I DONI DELLA MORTE 2.0

di MISARIA
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** IL SOGNO ***
Capitolo 2: *** LA DECISIONE ***
Capitolo 3: *** MALFOY MANOR ***
Capitolo 4: *** LA TANA ***
Capitolo 5: *** IL CUSTODE SEGRETO ***
Capitolo 6: *** IL PIANO ***
Capitolo 7: *** L'OSPITE ***
Capitolo 8: *** L'ANTIDOTO ***
Capitolo 9: *** DRACO MALFOY ***
Capitolo 10: *** L'AMORE ***
Capitolo 11: *** SOGNI E COLAZIONE ***
Capitolo 12: *** CONSIGLI ***



Capitolo 1
*** IL SOGNO ***


“La prego, la prego” supplicava.
“Dimmi come avete fatto ad entrare nella mia camera blindata!”
“E’ un falso, la prego”.
“CRUCIO!”
Quella risata folle non l’avrebbe mai dimenticata. Poi il sogno cambiò, sentì un forte boato, una parte del castello era crollata, un lampo verde era guizzato e Ron era crollato a terra, i suoi occhi azzurri fissavano un cielo che non potevano vedere più. Voleva urlare, piangere tutte le sue lacrime ma il sogno mutò ancora; si trovava nella Foresta Proibita, voleva aiutare Harry ma si accorgeva di non potersi muovere;  “ AVADA KEDAVRA!” urlava Voldemort, il ragazzo sopravvissuto veniva investito in pieno dall’anatema e rimaneva a terra, morto.
Hermione si svegliò di colpo, erano le sei, il cuore in gola come quasi tutte le mattine ormai, era passato un anno da quella maledetta notte ad Hogwarts ed erano cambiate tante cose: aveva perso l’amore della sua vita e il suo migliore amico in colpo solo, vagamente ricordava di aver trovato in sé un briciolo di lucidità per fuggire. Voldemort aveva vinto, non le era rimasto più niente.
 
 
 
 
 
Spazio autrice
Sono una fan di Harry Potter, accanita sostenitrice della Romione ho iniziato a leggere diverse ff sulla Dramione e mi sono appassionata così tanto che ho deciso di cimentarmi nello scriverne una. E’ la mia prima esperienza come “scrittrice” per cui fatemi sapere cosa ne pensate ma vi prego siate clementi.
Grazie a tutti MISARIA.

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Capitolo 2
*** LA DECISIONE ***


Decise di alzarsi e farsi una doccia, non sarebbe più riuscita a dormire tanto valeva iniziare la giornata. Si era trasferita in Australia, ora rispondeva al nome di Vanda e lavorava in un supermarket, aveva ritenuto più sicuro confondersi con i babbani il più lontano possibile da Londra. Era riuscita a trovare i suoi genitori ma non aveva rimosso l’incantesimo di oblivion per non far saltare la sua copertura. Per un po’ aveva provato a “dimenticare” la sua vecchia vita ma le era risultato impossibile, gli incubi la tormentavano, rivedeva ogni notte gli occhi vuoti di Ron e il corpo senza vita di Harry. Immersa nei suoi pensieri iniziò a fare colazione, quella mattina però uno strano malessere le si allargava alla bocca dello stomaco, ogni tanto il suo spirito Grifondoro le faceva visita: e se non fosse finita del tutto? E se ci fosse un’altra possibilità? Continuava a chiedersi. Spesso ripensava ad Hogwarts, ai suoi amici Neville, Seamus, Luna, i Weasley, chissà come stavano. Per avere notizie da Londra si era affidata ai mezzi non magici, internet le era diventato indispensabile, quando quella mattina aprì la pagina scoprì qualcosa che la scosse profondamente: la foto ritraeva diverse persone, su di loro pendeva una taglia, accusati dei più efferati crimini che flagellavano Londra negli ultimi tempi erano ricercati: i Weasley. Una lacrima scese a rigarle il viso: “ Dunque sono vivi, ricercati, ma vivi” Ripensò a Molly e alla sua ottima cucina, Arthur con la sua mania per gli aggeggi babbani, Fred e George e il loro scherzi, Percy sempre pomposo, Ginny la sua migliore amica e poi a lui, Ron, il suo amore perduto. Ricordò tutte le vacanze trascorse da loro, di come si era sempre sentita a casa alla Tana, a tutte le risate fatte insieme. Non poteva lasciarli soli, non ora che sicuramente avevano bisogno di aiuto e di speranza, e infondo era quello di cui anche lei aveva bisogno. “Devo tornare” pensò risoluta “Ora basta nascondersi”.

