Make me a fighter - Larry Stylinson di EmLy28 (/viewuser.php?uid=919092)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** - ***
Capitolo 2: *** 1°- Non è tutto oro ciò che luccica ***
Capitolo 3: *** 2°- Non ti facevo tipo da gatti... ***
Capitolo 4: *** 3°- Perchè non provi a conoscerlo? ***
Capitolo 5: *** 4°- I buchi sulle guance sono più belli ***
Capitolo 6: *** 5°- Potresti rimanere al telefono con me? ***
Capitolo 7: *** 6°- Non dire mai più che sono basso! ***
Capitolo 8: *** 7°- Mi fido di te, un pochino ***
Capitolo 9: *** 8°- Pensa anche a te stesso ***
Capitolo 10: *** 9°- Ho pensato a me stesso ***
Capitolo 1 *** - ***
"avere un cuore in due non è facile,
ognuno vuole più della metà per sè
Che se mi faccio male poi lo senti tu,
qualcuno ne ha di più"
"avere un cuore in due non è facile"
credo che questa frase debba essere letta, ascoltata, sentita da tutti.
Ho voluto iniziare questa nuova storia con queste parole, perchè penso che ogni storia d'amore ha una piccola verità in queste.
Non è mai facile condividere il cuore, l'amore,con qualcuno.
Ci saranno persone che, troppo affamate, te lo strapperanno e se lo terranno tutto per sè,
ci saranno persone che se ne terranno un piccolo pezzettino, troppo piccolo per resistere e prima o poi ritornerà al suo posto, oppure può succedere che quel pezzettino sia così forte, che deciderà di rimanere con quella persona e così a te mancherà sempre qualcosa.
Ci saranno persone invece che prenderanno un pezzo del loro cuore e lo doneranno a te, per cercare di colmare quel vuoto, e altre che invece te lo doneranno tutto, rischiando quello che tu stesso hai rischiato in passato.
È un ciclo, nel quale ci si ritrova tutti,
ma c'è un uscita? Una soluzione?
C'è qualcuno disposto a vivere con un cuore solo, senza volerne più della metà? Disposto a condividerlo con l'altro?
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Capitolo 2 *** 1°- Non è tutto oro ciò che luccica ***
-okay!
Ora tira in su il mento e guarda verso di me!- esclamò il
fotografo, per poi ripuntare la macchina fotografica verso il ragazzo
sotto i riflettori e scattare.
Dopo
qualche scatto si alzò. -pausa! Harry, vai a farti sistemare
i capelli. Joel, sistema le luci- dettati gli ordini, uscì
dalla stanza.
Harry
sbuffò. Si sedette sulla sedia di fronte allo specchio e
lasciò fare alle ragazze, che subito gli spruzzarono della
lacca sui capelli.
-vorrei
che sta giornata finisse - borbottò. Era da tutto il giorno
che stava chiuso li dentro, a mettersi in posa ed a farsi accecare dai
flash. Non ne poteva più, voleva solo andarsene a casa e
togliersi tutta quella roba dai
capelli.
-domani
mattina deve consegnare le foto- lo riprese una ragazza.
-e
io ho bisogno di lavorare, già. È sempre la
solita monotona storia- cantilenò il ragazzo.
Il
pomeriggio passò così, tra ordini, foto e ragazze
che gli stavano attorno.
Quando
uscì dall'edificio, aveva la testa che gli scoppiava.
Pioveva. Dovette correre verso la fermata del pullman e aspettare sotto
la tettoia per più di mezz'ora, con la testa bassa e le mani
dentro le tasche della felpa. Nel passare nel piccolo corridoio,
salutò una signora di età avanzata, che ormai si
incontravano ogni giorno. Si sedette al solito posto, vicino al
finestrino. Durante il tragitto chiuse gli occhi, per provare a
riposare un po', ma gli scossoni dei movimenti del pullman non glielo
permisero.
Arrivò
finalmente a destinazione. Dovette camminare sotto la pioggia per
alcuni metri e si ritrovò davanti ad un palazzo alto. Casa
sua.
Prese
l'ascensore, troppo stanco per farsi quattro piani a piedi e appena
aprì la porta, una piccola figura gli si aggrappò
alla gamba.
-Aurora!
Ciao principessa, com'è andata la giornata?- chiese a quel
batuffolo di pelo bianco. La prese tra le braccia e la strinse al
petto, accarezzandole la testolina. Era una gattina di qualche mese,
l'aveva presa appena trasferito in quell'appartamento, a sua saputa
troppo silenzioso e vuoto.
-hai
fame?- le chiese e lei miagolò in risposta, così
la mise giù e andò verso la cucina, con Aurora
che lo seguiva.
Prese
una scatoletta dalla mensola vicino al frigo, l'aprì e mise
il contenuto nella ciottolina rosa ai suoi piedi.
-ecco
fatto. Ora vado a farmi una doccia e poi giochiamo un po'-
affermò, per poi andare verso il bagno. Gli dispiaceva
tantissimo lasciarla sola ogni giorno, ma quel periodo era pieno di
lavoro e non poteva certo permettersi di starsene a casa. Molte volte
si chiedeva perchè avesse accettato quell'offerta,
perchè avesse deciso di intraprendere la carriera da
fotomodello. Certo, aveva un bel corpo e i guadagni non erano niente
male, ma dentro di lui sentiva che quella non era la sua strada.
Sentiva
come se non stesse vivendo a pieno, a pieni polmoni.
Dopo
aver finito la doccia, si mise sul divano a giocare con Aurora, quando
gli squillò il cellulare.
-ehi amico! Come butta la vita?-
-Niall,
hai ventidue anni, la tua occasione per parlare da tredicenne
è passata. Comunque solito giorno noioso, tu?- si
buttò all'indietro sul divano e in meno di due secondi,
Aurora si era posizionata sulla sua pancia, arrotolandosi e appoggiando
la testolina sul suo petto.
-la vita da studente fa schifo, andiamo a buttarci
insieme da un grattacielo?- rise a quella battuta ed Harry
non potè fare a meno che seguirlo.
-credo
proprio che abbiamo bisogno di una vita sociale-
-lo credo anch'io amico-
sospirò Niall.
Il
ragazzo biondo era il suo migliore amico, ormai da una vita. Abitavano
lontani e questo non causava pochi problemi per vedersi.
-riusciamo
a vederci domani?- Harry sperava davvero che accettasse, aveva bisogno
di vederlo, di parlargli di persona.
-al
pomeriggio devo andare in università... ma al mattino se
vuoi possiamo vederci e poi potresti aspettarmi a casa fino a quando
torno!- esclamò entusiasta Niall.
Harry
rise a quella reazione. - va bene, va bene. Ci incontriamo al solito
bar, okay?-
-certo!
A domani allora, notte-
-buonanotte-
ed appoggiò il cellulare sul tavolino di fianco a lui, per
poi prendere ad accarezzare Aurora, che non mostrava nessuna intenzione
di muoversi dalla sua pancia.
Prese
tra la mano la sua unica zampetta nera e sorrise affettuosamente. Lei
era l'unica che riusciva a distrarlo dalla routine del giorno, almeno
aveva qualcuno che l'aspettava a casa e questo lo consolava.
*
**
si
sedette sul sedile del treno, senza nemmeno guardare se di fianco a lui
c'era gente. Portò i gomiti sulle ginocchia e riprese il
respiro, per la corsa appena fatta. Non l'aveva perso per un millesimo
di secondo e ringraziò chiunque lo stesse graziando.
Mandò un messaggio a Niall, informandolo che tra tre ore
sarebbe stato da lui.
Passò
il viaggio a guardare sul cellulare le foto che gli aveva mandato il
suo manager, del set di qualche giorno prima. Le guardò
attentamente, cercando ogni possibile difetto che le persone potessero
trovare, poi si rese conto di quello che stava pensando,
così chiuse di scatto le foto e mise via il cellulare.
Quando
il treno si fermò a destinazione, scese e si
avviò al bar dove si erano dati appuntamento. Distava cinque
minuti a piedi, ma quando arrivò era infreddolito a causa
dell'aria fredda che tirava. Aprì la porta e un campanello
avvisò la sua presenza.
-ciao!-
esclamò una ragazza da dietro il bancone.
-ciao
Ambra - la salutò di riamando Harry. Ormai quel locale era
il loro punto di riferimento, quindi sia lui che Niall conoscevano chi
lavora li.
-aspetti
Niall?- gli chiese, mentre portava una pila di piattini al lavandino.
-si,
dovrebbe arrivare a momenti- rispose, cercando un tavolino libero e
prendendo posto. Si scaldò le mani soffiando su di esse,
mentre le fregava. Quando cominciò a sentire l'aria calda
del bar, si tolse la giacca e la mise sul dietro della sua sedia.
Non
fece in tempo a girarsi, che sentì un corpo aggrapparsi a
lui e quasi farlo cadere.
-Niall!
Vuoi per caso uccidermi?- gli chiese ridendo, ricambiando l'abbraccio.
-scusa
amico- disse lui, staccandosi da lui, permettendogli di respirare e di
ritrovare la stabilità sulla sedia. -mi sei mancato-
-anche
tu Neil- Harry era davvero sincero. Il suo migliore amico gli era
mancato tanto, era da più di tre settimane che non si
vedevano, a causa dell'università di Niall e del lavoro di
Harry.
Niall
si era seduto di fronte a lui e aveva richiamato Ambra, per le
ordinazioni.
-allora,
come va con il lavoro?- chiese Niall.
-lo
sai come va - sospirò lui. - ma è l'unica
possibilità che ho, se voglio essere indipendente-
-so
di avertelo ripetuto un milione di volte...perchè non vieni
a stare da me e studi quello che vuoi fare veramente?-
-perchè
ti ho già risposto tante volte quante tu mi hai posto questa
domanda ed è sempre: no-
-ma
perchè?!- saltò sulla sedia, esasperato. Non
riusciva a capire perchè il suo amico era così
cocciuto. - non puoi pensare a te stesso per una volta?
Perchè devi ascoltare quello che dice tuo pad- venne
interrotto da Harry, che mise una mano davanti al suo viso, a occhi
bassi.
-possiamo
non parlare di questo argomento? Ne abbiamo già discusso,
troppe volte. Sono venuto qui per passare del tempo con il mio migliore
amico e non per sentirmi una ramanzina- Harry sorrise, cercando di
fargli capire che aveva bisogno di distrarsi e che già
quando era a casa da solo poteva pensare al futuro, che avrebbe potuto
avere in diverse circostanze.
-scusami...-
sussurrò Niall. -è che mi preoccupo per te-
-e
io ti ringrazio per questo- disse Harry riconoscente per tutto quello
che Niall aveva fatto per lui e continuava a fare.
-che
si fa stasera? Rimani a dormire da me, vero?- cambiò
discorso Niall
-parto
domani mattina, all'ora di pranzo ho un servizio fotografico -
annuì Harry.
-se
invitassi anche Jose stasera?- gli chiese, per essere certo che non gli
desse fastidio.
Harry
alzò le spalle. - va bene, è da un po' che non lo
vedo- aveva conosciuto Jose qualche mese fa, quando Niall gliel'aveva
presentato. Si ricordò che aveva passato tutti i giorni che
era stato da Niall, a ringhiargli contro, per il terrore che potesse
portargli via il suo migliore amico. Poi Jose capendo la situazione,
l'aveva preso in disparte e gli aveva fatto il discorso su quanto
teneva a Niall, ma che non l'avrebbe mai sostituito, anche
perchè aveva già un migliore amico.
-okay,
allora preparati ad una serata di film horror e pop-corn!-
esclamò Niall, sorseggiando la cioccolata calda, che la
ragazza poco prima gli aveva portato. Alla fine il biondo dovette
andare all'università, così si salutarono ed
Harry s'incamminò a casa dell'amico. Era così
rilassante camminare per le vie, senza che qualcuno lo assalisse per
foto o autografi, essendo un paesino in periferia, rispetto a dove
viveva lui. Certe volte, desiderava davvero non aver mai deciso di
trasferirsi e convivere insieme a Niall, andando a studiare e poter
vivere normalmente, come qualsiasi ragazzo.
Harry
aveva passato tutto il pomeriggio a girare per casa di Niall, a
guardare le foto di loro due insieme incorniciate e anche quelle con
altri suoi amici, a perdere tempo guardando programmi sui matrimoni in
tele. Quando furono le cinque,scrisse un messaggio a Niall,
chiedendogli a che ora sarebbe arrivato, ma non ce ne fu bisogno. Il
campanello suonò, Harry andò ad aprire e si
ritrovò davanti il ragazzo.
-che
schifo di lezioni oggi- sbuffò il biondo, mentre lanciava lo
zaino per terra ed andava a prendersi un bicchiere d'acqua.
-ci
voleva proprio una serata tra amici...ordino la pizza, okay?- chiese ad
Harry, anche se aveva già il cellulare in mano.
Lui
annuì e si andò a sedersi sul divano, seguito da
Niall.
-verrà
anche il migliore amico di Jose-
Harry
lo guardò alzando un sopracciglio.
-è
che mi ha scritto dicendomi che non esce mai e che ha bisogno di
conoscere gente nuova, quindi...- cercò di giustificarsi il
ragazzo.
-e
ovviamente hai pensato a me?-
-in
realtà io l'ho visto solo un paio di volte...comunque vedrai
che ti starà simpatico!- lo rassicurò,esponendo
tutti e trentasei i denti.
*
**
peccato
che la prima cosa che Harry pensò, quando quel ragazzo
entrò da quella porta, non fu "sembra simpatico", ma "oh mio
dio, è bellissimo" e questo portò a non pochi
problemi.
Niall
ovviamente sapeva della sua omosessualità e
credeva che anche Jose l'avesse capito. Non aveva mai fatto nulla per
nasconderlo, almeno da quando se n'era andato di casa.
I
problemi aumentarono quando capì che il ragazzo era
tutt'altro che simpatico.
-ciao
Jose!- salutò Niall, facendoli entrare. -ciao Louis,
è da un po' che non ci si vede! Questo è Harry,
il mio migliore amico- lo presentò, guardando il riccio e
facendogli cenno di avvicinarsi.
-Harry-
disse, allungando la mano verso il ragazzo con gli occhi color
ghiaccio. Già, ghiaccio.
-Louis-
rispose, stringendogli la mano e mollandola subito, senza nemmeno
sorridere.
Harry
sospirò, per poi voltarsi e ritornare al suo posto sul
divano. Notò con la coda dell'occhio, che Jose prese Louis
in disparte, dicendogli qualcosa e che il ragazzo rispose alzando le
spalle.
La
serata iniziò con il riccio e Niall sul divano che parlavano
tra loro e Jose e Louis dall'altra parte della stanza, anche loro
impegnati in una conversazione a due.
Ad
un certo punto il biondo si alzò e richiamò
l'attenzione di tutti.
-la
pizza sta per arrivare, quindi, io ed Harry andiamo ad apparecchiare,
voi due potreste preparare il divano e la tele per dopo?- dopo che vide
Jose annuire, si voltò ed andò verso la cucina,
con Harry dietro.
-non
mi piace quel Louis- affermò Harry, appena furono da soli.
-non
lo conosci nemmeno- sbuffò il biondo.
-a
pelle- aggiunse allora. -non mi ha rivolto nemmeno la parola, neanche
un sorriso! Ho qualcosa che non va?-
-non
hai niente che non vada Harry-rispose Niall, mentre prendeva i
bicchieri e li passava al ragazzo,che li mise uno di fronte ad ogni
sedia. - Louis è solo un po'...timido ecco. Quando impari a
conoscerlo non è male-
-ma
se prima mi hai detto che l'hai visto a malapena due volte!-
esclamò esasperato Harry.
Il
biondo agitò la mano in aria. - non è male, te lo
assicuro-
e
dopo quella strana conversazione, si ritrovarono tutti e quattro
attorno al tavolo, con le pizze davanti e i musi affondati in esse.
Jose stava parlando tranquillamente insieme a Niall , mentre Harry, che
ovviamente era seduto di fronte a Louis,non aveva ancora scambiato una
parola con il ragazzo. Ci aveva provato, ma Louis troncava subito i
discorsi, così ci rinunciò e mangiò la
sua pizza in silenzio.
-sai,
Harry fa il modello!- tirò fuori Niall, vedendo che la
situazione stava diventando abbastanza tesa tra i due ragazzi.
Louis
lo guardò alzando un sopracciglio, per poi girarsi verso
Harry con uno sguardo dubbioso.Harry annuì poco sicuro, per
poi vedere un debole sorriso sul viso del ragazzo dagli occhi color
ghiaccio. Davvero aveva sorriso?Avrebbe tanto voluto chiedergli il
perchè, ma non ne ebbe il coraggio.
-tra
qualche giorno dovrebbe uscire un giornale con lui in copertina!-
esclamò ancora verso Louis. Harry si abbassò
leggermente sulla sedia, in imbarazzo che il suo amico ne stava
parlando così tranquillamente.
-ti
vergogni?- chiese dopo un certo silenzio Louis.
Harry
rimase spiazzato da quella domanda, sopratutto perchè era la
frase più complessa che Louis avesse detto quella sera.
Annuì
debolmente.
-perchè?-
continuò lui, come se fosse una cosa fuori dal normale.
-quando
vedo la gente che prende in mano un giornale e guarda le mie foto...si-
rispose quasi sussurrando il riccio.
Louis
lo fissò ancora per qualche secondo, e quando Harry
cominciò a sentirsi a disagio, tolse lo sguardo e
ricominciò a mangiare, ignorando completamente il ragazzo.
Era
strano. Questa era la conclusione a cui era arrivato Harry. Quando
finirono di mangiare, si spostarono in sala, dove i due ragazzi avevano
sistemato il divano e la tele.
Harry
si lanciò sul divano, al solito posto vicino al
poggia-braccia, Niall gli si mise di fianco, seguito da Jose e Louis.
Decisero il film e lo fecero partire, pronti a passare una notte in
bianco.
-scusami
se ho invitato altra gente-sussurrò il biondo nell'orecchio
di Harry, per non farsi sentire dagli altri ragazzi.
Harry
scosse la testa. -tranquillo, non c'è problema-
-lo
so che volevi passare una giornata con me...ma se hai bisogno di
parlare,possiamo andare di la -
il
riccio si voltò verso di lui e gli sorrise. - Neil,
tranquillo, okay?- Niall annuì poco convinto, ma poi
appoggiò la testa sulla spalla dell'amico e voltò
lo sguardo verso lo schermo.
È
vero, avrebbe voluto passare una giornata con il suo migliore amico,
visto che lo vedeva raramente, ma Niall aveva anche altri amici oltre a
lui ed era giusto così. Si sarebbero potuti vedere altre
volte e passare una giornata in compagnia non gli faceva male.
A
metà film, Jose si era già addormentato, mentre
Louis aveva la testa appoggiata alla mano e gli occhi che gli si
chiudevano.
-quando
possiamo rivederci?- chiese Niall, interropendo quel silenzio, con
voce assonnata.
-domani
inizio un nuovo incarico e mi occuperà per almeno una
settimana-
-mh.
..- mormorò Niall -deve essere stancante posare tutto il
giorno e attenersi agli ordini-
-già,
ma questo è il mio lavoro-sorrise amareggiato Harry
– che mi piaccia o meno-
-deve
essere gratificante- parlò il ragazzo che aveva ascoltato
tutto il loro discorso di nascosto: Louis.
Harry
alzò di scatto la testa per guardarlo nel buio, chiedendogli
spiegazioni con lo sguardo.
-intendo,
quando qualcuno guarda le tue foto con un sorriso o complimentandosi
con te, sarà imbarazzante, ma è gratificante-
spiegò con voce bassa Louis e non avendo
risposta,continuò. - deve essere bello avere sempre qualcuno
che ti dica che sei perfetto,che con quei pantaloni stai da Dio, che
sei bellissimo,eccetera. -
Harry
rimase in silenzio ancora per un po', pensando a quelle parole.
Poi
scosse la testa. - non sempre è bello, certo, c'è
gente che si complimenta e si congratula con te,ma c'è anche
altra gente che invece aspetta all'angolo ogni tuo piccolo errore, per
poterti insultare e distruggere tutto quello che hai costruito. Non è tutto oro ciò che
luccica, Louis-
°°
°°°°°°°°
prima
di tutto, volevo ringraziare "larrypegacorn", un ragazzo su tumbrl, che
mi ha dato il consenso di poter utilizzare un suo lavoro come
copertina, anche se probabilmente non leggerà mai questo
messaggio. vi consiglio comunque di passare nel suo profilo,
perchè fa dei lavori davvero meritevoli e
fantastici!
...
ed
eccomi qui con una nuova storia!
come
avete potuto notare da questo primo capitolo, il nostro caro Harry
è un modello, mentre per ora di Louis non si sa molto, anche
se Harry l'ha già notato hihihi
Spero
che questa nuova trama vi attiri e vi piaccia!
vi
avviso che questa storia, diversamente dall'altra ( Mend my heart), che
avevo pubblicato quando era già completa, è
ancora in fase di scrittura... questo comporterà a tempi
più lunghi per la pubblicazione dei capitoli, ma sentivo il
bisogno di condividerla con voi!
ditemi
che vi aspettate da questa nuova avventura e cosa pensiate
succederà ai nostri Larry!
alla
prossima,
-EmLy
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Capitolo 3 *** 2°- Non ti facevo tipo da gatti... ***
Appena
entrò nello studio, una ragazza gli ordinò di
togliersi la giacca e di farsi trovare nella postazione trucco. Harry,
sbuffando, appoggiò l'indumento su una sedia li vicino e si
sedette di fronte allo specchio, dove cominciarono a riempirgli i
capelli di gel per tirarli all'indietro.
-ho
bisogno che tu tenga gli occhiali oggi- gli disse una donna. Indossava
un pantalone largo nero, una canotta grigia aderente e per completare
un paio di sandali color rosso, come il fermaglio che portava tra i
capelli. Harry non l'aveva mai vista, solitamente conosceva, almeno di
vista, i fotografi che si contendevano i set, visto che giravano sempre
gli stessi.
