Le Dragon Ladies: le origini

di Stella cometa 94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Come tutto ebbe inizio ***
Capitolo 2: *** Speranze e ricordi ***
Capitolo 3: *** Minacce dell'ombra ***
Capitolo 4: *** Missione infuocata ***
Capitolo 5: *** A spada tratta ***
Capitolo 6: *** Decisioni importanti ***
Capitolo 7: *** Mistero in città ***
Capitolo 8: *** Un nemico inaspettato ***
Capitolo 9: *** Nuove mosse ***
Capitolo 10: *** Alla scoperta del segreto ***



Capitolo 1
*** Come tutto ebbe inizio ***


Avviso dell'autrice: Per sbaglio ho cancellato i primi capitoli della storia, sbaglio dovuto alla fretta, comunque partiamo sempre dal capitolo 4.
E' necessario aver letto la storia
 "Le Dragon Ladies" nel fandom di a Tutto reality per comprendere a fondo quest'altra, se qualcuno non comprende alcune cose, può andare a leggersi la storia, oppure (per essere più rapidi) chiedere informazioni a me, provvederò a spiegare brevemente il contenuto, tuttavia consiglio sempre di leggere la mia precedente fic . Per la gioia di alcuni (anche per la mia) ho modificato il mio modo di scrivere. Ci tengo a precisare che fatti e personaggi sono interamente inventati da me,  foto con immagini  non mi appartengono ma sono presi da internet, eventuali  riferimenti ad altro sono puramente casuali. 



                                     
Come tutto ebbe inizio


Molti secoli fa, nei primi anni dell'anno 1300, tempo in cui il continente asiatico era continuamente scosso da lotte intracontinentali fra le civiltà orientali per la supremazia politica e demografica, nei piccoli villaggi restanti pacifici, venne tramandata un'antica leggenda narrante la storia di sei giovani ragazze. Esse furono prescelte dal destino per combattere un male ben più percoloso, generato dall'ultimo discendente degli stregoni neri: Il mago Orifus. 

Tempo addietro, Orifus apparteneva alla dinastia degli Stregoni Oscuri, essi praticavano la magia nera nelle buie caverne delle montagne asiatiche fin dall'alba dei tempi, sfruttando i loro poteri per ingannare, truffare, sfruttare ed uccidere chiunque avesse la sfortuna di imbattersi nel loro cammino, appropiandosi di tutte le ricchezze possibili. In loro contrapposizione vi erano i Maghi della Luce, un antico popolo di maghi e streghe praticanti la magia bianca per il bene del loro mondo, residenti in paesi fra Cina e Giappone.

Molte volte dovettero affrontare i loro nemici per difendere i loro popoli dalla crudeltà degli stregoni, finché dopo anni di continue lotte fra bene e male, nel 670 a.C , le due divisioni si affrontarono in uno scontro finale nel vasto altopiano del Tibet. Lo scontro durò per cinque lunghi giorni, la lotta mutò il paesaggio circostante renendolo più arido, l'aria divenne gelida e il cielo si scurì da azzurro a nero, finché all'alba del quinto giorno, tutto tornò calmo, ma delle due fazioni non c'era più nessuno in vita, entrambe combatterono distruggendosi a vicenda e quando mandarono i soldati di Tenji, imperatore del Giappone a quel tempo, il loro rapporto confermò la morte di entrambi gli schieramenti, ma ignorarono che uno solo di loro fosse sopravvissuto alla morte: Orifus, conscio del fatto che sarebbe stata una carneficina, si mise in salvo prima che maghi neri e bianchi si lanciassero l'attacco finale.
Nonstante tutti i maghi fossero immortali grazie alla loro anima mortale venduta al Diavolo, Orifu si indebolì notevolmente, ma riuscì ad allontanarsi dal campo di battaglia, tuttavia  non accettò mai l'esito della guerra e così, deciso a riscattarsi e a vendicare la sua stirpe, si nascose fra le montagne desolate della Mongolia per recuperare le energie perse, e lì restò in attesa per quasi cinquecento anni. 

Secoli dopo, a partire dal 1150, con l'inizio delle guerre politiche, Orifus decise di sfruttare l'odio degli uomini a suo vantaggio, racchiudendolo nell'unico libro degli incantesimi che riuscì a portare via dal covo dei maghi oscuri, prima che le guardie dell'Imperatore potessero dare fuoco a tutto ciò che vi era al suo interno per cancellare definitivamente le loro tracce, e grazie a questo, non solo Orifus riuscì a ricaricarsi di energia oscura, ma ne accumulò sempre di più, tanto da diventarne completamente dipendente, nonché la sua unica fonte di energia. 

Col passare del tempo, l'influenza negativa del mago cominciò a farsi sentire in gran parte del continente sia asiatco che europeo, il flusso oscuro portava gli uomini su strade differenti: quella dell'avarizia, la paura, la pazzia e la morte. Le popolazioni si davano battaglia senza tregua, alcuni depredavano i villaggi più vicini anche solo per divertimento, altri si rinchiudevano nelle proprie case per il terrore, altri ancora venivano prosciugati fino alla morte.
Nei regni ci furono attentati e omicidi contro le famiglie reali, chiunque saliva al trono, poco dopo veniva assassinato da un usurpatore avido di potere, ma prima che ciò potesse accadere anche in Giappone, dove l'onda oscura ancora non era arrivata, l'Imperatore Konoe, stanco della continua malvagità di Orifus, decise di passare al contrattacco: egli diede ordine al vecchio e saggio maestro di arti marziali Jozu Nakamori, discendente di uno dei maghi della Luce, di reclutare e addestrare nuovi guerrieri che potessero contrastare il mago, a partire da quell'ordine, venne così costruita l'Accadema di Ninjitsu, nascosta al mondo fra le montagne asiatiche cinesi e nel folto della foresta ma non troppo lontana dalla costa cinese orientale, protetta da un'antica magia bianca che venne tramandata per anni nella famiglia del maestro, in suo aiuto, l'Imperatore mise a disposizione anche i suoi migliori Samurai.
All'accademia venivano reclutati uomini e donne, sopratutto giovani scampati all'onda nera attraverso via d'accesso sia di terra che dal mare non toccate da Orifus, così da poter essere allenati come guerrieri pronti a guardare in faccia la morte.

Gli anni che seguirono furono i più sanguinolenti: Orifus non si limitò a prosciugare gli esseri viventi, bensì diede vita a dei soldati ninja nati dalle tenebre, fedeli, ubbidienti e privi di pietà che potessero scoraggiare chiunque tentasse di fermarlo, i guerrieri dell'accademia più valorosi e forti venivano mandati in missione per fermare i ninja neri e il creatore di quel male, ma la maggior parte delle missioni finivano in tragedia, i pochi che sopravvivevano tornavano gravemente feriti, alcuni morivano dopo l'arrivo nel vano tentativo di salvarli e lo sconforto si stava impossedendo dell'animo dei guerrieri e del maestro stesso, l'unica cosa che lo teneva ancorato ad una piccola speranza, era la predizione fatta da sua sorella Tomoko Nakamori, veggente con poteri ereditati dai suoi antenati. Grazie alle sue capacità, ella sosteneva che presto i loro antichi maestri, avrebbero mandato in soccorso sei abili guerrieri con capacità sorprendenti in grado di sconfiggere Orifus. 

Due anni dopo, durante un attacco a sorpresa dei ninja d'ombra contro una pattuglia di guerrieri, il maestro Jozu per tentare di difendere i suoi allievi, morì sotto le lame nemiche che oltrepassarono il suo corpo davanti al suo unico figlio Jitsu, che assistette impotente davanti alla morte del genitore fra le sue braccia e prima di esalare il suo ultimo respiro, Jitsu gli promise che avrebbe trovato i guerrieri a qualsiasi costo e riportato la pace nel loro paese. Così, sotto incoraggiamento di sua zia Tomoko, continuò ad addestrare nuovi guerrieri con il prezioso aiuto di altri quattro maestri, non sapendo che da lì a poco, tutto sarebbe cambiato.

Un giorno, tra i nuovi arruolati di ragazzi e ragazze provenienti da paesi lontani, la sua attenzione venne colta dalla determinazione e resistenza mostrata durante gli allenamenti, da sei giovani fanciulle che nei mesi seguenti si distinsero negli allenamenti, sapevano attacare e difendersi in maniera impeccabile, per cui dopo un'attenta osservazione, vennero convocate dinanzi a Jitsu e sua zia, Tomoko riconobbe nei loro volti ed abilità, i combattenti in grado di battere Orifus. Le giovani non si conoscevano fra loro, ma qualcosa le univa, e quel qualcosa aveva un unico obbiettivo comune.

Questo è ciò che accadde molto tempo fa.
Questa è la leggenda che narra la storia di Amber, Berenice, Zena, Ann, Tiara ed Evelyn, le sei guerriere scelte dal fato, per salvare il mondo.








Spazio della ritardataria cronica

Prima le presentazioni per chi non mi conosce: mi chiamo Stella cometa 94, sono nuova su questa tipo di fandom, sono pronta a ricevere critiche e consigli senza offendermi, spero di farvi una buona impressione e che gradiate la storia :)

Per chi mi conosce invece vi chiedo di perdonarmi,  è passato tanto tempo, DAVVERO tanto tempo e mi dispiace, mi scuso con tutti quelli che si aspettavano il seguito della storia "Le Dragon Ladies",  ma da quando ho incominciato l'Università non mi sono dedicata più molto al fandom (come avete potuto ben notare). Sono tornata perché ormai essendo prossima alla laurea, ho più tempo da dedicare alle altre cose, quindi anche alle storie, tranquilli il sequel per una parte è pronto (se non qualche ritocco) il problema rimane lo stesso: finché non ricevo il via libera dell'autore originale, non se ne fa niente. 
Nell'attesa mi sono dedicata a quest'altra storia, allora...che ne dite? Direi che è venuto il momento di scoprire le origine delle nostre eroine no? Avevo già in mente di farla e dato che sono tutti personaggi che ho inventato, con somma felicità posso pubblicarla, spero che abbia catturato il vostro interesse ;)
Per farvi chiarezza, ricordatevi che le protagoniste della storia "Le Dragon Ladies", sono la reincarnazione delle guerriere che ho elencato prima, quindi possiamo metterla così: Amber (è Alan), Berenice ( è Barbie), Zena ( è Zephie), Ann ( è Ami), Tiara ( è Tatiana), Evelyn ( è Emma). 
Mi farebbe molto piacere sapere se vi ha interssato, vi prego di segnalarmi eventuali errori di battitura o qualsiasi altra cosa. Buona giornata a tutti :)

Accademia Ninja (sappiate che è più grande)
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Capitolo 2
*** Speranze e ricordi ***


                           Speranze e ricordi

Il vento ululava fra le rovine rompendo il silenzio dell'ultimo villaggio raso al suolo, l'attacco avvenne durante la notte cogliendo nel sonno i poveri abitanti che non poterono fare nulla contro i loro assalitori, in pochissimi riuscirono a fuggire, lasciandosi alle spalle le loro case in fiamme, i loro beni portati via e la loro vita distrutta in una sola notte. Solo la mattina seguente, quando la cortina di fumo raggiunse un'altezza tale da essere vista a kilometri di distanza, permise ad una delle sentinelle dell'accademia, in ricognizione nella foresta, di dare l'allarme. Putroppo, quando il plotone di guerrieri giunse sul posto, del villaggio non c'era quasi più nulla, solo cenere e corpi umani carbonizzati; era quello lo scenario che si presentava oramai quasi ogni volta dopo un attacco dai ninja d'ombra. La ragazza a capo del plotone, guardò con profondo odio le rovine delle case, trattenendosi dal digrignare i denti e stringendo con forza il kunai, incastrato nella sua cintura. Scese da cavallo facendo scompigliare la sua chioma di capelli lisci castano scuro molto corti e scalati, con un gesto rapido, si portò una ciocca pendente dietro l'orecchio e si incamminò verso uno dei suoi subordinati, seguita con lo sguardo da un'altra ragazza a cavallo dai capelli a caschetto biondi e gli occhi color verde-acqua. 

"Da quanto se ne sono andati?" chiese con tono di voce ferma e, involontariamente anche dura, alludendo alle tracce trovate dal ragazzo.
 Il giovane le esaminò un'ultima volta per poi alzare lo sguardo, incontrando quello quello serio del suo superiore: "Le tracce sono ancora abbastanza fresche, per cui direi non più di un paio d'ore fa. Impossibile inseguirli." 

Il verdetto fece indurire il volto della ragazza, ma senza perdere la calma, ordinò ai suoi uomini 
di controllare se ci fosse ancora qualcuno in vita e perlustrare la zona intorno. La ragazza bionda dietro di lei sospirò, scese da cavallo facendo tintinnare la catena ninja legata attorno al busto portandosi al suo fianco. 

"Tiara..." la chiamò la bionda notando i suoi occhi marroni voltarsi verso destra. 
"E' il terzo attacco in una settimana, se continuano così prederanno anche i villaggi ad est, verso il territorio indiano." 
"Se non altrove." le fece notare stringendo preoccupata la catena. 
"Lo so Zena, ma in qualche modo dobbiamo coprire più territorio possibile, dobbiamo impedirgli di andare oltre!" affermò guardando la sua compagna. 
Zena annuì, volgendo poi lo sguardo verso le macerie "Un giorno tutto questo finirà. Vero Tiara?" le chiese speranzosa. 
Tiara la guardò per un secondo a annuì "Finirà amica mia vedrai, anche se non so dirti quando." le rispose con tono deciso, ma il suo sguardo traspariva dubbio e preoccupazione, cosa che non sfuggì alla bionda.


Un soldato ninja si avvicinò alle due per il rapporto "Comandante, abbiamo perlustrato il villaggio e la zona, ma non abbiamo trovato nessuno in vita." 

Le due ragazze sospirarono, si aspettavano una risposta simile ma ogni volta, quando avvenivano gli attacchi, speravano che almeno un'anima fortunata fosse scampata all'attacco, speranza che ogni volta veniva spezzata da notizie del genere. Tiara diede l'ordine dell'adunata attorno a lei per fare il punto della situazione.

"Ascoltate, dobbiamo tornare indietro, oramai non c'è più niente da fare. I ninja oscuri hanno già oltrepassato le colline ad est, per cui è del tutto inutile inseguirli." 
Fece una pausa per far metabolizzare a tutti la situazione e continuò "Non perdiamo tempo. Perlustrate tra le macerie e cercate qualsiasi cosa che possa tornarci utile come armi o cibo che possano aiutarci a resistere e a combattere. Ricordate che non è sciacallismo, ciò che prenderemo, lo faremo con tutto il rispetto per le vittime di questo villaggio!"


I soldati si mobilitarono subito come gli era stato ordinato e, una volta caricato sui cavalli le pochissime cose che riuscirono a trovare, prima di andare via, Zena recitò una preghiera per le anime rimaste vittima ingiustamente, spargendo petali di fiori sulle rovine, Tiara e gli altri guerrieri si inginocchiarono davanti all'entrata del villaggio seguendo in silenzio il rito, giurando nei loro cuori che un giorno, avrebbero reso pace ai loro spiriti.

***
Intanto all'accademia ninja, la notizia dell'attacco si sparse a macchia d'olio, arrivando anche alle orecchie anziane di Tomoko. La maestra sulla settantina, posò lentamente la tazza da tè che stava bevendo nei suoi appartamenti privati, sospirando tristemente; ancora una volta Orifus aveva dato sfogo alla sua malvagità sugli innocenti, ogni notte pregava gli antenati affinché la sua sete di potere si fermasse, ma la risposta era sempre la stessa: "Abbi fede nelle prescelte"

Lei ne aveva e non avrebbe mai smesso di credere in loro, da quando le vide per la prima volta sentì un'aura molto energica ma a col tempo misteriosa, come se le sue allieve nascondessero la vera natura che le distingueva ma che ancora, dovevano tirare fuori; lei e Jitsu le osservavano sempre durante gli allenamenti, senza alcun dubbio erano le allieve migliori, ma in ogni caso mancava quel qualcosa che serviva loro contro Orifus. Sorrse leggermente al ricordo del primo incontro con le sue giovani allieve, nonostante fossero passati già quattro anni, non avrebbe mai potuto dimenticare il sorriso curioso di Amber, lo sguardo intelligente di Berenice, la timidezza di Ann, le occhiate attente di Tiara, per non parlare poi del volto determinato di Evelyn e quello confuso di Zena. Non avendo potuto avere figli suoi, lei si era immedesimata nella loro nonna adottiva, consigliandole e tirandole su nei momenti più cupi. Sentì la porta scorrevole aprirsi e il tocco sulla spalla di suo nipote in tenuta di allenamento, la redestò dai suoi pensieri facendola girare di poco.

"Berenice e Ann si stanno ancora allenando?" chiese con voce calma guardando suo nipote mettersi seduto in ginocchio davanti a lei. 
L'uomo dai capelli scuri e con un paio di occhiali sottili annuì "Andranno avanti da sole per altri dieci minuti." rispose prendendo la tazza di tè che la zia gli porgeva. L'odore del tè lo rilassò quanto bastavaper permettergli di parlare con maggior traquillità. 

"E' successo ancora zia... "
" Lo so Jitsu..."mormorò sorseggiando altro tè "Loro lo sanno?" chiese poi non staccando gli occhi dal liquido verde. 
"No, perderebbero la concentrazione." Tomoko capì che era una scusa ma non interferì, decidendo di lasciarlo continuare.

"Tiara e Zena stanno tornando, ne parleremo quando saranno tutte qui." disse incrociando le braccia al petto. "Dove sono Amber ed Evelyn?" chiese all'improvviso alzando lo sguardo anziano ma attento verso il nipote. 

"Amber è in missione per il rifornimento di viveri e medicinali, dovrebbe essere già di ritorno. Sempre se non si fa prendere dall'euforismo come suo solito, deve ancora imparare a controllare questo suo lato dinamico." disse alzando gli occhi al cielo con pazienza.
Tomoko ridacchiò mettendo in evidenza le rughe sul suo volto "Ognuno è speciale a modo suo Jitsu. Amber non sarebbe se stessa se cambiasse."

Jitsu sospirò constatando che sua zia aveva ragione anche quella volta; Tomoko posò con calma la tazza sul tavolino sistemandosi il chignon basso di capelli bianchi "Evelyn?" 
Jitsu la guardò per un attimo e sospirò "E' ancora in cima alla torre." Non ottenne risposta da sua zia, la vide solo alzarsi lentamente aiutandosi con il bastone e sistemandosi il lungo kimono azzurro decorato con fiori di ciliegio, incamminarsi verso la porta scorrevole che dava sul grande cortile al centro dell'accademia, dove una trentina di giovani si stavano allenando. Alzò il viso in direzione della torre, la parte più alta dell'accademia, lì scorse una figura femminile seduta a contemplare l'orizzonte.

"E' tormentata dal suo passato pieno di misteri e domande." mormorò guardandola con amore e compassione, "E una ragazza forte, ma il sapere molto poco di se stessa, la fa sentire fragile."
"Le poche ricerche che ha fatto non l'hanno portata a nulla, sa solo che sua madre era austriaca e che Kaede l'adottò quando morì in circostanze misteriose, come suo padre." 
Tomoko incrociò le braccia nascondendole nel kimono "A volte non è necessario sapere chi siamo e da dove veniamo, l'importante è chi vogliamo essere nella nostra esistenza, Jitsu." 

Nel frattempo sulla torre, Evelyn sapeva di di essere osservata, col tempo aveva sviluppato ottimi sensi degni di un ninja esperto ed aveva trovato una seconda famiglia con le sue compagne e i suoi saggi maestri. Non le mancava niente, ma spesso nella sua mente si ritrovava a rimurginare sul suo passato, molte domande le invadevano la testa, fra cui il perché sua madre adottiva Kaede, cambiava sempre discorso quando le chiedeva da dove venisse e perché i suoi genitori morirono. 


Respirò profondamente distendendo le gambe in avanti, era rimasta nei suoi pensieri così a lungo da non sentire le gambe incrociate addormentate, si stiracchiò sciogliendo i muscoli lasciando che il vento le scompigliasse i capelli mossi e lunghi di un castano molto chiaro. Quella mattina si era alzata presto per i soliti allenamenti mattutini anche se con l'allarme dell'attacco di quella notte aveva dormito molto poco, così con il permesso del maestro decise di starsene un po' per conto suo arrampicandosi come era solita fare, sulla torre più alta dell'accademia, da lì aveva una buona visuale dell'intero castello ammirandone il classico stile giapponese: alte torri con tetti a più livelli, una fortezza sonofortificata con pareti in solido legno di Quercia con intorno fossati d'acqua non troppo profondi. La difesa principale era l'inaccessibilità, infatti la struttura esterna era interamente fatta in pietra alta in grado di poter resistere a un lungo assedio, inoltre i muri e le torri avevano delle fessure dette Hadzama dove i guerrieri potevano nascondersi e attaccare con le frecce. Il cuore del castello era la torre principale posta non del tutto al centro della fortezza, essa era costruita su una base di pietra, dimora e luogo spirituale dei maestri, le pareti in legno erano cosparse di nurigome, una sostanza che proteggeva l'edificio da frecce di fuoco. L'esterno della fortezza era circondato da alberi, solo alle spalle vi era un lago cristallino, da cui ricavavano la principale fornitura d'acqua. 

Il portone principale della fortezza era continuamente sorvegliato da guerrieri che si davano il turno ogni due ore, Evelyn sorrise incuriosita: "Già che ci sono, possono anche sorvegliare le gallerie segrete sotterranee", pensò guardando due guerrieri che si davano il cambio, ma fu proprio lì che lo vide.
Lui, bello come non mai.
Lui, sempre perfetto con quella tuta da guerriero ninja che metteva in risalto il suo fisico muscoloso al punto giusto.
Lui, così pieno di coraggio e onore.
Lui, con quei bellissimi occhi grigi che ogni volta che incontravano i suoi color ocra, la facevano avvampare e sentire caldo più del dovuto, Evelyn sospirò sognante, era sempre così quando guardava Federico, uno dei Samurai dell'Imperatore più in gamba dell'accademia nonché fratello di Tiara, arruolatosi all'accademia come ninja. Dal primo giorno che lo vide gli era entrato nel cuore, facendole provare un nuovo sentimento che lei all'inizio non sapeva come decifrare, sapeva solo che più passava il tempo, più diventava intenso. 
Continuò a guardarlo con occhi sognanti finché Federico non si girò ed alzò lo sguardo proprio nella sua direzione, ad Evelyn già era venuto quasi un colpo quando si girò a guardarla e per poco non svenne dall'imbarazzo quando il giovane la salutò alzando il braccio agitandolo in segno di saluto con tanto di sorriso smagliante e occhiolino seducente al seguito. Evelyn rimase per un attimo basita, ma il cervello riuscì a lavorare seriamente almeno per ricambiare il saluto, la ragazza ringraziò il fatto di essere a debita di stanza in modo che non potesse vedere il rossore sul suo viso, atto che finì quando Federico venne richiamato dal suo compagno di guardia per aprire il portone, Evelyn aguzzò un po'di più gli occhi e sorrise: Amber e la sua squadra erano tornati dal loro giro di rifornimenti portando con sé tre carri trainati da cavalli.

La ragazza dai capelli ricci e ramati legati in una coda, saettò a cavallo all'interno del cortile con un urlo euforico richiamando l'attenzione di tutti i presenti, Evelyn rise di gusto guardando la sua amica impennare a cavallo, era tipico di Amber fare certe entrate in scena, la sua presenza allegra e spensierata era sempre l'ancora di salvezza quando le cose andavano male, chiunque l'avesse conosciuta l'avrebbe decretata come una ragazzina vivace con la fissa per i giochi, ma tutti loro sapevano che Amber era la migliore arciera in circolazione con ottime capacità di spionaggio, per non parlare della sua abilità di sparire e riapparire come un fantasma in totale silenzio, per quanto lei non lo fosse quasi per niente.
Evelyn si alzò in piedi afferrando la sua catana lasciata a terra vicino al suo fianco posandosela sulla schiena, prese la rincorsa e con un grande balzo atletico saltò sul tetto a fianco più in basso, per poi saltare su quello ancora più in basso; all'ultimo tetto afferrò saldamente una delle colonne portanti in legno scivolando giù fino a toccare terra e raggiunse Amber che era appena scesa da cavallo.

"Vedo che nessuna missione è noiosa per te, vero Amber?" sorrise scompigliandole i capelli già in disordine come se fosse una bambina.
Amber sorrise ancora di più mettendo in risalto la spruzzata di lentiggini che adornavano il suo viso "Niente sarà noioso finchè ci sarà la sottoscritta nei paraggi!" 
"Ah puoi dirlo forte. Come è andata? Niente sorprese?"
"Naaahhh, solo uno squadrone di ninja neri che ha provato a darcele, ma gliele abbiamo date noi e con gli interessi." 
"Ottimo, anche io mi sarei voluta sfogare un po'."
"Eri di nuovo sulla torre vero?"  la guardò pensierosa ricevendo una risposta affermativa con un cenno del capo, Amber incrociò le braccia sorridendole in maniera benevole "Evelyn, lo so che muori dalla voglia di sapere, ma ricordi le parole della maestra Tomoko?"
"A volte non è necessario sapere chi siamo e da dove veniamo, l'importante è chi vogliamo essere nella nostra esistenza."  ripeté quelle parole stampate nella sua mente da quando Tomoko gliele disse la prima volta.
"Esattamente!" 

Le due ragazze sobbalzarono girandosi insieme: alle spalle di Amber, la figura di Federico sorrideva loro gentilmente lasciando sorpresa sopratutto Evelyn.
"E' vero, non si può conoscere tutto del proprio passato, ma tu Evelyn sei molto forte, altruista e bellissima, riuscirai a superare anche questo, vedrai." concluse continuando a sorriderle, ma Evelyn era rimasta paralizzata dopo la parola bellissima, Amber ridacchiava dandole delle piccole gomitate al braccio per risvegliarla dal suo stato di ghiacciolo, Evelyn sbatté un paio di volte le palpebre tentando di recuperare l'uso della parola.

"S-Sì certo che non vo-voglio...no! Io...b-beh...non..." si torturò una ciocca di capelli con le dita nervosamente, cercando di dire almeno una frase sensata e non usare qualche lingua incomprensibile, dato che persino lei faceva fatica a capirsi.
Federico la trovò tremendamente carina in quel momento, tanto dal dover trattenersi di spostarle dietro un orecchio una parte della chioma di quei bellissimi capelli che, era certo, fossero morbidi e lisci come la seta. 

"Tu non?" tentò di aiutarla come poteva.
"I-Io non voglio che il mi-mio passato mi segni la vita e co-comunque, come mai sei qui? Non dovresti sorvegliare il portone?" riuscì a dire alla fine con voce un po' più decisa, in quanto suo comandante, era suo compito mantenere un atteggiamento da leader, per quanto riuscisse a farlo davanti a lui. 
Il ragazzo si grattò con un un po' di imbarazzo la nuca "Beh sì, ma non volendo ho sentito quello che ti ha detto Amber, e beh....non mi sono trattenuto, dovevo dirtelo ecco."
La ragazza sentì il cuore più leggero di prima, sapere che Federico si preoccupava per lei le dava una piccola speranza che un giorno lui capisse cosa provava.

Amber li guardava con un gran sorriso sulle labbra, le faceva piacere vedere Evelyn felice ma al tempo stesso lei e le altre erano preoccupate, con i tempi che correvano le loro vite erano continuamente a rischio, poteva accadere qualsiasi cosa anche la più tragica, la felicità era diventata un sogno per molti dall'inizio dell'assedio e questo lei lo sapeva, così come Evelyn. 

La rossa decise di lasciar loro la giusta privacy e tornò ad occuparsi della sua squadra "Allora ragazzi, sistemate i viveri nei magazzini e portate i cavalli nelle stalle, i medicinali consegnateli a....mh? Che c'è Daren? chiese al ninja africano con il braccio alzato per richiamare la sua attenzione.
"Capo squadra, è tornato il plotone di Tiara e Zena." 
Amber si girò verso l'entrata notando proprio in quel momento la pattuglia di guerrieri rientrare all'accademia, le facce di Tiara e Zena non lasciarono dubbi sull'esito dell'attacco, la rossa le raggiunse seguita poco dopo da Evelyn e Federico, entrambi preoccupati.

"Tiara, che è succe...."
"Siamo arrivati tardi, non c'è rimasto più niente."  la fermò subito con voce piatta facendo ammutulire di colpo di ragazzi, "Non c'era più nessuno in vita..."
"Sorella, avete fatto più in fretta che potevate, non prenderti colpe che non hai."
"Potevamo salvarli..."
"Tuo fratello ha ragione." l'appoggiò una voce femminile arrivare dal gruppo di guerrieri formatosi intorno a loro per sapere l'ultima tragica novità, i ninja si spostarono di lato così da poter far passare la ragazza che aveva appena parlato, dalla carnagione molto pallida, due occhi nocciola e una treccia di capelli neri tenuta sulla spalla destra, accompagnata da un'altra ragazza dagli occhi blu, bei capelli castano scuro lunghi, lisci e scalati con riga di lato, entrambe erano in tenuta di allenamento con ancora qualche goccia di sudore.

"Ann, Berenice, credevo che vi steste allenando." disse Evelyn vedendole arrivare vicino a loro.
"Avevamo appena finito e ci stavamo riposando, poi però abbiamo visto tornare Zena e Tiara, ed eccoci qua. Immagino che non sia andata come speravamo."  rispose Berenice visibilmente dispiaciuta.
Zena annuì tristemente "Purtroppo è così, quei maledetti non provano pietà per nessuno, neanche per i bambini!" 
Ann si avvicinò alla sua amica mettendole una mano sulla spalla "Lo so Zena ma dobbiamo resistere. Come ho detto prima, Federico ha ragione, noi non abbiamo abilità magiche ma facciamo tutto ciò che possiamo per evitarle." 
"Sì ma..."

"Ragazzi!"  l'attenzione venne richiamata dalla voce autoritaria del maestro Jitsu, sceso in cortile con Tomoko non appena vide rientrare le ragazze.
"Sì Sensei." risposero in coro tutti mettendosi sull'attenti, pugno sinistro contro il palmo della mano destra, chinandosi leggermente con il busto in avanti in segno di saluto e rispetto.
"Voi della squadra di rifornimento, eseguite gli ordini datovi dal vostro superiore. Pattuglia d'assalto aiutateli, dopo vi potrete risposare; ninja sentinelle voi tornate al vostro turno di guardia." i giovani ninja si misero subito a lavoro cominciando a scaricare la merce, Federico si limitò ad un cenno del capo, ma prima salutò Evelyn con un occhiolino e il pollice all'insù lasciandola con un sorrisino da ebete.

Il maestro poi posò lo sguardo sulle sue allieve "Voi sei, fra dieci minuti vi voglio al dojo della meditazione."  
"Sì Sensei." risposero senza battere ciglio, Tomoko si limitò a sorridere loro come sempre, sapeva cosa voleva fare suo nipote e pensò che fosse la cosa più giusta al momento.

***

Dopo dieci minuti precisi, le ragazze erano tutte e sei al dojo della meditazione, stanza in cui si diceva che il Buddha amava ritirarsi e ottenere, attraverso le sue meditazioni e le sue pratiche, saggezza e insegnamenti. La stanza era rettangolare, suddivisa in spazi predefiniti i quali assumevano significati e valori differenti tramandati dalla tradizione; come il Kamiza, orientato verso nord e lato principale della sala, dedicato alle divinità giapponesi, e dove veniva posto lo Shinzen, l'altare degli dei shintoisti. La caretteristica più importante del dojo, era il Kamiza, un piccolo altare che ospitava l'immagine del fondatore delle arti marziali, nel loro caso raffigurava il maestro Jozu; dopo la sua dipartita, rendergli omaggio ogni volta che entravano in quella sala era il minimo che potessero fare, per tramandare i suoi insegnamenti e sopratutto, non dimenticarlo.

Erano sedute sulle ginocchia in attesa del maestro, si cambiarono al volo giusto per mettersi la divisa di allenamento e fa cambiare quelle usate a Berenice ed Ann, esse come tutte le altre, consistevano in una tunica nera a maniche corte con un paio di pantaloni e cintura rossa. Il silenzio regnava sovrano fra le pareti di legno finché non venne spezzato da una di loro.

"Credete che sia arrabbiato?" chiese Ann preoccupata.
Tiara storse la bocca infastidita "Per cosa? Dell'assassinio di quei contadini?"
"Calmatevi. Se il maestro fosse veramente arrabbiato per questo, allora ci avrebbe già rimandato a casa da molto tempo, sa che non è colpa nostra per cui non fatevi strane idee." le riprese Zena non staccando gli occhi dalla porta da cui sarebbe entrato il Sensei.
"Forse ci sottoporrà a un nuovo allenamento, l'arte del guerriero ninja è molto vasta e noi abbiamo imparato poco più della metà."  pensò ad alta voce Berenice.
Amber roteò gli occhi verdi  "Alla faccia! Quanto ancora dobbiamo imparare? Siamo già più forti e brave di qualsiasi altro guerriero di questo regno!"
"Ma non più forti di Orifus." mormorò Evelyn guardandola seriamente.

"Non ancora almeno." disse il maestro Jitsu appena entrato nella stanza e sedendosi davanti a loro, non era più con la tuta di allenamento, ma era vestito con l'Haori, un kimono molto formale dalla giacca scura, pantaloni larghi neri e zoccoli di legno. .

"Buona sera Sensei." dissero in coro puntando la loro attenzione su di lui.
"Buona sera a voi giovani guerriere." il maestro notò l'aria molto tesa che avevano le giovani, una tensione che se fosse stata vista anche da altri, avrebbero potuto approfittarne, con quell'incontro il maestro si era premunito di parlare alle ragazze con lo scopo di addestrarle alla calma interiore.
"Mie allieve, lo so che affrontare la minaccia di Orifus pone le vostre anime in uno stato di stress e responsabilità molto profondo, proprio per questo ho deciso di..."
"Abbiamo sbagliato Sensei." 

Il Maestro pose il suo sguardo severo su Evelyn, non tanto per averlo interrotto, ma su quello che aveva appena affermato la sua allieva. 

"Dobbiamo impegnarci di più ed essere un esempio per i guerrieri dell'accademia, ci perdoni per esserci fatte mostrare deboli agli occhi degli altri." 

La ragazza strinse i pugni chiusi sulle ginocchia con nervosismo, ma si sentì tolta almeno in parte dal grosso peso che aveva al petto da quando erano entrate nella stanza, l'altra parte era per il timore che il Sensei potesse considerarle inadatte a quel ruolo così importante e pericoloso.

"Voi non siete deboli Evelyn, avete solo mostrato la vostra frustrazione di una situazione che va avanti da tempo. Per quanto possiate essere delle guerriere, siete pur sempre degli esseri umani, capaci di provare emozioni. Non vergognatevi mai di questo." le ragazze annuirono in silenzio e tornarono al discorso iniziale intrapreso dal Sensei. 

"Come dicevo, so che siete più che coscienti del vostro stato d'animo, per cui ho deciso di sottoporvi a sedute di meditazione affinché impariate a mantenere la calma, anche nelle situazioni più stressanti." le guerriere non ribatterono, avevano capito l'intenzione del maestro e loro sapevano di averne bisogno, era l'unico modo per mantenere un degno autocontrollo, ma Tiara fu scettica a riguardo.

"Sensei non c'è abbastanza tempo..."
"Tiara..." 
"Mentre noi siamo qui sedute, loro potrebbero tornare all'attacco." disse tenendo ben nascosta l'amarezza in lei, l'immagine dei corpi bruciati ancora nitida nella sua mente, l'unica cosa che desiderava, era farla pagare a quel demonio. 
"Tiara." la fermò con voce seria ma calma "Tutto dipenderà dalle vostre capacità, io personalmente farò di tutto per prepararvi." le spiegò con un lieve sorriso, comprendendo l'animo turbato della sua allieva. 
"Quando cominciamo?" chiese Berenice mantenendo la sua compostezza. 
"Il momento più adatto per meditare è all'alba, quando il Sole sorgerà alle spalle delle cime del Monte Khangai." 
"Sì Sensei." risposero senza esitazione.


Jitsu le congedò con un cenno del capo, intimandole di andare a finire i loro doveri di capi pattuglia e andare a cenare, dopo di che si sarebbero andate a riposare appena fosse finita la preghiera dedicata alle anime della povera gente morta sotto l'attacco nemico, era usanza sopratutto fra i guerrieri pregare le anime dei caduti nel piccolo Monastero costruito all'interno dell'accademia, dato che molti vennero dati alle fiamme dai seguaci di Orifus in segno di superiorità

***

Il Monastero in stile mongolo-cinese eretto su una bassa base di pietra con pareti in legno e tetto piramidale decorato con motivi tradizionali non era tanto grande, per cui i guerrieri si limitavano a pregare in ginocchio davanti all'entrata in silenzio, solo i maestri si recarono all'interno per compiere il rito che avrebbe permesso all'anima dei caduti di trovare la pace; all'interno vi erano Jitsu, Tomoko e altri quattro maestri: Hanako, donna giapponese dai lunghi capelli neri molto lisci e maestra nell'uso delle armi; Liang  maestro cinese di arti marziali con un pizzetto triangolare; Oyun maestro mongolo leggermente in sovrapeso dai baffetti sottili e lunghi, specializzato in tattiche di guerra, ed infine Narumi, sorella minore di Hanako e maestra delle tecniche di sopravvivenza. 
La sala in penombra era illuminata dalla flebile luce delle candele accese davanti alla tomba del maestro Jozu, per suo volere aveva espressamente voluto che la sua tomba giacesse nel piccolo Monastero, così che il suo spirito possa continuare a vegliare sui suoi ragazzi. Fu Tomoko a recitare la preghiera inginocchiata con mani giunte davanti al Buddah posto sul piccolo altare rialzato dietro il giaciglio del fratello, spargendo incenso e posando davanti alla statua delle reliquie con doni di cibo e tè, affiancati da fiori di crisantemo rossi*. 
Finita la preghiera, la donna si fece portare da Jitsu delle candele che accese ai piedi della tomba di Jozu, posandovi sopra una ciotola di riso con delle bacchette conficcate dentro e dei sempreverdi*. Jitsu congedò gli altri maestri, restando solo con la zia che fissava insistentemente la tomba del fratello.

"Sai zia, certe volte mi chiedo se sia fiero di come..."
"Lo è Jitsu."  gli sorrise con quel suo fare gentile che la distingueva ogni volta. "Jozu è fiero di te e di tutti i nostri ragazzi, l'unica cosa che mi rammarica è il fatto che non avrà mai l'opportunità di conoscerle." ammise inginocchiandosi a prendere una candela per accendere quella a fianco.
Jitsu le si avvicinò inginocchiandosi accanto a lei "Lui le vede ogni ogni giorno zia" disse sicuro fissando con apparente interesse la fiamma della candela oscillare. 