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Capitolo 3
*** MALFOY MANOR ***


Il Malfoy Manor non era mai stato così tetro, da quando l’ Oscuro Signore ci si era stabilito l’atmosfera era decisamente tesa, gli elfi domestici erano terrorizzati e perfino i personaggi dei quadri rimanevano nascosti dietro le loro cornici. Voldemort passeggiava tranquillamente di fronte l’enorme camino acceso, ai suoi piedi una piccola famiglia di babbani lo guardava atterrita. “bene miei fedeli mangiamorte” iniziò “ come potete vedere oggi abbiamo ospiti” un brivido percorse la sala e la bambina tenuta prigioniera con la madre e il padre iniziò a piangere. L’Oscuro si voltò ad osservarla, non gli erano mai piaciuti i bambini che frignavano, nemmeno in orfanotrofio. “Vuoi piangere bambina?” le chiese “La prego, lasci andare lei e mia moglie, farò qualunque cosa, la prego” supplicò l’uomo ai suoi piedi. Sacrificarsi per qualcun altro, gli tornò in mente Lily e il suo stupido sacrificio per salvare il figlio; alla fine però aveva vinto, Lord Voldemort vinceva sempre, Harry Potter era morto! “Malfoy” chiamò “Si mio signore” “Non tu Lucius, tuo figlio” sibilò minaccioso Draco fece un passo avanti “ Eccomi” “Sentiamo quanto sa urlare la bambina” comandò Il ragazzo impallidì, non ci sarebbe mai riuscito, era soltanto una bambina. “Mi hai sentito! Ho detto CRUCIALA!” urlò Ma il biondo non si mosse, era come paralizzato. “Bene, bene, bene, vogliamo fare gli eroi?! Ti accontento subito, “CRUCIO!!!!” Draco urlò e urlò, sentiva come se tutte le ossa si stessero spezzando contemporaneamente, la testa gli bruciava, sentiva la bambina continuare a piangere, la vista gli si offuscata, un attimo prima di svenire vide un lampo verde e seppe che nessun componente di quella piccola famiglia si era salvato.

“La prego, la prego” supplicava “Dimmi la verità, CRUCIO!” una risata folle Draco era in un angolo, assisteva alla tortura della “sporca mezzosangue”, avrebbe voluto aiutarla ma non riusciva a muoversi, nemmeno a parlare, perfino pensare gli costava fatica. La sentiva urlare e supplicare e il suo gelido cuore purosangue doleva. Si svegliò di soprassalto, era soltanto l’ennesimo incubo; da quando aveva assistito alla tortura della Mezzosangue qualcosa in lui si era spezzato, era stato come svegliarsi da un lungo sonno e vedere le cose con occhi diversi: follie per la precisione, perché tutto ciò che gli era stato inculcato sin da bambino, tutte le sciocchezze sulla razza e il sangue non erano altro che follie. E lui ora lo sapeva, anche se doveva continuare a mostrare la maschera del brutale mangiamorte. “Ti sei svegliato finalmente” proruppe Piton “Eravamo preoccuati, ci è andato giù pesante stavolta”.



Spazio autrice
Ciao a tutti! Ho visto che la mia storia è stata visitata da moltissime persone, spero vi stia piacendo. Lasciatemi un commento per favore!!!! A presto MISARIA.
 
 