-piacere,
sono Lyana- porse poi la mano al ragazzo, con un debole sorriso. Harry
si alzò dalla sedia in fretta e gliela strinse. - Harry
Styles-
-Bene,
Harry. Spero che lavoreremo bene insieme -
-lo
spero anch'io- rispose lui con un sorriso. La donna si girò
per allontanarsi, ma Harry la bloccò. -le posso chiedere
perchè vuole che tenga i miei, di occhiali? Solitamente
è la casa che li da-
la
donna si voltò completamente verso di lui e sorrise. -
preferisco che il modello tenga qualcosa di suo, sia per farlo sentire
più a suo agio e perchè credo fortemente che
nessuno di noi è un semplice manichino, ma ognuno ha la
propria personalità, e cosa serve la foto se non per tirarla
fuori?-
Harry
rimase un attimo sbalordito da quella risposta, per poi annuire. -
certo...- rispose non molto convinto. In realtà gli piaceva
quella donna, ma non sapeva come i direttori potessero accettare queste
cose. Lei aveva pienamente ragione, ma quel mondo, il mondo della moda,
era completamente differente da quello che aveva in mente Lyana.
Non
ebbe il tempo di pensarci oltre, che qualcuno lo chiamò per
andarsi a cambiare.
Finito
di indossare gli abiti che gli avevano lasciato sul manichino,
andò verso il telo bianco, posizionato sia per terra che su
un lato della stanza.
-mettiti
pure in piedi e guarda verso di me. Mani nelle tasche e gomiti in
avanti- cominciò a dettare le istruzioni la fotografa. Harry
si mise in posa e vari flash di luce lo colpirono negli occhi.
-abbassa
un po' gli occhiali e guarda in alto-
altro
flash.
-la
gamba sinistra indietro e piegata. Un braccio lascialo cadere, mentre
l'altro dietro la schiena-
andò
avanti per almeno un'oretta, poi la donna urlò "okay,
abbiamo finito" e tutti gli aiutanti si dileguarono.
Lyana
andò verso Harry, che accorgendosene si fermò sul
telo bianco.
-sai
Harry, mi piaci. Potresti venire un attimo di là, che vorrei
guardare insieme a te le foto- non l'aveva posta come una vera domanda,
ma più come un ordine.
-vado
a togliermi questa giacca e arrivo- annuì lui. Era la prima
volta che qualcuno gli chiedeva di guardare le foto, prima di essere
passate all'editing e quindi modificate e pronte ad essere mandate al
direttore.
La
raggiunse al tavolo col computer, dove era collegata la macchina
fotografica attraverso un cavo.
-siediti
pure- Harry si sedette di fianco a Lyana, per poi portare lo sguardo
sullo schermo, dove si potevano vedere tutte le foto scattate quel
pomeriggio.
La
donna cominciò a farle scorrere una ad una, soffermandosi
ogni tanto su alcune, in silenzio, come a contemplarle. Non disse
nulla, ne un apprezzamento, ai quali Harry era ormai abituato, ne ad
una critica o ripensamento.
Quando
le videro tutte, la donna staccò in silenzio la macchina
fotografica, per poi riporla sul tavolo. Finito di sistemare, si
girò con la sedia verso Harry e gli sorrise.
-tra
un mese parto per l'Italia- lo fissò negli occhi per qualche
secondo, per poi riprendere. -ho un lavoro con una casa della moda
abbastanza famosa, è molto importante, sia per la mia
carriera, che per quella dei modelli che poseranno-
Harry
non riusciva a capire perchè glielo stesse raccontando. Era
contento che una donna come lei potesse avere successo, ma cosa
c'entrava lui?
-Harry,
vorrei che tu venissi con me, a posare per me- disse
lei sicura. Il ragazzo la guardò a bocca aperta.
-cosa?-
chiese, sicuro di aver sentito male.
-sei
un ragazzo fantastico e non intendo solo esteticamente, sento che
dentro di te c'è il mondo intero, che aspetta solo di uscire
allo scoperto. Non sei come i soliti modelli che incontro...sembra
quasi che questo mondo non ti appartenga-
Harry
abbassò lo sguardo, per paura che potesse capire dal suo
sguardo, che era la verità: non avrebbe voluto essere li in
quel momento. Poi come sempre, la sua mente fece il solito ragionamento
contorto e arrivò alla solita conclusione, di cui Niall non
era per niente d'accordo.
-accetto-
disse, alzando gli occhi su Lyana. -partirò con lei-
*
**
mentre
usciva dall'edificio, prese in mano il cellulare e chiamò
Niall.
-Harry!
Com'è andata a lavoro?-
-ho
una notizia da darti-
Niall
notò subito il cambiamento di tono, ora molto più
serio.
-dimmi
tutto-
Harry
si portò una mano tra i capelli e sospirò. Era
una notizia fantastica, ma dire al suo migliore amico che fra un mese
sarebbe stato lontano chilometri non era cosa semplice, per nulla.
-ecco..vorrei
dirtelo di persona, ma visto che non ci vedremo- venne interrotto da
una voce dall'altra parte del telefono.
-è
Harry?- chiese la voce. Il ragazzo riccio non riusciva a collegare a
chi potesse appartenere, così corrucciò la fronte.
Immaginò
Niall annuire.
-scusa
Harry,ma sono qui con Louis...stavi dicendo?-
Louis.
Bene, lui aveva bisogno del suo migliore amico e quel Louis era sempre
in mezzo. Jose ormai l'aveva accettato: non si amavano, ma neanche
odiavano. Jose sapeva quando era ora di andarsene e lasciarli soli e
quando poteva restare. Mentre quel ragazzo dagli occhi color ghiaccio
sembrava non essere a conoscenza dello "spazio vitale"o del limite di
sopportazione di Harry.
-niente..ci
sentiamo, ora devo andare- e chiuse la chiamata, senza aspettare alcuna
risposta da parte del biondo.
Prese
il solito pullman in silenzio e solo ad una fermata dalla sua, il suo
cellulare suonò.
"che succede? Scusa per prima, ma Louis era con me
perchè aveva bisogno di parlare. Vuoi che ti chiami?" recitava
il messaggio da parte di Niall.
Louis
aveva bisogno di parlare...e lui? Chi ci pensava?
Harry
sospirò. Sapeva che era sbagliato pensare a questo, ma Niall
era l'unica persona di cui si fidava e vedersi lasciato indietro per un
altro, che conosceva da pochi mesi, faceva male.
Decise
di rispondere e di non peggiorare la situazione.
"no, ho bisogno di stare un po' da solo. Ci sentiamo
domani" si
trattenne dall'aggiungere "salutami Louis" e spense il cellulare.
**
*
Harry
venne svegliato dal suono della sveglia, che gli intimava di aprire gli
occhi oppure sarebbe arrivato tardi a lavoro. Allungò un
braccio per spegnerla e prese il cellulare, lasciato sul comodino la
sera prima, per accenderlo. Si rigirò nel letto, trovandosi
rivolto verso il soffitto e con la braccia e gambe distese. In quel
preciso istante sentì una piccola fitta al petto e
capì che era la nostalgia di essere svegliati con parole
dolci sussurrate nell'orecchio e baci umidi lasciati sulla pelle. Forse
era l'unica cosa che gli mancava di una relazione, anzi, anche trovare
qualcuno quando tornava a casa stanco, qualcuno che gli preparava la
cena, qualcuno che lo consolava quando era giù di morale...
okay, forse gli mancava diverse cose di una relazione.
Lo
squillo del cellulare interruppe quei pensieri. Gem.
-pronto?-
rispose con ancora la voce assonnata.
-ciao
Haz! Come va??- esclamò con la voce più
entusiasta che Harry avesse sentito.
-perchè
sei così felice di prima mattina? gli chiese lui,
coprendosi gli occhi con il braccio.
-perchè
oggi vedrò il mio fratellino!-
-hai
un altro fratello vero? - chiese sospirando,già rassegnato.
-sorpresa!-
esclamò, facendo allontanare il cellulare ad Harry
dall'orecchio. -in questo momento mi trovo all' aeroporto, sono
atterrata pochi minuti fa!-
-oh
mio dio...- sussurrò il riccio. - Gemma, io ti voglio bene e
sei mia sorella, ma non puoi fare queste comparse senza avvertirmi.
Stamattina lavoro, la casa è un disastro e non ho cibo in
casa-
-perchè
non hai cibo in casa? Mangi, vero Harry?- chiese subito allarmata la
ragazza.
-certo
che mangio! Semplicemente ieri non ho avuto tempo di andare a fare la
spesa!- si alzò a sedere sul letto, a gambe incrociate.
-allora
vorrà dire che passerò al supermercato e poi
aspetterò a casa tua!-
Harry
sospirò. Qualsiasi cosa avesse detto, sapeva che non avrebbe
cambiato idea.
-okay...ti
lascio le chiavi sotto il porta-ombrelli- disse sconfitto. Aurora gli
saltò in braccio, cominciando a fare le fusa,
così le accarezzò la testolina bianca, mentre
salutava Gemma e metteva giù la chiamata.
-andiamo
a mangiare, piccola?- chiese alla gattina. La prese in braccio e
portò il suo musetto vicino al viso. Le lasciò un
bacio sulla guancia, per poi scendere dal letto e portarla in cucina
ancora tra le braccia.
*
**
quando
entrò nella stanza, vide che la postazione dove solitamente
il modello posava era ancora occupata, e ringraziò il cielo
per questo. Significava che erano in ritardo e questo portava ad
iniziare più tardi la tortura.
Dopo
essersi tolto la giacca, si appoggiò al muro e rimase a
guardare il ragazzo che eseguiva gli ordini. Era senza maglietta e
staccare gli occhi da quel corpo era abbastanza complicato, ma
sfortunatamente, il suo amico Zayn era etero al 100%. sorrise, mentre
gli venne in mente la prima volta che l'aveva incontrato. Si erano
conosciuti fuori dall'ufficio del direttore ed Harry aveva provato ad
agganciare e non come amico, ma poi il ragazzo lo aveva informato dei
suoi gusti. Harry pensava che gli avrebbe riso in faccia e se ne
sarebbe andato, ma invece da quel momento divennero buoni amici.
Sentì
il fotografo urlare qualcosa e in scena entrò una ragazza
bionda, alta come Zayn, solo perchè non aveva i tacchi, che
si mise di fianco a lui. Era da mozzafiato ed era sicuro che tutti i
ragazzi esistenti le sbavassero dietro, compreso Zayn, essendo la sua
meravigliosa ragazza. Ogni volta che li vedeva insieme Harry rimaneva a
bocca aperta, come tutti del resto. Erano perfetti : belli da togliere
il fiato ed affiatati come pochi.
Harry
vide Zayn prendere in braccio la ragazza e guardare verso lo obiettivo.
Poi avvicinarono le loro bocche fino a sfiorarsi e vennero investiti da
un altro flash.
-okay,
per oggi abbiamo finito. A domani ragazzi!- urlò poi il
fotografo, congedandoli.
Zayn
stava per uscire dalla stanza, quando si accorse del riccio.
-Harry!-
esclamò, avvicinandosi a lui. -come va?-
-tutto
bene, grazie. Te?- rispose cortese.
-alla
grande!- nel mentre, anche la ragazza si avvicinò, vedendoli
chiacchierare.
-ciao
Gigi- la salutò Harry con un sorriso.
-ciao
Harry! Devi lavorare?- gli chiese, appoggiandosi a Zayn, che le
circondò la vita con un braccio.
Lui
annuì, per nulla entusiasta.
-come
va nel lato... sentimentale?- se ne uscì il ragazzo moro,
abbassando la voce sull'ultima parola e facendogli l'occhiolino.
Harry
alzò le spalle.
-come!-esclamò
lui. - hai bisogno di diversivi, se no come puoi sopravvivere a questa
vita!- si voltò verso la ragazza bionda e le
lasciò un bacio sulle labbra. -che ne dici se uno di questi
giorni usciamo a divertirci un po'?- gli offrì sorridendo.
-se
riesco a convincere anche Niall, molto volentieri! Ora devo andare, ci
si sente- salutò entrambi, Gigi con un bacio sulla guancia e
Zayn con una pacca sulla spalla.
Il
resto della mattinata passò molto lentamente, ma Harry
riuscì a sopravvivere, anche se sapeva che qualcun'altro
l'attendeva a casa.
E
come aveva previsto, appena aprì la porta dell'appartamento,
un corpo gli saltò in braccio, allacciando le braccia
attorno al collo.
-Harrinooooo!-
urlò Gemma, proprio nel suo orecchio.
-vorrei
diventare sordo magari fra qualche anno- disse lui, strizzando gli
occhi per il dolore alle orecchie.
-mi
sei mancato così tanto!- esclamò, finalmente
staccandosi e permettendogli di respirare.
-anche
tu Gem-
-lo
so che non vuoi tornare a casa... ma potresti venire solo per me!-
disse, incrociando le braccia e mettendo il finto muso.
-non
fare la bambina, dovresti essere la sorella adulta e responsabile- la
riprese lui, anche se trattenne a stento una risata.
Poi
la ragazza si riprese subito e corse in sala, dove prese in braccio
Aurora e la stritolò, avendo in risposta una reazione non
molto contenta da parte del gattino.
-non
mi avevi detto che avevi un gatto! È così
adorabileee!- disse, affondando il viso nel pelo morbido.
-e
vorrei tenermela ancora per un po', quindi cerca di non uccidermela-
-non
ti facevo tipo da gatti Harry Styles- disse poi, cercando di fare la
seria, mettendo giù il povero gatto, che miagolando,
andò verso il ragazzo e si strusciò sulla sua
gamba.
-appena
l'ho vista, me ne sono innamorato- sorrise dolcemente verso il povero
animaletto, che aveva ancora tutto il pelo arruffato.
-quando
vi sposerete? Inviterai anche i suoi familiari spero! Una bella torta
al tonno e sogliola - disse ridendo.
-cretina-
rispose lui, scompigliandole i capelli.
Andarono
in cucina, dove Harry trovò il frigo colmo di cibo e prese
un'aranciata.
-allora,
come mai qui? E non dire che sei sola venuta a trovarmi!-
l'avvertì subito.
-primo,
volevo vederti. Secondo... ho chiuso con Deck e avevo bisogno di
cambiare un po' aria- subito il sorriso che aveva tenuto fino a quel
momento, sparì.
-mi
dispiace...ma questa è come se fosse casa tua, quindi puoi
stare quanto vuoi! E da quanto vedo dalla valigia, credo che resterai
per bel po', eh?- chiese ridendo, facendo un cenno alla valigia vicino
all'entrata.
Gemma
gli fece la linguaccia, per poi correre e saltargli di nuovo addosso.
°°
°°°°°°°°
ed
ecco un nuovo capitolo!
Harry
ha avuto una grande proposta di lavoro ed ha subito accettato, peccato
che non l'abbia ancora detto a Niall, essendo troppo preso ad
"occuparsi" di Louis, almeno secondo il suo pensiero.
Gemma
è uscita allo scoperto! amo troppo il suo personaggio,
è piena di vita e non si lascia abbattere da nessuno, spero
che possiate amarla anche voi!
Ma
gli Zigi?! aww, sono adorabili e poi sono troppo belliiii! okay, mi
riprendo...
Votate,
commentate, ditemi come vi sembra e nulla, al prossimo capitolo!
-EmLy
|
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Capitolo 4 *** 3°- Perchè non provi a conoscerlo? ***
C'erano
pro e contro ad avere in giro per casa la sorella. I pro erano
sicuramente che l'appartamento non era mai stato così
ordinato e non era più così silenzioso, come
Harry detestava. I contro erano sicuramente la parlantina senza fine di
Gemma e il non avere nemmeno un attimo di pace e solitudine, visto che
appena vedeva Harry da solo, correva da lui e cominciava ad
infastidirlo.
-come
sta andando li?-
Harry
era a telefono con Niall da più di un quarto d'ora. Si era
chiuso in camera e grazie a quella scusa, Gemma non lo stava
importunando, finalmente.
Niall
sospirò al telefono. - io tutto bene, ma...-
-ma?-
-niente,
scusa. A te non interessa-
Harry
si mise a pancia in su sul letto, con i piedi che toccavano il
pavimento. - non puoi iniziare una frase e poi fermarti!- lo riprese. -
e poi, se ti fa stare in pensiero, allora m'interessa-
dopo
un lungo silenzio, Niall gli rispose. - c'entra
Louis...-sussurrò.
Harry
brontolò qualcosa che il ragazzo non capì.
-visto?
Mi puoi spiegare cos'hai contro di lui? È un ragazzo come
gli altri, con dei problemi da risolvere- esclamò Niall,
ormai stufo di quella situazione.
-mh...non
mi piace- mormorò, a voce bassa.
Nall
sospirò. - l'hai visto una sola volta Harry, non fare il
bambino. È una brava persona, ha solo un carattere
difficile, ma giustificato. Quanto vorrei che andas...- l'ultima frase
la disse ad un tono così basso che Harry non la
sentì nemmeno.
-e
dimmi, che giustificazioni ha?-
-ha
dei problemi in famiglia. La sua vita non è per nulla
semplice-
Harry
saltò in piedi, sconvolto da quella frase.
-invece
la mia è semplice, vero?! Io ho una vita fantastica, tutta
rose e fiori!- urlò al telefono, davvero esasperato dalla
situazione createsi. Non gli era mai piaciuto urlare contro a Niall, ma
era necessario, visto che l'amico si ostinava a non capirlo.
Visto
che il silenzio regnava dall'altra parte, il riccio continuò.
-vai
pure dal tuo nuovo amichetto! Io starò bene- la voce gli
s'incrinò. -non ho bisogno di te...- sussurrò,
per nulla convinto, per poi chiudere la chiamata.
Nella
sua vita, aveva litigato con Niall una sola volta, quando ancora
facevano fatica a correre e qualsiasi giocattolo vedevano vicino, era
di loro proprietà. Louis invece, è riuscito ad
eliminare tutto l'equilibrio che c'era tra loro. Okay, forse poteva
essere in parte colpa sua, forse aveva esagerato ad urlargli contro, ma
era stanco, stanco di tutto quello che gli circondava. Niall era
l'unica cosa buona rimastagli, era l'unico su cui sapeva che poteva
piangere e sfogarsi, senza essere sentito giudicato,ma consolato.
L'aveva
chiamato anche per raccontargli della proposta del viaggio in Italia.
Ma tanto, cosa gli poteva interessare? Ora aveva Louis.
Con
uno scatto, prese il cuscino e lo tirò sulla porta, per poi
ricadere sul letto, con le lacrime agli occhi e il corpo raggomitolato
su se stesso.
Sapeva
che quella reazione era spropositata, ma non riusciva a fermarsi.
Quando sentì il cigolio della porta, cercò di
asciugare il viso con le maniche della felpa, ma senza molti risultati.
-Harry?
Ho sentito un tonfo, così sono venuta a vedere se va tutto
b- si bloccò a mezza frase, notando il corpo del ragazzo
scosso dai singhiozzi.
-ehi...cos'è
successo?- gli chiese dolcemente, mentre si posizionava seduta sul
materasso, vicino a lui. Gli accarezzò i capelli, cercando
di calmarlo.
-Niall-
-avete
litigato?- chiese alzando un sopracciglio: non si ricordava una loro
discussione precedente.
Harry
scosse la testa. -gli ho urlato contro e poi ho chiuso la chiamata-
-cos'è
successo?- gli richiese, sperando in una risposta sostanziosa. Come
poteva aiutarlo, se non sapeva il problema?
-è
che...Niall è il mio migliore amico...ha conosciuto un
ragazzo, che hai dei problemi in famiglia e quindi passa molto tempo
con lui, per aiutarlo, ma così... non calcola me- cerca di
spiegarle. -perchè dovrebbe aiutare uno sconosciuto e me no?-
La
ragazza sospirò, sorridendo. Con un cenno, gli fece capire
di alzarsi a sedere, così da poterlo guardare negli occhi.
-lo
sai di aver esagerato, vero?-
lui
annuì, a testa bassa.
-questo
ragazzo, tu lo conosci?-
-l'ho
visto una volta e non mi piace- rispose sicuro, corrucciando le labbra
e in quel momento, a Gemma sembrava di aver davanti un bambino.
-allora,
credo che voi siate abbastanza grandi per poter sistemare le cose da
soli. Questo ragazzo...- e guardò Harry, facendogli una
domanda silenziosa.
-Louis-
sussurrò lui.
-Louis,si
vede che ha bisogno di qualcuno che l'ascolti e sai anche tu, che Niall
è davvero bravo in queste cose. Invece di provare odio senza
motivo per lui, perchè non provi a conoscerlo? Potresti
trovare un nuovo amico e in più, potresti aiutarlo insieme a
Niall. E sai, che quel biondino non ti lascerebbe mai, a costo della
sua vita- concluse, asciugandogli l'ultima lacrima sullo zigomo.
Sua
sorella, come sempre, aveva ragione. Quel sentimento che provava per
Louis, era senza fondamenta e forse, ma solo forse, conoscendolo non
era poi così male. Quanto riguardava Niall...gli era sempre
stato accanto, anche nei momenti più
difficili...perchè dovrebbe abbandonarlo proprio ora? Aveva
davvero così poca fiducia in lui?
No, gli
rispose una vocina dentro di lui. Si fidava ciecamente di Niall e non
doveva smettere di farlo.
-grazie
Gem- la ringraziò con tutto il cuore: era sempre stata brava
a dare consigli.
-di
nulla piccolo-
-ehi!
Non chiamarmi piccolo!- la riprese subito, ridendo sotto i baffi.
-ti
chiamo piccolo quando mi pare- gli fece una linguaccia, per poi
scompigliargli i capelli e lasciare la stanza.
-chiamalo-
gli disse, prima di chiudersi la porta alle spalle.
Okay.
Forse avere la sorella in giro per casa non era poi così
male, sopratutto in quei momenti.
Prese
il cellulare in mano e notò una chiamata persa. Decise di
non chiamarlo, ma di inviargli un messaggio di scuse.