L'uomo si rialzò invitando la zia ad andare a coricarsi, ma lei negò per poter restare ancora un po' a pregare. Una volta uscito, la donna sospirò e si girò verso la finestra "Tiara ti ho detto sempre di non borbottare durante gli appostamenti, così come Ann di non appoggiarsi di peso al muro."

Beccate e rimproverate.
Le sei ragazzi si affacciarono dalla finestra del Monastero con un sorrisino imbarazzato, Tomoko invece sorrise in maniera furba invitandole ad entrare e a sedersi con lei.

"Da quanto tempo sa che eravamo lì?" chiese curiosa Amber.
"Da quando i vostri maestri hanno lasciato la sala" rispose tranquillamente.
"Allora meno male che ci ha beccate lei, se era la maestra Hanako erano dolori." rabbrividì Berenice ripensando ai momenti in cui la loro maestra perdeva le staffe.
Tomoko ridacchiò lievemente "Lo fa solo per impartirvi la giusta disciplina. Comunque, cosa vi porta qui a quest'ora? Avete lezione di meditazione all'alba."
"Volevamo pregare un po'." disse Zena già pronta per cominciare "E' per...beh...ci solleverebbe molto."

Tomoko guardò profondamente le sue allieve e capì che dicevano sul serio, si mise nuovamente inginocchiata davanti alla statua di Buddha a mani giunte "Venite, è tempo di pregare." le ragazze non se lo fecero ripetere due volte e la imitarono, congiungendo le mani e chiudendo gli occhi, l'anziana sperò che in questo modo, i loro animi potessero rilassarsi e svuotare la mente dai cattivi pensieri in modo da poter affrontare un nuovo giorno.


***

La Luna in cielo brillava come unica fonte di luce nella stanza che Evelyn condivideva con Ann, la ragazza era appoggiata con la schiena allo stipide della porta scorrevole aperta che dava su un piccolo balcone di legno al terzo piano dell'ala ovest dell'accademia. 

Sapeva che doveva già essere a letto nonostante fosse passata da un bel po' l'ora di coricarsi, ma il suo orologio biologico non era mai d'accordo con gli orari notturni, anche se le regole prevedevano la ritirata nei dormitori appena l'astro della notte sarebbe stato alto e ben visibile nel cielo. Una leggera brezza notturna le fece rialzare la sottile veste di seta che usava per la notte, Evelyn inspirò profondamente l'aria a pieni polmoni godendosi l'attimo di tranquillità che quella notte le offriva, con molta esperienza alle spalle, aveva imparato a godere di ogni momento di pace che la vita le dava, incatenandolo nella sua mente come un tesoro. 

Un leggero fruscio di coperte attirò la sua attenzione; d
iede uno sguardo alla sua compagna di stanza sorridendo divertita appena Ann mugugnò qualcosa di incomprensibile nel sonno, lei ed Ann avevano legato molto dal primo giorno che si conobbero, ricordando anche la prima volta che il maestro Jitsu le convocò tutte e sei da lui per decretare la sua scelta, una scelta che cambiò la loro vita da quattro anni.
Inclinò la testa indietro poggiandola allo stipide della porta e chiuse gli occhi tornando con la mente a quattro anni prima; nelle prime settimane ebbero alcune difficoltà, sia per le lingue diverse, sia per i modi comportamentali con cui si relazionavano, per quel motivo Tomoko provvedé personalmente alla loro educazione sociale insegnando loro il giapponese, fece anche in modo che imparassero a vicenda le loro lingue native così da potersi capire senza troppe difficoltà. 
Fu quando furono abbastanza capaci da capirsi che una sera di Luna piena come quella notte, si radunarono in silenzio nella stanza di Berenice ed Amber, cominciando a chiacchierare sulle loro origini, lì Evelyn scoprì che Ann era Svizzera figlia di due pastori che avrebbero fatto di tutto pur di renderla felice, anche accettare, seppur con dolore, la sua decisione di partire verso l'oriente. Berenice invece, era inglese e perse il padre all'età di sei anni durante una tempesta che rovesciò la sua nave mercantile, mentre sua madre era una dama di compagnia di una aristocratica il cui figlio, innamoratosi di lei, l'aveva chiesta in sposa, proposta che la ragazza rifiutò più volte nonostante l'insistenza della madre per tentare di farle avere un buon futuro, ma la ragazza non cambiò mai idea, neanche quando vennero organizzate le nozze a sua insaputa. Per sfuggire a quel matrimonio e per ascoltare la ragione che le diceva di partire, Berenice fuggì la notte prima della cerimonia, lasciando scritto a sua madre di perdonarla e di non preoccuparsi per lei.

Evelyn fece una smorfia di disgusto al ricordo del racconto di Berenice, non sopportava l'idea che una persona fosse costretta ad unirsi a qualcuno che non amava, il matrimonio era una cosa seria, fondata sull'amore vero e fiducia reciproca, lei stessa era riluttante all'idea di sposarsi con qualcuno che non amava, come poteva stare con qualcuno che non fosse Federico?

"Un momento..." pensò spalancando le iridi  "Federico? Matrimonio? Marito?! Oh per tutti i Kami!!!"  arrossì di botto coprendosi subito il volto con le mani per non farsi vedere da chissà chi. Scosse la testa imbarazzata ma al tempo stesso sorrise raggiante come se dovesse sposarsi il giorno dopo, le sarebbe piaciuto da morire vivere il resto della sua esistenza con Federico, sapeva che era una cosa impossibile, ma sognare non costava nulla no? Poco le importava se si ritrovava a sognare come una bambina sul suo ipotetico futuro, ma di una cosa era certa: se lo sarebbe costruito da sola giorno dopo giorno.

"Quando hai finito di accoppiarti mentalmente con Federico, potresti chiudere la porta Ev?" 

La ragazza squittì sorpresa come beccata con le mani nel sacco, si girò lentamente verso Ann seduta a gambe incrociate sul letto "Ch-Che? No aspetta...io...ma come.."
Ann roteò gli occhi divertita "Rossore sulle guance, sorrisino tenero, balbettio e testa fra le nuvole. Sì direi che stai pensando a lui." 
Evelyn ridacchiò imbarazzata "Sì beh...a dir la verità è stato un caso. Sai, stavo pensando al primo incontro fra di noi." disse tornando a parlare normale.
"Ah sì?" inarcò un sopracciglio perplessa "Come mai?"
"Così. Non c'era un motivo vero e proprio, solo mi è venuto in testa mentre guardavo le stelle." disse volgendo lo sguardo verso il cielo.
"E guardando guardando, hai finito per ripensare a Federico e viaggiare con la tua mente biricchina." la canzonò cercando di evitare di ridere alla vista di Evelyn imbronciata.
"Sì certo. Tu piuttosto, hai perso il sonno?"
"Veramente mi sono alzata perché a volte la natura chiama, se tu non mi hai sentita significa che hai abbassato la guardia." 
Evelyn si sbatté una mano in faccia "Ahhhh maledizione, mi succede sempre così quando mi distraggo!" 
"Non fartene una colpa Ev, e poi non c'è niente di male ad essere innamorata." la rassicurò rimettendosi sotto le coperte. "Meglio che vai a dormire, è tardi e domani dobbiamo essere ben concentrate."
Evelyn diede uno sguardo al notturnale* appeso fuori la stanza e si stiracchiò "Hai ragione. Devo anche recuperare un bel po' di sonno." 

Evelyn chiuse la porta scorrevole e raggiunse il suo letto accanto a quello di Ann, prima di addormentarsi diede un ultimo sguardo alla poca luce lunare che attraversava gli spifferi della porta contemplandola, piano piano sentì le palpebre farsi più pesanti e il corpo rilassarsi, cadendo finalmente nelle braccia di Morfeo. 




Spazio della tipa strana

Salve a tutti! Scusate il ritardo, ma vi avviso fin da adesso che sarà sempre, più o meno, così il tempo di aggiornamento, comunque, che ne dite di questo primo capitolo? Diciamo che è stato per dare un po' l'idea della situazione attuale e anche per conoscere meglio i personaggi, ah! Ovviamente (e prima che lo chiediate) il nostro Federico è l'alterego di Fernando :)  (riguarda sempre la mia precedente fic).
Lo so che Amber somiglia a qualcuno che forse conoscete, ma avverto: non c'entra un fico secco, hanno solo le stesse origini.
Approfondirò il passato delle ragazze nei prossimi capitoli, vi chiedo di avere pazienza perché c'è tanto da raccontare e sopratutto da scoprire , vi saluto e vi lascio a delle foto extra con delle spiegazioni agli asterischi del capitolo ;)


*notturnale: orologio notturno, strumeno astronomico, usato per la misura del tempo mediante l'osservazione della stella polare e della posizione rispetto ad essa e dell'Orsa Maggiore. 
crisantemo rosso*: rappresenta l'energia vitale dello Yang e attira la fortuna (direi che ne hanno bisogno XD)
sempreverdi* : foglie persistenti per tutto l'anno, usate spesso nei monasteri orientali 

Ok, ditemi che sono una maniaca delle acconciature, ma io ci tenevo troppo alla loro capigliatura, sul serio, ho lavorato parecchio ai loro aspetti, per cui ci tenevo che vedesse le "acconciature" che ho deciso per loro. Rossa (Amber) sono un po' più scuri però eh, proprio color rame, quello bello ramoso XD, bionda (Zena), castani corti (Tiara), neri (Ann), castani scuri lunghi (Berenice), castano lunghi chiari (Evelyn)


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Questa è la tuta di allenamento degli allievi, sia per maschi che per femmine. 
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Il dojo della meditazione e l'altare dedicato al maestro Jozu
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Capitolo 3
*** Minacce dell'ombra ***


info storico: la storia è incentrata nell'anno 1162, quindi in pieno Medioevo, sia l'Europa che l'Asia erano suddivisi in imperi e regni, la lingua più parlata era il latino, ma essendo una storia inventata ho fatto in modo che alcune delle lingue più comuni come spagnolo, tedesco ecc, insieme ad altre, fossero già conosciute, il tutto per i fini necessari per la mia storia. Grazie per l'attenzione, buona lettura :)


                                                                   
                                            Minacce nell'ombra  

 
Morte.
Cos'era la morte per l'uomo? 
L'interrogativo più grande, un mistero avvolto dall'ignoto, qualcosa che chiunque conoscerà ma non potrà mai tornare indietro per raccontarlo, qualcosa che prima o poi tutti gli esseri viventi saranno costretti ad affrontare.
Ma lui no.
Aveva dato la sua anima per poter vivere in eterno, il suo corpo serviva solo a fargli mantenere un aspetto umano, ma solo egli sapeva quanto in realtà non lo fosse più da molto tempo.

Buio, oscurità, odio e sentimenti negativi, era questo il segreto dei suoi poteri, tutto ciò di cui aveva bisogno per dar vita al suo impero del terrore, lo voleva più di ogni altra cosa, non vi era altro desiderio più ardito che mettere le mani su quel mondo mortale e piegarlo al suo volere.
Quando decise di ritirarsi fra le montagne per recuperare energia, meditò a lungo sul modo più efficace per riprendere piena dimistichezza dei suoi poteri e, allo stesso tempo, di accrescerli permettendogli di essere il migliore della sua stirpe, ma per farlo aveva bisogno di un punto di partenza, qualcosa che contenesse già la magia nera, dunque cos'era meglio del libro degli stregoni? E da lì tutto iniziò, finalmente avrebbe avuto la sua vendetta. 

Si rilasciò contro lo schienale del trono in pietra, posando le mani sui braccioli fatti di crani umani, il suo sguardo ben nascosto dal cappuccio vagò su tutta la sala del trono, dalle grandi finestre con tende nere; al fuoco scoppiettante del camino al lato della stanza dove sopra, vi erano esposti crani sia umani che animali come trofei, finché i suoi occhi scarlatti si posarono come una calamita, sul libro poggiato sul sostenitore in legno al centro della sala del trono. Prese il suo bastone da mago con inastonata in cima una pietra luccicante rossa, e si alzò lentamente provocando il fruscio della sua lunga tunica marrone scuro legata intorno alla vita da una cintura di cuoio, da cui pendevano una spada e un pugnale. 
Passò una mano robusta sulla copertina nera e rigida del libro con possessività, accarezzandone la forma del serpente prima con il palmo, poi con l'indice, come se stesse bramando il corpo di una donna. 

Lo aprì mettendosi a sfogliare alcune pagine "E' così facile manipolare l'uomo." pensò ghignando sadicamente, sfogliando l'ennesima pagina raffigurante fantasmi urlanti, anime che aveva imprigionato sfruttandone l'energia vitale. Quando
 l'animo umano veniva totalmente sopraffatto dalla sua oscurità, automaticamente veniva risucchiato nel libro e lì sarebbe rimasto per l'eternità, o almeno fin quando avrebbe voluto lui

Arrivato a metà libro, notò con grande orrore, che alcune erano ancora bianche e il perché lo sapeva bene: i guerrieri ninja.
Ringhiò di pura rabbia stringendo con forza l'asta del suo bastone, se non fosse per loro, a quest'ora avrebbe già portato a termine la sua opera e il suo libro sarebbe stato pieno di anime, ma da quando erano apparsi, il loro operato aveva rallentato la sua marcia verso il potere. 
Li odiava.
Li odiava e li avrebbe distrutti tutti, anche se era perfettamente a conoscenza della predizione data dagli antichi maestri, ma ciò non gli mise paura,  era pronto ad uccidere ogni guerriero con le sue stesse mani facendogli prima patire le pene dell'inferno, doveva far capire a tutti cosa succedeva se qualcuno osava mettersi contro di lui. 
Un ruggito tonante e un battito d'ali proveniente dall'esterno lo fece sospirare pesantemente, chiuse il libro e si affacciò ad una delle grandi finestre.

"Odio quando disturbano senza motivo." brontolò seccato con voce roca e profonda, guardando le creature alate volare a cerchio sopra il suo castello. 

Toc toc

"Entra." disse senza voltarsi. Dalla porta entrò un cavaliere con una robusta armatura nera che gli ricopriva interamente il corpo robusto e il volto nascosto da un elmo con le corna, si inginocchiò a pochi passi dal mago piegando la testa in segno di saluto.

"Mi auguro che sia importante Dark."
"Mio signore, la spedizione contro il villaggio è andata a buon fine, nessuna traccia dei guerrieri ninja"
"E?"
Dark indugiò per qualche secondo respirando profondamente, poi rispose "Non c'era mio signore. Abbiamo completamente ribaltato il villaggio, ma della pietra neanche l'ombra."

Orifus batté con violenza la pianta del bastone a terra "Ne sei sicuro Dark?" 
"Sì mio signore." 

Orifus assottigliò lo sguardo, strinse l'asta del suo scettro portando poi la pietra rossa incastonata al suo interno, alla sua altezza visiva fissandola intensamente "Dovete trovarla. Senza di quella il potere assoluto non sarà mai mio!" 
"Potente padrone, a che scopo cercare qualcosa di cui non si sa neanche l'effettiva esistenza? Voi siete già molto forte."

Orifus si girò lentamente verso di lui con occhi omicida, anche se non aveva alzato lo sguardo, Dark sentì i passi pesanti farsi sempre più vicini, poteva sentire chiaramente le vibrazioni negative che emanva il suo signore e si pentì amaramente delle sue parole, preparandosi ad una punizione imminente. Sentì qualcosa posarsi all'altezza della sua gola, aprendo gli occhi da dietro il suo elmo, vide che il mago gli aveva puntato lo scettro alla gola, con calma gli alzò il volto così che potesse incontrare quelle iridi che tutti avrebbero fatto bene a temere, involontariamente fissò la lunga cicatrice che percorreva il volto del suo signore dall'occhio destro, fino alla bocca.

"Stai mettendo in dubbio le mie capacità Dark?" chiese con una calma innaturale, calma che celava istinti assassini momentaneamente sotto controllo.
"Assolutamente mio signore, non oserei mai" cercò di scusarsi almeno per evitare il peggio. 

Orifus ghignò "Allora rimettiti a lavoro, voglio quella pietra, ti ho già detto come è fatta e la riconoscerai a prima vista. Trovala e portamela."
Dark annuì "Sì, potente padrone." 
"Vedi di sbrigarti, altrimenti..."

Dark sentì uno strano calore proprio all'altezza del collo dove era ancora puntato il bastone, in un attimo sentì un bruciore tremendo espandersi dal collo a tutto il corpo, seguito da un dolore lancinante, come se qualcuno gli avesse preso il cuore e glielo stesse strappando con forza dal petto. Strinse i denti trattenendosi dall'urlare a squarciagola fino a farsi sanguinare le gengive, il fiato corto stava per fargli perdere i sensi, ma il suo padrone fece cessare la stregoneria ghignando soddisfatto nel vedere Dark ansimare in cerca d'aria. 

Orifus si girò tornando a guardare fuori dalla finestra "Non farmi pentire di averti scelto come Generale delle mie forze armate. Ora vai."
"Co-ome desidera...mi-mio signore." rispose con ancora un po' di fatica alzandosi in piedi. 
"Dark..." lo fermò sull'uscio della porta  "Vedi di provvedere anche al nutrimento dei Draghi, sono stufo di sentirli starnazzare come oche, ci sarà pur rimasto qualche cadavere dalle ultime spedizioni."
"Subito, mio signore." rispose dileguandosi.

Una volta solo, Orifus si avvicinò al trono prendendo la pelliccia d'orso che metteva sempre sulle spalle, aprì la finestra che dava su un balcone semicircolare in pietra e si fermò a pochi passi alzando lo sguardo verso il cielo perennemente nuvoloso del suo territorio.

"So che quei dannati maghi bianchi l'hanno trovata e nascosta da qualche parte, devo solo trovare il luogo esatto. Grazie al suo potere mi libererò anche dei guerrieri prescelti." pensò passando una mano sulla pietra del bastone, nonostante fosse solo un'arma provvisoria costruita grazie alla magia nera, lui aveva bisogno di quella vera e la sua potenza gli avrebbe dato la vittoria, nonchè capacità magiche oltre ogni limite.

Fissò le nuvole scure davanti a sé, mentre il ruggito dei Draghi irrompeva nelle ande desolate attorno alla sua fortezza "Grazie al libro e alla pietra, diventerò...invincibile!"


***

La mattinata di meditazione fu una vera impresa, non tanto per il meditare quanto alzarsi e cercare di arrivare in tempo prima che il maestro entrasse nella stanza. Quella mattina si erano salvate per un soffio, vestendosi alla svelta e senza fare colazione, tutto per colpa di una certa ragazza ramata, che non voleva saperne di smuoversi dal letto continuando a stritolare il suo Panda di pezza; solo quando Tiara glielo sfilò minacciando di ridurlo a brandelli, Amber si decise a seguirle verso il dojo della meditazione.
Passarono tre buone ore sedute a gambe incrociate, schiena dritta, le mani appoggiate in grembo, a rilassare la mente con esercizi di respirazione. 
L'obiettivo era calmare la mente isolandosi dal mondo esterno, concentrandosi esclusivamente sulla gestione dello stress e delle emozioni.

"Adesso ragazze ascoltate la mia voce: trascendete le emozioni negative, ciò vi consentirà di superarle rendendo le vostre menti più solide." disse il maestro girando intorno a loro con le mani dietro la schiena, osservandole attentamente controllando anche il più piccolo gesto.

Le giovani ascoltarono ogni singola parola respirando profondamente, svuotando le loro menti rilassandosi più che potevano, ciò permise di loro di trarne benificio sentendo il loro corpo leggero come l'aria, e le sensazioni negative scivolare via. 

Jitsu era più che intenzionato a renderle più forti mentalmente, in modo che potessero tener testa anche alle situazioni più stressanti, sapeva che le sue allieve ci sarebbero riuscite, lui come tutti, confidava in loro, a meno che Amber si fosse degnata di smettere di soffiare per cercare di scacciare via una mosca fastidiosa. La giovane sentì la presenza del maestro alle sue spalle, senza neanche il bisogno di aprire gli occhi.

"Amber..." 
"Scusi Sensei, ma non vuole saperne di andarsene!" si lamentò fulminando il piccolo essere alato posato sul suo naso, le sue amiche aprirono di poco un occhio, dovettero ricorrere a tutta la loro forza spirituale per non ridere, ma tornarono a concentrarsi  non appena il maestro si girò per controllarle, tornando poi a dedicarsi ad Amber.

"Rimani concentrata, richiama a te il tuo spirito senza farti sopraffare dall'impazienza." 

Amber provò a fare come le era stato detto e si concentrò. Le parole del maestro avevano fatto il loro lavoro dato che la ragazza, sembrò aver finalmente trovato pace col piccolo esserino decidendo di ignorarlo e tornò nella sua meditazione, questo atto compiacé molto Jitsu, un segnale che gli fece capire quanto le ragazze stavano imparando in quel momento. Per metterle alla prova, 
decise di metterci un pizzico di tensione.

"Ora, tornate con le menti alle vostre battaglie. Quanti esseri umani avete visto soccombere, senza avere la possibilità di difenderli?"

La provocazione ebbe la sua reazione, si erano irrigidite di colpo sentendo il senso di colpa salire, respirarono più profondamente tremando un po' quando nelle loro menti, apparsero quelle terribili immagini di corpi a terra tagliati da parte a parte, il sangue che macchiava il terreno e le urla disperate della gente. Il maestro guardò in silenzio i visi contratti in smorfie di dolore e tristezza, fu in quell'istante che le incitò a reagire.

"Non permettete alle sensazioni negative di oscurare il vostro animo, ciò che vedete rappresenta il passato ormai. Seguite il suono della mia voce figliole, non permettete che il passato vi divori, potete superarlo." 

Fu difficile, molto difficile.
Seguirono la voce del maestro tentando in ogni modo di appianare i brutti ricordi anche se fu una tortura, Jitsu voleva far capire loro che non avevano nessuna colpa, e lasciarsi alle spalle il passato per pensare al presente. Ci volle un po' di tempo perché le ragazze ci arrivassero, ma alla fine le vide distendere il viso contratto e rilassarsi, un piccolo sorrisino soddisfatto apparve sulle labbra del maestro, le sue allieve sarebbero diventate ancora più forti, sopratutto sul lato psicologico.  

Continuarono finché i raggi solari entrati dalla finestra semi aperta della stanza, fecero capire a Jitsu che il l'astro del giorno era alla sua massima altezza, ciò sgnificava una sola cosa: pranzo.

"Bene mie allieve, per oggi basta così." le vide riaprire gli occhi respirando liberamente mentre si rimettevano in piedi, trattenne un piccola risatina appena sentì i loro stomaci reclamare del cibo.
"Ehm...scusi Sensei, non è che potremmo..."  Ann si bloccò di colpo, sentendo il suo stomaco fare rumori non proprio consoni per una ragazza.
Jitsu sorrise benevolo "Andate pure. Ricordatevi però che oggi dovrete rispondere ai vostri doveri di comandanti."
"Si Sensei." risposero insieme e prima di uscire, lo salutarono con il tipico saluto ninja. 

Una volta uscite, Jitsu si girò alla sua destra, dove appeso alla parete, c'era un dipinto raffigurante il ritratto di suo padre "Tranquillo papà, ce la faremo." mormorò con voce malinconica. 

Al contrario delle sue allieve, il suo stomaco era muto come un pesce e non sembrava intenzionato a mangiare neanche più tardi. Sospirò togliendosi i piccoli occhiali, massagiandosi con due dita il setto nasale, era sicuro che sua zia l'avrebbe rimproverato per aver saltato il pasto, ma sentì il bisogno di 
meditare un po' per conto suo, cosa che fece inginocchiandosi al centro del dojo in silenzio; anche lui infondo, sentiva di averne bisogno.


***

Stavano camminando verso la sala da pranzo con indosso le tute di allenamento, avevano deciso di non cambiarsi dato che non avevano neanche versato una goccia di sudore, la meditazione seppur difficoltosa le aveva aiutate, e speravano davvero che avesse continuato a farlo garantendo loro, il giusto spirito calmo e riflessivo. Uscirono dalla zona delle palestre e percorso tutto il lungo corridoio in legno fino a scendere le scale che portavano al piano inferiore, arrivando davanti alla porta scorrevole che dava accesso alla mensa. Quando entrarono, gran parte dei guerrieri era già seduta a consumare il proprio pasto, la sala era abbastanza grande da ospitare una trentina di tavolini bassi da quattro o sei posti; si incamminarono in mezzo ai guerrieri che le salutarono allegri, ricambiando con sorriso gentile. Avevano un buon rapporto con molti dei loro coetanei come tutte le ragazze normali, i convenevoli posti dall'Accademia li usavano solo in missione o davanti ai loro maestri, per il resto se li rispamiavano volentieri comportandosi naturalmente.
Si accomodarono al loro tavolino posto al centro della sala, dove erano già stati sistemati dei vassoi con il cibo.

"Finalmente il mio stomaco finirà di invocare i sacri spiriti per la fame!" commentò gioiosa Amber afferrando le bacchette e aprendo la scodella di riso fumante.
"I sacri spiriti non lo avrebbero ascoltato comunque my darling" disse tranquillamente Berenice soffiando sulla manciata di riso appena presa.
"Sàbhailteadchd?* Allora sentiranno il mio verso di gradimento dopo mangiato!" 
Ann ridacchiò punzecchiandole affettuosamente una guancia ripiena di riso "Quello lo sentirebbero anche i morti! risero insieme guardando Amber che cercava di liberarsi dalla presa di Ann volendo continuare il suo agoniato pasto.

"Che robba è mai questa?" chiese Evelyn guardando storto della verdura fumante con della carne vicino "A chi toccava il turno in cucina oggi?"
"Coles y nabos cocidos*." rispose Tiara non badando al cambio della lingua, anche se le sue compagne di battaglia la guardavano con aria interrogativa. Ogni tanto capitava che parlassero nella loro lingua nativa, ma alcune cose ancora difficili da capire come in quel momento.

Tiara alzò di poco lo sguardo e sbuffò "Non so come le chiamano qui, io so dirlo solo in spagnolo e non ho la minima idea su chi ci sia in cucina oggi"
"Era il turno di Saphira e Markus con il loro plotone" rispose Berenice, la ragazza era sempre la più informata del gruppo e la maggior parte delle volte era lei a fornire spiegazioni e idee che spesso, risultavano utili in vari casi.

"Non capisco come fanno nell'Impero Germanico a mangiare questa roba" continuò guardando con un po' di disgusto il vegetale nella sua ciotola.
"Gut*, abbiamo capito che ad Evelyn non piacciono le verdure bollite!" esclamò Ann facendo ridere le altre.

"A me non sembrano male." Zena sorrise portandosi alla bocca un po' di quelle verdure, constatando che erano buone "A me piacciono. Mi ricorda molto un piatto che faceva mia madre solo nella bella stagione."
Ann la guardò incuriosita "Perché solo nella bella stagione?"
"Beh, da noi in Finlandia è difficile trovare un certo tipo di verdura, solo durante l'equinozio di primavera ci è possibile farlo." spiegò spezzando un pezzo di pane bianco per accompagnare le verdure.
"Certo che la vita in Finlandia è dura." commentò Berenice.
Zena fece spallucce "Tutta questione di tottomus*, ossia abitudine." 
"Nel Regno di Scozia la verdura non la mangiavamo molto spesso, ci davamo sempre alla caccia" disse Amber, ricordando le battute di caccia pomeridiane nel suo paese assieme a suo padre.
"Ti sei già dimenticata quello che ti ho detto?" Ann la guardò storto picchiettano le bacchette sul tavolino: "La carne fa bene certo, ma la verdura è la cosa migliore che si può mangiare" le ricordò.
La ramata roteò gli occhi "Sì, dopo però ti scappa sempre!" 
"Lo sapevo che andavi a parare lì"
"Allora perché me l'hai ricordato?" 
"Perché te lo dimentichi sempre, verstaden?*" 
Berenice le guardò con un cipiglio perplesso "Potete smetterla?" chiese con educazione, ma venne beatemente ignorata dalle due che continuarono a discutere su quale cibo fosse più salutare. 

Decise di lasciar perdere, non potendo fare a meno di notare però, il tic nervoso di Tiara e il sorriso paziente di Zena, mentre Evelyn ogni tanto dava un fugace sguardo a destra. Berenice si sporse di poco per vedere chi aveva catturato l'attenzione della sua leader, ghignò divertita appena vide chi fosse.

"Magari ad Eveylin non piaceranno le verdure, ma il dolce sì a quanto pare." 
"Eh??" la ragazza la guardò confusa, ma quando si accorse che anche le altre si erano girate verso di lei, capì di essere nei guai, da come la guardavano, era meglio prepararsi a prese in giro a raffica.
"Oh! Guarda un po', mentre noi discutiamo di cibo, la nostra Ev sbava dietro al fondoschiena di Federico!" Amber la guardò con occhi maliziosi sbucando da dietro la sua schiena, suscitando un brivido di terrore nella sua amica.

"Accidenti al tuo vizio di sparire e riapparire Amber!" 
"Non provare a cambiare discorso, sappiamo che lo fissavi e come ti ho già detto, non c'è niente di male." 
"Lo so Ann. Ma sai anche come la penso." disse seriamente tornando a mangiare il riso.
"Invece dovresti buttarti." insistette, non capendo il perché si rifiutasse di farsi avanti. 
Zena seduta al suo fianco, sorrise comprensiva "So che non è un bel periodo Ev, però non vuol dire che non possiamo avere delle piccole goie." le disse gentilmente, magari decretare con piccole goie il sintimento più forte del mondo era la cosa più stupida, ma la bionda pensò che fosse la cosa migliore da dirle in quel momento.

Evelyn ci pensò un momento e sorrise radiosa "Giusto! So bene che siamo in pericolo ogni giorno e i nostri doveri ci tengono occupate, però chissà...l'idea di non provare mi fa sentire una ragazzina alle prime armi."
"Tecnicamente lo sei. Per quanto riguarda il lato sentimentale." specificò Tiara. Lei era sempre stata a conoscenza della sua cotta, all'inizio non né fu per niente convinta, conosceva suo fratello, sapeva che non aveva mai avuto relazioni stabili e aveva paura che potesse ferire la sua amica, ma da quando vennero arruolate, notò subito l'attrazione di Federico per lei, le rimaneva il dubbio se fosse solo fisica o qualcosa di più.

Abbandonò questi pensieri quando Amber, apparve all'improvviso alle sue spalle "Senti un po' tu, perché non ci dici se Federico..."
"Federico ed io non parliamo mai di queste cose." la zittì subito premendo l'indice sulla sua fronte e spingendola poco più distante da lei, almeno da non sentire più il suo fiato sul collo.

Amber si rimise al suo posto a gambe incrociate "Beh, ci ho provato. Tornando a te Ev, butta via la timidezza, saltagli addosso e strappagli la tu.."
"Amber!" la ripresero in coro scoppiando poi a ridere come delle bambine alla vista di Evelyn imbarazzata al massimo.

Le loro risate spensierate, arrivarono anche alle orecchie di un gruppo di ragazzi non molto distanti da loro, era formato dai guerrieri maschi più schivi e forti, seppur di basso rango in confronto alle ragazze, erano ninja di grande valore di cui faceva parte anche Federico, proprio quest'ultimo, si era incantato a guardare una di loro in particolare, finché una pacca sulla testa lo riportò con i piedi per terra.

"Mi ci voleva proprio, vero?" borbottò infastidito fulminando Liam, suo amico e compagno di plotone dai capelli scompigliati e biondo cenere, da cui spiccavano due occhi verde scuro e un sorrisino divertito.

"Andiamo Fede, le sbavi dietro peggio di un lupo alla vista di una pecora."
"Magari prima di sbavare anche addosso a noi, potresti andare a parlarle ogni tanto." si aggiunse Kevin, altro amico di Federico, moro dagli occhi scuri e una fascia blu sulla fronte, simbolo che apparteneva al plotone di Berenice.
"Disse quello che non ha quasi mai rivolto la parola alla sua leader." 
"1 a 0 per te amico." 
"Secondo me, vi preoccupate del fatto che sono i nostri superiori." disse Liam tranquillamente, incrociando le mani dietro la testa e stiracchiandosi.
"Anche per quello." ammise Federico voltandosi verso il loro tavolo, vedendo appena in tempo Evelyn sorridere, ripensando ancora una volta, che non esisteva niente di più bello.

Finito il pranzo, i guerrieri lasciarono la sala per prepararsi agli allenamenti pomeridiani, intanto i quattro maestri più Tomoko, si erano radunati nella stanza delle riunioni dove solitamente, prendevano il tè e discutevano su vari argomenti, oltre all'organizzare gli allenamenti di routine. 
Alla vista del posto vuoto riservato a Jitsu, Tomoko non si stupì più di tanto, aveva imparato che a suo nipote capitavano i momenti di riservatezza e niente lo avrebbe smosso dalla sua camera. 

Sentì delle risate provenienti dall'esterno, voltandosi vide Hanako guardare fuori con aria sorniona, seduta sul davanzale in legno della finestra a gambe accavallate, per quanto il suo cheongsam cinese le permettesse di farlo. Per avere quarant'anni, Hanako era una donna molto bella, i lunghi capelli lisci, neri e perfettamente pari, le ricadevano lungo la schiena dritta, il cheongsam aderente a maniche corte color argento dai ricami dorati, e con un piccolo spacco laterale, metteva in risalto il suo fisico allenato e le gambe lisce come la seta, in grado di sferrare poderosi calci.

"Jitsu-sama ci si è messo di impegno a quanto pare" commentò osservando le prescelte allenarsi con gli altri guerrieri, niente di speciale se solo non avesse notato il largo sorriso stampato sulle labbra. 

Tomoko la raggiunse a passo lento affacciandosi anche lei, sorrise materna nel vederle euforiche mentre facevano gli esercizi di riscaldamento, era sollevata che la meditazioni le avessero aiutate fin da subito, ne avevano già fatte parecchie volte, anche prima degli allenamenti, ma era raro vederle così sciolte come in quel momento.

L'anziana si girò con l'aiuto del bastone, andandosi a sedere su uno dei cuscini vicino al tavolino "E' importante questo cambio di umore, le aiuterà a non arrendersi" 
"Mi auguro però che non si mettano a ridere durante i miei allenamenti, oggi ho intenzione di allenare Berenice-chan ed Ann-chan nell'arte dei pugnali Sai e del Bo"

"Non essere troppo severa oneesan." le disse Narumi entrando nella stanza con una teiera calda, anche lei vestita con un cheongsam rosa chiaro con ornamenti floreali e i capelli raccolti in una coda bassa "Il buon umore non fa male a nessuno, neanche a te." la canzonò allegramente passandole un tazza di tè, ignorando l'occhiataccia della maggiore.
Liang seduto vicino a Tomoko, prese la tazzina ricolma di tè inspirando l'odore ad occhi chiusi  "Vecchio plovelbio cinese dile: Un solliso ti falà guadagnale più di dieci anni della vita." 
"Ecco, Liang ricomincia con le sue perle di saggezza. Ma non posso che dargli ragione." commentò Oyun bonariamente, rifinendosi con l'indice e il pollice, i lunghi baffi che aveva.
Hanako alzò gli occhi al cielo "Liang-san ne ha sempre una. Ora scusate, ma devo andare a prepararmi per l'allenamento di oggi" disse finendo di bere il tè e posando la tazzina sul tavolino.

"Ma è ancora presto per la lezione oneesan, non resti neanche per la riunione?" 
"Non ci sono cose importanti su cui discutere e da quel che ho visto, mi servirà molta calma per la lezione di oggi. Una meditazione prima di cominciare, è quello che ci vuole." rispose semplicemente, uscendo dalla sala con passo calmo, mentre Narumi la guardava perplessa. 

"Certe volte è troppo rigida. Jitsu-sama dovrebbe dare anche lei, delle lezioni di meditazioni rigenerative." 
"Hanako vuole solo che le ragazze non si distraggano troppo, va bene rilassarsi, ma mai abbassare la guardia."
"Tomoko ha ragione, Narumi." si fece serio Oyun incrociando le braccia  "Quei demoni non esiterebbero ad ucciderci tutti, figuriamoci se si accorgono che abbassiamo le difese, ci sarebbero addosso in poco tempo."
Liang si irrigidì all'idea "Potlebbelo tentale un attacco devastante." si passò una mano sul pizzetto con fare pensieroso "Ma come dice un altlo plovelbio cinese: Non fasciamoci la testa prima di esselsela lotta."
Tomoko annuì convinta "C'è ancora tanto da fare, l'importante è essere sempre pronti." affermò guardando il cielo azzurro dalla finestra aperta. 


***

Era rinchiuso da un'ora nella sala delle mappe, una stanza di medie dimensioni dedicata interamente a mappe e cartine, in particolare quelle riguardante il Regno Asiatico. Scrutava con attenzione la mappa che aveva preso dallo scaffale polveroso, illuminata solo dalla luce delle candele, con una penna di corvo segnava i luoghi già predati, rimurginando in quali altri posti potesse cercare per trovare quella maledetta pietra.
Doveva sbrigarsi, l'idea di tornare dal suo padrone a mani vuote gli fece gelare il sangue nelle vene,anche se non era la morte a fargli paura, temeva di più le torture peggiori e sadiche che il mago infliggeva a chi solitamente non gli ubbidiva. L'unica cosa che sapeva della pietra, era che si trovava sicuramente nel loro regno, depredare e distruggere i villaggi era un modo per coprire il loro vero scopo senza suscitare sospetti nei guerrieri  ninja, per il momento il piano stava funzionando alla grande, ma la prudenza non è mai troppa quando si tratta di trovare qualcosa di così prezioso.
 
Il rumore pesante di grosse catene proveniente dall'esterno, fece distrarre il Generale dall'analisi della mappa che stava studiando e su cui avrebbe concentrato il prossimo attacco. Si alzò infuriato dalla sedia polverosa, uscendo con passo pesante dalla stanza, arrivò al cortile del castello, cirocondato interamente da torri molto alte in mattone scuro, lì vide la causa della sua distrazione: uno squadrone di soldati d'ombra, stava tentando di riportare uno dei Draghi di Orifus, alla sua gabbia e spostarlo nelle profonde caverne sotterranee sotto la fortezza. Li guardò maledicendoli per la loro incompetenza, si stavano facendo trascinare e calpestare come delle formiche evitando per quanto possibile, l'alito infuocato. Se non fosse stato per le ali ben legate, si sarebbero fatti anche portare via, certe volte erano davvero delle carcasse senza cervello, bravi solo ad uccidere.