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Capitolo 4
*** LA TANA ***


Hermione arrivò a Londra diversi giorni dopo, aveva usato mezzi non magici e aveva cambiato il suo aspetto con la magia sperando così di passare inosservata. Si recò subito a Diagon Alley per farsi un’idea generale dell’aria che tirava, scoprì un posto totalmente diverso da quello che ricordava, le strade non erano più affollate, non c’erano bambini festanti e studenti eccitati, i pochi passanti erano tesi, spaventati anche da un semplice scambio di sguardi; molti negozi erano sprangati, il Ghirigoro era stato distrutto così come i Tiri Vispi di Fred e George, quelli rimasti erano bui e semivuoti. Su tutto aleggiava un’atmosfera di morte, il post-guerra era stato più devastante della guerra stessa. La banca dei maghi Gringott era caduta in mano ai mangiamorte, i folletti erano stati ridotti in schiavitù, poi lo sguardo le cadde su un decreto ministeriale, scoprì che era vietato visitare le tombe dei caduti della battaglia di Hogwarts in particolare quelle di Harry e Ron, pena la morte. Fu troppo per lei, lacrime di rabbia sgorgarono dai suoi occhi, era anche peggio di quanto avesse immaginato; stava per andarsene quando un viso attirò la sua attenzione, dalle vetrine ammiccava il suo stesso sguardo, era ricercata e sulla sua testa pendeva una taglia. Ghignò, almeno era riuscita a farli brancolare nel buio. Ma doveva sbrigarsi, doveva trovare i Weasley, e pur sapendo che era stata distrutta, decise di andare alla Tana. Fissò a lungo le macerie di quella che era stata una casa anche per lei, i ricordi le affollarono la mente e il cuore e non riuscì a trattenere altre lacrime. Immersa nei suoi pensieri non si accorse di essere spiata; stava per smaterializzarsi quando fu colpita da uno schiantesimo. Fred fissava sconsolato le colline attorno alla Tana dalla finestra della sua camera quando notò questa signora che fissava quelle che lui sapeva essere delle macerie, e piangere. Chiamò il fratello e impauriti decisero di schiantarla. “Cosa diavolo vi è saltato in mente!” strillò la signora Weasley “Siete degli sconsiderati, è soltanto una passante, guardava delle macerie, bastava aspettare che andasse via!” Nel frattempo la passante in questione era stata adagiata sul divano e l’incantesimo camuffante stava svanendo. La famiglia Weasley ammutolì osservando Hermione Granger che riprendeva i sensi sul salotto di casa. Quando aprì gli occhi la prima sensazione che provò fu paura: cosa era successo?! Ma i Weasley le furono subito addosso salutandola e abbracciandola, fu con Molly e Ginny che fu scossa dai singhiozzi:” Avrei voluto morire io, infondo i miei genitori nemmeno sanno che esisto, non sarei mancata a nessuno, mi dispiace così tanto!” Ma la signora Weasley la interruppe:” Hermione Jane Granger stammi bene a sentire, non ascolterò oltre i tuoi vaneggiamenti! Qui per tutti fai parte della famiglia, eravamo disperati perché non avevamo tue notizie, sei completamente scomparsa, eravamo così in pena!” “E poi in una guerra non esistono morti più o meno importanti” proruppe il signor Weasley “Ron e Harry vivono in noi, per quanto doloroso possa essere noi dobbiamo continuare a combattere”. “Credo che lo Stupeficium che ti ho lanciato ti abbia fatto molto male, la Hermione che ricordo non parlerebbe mai così” “ Quella Hermione non esiste più Fred”. “Ora smettila” stavolta fu Ginny a riprenderla “ Tieni, bevi questo, è una pozione rilassante ti farà bene”. Quando la ragazza si fu calmata raccontò loro del suo ultimo anno in Australia, della foto che aveva visto e della sua decisione di tornare, stava per finire il racconto quando si ricordò di un particolare che le era sfuggito:” Aspettate un momento, se sono alla Tana, perché prima vedevo soltanto macerie?” Tutti si guardarono, fu il signor Weasley a rispondere:” Quando la guerra è finita sapevamo tutti che saremmo stati i primi da eliminare sulla lista di Tu-Sai-Chi, ci serviva un posto dove scappare, ma poi ci fu suggerito di non muoverci affatto, nessuno ci avrebbe cercato qui. La casa è protetta dallo stesso incantesimo che protegge Hogwarts dai babbani, chiunque si avvicini, anche se ha poteri magici, vedrà soltanto macerie, ci sono poi altre barriere attorno al suo perimetro. Kreacher ci procura da mangiare, noi non possiamo uscire, viviamo prigionieri in casa nostra da un anno ormai.” Concluse triste. Gli sguardi di tutti si erano rabbuiati, Hermione si sentì molto dispiaciuta per la loro sorte. La prima a riscuotersi fu Molly:” Bene, ora che sei tornata starai con noi tutto il tempo che vorrai, dormirai nella camera di Ginny, ora vai a stenderti cara, hai l’aria patita”. La ragazza obbedì. Salendo per raggiungere la stanza dell’amica, ricordò quante volte aveva percorso quelle scale con Harry e Ron. “ Ginny, portami in camera sua” Ma l’amica scosse la testa “ Mi dispiace Hermione non posso, la mamma ha sigillato la porta, nessuno può entrare. Prova a riposare, ti sveglierò io quando sarà pronta la cena”.

