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di babbi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Quando il Toro si innamora del Torero. ***
Capitolo 2: *** La rivoluzione del paniere. ***
Capitolo 3: *** Incontro pelonormale. ***
Capitolo 4: *** Lampade in picchiata ***



Capitolo 1
*** Quando il Toro si innamora del Torero. ***


Quando il Toro si innamora del Torero.


Pov. Kristen

Era una sera mattutina, mi ero appena svegliata dal mio risveglio.
Poggiai il mio piede destro per primo a terra e poi il sinistro, e, dopo questo faticoso lavoro mi avviai verso la cucina del mio vicino, tipo Paolo.
La mia casa era molto carina, senza soffitto e senza cucina, non c’era nemmeno il gabinetto e si faceva la cacca nel letto.
Aprii il frigorifero e il sangue mi si ghiacciò nelle vene alla vista di quella vista terribile:
“UN TORO!” urlai!
Ma subito dopo feci caso che era il postino con in mano il manzo del cane di fronte che con la bici imparava a mungere E.T.
Distratta dal mungimento-time persi la condizione del tempo e fu così che, mi ritrovai zuppa e minestra nel colabrodo della mia vita, piena di maccheroni e quindi, con il mio cervello che, una nocciolina relazione ad esso è un pianeta, riuscii a capire che stava piovendo.
Presi la macchina in braccio e con coraggio mi avviai verso il mio uovaio fino a quando un palo si intromise  nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai in una selva oscura e la diritta via era smarrita ai quanta di quant’era è cosa dura e poi mi accorsi di trovarmi senza testa ma con prontezza la raccolsi e la riattaccai al mio collo stretto e largo e corto e lungo e poi, quando arrivai al mio uovaio, mi cadde in testa un vaso che mi fece dimenticare tutto quello che stavo facendo quando mi ricordai che il ventilatore era spento allora tutto cominciò a girare e la radio era accesa e presi un uovo e istintivamente lo tirai contro l’alieno munto, punto.
Ad un certo punto vidi un bonazzo apparire dal nulla dinnanzi alle porte del sogno.
Con fare garbato e deciso mi chiese:
“Ehi, gentile garzona, mi potresti porre un po' di uova?”
“Le uova, le uova, le uova, le uova, le uova” dissi mentre andavo a prendere la merce richiesta dal richiedente.
Successivamente feci caso alla sua camicia figa color rosso fuoco e mi sentii avvampare come un toro quando il torero gli sbatte in faccia il pezzo di stoffa rosso.
Stavo facendo la scala mobile per giungere al paradiso delle uova quando goffamente caddi all’indietro come un sacco di patate e lui, con molta grazia, saltò e mi acchiappò.
Proprio come il torero fa con il toro.
Lui era il MIO torero.


 
Questa è la mia primissima storia.
Spero che questo Prologo sia stato di vostro gradimento.
Recensite in tanti! Baci e alla prossima:)

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Capitolo 2
*** La rivoluzione del paniere. ***


La rivoluzione del paniere.