"Voi! Razza di cadaveri idioti che non siete altro! Cosa ci vuole a rimettere quel Drago al suo posto?"

I diretti interessati si guardarono fra di loro con aria interrogativa, venendo però sorpresi da un colpo di coda della lucertola che li scaraventò contro la parete di mattoni; essendo esseri fatti dalla stregoneria, lo schianto li fece svanire in un mucchio di polvere e cenere. Dark sbraitò seccato, se voleva tornare a lavorare, doveva pensarci lui come al solito; si avvicinò deciso all'animale e quest'ultima, non gradendo l'impertinenza dell'essere davanti a sé, inspirò col fiato gonfiando il petto, pronto ad una vampata di fuoco distruttiva. Ma Dark fu più lesto: con velocità incredibile si portò a pochi passi dal Drago, afferrò l'enorme catena legatagli attorno al collo e con una sfrattonata potente fece sbattere la testa della creatura al suolo, l'impatto fece vibrare il terreno alzando un grosso polverone, Dark sorrise compiaciuto alla vista del Drago senza sensi e lasciò andare la catena a terra.

"Ora che avete visto come si fa, riportate questo ammasso di scaglie nelle caverne." ordinò freddo ai soldati presenti.

Avendo finalmente sistemato il piccolo intoppo, tornò nel castello per dedicarsi alla mappa dato che, durante l'azione contro il Drago, era riuscito a ideare un buon stratagemma per evitare la rottura di scatole da parte dei soldati ninja, sempre se si fossero fatti vivi.






Angolo della stramboide

Ciao a tutti! Rieccomi qui a torturarvi psicologicamente, per quanto possa farlo XD.  Anche questo capitolo è stato abbastanza tranquillo diciamo, abbiamo conosciuto Orifus e i suoi tirapiedi, ed altri personaggi, se vi state domandando cosa cerca e perché, dovrete avere pazienza, lo so sono cattiva, ma non amo fare spoiler :P
Non preoccupatevi, dal prossimo capitolo in poi si vedrà (finalmente) un po' d'azione, ora vi lascio ad alcune foto e delle spiegazioni, alla prossima ;)

sàbhailteachd*: "sicura" in scozzese
Gut*: "bene" in tedesco, a quell'epoca la Svizzera era legata alla Germania.
Tottomus*: "abitudine" in finlandese. 
Verstanden*: "capito" in tedesco.
Coles y nabos cocidos*: carne con cavolo, lingua spagnola


Orifus e il suo castello  (devo ammettere che mi piace <3 , magari cambiando il design XD)
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 Dark.
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Paesaggio attorno al territorio di Orifus.
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Capitolo 4
*** Missione infuocata ***


                                  Missione infuocata


Era appena l'alba nella foresta, il cielo era ancora puntellato da qualche stella in procinto di sparire per lasciare posto alla luce del Sole, il silenzio dell'Accademia veniva solo interrotto, dai passi furtivi dei ninja appostati per il turno di guardia. Ciò nonostante, la luce delle candele della mensa erano accese per permettere a due ragazze di fare colazione e, per dare gli ultimi ritocchi alla loro missione. Una volta l'anno durante la stagione calda, si recavano presso la costa oceanica per il rifornimento di sale, fondamentale per la conservazione del cibo, senza di quello, tutti i viveri conservati rischiavano di marcire, cosa che non potevano permettersi vista già l'impresa ardua per i rifornimenti. La strada verso la costa era pericolosa, i ninja d'ombra erano sempre in agguato; per il recupero c'era bisogno i guerrieri forti e pronti, per cui il giorno prima, Jitsu diede ordine ad Evelyn e Berenice di recarsi assieme ai loro guerrieri verso l'ceano, e recuperare quanto più sale possibile.

Già organizzare un plotone non era cosa da poco conto, in più c'era la prudenza e calcolo di tutti i pericoli possibili, ma ciò era pane quotidiano per Berenice, specializzata all'ordine e prevenzione. Lei ed Evelyn si diedero appuntamento la mattina dopo alla mensa per riferire alla sua leader gli ultimi dettagli apportati. 

"Sicura che non rischiamo molto?"  
"E' il sentiero con minor pericolo possibile Ev. Guarda."  Berenice indicò una vasta anda segnata sulla cartina "Qui saremo troppo esposti e un bersaglio facile, passando invece per la Valle del Panda Gigante, le probabilità di incontrarli diminuiscono." 

Evelyn guardò la mappa analizzandola per l'ennesima volta, si fidava ciecamente di Berenice ma l'ultima parola nelle decisioni era la sua, nonché la responsabilità della missione; tuttavia
 si convinse e sorrise "Bene, passeremo per la Valle del Panda Gigante, in ogni caso terremo sempre la guardia alta."
"Certo, per quanto sia il percorso meno pericoloso, c'è sempre la possibilità di qualche sorpresa sgradita."  disse riarrotolando la mappa.
Evelyn ghignò stringendo il manico della sua katana "In quel caso, avranno pane per i loro denti!" 
"Oh ci puoi giurare! A proposito di pane, finiamo la colazione e poi andiamo a buttare giù dal letto le dolci principessine."
"Ahahahaha, questa era bella!" si diedero il cinque ridendo e tornarono a finire la colazione di zuppa di miso con uova.

Si cambiarono nelle loro stanze, indossando la divisa da ninja nera con cappuccio, maschera e guanti neri senza dita; essendo delle ragazze e guerriere di alto rango, i dettagli come i lacci su gambe e braccia, la fascia in vita e la giarrettiera a cui era attaccato un pugnale o un kunai, erano di colore rosso per Evelyn e blu per Berenice, tutto ciò insieme al Drago raffigurato sul colletto, dava loro un senso di raffinatezza e rapidità ricordando appunto, il potere mistico del grande rettile.
Appena il Sole fu visibile oltre le montagne, entrambi i plotoni erano al completo nel grande cortile principale con quattro carri legati ognuno a una coppia di cavalli, i guerrieri più i loro comandanti insieme formavano un gruppo di una ventina o poco più di guerrieri, una squadra ben addestrata e pronta ad affrontare qualsiasi pericolo. Evelyn aveva dato ordine ai suoi di caricare le provviste, secondo i calcoli di Berenice, sarebbero stati via per tre giorni e stare fuori a stomaco vuoto, era preferibilmente da evitare.

"Al volo Fede!" 

Liam tirò di slancio un sacco di viveri al suo amico in piedi sul carro, il ragazzo lo prese al volo poggiandolo vicino ad altri  "Era l'ultimo?" 
"Sì, siamo pronti."
"Bene, sarà una bella scampagnata." disse saltando giù dal carro.
"Ci sarà da lavorare questo è vero, ma tu vedi di non sprecare quest'occasione!" 
Il ragazzo lo guardò confuso "Eh? Quale occasione?"
Liam sbuffò guardandolo storto "Secondo te?" il biondo fece un cenno alle sue spalle cercando di non farsi vedere dalla diretta interessata.
Federico alzò la testa per vedere meglio e capì a chi si riferiva, sospirò passandosi una mano fra i capelli scuri  "Non lo so Liam..."
"Almeno parlale, non ho mica detto che devi saltarle addosso e mangiartela viva, anche se vorresti." ammiccò malizioso poggiandosi con la schiena al carro.
Il ragazzo lo ignorò sull'ultima frase riflettendo per un momento "Ci proverò. Ma non ti prometto niente." 

Nel frattempo, in cortile vennero anche
 le altre guerriere insieme a Tomoko e Narumi; la donna aveva ricordato loro tutte le tecniche di  sopravvivenza e le mise ripetutamente in guardia sulle trappole nascoste dai ninja oscuri, ed altri pericoli.

"E ricordate: occhio alle vipere! Non voglio amputare un arto a qualcuno di voi." 
Evelyn ridacchiò finendo di sellare Perla, la sua cavalla  "Non ce ne sarà bisogno Narumi-san, abbiamo l'antidoto con noi." la rassicurò prendendo Perla per le briglie  "Saremo prudenti come sempre, state tranquille." disse rivolgendosi anche alle altre. 
Amber le fece il pollice all'insù  "Allora buona fortuna, non esitate a chiamarci se qualcosa va storto."
"Portatevi Hawk con voi, non si sa mai." propose Ann, riferendosi al loro Falco, addestrato a portare messaggi.
"Già fatto, è con Berenice. 
Ora dobbiamo proprio andare, a presto." 

Evelyn salì in groppa a Perla e con trotto moderato, si mise in testa al gruppo al fianco di Berenice già in groppa a Sirio e con Hawk sulla spalla, al suo ordine il portone principale venne aperto, permettendo l'inizio della spedizione. Il resto del gruppo si diresse all'interno dell'Accademia, quel giorno Amber ed Ann avevano l'allenamento con Hanako, Tiara e Zena invece dovevano affinare alcune tecniche con il maestro Liang. Stavano entrando dentro l'edificio, quando Ann si bloccò sulla soglia e alzò lo sguardo, rivelando degli occhi preoccupati.

"Credete che andrà tutto bene? Non so, ma ho uno strano presentimento." mormorò restando bloccata all'ingresso, come se qualcosa la trattenesse dall'andare oltre.
Tiara si accigliò "Non fare la pessimista Ann, sanno cavarsela." 
"Aspetta Ti, di solito Ann ci prende su queste cose." si intromise Zena, conosceva bene il sesto senso di Ann e sapeva quando era il caso di preoccuparsi o no. In quel momento, vide negli occhi della svizzera molta ansia.

Amber si portò le mani ai fianchi e sorrise  "Ok, adesso non diamo conclusioni affrettate eh! Sappiamo che quando Ann si sente in quel modo, tutto ciò che è successo riguardava gli attacchi di quelle sottospecie di ombre viventi. Magari si scontreranno con loro, anche se fosse li stenderebbero subito!" tentò di rassicurarle, ma rimediò solo sguardi dubbiosi e scettici da parte delle sue compagne.

"Andiamo! Che sono quelle facce?" 
"Amber, certe volte prendi tutto troppo alla leggera. Ricordati che sei un comandante, non una bambina." la riprese Tiara incrociando le braccia sotto al seno. Amber gonfiò le guance infastidita e si sedette di peso sulle scale di legno a gambe incrociate e mani messe a coppa sotto il mento.

Zena si sbatté una mano in faccia "Ben lavoro Ti, ora sì che sembra una lattante. Lo sai che è permalosa!" 
"Beh, bisogna ricordarle i doveri ogni tanto." le rispose lanciando un'occhiata alla ramata, ancora seduta sulle scale.
"Ehm, scusate!" le richiamò Ann, l'ultima cosa che voleva era vederle discutere per il comportamento infantile di Amber, lei personalmente non ci vedeva nulla di male, ma era meglio non lasciarselo sfuggire. 

Sospirò sistemandosi la treccia sulla spalla destra "Sentite, può anche darsi che sia come ha detto Amber. Tuttavia mi sento così, solo quando sento la presenza di..."

"VOI QUATTRO! CHE FATE ANCORA CON LE MANI IN MANO!?" 

Gli occhi si sbarrarono e la sudarella le colpì come un fiume in piena, alle loro spalle in tuta di allenamento formata da un top e pantaloni corti, c'era Hanako. La donna aveva i lunghi capelli legati in un chignon alto, le gambe divarcate e rigide come due pezzi di legno, le braccia incrociate e gli occhi orientali severi, erano fissi sulle quattro guerriere ancora impalate.

"Allora? Ho fatto una domanda." 

Si misero subito in riga l'una a fianco all'altra, facendo il saluto ninja "Buongiorno Hanako-san." la donna fece un cenno col capo per contraccambiare, ma rimase rigida senza muoversi di un millimetro.

"Stavamo solo parlando Maestra. Ma adesso torniamo subito ai nostri doveri." rispose Tiara con rispetto. A dirla tutta detestava quando la loro maestra sbucava dal nulla e gridava all'improvviso, arrivando a far uscire l'anima dal corpo per il colpo che si prendevano gli allievi, cominciavano a pensare che lo facesse persino di proposito, date l'aumento delle volte in cui si sentivano delle urla di sorpresa mista a terrore di qualche allievo.

"Bene, allora mentre Zena-chan e Tiara-chan vanno da Liang-san, voi due al dojo dell'allenamento." puntò il dito verso Amber ed Ann che furono costrette a fare come diceva. Zena e Tiara, dopo aver mandato giù il boccone amaro riguardo ai nomignoli da bambine che gli aveva rifilato, capirono al volo che non dovevano trattenersi oltre in cortile, così si avviarono dal maestro Liang prima che Hanako tirasse loro una stella ninja per farle correre. 
Quando si separarono, Hanako lanciò uno sguardo al portone d'entrata; involontariamente aveva ascoltato i loro discorsi ed anche lei, si chiese se era il caso di mantenere alto il livello d'allarme, di una cosa era certa: a prescindere da ciò che sarebbe successo, in caso di pericolo, non avrebbe permesso a nessuno di portarle via altri allievi. 


***

Il viaggio all'interno della foresta fu inaspettatamente tranquillo, procedettero a passo moderato lungo la riva del fiume Jiang, in modo da poter arrivare nel primo pomeriggio; Berenice con una mano continuava a leggere la cartina per seguire la giusta via, e con l'altra, teneva le briglie di Sirio mentre Hawk se ne stava tranquillamente appollaiato sulla spalla, pulendosi le piume di tanto in tanto.

"Sei molto vanitoso, sai Hawk?" ridacchiò dandogli un'occhiata.

Evelyn si avvicinò a loro, allungò il braccio dando una carezza veloce con l'indice al becco del rapace "Peggio di una ragazza per certi versi." 
"Se non fosse maschio magari."
"Magari anche i ragazzi tengono alla loro bellezza personale. Prendi Kevin per esempio." disse avvicinandosi di più con Perla per non farsi sentire dai ragazzi dietro di loro.
Berenice assottiglio gli occhi "Perché prendi lui come esempio?" 
"Forse perché gli piaci?" 

Berenice si irrigidì di colpo guardandola confusa, aveva capito che ogni tanto il moro la guardava più del dovuto, ma non era mai arrivata a quella conclusione. Non le era ancora passata la storia del matrimonio combinato e non ci teneva a rivivere una simile esperienza, non che Kevin fosse un aristocratico vizziato che volesse sposarla solo per possederla, non lo avrebbe mai pensato, ogni tanto ci parlava sia con lui che con gli altri guerrieri per instaurare un rapporto di amicizia, dopotutto avevano tutti più o meno la stessa età, veniva normale scambiare quattro chiacchiere e farsi qualche risata, ma qualcosa dentro di lei la frenava impedendole di andare oltre.

"Non so Ev, è troppo...aperto."
"Aperto?" ripeté non capendo dove volesse arrivare.
"Sì, e a volte parla strano."
"Beh quello è normale, è di origine ungherese!" le disse con ovvietà, ma Berenice non demordeva continuando a rimanere sulle sue convinzioni che Evelyn aveva decretato assurde.
 
"Ok, ti faccio una semplice domanda: cosa provi quando lo vedi?" andò dritta al sodo, e pensare che le veniva da ridere al solo pensiero di essere proprio lei quella a darle consigli sull'amore, proprio lei che ancora non aveva tentato di capire cosa provasse Federico nei suoi confronti.

Berenice parve sopresa da quella domanda "Cosa...provo? Beh...non mi da fastidio la sua presenza, è simpatico ma a volte esagera."
"Ti riferisci allo spettacolo che ha dato durante la festa della Primavera?" la vide annuire ricordando quel giorno un po' scalmanato.

La Festa della Primavera era un rituale che si celebrava per dare il benvenuto alla bella stagione, ringrazziando i Kami per aver aiutato i popoli a passare l'ennesimo rigido inverno. Anche l'Accademia ninja era solita seguire la tradizione; a detta del maestro Jitsu, era importante continuare e portare avanti le antiche tradizioni per far capire a tutti, specialmente ad Orifus, che la sua maledizione poteva uccidere solo il corpo, ma mai l'anima e le emozioni come la speranza, la gioia e il divertimento.
Quell'anno la parola divertimento, venne presa troppo seriamente da Kevin e da altri suoi amici tra cui Liam, che si erano messi in testa di provare un nuovo intrattenimento sparando in aria dei fuochi e farli esplodere facendoli ricadere con forme floreali. Ciò richiedeva una conoscenza approfondita dell'alchimia, ma data l'inesperienza dei ragazzi a riguardo, finirono per farne volare ed esplodere uno che prese in pieno la finestra della stanza di Hanako, con il risultato di una decina di ragazzi in fuga nella foresta, inseguiti da una furibonda maestra a spade sguinate.

"Andiamo Berenice, ti sei messa a ridere anche te!" 
"Solo perché è stato anche divertente." ammise con un leggero sorriso "Ma non vuol dire niente."
"Già, assolutamente niente." sorrise maliziosa.
Berenice non diede peso alla sua espressione, e tornò con gli occhi sulla mappa "Bene, siamo all'entrata della Valle del Panda Gigante." 

Evelyn tornò seria guardando davanti a sé la valle, caratterizzata dai grandi pinnacoli rocciosi e grotte calcaree che si ergievano lungo la parete delle vette "Ok, acceleriamo il passo, ormai non manca molto."

Proseguirono verso il sentiero in mezzo alla valle che li avrebbe portati proprio davanti alla costa oceanica, le due ragazze mantennero per tutto il tragitto la guardia alta, prestando attenzione ad ogni piccolo movimento.


***

Schivò l'ennesimo colpo diretto della sua avversaria fermando la sua spada con un pugnale Sai, incastrando la lama fra le punte, con una mossa veloce del braccio levò da suo campo visivo l'arma, roteò su se stessa sferrando un calcio a mezz'aria fermato dal polso a pugno chiuso della maestra, che ripose rivoltando la mano afferrando saldamente la caviglia della ragazza, facendola ribaltare con forza dalla parte opposta.
Grazie ai riflessi pronti, Ann lanciò via i pugnali, piantò i palmi delle mani aperti sul pavimento e con una forte spinta di bacino, si rimise in piedi con una perfetta verticale recuperando l'equilibrio; gocce di sudore le imperlavano il viso pallido, ma gettare la spugna non era nei suoi piani.
Era disarmata ma non ebbe neanche il tempo di pensarlo, che Hanako le fu di nuovo addosso: continuava ad attaccarla con affondi che Ann riuscì a schivare abilmente, ma sapeva che non poteva continuare così a lungo e ragionare a mente lucida mentre lottava, non era facile. Un lampo di genio le passò nella mente mettendolo subito in pratica; schivò di lato un altro fendente diretto al suo petto e passò con velocità il braccio destro dietro la sua schiena, portando l'anca il più possibile sotto al suo baricentro, la tirò di colpo in avanti e con forza la fece ribaltare davanti a sé, facendole perdere la presa sulla spada.

Trattenne il fiato per alcuni secondi guardando la sua maestra rimasta distesa ad occhi sgranati "Non male..." disse prima di ghignare colpendo all'improvviso con un piede, la caviglia di Ann in una sorta di sgambetto, che la fece finire col sedere per terra.

Ann si rimise in piedi massaggiandosi il sedere dolorante, si maledì per aver abbassato le difese, ma aveva assolutamente bisogno di riprendere fiato, era da più di mezz'ora che combatteva senza sosta e i muscoli reclamavano un riposo immediato. Hanako ghignò compiaciuta rinfoderando la spada sedendosi sulle ginocchia.

"Bene, vedo che la tua resistenza aumenta Ann-chan." 

Ann tornò al suo posto inginocchiata vicino ad Amber che le passò un panno per asciugarsi il sudore, aveva ancora il fiatone per lo sforzo appena fatto, ma sul suo viso apparve un sorrisino di chi la sapeva lunga "Grande colpo d'anca..." mormorò alzando la testa "Sarà una tecnica antica, ma la sua efficienza è..."

"...impeccabile." la anticipò sciogliendo il chignon e legandosi i capelli in una coda alta "Liang-san vi ha insegnato bene." 
Amber ridacchiò "Sì, ma sappiamo meglio i suoi detti più che le mosse." 
"Poco ma sicuro." concordò Ann, poi il suo sguardo si posò sui pugnali rimasti a terra, si alzò andando a riprenderli, rigirandoseli fra le mani con aria dubbiosa "Saranno davvero adatti a me?" 

Hanako si fece seria, la raggiunse prendendola per una spalla voltandola in modo da poterla guardare "Quando decisi di farti specializzare nell'uso dei pugnali Sai, fu perché avevi la giusta manevolezza e velocità. Sono fatti per infliggere colpi veloci ma con un impatto devastante."

Ann aveva capito dove voleva arrivare Hanako con quelle parole: colpisci velocemente con la giusta tecnica, e meno ti sentirai in colpa. Non si riferiva ai soldati neri, quelli li faceva fuori come niente, erano esseri morti che camminavano e in battaglia non provava alcuna pietà verso di loro; i pensieri di Ann erano rivolti ai civili: più di una volta dovette giustiziare persone in balia del flusso oscuro, persone arrivate ormai a una cattiveria e pazzia tale, da non riconoscere più neanche i familiari. Aveva visto il sangue colare da quei pugnali ogni volta che trafiggeva di netto la gola del malcapitato per mettere fine il più velocemente possibile alla sua vita. Avrebbe tanto voluto non essere costretta a farlo, ma era suo dovere togliere di mezzo chi non aveva più speranza di salvezza prima che potesse fare del male ad altri innocenti.

Fece un profondo respiro, rimettendo i pugnali nella sua cintura "Li userò come meglio posso." 
"Era quello che volevo sentirti dire, ma non pensare che passerò sul fatto che ti sei fatta disarmare!" 
Ann emise un verso frustrato mentre Amber rideva sotto i baffi "Ecco perché è meglio usare l'arco eheheheh." bisbigliò sottovoce, peccato per lei che Hanako ci sentiva benissimo.
"Amber-chan, dato che ora tocca a te, che ne dici di provare qualche arma nuova?" sorrise malignamente invitando Amber a venire al centro della stanza.

La ramata spalancò gli occhi consapevole di essersi scavata la fossa da sola, prima di alzarsi e sciogliere i muscoli, sentì chiaramente la frase "Cavoli tuoi ora." da parte di Ann che la guardava di sottecchi con un sorrisino vittorioso. Amber sospirò rumorosamente: certe volte avrebbe preferito mordersi la lingua.

***

Il rumore delle onde e l'odore di salsedine rieccheggiò lungo la spiaggia bianca, a un paio di kilometri da loro si ergeva il villaggio di Làn, costruito nei pressi della costa, un villaggio modesto con gente pacifica praticanti la pesca per vivere; decisero di accamparsi lontanto da loro per evitare di metterli in agitazione, non che la gente li temesse, ma avevano imparato che dove c'erano loro, molto probabilmente c'erano anche i ninja d'ombra.
Evelyn ne aveva approfittato immergendo i piedi nell'acqua bassa, rabbrividì un po' per il primo contatto con l'acqua fredda, ma dopo si rilassò camminando lungo la riva, controllando a distanza il lavoro dei ragazzi. Erano arrivati da poco alla costa e la prima cosa che controllarono, fu il piccolo bacino che l'estate prima avevano costruito a qualche metro di distanza dal mare, così che con l'alta marea potesse entrare una grande quantità d'acqua rimanendone imprigionata e con il caldo, avrebbe evaporato lasciando un grande deposito di sale. Il raccoglimento lo facevano solo durante la stagione calda, unico periodo in cui era talmente caldo da permetterne un evaporazione accelerata. 

Anche quella giornata fu calda, tanto che le due ragazze permisero ai guerrieri di togliersi la parte superiore della tuta ninja, così come alle ragazze dei loro plotoni, di stare in canotta per poter lavorare meglio.

"Così però, sembra di stare in un bordello." commentò Berenice arrossendo, nel vedere quei bicipidi muoversi ad ogni movimento dei ragazzi.
"Voltati allora." le rispose divertita Evelyn, dovette ammettere che anche lei faceva fatica a stare concentrata, che colpa ne aveva se gli ormoni femminili ogni tanto galoppavano? Su una sola cosa si stava concentrando: non guardare Federico a petto nudo. 

Cercò di tornare seria, rimboccandosi le maniche e andando vicino a un gruppo di ragazze nel bacino asciutto, intente a mettere nei sacchi, grandi quantità di sale "Come vanno le mie pupette?" chiese prendendo un sacco anche e lei e mettendosi a lavoro.

Una delle ragazze dalla pelle poco scura, alzò la testa portandosi indietro la chioma bruna "Ora che hai mosso le tette anche tu, molto meglio cara." 
"Divertente Daya, allora muoviamole tutte insieme così batteremo il record di oscillazione del petto sincronizzato." rise stando al gioco dell'indiana. 
"Forse essere meglio non muoverle troppo, già mi sto sciogliendo proklyatiye!*" commentò Ida, ragazza russa dai capelli biondi tendenti al rossiccio, occhi azzurri velati da sfumature verdi e con un corpo abbastanza robusto.
"Immagino che nell'Impero Russo, non avete molte stagioni calde."
"Vero Evelyn. Fa sempre freddo polare, ma ciò non ferma noi: tagliamo legna, peschiamo nel ghiaccio, e alleviamo pascoli di Renne." spiegò tranquillamente con un forte accento russo.
"Ok, in pratica faticate tutto il giorno sulla neve." tagliò corto Daya.
Evelyn rise "Beh, se andremo in Russia sappiamo che fare almeno."

Berenice passò vicino a loro con aria divertita "Ahhhh, battiamo la fiacca?" 
"Io lavorare sempre, loro essere molto distratte." 
"Era sarcasmo Ida, e poi non lo direi mai a te!" le disse ben sapendo quanto Ida fosse instancabile nei lavori manuali, ma altrettanto priva di senso dell'umorismo.
"Cosa essere sarcasmo?" chiese vedendole ridere come se avesse tirato la buttuta più divertente del mondo.

Berenice sorrise, prese uno dei sacchi per il sale e si inginocchiò accanto a lei "Ora te lo spieghiamo." 

Dall'altra parte del bacino, Federico e i suoi compagni avevano già riempito tre sacchi, Liam si alzò in piedi stirando le braccia all'indietro, sbadigliando sonoramente.

"In questo momento, darei qualsiasi cosa per farmi una bella dormita." 
Federico gli diede una pacca sulla nuca "Se andassi a dormire prima, invece di stare alzato fino a tardi a giocare a Shogi*, non avresti tutto questo sonno." 
"Ma va, ero vicinissimo a battere Takeo!" sbottò indicando il loro amico giapponese mentre caricava i primi sacchi sul carro. 
"Come no.."
"Lo vedremo." borbottò chiudendo un sacco. Per ripicca, il ragazzo lo afferrò per le spalle con un sorrisino furbo "Allora, tu non dovevi fare qualcosa con una certa ragazza?" 
"E tu non hai niente da dirmi? Non so, qualcosa riguardo Ann?" 
Liam si pietrificò all'istante sbarrando gli occhi "Come hai fatto a saperlo?!"
"Lo sospettavo, sguardi furtivi e piccoli sorrisini innocenti. L'unica cosa che non ho capito è se state insieme o no." Liam si grattò la testa imbarazzato "No, non stiamo insieme, almeno non ancora. Ci vediamo ogni tanto e parliamo."
"Tutto qui? Ti facevo più diretto."
"Lei è molto timida anche se è senza dubbio più in gamba di me nelle arti marziali, oltretutto ha da fare con il suo plotone e non abbiamo molto tempo per stare insieme."
Federico guardò sopreso il ragazzo "Sai Liam, da tempi che ti conosco e non ti ho mai visto così preso da qualcuno. E pensare che quando cerchi di spingere me, fai l'assatanato!"
Liam ridacchiò lamandrino "Ehehe, beh almeno io sto cercando di combinare qualcosa, con la giusta calma ovvio, Ann è davvero una ragazza spaciale e non voglio rovinare tutto."

Federico notò con molta familiarità il luccichio nei suoi occhi quando parlava di Ann, lui non aveva mai badato al suo comportamento quando era in compagnia di Evelyn, forse era questo che sbagliava con lei, forse doveva stare più attento nel modo di relazionarsi e magari, sarebbe cambiato qualcosa.

Si era deciso, avrebbe fatto lui il primo passo.
Si allontanò dagli altri senza dire una parola, dirigendosi verso la battigia, sperando che ciò che aveva in mente andasse a buon fine.


***

Passarono tre giorni, i carri erano stati riempiti e i guerrieri stavano finendo il pranzo sulla spiaggia, prima di ripartire, Berenice passava in rassegna i carri, segnando su un piccolo taccuino il numero di sacchi e il loro peso, riportando con cura tutti i dati.

"Allora Ber?" le chiese Evelyn sbirciando nel taccuino.
"Well, direi che ne abbiamo fino alla prossima stagione calda." 
"Bene, anche questa è fatta. Direi che è ora di anda.."

BOOOMMMMM

Una forte esplosione fece girare di scatto sia loro che tutti i guerrieri sulla spiaggia, Evelyn e Berenice ebbero subito un bruttissimo presentimento e scattarono come due saette sulla scogliera più vicina, sperando di non trovare conferma alle loro teorie, ma purtroppo non fu così: un'enorme cortina di fumo proveniente dal villaggio si levò in aria, seguita subito dal propagarsi di lingue di fuoco ardenti. Non ci pensarono due volte: richiamarono i loro cavalli con un fischio acuto saltando immediatamente sulla loro groppa.

"DOBBIAMO MUOVERCI! ANDIAMO!" urlò Evelyn partendo a tutta velocità verso il villaggio, non ci fu bisogno di dire altro, tutti sapevano cosa stava succedendo, lasciarono i carri e le seguirono più veloci che potevano. 

Berenice galoppava al fianco della sua amica, stringendo le briglie con forza, per tutto il tempo si era chiesta il perché non avevano fatto strani incontri durante la spedizione, in quel momento ne capì il motivo, strinse i denti con rabbia per non averlo dedotto prima, ma non era il momento di farsi prendere dall'ira, gliele avrebbe fatta pagara cara lottando con tutta sé stessa; si voltò verso Evelyn notando come i suoi occhi, prima allegri e sereni, erano cambiati diventando un concentrato di pura determinazione e coraggio. 

Le urla disperate della gente arrivarono alle loro orecchie ancora prima di poter entrare nel villaggio, impennarono a cavallo scendendo con un balzo notando subito che le lingue di fuoco non erano ancora troppo grandi per non essere attraversate, ciò che le fece ribollire il sangue nelle vene, fu la vista di quelle inconfondibili figure blu e nere dagli occhi verdi privi di iride; i ninja d'ombra correvano e saltavano da una parte all'altra del villaggio come scimmie impazzite, distruggendo le case e saccheggiando i loro interni, uccidendo chi si metteva sulla loro strada.

Berenice afferrò il suo bastone Bō, mentre Evelyn sfoderò la sua Katana impugnandola con forza "ALL'ATTACCO!!!" urlò a pieni polmoni seguita dalle urla di guerra dei ninja. Con un salto riuscirono a scavalcare le fiamme ritrovandosi all'interno del villaggio, e si sparpagliarono in ogni direzione pronti a combattere.

Quattro soldati d'ombra bloccarono contro il muro di una casa in fiamme due ragazzini, ed alzarono le spade pronti a colpire, ma un'altra spada fu più veloce delle loro: vennero colpiti da quattro raddoppi diagonali ben assestati, squarciando di netto i loro petti dalla vita alla spalla, la ragazza con ancora la spada in posizione diagonale e parte del peso del corpo concentrata su un ginocchio piegato, ghignò mentre sparirono in un ammasso di polvere nera. L'entusiasmo durò poco, Evelyn vide sbucare da ogni parte altri ninja pronti all'assalto, la ragazza tornò in posizione eretta guardandoli con sfida.

"Mettetevi al riparo, a loro pensiamo noi." disse rivolta ai due giovani dietro di lei, li vide annuire e allontanandosi in fretta per mettersi al sicuro, solo allora prestò attenzione ai suoi avversari.

Li invitò a farsi avanti con un cenno della mano, ritrovandosi circondata da una decina di loro "Vogliamo fare il gioco duro eh?" il suo ghignò si allargò nel sentire alle sue spalle un paio di loro avventarsi contro di lei, ma Berenice la precedette atterrando con una tripla capriola al centro del cerchio, colpendoli alla testa roteando il bastone con velocità e trafiggendoli con due kunai una volta a terra. 

"Pensavo che le grandi entrate in scena, fossero esclusiva di Amber." commentò affiancandola.
"Non mi dispiace farlo ogni tanto. Allora, ci occupiamo di loro?" rispose con un sorriso sicuro mettendosi in posizione d'attacco.
"Oh, ci puoi contare!" 

Si lanciarono contro i ninja iniziando una lotta molto accesa, Berenice tese il bastone davanti a sé in orizzontale fermando due spade nemiche, con forza li spinse indietro permettendole di colpirli entrambi allo stomaco mettendoli al tappeto, un ninja appostato su un tetto di una piccola casa cominciò a tirarle stelle ninja a raffica, la ragazza con uno scatto, corse verso il ninja evitando con veloci deviazioni le stelle appuntite, con il bastone si diede la spinta necessaria per saltare sopra il tetto atterrando proprio davanti alla faccia del soldato, lo colpì con un forte pugno facendogli perdere le stelle ninja e, prima che potesse cadere giù, l'afferrò per il colletto, sfoderò uno dei suoi kunai dalla giarrettiera piantandoglielo con forza nell'occhio, solo dopo mollò la presa facendolo cadere al suolo, sparendo sottoforma di cenere prima ancora dell'impatto. 
Alzò il viso guardando Evelyn affrontare uno dopo l'altro i nemici sia con la spada che a mani nude, constatò che poteva cavarsela anche senza di lei e si guardò intorno: le fiamme si stavano espandendo pericolosamente chiudendo ogni via di fuga; molte persone erano ancora all'interno del villaggio protetti dagli altri guerrieri, ma non sarebbe servito a niente se l'esito era il morire bruciati. 
Si spremette le meningi cercando di ignorare il caldo infernale creatosi intorno a lei, spostò gli occhi da una parte all'altra in cerca di qualcosa che avrebbe potuto permetterle di aprire un varco fra le fiamme, finché trovò un carretto pieno degli stessi fuochi che usavano alle feste, bastò un'occhiata per farle venire un'idea, ma aveva bisogno di aiuto. 

Saltò giù dal tetto correndo verso i guerrieri intenti a proteggere un gruppo di persone, Federico, Liam e Kevin erano in prima fila non permettendo a nessun soldato di passare oltre il muro umano che avevano inalzato, sebbene i ninja d'ombra fossero creature inarrestabili che non conoscevano la fatica umana. 

"Eh no! Non ci provare!" Liam fermò un ninja colpendolo con i suoi nunchaku in pieno volto stordendolo, per finirlo gli perforò la testa con il negishi, un ago da lancio spesso pochi centimetri e tendenzialmente mortale.
"Bel colpo ami...AH!!!

Una stella ninja prese il polso di Kevin ferendolo, il ragazzo strinse i denti e se la sfilò con un gesto rapido "Maledetti...questa me la pagano." si tolse la fascia blu dalla fronte, passandola alla meno peggio intorno alla ferita fermando l'uscita del sangue.
"Ti hanno beccato Kev?" chiese Federico mentre bloccava due ninja con la spada.
"Niente di grave tranquillo! Pensiamo a loro piuttosto!" disse puntando contro i nemici il kusarigama, roetando velocemente la catena attaccata alla base dell'arma.

Federico annuì, passandosi il dorso della mano sulla fronte asciugandosi il sudore  "Questi mostri sono duri a morire, ma prima o poi dovranno farlo no?" sogghignò sfidando con lo sguardo cinque ninja di fronte a lui.
Daya era preoccupata "Se non ci sbrighiamo, finiremo tutti all'altro mondo! Dobbiamo portarli via da qui!" disse alludendo alle persone impaurite dietro di loro, strette l'una all'altra.

"Ragazzi ho un piano!" 

Berenice li raggiunse correndo, togliendo dalla sua strada due ninja, uno con un colpo di tallone spaccandogli
la mandibola e l'altro, con un calcio ruotato a mezz'aria spedendolo dall'altra parte della strada.

"Cosa tu avere in mente?" chiese Ida stringendo i suoi tonfa, pronta a qualsiasi cosa. 
"Questo:  Helena, Filipe, Jiro, Takeo e Kevin con me! Tutti gli altri rimanete qui e continuate a proteggerli, al mio segnale portateli verso di noi!" 

I ragazzi nominati seguirono subito Berenice verso il carretto, facendosi strada attraverso i ninja a colpi di karate ed armi, i rimanenti strinsero i denti più che potevano.

"Forza, dobbiamo dargli tempo! VAMOS!" urlò Federico capendo il piano della castana.

Tornò in posizione d'attacco puntando la spada contro i nemici, ma un urlo di donna attrasse la sua attenzione facendolo rabbrividire: Federico vide una bambina minacciata da dei ninja d'ombra, e la madre al suolo tenuta ferma da altri due nemici, cercò subito di precipitarsi da lei, ma altri ninja gli sbarrarono la strada bloccandolo, il ragazzo ringhiò innervosito "LEVATEVI DAI PIEDI!" i ninja lo ignorarono saltandogli addosso e cominciando una lotta furiosa, Federico era in bilico, doveva restare a proteggere i civili, ma l'ultima cosa che voleva, era vedere una bambina morire davanti a lui.

La bambina e la madre furono state separate a forza da quattro ninja, la bambina era rannicchiata contro il muro con le mani sulla testa avvolta da singhiozzi e un pianto disperato, mentre due ninja erano in piedi davanti a lei guardandola con freddezza, la madre era bloccata al suolo con una ferita al fianco destro impregnata di sangue fresco e tagli ovunque, nel tentativo di salvare la sua piccola. 
Urlò, si disperò, li pregò di uccidere lei e lasciare andare sua figlia, ma fu inutile, li vide alzare le spade nell'atto di colpirla, in preda all'istinto materno tentò di liberarsi, ma dovette cedere quando le perforarono la spalla con la lama di una spada, il dolore e la perdita di sangue la fecero riversare a terra per la fatica. La piccola poté solo stringere gli occhi attendendo la sua fine.

Passarono interminabili secondi ma nulla accadde, la bambina anziché le lame, sentì un lieve vento alzarsi per un fugace momento dal suo lato sinistro, spostò di poco le braccia intimorita, vedendo davanti a sé una ragazza dai capelli mossi con il busto in avanti, la gamba sinistra tesa all'indietro e la destra piegata, le braccia tese nel colpo appena dato con la spada, decapitando in una volta sola entrambe le teste dei ninja, i corpi caddero al suolo con tonfo dissolvendosi subito dopo.
Era sbucata all'improvviso dalle fiamme, silenziosa e al tempo stesso letale, la figlia era a bocca aperta per lo stupore e la paura non ancora passata; la donna invece sorrise lievemente prima che un'ondata di lacrime di sollievo le scendessero dal viso, guardò il cielo ringrazziando i Kami e lasciò andare delicatamente la testa al suolo. 
Evelyn si girò verso la piccola prendendola subito in braccio, lei le si aggrappò al petto capendo che voleva aiutarla, nascondendo il viso nel suo petto, la ragazza la strinse a sé accarezzandole la testolina di capelli neri e si girò verso la madre inerme. Tremò leggermente aumentando la presa sul manico della spada, un'altra bambina era rimasta orfana e lei non poté fare niente per evitarlo.

