto dai suoi pensieri dall'entrata nel salotto di Riccardo che dopo un bagnetto era pronto per passare la serata con il padre. Uscirono a cena insieme e invece di un film, Riccardo chiese ad Armando di essere accompagnato alle giostre e tra un'attrazione e l'altra il tempo passò velocemente e serenamente. “Papà Armando, sono stanco. Andiamo a casa?” I due si diressero verso casa dove Armando salutò il bambino è lo ringraziò per la bellissima serata. Mentre usciva dalla porta, notò un'auto fermarsi e dalla quale scese un uomo di bell'aspetto che aprì la portiera del passeggero. Betty si fece aiutare e tenendolo per mano si avvicinò alla porta di casa. Armando, preso da quella curiosità che da quando aveva conosciuto Betty nutriva per lei, si nascose per non essere visto. “Valerio, ti ringrazio per avermi accompagnato, ora ti prego, torna alla festa, tutti ti stanno aspettando!” “Ma io sono nel posto in cui voglio essere! Insieme alla mia modella, la mia Betty!” “Sono così felice di averti rivisto, Gerard ha fatto bene a convincermi...” “Tesoro mio, non te lo avrei mai perdonato! Partirò domani nel pomeriggio ma che ne dici se venissi a fare colazione con te e il tuo cucciolo?” “Ma certo! Riccardo sarà felice di rivederti...” “Tesoro, perché non accetti il mio invito e mi raggiungi a New York? Ti ricordi quanto ci siamo divertiti insieme?” “Valerio non ora... Sai bene quello che sta succedendo e non posso proprio allontanarmi. Tra qualche settimana, quando Riccardo avrà finito l'asilo andrò a Bogotà perché lui possa continuare a vedere il padre. Non appena le cose si sistemeranno e la situazione si chiarirà potrò decidere per il meglio.” “Lo capisco mia musa, se hai bisogno basta che fai un fischio... Tesoro, sai che ho realizzato una copia del tuo ritratto?” “Davvero? Mi lusinga molto. E dimmi avevi delle foto?” “Foto? No nessuna foto! Il tuo corpo ce l'ho ben impresso nella mia mente! Diciamo che la copia che ho realizzato è qualcosa di onirico, non sei tu fisicamente, in quel quadro c'è un sogno, un ricordo...” Betty sorrise felice e le ringraziò per le belle parole “Non scherzo Betty, sei stata una modella unica e i bei ricordi di qui giorni li porto nel mio cuore... Se venissi a New York vorrei che mi permettessi di ritrarti ancora, che mi ispirassi con le tue forme...” “Valerio sei sempre il solito... Ne sarei davvero felice, sei l'unico uomo per cui abbia posato e non credevo proprio si potesse stare tanto a proprio agio senza vestiti nella stessa stanza ad essere ammirata...” “Hai detto bene, non ti ho solo ritratto, ho ammirato la tua bellezza, eri nuda di fronte a me e non solo perché eri senza vestiti. Mi hai mostrato te stessa, il tuo spirito... Davvero, i giorni in cui ti ritraevo sono tra i più belli della mia vita, dolce Betty. Lo hai ancora il tuo ritratto?” “Scherzi? Non potrei mai venderlo! È in salotto dove lo avevamo posizionato insieme, se domattina verrai a fare colazione ti permetterò di vederlo!” I due scoppiarono a ridere e si salutarono con affetto, Betty entrò in casa e quell'uomo finalmente risalì in macchina e se ne andò! Modella? Tesoro mio? Mia Betty? Ritratto? Armando scoppiava dalla rabbia e dalla gelosia... Betty aveva posato per un uomo, nuda? Quando? La sapeva fedele a Michelle... Possibile che lo avesse tradito cosi spudoratamente? Betty era stata di quel tipo? Non c'erano dubbi vista la confidenza tra loro. Addirittura erano stati a New York insieme... E il dipinto? Era nello stesso salotto in cui era stato poco prima eppure non lo aveva visto. Forse se lo avesse notato avrebbe capito di più. Armando passò la notte senza dormire, furioso immaginandola nuda di fronte a un uomo, immaginò le mani di quel tipo su di lei e un dolore alla bocca dello stomaco non lo lasciò nonostante si fosse fatto portare in camera un medicinale per l'acidità. Era geloso. No, era rabbia non gelosia, quanti altri segreti nascondeva la sua Betty? Sua? Armando era evidentemente stanco, sentimenti e parole si confondevano e non era più in grado di ragionare lucidamente. Avrebbe chiarito ogni cosa con calma, era chiaro che il suo odio per quella donna era ancora vivo e non accennava a diminuire. Odio? O amore, rabbia o gelosia? O rabbia per la gelosia? “Questa mattina abbiamo fatto colazione con un amico della mamma. Mi è simpatico. Oggi va via...” “Davvero? E dimmi lo conosci bene?” “Sì perché era amico dei papà... Dell'altro papà” disse Riccardo confuso. “Davvero? Oh guarda la mamma ha portato la merenda. Betty, per favore, dovrei usare un momento il bagno” mentì Armando, intendeva entrare in casa e cercare il quadro... “Vai pure, ci sono degli asciugamani puliti nel primo cassetto del settimanale a destra” Armando sgattaiolò nel soggiorno e si mise a guardare i quadri... Michelle e Betty avevano ottimo gusto in fatto di arte... Accanto ad una lampada notò un quadro che appariva completamente diverso da tutti gli altri. Era raffigurata una donna seduta su una sedia, sorridente, rivolta a chi la stava ritraendo. Aveva il mento appoggiato al braccio in una posizione disinvolta. L'altro braccio scivolava leggero sul fianco fino a sfiorare la gamba. Era nuda e sembrava che la luce si irraggiasse direttamente dalla sua pelle chiara. Tornò a scrutarne il volto. I capelli neri e lunghi scendevano liberi fino a confondersi con lo sfondo scuro, le labbra rendevano sensuale e intrigante l'intero dipinto. Non c'erano dubbi, era quello il quadro di cui aveva sentito parlare la sera prima. Betty era la modella. Con il tempo Betty aveva assunto un aspetto più curato, era diventata una donna di classe, elegante e anche molto sensuale, ma da quel quadro traspariva anche altro. In quel sorriso e in quegli occhi rivolti al pittore, c'era più della bellezza e della sensualità, c'erano dolcezza e allegria, serenità, c'era l'immagine di una donna vera con mille sfumature. Era indubbio che quel tipo fosse riuscito a cogliere tutti i lati della sua Betty, gli stessi che tanti anni prima gli avevano fatto perdere la testa, quelli che credeva di aver conosciuto più di chiunque altro. La sua Betty. Armando si morse la lingua per averla pensate “sua” ancora una volta... “Armando, cosa... Cosa stai facendo?”gli chiese Betty evidentemente colpita dall'averlo trovato a guardare il suo ritratto. Armando trasalì, era completamente immerso in quel dipinto e nei suoi conflitti interiori ed evidentemente non si era accorto del tempo che aveva passato in quella posizione. “Ammiravo il tuo ritratto... Perché sei tu non è vero?” “Sì, sono io, a dipingerlo è stato un amico...” “Già, un amico... È molto bello... Non pensavo fossi il genere di donna che si fa ritrarre nuda, ma, del resto, in questo periodo ho conosciuto qualcuno di molto diverso da quello che credevo. E dimmi il tuo maritino sapeva del tuo amico? Era d'accordo che tu ti spogliassi di fronte ad ogni uomo che considerava amico?” disse Armando con disprezzo. “Cosa stai dicendo? Che il fatto di aver posato per un artista mi renda una persona disprezzabile? Una poco di buono? Armando ascoltami bene! Nella mia vita ho fatto tanti errori e li sto scontando tutti se non sbaglio! L'ultimo è quello di aver creduto fossi cambiato! Invece sei lo stesso uomo crudele! Ho sbagliato a mentire per tanto tempo ma ho sbagliato ancora di più a crederti quella notte! Avrei dovuto parlarti di Riccardo e non andare oltre! È evidente che mi consideri poco più di una donnaccia! Ma io non sono una di quelle donne che ti porti a letto di cui nemmeno ricordi il nome! Io merito rispetto! Mi odi? E sia! Ma non permetterti mai più di parlarmi in questo modo! Mai più! Ora esci da questa casa! Oggi dovrai rinunciare a stare con Riccardo! E se pensi che la mia sia una ripicca, ti sbagli! Oggi non ti voglio intorno a me per nessun motivo, esci da quella porta e torna domani. A Riccardo dirò che non sei stato bene e sei tornato al tuo albergo. “Non credo tu abbia il diritto di parlare delle donne con cui sono stato! Loro almeno non mi mai preso in giro!” “Taci Armando! La tua rabbia e il tuo rancore non danno il diritto a te di alludere alla mia morale, di parlare di Michelle in questi termini! E sappi che non avrai mai più occasione di parlarmi in questo modo! Odiami Armando! Lo sai che ti dico? Non mi interessa! In questo momento ricordo perfettamente le ragioni che mi hanno portato a scappare da te! Sei meschino! E per la cronaca, con chi sono andata a letto è un mio problema! Mio! Ora, fammi la cortesia ed esci da questa casa!” Betty era stata perentoria e nessuna replica da parte sua avrebbe cambiato la sua posizione, si diresse vero la porta e si limitò a dire “Saluta Riccardo da parte mia, domani passerò a prenderlo all'asilo, come al solito... A domani” Betty non rispose e senza aspettare che richiudesse la porte alle sue spalle uscì dal retro per raggiungere il figlio. Armando aveva superato il limite. Se ne rendeva conto... L'indomani le avrebbe chiesto scusa. Aveva sbagliato, lo sapeva, tbetty lo aveva tradito nel modo peggiore che potesse immaginare, ma quello che le aveva detto trascendeva il buon gusto. Non conosceva gli ultimi anni di Betty, non sapeva come andava il suo matrimonio, magari Michelle l'aveva lasciata, magari l'aveva tradita. Tornò in albergo e si sdraiò sul letto. L'immagine di Betty, del quadro, del suo corpo e delle mani di quel pittore su di lei e quelle di Michelle... Gli sembrava di impazzire. Non era rabbia per il segreto che gli aveva nascosto, era rabbia per la gelosia! Quando sarebbe riuscito a liberarsi dall'ossessione che provava per quella donna? Il giorno dopo, come previsto Armando andò a prendere il figlio all'asilo, insieme si divertirono a giocare al parco e poi lo riaccompagnò a casa. “Tata, dov'è la mamma?” “Buonasera anche a te Riccardo, buonasera dottor Mendoza. Riccardo, la mamma è fuori con la zia Sara, tornerà per cena, ora se non vuoi essere tu in ritardo corri in bagno! Io arrivo subito” Il bambino saltò al collo del padre e lo salutò stampandogli un grande bacio sulla guancia e corse in bagno. “Arrivederci dottore.” Gli sorrise Licia. Nei giorni successivi, per una ragione o per l'altra Betty non si fece trovare. Non si intrometteva tra lui e il figlio, gli permetteva di vederlo in qualunque orario, era evidente che nulla di male aveva detto su di lui al bambino (e Armando sapeva bene quanto questo fosse importante visto l'attaccamento, la fiducia e l'amore che il piccolo nutriva per la madre). In fondo quella era la situazione ideale. L'aveva auspicata fin dall'inizio, conoscere ed amare il figlio e farsi volersi voler bene da lui senza doverla affrontare o vedere. Eppure ad Armando mancava. Anche solo per pochi istanti mentre accompagnava il piccolo Riccardo o lo andava a prendere. E poi voleva scusarsi per le sue insinuazioni. “Riccardo, come sta la mamma?” “Bene! Lo sai che presto nascerà la mia cuginetta?” “Davvero? Lo sai che hai altri cuginetti? Si chiamano Laura e Lorenzo, vivono in Europa. Laura ha qualche anno più di te, mentre Lorenzo ha la tua stessa età! Sono i figli di mia sorella...” “Che bello, magari me li fai conoscere qualche volta?” “Ma certo! Presto conoscerai loro e gli zii e anche i tuoi nonni!” Armando lo disse istintivamente, ma i suoi genitori non sapevano nemmeno di avere un nipote, altre preoccupazioni lo colsero, ma con loro raccontare una bugia o una mezza verità non sarebbe stato un problema. Avevano imparato ad apprezzare Betty, ma soprattutto sua madre non l'avrebbero certamente perdonata. Ma sarebbe bastato raccontare loro che Betty lo aveva scoperto poco prima di dirglielo, inventare qualcosa di plausibile e il problema non si sarebbe posto. Non voleva che tra lei e la sua famiglia ci fossero dei problemi... “Papà chi sono i miei nonni?” “Sono i miei genitori, ti vorranno bene, vedrai...” Il pomeriggio era passato velocemente, Riccardo aveva raccontato tante cose al padre, anche della gita organizzata dall'asilo per la chiusura dell'anno scolastico. Armando godeva di ogni istante vissuto con il bambino, tra loro si era subito creato un rapporto d'amore reciproco, avevano ancora tanta strada da percorrere ma era quella giusta.

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Capitolo 16
*** 16 ***


Capitolo 16 “Armando non puoi mancare al consiglio. Posso capire che tu voglia restare accanto a tuo figlio, ma sei via da Bogotà ormai da un mese. Ci saranno i tuoi genitori e Nicola deve presentare una nuova proposta relativa ai negozi virtuali. Oltre al fatto che la tua presenza è necessaria per l'approvazione del bilancio!” “Marcella, ho bisogno di tempo...” “No Armando, potrai tornare a Cartagena dopo! La tua presenza è indispensabile. Per favore, la tua assenza si è già protratta per molto tempo e a meno che tu non voglia lasciare la tua azienda devi essere qui dopodomani!” Armando sapeva bene che Marcella aveva ragione la salutò e le confermò la presenza al consiglio per le settimane successive. Prenotò il volo e poi si precipitò a casa di Betty per dirlo al figlio e a lei. Sperava di parlare anche con lei ma come gli altri giorni Lucia trovò una scusa e Armando riuscì a parlare solo con il bambino. Gli spiegò che per questioni di lavoro doveva allontanarsi da lui ma che si sarebbero sentiti tutti i giorni e che non appena possibile sarebbe corso da lui. “Possiamo venire anche io e la mamma?” “Riccardo, lo vorrei tanto, non lo immagini nemmeno quanto, vorrei portarvi con me ovunque, ma le cose sono un po' complicate... Alla mamma dì solo che non appena mi sarà possibile vorrei averti tutto per me per qualche giorno...” Era vero, avrebbe dato qualsiasi cosa per poter stare con... Loro due. Una famiglia con il figlio e Betty, l'aveva sognato tante volte... “Domani sera ho il volo per tornare a Bogotà ma staremo insieme per tutto il pomeriggio...” Il bambino rispose con il sorriso e lo abbracciò. Per lui il concetto di lontananza e tempo non era ancora molto chiara. Armando fu deluso dall'ennesima assenza di Betty, sperava che sopraggiungendo all'improvviso non avrebbe potuto non vederla, ma lei aveva preferito chiudersi in camera piuttosto di incontrarlo. Forse, sapendo che sarebbe partito, il giorno seguente, avrebbero potuto parlare. Non fu così. Betty aveva deciso di passare tutta la giornata lontano da casa. Si limitò a lasciare un messaggio che la signora Lucia riportò ad Armando. “La signora è spiacente ma oggi aveva degli impegni a cui non ha potuto sottrarsi ma mi ha pregato di dirle che non appena l'asilo di Riccardo chiuderà per le vacanze, partiremo per Bogotà. La signora ha alcuni affari da sbrigare in città e lei è il piccolo Riccardo avrete modo di passare tempo insieme. Come sempre lei non si intrometterà. La prega solo di chiamare ad orari precisi in modo da evitare di rischiare di non trovare nessuno!” Già, era un'ottima scusa per non rischiare di rispondere al telefono personalmente. Armando salutò il figlio non senza un filo di malinconia e si diresse verso l'aeroporto. Il volo di ritorno fu tranquillo ma Armando si sentiva triste. Era stato un mese pieno di emozioni, aveva conosciuto il figlio e senza alcuna difficoltà aveva imparato ad amarlo e a farsi ricambiare e sapere che non l'avrebbe visto per settimane lo faceva sentire male. E poi lei. Non riusciva a perdonarla ma non smetteva di pensare a quanto la sua assenza nei giorni precedenti gli avesse fatto male. Non poteva non ammettere che gli mancava, che ogni giorno aveva sperato di vederla, che gli rivolgesse un sorriso ma da quel giorno in cui l'aveva offesa mettendo in discussione la sua moralità, lei non gli aveva più dato modo di vederla. E di scusarsi... I giorni successivi al rientro li dedicò a recuperare tutto il lavoro accumulato, a discutere di affari nelle riunioni e a realizzare la proposta di Nicola, che si sarebbe sicuramente rivelata proficua e vincente. Aspettava la sera e alla stessa ora chiamava il figlio e si scoprì spesso a sperare che almeno una volta a quel telefono, rispondesse Betty. “Papà lo sai che fra due giorni finisce l'asilo? Poi prenderemo un aereo e verremo da te!” “Non vedo l'ora di riabbracciarti! Faremo un sacco di cose insieme e anche se non c'è il mare, andremo in piscina e nei parcogiochi, ce ne sono di molto belli e faremo tutto quello che ti piace! Ok?” “Che bello ci divertiremo tanto!” “Ma quando sarete qui? Vuoi passarmi la mamma così mi metto d'accordo con lei anche per venire a prendervi...” “Aspetta la chiamo subito...” “Buonasera dottor Mendoza, la signora mi ha detto che prevede di partire giovedì, un paio di giorni dopo la fine dell'anno scolastico. Non si deve preoccupare... La signora ha già organizzato il noleggio di un'auto all'aeroporto e ha già prenotato un albergo. Venerdì, dopo aver riposato e sistemato i bagagli, il piccolo Riccardo potrà passare l'intera giornata con lei... Ma certo, la signora le farà sapere gli orari... Molto bene, riferirò. Le auguro buona serata. Armando era felice, presto avrebbe rivisto suo figlio è non vedeva l'ora! Ci sarebbe stato modo di vedere anche lei, ne era sicuro. “Armando, finalmente domani potrai rivedere Riccardo...” “Sì, Marcella. Non vedo l'ora gli farò vedere tutta la città. Ci divertiremo. A tal proposito domani pomeriggio non sarò in ufficio. Ho già preparato i preventivi per il magazzino di stoccaggio delle merci per il negozio virtuale. Sono tutti pronti, avrai la possibilità di verificare i costi e la fattibilità. Stasera lavorerò fino a tardi per recuperare le ore di domani e avrete tutte le previsioni di costi e ricavi nel breve periodo, credo che fossero le intenzioni di Nicola non andare oltre i 5 anni...” “È vero. Domani pomeriggio vaglieremo i preventivi e lunedì discuteremo delle previsioni. Armando so che non mi consideri più un'amica e che non vuoi parlarmi di te, ma forse potrei aiutarti.. Cosa è successo? “ “Marcella... Sii più chiara per favore, a cosa ti riferisci?” “Bene Armando, sarà più esplicita. Tra te e Betty è successo qualcosa e ti prego, sii sincero. So che quando sei partito eri arrabbiato, ma so anche che ad un certo punto sembrava che le cose si fossero stabilizzate. Poi ad un certo punto Betty mi ha detto che era meglio non discutere più di qualcosa che era finita, che non aveva intenzione di impedirti di star vicino a Riccardo, ma che non solo non era più interessata al tuo perdono ma che il solo nominarti la infastidiva... Armando, avete litigato per il bambino?” “Marcella, quella donna mi ha tenuto nascosto un figlio, cosa credi che dovrei fare?” “Smettila Armando, ti ho detto che so che c'è dell'altro. Betty non ne ha voluto parlare né con me né con Nicola. Io non voglio intromettermi, ma ti voglio bene e vorrei che sapessi che con me puoi parlare.” “Grazie Marcella, hai ragione, le cose tra noi si stavano stabilizzando. Stavamo trovando un equilibrio per rendere ad entrambi la cosa il meno difficile possibile. Poi ho scoperto certe cose di lei e... Beh mi sono sentito ancora più deluso e amareggiato. Non ho potuto fare altro che rinfacciarglielo e... Giusto o sbagliato scoprire che la donna che ami da anni ti ha mentito sempre e si è rivelata completamente diversa da ciò che credevi ti fa infuriare. Le ho detto chiaro ciò che pensavo e lei si è sentita offesa. Ma credimi Marcella, ero io l'unico a doversi sentire offeso!” “Di cosa parli? Cosa hai scoperto?” “Lo sai che ha tradito Michelle con un suo amico?” “Come? Armando non dire sciocchezze! Conosco molto bene il tipo di rapporto che li univa! Lei non lo amava, è vero, ma lo rispettava, lo stimava e gli voleva bene e mai gli avrebbe fatto una cosa del genere!” “Non lo so, magari era un periodo di crisi, chi lo sa, anche tu però sei delusa vero? Sapere che Betty non è la donna che credevamo fa arrabbiare anche te!” “No Armando, non sono né delusa né arrabbiata! Quanto mi stai raccontando mi fa solo sorridere! Betty non ha mai fatto nulla di quanto affermi! Mai!” “Mai dici? Lo sapevi che ha passato un periodo a New York in compagnia di un uomo che non era suo marito? Un pittore, un artista...” “Certo che lo so, ma questo che c'entra?” “Sapevi che si era fatta ritrarre da questo suo “amico”? E che si è fatta ritrarre nuda?” “Armando quel quadro è esposto nel salotto di Betty, e se permetti, è bellissimo! Ma questo con il tradimento di Betty cosa c'entra? non capisco davvero!” “Marcella, scherziamo? Per caso li ho visti insieme, dovevi vedere com'erano affiatati. Lei gli ha fatto da modella e il loro rapporto non si è limitato a quello... Era chiaro e io non sono uno sciocco!” “Armando sei fuori strada! Valerio è un suo amico. È il fratello di uno dei soci di Michelle. Se credi davvero che Betty lo abbia tradito con lui non hai proprio capito nulla... Dimmi Armando le hai detto queste cose?” “Si le ho rinfacciato la sua doppiezza! Tutto ciò che credevo e cioè che fosse una donna perbene era falso!” “Armando, ti prego, dimmi che non le hai parlato in questo modo!” “Forse non ho usato queste parole ma le ho fatto capire molto bene quello che penso di lei” disse Armando tra il soddisfatto e lo sconfortato. “oh Armando cosa hai fatto? Avevo ragione a temere per una tua stupidaggine! Armando, Valerio adora Betty, le vuole bene, molto bene, del resto conoscendola è difficile non provare affetto per lei, ma ti posso garantire che tra loro non c'è stato nulla. A New York c'è andata ma non era sola. con lui c'era anche uno degli amori di Valerio. Ugo! Sì Armando il tuo stilista, Ugo Lombardi! Valerio è gay! Le parole che hai ascoltato ti hanno tratto in inganno Armando! Ha ritratto anche me, sai? E sì, anche io ero nuda. È stato un regalo che ho voluto fare a Nicola! Il mio ritratto è bellissimo ma è meno intimo, ha colto qualcosa perché è un ottimo artista, ma non tutto... Quello di Betty invece è profondamente intimo, di lei ha colto molte sfaccettature, quel dipinto rappresenta l'essenza stessa di Betty, ma non ha nulla di “sessuale”! Come hai fatto a vederci qualcosa di volgare o di “nascosto”? Credi che sia tanto stupida da esporlo nel suo salotto? Davanti alla vista di chiunque? Ricordi la sfilata a Cartagena di qualche anno fa? Ricordi che Ugo si prese una lunga vacanza? Ecco, ebbe una storia con Valerio. Hanno passato qualche settimana felici e contenti, sono volati a New York per qualche giorno e poi Ugo si è stancato ed è tornato a Bogotà. Valerio si era innamorato e Betty ne ha raccolto i pezzi... Ecco perché si conoscono così bene! Armando hai davvero fatto un grosso errore. Mettere in dubbio la moralità di Betty... Ora rifletti molto bene su quanto hai fatto. Potrai essere furioso con lei per la sua menzogna, ma dentro di te sai che ciò che hai fatto non è altro che una scenata di gelosia! Riesco ad immaginarti sai? Mi chiedo solo come tu abbia fatto a non saltare fuori dal tuo nascondiglio a spaccare la faccia a quel poveretto... Pensaci bene Armando! Quando sincronizzerai i tuoi sentimenti alla ragione? La ami ancora e non smetterai di amarla! Ma fai attenzione perché vi siete fatti del male per troppo tempo e certe cose non si cancellano con un colpo di spugna! Ora scusami! Devo andare ora! Scusami... Ci vediamo domattina! Buona lavoro.” Marcella uscì dall'ufficio di Armando che si sentiva come svuotato. Aveva preso un abbaglio enorme ed era stato inutilmente crudele. Si era fatto prendere dalla gelosia e aveva tirato delle conclusioni errate. Non era stata la prima volta... Era capitato anni prima con Nicola, con lo stesso Michelle. Betty aveva ragione, non era poi così cambiato! Ma era per lei che impazziva! Per i suoi silenzi! Perché non gli aveva spiegato come stavano le cose? Lui avrebbe capito! Ma lei preferiva scappare, nascondersi, arrabbiarsi! Domani le avrebbe chiesto scusa. Lo voleva fare anche prima, quando non conosceva la storia, adesso aveva un motivo in più! Parlare con Marcella gli era servito. Le avrebbe chiesto scusa! E,lo avrebbe fatto il giorno dopo! Non poteva certo sparire.

