Pillole di Slice of Life

di cin75
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CIAMBELLE ***
Capitolo 2: *** TRADIMENTO ***
Capitolo 3: *** L'IDEA SBAGLIATA E QUELLA GIUSTA! ***
Capitolo 4: *** STUPIDI O INNAMORATI?! ***
Capitolo 5: *** LOVE AFFAIRS ***
Capitolo 6: *** O MIO DIO! ***
Capitolo 7: *** OPS! ***
Capitolo 8: *** NON VOGLIO CHE TU SIA IL MIO HEATCLIFF! ***
Capitolo 9: *** CHIEDIMELO DI NUOVO! ***
Capitolo 10: *** PRIMO MATTINO ***
Capitolo 11: *** BRAVO IN CERTE COSE ***
Capitolo 12: *** WHO'S THE NEXT ? ***
Capitolo 13: *** GIOCHI DI RUOLO ***
Capitolo 14: *** FERMATI, GIRATI E GUARDAMI! ***
Capitolo 15: *** POSSO TOCCARTI?...NON IN PUBBLICO!! ***
Capitolo 16: *** DOMANDE ***
Capitolo 17: *** PUNTI DI VISTA ***
Capitolo 18: *** E SE FOSSE CHE... ***
Capitolo 19: *** TI ODIO TALMENTE TANTO CHE TI SPOSEREI ***
Capitolo 20: *** NUOVI PROGETTI, VECCHIE ABITUDINI ***



Capitolo 1
*** CIAMBELLE ***


C I A M B E L L E
 

“Jensen, bello, devi sinceramente darti una mossa. C’è della gente in fila dietro di te che , se non ti muovi subito, è davvero pronta a lapidarti!” esclamò con discrezione Jared , avvicinandosi al compagno , completamente incantato dal vassoio di prelibate ciambelle al cioccolato , riposte nella vetrina della caffetteria dove avevano deciso di fare colazione quella mattina.

“Cavolo, Jared! Tu non capisci.” fece con tono quasi offeso. “Qui dentro ci sono la bellezza di sei tipi di ciambelle al cioccolato: fondente, al latte, alla cannella, all’arancia, al...”

“Sì, sì. Ok. E’ un paradiso della ciambella. Ma perché non ne prendi una e lasciamo che anche gli altri facciano colazione? Il tuo cappuccino sarà un ghiacciolo ormai!!”

“Ma non saprei quale scegliere!” esclamò esasperato, il biondo. E a quell’uscita , l’intera fila di persone dietro di lui, borbottò sonoramente. Jared li guardò, imbarazzato e sinceramente preoccupato.
C’era davvero aria di linciaggio!!


“Ok! Sai cosa facciamo??” fece sperando di risolvere la situazione. Guardò la commessa, anche lei esasperata dalla situazione. “Me ne inscatola una per gusto, per favore!!?”

Un sollievo generale prese il sopravvento di tutti. Jared trascinò via Jensen dalla vetrina, fino al loro tavolo. Pochi minuti dopo, una ragazza portò la scatola con il dolce tesoro.
Jensen sembrava un bambino la notte di Natale. Ansioso di aprire il suo pacco regalo.

“Che meraviglia!!” esclamava il biondo, mentre addentava beato la prima ciambella, sotto gli occhi divertiti di Jared. “Che bontà!!” ripeteva mentre ne assaporava un’altra.

“Vuoi davvero mangiarle tutte?!” chiese divertito Jared.

Jensen si fermò un attimo. Lo guardò serio. Bevve un sorso di cappuccino, decisamente freddo. Mentre lui era decisamente soddisfatto e in pace con il mondo.

“No! Queste ...” disse indicando quelle rimaste nella scatola. “..le porterò a casa nostra. Nella nostra camera da letto...” continuò cambiando decisamente tono, mentre anche Jared cominciò a provare qualcosa di diverso che un semplice divertimento nel vedere il compagno mangiare. “...e dopo averti spogliato con minuziosa attenzione...” e Jared deglutì. “...mi assicurerò di mettere un pezzettino di ciambella su ogni tuo muscolo in tensione e gustarmelo, così da mischiare questo sapore paradisiaco..." indicando la ciambella tra le sue mani. ".... al tuo sapore paradisiaco.” ammiccando malizioso verso Jared.

Jared, a quel punto, era decisamente in tensione e dopo quel programma, oltre ogni dubbio, peccaminoso di Jensen, non potè fare altro che essere costretto ad accavallare le gambe per cercare, un se pur minimo, conforto, anche se non riuscì ad impedirsi di esclamare a denti stretti un sofferto: “Cazzo!!”

Jensen che assistette malizioso a quello che aveva appena provocato nel suo compagno, sorrise soddisfatto e colpì definitivamente: “Sì, di certo anche lì!”

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Capitolo 2
*** TRADIMENTO ***


TRADIMENTO

Jensen se ne stava sulla sua poltrona preferita, le braccia incrociate al petto, lo sguardo duro e furioso. Il piede batteva nervosamente a terra, come per tentare di scaricare la tensione che sentiva dentro.

Di fronte a lui, in piedi, Jared, cercava ancora di spiegare e di giustificarsi.

 

"Jensen per favore!!" esclamò esasperato. "Fammi spiegare!"

"Spiegarmi cosa, Jared. E' un tradimento. Niente di più e niente di meno. Non dovevi farlo. Non a me. Non così."

"Non puoi dire una cosa del genere, Jensen. Stai esagerando!" si trovò a dire, ormai allo stremo di quella difesa.

“Io? Io sto esagerando??” sbottò in una risata nervosa e ironica.

“Sì!!” quasi gridò il più giovane.

“Non ci posso credere che tu mi dica una cosa del genere!” lo rimproverò affranto Jensen. “Che provi a giustificarti in questa maniera vergognosa!!”

 

“Per l’amor di Dio, Jensen. Davvero mi stai accusando di tradimento perché ho dato quel gelato a tuo nipote?!”

 

Jensen punto sul vivo di quella sua sentita e personale protesta, si schiacciò ancora meglio contro lo schienale della poltrona della loro camera da letto.

“Non era solo un gelato. Era l’ultimo gelato al cioccolato che c’era in frigo. Lui lo aveva già avuto dopo pranzo. Non era necessario che lo avesse anche per merenda. Lo stai viziando!!”

“Magnifico!” esclamò Jared alzando le braccia al cielo con un chiaro gesto esasperato. “Tradisco te. Vizio lui!” ironizzò. “C’è altro che riesco a fare così bene!?” continuò retorico.

“Quel gelato...quel gelato...” provò a giustificarsi Jensen.

“Era solo un gelato!” gli fece presente con sarcasmo Jared, sinceramente stanco.

“Sai cosa?!” sentendosi alle strette Jensen, o forse troppo orgoglioso per ammettere che stava, in effetti, esagerando. “Stasera questa stanza è troppo piccola per tutti e due. Il divano ti farà un’ ottima compagnia!”

 

Forse era meglio sbollire distanti uno dall’altro, quell’assurda schermaglia.

Forse!

Anche se Jared infuriato era uno spettacolo sexy, difficile da ignorare.

 

“Andiamo!! Non ci posso credere. Mi stai buttando fuori dalla nostra camera da letto perché sono stato carino con tuo nipote?!”

“No!” fece Jensen. “Ti sto buttando fuori dalla nostra camera da letto perché per tutto il giorno sei stato più carino con lui che con me!” ammise finalmente.

 

Jared strabuzzò gli occhi.

Possibile?

Jensen geloso di lui e perfino delle attenzioni che dava a suo nipote?

 

“Ma cosa..?”

“Ho chiesto a mia sorella di lasciarci il bambino per passare con lui un po’ di tempo insieme tutti e tre e non per essere ignorato tutto il giorno.”

“Ma Jensen, io...”

“E’ questo quello che accadrà quando , un giorno, se Dio vuole, avremo una famiglia tutta nostra? Sarò l’eterno secondo?!” chiese con un pizzico di paura nella voce.

Jared gli si fece finalmente vicino, senza più rancore a causa della discussione avuta.

I suoi occhi di nuovo dolci e innamorati. Sulle sue labbra un leggero sorriso. Il suo sguardo, beh!!...

Quello Jensen , non era mai riuscito a definirlo. Ed era questo che lo aveva fatto innamorare follemente di Jared.

 

“Sì, Jensen. Sì, amore mio. Sarai l’eterno secondo!” ammise il più giovane con un sincerità disarmante.

 

“Ma...” balbettò stranito il biondo.

“Come lo sarò io per te, credimi!” ci tenne a precisare. “Quando Dio vorrà e anche noi avremo dei figli, loro verranno sempre prima. Ovunque e sempre. Perchè è questo che fanno dei bravi genitori. Mettono i propri figli davanti a tutto e tutti. E tu...” disse ancora, vedendo l’emozione farsi palese negli occhi e sul viso del compagno che non si negava al tocco delle sue mani intorno ai fianchi. “..e tu, amore mio, sarai un padre magnifico. Attento, presente, amorevole e di certo anche severo quando ce ne sarà bisogno. Spero solo meno geloso di come lo sei adesso!” concluse per vedere lo splendido sorriso del compagno, che ormai, lasciato da parte il ricordo del famoso gelato, aveva stretto le braccia intorno al corpo dell’altro e se lo tirava sempre più vicino.

“Credi davvero che sarò un bravo padre?!” chiese mentre si avvicinava con il viso per rubare un bacio leggero dalle labbra già pronte di Jared.

“Il migliore!” asserì deciso e dolce, Jared, che rese quel bacio ben più che leggero. “Jensen?!”

“Sì?!” rispose il biondo, mentre decideva dove posare l’ennesimo bacio.

“Allora?” domandò Jared, sorridendo.

“Allora che?” replicò perplesso.

“Posso rimanere qui o devo andare comunque a dormire sul divano!?”

“Tu non vai da nessuna parte, mio caro!!” fece malizioso Jensen, mentre lo spingeva sul letto. “Devi comunque farti ancora perdonare di aver dato via il mio ultimo gelato preferito!!”

 

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Capitolo 3
*** L'IDEA SBAGLIATA E QUELLA GIUSTA! ***


L’IDEA SBAGLIATA E QUELLA GIUSTA!

 

Jensen, spingi….spingi….di più.”

Anche tu...muoviti...così...piano o finirò per...”

Ci siamo quasi...non smettere...”

No..no...ci siamo, sì, ci siamo!!”

 

Poco dopo, i due ragazzi, sudati, spalle al muro, birra in mano, vedevano la pesante libreria che avevano incastrato perfettamente nell’angolo del loro soggiorno.
Erano davvero soddisfatti.
L’avevano scovata in un mercatino dell’usato alla periferia della loro città e se ne erano innamorati immediatamente. Era perfetta per i libri di Jared e i CD di Jensen e poi aveva quel qualcosa di antico e misterioso che li aveva letteralmente incantati.

L’unica pecca era che era di noce massello e pesava un accidente.
Il rigattiere gliel'aveva consegnata ma a sistemarla in casa c’avevano dovuto pensare loro e quell’affare era davvero un macigno.


“Che dici?!” fece Jensen fissandola. “Va bene così o dobbiamo spostarla all’altro angolo?!”

“Scherzi, vero?” replicò quasi sconvolto Jared. “Uno: sta bene dove sta. Due: non ci penso due volte a fare di nuovo una faticaccia. L’adoro, lo sai. Ma giuro che se devo spostarla ancora, preferisco darle fuoco piuttosto!!” asserì ridendo e facendo ridere anche Jensen, che tutto sommato era d’accordo sul non ripetere quel massacro.

“Ok! Allora, visto che ci siamo rilassati abbastanza, avrei un’ altra idea!” disse ammiccando, il biondo.

 

Jensen, spingi….spingi….di più.”

Anche tu...muoviti...così...piano o finirò per...”

Ci siamo quasi...non smettere...”

No..no...ci siamo, sì, ci siamo!!”

 

Circa un’ora dopo, Jared , con le mani ancora strette alla testiera del loro letto, lo sguardo fisso al soffitto, riprendeva fiato, sfiancato ma decisamente appagato "dall’idea" che aveva avuto Jensen.

Guardava il compagno steso e sudato , al suo fianco che gli sorrideva anche lui decisamente soddisfatto.

“Ok! So che sarò ripetitivo...” fece Jensen. “Ma che dici?, va bene così o…..” senza finire perché una risata gli aveva bloccato le parole.

Jared , invece, reagì in maniera ben diversa.

Si spostò velocemente dalla sua posizione e ribaltò anche quella di Jensen che si ritrovò coperto dal corpo del giovane.

“Non che la prima non sia andata bene, è...è andata alla grande. Ma di certo la seconda sarà perfetta. Ti va?!” sogghignò malizioso e strusciandosi voluttuosamente su di Jensen.

“Con piacere!” convenne Jensen mentre si avvicinava meglio al corpo del compagno.

“Solo che questa volta sarò io a guidare le danze.” mentre le sue mani già scendevano verso il basso.

“Con molto piacere!” ripetè con più entusiasmo il biondo che si abbandonò all’entusiasmo del suo amante.





N.d.A.:  dopo giorni, eccomi di nuovo.
Torno a rompervi le scatole con le pillole di Slice. Giusto come saluto!!
E poi, giusto il tempo di organizzarmi, posterò la parte finale della serie di Preghiere, per chi fosse interessato!!!

Baci baci!!
Cin.

 

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Capitolo 4
*** STUPIDI O INNAMORATI?! ***


STUPIDI O INNAMORATI?!

 

“ E così per Emily sei...brezza calda?, coniglietti che saltellano?!” fu il saluto che ebbe Jensen, da Jared, non appena il maggiore entrò nel suo camper

“Come scusa?” replicò, infatti.

“Oh!! aspetta!! poi c’è anche Ruth per cui sei.....come guardare il sole”, continuò il giovane senza dare valide spiegazioni di quello che stava dicendo.

“Scusa , mi dici perché mi stai citando le battute delle nostre amiche ai panel?” fece curioso , Jensen, mentre poggiava il giaccone di scena su una sedia.

“Battute? Amiche? E Matt , allora?” replicò deciso. “E cito: mi sono trovato di fronte a Jensen e non riuscivo a non pensare alle sue magnifiche labbra!!

Jensen lo guardò stranito. Decisamente ...perso.

Poi mise insieme la ragione più logica. Gelosia!!

“Stiamo davvero per avere questa discussione? Sul serio?”

“Già!!” sembrò puntare i piedi il più giovane. “Sul serio, perché davvero vorrei sapere quanti dei nostri amici attori o attrici, che lavorano con noi, non pensano ad altro che baciare il mio ragazzo!!” sbottò finalmente.

“Per l’amor di Dio, Jared, non puoi dire sul serio!!” lo rimproverò, anche se cercava di rimanere calmo, Jensen.

“Sono molto serio e credimi sono anche molto stanco di questa situazione!!”

Jared era davvero deciso a farsi valere, ma Jensen, questa volta, come lui, era altrettanto deciso a mettere fine a quell’assurda e ingiustificata gelosia del suo giovane amore.

Così colpì deciso, ma ironico. Nemmeno fosse Dean!!!

“E di grazia, Otello!!”, lo provocò. “Quando ho iniziato ad essere il tuo ragazzo e ho smesso di essere….”, e Jared tremò a quelle parole perché pensava che Jensen stesse per tirare fuori argomenti come essere una persona, un singolo individuo, qualcuno di ben definito e non solo “il suo ragazzo”. Ma Jensen, lo spiazzò. “...il tuo compagno?!”

“Jensen...cosa...” balbettò sorpreso da quell’appellativo tanto semplice quanto importante per loro.

Jensen, lo guardò e la confusione che lesse sul volto di Jared, lo raddolcì immediatamente. Si avvicinò al compagno e con gentilezza, lo invitò a seguirlo. Lo fece sedere sul piccolo divano del camper e lui, gli si sedette accanto. Con il dorso della mano, dolcemente gli carezzò il viso. Jared non riusciva a non guardarlo.

“Lì fuori..” riprese il maggiore. “.. oltre la porta del mio o del tuo camper, sui vari set in cui ci affatichiamo giorno dopo giorno da anni, è Dean quello che viene baciato. Il fratello di Sam. Il personaggio di una serie tv.”, e poi tracciando il profilo delle labbra sottili di Jared , con il pollice: “Qui dentro, da soli, quando siamo solo io e te, Jensen, invece, non aspetta altro che essere baciato da te, stupido!!” sorridendogli amorevolmente. “Io voglio solo te, solo i tuoi di baci. Quando lo capirai questo?!”

Jared capitolò definitivamente, dandosi dello stupido e ammettendo per fino a se stesso di quanto fosse stato davvero stupidamente geloso.

“Scusami...scusami. Ma è che...è successo che...”

“Che cosa è successo?!” chiese senza mai smettere di accarezzarlo come a voler rendere le sue parole ancora più vere.

“L’altro giorno...quando eravamo nel tuo camper, dopo quella scena del bacio di Dean con Amara..”

“Sì, e allora?!”, chiese facendo mente locale al giorno e al momento. “Da quello che ricordo, dieci minuti dopo eravamo insieme e io baciavo te?!”

“Sì, ma io...io sentivo il sapore del suo rossetto sulle tue labbra. Io non sentivo il tuo di sapore!”

In quel momento fu Jensen a sentirsi in colpa e a comprendere il perché di quello sfogo da parte del compagno. E si ritrovò a pensare che se la cosa fosse stata al contrario, con degli apprezzamenti come quelli fatti dai loro colleghi, molto probabilmente anche lui avrebbe reagito nella stessa maniera di Jared.

“ Mi dispiace, Jared. Mi dispiace. E’ colpa mia!” si sentì di dover dire.

“Cosa? Perché?” fece stupito, Jared.

Jensen prese un respiro profondo, perché quella era una cosa che non aveva mai confessato al compagno.