"scusa se ti ho urlato contro,ho sbagliato. Se Louis
ha bisogno di sfogarsi con qualcuno, tu sei il più adatto.
Mi manchi e ti voglio bene, perdonami" e
premette invio.
La
risposta non tardò ad arrivare.
"perdonato!Scusa se sembra che ti stia lasciando in
disparte per Louis...tu rimarrai per sempre il mio riccio preferito :))
a domani. p.s.:mi manchi anche tu"
Harry
sorrise leggendo quel messaggio e capì che Niall sarebbe
rimasto sempre al suo fianco.
Poggiò
il telefono sul comodino, per poi sdraiarsi a letto, con l'intenzione
di dormire, visto la giornata che l'aspettava il giorno dopo.
Ripensò alle parole di sua sorella e forse capì
che doveva conoscere quel ragazzo, forse era davvero un bravo ragazzo e
un amico in più non gli avrebbe fatto male. Decise di non
pensarci in quel momento, ma magari quando sarebbe stato più
sveglio.
Provò
a chiudere gli occhi e lasciarsi cullare da Morfeo, ma la sua mente non
glielo permetteva, così si alzò sbuffando e
tirò fuori dal cassetto sotto alla scrivania, un libretto.
Si
rimise a letto e cominciò a sfogliarlo, per arrivare ad una
pagina ancora vuota.
Quel
piccolo libretto, era il suo tesoro più grande. Ne aveva
passate tante: la copertina era ricoperta da scotch, e qualche foglio
nel mezzo mancava, altri erano strappati. Ma non era perchè
il riccio non ne aveva cura, se fosse stato per questo, Harry l'avrebbe
ricoperto d'imballaggio e poi chiuso in una cassaforte. A riguardare
quell'oggetto tra le mani, gli tornarono in mente ricordi che non
desiderava rivivere. Cercò di scacciarli, ma l'immagine di
suo padre, con in mano quello stesso libretto e un'espressione
disgustata in viso, gli comparve davanti, così da obbligarlo
a richiudere quell'oggetto. Prese dei respiri profondi e poi si
alzò, per rimettere al proprio posto il libretto. Da quel giorno, l'aveva
usato una sola volta. Ogni volta che entrava nella sua stanza, il
desiderio di prenderlo e impregnarlo di inchiostro era destabilizzante,
ma appena si avvicinava ad esso, quelle immagini ritornavano a fargli
visita, costringendolo a ricacciare indietro quella voglia. Anche quel
giorno, si ripromise, che in futuro l'avrebbe riusato, avrebbe colorato
quelle pagine bianche rimanenti, ma non era arrivato ancora il momento, non era ancora pronto a combattere per se stesso,
per la sua felicità.
**
*
Harry
venne svegliato dallo squillo del cellulare. Si chiese il
perchè tutti lo cercassero ad ore improponibili, sopratutto
dopo una nottata come quella precedente. Prima di rispondere, si
guardò intorno: accanto a lui, sul letto, non c'era nessuno.
Sospirò, sollevato, che quel ragazzo se ne fosse andato
prima del suo risveglio: ritrovarsi uno sconosciuto nel letto di prima
mattina, non era molto confortante.
Si
passò una mano sugli occhi, per poi sentire una fitta alla
testa. Splendido. Il mal
di testa post-sbornia gli mancava.
Prese
in mano ugualmente il cellulare e dopo aver visto chi era, rispose.
-finalmente!-
esclamò il ragazzo biondo dall'altra parte della cornetta.
Harry
sentì un'altra fitta alle tempia, che si espanse in tutto il
cranio. Strinse i denti dal dolore e maledisse quella voce.
-Niall-
sussurrò. -non sono molto in forma...potresti abbassare la
voce?-
-scusa!-esclamò,
per poi accorgersi dell'errore appena commesso. -oops...scusa-
ripetè, ora ad un tono molto più gestibile per il
riccio.
-grazie-
Niall
non aspettò che gli chiedesse il perchè di quella
chiamata, che cominciò a parlare.
-mi
dispiace disturbarti nella mattina "dopo bevuta", in realtà,
non mi dispiace più di tanto, visto che non mi hai nemmeno
invitato- rise sotto baffi, per nulla intenzionato a riprendere il
riccio per quello. Abitavano distanti, era ovvio che non poteva
invitarlo per qualsiasi cosa, maggiormente per una bevuta organizzata
probabilmente poche ore prima.
-forse
è meglio che te ne parlassi quando starai meglio e a mente
lucida, ma è una cosa supersuperimportantissimissimissimissima- disse,
con la silenziosa richiesta di aver il suo consenso per continuare.
-ormai
mi hai svegliato, dimmi pure- sospirò il riccio.
-però
giurami che non ti arrabbi!- esclamò ed Harry era sicuro che
si fosse tappato la bocca con la mano, avendo alzato di nuovo la voce.
-giuro-
mormorò lui, troppo stanco per controbattere.
Dopo
una manciata di secondi in silenzio, Niall sussurrò una
premessa. - c'entra Louis- sapendo dell'astio che il riccio provava
verso quel ragazzo.
Infatti,
Harry brontolò e fece versi strani, irritati.
-potresti
ascoltarmi prima?- gli chiese il biondo, stufo di quella situazione.
Harry
mugolò qualcosa, sprofondando ancora di più nel
cuscino e nel materasso, mettendo su il broncio.
-e
non fare la faccia che so che stai facendo!- lo riprese subito. -Louis
mi ha chiesto un grosso favore, ma che da solo non posso farlo-
Harry
lo interruppe, alzandosi di scatto. -eh no! Non chiedermi di aiutarlo!-
-non
ti sto chiedendo di aiutare lui, ma me, il tuo migliore amico- e fece
la solita voce che usava per corrompere il riccio e anche quella volta,
funzionò.
-che
vuoi, migliore amico- rispose
sbuffando.
-ti
voglio bene!- e schioccò un bacio sul microfono. - Louis
dopodomani ha un colloquio di lavoro, molto importante per lui... sua
madre lavora tutto il giorno, quindi mi ha chiesto pregandomi, se
potessi badare alle sue sorelline- disse tutto di un fiato.
-cosa?!-
scattò Harry, non badando alle fitte atroci alla testa. -mi
stai chiedendo di fare da baby-sitter alle sorelle di louis?? e
perchè dovrei!-
-fallo
per me! Lo sai che sono un disastro coi bambini!-
-e
allora perchè hai accettato?-
-perchè
aveva bisogno di una mano! Tu sei bravissimo coi nani e non lo devi
fare per lui, ma per me-
Harry
si portò una mano sul viso, cercando di ragionare
lucidamente.
-io
non posso crederci...- sussurrò, perso nei suoi pensieri.
Quel ragazzo aveva bisogno di una lezione, non poteva abbandonare le
sorelle da chiunque le accettasse! E i suoi genitori? Sono davvero
così irresponsabili?!
-non
sono d'accordo, per nulla. Ma okay...-
-davvero?-
chiese stupito Niall, sicuro che avrebbe ricevuto una risposta
negativa. -oh mio dio! Grazie Harry! Mi stai salvando!-
Harry
rise a quella reazione. - ora vado a riprendermi... e la prossima
volta, non accettare di fare favori, se non sono alla tua portata-
*
**
Due
giorni dopo, Harry si trovava davanti al solito bar, dove lui e Niall
s'incontravano ogni volta che lui andava dal biondo. Non fece in tempo
ad entrare nel locale, che una mano si appoggiò sulla sua
spalla, facendolo sobbalzare.
-mi
hai fatto prendere un colpo!- esclamò, con un'espressione di
rimprovero e terrore, alla quale Niall non riuscì a
trattenersi nello scoppiare a ridere. - hai una faccia di quelle!
Dovresti vederti!- disse, mentre si piegava in due dalle risate.
Harry
alzò gli occhi, per poi tirargli un pugno leggero sulla
spalla.
-ahio!-
esclamò lui, per poi spintonarlo. -vendetta- disse
sorridendo con tutti e trentadue i denti.
-Gemma,
come sta?- chiese ad Harry, una volta seduti al solito tavolo.
-tutto
bene, è partita ieri perchè aveva un esame da
dare, ma tornerà nei prossimi giorni. Diciamo che per ora
è in stallo a casa mia...per cambiare aria- gli
spiegò.
-uuhhh
sento odore di ragazzi!-
il
riccio annuì. - lei e il tipo si sono mollati-
-ora
capisco tutto- disse serio, come se avesse trovato risposta
all'esistenza dell'uomo. - mentre tu? L'altro giorno sei uscito giusto?
Hai fatto strage di cuori?- gli chiese curioso, appoggiando il mento
sulle mani.
-Niall.
no- marcò il monosillabo, per fargli capire che non voleva
intraprendere quell'argomento.
-ma
io ho voglio sapere! Ho bisogno di
sapere!- esclamò saltando sulla sedia.
Harry
sospirò. -perchè dovrei dirti quanti ragazzi ho
conosciuto o quante volte ho- venne interrotto da Niall, che
cominciò a sventolare le mani. -ehi ehi ehi. Non
m'interessano i dettagli, okay? Voglio solo sapere se hai trovato la
tua anima gemella, o se vaghi ancora perso tra i vari letti. Solo
questo- chiarì subito.
-la
seconda- fece un sorriso sghembo. -ma solitamente il letto è
sempre il mio-
-wow.
Almeno c'è qualcuno tra noi due che se la spassa!-
Arrivarono
le bevande che avevano ordinato e il tempo di parlare di quel giorno e
di come l'avrebbe passato.
-allora-
cominciò Harry, bevendo un sorso del suo cappuccino -quando
l'inviso abbandonerà irresponsabilmente le sue povere
sorelle?-
Niall
lo guardò per un attimo a bocca aperta, per poi scuotere la
testa per riprendersi.
-mi
stai chiedendo quando Louis porterà le bimbe da me?- chiese.
Harry
annuì spazientito.
-non
chiederò nulla riguardo il significato di quella frase...le
porta tra due ore, quindi abbiamo il tempo di sistemare casa e di
rilassarci-
*
**
sistemarono
l'appartamento, togliendo dalla vista delle bambine qualsiasi cosa
potesse danneggiarle, compresi i joy-stick della playstation e la
bandiera dell'Irlanda, che ha detta di Niall, "non posso rischiare che
la sgualciscono con le loro manine sudicie". Poi aspettarono il suono
del campanello seduti sul divano, che non tardò ad arrivare.
Si
alzarono entrambi, andando verso la porta.
-ricordati
che lo faccio per te- gli ricordò Harry al biondo.
Lui
sorrise, sapendo che nel fondo, il riccio voleva davvero aiutare Louis,
sopratutto avendo avuto anche lui stesso problemi molto
vicini ai suoi.
°°
°°°°°°°°
okay,
in questo capitolo non succede praticamente nulla, ma è
semplicemente di passaggio, quindi mi scuso!
Mi
farò perdonare col prossimo capitolo dove conoscerete
finalmente le due sorelline di Louis!
al
prossimo capitolo!
-EmLy
|
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Capitolo 5 *** 4°- I buchi sulle guance sono più belli ***
Al
suono del campanello, Niall aprì la porta. Due bambine gli
saltarono subito addosso, attaccandosi una per gamba, non
permettendogli di muoversi.
-ciao
furbette! Vedo che siete piene di energia!- esclamò lui
ridendo, scompigliandogli ad entrambe i capelli.
Poi
riportò l'attenzione a Louis, che gli stava parlando a bassa
voce, così che Harry non riuscì a sentire nulla
dal suo posto: si rifiutò di avvicinarsi.
Non
riusciva nemmeno a vederlo e questo lo irritava assai. Lui non doveva
odiarlo, ma invece Louis poteva ignorarlo?
-okay,
tranquillo- gli rispose Niall. Il riccio vide che prese in mano un
borsone, probabilmente con tutto il necessario per le bambine. -non
sono solo, ho chiamato aiuti- e si girò verso Harry, che
sorpreso si rimise all'attenti.
-Harry
è bravissimo coi bimbi, non hai nulla di cui preoccuparti-
lo rassicurò Niall.
Louis
forse si stava permettendo di giudicarlo?! Senza conoscerlo? Harry non
resistette oltre ed uscì allo scoperto.
-ciao
Louis!- esclamò, tirando un sorriso, che più
falso di quello non poteva fare.
-Harry-
fece un cenno di saluto lui, senza scomporsi. Poi si voltò
subito verso il biondo e il riccio non si era mai sentito in vita sua
così trasparente come in quel momento.
-ti
ho detto tutto, ora vado che se no arrivo in ritardo- gli disse. Si
abbassò, dove ancora attaccate alle gambe di Niall c'erano
le sorelline.
-il
vostro fratellone ora deve andare. Mi raccomando, vi ho già
detto come dovete comportarvi in macchina- gli ricordò,
guardando prima una e poi l'altra. Due gocce d'acqua. -se Nello mi
chiama dicendomi che state facendo le monelle, vi vengo a prendere e
niente dolce stasera, okay?- le vide annuire e poi si rialzò.
Intanto
Harry si stava mangiando le interiora, nell'udire il nomignolo che
aveva dato a Niall.
-allora
io vi lascio, arriverò per le sei, se c'è
traffico ti faccio sapere. Grazie ancora-
-di
nulla! Buona fortuna!- lo salutò Niall, mentre lui si
allontanava dalla porta.
Harry
non lo salutò, anzi, incrociò le braccia e si
diresse in cucina.
Sentì
la porta chiudersi, vari schiamazzi, e poi il biondo fece l'entrata
nella stanza, con le due bimbe in braccio, una da una parte e una
dall'altra.
-ora
vi presento una persona molto simpatica, anche se ora ha il broncio
peggio di Grinch- sussurrò l'ultima frase nelle loro
orecchie e le bambine scoppiarono a ridere.
Harry
lo fulminò con gli occhi, per poi avvicinarsi e mettere su
un sorriso. Anche se il fratello era intrattabile ed antipatico, le
bimbe sembravano adorabili.
-piacere,
io sono Harry- si presentò.
-io
mi chiamo Phoebe e ho cinque anni!- esclamò una. Mentre
l'altra stette in silenzio, finchè Harry non gli
ripetè la stessa domanda e gli rispose con un sussurro
– Daisy...-
-Daisy
è timida, ma tranquillo che se prende confidenza
è peggio di sua sorella- gli spiegò Niall
ridendo. Appena Phoebe mise un piede a terra, saltò in
braccio ad Harry.
-ehi!-
rise lui, preso alla sprovvista. Daisy invece, rimase nascosta dietro
una gamba del biondo, non intenzionata ad uscire allo scoperto.
-Louis
ha solo due sorelle piccole?- chiese Harry, accorgendosi solo dopo
della domanda che aveva fatto.
Niall
scosse la testa. -c'è anche Fizzy e Lottie, ma loro sono da
amiche. Le due furbette ce l'abbiamo noi invece!- esclamò,
andando verso Phoebe e facendole il solletico. Lei si agitò
tra le braccia del riccio, per cercare di scappare dalle mani che le
stavano dando fastidio. -Basta Nè!- urlò tra le
risate.
Ed
Harry si chiese perchè il suo amico continuava a ripetere di
non saperci fare coi bimbi... sembrava così legato a loro!
*
**
-è
la prima volta che badi a loro?- gli chiese il riccio, mentre tiravano
fuori dal borsone vari giocattoli e bambole, che le bimbe stavano
aspettando.
Niall
scosse la testa. -è la prima volta che bado a loro per
così tante ore. Solitamente le porto a mangiare un gelato,
quando Louis mi chiede se posso distrarle-
Harry
rimase a pensare a quella frase per qualche minuto.
-perchè
dovresti distrarle? Da cosa?-
-dai
problemi in famgilia- sussurrò, per non farsi sentire dalle
piccoline. -possiamo parlarne dopo?-
lui
annuì, per poi riportare l'attenzione a Daisy e Phoebe.
-giochiamo
con le barbie?!- esclamò. Phoebe urlò un si in
risposta, mentre Daisy si attaccò alla gamba di Niall.
Si
ritrovarono poco dopo, seduti per terra, davanti al divano. Appena il
riccio aveva preso in mano il Ken, Phoebe glielo tolse di mano e gli
dette una barbie, dicendogli che lui doveva fare la ragazza.
Ci
era rimasto un po' male, infondo lui era un ragazzo, perchè
dargli la parte della barbie?
Niall
invece era seduto sul divano, insieme a Daisy, cercando di convincerla
a giocare con loro.
-ora
devi andarti a truccare!- esclamò Phobe, indicandogli la
scrivania con lo specchio in miniatura. Harry portò la
barbie a sedersi e guardò in panico gli oggetti sistemati
sopra questa.
-il
pettine!-
-oh!-
esclamò lui, prendendolo in mano e cominciando a pettinare
la barbie in modo goffo.
-prendi
quel vestito rosa e mettiglielo- lo continuò ad istruire la
piccola, senza perdere nemmeno un suo movimento, controllando che
stesse facendo tutto giusto.
Harry
dovette spogliare la bambola e si sentì un idiota a cercare
di sfilarle gli abiti.
-tranquillo
amico, non credo che nella realtà ti capiterà mai
una situazione del genere- rise Niall, prendendolo in giro.
Harry
gli lanciò un'occhiata, per poi continuare nel suo lavoro.
Alla
fine, cominciò a prenderci la mano a cambiare vestiti,
pettinare e fare danzare le barbie. Phoebe non lo guardava neanche
più insistentemente e questo voleva dire che aveva la sua
approvazione.
Ad
un certo punto, il riccio vide Phoebe sbadigliare e stropicciarsi gli
occhi con le manine.
-hai
sonno piccola?- gli chiese dolcemente. Lei annuì, per poi
portare la mani in avanti. Harry capì che voleva essere
presa in braccio, così , stretto da una sensazione di pura
dolcezza verso quel mostriciattolo, portò le mani sui suoi
fianchi e se la portò verso il petto. Phoebe
appoggiò una guancia sulla sua maglietta e un pugno stretto
ad essa. Non fece in tempo a cullarla, che già si era
addormentata.
Sorrise
a quella vista. Le spostò un ciuffo di capelli biondi dalla
fronte e si alzò piano da terra. Si voltò verso
il divano e vide una scena adorabile. Niall era mezzo sdraiato sul
divano e stretto a lui c'era Daisy, tutti e due con gli occhi chiusi.
Stando
attento a non fare movimenti bruschi, prese il cellulare e con una mano
sola, riuscì a scattare una foto a quella scena.
Decise
di portare la bambina tra le sua braccia sul letto, così
andò nella camera di Niall e appoggiò
delicatamente il corpicino, coprendola con il lenzuolo.
Ritornò
in sala e portò anche Daisy al fianco di Phoebe.
-Niall-
lo chiamò a bassa voce, per svegliarlo. Gli dispiaceva
interrompere il suo sonno, ma avevano un discorso in sospeso e poi
avrebbe potuto dormire quella sera.
-uhm..altri
dieci minuti mammina!- borbottò, per poi affondare il volto
nel cuscino.
Harry
rise, per poi scuotergli la spalla. -non sono la tua mammina e alza
quel sedere Neil!- gli esclamò, ottenendo dal biondo una
cuscinata in faccia.
-stronzo-
gli disse, mettendosi seduto e stiracchiandosi.
Il
riccio aspettò che si svegliasse completamente, per poi
comincare a tormentarlo.
-voglio
sapere che succede in casa di louis-
-non
sono affari tuoi- gli rispose brusco lui, ancora arrabbiato per il
risveglio.
-hai
detto che ha dei problemi. Voglio saperlo e ora me lo dirai-
-sai
che ha volte sei proprio un rompi balle?-
-ohhh
che tenero!- esclamò lui. - Niall che ammorbidisce gli
insulti!-
-zitto-
lo richiamò lui, per poi sospirare. -voglio prima un
caffè e un abbraccio-
-affare
fatto!- accettò il riccio, saltandogli subito al collo.
**
*
I
due ragazzi si ritrovarono in cucina, con una tazza di caffè
in mano per ciascuno e seduti uno di fronte all'altro al tavolo.
-perchè
se lo odi così tanto, ti interessa sapere cosa succede?- gli
chiese curioso Niall, anche se in relatà, sapeva
già la risposta.
-primo,
non lo odio, non mi piace è diverso. Secondo, anch'io ho
avuto problemi in famiglia...-
-e
vorresti provare ad aiutarlo- completò Niall la frase.
-no!-
esclamò Harry, saltando sulla sedia. -okay...forse si,
dipende da come si comporta con me- disse alla fine, sospirando. Certo,
Louis non gli piaceva, ma come poteva non provare ad aiutarlo? Anche
solo dicendogli che qualsiasi situazione stesse vivendo, sarebbe
migliorata? Lui sicuramente questo non poteva affermarlo, visto che la
sua di situazione non era affatto migliorata in realtà,
semplicemente lui era scappato dal problema, ignorandolo, ma era
l'unica soluzione o almeno così pensava.
Niall
rise. - sei troppo buono Harry. Aiuteresti anche un criminale che sta
cercando rifugio-
lui
sbuffò, anche se sapeva che era la verità. Sua
madre gli aveva sempre detto che questa sua qualità prima o
poi gli si sarebbe rivoltata contro. Si ricordò di quando,
da piccolo, aveva aiutato un bambino a rialzarsi dopo una brutta
caduta, ma appena fu in piedi, spintonò Harry per poi
andarsene ridendo. Sua madre era andata subito in suo soccorso,
assicurandosi che stesse bene. -sei stato
bravissimo ad aiutare quel bambino, ma visto? Lui poi non ti ha
ringraziato. Harry, tu sei fantastico e nessuno ti meriterà
mai, ma devi fare attenzione. Non puoi donare tutta la tua
bontà a tutti, perchè pochissimi sono come te e
te la restituiranno. Mi prometti che da ora in poi, prima di aiutare
qualcuno, ci penserai?- e
beh, Harry ci aveva provato a pensarci, ma era davvero difficile per
lui. Appena vedeva qualcuno in difficoltà, l'unica cosa che
aveva in mente era "devo aiutarlo" e così era anche ora.