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Capitolo 17
*** 17 ***


Capitolo 17 “Papàààà!” Riccardo corse ad abbracciare Armando che lo sollevò e lo fece girare e poi abbracciandolo a sua volta, gli sussurrò che gli voleva bene e che era felice di vederlo. Dietro al bambino vide Lucia, non si stupì ma ne fu deluso. La donna lo salutò gentilmente e gli porse un piccolo zaino con il necessario per passare la giornata fuori. Si raccomandò di riaccompagnarlo entro le nove e lo salutò. Armando la fermò e la pregò di aspettare un momento, poi si diresse alla reception e chiese un foglio sul quale scrisse qualcosa, ripiegò il pezzo di carta e lo porse a Lucia pregandola di consegnarlo a Betty. Tutto il resto della giornata fu spensierato e sereno! Betty si preparò per uscire. Quella sera avrebbe cenato con Adriana Arboleda ed altri amici. Preferiva aspettare prima di affrontare quelli più intimi, Marcella e Nicola, Ugo e Caterina, perché con loro doveva necessariamente togliere la maschera di circostanza. Ma non aveva nessuna intenzione di dare spiegazioni, ascoltare consigli e altro. Sapeva bene che il loro interesse era dettato dall'affetto, ma lei aveva bisogno di tranquillità e perché no, di un po' di svago! Erano state settimane dure, aveva pianto, avuto incubi terribili, ma aveva sempre mantenuto un atteggiamento allegro per non preoccupare il figlio. Poi una mattina si disse che era arrivato il momento di dire basta. Di chiudere definitivamente con quell'uomo! Lo aveva già fatto in passato. Sarebbe stato più difficile perché ora era sola, ma ci sarebbe riuscita! Il ricezionista avvisò che il signor Mendoza era nella hall con il bambino è lei chiese a Lucia di andare a prenderlo. Fu contenta di vedere il piccolo così felice. Si era divertito tanto evidentemente. Dopo aver chiacchierato un po' con lui, Betty lo salutò e gli diede il bacio della buona notte. E dopo le ultime raccomandazioni a Lucia, uscì dalla porta. Aveva scelto un abito nero molto elegante, dei sandali con un tacco altissimo e si era truccata in maniera accurata. Nell'ascensore si diede un'ultima occhiata. Sì, era bella. Il parcheggiatore le portò la macchina e si diresse verso uno dei locali più alla moda della città, dove la aspettavano gli amici. La serata si dimostrò esattamente come voleva, divertente, allegra e senza impegno. Rientrata si tolse le scarpe e sciolse i capelli si sedette sul divano e sul tavolino notò due foglietti ripiegati, uno sopra l'altro. Lesse il primo: Mi scusi Betty, lo avevo dimenticato... Questo biglietto è da parte del dottor Mendoza. Mi aveva chiesto di consegnarglielo oggi pomeriggio! Spero di non aver combinato un guaio. Lucia Prese in mano il secondo foglio e aspettò qualche secondo prima di aprirlo... Scusami. Vorrei parlare con te! Armando Per un secondo il cuore di Betty smise di battere, ma fu un attimo. Accartocciò i due foglie e si diresse nella sua camera. Il mattino seguente Lucia, imbarazzata, chiese scusa a Betty, che la tranquillizzò dicendole che non era nulla di importante. Passarono alcuni giorni e Betty non si spostò dalle sue intenzioni. Sapeva che Armando non si sarebbe arreso, ma finché evitava di vederlo tutto sarebbe andato bene! Prima doveva ricostruire un muro alto e solido, perché sapeva bene che i suoi sentimenti e il senso di colpa sarebbero stati dei cattivi consiglieri. Nel frattempo era riuscita a vedere gli amici più cari in due diversi momenti e in entrambi i casi aveva semplicemente chiesto di rispettare il suo silenzio in merito e per quanto preoccupati, gli amici la assecondarono. Riccardo era felice. L'unica cosa importante era quella. Dall'arrivo di Betty a Bogotà, erano passate alcune settimane. Nicola le aveva proposto di lavorare per la Terra Moda, l'azienda che alcuni anni prima lei gli aveva ceduto. “Visto che pensi di acquistare un appartamento qui in città, credo possa essere una buona soluzione. Non hai bisogno di lavorare, lo so, ma so anche che a te piace e io avrei modo di dedicarmi all'Ecomoda con maggiore attenzione. Se accettassi potresti sicuramente contribuire alla grandezza dell'azienda. Comunque io e Marcella avevamo già pensato di assumere un dirigente in vista della nascita del bambino. Ora sia io che lei riusciamo a organizzarci abbastanza bene, ma Marcella presto dovrà prendere la maternità e io dovrò riorganizzare il gruppo di dirigenti dell'Ecomoda. Dovrò redistribuire il lavoro o assumere qualcuno per sostituirla e non riuscirò a dirigere una seconda attività anche se ben avviata e con ottimi dipendenti...” “Oh, non avevo proprio pensato a questo sai? Però vedi, sono molti anni che non mi occupo più di finanza e non so se ne sarei all'altezza. E poi ho deciso di acquistare un appartamento per mera comodità. Io a Cartagena sto bene, Riccardo è nato e cresciuto lì e abbiamo amici, affetti... Io non ho ancora deciso cosa fare della mia vita...” “È vero Betty, però ti prego di considerare tutta la situazione. A Cartagena hai lasciato tanto, ma qui vive il padre di tuo figlio e dubito che lui lasci che vada in una città lontana... Combatterà per i suoi diritti. E ti prego, non fingere di non averci pensato! Tu e Armando dovete soprattutto prendere decisioni che non facciano del male a vostro figlio! Non fate guerre. Ne uscireste perdenti entrambi. Sei troppo intelligente per non capirlo da sola! E ami troppo tuo figlio per coinvolgerlo nei problemi che hai con Armando!” Betty guardò Marcella. Non si aspettava parole così dirette. Certo, aveva ragione, ma credeva che i suoi amici sarebbero stati dalla sua parte, come sempre. “Betty, Marcella ha ragione. Noi siamo con te! Ma questi problemi esistono, sono concreti. Vi state distruggendo. É ormai chiaro che tra voi non funzionerà mai, fatevene una ragione. State lontani l'uno dell'altra e non fatevi più del male ma Riccardo merita di avere anche un padre. La mia proposta è valida e non è un favore che ti faccio! Sappi che la tua collaborazione sarebbe per noi una vera manna, ci fidiamo completamente e sappiamo bene quanto tu sia capace...” Avevano ragione, entrambi. Betty sorrise e disse “Bene, vi ringrazio e prometto che ci penserò. Nel caso dovrò fare un po' di shopping. Nel mio armadio non ho più alcun abito adeguato, a Cartagena indossavo abiti di cotone, poco professionali, ma la Terra Moda merita una manager con un certo guardaroba...” “Tranquilla amica mia, Ugo ti confezionerà degli abiti meravigliosi! Basta chiederglielo! Ne sarebbe felice. Betty, perché non organizzi qualcosa con lui, magari lo tranquillizzeresti, è preoccupato per te... Non la smette di punzecchiare Armando e lo esaspera. Prima o poi Armando lo mangerà. Salvagli la vita!” Scherzò Marcella. Betty promise agli amici e a se stessa che avrebbe provveduto e la serata si concluse serenamente. Intanto Armando aveva rinunciato a parlare con Betty. Se lei aveva deciso di chiudere ogni rapporto, lui l'avrebbe rispettata. Era soddisfatto del rapporto con il figlio, non voleva incrinarlo con colpi di testa e aveva promesso a se stesso che avrebbe vissuto la sua vita senza più cercarla. Non fu semplice perché aveva capito che Betty era l'unica che donna in grado di amare. Le altre non erano che pallidi riflessi. Col tempo però intendeva dimenticarla. Per farlo aveva cominciato a perdonarla per quello che aveva fatto. Era un passo fondamentale per smettere di pensare a lei. “Signor Ugo, posso contare su di lei? Per ora credo che mi basteranno 5 completi, qualche sottogiacca... Vorrei essere professionale. Questo lavoro sarà un rilancio per me è vorrei che tutti i dipendenti vedessero in me un dirigente competente. Quindi la prego, nessun colore “particolare”...” “Dottoressa Beatrice, fidati! Ho mai deluso le tue aspettative? Ci sono alcuni modelli della scorsa edizione che potrebbero essere ideali. Perché vedi io pensavo di proporti qualcosa di elegante e sofisticato ma anche particolare. Se sei d'accordo posso fare una telefonata e far portare qui, seduta stante, qualche modello! Ti va? Ma certo che ti va!” Senza attendere risposta prese il cellulare e diede ordine ai suoi collaboratori di preparare alcuni modelli e di portarli al suo albergo. Betty, divertita gli stampò un bacio affettuoso sulla guancia. “Grazie! Io le voglio un bene grande signor Ugo! Lei è un amico insostituibile!” Marcella aveva ragione, Ugo era preoccupato per lei ma per discrezione non le aveva mai chiesto nulla! Quella sera gli raccontò le ragioni che l'avevano allontanata ancora di più da Armando ma gli chiese di non punzecchiarlo più, di farlo per lei. Tra lei e Armando non ci sarebbe stato più nulla, tutti e due avevano fatto troppi errori e il rapporto era irrimediabilmente compromesso, ma questo non significava che i suoi amici dovevano odiarlo. Lei aveva bisogno del loro affetto e basta. Betty acquistò un appartamento molto grazioso in un quartiere residenziale nelle vicinanze di scuole e parchi e aveva deciso di lavorare per la Terra Moda. Bogotà era la città in cui era nata e vissuta e Cartagena era stata una parentesi, un paradiso in cui si era rifugiata e che non avrebbe scordato. Aveva deciso che avrebbe tenuto la casa in cui aveva vissuto. Era però necessario partire per sistemare alcune cose, recuperare effetti personali e ricordi e salutare quella che per tanto tempo era stata la sua famiglia e che avrebbe occupato sempre un posto speciale nel suo cuore. Decise quindi di partire qualche giorno da sola per avere più tempo e non preoccuparsi del bambino che tra una cosa e l'altra si sarebbe annoiato e stancato inutilmente. Parlò con il piccolo Riccardo e gli chiese se era d'accordo. Il bambino si lamentò un po' e si convinse solo quando la madre gli concesse di andare a stare per quei giorni dal padre. “Armando buongiorno...” Armando sentí le gambe tremare. Era Betty al telefono? Dopo mesi di silenzio sentiva la sua voce è si sentire mancare il fiato. “Betty... Come... Come stai?” “Molto bene, grazie. Ti chiedo scusa per il disturbo ma vorrei chiederti un favore, riguarda Riccardo.” “Ma certo, dimmi pure...” Armando era ansioso e imbarazzato. Si sentiva a disagio ma anche emozionato. Era chiaro che l'amava. “Devo partire per qualche giorno e preferirei non portare con me il bambino. Mi ha chiesto il permesso di passare il tempo in cui sarò assente con te... Mi chiedevo se tu fossi disponibile. Naturalmente sarai aiutato da Lucia. Credi di poterli ospitare nel tuo appartamento?” “Sì, sì! Ne sono felice... Tutto il tempo che vorrai... Dimmi starai via molto tempo?” “Il tempo necessario per sbrigare alcune cose. Non più di una settimana comunque.” “Va bene! Mi organizzerò è tutto andrà bene! Non deluderò mio figlio e... Non deluderò nemmeno te!” “Ne sono sicura! Allora ti porterò il bambino fra due giorni. Domani preferirei passare la giornata con lui, da soli, visto che dovrò lasciarlo...” “Non ci sono problemi, lo chiamerò domani sera. Nel frattempo sistemerò la camera degli ospiti per Lucia e la camera di Riccardo. Grazie Betty per la fiducia! Non immagini quanto conti per me... Betty, un'altra cosa, volevo dirti... scusami! Davvero, sono stato uno stupido e mi sono lasciato prendere dalla gelosia... Ecco io... Betty, ti andrebbe di vederci per parlare? Non domani, quando tornerai!” “Armando ti ringrazio per la disponibilità. Per il resto credo non ci sia nulla da dire. Non voglio rivangare più nulla del passato. Spero che anche tu sia d'accordo!” “Va bene. Allora ti auguro buon viaggio” I saluti furono freddi e formali ma Armando era felice! Avrebbe passato il tempo con il figlio, come un vero padre, gli avrebbe raccontato la favola della buona notte, avrebbero fatto colazione insieme... E poi era felice per aver ascoltato la sua voce, quella della sua Betty. Sì, l'amava ancora e non sarebbe mai cambiato questo fatto. Si rimangiò la promessa. L'avrebbe riconquistata! Lui, Riccardo e Betty sarebbero diventati la famiglia che dovevano essere. Quando sarebbe tornata lui l'avrebbe riconquistata! “Oh, non immaginavo avresti deciso di lasciare Cartagena. Capisco le tue ragioni, e sono perfettamente d'accordo. Anche mio fratello lo sarebbe. Per Riccardo è certamente la soluzione migliore, ma ci mancherai!” Disse Gerard “È vero, pensare che non potremo più confidarci, ridere e scherzare insieme mi sembra molto strano. Avevo immaginato di crescere il piccolo Etienne con Riccardo... Oh Betty, sei sicura? Pensaci ancora un po'!” “Sara, ci ho pensato per settimane. Voi sarete sempre parte della mia famiglia. Il vostro affetto, tutto l'aiuto che mi avete dato, i nostri ricordi li porterò sempre con me ma a Bogotà potrò ricostruire un equilibrio basato sulla realtà. Fra una settimana comincerò il nuovo lavoro, iscriverò Riccardo all'asilo e inizierò da capo per l'ennesima volta. Ma non scapperò più! Saprò gestire tutto, compreso il mio dolore...” “Betty lo ami ancora...” “Sara, non ho mai smesso di amarlo e non smetterò mai! Ma sono anche consapevole che tra me e quell'uomo non potrà mai più esserci nulla. Il male che ci siamo fatti è troppo e so che se ricadessi in quel sogno, sarebbe per un tempo breve, determinato. Perché saremmo separati da qualcosa che va oltre me e lui.. E io non voglio più soffrire, e non voglio piu fare la guerra con nessuno. Ad andarci di mezzo sarebbe Riccardo. State tranquilli, ci sentiremo presto. Sicuramente prima delle vacanze d'autunno verremo a trovarvi.” “Manca ancora molto...” “Hai ragione Gerard, ma prima di tutto devo trovare la giusta marcia per il lavoro. L'azienda per cui lavorerò è molto importante e non sarà una passeggiata...” “Va bene Betty, ti voglio bene, ricordalo! Abbraccia forte Riccardo da parte mia!” Betty strinse il cognato e diede un bacio sulla guancia al piccolo Etienne poi l'uomo si allontanò lasciandola solo con la moglie. “Betty, mi mancherai tanto... Promettimi che ci sentiremo spesso...” Disse Sarà piangendo “Amica mia! Te lo prometto!” La abbracciò Betty. “Betty se lo ami cerca almeno di capire cosa prova lui... Non lasciarlo andare se davvero lo ami! Non lasciarlo andare! Il male si può dimenticare, insieme potreste davvero cancellarlo ed essere felici... Non rispondermi! Adesso vado anche io, ti voglio bene!” Sara si girò e a passo spedito si allontanò, ma prima di perderla tra la folla dell'aeroporto le gridò “Pensaci amica mia! Non lasciarlo andare!” Betty non le rispose ma alzò solo la mano per salutarla. A Cartagena erano stai giorni impegnativi, aveva come prima cosa sistemato tutti gli abiti e gli effetti personali di Lucia. Li aveva ordinati negli scatoloni, nel caso avesse dimenticato qualche cosa era d'accordo con la donna che avrebbe potuto prendere qualche giorno di ferie extra per recuperare tutte le sue cose. Poi aveva impacchettato i vestiti suoi e quelli del bambino, i giochi, i dischi, le raccolte di musica e di film, i libri, i disegni e i lavoretti del bambino, i gioielli e le fotografie. Non si era mai accorta di averne così tante. Organizzò con una ditta di spedizioni l'inventario dei quadri e delle stampe, alcuni di grande valore, e di altri pezzi d'arte che intendeva sistemare nella nuova casa di Bogotà, e l'organizzazione di tutti i pacchi che aveva preparato. Poi passò alle cose appartenute a Michelle. Tenne solo gli effetti personali, degli orologi, i gemelli, la sua fede nuziale e altri oggetti a cui l'uomo teneva molto. Si era accordata invece con il cognato di regalare gli abiti a dei centri per persone povere. Aveva girato e rigirato quella casa in lungo e in largo. Era vuota! Ci aveva impiegato un bel po' ma ora tutti i ricordi erano stati consegnati allo spedizioniere ed erano in viaggio per Bogotà. Restavano solo i mobili, della biancheria, delle lenzuola... Non la stava abbandonando per sempre quella casa, lei è Riccardo ci sarebbero tornati appena possibile ed era inutile viaggiare con quelle cose. Anche in cucina aveva lasciato tutto. Eppure le sembrava completamente vuota! Da quando era tornata a Bogotà non aveva avuto un attimo libero. Si era interessata perché i lavori di ristrutturazione della nuova casa procedessero senza intoppi, poi una volta consegnata si occupò dell'arredamento e del posizionamento di tutti i mobili e suppellettili; diede carta bianca a Lucia per l'organizzazione della cucina, della sala da pranzo e naturalmente della sua camera da letto. Diede indicazioni per appendere quadri, stampe e foto. Sistemò con cura i libri nelle librerie scelse tappeti e tende. Era quasi stanca e ancora non aveva iniziato a lavorare. Sorrise tra se e si decise a ordinare anche gli armadi. Oltre agli altri doveva sistemare anche quelli che Ugo le aveva sistemato. Erano 8 tailleur, 4 con pantaloni, 2 con gonna e altri due con scamiciati. Le aveva fatto avere diversi sottogiacca e delle camicette. Aveva poi provveduto a consegnarle anche dei pantaloni, abiti, e gonne che potevano essere utilizzati per spezzare gli altri. Con un bigliettino poi gli aveva anche consegnato una valigetta ventiquattrore cucita a mano e con un disegno davvero accattivante. Il giorno successivo acquistò tutto quello che le