“Vedi..” fece leggermente in imbarazzo. “...Quando c’è una scena del genere, di solito, subito dopo il campo libero dato del regista, io...beh!, io mi infilo nel primo bagno che trovo e mi do, come dire, una sistemata perché so già che tu mi raggiungerai e finiremo per baciarci e baciarci ancora. Ma quel giorno, tu sei stato più veloce del solito, anche perché ti aspettavano per le scene con Mark e Ruth e io...io non ho fatto in tempo a….”

“...darti una sistemata?!” disse , passandogli l’indice sulle labbra appena imbronciate.

“Già!” ammise Jensen.

A quel punto, Jared sorrise e lo fece di cuore, ormai rilassato e tranquillo.

“Mio Dio, Jensen. Come siamo stupidi!!”

Jensen si tranquillizzò di rimando, tirandosi contro il corpo del ragazzo e finendo abbracciati sul divano. Stretti e vicini.

“Innamorati, amore mio. Innamorati , non stupidi!!”

 

 

 

N.d.A.: avete fatto caso che tutte le attrici che hanno a che fare con Jensen/Dean e qualche bacio, durante le con , non fanno altro che rammaricarsi che le scene dei baci siano state poche??

Ps: l’affermazione di Matt è vera. Da una sua risposta ad una fan: “La scena mi vedeva a mangiare patatine in una tavola calda. Entra Jensen /Dean e mi si siede accanto, da allora non sono riuscito a staccare gli occhi dalle sue labbra!

 

Ok! ditemi voi come una come me non scriva anche due righe sulla gelosia di Jared!!??

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Capitolo 5
*** LOVE AFFAIRS ***


LOVE AFFAIRS: Un grande amore.

 

N.d.A.: questa minishot è palesemente e vergognosamente tratta dal film del ‘94 “Love Affairs: un grande amore”

L’ho rivisto qualche giorno fa e non so perché ma nella scena finale, la mia mente malata non faceva altro che vedere i “miei J2”. Ed ecco qui!

Stessa scena, attori diversi!

 

Dato che la scena è ambientata nel periodo natalizio, beh!!! BUON NATALE!!!!!!!

 

Baci!!!

PS: girls del gruppo??!!! Lo sapete.

Ma che ve lo dico a fare!!!

 

******************
 

Jared se ne stava in piedi vicino alla libreria. Bellissimo in quell’abito scuro che gli faceva esaltare i capelli castano biondi, appena sopra le spalle.

Jensen, invece, seduto sul divano, di fronte a lui, se ne stava fermo, con il suo caldo plaid sulle gambe.

“Come stai?!” fece quello in piedi, non appena l’ ultimo ospite fu andato via, lasciandolo con Jensen.

“Solo un’ influenza bella tosta. Passerà!” rispose il biondo.

Poi un attimo di silenzio imbarazzato tra loro.

“Buon Natale, Jared!” fece Jensen , spezzando quel momento.

“Sì... grazie!!, a proposito….” ricambiò Jared mentre dal suo impermeabile posato su una sedia dietro di lui, tirava fuori un “morbido” pacco regalo. “Dimenticavo di aver un regalo per te!” e glielo porse quasi con distacco , allontanandosi subito dopo dal divano.

“Un...regalo?!” fece sorpreso Jensen. “Mi ...mi sarebbe piaciuto avere un regalo per te!” asserì mortificato mentre lo scartava.

“Tranquillo, non mi aspettavo niente. Anzi , al dire il vero, non è nemmeno un vero regalo e non è realmente nemmeno da parte mia! Quindi...” ci tenne a precisare, dato che ne conosceva il contenuto e il vero significato.

Jensen, infatti, rimase senza parole quando si ritrovò tra le mani una calda sciarpa color rosso carminio.

La riconobbe immediatamente.

Immediatamente il suo volto si fece triste perché la sua mente capì il perché di quel regalo da parte di Jared.

“Ecco perché le mie lettere tornavano indietro!” fece emozionato, al ricordo dell’amica a cui quella sciarpa apparteneva e che evidentemente non c’era più.

Jared lo osservò cercando di ignorare il dispiacere che gli vedeva in viso. “Avrei voluto spedirtelo ma solo da poco ho saputo il tuo nuovo indirizzo e così...” provò a smorzare il momento.

Jensen lo guardò e con un gesto leggero si passò al collo la sciarpa , annusandone l’odore. I suoi occhi palesemente colmi di lacrime.

“Lei voleva che l’avessi tu.” disse ancora il giovane mentre Jensen, quasi con vergogna si asciugò gli occhi. “Ok! Comunque , quella….” fece indicando la sciarpa. “...è la ragione per cui sono venuto.” e fece per avviarsi all’uscita dell’appartamento, dopo aver preso il suo trench dalla sedia.

 

Tornò indietro solo per un ultimo formale saluto.

“Addio , Jensen!”

Il biondo rimase per un attimo perso in una sorta di tentennamento, come se stesse decidendo se dire o meno qualcosa. Poi decise…

“Addio, Jared!” e gli porse la mano da stringere.

Per un’ultima volta.

E faceva già male.

 

Jared lo fissò, guardò la mano sporta verso la sua. La strinse, sorrise appena e in quel sorriso, in quel breve scambio, nei loro occhi sembrarono passare tutti i meravigliosi momenti di quell’altrettanto meravigliosa e indimenticabile vacanza che li aveva visti diventare prima amici e poi amanti appassionati e che poi li aveva visti ritornare alle loro vite non prima di essersi promessi che si sarebbero visti dopo sei mesi, sull’Impire State Building.

 

Poi si girò e andò verso la porta, mentre Jensen restava a fissarlo, senza avere il coraggio di dire niente.

Ma il giovane non resistette. C’era ancora altro che voleva dirgli.

Così si girò verso Jensen che, sorpreso, sembrava non aspettasse altro che sentirlo parlare ancora.

“Sai? Dipingo di nuovo e ti ho dipinto con quella addosso.” alludendo alla sciarpa. “Avrei voluto che tu lo vedessi quel quadro, era bello...Già, era davvero bello!” fece sinceramente orgoglioso del suo lavoro artistico e Jensen potè solo annuire per sentirsi partecipe di quell’orgoglio. “Ma l’ho dimenticato in hotel. Quelli dell’albergo lo hanno preso e messo alla parete di una sala e mi hanno detto un ragazzo a cui era piaciuto davvero tanto lo aveva richiesto. Mi dissero che lo voleva addirittura pagare e io allora : “Beh! Se lo vuole così tanto, dateglielo!!”...” continuò a raccontare sorridendogli. “Mi dissero che non sembrava che il ragazzo avesse molti soldi, beh!, non solo quello. Mi dissero anche che lui era su una sedie a rotelle e che….” e poi …

Poi qualcosa cominciò a stonare nella mente di Jared e i suoi occhi si fermarono , straniti, sul ragazzo, che durante tutto quel loro imprevisto incontro, mai si era alzato o , almeno, aveva accennato , ad alzarsi dal quel maledettissimo divano.

 

Jared iniziò a guardarsi intorno e Jensen iniziò ad andare nel panico.

 

“Jared...Jared quando hai il volo?!” cercò di richiamarlo per provare a distrarlo da quella ricerca che gli vedeva fare. “Jared?..il volo?….a che ora??”

Ma il giovane non sembrò “cascarci” e continuò a guardare in giro e a raccontare il seguito di quella storia.

“Comunque io dissi: “Se lo vuole, dateglielo. Io non ho mai preso soldi per i miei dipinti...” ! ” e mentre parlava si dirigeva verso quella che doveva essere la camera da letto di Jensen. “E poi come si dice: “E’ Natale. Siamo tutti più buoni!”” e in quel momento aprì la porta della camera e si bloccò quando davanti ai suoi occhi tutto divenne chiaro. Tristemente chiaro!

Sulla parete a cui poggiava la testiera del letto di Jensen, il dipinto. Quel dipinto. Quello della storia appena raccontata.

 

Jensen in quel quadro.

Jensen in quella stanza.

Jensen su quella sedia a rotelle.

 

Jared si voltò e uscì dalla camera.
I suoi occhi fissi su Jensen , che ormai, scoperto, lo guardava con dispiacere e forse...colpa. Colpa per non essere stato immediatamente sincero con lui.

Il giovane ci mise pochi passi per raggiungere veloce il divano, sedersi accanto al ragazzo che ormai non aspettava altro che averlo di nuovo vicino.

“Ti prego...ti prego, Jared. Non guardarmi così!” sembrò supplicare Jensen.

“Perchè non me lo hai detto?!” disse Jared con la voce colma di dolcezza e commozione.

“Io...io….” cercò di rispondere Jensen, ma Jared glielo impedì.
Lo abbracciò, lo abbracciò forte. Lo tenne stretto a sé come aveva fatto quelle tante volte in quelle lontane notti d’amore.

C’era emozione in quell’abbraccio e c’era anche rabbia e rammarico, sensazioni che Jared , turbato, non riuscì a trattenere.

“Se qualcosa del genere doveva accadere ad uno di noi, perché è dovuto accadere a te?!” chiese il giovane pittore , forse, al Cielo.

E in quella sorta di preghiera, Jensen, ritrovò tutto l’amore che si erano donati tempo addietro e in un attimo dimenticò il dolore provato, il panico e la frustrazione che quel dolore aveva portato.

In un attimo ci fu solo , di nuovo, l’amore per Jared e quello di Jared per lui.

 

“E’ stata tutta colpa mia!” disse con la voce tremante. “Guardavo verso l’alto, verso il Paradiso...” alludendo all’imperiosa altezza dell’Impire State. “Guardavo il posto dove eri tu!! Sapevo che tu eri lì ad aspettarmi.”

 

Jared lo strinse più forte, nascondendo il suo volto emozionato nel collo del compagno appena ritrovato. Tremò e lo sentì tremare.

“Non preoccuparti, Jared. I miracoli accadono. Se tu dipingi di nuovo, io camminerò di nuovo.” volle rincuorarlo.

“Amore mio!!” sussurrò Jared.

“Tutto può accadere, non credi?!” chiese ridendo felice.

Jared lo guardò, immensamente innamorato, come , infondo, lo era sempre stato.

“Ti amo!” disse solo. E lo ero. Lo era davvero.

“Ti amo anch’io!” e poi un bacio.

Un bacio risolutore di tutto. Che cancellò mesi di dolore, di dubbi, di rabbia.

Un bacio appassionato e dolce. Calmo ed irruente. Lento e affannato. Dal gusto unico dell’amore e con i mille sapori della passione.

Un bacio che li riportò indietro a quella promessa fatta prima di dividersi.

 

Fra sei mesi, se vorremo stare ancora insieme, se quello che proviamo è ancora forte come lo è adesso, saliremo sull’Impire State Building. Ci incontreremo lì, e se ci saremo entrambi, non ci lasceremo mai più!”

 

Su quel terrazzo non riuscirono ad incontrarsi, ma il destino, testardo, non si arrese con loro.

Ed ora, Jared e Jensen, erano di nuovo insieme, davvero, per non lasciarsi mai più!

 

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Capitolo 6
*** O MIO DIO! ***


O MIO DIO!!


Jared e Jensen erano seduti sul divano di casa loro. Pensavano al loro prossimo colloquio con il procuratore. Testimoniare in quel caso di corruzioni e mazzette, si era rivelato più difficile di quello che avevano previsto.

Ma Misha, poliziotto e amico, li aveva sempre protetti e rassicurati che tutto sarebbe andato per il vero giusto. E i due si erano fidati.

“Domani andrà tutto bene, piccolo!” fece Jensen accarezzando il compagno seduto al suo fianco.

“Lo spero, Jens. Non vedo l’ora di riprenderci la nostra vita!”

“Presto, amore mio. Accadrà molto presto!” sembrò giurargli Jensen, baciandogli , con un bacio leggero , le labbra sottili.

Poi qualcuno bussò alla porta. I due restarono per un attimo perplessi.

 

“Ragazzi, sono Misha.!” fece la voce fuori la porta e i due tirarono un sospiro di sollievo.

 

Fu Jensen ad andare ad aprire e quando l’amico che non era solo, entrò nell’appartamento, il biondo andò a sedersi di nuovo accanto al compagno.

“Problemi, Mish?!” chiese Jared.

Misha non rispose. Sembrava preoccupato.

“Misha?!” lo richiamò Jensen.

Misha li guardò. Sembrava confuso, tentennante, quasi in colpa.

“Lui è Sheppard. Mark Sheppard. È della disciplinare e segue con me il caso in cui siete coinvolti come testimoni.” fece , rispondendo ad una domanda che non era stata fatta.

“Ok!” replicò Jensen e poi: “Ma la tua faccia….rispondi. Ci sono problemi?!”

 

Fu un attimo. Un flash. Un momento che nessuno avrebbe potuto quantificare.

Un'azione, un gesto che nessuno avrebbe mai immaginato!

 

Misha, con un movimento veloce, tirò fuori la pistola da sotto la giacca senza rispondere ad altro.

Sparò. Due colpi secchi. Ovattati. Impietosi. Implacabili.

Il primo raggiunse Jared in piena fronte, freddandolo al momento. Il giovane si accasciò sulla spalla di Jensen e così rimase, inerme.

Il secondo colpo, che non diede nemmeno tempo a Jensen di disperarsi per il compagno, lo raggiunse dritto al cuore. Il corpo di Jensen si schiacciò contro lo schienale del divano a causa dell’impatto e subito dopo si rilassò, morto, accanto a quello di Jared.

 

Rimasero così. Stretti, vicini, uniti in un freddo e ultimo abbraccio mortale.

Paradossale. Tragico. Romantico.

 

Sheppard che aveva assistito in silenzio alla gelida esecuzione, si dipinse sul viso, un’espressione di beata soddisfazione, ma anche sconcerto.

“Wow!! Collins. Mi avevano detto che eri uno dal cuore di ghiaccio. Ma metti paura. Quando mi hanno detto che dovevi fare fuori questi due, non ci avrei scommesso un centesimo che lo avresti fatto e invece….” battendo le mani con un ritmo lento. “Bravo!!” ironizzò dando alla parola un accento falsamente francese.

Misha , fermo ancora a guardare le sue due vittime, si voltò appena verso l’altro uomo.

“Non potevo permettere che andassero avanti con le loro testimonianze. Ho lavorato troppo e per troppo tempo per avere quello che ho e per arrivare al punto in cui sono arrivato. Ho cercato di farli fermare quando ho visto che erano riusciti a scavare un po’ troppo vicino al mio territorio e non potevo permettere che continuassero!” disse atono.

Ma la sua non sembrava una giustificazione ma una semplice spiegazione di quello che doveva essere fatto.

Di quello che aveva fatto.

 

“Lo ripeto, amico. Fai paura!!” convenne il bruno.

“Ottimo e ….Mark?!” fece mentre svitava il silenziatore dalla canna della sua pistola e si sistemava tutto nelle tasche e sotto la giacca. “Uno: non sono tuo amico. Noi non siamo amici. Due: hai ragione. Faccio paura, perciò ricordatelo quando, il giorno che avrò avuto quello che mi spetta, lavorerai per me. Chiaro?!” e questa sembrò decisamente una minaccia.

“ Capitano, mio Capitano!!” ironizzò Sheppard facendogli il saluto.

Dopo aver ripulito la maniglia della porta di ingresso dalle loro impronte, i due, uscirono dall’appartamento e si lasciarono quel strazio alle spalle.

 

“E STOP!!!” gridò il regista appena a pochi metri da dove la scena dell’assassinio dei testimoni era stato appena filmato. “Ragazzi siete stati grandi. Jared ? Jensen? Come morite voi, nessuno!! Mark, grande!! e Misha? Fai paura!!” adulò i suoi attori che si ostinava a chiamare con i nomi dei personaggi. “Questa la teniamo. Preparate per la scena in cui Misha scopre che vogliono uccidere Jared e Jensen ed escogita questo piano”.

Nello stesso momento i 4 attori si battevano amichevolmente la mano sulla spalla e mentre i due finti poliziotti ridevano e scherzavano tra loro, i due finti morti restavano fermi perché le addette al trucco li ripulissero dal sangue di scena che aveva sporcato loro i visi.

 

Poi si alzarono e raggiunsero gli altri due.

“Ragazzi, birra da noi, stasera?!” suggerì il più giovane, mentre il compagno, anche nella vita vera, gli si faceva vicino.

“Scherzi?!” fece l’inglese. “C’è il Manchester stasera e io non mi perdo il Manchester per nessuna ragione al mondo!!”

“Andiamo!! abbiamo il canale Sport 24su24, puoi vederla da noi. Dai non farti pregare. Se vieni tu, viene anche lui!!” fece il biondo indicando l’amico che si stava togliendo dalle tasche la finta pistola e il finto silenziatore.

“Cioè?...” fece deluso il moro. “...se lui non viene, io non sono invitato?!”

“Tu? Da solo? Con noi e i nostri scherzi?” lo provocò il biondo.

Il collega lo guardò e poi guardò implorante l’inglese.

“Devi venire o per me è finita!!” supplicò, rivolto all’inglese.

“Ok!Ok!! ma se voi due..” indicando gli attori appena morti. “...iniziate a sbaciucchiarvi come Romeo e Giulietta o a fare commenti spinti su Beckam, vi uccido sul serio!!” li minacciò serio.

Dopo di che, iniziarono a ridere di gusto!!!

 

 

N.d.A: ok! A parte il colpo che vi ho fatto venire prima dello STOP (ammettetelo!!!), sono la prima a dire che questa cosetta che mi è venuta fuori dalla testa, è strana parecchio. Dall’inizio alla fine.

Ma che volete?!, la mia testa funzione così!

Quindi grazie comunque di cuore a chi ha avuto la pazienza di arrivare fin qui.

