Butterflies & Violets

di queenjane
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Note ***
Capitolo 2: *** Moliere ***
Capitolo 3: *** Me and Aleksej ***
Capitolo 4: *** We Need You ***
Capitolo 5: *** 17 Years ***
Capitolo 6: *** Fighters (Combattenti) ***
Capitolo 7: *** Laugh (Anastasie & Marie) ***
Capitolo 8: *** I am not afraid ***



Capitolo 1
*** Note ***


... Note e rimandi, siamo a Ekaterimburg.. Prigionieri, con mia sorella Marie, oltre che le lettere bruciamo anche i nostri diari, per sicurezza. Che ironia, un tempo mio padre era un sovrano ricco e potente, noi, le sue figlie crescevamo nella modestia, una idea di Mamam, la nostra alta posizione non doveva farci diventare superbi. Con mia sorella Marie, the little Pair, mentre Olga e Tata sono the Big Pair, abbiamo spartito una camera e giochi e quaderni e risate.. I diari no, questi sono quaderni a parte.. E mi ritrovo, studiare e scrivere non mi è mai piaciuto, i miei pensieri e lettere sono pieni di macchie di inchiostro, disordinate le annotazioni ma le rileggo.. Farfallina, mi appellava Catherine, la migliore amica di mia sorella Olga, prediletta compagna di giochi e avventure, che raccontava storie .. Sei come una farfalla, tesoro, diceva e gradivo, meglio little Butterflies di peste, combinaguai e altro. Mi piacciono le farfalle. La prima frase del mio diario riguarda avere visto una farfalla colorata e la ho disegnata, a modo mio. Una macchia allegra e colorata. Avevo sei anni, era il 1907.

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Capitolo 2
*** Moliere ***


Spala, Polonia, ottobre 1912... Leggere mi è sempre piaciuto poco ma se si tratta di recitare mi applico. Stasera con Marie interpretiamo due scene del "Borghese gentiluomo" di Molière, M. Gilliard il maestro di francese ci farà da suggeritore..Mamma ha applaudito, poi è sparita, andando verso la camera di Aleksej. Dicono che è leggermente indisposto, ma la servitù mette il cotone nelle orecchie, per non sentire i suoi gemiti e le urla.." chiudo la pagina, Aleksej è sempre stato bellissimo, ma delicato come un soffione, gli basta un urto per rischiare la vita per una emorragia. Ora lo so, allora no, tranne che mamma era sempre preoccupata per lui, chiedeva a padre Grigory di pregare per Aleksej.. Lui era il futuro zar, il piccolo della famiglia, al centro di ogni cura e attenzione.. E perché era il maschietto e perché era malato, sempre.. Alla fine, Olga stava sempre con Catherine, Tatiana diventava ancora più silenziosa, Marie diceva che non le voleva bene nessuno.. E io? Nulla, mi arrampicavo sugli alberi, moltiplicato scherzi e boccacce. Una volta volevo fare arrestare una cuginetta che era più alta di me anche se aveva un anno di meno.. Nel mio combinare monellerie sono ed ero un asso, lo so.Almeno mamma mi dava e dà attenzione.

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Capitolo 3
*** Me and Aleksej ***


...non è sempre così, quando Alessio sta bene non facciamo pari a inventarne di scherzi.. Una volta siamo sbucati da sotto un tavolo fingendo di essere cagnolini. Tacendo di quando siamo scappati, dalla sorveglianza, facendo inorridire Tatiana, la seconda sorella che chiamiamo governante, tanto è sempre e così precisa. Eravamo alla fiera dei fiori bianchi. A Livadia. E con Alessio sono evasa, per vedere i burattini e prendere un gelato. Senza avere guardie e bambinaie intorno.. Catherine ci ha acchiappato dopo cinque minuti, cinque minuti di troppo, che poteva accadere di tutto .. E a stento si è risparmiata da prendere Alessio in braccio ( ..se prende un urto...un pestone può avere una crisi..). E mi stritolava la spalla, come se avessimo di nuovo la brillante idea di sparire. ...quando papà ha abdicato, ci ha vegliato a giornate ed era incinta, gli ex principi imperiali stesi dal morbillo, divenuti esseri comuni. Mi ricordo, anche se devo dimenticare. Che ero la figlia dello zar ..signore di un sesto del mondo ed osannato e riverito. Ora abbiamo solo silenzio e minacce e cenere chiamano lui tiranno e mia madre la sgualdrina tedesca.