mancava per essere una manager credibile, alcune scarpe, delle calze trasparenti e delle borse. Riccardo era eccitato dalle novità era felicissimo di aver passato una settimana col padre ma in quei giorni frenetici si era divertito a farsi realizzare la cameretta, a farla dipingere del suo colore preferito ad appendere disegni e poster dei cartoni animati che seguiva in TV o al cinema. Avrebbe voluto che il padre fosse con loro ma non fece molte domande alla madre, troppo distratto da quella che per lui era un'avventura! La casa era perfetta. Ora iniziava per Betty una nuova vita. Armando andava a prendere regolarmente Riccardo dopo il lavoro senza permettersi di invadere la casa di Betty, anche se avrebbe tanto voluto vederla... E vedere dove aveva appeso il suo ritratto. Il bambino aveva accettato e si era abituato a quella routine. Era felice di stare con la mamma, di giocare con la tata e di farsi coccolare dal papà. “Armando cosa sono quelle foto sui giornali? Di chi è quel bambino?” Margherita era furiosa per quell'articolo uscito su un giornale di pettegolezzi qualche giorno prima. Da alcune settimane, Armando, rampollo della nota famiglia dei Mendoza, viene visto spesso aggirarsi in parchi giochi, sale cinematografiche dove vengono proiettati film per bambini in compagnia. Il famoso don Giovanni però non viene accompagnato dalle sue modelle come succedeva fino a qualche tempo fa, ma da un grazioso bambino con il quale sembra avere una certa confidenza. Si tratta forse di un figlio segreto? Queste poche parole contornavano diverse fotografie di Armando insieme a Riccardo. Il giornale non dava la notizia per certa ma insinuava il dubbio. Il pettegolezzo aveva fatto in fretta a girare e aveva raggiunto anche Roberto e Marcherita a Londra. “Mamma, ti prego, ti spiegherò tutto non appena sarete a Bogotà. Era già mia intenzione parlavi quindi state tranquilli. Vedrete che sarà una notizia che col tempo saprete valutare positivamente... No, mamma per telefono è complicato e preferisco parlare con voi personalmente. Non manca molto al vostro arrivo e magari potreste anticiparlo di qualche giorno... Va bene, fammi sapere appena tu e papà avrete deciso quando partire... Sì mamma vi racconterò tutto quanto. Ora devo salutari... Certo! Ti voglio bene anche io.” Bene, aveva trovato il modo di prendere del tempo con i suoi genitori. Ora doveva parlare con Betty. Non avrebbe potuto evitarlo questa volta. Armando non era poi dispiaciuto che la notizia circolasse e che la gente cominciasse a pensare che avesse un figlio. Ne era fiero, non avrebbe mai voluto nasconderlo! Sapeva bene però che per Betty le cose sarebbero state diverse. “Betty, sono io, credo sia arrivato il momento di discutere di Riccardo. Hai visto i giornali?” “Buongiorno, stavo giusto ragionando su come sistemare queste voci...” “Pensi di coinvolgermi o mi farai sapere a decisione presa?” “Hai ragione. Scusa, ma non ero preparata... Sono molto in ansia...” “Stai tranquilla, se vuoi possiamo vederci e trovare delle scuse plausibili... Però sappi che non voglio più nascondere la verità. Sono suo padre e almeno alla mia famiglia e agli amici voglio dirlo!” Il tono di Armando era perentorio e non lasciava spazio a repliche. Si accordarono per vedersi quella stessa sera in un locale discreto. “Betty, la voce si sta spargendo in fretta. Anche i miei genitori ne sono venuti a conoscenza... All'Ecomoda la banda è in subbuglio e trovo strano non ti abbiano ancora fatto il terzo grado. A me non interessano i pettegolezzi, quello che la gente dice, suppone o capisce. Per me possiamo continuare così, ma non permetterò che le chiacchiere mi impediscano di veder Riccardo, o che lui si senta a disagio! Non chiedermi di smettere di vederlo Betty!” “Non è quello che voglio, almeno alle persone più vicine dobbiamo dare spiegazioni... Quelle che mi preoccupano di più sono le ragazze della banda. Sono adorabili ma intriganti e chiacchierone! A loro penserò io! Ai tuoi genitori cosa dirai? Perché sinceramente non me la sento di subire un altro processo oltre a quello che mi hai inflitto tu!” “Betty, credo che non sia proprio il caso di rivangare questa storia, direi che possiamo a questo punto dividerci equamente le colpe, non credi?” Betty non poté che dare ragione ad Armando. “Ai miei dirò la verità e cioè che Riccardo è il loro nipotino. Non preoccuparti, non racconterò loro che lo hai sempre saputo e che hai deciso di dirmelo dopo 5 anni per lavarti la coscienza” Disse Armando non senza una punta di cattiveria. Betty gli sorrise amaramente. “Il processo è finito ma vedo che la punizione che hai deciso di infliggermi è ancora in atto...” “Perdonami, è stato più forte di me... Sono ancora deluso di aver perso tanti anni della vita di mio figlio!” Le rispose Armando cercando di accarezzarle una mano che lei prontamente spostò. “Comunque veniamo al dunque, ai miei dirò che anche tu lo hai scoperto poco dopo essere tornata per il matrimonio di Nicola e Marcella e che appena saputo me lo hai riferito. Ho pensato che potevi averlo capito dopo un esame del sangue o qualcosa del genere. Per i miei sarà un colpo ma lo sarebbe di più sapendo tutta la verità e voglio evitare che questo accada... E non per loro Betty, ma per te. Conosci mia madre e non te la farebbe passare liscia! Ti odierebbe e non avresti più un attimo di tranquillità. In questo modo invece saranno shockati ma lo accetteranno. Possiamo dir loro che non ne avevamo la certezza e per questo motivo sono venuto a Cartagena per tutti gli accertamenti e che a quel punto non c'erano più dubbi. Cosa ne pensi?” “Penso sia una bugia e io ne ho raccontate troppe...” “Questa è una bugia che non farà del male a nessuno e che ci permetterà di non creare altri problemi... Se vuoi sarò io stesso a parlarne anche alle ragazze della banda...” “No, a loro penso io. Racconterò loro questa versione è le pregherò di chiudere per sempre con i loro pettegolezzi... Però voglio chiederti un favore, vorrei essere presente quando lo spiegherai ai tuoi genitori, ma solo io, preferirei che conoscessero Riccardo dopo aver saputo che è il loro... Nipotino!” “Sarebbe meraviglioso!” Armando era sincero, l'idea di affrontare una situazione tanto importante insieme alla donna che amava forse era un primo passo per sistemare le cose tra di loro... Decisero che non valeva la pena di dare comunicati stampa in merito ma di lasciare che le pagine delle riviste si riempissero di qualche altro scandalo cosa che effettivamente successe nel giro di pochi giorni. Betty parlò alle amiche spiegando loro ciò che lei ed Armando avevano stabilito e chiedendo loro di tacere la cosa. In caso contrario la loro amicizia sarebbe finita. I signori Mendoza arrivarono a Bogotà e subissarono Armando di domande. Lui chiese loro di aspettare, li fece accomodare e li rassicurò sul fatto che era felice e molto tranquillo. I genitori si stupirono nel vedere arrivare Betty ma quando i due spiegarono ciò che era successo le loro reazioni furono molto diverse. Entrambi erano certamente sconvolti, ma mentre il signor Roberto si congratulò con Armando e auspicò di conoscere presto quello che lui considerava già un membro della famiglia, la signora Margherita, come previsto, fu molto meno accomodante. Si arrabbiò con Betty per essere stata tanto superficile e con il figlio che non le aveva parlato immediatamente. Alla fine però si lasciò calmare dal figlio e dal marito e si convinse che era inutile recriminare su quello che era stato e che la cosa migliore fosse quella di accogliere il bambino in famiglia e amarlo come meritava. Essendo poi una donna molto attenta all'apparenza chiese ai due come intendevano rendere pubblico il fatto e propose alcune opzioni che avrebbero evitato lo scandalo. Betty e Armando però furono fermi nell'affermare che per il momento erano intenzionati a tutelare la loro privacy e sopratutto quella del bambino. Chiesero quindi la discrezione necessaria e una volta sicuri che tutto sarebbe rimasto tra quelle mura si accordarono perché i due conoscessero il piccolo Riccardo. Armando fu molto chiaro nel volerla presente, perché il bambino fosse sereno e tranquillo e che non si rischiasse di creare inutile stress visto quello che aveva dovuto affrontare tante novità in poco tempo. La gravidanza di Marcella era quasi arrivata a termine, da qualche settimana aveva smesso ufficialmente di lavorare ma continuava ad aggirarsi per L'Ecomoda a dare ordini ai dipendenti e al marito che secondo lei aveva preso la decisione sbagliata assumendo un consulente per svolgere il suo lavoro. Nicola, Ugo e anche Armando cominciavano a sentirsi sotto pressione per le sue improvvisate e per i suoi consigli non richiesti, decisero quindi di darle dei compiti che poteva svolgere a casa, comodamente, e lei capì che forse stava un po' esagerando. Lei è Nicola erano davvero affiatati e i loro battibecchi erano dei divertenti siparietti dai quali traspariva il loro amore. Nicola cominciava a sentirsi intimorito dal parto, temeva per la moglie ,che lo canzonava per questo, e per il bambino. Era un padre come tanti altri, innamorato e apprensivo, che avrebbe dato tutto quello che aveva perché tutto andasse bene e contemporaneamente non vedeva l'ora di tenere stretto il figlio tra le braccia. Armando li guardava e immaginava a come sarebbe stato vivere la gravidanza di Betty, la nascita del piccolo Riccardo, l'acquisto del corredino, dei vestitini... “Sai Nicola sono molto felice per voi!” “ti ringrazio amico mio... Sono così ansioso... Ti prego non farmi pensare! Ho bisogno di distrarmi e non riesco proprio a lavorare. Per fortuna domani io e Marcella potremo passare la giornata insieme. Lei riesce a rassicurarmi, ma appena mi allontano vengo assalito da mille paure. Come si fa Armando? Come si fa a rimanere tranquilli in momenti così delicati?” “Non lo so. Ho conosciuto mio figlio solo pochi mesi fa e non ho vissuto nulla di quello che stai vivendo tu...” “Scusa Armando, sono stato inopportuno. Hai ragione, non hai vissuto tutto della sua vita ma ora tu e lui vi volete bene e ci sono mille tappe della sua vita che potrai seguire. Lo aiuterai nella scuola, con le ragazze, nelle sue scelte. È questo l'importante!” “Mio padre mi ha detto le stesse cose prima di tornare a Londra. Avete ragione. Ma non posso fare a meno di pensare a quanto mi sarebbe piaciuto esserci...” “Come vanno le cose tra di voi?” “Oh molto bene, Riccardo è un bambino fantastico, devo ammettere che Betty ha fatto un lavoro eccellente con lui. È educato, intelligenti, molto dolce... Lo adoro e credo che anche lui mi voglia molto bene. Insieme passiamo dei momenti molto belli...” “Intendevo dire con lei...” “C'è poco da dire. Non si intromette nel mio rapporto con il bambino, mi permette di vederlo quando voglio e dopo il suo viaggio a Cartagena mi ha consesso la possibilità di tenerlo anche la notte, quando capita. Con i miei genitori si è comportata egregiamente, non posso davvero trovare nemmeno un lato del suo comportamento che sia deprecabile.” “Armando, Marcella pensa che tra voi non ci sia un futuro. Crede che dopo tanto tempo e tanto dolore sia impossibile ritrovare la serenità necessaria per costruire un rapporto d'amore. Io non la penso così! Perché non lotti per riaverla?” “Cosa dovrei fare Nicola? Lei non mi permette di avvicinarla, se non per quello che riguarda nostro figlio. Io non posso fare le pazzie di un tempo, lo capisci? Mio figlio ne soffrirebbe e io non posso perderlo!” “Non ti sto dicendo di seguirla come facevi in passato, ti dico solo che il vostro amore è grande, perché nonostante tutto voi vi amate ancora... Non pensi possiate superare il passato e costruire un futuro?” “Te l'ha detto lei? Te l'ha detto lei che mi ama ancora?” “No, come non l'hai fatto tu, Armando! Ma conosco Betty più di chiunque altro e so che il suo cuore non ha smesso un momento di battere per te. E tu? Tu sei un libro aperto... Da quanto tempo non esci con una donna?” “Beh non ne ho il tempo, c'è il lavoro, che per inciso da quando Marcella è in maternità è aumentato, c'è il bambino.. Quando potrei trovare del tempo per me stesso?” “Ieri sera avresti potuto uscire con chiunque, Betty e Riccardo erano a casa nostra con Ugo e Caterina...” “Il fatto è che uscire con una donna che non sia lei mi distrugge. Continuo a cercare qualcosa che le appartenga in ogni donna con cui esco. Nessuna mi ha mai fatto sentire come mi sento con lei, capisci? Sì Nicola la amo, con tutto me stesso, nonostante tutto... ma non so più cosa fare, ti garantisco che ho perso il conto delle volte in cui le ho chiesto di darmi la possibilità di parlare. Ha eretto un muro insormontabile...” “Caro Armando, non ti dico che parlerò con lei perché la conosci e sai bene cosa mi risponderebbe, ma a te un consiglio lo voglio dare! Non arrenderti! I muri troppo alti, a volte, hanno basi troppo fragili per reggere a lungo!” Il piccolo Giulio Mora era nato una domenica mattina, rendendo la vita dei suoi genitori ancora più bella. Non riuscivano a staccargli gli occhi di dosso, innamorati di quel bambino frutto del loro amore. “Nicola, Marcella é un incanto” disse Betty visibilmente commossa. Riccardo lo guardava incuriosito e poi rivolto a sua madre disse “Mi piace molto, ne voglio uno anche io! Mammina, perché non ne prendiamo uno anche noi?” Tutti i presenti si misero a ridere, l'espressione del piccolo Riccardo era di grande confusione, non capiva come mai tutti fossero così divertiti. “Tesoro, non è una cosa tanto semplice, lui è un bambino piccolo e per avere un fratellino è necessario che ci siano una mamma ed un papà. Il piccolo Giulio diventerà un tuo grande amico e Marcella e Nicola, se non sarai troppo invadente, ti permetteranno di giocarci molto presto, va bene?” Il bambino era perplesso. “Ma tu e il papà potreste farne uno...” In quel momento Armando entrò nella camera dell'ospedale dove era ricoverata Marcella e sentì che tutti gli occhi venivano puntati su di lui. “Oh, buongiorno, credevo foste soli... Ciao tesoro mio!” Fece rivolto al figlio. Poi si diresse verso Marcella e il piccolino che teneva in braccio, a lei diede un bacio e accarezzo una manina del bimbo che dormiva seraficamente. “Papà, ti piace il piccolo Giulio?” “Direi proprio che Nicola e Marcella hanno fatto un piccolo meraviglioso capolavoro” disse sorridendo ai neo genitori. “Anche a me piace tanto...” Sorrisero tutti a quel bambino così dolce ed ingenuo. “Papà, la mamma dice che anche io ero così piccolino, dopo mi farà vedere le foto. Ma io penso che non è vero...” Betty sperò che il piccolo non chiedesse nulla ad Armando della sua nascita, lui non avrebbe saputo cosa rispondere e per fortuna Ugo lo interruppe, forse capendo in quale ginepraio il bambino avrebbe messo la sua amica, proponendogli di andare a prendere insieme un gelato. Il piccolo Riccardo, in un istante, dimenticò Giulio e corse tra le braccia di Ugo che lo condusse in una gelateria poco distante, lasciando Betty, Armando e i neogenitori da soli. “Per favore scusatelo, è assolutamente eccitato per la nascita del piccolino...” “Non scherzare è stato meraviglioso e ci ha fatto ridere” rispose Marcella. Dopo pochi minuti un'infermiera invitò i parenti e gli amici ad uscire dalla camera perché l'orario delle visite era finito. Betty ed Armando si trovarono soli a percorrere lo stesso corridoio per uscire dall'ospedale. “Betty, posso avere una foto di Riccardo appena nato? Betty non si aspettava una domanda simile, posta in maniera così dolce e quasi imbarazzata gli rispose “Ma certo. Ne sarò felice. Riccardo era molto carino, e... Aveva un'espressione molto serena, quasi allegra... Quando ha aperto gli occhi la prima volta ho pensato fossero identici ai tuoi..." Armando si emozionò a quelle parole, le prese una mano e senza aspettare la sua reazione l'avvicinò a se e le rubò un bacio. Betty presa alla sprovvista non seppe reagire e rimase semplicemente interdetta davanti a quel gesto. Lui la strinse per qualche secondo prima di lasciarla, continuando a stringerla con le sue labbra vicino alla bocca di Betty. Lei teneva gli occhi chiusi mentre lui la guardava. Prima di staccarsi da lei le sussurrò “Darei qualsiasi cosa per vivere un momento come quello di Marcella e Nicola, qualsiasi cosa... Io ti amo Beatrice Pinzon Solano.” Senza aggiungere altro raggiunse Ugo e Riccardo in gelateria e insieme al bambino si diresse verso uno dei tanti parchi giochi sparsi per quella zona della città. Betty congelata nella stessa posizione in cui l'aveva lasciata Armando aprì lentamente gli occhi e si sentì cedere le gambe, tanto da doversi sedere per non cadere. Betty si era immersa completamente nel lavoro dopo quanto accaduto con Armando e aveva ricominciato ad evitarlo. Si era promessa che doveva assolutamente impedire di restare di nuova sola con lui. Lui l'amava e lei sapeva fin tropo bene che era sincero. Ma i loro sentimenti non erano abbastanza. Quante volte si erano presi e poi persi e poi ritrovati per riperdersi di nuovo? No, era meglio far passare un po' di tempo.