Un pericoloso "crack" la mise in guardia, strinse la bambina e si buttò subito di lato evitando la caduta di un albero in fiamme che crollò sopra una capanna, si rimise in piedi vedendo con impotenza, il corpo della donna venire invaso dalle fiamme portate dall'albero, la piccola si girò per vedere ma la ragazza fu più lesta mettendole subito una mano sugli occhi. 
Corse via invocando il perdono della donna nella sua mente, raggiunse Federico e gli altri guerrieri che intanto costrinsero i ninja alla ritirata, il ragazzo le si avvicinò preoccupandosi per il suo volto turbato.

"Evelyn, ma cosa..."
"Dobbiamo andarcene." tagliò corto con tono freddo "Stanno battendo in ritirata, dobbiamo approfittarne ora!" 
"Berenice avere piano di fuga, noi dovere aspettare suo segnale!" la informò Ida.

Berenice e i ragazzi intanto, avevano legato ai kunai i piccoli fuochi trovati sul carretto, il piano era lanciarli verso le fiamme in modo che l'esplosione provocata, spegnesse una parte dell'incendio aprendo una via di fuga.

"Forza, lanciate!" ordinò, e una pioggia di kunai venne lanciata contro il muro di fiamme provocando una forte esplosione appena vennero a contatto con il calore.

Il piano riuscì, fra le fiamme si era aperto un varco grande abbastanza da far passare tutti, Berenice si affrettò a dare il segnale fischiando con le dita, con il via libera Evelyn fece muovere le persone intimandole alla calma e per tutto il tempo, non smise di stringere la piccola ben ancorata a lei. Una volta usciti si allontanarono verso la costa, i guerrieri misero su un accampamento d'emergenza, c'erano feriti che andavano curati, ma avevano bisogno di medicine che non avevano.

"Berenice, manda Hawk all'Accademia, abbiamo bisogno di aiuto e medicinali, subito!" 

Berenice non se lo fece ripetere due volte, staccò un pezzo di pergamena dal suo taccuino mezzo bruciato, scrisse velocemente con una piuma d'oca impregnata con ancora un po' di inchiostro, lo arrotolò mettendolo dentro la piccola borsetta legata attorno alla zampa di Hawk e lo mandò verso l'Accademia.

"Hurry up Hawk." mormorò vedendolo volare via. Nel frattempo andò ad aiutare i suoi compagni come meglio poteva, sperando che le lezioni di medicina di Narumi potesse aiutarle.

Un altro attacco era stato sventato, che il destino avesse voluto o meno la loro presenza nei pressi di quel villaggio, nessuno lo sapeva, ma tutti tirarono un sospiro di sollievo, quando poterono tornare a respiarare aria fresca al posto del fumo soffocante e continuare a vivere. 


Angolo della sadica

Sì esatto, ho fatto un casino cancellando la storia, ma spero di aver rimediato.
Comunque, eccoci qua con questo capitolo un po' turbolento, forse sono stata crudele ma abituatevi che io ci vado a nozze con le morti improvvise, quindi vi metto l'ansia dicendovi: aspettatevi di tutti tesori <3

"Sei un po' sadica oh sbaglio?"
"Ma cosa...Amber??!! "
"No, sono Orifus guarda!"
"Percarità oh! Sei scappata dalle grinfie di Hanako?"
"Per miracolo! E poi, volevo curiosare nel backstage...se sapessi cosa sia."
"Quello che stai facendo adesso -__-"
"Oh bene! Colgo l'occasione per salutare tutti i lettori! Seguiteci che ora comincia il bello!"
"Stai muta e torna nella storia!" 
"Ops scusa. Ci si vede!"  (si dilegua)

Andiamo bene, adesso si mette pure a spifferare. Dicevo, per schiarvi le idee ho messo delle  foto e le traduzini delle lingue, e che altro dire....fatemi sapere se ci sono errori che a volte mi si appannano sia gli occhiali che gli occhi XD, come ultima cosa, vi informo che pubblicherò il 5 o 6 di ogni mese. Grazie a tutti quelli che mi seguono, buona serata :)


proklyatiye*: maledizione (russo)
Shohi*: scacchi giapponesi

dragon-fighter-ninja-costume-for-women-bc-809101    (link per la divisa da ninja delle ragazze, è la prima che vi mostra)
blades-of-death-mens-ninja-costume
 (link per la divisa dei ragazzi, è sempre la prima che vi mostra)






 



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Capitolo 5
*** A spada tratta ***


                                         A spada tratta

 

Il Sole iniziò a tramontare sulla spiaggia divenuta un accampamento medico da quasi due giorni; Berenice si guardò intorno per assicurarsi che tutti ricevessero le giuste cure, lei stessa si era messa in prima fila aiutando a medicare le ferite dei superstiti, con i medicinali e le bende portate da Ann. Era arrivata con il suo plotone in tempo record, e non ci fu bisogno di spiegarle niente, era la migliore allieva di Narumi in fatto di medicina e si mise subito a lavoro mentre Berenice, la guardò ammirata nel vederla ricucire una ferita profonda di un uomo senza impressionarsi; le dita erano sporche di sangue, ma non se ne curò, continuava il suo lavoro con calma e precisione, disnfettando ogni tanto l'ago sul piccolo fuoco accesso accanto a lei.
Allontanandosi dal gruppo per riflettere un momento, Berenice notò che il fumo proveniente dal villaggio, si era del tutto assopito e tirò un sospiro di sollievo: era una delle rare volte che intervenivano tempestivamente per fermare la carneficina di quei mostri, sebbene fosse impossibile salvare un villaggio intero, avevano salvato metà dei contadini, da una parte era felice, dall'altra era dispiaciuta per non aver potuto fare niente per gli altri.

"Stai bene?" le chiese una voce maschile alle sue spalle. Girandosi vide Kevin sorriderle gentilmente e in maniera rassicurante, come se le avesse letto nel pensiero.

"I'm fine...cioè, bene grazie." rispose con un piccolo sorriso anche se la presenza del ragazzo la mise a disagio, e le parole di Evelyn a riguardo, non l'aiutarono a nascondere un lieve rossore sulle gote.

Dimenticò in fretta quei pensieri passandosi una mano fra i capelli lunghi, tirandoli indietro con un gesto fluido sperando che il ragazzo non se né accorgesse, sarebbe stato imbarazzante per lei farsi vedere con quell'atteggiamento, per cui si tranquillizzò e torno a guardare Kevin che per tutto il tempo non aveva smesso di sorriderle, e lì Berenice notò qualcosa che la fece vacillare mentalmente: quello che le aveva rivolto, era un sorriso dolce.

Si accigliò sorpresa da quel comportamento e guardandolo meglio, non capì come un viso allegro e spensierato come il suo, potesse avere due occhi così penetranti e svegli, a modo loro ovviamente, non che Kevin fosse particolarmente intelligente, ma era degno della sua fiducia, cosa che in pochi riuscivano a conquistare. Si soffermò a lungo sulla benda al polso, provocandole una stranza sensazione d'ansia.
"Ti fa male?" chiese indicando con un cenno del capo, il polso.
Kevin fece movimenti circolari con il polso testandone la mobilità "Non tanto, è solo un graffio ed Ann ha detto che guarirà senza problemi. Ti sei preoccupata per me?" le chiese tranquillamente, senza sapere quanto quella domanda l'avesse spiazzata.

"Mi preoccupo sempre per tutti voi, ovvio." si affrettò a dire sentendo di nuovo le guance calde "Dunque, c'è qualcosa che non va?"
"No, volevo solo dirti che sei stata brava oggi...cioè lo sei sempre e che è stata una grande idea quella di far scoppiare il villa...no! Insomma, far esplodere il fuoco per farci uscire ecco." le disse riuscendo con fatica, a nascondere l'imbarazzo.
"Oh..grazie." sorrise lusingata di quel complimento inaspettato "Ho fatto ciò che ho ritenuto necessario al momento. Anche tu sei stato in gamba, distrazioni a parte ehehe." ridacchiò per smorzare un po' l'aria fin troppo intima per lei.
Il ragazzo arrossì leggermente sapendo che aveva ragione, ma suscitando anche la perplessità di Berenice, perché arrossito? Forse aveva detto qualcosa che non andava?

Scosse la testa recuperando la lucidità " Be-Berenice, volevo dirti anche che...ehhh." le parole gli morirono in gola non appena agganciò i bellissimi occhi blu della ragazza.
"Che?"
"Beh...eh...io...vedi." si sentiva scoppiare, le parole erano nella sua testa, ma era come se la bocca si rifiutasse di dirle ciò che pensava "Vo-Volevo dirti che tu sei...no! Che io so-sono, ohàtkozott!* si lasciò sfuggire andando in tilt. Dal canto suo, Berenice si stava preoccupando "Kevin? Tutto bene?" chiese incerta, e appena cercò di posargli una mano sulla spalla come per aiutarlo, Kevin si mise a parlare a raffica.

 
Scu-Scusa! Volevo solo dirti che mi sento onorato di essere nel tuo plotone" Ora...ora...DEVO ANDARE CIAO!"
 

Sparì più in fretta di com'era apparso come solo un ninja sa fare, era letteralmente fuggito lasciando giusto un po' di sabbia smossa, Berenice rimase interdetta con la bocca semiaperta, se prima pensava che Kevin fosse un po' strano, ora ne era del tutto convinta. Inaspettatamente però, gli angoli della sua bocca si piegarono all'insù "Anche per me, Kevin." 

La scena, venne vista interamente da Evelyn con la coda dell'occhio, si coprì la bocca con una mano trattenendo le risate, avendo capito le intenzioni di Kevin, non andate proprio secondo i suoi piani. 
Seduta vicino a lei, la bambina che scoprì chiamarsi Mei, giocava a costruire piccoli castelli di sabbia decorandoli con le conchiglie, Evelyn la guardò, intenerita da tanta innocenza che caratterizzava ogni bambino; da quando l'aveva salvata, Mei era rimasta al suo fianco senza fiatare, all'inizio Evelyn non ci diede peso pensando che fosse dovuto allo spavanto, ma parlando con qualcuno del suo villaggio, venì a sapere che la piccola era muta dalla nascita. In quel momento capì anche il perché non avesse emesso un suono quando fu costretta a dirle della scomparsa di sua madre, l'aveva visto solo versare lacrime in silenzio che ferirono il suo cuore da impavida guerriera. 
Ciò che la stupì di più, fu la capacità di recupero che aveva, fu difficile, ma grazie a lei, all'amore delle ragazze dei plotoni e, ai giochi improvvisati dei ragazzi, sia lei che gli altri bambini, recuperarono il sorriso.


Posà una mano sul capo della piccola, accarezzandole la corta chioma scura con dolcezza "Mei nǐ hái hǎo ma?*" le chiese in cinese, Mei alzò la testa guardandola con quei piccoli occhietti a mandorla, fece segno di "sì" ricambiando il sorriso e tornando a finire la sua opera con la sabbia.

"E' una piccola guerriera anche lei, no Evelyn?" 
Evelyn arrossì di botto vedendo Federico, sedersi vicino a loro sulla sabbia candida "S-Sì, è pro-proprio una piccola guerriera. " confermò imbarazzata.

"E' stata fortunata che ci fossi tu nei paraggi, se solo quei dannati mostri non mi avessero intralciato la strada, magari avrei potuto..."
"Non darti colpe Federico, ti prego." affermò con un tono di voce diventato improvvisamente severo "La colpa è solo di Orifus, ma non avrà vita facile, lo troveremo e gli faremo pentire di tutto il male che ha fatto."
Federico restò colpito e ammaliato, era impressionante la determinazione e il coraggio che gli dimostrava ogni volta, degna di una forte  guerriera, Evelyn era tutto ciò che cercava in una ragazza e 
fu così che si innamorò di lei, per non parlare della sua bellezza poi, era qualcosa che lo incantava come se la vedesse sempre per la prima volta. Evelyn invece era agitata dentro: sentì lo sguardo penetrante del ragazzo addosso, come se la stesse scrutando nel profondo.

"Esta bien, hai ragione. Direi che siamo stati anche fortunati oggi, non abbiamo perso nessun compagno."
"Già, molto fortunati direi." precisò sollevata che i suoi amici fossero ancora con lei, anche se nel suo cuore, conservava i ricordi di molti dei loro compagni periti per mano dei ninja oscuri, tra cui alcuni del suo plotone.  

"Senti Evelyn..." cominciò il ragazzo dopo un attimo di silenzio.
"S-Sì?" chiese non potendo evitare di perdersi negli occhi grigi del ragazzo e, sentendo il battito cardiaco accelerare il ritmo.
"Ci tenevo molto a darti una cosa..." così dicendo tirò fuori dalla tuta, un piccolo braccialetto di perle, di cui la più grande era al centro e a forma di cuore "L'ho fatto per te, spero che ti piaccia." lo pose nella mano tremolante della ragazza che lo guardò ad occhi più che sgranati.

Evelyn boccheggiò, non ci credeva, non poteva crederci! Federico le aveva appena fatto un dono bellissimo che mai si sarebbe sognata di possedere "Federico..." mormorò piena di gioia "E' davvero bellissima." alzò lo sguardo incontrando quello del ragazzo sorridendo dolcemente, venendo ricambiata, ma rimase di sasso quando sentì la mano del ragazzo prendere la sua ed avvolgerla insieme al bracciale.
"Evelyn io...voglio dirti che...
"Eh...scusate se vi disturbo, ma dovrei parlare un momento con Evelyn."


I due ragazzi si bloccarono sul posto, alzarono lo sguardo all'unisono verso Ann, visibilmente a disagio per essersi intromessa. Federico lasciò subito andare la mano della ragazza, si alzò in piedi sospirando e poi sorridere alle due ragazze "Vi lascio sole." 
"Asp-Aspetta! Po-Potresti portare con te Mei? Solo per qualche minuto." lo fermò prima che potesse andare via, a dire la verità fremeva dalla curiosità di sapere cosa stava per dirle, ma come sempre c'erano prima i doveri e lei doveva dar spazio prima a quelli.

Il ragazzo le sorrise capendo la situazione, prese Mei in braccio e diede il via libera ad Evelyn facendole un occhiolino, la ragazza espose la solita faccia incantata mandando il suo cervello nel regno delle fantasie proibite, salutandolo con gesto della mano con quella poca lucidità rimasta. 

Ann le sventolò una mano davanti agli occhi
 per tentare di risvegliarla "Yuuu! C'e nessuno qua?" 
"Eh? Cosa? Ah sì sì, ci sono. Dovevi dirmi qualcosa Ann?" il tono era evidentemente infastidito accompagnato da un sorrisino nervoso.
"Scusa Ev, ma dobbiamo parlare di loro." indicò la gente sulla spiaggia "Dobbiamo spostarli da qui, e anche noi dobbiamo muoverci, non è prudente rimanere troppo a lungo."
"Sì, hai ragione. Ci ho pensato e credo che portarli al villaggio di Huángjīn, sia la cosa migliore. Ci sono i samurai dell'Imperatore lì, ed è il villaggio che ha resistito più di tutti agli attacchi dei nemici."
"Ok e...lascerai anche lei?" 
Evelyn sospirò dispiaciuta "Sì, Mei deve stare con la sua gente, alcune madri sono disposte a prendersi cura di lei, starà bene."
"Ti sei affezionata a lei, nicht wahr?*"
"Già e non avrei dovuto. Ma è stato più forte di me, in qualche modo mi sono rivista in lei." 
"Cioè, è piccola ma ha già capito come vanno le cose?" azzardò incrociando le braccia.
Evelyn rise "Ehehe, direi di sì."  
"Bene, allora do gli ordini di prepararsi, partiamo domani mattina." la vide annuire ricordandosi poi di una cosa "Ev, spero solo che non sarà un trauma per Mei separarsi da te, anche lei ti è molto affezionata." 
"Le parlerò, è piccola ma sveglia, capirà." 
"Lo spero."

Ann si allontanò per controllare i feriti, lasciando Evelyn a godersi la brezza marina; lì vicino alla riva, vide Federico giocare con Mei, facendola volteggiare per aria e farla ridere con il solletico "Sarebbe un padre perfetto." si ritrovò a pensare con aria sognante, portandosi dietro l'orecchio una ciocca di capelli sollevati dal vento. Si chiese se anche lei sarebbe stata una brava madre;  tutto ciò che aveva imparato della maternità, l'aveva appreso da Kaede, crescendola con amore e insegnandole il significato dell'essere giusti e aiutare chi ne ha bisogno, per tutto quello che ha fatto per lei, Evelyn non l'avrebbe mai dimenticato.



***

La mattina seguente, il plotone di Evelyn e Ann, scortarono i contadini verso il villaggio di 
Huángjīn, situato su una vasta pianura con intorno grandi campi di riso e verdure, mentre Berenice avrebbe riportato all'accademia il carico di sale; prima di partire, fece portare un messaggio a Tiara tramite Hawk, chiedendole di venirle incontro per avere una mano in più, in caso di attacco. Intanto al villaggio, vennero accolti dai Samurai di guardia, che li fecero passare scortandoli nella piazza principale. Ann radunò i medici del posto, spiegando loro la gravità di alcuni feriti, una cosa che avrebbe volentieri fatto Evelyn piuttosto che trovarsi in quella situazione: la sera prima, quando disse a Mei che sarebbe stata adottata, la piccola reagì attaccandosi a lei con tutte le forze singhiozzando, Evelyn rimase spiazzata da quel gesto, credeva che sarebbe stata felice di poter continuare con la sua vita e giocare con tanti altri bambini, poteva persino andare a scuola! A malincuore dovette essere più dura, spiegandole che se fosse rimasta con lei, avrebbe vissuto con l'ansia ogni giorno e che la vita di una guerriera era fatta di pericoli.
Mei scosse la testa con forza, ma fu costretta ad accettarlo quando venne caricata contro la sua volontà su Perla, restando per tutto il viaggio con il visino verso il basso, non si girò mai nemmeno verso Evelyn quando le chideva se avesse fame. 

La ragazza capiva perfettamente quanto stesse soffrendo, ma per il suo bene, non avrebbe mai cambiato idea.
 L'affidò a Ting, amica intima della madre e raggiunse Ann.

"Come procede?"
"Fatto tutto. I medici provvederanno alle cure e saranno smistati in alcune case."
"Ottimo, allora possiamo andare, meglio essere all'accademia entro sera." in realtà voleva allontanarsi, sentiva che Mei la stava guardando e forse era anche arrabbiata, più si sforzava di esserle indefferente, più sentiva la negatività della bambina.


"Un momento...negatività?" ripeté ad alta voce colpita da un tremendo presentimento "No...non deve succedere!" 
"Ev che hai?!" cercò di chiederle Ann vedendola correre fra la folla, schivando la gente con rapidità.

La ragazza non la sentì nemmeno, si fermò solo appena vide Ting in mezzo ai feriti, Mei era lì con lei, lo sguardo basso seduta su telo con altri bambini, mentre una dottoressa la visitava. Corse ad abbracciarla lasciando la bambina stupita, ma che ricambiò l'abbraccio con un gran sorriso. Le sussurrò qualcosa nell'orecchio, sentendo la bambina annuire col capo, si staccò da lei per poterla guardare: ora Mei le sorrideva, un sorriso che Evelyn si stampò nel cuore e nella testa, un sorriso che le dava un motivo in più per combattere.

La ricongiunse con Ting che la prese in braccio, la ragazza accennò un piccolo saluto e sparì tra la folla. 
Tornò da Ann con un sorriso più sereno "Possiamo andare" saltò in groppa a Perla ed Ann la seguì montando su Moon, il suo cavallo dalla criniera e coda nera, con il manto bianco. 

"Perché l'hai fatto Ev?" le chiese mentre con i loro plotoni, si incamminarono verso l'uscita del grande villaggio.
"Ho sentito in lei troppa negatività. Ho temuto che sarebbe potuta cadere sotto la stregoneria di Orifus."

"Oh! Hai fatto bene allora, quel Diavolo è capacissimo di sfruttare anche i bambini pur di sfamare la sua sete di potere." 
Evelyn asserì lo sguardo, fissando un punto imprecisato davanti a sé "Potere...tutto questo per il potere. Come può qualcuno diventare così meschino per del potere?"
"Qualcuno che non ha niente da perdere forse?." suppose vedendo Evelyn pensierosa.
"Tutti hanno qualcosa da perdere Ann. Se solo sapessimo qualcosa in...ANN! GUARDA!" esclamò all'improvviso indicando l'entrata del villaggio, dove un uomo barcollante pieno di ferite, si stava trascinando con fatica, lasciando dietro di sé una scia di sangue.

Le due ragazze corsero verso di lui, prendendolo al volo prima che cadesse al suolo stremato dalla fatica e dalla forte perdita di sangue; si resero conto che era un Samurai, sebbene dell'armatura c'era rimasto poco e niente, fu uno spettacolo orribile: era martoriato da capo a piedi con ancora delle stelle ninja conficcate nel ventre, e una punta di lancia che lo trapassava nella spalla.

Ann lo reggeva mentre Evelyn gli prese il volto dolorante con entrambe le mani "Chi ti ha ridotto così?"
L'uomo aprì di poco gli occhi e cercò di prendere fiato per parlare con la bocca impastata di sangue "Loro...li hanno uccisi tutti...nella foresta...cof cof."

Espirò per l'ultima volta gettando indietro gli occhi, ed Ann lo pose delicatamente a terra chiudendogli le palpebre; per farlo dovette estrargli una stella ninja dalla scapola e quest'ultima, le rivelò qualcosa di terribile: era una particolare stella ninja a lame retrattili con cinque piccoli teschi disegnati alle estremità.

"Evelyn, guarda." passò l'arma nelle mani della sua amica, anche lei si irrigidì avendola riconosciuta "Pensi che sia lui?" 
La ragazza non le ripose, si alzò direttamente in piedi impugnando la spada "Andiamo a fargli una visitina."
 


***

"Quindi, devo dedurre che non avete trovato niente?" da quando erano arrivati in una radura, Dark passò in rassegna la refurtiva, scartando le cose inutili e controllando quei pochi goielli con le pietre preziose rubate, si accorse subito che nessuno di loro corrispondeva alla descrizione fatta dal suo signore e un po' se lo aspettava, non era un villaggio con chissà quale ricchezza, ma provare non costava nulla, almeno per lui.

"Pietre con scarso valore..." si rigirò fra le mani delle agate e dei granati "Il padrone non ci ricaverebbe niente neanche fondendole. Una spedizione inutile, abbiamo perso solo tempo." buttò a terra con rabbia il sacchetto calpestandolo "E si sono messi in mezzo, anche quei maledetti ficcanaso di ninja!" 

I soldati non batterono ciglio, rimasero a fissarlo con quell'aria assente che li caratterizzava, per tutto il tempo che il Generale camminò avanti indietro decidendo il da farsi, quando gli venne un'illuminazione guardando i corpi di alcuni samurai ai suoi piedi, che lui stesso aveva ucciso con la sua spada. 

"Mhmhmh...c'è quel villaggio vicino alle colline, potrebbe riservare delle sorprese. Ma non oggi, ci sono troppi samurai e anche i ninja impiccioni. Meglio prepararsi a dovere." pensò ghignando. Si voltò verso i suoi sottoposti con aria dura "Muovetevi ammasso di morti! Si torna al castello!" 
"Così presto Dark?" 

Al sentire quella voce così fastidiosamente familiare, il Generale si voltò di scatto, prendendo in pieno petto un kunai appuntito, grazie all'armatura non gli recò alcun danno, anche se sentì la punta sfiorargli la pelle sotto la protezione. Solo una persona era capace di scagliare così forte un'arma.
Alzò lo sguardo nascosto dall'elmo verso le cime di un albero, incontrando quello determinato di Evelyn, riconoscendo al suo fianco, anche quella che secondo lui era l'umana più cadaverica dei suoi soldati: Ann.

Si staccò il kunai rispedendolo al mittente con la stessa velocità, sghignazzò divertito vedendo Evelyn prenderlo al volo, ad un centimetro dal suo viso "Bene bene. Da quanto tempo signorine." le vide fare un gran salto atterrando davanti a lui, i soldati misero subito mano alle armi attendendo l'ordine del loro Generale.

"Tre mesi per la precisione. Non che ci sia dispiaciuta l'idea di non rivedere più la tua faccia metallica." lo sbeffeggiò Ann mettendo mano ai pugnali Sai.
"Un peccato. Vedo che siete sole, non avete portato un po' di amici?"
"Per farti divertire ad ucciderli? Scordatelo testa di metallo." rispose duramente Evelyn, l'aveva fatto di proposito il dividere i plotoni con la scusa di cercare i ninja. Entrambe avevano supposto la presenza di Dark e conoscendo il suo livello di potenza, nessuno di loro sarebbe stato in grado di tenergli testa e le conseguenze le avevano viste davanti ai loro occhi, perdendo proprio a causa del cavaliere, molti dei loro amici.

"Voi due? Contro di noi? Ahahahahaha! Signorine, forse non avete notato una cosa: siamo in vantaggio numerico." 
"Una quindicina di soldati più te, dovrebbero farci arretrare? Quanta autostima." estrasse la katana puntandogli contro la lama "E poi...non è stato difficile far fuori molti di loro." 

Era un chiaro atteggiamento di sfida, Dark non rispose ed alzò il braccio sinistro unendo il dito medio al pollice "Allora...vediamo come ve la cavate adesso." 

Allo schiocco delle dita, i soldati d'ombra partirono all'assalto: due di loro lanciarono delle stelle ninja contro Ann, la ragazza impugnò i Sai e con mosse veloci, colpì le stelle ninja rispedendole indietro, centrandoli in pieno volto, con uno scatto si portò di fronte a loro e con il pugnale sinistro perforò la gola di uno, mentre l'altro tentò di colpirla con la spada, Ann evitò la lama spostandosi di lato e prima che il soldato se ne accorgesse, Ann gli diede una ginocchiata allo stomaco facendolo piegare e con il pugnale, gli perforò con un affondo netto, la nuca.

"Avanti il prossimo!" li sfidò roetando con velocità i pugnali fra le dita, un altro soldato gli piombò alle spalle, la ragazza avvertendone la presenza, saltò in alto facendo una verticale all'indietro atterrando a ginocchia piegate dietro le spalle, rimanendo piegata su suoi arti, con un solo pugnale tagliò le gambe del ninja buttandolo a terra e facendolo scomparire.

Evelyn da parte sua, non risparmiò fendenti a nessuno, muoveva la spada così abilmente che neanche uno di quei morti viventi riusciva a starle dietro. Uno dei nemici le si parò davanti colpendola con un calcio allo stomaco, la ragazza incassò il colpo cercando di recuperare subito l'equilibrio per evitare un pugno in pieno volto: piantò i piedi al suolo e con un movimento veloce del busto, mozzò il braccio del suo nemico. 

L'istante che si fermò per riprendere fiato, sentì un movimento inquietante alle sue spalle: Dark era dietro di lei con la sua possente spada alzata per colpirla brutalmente, Evelyn assottigliò gli occhi impugnando con entrambe le mani il manico della sua katana, si girò di scatto con un ringhio trattenuto fermando la spada del Generale. Entrambi si ritrovarono faccia a faccia con solo le spade a dividerli.

"Attacchi sempre alle spalle eh?" spinse di più la spada contro quella di Dark per evitare di farla avvicinare troppo, anche se aveva l'elmo, ci avrebbe scommesso il suo onore che quel balordo, stava sghignazzando fregandosene delle sue parole.
"La lealtà è per i deboli...Evelyn." 

Sentire il suo nome pronunciato da lui, le lasciò un senso di disgusto così amaro che la costrinse a spingere via la sua spada, arretrando con velocità per poter vedere bene il nemico "Quelli senza lealtà e onore come te Dark, non meritano neanche di parlarne!" gli rispose velenosa.
Dark rise sguaiatamente "Ahahahaha! Quanto sei ridicola ragazzina! Ora capisco perché siete sempre un passo indietro a noi!"

Evelyn non lo ascoltò e attaccò di nuovo, ricominiciando un duello alla pari, il rumore metallico delle spade risuonava per tutta la radura così come gli ansimi della fatica che cominciarono a irradiare il corpo di entrambi i combattenti, Evelyn parò l'ennessimo fendente ma non vide in tempo il pugno dritto in faccia di Dark, riversandola al suolo con violenza. Ansimò tentando di rialzarsi con l'aiuto della spada, la parte sinistra del viso pulsava, ma aveva decisamente visto di peggio contro di lui; il Generale ghignò avvicinandosi a lei e alzando la spada per colpirla nuovamente, ma in suo aiuto accorse Ann, che una volta liberatasi dei soldati, corse a tutta velocità verso Dark.

"Stai lontano! IHAAAAA!" lo colpì con un potente calcio al collo, mandandolo addosso a un albero, raggiungendo poi la sua amica e aiutandola a rialzarsi.

"Tutto bene Ev?" le chiese alzandola per le spalle.
"Sì tranquilla. E' solo un graffio." si asciugò il rivolo di sangue dal labbro inferiore con le dita recuperando l'equilibrio "Ora possiamo continuare!" 

Entrambe le ragazze si avvicinarono lentamente verso Dark, che nel frattempo si era rialzato scrocchiandosi il collo "Non male. Non ricevo spesso calci di questo genere." 
"Se vuoi, ne ho ancora. Basta chiedere." gli disse orgogliosa, Ann puntandogli contro il Sai.
"E sei accorto di soldati, possiamo finirla qua!" l'appoggiò Evelyn mettendosi in posizione d'attacco.
"Ehehe, mi piacerebbe molto intrattenermi ancora, ma ora devo proprio andare."  

Rinfoderò la spada e tirò fuori dal sacchetto di pelle legato attorno alla sua armatura, una manciata di polvere scura buttandosela addosso, sussurrando due parole: "Terra oscura." . Le due ragazze non capirono cosa stesse facendo rimanendo comunque sulla difensiva; la bocca si aprì di poco per lo stupore quando videro una luce violacea avvolgere il corpo di Dark. Il cavaliere prima di sparire, le salutò con un cenno della mano metallica come a sbeffeggiarle e sparì del tutto, le due ragazze erano ancora impalate a fissare il vuoto, era completamente sparito, non c'era rimasta neanche la più piccola traccia della sua presenza.

"Ma cosa...come?" riuscì a dire Ann con aria confusa.
Evelyn si avvicinò al punto dov'era sparito, tastando con la mano il fogliame al suolo "Non lo so. Non ho mai visto una cosa simile prima d'ora."

"EVELYN! ANN!"

Le ragazze si voltarono, vedendo uscire dalla foresta il loro compagni e correre verso di loro, Federico fu il primo a raggiungerle e senza neanche pensarci un secondo, abbracciò Evelyn sollevandola da terra "Meno male che stai bene..." le sussurrò nell'orecchio non lasciandola andare.
Ann si mise le mani sulla bocca emozionata per ciò che vedeva, Evelyn invece era immobilizzata con gli occhi spalancati, non sentiva più niente se non le braccia forti di Federico avvolgerle la vita e la schiena, il petto del ragazzo era premuto contro il suo permettendole di sentire il suo battito cardiaco, leggermente aumentato per la preoccupazione, quello della ragazza invece era completamente impazzito, ancora un altro po' e sarebbe esploso se Federico non l'avesse rimessa con i piedi per terra. Solo i Kami sapevano quanto Evelyn stesse faticando per restare in piedi, dato che le gambe reclamavano la discesa verso il suolo il prima possibile. 

Pensò di aver salvato il suo povero cuore, ma quando si accorse di due dita calde accarezzarle il mento, proprio in prossimità del labbro dove fu colpita da Dark, alzò gli occhi verso Federico rimanendo sconvolta da ciò che vide: il viso del ragazzo era contratto in una smorfia di rabbia, gli occhi grigi sempre sicuri e fieri, ardevano di voglia di vendetta. Per la prima volta, fu spaventata da quel comportamento mai visto in lui e, al tempo stesso, attirata con una voglia irrefrenabile di continuare a restare fra le sue braccia.

Il ragazzo si accorse dello stato di trans della ragazza, allontanandosi un po' da lei "Ehm...scusa, volevo solo assicurarmi che stessi bene." le disse con tranquillità, anche se lui stesso si imbarazzò per essersi spinto troppo passandosi una mano fra i capelli e il codino che portava, ma la rabbia non gli era ancora del tutto passata, se mai avrebbe rivisto Dark, lo avrebbe punito lui stesso per averla anche solo sfiorata, nessuno poteva toccarla. Nessuno.

Dietro di lui sentì le risatine dei ragazzi, decise di ignorarli, promettendosi di sistemarli una volta tornati all'accademia. Evelyn era ancora lì con le guance in fiamme, sul suo corpo riuscì ancora a sentire l'odore mascolino del ragazzo, le sue dita sfiorarle il labbro inferiore e suoi forti pettorali scontrarsi con il suo di petto, la cosa le aveva scatenato una strana sensazione che la fece vergognare profondamente, ma la cosa più assurda è che le piaceva anche, arrivando a pensare da non voler più staccarsi da lui pur di continuare a sentirla.

"Ev? Tutto bene?" le chiese Ann con un sorriso malizioso "Evelyn? Non è che ti ho persa davvero stavolta?"
"Ve-Veramente no-non..." 
"Ev ci stanno guardando tutti! Riprenditi!" 

Evelyn sbatté un paio di volte le palpebre, facendo anche un respiro profondo, tornando ad essere quella di sempre "Al-Allora..." si schiarì la voce sentendo finalmente, molto meno caldo di prima "Come mai tutti qui?"
"Diciamo che la risata di Dark, si è sentita parecchio." rispose Liam affiancando Ann "Immagino però, che non sia stato molto fortunato con voi due." ammiccò verso Ann, che roteò gli occhi sorridendo all'evidente tentativo di approccio di Liam. 
"L'abbiamo beccato con la refurtiva, ma alla fine ha lasciato tutto scomparendo nel nulla." spiegò la ragazza dalla carnagione pallida, chiedendosi il perché di quel comportamento.
"Comunque sia, oggi non lo sapremo di sicuro." Evelyn si portò una mano al mento pensierosa "Meglio rientrare, prima avviseremo i Samurai di farsi mandare altri rinforzi dal Giappone. Non voglio rischiare soprese di alcun genere." 
"Agli ordini!" risposero seguendo le loro superiori all'interno della foresta.


***

L'arrivo della sera fece trarre un sospiro di sollievo ai guerrieri, le difese non andavano abbassate, ma dopo lo scontro con Dark, dubitarono che sarebbe tornato all'attacco, almeno per quel giorno. 
Al loro ritorno, Narumi controllò le ferite dei ragazzi, Evelyn ed Ann si riunirono con le loro compagne nella stanza che Tiara e Zena condividevano, raccontando gli ultimi avvenimenti, in particolare, quando arrivarono all'argomento ragazzi, dimenticarono tutto il resto. 

"Quindi...lui ti ha fatto un regalo, ti ha palpato e tu non hai battuto ciglio." decretò Amber sdraiata sul pavimento a pancia sotto, le mani messe a coppa con il mento poggiato sopra.
"Non mi ha palpato Amber! Almeno non come pensi tu!" aveva perso il conto di quante volte glielo aveva detto, si maledì anche per non aver pensato alle conseguenze nel dirglielo: battute maliziose e consigli scandalosi.
"Ah! Allora l'ha fatto!"
"No! E' che...dah!!! Lasciamo stare." sbottò nascondendo il viso in un cuscino fregato a Zena.
Tiara le pizzicò un braccio, facendole sfuggire un ahi "Se ha alzato un po' troppo le mani, vedi di dirmelo. Lo rimetto al suo posto."
"Mi fai male Ti!" protestò sollevando la testa indispettita.
"Pfff, exagerada."
"Oh Ti! Ma non capito che ad Ev, non dispiace?" si intromise Zena incrociando le gambe sul pavimento "Se a lei piace, lascia che il tempo faccia tutto con la dovuta calma." 
Amber emise un verso scocciato "Attenzione, Liang due ha parlato." ricevendo come risposta, una cuscinata in pieno viso. La ragazza si tirò su con il cuscino in mano, lo stesso fece Zena senza battere ciglio.

"Ci siamo..." mormorò Ann spostandosi dalla loro traiettoria, andandosi a rifuggiare al piccolo balcone in legno.
"Non avresti dovuto tirarmi un cuscino..." ghignò ben sapendo come sarebbe finita.
"E tu non avresti dovuto farmi il verso." 

Si guardarono faccia a faccia per alcuni secondi, dopo di che sgranarono gli occhi "GUERRA DI CUSCINI!!!" urlarono insieme tirandosi ogni cuscino che riuscirono a trovare, persino quelli su cui erano sedute Berenice e Tiara. Le due ragazze si ritrovarono col sedere per terra e non lo mandarono giù per niente; si unirono al duo mentre Evelyn riuscì a sgattaiolare via, evitando quelle armi morbidose con agilità. Raggiunse Ann sul balconcino, trovandola seduta sul davanzale in legno a guardare la Luna.

"Riuscita a scappare?" rise sciogliendosi la treccia nera, permettendo ai suoi capelli di respirare.
"Per un soffio! Mi piace la battaglia dei cuscini, ma oggi non ne ho proprio voglia." le disse sedendosi vicino a lei a guardare il cielo.
"Il motivo è per caso un ragazzo?" 
"Sopratutto lui." sbuffò dondolando i piedi nel vuoto "Volevo parlargli, ma stava parlando con Liam e...ora che ci penso! Ma tu e Liam state insieme? Vi ho visto sempre appiccicati!"
Per poco Ann non perse l'equilibrio sconvolta "Was? Nein!* Si-Siamo amici!" 
"E io sono l'imperatore Giapponese!" esclamò Amber sbucando in mezzo alle due "Mi ci vedo sapete?"
"E tu da quanto stai ascoltando?!" chiese Ann sudando freddo.
Amber sorrise birbantella "Vuoi dire: Da quanto stiamo ascoltando."


Ann si girò sentendo un brivido di terrore percorrerle la spina dorsale, e aveva tutte le ragioni per averlo quando vide Berenice, Zena e Tiara sbirciare dalla porta scorrevole.