Pov. Robert

Fu in quel momento che vidi quella gentildonna precipitare come una torre senza la sua gemella e allora attivai il mio ipotalamo e in preda all’adrenalina addentai la sua vita tra le mie braccia come un cane innamorato del suo frisbee. Lei aprì i suoi meravigliosi occhi verde speranza, quella che mi venne a mancare quando la vidi in procinto di morire nella sua lenta caduta per cui non ero certo di fare in tempo, ma mi lanciai come Nami Ayase quando sta per ricevere una poderosa schiacciata da parte della vita; quando mi accorsi che i suoi due fanali erano sfolgoranti tanto da rischiare ad accecarmi, la lanciai in aria per paura di perdere la vista. Al che lei urlò in preda al panico: “OH NO! LE MIE UOVA!”.
Mi ripresi dalla cecità quando udì quella soave voce cristallina preoccupata per le mie uova, decisi quindi di tornare all’attacco catapultandomi in questo salvataggio eroico prima che la mia svista la defenestrasse, ma quando le fui vicino lei mi bloccò, terrorizzata dall’idea di poter perdere altre delle sue preziosissime e amatissime e rotondissime uova che rischiavo di calpestare nella mia rinnovata avanzata. Sentii il rancore prendere il sopravvento sul mio autocontrollo, non accettavo il fatto che lei si rifiutasse con così tanta testardaggine di essere aiutata dal sottoscritto. Me ne infischiai altamente e la raccolsi come una pera caduta dal pero però con perizia, ma lei si dimenò come Ursula quando, agitando i suoi tentacoli, tentò di uccidere il principe Eric.
La ragazza urlò con veemenza, all’inizio non ne capii la ragione ma poi… poi mi accorsi del devasto da cui ero circondato e che IO stesso avevo provocato: milioni di uova scaraventate per terra, ridotte in mille pezzi. Una volta alzatasi, mi aggredì e mi fulminò con una sua occhiataccia tanto da sentire i miei capelli elettrizzati dalla paura, si rivolse a me con tono duro:
“TU, chi ti credi di essere per distruggere il mio paradiso delle uova terrestri?!”
“Piacere, io sono Robert Pattinson. E tu chi sei? Che cosa vuoi?” intonai.
“Mi chiamo Kristen, Kristen Stewart e sono la padrona dell’unico e solo uovaio. Se le uova vorrai, aspettare tu dovrai.”
“Aspettare cosa, se posso chiedere?”
“Che vada su nel paradiso delle uova a riattivarne la produzione.”
Mi inalberai, un po’ esasperato da tutta quella attesa e anche un po’ preoccupato dal suo probabile decesso per avvitamento carpiato.
“E QUANDO CAZZO ME LE DAI? Mi servono urgentemente per la frittata che farò stasera alle ore 20.38.”
La vidi perplessa, ma un lampo di genio le illuminò l’espressione: “Che ne dici di passare da casa mia? Te le porgerò grazie al mio fantasmagorico paniere.”
Ci scambiammo gli indirizzi e scoprimmo di essere quasi vicini di casa, se non fosse stato per quel palazzo di me(rda)zzo che avrei distrutto volentieri pur di azzerare le distanze tra noi.
“Potrai venire nella mia dimora alle 20.36, in questo modo alle 20.37 le uova saranno tutte tue e alle 20.38 potrai iniziare a preparare la tua desiderata frittata.”
Uscì dal negozio, estasiato all’idea di poterla rivedere per quegli interminabili 60 secondi.

Ore 20.35
Mi diressi verso casa di Kristen felice come un uovo di Pasqua, tanto che mi conciai come tale. Con il mio meraviglioso outfit composto da pantaloni rosso fuoco, camicia blu elettrico, cellofan verde color occhi di Kristen e papillon giallo come le uova che avevo distrutto quella mattina, citofonai a ritmo di Valzer alle ore 20.36, puntuale come un orologio svizzero. Alle 20.37 la sua figura fece capolinea dalla ringhiera e vidi il paniere scendere lentamente verso di me, allora raccolsi le uova e deposi una banconota da 50 dollari in quello strabiliante aggeggio. Come mi aveva promesso, le uova erano tutte mie e alle 20.38 la mia gustosa frittata era in preparazione. Mai una frittata fu più buona di questa, la gustai con tantissimo amore fin quando tutto non venne distrutto da una presenza a me estranea.


 
Salve a tutti! Scusate il ritardo, non sappiamo davvero come farci perdonare.
Per tanto, promettiamo che il prossimo capitolo sarà ricco di colpi di scena e vedrà la comparsa di un nuovo personaggio.
Spero il capitolo vi sia piaciuto. :) 
Recensite in tanti, accetto soprattutto le critiche costruttive affinchè mi aiutino a migliorare la mia opera.
Baci xx


 

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Capitolo 3
*** Incontro pelonormale. ***


Incontro pelonormale.
 