-ora
mi racconti?!-
-lo
sai che se Louis scopre che te l'ho detto, mi fa fuori?-
-problema
tuo- alzò le spalle Harry. - cercherò di fare il
possibile per salvarti, ti offrirò anche un rifugio- disse,
riprendendo la frase detta prima dal biondo.
Niall
si passò le mani tra i capelli, per poi prendere un respiro.
-non
hanno una bella situazione in famiglia- cominciò. - tutto il
peso di questa è sulle spalle di Louis, e non intendo solo
accompagnare le bambine a scuola o sistemare casa, ma anche le spese
che questa comporta-
Harry
spalancò la bocca. Da quello che Niall gli aveva detto,
Louis aveva una famiglia davvero numerosa, come poteva badare a tutti?
-e
sua madre?- chiese il riccio.
Il
biondo alzò le spalle. -quella povera donna sta cercando di
fare il possibile. Lavora notte e giorno ad un hotel, come donna delle
pulizie e tutto il guadagno lo porta a casa, ma non è
sufficente-
Harry
lo interruppe un'altra volta, troppo scosso dal racconto per stare in
silenzio.
-come
sono arrivati a questa situazione? E il padre?-
-il
padre è la causa di tutto- sospirò Niall, avendo
sentito quella storia uscire dalle labbra di Louis molte volte.
-nessuno desidererebbe un padre così a nessuno-
sussurrò lui. -Louis non mi ha mai raccontato tutto, ma da
quello che ho capito, ormai a quell'uomo non interessa nulla della
famiglia, sta via per settimane, per poi tornare magari ubriaco, mena
la moglie, per poi uscire di nuovo dalla porta..-
alzò
lo sguardo su Harry, che ora lo stava guardando con un misto di
terrore, tristezza e compassione.
-credo
pure che alzi le mani a Louis...-confessò Niall. -alcune
volte viene da me ridotto come uno straccio e in quelle situazioni non
apre bocca, così mi limito a medicarlo. Ho paura che gli
faccia anche qualcosa di ancora più terribile..ma non voglio
pensarci- scosse la testa, cercando di scacciare via quel pensiero.
Harry
ormai stava trattenendo il pianto, ma una lacrima gli
sfuggì, bagnandogli una guancia.
Aveva
sempre pensato che suo padre fosse il peggiore che potesse esistere, ma
si dovette ricredere. In confronto, suo padre era un angioletto che
tutti avrebbero dovuto amare.
-i-io
ho bisogno un attimo d'aria- farfugliò Harry, per poi uscire
dalla stanza ed andare in balcone. Prese una sigaretta dal davanzale e
l'accese. Solitamente non fumava mai, solo quando era particolarmente
stressato o stava per crollare se ne concedeva una.
Subito
dopo, uscì anche Niall, trovando il ragazzo seduto a gambe
incrociate sul pavilmento.
Si
sedette anche lui vicino, aspettando che parlasse.
-ero
convinto che nessuno vivesse la mia situazione, invece...
c'è qualcuno che vive di peggio- mormorò.
-sai
che c'è anche peggio di questo nel mondo- gli disse Niall.
Lui
annuì. - certo, ma sono cose che vedi solo in tv e non le senti veramente, mentre tutto questo
è vicino, sta succedendo a persone che conosco e ....e non
so, il mondo fa schifo- concluse, singhiozzando.
Niall
lo prese tra le braccia, cercando di calmarlo.
-mi
sento una schifezza, per non aver mai pensato che qualcuno di
così vicino avrebbe potuto stare peggio di me, sono stato un
egoista, lo sono-
il
biondo lo staccò da se. - ehi, non dire questo. Sei la
persona più generosa che conosca- gli disse severo, poi
addolcì il tono. -Harry, il mondo non ti merita. Stai
piangendo per una persona che conosci a malapena e che odi per giunta!
E non dire che sei triste perchè non pensavi che e altre
cavolate, ti conosco e ti adoro per questo. Nessuno dovrebbe essere in
una situazione del genere, ma nel mondo c'è anche la
cattiveria, e noi dobbiamo solo cercare di cacciarla via, ogni volta
che si presenta...non possiamo farla sparire- continuò ad
accarezzargli i capelli, finchè non sentì il
corpo del riccio smettere di tremare.
-perchè
Haly sta piangendo?- chiese una vocina all'improvviso. Si girarono
tutti e due verso la portafinestra e videro Daisy con un pugno
sull'occhio e i capelli da tutte le parti.
-non
sto piangendo- disse Harry, tirando su il naso e asciugando le ultime
lacrime.
La
bambina si avvicinò a loro e aprì le braccia,
chiedendo silenziosamente di essere presa in braccio. Harry rimase un
attimo immobile. Guardò Niall, anche lui con un espressione
accigliata. Era la prima volta che Daisy gli rivolgeva la parola e
sembrava proprio che volesse essere presa in braccio da lui. non la
fece aspettare troppo, mettendola sulle sue gambe e sistemandole un po'
i capelli disordinati.
-non
piangere- gli disse lei, inclinando di poco il capo. - i buchi sulle
guance sono più belli- premette le ditina sulle sue guance,
proprio nel punto dove solitamente gli facevano visita le due fossette.
-hai
ragione piccola. Andiamo a svegliare la tua sorellina e fare merenda?-
le chiese con un sorriso.
Era
davvero felice che finalmente anche Daisy si era aperta con lui, anche
se ci era voluto che piangesse.
Lei
annuì, per poi ancorarsi al suo collo con le braccia.
-grazie-
disse a Niall, alzandosi da terra.
-sempre
a tua disposizione amico- disse lui sorridendo, seguendolo all'interno.
Il
riccio guardò dalla porta Phoebe che ancora dormiva, ignara
di tutto quello successo in cucina. Pensò a come dovessero
sentirsi quelle piccoline in casa, come vivessero quella situazione e
gli venne di nuovo un groppo alla gola. Chissà se il padre
avesse picchiato anche loro...o se avessero visto la madre indifesa
contro lui. Si riscosse ed andò verso il letto, sempre con
Daisy tra le braccia.
-Phoebe,
piccola- sussurrò. Le accarezzò la spalla
scoperta e lei si girò, ma senza aprire gli occhi.
-tua
sorella è una dormigliona eh?- si rivolse ridendo verso
Daisy, che annuì.
-di
la c'è la merenda che ci aspetta Phoebe- provò
con un'altra tattica, che funzionò, visto che dopo tre
secondi, una manina si alzò e prese un riccio di Harry.
-ahio!-
esclamò lui ridendo. Le fece il solletico con la mano
libera, per cercare di liberare i suoi poveri capelli, ma senza
successo.
Non
sapeva come, ma alla fine si ritrovò con Phoebe sulle sue
spalle, ancora con la ciocca riccia nella sua mano e l'altra appoggiata
sulla sua testa. -merenda!- squittì, mentre rideva
tranquilla.
Harry
dovette arrivare in cucina con le due bambine arpionate a lui e appena
Niall lo vide, scoppiò a ridere.
-vedo
che ormai siete entrati in confidenza- confermò,
scompigliando i capelli a Daisy, visto che Phoebe era troppo in alto
per arrivarci.
-allora,
vuoi scendere a fare merenda, o pensi di farla da lassù?-
chiese Harry, appoggiando Daisy a terra.
-io
non scendo! Pane e nutella!- urlò felice nelle orecchie del
riccio, che strizzò gli occhi, appena vide Niall con in mano
un vassoio pieno di panini farciti.
Niall
continuava a ridere, vedendo gli inutili tentativi di Harry di far
scendere Phoebe.
-ecco
a te!- e gli passò alla bambina un panino con la nutella.
-ew
no!- esclamò Harry. - non puoi farla mangiare sopra ai miei
adorati capelli! Già ne sta tenendo in ostaggio una ciocca!-
-Phoebe,
mi raccomando, poi togli le briciole scompigliandoglieli bene- invece
disse Niall, ignorando la richiesta d'aiuto del ragazzo.
-Niall!
Almeno tu dovresti essere dalla mia parte! Traditore!-
°°
°°°°°°°°
ed
ecco il 4° capitolo!
Phoebe
e Daisy sono adorabili, no? io le amo *^*
fatemi
sapere che ne pensate, se davvero Harry odi Louis e il
perchè Louis si comporti così freddamente con il
riccio!
alla
prossima,
-EmLy
|
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Capitolo 6 *** 5°- Potresti rimanere al telefono con me? ***
Passarono le ore restanti davanti alla Tv, guardando i cartoni. Phoebe
ormai aveva deciso che da quel momento in avanti avrebbe abitato sulla
testa di Harry e lui aveva rinunciato a farla scendere. Il riccio era
seduto a terra, mentre lei sul divano, così da non pesargli,
ma con le gambe a penzoloni sulle sue spalle.
Quando
suonò il campanello, Niall esclamò –
è arrivato Louis!- e così Daisy corse verso la
porta, mentre Phoebe istruì Harry di alzarsi.
Louis
entrando, salutò Niall, ringraziandolo di tutto, per poi
prendere in braccio Daisy.
-vi
siete divertite?- le chiese sorridendo, ma non sembrava molto
convinto.
Niall
gli si avvicinò, forse anche lui notando quella smorfia e
gli sussurrò qualcosa. Louis voltò la testa e
guardò Harry per qualche secondo, per poi rispondere a
Niall. Lui annuì sospirando.
-Phoebe?
Tu non vieni a casa?- gli chiese, facendo un cenno di saluto al riccio.
Lei
scosse forte la testa. -è bello quassù, meglio
che a casa- e forse se un passante avesse sentito quella frase,
l'avrebbe presa sul ridere,convinto che la bambina stesse scherzando.
Ma Harry vide dietro quella frase mille sfumature e forse anche Louis,
visto che abbassò lo sguardo e fece una strana smorfia con
la bocca.
-dobbiamo
andare Pho'- la richiamò questa volta, con un tono
più basso e meno allegro.
La
bambina non sembrava intenzionata di scendere, così Harry
intervenne, anche se una parte di lui voleva proteggerla e tenerla
stretta a sè.
-Phoebe,
lo sai che se schiaccerai ancora un po' i miei capelli, non saranno
più ricci e tu non vuoi questo, vero?-
-ricci!
Mi piacciono i ricci- annuì lei.
-allora
dovresti scendere, così la prossima volta saranno ancora
ricci- e vedendo che finalmente aveva mollato la presa, la
portò a terra.
-ma
io voglio stare con Harry!- esclamò, mentre i suoi occhi
cominciarono a riempirsi di lacrime.
Il
ragazzo allora la riprese in braccio e la cullò. -ehi ehi,
niente lacrime- le sussurrò.
Intanto
Louis guardava la scena, senza saper che fare. Non era mai successo che
Phoebe piangesse per una cosa simile, essendo di carattere molto simile
a lui. Quando gli diceva che era ora di andare, lei lo seguiva con il
sorriso.
-ci
rivedremo di nuovo piccola, ma ora devi andare a casa, c'è
tuo fratello che ti sta aspettando-
Phoebe
lo guardò negli occhi, gli lasciò un bacetto
sulla guancia, per poi scendere dalle sue braccia e correre da Louis.
-Boo!-
esclamò ancora in lacrime, mettendo il viso sulla sua
spalla. -Harry giocherà ancora con me?-
Louis
le accarezzò i capelli sorridendo. -si, certo. Se lui
vorrà si- la rassicurò. Alzò lo
sguardo verso il riccio e gli sorrise.
Harry
sobbalzò. Louis gli aveva appena sorriso? Non stava
sognando? Non sapeva se era più emozionato per l'avvenimento
o per il bianco e splendido sorriso che non pensava potesse appartenere
a Louis.
-c-certo
che voglio!- si ricompose. -appena avrò del tempo libero,
verrò a trovarti- la rassicurò.
Phoebe
tirò su col naso e sorrise.
Louis
riuscì a portarle via da quella casa, allacciando entrambe
nei propri seggiolini in macchina, per poi avvicinarsi a Niall ed
Harry, che erano all'entrata ad osservare la scena.
-grazie
ancora- disse e il sorriso che prima lo aveva illuminato, ora era
completamente sparito, sostituito da un'espressione affranta.
-vedrai
che ti chiameranno- gli sussurrò Niall, per poi salutarlo.
Lui abbassò lo sguardo e scosse la testa.
Appena
la macchina girò l'angolo, Harry si volse verso il biondo.
-non lo hanno preso?- chiese alla velocità della luce, tanto
che il ragazzo fece fatica a capire.
-gli
hanno detto che cercavano altre caratteristiche, ma che se avessero
avuto bisogno, l'avrebbero contattato-
-e
questo significa che non si faranno vivi- concluse Harry, essendoci
già passato. Rientrarono nell'appartamento in silenzio,
finchè il riccio non aprì di nuovo bocca.
-non
hai mai pensato di aiutarlo, magari portandogli la spesa o il materiale
per la scuola per le sorelle?-
Niall
sospirò. -certo che ci ho provato e non sono stato l'unico,
anche Jose ha provato a dargli una mano-
-e?-
cercò di spingerlo Harry nel continuare. Dalla sua faccia,
non doveva essere finita bene.
-e
ci ha urlato contro che noi non siamo nessuno e non dobbiamo
permetterci di fargli l'elemosina, che lui è l'unico
responsabile a badare alla famiglia- prese fiato – l'unico
aiuto che ci permette, è quello di badare qualche volta alle
sorelline, nulla di più- gli spiegò.
-quel
ragazzo è da strozzare- confermò Harry, storcendo
la bocca alle parole dell'amico.
-è
testardo- lo corresse Niall. - è un bravo ragazzo, non vuole
pesare sulle spalle di nessuno, eppure lascia che tutto gli si depositi
sulle sue. Non comprende che qualche volta, anche il più
inscalfibile ha bisogno di aiuto-
*
**
Dopo
aver dato una pulita alla sala, risistemando sopratutto la bandiera
Irlandese al suo posto, finalmente si misero a letto. Non avendo una
stanza degli ospiti e rifiutandosi di far dormire l'amico su quel
divano scomodo, come sempre, si ritrovarono nel letto a due piazze di
Niall. Harry provò a dormire, ma il suo cervello non
smetteva di lavorare, così si mise a pancia in su.
-Neil?
Sei sveglio?- lo chiamò in un sussurro.
Niall
si mosse e fece un verso.
-stavo
pensando...-
-quando
pensi mi spaventi Styles- mormorò il biondo, girandosi verso
di lui e guardando il suo profilo.
-Louis
vuole prevedere autonomamente all'entrate in famiglia-
continuò lui, ignorandolo.
-mh
mh- confermò Niall.
-e
se lo aiutassi in questo?-
-Harry,
ho sonno. Puoi parlare con il mio linguaggio?- gli chiese disperato
Niall.
-
voglio aiutarlo a trovare lavoro- gli spiegò lui, ottenendo
un "ohh" di risposta dall'amico. - e come pensi di fare? Non puoi fare
i colloquio a posto suo-
-tu
come lo vedi? Intendo, fisicamente,che
ne pensi?- gli chiese imbarazzato Harry. Sperò che grazie al
buio della stanza, non si notasse il leggero rossore sulle sue guance.
-uhm,
non è il mio tipo... sai, preferisco senza aggiuntivi, se
capisci cosa intendo-
-non
ti sto chiedendo se ti piace in quel senso!- lo riprese lui, diventando
ancora più rosso. -oggettivamente, com'è?-
-è
un bel ragazzo credo- rispose Niall, con voce assonnata e socchiudendo
gli occhi.
-okay,
quindi abbiamo appurato che non è per nulla male. Io lavoro
nel mondo della moda ed ho contatti...-
-vorresti
proporlo come modello??- esclamò Niall, sedendosi sul letto,
ora improvvisamente interessato della questione
Harry
annuì debolmente.
-credo
che abbia tutte le caratteristiche. Forse è un po' basso, ma
nelle foto non si vedrà-
-oh
mio dio! È sempre stato il sogno di Louis e tu glielo stai
offrendo!- probabilmente era più entusiasta lui, che lo
stesso interessato.
Harry
rise a quella reazione esagerata.
-secondo
te accetterà?- chiese a bassa voce il riccio, tornando serio.
-continui
a ripetere che Louis non ti piaccia, eppure lo stai aiutando e si,
accetterà- Niall sorrise, per poi tornare con la testa sul
cuscino e neanche dopo tre secondi, cadde in un sonno profondo.
Harry
invece rimase ancora sveglio a ripensare a quello che si erano detti.
Niall avevo detto che Louis era un bel ragazzo e aveva ragione.
È più che "un bel ragazzo",
è bellissimo.
Arrossì
subito a quel pensiero e si coprì il viso con le mani. Non
poteva pensare a questo su di Louis perchè primo, era
irritante, secondo, sicuramente era etero e aveva tutte le ragazze che
gli crollavano ai suoi piedi.
Niente complessi Harry! Si
rimproverò da solo, anche se non riusciva a togliersi dalla
testa quel primo sorriso che Louis gli aveva donato. Avrebbe voluto
vederlo ogni giorno.
Per sempre.
**
*
i
giorni successivi passarono monotoni. Harry veniva svegliato da Gemma,
che gli lanciava puntualmente un cuscino in faccia, poi andava a lavoro
e tornava stravolto, con la tavola apparecchiata ad attenderlo.
Ogni
sera, prima di andare a letto, chiamava Niall e gli chiedeva se aveva
notizie di Louis. Il biondo gli aveva riferito l'idea di Harry e da
quello che sapeva lui, Louis si sarebbe messo a ridere, per poi
chiudere il discorso, senza una risposta effettiva.
-ti
ha risposto?- gli chiese ancora una volta.
Niall
sospirò. - gli
ho scritto stamattina e mi ha risposto dicendomi che ti avrebbe
chiamato lui-
-cosa?!- esclamò il riccio,
scattando in piedi dal letto.
-gli ho detto che avrei riferito io, ma lui mi ha
ribadito che vuole essere lui a chiamarti e darti la risposta-
-quanto
è antipatico..- borbottò lui.
Niall
rise a quella frase e poi cambiarono argomento, raccontandosi com'era
andata la giornata ed organizzandosi per il prossimo incontro.
Harry
si addormentò con il cellulare ancora all'orecchio, mentre
dava la buonanotte al biondo.
Cadde
in un sonno tranquillo, quando venne svegliato all'improvviso da Gemma
che lo scuoteva per la spalla.
-che
succede?- mormorò lui, stiracchiando le gambe.
-primo,
ti sei addormentato con ancora i vestiti e sopra le coperte, e ti
assicuro che si muore di freddo in questa casa. Secondo, il tuo
cellulare non smette di suonare e mi da fastidio mentre guardo la tele-
disse la sorella a bassa voce, con una coperta sulle spalle,che teneva
i lembi in mano.
Harry
non aveva il sonno pesante solitamente, ma come quel giorno, quando era
esausto, il suo corpo non gli permetteva di aprire gli occhi
finchè non avesse ricaricato del tutto.
-non
potevi mettermi una coperta e spegnere il cellulare?- le chiese, mentre
si passava una mano sugli occhi.
Gemma
gli tirò una piccola sberla sulla fronte, per poi uscire
dalla stanza.
-ahio!
Ehi!- esclamò lui, pronto ad insultarla, ma lei si era
già volatilizzata.
Visto
che oramai era sveglio, si alzò seduto sul materasso e prese
in mano il cellulare. Era l'una e un quarto, chi diamine gli telefonava
a quell'ora?
Guardò
le chiamate perse e vide che erano di un numero sconosciuto, che non
aveva mai salvato nella rubrica.
Avrebbe
tanto voluto mandare un bel messaggio a quel numero, magari mandandolo
a quel paese, ma prese un respiro e si calmò. Se aveva
chiamato così tante volte, quattro per essere precisi, ci
sarà stato un motivo valido.
Allora
prese una decisione: premette su quel numero e fece partire la
chiamata. Dopo vari squilli e solo silenzio, ci rinunciò.
Rimase
a fissare il muro davanti a lui per qualche secondo, per poi riprendere
in mano il cellulare.
Si
era permesso di disturbarlo a quell'orario? Bene, allora ora toccava
lui svegliarlo.
Rifece
partire la chiamata. Dopo tre squilli, qualcuno rispose. Sentendo solo
un respiro, anche abbastanza pesante, Harry arricciò il naso.
-pronto?-
sussurrò.
-s-sono Louis- la
voce gli tremava, fece allarmare il riccio, che subito si mise in
allerta.
Sentì
il liscio prendere un respiro e poi continuare a parlare, ora con voce
più ferma, impassibile.
-volevo ringraziarti per l'opportunità
che mi hai proposto..-
ogni
preoccupazione che aveva avuto Harry, sparì all'istante.
L'aveva chiamato a quell'ora per dargli una risposta?!
-Louis,
ti rendi conto di che ora è? Non puoi chiamare la gente di
notte per questioni di non emergenza!- esclamò spazientito.
Silenzio.
Poi
si sentì uno sbattere di una porta e un sussulto da parte
del ragazzo dall'altra parte della cornetta.
Sembrava
spaventato..e perchè in casa sua sbattevano le porte di
notte?
Silenzio.
-Louis?
Che succede li?- gli chiese in un sussurro, addolcendo il tono,
ricordandosi di quello che gli aveva raccontato Niall sulla sua
famiglia e suo padre in particolare.
-volevo dirti che accetto la tua proposta- invece
rispose lui, come se non avesse sentito nulla di quello che aveva detto
Harry.
-okay..-
mormorò lui confuso. Aspettò che Louis gli
dicesse buonanotte o che buttasse giù la chiamata, ma invece
nulla.
-Louis...io
dovrei andare a dormire- provò a dirgli, ma ci fù
solo altro silenzio. -Buonanot- venne interrotto dal ragazzo, che
finalmente aprì bocca.
-p-potresti rimanere al telefono con me? Solo per
u-un po'..- disse a
bassissima voce, tanto che Harry dovette avvicinare di più
il cellulare all'orecchio.