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Capitolo 5
*** IL CUSTODE SEGRETO ***


L’arrivo di Hermione alla Tana aveva risollevato gli animi di tutti, anche se lei aveva notato quanto fosse dura la reclusione, tutti erano tesi, pronti a scattare come molle al più piccolo rumore. Il signor Weasley le disse che i sopravvissuti alla battaglia di Hogwarts erano ricercati ma che ognuno era riuscito a scappare: Bill in Francia con Fleur, Charly in Romania, Percy era fuggito in Italia, Neville e Luna si erano nascosti sulle montagne con Hagrid mentre la Mc Granitt e Lumacorno continuavano ad insegnare a scuola ma rimanevano fedeli a Silente. Hermione fu rincuorata nel sapere che i suoi amici stessero bene; cercò di adattarsi come meglio le riuscì al nuovo tipo di vita, per lo più impiegò il suo tempo a leggere, continuava a sorgerle il dubbio che le fosse sfuggito qualcosa, che avesse tralasciato un particolare fondamentale per la sconfitta di Voldemort, era sicura che la risposta giacesse tra le righe dei suoi fedeli libri ma che lei non riuscisse a coglierla. Era trascorso un mese dal suo arrivo alla Tana e anche quella sera Hermione era immersa nelle sue letture quando arrivò un patronus:” Sarò da voi tra poco” e scomparve, ci fu una confusione generale, tutti erano agitati, Hermione stava per chiedere di chi fosse quel patronus quando con un sonoro crack e uno svolazzo del lungo mantello nero comparve in salotto Severus Piton. “Bene, bene, bene, finalmente la signorina Granger si è degnata di darci sue notizie” esordì guardandosi intorno “vorrei soltanto sapere come mai non sono stato informato della sua presenza qui” “Volevamo avvisarti Severus, ma siamo stati distratti” rispose il signor Weasley “Distratti……naturalmente! Siete degli irresponsabili non vi rendete conto del pericolo che corre lei e tutti voi?!” Ma Hermione, che fino a quel momento era rimasta troppo shockata dalla comparsa di Piton, intervenne:” Cosa ci fa lei qui?” Il professore la scrutò per alcuni istanti, ma quando fece per parlare la signora Weasley lo anticipò:” Hermione cara, non ti abbiamo raccontato una parte della storia” “La più spiacevole” mugugnarono Fred e George. Ginny guardò l’espressione sconvolta della sua amica:” E’ stato Piton a metterci in salvo quando la battaglia è stata persa, lui ci ha suggerito di rimanere qui, lui ha imposto gli incantesimi e lui è…” “ Il vostro custode segreto” finì Piton per lei. Hermione rimase sconvolta dalla notizia “Ma tu guarda, l’insopportabile so-tutto-io di Hogwarts è rimasta senza parole” sorrise lui beffardo ma la ragazza si riscosse:” Non può essere!!! Lei è soltanto un lurido Mangiamorte! Glielo racconti” urlò “Di come Harry è stato spezzato da Voldemort quella notte, IO C’ERO!!! Ho seguito Harry, ho recuperato il suo mantello dell’invisibilità e ho visto, e lei non ha mosso un dito per salvarlo. Io volevo intervenire ma ero bloccata, non sono mai riuscita a spiegarmelo, era come se fossi stata pietrificata!” grosse lacrime le rigarono il viso. “Te lo spiego io Granger” le ringhiò Piton di rimando “ Quella notte notai uno strano movimento di foglie a qualche passo da Potter, mi insospettii pensando fossi tu o il signor Weasley così lanciai un Petrificus. Per cui vedi SEI stata effettivamente pietrificata e, naturalmente, mi devi la vita”. Hermione scosse la testa, non riusciva a crederci. “Hermione” tentò di spiegare il signor Weasley “Quello che non sai è che il professor Piton è sempre stato l’uomo di Silente e mai un Mangiamorte! Ha agito sotto copertura per anni fornendo all’Ordine moltissime informazioni! Quella notte ha agito per ordine del preside, ci ha raccontato la storia degli Horcrux, un pezzo dell’anima di Voldemort viveva in Harry e il suo sacrificio era l’unico modo per ucciderlo”. “Ok ma Harry è morto, Tu-Sai-Chi no, perché?” chiese Fred a sorpresa “Razza di idiota” sbottò Piton “Perché l’anatema di Potter non ha colpito il Signore Oscuro, per cui l’ultimo pezzo della sua anima resiste ancora” “Lei mi sta dicendo che è dei nostri? Che non è un Mangiamorte?” “Hermione guardaci!” le rispose Ginny “ So che è difficile da accettare ma noi non saremmo qui se non fosse stato per lui, e nemmeno tu lo saresti”. La ragazza non rispose. “Bene, ora che sono terminati i convenevoli” iniziò Piton “ ho delle faccende più urgenti di cui parlarvi: siete in pericolo, non potete più stare qui, il Signore Oscuro ha ordinato l’immediato sgombero dell’area dalle macerie della Tana” “Perché?” chiesero Fred e George “Le ritiene una sorta di monumento alla vostra famiglia. Vuole bonificare l’area e costruire qui il suo quartier generale” “Ma non stava al Manor dei Malfoy?” domandò il signor Weasley “Pare si sia stancato di quel posto, e soprattutto dei suoi proprietari” fu la secca risposta “Cosa dobbiamo fare?” intervenne preoccupata Molly “ Dovete scappare! Raccoglierete le vostre cose entro un’ora e ci smaterializzeremo lontano da qui “ “Dove?” chiese Ginny “Nella foresta di Dean. Lì costruiremo un alloggio e imporrò personalmente altri incantesimi di protezione”. Piton si guardò intorno, la sua notizia aveva lasciato tutti senza parole “Avete un’ora” e si smaterializzò. Hermione restò a fissare il punto in cui il professore era scomparso poco prima, fu la signora Weasley a riscuoterla “Hermione cara, tutto bene? Dobbiamo sbrigarci” “Ma certo signora Weasley”. Un’ora dopo tutti si smaterializzarono con Piton nella foresta di Dean dove con l’aiuto della magia costruirono una casetta, certo non era grande come la Tana ma almeno avevano un tetto sopra la testa. “Bene, Kreacher vi porterà da mangiare” esordì Piton “ con gli incantesimi che ho imposto non sarete né visti, né sentiti nel raggio di 10 km in tutte le direzioni, se qualcuno dovesse inavvertitamente avvicinarsi troppo scatterà lo stesso incantesimo che protegge Hogwarts per cui si ricorderà di un impegno inderogabile. Tra poco sarà inverno, la neve sarà un’ulteriore protezione, dubito che qualcuno si aggirerà da queste parti. Se avete bisogno di me ho il galeone sempre in tasca. E’ tutto.” Concluse, e dopo un ultimo sguardo si smaterializzò. “Di che galeone parla?” chiese Hermione, Fred e George ghignarono complici, ma fu Ginny a risponderle “Sono i galeoni che usavamo per l’ES, quelli che ci hai dato tu Hermione”.