Pov. Kristen
Avete presente quel modo di dire “Ma perché cerchi sempre di trovare il pelo nell’uovo?”? Il guaio è quando non si tratta più di un modo di dire, ma della vera e cruda realtà che ci circonda.

90 secondi prima
Rientrai dentro casa e casualmente guardai l’orologio accorgendomi che fossero le fatidiche 20.38, il momento in cui Robert stava gustando la sua strepitosissima frittata cucinata con le mie personali uova. Il cuore mi stava scoppiando dalla gioia al pensiero che la sua bocca stava assaporando qualcosa che era creato da me, per questo motivo decisi di sedermi e prendere un respiro profondo prima che il mio ipotalamo si scollegasse dal resto del mio cervello causandomi un istantaneo ictus fulminante. Scansai il peggio solamente grazie all’appoggio della mia magica poltrona, un regalo fatto dalla mia defunta papera patagonica domestica. Qualche secondo dopo vidi la porta d’ingresso venirmi incontro furiosamente seguita da un’ombra con in mano un coltello peloso. Mi sentii immersa in Profondo Rosso, ma poi mi accorsi che si trattava di Robert e allora senti una profonda gioia invadermi, contenta perché pensavo che fosse tornato per dirmi quanto buone fossero le mie amate uova. Tuttavia, quando lo guardai negli occhi mi accorsi della sua tremenda furia, che lo pervase da cima a fondo, tanto da farlo sembrare uno dei diavoli alle porte dell’Inferno di Dante. Venne contro di me sbattendomi al muro, tanto da rischiare di spaccarlo; proprio per questo motivo, mentre lui mi strangolava, presi il telefono di casa e composi il numero dell’architetto, chiedendogli pietà affinché riparasse il muro rotto, ma le parole mi vennero a mancare insieme al mio collo, già indebolito dalla caduta di qualche ora prima.
Gli chiesi con tanta curiosità: “Perché mi stai facendo questo? Perché stai attentando alla mia vita?” e lui mi rispose, con tranquillità, mentre continuava imperterrito a sbattermi la faccia contro il muro: “Ho trovato un pelo nell’uovo. E dopo che io avevo fatto la frittata con così tanto amore, feci questo incontro… questo nuovo individuo che si mise contro me, cercando di invadere tutto il mio apparato digerente.”
Sgranai gli occhi, incredula: era davvero possibile che una cosa del genere si fosse verificata nel mio preziosissimo uovaio? Nonostante i dubbi, non potevo ignorare che una cosa a cui io tenevo così tanto fosse andata a rotoli, causando la sofferenza del mio Robert.
“Ti chiedo scusa” rantolai, mentre stavo per emettere il mio ultimo respiro, ma fu in quel momento che vidi Robert scaraventato contro il tetto. In questo modo ripresi a respirare, ma ebbi un attacco cardiaco quando vidi l’uomo amante delle mie uova sofferente nel tetto. Non capivo come potesse essere successa una cosa simile, fin quando non vidi una presenza estranea fare capolino dalla porta.
“Tutto bene?” domandò la figura dello sconosciuto. Mi fissò in attesa di una risposta, mentre io cercavo di calmarmi e regolarizzare il respiro, così pensai al mio uovaio  e quindi mi sentii di nuovo felice e spensierata, fin quando non mi chiesi chi fosse quell’uomo col viso angelico venuto in mio aiuto.
“Io sono…” ma la sua presentazione venne interrotta dal tonfo causato da Robert che cadde inerme dal tetto, in fin di vita. 