Non
avrebbe mai creduto che un tipo come Louis potesse fare una richiesta
del genere o che semplicemente potesse essere così fragile,
perchè dalla voce si capiva che era in un momento di crollo.
-certo-
disse poco sicuro. Si mise sdraiato sul letto ed attese qualcosa da
quel ragazzo, ma lui non aprì bocca. Era una situazione
abbastanza imbarazzante, visto che fino a prova contraria, lui odiava
quel ragazzo.
-vuoi
parlare o rimaniamo in silenzio?- chiese, senza sapere che fare.
-parla tu-gli sussurrò e
così lui fece, cominciò a parlare, a raccontargli
che aveva fatto quel giorno, di come sua sorella si ostinava a
saltargli addosso nei momenti meno opportuni e di come era terribile a
cucinare i dolci. Riuscì a fargli scappare qualche risolino
e non poteva che esserne felice Harry, sentendo quella debole risata,
sicuro che si stava perdendo dei fantastici sorrisi.
Andò
avanti per quasi un'ora, poi ad un certo punto non sentì
più Louis, che ogni tanto gli dava segno di stare
ascoltando, così si bloccò.
-Louis?-
lo chiamò, ma non sentendo risposta, sorrise al pensiero che
si fosse addormentato, con il suono della sua voce.
-buonanotte-
mormorò, anche se sapeva che non poteva essere sentito, per
poi chiudere finalmente quella strana chiamata, eppure piacevole.
**
*
-Lyana-
chiamò Harry, appena la vide seduta di fronte al computer.
Le aveva già accennato di un suo "amico" che avrebbe tanto
voluto intraprendere la strada della moda, ma mai le aveva detto che
sarebbe venuto da lei, sotto sua idea.
-Harry!-
esclamò lei, voltandosi verso di lui con un sorriso. - stavo
giusto mandando delle tue foto, per la casa italiana-
oh.
Harry si era completamente dimenticato che tra solo tre settimane
sarebbe dovuto partire, per non so quanto tempo, per Roma. In quei
giorni aveva avuto altro a cui pensare, sicuramente meno importante, ma
più urgente. Non era ancora riuscito a dirlo a Niall,
immaginandosi il suo volto trasformarsi in una maschera di tristezza.
-bene...-
mormorò, imbarazzato. -senta, le volevo parlare, di una
questione importante, almeno per me-
-dimmi
tutto caro- lo spronò, facendogli cenno di sedersi sulla
sedia di fianco a lei, così che si ritrovarono uno di fronte
all'altra.
Non
era molto convinta che la sua idea fosse stata geniale. Sicuramente
avrebbe potuto far entrare Louis in qualche casa di moda, ma non nella
sua. Lui era partito da una piccola rivista locale e poi si era
ritrovato li, tra i modelli più famosi del paese.
Il
problema era che, un lavoro come quello, non riusciva a darti
abbastanza per mantenere un'intera famiglia: a malapena Harry era
riuscito a comprarsi da mangiare a sufficienza. La soluzione era farlo
lavorare li, in quella casa. Non avrebbe potuto comprarsi vestiti di
marca, ma avrebbe potuto badare alle sue sorelle.
-le
volevo chiedere un favore- non si sarebbe mai permesso di parlare in
quel modo davanti ad un suo superiore, ma Lyana era diversa. Da subito
si era comportata in modo diverso dagli altri, con Harry, quasi da
amica.
Lei
lo guardò fisso negli occhi. -vedremo che si
potrà fare- disse tranquillamente.
Il
riccio prese un grosso respiro, per poi parlare. - ho un amico, il
quale ambisce alla carriera di modello. Stavo pensando, che se lei
potesse conoscerlo, sarebbe fantastico..- andando avanti, la sua
sicurezza diminuì sempre più, a causa
dell'espressione comparsa sul viso della donna.
-Harry,
tu ti sei guadagnato questo posto, giusto?- lui annuì. -
bene. Ora tu mi stai chiedendo di offrire un posto di lavoro ad un tuo
amico, solo perchè lui te l'ha chiesto? Non mi sarei mai
aspettata un'uscita del genere da te-
-no!-
esclamò lui, spaventato da una possibile sua reazione. - lui
non me l'ha chiesto, anzi, sono stato io a spronarlo ad accettare..-
sussurrò.
-e
perchè mai?- chiese ormai curiosa. Certo, le era capitato
che alcuni suoi modelli, cercassero di convincere dei loro amici a
seguire la loro stessa strada, ma non sembrava il caso di Harry.
-ecco,
ha dei problemi in famiglia e ha bisogno di un lavoro. Ha sempre
sognato di fare parte di questo mondo, ma non ne ha mai avuto la
possibilità. Potrebbe ovviamente cominciare come ho fatto
io, ma non ricaverebbe delle sufficienti entrate- le spiegò
con tono sottomesso.
-ho
capito- disse lei. - ma non posso-
°°
°°°°°°°°
Nuovo
capitolo!
Harry
riuscirà a convincere Lyana? oppure la situazione
rimarrà tale?
votate
e soprattutto commentante! così che possa sapere
se vi sta piacendo o meno ^^
alla
prossima,
-EmLy
|
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Capitolo 7 *** 6°- Non dire mai più che sono basso! ***
-ho capito- disse lei. - ma non posso-
Harry
sentì una fitta al petto.
-mi
stai chiedendo di agevolare la carriera di un ragazzo ed è
contro la mia etica- gli spiegò tranquillamente, senza
lasciar trasparire nessuna emozione.
Lui
annuì, pronto a ricevere la sconfitta. Abbassò il
capo e pensò che avrebbe dovuto dirlo a Louis, rompere quel
sogno. Poi gli venne in mente il Louis della sera prima, quello a cui
tremava la voce, quello a cui sembrava aver bisogno di qualcuno che lo
stringesse a sé e gli sussurrasse parole di conforto.
No.
non avrebbe alzato ora la bandiera bianca, pronto a ritirarsi.
Alzò
lo sguardo sulla donna.
-non
le chiederò mai più nulla, nemmeno un minuto di
pausa dopo ore di lavoro. Se deciderà di annullare il mio
volo per l'italia, l'accetterò e me ne tornerò a
casa, ma voglio farlo a testa alta-
Lyana
sgranò gli occhi, sorpresa da quelle parole.
-il
ragazzo in questione si chiama Louis, in realtà mi sta
antipatico, credo che sia scorbutico, maleducato e troppo chiuso per i
miei gusti- decise di tirare fuori tutte le armi in suo possesso e una
di queste era la "Pura verità". - ma appena l'ho visto, la
prima volta, ho subito pensato che fosse uno dei più belli
ragazzi che abbia mai visto e lo penso ancora. All'inizio non
m'interessava aiutarlo, ma quando il mio migliore amico mi ha
raccontato la situazione che stava vivendo lui e le sue sorelle, ho
cambiato idea. Dovevo aiutare quel ragazzo, in qualsiasi modo. E
l'unica possibilità è trovargli un lavoro, visto
che nessun colloquio che ha avuto è andato bene- prese un
respiro, pronto per ripartire nell'opera di convincimento, ma Lyana
alzò un mano davanti al suo viso, facendogli capire di
fermarsi.
-non
so nemmeno perchè sono qui a discutere con te su questo
argomento...- mormorò, ma poi si schiarì la voce
e riprese la solita fermezza nella voce. - non sono una
raccogli-cuccioli-feriti, ma ho un cuore anch'io. Mi rammarica che un
tuo "amico" abbia intorno a sè una situazione del genere, ma
non lavoro per fare l'elemosina a dei ragazzi e nemmeno a farmi mettere
i piedi in testa da te, Harry-
-le
sto solo chiedendo di incontrarlo una volta!- esclamò lui,
spazientito.
-mi
sorprende di come tu stia combattendo per lui, pur odiandolo e non
conoscendolo-
Harry
sussultò, per poi abbassare la testa. - i-io voglio solo
aiutarlo, essendo in difficoltà... qualche giorno fa ho
potuto conoscere le sue sorelle e sono a dir poco fantastiche e non
meritano niente di tutto questo- sussurrò. Ormai sentiva la
sconfitta incombere su di lui, e lacrime di disperazione cercavano di
uscire. Non voleva certo fare la scena del bambino di fronte ad un
personaggio importante come quella donna, ma lui era fatto
così: quando aveva bisogno di piangere, piangeva. Secondo
lui era molto meglio liberarsi subito e non tenere tutto dentro,
rischiando che prima o poi esplodi senza controllo.
-ragazzo-
lo chiamò Lyana, allungandosi ed appoggiando una mano sulla
sua gamba, vedendo il corpo del riccio cominciare a tremare. -che ne
dici di andare in bagno?- gli chiese dolcemente, alzandosi e lasciando
che Harry la seguisse a debita distanza.
Scoppiò
a piangere una volta che fu con la faccia sotto l'acqua del rubinetto.
Lyana non fece nulla, rimase a qualche metro di distanza, aspettando
che si calmasse.
-Harry,
mi stai chiedendo qualcosa che ho già detto di non voler
fare, e delle lacrime non mi faranno cambiare idea. Come ho
già detto, mi dispiace per questo ragazzo, ma il posto da
modello dovrà guadagnarselo, come tutti. Sto cercando di
essere imparziale, non posso favorire un tuo amico solo
perchè tu mi stai simpatico- gli disse una volta che si fu
asciugato il viso con un panno.
Stava
per risponderle, scusandosi di essere stato così opprimente,
ma venne bloccato dallo squillo del suo cellulare. Lo tirò
fuori dalla tasca e guardò il nome che lampeggiava,
corrucciando le labbra.
-pronto?-
rispose, voltandosi, per cercare di non farsi sentire dalla donna.
-ciao Harry, volevo scusarmi per ieri sera.- era
Louis, il solito Louis freddo e distante. - non ti chiamerò più. Mandami
un messaggio quando saprai qualcosa per il colloquio-
-Louis, non devi scusarti-
sospirò, alzando gli occhi al cielo. - e riguardo a quella
questione..- cominciò, ma il cellulare gli venne strappato
di mano.
-è
quel ragazzo?- gli chiese Lyana seria. Lui annuì poco
sicuro, mentre vedeva la donna portarsi il cellulare all'orecchio.
-salve,
sono Lyana, la fotografa di Harry. Non so tu chi sia, ma il ragazzo qui
presente mi sta tormentando da giorni per la tua situazione- gli disse
schietta. Harry rimase a bocca aperta.
-e
non riesco a capire perchè ci tenga così tanto,
visto che tra voi non scorre buon sangue-
-ehi!-
la riprese Harry. Non poteva dire quelle cose in faccia a Louis.
-mi dispiace davvero tanto. Non volevo creare
attrito tra voi..si vede che non è il mio anno- sussurrò
l'ultima frase ed Harry non riuscì a sentirla. - è
stato un piacere parlare con lei-concluse Louis, pronto a
chiudere la chiamata.
Lyana
invece sorprese di nuovo Harry. -riusciresti a mandarmi una tua foto
entro mezz'ora? E ti voglio qui domani- concluse, riporgendo il
cellulare al riccio, non lasciando nemmeno rispondere Louis.
-e
che sia l'ultima volta, questa settimana non voglio sentire un solo
sospiro e niente più lacrime davanti a me, chiaro?- anche se
più che una domanda, era una minaccia, Harry
annuì, ancora troppo stordito per rispondere.
Aspettò che uscisse dalla porta del bagno, per poi
riprendere la chiamata.
-Louis?-
chiamò.
-se devi farti licenziare per me, la prossima volta
sta zitto- lo riprese
subito, per poi mettere giù. Harry non era del tutto sicuro,
ma gli era sembrato di aver sentito un "grazie " sussurrato alla fine e
gli andava bene così, non avrebbe mai preteso di
più da lui.
**
*
Harry
uscì dalla zona delle foto, dopo che Lyana
dichiarò pausa. Andò in bagno a rinfrescarsi la
faccia, per poi andare sulla solita poltrona, dove prontamente delle
ragazze cominciarono a sistemargli i capelli.
-Harry-
lo chiamò Lyana, mentre veniva verso di lui. Le si mise di
fronte.
-domani
voglio te e il tuo amico qui alle due. Se tardate solo di un minuto,
è fuori. Chiaro?-
-chiarissimo-
cercò di rimanere serio, ma non riuscì a
trattenere un sorriso per quella piccola vittoria.
-dalla
foto non sembra male, ovviamente bisogna dargli una sistemata. Mi
è sembrato un po' basso o sbaglio?- gli chiese alzando un
sopracciglio.
Harry
annuì. - lo è, ma non credo sia un problema per
le foto-
-bene-
concluse lei. -direi che puoi chiamarlo ora per informarlo- e se ne
andò.
Harry
si alzò dalla sedia ed andò verso i camerini,
prendendo il cellulare e far partire la chiamata, anche se Louis gli
aveva detto di inviarli semplicemente un messaggio. Non l'avrebbe mai
ammesso a se stesso, ma voleva sentire la voce di Louis. Lo rilassava
come solo la musica sapeva fare e quel tono da saccente nascondeva
qualcosa di più e voleva scoprirlo.
-non ti avevo detto di non chiamarmi?- rispose
così Louis alla chiamata, come sempre con l'aria da duro.
Peccato che ieri sera non era proprio la
rappresentazione del "duro", pensò
Harry, sbuffando nella mente.
-perchè
dovrei seguire i tuoi ordini? Non lavoro per te, anzi, dovresti
ringraziarmi, visto che ti ho trovato lavoro-
-ti ho già ringraziato, non vedo
perchè dovrei rifarlo-
Harry
alzò gli occhi al cielo. Sicuramente non si stava riferendo
a quel "grazie" sussurrato, ma al ringraziamento freddo poco prima di
quello.
-domani
dobbiamo essere qui alle due- lo informò freddo.
-non posso-
-cosa?!- esclamò lui. - ci
mancava che le leccassi le scarpe! E ora tu mi dici che non puoi venire
a questo diamine di incontro?!- perse le staffe. Fino a che gli si
rivolgeva da solito stronzo okay, ma dopo che si era umiliato per lui
davanti a Lyana, no, non gli andava bene.
-devo tenere Phoebe e Daisy, non posso lasciarle
alle mie sorelle-
-non puoi chiedere a Jose o a Niall se te
le tengono?- provò a trovare una soluzione, portando le dita
alla tempia e massaggiandosi la testa, che gli stava per scoppiare.
-Niall non bada a loro da solo, lo sai e Jose no-
non
volle indagare oltre su Jose, visto che l'aveva detto con tono
autoritario, come se non ammettesse nessun'obbiezione.
-okay...-
sospirò esausto. - portale con te, da me- provò
con l'ultima idea che gli veniva in mente. Non avrebbe proposto una
baby-sitter, visto la situazione economica in cui si trovavano e
portarle con lui, non gli sembrava una brutta idea. Avrebbe potuto
rivedere Phoebe e poi poteva tenerle occupate durante il colloquio.
-no- rispose
secco.
-cosa?!-
era già la seconda volta, in pochi secondi, che esclamava
quella parola, e non andava affatto bene. -Louis, ti sto offrendo un
lavoro, ben pagato. Se ti prenderanno, dovrai venire qui diversi giorni
a settimana, non potrai stare dietro alle tue sorelle- gli
spiegò lentamente, utilizzando un altro metodo dal
precedente. -parlerò con Niall e ti aiuterà con
loro, ma per domani le porterai qui. C'è mia sorella che
può tenerle d'occhio e casa mia è abbastanza
spaziosa per loro.nessun problema, okay?-
aspettò
in silenzio una risposta, che arrivò dopo vari minuti.
-okay-
**
*
il
mattino dopo, si ritrovò davanti alla stazione, ma questa
volta non sarebbe dovuto partire lui. Louis aveva insistito per
arrivare da solo a casa sua ed Harry aveva dovuto ripetergli mille
volte che era molto più comodo che fosse venuto lui a
prenderlo, piuttosto che girare per la città. Solo dopo
avergli ricordato di aver dietro le sorelle, il ragazzo
cambiò idea.
Harry
guardò l'orologio e vide che Louis sarebbe dovuto arrivare a
momenti. Non fece in tempo ad alzare la testa, che si
ritrovò con un paio di braccine avvolte al busto, facendolo
indietreggiare di poco.
-ehi!-
esclamò ridendo. -ciao Phoebe! Visto che ci siamo rivisti?-
le chiese, carezzandole i capelli. La piccola alzò il visino
e gli regalò un sorriso grande, prima di lanciarsi ed
aggrapparsi al suo collo.
-Phoebe!
Non permetterti mai più di allontanarti così!-
Harry sentì urlare da lontano. Guardò verso
quella direzione e vide un Louis alquanto incavolato ed esausto:
sicuramente fare un viaggio con loro non era semplice.
Phoebe
fece un gemito strozzato, mordendosi il labbro inferiore. -è
arrabbiato- sussurrò all'orecchio del riccio.
-già.
Tranquilla, ti proteggo io, ma tu la prossima volta sta vicino a tuo
fratello, okay?-
lei
annuì, per poi poggiare la testolina sulla sua spalla.
Nel
frattempo Louis era arrivato di fronte ad Harry. Lui si perse un attimo
ad osservarlo: indossava una tuta, probabilmente per stare comodo in
treno, eppure era splendido anche così, con i capelli
scompigliati e due lievi occhiaie a contornargli gli occhi.
-ciao
Harry- lo salutò lui.
-ciao,
fatto buon viaggio?- gli chiese per essere gentile.
-se
fossi stato da solo sarebbe andato meglio- rispose con un piccolo
sorriso, indicando le due pesti. Daisy era in braccio a Louis,
addormentata. Aveva le braccine sopra le spalle del ragazzo e il viso
sul suo petto.
-ce
la fai a tenerla in braccio?-
Harry
aveva notato che sorrideva solo quando c'erano in giro le bambine o
quando si parlava di loro. Probabilmente erano una delle cose
più belle della sua vita, visto che ne era così
orgoglioso.
-tranquillo,
è da cinque anni che le tengo in braccio- gli rispose.
Harry
riuscì a farsi dare il borsone che teneva in mano e si
diressero verso la stazione dei taxi.
-non
hai la macchina?- gli chiese curioso Louis.
Lui
scosse la testa. - ho la patente, ma vivendo in città la
macchina non mi serve. Per andare a lavoro prendo il pullman,
è molto più comodo- avrebbe voluto aggiungere che
se serviva, prendeva il taxi, come in quel momento, visto che i soldi
non erano un grande problema, ma preferì non aprir bocca.
Aveva paura di urtare Louis, essendo che lui sicuramente non poteva
permettersi il taxi sempre.
Durante
il tragitto anche Phoebe si addormentò in braccio ad Harry,
così dovettero portarle, con estrema fatica, su per le
scale, arrivando di fronte all'appartamento del riccio.
Suonò
il campanello e aspettò che sua sorella aprisse. Non si fece
attendere molto, facendosi subito notare.
-che
teneree!- esclamò, vedendo le due bimbe addormentate tra le
braccia dei ragazzi. - quando avrò un nipotino?- chiese con
gli occhi che brillavano ad Harry.
-è
più probabile che diventi prima io zio, non credi?- rispose
lui ridendo. Gemma sapeva che aveva altri gusti in fatto di partner,
eppure non demordeva riguardo ad ipotetici nipoti. Certo, avrebbe
potuto adottarne uno, ma oltre ad essere davvero difficile riuscirci,
doveva prima trovare quello giusto e fino a quel momento era sembrata
una missione alquanto impossibile.
Entrarono
nell'appartamento ed Harry disse a Louis di seguirlo in camera sua,
così potevano poggiare le bambine.
Quando
ritornarono in sala, Gemma si presentò a Louis.
-credo
proprio che comprerò ogni rivista con una sua foto-
sussurrò entusiasta ad Harry, mentre Louis li guardava con
un sopracciglio alzato.
*
**
quando
arrivarono di fronte all'edifico, Louis s'immobilizzò. -wow-
sussurrò, guardando l'ultimo piano. In effetti era
abbastanza alto, ma c'erano grattacieli con molti più piani
attorno.
-entriamo?-
gli chiese Harry ed aspettò un suo cenno per aprire il
portone. Salutò con un sorriso la ragazza dietro al bancone
dell'accoglienza,mentre Louis lo seguiva imbarazzato. Harry si
ricordò della prima volta che entrò nell'edificio
e che si sentiva come il ragazzo liscio in quel momento. Era tutto
"troppo" per lui, abituato a vivere in un paesino tranquillo, con le
case che non superavano i tre piani ed i cittadini che si conoscevano
tutti tra loro. Ma col tempo si era abituato ed ora non avrebbe potuto
fare a meno di nulla di tutto quello che lo circondava.
Osservò
Louis dietro di lui e sorrise. Era tenero con le spalle strette e lo
sguardo che vagava ad ogni angolo. Appena si rese conto dei suoi
pensieri, si tirò uno schiaffo mentalmente e si riscosse.
Schiacciò
il pulsante di chiamata dell'ascensore e dovettero aspettare vari
minuti prima che questo arrivasse.
-ti
ci abituerai- disse rompendo il silenzio.
-cosa?-
chiese Louis, che aveva la testa da tutt'altra parte.
-ti
abituerai a tutto questo, ai grattacieli, agli ascensori e a tutto
quello che ti aspetterà tra poco-
il
ragazzo annuì, anche se non sembrava stesse ascoltando molto.
-c'è
qualcosa che non va?- gli chiese allora Harry, provando ad usare il
tono più dolce che potesse usare con lui.
Louis
lo fissò per una manciata di secondi negli occhi ed Harry
riuscì a vedere uno sprazzo del suo mondo in quei occhi
azzurri, ma passò subito. Corrucciò le labbra,
pensando che quello che aveva visto, era un velo di tristezza e altre
emozioni contrastanti.
-no,
sto bene- eccola li, la risposta che si usava quando non si stava bene.
Si, c'era qualcosa che non andava in Louis, eppure si ostinava a tirare
su la maschera e nascondere tutto dentro di sè.
-sicuro?-
riprovò Harry. Voleva sapere a cosa stava pensando. Voleva aiutarlo.