Spazio autrice Ringrazio tutti coloro che stanno visitando la mia storia spero che vi stia piacendo almeno un po’, per favore recensite così posso capire se sto facendo un disastro. Non è la classica storia in cui i due ragazzi si incontrano e decidono di dimenticare, la mia ha uno sviluppo un poco lungo perciò vi prego di avere pazienza. Ringrazio ancora tutti a presto MISARIA!

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Capitolo 6
*** IL PIANO ***


Narcissa era preoccupata, le punizioni del Signore Oscuro si facevano sempre più spietate e Draco era sempre più provato, il ragazzo era diventato il bersaglio preferito dell’Oscuro. Continuava a cercare una soluzione per salvare suo figlio ma non ne trovava nessuna, Lucius non era di aiuto, del tutto convinto delle idee folli del suo Signore era disposto a sacrificare tutto e tutti pur di mettersi in luce. La sua unica speranza era Severus, e fu proprio lui a mostrarle la luce infondo al tunnel.
 
 
“Il tuo piano non mi convince Severus, lasciarlo da solo nella foresta, è così provato!” Narcissa era quasi in lacrime  “Puoi sempre aspettare che l’Oscuro lo finisca” fu la piatta risposta “E’ soltanto un ragazzo! Non ha mai voluto tutto questo, e io nemmeno” ma Piton la riprese “Abbassa la voce! Vuoi farci ammazzare tutti?! Ti devi fidare di me! Non abbandonerò Draco!” Lei stava per ribattere quando la porta dello studio si aprì ed entrò in giovane Malfoy, era ridotto decisamente male: aveva diverse costole incrinate per cui zoppicava e aveva anche un occhio nero. “Madre, professore” salutò “Draco, figliolo siediti, io e il professor Piton dobbiamo parlarti” “Se è per l’ultima punizione risparmiate il fiato, non potevo cruciare una bambina!” “Lo sappiamo Draco” intervenne Piton “E’ per questo che è arrivato il momento per te di uscire di scena. Vedi è mia personale opinione che il Signore Oscuro affidi a te questo tipo di compiti per il gusto di vederti fallire e di conseguenza punirti così da vedere soffrire te e i tuoi genitori. Sembra aver sviluppato una particolare predilezione per te e ritengo che alla fine lui voglia ucciderti”.
Madre e figlio impallidirono “ Non me l’avevi detto Severus, perché?” chiese lei “Perché sei sua madre Narcissa, ti saresti lasciata trasportare dalle emozioni e non è questo il momento” fu la secca risposta. “Quindi cosa dovrei fare?” Draco era disperato “Non c’è posto in cui possa nascondermi, mi troverebbe!” “Se farai esattamente come ti dirò, no, non succederà” iniziò Piton “Insceneremo la tua morte, o meglio, il tuo suicidio, ti ho preparato personalmente una pozione che berrai tutte le sere per una settimana, bada bene, ti sentirai debole e inebetito ma non dovrai mai smettere di prenderla, di questo se ne assicurerà tua madre” e lanciò uno sguardo a Narcissa che annuì decisa, poi continuò “Una volta trascorsi i 7 giorni scivolerai in  un sonno così profondo da farti sembrare morto. Il Signore Oscuro vorrà esaminare il tuo corpo e chiederà a me di farlo, io gli dirò che stavi assumendo un potente veleno, così autorizzerà la tua sepoltura”.
Ma il ragazzo era scettico “Come fa a sapere che andrà così? Come può essere così sicuro di riuscire a ingannare Lui?” “Ho i miei buoni motivi, devi fidarti di me” rispose Piton “Una volta eluso Lui, creerò una copia del tuo corpo che verrà sepolta mentre io e te ci smaterializzeremo in un posto diciamo sicuro” Ma Draco scattò ”Cosa vuol dire diciamo?””Severus, non voglio che corra altri pericoli!” intervenne Narcissa. “Non ne correrà” rispose “Mostrerò al Signore Oscuro una fiala di veleno di Acromantula che porta gli stessi effetti collaterali della mia pozione e che provvederò a infilargli in tasca al momento opportuno” “E quando mi sveglierò, dove sarò?” Draco era ancora scettico “Sarai nella foresta di Dean e ci rimarrai. Non posso dirti di più.” “E con chi sarò?” chiese ancora ”Non è il momento di dirti tutto ragazzo!” Piton lo scrutò con uno sguardo duro.
“Draco” sussurrò Narcissa “Dobbiamo fidarci di lui” “Che altra scelta ho?” ironizzò il ragazzo “Nessuna” rispose il professore; i Malfoy, molto pallidi annuirono, così Piton concluse “Bene, è deciso, questa è la pozione” e porse un’ampolla alla donna “Narcissa ricorda, tutte le sere per 7 giorni, e recita in modo convincente quando sarà il momento e… naturalmente Lucius non dovrà sapere niente, lui è fin troppo vulnerabile. Ci rivediamo tra una settimana. Buona fortuna, a entrambi.” E uscì dalla stanza con uno svolazzo del mantello lasciando soli i due Malfoy.
 
 
Erano trascorsi appena due giorni da quando Draco aveva cominciato ad assumere la pozione e il ragazzo apariva già più debole, sofferente, a tratti scontroso. Narcissa preoccupata, si scagliò contro Piton “Severus, sei sicuro? Sono passati appena due giorni e stamattina già faticava ad alzarsi dal letto!” “Credevi fosse succo di zucca? Stiamo inscenando il suo suicidio!” sibilò lui, la donna esitò poi sconfitta proruppe “Hai ragione Severus, ti prego di scusarmi, è che sono così preoccupata!” “ Continua a somministrargliela, anche se dovessi farlo con la forza, andrà tutto bene, fidati di me” tentò di consolarla. “Certo. Severus, perché lo stai facendo?” Piton si bloccò, gli tornò alla mente Lily, l’amore della sua vita, il suo sacrificio per il figlio, quel figlio che lui stesso aveva giurato di proteggere fallendo poi miseramente. Si era ripromesso di non commettere lo stesso errore con Draco, non rispose a Narcissa e se ne andò lasciandola lì con quella domanda sospesa nell’aria.
 