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Capitolo 18
*** 18 ***


Capitolo 18 “Dottoressa Pinzon, le é arrivato questo invito dall'Ecomoda.” “Lascialo qui Enrica, ti ringrazio. Hai preparato il resoconto che ti avevo chiesto?” “Lo sto ancora finendo, alcuni dati li ho ricevuti solo pochi minuti fa, ma sarà pronto tra meno di un'ora” “Grazie, ora puoi andare.” La segretaria uscì dall'ufficio della presidente lasciandola sola. Aprì l'invito. Era stato Ugo a spedirglielo, lo immaginava perché glielo aveva già accennato. La voleva presente per il lancio della collezione e l'aveva pregata di non deluderlo. Nel biglietto che le aveva scritto diceva anche che aveva pronto un modello esclusivo per lei. Ci pensò per qualche minuto poi chiamò Ugo e confermò la sua presenza. L'uomo ne fu entusiasta e le disse che avrebbe provveduto ad inviarle a casa l'abito perché proprio non aveva il tempo di vederla preso com'era dalla frenesia della sfilata che si sarebbe tenuta dopo due giorni. Era però sicuro che l'abito le sarebbe stato a pennello e che se non l'avesse indossato se la sarebbe legata al dito. Betty fu incuriosita da quella frase, Ugo conosceva molto bene i suoi gusti e tutti i modelli che le aveva confezionato la rispecchiavano completamente. Il giorno dopo capì cosa intendesse Ugo con quella frase. Il vestito era composta da una giacca nera in raso è un paio di pantaloni attillati dello stesso materiale. Non somigliava affatto agli abiti, anche molto eleganti che era abituata a portare, la confezione comprendeva anche un paio di sandali con un tacco molto alto e una pochette, ma non c'era nessun sottogiacca, solo un reggiseno molto sexy dello stesso colore dell'abito. C'era anche un disegno del vestito che chiariva molto bene come dovesse essere portato. Betty lo provò e si guardò allo specchio. La giacca si chiudeva poco sotto al decolté scivolando e coprendo un poco i fianchi e seguendo a perfezione le sue forme, i pantaloni le stavano a pennello ed erano eleganti nonostante fossero particolarmente provocanti. Le scarpe erano il coronamento di tutto l'abito. Si riguardò più volte, nonostante non indossasse alcuna camicetta o top, la giacca le scopriva solo la parte superiore mettendo in mostra il contorno del suo seno senza essere volgare, anzi, era in assoluto, l'abito più elegante che avesse mai indossato. Così la giornata successiva finì di lavorare prima, diede tutte le indicazioni necessarie a Lucia e passò parte del pomeriggio dal parrucchiere e dall'estetista, si vestì con cura e si diresse nella sala dei ricevimenti del club dove era stata allestita la sfilata. Quando entrò nella grande sala gremita di ospiti, molti si girarono. Betty era bellissima con i capelli raccolti e l'abito di Ugo. Aveva osato anche con il trucco, optando per colori più decisi del solito che la rendevano ancora più sensuale, camminava cercando di non pensare agli sguardi che si sentiva addosso, erano certamente di ammirazione, lo sapeva, ma la mettevano comunque a disagio. Un cameriere le porse dello champagne e fu raggiunta da Adriana, Claudia Helena e Andrea, donne che conosceva e stimava e che la consideravano una buona amica. Le tre donne le fecero i complimenti per quanto fosse elegante e iniziarono a chiacchierare con Betty di cose più o meno frivole. Poi ognuna di loro corse a prendere posto per evitare di perdere la sfilata che visti i presupposti non avrebbe deluso le aspettative. Betty appoggiò il bicchiere che teneva in mano ma prima che riuscisse a raggiungere il posto che le era stato assegnato fu fermata da Daniele Valencia. “Dottoressa Beatrice, se quando ci siamo conosciuti mi avessero detto che si sarebbero trasformata in una farfalla tanto bella, mi creda, avrei sicuramente finto di trovarla graziosa...” “Carissimo dottor Valencia, ha uno strano modo di fare complimenti ad una donna sa? Non so se sentirmi lusingato o offesa!” Rispose Betty divertita, aveva capito che l'arroganza di quell'uomo era innocua e in fondo era anche divertente. “Lusingata, Beatrice! Sicuramente lusingata! Davvero! La trova non solo bella, ma anche davvero molto sexy! Farebbe perdere la testa a qualunque uomo! Sono davvero contento di vederla, di vederla così bene voglio dire! “ “Molto bene dottore, allora la ringrazio. Fa piacere anche a me vederla, anche se non pensavo si trovasse qui per la sfilata... È molto tempo che non possiede più quote dell'Ecomoda.” “È vero ma mia sorella è azionista e dirigente e il mio consulente finanziario è il presidente, e poi le devo confessare che Barbara Aguilar, la modella immagine di questa collezione, sta uscendo con me da qualche giorno, così non volevo perdere l'occasione per sfoggiarla con gli amici presenti... Certo, se avessi saputo di trovare lei, vestita in questo modo, con questo profumo... Beh, avrei sicuramente evitato dì presentarmi diciamo così, accompagnato.” “Barbara Aguilar? È una ragazza talmente bella che ora sono sicura che le sue lusinghe non siano sincere. Peccato, me ne farò una ragione” Disse fintamente stizzita Betty, stava forse flirtando con lui? “Non mi offenda Betty, le mie non sono lusinghe ma constatazioni, mere realtà. Lei farebbe girare la testa anche ad un cieco questa sera.” “Betty, Daniele, per favore prendete posto, la sfilata sta per iniziare e tu, Daniele smettila di fare il cretino con Betty” Intervenne Marcella prendendo sotto braccio l'amica accompagnandola al posto riservato accanto al suo. “Betty per l'amor di Dio, non fomentare l'ego di mio fratello. Gli piaci e lo sai, non dargli corda...” “Mercella, per favore...” “Betty, non prendermi in giro! Stavi flirtando con Daniele! So perfettamente che per te non è stato altro che un gioco! Il suo modo di stuzzicarti ti fa sicuramente divertire, ma non hai proprio bisogno di dare un appiglio a Daniele. Per lui saresti un piacevole diversivo e nulla più. Ma potrebbe avere delle conseguenze che non voglio immaginare... Anche perché qualcuno ha visto tutto e ti garantisco che non è stato felice di vederti giocare con Daniele...” “...non ho mai avuto intenzione di alimentare nessun interesse di tuo fratello... Spero tu lo sappia!” “Lo so, ma se mio fratello pensasse che il tuo atteggiamento nascondesse un interesse, ti garantisco che non ti lascerebbe in pace. Amica mia, fidati, lo conosco molto bene!” “Ma conosci anche me e sai che non mi lascerei mai sedurre da qualcuno di diverso da... Che non sono una donna facile da conquistare...” “Oh cara, lo so! Non intendevo insinuare il contrario... Sono solo preoccupata." Furono interrotte dalla salita sulla passerella di Nicola, che come presidente dell'Ecomoda fece il discorso di introduzione e la presentazione. “Buonasera a tutti e grazie per essere intervenuti tanto numerosi. Questa per me è una collezione speciale, nata in un momento felice, il più felice della mia vita. È la prima sfilata che presento da uomo sposato e da padre... Perdonatemi, ma oggi non ho bisogno di presentare la sfilata, l'ha disegnata Ugo, e come ben sapete Ugo Lombardi è sinonimo di bellezza e qualità. Io voglio solo ringraziare i miei collaboratori, tutti i dipendenti della nostra azienda, mi auguro che insieme continueremo a lavorare per rendere sempre più grande L'Ecomoda... E poi, vorrei ringraziare la persona che non è solo una dirigente affermata e insostituibile, ma è la mia donna, la mia compagna, mia moglie! Marcella, grazie! Tu sai perché!” Gli sguardi di tutti gli ospiti si spostarono su Marcella che invece non smise di guardare il marito. Due lacrime le bagnarono le guance e quando Nicola le si avvicinò, in barba all'etichetta, lo abbracciò e baciò con passione. Un applauso sincero si alzò poi le luci si abbassarono e sulla passerella comparve Ugo. “La mia amica March si è così ammorbidita... Il marito l'ha proprio trasformata... Ed è proprio questo il tema della mia collezione. La trasformazione... Ed è dedicata alle due donne che più amo. Due donne diverse ma che con la loro forza mi hanno ispirato. Non devo certo nominarle perché loro lo sanno... Vi voglio bene amiche mie!” Poi si allontanò mentre la musica dava inizio alla sfilata. Betty e Marcella si strinsero leggermente le mani e si lasciarono trasportare nel mondo magico che aveva creato Ugo Lombardi. Dopo la sfilata Ugo e i dirigenti dell'Ecomoda furono sommersi dai complimenti. I modelli erano sicuramente i migliori degli ultimi anni, le stoffe avevano una qualità eccezionale e il confezionamento praticamente perfetto. Betty si sedette su una poltroncina in disparte, osservando giornalisti e compratori che facevano a gara per una foto, una parola o informazioni. Anche Adriana, Andrea e Claudia Helena erano impegnatissime nei loro rispettivi ruoli... Armando sembrava perfettamente a proprio agio nel rispondere ai giornalisti, a dare informazioni o fare battute. Era sempre stato bravo a curare le pubbliche relazioni. Era elegantissimo con il completo nero, molto formale, professionale al contrario di Nicola che nonostante il ruolo non aveva tradito il suo stile, indossando una semplice camicia azzurra, dei jeans, scarpe da ginnastica e una giacca blu. Ma Armando era così affascinante nei suoi abiti eleganti. Si scoprì a sorridere osservandolo. Era il momento di lasciare il ricevimento. Approfittò del fatto che Armando stesse rilasciando un'intervista e salutò i suoi amici che cercarono di trattenerla senza successo. Mentre attendeva la sua auto sentì una mano toccarle la spalla. Un brivido le corse lungo la schiena. “Vai già via? Sei delusa dal fatto che il tuo amico Daniele sia impegnato con Barbara Aguilar? Ho visto che siete molto in confidenza... Ti ricordo che quell'uomo è solo disprezzabile!” “Armando scusa ma sono stanca e le tue sono delle sciocche insinuazioni!” “Davvero? Eppure mi sei sembrata molto disponibile nei confronti del nostro Dottor Valencia” “Non ti devo alcuna spiegazione, ma sappi che mi sono limitata a rispondergli con simpatia. Ma perché ti sto dando retta?” “Forse perché ho ragione? Non voglio che si avvicini a te!” “Tu non hai alcun diritto di dirmi chi posso o non posso vedere!” “E invece sì, tu sei la madre di mio figlio e io ho tutto il diritto di decidere se l'uomo con cui vai a letto è o non è una persona perbene!” Betty gli mollò uno schiaffo. Quell'uomo si permetteva di mettere in discussione il modo in cui aveva cresciuto Riccardo?” “E adesso me ne vado! Sappi che Riccardo non sarà mai coinvolto in quelle che consideri delle tresche, tra me e i miei amanti! Farò molta attenzione ad andare a letto con Daniele o chiunque altro, quando Riccardo sarà con te!” Armando capì la gravità delle parole che le aveva detto e le chiese scusa. “Perdonami Betty, continuo a dire sciocchezze, ma sono geloso, non posso farne a meno! Io non voglio che ti si avvicini nessun uomo! Tu sei mia! Sei mia Betty! Non andare via ora, ti prego!” “È tardi e...” Non riuscì a finire la frase perché Armando le prese la mano e la condusse in un angolo appartato. La strinse a sè e sfiorandole le labbra le sussurrò “Resta ancora un po', ti prego lascia che mi faccia perdonare, Betty” Betty si abbandonò tra le sue braccia senza rispondere. “Betty, sei così bella...” la baciò con passione, le infilò una mano sotto la giacca sfiorandole dolcemente la pelle della schiena. Betty ebbe un sussulto e nonostante sapesse di doversi allontanare strinse le mani intorno al colo di Armando e ricambiò il suo bacio con desiderio... “Betty, andiamo via di qui, io e te insieme... Per favore andiamo via...” “Non posso...” “Sì invece! Non lasciarmi! Ho bisogno di te, ti amo Betty, ti amo!” Betty si liberò da quell'abbraccio, lo guardò negli occhi. Ci lesse amore e desiderio, gli stessi sentimenti che provava lei, gli accarezzò una guancia e gli diete un piccolo bacio sfiorandogli solo le labbra “Non ora, non adesso Armando, non dopo le tue insinuazioni...” “No Betty, ti prego, sai che era solo gelosia e che non ho mai pensato niente di simile!” “Lo so, hai ragione non voglio passare la notte con te perché tra noi va sempre così, ci amiamo, passiamo momenti unici, indimenticabili, e poi torniamo a farci del male! E io non ce la faccio più! Preferisco lasciare le cose come stanno e non rischiare di compromettere quello che abbiamo fatto per Riccardo...” “Ti giuro Betty che sarebbe diverso...” “No. Tutto sarebbe come sempre! Non voglio negare il mio amore per te. Sai bene che sei l'unico uomo che abbia mai amato e sarai l'unico che amerò, ma dobbiamo pensare a nostro figlio...” Armando, la riportò a se e le disse “Io penso a Riccardo, e penso a come sarebbe felice vedendoci insieme. E penso che la nostra sarebbe una famiglia meravigliosa! Io penso a nostro figlio e penso anche a quelli che potremmo avere...” “Perché mi stai facendo questo? Perché prima mi illudi e poi in un modo o nell'altro rovini tutto... Perché non possiamo rassegnarci e vivere sereni?” “Perché io non sono sereno senza di te! Non c'è pace per me! Per favore lascia che ti dimostri quanto ti amo...” Il parcheggiatore aveva nel frattempo portato la macchina di fronte all'uscita del club e attendeva di poter consegnare l'auto alla proprietaria che però sembrava sparita. Armando tenendo stretta la mano di Betty, prese le chiavi, la fece salire sul lato del passeggero, si mise alla guida dell'auto. Si fermò solo una volta parcheggiata la macchina sotto il suo appartamento. L'aiutò a scendere e senza dire una parola salirono. Non appena l'ascensore si chiuse alle loro spalle, Armando la condusse in camera da letto. Lei non oppose resistenza. Amava Armando con tutta sè stessa e sapeva che quello era l'unico modo che conoscevano per esprimere i loro sentimenti. Guardava Armando mentre si spogliava, con calma, lasciò che le togliesse la giacca e che la facesse sdraiare sul letto, nessuno dei due diceva una parola, entrambi intimoriti di dire qualcosa di sbagliato, che potesse rovinare la magia di quel momento. Fecero l'amore, sempre lì, in quella casa che li aveva visti felice e disperati, che era la custode di quello che erano insieme, di come erano capaci di amarsi. “E adesso? “ “Adesso non ti lascerò scappare, non ci sono segreti da svelare e faremo di nuovo l'amore.” Armando la baciò. “Sii serio, adesso che abbiamo complicato tutto di nuovo come facciamo a condurre le nostre vite di prima?” “Io non voglio tornare a vivere la mia vita senza di te! Tu sei la donna che amo e sei la madre di mio figlio. Abbiamo già una famiglia, dobbiamo organizzarci, trovare il modo per farla funzionare, tutto qui!” “Tutto qui? Ma ti senti? Armando avere un figlio insieme non significa essere una famiglia...” “Non ho detto che lo siamo, ma che ne abbiamo una. Ora dobbiamo impegnarci a diventarlo!” “E come? Domani ci saranno altri problemi che dovremo affrontare, e non saremo d'accordo su come farlo, litigheremo e ci diremo le cose peggiori che una donna è un uomo possano dirsi... Torneremo a guardarci da lontano, a soffrire e a fingere con Riccardo...” “Betty, abbiamo fatto l'amore, non puoi tornare indietro e lo volevamo entrambi! Perché ci amiamo e ci desideriamo da sempre! Non ti dico sarà facile, non voglio trasferirmi a casa tua domani, voglio fare le cose per bene! Ti corteggerò, usciremo a cena chiederò a Riccardo il permesso di uscire con sua madre e se a lui non farà piacere ti prometto che rispetterò i suoi tempi. Ma non lascerò che tu ti allontani ancora una volta. E ti giuro che un giorno ti sposerò e avremo almeno un altro bambino e lo cresceremo insieme...” Aveva sognato di sentire quelle parola da quando lo aveva visto la prima volta, e li, in quella camera, il suo sogno si stava realizzando. Cominciò a baciarlo ancora, sulla bocca, sul collo, sul petto. Fecero ancora l'amore. Betty sapeva che sarebbe stato difficile ma per una volta nella vita, voleva che fosse il cuore a guidarla. Si abbandonò completamente e fu come bere acqua fresca dopo settimane di sete nel deserto. “Ciao papà...” Riccardo salutò il padre un po' confuso vedendolo in sala da pranzo a fare colazione. “Buongiorno a te mio piccolo campione. Ho pensato sarebbe stato bello fare colazione con te e la mamma oggi, guarda ti ho portato i croissant alla marmellata, quelli che ti piacciono tanto... Sei contento?” “Sì papà, tanto, dov'è la mamma? “Credo in bagno, ma non preoccuparti, sa che mi trovo qui. È ora ti va di farmi compagnia prima che tu vada all'asilo e io al lavoro?” “Mammaaaaa, il papà mi ha portato la colazione! Tu non sei arrabbiata vero?” Gridò il bambino non appena la vide entrare in sala da pranzo. “Ma certo che no, il tuo papà mi ha chiesto il permesso e io gli ho detto che andava bene. Dimmi a te fa piacere stare tutti insieme?” “È la cosa più super bella che c'è!” Betty capì solo in quel momento che Riccardo soffriva per la tensione tra lei e il padre, guardò Armando che gongolava per quella risposta e gli sorrise. Fecero colazione e uscirono da casa di Betty insieme. Per Armando non c'erano dubbi che quelli fossero solo i primi, bellissimi e indimenticabili passi, che avrebbero fatto insieme. “Dottoressa, chiedo scusa, la signora Mora vorrebbe vederla...” “Marcella? Cosa...” “Mi scusi, Ciao Betty, immagino tu sappia perché sono qui. Signora per favore mi porti un bicchiere di succo di frutta, il gusto non è importante, faccia lei! E anche un caffè per la mia amica. Ah, per favore, un bicchiere di acqua anche. Grazie, ora vada perché ho un bambino affamato e mentre parlo con il suo capo dovrò nutrirlo! In questo modo amica mia, non rischierai che urli, ti faccia del male o altre cose che in questo momento non mi vengono in mente! ... Signora, per favore, vada!” “Marcella, buongiorno...” L'amica si accomodò su una poltrona e preso in braccio il piccolo Giulio cominciò ad allattarlo. “Betty, ma sei impazzita? Ieri sera metà della stampa di questa città ti ha vista lasciare il club, poi Armando è sparito e poco dopo le chiacchiere hanno cominciato a circolare...” “Non ho visto i giornali stamattina...” disse Betty “Grazie al cielo si parla solo del successo della sfilata... Di Ugo, e della dichiarazione che mio marito mi ha fatto... Le informazioni non erano chiare e nessun giornalista avrebbe rischiato una denuncia per aver scritto il falso. Certo ora vi staranno col fiato sul collo, ma questo non è importante... Betty, che diavolo è successo?” “È successo quello che credi...” “Betty, la smetti di rispondermi in modo criptico? Tesoro, siete tornati insieme?” “Diciamo che lo amo Marcella, e tu lo sai... Ti prego non giudicarmi, mi sento già abbastanza confusa, ho paura! Paura di lui e di quello che potrebbe succedere! Aiutami Marcella! Forse tu saresti stata più forte e non avresti ceduto, ma io con lui non ci riesco! Ha in mano la mia vita, il mio cuore... E ho paura! Ma non posso fare a meno di lui! Quando siamo insieme, ecco, io vivo. Marcella, cosa devo fare?” La donna allungò una mano e strinse quella dell'amica che si alzò e inginocchiandosi accanto a lei e al bambino appoggiò la testa sulla sua spalla. Marcella le diede un bacio sulla testa e la strinse a sè. “Non sono qui per giudicarti! L'amore è così, tesoro! Qualsiasi cosa succeda io sarò dalla tua parte. E chissà che le cose questa volta non possano andare bene. Voglio solo darti un consiglio, buttatevi il passato alle spalle. Tutto il dolore, gli intrighi, i segreti, cercate di dimenticarli. Sappi che qualsiasi cosa deciderai di fare mi avrai al tuo fianco. E ora ti prego alzati, sistemati il viso e finisci il tuo lavoro. Quando il piccolo Mora avrà mangiato, andremo fuori a pranzo insieme...” Betty fece quanto detto da Marcella, si ricompose, sistemò la scrivania e uscì con l'amica che le teneva la mano. Armando non era tanto felice da... Non ricordava nemmeno quanto, lavorava alacremente e con il sorriso sulle labbra. Era stato particolarmente indaffarato con gli ordini dei modelli che avevano superato le aspettative. Avevano anche ricevuto richiesta da lussuosi negozi degli Stati Uniti che intendevano inserire L'Ecomoda tra i loro brand. Sarebbe stato molto impegnativo e sopratutto dovevano organizzare un aumento della produzione per evitare di scontentare i vecchi clienti, motivare quelli nuovi e poter disporre di pezzi in più per il mercato internazionale. Era inoltre necessario rifornire il franchising e i negozi gestiti direttamente e con l'assenza di Marcella era necessario trovare una soluzione. “Armando, ho appena discusso con alcuni clienti ed è necessario trovare una strategia per realizzare i modelli richiesti nel più breve tempo possibile. Tu hai dei preventivi di massima?” “No Nicola, purtroppo ho appena gestito una consulenza telefonica con il signor Faber, per il suo negozio a Los Angeles. Ci sono da inviare gli abiti nei nostri soliti negozi, soddisfare altre richieste... Nicola, o Marcella torna oggi, o dovremo lavorare giorno e notte per settimane... E io non penso proprio di essere disponibile!” “Bene, non lo sono nemmeno io! Mio figlio ha bisogno della madre e quindi è necessario trovare subito un consulente esterno capace e di fiducia! Hai qualche idea?” “Betty?” “No, Betty no! Primo è la presidente della mia azienda, sta facendo un lavoro eccellente che le occupa tutta la giornata e dubito fortemente sia intenzionata a triplicare il lavoro e trascurare Riccardo. Secondo stiamo cercando una persona in più, non vogliamo perderne due perché troppo impegnate a scambiarsi occhiate che spaziano dall'odio all'amore e viceversa... Amico mio, oggi, prima di uscire dall'ufficio mi dirai cos'è successo ieri sera, ma ora, caro socio e dirigente dell'azienda di cui sono il presidente, decidiamo cosa fare... Serve una persona fidata e che sappia gestire almeno una parte del lavoro autonomamente...” “Bene Nicola, riuniamo i dirigenti in sala riunioni... Discuteremo dell'assetto e delle competenze...” Poco dopo in sala riunioni Nicola e Armando assegnarono dei compiti precisi a tutti i dirigenti. Stilarono una scaletta di ogni impegno, appuntamento e obiettivi singoli e comuni. Sandra e Mariana furono avvisate che avrebbero dovuto diventare delle vere e proprie assistenti e affiancare i dirigenti nella nuova veste e che sarebbero state aiutate nel ruolo di segretaria da una persona che sarebbe stata assunta entro pochi giorni. Gutierrez, che già pregustava la sfilata che le candidate avrebbero fatto per lui, fu subito messo al proprio posto da Nicola che stabilì che le candidate sarebbero state valutate da lui e dalla sua assintente Giovanna. La giornata volò e finalmente Nicola ebbe modo di parlare con Armando “Ti va se prima di rientrare facessimo un aperitivo?” “Nicola, non sarebbe più semplice se mi chiedessi se io e lei stiamo insieme?” “Sì, sarebbe più semplice e veloce, ma lei per me è una sorella e tu sei uno dei miei migliori amici e siccome non c'è Ugo a farti il terzo grado, a punzecchiarti perché ieri sera gli ho concesso una vacanza fuori programma, credo tu mi debba quantomeno una spiegazione...” “Maison di San Diego?” “E sia” Poco dopo i due uomini si ritrovarono a bere un aperitivo osservati da tutte le donne presenti nel locale. “Guarda Armando, questi occhi sono tutti te... Sei proprio sicuro di volerci rinunciare, per sempre questa volta?” “Veramente, tra gli sguardi di cui parli, ci sono diverse signore che conoscono te, non me... Ricordi che solo tre anni fa sei uscito con alcune di loro? Ora io non so se ti guardano per ucciderti o per nostalgia, ma tant'è...” “Amico mio, non spostare il discorso su di me. Perché io sono sposato felicemente con la donna dei miei sogni, sono felice come non lo sono stato mai in vita mia e quelle signore non le vedo nemmeno!” “Beh, Nicola, anche io oggi sono felice. Credi non possa esserlo anche io dopo aver passato la notte con la donna che amo da sempre e aver fatto colazione con lei e con il mio meraviglioso bambino?” “Non posso che congratularmi con te... Per favore Armando, non farle mai più del male! Lei non lo sopporterebbe. Meritate davvero di essere felici, ma camminate su una lastra di ghiaccio molto sottile...” “Non la perderò mai più! Ne morirei... Nicola, lei è tutto ciò che desidero!” “Ok... Procedete lentamente... Oggi vi siete sentiti?” “Solo per messaggio, io non ho avuto un attimo libero, l'hai visto, lei ha passato la mattina al lavoro e poi, indovina... Lei, Marcella e i bambini hanno passato tutto il pomeriggio insieme... Nicola, lo sai che temo tua moglie?” Nicola sorrise e con gli occhi che brillavano disse “La mia donna è un essere angelico...” “Sei pazzo Nicola!” Rispose Armando scoppiando in una risata” “Armando state attenti. E ti prego, non alimentate pettegolezzi, ieri sera i giornalisti sembravano impazziti e per fortuna non hanno avuto modo di approfondire, ma vi staranno attaccati come dei cani a caccia...” “Proteggerò il nostro amore, proteggerò lei e Riccardo. Loro sono la mia vita!” Dopo aver parlato con Nicola, Armando si diresse verso casa di Betty, non vedeva l'ora di vedere lei è Riccardo. “Buonasera Lucia... Ecco io...” “Si accomodi dottor Mendoza, la signora mi aveva detto che sarebbe venuto. Ho preparato la cena per voi due...” “Ciao papà! Questa sera mangeremo insieme!!” “Certo, te l'avevo detto stamattina, sei già pronto? Hai lavato le mani?” “No! Adesso vado... Tu resti vero?” “Corri e poi ceneremo insieme!”disse Armando divertito, poi rivolto a Lucia aggiunse “Lucia, la signora non è in casa?” “Mi ha comunicato poco prima del suo arrivo che ha avuto un imprevisto al lavoro. Spera di tornare presto e la prega di aspettarla.” Armando aveva passato una bella serata con il figlio, avevano chiacchierato, si erano divertiti dopo cena giocando con le costruzioni poi lo aveva messo a letto e si era seduto in salotto ad attendere il rientro di Betty. Erano quasi le 10 quando sentì la porta di ingresso aprirsi. Armando le corse incontro e l'abbracciò come se non la vedesse da anni. “Buonasera Armando. Ti prego di scusarmi ma dopo essere rientrata in ufficio ho dovuto affrontare una riunione imprevista con degli investitori negli Stati Un...” Armando la baciò senza farle finire la frase è lei ricambiò sincera quel bacio che evidentemente entrambi avevano sognato per tutto il giorno. “Buonasera a te mia Betty. Mi sei mancata da morire oggi e questa sera...” E le diede un altro bacio. “Armando, non immagini quanto vorrei che tu mi spogliassi e facessimo l'amore, ma... Riccardo è già a nanna?” “Sì, dorme, Lucia è nella sua camera e noi siamo soli, completamente soli!” le rispose Armando malizioso e ammiccante. Lei scoppiò a ridere. “È così bello sentire la tua risata... Sei mancata tanto anche a me e vorrei dimostrartelo meglio di così!” “... E se Riccardo si alzasse?” Protestò Betty senza troppa convinzione mentre lui le sbottonava la camicia bianca che indossava. “Possiamo chiudere a chiave la tua camera, Betty per favore non rifiutarmi! Giuro che se Riccardo ti cercasse mi nasconderei nell'armadio, scapperei dalla finestra, scegli tu... Ma ho bisogno di te, solo per un pochino. Voglio sentirti vicina, e convincermi che è tutto vero...” “Povero Armando, vuoi essere rassicurato? Vuoi che ti dica che è tutto vero? Che ti amo più della mia vita?” Scherzò Betty in modo sensuale. Lo prese per la mano e lo condusse nella sua camera da letto cercando di non far rumore e poi gli disse di aspettarlo. Armando ubbidì e aspettò che tornasse dal bagno. Quando rientrò in camera da letto indossava solo un accappatoio in seta. Si avvicinò a lui e se lo sfilò. Armando le accarezzò una spalla facendole sentire un brivido lungo la schiena poi si fermò a guardarla per qualche istante, incantato da quanto Betty fosse bella. Fecero l'amore senza fretta, prendendosi tutto il tempo che serviva loro per dimostrarsi l'amore che provavano. “Vorrei tanto che mi stringessi per tutta la notte. Vorrei restassi qui con me...” “Basta che me lo chiedi e ti abbraccerò tutta la notte...” “Mi piacerebbe tanto ma forse dobbiamo andarci piano, preferisco che tu vada a casa... E credimi non sarà facile nemmeno per me!” Esclamò Betty in modo dolce e suadente. Furono le settimane più belle che avessero mai vissuto. Si sentivano dei ragazzini che si davano il buongiorno e la buonanotte con messaggini sdolcinati, che si rubavano baci cercando di non farsi vedere, giocavano tra loro come ogni coppia che inizia la propria storia. Riccardo sembrava felice della presenza del padre con il quale spesso faceva colazione. Era una situazione nuova e confusi e completamente coinvolti nel loro amore, Betty e Armando non si accorsero che per Riccardo il loro avvicinamento era motivo di uno strano disagio.