-siamo
arrivati. Muoviti, siamo in ritardo- disse freddo, uscendo
dall'ascensore.
Harry
sospirò, per poi seguirlo. Guardò l'orologio e
vide che erano in ritardo di due minuti, non credeva che Lyana gli
avrebbe uccisi per questo e Louis non sembrava tipo da arrivare in
orario.
Perchè
aveva costruito quel muro intorno a lui? Ma la risposta gli
arrivò subito. Suo padre. E
tutto quello che questo aveva comportato.
Vide
Lyana, occupata a dettare ordini ad una ragazza, con la macchina
fotografica in mano.
-aspettiamo
qui- disse a Louis, indicandogli le due sedie a lato. Il ragazzo dagli
occhi azzurri rimase ad osservare attentamente tutto il servizio
fotografico, con gli occhi che gli luccicavano.
-Harry!-
lo salutò Lyana, camminando tranquillamente verso di loro.
-salve-
ricambiò lui, alzandosi per scambiare un bacio sulla
guancia. Poi si voltò verso il ragazzo ancora seduto. Gli
fece cenno di alzarsi.
-lui
è Louis Tomlinson- lo presentò, per poi farsi
indietro: ora era tutto nelle mani di Louis.
-piacere,
Louis- si presentò porgendo la mano. Lyana gliela strinse
per poi lasciarla subito, odiava i saluti troppo formali.
-Lyana,
la fotografa di Harry. Allora, eccoti qui, dopo che Harry mi ha
stressato per giorni interi- disse.
Louis
abbassò lo sguardo imbarazzato, ma la donna lo riprese
subito.
-alza
la testa, mai abbassarla. Ora andiamo nel mio ufficio- si
voltò verso Harry – tu va a preparare i vestiti
per lui- gli ordinò.
Mai
ordine fu così meraviglioso come quello.
Andò
nella stanza dove tenevano tutti i vestiti per i set, e per tutti
s'intende tutti. Aprì
la porta e gli s'illuminarono gli occhi. Solitamente trovava
già i vestiti da indossare pronti nel suo camerino, quindi
era davvero raro che entrasse in quel "castello della moda". C'erano
cinque corridoi paralleli tra loro ed ogni parete di questi era formata
da vestiti appesi a delle aste.
Cercò
di darsi una calmata e non di lasciar che la sua voglia di provarli uno
ad uno avesse la meglio. Passò in rassegna tutti i corridoi,
cercando qualcosa di adatto a Louis. Aveva sicuramente bisogno di
qualcosa che lo rendesse più alto, quindi dei pantaloni a
vita alta sarebbero stati perfetti.
Le sue clavicole sono perfette, pensò
Harry, ma scosse la testa. Doveva rimanere oggettivo.
-oggettivo
Harry, oggettivo- si disse.
Aveva
un bel collo, era oggettivo.
Un bel collo è un bel collo.
Quindi
niente di accollato. Aveva notato che il nero gli donava, ma ci voleva
qualcosa per far risaltare i suoi occhi.
Trovò
una maglietta a maniche lunghe color carta da zucchero e
pensò che fosse perfetta, semplice ma perfetta.
Sicuro
delle sue scelte, uscì fiero di sè.
Trovò Louis davanti al camerino, così
andò verso di lui.
-com'è
andata?- gli chiese, poggiando i vestiti su una sedia, per chiedere
conferma a Lyana.
-ha
detto che sono basso e che i miei capelli e la barbetta devo lasciarli
ai barboni...- mormorò.
Harry
scoppiò a ridere. -bhè, sei un po' bassino-
Luis
gli tirò un piccolo pugno sulla spalla. - non dire mai
più che sono basso!- lo riprese, ma non riuscì a
trattenere un sorriso.
°°
°°°°°°°°
s'intravede
un nuovo lato di Louis, che ringrazia, sorride...EHI, CHI SEI
TU?
votate
e commentate con qualsiasi cosa che vi passa in mente!
alla
prossima,
-EmLy
|
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Capitolo 8 *** 7°- Mi fido di te, un pochino ***
Louis entrò nel camerino dopo che Lyana aveva decretato che
gli abiti andavano bene.
Appena
uscì, lo fece accomodare ad una sedia di fronte allo
specchio.
-ora
dobbiamo fare delle foto di prova, che verranno analizzate. Ma prima,
dobbiamo sistemare questa...poltiglia- gli spiegò, trovando
il termine giusto, toccando i capelli.
-ehi!
Io adoro i miei capelli- esclamò lui, cercando di difenderli.
-ti
adoreranno anche loro dopo un bel taglio- e così dicendo,
fece un cenno alla ragazza di fianco a lei, che subito prese in mano
forbice e pettine.
Nel
mentre Harry era seduto a godersi tutta la scena, ridendo sotto i baffi.
-e
tu non ridere, che se no ti faccio rasare,così togliamo un
grosso problema- Lyana si riferiva a tutto il tempo che le ragazze ci
mettevano per rendere guardabili i suoi ricci ribelli.
Harry
spalancò la bocca, sorpreso da quella frase. - i miei ricci
non si toccano!- dichiarò, incrociando le braccia. La donna
si allontanò ridendo, non realmente intenzionata a toccare i
capelli di Harry.
Quando
fecero alzare Louis, lui si girò verso Harry. Gli stava
chiedendo con lo sguardo come stesse, ma il riccio era troppo impegnato
ad osservare ogni minimo dettaglio, che non riusciva a connettere il
cervello con la lingua.
Ora
aveva una pettinatura delineata, niente più capelli
scompigliati, ma corti ai lati e il ciuffo tirato all'indietro col gel.
Gli avevano tolto la barba e sembrava molto più giovane. E
poi, vederlo con i vestiti che aveva scelto lui stesso, era un'emozione
fantastica.
Harry
si schairì la voce. - s-stai molto bene- mormorò.
Louis
sorrise dolcemente, per poi andare verso Lyana, che lo stava chiamando.
Finalmente
era il momento delle foto.
La
donna lo fece accomodare al centro del telo bianco, dicendogli di
rilassarsi e di guardare semplicemente verso l'obiettivo.
Harry
notò il leggero tremolio delle mani di Louis,
così si avvicinò il più possibile alla
zona foto.
-respira-
gli sussurrò. Il ragazzo si voltò con uno scatto
verso di lui, sorpreso che fosse li.
-respira-
gli ripetè, facendo il gesto di inspirare ed espirare.
Louis
eseguì, per poi guardare verso la macchina fotografica.
-okay,
ora alza le maniche della maglietta e metti questa leggermente
all'interno dei pantaloni- cominciò ad istruirlo Lyana,
mentre continuava a scattare.
-Harry,
potresti aiutarlo con le pose- non era una domanda, ma un ordine, che
il riccio subito eseguì.
Gli
fece vedere come mettere la mano destra sui pantaloni, per poi
spostargli indietro il piede sinistro. All'inizio Louis indietreggiava
ad ogni tocco del più alto, ma poi cominciò a
rilassarsi.
-prendi
la sedia li a lato- gli ordinò Lyana.
Louis
la mise al centro, per poi aspettare che Harry gli facesse vedere che
fare.
Continuarono
così per quasi un'ora, poi la donna esclamò la
fine e tutti si ritirarono.
Harry
accompagnò Louis in bagno, per darsi una rinfrescata.
-non
me l'aspettavo così- disse dopo essersi asciugato il viso.
-così
come?-
-così...stressante,
ma allo stesso tempo gratificante- gli spiegò.
-gratificante?-
chiese dubbioso Harry. Lui non trovava nulla di gratificante a stare li
ad eseguire gli ordini.
-si,
vedere gli altri intorno a te che lavorano per rendere al meglio la tua
figura, la luce dei flash che ti colpiscono gli occhi, che ti fanno
capire che quella foto sarà apprezzata da tutti, gli abiti
che indossi che costano più di quello che immagini-
Harry
in quel momento capì che Louis era nato per lavorare in quel
mondo, per stare sotto ai riflettori ed essere amato da tutti. Lui non
era così, odiava i flash che lo accecavano e le ragazze che
continuavano a toccarlo erano fastidiose, per non parlare dei vestiti
che gli obbligavano ad indossare. No, lui amava essere libero, girare
per la città quando e come voleva. Se avesse voluto andare a
prendere il pane in costume a dicembre, avrebbe voluto poterlo fare e
non pensare che le persone avrebbero potuto riconoscerlo e rovinargli
la carriera. No, non aveva mai voluto tutto questo.
-andiamo
a vedere le foto- gli disse Harry, uscendo dal bagno ed andando alla
postazione dei computer, con Louis al seguito.
-eccovi
qui!- esclamò Lyana. - ho già visionato
velocemente le foto e devo dire che hai del potenziale Louis, vieni
qui- gli disse indicando la sedia affianco a lei.
Guardarono
assieme le foto, Harry si era posizionato dietro le sedie,con le
braccia appoggiate ad esse.
Quando
finirono, la donna si voltò verso Louis.
-devi
dimagrire tre o quattro chili e le occhiaie devono sparire- gli disse.
Harry
guardò Louis: non gli sembrava che dovesse perdere chili,
stava bene così.
-quindi...?-
chiese Louis. La donna non gli aveva dato ancora una risposta definita,
ma solo istruzioni.
-tra
tre settimane parti con me ed Harry in Italia. Nel frattempo verrai qui
due volte a settimana-
Louis
la ringraziò e la salutò, anche se non sembrava
molto convinto, per poi andarsi a cambiare e raggiungere Harry che
l'aspettava davanti all'ascensore.
-contento?-
gli chiese Harry.
Lui
annuì. - forse un mio sogno si avvererà-
-e
quali sono gli altri?-
-più
che sogni sono illusioni- sussurrò, abbassando lo sguardo e
guardandosi le punte delle scarpe. Harry preferì non
aggiungere altro, non sapeva che dire, come tirarlo su di morale,
così stette in silenzio.
Presero
il primo pulman che passò ed arrivarono a casa che era quasi
ora di cenare.
Appena
Harry aprì la porta, venne travolto da Phoebe, che si
attaccò ad una sua gamba.
-Harry!-
esclamò contenta.
-ciao
piccola! Avete fatto merenda?- le chiese.
-si,
hanno mangiato le pesche- rispose per lei Gemma, che uscì
dalla cucina.
-Daisy?-
chiese Louis.
Il
sorriso sul viso della sorella morì. - Daisy è in
camera di Harry a sfogliare un libro...credo che io le stia
antipatica..- disse sospirando.
-oh
no!- esclamò Harry. -Daisy è fatta
così- alzò le spalle. - con me ci è
voluta una giornata intera ed un pianto per farla avvicinare-
-hai
pianto?- chiese Gemma.
-non
è il momento!- rispose lui subito, arrossendo subito in
volto. Sua sorella non era un problema, l'aveva visto così
tante volte piangere che ormai non cercava neanche più di
nascondersi, era Louis il problema, non voleva sembrare debole davanti
a lui.
-vado
a prenderla- annunciò Harry, così da uscire da
quella situazione. Phoebe corse dal fratello, che la prese in braccio.
-siete state brave?- sentì chiedere, prima di aprire la
porta di camera sua.
Daisy
era sdraiata sul letto, con un libro tra le mani, ad osservare le
immagini e forse a provare a capire quei strani scarabocchi neri.
-ehi
piccola- la salutò Harry. La vide sussultare, ma quando lo
riconobbe si calmò.
Si
sedette sul letto. -che stai leggendo di bello?- le chiese. Aurora era
arrotolata di fianco a lei, con la testolina appoggiata alla zampina
nera e gli occhi chiusi.
Lei
non gli rispose, ma prese in mano il libro e si andò a
sedere sulle gambe di Harry, appoggiando la testolina sul suo petto.
Lui
la circondò con le sue braccia e dopo averla cullata un po',
appoggiò le mani sulle sue piccoline.
-vuoi
che ti legga la storia?- le chiese. Rimaneva sempre sorpreso quando
Daisy si apriva con lui. Aveva notato che non era una bambina di molte
parole e che non si fidava della gente. Ma era sempre in cerca di
coccole e sicurezza con quelle che conosceva.
Forse
perchè ha casa mancano,pensò riferendosi
sopratutto alla sicurezza. Certo, Louis sembrava il fratello perfetto,
ma come poteva controllare tutto a casa?
La
piccola annuì, per poi acoccolarsi meglio al suo corpo.
Harry
lesse finchè qualcuno non aprì la porta.
-che
fate qui?- chiese Louis, guardando Daisy.
-stavamo
leggendo- gli rispose con voce fioca.
-dobbiamo
andare a casa Daisy, abbiamo disturbato abbastanza-
-ma
la cena?- saltò subito Harry.
-mangeremo
qualcosa sul treno, dobbiamo andare- prese Diasy in braccio, che si
lamentò.
-potreste
rimanere qui per la notte- propose all'improvviso il riccio. Non sapeva
il perchè, ma non voleva che se ne andassero così
presto.
Louis
scosse forte la testa. -assolutamente no. Dormiremo a casa-
-ma
Lyana ha detto che devi far scomparire le occhiaie e se vai casa, ora
che metti a letto loro, sarà tardi- cercò di
convincerlo, ma lui scosse la testa di nuovo e alzò le
spalle.
-come
ogni giorno Harry, non cambia nulla-
-allora
perchè non provare a cambiare?-
**
*
-non
voglio andare a casa!- urlò Daisy, scendendo dalle braccia
di Louis e fiondandosi in quelle di Harry.
Louis
sospirò. - non un'altra volta- borbottò,
riferendosi a quando Phoebe non voleva scendere dalle spalle del riccio.
-domani
mattina Phoebe ha una visita per l'allergie e non posso-
spiegò ad Harry. - Daisy, vieni-
lei
scosse forte la testa, per poi affondarla nel petto del ragazzo, che
non sapeva come reagire. Non era abituato a quelle situazioni e non
sapeva come fare con un capriccio di una bambina.
-Daisy!-
la richiamò Louis. Si avvicinò a lei e
provò a prenderla in braccio, ma lei scoppiò a
piangere.
-ho
detto che non voglio casa!- esclamò tra i singhiozzi. -li
bua! Non voglio!-
Louis
sussultò a quelle parole, per poi indietreggiare ed
abbassare lo sguardo.
Harry
capì cosa intendeva la bambina e sentì una
stretta al cuore.
-ascolta..-
cominciò a bassa voce. - tu va a casa con Phoebe, Daisy
può rimanere qui per stanotte- appena gli venne in mente
quella soluzione, la disse. Non gli dispiaceva tenere la bambina per
una notte e poi, non sarebbe riuscito a lasciarla tornare in un posto
dove non stava bene.
il
ragazzo annuì debolmente: quelle parole uscite dalla bocca
della bambina, l'avevano completamente buttato giù. Non
poteva certo obbligarla a tornare a casa dopo quella confessione.
-nel
borsone c'è un cambio, l'avevo messo nel caso si fossero
sporcate...falle lavare i denti e leggile una storia, se no non si
addormenta- disse senza aver il coraggio di guardarlo negli occhi.
-domani verrò a riprenderla-
-no!-
esclamò Harry. -domani non lavoro, posso portarla io,
così ho una scusa per disturbare Niall- sorrise, cercando di
rallegrare l'atmosfera, ma inutilmente. Louis sembrava aver perso il
sorriso che aveva tenuto per tutto il giorno e aveva un gran desiderio
di alzarsi ed abbracciarlo, ma sapeva che non sarebbe stato gradito.
-grazie-
sussurrò lui, per poi uscire dalla stanza senza salutare
Daisy, che ancora piangeva stretta al petto di Harry.
Cominciò
a cullarla. -shh, basta piangere piccola- le disse in un orecchio.
-oggi dormiremo insieme! Sei contenta?- le chiese, portando dietro
all'orecchio una ciocca di capelli che le copriva il viso.
Sentì
dalla stanza affianco Louis che discuteva anche con Phoebe, che come la
sorella non voleva tornare a casa, ma per altri motivi, tra cui Gemma
che le stava acconciando i capelli.
Poi
una piccola figura entrò nella stanza e saltò sul
letto.
-ciao
Harry! Io vado a casa, mentre Daisy rimarrà qui! Ma Boo mi
ha promesso che la prossima volta faremo il contrario!-
esclamò felice.
Lui
annuì. -già, non posso tenervi entrambe. Allora
preparerò una serata con pop-corn e cartoni, okay?- le
chiese sorridendo, alzando la mano.
-okay!-
schiaffò la manina sulla sua, per dargli il cinque. -a
domani Daisy!- salutò la sorella, dandole un bacino sulla
fronte, per poi raggiungere il fratello.
Quando
sentì la porta d'entrata chiudersi, capì che se
n'erano andati.
-andiamo
a preparare la cena?- chiese al corpicino che finalmente aveva smesso
di tremare. La piccola annuì, per poi agrapparsi al collo
del riccio, per farsi portare in cucina.
Se
ripensava a quando l'aveva vista per la prima volta, non avrebbe mai
immaginato che si sarebbe attaccata così a lui, perfino da
fidarsi a dormire un'intera notte ed a preferirlo a suo fratello.
-dopo
mi spieghi eh- disse Gemma appena entrò in cucina,
accennando a Daisy. Harry annuì, per poi appoggiare la
bambina sul tavolo.
-cosa
vorresti mangiare? Prepariamo quello che vuoi!-
-pizza!-
esclamò sorridendo.
-e
pizza sia! Gem, ci serve una mano!- urlò verso la sala.
**
*
quando
Harry infornò la prima teglia, la cucina ormai era
completamente bianca. A metà lavoro Gemma gli aveva lanciato
una manciata di farina e così anche Daisy, arrivando ad una
vera battaglia di farina. Harry aveva scosso la testa come sua ultima
mossa e i ricci, che erano impregnati di farina, avevano sporcato dalla
testa ai piedi la piccola. Daisy non smetteva di ridere e ad Harry non
poteva fregare della fatica che avrebbe dovuto fare per pulire la
cucina, voleva solo regalarle sorrisi.
Dopo
poco le risate si spostarono in bagno, dove Gemma cercò di
togliere la farina dai capelli di Daisy, mentre la piccola continuava a
sfuggirle, soffiandole la schiuma in faccia.
Si
era lasciata andare anche con Gemma e lei ne era davvero entusiasta.
Harry non aveva mai visto Daisy così vivace e
sperò che anche a casa sua fosse così. Si,
perchè quella frase che dal fuori poteva sembrare un
semplice capriccio, aveva colpito Harry nel profondo. Daisy sembrava
quella più coinvolta nella situazione familiare e forse
questo suo carattere molto chiuso derivava proprio da questo. Lei era
più sensibile di sua sorella ed Harry mise in dubbio che
poteva anche essere stata protagonista di uno dei momenti bui di suo
padre.
-la
pizza è pronta!- esclamò.
Sentì
dei passi veloci avvicinarsi e Gemma e Daisy entrarono sorridenti in
cucina.
-eccoci
qui! Pulite ed affamate!- Gemma si sedette al suo solito posto, mentre
la bambina prese posto affianco ad Harry.
-hai
capelli bianchi!- fece notare Daisy, indicandogli il suo ammasso di
ricci.
Harry
rise. - e chi è stato? Dopo mi farò una doccia!-
mangiarono
tutta la pizza. Daisy non perdeva occasione di ripetere che era
buonissima e che l'avevano fatta loro insieme. Finito, Gemma la
portò a guardare un po' di tele, accoccolandosi con lei
sotto una coperta, mentre Harry si andò a lavare. Prima di
tornare da loro, prese in mano il cellulare e chiamò Louis.
Sicuramente voleva sapere come stesse andando e poi, Harry voleva anche
essere sicuro che stesse bene.
-pronto?- rispose dopo poco il ragazzo.
-com'è
andato il viaggio?-
-siamo tornati da poco, Phoebe non smette di correre
in giro per casa- sospirò. Si sentiva che era esausto. -li
come va?-
-tutto
bene, abbiamo fatto la pizza e mangiato. Ora è sul divano
insieme a Gemma a guardare la tele- gli raccontò. -
è tranquilla- aggiunse, sospettando che la successiva
domanda sarebbe stata riguardo a come stesse.
-mi dispiace disturbarti così
tanto...Daisy dovrebbe essere una mia responsabilità-
-sei
suo fratello, è giusto che ti preoccupi per lei e che le
stai dietro, ma la responsabilità che hai non è
da fratello, ma da genitore- provò ad incominciare quel
discorso. Avrebbe voluto sapere la storia e la situazione dal suo punto
di vista, se poteva in qualche modo aiutarlo o solo confortarlo.
Ci
furono dei secondi di silenzio. - non dovresti interessarti di questa questione,
riguarda la famiglia- disse con tono freddo, troncando ogni
iniziativa di Harry.
Se
fosse stata un'altra persona, il riccio avrebbe chiuso la chiamata dopo
avergli dato piena ragione, ma si trattava di Louis e da come stava
imparando a gestirlo, non era il momento di lasciargli l'ultima parola.
-Daisy
si è messa a piangere perchè non voleva tornare a
casa, e non per un capriccio, davanti a me. Ora è a casa mia
e sta bene, non dico che mi riguarda, ma interessa anche a me sapere
che sta succedendo- disse serio. Non aveva accennato di saper
già qualcosa, per non voler mettere in mezzo Niall.
-non ne voglio parlare- mormorò
ed Harry fu orgoglioso di sè per essere riuscito a far
abbassare la cresta a Louis.
Gli
sembrava che un piccolo masso di quel muro, troppo alto per poterlo
scavalcare, si fosse sgretolato, come qualche notte addietro.
-non
puoi tenerti dentro sempre tutto. È vero, ci conosciamo da
poco, ma sono il migliore amico di Niall,ho tenuto le tue sorelline,
una dorme pure a casa mia oggi! E Ti ho trovato perfino un
lavoro...dovresti fidarti di me almeno un pochino-
silenzio.
-louis?-
provò a chiamarlo.
-mi fido di te, un pochino-
e
quella piccola frase spiazzò Harry. Aveva ricevuto alcune
dichiarazioni d'amore in passato, ma nessuna poteva battere l'emozione
che stava provando in quel momento.