 
Piton entrò nel salone, era stato convocato e non voleva tardare, l’Oscuro odiava aspettare.
“Severus, mio fedele amico” “Mi hai fatto chiamare, mio Signore?” Voldemort fissò gli occhi in quelli di Piton che sostenne tranquillamente il suo sguardo, i due restarono così per qualche minuto poi l’Oscuro sembrò rilassarsi. “Così Narcissa è preoccupata per il giovane Malfoy?” “E’ così. Il ragazzo è provato mio Signore” “E’ un inetto, come suo padre” “ Forse una pozione ricostituente gli farà bene” tentò Piton “NO” Voldemort fu categorico “Non voglio che questioni di poco conto occupino il tuo tempo. La mia pozione deve essere la tua priorità” “Come desideri, mio Signore” “Ora vai, e fa’ in modo che Narcissa non ti disturbi più o dovrò farlo io” “Ma certo” e con un mezzo inchino Piton si congedò.
 
 
Spazio autrice
RieccomiJ grazie a tutti coloro che visitano la mia storia spero vivamente vi stia piacendo! Solita preghiera: recensite! Così capisco se sto seguendo la giusta direzione. A presto MISARIA.

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Capitolo 7
*** L'OSPITE ***


Trascorsero due settimane dall’arrivo nella foresta, all’inizio era stato difficile adattarsi soprattutto per la signora Weasley che, presa dalla foga di dover fuggire, non era potuta entrare per l’ultima volta nella camera di Ron e ora, presa dai sensi di colpa, continuava a piangere. Il marito tentava di consolarla ripetendole che il loro Ron sarebbe vissuto per sempre nei loro cuori e che quella era soltanto una stupida stanza ma Molly era inconsolabile. Ginny, da parte sua, si era adattata quasi subito, anche se a volte Hermione la sorprendeva assorta nei suoi pensieri, d’altronde quella fatidica notte entrambe avevano perso un fratello e l’amore della prorpria vita, forse per questo erano così tanto legate.
I gemelli invece erano diventati meno rumorosi, si limitarono a chiudersi in camera loro e a sfruttare questa nuova situazione a proprio vantaggio: approfittarono della foresta per riprendere a giocare a Quiddich, facendo sempre attenzione a rimanere nascosti.
Ma la maggior parte del suo tempo Hermione continuava a trascorrerla sui libri, quella notte dopo che Harry era caduto e con la morte nel cuore per Ron, lei decise di fuggire o non ci sarebbe stato scampo. Protetta dal mantello dell’invisibilità e armata della sua provvidenziale borsetta di perline, corse per tutta Hogwarts arraffando qua e là quanto più le sarebbe tornato utile durante la sua latitanza: prosciugò l’intera scorta personale di pozioni e ingredienti del professor Lumacorno, prese alcuni libri dallo studio della Mc Granitt e svuotò l’intero reparto proibito della biblioteca. Infine arrivò nell’ufficio di Silente, ma non prese niente, rimase lì, impalata, a fissare il ritratto dell’ex preside piangendo sommessamente per chissà quanto tempo, finchè una voce la fece riscuotere “Signorina Granger, so quanto possa essere difficile per te, ma ora non puoi più trattenerti, devi scappare” “Professor Silente io… mi dispiace… Harry…Ron…” singhiozzò disperata “Sono molto addolorato, erano dei ragazzi eccezionali, dei veri Grifondoro, ma ora tu devi andare via o non ci sarà scampo per te. Cambierai identità, stanotte tutti gli incantesimi