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Capitolo 19
*** 19 ***


Capitolo 19 “No! No non voglio! Mamma no! Vai via! Mammaaaa!!!” Riccardo corse nella sua cameretta piangendo, Armando cercò di seguirlo, ma Betty lo fermò. “Aspetta, aspetta qui, lo calmerò io...” Betty non intendeva escludere Armando, ma sapeva bene che nessuno era importante quanto il figlio. Armando, impietrito e sconvolto, si sedette sul divano in attesa di capire ciò che stava succedendo. Poco prima avevano parlato al bambino del loro amore e della loro intenzione di stare insieme. Erano stati cauti, avevano usato parole semplici e comprensibili per un bambino di poco meno di cinque anni. Avevano però ritenuto apportuno rendere partecipe di ciò che stava succedendo tra di loro il piccolo prima che lo ascoltasse da qualche genitore pettegolo dei suoi compagni. Sui giornali infatti, erano cominciati a comparire alcuni articoli che insinuavano dubbi sulla situazione sentimentale dei genitori. Erano stati molto attenti a tutelare la loro privacy, infatti i loro nomi non venivano usati negli stessi articoli. Si trattava di trafiletti singoli accostati che alludevano a delle storie d'amore che viveva da una parte il rampollo Mendoza, dall'altra la bella vedova di Cartagena. Era chiaro che i giornalisti, incuriositi dalla loro fuga dalla sfilata dell'Ecomoda, dalla distanza dai riflettori inconsueta sopratutto per Armando, avevano intuito che tra di loro c'era qualcosa ma senza prove si limitavano a porsi domande generiche ma molto esplicite. Prima o poi i pettegolezzi sarebbero arrivati alle orecchie del bambino, magari distorte, magari con cattiverie, così si erano decisi a parlare con lui. “Amore, io e papà vorremmo dirti che abbiamo fatto la pace e che ora ci vogliamo tanto bene...” Il bambino aveva quindi manifestato quel suo disagio e quel malessere dei giorni precedenti, nel vedere i genitori comportarsi in maniera strana e diversa, atteggiamenti per lui incomprensibili e inopportuni. Era chiaro che per lui non era accettabile che il loro rapporto fosse cambiato. “Riccardo, cosa c'è che non va? Perché sei silenzioso? Se mamma e papà si vogliono bene potrai vederli spesso, e insieme, non dovrai scegliere di vedere un film con uno solo di noi... Pensa a Giulio, la sua mamma e il suo papà si vogliono tanto bene e sono sempre insieme... Tra noi sarà lo stesso...” “Come quando c'era il mio papà?” Armando e Betty furono scioccati da quella domanda “Sarà diverso, io e... Michelle... Con Armando sarà diverso perché tra me e lui c'è un rapporto speciale...” “Tu gli vuoi più bene? Più bene che al papà? Più bene che a me?” “No tesoro mio, la mamma non ama nessuno quanto ama te! E anche io ti amo più di qualsiasi cosa! Noi tre potremmo essere tanto felici insieme se tu lo volessi...” “Vai via! Non ti voglio più qui!” “Riccardo... Io... Perché...” “Tesoro, papà ti vuole bene e io anche. Le cose non cambieranno. Anzi, sarà tutto più bello, non ti piacerebbe se un giorno stessimo insieme? Noi tre?” “No! No non voglio! Mamma no! Vai via! Mammaaaa!!!” “Riccardo, tesoro, ti prego non piangere! Calmati. Mi vuoi dire perché piangi?” “No! non lo voglio più come papà! Lui non è il mio papà vero!” Betty capì che il suo bambino solo in quel momento realizzava tutto quello che era successo in quei mesi. Quando Michelle si era ammalato avevano cercato di proteggerlo da quel dramma, ma poi aveva subito il dolore della perdita di un padre che lui adorava, la prostrazione della madre, i cambiamenti erano stati enormi e lui aveva retto bene, poi aveva saputo di avere un altro padre, vivo, completamente diverso da quello che conosceva, e anche in quel momento non aveva ceduto. Lo aveva conosciuto e gli era piaciuto, aveva imparato a volergli bene, e a stare bene con lui, erano andati via dall'unica casa che conosceva, dalla sua realtà, era stato bravo il suo bambino. Ora però era crollato. Il suo mondo stava cambiando ancora, per l'ennesima volta e lui non era preparato, era piccolo e non riusciva a capire. Sapeva solo che ancora una volta, la sua vita sarebbe cambiata. Betty si morse un labbro e poi lo abbracciò “Amore mio, ricordi quando ti raccontai che il tuo papà era Armando? Ti promisi che ti avrei amato sempre, qualsiasi cosa fosse successa! Ed è così! Ora calmati! Sono qui io. Dormi un pochino, ti va?” Riccardo si calmò e si addormentò quasi subito, Betty lo mise nel letto e lo baciò sulla fronte prima di tornare dall'uomo a cui avrebbe dovuto spezzare il cuore, per l'ennesima volta! “Betty, come sta?” “Si è addormentato. Armando perdonami! Tutti e due dovete perdonarmi, solo adesso capisco quanto sia terribile la scelta che presi in quel momento! Perdonami amore mio!” Betty si strinse ad un Armando interdetto. “Betty, tutto si risolverà, lui capirà, vero?” “Darei la mia vita! Ti giuro che farò di tutto per risolvere ciò che ho fatto!” “Amore non piangere! Risolveremo tutto insieme adesso...” “Armando, no! Riccardo non riesce a capire cosa ci sia tra di noi, per lui noi siamo i genitori, perché nonostante ciò che ti ha detto lui ti adora, ma non siamo che due entità distinte. Che fanno parte della sua vita, che sono parte della sua vita ma in maniera distinta. Ha bisogno di tempo per accettare come stanno le cose...” “Cosa faremo? Tra di noi ora cosa succederà?” “Riccardo ha bisogno di tempo. Lo aiuteremo insieme sì, ma non come coppia, lo faremo nel modo in cui vuole lui, nel modo in cui lui ci vede...” “Mi stai lasciando? Ti prego Betty no!” “No, io non potrei vivere senza di te, non ora, non potrei sopportare di vederti soffrire... Io ti amo troppo! Ma dobbiamo pazientare. Aspettare che lui accetti che la sua vita cambierà per l'ennesima volta. Promettimi Armando che questa volta non ci perderemo! Promettimi che rimarremo ciò che siamo ora!” “Ho bisogno di te... Mi fido di te Betty! Fidati di me! Riccardo presto sarà il bambino più felice della terra. Noi tre saremo una famiglia! Ma ti prego, non allontani da te!” “Solo per un po'...” Armando si staccò da lei, le accarezzò una guancia, prese la giacca e andò verso la porta, poi, prima di uscire, le disse “Io mi fido, ti prego fidati di me anche tu! Non scappare...” Betty sorrise e quasi senza emettere alcun suono gli rispose “te lo giuro”. Era deciso, per qualche tempo, avrebbero interrotto il loro rapporto, avrebbero ricominciato a vivere la vita di prima. Armando, come deciso con Betty, aspettò che fosse Riccardo a chiedere di lui, vinto dalla nostalgia, non fu forzato, semplicemente dopo pochi giorni, l'assenza del padre aveva fatto capire al bambino che gli mancava e tanto; i loro giochi, le loro passeggiate, le chiacchierate e le risate che insieme facevano erano ormai fondamentali per il piccolo che non voleva rinunciare al suo papà. Così Betty compose il numero di Armando e passò il telefono al piccolo. La telefonata fu molto dolce, Riccardo un po' imbarazzato e pentito per quanto aveva detto, chiese al padre di venirlo a prendere per giocare al parco. L'uomo corse dal figlio, lo abbracciò e gli giurò che l'unica cosa importante per lui e la mamma era la sua felicità! Poi lo prese per mano e sorridendo a Betty, uscì col bambino. Si occupavano del figlio singolarmente, come prima di essersi dichiarati il proprio amore. Era difficile stare lontani ma era giusto così, entrambi lo sapevano, ma non per questo soffrivano di meno. Dover star separati li riempiva di tristezza. Avevano pensato di vedersi, magari di nascosto, ma volevano essere sinceri e fare le cose per bene, sperando che quella situazione potesse sistemarsi presto. I giornali però non demordevano, era capitato che li vedessero appostati di fronte alle loro abitazioni e presto, se non fossero riusciti a trovare una soluzione, la verità sul loro figlio sarebbe venuta a galla. “Non puoi chiuderti in casa! Questa occasione potrebbe mettere a tacere i pettegolezzi. Ti accompagnerò io!” “Signor Ugo, crede che i giornalisti penseranno che è lei il mio amante?” disse Betty sorridendo” “Ti piacerebbe cara la mia dottoressa Beatrice!” Rispose Ugo fintamente stizzito. Il viso di Betty si rabbuiò “Sì, mi piacerebbe, se fosse lei l'uomo di cui sono innamorata, se lei mi ricambiasse, sarebbe tutto più semplice sa? Mio figlio accetterebbe che io avessi un altro uomo, ma non accetta che questo uomo sia il suo vero padre...” “Amica mia, tuo figlio accetterà il vostro amore e presto sarete felici, ma adesso pensiamo a come non creargli altri traumi causati dai pettegolezzi dei giornali e da quei pettegoli dei genitori dell'alta società di Bogotà, ti va?” “Betty, Ugo ha ragione. È necessario che quegli sciocchi che insinuano voci su di voi la smettano. Se continuassero a scavare potrebbero trovare dei collegamenti anche con Riccardo e questo sarebbe un problema che deve essere assolutamente evitato!” “Betty, se nessuno dei due si presentasse alla festa sembrerebbe strano, quasi una conferma della vostra storia. Ma se entrambi partecipaste, separatamente, accompagnati da persone diverse e vi sforzaste di intrattenere rapporti amichevoli forse smetterebbero di darvi il tormento.” Disse Marcella. “Avete ragione ma non capisco perché dovrebbero cambiare idea su di noi! Io e il signor Ugo non siamo certo una coppia credibile!” “Tu ed io no, ma non è necessario sia tu a dover dimostrare qualcosa. Non hai mai dato adito a chiacchiere sul tuo conto, pertanto sarebbe sciocco vederti con un partner occasionale... Ma per Armando è sempre stata una consuetudine apparire sulle riviste con donne diverse...” “La curiosità passerebbe alla nuova fiamma di Armando, dell'ennesima donna che Armando presenta al pubblico...” “Armando con un'altra donna? Non credo che accetterebbe!” “Betty, non ci deve andare a letto, fidanzarsi o sposarla! Deve presentarsi ad una festa, flirtare con lei e dimostrare che i suoi interessi non sono cambiati!” “Betty per quel don Giovanni del tuo uomo, non sarà una cosa difficile! Si deve limitare a fare quello che ha fatto per anni!” Disse Ugo tra il divertito e il serio. “Betty domani sera tu sarai accompagnata da Ugo, Armando con una delle sue modelle. Vi dimostrerete amichevoli tra di voi. Vi saluterete scambierete qualche parola e poi Armando giocherà con la ragazza. Tutto qui! Avrete guadagnato tempo, forse sufficiente per sistemare i problemi con il bambino.” “Dottoressa Beatrice, chiama Armando e digli che questa è la soluzione a questa pressione mediatica. Io farò in modo di presentargli oggi stesso una delle ragazze che partecipa alla campagna dell'Ecomoda, una delle tante stelline emergenti. Lei, se non altro, otterrà un po' di visibilità! Tesoro, non fare quella faccia!” “Betty andrà tutto bene! Ogni tanto giocare potrebbe rivelarsi divertente...” Ancora piena di dubbi, Betty accettò e convinse anche Armando che quella fosse la miglior soluzione per liberarsi dei giornalisti. La sera seguente Betty, accompagnata da Ugo si presentò all'evento organizzato dall'associazione degli prenditori e finanzieri di Bogotà, con un meraviglioso abito blu notte presentato durante l'ultima collezione dallo stilista. Ugo, orgoglioso dell'eleganza della sua accompagnatrice non si staccava da lei nemmeno quando le si avvicinavano importanti personalità per complimentarsi per la dirigenza della Terra Moda, sembrava volesse proteggerla da chiunque non fosse lui. Finalmente Marcella e Nicola fecero capolino all'ingresso della sala del ricevimento e giornalisti e organizzatori corsero per congratularsi per l'enorme successo dell'Ecomoda. “E pensare che se non disegnassi degli abiti da favola, quei due sarebbero solamente dei contabili...” “Signor Ugo, io lo so bene! Senza di lei L'Ecomoda sarebbe solo un'azienda di confezionamento.” Gli rispose sincera Betty, lui le strinse la mano e le sorrise grato per il riconoscimento che l'amica gli aveva tributato. tutto filò liscio fino a quando l'interesse dei presenti non fu attratto dai nuovi arrivati. Armando elegantissimo accompagnato da Thais Herrera, giovane e bellissima modella messicana che prestava l'immagine alla campagna pubblicitaria dell'Ecomoda. Lei, bionda, capelli sciolti, con una abito nero in pizzo sempre di Ugo, gli stringeva la mano e si appoggiava a lui in maniera molto confidenziale. I due si diressero verso Nicola e Marcella e si misero a chiacchierare amichevolmente. “Sei pronta bambina? Adesso devi sfoderare il tuo sorriso più bello e recitare la parte che ti ho assegnato! Lei è solo una comparsa, qualsiasi cosa dica o faccia, ricorda, è un gioco e serve a te più che a chiunque altro!” vedendola ancora incerta le prese un braccio e se lo strinse al suo, la guardò e le disse “Tu sei una donna meravigliosa Betty, sotto ogni aspetto! Sei bella, intelligente, brillante e di un'eleganza rara... Ricordi quando conoscesti Marcella? Ecco, la gente che ti guarda stasera, vede in te ciò che vedevi tu in lei... Ammirazione e rispetto! È ora di andare in scena e io sarò con te!” “Grazie!” Fu la semplice risposta di Betty, poi appoggiata al braccio dell'amico, raggiunse il quartetto poco distante. Armando la guardò, sentì un grande desiderio di correrle incontro e abbracciarla, baciarla, ma si trattenne e non si mosse verso di lei. Salutò Ugo e poi rivolto a lei “Buonasera Beatrice, sei molto bella questa sera! Come stai? Ti presento la mia amica Thais, cara, lei è una nostra cara amica, Beatrice Pin... Doinell!” Betty si irrigidì leggermente nel sentirgli fare le presentazioni, ma Marcella la coinvolse in un discorso superficiale e riuscì a smorzare la tensione. Thais prese Armando per la mano e lo spinse in un angolo tranquillo, dove aveva la possibilità di sussurrargli parole che gli altri, evidentemente, non dovevano udire. Armando sembrava stare al gioco con molta naturalezza e Betty si infastidì nel vederlo tanto a proprio agio. “Betty, è tutto perfetto, le cose non potrebbero andare meglio! Guarda i giornalisti, sembra si siano dimenticati della nostra presenza...” “Marcella, non immagini quanto ne sia felice... Però darei qualsiasi cosa per avere in mano un palo di acciaio da scagliargli sulla testa! Guardatelo come è allegro! Guardate lei... Guardatela! Quella...” “Betty!!” Le gridarono all'unisono gli amici. Era gelosa. Sapeva che era tutta una farsa, ma quella donna che metteva le mani sul suo uomo in modo molto eloquente, la faceva impazzire. Doveva allontanarsi e prendere aria. Uscì sul terrazzo e respirò a lungo. “Dottoressa Pinzon...” Daniele l'aveva vista allontanarsi e ne aveva approfittato per raggiungerla. “Devo ammettere che non sbaglia un abito. O forse è semplicemente il fatto che lei starebbe bene anche in pigiama...” “Davvero dottor Valencia? Ha forse dimenticato i miei completi del periodo in cui facevo l'assistente al dottor Mendoza?” “Sì, li ho dimenticati, o meglio li ho seppelliti quei ricordi... Chi lo sa, forse oggi anche vestita in quel modo sarebbe interessante...” “Lo sa dottor Valencia, non ci crederei nemmeno se me lo giurasse... Mi ricordo molto bene il discorso che mi fece quel giorno in presidenza!” “Beatrice, gliene ho fatti così tanti che il fatto che lei ne ricordi almeno uno mi lusinga, sa?” “Mi dica dottore, la bellissima Barbara che fine ha fatto?” “È di là, mi piace stare con lei! È il tipo di donna con cui mi piace passare il tempo. Ma lei su di me ha un certo fascino, lei mi piace molto lo sa? E non sto scherzando, trovo lei abbia qualcosa di eccitante, di molto sensuale. È molto provocante la sua aria da professionista impeccabile...” “Dottore, le ho già detto tante volte che lei non è interessato davvero, lei è un uomo estremamente affascinante e le donne non le mancano, anzi, io credo che ciò che le piace di me, sia il fatto che non abbia mai ceduto alle sue lusinghe...” “Forse, ma non può negare di essere una donna bella e sexy, non sono l'unico ad essere interessato a lei... Molti uomini presenti a questo ricevimento vorrebbero avvicinarla. Alcuni sono scoraggiati dal suo atteggiamento tanto distaccato, appare quasi algida...” “Lo pensa anche lei?” “Certamente, ma sono anche sicuro che dietro l'apparenza e soprattuto, tolto il vestito che la copre in modo così elegante, lei nasconda una donna piena si passione...” “Dottor Valencia, la prego forse sta superando i limiti! Il suo atteggiamento mi ha sempre divertito perché molto schietto, ma la prego, non vada oltre!” Daniele rimase in silenzio per qualche secondo poi le disse “Mi perdoni Beatrice! Ha ragione. Non ho mai mentito dicendole che mi piace, tutto ciò che le ho detto è vero... Ma non dovevo permettermi di parlare in questo modo. Torno da Barbara! Ah Betty, un'ultima cosa... All'inizio lei non mi piaceva non solo perché delle donne ho sempre guardato solo l'aspetto, ma soprattutto perché era l'ombra di Armando, la sua parte migliore. Ad un certo punto la volevo sedurre per lo stesso motivo, per infastidire lui. Pensi, se lei non fosse innamorata di quell'uomo invece di scherzare con lei, l'avrei corteggiata sul serio. Quello stupido di Mendoza non so se abbia mai capito la fortuna che ha!” Betty rimasta impietrita da quelle parole rimase a guardare il panorama sulla città. “Betty... Armando ti ha vista parlare con quel cretino di mio fratello... Nicola è riuscito a calmarlo... Betty? Betty, va tutto bene?” “No, sono stanca.” “È successo qualcosa con Daniele?” “No, al contrario, è stato molto carino ad un certo punto. Non guardarmi così, mi ha fatto solo pensare al fatto che desidero solo una vita normale, una famiglia felice come lo era quella di mia madre e mio padre, vorrei che mio figlio fosse felice... Invece gli errori che abbiamo fatto in passato sembra non riescano a scomparire...” “Amica mia, le cose non potranno che migliorare! Ora tra di voi non ci sono più i segreti di un tempo, vostro figlio accetterà il vostro amore e succederà presto. Abbi un po' di pazienza... Hai aspettato tanto e non puoi proprio mollare ora che siete quasi riusciti a raggiungere il traguardo. Ora, ti prego, torna di là con noi, e sorridi. Fingi per un momento che tutti gli sguardi di quegli sciocchi, ti facciano piacere. Alla prossima festa, sarai tu a stringere la mano al tuo uomo!” Le parole di Marcella fecero bene a Betty, era riuscita a rassicurarla. Sì, presto non avrebbe più dovuto nascondere nulla a nessuno. La serata si concluse e come previsto il giorno successivo i trafiletti che le erano stati dedicati sulle riviste riguardavano solo la sua classe e bellezza. I giornali avevano invece dato ampio spazio alla nuova storia di Armando con la bellissima modella. Il piano di Ugo aveva funzionato. Ora doveva impegnarsi perché Riccardo fosse felice del loro amore. Ma era anche intenzionata a togliere dalla testa di Armando quella ragazzina, nel caso il suo uomo si fosse fatto strane idee. Organizzò quindi una serata speciale fuori città, in un piccolo albergo fuori mano. Inviò ad Armando un messaggio in cui lo invitava a raggiungerla per discutere di cose molto importanti. Aveva avvertito il personale di far salire Armando direttamente in camera non appena fosse arrivato. Si fidava di quelle persone perché erano i figli di vecchi amici dei suoi genitori e sapeva che non avrebbero tradito la sua fiducia e avrebbero mantenuto la discrezione necessaria. Armando seguì le istruzioni che Betty gli aveva comunicato e fu stupito nel trovarla in quella camera completamente nuda ad aspettarlo. “Buonasera dottor Armando, spero non abbia preso impegni con la sua “amica”, perché avrei alcune cose da dirle... Molto, molto