 

Ps: come si chiameranno i nostri attori?? ; i secondi nomi degli attori veri?, i nomi dei loro personaggi in Spn?, boh!!

Scegliete voi!!

 

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Capitolo 7
*** OPS! ***


OPS!

“Vieni con me….vieni con me….vieni con me…..” continuava a ripetere quasi in un sussurro Jared, mentre si abbracciava al suo Jensen e continuava quella sensuale nenia respirandogli sul collo.

“Jared...Jared….io...io….”

“Sssh!! vieni con me….vieni con me …..”

“Oddio...” esalò Jensen quando la presa di Jared si fece più decisa.

“Andiamo….andiamo...vieni con me….” continuava strusciandosi languidamente sul compagno, mentre gli carezzava con mani forti e gentili la schiena muscolosa.

“Io...io....”

“Fallo per me! Solo per me!” lo incitò quasi supplichevole, ormai. "Vieni!!!"

 

“Jared, smettila. Non ci vengo da tua zia Maggie!” sbottò ad un certo punto Jensen, fermandogli le mani che danzavano ancora sulla sua schiena e allontanandosi dal compagno.

 

“Andiamo. Devi venire con me!!” sembrò piagnucolare Jared. “Non posso andarci da solo. Mi torturerà con quelle mani. Continuerà a scompigliarmi i capelli nemmeno fossi un cane da accarezzare. Mi rimpinzerà di quei suoi assurdi biscotti alla cannella e tu sai quanto io odi la cannella e i suoi gatti, Dio!!...i suoi gatti mi useranno come cuscino e io sono allergico ai gatti!!!”

“Tu le hai promesso che saresti passato a trovarla uno di questi giorni.” gli ricordò il compagno.

“No, io ho promesso che saremmo passati e non che sarei passato!!” lo corresse sperando di risolvere la questione.

“Zia gattara tua. Problema tuo!!” sembrò invece chiuderla Jensen.

“Non puoi uscirtene così. Sei mio marito. Nel bene e nel male. Nella buona e nella cattiva sorte!” e sorrise perchè sapeva di aver usato la carta giusta.

“Che bastardo!!!” lo accusò infatti, incredulo Jensen , incrociando le braccia al petto.

“A mali estremi , estremi rimedi!” si difese, il giovane.

“Usi le nostre promesse nuziali per ricattarmi?!” ed ebbe in ricambio come risposta solo uno sguardo supplichevole e due enormi mani giunte al petto in segno di preghiera.

“Vieni con me!” disse ancora, Jared. Sorridendogli questa volta. Sorridendogli in quel suo modo tutto particolare.

Jensen, scosse sconsolato la testa. Davvero non ce la faceva contro Jared.

 

Quando il giovane compagno lo guardava così e gli sorrideva in quel modo così dolce, Jensen, perdeva ogni forza di volontà e cedeva.

 

“D’accordo!” asserì sconfitto.

“Siiiiiii!!!” esclamò festoso l’altro, mettendogli tra le mani la giacca per uscire.

“Ma stasera….” sembrò avvisarlo Jensen mentre ammiccò malizioso.

Jared lo baciò, con foga, passione, ma anche amore. Amore soprattutto.

“Stasera...” rispose in accordo Jared , con la stessa malizia.




N.d.A.: Non era in previsione quest'aggiornamento, ma che dire??!!
Mi sono ritrovata nella testa questa cosa e l'ho postata subito.
Da parte mia un augurio di un felice fine anno e un più che meraviglioso 2018!!

Baci baci e milioni di auguri!
Cin.

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Capitolo 8
*** NON VOGLIO CHE TU SIA IL MIO HEATCLIFF! ***


NON VOGLIO CHE TU SIA IL MIO HEATCLIFF

 

Jared aprì piano gli occhi. Era stata una notte decisamente movimentata , quella , tra lui e Jensen. Meravigliosamente movimentata !!!
San Valentino doveva pur avere uno scopo reale oltre che far arricchire fiorai e gioiellieri.

E dopo il loro ultimo “appassionato scontro”, era crollato, sfinito e appagato tra le braccia del compagno.

Ora , nel sonno, in cui era caduto, si era rigirato e si era ritrovato a pancia sotto e il volto sprofondato sul cuscino e girato verso Jensen.

In quella posizione si stava lentamente risvegliando e via via che la sua vista perdeva quel velo di onirica confusione, si rese conto che Jensen era sdraiato su un fianco, verso di lui, il braccio piegato, la mano a sostenergli la testa. Mentre con l’altra lo sforava appena.

Lo stava guardando. Gli stava sorridendo. Lo stava accarezzando.

 

Dio!!, pensò Jared, ormai sveglio. Fa’ che ogni mio risveglio sia così, ti prego!

 

Il giovane si mosse appena dalla sua posizione e si sistemò così da poter guardare meglio il suo compagno. Si spostò di poco, anzi forse , si ritrovò ancora più rannicchiato contro il corpo dell’altro.

“Buongiorno!” fece il più giovane.

“Buongiorno a te!”

“Mi stai guardando?!”

“No!”

“Invece sì!”

“In verità ti sto fissando e non guardando.”

“C’è differenza?!”

“Credo di sì. Penso che la prima sia qualcosa che richiede più concentrazione!”

“E da quanto tempo sei in questo stato di…. concentrazione !?”

“Non è importante!”

“Sì, che lo è. Lo è per me!”

“Jared, non…"

“Andiamo, tu non puoi dirmi che….”

 

“Da tutta la notte!” rispose , spiazzandolo.

 

“Ohw!”

“Ti dispiace!?” gli chiese sorridendo, il biondo.

“Cosa?”

“Che io faccia così?!”

“No!!, credo che sia ….romantico. Ma onestamente penso che sia anche….stancante!”

“Guardarti non mi stanca mai!”

Jared a quel punto capì che c’era qualcosa.

Jensen era, sì, romantico e attento e premuroso ma arrivare a quella sorta di “veglia notturna” …

Doveva esserci qualcosa sotto.

“Ok!” fece con tono più deciso e imitando la posizione del compagno. “Sputa il rospo, Ackles. Dimmi che hai? Che succede? Devi forse farti perdonare qualcosa?” disse, ma senza rimprovero nel tono, anzi, cercò di rimanere sorridente e calmo, anche se dentro quella vocina si faceva più insistente. “Cosa devi….”

“Non voglio che tu sia il mio Heatcliff!” disse all’improvviso , Jensen, spiazzandolo di nuovo. Definitamente.

 

Jared , anche senza volerlo, sentì il sorriso scivolare via dalle sue labbra. Non capiva. Davvero non capiva.

“Jensen, cosa vuoi dire? Cosa...chi...” chiese perplesso.

Jensen sospirò stancamente, come sconfitto da quella sua stessa affermazione tanto sentita quanto assurda.

“No, lascia perdere….è stupido. È solo una cosa….” e si lasciò cadere sulla schiena.

Ma Jared non demordette. Seguì il movimento del compagno come un pianeta segue la sua orbita e in pochi secondi si ritrovò a sovrastare il corpo di Jensen.

“No, tu ora mi dici che cosa volevi dire con quella frase. O giuro che avermi così vicino, per molto tempo, per te, sarà solo un miraggio!” lo esortò anche scherzando. Per alleggerire la situazione.

Jensen gli sorrise e con una mano gli carezzò il volto costantemente dolce anche quando discutevano.

Quella dolce rabbia di Jared era qualcosa di indescrivibile e di cui si era innamorato follemente.

“Riderai di me!”

“No, non lo farò!”

“Sì, riderai di me e io non potrò impedirtelo perché me lo sarò meritato!”

“No, non lo farò!” e gli baciò piano le labbra appena imbronciate.

Quelle labbra costantemente piegate in un sorriso enigmatico, stile Gioconda, come lo definiva Jared, e di cui si era follemente innamorato.

“Ora per favore, parla con me!” lo esortò dolcemente.

“Ieri, in classe, stavo facendo leggere ai miei studenti alcune parti di Cime Tempestose...”

“Siete al Romanticismo?!”

“Sì.”

“E allora?”

“Una della ragazze spiegando la paura di Catherine di amare Heatcliff ha letto una semplice frase che..”

“Un attimo...un attimo!!” lo interrompe perplesso Jared. “Catherine e Heatcliff non riescono ad amarsi per diversità sociali, cosa...cosa c’entrano con noi?!”

“No..non è quello. È la frase scelta che mi si infilata in testa e non so perché non riesco a mandarla via.” spiega Jensen, rammaricandosi di quella sua “colpa”

“Dimmi!”

“…..” e Jensen era decisamente perplesso.

“Dimmi la frase!” lo esortò Jared.

“Ma no...non...”

“Dimmi la frase, Jensen.” ripetè con decisione.

Jensen chiuse gli occhi per ripescare quelle parole e poi li riaprì e si ritrovò immerso nello sguardo di Jared.

 

Catherine tenne gli occhi fissi su Heatcliff quasi come temesse di vederlo svanire.” recitò. “Ed io...io non voglio che tu...che tu sia il mio Heatcliff.”

“Jensen….”

“Ti amo talmente tanto che non voglio chiudere gli occhi perché ho paura che quando li riaprirò tu...tu possa essere svanito. Ti amo in un modo così profondo che a volte credo che sia impossibile amare così e allora non chiudo gli occhi perché potresti essere solo il frutto della mia immaginazione. Ti amo talmente tanto che mi convinco che solo nei sogni un tale amore possa esistere e allora tengo gli occhi fissi su di te perché temo che tu possa svanire come può svanire un sogno alle prime luci dell’alba!” e questo, Jensen, lo disse tutto di un fiato, perché , aveva paura di non riuscire ad arrivare alla fine di quello che riteneva essere un discorso assurdo.

Jared per un po’ non disse niente.

Poi…

Un movimento. Leggero. Quasi impercettibile. Una carezza prima sulla guancia e poi piano sulle labbra. Poi, l’indice di Jared che, delicato, seguiva il bel profilo di Jensen. Fronte, naso, guance, labbra, mento, collo. E poi le labbra di Jared che quasi timide baciavano quelle di Jensen.
No!, non era timidezza. Era dolcezza. Era reverenza. Era venerazione.

 

Jared , poi, si allontanò appena da quel bacio e sorrise dolcemente allo sguardo trasognante che vedeva illuminare il volto del compagno.

“Ora voglio che tu mi ascolti, Jensen.” disse in un dolce sussurro. “Amore mio, voglio che tu ascolti ogni mia parola.” ripetè con più decisione ma senza sembrare arrabbiato o solo amareggiato.

Jensen annuì soltanto. Deglutì appena.

Jared , allora, gli incorniciò il viso con le mani.

“Ti amo. Amo ogni tuo difetto. Ogni tuo pregio. Amo il modo in cui sei capace di imprecare come uno scaricatore di porto durante il football e recitare poesie romantiche o struggenti un secondo dopo. Amo il modo in cui mi guardi. In cui mi parli. In cui mi ascolti. Io ti amo ed è così grande l’amore che ho per te che non mi permetterà mai di svanire. Io ci sarò sempre. Quando avrai gli occhi chiusi e vorrai riaprirli per guardare il mondo e per guardare me.” disse, concludendo quella sua dolcissima dichiarazione con un bacio altrettanto dolce.

Per un po’ Jensen non disse niente e così Jared.

Stettero in silenzio, fronte contro fronte. Respiro nel respiro.

Fu Jensen a spezzare quel momento.


“Nel silenzio della notte,
io ho scelto te.
Nello splendore del firmamento,
io ho scelto te.
Nell’incanto dell’aurora….”

Ma Jared lo sorprese.
….io ho scelto te.
Nelle bufere più tormentose,
io ho scelto te.
Nell’arsura più arida,
io ho scelto te.
Nella buona e…..”

Proseguì ancora Jensen.
….nella cattiva sorte,
io ho scelto te.
Nella gioia e nel dolore,
io ho scelto te…..”

E poi come i più romantici degli innamorati, finirono insieme quella poesia.
Nel cuore del mio cuore,
io ho scelto te.”***

 

Ed ogni dubbio, reale o meno, fu cancellato definitivamente.
E sì!! Decisamente San Valentino voleva e doveva significare di più di fiori e oro!!


 



PS: *** La poesia è di Charles S. Lawrence, Ho scelto te.
PPS: Buon San Valentino a tutti!!!!

Cin.

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Capitolo 9
*** CHIEDIMELO DI NUOVO! ***


CHIEDIMELO DI NUOVO!

“No, Jared. Non posso. Non posso sposarti!” rispose il biondo rimanendo colpevole di fronte allo sguardo basito dell’uomo che gli aveva appena chiesto di sposarlo.

“Perchè?!” chiese , infatti, confuso, Jared.

“Perchè?!”

“Sì, ti prego. Dimmi perché?!” insistette.

“Per l’amor di Dio Jared, tu sei un ricco ereditiere, la tua famiglia possiede mezza città, per non elencare quello che possiede altrove e io non sono che un semplice avvocato di periferia che il più delle volte lavora pro-bono per i suoi clienti.” gli fece presente Jensen, elencandogli solo pochi dei motivi che avrebbero reso quel matrimonio impossibile.

“Cosa centra?!” domandò ancora stranito il compagno, non riuscendo ad accettare quei timori.

“Andiamo, Jared. Non essere ingenuo e non considerarmi in quella maniera!”

“Quale ...quale maniera!?”

“Ingenuo!!” fece forse offeso, Jensen. “Non siamo nelle favole , Jared e io non ci tengo ad entrare in una qualsiasi stanza e venire adocchiato come quello che ha fatto il colpaccio della sua vita accaparrandosi il partito migliore. Sapendo che per ogni vittoria importante che avrei in aula o fuori, ci sarebbe qualcuno che avrebbe da spettegolarci sopra, riportando tutto ai soldi della tua famiglia.”

“No, Jensen, no. Non sarebbe così!”

“No? E come sarebbe?!” chiese sarcastico il biondo.

“Esattamente come è stato fin’ora. Io e te. Insieme a fare le mie cose e le tue cose, fregandocene di tutto e tutti. So che ti sei divertito durante i viaggi che facevi con me e tu sai, ti prego dimmi che lo sai, che io ero immensamente felice di aiutarti nelle tue azioni umanitarie e quando il sabato vai a servire alla mensa dei poveri.”

“Jared, sarebbe diverso. Tutto ufficiale. Tutto troppo alla luce del sole e tu..tu..”

“Io cosa?” sembrò supplicarlo di andare avanti.

“Cosa direbbe o farebbe la tua famiglia?!”

“Cosa c’entrano loro? Tu devi sposare me, non loro!”

“E se ti chiedessero di rinunciare alla tua eredità per sposare me? Non voglio che tu lo faccia, perché lo faresti, ti conosco, e poi ti ritroveresti a rimpiangerlo o magari ad odiarmi. E io posso sopportare un tuo rimpianto ma non l’odio che proveresti per me.” confessò con un pizzico di vergogna per aver confessato quella sua paura.

“Ok!, ora ascoltami.” e a quel punto, Jared lasciò da parte la sua confusione e decise di essere quello lucido della situazione.

“Jared, no...” provò a fermalo Jensen.

“Sta’ zitto e ascoltami!” ribadì con più decisione. Forse con durezza e Jensen sembrò notare quel mutamento sia nella voce che nella postura del compagno.

“Ti ascolto!” si arrese.

“Non sarò ipocrita con te. Perché non lo meriti e semplicemente perché io non lo sono. Non rinuncerò al mio patrimonio per un semplice motivo: la parte che mi spetta dovrà servire per realizzare i miei sogni. Non rinuncerò a te, che la cosa sia ben chiara!!, perché tu fai parte di quei sogni.” affermò risoluto.

“Jared...”

“No, niente Jared. Ti chiederò di sposarmi fin quando avrò voce. Mi ritroverai fuori dal tuo ufficio ogni santo giorno. O davanti al tuo appartamento ogni mattina prima che tu vada a lavoro.” sembrò quasi minacciarlo, il provetto stalker.

“Non essere ridicolo o peggio ….testardo!” lo ammonì Jensen.

“O mio caro! Tu non hai idea di quanto io possa essere testardo soprattutto quando voglio avere qualcosa.” e questa sembrava davvero una minaccia a cui Jensen, però, volle ribattere a tono.

“Io non sono un oggetto che tu devi avere per forza!”

“No. Non lo sei, non lo sei mai stato e mai lo sarai. Ma sei l’uomo che amo con tutte le mie forze. Sei l’uomo che so mi ama con tutte le sue forze a dispetto dei miei soldi, dei miei genitori e di tutto il casino che mi porto dietro!” lo spiazzò e nell’istante in cui finì di pronunciare quelle parole, vide , negli di Jensen, di nuovo la luce di quell’amore che li legava da ormai due lunghi e bellissimi anni.

“Sarò la tua rovina!” si autoaccusò Jensen poggiando la testa sulla spalla di Jared che ormai gli era vicino e di fronte.

“Sì, che lo sarai. Io voglio che tu lo sia. Dannazione Jensen, tu lo sei già!!” parve volerlo consolare Jared, iniziando a carezzargli la schiena appena curvata per quella posizione.

“Cosa ?” chiese sottovoce Jensen, alzando il bel viso e guardando il compagno che lo fissava sorridente.

“Quando ti ho detto che ti amavo, quando mi hai chiesto di non dirtelo più, quando ti sei dato dello stupido ….”

“Grandissimo stupido!” lo corresse Jensen ricordando il ricordo di Jared.

“Grandissimo stupido, già!!….subito dopo avermi detto che anche tu mi amavi. Sei stato la mia rovina perché finalmente avevo avuto quello che volevo, quello che mi serviva: te, il tuo amore, la felicità e la completezza che quel tuo amore era ed è capace di darmi ogni giorno.”

“Per favore...”

“No, sono io che te lo chiedo per favore, Jensen. Io...”