che proteggevano la scuola sono stati spezzati, smaterializzati al Paiolo Magico e dì a Tom che è giunti il momento di ricambiare il favore che mi doveva, lui capirà” Hermione esitò, poi annuì decisa “Hermione, non disperare, loro vivranno in te per sempre, ricordati che non tutto è perduto, c’è sempre un’altra via. Ora vai e non guardarti indietro” la ragazza, distrutta com’era, non diede troppo peso a quelle parole e si smaterializzò. Tom le procurò dei documenti babbani falsi e instituì una passaporta illegale che la portò in Africa, da lì aveva utilizzato mezzi non magici per raggiungere l’Australia.
Immersa com’era in questi pensieri, sobbalzò quando sentì il rumore di una materializzazione: Piton.
“Severus, cosa succede?” sopraggiunse ansiosa Molly
“Vengo a portare notizie” fu la piatta risposta
“Che genere di notizie?” chiese il signor Weasley
“Del genere che non ci piaceranno papà” intervenne George
“Ci hanno trovato? Dobbiamo scappare?” chiese Ginny spaventata
“No, non vi hanno trovato e non dovete scappare. Arthur, Molly potrei parlare con voi in privato?” aggiunse il professore prima che qualcuno lo potesse interrompere.
“Ma certo! Ragazzi andate!” Ordinò il signor Weasley.
Una volta che tutti furono usciti e la piccola stanza fu imperturbata Piton espose loro il suo piano.
“Severus, non puoi chiederci questo! Si sono scontrati per anni a Hogwarts! E’ un Mangiamorte!” protestò Arthur
“Agli occhi del mondo anch’io lo sono, eppure eccomi qui”
“Non è la stessa cosa”
“No infatti, non lo è. Draco è soltanto un ragazzo, ho architettato la messinscena del suicidio per proteggerlo dal Signore Oscuro ma ho bisogno che qualcuno lo salvi da se stesso. Ha il Marchio Nero, è vero, ma non è un Mangiamorte. Mi appello alla vostra coscienza di genitori, Molly…”
La donna, che fino a quel momento era rimasta in silenzio, scattò “Non fare leva sul nostro buon cuore Severus, non attacca, Draco Malfoy è stato per anni un presuntuoso, arrogante, viziato ma hai ragione, è soltanto un  ragazzo, non ha chiesto lui tutto questo”
“Quindi? Accettate di averlo con voi?” chiese subito Piton. La signora Weasley strinse la mano del marito che furente voleva ribattere, tuttavia con quel gesto gli fece capire che era la cosa giusta da fare, così rispose “Starà con noi. Ma seguirà la nostre regole e…”
“Quando arriverà avrà bisogno di cure immediate” la interruppe Piton “La pozione che sta prendendo gli sta prosciugando le forze e la vita stessa, lui questo non lo sa altrimenti dubito che avrebbe accettato”
“Cos’hai dato a quel ragazzo Severus?” si mosse a compassione il signor Weasley
“ Lui pensa che sia una pozione, in realtà è veleno di Acromantula, è l’unico modo per ingannare l’Oscuro qualora volesse esaminare personalmente il cadavere. NON sembrare morto, ma esserlo”. I signori Weasley erano attoniti, il professore continuò “Quando lo porterò qui dovrete iniziare a somministrargli immediatamente l’antidoto” e porse una borsa piena di fiale “Avete pochissimo tempo prima che il veleno si diffonda del tutto, e ricorda Molly, una fiala intera ogni ora per sette giorni, anche di notte”
“Quando lo porterai qui?” chiese lei apprensiva
“Domani. La sua vita è nelle vostre mani” e con questo si smaterializzò.
 