importanti!” “Anche io ho qualcosa da dirle dottoressa Beatrice. Il fatto che l'altra sera si sia attardata a parlare con quell'imbecille di Valencia, mi ha molto irritato... Gli accordi intercorsi non prevedevano la presenza di un uomo che non fosse Ugo al suo fianco!” Le disse Armando mentre si toglieva la giacca e la cravatta. “Davvero? Perché mi sembra che anche lei abbia infranto il nostro accordo. O magari sbaglio? Forse ha scordato che tra le altre cose, la sua amica le metteva le mani addosso e le sussurrava paroline irripetibili? Mi dica, cosa le diceva la sua amica?” Armando le si avvicinò fino a sdraiarsi accanto a lei sul letto e mentre le accarezzava una guancia cominciò a darle piccoli baci sugli angoli delle labbra “Mi diceva che ero sexy e che avrebbe voluto andar via dalla festa il prima possibile... Mi dica dottoressa, sa essere dolce quanto lei?” “No dottore, in questo momento vorrei solo riempirla di schiaffi...” “È forse gelosa? Perché io quando l'ho vista chiacchierare tanto allegramente con quel cretino lo ero sa? Lo avrei buttato giù dal terrazzo... Dottoressa, mi dimostri che non ho sbagliato a tenere a freno i miei istinti nei confronti del suo di amico...” Il battibecco, tra lo scherzoso e il risentito, tra i due continuò ancora per qualche momento, si scambiarono battute stizzite e frecciatine tra un bacio e una carezza. Era evidente che quell'incontro era necessario. La loro gelosia, le loro paure, le loro fragilità e la tensione che avevano accumulato, furono chiariti solo quando si abbandonarono al loro amore. Ne avevano bisogno per confermare che quel gioco necessario aveva fatto un po' male a tutti e due, ma che nulla tra loro poteva più rompersi. “Mi hai fatto un regalo meraviglioso mia Betty! Non ti nego che quando ho ricevuto il tuo messaggio ho temuto che volessi interrompere la nostra storia...” “L'altra sera per me è stata dura sai? Per un momento ho creduto non ne valesse la pena. È stato solo un attimo!” Armando la strinse a se. Era ormai arrivato il momento di salutarsi ma nessuno dei due sembrava intenzionato ad uscire dalla porta della stanza. “Eri molto bella sai? Stavo impazzendo vedendo come tutti quegli stupidi ti guardavano. Se Nicola non me lo avesse impedito, avrei messo le mani addosso a Valencia. Che diavolo ti stava dicendo? Come riesci a sopportare la sua vicinanza?” “Non ti dirò ciò di cui parlavamo. Ma ti garantisco che Daniele non è un mostro. Dietro il suo aspetto e il suo atteggiamento si nasconde una certa sensibilità sai?” Armando stizzito, si staccò da lei. Non sopportava che Betty pensasse certe cose di un uomo. Sensibile? Che diavolo significava? Betty non poteva davvero averlo detto! “Perché ti arrabbi? Non capisco...” “Perché? Sembra che tu e quel cretino siate intimi e non dovrei arrabbiarmi? Cosa ti ha detto? Betty, dimmi di cosa avete parlato!” “Armando, davvero dubiti di me? Giungi sempre alle tue assurde conclusioni, possibile che tu non riesca ad accettare che due persone possano rispettarsi e chiacchierare senza nessun tipo di implicazione?” “Non dubito di te ma di quel cretino! Sono certo che vorrebbe portarti a letto! Si vede che vorrebbe metterti le mani addosso! Ti guarda sempre come fosse pronto a toglierti i vestiti... Non dirmi che non te ne sei accorta Betty! Ti piace? Ti piace che ti guardi in quel modo?” “Per favore smettila di dire sciocchezze!” “No!! Hai detto che hai pensato che non valesse la pena... Non mi racconti cosa ti ha detto Valencia, e io non dovrei preoccuparmi?” “No! Non devi preoccuparti! Perché io amo te, solo te! Da sempre! Ho sposato un uomo meraviglioso, che mi amava e ha sopportato per anni i miei silenzi, i miei rifiuti e tutto perché il mio cuore batteva solo per te! E tu credi che mi basti essere lusingata e corteggiata perché mi piaccia qualcuno? Armando quando la smetterai? Quando il tuo orgoglio ferito, il tuo ego smisurato lasceranno parlare la ragione?” Betty era furiosa e Armando capì che anche quella volta aveva esagerato. “Amore ti prego, guardami! Betty, guardami! Scusa, sono geloso! Sono pazzo di gelosia! Non sopporto di vederti con altri! So bene che tu sei una donna meravigliosa, bellissima e che qualunque uomo ti vorrebbe! E tu sei sempre così gentile... L'altra sera avrei voluto gridare a tutti che sei mia! Solo mia! Perché sono l'uomo più felice ed orgoglioso del mondo! Tu, tra tutti ami me! Ti prego Betty, dimmi che mi ami!” Betty corse ad abbracciare Armando. Sapeva che quell'uomo meraviglioso, sicuro di sé, di successo aveva una fragilità e delle debolezze. Si sentì piena d'amore perché ogni cosa di quell'uomo per lei era indispensabile, anche quella gelosia, che lui riservava per lei e per nessun'altra! “Ti amo Armando! L'altra sera ero gelosa anche io nel vederti avvinghiato a quella donna! Mi sembrava ti piacesse e... Anche io sono gelosa! Tanto! Non sopportavo che quella... Quella modella ti prendesse la mano, ti sussurrasse parole all'orecchio! Ero solo arrabbiata.” Armando la baciò e le tolse la camicia che lei aveva rimesso. Le accarezzò la schiena e le disse che aveva ancora bisogno di lei. Le giurò che nessuna poteva prendere il suo posto e le chiese di promettergli la stessa cosa. Fecero di nuovo l'amore, senza pensare più agli altri, al tempo e ai problemi. Furono riportati alla realtà solo dalle prime luci dell'alba. Tra i due amanti era tornato il sereno nonostante la consapevolezza che per loro la felicità completa non sarebbe stata semplice da raggiungere.

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Capitolo 20
*** 20 ***


Capitolo 20 La situazione con Riccardo sembrava non sbloccarsi. Il bambino aveva ritrovato la serenità e il suo equilibrio. Era felice di passare il tempo con il padre, il loro rapporto diventava sempre più forte, e anche con la madre tutto era tornato alla normalità, ma sembrava ancora infastidito quando i due si incontravano e la cosa non era sfuggita a nessuno dei due. Per il bene del bambino non avevano più accennato al loro rapporto lo vivevano clandestinamente cercando di ritagliarsi del tempo soli. I giornali avevano dirottato l'interesse verso altri personaggi dell'alta società, dando modo ai due di non affrettare i tempi con il bambino. Non era certamente la situazione ideale, ma i due cercavano di godere dei momenti insieme cercando di trovare i lati positivi. “Non vedo l'ora di tornare la prossima settimana... Mi sembra di essere tornati ai tempi dei nostri primi incontri...” “Quando mi nascondevi dalla vista della gente perché ti vergognavi di me, dottor Mendoza?” Scherzò Betty “No, ai momenti in cui ti scoprivo, mi innamoravo di te! A quando la tua dolcezza, semplicità mi fecero scoprire che donna meravigliosa tu fossi, mostro!” “Come sei romantico mio caro dottore...” Ed era vero. Il fatto di doversi nascondere permetteva loro di vivere ogni istante in maniera speciale anche se entrambi desideravano potersi mostrare al mondo per ciò che erano, una cosa sola. “Tesoro, lo sai, mi ha chiamato zia Sara, mi ha chiesto di essere la madrina di Etienne?” “Cosa significa mamma?” “È un ruolo molto importante sai? Ogni bambino ha una persona speciale a cui rivolgersi quando ha una difficoltà. Tu hai zio Gerard e zia Sara. Per loro sei speciale e vorrebbero che io fossi un po' speciale anche per il loro bambino” “Va bene, ma cosa devi fare?” “Andremo a Cartagena tra qualche giorno e noi tutti, andremo in un posto speciale dove un uomo benedirà il piccolino. E io sarò incaricata di aiutarlo nel caso ne avesse bisogno! Sarà un momento importante.” “Andiamo a Cartagena?” disse il bambino eccitato dall'idea di tornare in quella che sentiva ancora casa. “Già, proprio così. Rivedrai gli zii, Luciano e i tuoi amici! Dimmi tesoro ne sei felice?” “Sì mamma, tanto!” “Molto bene. Non staremo via molto, lo sai che devi andare a scuola e la mamma non può assentarsi per molto tempo dal lavoro, però ci divertiremo. Pensavo che potremmo fare anche un giro in barca con Luciano...” “Siiiiiii allora quando andiamo?” “Abbiamo l'aereo tra tre giorni. Io devo sistemare qualche cosa in ufficio, e poi ci sono le valige da preparare, devi salutare i tuoi amici e anche papà!” “Lui non viene?” “No amore! Ma se ti va domani sera puoi stare a casa con lui... Così lo saluterai come si deve e non sentirà troppo la tua mancanza!” “No!” “Non lo vuoi salutare? Sei arrabbiato con lui?” “No, non voglio andare a Cartagena senza il papà!” “Riccardo, dobbiamo andarci invece. Ti ho spiegato che è molto importante!” “Io non voglio stare senza il mio papà!” “Preferisci rimanere con lui? Speravo che avremmo potuto divertirci al mare...” “Non fa niente!” “Allora più tardi chiederemo al tuo papà di ospitarti fino al mio ritorno!” “Mamma no! Non voglio che vai via! Non voglio lasciare papà!” “Riccardo io non voglio deludere gli zii. Tu a loro vuoi bene, vuoi che ci rimangano male? No? Bene, allora io devo andare a Cartagena. Capisco che tu voglia stare con il tuo papà e puoi decidere se restare qui, con lui, oppure venire con me! ormai sei un ometto e devi capire che ci sono delle scelte da fare!” “Perché non diciamo al papà di venire con noi...” Disse il bambino in modo supplichevole e speranzoso. “Perché non si può. Lui ha la sua vita, noi la nostra!” Il bambino non capiva perché fosse tanto difficile come soluzione. Acconsentì a malincuore di partire con la mamma, ma poi nel momento in cui salutava il padre ricominciò a piangere e ad implorare “Papà vieni con me! Non lasciarmi da solo!” "Ehi, che succede? Non sarai solo! C'è la mamma con te e poi vedrai tanti amici... Riccardo perché piangi?” “Perché non vieni con noi? Non mi vuoi più bene?” “Questo mai! Tu sei la persona più importante che esista per me!” “Allora vieni!” “Vedi tesoro, so che la mamma ti ha già spiegato che non è possibile! Davvero sai, mi mancherai tantissimo ma presto sarai ancora qui e poi ci sentiremo tutti i giorni!” Il bambino restò in silenzio per tutto il tragitto che Armando percorreva per riportarlo dalla madre. Non avrebbe voluto vederlo soffrire, lo salutò abbracciandolo e dicendogli che gli voleva bene, ma lui tacque. Non si comportò diversamente con la madre durante la serata che precedeva il viaggio. Armando e Betty si salutarono la sera stessa nel loro piccolo albergo fuori città, un po' preoccupati per la reazione del bambino che in genere era sempre molto tollerante. Il viaggio andò bene, tanto che sia Betty che Armando si tranquillizzarono. I due si divertirono molto e Riccardo fu distratto da tutte le attività che avevano intrapreso. Anche durante le telefonate col padre era sereno. Durante il viaggio di ritorno Betty fu spiazzata da una domanda del figlio “Mamma, tu e il papà vi volete bene?” “Sì, piccolino, tanto, ma tu non devi preoccuparti! Tu sei molto più importante di me e del papà e le cose non cambieranno!” “Vi volete bene come gli zii? Loro sono sempre insieme. Anche Nicola e Marcella sono sempre insieme.” “Amore mio! Io e il papà ti abbiamo giurato che le cose non sarebbero cambiate. Noi ci vogliamo bene proprio come gli zii e Nicola e Marcella, però vogliamo solo che tu sia sereno e felice!” “Mamma, ma se... Se tu e il papà vi volete bene così, la prossima volta che andiamo da qualche parte magari può venire anche lui...” “Vedi tesoro, noi ci vogliamo bene ma non siamo insieme come gli zii. Loro sono una famiglia e per questo motivo che li vedi sempre vicini.” “Anche io voglio che state insieme come gli zii, perché il papà mi è tanto mancato e io voglio stare sempre con lui, ma anche con te... Proprio come Giulio! Così possiamo andare in barca, perché il papà ha detto che gli piace...” “Riccardo, ricordi quando io e papà ti abbiamo detto che ci vogliamo bene? Tu non eri contento, è cambiato qualcosa?” “Io non voglio stare senza di lui...” “Ne sei sicuro? Davvero ti piacerebbe che la mamma e il papà stessero vicini come gli zii e Nicola e Marcella?” Riccardo annuì e sorrise alla madre che aveva il cuore che batteva all'impazzata per l'emozione. Il suo sogno si stava realizzando? “Ascolto piccolino, quando saremo a casa ne riparleremo, ok? Ora non pensarci più!” “Va bene mamma... Io sono sicuro, ma solo se mi volete bene lo stesso e potrò giocare sempre con il papà... Non voglio che vi dimenticate di me... Se vi volete bene voi, magari non ne volete a me!” “No, tu sei la mia vita! Ti amerò per sempre e immensamente e per papà è la stessa cosa. Noi ci vogliamo bene in un modo diverso sai? Ma ti giuro che la nostra famiglia sarà felice! Tu sarai felice! ora prima di atterrare riposa un pochino, vuoi?” Riccardo fu tranquillo per tutto il volo, giocò con i suoi soldatini e non fece più cenno a quanto richiesto alla madre. Quando arrivarono a casa il piccolo corse in camera sua e chiese a Lucia di aiutarlo a sistemarla. Era infatti deciso a far spazio per il padre, ormai convinto che sarebbe andato a dormire con lui da quel momento. Betty si sedette sul letto del bambino e cercò di spiegargli che non era necessario sistemare la camera. Che quando il papà sarebbe andato a vivere con loro avrebbe avuto uno spazio tutto suo nella sua camera che era più grande e con un armadio che poteva contenere tutti i suoi vestiti, che però non sarebbe successo quel giorno. Gli spiegò che prima di vivere tutti e tre insieme era necessario sistemare tante cose. Al bambino sembravano problemi inesistenti ma la madre gli spiegò che i grandi hanno delle responsabilità diverse e che perché tutto andasse bene dovevano agire con criterio e pensare a tante cose. Il bambino si convinse ma era evidente che fosse impaziente di iniziare quella nuova avventura tutti insieme. “Riccardo, io sono molto contenta che tu abbia deciso di accettare che io e il papà ci vogliamo bene, però ricordati che quando ne parlerai con lui non potrai più cambiare idea! Vedi, tesoro, noi ci impegneremo tanto perché tutto funzioni, ma tu devi sapere che se io e il papà cominciassimo a stare insieme come gli zii e Nicola e Marcella, le cose cambieranno. Dovremo dividere la casa con lui, e tante altre cose a cui forse non pensi. E se non ti piacesse non potremo semplicemente tornare indietro, capisci? Perché sarebbe tanto doloroso per me e papà! Quindi te lo chiedo ancora! Sei sicuro di volere che io e papà stiamo insieme come gli zii?” “Sì mamma! Io voglio solo che tutto sia come per Etienne e Giulio! Voglio stare sempre con voi. Non solo con te o solo col papà! Ti prometto che non cambierò idea!” “Lo sai che ti voglio tanto tanto tanto bene? Sei proprio un ometto meraviglioso! Il tuo papà ne sarà felice come lo sono io!” “Lo chiami? Gli dici di venire a casa?” “Tesoro, papà è al lavoro! Magari lo chiamiamo stasera e ci mettiamo d'accordo per vederci domani sera. Tu non hai voglia di riposare un po'?” “No, non sono stanco! Chiamalo e digli di venire qui a mangiare stasera! Ti va?” “Va bene, ma stasera andrai comunque a letto presto! Anche se ci sarà papà, voglio che tu sia ubbidiente e che quando ti dirò di andare a dormire tu lo faccia! Intesi?” “Siiiiii sarò bravissimo! Adesso chiamiamolo!” Betty compose il numero di Armando che sapeva del loro ritorno, ma aveva preso accordi con Betty per vedere il bambino il giorno dopo e si stupì quando lo invitò a cena. Era infatti da quel giorno in cui avevano parlato del loro amore al figlio che le occasioni in cui avevano passato tempo insieme si erano ridotte al solo incontro per le visite a Riccardo. Ne fu però felice. Lei non gli accennò il motivo, sperava di sorprenderlo e poi voleva guardarlo negli occhi quando Riccardo gli avrebbe detto le stesse cose che aveva detto a lei! Armando scappò dall'ufficio un po' prima e corse a comprare un piccolo regalo per il figlio e dei fiori per la donna che amava. “Buona sera dottore, prego si accomodi, Riccardo la sta aspettando in giardino...” “Salve Lucia, la signora non c'è?” “Sì certo, credo vi raggiungerà presto, abbiamo finito da poco di sistemare i bagagli e si è concessa un bagno, ma la prego entri. Metto i fiori in un vaso se vuole...” “Sì grazie, vado da mio figlio!” Riccardo corse ad abbracciare il padre che ricambiò stringerlo forte. Gli diede un bacio e gli porse il regalo che il piccolo scartò subito. Era un libro di favole. “È proprio bello papà! Grazie! Me lo leggerai la sera prima di dormire!” Armando gli sorrise, poi gli chiese di raccontargli tutto quello che avaveno fatto a Cartagena e il bambino gli raccontò del battesimo a cui però si era annoiato, della gita in barca, delle nuotate in mare e tutte le altre cose. Erano talmente impegnati che non si accorsero che nel frattempo Betty li aveva raggiunti in giardino e li guardava sorridendo! “Mamma, guarda che bel libro mi ha regalato il papà! Ci sono le figure e le parole e mi ha promesso che me lo leggerà tutte le sere prima di dormire...” “È davvero bello! Anche i fiori sono molto belli Armando!” Disse Betty sorridendo all'uomo che amava da sempre. “Bentornata Betty. Come stai? Sono felice di veder... Di vedere Riccardo!” “Spero tu sia felice di vedere anche me!” Armando avrebbe voluto baciarla, ma si trattenne e le disse solo che sì, era felice di rivederla e di non preoccuparsi perché aveva fatto attenzione che nessuno avesse visto dove andava, alludendo ai giornalisti. “Ne sono sicura! Ho sempre contato sulla tua discrezione... Riccardo, immagino tu non abbia detto a papà quello che hai detto a me vero?” “No, non ancora perché gli ho detto quello che abbiamo fatto a Cartagena! Ma adesso glielo dico! Papà io voglio che tu e la mamma stiate insieme come gli zii... Tu non li conosci? Allora come Nicola e Marcella che sono sempre insieme e Giulio è contento perché sta con tutti e due non con la mamma e con il papà... Allora ho detto alla mamma che voi due dovete fare così, come loro e io non devo scegliere con chi stare... Tu hai detto che vuoi bene alla mamma, lei ne vuole a te e se state insieme io sono contento! Ma mi giuri che anche se c'è la mamma giochiamo lo stesso? Che mi leggi le storie lo stesso e che mi vuoi bene anche se c'è lei?” Armando parve non capire subito, guardò Betty che lo guardava felice e non riuscì a parlare. “Armando, ne è sicuro! Me lo ha detto con convinzione! Non ci dobbiamo più nascondere! Possiamo stare insieme e lui ne è felice!” Armando prese in braccio il figlio e lo fece girare tenendolo in alto, il bimbo rideva divertito mentre ad Armando scendevano delle lacrime dagli occhi! “Amore mio davvero? Davvero vuoi che diventiamo una famiglia? Una famiglia vera?” “Sì sì! Ma la mamma non vuole che vieni a vivere con noi...” Betty scoppiò a ridere vedendo lo stupore dipingersi sul volto di Armando “Riccardo! Non ho detto questo! Ho detto che per adesso non vivremo insieme! Che dobbiamo sistemare tante cose e farlo per bene in modo che quando staremo qui, tutti e tre, sia tutto perfetto! Armando, non guardarmi così...” Armando guardò il figlio e gli chiese “Tesoro, i tuoi zii si danno dei baci? Posso darne uno piccolo piccolo alla mamma?” Il bambino annuì e vedendo il padre sfiorare le labbra della madre che sembrava felice cominciò a ridere prendendoli in giro! Fu la più bella serata che Betty e Armando avessero mai vissuto. Cenarono insieme scherzando e ridendo. Riccardo voleva riprogettare la casa convinto che fosse necessario. Betty lo convinse che sarebbe stato tutto molto più semplice poi, gli ricordò che aveva promesso di andare a letto presto e il padre gli garantì che il giorno successivo sarebbero usciti tutti e tre insieme a mangiare la pizza, poi