Amber si strifinò le mani sadicamente "Bene, direi che dobbiamo approfondire un po' le faccende amorose ehehehe."
"Sarà una lunga notte." sospirò Evelyn.
"E io che volevo andare a letto." borbottò Tiara, apparentemente disinteressata all'argomento.
"Allora, sparate tutto!" Amber  prese a braccetto Ann trascinandola nella stanza, mentre Evelyn le guardava divertita convinta di aver detto anche troppo per quella volta, ma Amber non fu dello stesso avviso "Evelyn cara! Vale anche per te!" 
"Assolutamente!" ironizzò scendendo dal davanzale e seguendole in camera.

Darsi ai pettegolezzi per una notte intera con le sue amiche più fidate, quella sì che era prospettiva di normalità quotidiana che sognava Evelyn, anche se sapeva perfettamente, di doversi tappare le orecchie per quello che sarebbe potuto saltare fuori da quella chiacchierata. Infondo non le dispiaceva, pur di mettere nel dimenticatoio quella giornata frenetica, era disposta a farsi dare lezioni di acchiapparagazzi dalle sue amiche; sorrise tra sé e sé, tanto su quel lato non le avrebbe ascoltate più ti tanto, avrebbe seguito il suo cuore, imparando a dare spazio sia a sé stessa che ai suoi doveri.

Un dolce sorriso adornò le sue labbra sfiorando il bracciale di perle, soffermandosi per qualche secondo su quella a forma di cuore ed alzò gli occhi color ocra verso il cielo notturno, ripensando velocemente agli avvenimenti degli ultimi due giorni e non si stupì quando le venne in mente, il visino allegro di Mei, lei e gli altri bambini rappresentavano il futuro che lei stessa, si era ripromessa di garantire anche al loro mondo.
La voce allegra di Amber la intimò per l'ennesima volta a raggiungerle, rientrò chiudendosi la porta scorrevole alle spalle, mentre ripensava alle parole dette a Mei.

Ti voglio bene Mei ed è per questo che voglio che tu rimanga qui, sarai al sicuro, verrò a trovarti appena posso e non preoccuparti, vendicherò la tua mamma.
E' una promessa.

Una promessa che avrebbe mantenuto. A tutti i costi.



Angolo della sottoscritta

Salve popolo! Come andiamo? Se siete riusciti a leggere fino a qui nonostante tutto il caldo che fa, vi ringrazio davvero tanto, è stato un capitolo un po' impegnativo, ma era necessario. Spero che vi sia piaciuto, come sempre vi invito a farmi presente eventuali errori ;)
Sotto vi lascio le traduzioni di alcune lingue difficile da capire, il resto (tipo spagnolo) penso si capisca, grazie a chi legge anche senza commentare, al prossimo mese e buone vacanze a tutti ;)  

Stella 


átkozott: accidenti (ungherese)
Nicht wahr?: non è vero? (tedesco)
Mei nǐ hái hǎo ma?: stai bene mei? (cinese)

Was? Nein!: Cosa? No! (tedesco)



Stella ninja usata da Dark e ninja oscuri
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Capitolo 6
*** Decisioni importanti ***


                                                 
                                                               Decisioni importanti


Come aveva fatto ad arrivare lì? 
Ricordava solo di essersi addormentata come tutte le sere nel suo letto e di essersi svegliata quando sentì qualcuno chiamarla, ma aprendo gli occhi si ritrovò in un'enorme e bellissimo giardino fiorito: sulle alte siepi pendevano grappoli di lillà, insieme a cespugli più bassi di rose rosse appena sbocciate; tutto attorno a lei profumava, distinse nitidamente l'odore delicato di quei fiori sfiorandone qualcuno con le dita. Quel luogo le trasmetteva pace e serenità, nessuno suono, tanta tranquillità e uno strano calore avvolgerla per tutto il corpo.

"E' bellissimo qui, ma come ci sono finita?" si chiese camminando e guardandosi intorno facendo ondeggiare la sottile vestaglia da notte, quel tepore e quell'ambiente la facevano sentire protetta, una sensazione che in cuor suo sentiva di averla già sentita, ma i ricordi offuscati le impedivano di capire il perché.

Si ritrovò a discendere un dislivello di mattoni che la condussero a quello che doveva essere il cuore del giardino, con tutto intorno alte siepi di Viburno bianco, accompagnate dalle Petunie; rimase molto affascinata dal padiglione al centro del giardino, ricoperto di piante rampicanti di rose bianche e rosse. Si avvicinò piano, ammirando ogni fiore che decorava quel posto, poi pose lo sguardo davanti a sé, intravedendo la figura di una donna: ella era seduta su una panchina in pietra al centro del padiglione dando le spalle ad Evelyn, i capelli lunghi e scuri erano mossi dal vento, così come la vestaglia color vaniglia poco più lunga di quella della giovane.
La ragazza si mosse verso di lei restando in allerta.

"Scusi, lei cosa fa qui? Si sente bene?" chiese incerta, la donna non rispose, si alzò in piedi restando di spalle, destando altre domande e curiosità in Evelyn per quello strano comportamento.

"M-Mi scusi se insisto, ma io..."
"Parliamo piano...lui non deve sentirci."
"Evelyn restò colpita da quella voce calda e decisa "Non la seguo, chi è che dovrebbe sentirci? E lei chi è?" ritentò senza risultati, la voce di quella donna era come un qualcosa di melodico, che però nascondeva molti misteri.
"Ti piaceva tanto stare qui...ne è passato di tempo." colse una rosa bianca, rigirandosela delicatamente fra le dita "Ma ora non c'è più." disse tristemente lasciando cadere a terra il fiore.
"Io...non so cosa stia dicendo, di che sta parlando?" tentò di apparire più ferma con il tono di voce, sebbene l'animo coraggioso da guerriera, sembrò abbandonarala davanti a quella donna, come se qualcosa la reprimesse dall'esserle ostile.

Non ho molto tempo...agite prima che la trovi." continuò alzando la testa e guardando il cielo, Evelyn tentò in quel momento di scorgere qualcosa che potesse aiutarla a capire chi fosse, riuscendo solo a intravedere dei lineamenti del viso delicati.
Trovare cosa? Sono confusa, che sta succedendo?"

Quella domanda non ebbe mai una risposta, tutto d'un tratto, vide la donna irrigidirsi e stringersi nelle spalle come percossa a un brivido "Ci ha sentito" mormorò con paura.
"Chi ci ha senti...ma che succede?!" un vento gelido alzatosi all'improvviso, la colpì in pieno costringendola a coprirsi il volto con le braccia, le piante infiore intorno a lei si appassirono, il cielo divenne scuro e un'aria cupa l'accerchiò avvolgendola in una sfera di oscurità.

"NO! NON RIESCO A MUOVERMI! TI PREGO AIUTAMI!"  urlò cercando di richiamare la donna, ma quest'ultima scomparve nell'oscurità venutasi a creare come un fantasma.

Evelyn si sentiva malissimo, opressa, disperata e inspiegabilmente triste "No...no...vattene via." cercò di trattenere le lacrime e la voglia di scoppiare in un pianto disperato,finché sentì la terra mancarle sotto i piedi e una misteriosa forza attirarla verso il basso facendola precipitare nel vuoto.

"NOOOOOOOOOO!"  

Sarebbe morta, ne era sicura.
Nessuno poteva sentirla, né tanto meno aiutarla. Continuava a precipitare divorata dalle tenebre.


Si svegliò di colpo sbarrando gli occhi, aveva il fiatone continuo, il corpo intorpidito e la fronte mandita di sudore.
Un incubo.
Era solo un incubo.
Si sedette sul letto guardandosi intorno con aria agitata: mobiletti in legno, piccolo scaffale con delle erbe medicinali, la sua spada appesa ai gancetti del muro, la luce della Luna far capolino dalla fessura della porta scorrevole lasciata aperta per far passare un po' d'aria, ed Ann dormire tranquillamente nel letto vicino a lei. Era tutto normale.
Sospirò pesantemente passandosi le mani sul viso, respirando lentamente per regolare i battiti cardiaci andati in tilt, le era sembrato tutto così vero che ebbe veramente paura di morire e quella donna poi, le parlava come se la conoscesse. Si alzò piano per non svegliare Ann e prese dallo scaffale una tazza in cera versandoci dell'acqua dalla brocca che tenevano nella loro stanza. Bevve piano rilassando la mente come le aveva insegnato Jitsu, ma avvertì comunque delle vibrazioni negative, ma non da lei, bensì attorno a lei; decise quindi di usare maniere più efficaci.

"Carminem reprimem et tollo." recitò abbassando la testa, Tomoko aveva insegnato loro quella formula che automaticamente, faeva scattare un meccansimo di autodifesa contro gli influssi negativi che qualcun'altro avrebbe potuto fare, creando uno scudo protettivo intorno alla persona.

Mormorò quella frase finché non sentì più quella presenza oscura affliggerla, rilassò le spalle alzando la testa e aprendo gli occhi, qualunque cosa avesse tentato di indebolirla, aveva fallito, le rimaneva solo l'interrogativo più grande: era davvero solo un incubo?
Era troppo stanca per pensarci, per quel momento voleva solo rimettersi a letto e dormire, sperando di non sognare niente
.


***

La grande camera circolare era avvolta dall'oscurità.
Era in piedi, le braccia tese con i palmi delle mani aperti verso la parte più grande della parete del muro, ospitante l'altare decorato ai lati da candele, piccoli vasi in terra cotta contenenti sangue e viscere di animali adagiati su dei pezzi di stoffa rosso sangue e teschi umani attaccati a fili di ferro penzolanti, ciotole con estratti di erbe rare e veleni in polvere; proprio al centro vi era il libro nero aperto. Concentrò la sua energia sul disegno alla parete dell'altare, raffigurante una stella a cinque punte rosso sangue, simbolo dei cinque elementi; il silenzio inquietante venutosi a creare dal momento in cui aveva iniziato la stregoneria nella stanza dei riti voodoo, lo trascinava nel regno delle ombre fatto di sofferenze per le anime imprigionate, ma un luogo di pura beatitudine per lui. Aveva bisogno di ricaricarsi, creare ninja d'ombra costava energia e almeno una volta al mese, durante il novilunio, eseguiva i riti per recuperare la magia persa.
Se avesse avuto la pietra sarebbe stato tutto molto più facile, avrebbe avuto poteri ed energia inesauribili, divertendosi a tormentare per secoli e secoli; si leccò le labbra al solo pensiero, mentre sentiva la magia nera farsi strada all'interno del suo corpo, ricaricandolo di nuove forze, le mani si avvolsero di una strana nebiolina nera-violacea, risalendo poi per le braccia e avvolgendo tutto il suo corpo; alzò la testa gettandola indietro per incrementare il rito.

"Copias tenebris venit ad me, et da mihi potestatem tenebris." continuava a ripetere ad occhi chiusi.

Concluso il rito, con un gesto del braccio evocò una folata d'aria che spense tutte le candele e recuperò il bastone con la pietra poggiato contro il muro polveroso. Batté un paio di volte la base del bastone sul freddo pavimento in pietra, aprendo così con la magia il soffitto della stanza, rivelando il cielo buio dovuto non solo alla notte, ma anche alle nuvole scure con lampi che si alternavano ai boati dei tuoni. 
Ghignò ascoltando come una dolce melodia quei suoni in lontanza; per lui non esisteva la notte o il giorno, ma solo quello che lui stesso aveva creato e distrutto. Quella sera ci era andato molto vicino a distruggere qualcosa, anzi qualcuno.

Era quasi riuscito a vedere il volto di uno dei guerrieri, così da poterlo colpire, ma quella maledetta glielo aveva impedito. Nel momento esatto in cui pensò a lei, una fitta al petto lo fece piegare di poco, si portò una mano all'altezza del dolore digrignando i denti con rabbia "Dannata sgualdrina..." sibilò tornando in posizione eretta "Ci hai provato, ma ricordati: la tua anima mi appartiene. Non potrai combattermi a lungo, svanirai come tutte le altre." era incredibile la resistenza di quella donna, mai nessuno aveva resistito così tanto alla sua magia nera, ma non gli importava più di tanto, era imprigionata come tutte le anime che aveva reso schiave del suo libro e prima o poi sarebbe morta definitivamente.

Alzò gli occhi al cielo esponendo un largo sorriso sadico, da vero pazzoide "Stai sprecando le poche enerigie che hai inutilmente, ma non angosciarti mia cara, MOLTO PRESTO VEDRAI L'ALBA DEL MIO IMPERO! AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA! 


***

"Scusa Zena, mi ricordi il motivo per cui siamo qui?" le chiese per l'ennesima volta Berenice rimanendo con le braccia incrociate, seduta in mezzo agli altri a vedere l'allenamento di due ragazi di fronte a lei. Aveva sospettato qualcosa quando l'amica le chiese di andare con lei a vedere l'allenamento degli altri guerrieri, sospetto fondato quando venne il turno del combattimento di Erik, un ragazzo proveniente dal Regno di Norvegia, lì Zena si fece molto più attenta del solito e appena cominciò, non gli staccò gli occhi di dosso nemmeno per un secondo. Nonostante l'aria annoiata, le parve di vedere Erik sorridere a Zena.
Strabuzzò gli occhi incredula, si girò verso la sua amica trovandola con gli occhi che le brillavano come fossero delle stelle.

"Zena...adesso mi vuoi dire, perché mi hai trascinata qui please? insistette volendo andare infondo alla faccenda.
La bionda intrecciò le mani con fare agitato, facendo sospettare ancora di più Berenice "Beh, volevo venire a vedere lore e...no-non volevo stare da sola ecco."
Berenice sospirò "Non ha senso. Lo avrebbe se fossi venuta per lui."
 indicò Erik intento a fermare le mosse di Liang, Zena non sapeva mentire per niente bene e il suo sguardo smarrito fu la conferma.
"Facciamo che ne parliamo dopo?" più che una richiesta era una supplica silenziosa, Berenice annuì continuando a guardare con poco interesse l'allenamento. 

Sentì dietro di sé una risatina che ben conosceva, con la coda dell'occhio vide Chanel e una sua amica entrambe francesi, ridacchiare e ammiccare verso Erik, la castana le lanciò un'occhiataccia e tornò a guardare l'allenamento con la testa da altre parti, a quanto pare il bel norvegese aveva attirato più dell'attenzione di Zena, pensare poi che facevano parte tutte e due del plotone della bionda, provava un profondo dispiacere per la sua amica, nonostante Zena si facesse rispettare senza problemi.

Quando furono nel grande cortile, si sedettero sulla scalinata di pietra davanti all'entrata dei dormitori femminili, Zena prese un profondo respiro e guardò Berenice con un po' d'imbarazzo.

"Scusa Ber, ero agitata perché avevo promesso ad Erik che sarei andata a vederlo agli allenamenti."
"Strano che l'abbia chiesto proprio a te." 
"Sono stata la sua prima amica qua dentro da quando è arrivato, ma non ho avuto modo di parlarci molto."
"Ah...e cosa sai di lui?" 
"Ehm...solo il nome e da dove proviene forse?" confessò con ironia nervosa.
"Capisco." sospirò ricordandosi poi di un particolare "Meglio che te lo dico: anche Chanel lo guardava, solo un po' troppo civettuola per i miei gusti."
Zena sbiancò "Ch-Che? Ne sei sicura?"
La guerriera annuì "Sai come è fatta. Conosce molto bene i ragazzi  e sa come farsi ascoltare, e non sto parlando di discorsi fatti a voce." precisò con una smorfia di disgusto.

Zena si ammutolì di colpo ripensando alla figura della ragazza, Chanel era la tipica francese dai lunghi capelli dorati con i boccoli e due occhi azzurri da far invidia al cielo, un corpo da urlo che avrebbe volentieri messo in mostra se non fosse per le regole che vigilavano all'interno dell'accademia, la metà dei ragazzi era caduta ai suoi piedi con un solo sguardo ammaliatore, portandoli senza tante storie in luoghi appartati e sfogare i loro istinti animali.

"Sai una cosa Zena? Se non fosse perché è brava a combattere, l'avevo già lasciata ai soldati oscuri quell'oca." 
"Quale oca?" 

Le due ragazze alzarono la testa, trovando davanti a sé, la figura snella di Tiara osservarle con occhi indagatori, la spagnola aveva intuito che stavano parlando male di qualcuno che probabilmente anche lei odiava, e non voleva perderselo.

"Giorno Ti." la salutò Berenice con un sorriso "Stavamo semplicemente parlando di Mrs mi porto a letto tutti." 
"La vìbora rubia*? Che c'è, l'ha fatto con qualcuno nel fienile stavolta?" 
"No ma ha puntato Erik, il tipo che piace a Zena." 
La ragazza divenne rossa fino al midollo "Non è vero Berenice!!" rispose con voce più stridula portandosi poi le mani alla bocca, consapevole di aver alzato il tono di voce.
"Bene, forse è meglio parlarne in privato più tardi." decise in favore dell'amica, trovando d'accordo anche Tiara. 

Berenice abbassò lo sguardo, notando le pergamene che la spagnola teneva sottobraccio "Già finita la lezione con il maestro Oyun?" 
"Sì, lezione sulle tattiche in guerra. Abbastanza facile da memorizzare ma il bello sta tutto nella pratica."
Berenice sospirò pensierosa "Guerra...chissà se prima o poi, arriveremo a quel punto."
"Probabile. Non possiamo fare altro che aspettare." le rispose Zena stringendosi nelle spalle, un po' più rilassata di prima.
Tiara mise una mano sul fianco con fare sicuro "Quanto ancora dobbiamo aspettare? Mi pare evidente che ovunque si nascondi quel gusano*, non abbia alcuna intenzione di farsi avanti!"
"Quindi secondo te, dovremmo andare a prenderlo noi? Nel suo territorio? Non mi sembra il caso Ti."
"Hai qualche altra idea Ber? Lui è in azione da anni. Di questo passo otterrà ciò che vuole, è solo questione di tempo!" 

Con sopresa per Tiara, Berenice annuì seriamente al discorso della sua amica "Lo so Ti. Tuttavia, non possiamo affrontarlo a muso aperto, non sappiamo fin dove si spingono i suoi poteri e se succede qualcosa a noi..." fece una pausa sospirando "...non ci sarà più nessuna speranza per il nostro mondo."

Tiara abbassò gli occhi, dando silenziosamente ragione a lei, era frustrante dover combattere contro qualcuno che non avevano mai visto, né tanto meno affrontato, se solo avessero saputo qualcosa in più su di lui, finalmente avrebbero potuto agire per prime. Come se avessero pensato tutte e tre la stessa cosa, alzarono la testa in contemporanea guardandosi fra di loro.

"E se...cominciassimo noi, a dargli la caccia in maniera più...diplomatica?" propose Berenice sorridendo.
"Solo per il momento almeno." sottilineò Tiara in maniera eloquente.
"Quindi dobbiamo raccogliere informazioni, no?" arrivò al punto la bionda vedendole annuire con un cenno del capo "Bene. Informiamo Amber, Ann ed Evelyn allora!"
Tiara la fermò prima che potesse alzarsi "Dopo. Amber è con Narumi, ed Evelyn non la vedremo per questa mattina." 
Berenice la guardò accigliata "Di nuovo sulla torre?" 
"No. stamattina le è arrivato un messaggio da sua madre." spiegò vedendo la sorpresa sulle facce delle sue amiche "E' nella sua stanza a scriverle una risposta." 
"E' successo qualcosa?" chiese Berenice.
"Che io sappia, no. Ma sai come è fatta Ev, se vuole ce ne parlerà lei. Perché intanto non parliamo con Ann? L'ho vista nelle stalle a spazzolare Moon poco fa."
"Va bene." concordarono entrambe, alzandosi e andando verso le stalle.


***

Quella mattina, Evelyn avrebbe voluto andare in cima alla torre per poter pensare, ma le passò di mente e le si illuminarono gli occhi  quando vide arrivare Shiraha sul davanzale della camera, erano due mesi che non aveva notizie da sua madre facendola preoccupare, avrebbe tanto voluto andare a trovarla, l'ultima volta che la vide fu al porto giapponese per salutarla; ricordò ancora il dolce viso solcato da piccole lacrime che nonostante la paura di ciò che sarebbe potuto succedere, le sorrideva calorosa con tutto il bene che ogni volta le dimostrava. 

Fece poggiare la colomba bianca in un piccolo cesto con della paglia, fatto proprio per lei quando veniva a trovarla, le accarezzò delicatamente le morbide piume bianche dal quale aveva preso il nome e sorrise "Hai fatto un lungo viaggio Shiraha. Riposati adesso." prese poi la lettera arrotolata attorno alla sua zampa sedendosi al tavolino della camera cominciando a leggerne il contenuto.

Ciao bambina mia, come stai? 
So che aspettavi da prima una mia risposta, ma ho avuto molto da fare nel nostro campo di riso, negli ultimi tempi 
il clima è cambiato e il raccolto va a rilento, ma non preoccuparti, qui al viallggio stiamo tutti bene. 
Tu invece? Ci sono novità? Stai bene? Mangi abbastanza? E le tue amiche? Ti sei dichiarata a quel ragazzo carino di cui mi avevi parlato?
Vorrei farti di persona tutte queste domande, ma non voglio distrarti oltre, so che hai un compito importante 
da portare a termine, ed io come tutti, credo in te e sono orgogliosa di te. 
Ricordati sempre che Mama wa itsumoda to omoimasu*.
A presto figlia mia, stai sempre attenta e sii forte, ti voglio tanto bene. 

Con amore
Mamma

Una piccola lacrima scappò al suo controllo, l'asciugò subito volendo mantenere fede alle parole di sua madre, anche lei avrebbe tanto voluto riabbracciarla e tornare a casa sua, nel loro piccolo villaggio tranquillo, ad aiutarla nei campi come faceva ogni giorno e lo avrebbe fatto di nuovo, quando non lo sapeva, ma lo avrebbe fatto a qualsiasi costo.

"EVELYNNNNNN!!!!!" 

"Ed ecco la voce dell'allegria fatta in persona." pensò con un sorriso divertito, ridendo ancora di più quando sentì uno "slap" e un "ahi" a seguire. Decise di mettere via la lettera e scrivere a sua madre più tardi, dal rumore dei passi delle sue compagne, decisi e frettolosi, capì che c'era qualcosa sotto; le precedette uscendo dalla camera e trovandole in corriodoio. 

"Per caso mi stavate cercando?"
"Avevamo detto ad Amber di risparmiare i nostri timpani, ma non ha dato retta." spiegò Zena, indicando la ragazza che si stava massaggiando la nuca dopo lo scappellotto dato molto probabilmente da Tiara.
"Comunque sia..." intervenne Berenice "Dobbiamo parlare Ev."
"Si, anche io."

Si chiusero nella camera di Evelyn ed Ann a parlare per una buona mezz'ora, avevano esposto la loro idea di cominciare ad anticipare le mosse di Orifus e su come raccogliere informazioni su di lui, ed Evelyn si era aperta parlando loro del suo incubo, fra di loro non dovevano esserci segreti di alcun tipo, ed ogni informazione era preziosa, ma tutte sapevano che per farlo, dovevano prima parlare con il loro maestro.

"E se si rifiutasse di darci il permesso?" chiese Ann accarezzando con un dito le piume di Shiraha nella cesta, che Evelyn teneva sul tavolino in legno.
"La tua positività è ammirevole Ann." 
"Dico sul serio Amber." 
Evelyn si alzò dal tavolino andando vicino alla finestra "In quel caso, dovremmo insistere. Con tutto il rispetto per il maestro, ma lo avremmo fatto prima o poi." le rispose rimanendo in piedi a braccia conserte, lo sguardo fisso sulle foglie degli alberi mosse dal vento. 
"Vero. Non si può andare avanti così: attacchi e stragi, attacchi e stragi. Non la finiremo mai!" 
"Per quanto possa sembrare strano, concordo con Amber." disse Tiara appoggiata al muro a gambe incrociate "Per non parlare del sogno di Ev, secondo me c'è sotto qualcosa."
"Non so Ti...era tutto così strano e...vero." 
"Motivo in più per muoverci amica mia. Se la presenza oscura che hai sentito si è fatta viva una volta, chi ci dice che non lo rifarà?"
"Sì ma è strano, l'accademia è protetta da un antico incantesimo di magia bianca, come può una forza oscura entrarvi?" chiese Berenice dubbiosa.
Evelyn sospirò "Credo di averla portata con me quando mi sono svegliata. La magia nera può fare cose fuori dal comune."
"Anche entrare nei sogni altrui?" 
"Sì Amber. Forse su una cosa quella donna aveva ragione: qualcuno ci ha sentite e ne ha approfittato." decretò seriamente.
"Sapete una cosa? L'unica che potrebbe dirci qualcosa in più, è Tomoko." disse Zena guardando Evelyn "Perché non vai a parlarle? Forse potrebbe aiutarti."
"Prima parleremo con il maestro Jitsu, poi andrò da Tomoko e le parlerò." 
"Quindi, cominciamo con il maestro?" propose Berenice.

Evelyn era ancora di spalle, ripensando al discorso appena fatto, involontariamente, la sua mente sovrappose vari immagini tra cui quella di sua madre, le sue amiche, il suo Federico e la piccola Mei. Tutti loro erano nelle loro mani, se non agivano ora, il tempo avrebbe potuto punirle in futuro. Sospirò come ad aver preso una decisione "Essia allora. E' nel suo dojo personale. Andiamo."

Alla sua ultima parola, si alzarono in piedi uscendo dalla stanza e dirette verso la torre principale, dimora dei loro maestri.


***

In cortile faceva un gran caldo, per fortuna Hanako quel giorno, sembrò risentirne anche lei dell'afa e diede libera uscita ai ragazzi finendo prima l'allenamento. Un gruppo di loro si portò al pozzo dell'accademia da cui sgorgava l'acqua del lago, bevendo e rinfrescandosi.

"Uff! Se anche la maestra Hanako oggi è fuggita, significa che il caldo è davvero troppo! commentò Liam versandosi addosso un secchio d'acqua mezzo pieno.
"Beh, sarebbe stata inumana se avesse continuato, no? scherzò Kevin bagnandosi il volto con le mani.
Federico rise mettendosi a sedere sul ripiano in pietra del pozzo "E pensare che nel Regno di Spagna fa molto muy calor di qui."
Liam fece una faccia da melodramma "Io mi sarei sciolto subito! Ma come facevate tu e tua sorella a resistere?" 
"Forse perché ci siamo nati?"
"Oh...giusto ehehehe."

"Ragazzi! Hva skjer?*" chiese Erik avvicinadosi al gruppetto con un sorriso tranquillo "Stanchi?"
"Ma no dai! Stiamo solo bevendo litri d'acqua perché vogliamo imitare i cammelli!" ironizzò Kevin buttandosi addosso altra acqua, godendo della sensazione di freschezza che gli dava.
"Beato te amico, con quella stazza che ti ritrovi, sfido io che non senti la stessa fatica che sentiamo noi!" piagnucolò Liam.
"Mh? Vuoi dire questa?" si indicò alludendo al suo corpo dai pettorali sviluppati che la tuta ninja metteva in risalto insieme a gambe e braccia, la vita stretta e la carnagione chiara accompagnata da due occhi azzurri e capelli folti biondo chiaro. 
"Sì quello! Non hai notato che da quando sei arrivato, hai fatto svalvolare tutte il genere femminile dell'accademia?"  gli fece notare il moro.
"Non lo faccio apposta." disse grattandosi nervosamente la testa, anche quando era nel Regno di Norvegia capitava che molte ragazze si dimostravano molto interessate a lui.Ma nessuna aveva mai destato interesse in lui. Era un ragazzo devoto alla famiglia, un lavoratore come tanti finché la presenza di Orifus non cominciò a farsi sentire anche dalle sue parti, costringendolo ad arruolarsi per salvare la sua famiglia.
"Nahh tranquillo, Federico ha fatto lo stesso effetto quando è arrivato!"
Lo spagnolo lo guardò male "Dovevi ricordarlo vero?" 

Erik aveva perso il filo del discorso da un paio di minuti, la parola ragazza gli fece ricordare Zena, è stata la prima ragazza a dimostrarsi seria e amichevole nei suoi confronti senza aspettarsi niente, quel viso candido e il sorriso luminoso non l'aveva mai visto in nessuna ragazza e gli era rimasto impresso.

"Sentite...cosa sapete di Zena?" 
"Uh? Beh, lei è una delle guerriere prescelte per combattere Orifus, ed è comandante della squadra dei ninja sentinelle." spiegò Federico scendendo giù dal pozzo "E tu te ne sei appena invaghito." 
"N-No! Volevo solo conoscerla meglio!" il leggero rossore sulle guance fece intendere altro, Federico sorrise lievemente: sapea che era diffcile capire quando e perché fosse successo, lui aveva imparato che accadeva e basta, il resto era decidere se farsi avanti o meno.
"Anche noi abbiamo cominciato così..." disse guardando anche Liam e Kevin che sorridevano "All'inizio non lo capisci e quando ci riesci ti butti, o arretri."
Il norvegese lo guardò perplesso, arrivando poi alla conclusione "Anche voi?" 
"Sì! Fortunati eh?" rispose Kevin incrociando le braccia dietro la testa, pur nascondendo un po' di frustrazione ricordandosi della figura fatta con Berenice. 
"Già. Molto fortunati."


***

L'avevano fatto.
Alla fine l'avevano fatto.
Quando giunsero davanti alla sua stanza privata, ebbero un momento di esitazione, superata appena Tiara, l'unica che non aveva le mani 
soggette ad agitazione compulsiva, bussò alla porta aspettando la risposta del maestro. Di certo però non si aspettavano anche di trovare Tomoko: l'anziana era seduta in religioso, lanciando di tanto in tanto, occhiate alle guerriere e a suo nipote.
Erano ancora inginocchiate davanti al maestro che, con sguardo serio le scrutava profondamente; le giovani erano impazienti ma ansiose di fare qualcosa ed avevano preso in considerazione qualsiasi tipo di risposta che il maestro avrebbe potuto dare loro, ma non si aspettavano una cosa così di retta.

"Procedete." 
Alzarono la testa credendo di non aver capito bene "Ah...così, subito?" 
"Amber..." mormorò a dentri stretti Tiara, trattenendosi dal darle un altro scappellotto, mentre Tomoko ridacchiava, addolcita dal comportamento spontaneo della ramata.
"Sì. Avete il mio permesso." continuò con tono neutro "Anche se non posso del tutto approvare la cosa, ma so che fareste comunque di testa vostra, ho ragione?" capì di averne dagli sguardi sorpresi e colpevoli delle guerriere. 

Le guardò una per una in silenzio con aria di rimprovero, sembrava volesse sgridarle da un momento all'altro ma alla fine sorrise così lievemente che alle ragazze parve di esserselo immaginato "Siete pronte quanto basta per tentare un approccio diretto. Tuttavia, siate sempre coscienti dei pericoli a cui andate incontro e...prudenza, molta prudenza. Siamo intesi?" 
"Sì Maestro Jitsu." risposero insieme. 

Il maestro le congedò con un cenno della mano, venendo lasciato nuovamente solo con Tomoko "Avevi ragione zia." sospirò lui guardando la donna "Hanno deciso alla fine."
"Era inevitabile nipote. Qualunque cosa le abbia fatte smuovere, ora non si fermeranno tanto facilmente." 
"Pensi che potremmo..."
"No Jitsu. Noi possiamo solo stare a guardare e continuare a guidarle, se sarà necessario."
Jitsu annuì togliendosi gli occhiali "Ti va una tazza di tè?" le chiese alzandosi per andare a prendere la teira.
"Volentieri. A proposito, Jitsu."
"Sì?"
"Dobbiamo parlare un po' di questa tuo vizio di mettere in discussione le mie capacità." disse guardandolo storto da capo a piedi.
"Certo zia." 



Angolo dell'autrice cotta a puntino al Sole

Salve popolo! O per chi sia riuscito a sopravvivere a quest'estate di fuoco che ci sta mettendo al tappeto :P
Ed eccoci arrivato alla fine di quest'altro capitolo, che dire, non molto in realtà, scusate ma il caldo mi impedisce di fare o dire cose sensate. Ad ogni modo, come sempre siete invitati a dirmi di errori di distrazione, battitura, tutto ciò che vedete in pratica. 


"Per essere una che è sopravvissuta al Sole cocente, posso dire che non è male."
"Uh grazie Berenice, sentirlo dire da te poi è un vero complime...Aspetta! Che fai qua?" 
"Amber non faceva altro che parlare di backstage, lettori e cose così. Per cui sono venuta a curiosare."
"Ah bene, e che ne pensi?"
"Posto carino, si conosce un bel po' di gente."

"Allora ti lascio l'occasione di salutare chi ci segue."
"Grazie. Good evening everybody! Grazie per il seguire la nostra storia; con il vostro sostegno, la nostra missione potrà rivelarsi meno faticosa! A presto! Bye Bye! 

Bene, e dopo un altro ospite inaspettato, sotto vi riporto le traduzioni e il link con il dojo privato del maestro, forse anche il sito vi piacerà, vi auguro in anticipo un buon Ferragosto e al prossimo mese ;)

vìbora rubia: vipera bionda  gusano:verme
Mama wa itsumoda to omoimasu: mamma ti pensa sempre
Hva skjer: che succede (norvegese)

https://www.google.it/url?sa=i&rct=j&q=&esrc=s&source=imgres&cd=&cad=rja&uact=8&ved=0ahUKEwiwuJ2xyb7VAhVHZ1AKHQE7C2oQjRwIBw&url=http%3A%2F%2Fwww.animeet.hu%2Fviewpage.php%3Fpage_id%3D204&psig=AFQjCNHQylVAXAf_nlv9MK6u0enLWsRLYw&ust=1501970215453340











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Capitolo 7
*** Mistero in città ***


                           Mistero in città

"Ragazze! Dovete provare questi spiedini di carne e tofu! Sono assolutamente mìorbhaileach*! mugulò di piacere addentandone ancora.
"Amber abbiamo mangiato prima, e ti ricordo che siamo a Hangzhou per cercare indizi, non per strafogarci." le rispose con calma Zena. Da quando erano arrivate nella capitale cinese, si erano prese anche troppe distrazioni fra giri e piccoli spuntini.


"La cosa che non capisco è come fai a non mettere su neanche un po' di ciccia, con tutto quello che ti mangi poi!"
  borbottò Tiara a braccia incrociate.
"Ah boh! Non lo so neanche io!"
"Andiamo bene." 
"Piuttosto, qualcuna di voi ha idea di dove si trovi l'archivio di Shi Huang?"  chiese Berenice provando a guardare oltre la strada cittadina piena di mercati  "Il maestro Jitsu ha detto che è simile ad una Pagoda a tre piani dalle rifiniture in oro, con due statute a forma di draghi all'esterno, ma qui le case sono quasi tutte uguali!" 
"Non vedremo mai niente da qua, c'è troppa gente. " Evelyn alzò lo sguardo verso i tetti e sorrise "Saliamo! Da lì avremo un'altra visuale." 

Le guerriere con agilità e forza, si arrampicarono attraverso le pareti di pietra, saltando e aggrappandosi alle fenditure e finestre che permettevano loro la scalata, nessuno fece caso a loro, la gente del posto era abituata ad avere guerrieri in giro per la città; negli anni avevano subbito attacchi, anche molto pericolosi che distrussero una parte della città, per il resto riuscivano a resistere sebbene la tensione nell'aria fosse percettibile, per questo molti ninja e samurai pattugliavano la città giorno e notte.

Da quell'altezza, riuscirono finalmente ad individuare il palazzo che cercavano; saltarono di tetto in tetto per raggiungerlo, ritrovandosi davanti a due rampe di scale che portavano allo stesso portone in legno nero. Ai piedi delle due scalinate vi erano le statue dei draghi in pietra troneggiare su dei rialzi.

Tiara si avvicinò al muso di uno di loro colpendolo livemente a pugno chiuso "Ci siamo, se non c'erano le statute dei due lucertoloni, avremmo girato alla cieca per tutta la città. Come vogliamo dividerci?"
"Ecco l'idea: Berenice, Zena ed Ann cercheranno informazioni su Orifus e sulla magia che sfrutta. Tiara, Amber ed io invece, proveremo a chiedere in giro se hanno informazioni di qualsiasi tipo."
"Scusa Ev, ma cosa ti fa pensare che le persone possano sapere qualcosa su di lui?" le chiese Ann molto dubbiosa.
"Niente me lo fa pensare, ma dobbiamo provare. Non abbiamo niente in mano e cominciare da zero è il minimo che si può fare adesso."
Amber si lasciò cadere le braccia ai lati con fare esasperato "In pratica sarà una noia!"
Zena le mise una mano sulla spalla sorridendo "Amber, ricorda le parole del maestro Liang: L'uomo che sposta le montagne, comincia portando via i sassi più piccoli."
"Sì, e ci mette anni!" 
"Amber..."
"Ok, ci mettiamo a lavoro?" intervenì Berenice fermandole prima che ricominciassero.
"Ci vediamo qui al tramonto e che la fortuna assista ognuna di noi." 
"Agli ordini Boss." scherzò la ragazza inglese.

Una volta divise, il primo gruppo si addentrò nell'archivio accompagnate dal custode, al contrario di quello che pensavano, gli interni erano intatti e ben conservati nonostante avessero anni di storia alle spalle, tutti e tre i piani erano sorretti da colonne portanti in base di pietra, ed erano pieni di scaffali con mappe e vecchi testi da quelli storici a letterari; restrinsero il campo concentrandosi su testi che trattavano la magia e l'alchimia.

"Fantastic! Avete mai visto così tanti testi antichi pieni di informazioni?"
Zena ridacchiò vedendo la sua amica passare da uno scaffale all'altro con euforia "L'abbiamo notato. Benvenuta nel tuo paradiso personale Berenice." 
"Non vedo l'ora di leggerli tutti! Questi testi conservano la storia di questo regno e delle varie civiltà che l'hanno abitato." si avvicinò di corsa ad uno scaffale leggendo i nominativi sui libri "I Sumeri!"
"Zena fermala..."
"Gli Assiri!" 
"Zena, aiuto..."
"Gli Ittiti!"
"Zena!"

La bionda si decise ad intervenire avvicinandosi alla castana "Frena l'entusiasmo Berenice. Li leggerai un'altra volta, ora dobbiamo trovare i testi di magia e stregoneria." le disse trascinandola via da tutti quegli scaffali che aveva adocchiato.
Ann si incamminò verso una rampa di scale di legno "I testi proibiti sulla stregoneria sono al terzo piano. Se non avessimo consegnato la lettera del maestro Jitsu al custode, non ci avrebbe mai permesso di vederli."  
"Già, Hai visto la faccia che ha fatto quando gli abbiamo chiesto dove fossero i libri sulla magia? Sembrava volesse fulminarci con lo sguardo." 
"Non lo biasimo Ber. Sono molto antichi con chissà quali segreti." 
Berenice aveva uno strano luccichio negli occhi che preoccupò le sue amiche "E noi li leggeremo tutti! Oh yes!" 
Zena la guardò seriamente "Ok. Ora mi fai paura." 