Sorrise
incosapevolmente, anche se sapeva che Louis non poteva vederlo ed era
felice di questo
tutta
la gioia di quel momento però venne rotta da uno sbattere di
porta dall'altra parte della cornetta. Harry riuscì a
distinguere una voce appartenente ad un uomo, che esclamava qualcosa.
-ora devo andare- ed
eccola li, la solita freddezza. In pochi attimi quel mattone era stato
rimesso al proprio posto e Louis era sparito all'interno del muro,
un'altra volta.
-è
tuo padre?- provò a chiedere invano Harry, visto che Louis
sembrava non ascoltarlo più.
-buonanotte Harry- concluse la chiamata.
Il
riccio mise giù il cellulare e si diresse in sala, mentre
quell'ultima frase gli rimbombava in mente. Non erano le parole a
pesare, ma il tono che aveva usato. Sembrava sconfitto, come se fosse a
conoscenza di quello che tra poco sarebbe avvenuto, come se non fosse
la prima volta. Gli era tremata leggermente la voce e questo poteva
essere solo un sensore di paura.
Harry
avrebbe voluto tanto prendere il primo treno ed andare da lui, ma
scosse la testa: non poteva fare irruzione in una casa solo per un suo
sospetto.
-Harry!-
una vocina interruppe i suoi pensieri. Si voltò e vide una
Daisy alquanto assonnata venire verso di lui. La prese in braccio e le
diede un leggero bacio sulla fronte.
-mi
leggi una storia?-
-certo!
Andiamo a vedere che libri hai!-
°°
°°°°°°°
nuovo
capitolo!
Primo
giorno di prova di Louis e una Daisy adorabile *^*
votate,
commentate e ci vediamo alla prossima!
-EmLy
|
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Capitolo 9 *** 8°- Pensa anche a te stesso ***
Daisy
si addormentò raggomitolata contro il corpo di Harry, con
una manina stretta alla sua. Il ragazzo si sciolse a quella vista: era
una bambina adorabile. Pensò che se mai fosse riuscito ad
avere in futuro dei figli, ne avrebbe sicuramente voluto uno come
quella piccola. Gli sarebbe piaciuto cucinare, giocare con lei ed
asciugarle le lacrime quando faceva i capricci, magari
perchè avrebbe voluto la maglietta rosa invece di quella
gialla.
Le
accarezzò lentamente i capelli e pensò a come
stava in quel momento Phoebe, le altre sue sorelle e anche Louis,
perchè anche se si ostinava ad odiarlo, una parte di lui, da
qualche tempo, aveva l'istinto di proteggerlo da qualsiasi pericolo e
pensare che mentre lui se ne stava tranquillo nel suo letto, lui poteva
essere in qualche modo in pericolo per colpa di suo padre, gli saliva
l'ansia e non riusciva a stare fermo, senza fare nulla.
Si
stava per alzare dal letto, per andare a camminare un po' in giro per
l'appartamento, quando la porta venne aperta.
-pensavo
che ti fossi addormentato anche tu- sussurrò Gemma entrando.
Si sedette al fianco del riccio ed osservò con un sorriso
Daisy.
-è
davvero carina-
-già-
annuì lui.
-ora
mi puoi spiegare perchè si trova qui? E non dirmi che
è solo per un capriccio! Louis se n'è andato con
la faccia da cane bastonato-
Harry
sospirò. -io non dovrei sapere queste cose...-
provò a togliersi da quella conversazione, ma Gemma era
più che risoluta a scoprirne di più.
-ma
le sai, quindi sgancia. Non può essere che nessun genitore
poteva badare alle bambine oggi o comunque una baby-sitter e non
è la prima volta che capita- gli spiegò i suoi
dubbi, che erano gli stessi che aveva avuto Harry prima di essere a
conoscenza della storia.
-hanno
dei problemi a casa, gravi. C'entra il padre...- le parole gli morirono
in gola e subito la sorella ne capì il motivo.
-ehi,
noi siamo passati oltre, ricordi?- gli chiese, passando le dita tra i
suoi capelli.
Lui
annuì. - ma è come se non ci fossimo mai
conosciuti ora -
-è
vero, ma ti ripeto ogni volta che prima o poi le cose si sistemeranno,
sei sempre suo figlio, vedrai che si farà vivo-
Harry
avrebbe voluto dirgli che forse sarebbe stato proprio lui a rinnegarlo
poi, ma preferì cambiare argomento.
-stavamo
parlando di Louis. Suo padre è peggio, in più non gli da
soldi, così sua madre è costretta a lavorare
tutto il giorno per guadagnare qualcosa e Louis ad occuparsi della
famiglia- gli spiegò velocemente, dicendole quello che
sapeva.
-ora
capisco...perchè Daisy è qui?-
-ha
cominciato a fare i capricci per rimanere, ma poi ha detto una frase
che Louis non ha potuto essere indifferente...ha detto che a casa le
fanno del male-
Gemma
si coprì la bocca con una mano, mentre le scappava una
lacrima.
-come
può un padre fare del male alla sua bambina?-
mormorò lei.
Harry
voltò lo sguardo verso Daisy, che dormiva ignara della
conversazione che stava avvenendo a pochi centimetri da lei. - non lo
so, anche se credo che non sia successo molto volte...Louis cerca di
tenerle il più lontano possibile da lui, in più
sono sicuro che le difenderebbe in caso. Ho paura che tutto questo
abbia una grave ripercussione su Daisy...Phoebe, come hai visto,
è super allegra e sembra che nulla possa toglierle il
sorriso, ma Daisy è più fragile...-
Gemma
annuì, d'accordo su tutto.
-sono
orgogliosa di essere tua sorella- se ne uscì poi,
lanciandosi adosso ad Harry.
-e
io tuo fratello-
**
*
"non posso venire in Italia. Cercherò
qualche altro lavoro." così
recitava il messaggio che si ritrovò Harry appena acceso il
cellulare, la mattina dopo.
Si
stava ripetendo la stessa scena di pochi giorni prima: lui che si
sbatteva per trovargli un lavoro, Louis che rinunciava a tutto, Harry
che gli urlava contro e lo faceva ragionare.
-perfetto-
mormorò con ancora voce roca.
Il
messaggio era stato inviato poco dopo le due di notte. Non doveva riposarsi?
Si
voltò sbuffando, ma appena vide un visino dolce guardarlo
con due occhioni azzurri, gli tornò il sorriso.
-ehi
piccola, ti sei svegliata?-
lei
annuì felice, per poi saltare sul petto di Harry e mettendo
le ditina sulle sue guance. -buchi!- esclamò ridendo.
Non
l'aveva mai vista così allegra e ne fu felice. Chissà se anche a casa sua si sveglia
con qualcuno di fianco e con questo sorriso.
-hai fame?- le chiese, prendendola dai
fianchi, per potersi alzare seduto e mettersela sulle gambe.
-si!-
-allora
andiamo!- rise lui. -mhh sento già un buon
profumino...chissà cosa ha cucinato Gem- disse, mentre si
dirigeva in cucina con la bambina in braccio.
Quando
finirono di mangiare, Harry fece lavare i dentini a Daisy e la
preparò per ritornare a casa.
-perchè
non posso rimanere qui?- gli chiese, mentre il riccio le stava
allacciando una scarpetta.
-perchè
devi tornare da Louis, dalla mamma e dalla tua famiglia. Non vuoi
andare da loro?- gli chiese, cercando di convincerla nel tornare, non
voleva che si mettesse a piangere di nuovo.
Lei
annuì. - non voglio tornare a casa, voglio stare con te-
disse poi.
Harry
si interruppe, per appoggiare le mani sulle sue gambe e guardarla negli
occhi.
-sei
una bambina fantastica e mi piace molto passare del tempo con te, ma io
non sono il tuo papà- cercò di spiegarle. -
quando avrai voglia, potrai venire qui a dormire, ma non sempre. A casa
ti stanno aspettando tutti, okay?-
Daisy
l'abbracciò, per poi lasciargli un bacino sulla guancia.
-puoi essere mio fratello?-
Harry
scosse la testa. - tuo fratello è Louis ed è il
migliore del mondo, no?-
-si!-
esclamò sorridendo. -ma a volte mi sgrida- disse
corrucciando le labbra.
-quando
è giusto, ti sgrida, ma ti porta anche a mangiare il gelato
e gioca con te-
lei
annuì, d'accordo con quello che stava dicendo Harry.
Il
ragazzo pensò che non era nel ruolo di Louis sgridare le
bambine così tanto, ma doveva essere dei genitori. Il
fratello doveva essere quello che proteggeva la sorella, come faceva
lui con Gemma e non sgridarla. Louis era più il
papà per quelle bambine, doveva essere lui a portarle a
mangiare un gelato, a giocare con loro, ad aiutarle a fare i compiti e
a cambiarsi, ma invece quel ruolo era stato occupato dal fratello e
anche se non andava bene, non poteva fare altro.
Il
viaggio in treno fu tranquillo. Daisy passò il tempo a
guardare fuori dal finestrino ed indicare ogni possibile cosa,
chiedendo ad Harry cos'era o com'era fatta.
-mi
raccomando, la prossima volta che ci vedremo, voglio vedere questo
sorriso, se non ancora più grande- gli disse quando erano
quasi arrivati a destinazione. Lei sorrise ed annuì.
Arrivarono
davanti alla casa di Louis, che era ora di pranzare. Suonò
il campanello ed aspettò che qualcuno venisse ad aprire,
aspettandosi di trovare il ragazzo, ma invece ne sbucò una
figura slanciata.
-chi
sei tu?- gli chiese subito, poi spostò lo sguardo sulla
sorellina ed allora si rilassò.
-Daisy!-
la salutò, prendendola in braccio e dandole vari baci sul
viso.
-comunque
io sono Harry, un amico di Louis- si presentò.
-amico?-
alzò un sopracciglio lei.
Harry
non fece in tempo a chiederle cosa intendeva, che Louis
sbucò da dietro, tirandola verso di lui, mentre lei si
lamentava.
Daisy
si buttò sul ragazzo, salutandolo.
-ciao
Daisy! Com'è andata?-
-bene!-
rispose lei esclamando. -abbiamo mangiato la colazione, poi abbiamo
fatto la pizza, abbiamo dormito e abbiamo giocato a tirarci la farina!-
Harry non l'aveva mai sentita parlare così tanto e in modo
così confuso e scoppiò a ridere.
-non
in questo ordine spero!- rise anche Louis, scompigliandole i capelli.
La appoggiò per terra e lei partì su per la
scale, probabilmente alla ricerca di sua sorella.
-allora,
com'è andata?- richiese Louis, questa volta ad Harry.
-tutto
bene. Daisy è una bambina fantastica ed è stata
bravissima-
Louis
annuì, come se fosse consapevole di quelle parole e
probabilmente ne era anche molto orgoglioso.
-bene..-
mormorò Harry. L'aria stava diventando imbarazzante, quindi
era meglio andarsene. - direi che ora posso andare-
cominciò, facendo un passo indietro.
-se
vuoi puoi rimanere a mangiare, Lottie fa sempre un quintale di cibo!-
propose Louis, sorprendendo ed immobilizzando il riccio.
-non
vorrei disturbare- non voleva che Louis si sentisse in obbligo d'
invitarlo a pranzo, solo perchè lui aveva tenuto sua sorella
per un giorno. Non era un comportamento da Louis essere così
gentile e non gli piaceva che fingesse.
-no!
Non disturbi affatto e poi Phoebe sarebbe contenta di salutarti-
-in realtà volevo andare a trovare Niall, posso mangiare da
lui- riprovò Harry.
-entra,
muoviti- ora aveva usato un tono da ordine, così il riccio
dovette per forza rinunciare sotto quello sguardo severo.
-okay...grazie-
disse poco sicuro, entrando in quella grande casa.
L'ultima
volta che aveva parlato con Louis, era stato quel messaggio a direzione
unica: freddo e distante. Nulla a vedere con il Louis che ora aveva
davanti, sembrava che si fosse completamente scordato di quel messaggio
e avesse lasciato nella sua camera il suo carattere scorbutico.
Appena
entrò in quella casa, notò subito le sue
dimensioni alquanto grandi e pensò a tutto quel denaro
destinato solamente al suo riscaldamento.
-lascia
pure la giacca li- gli disse Louis, indicandogli un appendi abiti
stracolmo di giacconi e sciarpe. Harry seguì il ragazzo
verso la sala, mentre osservava tutte le foto che erano appese ed
appoggiate sui ripiani. Notò che neanche una raffigurava il
padre.
-Fizzy,
alzati da quel maledetto divano e presentati- ordinò alla
ragazzina che era stravaccata in un angolo del divano. La vide
sbuffare, per poi alzarsi controvoglia.
-con
mio grande dispiacere, io sono Fizzy- si presentò ad Harry,
per poi ributtarsi sui morbidi cuscini. Il riccio rimase a bocca
aperta. Aveva conosciuto le più piccole ed erano adorabili e
gentili, non si sarebbe mai aspettato una reazione del genere da parte
di una delle altre sorelle.
-io
sono Harry- provò ad essere cordiale, ma in cambio ricevette
una smorfia.
-Félicité!-
esclamò Louis riprendendola per il suo comportamento, ma lei
non lo degnò nemmeno di uno sguardo. Il ragazzo
sospirò, per poi voltarsi verso Harry. - scusala, ma ormai
siamo nella fase della ribellione e quindi crede di essere superiore a
tutti- gli spiegò, mentre lanciava un'occhiataccia alla
sorella.
Poi
si diresse verso la cucina, con Harry di seguito.
-ehi!-
esclamò Lottie, vedendoli entrare. -io sono Lottie, piacere-
strinse la mano al riccio sorridendo. Harry sospirò di
sollievo: Lottie era simpatica.
-Harry,
anche se ci siamo già visti alla porta- le
ricordò.
-bene!
Voi sedetevi pure, io controllo se è pronto- disse a loro,
così Louis si posizionò al tavolo e vedendo Harry
in crisi, non sapendo dove sedersi, gli indicò la sedia di
fronte a lui. Il riccio annuì, per poi sedersi. Era in
estremo imbarazzo.
Dopo
poco Lottie mise davanti ad ogni posto un piatto pieno di pasta.
-che
ti dicevo? Cucina per una folla intera- mormorò Louis, anche
se non teneva il tono troppo basso apposta, così da farsi
sentire dalla sorella, che infatti abboccò.
-la
prossima volta cucini tu allora!- esclamò, mettendogli il
mestolo davanti al viso. Il ragazzo indietreggiò ridendo.
Harry
guardò quella scena sorridendo. Louis sembrava
così felice e senza preoccupazioni...ma sembrava anche falso.
-è
pronto!- urlò la ragazza sull'uscio della porta. Harry
sentì dei passi scendere dalla scala velocemente e poi un
urlo di gioia riempire la stanza.
-Harry!-
Phoebe corse verso di lui e gli saltò subito in braccio.
-ciao piccola- la salutò lui sorridendo.
-siediti
al tuo posto- le ordinò Louis. Phoebe gli fece la
linguaccia, ma scese dalle gambe di Harry e si posizionò al
suo fianco.
Daisy
invece si andò a sedere vicino a Louis, mentre Lottie a capo
tavola tra il fratello e il riccio e Fizzy dall'altra parte.
-mamma?-
chiese Daisy a Louis.
-la
mamma è a lavoro, lo sai. Torna stasera- le
sussurrò, lasciandole un bacio sulla fronte.
Mangiarono
in tranquillità, Harry si sentiva un po' a disagio, ma le
bambine lo distraevano, continuando a chiamarlo ed a raccontargli
qualcosa. Fizzy è stata tutto il tempo con lo sguardo
rivolto verso il piatto, senza emettere alcun suono. Lottie invece
parlò della scuola con Louis e cercò di tirare
nella conversazione anche il riccio, chiedendogli cosa avesse studiato
e cosa facesse ora.
-oh
mio dio! Ma tu sei quel modello!-
esclamò entusiasta, riconoscendolo solo in quel momento.
-che
modello?- chiese Harry.
-quello
della rivista "beauty and celebrity"! Eri sulla copertina!-
nominò una rivista abbastanza famosa nei dintorni ed il
riccio sorrise annuendo.
-e
sei amico di mio fratello! Sei a casa nostra! E mio fratello
diverrà famoso come te!- continuò a blaterare,
tanto che Louis dovette fermarla.
-Lottie,
se non ti calmi lo mando via- la minacciò e subito la
ragazza si ricompose, ma non tolse lo sguardo da Harry. Lui non era
abituato a tutte quelle attenzioni, gli era successo una volta sola di
imbattersi in un gruppetto di ragazzine impazzite, ma aveva provato
solo imbarazzo.
Quando
si alzarono dalle sedie, Harry si complimentò e
ringraziò Lottie per il cibo. Louis gli fece cenno con la
testa di seguirlo e così lui fece.
-andate
a lavarvi i denti e poi potrete guardare un po' di televisione- disse
serio alle piccole, che subito annuirono e corsero di sopra.
-sei
bravo a tenerle a bada- gli disse Harry, mentre si stavano dirigendo
verso il terrazzo che dava sulla sala.
-vado
avanti a minacce, ma si, me la cavo- annuì lui, alzando le
spalle. Si ritrovarono in un grande terrazzo, da dove si poteva vedere
la casa di fianco ed il giardino. Louis si appoggiò con i
gomiti alla ringhiera, mentre Harry preferì stare in piedi,
li dov'era.
-riguardo
al messaggio di ieri...-
allora non si è dimenticato,
pensò lui. Osservò il suo viso e notò
con tristezza, ma anche confuso, che il sorriso che aveva tenuto fino
ad un attimo prima era sparito, sostituito dalla sua solita espressione
apatica.
-non
posso venire in Italia- ripetè il testo. - domani
chiamerò Lyana e la informerò- Louis stava
guardando il vuoto, di fronte a sè, senza nemmeno voltarsi
verso Harry.
-se
rinunci a questa occasione, non so quante possibilità ci
siano che ti dia qualche altro incarico- provò a fargli
cambiare idea il riccio.
-cercherò
qualcos altro, come ho sempre fatto- sospirò.
-perchè?
Perchè vuoi rinunciare al lavoro? Al tuo sogno?- Harry
davvero non capiva. Aveva davanti un'opportunità che per
tutta la vita aveva atteso e la scansava così.
-perchè
ho delle responsabilità alle quali non posso sottrarmi-
disse freddo.
Sicuramente
stava parlando della casa e sopratutto delle bambine.
Devo trovare solo una soluzione, come l'altra volta, si
disse sicuro.
-chiediamo
a Niall di tenerti le bambine finchè non riceverai la prima
paga, poi potrai prendere una baby-sitter-
Louis
scosse la testa e poi finalmente si girò verso Harry.
-non
posso abbandonarle, non sappiamo per quanto staremo via e non posso- e
non aggiunse altro.
Harry
cominciava ad alterarsi. Okay, c'era un problema, ma sembrava che Louis
non cercasse nemmeno una soluzione.
-cazzo
Louis!- urlò per la prima volta addosso a lui parole non
molto carine, che solitamente cercava di trattenere. - è il
tuo fottuto di sogno e tu lo stai gettando come fosse spazzatura! Se io
avessi la tua possibilità di coronare il mio sogno, niente e
nessuno mi fermerebbe!- una lacrima gli sfuggì e si
maledisse per questo. Era troppo emotivo e non gli piaceva per niente
questo suo lato.
-non
puoi capire..- sussurrò lui, abbassando la testa.
-ecco!
È proprio questo che mi fa incazzare di te!-
continuò ad urlare lui. - continui a dire che nessuno
può capirti, ma sei tu stesso a non darne
possibilità! Sei solo capace di abbassare lo sguardo e di
commiserarti!- riprese fiato. Il cuore gli batteva a mille, eppure non
si sentiva per nulla stufo. -e abbi una qualche reazione, maledizione!-
gli disse, avvicinandosi a lui e tirandogli su il viso con una mano
sotto al mento. Quei occhi azzurri mostravano il mondo e Harry
cercò di scrutarli, in cerca di qualcosa, ma Louis non
glielo permise, allontanandosi con uno scatto.
-tu
non sai niente! Tu non potrai mai capire come mi sento ogni giorno!
Nessuno potrà mai farlo!- finalmente urlò anche
Louis e per il riccio fu una liberazione. Dentro di sè
sorrise, perchè il ragazzo stava tirando fuori qualcosa, che
fosse pure rabbia per lui, ma almeno non si stava tenendo dentro tutto.
-allora spiegami! Finchè
ti terrai tutto dentro, ti sentirai divorato sempre di più e
non risolverai nulla- calmò il tono, abbassandolo.
Louis
scosse forte la testa. -non è un problema tuo! Tu non
c'entri nulla con la mia vita, non sei nessuno!- esclamò
Louis. Harry sgranò gli occhi a quelle parole. È
vero, si conoscevano da poco, ma gli sembrava di aver instaurato almeno
qualcosa con lui, sopratutto dopo le parole di qualche giorno prima. "mi fido di te, un pochino"
-vattene Harry! Le mie sorelle si stanno
affezionando troppo a te e non va bene-
-perchè
non va bene?- gli chiese Harry confuso.
-perchè
tu le abbandonerai prima o poi! Non sarai qui per sempre, quindi
è meglio che te ne vada ora!- lo guardò fisso
negli occhi, con i pugni stretti ai fianchi.
-non
è vero..- sussurrò lui.
-vattene
ho detto!- gli urlò contro ed Harry non potè fare
a meno di indietreggiare e dirigersi verso la portafinestra. Questa
battaglia l'aveva vinta Louis, ma sapeva che non era finita
lì.
-pensa
anche a te stesso qualche volta- gli disse guardandolo negli occhi, per
poi rientrare in casa. Non era convinto, ma gli era sembrato di
intravedere lungo la sua guancia una lacrima salata. Quando
arrivò di fronte alla porta d'entrata, prese la sua giaccia
e mentre la stava indossando, sentì un singhiozzo venire dal
terrazzo. I suoi piedi gli dicevano di andare da lui, ma la sua testa
gli diceva che doveva lasciarlo solo, a pensare.