prima di dormire gli lesse una favola, una delle innumerevoli che gli avrebbe letto da quella sera in avanti. “Betty, è tutto vero? O sto solo sognando?” “No dottore, è tutto vero! Tuo figlio vuole che diventiamo una famiglia...” Armando la baciò, ma non come prima, fu un bacio vero è pieno di passione. “Dottor Mendoza, mi sei mancato così tanto, mi sono mancati i tuoi baci...” “Dottoressa, tu mi sei mancata tutta!” Fecero l'amore è fu bellissimo. Entrambi si sentivano sereni e la sensazione di tradire la fiducia del figlio era completamente sparita. Armando non rimase a dormire, sapeva che ormai sarebbe stata una questione di poco tempo. Presto avrebbe passato la vita felice con il figlio e la donna che amava più della vita. “Mammina, papà non c'è!” “Tesoro, è a casa sua, ieri sera dopo che ti sei addormentato è andato la! Non fare quel facciano triste, ti ho spiegato che per ora devi accontentarti!” Riccardo non troppo entusiasta rispose “Sì, me l'hai detto... Perché non andiamo a trovarlo noi adesso?” “Perché papà deve lavorare. Anzi credo che a quest'ora sia già in ufficio.” “È lontano? Noi non possiamo andare?” “Sai che ti dico? Va bene! Così saluteremo anche Nicola e Marcella, il signor Ugo e le ragazze! Ora finisci la colazione, poi ci prepariamo e andiamo! Sei contento?” “Tantissimo! Tu puoi salutarlo, poi mi lasci lì va bene?” “Vedremo! Intanto se continui a parlare la colazione non si finirà da sola e noi non ci muoveremo da qui!” Betty salutò Wilson che scherzò un po' col piccolo poi entrò nella reception dell'Ecomoda. “Buongiorno signorina, può avvertire la signora Marcella o il signor Nicola che sono passata per un saluto?” “Il dottor Mora è uscito poco fa, ora chiedo se la dottoressa è disponibile.” Disse quella un po' nervosa, era evidente che non trovava simpatica Beatrice, fin dalla prima volta quando quell'antipatico di Ugo l'aveva accolta come se fosse una regina, lui che non le rivolgeva nemmeno la parola se non per fare qualche battuta sul suo modo di vestire. “Salga pure, la dottoressa la aspetta...” “La ringrazio molto...” Sandra e Mariana le corsero incontro e poi rivolte al bambino fecero un sacco di moine e complimenti, il piccolo sembrava divertito ma chiese subito dove fosse il padre. Le due gaurdarono Betty che le tranquillizzò con un'occhiata. “Betty... Ma che bella sorpresa! Ciao piccolo Riccardo! Come stai” “Ciao Marcella, dov'è Giulio?” “A casa, con la sua tata. E tu? Ti sei divertito dagli zii?” Ciao amica mia, come mai questa visita?” Disse Marcella salutando Betty con un bacio “Riccardo mi ha chiesto di vedere suo padre al lavoro, ne ho approfittato per salutare te e il mio amico, e naturalmente il signor Ugo... Ma Nicola, ho saputo che non si trova qui...” “No, aveva degli appuntamenti da dei clienti, penso farà tardi, ma magari possiamo organizzare una cena per stasera... Immagino che Riccardo starà con Armando, giusto?” “Non sbagli, ma... Ugo?” “Ugo è in atelier, ti va se beviamo un caffè noi tre insieme?” “Sì, ma vorrei prima parlarti un momento da sola, ti va?” “Certo... Ma va tutto bene?” “Certamente! Tranquilla, accompagnamo Riccardo da Armando e poi parliamo un po'.” Betty bussò alla porta di Armando che corse ad abbracciare il figlio e lo prese per mano e salutò Betty imbarazzato non sapendo bene come comportarsi. Fu lei a rompere il ghiaccio dandogli un lieve bacio sulle labbra. A quel punto era Marcella ad essere confusa. La curiosità della donna durò poco, Betty le raccontò quello che era successo il giorno precedente, il desiderio del figlio e di come avesse reagito Armando. “Oh, Betty, è fantastico! Ora potrete uscire dall'ombra, non dovrete più nascondervi! Prima sono stata indiscreta con l'invito a cena, ma non immaginavo che le cose fossero evolute... Ne sono felice, amica mia! Davvero!” “Tranquilla! Non preoccuparti! Però credo che per qualche giorno ceneremo a casa. Riccardo si dice sicuro ma prima di fare passi più grandi di noi, vogliamo che si abitui a poco a poco...” “Quindi per ora farete i fidanzatini? Sarà divertente vedere Armando impegnato a corteggiarti coinvolgendo vostro figlio!” “No ha bisogno di corteggiarmi... Sai bene che il mio cuore gli appartiene! Dimmi sei davvero convinta che ciò che sta accadendo sia una cosa positiva?” “No, Betty, non è positiva! È l'unica cosa giusta! Avete lottato, litigato, vi siete odiati, ma non avete mai smesso di amarvi, io lo so! E ora è arrivato il momento della felicità! Nicola sarà più felice di me!” “Per me la tua opinione conta molto, lo sai... E ora dovrò dirlo al signor Ugo! L'ultima volta che l'ho visto, prima di partire per Cartagena, mi ha consigliato di trovare un marito tra i surfisti sulla spiaggia... Oh, temo che non ne sarà felice!” “Certo che non lo sarà! Ti vuole bene, molto bene e non è un fan di Armando, lo sai bene! Del resto ha cercato di far cambiare idea sul matrimonio anche a me, nonostante fosse il testimone di Nicola. Lui fa così, cerca di proteggere le persone a cui tiene, e noi due siamo le sue amiche, le sue quasi sorelle! Sai una cosa? Mi piacerebbe organizzare una serata solo per noi tre, uscire, mangiare qualcosa e andare a ballare... Che ne pensi? Io non esco da un sacco di tempo, tu nemmeno, e Ugo ti rimprovererà molto meno se gli promettiamo di fare l'alba! Tra l'altro mia sorella è in città per qualche giorno, lo so che non è la donna più brillante del mondo, ma sarebbe carino, no?” “Sarebbe fantastico! Armando e Nicola potrebbero stare con i bambini e noi ci divertiremmo tantissimo! Chiama Ugo! Così ci beviamo un caffè e ne parliamo! Ah, e a me tua sorella piace, lo sai! La trovo simpatica ed è anche sempre stata gentile con me! Forse perché non vede nessuno come un essere umano ma come un unicorno...” “Ehi! La tua è una frecciatina su come ti trattavo? Eh? Ricorda che mi hai rubato il fidanzato! È ora lascia che chiami Ugo!” Le rispose divertita Marcella. I tre chiacchierarono e come previsto Ugo consigliò a Betty di scappare prima che fosse tardi, ma poi si addolcì e le fece le congratulazioni. Organizzarono così la serata e mentre ne parlavano la porta si aprì ed entrarono Riccardo ed Armando. Il bambino corse ad abbracciare Ugo che fingendo di non volersi stropicciare la camicia lo prese un po' in giro. Il bambino gli raccontò che presto suo padre sarebbe andato a vivere con lui e Ugo, con uno sguardo fulminò Armando “Ma senti... E tu ne sei felice? Perché tu hai la fortuna di avere una mamma speciale sai? Le vedi queste due signore? La mamma e March? Ecco, loro sono le due signore più meravigliose che esistano... E voi due, sì, dico a voi signore, lo sapete vero, che sareste fantastiche donne, madri e manager meravigliose anche senza le vostre zavorre? Eh? Oh guarda è arrivato anche il presidente... Eccone un altro Riccardino mio! Li vedi loro? Loro invece senza la tua mamma e March, sarebbero solo due omini tristi...” Riccardo che non capiva molto di quello che il suo amico diceva, rideva come un matto perché Ugo, mentre parlava gli faceva il solletico, e poi era sempre divertito dal modo di fare di quello strano amico della mamma. “Buongiorno, c'è una riunione e non ne sono stato informato?” “In realtà sì amore mio, ma voi tre non siete stati invitati, organizzavamo una serata solo per noi tre a cui si aggiungerà mia sorella, voi rimarrete a casa con Giulio a fare quello che più vi aggrada” Disse Marcella indicando il marito, Armando e Riccardo. “Allora io, il papà, Nicola e Giulio andiamo allo zoo!” “Va bene, però ora, dobbiamo salutare tutti, e tornare a casa! Loro devono lavorare e noi dobbiamo fare la spesa per la cena di questa sera! Ciao Nicola, Marcella ti racconterà un paio di cose e spero ne sarai felice... Signor Ugo, allora ci vediamo sabato e... Marcella, grazie!” I presenti salutarono Betty e Riccardo che si diressero, seguiti da Armando verso l'uscita. “Allora ci vediamo più tardi! Ti voglio bene... Betty, a dopo...” “Dimmi Armando, non mi saluti con un bacio per pudore o perché la ricezionista smetterebbe di guardarti con quegli occhietti pieni di... Lo sai senza che te lo dica!” “La seconda, dottoressa Beatrice, la seconda cosa!” Rispose Armando ridendo, poi la avvicinò a sé e le diede un piccolo bacio sulle labbra, senza preoccuparsi dello sguardo deluso della ricezionista. “Beatrice, buonasera! Sono Margherita, la madre di Armando...” “Signora Margherita, come sta?” “Beatrice, la chiamo perché Armando ci ha detto che tra qualche giorno verrà a vivere con voi... Ecco, io volevo solo dirle che ne sono felice! Non importa come sia nata la vostra storia, ma... Ecco io vorrei dirle che mio figlio la ama molto e che da quando l'ha conosciuta, tanti anni fa, è cambiato, è diventato un uomo! Lei l'ha reso quello che è oggi, un uomo di cui andare orgogliosi e vorrei ringraziarla. Anche per Riccardo che è un bambino meraviglioso e ci rende davvero fieri di essere i suoi nonni... Io e mio marito abbiamo deciso di tornare a vivere a Bogotà... Torneremo tra qualche giorno e ci farebbe piacere se veniste a cena da noi e... E spero vorrà darci modo di passare del tempo tutto per noi con Riccardo!” “Signora Margherita, sono io a ringraziarla per le sue parole... Non avrei mai osato sperare di sentirle! Riccardo potrà passare tutto il tempo che vorrete insieme a voi! Siete i nonni! Ma vorrei che foste voi nostri ospiti, a casa nostra, mia e di Armando...” “Certo Beatrice, posso darti del tu?” “Certamente...” “Ecco, Roberto non sa come sia nata la vostra storia, diciamo che il fatto che voi abbiate concepito Riccardo per lui è stato un po' strano, voglio dire, non sapeva che voi vi amavate già da tempo, io non ho voluto dargli delle spiegazioni e nemmeno Armando l'ha fatto... Vorrei che anche tu fossi vaga, Roberto e Armando oggi hanno un ottimo rapporto, ma se sapesse quello che successe, la lettera, gli intrighi, beh, faticherebbe a guardarlo nello stesso modo! Non voglio che né lui né Armando ne soffrano!” “Non si preoccupi signora Margherita, le prometto che non accennerò a quanto accaduto. Nemmeno io sono fiera di quello che abbiamo combinato. Abbiamo fatto entrambi degli errori, ma abbiamo deciso di chiudere con il passato!” “Armando ha sempre avuto ragione su di lei! È una donna speciale!” Betty si commosse e anche per la signora Margherita fu un momento toccante.

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Capitolo 21
*** 21 ***


Capitolo 21 Armando si era trasferito a casa di Betty. Riccardo era sinceramente felice di non dover salutare il padre ogni sera, e di averlo accanto in ogni istante. Lo aiutò a disfare le valigie e Armando lo coinvolse nella scelta degli effetti personali da portare a casa. Il resto lo diede in beneficenza e decise di affittare il suo appartamento non appena fosse stato ritinteggiato. La storia di Armando e Betty non sfuggì alla stampa che diede ampio risalto ai pettegolezzi. I due del resto, non si nascondevano più e sempre più spesso partecipavano ad eventi mondani come coppia. *Armando Mendoza, figlio di Roberto e Margherita, fondatori dell'Ecomoda, impresa tra le più floride della Colombia, e Beatrice Pinzon Solano, presidente della Terra Moda, compagnia di gestione finanziaria di grande importanza, sono usciti allo scoperto. Evidentemente i due già da mesi si frequentavano perché è notizia recente quella che i due vivano a casa della dottoressa Pinzon. Già alcuni mesi fa avevamo ipotizzato che tra i due ci fosse qualcosa di più che un semplice rapporto amichevole, ma le nostre convinzioni erano poi cadute quando Armando Mendoza si era mostrato insieme alle modelle della sua casa di moda. Se ricordate, ci eravamo chiesti di chi fosse il bambino che spesso accompagnava l'ormai ex don Giovanni. Evidentemente si trattava del figlio della Pinzon, ed è quindi chiaro che si trattava di incontri per conoscere il figlio della compagna. Il bambino nato dal matrimonio della donna con il magnate della ristorazione, Michelle Doinell, ha vissuto con i genitori a Cartagena fino al trasferimento della madre a Bogotà a seguito della prematura scomparsa del marito. Armando Mendoza avrà deciso finalmente di mettere la testa a posto? Ricordiamo che non è nuovo a questi slanci che poi però si sono risolti in un nulla di fatto. Anni fa, dopo aver annunciato il suo fidanzamento con Marcella Valencia (ora Mora), il matrimonio saltò a pochi giorni dalla data stabilita. Si sono succedute storie con l'imprenditrice venezuelana Alessandra Sing e con la modella Luisa Ortega, solo per citare le più belle e famose! Non possiamo che sperare in questa unione con una donna che non è mai stata al centro di particolari pettegolezzi. La dottoressa Pinzon è infatti sempre apparsa sui giornali con il marito e il figlio, ben lontana da scandali e tradimenti e a noi è sempre piaciuto mostrarla per quello che è, una donna semplice ed elegante, con un fascino discreto ma di una bellezza rara. Facciamo i nostri auguri soprattutto a lei, che merita di essere felice dopo il dolore della perdita del marito, e al figlio che merita che il compagno della madre non la tradisca alla prima occasione come il caro Armando usa fare! * Questo era solo uno dei tanti articoli apparsi sui giornali e il meno aggressivo nei confronti di Armando. “Armando, Betty, i toni non sono lusinghieri... Ecco almeno per quanto riguarda te Armando, perché Betty il tuo ritratto invece non è male...” “Infatti Nicola io credo che dovremmo replicare, emettere un comunicato stampa, l'immagine di Armando ne esce danneggiata e non è affatto giusto!” “Non lo so, forse sarebbe il caso di lasciar perdere...” “Sono d'accordo! A me non importa quello che dicono i giornali, non me ne sono mai preoccupato. La cosa importante è che né Betty né Riccardo siano stati ricoperti di fango. Amore mio, Nicola e Marcella hanno ragione!” “Betty, una replica porterebbe i giornalisti a continuare a tenervi sotto controllo! Ogni mossa che farete sarebbe sotto i riflettori. Anche la privacy di Riccardo... E dubito sia una cosa conveniente...” Disse Nicola “Mio marito è saggio... A parte gli scherzi, perché non andate via per qualche giorno, sarebbe utile per distogliere l'interesse dalla vostra storia e Riccardo ne sarebbe felice!” “Armando per qualche giorno possiamo fare a meno di te, e Betty, la Terra Moda ha una gestione così perfetta che non risentirebbe della tua assenza.” “Anche io penso sia una buona idea, Betty, perché non andiamo via? I miei sono a Bogotà e se accettassero di venire con noi, potremmo ritagliarci momenti tutti nostri...” “Davvero? Davvero Mendoza siamo a questi livelli? Lo sai che essere un compagno e un padre comporta anche questo? poco tempo da dedicare all'amore?” “Parla per te amico mio! Forse tu e Marcella avete di questi problemi, io e la mia meravigliosa Betty da quel punto di vista andiamo più che bene!” I quattro scoppiarono a ridere divertiti. E Betty si sentì leggera e serena. “Ehi! Guarda che ti sbagli! Anche tra me e la mia sposa, bellissima, sexy e piena di passione va tutto bene! Anzi... Marcella...” “Quello che vuole dire Nicola è che aspettiamo un altro bambino... Giulio avrà presto una sorellina o un fratellino... Ieri abbiamo fatto un controllo e sono appena entrata nel secondo mese... Lo so è presto per dirlo, il primo trimestre è delicato e quello che volete, ma noi siamo al settimo cielo!” “Marcella è... È una cosa meravigliosa! Oh Nicola, il mio amico... Il mio fratellino...” Betty scoppiò a piangere abbracciando i due amici e Armando si congratulò con Nicola e strinse Marcella in un dolce abbraccio. Più tardi a casa, Betty apparve pensierosa “Dottoressa, stai ancora pensando al trattamento che mi hanno riservato i giornalisti? A me non importa. Del resto negli anni non ho dimostrato certo di essere un esempio di integrità...” “Mi dispiace amore mio! Non meriti di essere giudicato per il passato! Ma non è per quello... Vedi sono rimasta colpita dalla notizia della gravidanza di Marcella...” “Mi sembravi felice... E poi loro lo sono e anche se Giulio ha solo 6 mesi riusciranno a gestire tutto... Sei preoccupata?” “No, amore, no! So che andrà bene... È solo che un po' li invidio...” “Sai che anche io li ho invidiati? Ma insomma, potremmo pensare anche noi ad un secondo erede... Sarebbe molto, molto piacevole impegnarci in questo progetto... Che ne dici?” “Sarebbe bellissimo, ma Riccardo? Credi lo accetterebbe? Pensi sia giusto metterlo di fronte ad una situazione del genere? Viviamo insieme da poco, lui ne è felice, ma deve ancora metabolizzare il tutto... Scusa se ti ho trascinato nei miei pensieri...” “Amore, non chiedermi scusa, tu hai ragione, la cosa che più desidero è che Riccardo sia felice e faremo questo passo solo quando saremo sicuri che lui ne sarà contento... Nel frattempo potremmo allenarci un po'... Che ne pensi?” “Sciocco dottore! Come ho fatto a vivere senza di te per tanto tempo? “ Gli rispose Betty ridendo e allacciando le sue braccia al collo di Armando. Lo baciò e si buttarono sul letto ridendo e spogliandosi. “Riccardo, che ne pensi?” “Non lo so... Ma se vuoi io sono contento! Cosa cambia?” “Nulla, tra noi non cambierebbe nulla! Ma diciamo che le cose tra una mamma e un papà, vanno così, magari non sempre, ma io ho tanta voglia di ufficializzare il mio amore per la mamma, voglio che lo sappiamo tutti... Capisci?” “Non so cosa vuol dire uff... Uffic... Uffilizzare...” Armando rise e cercò di spiegargli cosa quella strana e difficile parola significasse. “Allora siamo d'accordo! Tu hai il ruolo principale, sia stasera che dopo, se la mamma accettasse la nostra proposta...” “Sarò bravissimo! Sono tanto contento!” “Anche io tesoro! ti voglio tanto bene!” La sera Betty, trovò le luci spente, pensò che i due uomini della sua vita fossero usciti a mangiare una pizza “Lucia? Lucia?” Stranamente anche la tata non era in casa. Prese il telefono e compose il numero di Armando ma non rispose. Andò in camera, si svestì e si fece una doccia, poi si rivestì velocemente con una tuta da ginnastica e raccolse i capelli con un mollettone. Si diresse in cucina cercando nuovamente di contattare Armando. Si stupì vedendo che in sala da pranzo la tavola era apparecchiata per tre e imbandita con fiori e candele... “Mamma...” “Tesoro, ma che succede? Dove si è nascosto papà? Chi ha imbandito la tavola?” “Io e il papà, la cena è pronta, ma l'ha preparata Lucia...” “Riccardo, ma lei dov'é? Riccardo, che maglietta indossi? Ma cosa...?” “Mamma non dire di no!” Disse il bambino emozionantissimo e preoccupato per la risposta della madre “Ma cosa avete combinato?” “Se dici di sì te lo dico!” “Vai a dire a tuo padre che non potrei mai rispondere no se a chiedermelo sei tu! E che sarei la donna più felice del mondo se me lo chiedesse lui...” Armando entrò in sala da pranzo prendendo in braccio il figlio che felice saltava da una parte all'altra “Ho capito bene? Hai detto di sì?” “Dottore come avrei potuto fare il contrario! Hai messo una maglietta a nostro figlio con scritto: mamma, vuoi sposare il mio papà? Sei pazzo! E io sono pazza di te!” “Sapevo che se il messaggio fosse stato il nostro amore non avresti resistito!” “La mamma e il papà si sposano si sposano!! Mamma lo posso dire a tutti? Chiamiamo la nonna e il nonno?” “Sì, potrai dirlo a chi vuoi, ma ora vorrei cenare con gli uomini più importanti della mia vita farmi coccolare e coccolarvi... Solo noi, per tutta la sera!” Non fu semplice mettere a letto il bambino. Era eccitato e felice di essere stato coinvolto dal padre e non