“Non posso rispondere, Jared.” lo fermò Jensen e Jared per un attimo credette di dover ancor penare tanto per convincere quel testardo del suo amore, a sposarlo!

“Perchè?!” chiese quasi esasperato.

“Non mi hai fatto nessuna domanda!” lo stupì Jensen, sorridendo sghembo.

“Ma io...”

“Me lo hai chiesto e io ti ho detto di no. Hai detto che me lo avresti chiesto ancora, ma non lo hai fatto! Chiedimelo di nuovo!”

Jared sorrise e mai sorriso fu più felice di essere nato sul volto di una persona. I suoi occhi brillarono estasiati e il suo respiro accelerò immediatamente. Il giovane fece un passo indietro e riprendendo il controllo si apprestò a rifare la fatidica domanda.

“Jensen Ross Ackles, vuoi sposarmi!?”

“Jared Tristan Padalecki….” fece con aria quasi trasognante e cercando il modo e il tempo giusto per rispondere.

E poi: “No. Non ti sposo!!!” sbottò di nuovo, Jensen, con aria offesa.

“Ma andiamo, Jensen!! Perchè?!” decisamente esasperato.

“Perché?” incrociando le braccia al petto. “Mi hai dato dell’ingenuo, del grandissimo stupido, della “cosa”, mi hai zittito manco fossi un bimbetto di tre anni. Dovrai penare ancora parecchio prima che io ti dica di sì, amico e dovrai….” ma altro non potè dire, perché Jared lo stava già baciando con entusiasmo e dalla piega che stava prendendo quel bacio e da come Jensen gli stava rispondendo, il giovane era fermamente convinto a farsi dire di sì.

 

E lui, con Jensen, era molto bravo a farsi dire di sì!!!

E di certo gli avrebbe strappato il “Sì” più importante!!!

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Capitolo 10
*** PRIMO MATTINO ***


PRIMO MATTINO


Quando Jensen sentì la mano calda e carezzevole di Jared accarezzargli sinuosamente il fianco, si riprese piacevolmente da quel sonno leggero ma comunque pacifico e appagante del mattino.

“Buongiorno!” salutò sorridendo al ragazzo che gli sorrideva in ricambio. “Da quanto sei sveglio?!”

“Da un po’!”

“Come mai!?” domandò un po’ preoccupato.

“Stavo pensando!”

“A cosa?”

Jared si sistemò meglio accanto al corpo di Jensen e la mano che prima girovagava sul fianco del biondo, ora , lentamente, risaliva verso il torace, per andarsi a fermare al centro del petto, appena accanto al cuore.

“Da quanto tempo stiamo insieme , Jensen?!” chiese all’improvviso.

“Ahia!” esclamò Jensen, portandosi una mano al petto, quasi sovrastando quella di Jared. “Questo è una domanda da colpo sotto la cintura?!”

“Che intendi?!”

“Devo essere davvero un pessimo compagno se non riesci a ricordare da quanto stiamo insieme!” rispose senza astio, però. Sapeva, comunque, che c’era ben altro sotto.

“La mia era una domanda retorica, scemo. Lo so benissimo da quanto stiamo insieme!

“Sul serio?”

“Sei mesi, tre settimane, 4 giorni e ….” sporgendosi appena per vedere l’orario sulla sveglia posta sul comodino: “….7 ore!”

“Wow!!” esclamò sorridente Jensen, e questa volta fu lui a sporsi, ma verso Jared, così da poterlo baciare. “Mi sarebbe bastato “sei mesi”!” replicò più tranquillo Jensen, baciandolo ancora.

“Jensen?!”

“Mmh!!?” infastidito dal fatto che doveva smettere di baciarlo per rispondergli.

“C’è una cosa che devo dirti e che ancora non ti ho detto!” biascicò Jared, anche lui preso a ricambiare i baci di Jensen. “Ed è la cosa a cui stavo pensando prima!”

“Deve essere davvero importante per non….”

“Sì, ...lo...lo è!” fece allontanandosi appena dal volto e dalle labbra magnificamente arrossate del compagno.

Jensen si ritrovò, in un attimo, immerso nello sguardo profondo di Jared che lo stava fissando, o meglio, lo stava letteralmente contemplando. E il biondo si sentì quasi a disagio ma al tempo stesso estasiato per una tale ….attenzione.

“Jared? Che c’è? Che devi dirmi?!” chiese con dolcezza.

Jared si issò meglio su di lui e sospirò e il suo fu quasi un prendere coraggio.

“Quante volte ti ho detto “Ti amo!”? disse e chiese finalmente.

 

Jensen si sentì raggelare a quella domanda. Non se l’aspettava davvero.

E’ vero, stavano insieme e…. stavano bene insieme.

Stavano magnificamente insieme.

E di certo, entrambi, speravano che le cose tra loro continuassero su quella strada.

Ma in verità, nonostante tutto quello star bene, quelle paroline così importanti ancora non venivano fuori.

 

“Quante volte?!” insistette con dolce calma Jared.

“Jared, tu….tu non me lo hai mai detto!” rispose Jensen e vedendo lo sguardo amareggiato del compagno, si apprestò a dare una spiegazione. “Ma nemmeno io te l’ho detto.”

“Perchè?” fu la domanda semplice, innocente ma comunque spiazzante che Jared gli fece.

Jensen si sentiva spaesato e preso in contropiede. Già! Perché?, si ritrovò a chiedersi nel segreto della sua mente.

“Forse….forse solo perché non ci sentivamo pronti per quelle parole così importanti. Forse volevamo prima capire e vedere come sarebbero andate le cose tra noi, prima di rendere tutto ...importante. Prima di mettere le nostre vite in mano….all’amore, quello vero!” si ritrovò a rispondere con un estrema sincerità Jensen.

Sincerità che arrivò dritta al cuore di Jared.

Il giovane sorrise e piano iniziò a carezzare il profilo del compagno che dopo quella risposta sembrava appena più rilassato.

“Jensen?!”

“Sì?”

“E se io fossi pronto?!” chiese fissando quella parte di Jensen sotto cui batteva un cuore che stava impazzendo di nuovo. “E se io volessi dirti “Ti amo!” ?

“Tu lo vuoi?!” replicò Jensen con l’emozione che stava per esplodergli dentro come i fuochi del 4 di Luglio.

“Muoio dalla voglia di dirtelo!” ammise guardandolo negli occhi che brillavano di felicità.

Jensen non rispose niente. Si limitò ad invertire le loro posizioni con un gesto deciso e veloce e ritrovandosi, ora, lui a sovrastare il corpo di Jared.

 

Lo baciò! Lo baciò forte, lo baciò con entusiasmo. Con impeto, ma anche dolcezza. Respirò il respiro di Jared e Jared respirava il suo. Assaggiò il sapore della bocca di Jared e Jared si beava di quell’armonia che si creava con l’intreccio delle loro labbra. E poi...e poi lo baciò ancora e ancora.

E solo quando la mancanza d’aria, lo costrinse a smettere, Jensen si allontanò appena dalle labbra del compagno. Ma giusto lo spazio per poterlo guardare negli occhi, che in verità sembravano rimproverarlo per essersi fermato. E sorrise!

 

“Dimmelo. Dimmi che mi ami. Perché anche io muoio dalla voglia di dirlo a te!!” fece impaziente di sentire quella paroline magiche.

Jared parve illuminarsi. Era tutto chiaro ormai.

Lui amava Jensen e Jensen amava lui.

“Ti amo, Jensen!” disse come una liberazione allacciando le lunghe braccia intorno al corpo del compagno.

“Ti amo anche io, Jared!!” con lo stesso trasporto mentre ricambiava la presa del compagno.


E poi, baci , baci e ancora baci e di certo, avrebbero ricordato quel mattino, come il più bello e con il più bel risveglio della loro vita.

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Capitolo 11
*** BRAVO IN CERTE COSE ***


BRAVO IN CERTE COSE


“Andiamo, Jared. Muoviti. Hai detto di essere bravo in queste cose. Beh! Ora hai la possibilità di dimostrarlo!”

“Jensen, non è una cosa che si può fare senza..”

“Senti, non mi interessa. Datti una mossa. Infila dentro quell’affare e facciamola finita. Ho bisogno di stare bene e questo, credimi, mi farà stare decisamente bene!!”

“Lo so, ma….”

“Niente ma. Una cosa veloce: entri ed esci!!"

“Jensen, no. Ti farei male. E’ meglio che ti prepari prima!”

“Prepararmi….prepararmi un cavolo. Il culo è mio e lo gestisco io!”

“Da quando sei diventato un femminista?!”

“Da quando siamo in questa posizione e tu fai il difficile. Forza!!!Datti una mossa!”

“Jensen, andiamo..non...”

“Jared...basta. Entra, svuota ed esci e mettiamo fine a questa cosa!”

“Come vuoi!”

“Ok! Era ora!”

“…..”

“Beh! Allora? Ti dai una mossa?? Mi si stanno anchilosando le gambe a stare così. Hai fatto?”

“Jensen...”

“Hai finito o devi ancora….”

“Ho fatto, Jensen. Ho già fatto!!”

“Hai già...ma come...cosa….”

“….”

“Sei sicuro di aver...”

“Per l’amor di Dio, Jensen. Era solo un’iniezione e non un’operazione a cuore aperto.”

“Ma non ho sentito niente!!”

“Te l’ho detto che sono bravo in queste cose!!”

 

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Capitolo 12
*** WHO'S THE NEXT ? ***


WHO’S NEXT??!!

Jensen è un laureto in lingue e tra le sue conoscenze linguistiche c’è perfino l’arabo , che gli è valso un posto all’ONU come traduttore.
In questi giorni sta tenendo un corso di aggiornamento semantico di alcune strutture letterali della lingua in questione.

“Ok! ragazzi, siamo all’ultima lezione. Procederemo in questo modo.” Iniziò a spiegare, lanciando di tanto in tanto , un’occhiata perplessa ad uno dei partecipanti. “Ora, uscirete tutti dalla stanza e chiamerò uno alla volta di nuovo qui. Simuleremo un discorso. Io parlerò in arabo e chi sarà qui dovrà immedesimarsi nel traduttore di turno. Ricreeremo una situazione stile sala audio dei traduttori ufficiali. Passate questo test ed entrerete in lizza per farmi concorrenza. Ok?!” scherzò per allentare la tensione che si era creata alla spiegazione del test.
“Ok!” risposero i partecipanti.
“Bene. Iniziamo con il primo!” e così dicendo, iniziò la “sessione d’esame” e nelle tre ore successive, il traduttore esperto, aveva esaminato quasi tutti i candidati e quando l’ultimo stava per andare via....
“Sei l’ultimo o c’è qualcun altro fuori?!” chiese.
“C’è l’ultimo corsista, Mr. Ackles.” gli rispose il candidato mentre riponeva le cuffie usate per l’esame.
“Ok, il risultato ti arriverà sia per posta che per email, ma ….non sei andato male.” lo rassicurò.
“Grazie, signore!” e aprì la porta mentre Jensen, sistemò qualcosa tra le sue carte, dando le spalle alla porta.
Nel frattempo…
“Chi è il prossimo?!” fece senza girarsi, e quando la sentì chiudersi, si voltò e il suo viso si vestì di stupore. “Ma si può sapere tu che ci fai qui?!” fece al giovane che si era poggiato con le spalle alla porta che si era chiuso dietro.
“Volevo ampliare le mie conoscenze linguistiche!”, rispose Jared, che era collega nonchè suo compagno nella vita da ormai 4 anni.
“Seguendo solo questa sessione e tentando il test?!” lo provocò , Jensen, sedendosi sul bordo della scrivania che aveva dietro.
“Ho un buon orecchio. Dovresti saperlo!!”
“Sul serio?” ironizzò senza cattiveria , il biondo.
“Sul serio!!” convenne deciso, Jared.
“Ok! Vediamo e….sentiamo allora!” disse vestendosi di nuovo da “tutore linguistico.”

Jensen gli si mise di fronte e pronunciò la prima frase in un arabo perfetto.
Jared lo fissò e poi con fare deciso, tradusse: “Miei onorevoli colleghi...
Jensen alzò le sopracciglia, sorpreso della traduzione. Arricciò perplesso le labbra e poi proferì la seconda frase.
Jared di nuovo sembrò pensarci e: “...è per me un privilegio essere qui tra voi!
Jensen, a quel punto, gli si fece più vicino sempre meno convinto. Pensò a cosa dire e pronunciò l’ennesima frase.
Jared sorrise appena e tradusse: “E’ il momento di unire le nostre forze...
E a quel punto Jensen sbuffò indispettito.
“No, è il momento di metter fine a questa farsa!” esclamò convinto.
“Sono andato così male??!” chiese con tono innocente Jared.
“Per l’amor di Dio, Jared!! Non hai beccato una parola nemmeno per sbaglio!!” fece sorridendo.
“Lo so!” ammise candidamente il più giovane. “Ed è per questo che io sono l’esperto linguista in francese e spagnolo!”
“Infatti!! Quindi mi dici che ci fai qui?” chiese lasciando tra di loro sempre qualche passo.
Jared gli si fece più vicino, però e quando i corpi quasi si sfioravano, Jensen fece un passo indietro e guardò di sfuggita le telecamere nella stanza. Jared capì il gesto ma non rinunciò a provocare il compagno.
“Lo sai che mi fai impazzire quando parli arabo.” 
Jensen lo fulminò con lo sguardo e non c’era rimprovero in quel fuoco, ma ben altro incendio. Quindi rispose a tono.
“Se era per questo, posso parlarti arabo quando siamo a casa nostra, tutto il tempo che vuoi!!” replicò con la stessa malizia.
“Mi basta che mi parli così quando siamo….” e si avvicinò suadente. “...a letto.”
“Non ci sono problemi.” fece il biondo cercando di mantenere un certo sopravvento e una certa distanza. “Se vuoi posso anche ripeterti quello che ti ho appena detto!!” e quell’affermazione, Jared strabuzzò gli occhi per la sorpresa.

Cosa mai gli aveva detto? O cosa poteva esserci di eccitante nelle convenevoli frasi di benvenuto dei capi di Stato?

Jensen sorrise predatorio, ma provò un caldo brivido quando Jared si leccò piano le labbra.
“E cosa mi avresti detto?” chiese infatti, il più giovane.

Jensen arretrò appena un po’.
Ripetè la prima frase prima in arabo e poi inglese. “Il solo vederti è per me fonte di immenso desiderio.
Poi la seconda. “Immagino il tuo corpo sudato che conforta i tremiti del mio.
E poi: “La tua bocca voluttuosa che sfama la mia fame di te!
La tua lussuriosa virilità che disseta la mia sete e la tua segreta intimità che accoglie e soddisfa il mio vibrante piacere!” e a quel punto Jared era spalle al muro, il volto in fiamme, il petto ansante e Jensen a meno di un passo da lui.

Jared lo vide fare un movimento leggero con la mano verso l’interruttore delle telecamere obbligatorie in ogni camera o stanza di quel luogo.
“Che ...fai? Che...stai facendo?!” ansimò Jared , ormai prigioniero.
“Ho tutta l’intenzione di mettere in pratica quello che ti ho appena detto, ma di certo non voglio che quelli della sicurezza, sappiano quando è meraviglioso ed eccitante il corpo del mio ragazzo!” rispose con una stoica calma.
“Tu ...tu vuoi….”
Jensen gli sorrise malizioso, predatorio. Impertinente.“Abbiano circa venti minuti, prima che vengano a controllare perché non c’è più visuale qui dentro. Che ne dici?!”

Jared per tutta risposta, ormai certo di avere la giusta privacy, lo oltrepassò e andò verso la scrivania, spostò con urgenza i pochi fogli che la occupavano e poi vi si appoggiò contro, con chiare intenzioni, mentre si apriva sensualmente la camicia, bottone dopo bottone.
“Che fai, non vieni?!” lo invitò, provocando Jensen, con quel poco velato doppio senso.
Jensen lo raggiunse in pochi passi , mentre la cinta dei suoi pantaloni già scattava per aprirsi.
“Tieniti forte e goditi il viaggio!” 

Poi, furono i venti minuti più esaltanti  e appaganti della giornata.




N.d.A.: che dire a mia discolpa?? Quel "Who's the next?" detto da Jensen/Micheal/Dean ha fatto danni!!
Naturalmente, anche se ora mi odiate, a voi la fantasia di immaginare cosa mai possano aver fatto quei due si quella scrivania!!

PS: gruppo WhatsApp??? Who's the next???  ;)

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Capitolo 13
*** GIOCHI DI RUOLO ***


GIOCHI DI RUOLO

Jared entrò nella stanza , si guardò rapidamente intorno come se stesse cercando qualcuno. Si richiuse , quasi sbattendo la porta alle spalle.
Ad un tratto..
“Ehi!! cosa ci fai qui? Ti avevo detto di...”
“Troppo tempo. Troppo tempo!!” si ritrovò ad ansimare Jared, mentre con poche falcate, raggiungeva Jensen, che con solo un asciugamano allacciato ai fianchi, usciva dal bagno. Dalla doccia.
Il suo corpo era ancora lucido d’acqua. L’odore inebriante e fresco del bagnoschiuma unito a quello del biondo, raggiunsero Jared che si ritrovò ad annusare quell’aroma fantastico.
Jared afferrò Jensen per la spalle e lo spinse letteralmente verso il letto. Sul letto.
“Ehi!!” si lamentò Jensen, mentre cercava di divincolarsi dalla presa forte dell’altro. “Jared, no!!...non era questo….” cercava di dire Jensen, mentre Jared invece non riusciva a smettere di baciarlo. Il collo, le spalle contratte, il petto ansante, i capezzoli ancora turgidi dalla doccia.
“Sono stanco di aspettare, Jensen!”
“Jared, aspetta….”
“Non ce la faccio più. Sono stanco di quegli sguardi fuggevoli...” disse baciandogli gli occhi. “Voglio guardarti e farlo sul serio.”
“Lo sai che….”
“Sono stanco di doverti toccare appena...” fece ancora, rinsaldando la vicinanza tra i loro due corpi. “ Voglio toccarti e farti sentire la mia mano...sul serio!”
“Jar...Jared….”
“Sono stanco di starti lontano anche quando vorrei starti talmente vicino da sentire il tuo respiro!” e detto questo, lo baciò e lo fece con passione, con trasporto. Con una lentezza che sembrava voler durare in eterno.