***

Il resto del gruppo intanto, camminava per le vie cittadine chiedendo informazioni, ma come si aspettavano, fu difficile: molte persone al sentire il nome del mago, abbassavano la testa e tremavano come foglie smosse dal vento.

"Pensavo sarebbe stato più facile, ma del resto neanche li biasimo." sospirò Tiara sedendosi sul cornicione di un ponte di legno costruito sul fiume Qjantang, che divideva le due sponde della città  "La paura costringe al silenzio, ed è il marchio inconfondibile di Orifus."

"Vero. Ma avete notato che ogni volta che chiedevamo informazioni, si guardavano intorno con preoccupazione?" 
"Intendi dire quel tremolio frenetico e la sudarella a litri? Impossibile non vederlo Ev." rispose Amber saltando sul cornicione accanto a Tiara e piegandosi sulle ginocchia come un animale seduto a quattro zampe.
"E non ti dice niente?" 
"Qualcosa del tipo: ho paura di qualcuno che mi osserva?" 
Tiara sorrise con finta aria commossa "Adoro quando ragioni così!" con tanto di mano sul cuore.
"Hei!"
Evelyn ridacchiò "Tranquilla Amber, era un complimento! Più o meno. Tuttavia qui c'è qualcosa, e noi dobbiamo scoprire chi o cos'è."

"C'è una cosa che non mi convince: perché non ha ancora distrutto Hangzhou? Ci è riuscito distruggendone una parte, poi per qualche motivo si è fermato. Non è da lui. " ragionò ad alta voce Tiara accavallando le gambe.
Evelyn si poggiò contro il cornicione guardando il fiume scorrere sotto di esso "Forse cerca qualcosa, oppure..."

"Possiamo aiutarvi noi se volete."

A parlare fu una voce maschile dal tono gentile, girandosi si ritrovarono due ninja seduti sul cornicione opposto al loro che le guardavano sorridenti. Dalla tuta in parte argentata sul petto e sulle gambe, capirono che non erano della loro accademia e riconobbero sulla cintura, la spilla anch'essa argentata con il simbolo dell'accademia ninja di Gao, molto più piccola rispetto alla loro, fondata per fornire alla città una protezione primaria in grado di intervenire sul posto.

Tiara lanciò loro una stilettata con gli occhi "Prima di parlare, dovreste identificarvi."

Il ragazzo più alto si fece avanti, togliendosi il cappuccio e rivelando due occhi verdi tendenti allo smeraldo, ed una chioma di capelli bruni con delle sfumature più chiare "Le nostre più sentite scuse. Se permettete, io sono Alexander, ninja dell'accademia Gao." si presentò con un leggero inchino.

"Io invece sono David. Fratello minore di Alexander, ninja dell'accademia di Gao." disse l'altro ragazzo dai capelli castano scuro spettinati, un fisico non tanto muscoloso ma abbastanza robusto messo in evidenza dalla tuta e, occhi marrone chiaro con sfumature azzurre.

Lo sguardo attento di Tiara le fece cogliere un piccolo sorrisino strafottente da parte del primo ragazzo, il che la fece innervosire, se c'era una cosa che non sopportava era la mancanza di rispetto da parte dei novellini, e lui non era da meno. Lo scrutò meglio notando poi attaccati alla cintura, dei Tekagi, tirapugni con tre lame molto affilate, o semplicemente artigli ninja. 

Anche ad Evelyn non sfuggì il fatto, ma quei due sapevano qualcosa e decise di fare buon viso a cattivo gioco "Molto piacere di conoscervi." rispose cordialmente "Noi siamo ninja dell'accademia Jozu, il grande maestro di arti marziali, nonché padre fondatore dell'accademia. Ed io sono Evelyn."
"Io Amber." 
"Tiara." rispose secca continuando a guardare in cagnesco Alexander.

Il ragazzo contraccambiava con un ghigno divertito guardando proprio lei "Tiara...un nome degno di una bella ragazza."
"Peccato che non possa dire lo stesso di te, cabron."
"Mh...sei straniera vero? Oh non è un problema, noi siamo del Regno di Danimarca e voi?"
Tiara prese un respiro profondo, tenendo a bada la voglia di buttarlo dal ponte "Invece che provarci, che ne dici di mettereci al corrente di ciò che sapete?" 
"Se sei tu a chiedermelo, perché non dovrei?" 

Uno si stava divertendo. 
L'altra si stava arrabbiando.
Era questo che vedevano le ragazze insieme a David, che nel frattempo si era avvicinato ad Amber "La tua amica sta perdendo la pazienza mi sembra." ridacchiò vedendo Tiara rispondere con stizza alle battute del fratello.
"Uh! E questo è niente! Dovresti vedere quando perde le staffe, diventa una furia!" disse sorridendo a trentadue denti.
"Oh, speriamo di non arrivare a questo. Avete detto che provenite dall'accademia fondata dal maestro Jozu."
"Esatto."
"Forte! Allora conoscete di sicuro i prescelti! Si dice che siano molto forti, degli abili guerrieri!"
"Bene, vuoi un ritratto con noi allora?"
Il ragazzo la guardò perplesso, poi come colpito da un fulmine, capì e sgranò gli occhi allontanandosi di qualche passo "Si-Siete voi?! Non ci credo! Non ci credo!"
 il volto di David si illuminò riempiendosi di ammirazione e le tre ragazze restarono a bocca aperta guardandolo saltellare sul posto con le mani fra i capelli.

Alexander restò stupito al suo posto fissandole "No aspettate un momento! Cioè, voi siete davvero le..."

"Le ninja migliori in circolazione, allieve del grande maestro Jitsu e sì, le guerriere prescelte per combattere Orifus." rispose con evidente orgoglio Tiara scendendo dal cornicione "Ora che ci siamo presentati a dovere, ci direte quello che sapete. Claro?" ghignò mettendo l'indice sotto il mento di Alexander e chiudendogli la bocca rimasta aperta.


***


"Odio il turno di guardia..." borbottò Liam sbadigliando.
Federicò gli lanciò un'occhiata annoiata "Sarà la centesima volta che lo ripeti, e non distrarti, siamo in due a fare la guardia ricordatelo."

Fare la guardia in cima alla muraglia nord non era certo il compito migliore, ma era pur sempre una responsabilità che avevano deciso di assumere, e un ninja non si tirava mai indietro, neanche davanti alla noia.

"Se solo ci fosse qualche soldato ninja da pestare. Almeno ci divertiremmo un po'." 
"Non pensi che ne abbiamo già pestati tanti in questi anni?" 
"Nah! E' sempre divertente suonargliele." rise grattandosi la testa energicamente "Pensa se invece di loro, dovessimo affrontare quel pazzo di uno stregone."
Federico si irrigidì un po' "Noi non ci scontreremmo mai contro di lui." decretò 
continuando a guardare l'immensa foresta davanti a sé "Non è il nostro destino."
Liam si fece serio "Credi che da sole ce la faranno?"
"Non lo so Liam. So solo che per lei ci sarò sempre." alzò la testa verso il cielo azzurro rivedendo in esso, il bellissimo volto luminoso di Evelyn sorridergli dolcemente "Non l'abbandonerò mai."
"La stessa cosa vale per me." ammise ripensando ad Ann "Magari in maniera meno smielata, ma hai reso l'idea."

"Yuuuuu! Ragazzi!"

I due giovani alzaro gli occhi al cielo sbuffando sonoramente, girandosi verso quella vocina stridula e tremendamente seccante: Chanel stava salendo in cima alla muraglia tramite la scala appoggiata al muro di pietra, che in quel momento, speravano tanto che si rompesse o prendesse fuoco.

"Oh no...no..." Federico si passò una mano sulla faccia con fare esasperato "Per gli Dei, che cosa vuole stavolta."
"Portarti a fare un giretto di piacere?"
"Se lo scorda!"
"Allora inventati qualcosa e falla sparire!"
"Chi deve sparire?" 

Erano così impegnati a maledirla, che non si accorsero che li stava guardando con occhi da cerbiatta in calore "Dunque, non merito una risposta?" chiese con un forte accento francese. 
Liam espose un sorriso falso "Nessuno, si parlava."
"Non vi dispiace se mi unisco, vero?" ondeggiò i fianchi muovendosi verso Federico con fare seducente, si vedeva lontano un miglio che lo voleva e non si era mai rassegnata, pur sapendo del sentimento che lo legava ad Evelyn.

"Mi dispiace Chanel, ma siamo di guardia, non possiamo distrarci e tu non dovresti essere qui." asserì duramente e incrociando le braccia.
"Oh...perché mi tratti così duramente chéri?" pigolò con aria innocente, sbattendo un paio di volte le lunghe ciglia.

Lo spagnolo si trattenne dal risponderle, più corda le dava, più si sarebbe attaccata come la resina sull'albero. Si limitò a guardarla con indifferenza, constatando ancora una volta che, per quanto potesse essere bella, Chanel era tutto il contrario di Evelyn: superba, egocentrica e vanitosa; l'unica cosa che le riconosceva era l'abilità nell'usare i Nekote, anelli simili agli artigli dei felini in grado di infliggere danni mortali, sopratutto se piantati alla gola, vene o arterie. 

"Andiamo mon cher, so bene che la mia presenza non ti da fastidio. Lo so che mi desideri."
"E tu lo sai che menti a te stessa Chanel. Dovresti cominciare a comportarti più da guerriera, invece che disonorare di continuo questa accademia con le tue moine sensuali." 
Alla bionda le si illuminarono gli occhi di pura malizia "Uhh, hai appena confessato che sono sensuale mio caro." si avvicinò di più a lui sfiorandogli il petto con le dita e non si scompose, quando il ragazzo si allontanò appena "Ahahaha, so cosa ti trattiene, o meglio, chi ti trattiene. Ma puoi stare certo che non lo saprà mai."
Il ragazzo incrociò le braccia raccogliendo tutta la pazienza possibile "Per la millessima volta: tu non mi piaci, nel mio cuore c'è posto solo per Evelyn, chiaro? Nessun'altra ragazza potrà mai sostituirla, sopratutto te Chanel." 

Duro, ma calmo. 
La bionda si imbronciò battendo un piede a terra con stizza "Come puoi essere così cieco! Guardami! Chi mai mi rifiuterebbe?" disse alludendo alle sue forme messe in evidenza dalla tuta ninja "Lei poi neanche ti guarda! Con tutte le arie che si da, solo perché è la prescelta!" c'era evidente gelosia nella suo tono di voce e ciò, fece ghignare Federico.
"Mi dispiace, è la vita. Cosa c'è fra me e lei poi, non sono affari che ti riguardano." rispose pacatamente.
"Ma fra di voi non c'è niente, o sbaglio?"
"Ho detto che non sono affari..."

"Ok! Chanel se non hai nient'altro da dire, noi torniamo al nostro turno di guardia, se ci beccano a parlare ci strigliano, per cui tanti saluti!" si intromise Liam, avendo visto la faccia enormemente infastidita del suo amico. 
"Certo certo. Ma ne riparleremo molto presto. Buon lavoro chéri." fece l'occhiolino prima a Federico e poi a Liam provocandogli un brivido di orrore lungo la schiena, e se ne andò via con un piccolo sorriso.

"Wo! Era molto insistente stavolta." commentò Liam guardando il suo amico.
"Fin troppo. Grazie per l'interevento. Non so proprio controllarmi quando parla di Evelyn in quel modo."
"L'ho notato. Forse è meglio tornare a fare la guardia." suggerì dandogli una pacca amichevole sulla spalla.
Federico ridacchiò più rilassato "Già. Credo sia meglio."


***

Quando avevano proposto di loro di andare all'accademia di Gao per poter parlare in privato, era sembrata una buona idea nonostante i ragazzi le avessero avvertite del carattere un po' burbero del loro maestro, ma cominciavano ad avere dei dubbi quando si ritrovarono lo sguardo fisso e indagatore proprio da quest'ultimo. L'uomo era nella suo dojo privato, molto simile a quello del maestro Jitsu, tranne per le figure di draghi argentati raffigurati come dipinti o monili in quasi tutto il dojo, 
seduto su un cuscino e un braccio appoggiato vicino al tavolino alla sua destra, mentre con l'altra mano si ripassava i baffetti abbastanza spessi, una corporatura simile al maestro Oyun e la testa mezza pelata.

Le tre salutarono il maestro con il gesto ninja, con Evelyn a dar voce per tutte loro "Grazie per averci permesso di incontrarla maestro Izumo." 
"Mh...è stato un permesso un po' restio a dir la verità. Detesto non essere avvisato prima." disse fulminando i due ragazzi che indietreggiarono al lato della stanza "Ma non capita tutti i giorni di conoscere le prescelte." 
"Non le ruberemo molto tempo, vorremmo solo chiederle un paio di cose. E' importante per noi." andò dritta al sodo non distogliendo mai il suo  sguardo da quello indagatore dell'uomo.

Izumo restò leggermente sorpreso dai modi diretti se non autoritari che Evelyn gli dimostrò, solitamente non tollerava alcun tipo di neglicenza, sopratutto nei suoi confronti, tuttavia invece di risponderle, concentrò la sua mente sulla forza vitale delle guerriere dinanzi a lui, accorgendosi che emanavano una strana energia, ma non riuscì a capirla a fondo per via di qualcosa che riuscì a impedirigli di vedere altro. 

"Ebbene, sedetevi." disse semplicemente.

Fecero come voleva sedendosi su dei cuscini davanti a lui, Izumo smise di torturarsi i baffi e incrociò le braccia al robusto petto "Immagino che vogliate sapere qualcosa sul lato oscuro di questa città." 
"Allora c'è." decretò ad alta voce Tiara.
"Sono informazioni riservate della nostra accademia comunque. Non sperpero certo il nostro lavoro a chiunque." le squadrò da capo a piedi con aria diffidente, in verità voleva assicurarsi di potersi fidare con quel piccolo test, vedendo le loro reazioni e l'atteggiamento.

Le tre ragazze gli rivolsero uno sguardo combattivo che il maestro sperava proprio di vedere "Come può denominare come lavoro, il salvare delle vite innocenti?" si alzò in piedi Evelyn, non potendo sopportare tanta indifferenza "Non è con l'orgoglio che aiuterà questo mondo maestro." 
Tiara la seguì portando le mani ai fianchi "Lei sicuramente è un grande maestro, ma il tenere per sé informazioni di vitale importanza non le rende onore." 
"E l'onore è quanto di più prezioso che un ninja di valore possa avere." concluse Amber con un sorriso, come se avesse appena detto la cosa più ovvia del mondo.

Alexander e David sbiancarono e allo stesso tempo rimasero affascinati, nessuno si era mai rivolto così al loro maestro, se ci avessero anche solo provato uno di loro, gli sarebbe spettata una dose di allenamenti extra e senza cena. Credevano che avrebbe reagito, che uscisse fuori dai gangheri, invece lo videro sghignazzare sotti i baffi.

"Bene. Jitsu-san non poteva scegliere guerrieri migliori." 
"Cos..che?" Amber si grattò una guancia confusa "Era una burla o una cosa così?"
"A te la libertà di crederla come vuoi. Dunque, non volevate sapere qualcosa?"
 disse tornando al suo carattere diffidente.

Rimasero per un attimo interdette davanti a quel cambio repentino, sembrava di vedere Amber nelle sue crisi di cambio d'umore che le predevano quando veniva presa in giro; si risedettero sperando che di non dover affrontare altre prove a sorpresa.

"Tempo fa, questa città venne attaccata dai ninja di Orifus, quando per qualche motivo, si ritirarono." cominciò a raccontare, riportando alla mente lo scontro sanguinoso a cui dovette partecipare.
"Cosa avete scoperto?" chiese Evelyn volendo approfondire il più possibile.
Il maestro la guardò con aria di rimprovero per averlo interrotto, ma ci passò sopra con fatica "L'archivio di Shi Huang. E' lì che bloccarono la loro avanzata."
"Poi? Prosegua." Amber non badò al tono curioso e incalzante che usò, Izumo sospirò paziente mentre al lato della stanza, i due ragazzi ascoltavano in silenzio, cose che già sapevano e che provavano a fermare ogni giorno.
"L'archivio possiede alcuni testi antichi appartenuti ai maghi bianchi, ciò ci ha fatto pensare che Orifus se ne voglia impossessare, ma non può farlo lui direttamente."
Tiara si accigliò "Perché?
"Gli esseri oscuri non possono avvicinarsi a cose ed esseri originati dalla magia bianca, ne verrebbero bruciati all'istante. Per questo ricorrono alla possessione."
"Magari di una persona?" suppose Evelyn, avendone la conferma da un cenno del capo di Izumo "Se fosse davvero così, significherebbe che qualcuno in città è sotto incantesimo di Orifus."
"Un corpo umano può tranquillamente prendere i testi senza che l'oscuro, ci rimetta le penne e purtroppo..." una smorfia infastidita si fece largo sul suo volto per ciò che stava per dire "....non siamo stati capaci di capire chi fosse." 
"C'è una cosa che non capisco." cominciò Amber "Per quale motivo vuole quei testi? Non mi sembra uno che è pronto a convertirsi da magia nera, a magia bianca sinceramente."
"Questo non so dirvelo. Dovrete scoprirlo voi."
"Ah, bene."
"Chiunque sia, ha un ascendente negativo che si ripercuote sui nostri cittadini. Avrete sicuramente notato il comportamento remissivo che molti hanno.

Le ragazze annuirono ed Evelyn ebbe un sussulto "Maestro, le nostre compagne sono proprio all'archivio in questo momento. Pensa che questa persona possa essere vicino a loro?" 
Izumo alzò la testa fissandola seriamente "Può essere ovunque...anche in mezzo a noi."


***

Era abbastanza facile prendere il controllo di una mente, sopratutto se questa era giovane e piena di ambizioni. Rideva sguaiatamente ogni volta che vedeva le sue vittime provare a resistergli, il risultato? Il pieno controllo della mente e del corpo, oppure morte certa per lo sforzo vano per liberarsi. In quella missione dovette riorrere alle sue arti oscure, i suoi guerrieri d'ombra non capivano niente che andasse all'infuori di uccidere, e Dark non sarebbe passato certo inosservato nella città. 
La manipolazione della mente era l'unica alternativa per avere quei testi, avrebbe fatto di tutto pur di sapere se citavano il nascondiglio della pietra, per fortuna era riuscito a bloccare i suoi ninja prima che buttassero giù il prezioso archivio, aveva già sentito l'energia della magia bianca nella città, seppur molto flebile, ma c'era. 
Doveva solo aspettare il momento adatto, ma a quanto pare, stando alla mente manipolata del giovane, la fortuna girava a suo favore mandando qualcuno apposta per cercare quei testi. Però, rimase stupito quando attraverso gli occhi del suo prigioniero, coloro che cercavano i testi erano delle fanciulle molto giovani, se non graciline per quanto poté giudicare, impossibile che potessero essere i guerrieri prescelti; forse erano lì per conto di Jitsu, quel piantagrane non stava mai al suo posto, neanche dopo la morte del padre era riuscito a farlo desistere dal trovare i prescelti.

Dal suo trono di pietra, si concetrò meglio tornando a ripopolare la mente del suo prigioniero "Non perderle di vista." sussurrò autorevole "Seguile a debita distanza e sottrai loro ciò che hanno preso dall'archivio." 

La vittima obbedì, oramai completamente succobe dalla volontà di Orifus "Sì, mio signore."




Angolo dell'autrice accaldata

Ciao a tutti quelli che hanno resistito al caldo e hanno potuto leggere, perfortuna in questi giorni è tornata un po' d'arietta, ci voleva proprio.
Parlando del capiolo, le cose stanno avendo una loro piega e Orifus mette in campo le sue prime carte da gioco, come risponderanno le ragazze? 


"Questo lo devi scrivere cara."
"Oh ciao Zena. Sei venuta a curiosare?"
"Piccola sbirciatina nel backstage."
"Comincio a pensare che vi state fissando un po' tutte sul backstage."
"Fa sempre piacere salutare chi ci segue e ha la pazienza di aspettare un tuo capitolo."
"Ma fa caldo!"
"Una guerriera non si piega al caldo, e poi come hai dettuo tu, c'è più aria."
"Intanto io non sono una guerriera! Per cui sono scusata!"
"Essere una guerriera non significa solo combattere fisicamente."
"Ok...c'è altro?"
"Sì: i saluti! Cari lettori e lettrici, al prossimo capitolo e grazie per il seguirci ogni volta."  (fa saluto ninja e se ne va)

Ok, spero di poter andare al mare ora XD . Al prossimo mese ;)

mìorbhaileach: fantastici!

Tegaki ninja
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Nekote
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Pagoda di Bai Dihn (Vietnam) è come ho immaginato l'archivio della storia.
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Capitolo 8
*** Un nemico inaspettato ***


Avviso: il capitolo presenta contenuti di possessione spiritica, nulla di ciò che è scritto è reale, fatti, persomaggi, testi e citazioni comprese sono interamente inventati. Nulla di ciò che avviene è reale, ogni cosa è puramente casuale e frutto di fantasia, senza lo scopo di offendere, impressionare o quant'altro, proprio per questo mi sono limitata su alcune cose. Grazie e buona lettura.


                             Un Nemico inaspettato



Una leggera brezza entrava ogni tanto attraverso la finestra della stanza della lettura, dove si erano rinchiuse per indagare senza essere disturbate; erano passate un paio d'ore da quando avevano cominciato a sfogliare gli unici due libri sui maghi bianchi, leggendo delle loro gesta e delle loro missioni, ma niente incantesimi o qualcosa che potesse ricondurle ad Orifus. 

"Niente, tanti atti eroici per il paese, ma niente su Orifus." Ann chiuse il libro stropicciandosi gli occhi, aveva letto così tanto che sentiva le palpebre pesanti.
Zena sospirò alzandosi in piedi "Rimettiamoli a loro posto e raggiungiamo le altre, forse hanno avuto più fortuna di noi."

Riconsegnarono i testi al custode, ma per farlo persero di vist Berenice che ricomparve con tre libri fra le braccia "Non ho resistito, li leggerò con cala appena rientrate in accademia." sorrise innocente.
"Sei la solita." commentò Ann vedendola contenta come una bambina a cui era stato regalato un giocattolo nuovo "Meglio andare prima che ti rintani in qualche altro scaffale."

Ringrazziarono il custode e si incamminarono verso la via principale, ma appena uscite, avvertirono una strana presenza intorno a loro come se qualcuno le stesse fissando insistentemente. A qualche metro più in là in un vicolo, un individuo nascosto in una lunga tunica con il cappuccio aspettava il momento propizio per attaccare, che arrivò appena furono abbastanza vicine. Con un salto improvviso, uscì allo scoperto impugnando un grosso pugnale seghettato dritto verso il petto di Berenice, la ragazza fu veloce e con una tripla capriola all'indietro si portò debita distanza dall'individuo.

"Ho capito che non ti piace leggere, ma farmi cadere i libri mi sembra esagerato!" disse lei indicando i libri lasciati a terra durante l'attacco.

L'individuo non rispose e tirò fuori dalla tunica delle Lu jiao dao, due armi corte dotate di lame incrociate a forma di mezza luna impugnandole nella parte centrale, la castana ghignò "Tipo di poche parole vero?"

Zena fece roteare la catena ninja nella mano destra pronta all'attacco "E che passa subito ai fatti aggiungerei. Ma sarebbe più educato se ti rivelassi prima di aggredire la gente."

Il tipo non rispose neanche alla bionda e con un basso ringhio scattò ancora verso Berenice, Zena lanciò la sua catena avvolgendogliela intorno al busto e, con una strattonata lo tirò dalla parte opposta contro un carretto di legno al lato della strada, il botto fece dare alla fuga la gente lì vicino, ciò permise alle guerriere di estendere le loro mosse e muoversi meglio. L'essere incappucciato si rialzò quasi subito e con un balzo si portò davanti Ann tentando di colpirla al volto con le lame affilate, la ragazza lo fermò ad un soffio dal suo naso con i pugnali Sai resistendo più che poteva contro la sua forza inumana.

Con abilità si liberò da quella presa cominciando uno scontro tra lame, più volte provava a colpirla con affondi che venivano prontemente parati dalla guerriera "Sei resistente. Vediamo come te la cavi con questo!" lo colpì allo stomaco un calcio poderoso spedendolo ai piedi di Berenice.

"Pessima mossa attaccarci da solo." lo schernì afferrando il bastone e bloccandolo al suolo con l'asta "Adesso vediamo chi sei." 

La ragazza afferrò il cappuccio nell'atto di scoprire il volto dell'avversario, e solo allora si accorse di due inquitanti iridi rosso sangue fissarla fino a farle congelare ogni fibra muscolare, non aveva mai visto degli occhi così diabolici e ne restò impietrita. L'essere ne approfittò liberandosi dalla prigionia della ragazza impugnando
 a sua volta il bastone e spingendola via con forza.

Berenice rimase sorpresa e cercò di non perdere l'equilibrio causato dalla forte spinta "Damn! Ha gli occhi di un mostro!" strinse maggiormente il suo bastone pronta ad un nuovo attacco, ma si accorse che lui stava guardando con insistenza i libri lasciati a terra. Prima di poter formulare qualsiasi ipotesi, l'essere scatto verso i testi prendendoli di slancio, con un braccio li reggeva mentre con l'altra mano tirò fuori dalla tunica, una strana polvere violacea, Ann sgranò gli occhi riconoscendola e con velocità tirò un pugnale Sai contro di lui, che non fece in tempo a colpire il bersaglio andando a conficcarsi nel muro di legno di una casa: l'individuo aveva mormorato qualcosa ed era sparito nel nulla in una nube di fumo scuro.

Zena e Berenice rimasero sconcertate, non avevano mai visto una simile stregoneria "Non posso crederci, è scomparso!" esclamò la bionda molto confusa e guardandosi intorno per scorgerlo.
Ann sospirò andando a recuperare il suo pugnale staccandolo dal muro "E' la stessa polvere di cui vi abbiamo parlato. E' sicuramente una stregoneria di Orifus."
Berenice rimase a fissare il punto in cui era sparito "Un'altra cosa è sicura: voleva i miei libri. Solo non capisco a cosa servirà la filosofia a quel pazzo." si grattò il mento pensierosa pensandoci più attentamente "O magari cercava qualocosa." 
"Dobbiamo ritrovare le altre se vogliamo scoprirlo, questa faccenda mi puzza." senteziò con sicurezza Zena riarrotolando la catena con abile mossa lateralemente al suo busto. 

Le altre concordarono seguendola per le vie cittadine, mentre dall'alto di una Pogodà a cinque piani, l'essere incappucciato le guardava allontanarsi con un ghigno divertito scomparendo di nuovo.


***

"Staneremo la persona posseduta e la libereremo." rispose Evelyn quando Amber le aveva chiesto quel'era il piano. Uscite dalla palestra di Gao, si appartarono in uno dei piccoli vicoli cittadini per decidere cosa fare.

"Se questa persona è stata soggiocata da Orifus, potrebbe usufruire della magia nera." suppose Amber seduta a gambe incrociate su un barile di legno "Potrebbe trasformarci tutte in rospi! Oppure topi!" 
Tiara roteò gli occhi "Tieni a bada la fantasia, non credo che il maniaco dell'oscurità si abbassi a questo." 

"Allora illuminaci, cosa pensi che farà?" 

Tiara si girò infastidita verso il ragazzo che era appena arrivato "Punto primo: i maghi sono imprevedibili sopratutto se sono pazzi. Punto secondo: perché non vai a giocare a nascondino con qualche orso invece che seguirci?"
"E rinunciare a scherzare con te? Scusate il ritardo comunque, saremmo venuti prima ma David aveva un compito da svolgere per il maestro e mi ha dato buca." 

"Cosa fai qui?" si intromise Evelyn evitando una stirata di nervi all'amica.
"Il maestro vuole che vi affianchiamo entrambi nella missione. Conosciamo la città da cima a fondo e potremmo aiutarvi a trovare la persona posseduta." spiegò avvicinandosi a Tiara e regalandole un sorriso "Sarebbe un vero onore per noi."
"No un momento..." Tiara si staccò dal mauro al quale era appoggiata con uno sguardo misto fra l'indignato e l'incredulo "Il vostro maestro si è preso la libertà di affiancarvi a noi, senza consultarci?! E' paranoico forse?"
"No ma crede che più siamo e prima riusciremo a trovare questa persona." 

Le ragazze si guardarono fra di loro non sapendo cosa dire, avevano capito che il maestro Izumo era un tipo di poca fiducia, ma pensavano di essere state convincenti ed essersene guadagnata almeno un po', a quanto pare però non fu proprio così. 

"Alexander, con tutto il rispetto per la vostra accademia e il vostro maestro, ritengo che non sia una missione adatta a voi." disse Evelyn usando un tono non troppo duro ma ugualmente serio.

"Capiamo che è non è una missione del nostro calibro, ma permetteteci di aiutarvi almeno per stanarlo." insistette Alexander.

Evelyn non era molto convinta, non avendo modo di giudicare le loro abilità, le era impossibile constatare qual'era il loro livello di combattimento, ma era vero che conoscevano la città e i suoi abitanti meglio di loro ed essendo ninja capaci di aver tenuto testa ai ninja d'ombra, forse poteva dar loro una possibilità.

"Essia. Ma dovrete seguire due semplici regole." puntualizzò indicandolo con l'indice, al che il ragazzo si fece attento "Primo: qualsiasi cosa succeda, seguite le nostre istruzioni e non fate gli eroi. Secondo: una volta trovato il soggiocato lo lascerete a noi, non sappiamo se il nemico fa utilizzo della magia nera ma in ogni caso, voi starete a debita distanza. Tutto chiaro? Riferiscilo anche a David."

Il ragazzo annuì con calma, anche se dentro di sé fremeva per poter dimostrare loro quanto valeva, tuttavia sapevano di dover dare loro ragione, dal canto suo, Evelyn aveva addosso l'occhiata contrariata di Tiara e il sorriso tranquillo di Amber, sapeva che se ne sarebbe pentita ma ogni aiuto seppur minimo era prezioso. 

Amber saltò giù dal barile avvicinandosi al ragazzo con un sorriso incoraggiante "Allora, benvenuti entrambi momentaneamente nel gruppo. Che ne dite adesso di andare a cercare il resto della squadra?" 

"Abbiamo fatto prima noi Amber!" 

Il piccolo gruppo alzò lo sguardo verso il tetto vicino notando le loro compagne fissarli dall'alto, con una poderosa capriola atterrarono davanti a loro prestando la loro attenzione al giovane "E lui chi è?" chiese Berenice guardandolo dall'alto in basso.

"Vi spiegheremo tutto. Ora però dobbiamo pensare a un piano." ghignò vedendo le facce dei presenti incuriosite.


***


Incenerì con una fiammata il terzo libro che gli aveva portato grazie alla stregoneria emanata dal suo bastone; come aveva potuto confondere degli inutile libri di filosofia con quelli dei maghi bianchi? Era la domanda che si poneva già da un quarto d'ora guardando con freddezza il suo suddito soggiocato in ginocchio davanti a lui.

"Dammi una buona ragione per cui debba risparmiare la tua inutile vita." si avvicinò lentamente al giovane tremolante, non potendo fare a meno di ghignare davanti alla sua paura.

"H-Ho fatto qu-quello che mi è st-stato chiesto mio signore." parlò con voce tremolante a testa bassa, incapace di guardarlo negli occhi  "Ho preso i li-libri che ave-avevano portato fuori..."
"E non ti è passato per quella testolina, di controllarli prima di presentarti a me?" la sua voce era altamente minacciosa, il ragazzo si fece piccolo piccolo sperando di scomparire in qualche modo, lui gli girava intorno come un leone affamato fermandosi poi davanti al suo servo.

"Potrei ucciderti subito...però...che divertimento ci sarebbe? Potrei usarti un'ultima volta."
"Co-Cosa intendete mi-mio signore?" alla sua domanda lo sentì sghignazzare perfidamente, tremò di più sudando freddo, in un modo o nell'altro sarebbe morto, tutto ciò che poteva fare, era restare a guardare in che modo e pregare di esalare l'ultimo respiro il prima possibile.

Lui non rispose e alzò il suo bastone puntadolo sulla sua testa "Trans Demon'll memorem sepulcro introducas me dabo pecuniam mutuo corpus!" 

Dalle sue parole, una nube scura si fece largo nella stanza prendendo la forma di una creatura inquietante, questa andò dritta verso il ragazzo che non ebbe tempo di alzare la testa che venne investito dalla forza maligna, sentendo il suo corpo bruciare e le sue urla sovrastare i ruggiti dei draghi fuori dal castello diventando un unico suono agghiacciante. L'entità si infiltrò con la forza nel suo corpo, spingendosi fin dentro la sua anima provocandogli un mutamento terrificante: le osso schricchiolarono diventando più robuste, due canini appuntiti sbucarono dalla sua bocca e la pelle diventò biancastra, le vene al di sotto di essa furono visibili dal sangue scuro scorrere al loro interno, mentre gli occhi divennero due pozzi neri senza luce. Qualcosa aveva preso il posto del ragazzo, qualcosa di oscuro e maligno.

Orifus restò a godersi la trasformazione dal suo trono di pietra rimanendone soddisfatto "Perfetto." commentò a se stesso, guardando la sua creatura alzandosi in piedi e rimanendo ferma a fissare il vuoto finché lui non gli fece cenno di avvicinarsi "Ho un lavoretto per te...Animeītā*."


L'essere storse le labbra in una smorfia infastidita "Osi disturbarmi per i tuoi insulsi giocchetti da umani?" sottolineò l'ultima parola sapendo quanto al mago, dava fastidio essere paragonato agli esseri che riteneva inutili e deboli  "La tua anima venduta al signore degli inferi non è abbastanza per permetterti questi piaceri." 

L'uomo ghignò, sotterrando l'impulso di rispedirlo senza tante cerimonie nel suo limbo "Neanche se ci guadagnassi anche tu? Ho un interessante proposta da farti." sapeva che non era facile scendere a patti con un demone, ma non impossibile sopratutto se si offriva loro qualcosa che desideravano. 

L'essere piegò la testa da un lato con un sorrisino spettrale "Parla." 
"Io sono a conoscenza dell'incantesimo per rispedirti all'Inferno, ma ti lascerò su questa terra se in cambio mi liberi di alcuni scocciatori." vide la creatura incrociare le braccia e sospirò paziente "E potrai anche prenderti le loro anime." aggiunse per avere del tutto la sua fiducia.

"Interessante davvero. E chi sarebbero questi scocciatori?" 
Il mago alzò una mano facendo apparire una sfera nera dal quale scorsero alcune immagini delle ragazze "Loro sono gli scocciatori. Liberamene e le anime saranno tutte tue, compresa la tua permanenza in questo mondo." 

Animeītā  lanciò indietro la testa scoppiando in una risata demoniaca e grotturale "Ahahahah! Stai dicendo che i tuoi cadaveri viventi non sono riusciti a fare niente contro delle...mortali?" 
"Vuoi davvero parlare dei miei soldati oppure andare ad impossessarti di quelle anime il prima possibile?" tagliò corto volendo solo che sparisse dalla sua vista.
Il demone lo guardò torvo "Attento Orifus, non approfittare troppo della mia pazienza." 
"Non ne ho intenzione." rispose serio senza smettere di guardare la creatura davanti a lui.

Animeītā ghignò mostrando i canini poi si portò al centro della stanza e come era apparso, sparì con un semplice schiocco delle dita in una nube nera come la notte, mentre nella stanza rieccheggiò la sua voce cavernosa "I loro cadaveri marciranno nel sottosuolo! Ahahahahahaha!" 

Orifus ghignò a sua volta trovandosi per una volta d'accordo con lui "Lo spero vivamente."


***

La sera calò silenziosa in città, le guerriere si erano rifugiate nella piccolo alloggio che avevano preso per sostare due notti, mentre i loro due "accompagnatori" erano di pattuglia nella città; idearono un piano per stanare la persona posseduta, anche se nessuno aveva insegnato loro come affrontare una possessione, per questo quel pomeriggio i ragazzi le portarono da un esorcista locale; l'anziana donna diede loro dei sacchetti contenenti delle erbe di Artemisia e Betulla, piante usate nei riti di esorcismo per scacciare i demoni, in più consigliò loro di cercare di far posizionare il posseduto al centro del pentacolo, in modo da imprigionarlo e formulare l'incantesimo.

La mezza Luna alta in cielo era l'unica fonte di luce nella piccola piazzola davanti all'archivio cittadino, le strade erano desolate e un silenzio tombale dominava la calura estiva, più sopportabile dalla mancanza dei raggi solari. Al centro della piazzetta, mimetizzato da un telo scuro, avevano inciso il pentacolo in modo che nessuna avesse potuto vederlo e si erano nascosti nel buio notturno aspettando il suo arrivo: Tiara, Ann e Zena si erano appostate sui tetti della case adiacenti, Evelyn e Alexander attendevano in silenzio dietro le colonne portanti dell'archivio e in un vicolo Amber e David tenevano d'occhio Berenice; la ragazza aveva in mano un testo dei maghi bianchi in modo da attirare l'obiettivo, se l'avesse vista da sola, le possibilità di attirarlo aumentavano, ma per un'ora intera fu tutto tranquillo. 

Berenice sfogliava le pagine ingiallite con finto interesse restando in piedi, tutti i suoi sensi erano in allerta pronti a scorgere il più piccolo movimento, ma tutto ciò che riuscì a captare fu solo il battito d'ali di una civetta e lo scrosciare del fiume non lontano da lei. Alzò di poco lo sguardo dando un'occhiata veloce alla zona intorno a lei, qualcosa aveva cominciato a provocarle la pelle d'oca e l'istinto le diceva di non abbassare la guardia.

"Regola il respiro, è troppo pesante David." bisbigliò sottovoce Amber guardando il ragazzo che inginocchiato vicino a lei, respirava come un bue tibetano.
"Scusami è che sono eccitato, non ci capitano spesso questo genere di missioni."
"Ma allora sei proprio un principiante!" scherzò scompigliandogli i capelli e facendolo ridacchiare "Dovresti ritenerti fortunato allora."
Sul volto del ragazzo spuntò un piccolo sorriso, nulla di strano se Amber non avesse notato i canini "Certo, è proprio il mio giorno fortunato...ma non il tuo."
La ramata sbarrò gli occhi "David...ma tu..." non ebbe il tempo di dire niente che si ritrovò il collo nella presa ferrea del ragazzo, d'istinto afferrò con entrambe le mani il braccio di lui per cercare di allontanarlo e toccandolo, sentì la sua pelle fredda, troppo fredda anche per un essere umano.