Non
capì neanche come, ma riuscì ad uscire da quella
casa senza voltarsi indietro.
°°
°°°°°°°°
nuovo
capitolo! incontriamo le altre sorelle di Louis e scopriamo sempre di
più il peso che Louis ha sulle proprie spalle. Harry prova a
smuoverlo e finalmente l'altro reagisce urlando, ma riuscirà
a farlo liberare di tutto ciò che tiene segreto
dentro di sè?
al
prossimo capitolo,
-EmLy
|
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Capitolo 10 *** 9°- Ho pensato a me stesso ***
Harry
si trovava sul divano di Niall, mentre l'amico gli stava preparando un
the caldo.
-io
non so più che fare, quel ragazzo è impossibile-
borbottò, affondando di più nel divano.
-non
devi mollare con lui, è fatto così, ha bisogno di
qualcuno che gli stia sempre addosso- gli spiegò Niall.
-ma
non posso sempre andargli dietro!- esclamò il riccio.
Il
biondo sospirò. -proverò a parlarci io, okay? Ma
perchè avete discusso? -
ed
in quel momento Harry si ricordò di non avergli ancora detto
nulla riguardo il viaggio in Italia. Oops.
-e-ecco c'è qualcosa..che
forse non ti ho detto- balbettò, cercando di evitare gli
occhi dell'amico.
-Harry
Styles!- Battè un pide a terra, attirando la sua attenzione.
-cosa mi stai nascondendo?- gli chiese accusatorio.
-forse,tra
meno di tre settimane potrei, ecco, partire per l'Italia, per lavoro-
mormorò, nascondendo il viso nel cuscino.
Non
sentendo Niall reagire in qualche modo, magari urlandogli contro o
lanciandogli addosso oggetti, abbassò leggermente il
cuscino, giusto per far uscire gli occhi e vide il biondo con la bocca
spalancata.
-mi
dispiace- sussurrò.
Niall
si riscosse e la sua espressione passò da sorpresa a
sconvolta ed arrabbiata, molto arrabbiata.
-tu
mi hai nascosto una cosa del genere?! E perchè mai!?-
esclamò, stando in piedi davanti a lui.
-giuro
che volevo dirtelo, ti avevo chiamato lo stesso giorno, ma poi eri con
Louis, così...- borbottò nella federa del cuscino.
-metti
giù quel robo, che così sembri un bambino!- lo
sgridò Niall e subito lui eseguì, riappoggiando
il cuscino al suo posto.
-hai
avuto un sacco di giorni per dirmelo!- continuò furioso. -
cazzo Harry, non puoi uscire con ste cose come se fosse niente-
cercò di calmare il tono ed il riccio lo
ringraziò per questo: non gli erano mai piaciute le persone
che gli urlavano contro e poi quel giorno ci aveva già
pensato Louis.
-magari
mi sarebbe piaciuto che ti confrontassi anche con me, per la decisione-
e ora era deluso. Bene, un Niall deluso nessuno desidererebbe
trovarselo davanti, sopratutto se era deluso proprio di te.
-mi
dispiace..- ripetè Harry. Non sapeva che altro dire, non
aveva scuse. -mi perdoni?- gli chiese, facendogli la faccia da
cucciolo, sperando in una sua affermazione.
Niall
sospirò, per poi andarsi a sedere di fianco a lui.
-tu
sei il mio migliore amico Harry, non mi sarei mai aspettato una cosa
del genere- Niall diceva sempre la verità ed era una
qualità che Harry apprezzava molto. Non girava troppo
intorno ai concetti, te li diceva chiaro e tondo, subito. Quando si
sentiva di dirti grazie, te lo diceva, ma anche quando c'era bisogno di
una critica, non sprecava tempo. Era un amico davvero fantastico e
sincero, e non era nell'intenzione di Harry perderlo così
facilmente.
-scusa
se non ho chiesto un tuo parere... è un' occasione
imperdibile, potrebbe far crescere di molto la mia carriera- si
scusò di nuovo e gli spiegò il perchè
aveva accettato.
Niall
si voltò verso di lui. - tu non vuoi davvero questo, non
vuoi la fama, la ricchezza, almeno non in questo modo, non in questo mondo. È
per questo che non mi hai detto nulla? Perchè sapevi che ti
avrei fatto ragionare, pensando al tuo bene?-
ed
ecco un'altra qualità di Niall, sapeva cosa passasse per la
testa del ragazzo, sempre. Harry era un libro aperto per lui. Sapeva
colpire i punti giusti e fargli cambiare totalmente idea, riportandolo
sulla retta via ogni volta. Ma questa volta, non poteva fare nulla,
perchè Harry non poteva, non voleva fare nulla.
Harry
annuì, con lo sguardo rivolto alle sue mani.
-spero
che un giorno, potrai capire che la cosa più importante
è la tua felicità, nient'altro- gli disse a bassa
voce, sincero.
*
**
-quindi
fra tre settimane non ci vedremo più?- chiese Niall con il
broncio. L'atmosfera si era rilassata ed ora stavano mangiando una
pizza in cucina.
-no!
Ti verrò a trovare e tu verrai da me, assolutamente-
annuì forte il capo, per sottolineare la frase. L'unico
motivo per il quale sarebbe potuto non partire, era proprio Niall. Non
si era ancora abituato a vivere da solo, senza la sua presenza in giro
per casa, ma essere dall'altra parte del mondo, era completamente
differente.
-quanto
starai via?-
Harry
alzò le spalle. - dipende come va, sicuramente tre mesi e
poi tutto sarà nelle mani del destino-
-è
per questo che avete discusso tu e Louis quindi?- sembrava che gli
stesse facendo l'interrogatorio.
-esatto.
Lyana ha offerto anche a lui quest'opportunità e poi, ieri
mi invia un messaggio dicendomi che non può partire- gli
spiegò la situazione, raccontandogli meglio cos'era successo
dopo pranzo.
-e
poi non capisco perchè un attimo prima è tutto
sorridente ed allegro ed un attimo dopo, torna depresso ed apatico a
tutto- concluse.
Niall
sgranò gli occhi. -che c'è?- gli chiese Harry. Il
biondo finì di mandare giù il boccone di pizza,
bevette un sorso d'acqua e poi si voltò verso di lui.
-Harry,
è ovvio che con la sua famiglia non può tenere il
broncio tutto il giorno. Se si facesse vedere triste , o apatico come
dici tu, le sue sorelline ne risentirebbero. Poi quando non
è con loro, boom, tira giù la maschera-
Harry
lo fissò, sconvolto: come aveva fatto a non capire subito la
situazione? Era ovvio che Louis fosse molto più allegro in
presenza delle sue sorelle, se no non sarebbe un bravo fratello
-ma
si vedeva che era falso, come fanno a non accorgersene?-
-Lottie
l'ha capito, anche fin troppo bene...- disse Niall, tirando un sorriso
triste. Harry avrebbe voluto tanto chiedergli cos'era successo, ma
preferì rimandarlo.
-fizzy
invece è troppo impegnata a messaggiare con i suoi amici e
quindi lo ignora, ma sa anche lei. Le piccole invece sono ancora troppo
ingenue e Louis sa recitare molto bene- continuò Niall.
-bhè,
non è giusto- disse Harry. -nessuno dovrebbe fingere con la
propria famiglia-
Niall
annuì, ma poi sospirò.
-se
Louis non cambia idea riguardo al viaggio, che succede?- chiese Niall
dopo una manciata di minuti di silenzio.
-Louis
ha un contratto con Lyana, quindi se non parte con lei, il contratto si
annulla-
-e
quindi si ritorna alla situazione precedente- concluse il biondo ed
Harry annuì.
-senti...-cominciò
Niall. Gli si era illuminata la lampadina ed il riccio sperò
che fosse una buona idea. - ma se vi portaste Daisy e Phoebe con voi in
Italia? Tanto per la scuola materna non rimangono indietro, in
più starebbero lontane da quella casa e cambierebbero aria.
Louis non si dovrebbe preoccupare e passerebbe le giornate con loro-
alzò le spalle, come se non fosse nulla di che.
-okay...-
disse Harry non molto convinto. - non sono per niente sicuro che possa
funzionare, ma ne parlerò con Louis-
non
era sicuro nemmeno lui di quell'idea. Come sarebbero riusciti a badare
a loro, lavorando tutto il giorno? E poi, Harry non era pronto a
gestire due bambine tutti i giorni, sopratutto dopo lunghe giornate
passate a lavoro.
dopo
cena, Harry salutò Niall e poi si incamminò verso
la stazione. Gli piaceva camminare nel buio della notte, mentre tutto
il resto dormiva. Restare solo a pensare, senza che niente potesse
disturbarlo, era una cosa che ogni tanto ne sentiva il bisogno.
Ripensò alla sua vita, alle decisioni sbagliate che aveva
preso, per lui, ma giuste per altri. Pensò
a Louis e a quel sorriso falso che gli incorniciava il viso, eppure che
riusciva a far felici le persone attorno a lui. Ma lui l'aveva notato e
si era sentito male. lui
aveva notato tutta la verità che c'era dietro quella bugia. Una
semplice bugia, una
maschera, che riusciva a
far cambiare così tanto gli umori degli altri.
Non
riusciva a capirne il motivo, ma sentiva dentro di sé questo
costante desiderio di riuscire a far ritornare quel sorriso, che Louis
gli aveva donato il giorno prima inconsapevolmente.
Arrivò
a casa che Gemma era già a letto e l'appartamento era
avvolto dal silenzio. Si cambiò e si mise a letto, pensando
alle parole da dire l'indomani a Louis, per fargli cambiare idea. Si
addormentò con questi pensieri in testa, ma venne svegliato
da un suono fastidioso. Mugugnò qualcosa, sperando che la
smettesse di rimbombargli nelle orecchie, ma sembrava proprio
intenzionato a svegliarlo. Socchiuse un occhio e quando vide che era il
cellulare, sbuffò, affondando la testa nel cuscino.
Conosceva
solo una persona che poteva chiamarlo a quell'ora, ed era Louis. Niall
aveva bisogno della sua dose di sonno e non si sarebbe svegliato
nemmeno se una banda fosse entrata nella sua camera e avesse cominciato
a suonare, compresa di trombe e coro.
Avrebbe
tanto voluto lanciare il cellulare contro il muro, oppure rispondere e
mandarlo a quel paese, ma in mente aveva quella chiamata,
quando Louis sembrava così fragile e bisogno di aiuto.
-pronto?-
rispose con voce rauca. - mi dovrai spiegare questo diamine di vizio di
chiamare a quest'ora- biascicò qualche parola, ma dette la
colpa al ragazzo che aveva interrotto il suo sonno.
-sono
in stazione...puoi venirmi a prendere?- mormorò Louis. Il
riccio ci mise un secondo per riconoscerlo, non sembrava nemmeno lui.
Aveva una voce così...esausta e
scossa.
-intendi alla stazione, da me?- chiese
incredulo Harry.
-si,
io n-non so...-disse tremolante, ma la voce gli si ruppe prima di
finire la frase.
-aspettami
li, arrivo- e in un attimo era sveglissimo. Non sapeva che stava
succedendo, ma Louis aveva bisogno di lui. Stava male, questo era
ovvio, nessuno poteva dire che era solo una crisi da quella voce, c'era qualcosa di più.
Non
avendo la macchina, Harry chiamò un taxi. Se Louis era solo
per metà nelle condizioni in cui si poteva capire dalla sua
voce, non poteva certo andare a piedi fino a casa sua.
Appena
la macchina si fermò a destinazione, disse all'uomo alla
guida di attenderlo ed uscì di corsa.
Entrò
nella stazione, ma non vedendo nessuno, uscì. Mentre
riprendeva fiato, si guardò in giro e finalmente il suo
sguardo si posò su una figura accucciata su una panchina, al
buio.
Se
non fosse stato sicuro che quello fosse Louis, sarebbe corso
più lontano possibile.
Si
avvicinò trattenendo il fiato, lentamente.
-ho
pensato a me stesso- soffiò lui, probabilmente sentendo la
vicinanza del riccio.
Harry
storse le labbra a quella frase, non capendo, ma poi gli
tornò in mente le parole che gli aveva rivolto quel
pomeriggio.
"-pensa anche a te stesso qualche volta-"
Dopo
che il silenzio incombette su di loro, Harry decise che era meglio
spostarsi da li, sopratutto perchè stava cominciando ad
avere freddo.
-c'è
il taxi che ci aspetta, andiamo a casa mia- gli disse e lo vide alzarsi
e seguirlo, con la testa bassa.
Per
tutto il tragitto, Louis tenne lo sguardo voltato verso il finestrino e
quando arrivarono, uscì subito dall'abitacolo, fermandosi
sul giglio della strada, aspettando che Harry gli facesse strada. Il
riccio pagò l'uomo e lo ringraziò, poi
andò verso casa sua.
-mia
sorella dorme- lo avvisò quando si trovarono davanti alla
porta. Aprì e lo fece entrare. Louis non aveva aperto bocca
da quella frase e la situazione stava cominciando ad essere
imbarazzante.
Harry
accese la luce, voleva vedere gli occhi del ragazzo per capire se in
quel momento c'era o meno il muro innalzato.
-alza
il viso- gli sussurrò. Louis sembrò tentennare,
ma poi eseguì.
Harry
sgranò gli occhi. -cos'è successo?- gli chiese,
riferendosi all'occhio nero che si ritrovava.
-nulla-
mormorò lui, riabbassando il viso.
Il
riccio si avvicinò e lo prese per il mento, congiungendo i
loro occhi. Verde e azzurro.
-è-è
stato tuo padre?-
Louis
si allontanò con uno scatto. -che ne sai tu di mio padre?-
gli chiese accusatorio.
Harry
scosse la testa. Gli era scappato, non voleva che lo venisse a
scoprire. Sapeva che prima o poi avrebbero dovuto parlare di quella
storia, ma non in quel momento.
-è
stato lui? Louis, parla – lo implorò quasi.
Lui
annuì una volta. Harry non perse tempo: gli prese il polso e
lo tirò fino al bagno, dove lo fece sedere sul bordo della
vasca e – aspetta qui- gli disse, prima di uscire dalla porta
e rientrare con le mani piene di batuffoli di cotone, ghiaccio e
disinfettante.
-non
ce n'è bisogno- disse Louis, ma Harry lo zittì
subito. Prese del cotone, lo imbevette di disinfettante e
cominciò a tamponare la parte lesa.
Louis
mugugnò qualcosa dal dolore.
-scusa-
gli disse Harry sincero, ma senza fermarsi. Dopo aver finito, gli mise
in mano il ghiaccio e Louis se lo mise sull'occhio.
-ti
ha fatto male da qualche altra parte?- gli chiese, quasi sicuro della
risposta.
Louis
scosse la testa.
-Louis,
ti sto aiutando. Dove ti ha fatto male?- ed ora la domanda la pose come
un ordine. Capì subito che stava fingendo: stava diventando
bravo a conoscere ogni suo dettaglio e movimento. Quando diceva una
bugia, i suoi occhi si sgranavano leggermente e diventavano opachi.
Il
ragazzo abbassò la testa. Tirò su lentamente la
maglietta, scoprendo il fianco e una parte della schiena.
Harry
trattenne il respiro. Sul fianco si stagliava un grosso livido e
sembrava che avesse graffiato contro qualcosa, mentre sulla schiena,
intravedeva dei graffi, alcuni rossi e altri in fase di guarigione.
Gli
si inumidirono gli occhi, osservando quei segni: aveva paura della
causa.
Prese
un batuffolo di cotone e con mano tremante, lo passo sul fianco.
Avrebbe voluto prendersi cura anche di quei graffi, che deturpavano
quella pelle così chiara, ma non poteva. Era sicuro che se
l'avesse fatto, sarebbe crollato e non poteva essere debole davanti a
lui, non se era in quella condizione.
Mise
una garza sul livido e poi gli tirò giù la
maglietta, cercando di ignorare la schiena.
Finito,lo
accompagnò nella sua stanza, gli diede in mano una delle
poche tute che teneva nell'armadio e gli disse di sistemarsi.
Harry
invece andò in balcone, a prendere una boccata d'aria. Si
calmò, si disse che doveva essere forte, che Louis aveva
bisogno di lui. Aurora miagolò, come per attirare la sua
attenzione. gli si strusciò sulla gamba, così lui
si abbassò e le accarezzò la testolina. Si
convinse a non pensare a quei graffi e dopo aver preso un grosso
respiro, rientrò. Mancavano ancora alcuni passi per entrare
in camera, quando sentì dei singhiozzi.
Anche
se non lo conosceva da molto, sapeva che tipo era Louis. Era quel tipo
che non mostrava a nessuno le sue emozioni e che non piangeva mai,
eppure in quel momento gli sembrava di non conoscerlo proprio.
Entrò
nella stanza e lo vide rannicchiato su se stesso, seduto sul materasso.
-ehi-
sussurrò, per non farlo spaventare,ma sussultò
comunque e lo guardò: aveva gli occhi rossi e pieni di
lacrime.
Harry
ebbe un tuffo al cuore a quella scena. Si avvicinò e si
sedette anche lui, ma più distante possibile, avendo paura
che potesse andarsene.
-ho
lasciato Phoebe e Daisy li- disse tra i singhiozzi, poi riprese dopo
qualche attimo di silenzio -gli avevo promesso che non le avrei mai
abbandonate, invece l'ho fatto-
Harry
rimase qualche secondo immobile, avrebbe voluto abbracciarlo, ma non
sapeva come avrebbe potuto reagire, così si
limitò ad avvicinarsi di poco.
-non
le hai abbandonate, ci sono le altre tue sorelle a badare loro-
lui
annuì e tirò su col naso. - ora riposati e poi
domani le andremo a riprendere, okay?- gli chiese conferma e lui
annuì di nuovo. Solitamente, non avrebbe accettato tutto
così, anzi, sarebbe saltato in piedi e avrebbe cominciato ad
urlargli che lui non poteva sapere, non poteva capire e che se diceva
che le aveva abbandonate, le aveva abbandonate. Ma quel Louis, che si
trovava sul suo letto, non era il suo Louis. Anche
se lo odiava quando faceva il presuntuoso e lo stronzo, lo preferiva
mille volte così, piuttosto di come si trovava ora.
Lo
osservò mentre si sdraiava sul letto, prendeva le coperte e
si nascondeva in esse.
-dormi
qui?- chiese ad un certo punto.
-il
divano è comodo, tranquillo- gli rispose Harry, dirigendosi
verso la porta.
-dormi
qui- e questa volta non era una domanda.
Il
riccio ne rimase sorpreso, mai avrebbe pensato che Louis potesse dire
frasi del genere.
In
silenzio, si rimise il pigiama e poi si sdraiò dall'altra
parte del letto.
Louis
stava ancora tremando per il pianto, Harry lo osservò,
finchè il ragazzo non alzò la testa.
-ho
pensato a me stesso, solo a me stesso e non alle mie sorelle-
sussurrò.
-le
tue sorelle stanno bene- lo rassicurò il riccio. -e se pensi
che hai sbagliato ad andartene da li solo per un po', allora non pensi
solo a te stesso-
Harry
pensò cosa avrebbe fatto lui in una situazione del genere.
Probabilmente se ne sarebbe andato, per sempre, o avrebbe ceduto,non
sopportando tutto quel male e quel peso.
-sei
forte Louis, più di quanto tu creda- gli
sussurrò, ma quando si voltò verso si lui, vide
che aveva già gli occhi chiusi e che il respiro si era
regolarizzato ed era più pesante.
Osservò
il suo viso, che ora aveva un'espressione più serena, anche
se notò che sulla sua fronte aleggiava ancora qualche
rughetta. Alzò la mano e passò le dita su di
esse, che subito si distesero.
Gli
spostò anche un piccolo ciuffo di capelli che gli copriva un
occhio, sorridendo: da sveglio, non si sarebbe mai permesso di compiere
un tale gesto.
-buonanotte
Louis- gli mormorò, per poi girarsi e finalmente poter
dormire.
Venne
svegliato da una mano sulla sua spalla, che continuava a scuoterlo.
Capì che non era giornata per il suo sonno. Socchiuse gli
occhi e la luce che veniva dalla finestra lo colpì. Si
portò un braccio agli occhi e poi guardò chi
aveva davanti. In piedi davanti a lui, c'era Gemma, che lo guardava con
un sorrisino e un sopracciglio alzato. -mi spieghi che ci fa Louis nel
tuo letto?- sussurrò ed Harry capì che il ragazzo
stava ancora dormendo.
-fuori
di qui, arrivo- gli disse e la guardò chiudere la porta.
Harry si girò e si ritrovò il viso di Louis a
pochi centimetri di distanza.
Sorrise.
Ogni
mattina si svegliava con il broncio, mentre spegneva quell'allarme
fastidioso che lo riportava alla realtà, mentre quella
mattina, dopo così tanto tempo, riuscì a
sorridere di nuovo,pronto ad iniziare una nuova giornata forse diversa
dalle solite.
-grazie-
sussurrò a Louis.
Si
alzò cercando di non fare rumore e uscì dalla
stanza, socchiudendo la porta.
-Louis
è nel tuo letto! Oh mio dio! Devo chiamare subit- Harry
venne travolto da sua sorella, che cominciò a straparlare,
fino a che lui la bloccò, tappandole la bocca.
-non
so chi devi chiamare, ma non c'è nulla da raccontare.
Calmati- le disse, per poi abbassare la mano.
-non
avete fatto nulla nulla?!- esclamò con voce delusa, facendo
sporgere il labbro inferiore. Harry scoppiò a ridere.
-no
sorella, scusaci. La prossima volta vedremo di rimediare per te
– le fece l'occhiolino, per poi andare verso la cucina, per
preparare la colazione a Louis.
°°
°°°°°°°°
chi
ama Louis quanto me?
okay,
nuovo capitolo e nuove scoperte! commentate e fatemi sapere cosa ne
pensate fino a questo punto ;)
al
prossimo capitolo,
-EmLy
|
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