Poi, con un gesto deciso e veloce, abbassò la mano tra i loro due corpi vicini e strattonò via , l’asciugamano che Jensen aveva ancora ai fianchi.
“O cazzo!!!” si ritrovò ad esclamare di puro stupore Jensen e un attimo dopo il suo respiro si bloccò , imprigionato nel proprio torace.
Jared si era sollevato , mettendosi in ginocchio. Con gesti frenetici si era sfilato la maglietta e poi senza dargli modo di potergli sfuggire , si era abbassato anche i pantaloni della tuta. Se li era decisamente tirati verso il basso prima da una gamba e poi dall’altra, così da non permettere a Jensen di sfuggirgli.
Dopo altri pochi movimenti, i due , si ritrovarono nudi, uno sull’altro.
“Jared noi...noi non ….non dovremmo….” ma all’ennesima replica, l’ennesimo bacio famelico di Jared, l’ennesimo tocco possessivo delle sue mani sul suo corpo, fecero capitolare definitivamente il biondo.
“Voglio sentirti, Jensen. Voglio baciarti. Voglio..” e così dicendo, strinse con decisa ma gentile passione la muscolosa virilità ormai più che presente di Jensen. “...toccarti!”

Jensen, a quel punto, deglutì ansia , aspettativa e piacere. Passò finalmente le mani intorno al collo del suo amante e sollevò una gamba come per accarezzargli il fianco e sorrise quando sentì Jared sospirare e tremare di piacere.
“Fallo!” sussurrò ad un fiato dalle labbra del più giovane. “Allora, fallo, Jared!”
“Tu...tu vuoi….” sembrò quasi tentennare Jared, a quella concessione.
“Baciami, toccami….sentimi!” suggerì accompagnando quelle parole con leggeri e sensuali movimenti del suo corpo contro quello di Jared.
L’amore che ne seguì fu un susseguirsi di baci appassionati, di carezze voluttuose, di tocchi suadenti e lenti, di gemiti, di respiri affannati, di risate accennate e nervose. Di richiami lascivi a non fermarsi, a dare di più, a concedere di più.
Fin quando l’estremo piacere, nato dal più profondo delle viscere, non esplose, potente ed entusiasmante, nel corpo e nella mente dei due amanti appassionati che si ritrovarono, uno tra le braccia dell’altro, sfiniti e appagati.

Quando , dopo un po’, i respiri tornarono ad essere regolari, Jared scivolò al lato del compagno. Si fermò su un fianco, con la testa poggiata su una mano, così da poter godere ancora del volto rilassato e soddisfatto di Jensen.
“Ehi!!”
“Ehi!!” rispose Jensen, voltando il viso verso l’altro.
“Allora?!”
Jensen sorrise e per un attimo parve pensare alla risposta giusta da dare.
“Allora….” iniziò convinto di quello che doveva dire. “...la prossima volta...” e sorrise impertinente. “.. l’amante frustrato lo faccio io e tu fai quello ritroso!!”
“No..la prossima volta scelgo io chi e cosa essere!!” replicò serio, Jared. “Questa volta hai scelto tu!!”
“Che fai? Tieni il conto?!” ironizzò Jensen, spingendolo contro il materasso e rotolandogli sopra, bloccandolo sotto di lui.
“Cavolo!! se tengo il conto. O finirei per essere sempre quello che sta sotto!!” rispose sorridendo e indicando la posizione che avevano in quel momento.
“Ti dispiace?!” gli sussurrò, malizioso, Jensen.
“Mmmmhhh!” mugugnò indeciso , Jared, provocandolo.
Jensen si mosse su di lui, sensuale, lento.
“Ti dispiace?!” chiese di nuovo, con un tono decisamente lussurioso.
“No! Decisamente no! Ma...”
“Ma, cosa?!” sussurrò Jensen, mentre si insinuava tra le gambe del compagno, con chiare intenzioni.
“La prossima volta scelgo io!!” asserì convinto un attimo prima di lasciare il comando al compagno.

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Capitolo 14
*** FERMATI, GIRATI E GUARDAMI! ***


FERMATI, GIRATI E GUARDAMI!
 

“Jay possiamo parlare?!” chiese titubante Jensen, al compagno, ancora evidentemente infuriato con lui.
“Jensen, siamo ad un matrimonio. Mia cugina e tuo cugino non meritano una nostra qualche sfuriata. Parleremo dopo e poi onestamente non penso che abbiamo ancora molto da dirci dopo le ultime settimane.” replicò l’altro.

Litigavano da giorni. Chi accusava l’altro, chi cercava giustificazioni. Ma le liti diventavano sempre più numerose e sempre più furiose.
Ora, erano ad un matrimonio “in famiglia”, poiché ad una loro festa , la cugina di Jensen e il cugino di Jared, si erano conosciuti, piaciuti e innamorati e ora , dopo il giusto tempo, erano arrivati all’altare.

“Jay..”
“E smettila di chiamarmi Jay! Non serve più!”
“Andiamo ascoltami...prova a ..”
“Provare a fare che , Jensen??!!” e la sua voce era decisamente più alta e Jensen si sentì gelare.  Erano rare le volte che Jared alzava la voce. Non era da lui. Infatti anche le persone intorno a loro capirono che qualcosa non andava e si fermarono a guardarli.
“Jared..”
“Un mese di inferno di Jensen. Ho passato un mese di inferno. Stavo per perdere la mia società, stavo per dover licenziare tutti e tu eri così preso dal tuo lavoro che non mi sei stato accanto un solo giorno. Non ne sono ancora fuori e tu vieni qui , adesso , a dirmi “parliamo!”?” chiese sarcastico.
“Io...”
“Fanculo!!” fu la risposta spiazzante. “Non sei più quello di cui mi sono innamorato. Nei sei più il Jensen che conoscevo. Tu…”
“Ragazzi,  ascoltate..” azzardò ad intervenire il padre di Jensen. “Non credo sia il momento di...” ma fu bellamente ignorato. Ormai sembrava che la diga stesse per rompere gli argini.
“Jared se non ti sono stato accanto è perché dovevo finire quel progetto. Il mio capo mi aveva promesso che mi avrebbe dato tre settimane di ferie e in quei giorni, mi sarei rimboccato le maniche e avremo risolto i problemi con la tua società!” provò a giustificarsi Jensen.

Non glielo aveva mai detto.
Nella sua mente era come dirgli: il mio lavoro va bene, fammelo concludere e poi sistemiamo anche il tuo. Sembrava offensivo e allora il biondo, nelle ormai numerose liti, cercava sempre altre giustificazioni. Solo allora si rese conto di aver sempre sbagliato.

“Facile e comodo dirlo adesso, Jensen. Che ipocrita!” lo ammonì Jared.
“Jared andiamo a casa. Parliamo lì. Con calma!!” provò a suggerire il biondo, dato che ormai avevano attirato l’attenzione di tutti. Sposi compresi.
“Non abbiamo più niente da dirci. E non credo che avremo ancora una casa da condividere alla fine di questa giornata!”
Jensen deglutì terrore. “Ti prego , Jared...non dire così. Io…”
“Te l’ho detto. Non sei più lo stesso e non credo che tu senta per me le stesse cose che io...”
“IO TI AMO!!” gridò Jensen frustrato.
“PROVALO!!” ribattè d’istinto Jared con lo stesso tono ma solo più insoddisfatto.
Jensen per un attimo restò senza parole.
Come provarlo in quel momento? Con quello che si erano appena detti? Con quello che stavano provando? 
Poi, come un flash, i meravigliosi anni che aveva passato con Jared gli si illuminarono nel cervello. Ogni giorno, ogni notte, ogni secondo. Non voleva perderli e perciò cuore e mente agirono all’unisono.

“Sposami!” disse, deciso, senza nessuna inflessione di paura in quella unica parola.

Jared strabuzzò gli occhi. La sua bocca si aprì appena per la sorpresa.
“Cosa?” sussurrò.
“Sposami, Jared. Voglio condividere la mia vita con te per sempre. Voglio che tu condivida la tua con me, per sempre. Voglio litigare con te quando farò di nuovo lo stronzo e poi voglio fare pace come solo noi riusciamo a fare. Voglio che tu mi urli dietro quando sarai tu a fare lo stronzo, tanto poi, so, che faremo di nuovo pace. Non riesco a vedere la mia vita senza di te. Non riesco a vedere me, senza di te. Ti amo. Di un amore che non sapevo potesse esistere. Di un amore che non sapevo nemmeno poter provare. Perciò ….Jared, sposami!”
Jared restò in piedi davanti al compagno.
Nella sua mente mille pensieri. O meglio , il panico.
Sentiva su di lui gli occhi di tutti. Si guardò intorno un attimo, in imbarazzo. Jensen, di fronte a lui, fermo, immobile, in attesa di una sua risposta.
“Jared...dì, dì qualcosa!” sussurrò il biondo.
Jared lo guardò. Conosceva Jensen da anni. Lo amava da anni. Lo amava immensamente da anni. Ma quello che era successo nell’ultimo periodo aveva superato un limite che pensava di non avere.
E ora…
“Tu non hai idea di quante volte ho sognato che me lo chiedessi, o il momento in cui io lo avrei chiesto a te. Tu eri quello perfetto per me e io sapevo di essere quello perfetto per te.”
“E’ così!!” cercò di rassicurarlo Jensen.
“Sognavo di dividere la mia vita con te. Condividere un futuro insieme. Fare progetti. Sognare di realizzare quei progetti. Una famiglia magari. Ma..”
“Ma?!” esalò, preoccupato Jensen.
“Ma così , ora, dopo quello che è successo...è troppo facile. Troppo comodo.”
“Jared, no!” sussurrò Jensen, mentre un brusio di dispiacere si palesò anche tra le due famiglie.
“Mi dispiace, Jensen! Mi dispiace!” e si girò, pronto ad andare via, incrociando per un attimo lo sguardo della madre che, negando appena con il capo, disapprovava decisamente quella sua scelta.
Ma non fu questo a fermarlo in quella sua ritirata.

“Jared Tristan Padalecki!!!” fu il richiamo deciso da parte di Jensen. “Fermati, girati e guardami!”

Jensen non accettava quel rifiuto. Ma non lo accettava non per orgoglio, ma per puro terrore di perdere Jared. Jared era tutto. E se Jared andava via, lui sarebbe stato niente.
Jared si fermò. Per un po’ restò immobile. Le mani che si stringevano nervosamente a pugno.
Davanti a lui, il volto della madre che stranamente da disapprovazione prendeva ben altra espressione. Sorpresa.

Solo allora, il ragazzo, si voltò piano e quello che vide , lo lasciò definitivamente senza parole. Jensen, al centro di quello che era ormai un cerchio di famigliari, in ginocchio. Tra le dita appena tremanti , l’anello di suo padre che il biondo non toglieva mai.
“Jensen che stai facendo?!” chiese tra la sorpresa e l’imbarazzo, avvicinandosi appena.
“Tu sei tutto per me, Jared. Sei il respiro che mi fa vivere. Il caldo che mi riscalda di inverno. Il vento fresco che mi da’ sollievo in estate. Sei la forza che io non avrò mai. L’amore che completa il mio. La vita gemella alla mia. Io sono niente senza di te. Ti prego, non fare di me un... niente. Rendimi completo. Rendimi tuo come io voglio renderti mio.”
“Jensen!” e questa volta nella voce di Jared c’era solo emozione pura e di nuovo amore per quell’uomo, per quelle parole che sapeva essere sincere, perché Jensen poteva essere tutto, ma non un bugiardo.
Non in quel modo, in quel momento, con quelle parole.
“Ti prego, Jared. Ti amo. Io ti amo. Perdonami e sposami!” chiese ancora, mentre si tirava su e raggiungeva il compagno che aveva gli occhi decisamente lucidi.
“Farai ancora lo stronzo!?”  chiese con un sorriso leggero.
“Potrebbe capitare , ma tu , come mio marito, avresti tutti i diritti per sbattermi al muro e farmi aprire gli occhi!!!” ironizzò Jensen, sorridendo dolcemente.
“E se ti sbattessi al muro con altre intenzioni?!” maliziò Jared con un volume di voce udibile solo a loro due e sorridendogli di rimando.
“Come tuo marito, ti lascerei fare!” rispose con altrettanta malizia Jensen.
“Allora il mio è un “Sì”!” rispose alla più che insolita proposta di matrimonio.
“Sì? Davvero?!” fece quasi incredulo il biondo.
“Sì, ti sposo, Jensen Ross Ackles!!” disse felice mentre lasciava che Jensen gli mettesse al dito l’anello di suo padre.
Dopo di che, un bacio appassionato tra i due, suggellò quel giuramento d’amore eterno, mentre un applauso scrosciante li investiva festoso.


Tra gli invitati , anche i neo sposi applaudivano entusiasti, fin quando la sposa non diede uno scappellotto allo sposo.
“Ehi! Perché?!” brontolò lui.
“E’ così che si fa una proposta di matrimonio, idiota!!”
Lo sposo “colpevole”  di quella sua mancanza , in effetti, ripensò alla sua di proposta: “Che dici, ci sposiamo?

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Capitolo 15
*** POSSO TOCCARTI?...NON IN PUBBLICO!! ***


POSSO TOCCARTI?”... "NON IN PUBBLICO?”


“Ehi!! si può?!” fece Jensen , affacciandosi con cautela nella stanza che l’albergo in cui soggiornavano per la convention di turno, aveva riservato a Jared.

La sua , solo poche stanza più in là ma sempre nello stesso corridoio.

Come al solito, vicini ma non troppo. Il giusto per salvare le apparenze.
Già! Dato che i due erano segretamente una coppia e follemente innamorati uno dell’altro da oltre quattro anni.

 

Jared si girò verso di lui e sorrise appena. Sul volto una leggera espressione di disappunto.

“E’ assurdo!!” esclamò quasi frustrato. “Tu sei assurdo!!”

“Cosa?!” fece Jensen, chiudendosi la porta della camera alle spalle. “Che ho fatto?!” con aria innocente.

“Siamo in privato e chiedi se puoi entrare. Ma...”

“Mia mamma mi ha insegnato le buone maniere!” ironizzò, avvicinandosi lentamente.

“Ma...” riprese con più decisione, Jared. “...se siamo sul palco davanti a centinaia di persone, non esiti a mettermi le mani addosso per ogni motivo. In ogni momento ti si presenti l’occasione!” gli fece presente.

“Che posso farci se il mio ragazzo segreto è di una bellezza indescrivibile e ha un corpo talmente sexy che mi attira come una calamita?!” replicò sempre più vicino e con la voce già più roca e calda. Cosa che faceva impazzire il più giovane tra i due.

“Non...fare così. Non parlarmi con questo tono!” cercò di resistergli, infatti, Jared.

“Con quale tono?!” fece Jensen, calcando quel tono suadente.

“Che bastardo!!” sussurrò Jared, ormai già stretto in un abbraccio del biondo che gli aveva messo le mani prima sui fianchi e poi piano era scivolato fin dietro la schiena, avvicinandoselo il più possibile. “Devi smetterla!” fece poi, con calma e arrendendosi a quell’abbraccio.

“Sul serio?!” lo stuzzicò Jensen, baciandogli leggermente il collo.

“Sul serio o rischi di...”

“Cosa?!” lo anticipò Jensen, con aria fintamente preoccupata.

“Che ti stenda sul pavimento del palco davanti a tutti. Altro che scenetta con Misha!!” sembrò minacciarlo. E questa volta fu lui a guidare l’abbraccio e a fare pressione sul corpo del biondo

“Interessante!” sibilò curioso, Jensen.

Jared a quel punto , lo spinse verso il letto.

La porta era chiusa, gli impegni per quel giorno erano conclusi e loro finalmente potevano godersi….loro!!

Jensen cadde all’indietro. Jared immediatamente lo sovrastò e lo baciò, con passione. Perchè non conosceva altro modo con cui baciare Jensen e anche perché sapeva che Jensen non aveva altro modo in cui baciava lui.

Le mani del giovane si mossero spedite e decise sul corpo dell’altro che senza remore si lasciò andare a quei tocchi appassionati.

“Ora ...chi è quello...quello che tocca!?” ansimò, mentre con le mani, anche lui, non faceva altro che carezzare il torace ansimante del compagno. Quel torace che aveva definito, toccandolo senza vergogna, davanti ad un pubblico in visibilio: “Le montagne del Texas”.

“Sta’ zitto e baciami ancora, scemo!!” ordinò Jared sorridendo e sporgendosi per prendersi quel bacio che aveva richiesto con così tanta decisione.

Jensen obbedì. Non vedeva l’ora di farlo!!


Poi…

“Jared?!” lo chiamò in un sussurro.

“Mmmhh?!”

“Posso toccarti?!” chiese sorridente e malizioso.

“Non in pubblico!” rispose Jared, parafrasando quella che fu una battuta riuscita in un episodio della terza stagione del loro show.


 

Ps: tutta colpa dell’ultima convention di Dallas. Quei due maledetti non hanno fatto altro che toccarsi e ritoccarsi. Loro fanno certe cose e poi le cattive siamo noi che ci scriviamo sopra!!! Andiamo!!