vedeva l'ora di essere il protagonista di quel giorno, quando avrebbe portato gli anelli. Finalmente si addormentò e Betty e Armando rimasero soli. Armando diede a Betty un bicchiere e le versò dello champagne poi raggiunsero la camera da letto. “Brindiamo a noi! Brindiamo a te che presto sarai mia moglie!” “Ti amo!” Seppe dire Betty, sopraffatta dalla felicità. “Signor Ugo... Mi piacerebbe fosse lei il mio testimone, lei e Nicola! Siete i miei più cari amici...” “Dottoressa Beatrice, ne sarei orgoglioso... E sappi che il tuo abito c'è già! Nella mia testa certo, ma in un paio di mesi sarà pronto. Betty, sarai la sposa più bella che si sia mai vista...” “Ugoooo e io? Io cosa ero? Una sposa media?” Gridò Marcella all'indirizzo dello stilista “March tu eri meravigliosa, ma eri incinta! Non ho potuto realizzare l'abito che avrei voluto perché me l'hai impedito! Te lo ricordi vero? Così no, così neanche... Ma lei non è incinta e posso realizzare l'abito più strepitoso al mondo... Perché non sei incinta vero?” “No, non lo sono! Però che sia semplice la prego, sa che mi imbarazzerei...” “Taci! Subito fuori di qui! E tu, tu Marcella che sei sempre gravida, io cosa devo creare per te? Eh? Perché non aspetti che partorisca prima di sposarti?” “Ugo per favore non dire sciocchezze! Preparale l'abito che hai in mente e per me, se non vuoi rovinare l'immagine che la gente ha di te, non fare nulla! Sei sempre più acido!” “No March, scusa! Ti vestirò così bene che la gente faticherà a capire quale sia la donna che sposa quel tipaccio all'altare!” “Ecco, così va meglio! Sobrio Ugo! Sobrio! Ricorda che sarò incinta di 5 mesi!” Tra i tre lo scambio di battute continuò, erano tre amici che scherzavano e si divertivano. “Chi sarà il tuo testimone oltre a Marcella?” “Vorrei fosse mia sorella, Camilla. Tu non l'hai mai vista e nemmeno Betty, ma spero accetti. Non viene a Bogotà da tanti anni. Sai aveva avuto problemi con i miei genitori per via dell'uomo con cui è sposata...” “Credi che per i tuoi non sarà un problema?” “Per mio padre no, forse mia madre nutre ancora del risentimento, ma il fatto che mio cognato sia diventato un ingegnere molto quotato e che mia sorella abbia rinunciato alle quote della compagnia cedendole a me ha un po' smorzato le tensioni... Nicola, come stai? Intendo nei confronti della gravidanza...” “Amico mio! Bene! È ancora invisibile, una puntina su un monitor eppure mi riempie di emozioni accarezzare la pancia di mia moglie! Era così anche per Giulio, e quando è nato... Ecco sono emozioni indescrivibili!” “Già, deve essere davvero incredibile veder crescere la pancia della donna che ami...” “Armando, tu non hai potuto vivere questa esperienza, ma nella vita di un figlio ci sono altri momenti importanti... Per esempio Riccardo vi porterà le fedi e sarà emozionante vederlo camminare verso di voi...” “Ho chiesto a Betty un altro figlio...” “Oh... E lei?” “Ha chiesto tempo e so che ha ragione, ma vorrei vivere insieme a lei ciò che tu e Marcella vivete ogni giorno...” “E sarà così! Ora godetevi il vostro matrimonio!” “Hai ragione... Avrei un altro favore da chiedervi... I miei genitori si occuperanno di Riccardo quando partiremo per la luna di miele ma vorrei che tu e Marcella passaste del tempo con lui...” “Sarà fatto! Puoi contare su di noi!” Rispose Nicola felice. Il giorno delle nozze di Armando e Betty era arrivato. Riccardo, accompagnò la madre all'altare prendendo molto sul serio il suo ruolo, poi corse dai nonni che lo presero in braccio. Armando strinse la mano di Betty e le sussurrò che era la donna più bella del mondo, e lo era. Ugo le aveva confezionato un abito perfetto, in raso, che scivolava e accarezzava il suo corpo, impreziosito da una stola morbida che le scendeva sulle spalle e sulla schiena, tra i capelli appena raccolti aveva dei fiori dello stesso colore del bouquet. Era emozionata e felice. Marcella piangeva e Camilla con la quale non aveva mai avuto rapporti idilliaci, le tocco lievemente il braccio facendola sorridere. Anche Ugo e Nicola erano emozionati. Fu toccante quando Riccardo consegnò loro le fedi e una lacrima scese anche sul volto di Armando. Tutto era perfetto. Al ricevimento c'erano pochi invitati, gli amici più intimi, i parenti e alcuni dipendenti delle loro compagnie. Erano presenti anche Gerard e Sara con il piccolo Etienne. Quando la festa si concluse Betty e Armando corsero nel piccolo albergo che li aveva ospitati nel periodo in cui si nascondevano dai giornalisti e dai pettegolezzi. Avevano bisogno di rimanere soli e Riccardo fu felice di passare la notte con i nonni, anche perché nella stessa casa soggiornavano gli zii, Camilla e Mattia e i loro figli Laura, di 8 anni e Lorenzo, della stessa età di Riccardo. I tre avevano stretto amicizia molto in fretta e decisero di mettere a ferro e fuoco la casa dei nonni. Marcella e Nicola invece passarono la serata con Ugo e Gerard e Sara. “Signora Beatrice Mendoza... Suona bene...” “Sembra anche a me!” “E mi dica dottoressa Mendoza, trova che questo vestito sia adatto a dormire? Perché sono così stanco! Vorrei buttarmi sul letto!” “Oh, ma io lo toglierò subito... Ma se mio marito è stanco, mi metterò a guardare un po' di TV perché io invece non sono affatto stanca...” “Davvero? Allora quando si sarà tolta il vestito, la prego aiuti anche me a spogliarmi... Non credo di farcela da solo!” “Certo, una buona moglie deve aiutare il proprio marito. Aspetti li, per favore!” Betty si sfilò il vestito in modo provocante si sciolse completamente i capelli e lentamente si avvicinò al marito che la guardava ammirato. Fu la loro prima notte come marito e moglie e furono emozioni uguali e diverse che li accompagnarono. Partirono per Rio de Janeiro. La luna di miele non sarebbe stata lunga ma sapevano sarebbe stata indimenticabile. Riccardo intanto impegnato a giocare con i cuginetti era felice della libertà che l'assenza dei genitori gli dava. I nonni coccolavano i nipotini, ma lui in particolare. Li accompagnavano a fare delle gite e permettevano loro di mangiare i loro piatti preferiti. Inoltre passava il suo tempo anche con gli zii e con Marcella e Nicola. A loro era particolarmente affezionato e voleva molto bene a quel bambino piccolino che trovava tanto buffo. Un giorno notò Nicola che accarezzava la pancia di Marcella e incuriosito chiese perché stessero ridendo. “Vieni qui Riccardo, dammi la tua manina!” Si avvicinò e ubbidì a Marcella, sotto la sua mano sentì uno strano movimento che lo fece trasalire “Non spaventarti, nella mia pancia sta crescendo un bambino. Te lo ricordi Giulio quando l'hai conosciuto? Il bambino nella mia pancia è ancora più piccolino, sta crescendo e tra qualche mese diventerà un bambino come Giulio ed Etienne...” “Zia, ma poi Giulio?” “Giulio diventerà un fratello maggiore, proprio come la tua cuginetta Laura è la sorella maggiore di Lorenzo.” “Vedi Riccardo, io e Marcella ci vogliamo tanto tanto bene e ne vogliamo tantissimo anche a Giulio! Non vogliamo sia solo così gli regaleremo un fratellino a cui vorrà tanto bene!” “Come si chiama?” “Non lo sappiamo ancora, vedi non sappiamo se sarà un maschietto come te e Giulio o una femminuccia. A te che nomi piacciono?” “Non lo so... Io posso essere un fratello maggiore?” Nicola e Marcella si guardarono e sorrisero al piccolo “Tesoro a te piacerebbe? Vedi, non possiamo dirti se sarai un fratello maggiore, devi chiederlo ai tuoi genitori, ma possiamo dirti che Giulio ti vuole bene e che per lui è come se tu lo fossi...” “Quando tornano il papà e la mamma?” “Ti mancano tanto? Ti annoi?” “No, ma quando tornano gli chiedo un fratellino!” Dopo una settimana Armando e Betty tornarono a Bogotà, corsero a casa di Roberto e Margherita a prendere Riccardo. Furono accolti da baci e abbracci anche da Camilla e il marito. “Dove si trova il nostro piccolo campione?” chiese Armando al padre “In giardino, insieme ai cuginetti... Andate fuori e accomodatevi, faccio servire un aperitivo...” Armando e Betty raggiunsero il figlio che felice di rivederli non smetteva di abbracciarli. Poi li subissò di domande. Alla fine tornò a giocare con i cugini! “Signori Mendoza, grazie per esservi occupati di Riccardo, spero non sia stato un peso!” “Beatrice è stata una settimana bellissima! Nessun peso, non pensarlo nemmeno! E poi grazie a Riccardo anche Camilla e Mattia hanno deciso di passare qualche giorno con noi! E i cuginetti si sono proprio trovati bene tra di loro... Pensa che si sono coalizzati per avere un cavallo in regalo.” “Non preoccuparti cognata! Ho già detto di no a tutti e tre... Armando vorrei parlarti quando hai un po' di tempo... Mamma e papà sono d'accordo ma vogliono che ne parli con te!” “Di che si tratta?” “Non adesso Camilla, tuo fratello è appena tornato. Tra qualche giorno ne discuterete. Betty, raccontaci di Rio! Cosa avete fatto?” “Mamma, dovresti conoscere tuo figlio! Non avranno visto nulla se non la loro camera d'albergo! Sbaglio?” Disse scherzando Camilla guardando il fratello e la cognata! “Camilla, sei sempre pungente vedo! Comunque hai ragione!” “No, no! Signori Mendoza, Armando scherza!” “Beatrice, i nostri figli hanno sempre goduto nel vederci imbarazzati, vedo che non siamo gli unici in famiglia, almeno tu e nostro genero Mattia avete un senso del pudore simile al nostro!” Disse il signor Roberto rivolgendosi a Betty e Mattia. Tutti scoppiarono a ridere. La serata continuò serenamente ma quando tornarono a casa, Beatrice e Armando si trovarono a dover fronteggiare delle domande che non si aspettavano da parte del figlio “Papà, tu e la mamma volete fare un fratellino?” “Riccardo, no! Perché pensi questo?” “Non lo so, ma magari vi va... Nicola e Marcella ne stanno facendo uno! La zia Marcella ha un bambino nella pancia e io l'ho sentito...” “Tesoro, stai tranquillo. Io e la mamma non vogliamo un altro bambino... Ci basti tu! Sei tutto per noi!” “Oh... Va bene...” Disse il bambino sconfortato. Betty e Armando interpretarono quell'atteggiamento come paura di dover condividere l'affetto con un altro bambino e si guardarono complici. Camilla parlò con Armando della sua intenzione di rimanere a Bogotà, il marito aveva infatti ricevuto un'offerta interessante da una grande impresa Argentina con sede in Colombia e a lei sarebbe piaciuto lavorare all'Ecomoda. Era disposta a fare la segretaria, l'assistente o qualsiasi lavoro l'azienda potesse offrirle, senza pretese. Armando ne fu felice ma ricordò alla sorella che lui era solo un dirigente e che avrebbe dovuto discuterne con il presidente. “Armando, Marcella non mi ha mai trovato simpatica... Mi sembra cambiata dopo il matrimonio, ma credi sia disposta ad assumermi?” “Nicola valuterà la tua professionalità e le tue capacità, considererà te come persona, non come figlia dei Mendoza! Il tuo rapporto con Marcella non lo riguarda. Se riterrà che tu possa essere utile e ci fosse una posizione da ricoprire non lascerà che la vostra antipatia comprometta i suoi interessi. Poi all'Ecomoda oggi i rapporti sono sereni, ma prima che Nicola ricoprisse il ruolo di presidente, i rancori, la sfiducia e i problemi personali sono stati all'ordine del giorno per parecchio tempo. Se vuoi posso chiedere un appuntamento...” “Ok, allora conto su di te... Mi chiedevo anche se per te fosse un problema affittarci il tuo appartamento, almeno per qualche tempo, non vorrei continuare a stare dalla mamma. Certo il suo modo di fare si è addolcito, ma alla mia età dover rendere conto ai genitori mi pesa. E poi lo vedi come viziano i bambini? Papà concede loro tutto quello che vogliono! Lo sai che stanno valutando un maneggio per il cavallo che vogliono i bambini?” “No, credevo che la cosa fosse stata chiarita! Del resto Riccardo da qualche giorno non me ne parla più... Credo abbia paura che io e Betty vogliamo un altro bambino!” “Paura? Sei sicuro che si tratti di paura?” “Già, l'abbiamo rassicurato. Riccardo in quest'ultimo anno e mezzo ha dovuto vivere cose più grandi di lui, per questo io e Betty abbiamo deciso di non fargli passare altri traumi...” “È strano Armando, perché quando eravate a Rio, diceva che anche lui sarebbe diventato un fratello maggiore, come Laura e Giulio... Forse avete frainteso le sue intenzioni... Dovreste provare a parlarci, perché forse la sua non è paura, ma delusione. Tu e tua moglie non volete altri figli?” “È la cosa che più desidero. Sai bene che non ho potuto vivere l'esperienza della gravidanza di Betty. Mi piacerebbe provare quelle emozioni!” “Quella donna ti ha trasformato... Non credevo di sentirti parlare in questo modo. Ricordo il ragazzo arrogante e pieno di se che credeva di poter avere a disposizione ogni donna che voleva. Ti volevo bene, ma la tua visione delle donne mi era insopportabile! Poi arriva lei e diventi il marito modello... Brava Betty! E bravo anche tu! L'uomo che ho di fronte mi piace molto di più!” “Come sei sciocca! Voi non avete mai creduto in me! Tutto qui!” Rispose alla sorella divertito. Armando organizzò l'appuntamento tra Nicola e Camilla che viste le referenze fu assunta come assistente di Marcella. L'idea di Nicola era quella di non dover più ricorrere a consulenti esterni o a nuove assunzioni quando la moglie fosse rimasta a casa per il periodo di maternità, Camilla che aveva la stessa laurea di Marcella, avrebbe potuto sostituirla. Nessuna delle due donne ne fu entusiasta ma Marcella sapeva che Camilla era un'ottima professionista e decisero che si sarebbero almeno rispettate e sopportate. “Armando, ho un ritardo... Sono incinta! Mio Dio è un disastro! Riccardo ne soffrirà e... Cosa dobbiamo fare” Armando si limitò a stringerla a dirle che l'amava è che quella era la notizia più bella che lei potesse dargli! La rassicurò che tutto sarebbe andato per il meglio e che Riccardo l'avrebbe accettato. Nonostante il consiglio di Camilla di riparlare col figlio, Armando aveva preferito lasciar passare del tempo in modo che il bambino trovasse la serenità e la stabilità che gli serviva. “Betty, io sono felice... Sto toccando il cielo con le dita, amore mio! Ti prego, dimmi che anche tu sei felice!” “Sono felice, sì, avere un altro figlio da te è la cosa che più desidero, ma sono preoccupata! E se Riccardo soffrisse? Se non ci perdonasse? Come possiamo fargli del male?” “Betty no! Non gli faremo del male... Glielo diremo con calma, lui capirà che noi ne siamo felici e lo sarà anche lui. Però prima dobbiamo averne la certezza. Magari si tratta solo di un falso allarme...” “Ne dubito, il test non lascia spazio alle interpretazioni, ma ho già fissato un appuntamento con medico...” “Allora prima di dirlo a Riccardo vediamo come andrà la visita. Poi decideremo come comportarci. Io però spero sia tutto vero! Betty, per me sarebbe un sogno che si realizza...” “Grazie amore mio! Le tue parole mi rassicurano. Sì andrà tutto bene.” “Marcella, possiamo parlare? So che sei molto impegnata, ma...” “Certo cara, lascio volentieri tutto a Camilla! Non che mi sia particolarmente simpatica ma devo ammettere che è davvero brava e competente. Per fortuna perché non vedo l'ora di godermi queste ultime settimane tranquilla a casa, pensando solo a Giulio e alla piccolina. Ti va se usciamo a prenderci un caffè? Se rimaniamo qui sono certa che qualcuno ci si interromperebbe per ogni sciocchezza...” Beatrice e Marcella uscirono dall'Ecomoda e raggiunsero un locale carino e tranquillo “Allora amica mia, cosa c'è che non va? Armando da qualche settimana sembra completamente fuori fase, ma non lo trovo affatto triste... Anzi...” “Armando è felice! Anche io lo sono, ma lui si comporta come uno sprovveduto ed è convinto che le cose non potrebbero andare meglio, ma io sono preoccupata!” “Cosa c'è? Mi devo preoccupare anche io?” “Marcella, aspetto un bambino!” “Ne sei sicura? Ma è meraviglioso! Ora capisco perché Armando cammina come se stesse calpestando un prato di fiori! Sono tanto felice per voi! Ma, tu no? Il bambino non sta bene?” “No, è tutto a posto, lo scorso mese abbiamo fatto la visita dal medico e tutto andava benissimo, sono quasi al terzo mese e domani avrò la seconda visita. Armando è fuori di sé dalla gioia, ma io... Non lo abbiamo detto a Riccardo, non ancora, ho paura di come potrà reagire. Armando è convinto che capirà, ma se non fosse così?” “Betty, ma cosa stai dicendo? Vostro figlio vi ringrazierà! Perché glielo tieni nascosto? Perché non vuoi dirglielo?” “Qualche mese fa, quando tu e Nicola ci avete dato la bella notizia della gravidanza, aveva pensato di avere un altro bambino anche noi, ma al nostro rientro dal viaggio di nozze Riccardo ci aveva fatto capire che non ne sarebbe stato felice e abbiamo rinunciato prima di provarci. Poi non ne abbiamo più parlato e... E ora che sono incinta non so cosa fare...” “È strano, tuo figlio quando siamo insieme mi chiede sempre di poter salutare la bambina, e si diverte un mondo quando la sente muoversi... Ricordo anche che prima che tornaste dalla luna di miele mi disse che non vedeva l'ora di vedervi per chiedervi di poter diventare un fratello maggiore... Forse le vostre paure vi hanno fatto credere qualcosa che sta solo nella vostra testa... Betty, non voglio certo dire che non conosciate Riccardo, ma forse siete convinti che tutto ciò che ha passato lo abbia semplicemente subito... E non è vero! Siete stati attenti a proteggerlo e a fargli vivere tutto molto naturalmente! Siete ottimi genitori Betty! Riccardo ha 6 anni ed è un bambino felice e sereno! Non solo ha accettato quanto è successo, ma lo ha condiviso con voi... Provate a dargli fiducia! Sono certa che saprà stupire tutti e due! Armando sarà di nuovo padre e questa volta potrà vivere ogni istante della gravidanza e della nascita! Betty non rovinare a te e a lui questi momenti! Lasciate che vostro figlio partecipi alla vostra felicità!” “Marcella, grazie! Grazie per essere la mia amica! Per esserci sempre... Ti voglio bene amica mia!” Betty la abbracciò e fu felice di sentire che dal pancione di Marcella un piccolo calcio la sfiorava. Betty prese coraggio e decise di parlare con il figlio della gravidanza. Aspettò che Armando tornasse e poi cominciò a spiegare a Riccardo quello che stava succedendo. Armando assicurò al figlio che il bambino non gli avrebbe tolto nulla e che anzi lui avrebbe avuto un ruolo molto importante nella vita del fratellino. Per i due fu un sollievo vederlo saltare dalla felicità snocciolando nomi improponibili da dare al fratello. Marcella aveva ragione, la paura di sbagliare li aveva portati fuori strada. Riccardo disse subito che voleva un maschietto come Giulio e che avrebbero diviso la camera, che gli avrebbe insegnato ad andare in bicicletta (da qualche giorno aveva imparato ad andarci senza le rotelle) e a disegnare. Era anche convinto che i nonni a quel punto avrebbe regalato a lui e al fratello un cavallo tutto per loro e un altro a Laura e lorenzo, altrimenti sarebbe stato troppo difficile per il cavallo. Aggiunse che sarebbe stato contento anche se fosse stato una femmina come Laura ma a quel punto preferiva che lei avesse una camera diversa e dei giochi tutti suoi perché i giochi delle sorelle erano noiosi. Armando e Betty furono travolti dall'entusiasmo del piccolo e a quel punto la loro felicità fu completa. Camilla nacque in giornata piena di sole. Armando fu vicino a Betty in ogni momento e Riccardo fu il primo a prenderla in braccio dopo i genitori. Ora non avevano più una famiglia, erano una famiglia.

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