"David niente cara, chiamami Animeītā!"

La ragazza sgranò gli occhi orripilata dalla trasformazione del ragazzo, davanti a lei non c'era più David, ma un mostro dagli occhi neri come la pece, fissarla con un sorrisino diabolico "T-Tu...mo-mollami dannato!" 
"Come desideri."

Il demone la scaraventò fuori dal vicolo con forza mostruosa, facendola urtare contro il suolo polveroso. A quella scena, le sue compagne accorsero immediatamente alzandola per le spalle.

"AMBER!" Stai bene?" le chiese allarmata Zena vedendola tossire e toccarsi il collo rosso.
La ragazza tossì un paio di volte recuperando fiato "Io sto bene...cof...ma è lui quello che deve essere curato."

Si girarono nella direzione in cui puntavano gli occhi di Amber e si ammutulirono di colpo nel vedere la strana creatura uscire allo scoperto, assomigliava a David ma erano sicure che ormai non fosse più lui, Alexander sbarrò gli occhi pieni di paura e preoccupazione.

"Da-David? Che ti è successo?"
Il demone ghignò "Stupido mortale, non mi sai distingure da quello sciocco di tuo fratello e pretendi di essere denominato guerriero?" con la magia demoniaca in sé, Animeītā sollevò il ragazzo da terra e in un attimo lo avvicinò a lui guardandolo dritto negli occhi, il ragazzo ringhiò di rabbia e al suo tentativo di mettere mano alle sue armi, scoprì di non sentire più nessuna parte del corpo.

"Ma cosa..." 
"Sforzi del tutto vani umano. Ora fai il bravo mentre ti sbrano l'anima!" le unghie dell'essere si trasformarono in artigli lunghi e affilati, puntandoli dritti agli occhi del ragazzo che sudò freddo "Addio umano."

Il colpo partì, ma dovette fermarsi a pochi centimetri dal suo volto per il fastidio che sentì allo stomaco, abbassando gli occhi si ritrovò una spada trapassarlo, girò di poco la testa facendo scricchiolare le ossa del collo giusto per vedere Evelyn guardarlo con determinazione.

"Tu...come hai osato?" sibilò lasciando andare il ragazzo a terra e concentrandosi sul gruppetto di ragazze che aveva davanti.
"Che ne dici di giocare un po' con noi?" lo sfidò estraendo la spada e mettendosi in posizione d'attacco.
Tiara ghignò lievemente "Abbiamo tanta voglia di sgranchirci un po'stasera." con eleganza sventolò il Tessen coprendo metà faccia a mo' di principessa, sebbene esso nascondeva delle estremità appuntite in grado di perforare le carni.

Il demone allargò il ghigno e sotto gli occhi delle ragazze, la ferita si rimarginò non lasciando alcun segno "Come desiderate." scattò improvvisamente in avanti ad una velocità pazzesca cogliendole di sorpresa, prese per il collo Tiara e Ann sollevandole da terra e catapultandole dall'altra parte della piazzetta, mandando in frantumi alcuni barili di legno "E questo è solo l'inizio." sibilò malignamente vedendole doloranti a terra.

Ann strinse i denti rotolando su un fianco "Per tutti i Kami, che volo!" rantolò riuscendo a mettersi in ginocchio con fatica.
Tiara non era da meno e con tutto le forze, si rialzò tastandosi la testa "Questo è tosto..." dovette ammettere con lo sguardo furente puntato sul demone.

Evelyn dopo una sorpresa iniziale, strinse la spada partendo all'attacco, l'essere si spostò di lato bloccandole poi la mano e stringendola fortemente; la morsa tremenda costrinse la ragazza a mollare la presa sulla spada, il contatto con la pelle glaciale dell'essere la fece rabbrividire, alzò lo sguardo fissando quelle iridi nere senza sentimenti stringendo i denti.

"Mollami mostro!" con l'altra mano lo colpì in faccia facendolo voltare di poco ma la presa sul suo polso non diminuì, ma aumentò "Da-Dannato.."
"Dì addio al tuo braccino cara." 

Evelyn sbiancò capendo le sue intenzioni, per fortuna prima che potesse farlo, Berenice con abile mossa lo colpì al collo con l'estremità del Bō allontanandolo di qualche passo e continuò a colpirlo in vari punti senza dargli sosta, a lei si unirono anche Zena ed Amber giusto il tempo necessario per permettere alle loro amiche di riprendersi. 

Ann e Tiara si erano rialzate seppur con qualche ammaccatura, Evelyn riprese la spada ignorando il dolore al polso "I colpi gli fanno poco e niente, dobbiamo combatterlo con la magia." disse mentre le sue amiche lo tenevano a bada più che potevano.
"Ma come facciamo ad attirarlo al pentacolo? Non ci andrà mica da solo!" 
"Lo so Ann, per questo dobbiamo attirarlo noi, la magia farà il resto."
"E non pensi a mio fratello? Lui è ancora intrappolato da quel maledetto!" intervenì Alexander faticando a trattenere la voglia di andare a suonargliele.
"Ci ho pensato invece, ed è proprio rispedendolo da dove è venuto che David tornerà." affermò posandogli una mano sulla spalla "Non permetteremo che gli succeda niente, fidati di noi." 

"CHE NE DITE DI VENIRE A DARCI UNA MANO??" urlò Amber bloccando con un calcio l'ennesimo attacco del demone colpendolo poi con una ginocchiata in pieno volto facendolo barcollare all'indietro, l'essere rispose con le arti oscure colpendola con una potente onda d'urto, mandandola contro una delle statue dei draghi. Amber rimase a terra stordita mentre Animeītā rideva come non aveva mai fatto prima, da secoli non si divertiva così e quelle umane riuscivano a tenergli testa nonostante tutto, ma il gioco stava diventando monotono e decise di cambiare metodo.

"Adesso basta con il riscaldamento." si alzò in volo evocando un vento gelido contro le guerriere "Le vostre anime sono MIE!!!" allargo gambe e braccia guardando il cielo notturno, il vento aumentò così come la sensazione di freddo e le guerriere sentirono come se qualcosa le stesse prosciugando di tutte le energie.

"Maledetto! Ho le braccia intorpidite! Zena riusciva a stento a muovere le dita e le sua gambe stavano per cedere "Se qualcuno ha un'idea la dica adesso!" 
Berenice allora si ricordò dei sacchetti di erbe per gli esorcismi "L'erba! L'erba contro i demoni può fermarlo!" 
Ann cadde sulle ginocchia "E co-come pensi di fare? Ci stiamo indebolendo!" 

"Hei Re del ghiaccio! Beccati questa!" 

Quella voce così spavalda poteva appartenere solo ad Amber, riuscirono a scorgerla sul tetto dell'archivio, al sicuro dal vento gelido con l'arco in mano e la freccia puntata contro Animeītā. Non fece in tempo a replicare che la ragazza scagliò la freccia centrandolo in testa facendolo urlare e deconcentrare dal sua magia, in questo modo 
le ragazze poterono risentire la calura estiva sulla loro pelle e le forze tornare "ZENA, ORA!" urlò alla bionda che non se lo fece ripetere due volte: lanciò la catena afferrando la caviglia della creatura tirandola con forza verso il suolo, al tempo stesso, Ann ed Evelyn tirarono via il telo scoprendo il pentacolo e lui ci finì dritto in mezzo. Approfittando della situazione, Tiara sfoderò quattro kunai impiantandoglieli con forza nelle mani e nelle gambe bloccandolo al suolo, a finire l'opera, Berenice gli lanciò addosso tutte le erbe contro i demoni e rimasero in attesa.
Animeītā urlava con voce animalesca dimenandosi il più possibile fermandosi poi tutto insieme a fissare il vuoto, si avvicinarono con cautela accerchiandolo e lo videro sorridere mostrando quei canini da brividi.

"Ho perso...Ahahahaha! Ho perso!" disse fra le risate isteriche, l'essenza delle erbe gli impediva di fare altro, poté solo guardare le sue avversarie con un sorriso sghembo.
"Hai finito di fare il pazzo?" gli chiese minacciosa Tiara puntandogli contro il ventaglio "Ora vedi di obbedire o ti infilo quella cara erbetta dove non batte il Sole!" 
L'essere scoppiò in un'altra risata grotturale, interrotta dal colpo all'addome infertogli con i tirapugni appuntiti di Alexander "Lascia andare David." ringhiò pieno di collera.
"Oh, e se invece lo portassi con me nell'oltretomba? Ho un sacco di amici lì che si divertiranno volentieri con lui! Ahahahaha!" 
"Io ti...." 
"Adesso fermati Alex. Così non otterrai niente." Evelyn lo allontanò con calma, e si inginocchio vicino alla creatura demoniaca "Lui dov'è?" gli chiese con voce piatta e seria. 
"Gyahahaha! Siete illuse se pensate di batterlo, egli è potente e presto lo sarà di più." gli occhi neri saettarono da una guerriera all'altra "Tutte voi...morirete, la domanda è...in che modo volete farlo? Ahahahahaha!" 
Evelyn estrasse la spada puntandogliela alla gola "Però so il modo in cui morirai tu. Te lo richiedo: lui dov'è?" 
Animeītā alzò di scatto la testa ritrovandosi faccia a faccia con la ragazza "Che gusto ci sarebbe se te lo dicessi?" bisbigliò provando immenso piacere nel provocarla. 

Evelyn assottigliò gli occhi e si alzò rinfoderando la spada "Siete pronte?" chiese rivolta alle ragazze che annuirono mettendo avanti ognuna la sua mano e chiudendo gli occhi. Era il momento di farla finita.

"In nomine deorum non ut reverterentur ad te tu fundasti, in nomine deorum non ut reverterentur ad te tu fundasti..." le parole rituali ebbero un effetto quasi immediato, Animeītā urlava d'odio mentre il suo spirito maligno veniva strappata via a forza dal suo ospite; dal corpo uscì un'ombra scura slanciata e dai lunghi artigli, i canini si erano allungati pronti a perforare la trachea delle ragazze che, aumentarono la potenza del rito ripetendo più velocemente la formula e unendo le loro mani.

Alexander era rimasto a guardare in disparte e senza parole, mai aveva visto una cosa simile e l'unica cosa che voleva era rivedere suo fratello vivo; si sentiva impotente e inutile, nonostante sia stato sempre al suo fianco, non si era mai accorto della possessione di David e non osò neanche pensare da quanto tempo andava avanti. Guardando la scena dell'esorcismo, capì quanto potesse essere meschino Orifus e fin dove era capace di arrivare pur di ottenere ciò che voleva; strinse i pugni con rabbia, aveva fallito sia come fratello maggiore che come guerriero, e questo non riusciva a sopportalo. 

Un urlo più forte degli altri lo fece svegliare dai suoi pensieri, alzando il viso, vide che l'essere era avvolto da una strana luce dorata talmente forte che persino le ragazze dovettero chiudere gli occhi per l'immenso bagliore che dava, essa si portò via Animeītā e lasciò il corpo di David a terra. Il ragazzo lo raggiunse subito tentando di svegliarlo smuovendolo un po'.

"David? Hei fratello, mi senti?" 
"E' svenuto Alex. Ospitare quel mostro gli è costato energia, ma si riprenderà non preoccuparti." lo tranquillizzò Ann esaminando il corpo del ragazzo ancora dormiente.
Berenice ripose il suo bastone dietro la schiena tirando un sospiro di sollievo "Wow, non avevamo mai combattuto contro un demone prima. E' stato incredibile."
Amber si imbronciò contrariata "Ma non aveva il diritto di fare del male a David." al che le vennero rivolte occhiate strane "Che c'è?" 
Evelyn sorrise appena "Ok, ne riparliamo più tardi Amber. Ora portiamo David all'accademia, ha bisogno di riposare e anche noi. E' stata una lunga notte per tutti." 

Tutti furono molto d'accordo, Alexander mise un braccio di David attorno al suo collo e Amber fece lo stesso con l'altro alzandolo e cominciando a camminare verso l'accademia. Il tragitto fu silenzioso, la notte di lotta aveva scombussolato tutti ma non aveva impedito alla stanchezza di farsi largo nel corpo dei ragazzi, tutti sognavano di mettersi a dormire il prima possibile, ma il karma aveva altri progetti per loro: arrivati nei pressi dell'accademia, un gruppo di ninja era fuori il portone parlando animatamente, anche se più che parlare sembravano agitati. Uno ninja vedendoli arrivare e riconoscendo Alex, si precipitò da loro con il fiatone, lo sguardo preoccupato misto al terrore.

Alex ebbe uno strano presentimento ma glielo chiese comunque "Hitoshi, che succede?" 
Il giapponese era visibilmente agitato "E' terribile Alex..." 
"Che vuoi dire? Parla Hitoshi!" 
"Non sappiamo come sia successo Alex...lo abbiamo trovato a terra..."
"Chi?"
"Alex...il maestro Izumo...è morto."



Angolo autrice

Buoan sera cari lettori e cari lettrici! L'estate è finita (ma guarda un po' u,u)  ma io non vi mollo cari miei!
Dunque, Orifus è pigro e preferisce mandare i suoi scagnozzi, ma le ragazze si sono dimostrate all'altezza, sarà sempre così? Chi lo sa. E sì, il maestro Izumo ci ha lasciato e...non vi dico altro! Crudeltà al massimo proprio, qualcuno mi darà della sadica prima o poi.
Mi auguro di non aver deluso le vostre aspettative e come sempre, grazie per a chi legge e lascia un commento :) al prossimo mese :*

Stella

Animeītā: mangiatore di anime (puramente inventato)

Lu jiao dao
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Capitolo 9
*** Nuove mosse ***


                                             Nuove mosse


Spesso si pensa che ogni volta che succede qualcosa di brutto non potrebbe capitare di peggio, ma a volte il fato è avverso dimostrandosi senza pietà, certo, se fosse stato destino col tempo lo si sarebbe accettato, ma in quel momento tutto poteva essere tranne che il destino.
La notte passò insonne per tutti gli inquilini dell'accademia di Gao, non sapevano come spiegarsi una tragedia simile e quel che è peggio, nessuno si era accorto di nulla finché il maestro Manobu, uno dei maestri dell'accademia, si insospettì non avendo visto Izumo per tutta la sera, un sospetto trasformatosi in crudele verità quando entrò nell sua stanza già semiaperta, trovandolo a terra con gli occhi spalancati e il corpo rigido e pallido.
 

La sua stanza venne immediatamente isolata, dentro vi erano solo le ragazze con Manobu ad esaminare il corpo del maestro: nessuna ferita, nessun livido o segni di lotta, niente nella stanza era fuori posto a parte la porta semiaperta e la tazzina da tè rovesciata a terra; tutto fece pensare che lo scopo era senz'altro l'assassinio di Izumo e che chiunque fosse stato, era stato talmente silenzioso da intrufolarsi e coglierlo di sorpresa. 
Date le condizioni del corpo, qualcosa diceva loro che senza ombra di dubbio era opera dello stregone nero, come avesse fatto rimaneva però un mistero.
Con l'aiuto di Manobu, coprirono il corpo del maestro con un lenzuolo bianco spostandolo in un'altra camera sorvegliato da alcuni ninja, poi si apprestarono a riportare la calma fra i ragazzi agitati e preoccupati, le ragazze li tranquillizzarono ricordando loro che in caso di morte prematura del maestro supremo, le regole dell'accademia prevedevano la presa di comando da parte del secondo maestro in carica, nel loro caso era Manobu. 


Quando finalmente tornò la calma, il maestro Manobu le invitò a fermarsi da loro per la notte come simbolo di ringraziamento per tutto il loro aiuto, le ragazze accettarono sopratutto per voler essere sicure che l'assassino non si rifacesse vivo e accertarsi che il demone, se ne fosse definitivamente andato dal corpo di David. Proprio nella stanza del ragazzo, c'erano Amber, Tiara e Ann che, insieme ad Alexander, vegliavano il ragazzo in silenzio, del resto non sapevano neanche cosa dire, troppi avvenimenti in una sola notte li avevano completamente scombussolati. 

Alexander era seduto a gambe incrociate vicino al fratello con aria assente, finché non ricevette uno schiaffo sulla nuca da Tiara "Non crearti problemi inutili, Orifus ci sa fare con la magia, nessuno avrebbe mai potuto accorgersene." 

Il ragazzo sbuffò contrariato "Non puoi capire."
"Sì invece, ho un fratello anch'io ed entrambi rischiamo la vita ogni giorno, consapevoli che ogni volta potrebbe essere l'ultimo."
"Ma il tuo non è stato posseduto."
La ragazza lo rimproverò con lo sguardo "Ma è stato a un passo dall'essere ucciso." rispose dura ricordandosi di come due anni prima, durante la lotta contro uno squadrone di ninja capitanati da Dark, il generale stava quasi per trafiggere Federico, fermato appena in tempo da lei buttandolo di lato con una forte spinta.
 

Alexander la guardò per qualche secondo e sospirò silenziosamente, la ragazza notò un piccolo sorrisino affiorire sul volto del ragazzo "Sei davvero una tipa tosta, e anche in gamba."
Tiara alzò un sopracciglio con fare dubbioso "Mi stai prendendo in giro?" chiese appoggiandosi con la schiena alla parete della stanza, quel ragazzo era proprio strano, un minuto prima si riempiva di colpe per il fratello, poi sorrideva come se la sua depressione fosse sparita tutta insieme.
"No, è la pura verità."
"Quindi è un complimento?"
Il ragazzo sorrise con sincerità "Si, lo è." 

Ann e Amber li guardavano in silenzio ridacchiando appena, almeno avevano smorzato un po' l'atmosfera pesante di quella sera fin troppo lunga, era interessante vedere Tiara alle prese con qualcuno che la lodava in quel modo senza che si arrabbiasse più del dovuto.
 

Zena le raggiunse nella stanza volendosi accertare che tutto andava bene "Come va?" chiese con la sua solita voce pacata, seppur segnata dalla stanchezza. 
"Direi bene, David dorme tranquillamente e le sue funzioni vitali sono tornate normali. Credo che si sveglierà domani mattina, quel mostro l'ha ridotto allo stremo." rispose Ann controllando il battito del ragazzo e la respirazione.
"Bene, allora direi che possiamo andare a dormire."
"E l'assassino? Non possiamo lasciare impunito chi ha fatto questo!" la rabbia stava risalendo nell'anima di Alexander e Zena lo fermò con un cenno della mano prima che potesse dire altro.

"Questo non succederà Alex, chiunque sia stato stasera non tornerà e forse non lo rivedremo, almeno non qui." alla faccia interrogativa del ragazzo, proseguì "Le condizioni del maestro, ci hanno ricordato altre vittime ridotte allo stesso modo dall'essenza malvagia di Orifus."
Amber sgranò gli occhi "Questo significa che Orifus lo ha...prosciugato!" 
"Pr-Prosciugato?" ripeté allibito il ragazzo "Che significa?!"
Amber si alzò in piedi portandosi a due passi da lui "Prosciugato mio caro! Hai presente un pesce essicato al Sole? Uguale! Magari senza le squame ma gli occhi fuori dalle orbite erano identi..." 
"Basta Amber, direi che hai reso l'idea." la bloccò Zena vedendo la faccia scandalizzata di Alexander "Purtroppo però è vero e noi non possiamo fare niente al momento."
"Dunque, qual'è la prossima mossa?" si fece avanti Tiara a braccia incrociate.

"Domani mattina si torna in accademia e parlaremo con il maestro Jitsu, ci sono cose che dobbiamo chiarire." detto questo, si alzò congedendosi da loro, così fecero anche le altre poco dopo mentre Alexander volle rimanere accanto a David, Ann gli augurò la buona notte lasciandogli detto di chiamarla in caso di problemi. 

Il ragazzo si distese a terra incrociando le braccia dietro la testa usandole come cuscino, con tutti quegli eventi gli sembrava impossibile prendere sonno, pensiero svanito non appena le palpebre si fecero inaspettatamente molto pesanti, portandolo quasi subito in un sonno profondo.

***

La mattina dopo, il cielo era di un azzuro intenso senza neanche una nuvola, un Sole splendente e caldo padroneggiava sulla città che riprendeva il suo ritmo abitudinario.
 Le guerriere ancora dormivano nella stanza data loro dal maestro Manobu, nonostante nella stanza regnasse la luce del mattino inoltrato, la voglia di restare a dormire era tanta e avrebbero continuato se Manobu non fosse andato a svegliarle bussando alla loro stanza, dovette insistere per dieci minuti buoni sovrastanto i loro mugolii di protesta. Alla fine si arresero all'insistenza del maestro e si  prepararono per lasciare la città.

"Grazie per l'ospitalità maestro. Siamo state bene." ringrazziò Zena saltando in groppa ad Alias, il suo cavallo dal manto color crema e una striscia bianca sul muso.
L'uomo scosse lievemente il capo sorridendo con gratitudine "Siamo noi a dovervi ringraziare, avete liberato la città dal male che l'avvolgeva e salvato uno dei nostri ragazzi. Siamo in debito con voi guerriere." 
Ann accennò un sorriso triste "Ci dispiace di non poter partecipare alla cerimonia di addio del maestro Izumo, ma non possiamo fermarci in un luogo per troppo tempo."
"Comprendo le vostre preoccupazioni e i vostri doveri, sono sicuro che il maestro Izumo avrebbe voluto lo stesso, incitandovi a proseguire il cammino verso la nostra libertà."

Evelyn saltò a cavallo afferrando le briglie di Perla "Ci saluti Alexander e David e abbiate cura dei cittadini. Arrivederci maestro Manobu." inclinò la testa verso il basso in segno di saluto venendo ricambiata dal maestro, e si allontanarono verso l'uscita della città.

"Bene, anche questa volta, torniamo a casa a mani vuote." sospirò Tiara lasciando un momento andare le briglie di Fulmine, stiracchiandosi le braccia dietro la testa.
"Beh, proprio niente no. Ora sappiamo che Orifus collabora con spiriti fuori di testa quasi quanto lui." constatò Ann.
"Il che va nella mia lista delle 'pazzie mortali di Orifus'. " 
"Da quando hai una lista del genere, Amber?" chiese scettica la spagnola.
"Da adesso!" rispose raggiante.
"O madre de dios..." 
Evelyn ci rifletté un momento "Beh, in effetti non ha tutti i torti, Orifus sta dimostrando delle capacità sorprendenti."
"E non lo lodare per questo!" sbottò pur sapendo che era la pura e fastidiosa verità.
"Non lo sto lodando, e se dovessi farlo datemi un pugno." 
"Ti ho preso in parola, sappilo!" 
"Sì, ma non andarci pesante."

Zena, Ann e Berenice risero insieme "E' bello vedere che nonostante tutto, sappiamo sempre rialzarci e tornare più forti." affermò con un sorriso tranquillo Zena.
Berenice le diede ragione "Già, però mi dispiace per il maestro. Non meritava una fine così."
Ann accennò un sorriso di comprensione e alzò il viso guardando le nuvole "Nessuna delle vittime di Orifus se la meritava.


***

"DARK! VIENI QUI IMMEDIATAMENTE!" 

La voce cavernosa e paurosamente minacciosa rimbombò per le pareti del castello, facendo accorrere il Generale il più veloce possibile. Arrivato davanti l'enorme porta in legno scuro invecchiato della sala del trono, un cattivo presagio si fece largo nella sua mente: e se il padrone avesse deciso di farlo fuori? Del resto non aveva ancora niente sulla pietra, neanche una minima traccia. Indugiò per qualche secondo prima di entrare contemplando la maniglia in ferro, una parte di lui gli diceva di scappare e di non farsi trovare mai più, ma fu una decisione che accontonò subito, di scappare non se ne parlava, era il Generale delle forze armate del signore oscuro e avrebbe affrontato il suo destino, qualunque esso sia. 

Si decise ad entrare spingendo con una sola mano metallica la porta, lì il suo signore lo attendeva in piedi davanti al trono con sguardo severo e gelido da far tremare un Drago, "Ci siamo." pensò inginocchiandosi davanti a lui attendendo la sua fine.

"Mio signore, sono arrivato."
"Questo lo vedo." sibilò tagliante facendo irrigidire di più il Generale "Dark, mi devi delle spiegazioni e spera che io ci creda." 
Il Generale alzò di poco la testa con aria interrogativa "Spiegazioni? Non credo di comprendere mio signore." 
"Ah no? Magari vedendo questo ti si rinfrescherà la memoria."

Lo stregone alzò il palmo della mano, dal quale materializzò una sfera scura da cui scorrevano alcune immagini, Dark aguzzò la vista e riconobbe i suoi fardelli per eccellenza, combattere contro quella che doveva essere una creatura infernale.

"Delle misere umane, hanno messo fuori gioco il demone Animeītā, delle UMANE!" chiuso la mano a pugno con forza pulsante, facendo svanire la sfera "Ti conviene parlare Dark, chi sono loro?" 

Dark si strinse nelle spalle, immaginava che prima o poi sarebbe venuto a sapere di quelle giovani, ma sperava di liberarsene ancora prima che lo scoprisse, solo allora si rese conto di aver tenuto nascosto tutto al suo padrone, il che lo fece sudare freddo: ora sì che avrebbe voluto morire.
 
"Sono delle guerriere provenienti dall'accademia ninja, padrone." cominciò mantenendo la testa bassa "Ho avuto modo di sfidarle più di una volta, sono brave ma.." 
"Ma?" lo incitò vedendolo chiaramente prendere fiato, come se dovesse dirgli una cosa scomoda.
"Non penso che siano loro le prescelte."
"E sentiamo, cosa te lo fa pensare Dark?" chiese incamminandosi verso di lui a passo lento, ma deciso.
"Non hanno mai dimostrato capacità fisiche o mentali di strana natura." 
"Ma ti hanno tenuto testa, ho ragione?"
"Sì, mio signore." ammise mentre lo stomaco gli si rivoltava dalla rabbia.

Orifus si indurì nello sguardo di fuoco, oltrepassò il Generale andando verso la finestra guardando le nubi scure della sua terra "Devo saperne di più. Voglio sapere ogni cosa, chi sono, da dove vengono, dove vanno, perfino quando mangiano!" 

Dark ascoltava in silenzio, quando il suo padrone voleva qualcosa, la otteneva e poco importa se sarebbe costato la vita a qualcuno, purchè avesse soddisfatto i suoi desideri, siano essi carnali o magici.

Orifus batté l'asta del bastone a terra richiamando la sua attenzione "Voglio più informazioni Dark, e tu me le porterai. Chiaro?" 
"Sì, potente padrone."
"Bene. Sei congedato."

Il Generale si alzò e salutando con un unchino in avanti, sparì oltre la porta lasciando Orifus nei suoi pensieri oscuri. Lui stesso stentava a credere che delle ragazzine potessero essere i guerrieri prescelti; gli veniva da ridere al solo pensiero che delle mocciose avrebbero potuto ucciderlo, delle umani così fragili che sarebbe bastato un colpo del suo bastone a farle fuori.

Eppure...c'era qualcosa di diverso in loro: troppo determinate, troppo affiatate, troppo tutto! 
Erano questi i motivi ad averlo spinto a vederci chiaro e in ogni caso, sarebbero sparite dalla faccia della terra al costo di doverlo fare di persona; chissà come sarebbe stato prendere quei colli minuti e spezzarli in una sola mossa.
Ghignò sadicamente all'ultimo pensiero mentre prese a sfogliare la sua fonte di potere primaria, soffermandosi sull'ultima anima catturata "Pessima idea mettersi contro di me, caro maestro Izumo. Non dovevi ficcanasare e ora ne hai pagato le conseguenze, ahahahahahah!" rise malignamente richiudendo il libro e pensando a tutto il potere che avrebbe accumulato, appena la pietra fosse stata nelle sue mani.

Era solo questione di tempo.


***

Tornate da poco all'accademia, non ebbero neanche il tempo di respirare che i loro amici le accerchiarono felici, facendo ogni tipo di domanda; le ragazze ricambiarono il loro affetto con sorrisi e abbracci; poteva sembrare una cosa superflua a prima vista, in verità tutti loro erano come una famiglia, tanti fratelli e sorelle su cui poter contare in un periodo buio, era una delle cose più belle che potessero avere.
Essere tornate significava anche essere sopravvissute, nessuno l'avrebbe mai ammesso per non peggiorare le cose, ma la paura di uscire con l'alta probabilità di non fare più ritorno, era un pensiero costante in ogni guerrieri ninja, i maestri avevano insegnato loro a farsi forza l'uno con l'altro, dovevano rimanere uniti, altrimenti sarebbe stato tutto inutile e Orifus avrebbe prevalso.

In prima fila vi erano Liam, Erik, Kevin e Federico, il ragazzo rivolse uno sguardo profondo e dolce ad Evelyn facendola arrossire, erano solo due giorni che non si vedevano, ma per entrambi era come se fosse passato un'eternità. 

Prima che potessero dirsi qualcosa, vennero assaltate dalle ragazze dei plotoni che le stritolarono in quello che doveva essere un abbraccio affettuoso, risero tutte insieme come delle bambine ad una festa di compleanno, almeno quasi tutte: Evelyn notò con la coda dell'occhio Chanel che la fissava a braccia incrociate con indifferenza e qualcos'altro che alla ragazza sembrò invidia. Sospirò decidendo di non farci caso, non aveva niente contro Chanel ma non approvava i suoi modi poco casti per farsi notare dagli altri, sopratutto dai ragazzi. 
Smise di pensarci appena vide Daya avvicinarsi a loro e parlare ad Amber.

"Hei Amber, che hai fatto alla schiena?" le chiese Daya, notando come la ramata si toccava dolorante in un punto specifico.
Amber ridacchiò con un po' di dolore "Ehehehe, quel mostro mi ha fatto provare il brivido del volo! Peccato che l'atterraggio non sia stato morbido."
Ann le si avvicinò con aria preoccupata "Dovresti andare da Narumi, ti ha dato un bello spintone."
"Se è per questo, anche a te e Tiara." 
"Sì ma tu sembri soffrirne di più."
"Penso che seguirò il tuo consiglio." si decise finalmente pur di farsi passare quel dolore tremendo.
Zena scese da Alias tenendolo per le briglie "Qui tutto bene? Ci sono stati problemi?" 

"Problemi del tipo: Kevin ha ricominciato con gli scherzi? Ebbene sì." rispose l'indiana con aria divertita.
Berenice si girò verso il chiamato in causa con pazienza "Che hai fatto questa volta?" chiese con le mani hai fianchi, ora si spiegava il perché era rimasto zitto da quando l'aveva vista.

"Io? Niente! Ho solo scherzato un po' e....pffffff." si trattenne dal ridere mettendosi una mano sulla bocca, Berenice invece aveva l'aria di chi stava per fare una bella ramanzina.
"Che ha combina..."
"Ne parleremo dopo, il sensei ha appena chiesto di noi." si instromise Tiara volendo chiarire il prima possibile la faccenda.
"Andiamo allora." Evelyn si fece largo fra i ragazzi seguita dalle sua compagne, raggiungendo il dojo privato del maestro.

Jitsu le aspettava seduto in posizione zen, schiena dritta e respiro regolare tenendo gli occhi chiusi finché non sentì bussare "Entrate pure." rispose con voce calma aprendo gli occhi "Bentornate guerriere." le accolse Jitsu, l
e ragazze fecero il saluto ninja e si inginocchiarono, avevano molte cose da chiarire sperando di arrivare ad una conclusione.

***

"Dovresti riposarti fratello." lo riprese per l'ennesima volta Alexander, suo fratello era sicuramente un tipo tranquillo ma anche molto testardo, da quando si era ripreso, aveva ricominciato subito gli allenamenti, ignorando le raccomandazioni del dottore di stare a riposo per dare la possibilità al suo corpo di riprendersi.

David si fermò dal colpire il bersaglio sotto forma di manichino impagliato, si asciugò il sudore dalla fronte voltandosi verso il fratello maggiore "Mi sento bene Alex, sto benissimo."
Alexander roteò gli occhi "Certo, e io sono un Panda dagli occhioni teneri. Andiamo David, tu non stai bene e non parlo di salute fisica."
Il ragazzo sospirò profondamente buttandosi a sedere "Non riesco ad accettarlo..." mormorò passandosi una mano fra i capelli con stanchezza "Le ho fatto del male capisci? Io non avrei mai potuto toccarla."

Alexander aprì le braccia verso il cielo "E ce l'hai fatta a dirlo! Cominciavo a pensare di doverti torturare." disse posando lo sguardo su suo fratello ancora abbattuto e sospirò inginocchiandosi davanti a lui "Non eri tu quello David, non incolparti di qualcosa che non hai fatto. Quel mostro ora è solo un ricordo che spero dimenticherai."

David alzò il viso sorpreso "Da quando dici queste cose così serie? Non è da te."
Il maggiore ghignò "Le guerriere mi hanno insegnato qualcosa, e forse anche di più."
"Mi sarebbe piaciuto salutarle."
"Salutarle o salutarla?" 
David arrossì "Sa-Salutarle tutte, ovvio!" balbettò imbarazzato.
Alexander scoppiò in una risata "Ahahahahaha! Cavolo, Amber ti ha stregato!" 
"No-Non è vero!" 

"Ehm ehm, disturbo ragazzi?" 

Il maestro Manobu era arrivato nel dojo dell'allenamento da qualche minuto, fermandosi a guardare quell'inusuale spettacolino dei suoi allievi, tuttavia decise di intervenire per dar loro un comunicato importante che, data la situazione, forse avrebbero anche gradito.

"Buongiorno maestro Manobu." salutarono in coro mettendosi sull'attenti.
"Buongiorno a voi ragazzi. Sono qui per parlarvi di una cosa importante." iniziò a dire tenendo le braccia incrociate dietro la schiena "Come ben sapete, in questa accademia si istruiscono i giovani all'arte ninja e quando questi divengono abbastanza pronti e ben equilibrati, vengono mandati a un livello superiore di allenamento."

"Ragazzi come noi?" chiese scettico Alexander.
"Esattamente, voi due ragazzi assieme ad altri di voi, siete stati scelti per essere trasferiti all'accademia del maestro Jozu. Partirete fra tre giorni." 

I ragazzi rimasero basiti con la bocca semiaperta "No-Noi? Ma è sicuro sensei?" 
"Sì Alex, doveva essere il maestro Izumo a dirvelo, ma non ha fatto in tempo. Nonostante il carattere un po' burbero, riponeva molta fiducia in voi ragazzi." 

I due giovani non riuscivano a crederci e al tempo stesso, si sentirono profondamente in colpa per tutte le volte che avevano criticato le maniere burbere e distaccate del loro defunto maestro, per tutte quelle volte che li allenava fino allo stremo sottoponendoli ad esercizi continui e duri, che alla fine diedero i risultati sperati. Fu un cosa di cui Alexander si rese conto mentre vegliava il fratello, era riuscito a tener testa a un demone, chi mai avrebbe potuto farlo? A parte le prescelte, certo.

"Il maestro Izumo era certo che avreste fatto del vostro meglio, rendetegli onore."
I ragazzi alzarono la testa mostrando un volto determinato "Sì sensei!"


***

Jitsu rimase in silenzio ascoltando ogni singola parola, avvertiva ancora sorpresa e incertezze nella voci delle sue allieve mentre la sua mente lavorava sugli ultimi avvenimenti, una delle sue preoccupazioni più oscure si era avverata, si aspettava che Orifus sfruttasse degli aiuti preziosi e ebbe la prova che la sua magia cresceva giorno dopo giorno. 
Le ragazze lo guardarono pensare ad occhi chiusi, che lo avessero turbato? Cosa probabile dato il suo strano silenzio, interrotto da un suo sospiro prolungato e da una strana affermazione.

"Non c'è scelta, bisogna trovare la grotta segreta." 
"La cosa?" 
"La grotta segreta Amber. Il posto in cui si dice siano custoditi gli oggetti appartenuti ai maghi bianchi."
"E che oggetti sono?" chiese Ann incuriosita.

"Oggetti sacri creati dai maghi bianchi in grado di affrontare le creature infernali." rispose una voce anziana alle loro spalle.
"Maestra Tomoko!" esclamarono in coro vedendo l'anziana raggiungere Jitsu e sedendosi al suo lato con l'ausilio del bastone, le ragazze erano stupite, non l'avevano neanche sentita arrivare.

"La grotta era il loro punto di ritrovo, si dice che essa sia nascosta da qualche parte nella foresta a nord, oltre il confine dell'impero mongolo." proseguì con calma.
Jitsu annuì al racconto della zia "La grotta nasconde monili capaci di respingere le entità oscure, per ora ve la siete cavata ma la prossima volta, potrebbe evocare qualcosa di più pericoloso. Dovete proteggervi assolutamente." affermò con tono serio che non ammetteva discussioni  "E' il primo passo per repingere Orifus."

"Possiamo partire anche domani stesso maestro!" affermò determinata Tiara serrando i pugni.
Jitsu scosse il capo "Il vostro corpo e il vostro spirito sono ancora troppo inquieti per ciò che è accaduto, hanno bisogno di riposo e meditazione."

Tiara non era molto d'accordo, ma qualcosa le diceva che per il momento era meglio così ed annuì in silenzio, Jitsu sapeva che fremevano di andare fuori e mettere sottosopra tutte le foreste pur di trovare il prima possibile la grotta, e sapeva anche che la fretta genera errore in ogni cosa.*

"Per il momento faremo calmare le acque, Orifus non è uno sprovveduto e mediterà più accuratamente sulla prossima mossa, su questo dobbiamo precederlo." 
"Precederlo andando a cercare questa grotta e recuperare i monili." arrivò alla conclusione Evelyn "Ma...quali?" 

Tomoko sorrise leggermente "Gli antichi maghi usavano ciondoli speciali di corallo rosso, con l'ausilio di un incantesimo essi avevano una protezione speciale contro diavoli, furie, fantasmi e malocchi. E' ciò che dovete cercare."
"Ma lei come fa a saperlo?" Berenice non capì finchè Tomoko allargò il colletto del suo kimono, tirando fuori il tanto prezioso monile posandolo sul palmo della sua mano e avvicinadolo alle ragazze in modo da memorizzarlo.

"A me sembra un normale pezzo di corallo." disse Amber scrutandolo con un cipiglio perplesso.
Tomoko ridacchiò lievemente "Mai giudicare dalle apparenze bambina, le cose più strane e inutile a volte si rivelano estremamente potenti, basta saperle riconoscere."
Ann si avvicinò di più con cautela sentendo una strana energia emergere dal piccolo oggetto "E' incredibile..." mormorò affascinata mentre Tomoko lo rinascose nel suo kimono.