PPS: solo per chiarire la battuta vera è: Dean: “Posso spararle?” - Sam: “Non in pubblico!”….riferito a Bela che ha fatto rimuovere la preziosa Baby

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Capitolo 16
*** DOMANDE ***


DOMANDE

 

“Di quanti uomini sei stato, Jared?” chiese il biondo mentre con il dorso della mano seguiva delicatamente il profilo del ragazzo sdraiato sotto di lui e che lo guardava, o meglio, che lo contemplava in adorazione.

Jared deglutì e respirò a fondo ma piano, cercando di restare lucido a quella carezza e al fatto che Jensen , dentro di lui, si muoveva con esasperata lentezza.

“Di….nessuno. Non sono mai stato di nessuno, Jensen!” rispose con un filo di voce ansimante, ma comunque in modo deciso.

Jensen acuì lo sguardo, sorridendogli appena. Quasi impercettibilmente, senza mai smettere di toccarlo o muoversi.

“Non mentirmi!” lo rimproverò gentilmente, affondando con più decisione ma non con rudezza, dato che Jared era uno degli escort più richiesti in città.

Infondo anche lui, il tanto famoso quanto misterioso Jensen Ackles, lo aveva richiesto, per passare una settimana senza impegni troppo “sentimentali”.

 

Una cosa alla “Pretty Woman” , solo in versione maschile!!

 

“Non ti sto mentendo. Non sono mai stato di nessuno!” ribadì con più decisione, l’altro, mordendosi il labbro , a causa del movimento deciso di Jensen.

“Di nessuno?!” insistette il biondo, insistendo anche con un’altra sensuale spinta.

Jared annaspò. Di piacere. Deglutì.

“Nessuno.” rispose dopo aver recuperato un po’ d’aria e approfittando della momentanea tregua che gli stava dando Jensen. “Loro erano solo….qualcosa di ...fisico. Nessuno di loro..ha mai...ha mai significato….qualcosa!” riuscì a rispondere, mentre si sforzava e si costringeva a non andare incontro al corpo fermo sopra di lui.

Il corpo di quell’uomo che lo stava scrutando fin dentro l’anima per capire se stava mentendo o meno. E Jared non stava mentendo. “Ma...”

“Ma, cosa?!” lo anticipò Jensen mentre gli baciava la sensuale linea che scendeva dal collo alla spalla, accompagnandosi con un altro delicato affondo.

“Ma so di essere diventato tuo. Solo tuo.” rivelò quasi con un tremore nella voce. Le gambe contratte ai fianchi di Jensen. Le mani strette alla stoffa del cuscino sotto la sua testa.

 

Eccitazione per la situazione in cui era? Paura per quello che aveva confessato?

 

Jensen a quella confessione fermò il dolce e umido tragitto di baci e il suo muoversi sensuale e lento e ritornò a fissare gli occhi di Jared e il suo sguardo maledettamente dolce.

Quello sguardo che, a discapito del suo lavoro decisamente poco conveniente, aveva fatto crollare molti dei famosi muri eretti da Jensen. Muri che avrebbero dovuto proteggerlo da situazioni come quelle in cui Jared lo aveva fatto scivolare inesorabilmente. Proteggerlo da persone come Jared, che invece, era stato capace di fargli perdere completamente il controllo delle sue emozioni. Jared , che lo aveva costretto inconsciamente a guardarsi allo specchio e confessarsi che forse, solo forse, stava iniziando a sentire per lui , qualcosa di ben più diverso di un semplice contratto “di compagnia”.

 

“Sei mio, Jared?”

“Sì, lo sono.”

“Sei solo mio!?”

“Sì, lo sono!” ripetè quasi giurandolo e cercando più contatto tra i loro corpi già così vicini.

“E la cosa ti spaventa?!” chiese inaspettatamente Jensen.

“No. Mi terrorizza.” rispose, sporgendosi alla disperata richiesta di un bacio.

“Davvero?”

“Tu mi hai cambiato e mi stai ancora cambiando e io…io non faccio che sentirmi meglio ad ogni tuo plasmarmi volta dopo volta.” confessò, respirando a fatica , dato che Jensen era comunque presente dentro di lui e continuava a torturarlo lentamente.

“E se io ti dicessi che questa settimana non mi basta più?!” fece Jensen, sorridendo al fatto che la richiesta di quel bacio di Jared restò a metà tra i loro visi.

“Tu...tu.. vuoi ...che io….?!” replicò Jared, sorpreso, incredulo ma segretamente euforico.

“Se io ti chiedessi di rimanere ancora al mio fianco...la cosa ti spaventerebbe!?” sorrise ripetendo la domanda di poco prima.

“No. Mi esalterebbe.” rispose , incuriosendo Jensen.

“Perchè?”

“Perchè anche io cominciavo ad odiare l’idea di doverti lasciare andare fra pochi giorni.”

“Sarebbe un ennesimo cambiamento per te, Jared.” gli fece presente Jensen, baciandogli l’angolo della labbra arrossate e umide.

“Lo so.”

“E saresti disposto a farlo?!” chiese il biondo.

“Sì.”

“Per me?!” azzardò Jensen.

“Senza nemmeno pensarci.” confessò senza nemmeno pensarci e distogliendo lo sguardo subito dopo essersi reso conto di quello che aveva detto.

“Davvero?!” domandò Jensen con tono appena sorpreso.

“Io...io ….” ma si sentì incapace di continuare.

“Tu cosa...Jared?!”

“Io credo di essermi...insomma...quello che ho iniziato a sentire per te….cioè...”

Jensen allora si issò sulle braccia così da aver una visione migliore del ragazzo che aveva sotto di lui.

“Mi stai dicendo che potresti esserti innamorato di me, Jared?!” sussurrò

“Se così fosse?” rispose domandando.

“Se così fosse allora ti porterei via da tutto e da tutti e cercherei di affrontare questa nuova…... situazione.” rivelò Jensen.

“Solo io e te?!”

“Solo io e te, Jared!” confermò, sorridendo dolcemente alla sorpresa che vedeva sul volto del suo amante. “Ma questo comporterebbe una condizione priva di clausole o...”

“Cosa intendi?!”

“Saresti davvero solo mio, Jared. Saresti davvero...” ma non riuscì a terminare la frase che….

“D’accordo. Ma partiamo adesso, ti prego! Subito!” chiese quasi supplichevole Jared.

Jensen sorrise compiaciuto e soddisfatto, perché davvero, ora , dato quello che provava, voleva Jared al suo fianco e solo per se. E sapeva che Jared , mai e poi mai, avrebbe accettato un altro tipo di relazione.

“O no, mio caro. Ora no.” fece abbassando la voce. “Ora ho un altro progetto che devo assolutamente portare a termine!” disse malizioso mentre riprendeva a baciarlo con sensualità e passione, consapevole che quei baci, le carezze, gli ansimi e gli abbracci , quella notte avrebbero avuto un altro sapore e un senso molto più profondo. Raggiungendo, con la sua, una mano di Jared ancora stretta al cuscino.

Le dita trovarono un incrocio perfetto. Le mani si strinsero forte.

“Un progetto che non vedo l’ora di portare a termine!!” continuò malizioso, mentre , sinuosamente, riprendeva a muoversi su di Jared.

Jared cedette immediatamente alle avance di Jensen, sussurrando un più che ansioso e ammiccante: “Mi piace questo tuo progetto!”

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Capitolo 17
*** PUNTI DI VISTA ***


PUNTI DI VISTA

“Dove sei? Dove sei? Dove sei?!” sussurrava agitato Jensen, mentre si guardava intorno in quella sala del pronto soccorso, alla ricerca di Jared.

I due erano poliziotti e lavoravano insieme da anni. Ma nell’ultima missione, per piani diversi, avevano dovuto dividersi e la squadra di Jared era caduta in un’imboscata. Il team di Jared aveva avuto parecchi feriti, qualcuno anche grave. Ma nessun nome su chi fosse “caduto” era stato fatto. Quindi Jensen era decisamente nel panico. “Dove sei???!!”

 

“Sono qui!”

 

La voce bassa e stanca di Jared gli arrivò alle spalle come una folata di vento.

Jensen si voltò di scatto e si ritrovò a fissare il volto di Jared. Occhi negli occhi.

Il viso del più giovane segnato, sia fisicamente che psicologicamente, da ciò che era appena successo.

“Dio ti ringrazio..stai bene.” fece avvicinandosi e mettendogli una mano sulla spalla, stringendola premurosamente. Poi : “Stai bene?” chiese quasi a volerne essere sicuro.

Il più giovane dei due annuì solamente.

“Quando , per radio hanno dato la comunicazione che eravate caduti in un’imboscata, alla mia squadra è stato ordinato di….”

“Jensen...”

“...di tornare in centrale. Volevo sapere che cosa era successo, ma né il tenente Collins , né il capitano Beaver...”

“Jensen, sta’ zitto!” sussurrò comunque deciso Jared, cercando di fermare il fiume in piena in cui si stava perdendo Jensen.

“...non mi dicevano niente. Della squadra. Di quello che era successo. Di te. E io….”

“Jensen, per favore….”

“Allora ho mandato tutti al diavolo e sono corso qui e non ti vedevo, e ho chiesto in giro ma nessuno ti aveva visto e io stavo….”

“Sta’ zitto!!!” e questa volta la richiesta fu decisamente più autoritaria e decisa e Jensen finalmente, tacque,

“Jared , ma cosa...”

“Ora ho solo bisogno che tu faccia una cosa per me!” disse di nuovo calmo , Jared.

“Certo, di che hai bisogno?!”

“Ho bisogno che tu mi baci!” chiese semplicemente. “Adesso!” precisò.

Jensen restò per un attimo senza fiato. Gli occhi fissi in quelli del compagno. Poi quella mano che mai aveva smesso di stringere la spalla del più giovane, forzò appena , quel tanto da invitare Jared a seguirlo.

“No!” lo fermò il giovane.

“Ma tu...tu vuoi….” chiese stralunato Jensen. Non capiva. Jared prima gli chiedeva di essere baciato e poi si rifiutava di seguirlo.

“Baciami, Ora. Qui!!” spiegò Jared, restando esattamente nel punto in cui era. Al centro della sala del pronto soccorso.

“Jared, no. Finiremo nei guai. Sai che per Misha non è un problema quello che c’è tra noi. Ma c’è il capitano Beaver e lui… lui potrebbe...”

“Non mi interessa. Voglio che tu mi baci.”

“Ci faranno rapporto. Costringeranno o me o te e a cambiare distretto. Ci separeranno se adesso io….”

“Jensen, non me frega un cazzo di quello che possono fare o che faranno. Ho rischiato di morire oggi, di morire sul serio e ...”

“Ti prego...non dirlo!” sussurrò Jensen. Terrorizzato alla sola idea di perdere Jared.

“Ho rischiato di perdere tutto quello che abbiamo insieme. Ti perdere tutto quello che avremo insieme. Di perdere la bellezza e la grandezza di quello che abbiamo insieme Ho rischiato di perderti per sempre e ti giuro che adesso il mio ultimo pensiero è per quelli che ci possono vedere. Non mi importa di quello che…..” ma altro non riuscì a dire, perché Jensen lo stava baciando con trasporto.

Le sue mani intorno al viso del più giovane. La bocca incollata a quella di Jared.

Un bacio che sapeva di amore, di disperazione ma anche di sollievo dato che entrambi stavano bene. E poi le mani di Jared che andarono ad abbracciare la schiena forte di Jensen. Quelle del biondo che si spostarono cautamente dietro il collo di Jared e fra i capelli sempre troppo lunghi.

 

Un applauso soddisfatto risuonò all’interno della grande sala, misto ai “Finalmente!!” o a divertiti “Vai così!!

 

Poco distanti da quella scena, Misha – il tenente Collins – guardò imbarazzato il suo superiore che , di rimando, lo guardava con disapprovazione.

“E’ questo che intendeva con discrezione quando mi ha spiegato la situazione di quei due, dopo che Ackles ci ha mandato al diavolo ed è corso qui, tenente?!” fu il pacato rimprovero.

Misha, sebbene ancora a disagio, deglutì e decise di cercare comunque di giustificare i suoi due uomini, nonché cari amici.

“Andiamo, capitano. Quei due hanno rischiato di perdersi e in maniera decisamente dolorosa. Se lei fosse costretto a subirsi i tanti film romantici a cui mi sottopone mia moglie, capirebbe quello che sta succedendo laggiù!” fu la poco ufficiale spiegazione.

Beaver , sembrò guardarlo ancora peggio dopo quel tentativo di chiarimento.

“Mi sta dando dell’insensibile, Collins?!” lo rimproverò decisamente.

“Noooo!!!” fece il moro, degluttendo nervosamente. “Non oserei, capitano. Ma… “

“Ma?!”

“Ma se lei potesse chiudere un occhio su quello che sta vedendo , ogni mio dubbio sarebbe ...come dire…..fugato!”

Beaver alzò le sopracciglia, basito.

“Torno in centrale. Che quello che “non sto vedendo” non accada ancora o prenderò io stesso provvedimenti, chiaro?!”

“Chiarissimo!” convenne entusiasta Misha mentre il capitano andava via e lui si avvicinava ai due poliziotti.

Jared e Jensen erano ancora abbracciati e di tanto in tanto le loro labbra ancora si richiedevano.

“Ok! Ragazzi. Basta così. Vi ho appena parato il culo con Beaver, ma ora che ne dite di tornarvene a casa e fare le vostre cose in privato, prima che quel cerbero ci ripensi e sbatta uno di voi ai confini del mondo e me nell’Artico sperduto?!” fece mettendo le mani sulla spalla di ognuno. “Avete tutto il giorno per ….questo!”

“Oh no, amico!!” lo fermò Jensen. “Abbiamo una settimana!”

“Cosa?!” fece all’unisono sia Jared che Misha.

“La settimana scorsa ci hai detto che avevamo una settimana di ferie arretrate. Beh!! ce la prendiamo tutta! Ai rapporti puoi pensarci tu!” e così dicendo, si avviò verso l’uscita, tirandosi dietro Jared che di certo non fece opposizione a quella sorta di fuga.

“Che palle!” esclamò frustrato. “E adesso?!”

 

“Capitano, ha bisogno di me?!” fece la voce squittente alle sue spalle.

“Kline!!” fece con entusiasmo. “Tu eri nella squadra di Jared, giusto?!”

“Sì, signore. Al suo fianco come sempre!”

“Il modo in cui scrivi i rapporti dopo una missione mi ha sempre appassionato.” lo adulò con furbizia.

“Davvero?!”

“Davvero!” convenne il tenente. “Per domani mattina voglio il rapporto di questa operazione sulla mia scrivania. Sorprendimi, sergente!!”

“Certo, tenente!”

Preso in pieno!!!”

“Ah, Kline?!” lo richiamò, un attimo dopo, soddisfatto di come aveva “accalappiato” il giovane poliziotto.

“Si, tenente?!”

“Ometti il bacio, agente!”

“Ma...”

“E’ sempre un rapporto ufficiale e non un romanzo rosa, ok?!

“Certo, signore!”

 

Misha andò via, soddisfatto per l’operazione, per i suoi due amici e sì!, anche perché non avrebbe dovuto compilare il rapporto!!

 

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Capitolo 18
*** E SE FOSSE CHE... ***


E SE FOSSE CHE...

Quando  la fotografa annunciò che era l’ultimo scatto, che il servizio era finito e che , tempo qualche giorno, avrebbe mostrato loro il reportage, i tre attori erano ancora zuppi di champagne.
“Ok!! io vado a farmi una doccia e poi raggiungo Vicky e i bambini. Dovrò finire una bottiglia di bagnoschiuma per togliermi l’odore di spumante di dosso o mia moglie crederà che sono stato ad un festino invece che su un set fotografico!” disse Misha mentre accettava sorridente un asciugamano da un assistente del set.
“Vai via subito, Mish?!” chiese Jared mentre anche lui si asciugava come poteva.
“Sì. Ho l’aereo stanotte. Vicky ha una presentazione domani nel pomeriggio e io porto i ragazzi da qualche parte!” rispose con l’espressione di chi stava ancora pensando a dove portare i figli.
“Fammi indovinare...” si aggregò Jensen, mentre passava le bottiglie vuote ad una ragazza. “Guadare un fiume….costruire un mobile multifunzionale con oggetti di riciclo...ripulire una foresta...fermare  l’eruzione di un vulcano..”
“No, scemo!” fece l’amico, da sempre bersaglio dell’amichevole e scherzosa ironia dei due attori principali.
“Niente missioni ambientali?!” fece fintamente sconvolto Jensen.
“No!” rispose l’altro.
“Mi deludi, amico!!” lo rimproverò Jensen, ironico.
Misha ghignò indifferente e poi:  “Penso che li porterò semplicemente allo zoo!” e poi vestendosi di orgoglio ambientalista: “Comunque di natura e ambiente si tratta!” asserì convinto e questo li fece ridere di cuore.

“Ok, ragazzi!” fece loro una delle assistenti di produzione. “Il Suv per l’albergo è arrivato. Quando volete ...”

