capitolo 2
“E se fosse un
uovo Nashor?” “Ma
se stupida” “Se fosse davvero un drago come dici
tu?”
Avevano ripreso il cammino di primo
mattino. Scendevano a valle dopo aver scalato parte del monte Targon,
la neve alle loro spalle risplendeva ai primi raggi del Sole.
La bambina si era svegliata di
buon'umore. La cena le era chiaramente servita per riprendere le
forze. Parlava più del solito. Lo yordle scrutava
l'orizzonte
annusando l'aria fresca. Erano in cammino da alcune ore ormai, la
pungente aria montana stava lasciando il posto a boschi ben
più
verdi ed accoglienti. Alcune varietà di fiori e piante
sbucavano tra
qualche cespuglio. Gli uccelli gridavano nel cielo non più
bianco da
far male alla vista.
La vita aveva ripreso a
scorrere.
“Come lo
chiamiamo?” “Ma di che
stai parlando? E' un uovo e appena schiuso morirà di
fame”
Qualcosa lo infastidiva, qualcosa non andava. “Ma che
dici?!”
“Gli vomiterai te in bocca appena ti chiederà il
cibo vero? Parli
senza sapere quello che dici” “Io? Te basta che
depredi, urli,
imprechi e uccidi” “Esatto!”
“Kleeeed!” La bambina si
scagliò contro lo yordle che con quell'aria truce e saccente
la
canzonava senza sosta da quando l'aveva incontrata ormai.
Gli si avvicinò per mollargli un
calcio quando lo yordle fù più veloce e con una
sola mossa mise la
piccola al tappeto. “AH! Ben ti sta poppante” La
piccola si tirò
su a fatica, Kled le offrì una mano guantata quando la vide
cambiare
espressione.
"L'uovo...Kled l'uovo!”
Lo yordle vide l'uovo giallognolo
rotolare giù per il sentiero boscoso. I due rimasero
impietriti da
quella scena tragicomica. L'uovo rotolò di alcuni metri per
poi
finire la sua corsa su un mucchietto d'erba verde. La bambina si
voltò verso la creatura assesstandogli un bel pugno.
“Vedi? E te
saresti quello grande tra i due! Irresponsabile ed immaturo, ecco
cosa sei!” “Attenta a quella lingua troppo veloce,
qualcuno
potrebbe mangiartela!”
La bambina
affrettò il passo per poi
iniziare una corsa disperata verso quel tesoro quando cadde a terra
tra le risate dello yordle. “Aah, ti odio! Sta zitto!
Dovrebbe
travolgerti una valanga ora!” Urlò faccia a terra
battendo i
pugni. Le ginocchia doloranti e sicuramente sbucciate, i gomiti
arrossati. Con gli occhioni lucidi si avvicinò piano al suo
prezioso tesoro
trattenendo il respiro.
In un attimo, l'uovo
sparì da davanti
quegli occhi ora colmi di terrore.
Da dietro dei cespugli
spinosi, una
draghertula, sorniona, era stata più rapida ed aveva
mangiato in un
sol boccone l'uovo senza indugi. Ora se ne stava lì. Placida
e
soddisfatta davanti gli sguardi attoniti dei due viaggiatori. La
bambina tratteneva ancora il respiro. Il lugubre e incredulo silenzio
venne poi interrotto dallo yordle. Scoppiò in una risata
isterica e feroce facendo scappare l'animale da dove era venuto. Il
Bosco
Fatato.
“Quella fottuta cosa mi ha fregato la
cena! Non posso crederci! Sono stato fregato da un
lucertolone!”
Rideva per non spaccare a metà il Monte Tagon alle sue
spalle.
Fregato. Lui? Mai successo ed ora da chi? Un draghetto senz'ali
dall'aria non così sveglia.
“Dovrei solo che mangiarti al posto
suo per averti dato ragione ragazzina!” Urlò ora
Kled. “Te e le
tue stupide idee dettate da quel cuoricino che sto per strapparti
via!”
Avanzò verso la
piccola a grandi falcate quando rapido
si acquattò quasi sopra di lei, proteggendola.
In lontananza si udirono degli spari.
“La draghertula” sussurrò la piccola con
il volto tra il
terriccio, Kled sopra di lei pesava un pochino. “Forse le
hanno
sparato” continuò. “Il mio piccolo. Il
mio uovo”
Kled non si mosse. La bambina si alzò di forza liberandosi
della
creatura bianca. Lo fissava accovacciata senza proferire parola, il
cuore in gola.
Quando Kled annusava l'aria in quel modo volevano dire guai. E li
aspettava da mesi.
Lo yordle si
tirò su piano, osservando
la piana sotto di loro. Non erano soli. L'odore della
polvere da sparo, quelle voci lontane che solo lui poteva sentire.
“Trova un posto per nasconderti e stacci questa
volta!” “No
Kled ascolta” “Non ho né tempo
né voglia” Il piccolo yordle
si inoltrò per un sentiro battuto che correva lungo la
discesa in
pietra che stavano percorrendo. “Loro vogliono me”
Kled si voltò.
Non sapeva il perchè, non ne capiva il motivo, non sapeva la
causa
del suo malessere da mesi. “Loro sono venuti per riportarmi a
palazzo”.
La creatura riprese il cammino quando la
piccola gli si parò davanti. “Così
facendo finirai ucciso” “Io?
Ucciso?” “Kled ascoltami per una volta! Quelle
persone ti faranno
del male” Lo yordle non capiva. “Non se le
uccido” “Non puoi,
sono troppo forti!” “Quando torno mi spiegarai
tutto ma adesso
levati di dosso mocciosa” “No!”
urlò la bambina gettandosi
contro la creatura. Uno sparo riecheggiò nell'aria, questa
volta più
vicino ai due. Kled afferrò la bambina gettandola a terra.