"Rammentate però di cercare con cautela, tutto ciò che troverete al suo interno è intriso di magia, badate di non toccare niente che non sia ciò che vi occorre." si raccomandò Jitsu, neanche lui speva cosa avrebbero mai potuto trovare, era abbandonata da secoli ma sperava ugualmente che i ciondoli fossero rimasti intatti.

"Quando possiamo partire, sensei?" 
"Tre giorni." rispose alzandosi in piedi "Ora potete andare a riposarvi, domani mattina meditazione all'alba, intesi?" 
"Sì sensei!" risposero alzandosi in piedi e congedandosi da loro, lasciandoli soli nella grande stanza illuminata dal Sole pomeridiano.

Tomoko sospirò stanca, vedendo poi con la coda dell'occhio suo nipote sedersi a tavolino
 in legno e prendendo una pergamena e una piuma bianca, cominciando a scrivere qualcosa.

"Che stai scrivendo?" 
"Una lettera di condoglianze per la morte di Izumo." rispose con voce pacata, anche se Tomoko riuscì a percepire della tristezza per la perdita di un amico.
"Abbi fiducia Jitsu, ce la faranno e..."
"E?" chiese scrutandola da dietro gli occhiali sottili.
"Qualcosa mi dice che scopriranno anche di più." concluse uscendo dalla camera.
 



Angoletto autrice

Salve a tutti e buon inizio inverno! 
Tralasciando il fatto che soffro il freddo di mio, quindi ignoratemi si mi lamento per questo, mi voglio scusare per il ritardo, ma dato che vorrei prendere la laurea prima di Natale (così dopo dormo tutto il giorno, yeeeeee!! :D) ho dovuto spostare la pubblicazione ad oggi, ammetto anche che è stato un capitolo su cui ho meditato a lungo e spero sia venuto bene.
Bene, si prevede parecchio movimento per le nostre giovani, ho delle sorprese poi che....ehehehe, sto zitta :P
Come sempre, grazie a chi legge e mi segue anche senza recensire, un bacione a tutti! 

Stella



*Frase di Eredoto tratto da "Storie"


Una delle pagine del libro nero
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Il libro per intero
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Capitolo 10
*** Alla scoperta del segreto ***


                                                        Alla scoperta del segreto


La giovane ragazza si stiracchiò sdraiandosi sulle fredde tegole in pietra della torre, non era il miglior posto per stare sdraiati ma le permetteva di vedere le nuvole scorrere in cielo.
La partenza venne rimandata di due giorni, Amber aveva riportato una lesione alla schiena che le fece venire un livido grande come un pugno e Narumi le aveva proibito gli allenamenti finché non si fosse ritirato almeno un po'; per accelerare la guarigione, la donna le diede un unguento di erbe da spalamare due volte al giorno proibendole di fare sforzi che rigurdassero la schiena.

Evelyn inspirò l'aria rilassandosi.
Era decisamente una bella giornata e a
lei piacevano le belle giornate sopratutto se poteva godersele in quel modo; per quel giorno aveva finito gli allenamenti e da Amber ci sarebbe passata in serata assime a Berenice, per il momento rimase lì a godersi il Sole, la pace e la tranquillità.

"KEVINNNNN!!! QUESTA VOLTA TI UCCIDO SUL SERIO!!" 

Come non detto.
Si alzò attirata da quell'urlo isterico molto familiare, sporgendosi di più, vide Tiara completamente rossa in viso per la rabbia guardarsi intorno alla ricerca di qualcuno. Aguzzando di più la vista, notò anche una cosa cosa che la fece scoppiare a ridere: il viso e il busto della spagnola erano ricoperti di fango fresco; se solo fosse stata più vicina, Evelyn avrebbe potuto sentire chiaramente il suo respiro irregolare e vedere i muscoli tesi pronti a colpire.

"Kevin le ha fatto uno scherzo? Pessima mossa." pensò cercando con lo sguardo il responsabile, scorgendolo nascosto dietro i carri per il rifornimento mentre Tiara faceva arretrare tutti con un solo sguardo infuriato, e pensare che si era svegliata tranquilla oggi.

Evelyn scese dalla torre cercando di trattenere le risate, ma era difficile dato che più si avvicinava, più le faceva male la pancia dal trattenere le risate, le sue intenzioni erano quelle di indurla alla ragione, calmarla al momento era impossibile.

"Meglio che ti fermi a respirare un momento Ti, stai spaventando tutti."
La ragazza le rivolse un ringhio di protesta "Io sto respirando, non vedi? STO RESPIRANDO!" 
"Ehm...sicura sicura?" 
"Senti Ev, quel moccioso ha osato fare una cosa simile a me, A ME CAPISCI?" sbottò per l'ennesima volta togliendosi con un gesto secco del braccio, il fango colante dal viso.

Evelyn ricorse al tutto il suo autocontrollo per non scoppiare a riderle in faccia "Pfffff, andiamo Ti, era solo uno scherzo e poi chi dice che la vittima eri proprio tu? Kevin non è così stupito, forse mirava a qualcun'altro." provò a dirle per tentare di salvare il povero ragazzo che sarebbe sicuramente finito male quel giorno.

Tiara la guardò con un tic nervoso "S-Solo un-uno scherzo? Ev..." alzò il ventaglio ninja puntandoglielo contro "....fammi spazio."
Evelyn si spostò di lato capendo che era inutile insistere "Fa come vuoi, almeno avverti Berenice che manderai da Narumi uno dei suoi uomini."

Intanto, il colpevole della collera di Tiara restò nascosto spiando da dietro una ruota del carro conscio di averla fatta grossa, tuttavia non riuscì a non sghignazzare, inizialmente aveva architettato tutto per Erik in modo che quando fosse uscito dalla palestra, lui l'avrebbe aspettato al varco versandogli addosso il secchio di fango per 'battezzarlo', uno dei tanti modi che solitamente sia lui che gli altri ragazzi usavano per dare il benvenuto ai nuovi arrivati. 
Quando però si accorse troppo tardi dell'enorme sbaglio, il suo cervello ebbe due secondi di tempo per ordinare alle gambe di correre il più veloce possibile, ma per sua sfortuna la ragazza lo vide prima che potesse dileguarsi; ma come poteva sapere che quel giorno Tiara aveva lezione extra con il maestro Liang? Ma il danno era fatto, in più era consapevole che in fatto di arti marziali, non poteva reggere a lungo il confronto con Tiara, per cui decise saggiamente di aspettare che sbollisse e sperare di non incontrarla per un po'.

Una mano delicata posatagli sulla spalla lo fece sobbalzare "AH! UH! Che? Oh, buongiorno capo!" salutò nervosamente la ragazza con le mani ai fianchi in piedi davanti a lui.

Berenice lo fissò sospettosa "Kevin che hai combinato?"
"Ehm...un piccolo scherzo non molto gradito ehehehe. Ma giuro che il mio obbiettivo era un altro!" si giustificò subito.
"E intanto, come pensi di uscire da questo guaio?" chiese ironica e schernendolo con lo sguardo.
Il ragazzo fece spallucce "Restare nascosto fino al tramonto?" 
"Beh, divertiti allora...a correre." concluse con un mezzo sorriso, voltandosi e andandosene facendo ondeggiare i lunghi capelli castani.

Kevin sorrise sognante troppo preso dalla bellissima figura di Berenice che solo dopo riuscì a comprendere le sue parole "Correre? Perché dovrei..."

"Ti ho scovato piccolo burlone."

Kevin sudò freddo, ora era definitavemente morto.
Si girò appena, ma era come se i muscoli del collo si rifiutassero e forse avrebbe dovuto ascoltarli: Tiara era lì, lo sguardo furbo e vendicativo dominava la sua espressione di pura voglia di vendetta.

"Ti-Tiara, po-posso spiegare." 
La ragazza lo ignorò e si scrocchiò le dita "Ahora te arreglo como deberías*." 
Il giovane guerriero non capì ma tremò ugualmente "Aiuto..."


***

In tarda serata, le ragazze si riunirono tutte nella stanza di Amber, alla riunione con il maestro a cui la ramata poté partecipare uscendo con sommo sollievo dalla sua stanza, venne deciso che il giorno dopo sarebbe iniziata la spedizione verso il territorio mongolo, rimaneva solo un problema: in che punto esatto era nascosta la grotta segreta?
L'unico indizio che avevano fu dato da Tomoko: "Oltre le colline di Shangog si cela il segreto, nascosto agli occhi del mondo e all'ombra di chi piange ma non può lacrimare."

Tra tutte e sei, Berenice era quella più in crisi, girava e rigirava la mappa del Regno Asiatico spremendosi le meningi in ogni modo possibile finché Tiara non gliela tolse da sotto il naso con una mossa veloce.

"Ma Ti!" 
"Non provare a protestare sai! Questo povero pezzo di carta ne ha viste fin troppe tra le tue mani." 
Berenice sospirò "E' solo un pezzo di carta! E poi stavo solo cercando di trovare qualcosa che ci ricollegasse all'indizio."
Tiara appoggiò la testa sul cuscino con fare annoiato "Perché i Kami non possono essere più chiari quando le parlano? Non possiamo andare sempre alla cieca."
Zena si passò una mano sul mento concentrandosi "Come si può piangere senza lacrimare?"
"Ehm...non piangendo forse?" provò a dire Ann "O magari trattenersi dal piangere...non so, non sono mai stata brava con gli indovinelli."
"Benvenuta nel club allora." si aggiunse Evelyn mentre lucidava la lama della sua katana con un panno, notando poi troppa tranquillità nella camera "Hei! Dov'è Amber?" 
Zena si guardò intorno constatando che effettivamente era sparita "Più che un ninja, a me sembra un fantasma certe volte." 

Appena finito di parlare, la porta scorrevole si aprì rivelando la ramata con in mano dei pacchetti avvolti da dei fazzoletti bianchi, allo sguardo interrogativo delle compagne, sorrise "Si ragiona meglio a stomaco pieno, no? A voi!"

Lanciò i pacchetti come se fossero stelle ninja ad ognuna di loro, e si sedette a gambe incrociate aprendo il suo "Ho fatto degli involtini primavera, stavo proprio morendo di fame!" 
"Non si entra nella mensa di notte, lo sai." 
"Andiamo Ber, servono calorie per pensare bene e a giudicare dalle vostre facce, stiamo ancora brancolando nel buio."
Evelyn sorrise ironicamente "Buio totale, se solo ci fosse un modo per accendere la luce." disse rinfoderando la spada e aprendo il pacchetto con uno strappo solo.

Tiara ascoltò in silenzio a pensare per conto suo mentre mangiava, un modo personale che aveva di isolarsi dal mondo per poter ragionare come si deve; metodo che anche in quel momento le tornò utile "Sappiamo che è una grotta, giusto? Allora possiamo ristringere il campo alle zone con pendii e dirupi." 

"E' un idfea, mfa comfe la mfettiamo cron il pianftfo sensza lasfcrime?" chiese Amber, ma la bocca piena di involtini rese difficile la comprensione per le altre.
"Manda giù ingorda." la riprese Tiara.
Amber buttò giù tutto d'un fiato il boccone con un sorrisino soddisfatto "Ahhh! Che buono! Dicevo, come la mettiamo con il pianto senza lacrime?"
Berenice sorrise "A questo penseremo poi, ora è inutile perdere ore di sonno preziose." si stiracchiò come un gattino pronto per andare a letto "Prima di andare a letto devo anche passare in infermeria dato che qualcuno ha quasi ucciso uno dei miei ninja."

Berenice lanciò la frecciatina, Tiara la percepì ma non le diede peso "L'ha voluta lui." rispose tranquillamente "Vai a fargli da infermiera?"

Berenice arrossì di botto "Ovvio che no! Ma come suo capo-squadra, devo assicurarmi che stia bene! Se tu ci fossi andata più leggera magari, non dovrei farlo! E ora goodnight!" uscì dalla porta di fretta per evitare di sentire altri commenti, sarebbe stato troppo imbarazzante se l'avessero vista in quel modo, eppure non avrebbe dovuto importarle, ma quel senso di fastidio che le si presentava puntualmente alla bocca dello stomaco quando si parlava di lui, la confodeva. Non sapendo come interpretarlo, lo accantonava alla svelta focalizzandosi sulla sua missione, sperando che sparisse.

Le ragazze sghignazzarono alla sua reazione, mentre Tiara ghignò "E pensare che gli ho solo scrocchiato qualche osso."


***

A fine serata, si salutarono lasciando la camera delle loro amiche raggiungendo le proprie, tutte tranne Evelyn, salita in cima alla torre ad osservare la Luna per qualche minuto da sola, non faceva molto freddo ma vivere vicino alle montagne significava avere vento fresco di tanto in tanto, proprio questo le fece venire un po' di pelle d'oca nonostante la tuta ninja. Si strofinò le braccia per scacciare via quella sensazione ma un rumore alle sue spalle la mise sull'attenti: restò in ascolto per qualche secondo immobile captando dei leggeri passi alle sue spalle.

Lasciò avvicinare la presenza e appena fu abbastanza vicino, caricò il destro e si girò di scatto pronta a colpire in pieno il volto l'intruso, ciò che non si aspettava però, era trovare il ragazzo dei suoi sogni pronto a parare il colpo che Evelyn fermò prontamente ad un soffio dal suo viso.  

"Fe-Federico??" balzò all'indietro sorpresa e imbarazzata "Che ci fai qui?" 
Lo spagnolo rise "Scusa se ti ho spaventata." si avvicinò incatenando i suoi occhi grigi a quelli ocra di lei "Volevo parlarti e ho pensato di venire qui dato che è un posto che frequenti solo tu."
La ragazza, che fino a quel momento rimase incantata a guardarlo, cambiò espressione mostrandosi preoccupata "Parlarmi di cosa? Ci sono problemi?"
"No tranquilla, è solo che da quando avete cominciato a dare la caccia ad Orifus, non abbiamo più molto tempo per parlare." ed era vero, faceva di tutto per non darlo a vedere, ma la presenza di Evelyn era diventata vitale per lui, era uno dei due punti di riferimento che aveva avuto nella vita assieme a sua sorella, dato che i loro genitori non erano mai stati bravi a comportarsi come tali per ovvi motivi.

Evelyn respirò profondamente per calmare i battiti del cuore "Qu-Quindi...cioè...tu vuoi pa-parlare con me?" 
"Sì beh...volevo chiederti come stai, qualche giorno fa mi sembravi scossa e mi sono proeccupato." ammise un po' a disagio, ancora non sapeva come muoversi con lei e decise di lasciar fare tutto all'istinto.
Evelyn si spostò un ciuffo di capelli di lato lusingata del suo interesse "Lo ero, ma ora sto meglio. La situazione sta cambiando e non sappiamo cosa ci aspetterà d'ora in poi."
"Siete sicure di riuscire a fare tutto da sole?"
"Dobbiamo fare da sole Federico, non posso metterti in peri...cioè! Tu sei molto leale, gentile, coraggioso e...O PER TUTTI I KAMI!!" 

Quanto le avrebbe fatto comodo un kunai per tagliarsi la lingua in quel momento! Aveva preso a parlare lasciando fare tutto al suo cuore, ormai disconnesso dalla ragione, ma che si era messa in testa? 
 
Sentì 
uno strano calore irradiarsi dal petto a tutto il corpo, cercò di calmarsi mentalmente distendendo i muscoli e alzando lo sguardo verso di lui. E lì fu un colpo al cuore.
Il ragazzo si era avvicinato silenziosamente a lei, arrivandole a un metro di distanza, poté vedere chiaramente la luce della Luna riflettere in quelle iridi grigie che tanto l'avevano fatta innamorare e che in quel momento, la guardavano profondamente come a volerle leggere l'anima. Ricambiò lo sguardo senza pensarci, ignorando un alito di vento che le fece ondeggiare i lunghi capelli castano chiaro, si sbilanciò un po' quando Federico alzò un braccio verso di lei e con leggerezza, le sistemò una ciocca ribelle dietro l'orecchio arrivando poi con le dita al suo mento, vicino al graffio infertole da Dark. In tutto questo, Evelyn non parlò né si scostò, era confusa ed emozionata allo stesso tempo, le emozioni vorticavano in lei come un tornado, non sapeva più a quale dare retta. Federico, accortosi dello stato di trans della ragazza, ritirò la mano imbarazzato.

"Lo siento...cioè, scusa se ho fatto una cosa che non volevi." l'idea di essersi spinto oltre avanzò prepotentemente nella sua testa, invece vide la ragazza scuotere lievemente il capo e accennare un piccolo sorriso.
"No-Non mi ha dato fastidio...è stato...bello." fu appena un sussurro l'ultima frase, ma Federico capì comunque e ciò lo incoraggiò ad osare.
"Spero che anche questo ti piaccia." con due dita le alzò il viso e con delicatezza che la fece avvampare, le posò un leggero bacio sulla fronte.

Evelyn rimase paralizzata, era un sogno? 
Se lo era non voleva essere svegliata, Federico l'aveva appena baciata, anche se non era un bacio vero, per lei fu come volare in paradiso e non le importava neanche più se era diventata un pomodoro maturo, Federico le aveva dimostrato il suo affetto e questo le bastava.

"Fe-Federico...io...devo..."
"Lo so, devi andare a riposare, domani dovete partire." si allontanò di qualche passo sorridendole incoraggiante "Buena suerte mi hermosa*." le fece l'occhiolino e saltando giù con maestria sparendo nel buio.

Evelyn rimase lì, con la sola compagnia del suo battito accellerato che quasi le usciva fuori dal petto, si portò una mano sulla fronte toccandosi il punto in cui Federico aveva posato le sue labbra calde, saranno stati solo due secondi di contatto, ma bastarono perché Evelyn si stampasse nel cuore e nella mente quel momento così intimo, il primo fra loro due.
Con un sorrisino incredulo diede un ultimo sguardo alla Luna ringrazziando chiunque fosse stato a rendere magico quel momento e, con un respiro profondo si decise a ritornare anche lei in camera sua, sempre se le sue gambe avessero smesso di tremare per l'emozione, se si fosse rotta qualcosa e le sue amiche fossero venute a sapere il perché, nessuno l'avrebbe salvata da tonnellate di ghigni maliziosi e prese in giro a non finire. 

"Oh Evelyn, sei cotta a puntino." si disse sbrigandosi a saltare giù, prima che le gambe ci ripensassero di nuovo.


***

"Ebbene, quale sarebbe il tuo piano Dark?" chiese al suo fidato Generale in ginocchio davanti al suo trono "Immagino sia geniale, dato che hai osato disturbarmi nell'ora del mio riposo." per lui il riposo significava conservare e recuperare energia, odiava farlo ma non aveva scelta, il suo corpo sempre più inumano, reclamava una grande quantità di energia e solo il libro e i riti potevano dargliela.

"Potente padrone, sono desolato per averla interrotta, ma credo che il mio piano potrebbe rinvigorirvi."
"Solo la pietra potrà rinvigorirmi e pretendo che me la consegni il prima possibile Dark." soffiò minaccioso assottigliando gli occhi scarlatti nascosti dal cappuccio.

"E l'avrete mio signore, ma prima lasciate che vi illustri il mio piano." aspettò finché Orifus non gli fece cenno di proseguire e prese fiato "Una delle mie spie è riuscita a scoprire che le mocciose sono alla ricerca della grotta dei maghi bianchi." 

Orifus si irrigidì di botto puntando tutta la sua attenzione sul Generale "Continua." ordinò con tono duro e serio.
"So che presto partiranno alla ricerca di qualcosa, purtroppo non so ancora cosa sia ma dovranno attraversare il confine dell'Impero mongolo per trovarla. Le seguirò e le ucciderò appena troveranno la grotta, in modo da distruggere anche quella e tutto ciò che potrebbe essere usato contro di voi."

Lo stregone ghignò malignamente, finalmente la fortuna girava a suo favore, quelle ragazzine lo avrebbero guidato direttamente al loro nascondiglio pieno di oggetti magici e chissà, magari anche qualcosa sulla pietra, mai si era sentito così vicino al suo obiettivo, era un'occasione da non sprecare

"Dark, quando ti sarai sbarazzato di quelle insulse umane, voglio che tu metta sottosopra la grotta, sono sicuro che ci sarà qualcosa sulla pietra, o magari la pietra stessa, ehehehe." sghignazzò sotto i baffi alla sola idea di quanto caos avrebbe portato nel mondo appena fosse stata nelle sue mani, e in prima linea c'era la distruzione totale dei ninja dell'accademia "Solo dopo potrai distruggere ciò che si cela al suo interno."

"Come desiderate padrone."
"Vedi di non fallire Dark." 
Il Generale annuì a quella che più una raccomandazione, era una minaccia vera e propria "Assolutamente."

Si congedò dallo stregone diretto alla sala delle armi, la sua spada richiedeva di essere affilata per ciò che l'attendeva e ghignò sadicamente al pensiero che presto avrebbe avuto la sua vendetta contro quelle impiccione, e la sua spada doveva essere affilata alla perfezione in modo che potesse trafiggere i loro corpi come burro.


***

Passato il periodo di riposo indotto da Jitsu, le guerriere avevano lasciato l'accademia da un paio di giorni, proseguendo lungo il tracciato segnato da Berenice per arrivare nel territorio mongolo, tutto all'interno della foresta.

Uscite da quel tratto di foresta, si ritrovarono in una radura senza troppi alberi, ed Amber saltò giù da cavallo all'improvviso "Qui è ottimo per fermarci a mangiare! Il mio stomaco reclama del 
biadh*!"
Ann scosse il capo con pazienza "Ecco cosa succede a farsi comandare dallo stomaco."
Zena tirò le briglie di Alias fermandosi "Che ne dite di accontentarla? Non è l'unico brontolio che ho sentito in mezzo a noi." ghignò voltandosi proprio verso Ann, rossa in volto per essere stata beccata.

Il resto del gruppo acconsentì, e raggiunsero la loro amica scendendo da cavallo guardandosi intorno con sospetto prima di lasciarsi andare a un po' di tranquillità, spesso la foresta veniva 
usata per le imboscate e solo quando si accertarono di essere sole, si sedettero sull'erba e lasciarono pascolare i cavalli anche per farli riposare; quello era il terzo giorno di cammino, ma non ebbero scelta in quanto il percorso più breve era ostacolato dalla Grande Muraglia Cinese, la struttura di difesa più famosa del mondo per aver resistito a numerose lotte, più di qualsiasi altra fortezza.

"Ber, mangia poi guardi la mappa." la riprese gentilmente Ann, voleva bene alla sua amica ma certe volte diventava ossessiva con le cose, sopratutto quando si trattava di organizzazione.
"Oh no, stavo solo pensando che ci stiamo avvicinando alla steppa confinante dell'impero mongolo, e..."
"E lì saremmo un bersaglio a cielo aperto." concluse al suo posto Tiara addentando un riavolo e senza battere ciglio.
Evelyn ci pensò "Mhmhmh, non possiamo evitarlo in alcun modo e la sensazione che ho avuto prima non ci aiuta." ammise ripensando allo strano brivido che le aveva percorso la schiena.

"Che? Anche tu l'hai sentita?" chiese Ann spiazzata, credeva che qualunque cosa fosse, magari era una delle sue solite sensazioni di pericolo infondate, ma stavolta sentì che era diverso: molto profonda e accentuata, come se qualcosa o qualcuno le stesse mandando ripetitivamente un messaggio di allarme.

Evelyn guardò con occhi interrogativi prima lei, poi le sue amiche "Aspettate, anche voi? Cioè, tutte abbiamo sentito qualcosa?"
Amber sorrise alzando una polpettina di riso al cielo "Allora non sono pazza!" 
Tiara roteò gli occhi "Bah...non direi."
"Ti ho sentito!"
"Meglio così."
"Ev, credo che sia qualcosa che riguarda solo noi." dedusse Zena "E' una sensazione strana, difficile da spiegare."
Tiara si alzò in piedi scrocchiandosi il collo "Strana sì, che riguardi solo noi faccio fatica a crederci." disse dando uno sguardo agli alberi intorno a loro "Che ne dite se passiamo la notte qui? Siamo quasi al tramonto e trovare un altro posto prima di sera, non sarà possibile."

Le ragazze concordarono, la radura avrebbe dato loro spazio per muoversi liberamente in caso di attacco e per prevenzione avrebbero anche montato delle trappole ninja intorno alla zona, in modo da stanare in anticipo chiunque avesse avuto cattive intenzioni. 
Al calare della sera, accesero un piccolo fuoco per scaldarsi dall'aria umida, Tiara e Amber erano ancora nel bosco per un giro di perlustrazione, Zena si occupava del fuoco mentre Ann e Berenice si occupavano dei cavalli. 

Evelyn arrivò davanti al fuoco con dei rami secchi sotto il braccio poggiandoli a terra "Dovrebbero bastare per tutta la notte." si sedette vicino alle fiamme sistemando il suo giaciglio "Pronta per una notte al fresco?"
 
Zena ridacchiò "Non credo sia la prima, a casa capitava spesso che io e mia sorella ci mettevamo a guardare le tähdet*." vide la sua amica confusa e cercò di spiegarsi "Si beh, non mi viene la parola adesso. Insomma, quelle lì." con l'indice indicò le stelle nel cielo brillare della loro bellissima luce bianca.

Evelyn capì e con un sorriso rilassato si stese sul suo giaciglio "Sono belle vero?"
"Già, molto belle." confermò lasciandosi trasportare dalla bellezza di quei migliaia di puntini luccicanti, riportandola con la mente a casa sua quando molto spesso di sera, lei e sua sorella si sedevano sul tetto della loro casa a guardare il cielo, una cosa che facevano sempre solo loro due dando vita a un legame molto forte che mai nessuno sarebbe riuscito a spezzare.

"A che pensi?" la richiamò Evelyn vedendola assorta in ciò che dovevano essere i suoi pensieri.
Zena sorrise malinconica "Sai, c'è un particolare fenomeno che avviene solo nella mia terra e nei regni vicini." 
"Quale?"
"Capita che di notte, il cielo si colori di bellissime scie luminose verdi, azzurre e persino rosse. Non ho idea del perché si formino ma sono bellissime da guardare, danno un tocco magico al cielo."
Evelyn la fissò incredula, immaginandosi come meglio poteva un cielo notturno così bello "Davvero? Ma è meraviglioso! Mi piacerebbe tanto vederle!" 
"Forse un giorno le vedrai."
"Facciamo un patto! Quando tutto questo sarà finito, mi porterai a vedere le scie luminose, d'accordo?" le porse il mignolo come fanno i bambini quando si fanno una promessa.
 Zena la guardò per un minuto per poi sorridere legando il suo mignolo a quello dell'amica "Promesso!" 

"Hei! Che fate?" Amber sbucò in mezzo alle due come era solito fare "Bella serata eh?" 
"Bella davvero." disse ironica Tiara sedendosi vicino a Zena "Tutto fatto, possiamo dormire tranquille, almeno credo."
Evelyn sbadigliò portandosi una mano davanti alla bocca "Oh mamma, ho un sonno tale che potrei dormire anche durante un combattimento."
"Se invece di fare le scappatelle notturne con mio fratello andassi a dormire, non ti succederebbe." 
"Scappatelle? No aspetta, CHE??!!" sobbalzò mettendosi a sedere di colpo andando nel panico totale "T-Tu ci hai vi-visto?! Ma come? Quando? Ma cosa...io non..."

"Wo wo, calmati! Mica vi ho spiato! L'ho solo visto uscire di nascosto dal suo dormitorio e salire in cima alla torre." spiegò con un piccolo ghigno "Ho solo fatto due più due."

Evelyn era ancora paralizzata, le sue amiche invece avevano gli occhi a palla "Oh Evelynnnnn." cinguettò Amber punzecchiandole con un dito la guancia "Devi dirci qualcosina?" 
"Sì Evelyn, non è bello nascondere le cose anche a noi." l'appoggiò Ann sventolandole un fiorellino tra i capelli raccolto lì per l'occasione. 
"N-No è successo...cioè, qu-qualcosa s-sì...ma..."
"Bene ragazze, anche stasera grande chiacchierata!" esultò Amber avvolgendo un braccio intorno allo spalle di Evelyn.
"Abbassa la voce però!"
"E perché mai Ber? Paura che scogliattoli sentano tutto? Yuuu huuuu! Ci siamo solo noi qua!" 

Tiara lasciò andare un sospiro e si stese sul suo telo incrociando le braccia dietro la testa "Se attira qualche lupo, io non mi alzo." 
Zena scosse il capo divertita "Non cambierà mai."
Tiara sorrise a sua volta sotti baffi sussurrando "Lo spero davvero." 


***

Il mattino seguente, ripresero il cammino verso il confine; eppure nonostante fosse tutto tranquillo, quella strana sensazione continuava a divorarle, sentivano di dover stare in guardia ma neanche loro sapevano a cosa o a chi. Il loro sesto senso tuttavia non ebbe torto: lontani da loro e ben nascosti nella fitta boscaglia, nascosti nel sottobosco e nelle cime degli alberi, Dark e i suoi ninja le seguivano passo per passo aspettando il momento giusto per attaccare.

"Ehehehe molto bene, l'incantesimo del silenzio sta funzionando, non si sono accorte di nulla." ghignò sadico per la riuscita del piano fino a quel momento. Per essere sicuro di non fallire, Orifus aveva fatto un incantesimo su Dark e i soldati contro il rumore, un piccolo trucco che usavano gli stregoni neri per derubare e attirare le loro vittime ignare del crudele destino che le attendeva. 

"Muovetevi, dobbiamo continuare a seguirle." i ninja obbedirono come al solito in silenzio seguendo il loro Generale, Dark gli lanciò un'occhiata annoiata "Tsk, cadaveri di nome e di fatto."

Intanto, le ragazze arrivarono al confine mongolo e tutto ciò che videro fu una vasta steppa, con solo erba secca e arbusti, si guardarono l'una con l'altra dubbiose, lì non c'era niente che potesse condurle alla grotta, né tanto meno c'era l'ombra di una grotta.

"Ehm...quindi?" chiese Ann non sapendo che pensare.
Berenice si grattò la testa confusa "Quindi...siamo arrivate, credo."
"Vi prego, ditemi che non abbiamo fatto un viaggio a vuoto!" 
"Non credo Ti, era qui che dovevamo arrivare. Dobbiamo solo capire dove cercare." le disse Zena anche se neanche lei sapeva esattamente come.
Amber si alzò in piedi sulla groppa di Selva e assottigliò gli occhi tentando di vedere oltre la steppa "Mh...niente a destra, niente a sinistra. Io suggerisco di andare avanti."
Evelyn negò con la testa "Più avanti ci sono le montagne, potremmo finire fuori strada."

Berenice rimase in silenzio a pensare, possibile che avessero sbagliato strada? Lì non c'era niente se non erba!
Ci pensò più attentamente ripetendo l'indovinello di Tomoko "Oltre le colline di Shangog...mhmh...forse ho capito!" esclamò mettendo via la mappa, ormai ritenuta inutile almeno per lei.

"Illumini anche noi Ber?" chiese sarcastica Tiara poggiando il gomito sul collo di Fulmine e la guancia contro il pugno chiuso.
"Dobbiamo attraversare quelle colline! Ricordate? Oltre le colline di Shangog!" indicò le colline che si estendevano per qualche kilometro a nord.
Evelyn si diede una manata sulla fronte "Per tutti i Kami! Non ci avevo pensato!" 
Zena strinse le briglie pronta al galoppo "Via di corsa allora!" 

Partirono al galoppo verso le colline, non volendo la corsa si trasformò in una vera e propria gara a chi arrivava prima, rischiando anche di far inferocire una delle tante mandrie di bue tibetano abitanti quel posto. Attraversaronole colline fino ad arrivare in cima all'ultima, da lì ebbero un'altra visione e qualcosa di inaspettato: lì dove la collina si interrompeva, una foresta fitta occupava gran parte del territorio, piena di pini, pecci e abeti, abbastanza stretti tra loro. A prima vista capirono che con i cavalli non sarebbero andate lontane così decisero di lasciarli ai margini della foresta, senza il bisogno di legarli dato il loro addestramento al richiamo tramite il fischio.

Non sapevano se stessero facendo la cosa giusta, Tomoko le aveva rassicurate dicendo loro di seguire l'istinto e proprio questo, le spinse ad addentrarsi fra quegli alberi dirette nel cuore della foresta; dovettero muoversi a rilento, i rami erano persino ad altezza d'uomo rendendo la camminata complicata, sembrava che fossero fatti apposta per rendere difficile l'accesso e di tagliarli non se ne parlava, se quel luogo era davvero ciò che pensavano, provare il loro rispetto era d'obbligo, un segno di profonda gratitudine verso il luogo che per secoli aveva tenuto nascosto i segreti dei grandi maghi bianchi.

Finalmente, notarono che man mano la via si apriva, i rami erano sempre meno e i raggi del Sole fecevano capolino tra le foglie; era tutto più luminoso, non c'era più solo erba, ma anche i fiori e si sentiva il canto degli uccelli fra le cime più alte. Continuando a camminare arrivarono a una radura, simile a quella in cui avevano passato la notte, ma questa era circondata da un lago cristallino e un prato ricoperto di fiori, ma ciò che più le affascinò fu un grande Salice Piangente affacciarsi proprio sul lago.
Rimasero a bocca aperta, mai avevano visto un luogo così bello e la tranquillità che ne traspirava le avvolse facendo provare loro una sensazione di pace e serenità, un po' come quando facevano meditazione.

"Wow! Ora capisco perché la natura nasconde questo posto, è stupendo qui." disse Zena chinandosi sulle ginocchia e accarezzando i petali di un fiore.
Berenice concordò avvicinandosi al salice "All'ombra di chi piange ma non può lacrimare." sorrise guardando le foglie a spirale verdi chiare mosse dal vento "Era ovvio! Il salice piange ma non può lacrimare!"
Tiara incrociò le braccia affiancandola "Questo spiega l'indizio della maestra Tomoko." si avvicinò al tronco del salice sfiorandolo con le dita, ma la ritirò subito appena
sentì una strana forma di energia  "Ma cosa...avete sentito?" disse voltandosi verso le compagne "L'avete sentito?" chiese con più enfasi.

Ann la guardò interrogativa "Sentito cosa?" Tiara afferrò la mano dell'amica posandola sul tronco, ed anche Ann sentì quella strana energia.
Evelyn toccò a sua volta il tronco ad occhi chiusi concentrandosi su quell'energia "Magia." mormorò aprendo gli occhi "Quest'albero è intriso di magia."
Zena si avvicinò sfiorando l'albero con una carezza leggera "La sento anch'io! Fianlemente ci siamo, dobbiamo solo trovare la caverna."
"Sarà sicuramente qui intorno, basterà cercaaaaaawwwaaa!" Amber, tentando di appoggiarsi con la schiena alla parete di un piccolo pendio ricoperto d'erba, sentì il vuoto e cadde all'indietro sparendo al suo interno.

"Amber!" Evelyn corse nel punto in cui era sparita tastando la parete, rivelando l'ennesima sorpresa della giornata "Cosa...possibile che..." mormorò incredula spostando in fretta l'erba in eccesso, scoprendo così una grande entrata nella parete del pendio.

Le altre la raggiunsero rimanendone sorprese "Possibile che sia...l'entrata della grotta?" Ann ricevette la conferma dallo sguardo affermativo di Evelyn.
Tiara fischiò sorpresa "Però! Tu guarda dove l'avevano nascosta! Di fatto tutto torna, il salice è talmente grande che parte delle sue foglie copre questa parte del terreno."
"E Amber l'ha scoperto! Hei, ma dov'è?"

Berenice ebbe la sua risposta da un mugolio provenire dall'interno della grotta, affacciandosi videro Amber rivolta a testa in giù e le gambe all'aria, risero tutte insieme a quello spettacolo, invece la ramata gonfiò le guancie "Continuate pure, fate come se non ci fossi!"
"Ahahhaha, scusa Amber! Ma guarda il lato positivo: hai scoperto la grotta!" la informò Berenice fra le risate.
"Me ne sono accorta."

L'aiutarono a rialzarsi e ad uscire da lì, in modo da spostare tutte insieme le erbe per creare un passaggio grande quanto bastava per entrare e, prepararono le torce che avevano portato dietro per farsi luce nei vicoli bui della grotta.

"Tutte pronte? Forza andiamo!"
"Così presto Evelyn?"

Evelyn si gelò sul posto. Non poteva essere, era impossibile!
Il gruppetto si girò verso quella voce maledettamente conosciuta, sbiancando alla vista di Dark con minimo cinquanta ninja al suo seguito ad armi spianate.

"Salve signorine, cos'è? Non si saluta un nemico?"
"Tu...che ci fai qui?" sibilò mettendo mano all'impugnatura della katana.
"Vi ho seguito ovvio." rispose sfoderando la sua enorme spada "State perdendo colpi mocciosette, non vi accorgete neanche più del nemico che vi sta alle costole."
"Come osi fare intrusione qui? Questo è un luogo sacro, un posto che tu non meriti neanche di vedere!"
"Oh mia cara Ann, non sforzarti troppo a parlare, la tue pelle potrebbe prendere colore! Ahahahahaha!"
"Amber lo guardò storto prendendo l'arco "Neanche i tuoi ninja ridono, non ci sai fare con le battute caro."

Dark avanzò di qualche passo facendole mettere ancora di più sulla difensiva "Vero cara la mia mocciosa. Tuttavia sono molto bravo a fare a pezzi la gente, sai?"
Tiara ringhiò aprendo il ventaglio "Taci testa di metallo! Se vuoi combattere fatti avanti!"
Zena roteò la catena pronta al lancio "Coraggio Dark, non si fanno aspettare le signore sai?"

Dark sghignazzò "Sono tre giorni che non aspetto altro." le guardò una a una alzando il braccio sinistro pronto a dare il segnale per il via allo scontro "Soldati...UCCIDETELE!"




Angolo autrice

Buonasera a tutti ( o buonanotte per chi è a letto XD)
Scusate se pubblico in ritardo, ma ho parecchie cose da fare in questo periodo fra lavoro e tesi di laurea a cui manca solo una settimana (il mio regalo di Natale personale), comunque sia, il capitolo mi ha impegnata e spero che sia di vostro gradimento, ditemi senza paura errori di battitura o qualsiasi altra cosa, commenti e critiche sono sempre ben accetti se mi aiuteranno a migliorare.
Prima che mi dimentico, ho scritto più piccolo perché il capitolo era lungo, se comunque vi da fastidio, ditemelo che rimedio.
Avviso che dato il prossimo capitolo sarà nell'anno nuovo, vi auguro fin da adesso di passare un Buon Natale e un felice anno nuovo a tutti voi lettori :)

Stella


Buena suerte mi hermosa: buona fortuna mia bella
ahora te arreglo como deberías : ora ti sistemo come si deve (spagnolo)

biadh: cibo (scozzese)
tähdet: stelle (finlandese)

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