Circa due ore dopo , i tre , erano in albergo, ognuno nelle proprie stanze.
Ma quando Jared uscì dalla sua doccia, per poco non urlò dallo spavento. In piedi, al centro della stanza, c’era Jensen. Sguardo torvo e braccia conserte al petto.
“Cazzo...Jensen. Ho appena avuto un mezzo infarto!!” disse con una mano al centro del torace. “Ma che cavolo...”
“Che è successo oggi pomeriggio?!” lo bloccò Jensen, restando fermo in quella sua posizione da provetto inquisitore.
“Cosa?”
“Durante il servizio fotografico...prima degli ultimi scatti. Che cosa è successo?”
“Io...io non ….capisco!” fece cercando di nascondere il suo imbarazzo, ma capendo perfettamente a che cosa l’amico e collega si stesse riferendo.
“Oh!! andiamo...lo sai che dopo tua madre sono quello che capisce al volo quando stai mentendo!”
“Sì, lo so e la cosa mi fa andare fuori di testa!”
“Beh! Allora non farlo!”
“Non fare cosa?!”
“Non mentire. Non mentirmi!” rinforzò.
“Non ti sto mentendo...non so a cosa tu faccia riferimento!!”
“Sotto il patio...durante gli scatti con lo spumante...subito dopo che ho baciato Misha sulla guancia...” gli ricordò, elencando gli avvenimenti.
“Beh!! allora?….ti ho abbracciato.” fece innocente. “Lo faccio spesso. Che cosa ha di diverso quello che ho fatto oggi!”
“Jared!!” con tono di ammonimento.
“Cosa?!”
“Stavi per baciarmi.” asserì allora con decisione Jensen, stanco di quella sorta di “dire/non dire”
“No!” esclamò Jared, con decisione.
“Jared...non...non dire “no”. Stavi per farlo. Se non mi fossi spostato in tempo, mi avresti baciato sulla bocca!”
“No, Jensen. No. Non lo avrei mai fatto! Andiamo!!!! non sarei mai arrivato a tanto!” cercando di darsi più convinzione.
“Smettila di mentire. Te lo leggo in faccia!” alludendo al rossore che ormai dipingeva le guance del più giovane. “Jared!!, che diavolo volevi fare!!??” lo richiamò pretendendo una risposta.

E a quel punto Jared abbassò lo sguardo, in colpa. Forse scoperto.
“Senti...” sussurrò appena.

“Jared , ma cosa...” e Jensen parve davvero sconvolto da quello che sembrava l’inizio di una confessione inaspettata. “Tu..volevi davvero….”
E Jared , guardandolo , imbarazzato, per pochi secondi, abbassò di nuovo gli occhi verso un punto imprecisato del pavimento.
“Sì, stavo per….volevo baciarti!” ammise finalmente.
Jensen inspirò quasi con un singhiozzo fatto di pura sorpresa.
Per alcuni interminabili secondi, tra loro, solo silenzio.
Poi…

“Lo sapevo!!!!” esclamò Jensen andandogli incontro. “Sei un figlio di puttana. Stavi davvero per baciarmi in pubblico!!” parve rimproverarlo. “Sei pazzo!!Sei pazzo!!” fece agitando le mani al cielo. Gesticolando solo come faceva quando si trovava davanti a qualcosa di assurdo.

“Oooh!! ma andiamo amore mio….” esclamò Jared , stanco di quel distacco forzato dall’uomo che ormai era diventato da anni l’amore segreto della sua vita.

“Non chiamarmi “amore mio”. Stavi per fare un casino!!” disse severo. “Perfino Misha credo abbia trattenuto il fiato per qualche secondo quando ti ha visto fare quel gesto!!” lo ammonì puntandogli l’indice contro. “E lui sa di noi eppure lo hai atterrito!!”
“Ma tu eri lì...tutto bagnato, con un odore inebriante di champagne e ti si vedeva tutto, ogni muscolo , ogni lentiggine...” fece ormai rilassato il più giovane, avvicinandosi al compagno come ci si avvicinerebbe ad un incendio furioso: con molta cautela.
“Eravamo sul set...e tu stavi per baciarmi!” lo rimproverò Jensen ancora puntandogli il dito contro. “E non farmi quella faccia!!”
“Quale faccia?!” lo provocò Jared, avvicinandosi un altro po'.
“Quella di chi ha intenzione di finire quello che ha iniziato!”
“Ma io non ho iniziato niente!” gli fece presente Jared. “Ricordi?...stavo per farlo, ma tu sei stato più veloce di una lince!”
“E meno male...lo sai...lo sai che dobbiamo andarci cauti!”
“Si, lo so. Lo serie è quasi finita. Spegniamo le luci sullo show così potremo accenderle su di noi senza che niente e nessuno possa rimetterci.”
“Esatto. Vedi che sei intelligente quando ti impegni!?” lo provocò Jensen mentre Jared ormai gli era di fronte.
“Sì, sono molto intelligente quando voglio e ora la mia intelligenza mi sta ispirando altro!”
“E questo mi terrorizza!” sogghignò Jensen, ormai bloccato tra la parete alle sue spalle e il compagno di fronte a lui.
“Cosa ti terrorizza, Jensen? La mia intelligenza o il fatto che ormai non hai più via di scampo?!” mostrando al compagno il modo in cui ormai era prigioniero.
“Entrambe.” sussurrò il biondo. “Che vuoi fare?”
“Iniziare e possibilmente finire quello che volevo fare sotto quel patio.” ammiccò Jared.
“E cosa...”
“Dio!!, Jensen. Eri talmente irresistibile oggi pomeriggio che se non fossi stato intelligente, non ti avrei solo baciato sotto quel portico, ma ti avrei fatto ben altro , fregandomene di chi ci avrebbe visto!”
“Maniaco incosciente!” lo accusò senza rabbia.
“No, innamorato folle di te!”
“Ok! Non sei un maniaco incosciente!” ritrattò soddisfatto.
E poi, con movimenti accennato ma decisi, si sistemò contro il corpo del compagno che d’istinto si sistemò contro quello di Jensen.
Un puzzle completo.
“Ciao!” disse poi Jared con un fil di voce mentre le sue mani si posavano dolcemente intorno al collo di Jensen.
“Ciao!” rispose Jensen, le cui mani andarono automaticamente ad aggrapparsi alla schiena di Jared.

Poi il bacio.
Quello che si erano negati ore prima.
Quello che non doveva essere ancora di dominio pubblico.
Quello che era ancora un segreto prezioso da custodire tra di loro.
Quello più bello, più intenso, più romantico.
Perché era solo loro.
Perché il mondo ancora non lo sapeva. Ancora non poteva saperlo.
E quando quel giorno sarebbe arrivato, beh!!...quel bacio sarebbe stato il primo di tanti altri ancora più belli.

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Capitolo 19
*** TI ODIO TALMENTE TANTO CHE TI SPOSEREI ***


TI ODIO TALMENTE TANTO CHE TI SPOSEREI

Jensen dormiva placidamente a pancia sotto nel letto della sua camera.
Infondo che altro può fare uno alle tre di notte dopo una giornata lavorativa più che piena??
Quando all’improvviso, anche se con movimenti lenti, un corpo, quel corpo che conosceva fin troppo bene , non gli si sdraiò praticamente addosso, coprendolo come la più confortevole delle coperte.
Riconobbe quell’odore così avvolgente e inebriante. Quel calore così pacificante. Quelle mani così premurose che pian piano lo stavano già accarezzando ovunque il materasso permettesse.
“Stai dormendo?!” fece la voce calda e bassa di Jared, prima di lasciargli un bacio languido alla base della nuca e poi scivolando verso il collo, sotto l’orecchio.
“E’ piena notte. Non sono un vampiro...quindi, sì, sto...o meglio, stavo dormendo.” replicò con la voce effettivamente assonnata.
“Avevi promesso di aspettarmi sveglio!” replicò l’altro, con tono appena appena contrariato.
“Sì, alle undici, però!!” ribattè il biondo.
“Non ci sono mai stati orari tra noi, Jensen.”
“Jared...andiamo...io ho avuto una giornata assurda e tu hai appena finito di lavorare...”
“Sì, hai ragione ma tu sei così…..sexy...in questo momento. Appena coperto da un lenzuolo...la schiena bellissima e forte…” accarezzando a mano aperta la lunghezza della schiena del compagno.
“Jared...” mugugnò Jensen che comunque cominciò a risentire di quelle lusinghe e dei tocchi sempre più accalorati del compagno.
“La voce roca...gli occhi languidi e lucidi per il sonno...Dio!! quanto adoro i tuoi occhi in questo momento!” precisò con enfasi il più giovane.
"Non li puoi vedere i miei occhi adesso..." gli fece presente Jensen, dato che gli dava le spalle.
"Ma so perfettamente che sono languidi e lucidi!" replicò pronto, i più giovane tra i due.
“Ok..senti...” e provò a girarsi tra le braccia dell’altro, così da poterlo guardare in viso.
“No!” esclamò Jared, bloccando ogni movimento dell’altro.
“Ma cosa...”
“Lascia che continui a torturarti così...per stanotte…”
“Ma Jared ...”
“ Per stanotte...voglio averti così…prenderti così...voglio che tu sia mio così...” disse decisamente con tono eccitato.
“Padalecki ..sei ubriaco?!” scherzò Jensen per quella richiesta così appassionata del compagno.
“Sì, sei tu che mi sbronzi Jensen. Sono letteralmente sempre ubriaco di te quando mi sei vicino!” rispose Jared, sistemandosi meglio contro il corpo del biondo, che si ritrovò a trasalire di sorpresa, quando sentì immediatamente una mano dell’altro insinuarsi tra le sue gambe e ad arrischiarsi delicatamente con le dita verso il suo punto più caldo.
Jared non scherzava affatto. E , anzi, sembrava essere già più che pronto a mostrare il suo desiderio cocente.
“Dio...Jared..ma vuoi davvero...” ansimò, anche lui, ormai decisamente sveglio e del tutto deciso ad assecondare quel desiderio amoroso. Anche perché, le abili dita di Jared lo stavano già lambendo e conquistando. Stavano già lavorando abilmente e delicatamente per quello che di lì a poco sarebbe successo.
E quando una di quelle meravigliose dita raggiunse quel punto di puro piacere, Jensen tremò di altrettanto piacere.
“Tu...tu vuoi..” esalò.
“Oh sì...che voglio...adesso!!” e dicendo così , sfilò velocemente le dita e le sostituì con la sua prorompente virilità. Lo invase, con un unico cauto affondo, facendo però sempre attenzione a non superare il limite di ciò che era passione condivisa con quello che poteva diventare obbligo.
Il corpo di Jensen rispose immediatamente inarcandosi al tocco del più giovane.
“Tutto bene?!” gli sussurrò languido Jared.
“Oddio...” rispose l’altro, annuendo sospirando e sorridendo di quel sottile piacere.
“Lo prendo per un sì!” e continuò quella sua lussuriosa tortura, aumentando o diminuendo i suoi movimenti o l’intraprendenza dei suoi affondi a seconda di come vedeva gemere e rispondere Jensen.
I corpi ormai più che vicini. Jared sempre più preso dal portare a termine il suo piano lussurioso, Jensen sempre più abbandonato all’iniziativa del giovane compagno.
Jared era un mago quando ci si metteva e Jensen si arrese del tutto quando sentì la mano dell’altro afferrarlo delicatamente ma con decisione nell’incavo del ginocchio e con cautela , invitandolo a fargli più spazio. Jensen seguì il movimento che Jared compiva con la sua gamba e un attimo dopo si ritrovò ad inspirare di puro piacere.
Jared e lui. Lui e Jared.
Una cosa sola.
In un movimento. Un’unica spinta. Un respiro unisono di puro appagamento.
L’uno perso completamente nel corpo dell’altro.
“Ok?!” sussurrò Jared senza compiere ulteriori movimenti.
Jensen annuì , accaldato, richiedendo le sue labbra sia per attutire quel gemito che sentiva salirgli dal profondo dello stomaco e perché baciare Jared era...beh! Non aveva parole!!!
“Continua…Jared, continua!” gli sospirò poi a fior di labbra. “Di più….voglio sentirti di più...”
Jared non se lo fece ripetere e piano iniziò a muoversi. Lento, cadenzato, ritmico, prendendo tutto ciò che Jensen gli concedeva. Godendo di ogni gemito dell’altro. Assaporando quegli stessi gemiti dalle labbra carnose, arrossate e sempre urgenti di essere baciate.
Estasiandosi di piacere ogni volta che il corpo di Jensen rispondeva meravigliosamente a quei movimenti, alle sue spinte.
E Jensen, beh!! Jensen si inebriava a sentirsi così completo quando faceva l’amore con Jared. Si sentiva appagato, protetto, al sicuro, amato.
Non era loro solito amarsi così, ma la passione, alcune volte, non aveva posizioni prestabilite e se Jared quella sera sentiva dentro di lui quel bisogno di prevalere amorosamente in quel modo, il modo in cui lo stava facendo, metteva Jensen per niente a disagio.
Jared era attento, premuroso, comunque delicato e mutò il suo ritmo solo quando fu proprio Jensen ad incitarlo voluttuosamente a prendersi di più, a dargli di più.
“Per favore non...non smettere...ti prego non ...fermarti!” ansimava il biondo.
“Dio..quanto ti voglio Jensen...non posso più fare a meno di te.”
“Lo dici solo ….perchè ora sei tu...a comandare...” disse sorridendogli, mentre richiedeva ancora le sue labbra.
“Lo dico solo...perchè è vero...” e questa volta fu Jared a baciarlo con passione.
Fu solo a quel punto, a quelle richieste, che l’escalation del loro fare l’amore, quella notte, arrivò all’acme più calda e appassionata.
I movimenti divennero più veloci, più cadenzati ma comunque attenti. I corpi si ritrovavano sempre in un incastro perfetto. Ogni muscolo si tendeva e si contraeva seguendo il piacere che sfrigolava dal più profondo essere.
Il corpo di Jensen si spingeva verso quello di Jared nell’appassionata richiesta di sentirlo il più possibile. Jared si inarcava contro il corpo di Jensen, per concedere tutto sé stesso. Per completare quel meraviglioso puzzle che erano insieme loro due.
Il rumore dei loro corpi che si univano, ipnotico ed eccitante al tempo stesso.
L’odore forte e mascolino del loro piacere che iniziava a palesarsi.
Il luccichio del sudore sui loro corpi affannati ma comunque instancabili in quella danza lussuriosa.
Quella scarica elettrica che iniziava a salire dal basso ventre fino a voler raggiungere il cervello così da confonderli definitivamente.
La mani di Jared si arpionarono attorno al corpo del biondo. Una afferrò un fianco stringendo con decisione, l’altra mano guidò il braccio attorno al torace di Jensen per stringerselo il più vicino possibile.
Quelle di Jensen, trovarono un provvidenziale appiglio alla testiera del letto. Si stringevano ad ogni spinta. Si rilassavano ad ogni bacio di Jared. E poi di nuovo a contrarsi per sostenere l’amoroso assalto da parte di Jared.

Raggiungere il culmine di quell’amplesso fu estasiante e al tempo stesso frustrante, perché significava che erano alla fine di quell’incontro così appagante.
Un urlo muto segnò l’esplosione del piacere. Uno splendido tremore li costrinse ridere di pura soddisfazione.
“Non...muoverti..” ansimò Jensen.
“Non ci penso nemmeno!” rispose con lo stesso affanno, Jared.

Jared restò addosso a Jensen. Jensen non si mosse per non perdere il contatto con Jared.
I respiri affannati, gli occhi lucidi di quella passione appena vissuta, le mani ancora strette al corpo e al letto.
I cuori che non volevano smettere di rincorrersi velocemente.

“Ti odio!!” sussurrò Jensen cercando di riprendere il controllo.
“Non è vero!” replicò Jared baciandogli la nuca e portando via con la punta della lingua una timida goccia di sudore e sorridendo ai brividi che la pelle del compagno mostrò immediatamente.
“Sì, ti odio talmente tanto che ti sposerei solo per farti un dispetto!” fece ancora, muovendosi appena come a volersi sistemare meglio contro il corpo del compagno.
“Mi hai già sposato..idiota!” gli fece presente Jared, mostrandogli la luccicante fedina d’oro bianco al suo anulare sinistro.
“Dovevo essere io , allora, quello ubriaco!” asserì imbronciando appena le labbra deliziosamente piene.
Jared sorrise e Jensen lo sentì sorridere contro il suo corpo e stringersi ancora di più a lui.
Un attimo di silenzio, solo per regolare un altro po' i loro respiri.
“Jared?!”
“Dimmi, amore mio!” e questa volta c’era solo un’immensa dolcezza in quelle parole.
“E’ bello sentirsi ubriachi!” disse riferendosi a come si sentivano quando erano uno tra le braccia dell’altro.
“Sì, lo è!”

Il loro amore era l’unica cosa di cui si volevano ubriacare e che riusciva ad appannare i loro sensi.
E questo a loro bastava.