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Capitolo 4
*** We Need You ***


.. Lezioni, preghiere, giochi a carte e la sera commedie, per passare il tempo e sovrastare la noia..Una sera, a Tolbosk, ero il protagonista maschile di una commedia edoardiana, "Fare i bagagli", alla fine dovevo voltate la schiena al pubblico, aprire la vestaglia e dire che, avendo già messo i pantaloni in valigia, non potevo andare.. Voltandomi, sollevai per sbaglio il lembo della vestaglia fino alla vita ed ecco cosce e fondoschiena ben paffuti coperti dai mutandoni di lana di mio padre... Risero tutti, di cuore, Mamma compresa, io arrossii come una fragola.. Nonostante i pasti ben miseri rispetto a prima, continuavo a ingrassare e Olga e Tata erano sempre più magre...Già, mai come Aleksej, our beloved Little One.. Resiste senza mollare, perdere la speranza. In verità pensa di avere bisogno di noi, è fragile e malato, vero è il contrario, siamo noi ad avere bisogno di Lui. La speranza ecco...che resiste, sennò saremmo solo pellegrini che camminano nel buio.

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Capitolo 5
*** 17 Years ***


Tremavo nelle mie scarpe quando è successo.
Una pallottola ha colpito l'intercapedine della finestra, la guardia ha sparato, tutto vietato, compreso voler respirare un poca d'aria dagli unici vetri che non sono sprangati ed imbiancati.
Ho caldo.
Sono stanca.
Ho compiuto 17 anni da pochi giorni.
Non hai paura, non devi averne, mi impongo, disegnando una smorfia ed un sorriso irriverente sul viso.
Ridi, fai una battuta, come quando a Tolbosk, affacciandomi da un'altra finestra un ragazzo dalla strada mi chiamò "Zio" e mi chiese l'ora. 
Sono una ragazza, che dici, salvo ricordarmi che ora i capelli mi toccavano le spalle, l'equivoco ci poteva stare, l'anno scorso, dopo il morbillo, con le mie sorelle ce li siamo rasati a zero, che erano troppo deboli e sfibrati. Anche Aleksej ha voluto accorciarseli, per lui era uno strano gioco.
Che parevamo ? Dei cantori.
Un gruppo di tartari.
O ergastolani.. Ecco un altro paragone, vi è poco da ridere. 
Se potessi dire la verità, vorrei essere altrove.
In Inghilterra.
Nella valle dei fiori, sull'Himalaia, adoro i fiori e le farfalle.
O in Spagna, Catherine mi ha raccontato che vicino al castello di suo marito vi è una radura in cui crescono i melograni, rossi e deliziosi frutti che vorrei assaggiare.
Che la gente di quel luogo ama ridere e ballare nelle feste, di poche parole, lì, pure parlassero tanto, non ci capiremmo ..che oltre al russo ed all'inglese non sono quel che si dice una grande poliglotta.
Meglio delle guardie, in ogni caso, che parlano russo, chiamando mio padre tiranno e mia madre squaldrina, senza alcuna originalità o variazione. Quando con Alessio e gli altri abbiamo raggiunto Mamma e Papa e Marie che ci avevano preceduti, che Alessio stava ancora male per i postumi di un attacco, ci hanno molestato, a me e Olga e Tatiana. Che cosa orrenda.

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Capitolo 6
*** Fighters (Combattenti) ***


Apro un libro a caso, leggo qualcosa per Aleksej.

Io, Papa, le nostre sorelle usciamo nel piccolo giardino recintato e sbarrato di casa Ipatiev, altrimenti detta “Casa a Destinazione Speciale”, ( toh, contiamo sempre qualcosa?),  una mezz’ora d’aria, per ricordare il sapore del cielo, la forma delle nuvole, le foglie di menta e lavanda che sfregano contro le gonne, un profumo delicato, ignorando le Guardie..

Mamma non esce mai, Aleksej solo se Papa lo porta in braccio, a volte una di noi ragazze, il suo marinaio infermiere Nagorny è agli arresti da un mese e coda, lo hanno mandato via dopo che aveva protestato per l’ennesimo sopruso, volevano rubare una catena con delle sacre immagini a mio fratello, e non ci sono riusciti..
Li hanno presi a calci, pugni e botte, attaccavano per difesa.

“Aleksey” Nulla.
E’ spento, come Olga, la noia e la stanchezza opprimono, un pezzo di piombo sul torace,  non ti fa respirare.  Sarei così pure io, se dovessi passare le giornate su una sedia a rotelle o un lettino da campo, come lui.