Salve a tutti, come promesso rieccoci qui con il nuovo capitolo e con l'apparizione del nuovo misterioso personaggio.
Scusate il ritardo, speriamo sempre che anche questo capitolo sia di vostro gradimento.
Continuate a seguire e recensire lasciandoci i vostri più sinceri pareri.
Baci, Babbi :)

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Capitolo 4
*** Lampade in picchiata ***


Lampade in picchiata


Pov. Kristen

Sentivo la testa pulsare, e quando la toccai ritrovai pezzi di intonaco tra le ciocche dei miei capelli castani, ormai divenuti grigi a causa della polvere. Aprii lentamente gli occhi, cercando di ricordare cosa fosse successo nelle ore precedenti, ma l'unica cosa che riuscii a ricordare fu il dolore che sentivo nel cuore causato da una profonda delusione, oltre che dalla mia grave patologia. Mi voltai a guardare l'ambiente circostante in cerca di qualcosa di familiare che mi facesse capire il luogo in cui giacevo. Fallendo miseramente in questo mio setaccio visivo mi inalberai, fin quando non vidi un essere quasi in procinto di trasumanare, data l'immensa preziosità della sua immagine che mi fece sentire come in paradiso. Chiesi amorevolmente: "in che luogo mi hai collocata?" e quel dolce garzone mi disse: "ti trovi nella mia dimora, cosa ne pensi?" lo guardai esterrefatta, tutto era perfetto proprio come lui.
"La mobilia si accosta perfettamente alla tua figura, così come quel camino che porta calore lì dove la mia anima è gelida." Lo sconosciuto mi guardò con evidente confusione, fin quando non mi chiese "ma tutt'apposto? Mi sembri un po' sotto tono." 
Feci per rispondere ma un rumore alla mia destra attirò la mia attenzione e quando mi voltai per rilevarne la fonte rimasi pietrificata.
"ROOOBEEEEEEEEEEEEEEEERTTTTTTTTTTTTTTTT!" urlai a squarciagola, tanto che diventai muta per cinque minuti. Tentai di alzarmi ma caddi dal divano, rimbalzando ripetutamente sulle ferite che mi ero causata in precedenza. Il premuroso uomo mi venne incontro, raccogliendomi da terra con la stessa cura e attenzione che io riponevo nel riporre le uova nel loro paniere. Mi sistemò nuovamente nel mio giaciglio e a quel punto, rendendomi conto di avere di fronte un perfetto sconosciuto, gli feci dei segnali a causa della mia momentanea afonia per fargli recepire il seguente messaggio:
"Ma tu chi sei? Perché mi stai aiutando?" lui si fece pensieroso, esitò un attimo, poi mi spiegò.
"Sono Damon, Damon Salvatore. Sicuramente avrai già sentito parlare di me..." in realtà io non avevo idea di chi fosse, ma feci intendere il contrario. 
"...durante il mio cammino verso la meta predestinata vidi una figura losca correre furiosamente verso il tuo abitacolo; mi decisi a intervenire nel momento in cui mi accorsi che la porta da lui colpita ti aveva presa in pieno."
Lo fissai stralunata, colta da un profondo smarrimento. Non ero in grado di capire una sola parola di quello che mi aveva detto poiché non ricordavo la disgrazia verificatasi qualche tempo prima. Cercai di chiedere ulteriori spiegazioni fin quando non fui interrotta dall'ingresso di una nuova figura nella stanza, questa volta femminile. 
"Hermione, meno male che sei arrivata in tempo!" disse Damon rivolto alla ragazza, chissà se era la sua fidanzata... La ragazza rispose "ho cercato di fare il prima possibile. Io sono Hermione Granger." disse rivolta verso di me, ma non avevo idea di chi lei fosse. 