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Capitolo 20
*** NUOVI PROGETTI, VECCHIE ABITUDINI ***


“Ehi!! eccoti.” esclamò Jared entrando nell’appartamento di Vancouver che condivideva con Jensen, dato che erano compagni di vita da circa otto anni.“Potevi aspettarmi, saremmo venuti insieme a casa!”
Jensen alzò lo sguardo verso di lui. Sembrava sorpreso. Forse fin troppo pensieroso.
“Sì...ehi!, ciao!” balbettò, in colpa. “No, ecco...Io avevo bisogno di un attimo per ...” sempre meno convincente.
“Jensen, che hai!?” fece il più giovane tra i due, andandogli di fronte ma restando in piedi dato che Jensen era e restava seduto alla poltrona del piccolo soggiorno.“E’ da qualche giorno che ti vedo ...strano”
Jensen deglutì. Si sentì scoperto, poiché Jared riusciva sempre a leggerlo, a capirlo anche quando non proferiva parola.
“Jared...ascolta. Ho bisogno di parlarti.” esordì tirandosi su dallo schienale e poggiando i gomiti alle ginocchia.
“Oh!” sussurrò Jared , conoscendo quel gesto.
Quel gesto che da sempre non presagiva niente di nuovo. Quel gesto che Jensen aveva usato quando , nei primi tempi della loro relazione, aveva bisogno di chiarirsi le idee. Lo stesso che aveva usato quando era stato costretto a rivelargli, prima dei social media, che l’aereo che Jared aveva messo a disposizione sua e di alcuni amici del cast, aveva rischiato di precipitare.
Qualcosa allora scintillò al centro del petto del ragazzo.
“E’ importante!” rinsaldò Jensen, notando che Jared era rimasto fermo esattamente dove stava. In piedi , davanti a lui.
“Riguarda noi?...quello che c’è tra noi?” azzardò con timore Jared.
“Da un certo punto di vista...”
“Sono giorni che ti osservo e sei….strano, preoccupato” fece non volendo subito confessare quello che, come un flash, gli stava accecando ogni pensiero coerente, ma poi , vedendo che Jared sembrava quasi dargli ragione, non resistette e sbottò: “Stai per lasciarmi, Jens?! Dopo tutti questi anni? Dopo tutto quello che...”
Jensen strabuzzò gli occhi, colto decisamente di sorpresa da quella domanda. “Cosa???….Ma come ti viene in mente?!” lo fermò dal dire altre assurdità, acuendo il tono vocale.
Solo allora Jared iniziò a muoversi di nuovo , anche se era solo uno spostarsi nervoso da un piede all’altro. “Non ...non lo so. Te l’ho detto... sei strano da giorni. A volte sembra che mi eviti….”
“Jared, no..” richiamandolo con le mani, indicando il divano.
“ Sul set eviti addirittura di spalleggiarmi mentre tento di dare gli ultimi tormenti ad Alex e Misha e poi oggi...”
“No, ascolta...” e poggiò il palmo della mano sul cuscino del sofà più vicino a lui.
“.. ti sei fatto accompagnare a casa senza aspettarmi e..” continuò Jared,
“Sta’ zitto, Jared!!” quasi gridò alla fine, fermando il farneticare del compagno.
“Ma cosa...”
Jensen respirò. Riprese il suo tono pacato. “Per favore...vieni qui, siediti e ascoltami. Ok?!” disse spostando lo sguardo sulla mano che teneva ancora ferma sul quel posto sul divano.
Jared fece un respiro profondo. Era pronto ad ascoltare, infondo Jensen aveva escluso la loro relazione da quel discorso.
“Ok!” fece e si sedette sul divano, accanto a Jensen  ancora sulla poltrona.
“Circa una settimana fa mi ha chiamato Eric..” iniziò Jensen
“Eric??” ripetè perplesso.
“Kripke. Quanti Eric conosciamo!?!” lo riprese, sorridendo all’innata sbadataggine del compagno.
“Sì, scusa...” si riprese immediatamente. “Come mai ti ha chiamato? Avevi ancora dubbi sul finale dello show!?” fece , ricordando la lunga telefonata che Jensen aveva avuto con il creatore della serie che loro avevano portato gloriosamente avanti per ben 15 anni. Gli servivano chiarezze su quel finale di serie, sulla sorte dei personaggi, sul senso di quella fine che Jensen stesso aveva definito come “finale semantico” mandando in loop le menti di molti fan che non riuscivano a dare un senso a quell’affermazione.
“No, no...quel treno è passato e devo farmene una ragione. Lui, insomma...cioè..” e parve perdersi di nuovo in quei pensieri che sembrava aver timore di condividere.
“Diamine, Jensen, sputa il rospo!!” esclamò a quel punto, Jared.
“Mi ha offerto un ruolo nella terza stagione di The Boys. Un ruolo abbastanza ricorrente e che dovrebbe dare una sorta di svolta ai personaggi principali che già ci sono.” disse tutto di un fiato.
Come togliersi un cerotto. Uno strappo secco e veloce. Ecco fatto!!!

Jared restò per un attimo in silenzio, fissando Jensen che , in ansiosa attesa della più che normale reazione, fissava lui.
Poi, il suo viso si illuminò di un sorriso sincero, quasi lo stesso che Jensen gli vide quando, una sera, quella fatidica sera, gli confessò: “Jared, ti amo!”
Ma questo sorriso era fatto di una luce pregna di una felicità diversa.
“E tu mi dici questa cosa... e sembri un condannato a morte tanto che mi fai pensare a ben altro!!” disse mettendogli una mano sulla spalla come segno di complicità, conforto: “...ma sei fuori di testa, Ackles!!?”
“Tu...tu ne sei felice?” azzardò Jensen che in tutta onestà si aspettava una reazione ben diversa.
“Ma che domande!!!”, e a quel punto, Jared lasciò il suo posto e scivolò a terra, in ginocchio davanti alle ginocchia di Jensen, così da ritrovarsi viso a viso. Gli prese il volto appena crucciato tra le mani, non diede tempo a Jensen di dire niente. Si sporse e lo baciò. Piano, dolcemente. Assaporando il sapore di quelle labbra che adorava, che sapevano sempre di menta e di Jensen. E approfondì con più dolcezza quella romantica unione quando sentì Jensen ricambiare con la stessa emozione. Quando sentì le mani del compagno accarezzargli la schiena. Su e giù, come un massaggio ammaliatore.
Poi, Jared, piano, si scostò appena appena. Solo il giusto spazio per poter parlare.
“Eric ti adora e adora come lavori, e tu adori lui e il suo modo di lavorare. Siete fantastici insieme e qualsiasi sia il personaggio che lui scriverà e tu interpreterai, lo renderete da Dio!!” lo rassicurò senza lasciargli il viso.
“Jared , sì...potrebbe essere come dici tu, ma non penso tu abbia ….” e sul suo volto di nuovo quell’insensata apprensione.
“Cosa?” lo fermò Jared, mentre le sue mani finivano sulle gambe di Jensen e lui finiva seduto sui talloni. “ Non pensi che io abbia capito il perché sembravi uno sul punto di esplodere sul set o fuori?”
“Ma...” sussurrò decisamente sorpreso Jensen.
“Stai pensando al fatto che io dovrò stare ad Austin per le riprese di Walker e tu..dopo 15 anni di avanti e indietro Texas-Canada, ti ritroverai di nuovo a fare il pendolare.”
Cavolo!!
Jared c’aveva preso in pieno e Jensen ebbe, per l’ennesima volta, conferma che il suo meraviglioso compagno lo conosceva talmente bene , da fargli quasi paura.
“Avevamo fatto dei progetti.” confessò a discolpa di quei timori.
“E con questo?” lo sorprese, l’altro.
Jensen lo fissò stranito. Ricordò quante serate avevano passato a fare quei progetti. Da quelli stupidi come il tempo che avrebbero avuto per ritinteggiare casa loro, a come far combaciare i loro vari progetti lavorativi, ora molto più semplici dato che si sarebbero svolti, non solo nello stesso Stato, ma addirittura nella stessa città.
“Dovevamo trovare il nostro equilibrio, niente più spostamenti, o settimane separati a causa di scene diverse e ora?...ora sto valutando addirittura di stare lontani per un set diverso!!” ribadì Jensen.
Jared sorrise, di un sorriso dolce, comprensivo e scosse appena un po’ la testa. Rinsaldò la presa sulle gambe di Jensen.
“Jensen , sei un attore. Come lo sono io. Recitare è il tuo mestiere come lo è il mio. Non possiamo….”
“Cosa? Programmare una vita più tranquilla per noi, per pensare ad un futuro insieme come una coppia normale?” insistette il biondo.
“Ma noi non siamo una coppia normale!” gli fece presente Jared.
A quell’uscita Jensen sembrò adirarsi. Sbuffò frustrato. Adorava il suo lavoro, ma al tempo stesso lo odiava quando gli impediva di vivere normalmente. Di poter vivere normalmente con Jared. Tentò perfino di alzarsi dalla poltrona, anche se Jared , spingendolo giù, lo costrinse a restare seduto.
“Non abbiamo finito!!” lo ammonì, sistemandosi meglio vicino alle gambe di Jensen.
“Cavolo Jared!!...sembra che tu mi voglia fuori dai piedi...” lo accusò. “.. mentre io mi sto scervellando da giorni su come restare insieme!!” Ora, invece fu Jared a guardarlo sospettoso. Strinse gli occhi, arricciò le labbra e poi, azzardò, tirandosi appena indietro, mettendo distanza tra lui e Jensen.
“Aspetta...aspetta...un attimo. Allora è come pensavo fosse all’inizio di questa conversazione!! Mi stai forse dicendo che se accetti il ruolo che ti ha offerto Kripke, tra noi tut...” ma non riuscì a finire perché dopo un attimo si rese conto che non riusciva più a parlare. Che respirava con difficoltà. Che un calore potente e pacificante lo stava improvvisamente avvolgendo. Che un’altrettanta improvvisa sensazione di passione e eccitazione stava prendendo il sopravvento su di lui.
Solo una cosa al mondo lo scaraventava in quello stato.
Jensen. I suoi baci.
Aprì appena gli occhi che non ricordò nemmeno di aver chiuso e ciò che vide, fu solo il volto del compagno accanto al proprio.
Non lo respinse. Anzi, vi si abbandonò completamente anche perché, Jensen stava rendendo quel bacio sempre più intimo, più caldo. E le sue braccia che lo stringevano non gli lasciarono scampo e lentamente, si ritrovarono entrambi distesi sul grande tappeto che era davanti al divano. Jensen si sdraiò accanto al compagno, sovrastandolo appena per non gravare troppo su di lui.
Jared lo avvolse completamente, abbracciandolo forte così da tenerselo vicino, alzando una gamba per poterla andare ad intrecciare con quelle forti del suo amante.
Quel bacio continuò per minuti che non seppero dire. Si respirarono addosso, imprimendosi nella mente i loro odori forti e mascolini. Si carezzarono come a volersi quasi marchiare.
Poi , fu Jensen a permettere ad entrambi di respirare di nuovo regolarmente. Ma prima di parlare si godette il sorriso beato del compagno, i suoi occhi lucidi ed emozionati. Godendosi l’effetto benefico che stargli vicino gli procurava.
“Non dirlo...non dirlo nemmeno per scherzo!” sussurrò baciandolo a fior di labbra.
Jared , alzando una mano verso il viso, ora, appena intristito, lo accarezzò dolcemente.“Ma allora perché questo tuo scervellarti..su come restare insieme?”
Jensen sorrise, forse di un sorriso amaro. O forse malinconico. Ma non si sottrasse al tocco del giovane.
“Ho amato Supernatural, lo amato tanto e non penso che amerò mai un altro mio progetto come ho amato questo...”
“Lo so, e sai che è lo stesso per me. Ma tu non puoi...” e Jared stava per dire “non puoi negarti di fare ciò che ami tanto!”, quando Jensen lo sorprese.
“Io non voglio più starti lontano per troppo tempo ...” confessò. 
Jared sentì un calore forte al centro dello stomaco. Non era al lavoro che stava pensando Jensen. Ma a loro. Esclusivamente a loro. Ne avevano fatta di strada dal capire cosa provavano l’uno per altro, a lasciarsi andare a quei sentimenti, a rendere prima le famiglie e poi il mondo intero , partecipe. Avevano lavorato sodo e sapeva quanto Jensen amasse il senso di famiglia, rinsaldato anche dal concetto fondamentale dello show. Capì che il compagno aveva bisogno di qualcosa di più concreto di una relazione portata avanti tra viaggi, set, e una casa che ancora non sentiva sua. Loro.
Così sentì il bisogno di rassicurarlo. Di fargli capire che nulla sarebbe cambiato. Che quello che stavano per affrontare era solo un altro passo per conquistare quella loro tanto agognata “normalità”
“Non dovrai farlo, Jens. E’ vero, avevamo fatto dei progetti: mentre io giravo la prima stagione di Walker , tu avresti completato la produzione del nuovo disco con Steve e poi...poi avremmo deciso cosa altro fare in base alle richieste di lavoro. Ma le cose cambiano, le cose cambiano sempre, e tu lo sai...”
“Non farmi Cass adesso!”
“No, no...ma lo sai che è così. Che nel nostro lavoro è così. Dobbiamo avere solo pazienza. Vuol dire che io verrò a Toronto quando saranno ferme le riprese ad Austin e tu tornerai a casa, quando il tuo personaggio non sarà di scena. Ma una cosa è certa...di una cosa voglio che tu sia sicuro.” e Jensen lo fissò come si fissa qualcuno che sta per rivelare la fine di una storia. “Portiamo a termine questi nuovi progetti e poi ci prenderemo del tempo per noi, senza ma e senza se. Spariremo dalla circolazione. Staccheremo i cellulari se ce ne sarà bisogno. Ma saremo solo io e te. La nostra vita.”
“Davvero?” chiese quasi timoroso che quelle fossero solo parole dette per farlo stare meglio.
“Non scherzerei mai su questo. Su me e te.” e lo baciò piano, con dolcezza. Come pegno di quella promessa. E sentì bene, soddisfatto, quando sentì Jensen sorridere in quel bacio.
“Non mi piace!” fece il biondo, carezzandogli il fianco.
“Cosa non ti piace?!”
“Quando tu sei il saggio e io l’isterico!” e poi chiuse un attimo gli occhi. Sospirò decisamente più rilassato. “Quindi...The Boys?!”
“E The Boys sia. Sarai un magnifico supereroe, spero meno stronzo di quelli che ci sono già nello show, ma andrà bene lo stesso.” scherzò Jared , sistemandosi meglio contro il corpo del compagno.
“Me lo auguro!!” convenne, Jensen.
Stettero per qualche altro minuto a coccolarsi così, semplicemente. Le menti più leggere. I pensieri meno pesanti.

Poi la curiosità di Jared prese il sopravvento.
“Chi dovresti essere?”
“Soldier Boy, a quanto pare!” rispose Jensen, non nascondendo un certo timore. “Non so ancora bene che tipo sia!”
“Un guerriero, però!”
“Già , almeno questo non sembra dover cambiare!”, e poi decidendo di provocare il giovane compagno: “Sai che potrebbe essere uno più o meno incline ai maschietti?!”
Jared strabuzzò appena gli occhi. Questo non è che gli piaceva molto, perché di attori decisamente affascinanti ne giravano in quello show.  Non che con Jensen ce ne sarebbe stato bisogno, ma che dire?!, non era di lui che non si fidava, ma di quelli che probabilmente gli sarebbero girati intorno.
Quindi, ci tenne a chiarire le cose.
“E tu sai che io so perfettamente il modo in cui tocchi gli attori in scena e me fuori dalle scene, quindi se solo mi accorgo di qualcosa...quelle mani te le spezzo ed Eric dovrà trovarsi un nuovo soldatino per il suo show!!”
Jensen rise di gusto, gettando la testa indietro come era suo solito fare.“Geloso!!”
“Decisamente!!” confermò Jared, gettandosi sul collo scoperto dell’altro. Troppo invitante. “Ehi! Jensen?” fece dopo aver finito di tormentare quella pelle che aveva ancora tra le labbra.
“Sì?” decisamente ansimante. Jared quando ci si metteva con quella bocca, sul suo collo, era capace di farlo impazzire.
“Ti ricordi come abbiamo festeggiato quando ho avuto la conferma che sarei stato Walker?” continuando a baciare ovunque ci fosse pelle da assaggiare.
“Mmmmh!!! notte decisamente e meravigliosamente movimentata!” rispose stringendosi e sistemandosi in modo da lasciare più spazio di azione al compagno. Jared sorrise malizioso e poi gli ricordò: “Già!! anche grazie al fatto che tu continuavi a canticchiarmi “You can leave your hat on” ….”
“Beh!! eri una visione con quel cappello da cowboy addosso...” e poi , spostandosi cautamente e sedendosi cavalcioni dell’altro: “...solo con quel cappello da cowboy addosso!”
Jared si mosse appena, il giusto per poter sentire meglio il corpo di Jensen e poter tenere ben salde le mani sui suoi fianchi. Poi sorrise. I suoi occhi brillarono.
“A che stai pensando?” fece Jensen e poi sembrò correggersi: “A parte quello a cui sto pensando io in questo momento!” lo provocò.
“Stavo pensando….quando finiranno i provini per Soldier Boy?”
“Se chiamo Eric e accetto...niente provini. La parte è mia. Eric la porta sullo schermo solo se io accetto!” riferì con una punta di soddisfazione. Infondo non era sbagliato provarla. Quando un regista e autore di uno show che ha fatto storia e di uno che la sta facendo, ti dice: “se lo fai tu è bene , altrimenti lascio perdere”, beh! vuol dire che il tuo lavoro lo fai bene!!
“Grandioso….allora che ne dici di fare una replica di quella notte...decisamente e meravigliosamente movimentata?!” suggerì, muovendo appena i fianchi verso l’alto con chiare intenzioni. Non proprio innocenti.
“Ma...io non ho ancora idea di come sarà il costume di Soldier Boy!!” rispose Jensen cercando di controllare la scarica elettrica che gli aveva appena attraversato la spina dorsale “Eric ancora non...”
“Beh!! sorprendimi.” lo fermò Jared. “Sei un soldato...trova un modo per conquistarmi!” lo provocò poi e con un gesto veloce, si liberò del peso del compagno , si tirò su e dopo averlo fissato malizioso, fece per andare verso il corridoio che portava alla loro camera.
Jensen si tirò su anche lui. Su di lui ancora lo sguardo del compagno. “E se volessi arrendermi a te, invece!” fece.
Jared sorrise quasi in modo impertinente , decisamente accattivante.
“Pessima idea...non sai quanto siano intense e peccaminose le storie da...trincea, molto stile Hemingway!!” parafrasò, rubando la battuta al suo personaggio.
“Odio quando citi le battute dello show!!” lo ammonì infatti, Jensen.
“Non è vero!!..lo ami!” lo provocò.
“No, io amo te!” precisò Jensen.
“E allora vieni di là con me!” disse sfilandosi la camicia che indossava. “Basta parlare, soldatino!” scherzò.
“Come vuoi tu, cowboy!” rispose a tono.
Poi la porta della loro camera da letto si chiuse alle loro spalle e fu….una notte decisamente e meravigliosamente movimentata.

 


Per il mondo e per entrambi
ho confessato un desiderio che sognavo, un amore migliore….

Ma non c’è niente di meglio del tuo amore!”

(Better Love, Hozier)


 

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