“Io non voglio che tu muoia per causa
mia Kled, sei uno yordle” “E allora?!”
“Ne siete rimasti
pochi...lo sai” La piccola parlava con gli occhi colmi di
lacrime.
“Non puoi batterti Sybille, non essermi di peso”
“Si può
combattere in altri modi Kled...”
La creatura non si voltò
nemmeno. Non avrebbe retto. Immaginò la piccola guardarlo
andare
via. “Trova un riparo” le ordinò.
Lentamente e in guardia si
inoltrò per
la vegetazione del posto. Ripensò rapido a quello che la sua
piccola
amica tentò di dirgli e si maledì.
Quella bambina riusciva a fargli odiare tratti di sé che
credeva
sacrosanti. Perchè Sybille non parlava mai del suo passato?
Chi era
dopotutto? “La magia nera” bisbigliò
osservando ogni filo
d'erba. Gliel'aveva vista praticare più di una volta ed era
potente.
Se quelle fossero state davvero guardie reali avrebbero preso non
curanti la stada principale. Loro non avevano nulla da nascondere
dopotutto. Sbuffò nervoso.
Seguiva alcune tracce sul
terreno
bagnato, il cielo era sereno ma la notte prima aveva piovuto. Camminava
sulla scia di un lucertolone giallognolo, idiota e
tocco. “Quando ti prenderò io...”. Kled
affrettò il passo stando ben attento a non fare rumore.
Decise di allungare il giro arrampicandosi su un'altura rocciosa,
avrebbe avuto anche una visuale migliore. Sperò solo che la
ragazzina avesse trovato un riparo. Solo allora si voltò. La
fitta
vegetazione aveva perfino oscurato la vista del nobile monte. Aveva
camminato parecchio. Imprecando contro la stessa divisa militare che
lo intralciava nei movimenti scalò la parete fangosa.
Da lì poteva vedere l'intera piana che
si estendeva dalle pendici del MonteTargon. Immensa e verde. L'aria
che si respirava era dolce eppure carica di tensione. Punti neri,
alcuni più grandi, alcuni più piccoli inquinavano
quel colore pieno
di vita della pianura. “Cavalieri”
esclamò tra sé. “Deve
esserci un accampamento da qualche parte”. Osservava fin dove
il suo
sangue yordle gli permetteva. I loro vessilli, cose mai viste in
tutta la sua lunga vita. Un corpo privato. La bambina aveva ragione.
Erano lì e cercavano loro.
Doveva tornare indietro,
prendere
Sybille e fare dietro front, immediatamente.
Combattendo contro l'impeto
di correre
all'impazzata come una bestia riprese il sentiero battuto da dove era
venuto prestando attenzione ad ogni suono prodotto dalla natura.
Qualcosa lo seguiva, ne era certo. Decise di cambiare percorso
raggirando il sentiero che aveva usato in precedenza acquattandosi,
per poi fermarsi tra due cespugli, in ascolto. Lo yordle chiuse gli
occhi facendo lavorare la sua mente. L'essere camminava su due zampe,
cercava qualcosa. Lui sicuramente. Che li avessero trovati? Sybille.
Kled uscì dal nascondiglio con ascia yordle alla mano. Non
aveva
tempo. Doveva correre da lei. L'aveval asciata indietro e sola.
Che idiota che era stato. Orgoglioso e
rabbioso. Questo era quello che era diventato nei lunghi anni di
nomadismo.
I rovi gli strappavano la pelliccia
bianca, alcuni si impuntavano sulla sua armatura di cuoio. Corse per
quel che le sue gambe corte gli permettevano saltellando e aiutandosi
con la lunga ascia da battaglia. “Dobbiamo andarcene,
subito!”
Urlò appena arrivato sulla strada sterrata.
“Sybille, siamo nel
bel mezzo di...no” esclamò sconfitto.
Due cavalieri in armatura
nera e lucida
tenevano un grosso sacco scherzando tra loro. Il terzo, sicuramente
loro capitano stava guardando una mappa, poi lo vide. “Ah,
ecco il
fido Kled” esclamò facendo voltare i due
completamente coperti
dalla loro armatura. Kled represse un grugnito da yordle stringendo
la sua ascia. “Kled?!” Dal sacco
fuoriuscì una voce debole. Poi
prese a muoversi. Sybille al suo interno lottava per poter
ricongiungersi col suo amico peloso.
“Cosa volete?” sentenziò lo yordle
immobile e pronto per l'attacco. Era circondato. L'accampamento era
quello, ci erano entrati senza nemmeno accorgersene.
“Calmo Orgoglio di Noxus, sappiamo
chi sei” Il capitano avanzò di qualche passo per
poi fare un cenno
ai due che partirono con la poveretta in spalla. Kled urlò.
“Non vogliamo
assolutamente farvi arrabbiare Sir, non vorremmo mai incappare
nellavostra ira ma quella ragazzina è roba nostra ora.
Sapete com'è. Gliordini
sono ordini” “Io non predo ordini da
nessuno” sentenzio trucè
Kled. L'ascia splendeva alla luce del Sole letale come ogni
battaglia. Il capitano in nero lo guardò alzando un
sopracciglio.
“Stai sfidando l'esercito Aira, yordle?”
“No, solo un testa di
cazzo” Il cavaliere nero guardò quell'essere
piccolo ma pieno di
sé fissarlo negli occhi. Alzò un braccio in aria
facendo segnale
alla truppa. Improvvisamente s'udì il suono di una tromba in
lontananza, nella piana.
La missione era finita, si
tornava a
casa. Il fagotto si dimenava sulle spalle dei rapitori. Kled
osservò
la scena cercando di non perdere l'umanità. Eppure
doveva salvarla.
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