Si avvicinò verso di me per curarmi  ma io, ancora ignara delle sue intenzioni e di nuovo padroneggiante delle  mie splendide corde vocali, cercai di farle paura urlandole contro come avevo visto fare a delle scimmie su Discovery Channel per allontanare le possibili minacce. Quella mi guardò come se fossi impazzita e io mi sentì oltraggiata da questa mancanza di rispetto nei miei riguardi; oltretutto questa creatura era sempre più in sintonia con il mio protettore personale. Iniziai a guardarla indispettita, fin quando lei non mio chiese se avessi qualcosa da riferirle. Allora presi la lampada che si trovava sul comodino accanto al divano sul quale ero riposta e decisi di sbattergliela in faccia e subito dopo, con prontezza, le dissi: "Voglio che tu sappia cosa si prova ad avere qualcosa sbattuta in faccia. Te che sei la causa della mia rovina." 
Vidi il suo sguardo diventare cupo difronte a queste mie parole. Allora mi rispose con un sarcasmo inaccettabile: "Perché? Cosa ti avrei fatto io di così grave?". Al sentire queste parole decisi di agire, ma mi bloccai quando mi accorsi che aveva estratto una bacchetta. Ciò sufficiente perché io capissi che era stata convocata per la mia salvezza. Perciò le chiesi strategicamente scusa e implorai il suo perdono. Dunque la ragazza, ancora un po' sanguinante a causa della lampada ricevuta precedentemente sul volto, mi disse subito: "Tranquilla, non hai fatto nulla di grave. Capisco il tuo evidente punto di vista e ti perdono." A questo punto si avvicinò, facendo un movimento rotatorio col polso e pronunciando una strana formula in una lingua mai sentita, disse: "Corpus Reparo!".
Pensai subito che questa ragazza avesse qualche problema irreversibile all'encefalo ma, dopo qualche istante di turbamento, mi sentii come rinata. 
"Adesso puoi andare a far visita al tuo ragazzo" mi disse, e io, piccata, le risposti: "Robert non è il mio ragazzo. Però c'è qualcosa che ci lega." tagliai corto, ricordandomi della  mia missione non ancora portata a termine. 
Mi voltai verso la ragazza lanciandole uno sguardo pieno di rancore, al che lei fu subito fu subito sull'attenti e mi chiese: "Sei arrabbiata?"
Le risposi tranquillamente di no mentre le correvo  incontro con le mani protese in avanti, pronta ad accanirmi contro di lei, sbattendola al muro. Al che le sfuggì un urlo di dolore misto a sorpresa  mentre le urlavo contro: "Voglio che tu provi ciò che ho provato io!"
Iniziai a sbatterle il naso contro la parete, fin quando la mia attenzione non fu catturata da Damon che cercava di ostacolare il mio operato. 
Gli chiesi: "Perché ti stai intromettendo?"
"Perché no sei chiaramente in te, accecata dalla rabbia, dalla frustrazione, dalla delusione, dal dolore, dalla gelosia e dall'invidia e dall'impotenza di non poter avere un toro nuovo; dal desiderio di non potere avere ciò che non è tuo!"
Quelle parole mi fecero capire quella che era la cruda realtà: ero sola al mondo. Avevo perso Robert a causa di un singolo pelo sfuggito alla mia vista, e ora stavo per perdere anche Damon per colpa di una sola ragazza. Sconfortata allentai la presa e mi lasciai cadere sul pavimento in una valle di lacrime, fin quando Damon non mi prese e mi strattonò contro la parete per allontanarmi da Hermione. Il colpo fu talmente forte e improvviso da stordirmi al punto tale da farmi perdere nuovamente i sensi. 
Prima di lasciarmi andare totalmente al mio sonno, ebbi la sensazione di captare delle parole provenire dalla voce dionisiaca di quello che era stato il mio stato il mio salvatore di nome e di fatto.
"Dobbiamo dirlo agli altri."


 
Finalmente i veri protagonisti della storia iniziano ad apparire!
Le cose si fanno più movimentate e il prossimo capitolo vi lascerà a bocca aperta!
Che succederà a Kristen? E come reagirà Robert al suo risveglio?
Tanti ringraziamenti ai lettori fedeli e silenziosi, che voglio esortare a lasciare un commento e non sentirsi timidi. Le critiche, se costruttive, sono ben accette. :) E scusate eventuali errori di battitura!
Un bacio e alla prossima! <3

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