“Aleksej” gli prendo una mano, sfioro il palmo,  gesto di affetto compiuto in un numero infinito di volte, ricambia, buon segno, decido di scuoterlo, per il suo bene “Ti ricordi di quando in Crimea facevamo volare gli aquiloni? O  facevamo i castelli ? E gli scherzi? Una volta avevi fatto mettere un secchio sopra la porta e quando Catherine l’ha aperta si è bagnata tutta..”

“Non era in Crimea, ma a Friburgo”ridacchia, un barbaglio azzurro e divertito ne illumina lo sguardo “ Nel 1910, sul momento mi ha ringraziato che aveva caldo, dopo mi ha raccontato che si era irritata..  Molto dopo..l’anno scorso l’ho buttata vestita dentro il laghetto e..”
“Ti ha acchiappato, a sua volta, e ti ha ricoperto di baci, così..”la imito, ricordando che era stata attenta a non fargli prendere urti, come al solito, anche se era un gioco, un momento di svago.

“ Me lo ha detto allora” Una pausa “Mi manca tanto” senza piangere, ormai è un giovane uomo, reso maturo dalle sofferenze
“Pure a me”Ammetto, lucida, precisa. Diciamo che manca a tutti, mamma compresa.
“Però mi direbbe di non rimuginare troppo” una scintilla di vitalità, afferra il volume, lo apre a caso e dei fiori pressati gli cadono in grembo, era un nostro uso raccoglierli e conservarli.
Una rosa canina, dal profumo di miele. 
Ecco una violetta con le  foglie a forma di cuore.
Sorrido.




 Intanto mio fratello finge di appuntarmela sulla camicia chiara.
Fresca di bucato.
Al pari della gonna scura.
Ora ci laviamo NOI i vestiti e la biancheria.
E stiamo addirittura imparando a cucinare.


Siamo le ci-devant grandes duchesses, sappiamo fare il pane. 

 
«  E a me di leggere, continuo.. » mi mette la testa sulla spalla.



 « E  di non mollare, mai, che siamo nati principi e lo restiamo.
A prescindere, my dear  fighter principess »
“ And You are a fighter Prince” Un principe combattente.

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Capitolo 7
*** Laugh (Anastasie & Marie) ***


  Una pausa, indietro, io e Marie, che una volta aveva spolverato un intero piatto dei wafers di Mamma, all’ora del te, la cena non saltata per l’intervento dello zar, che rilevava che era una bambina, non un angelo a cui crescevano le ali.
Che da grande voleva sposare un soldato e avere 20 bambini, PAPA’, osservò che sarebbe stata una brava moglie e una splendida mamma.
Le piacevano i soldati,  la prendevamo spesso in giro sul  punto e Miss Eager la nanny  ripeteva che le brave bambine non baciano i militari, tanto che dopo aveva rifiutato l’abbraccio del dodicenne figlio del granduca Costantino. “Via, sei un soldato e io non bacio i soldati”         
Io, l’ultima del quartetto di sorelle, aveva sempre qualche monelleria da combinare, di cui Marie si scusava, “The Little Pair”che divideva la stanza, i giochi ed i vestiti, come Olga e Tata erano “The Big Pair”, non avevamo segreti e andavano molto d’accordo. E poi Alessio e io eravamo diventati legatissimi, la zarina si occupava dello zarevic, lo zar del governo. Olga stava parecchio con Catherine, Tata era spesso silenziosa e pensava ai suoi casi e Marie ne faceva le spese, si lagnava di essere sola e stava molto con Irina, la figlia di Xenia, nostra cugina. Almeno lei non la chiamava “Piccola grassa bau-bau”, che era un pochino più paffuta rispetto a noi
.. io ero ritenuta troppo alta e magra, Marie, avevo il complesso di essere un corvo” una pausa, Cat che parlava quando avevamo il morbillo “E quando ero in Spagna, nel 1909, nessuno rimase più allibito di me per i complimenti..” parole a caso, per essere utile.

. Quando era scoppiata la guerra, avevamo 15 e 13 anni, troppo giovani per fare le infermiere. Era stato fondato un ospedale con il nostro patrocinio e visitavamo spesso i feriti, recando fiori, chiacchiere ed allegria. Lo zar a Mogilev sorrideva per le  lettere "Ieri pomeriggio io e Anastasia eravamo alla scuola degli infermieri... (..) I bambini hanno bevuto il tè e ho dato loro da mangiare la pappa, ho subito pensato a te quando la minestra ti finisce nella barba, corre giù per il mento e dobbiamo affrettarci a ripulirti il mento con i cucchiai" nel suo diario aveva annotato altri momenti di svago “È stato così divertente! Krylov ha perso il rottame di ferro più grande che era caduto dalla prua nel laghetto; Khadov ha cercato di aiutarlo a tirarlo fuori e sono quasi caduti in acqua. Alla fine li ho afferrati per le loro uniformi. Tutto questo è accaduto su un pezzo di ghiaccio già alla deriva e alcune suore hanno cercato di renderlo stabile con dei ganci. (..)   Fetodov non era in servizio oggi, così è venuto l'altro, quello con delle guance rosse e paffute che io e Anastasia abbiamo soprannominato "guance". Ha fatto un polverone terribile e urlava gli ordini dal ponte. Mamma era seduta lì sul ponte, nella sua sedia. Abbiamo riso forte e a lungo."
Rideremo di nuovo?

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Capitolo 8
*** I am not afraid ***


“Anastasia, che brava!”
“Lo so!”

Con una sicurezza superiore alla mia età annaffiavo le rose nei giardini imperiali, le piccole dita strette intorno all’annaffiatoio, di un banale color verde acceso, come farfalle vaganti, parevo io stessa una farfalla insieme a mia sorella Maria che svolgeva lo stesso compito, sorrisi in tralice.
Avevo sei anni, nemmeno, ancora non giocavo con Aleksey e i suoi soldatini, terremoti ambulanti, due pesti combina guai..

Ci penso ora, un ricordo che fiorisce,è tardi, ci hanno svegliato poco dopo mezzanotte, dobbiamo scendere nella cantina, 23 scalini ..
La cantina della casa a destinazione speciale, la maledetta casa Ipatiev, per quanto abbia poco amato e ami gli studi, so che il primo zar della dinastia Romanov, Michele, ricevette l’offerta del trono nel convento Ipatiev..
Una specie di ironia.
Ho 17 anni,  una grassa adolescente, figlia di un tiranno e una meretrice, così definiscono mio padre e  mia madre, una volta imperatori di Russia, le loro figlie sacre immagini, ho poco da fare e ancora meno da perdere, credo, adesso, ho mostrato la lingua al comandante di guardia, chiacchierato oggi mentre pulivo i pavimenti con le mie sorelle, e altre donne ..

E’ tardi, ho sonno, perché mi hanno svegliato?

Sognavo le rose e le farfalle, scendendo nella cantina, conto 23 scalini,  osservo un verso inciso nel legno “E Balda-zar venne ucciso dai i suoi servi” Baldassare.. Ma Balta-zar significa che uccideranno mio padre.. l'ex zar..
Ci disponiamo, come per fare una foto, in posa, io e le mia famiglia, io non ho paura, dietro di noi i domestici, ecco spianano i fucili..
 
  IO NON HO PAURA
 

Come noto, lo zar e la zarina, i loro cinque figli e quattro membri del loro seguito, vennero fucilati  nella cantina di casa Ipatiev in una notte del luglio 1918, senza pietà, i loro corpi dispersi e frammentati, sepolti in una tomba senza nome.

Il 25 luglio 1918 la città cadde in mano ai bianchi, l’esercito controrivoluzionario, per alcuni mesi.
Vennero condotte alcune inchieste, la più esaustiva da parte del giurista Sokolov, che raccolse un gran numero di indizi. Le pareti della cantina erano crivellate di sangue e proiettili, trovò un telegramma che informava, in codice dell’avvenuta esecuzione. Quattro membri del plotone di esecuzione gli rappresentarono che erano morti, anche se avevano avuto l’informazione di terza o quarta mano.. Raccontarono che non erano deceduti subito, che portavano dei corsetti imbottiti e li avevano finiti con le baionette.
Uno raccontò che, per sviare eventuali ritrovamenti, avevano messo insieme nove corpi da una parte, dopo averli spogliati e bruciati con acido corrosivo, mentre gli altri due erano stati bruciati , dopo averli spostati altrove, ovvero quello dello zarevic e di una delle sue sorelle.
Sepolti i resti con fasto nel 1998 a San Pietroburgo, dopo la caduta del comunismo, dichiarati martiri della fede nel 2000, gli ultimi membri della famiglia imperiale russa divennero una leggenda.

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