 
“Perché hai accettato Molly? Ci ha sempre insultato e deriso, è come suo padre!”
“No, Arthur, non lo è, o Severus non l’avrebbe salvato. Forse quel ragazzo ha soltanto bisogno che qualcuno si prenda cura di lui. Noi abbiamo perso il nostro Ron, non voglio che un’altra madre perda suo figlio, nemmeno se la madre in questione è Narcissa Malfoy”.
Questa parole colpirono molto il signor Weasley che annuì “Hai ragione cara, ma.. dovremmo dirlo ai ragazzi, non puoi fare tutto da sola”
“Questa sarà la parte più difficile” sospirò Molly sconsolata.
Hermione, che era tornata in camera sua con Ginny, sentì i signori Weasley chiamare tutti, così tornò nel piccolo salotto dove notò subito un’atmosfera tesa.
“Ragazzi” cominciò Arthur “dobbiamo parlarvi. Da domani avremo un ospite”
“Chi?” chiese subito Fred
“Draco Malfoy” rispose secca Molly
“State scherzando” sbottarono insieme Fred e George
“Assolutamente no” convenne Ginny decisa
“Ragazzi, calma lasciate che vi spieghiamo” tentò il signor Weasley, ma Hermione intervenne “ Io non voglio spiegazioni! Signori Weasley vi prego guardatemi!” e si alzò la manica mostrando il braccio “Quando fummo catturati e portati a Villa Malfoy Bellatrix Lestrange mi torturò”
“ Non pronunciare quel nome davanti a me” sibilò Molly
Ma Hermione accecata dalla rabbia continuò “Non si limitò a cruciarmi, ma mi incise il mio stato di sangue sul braccio per non farmi mai dimenticare quale fosse ilo mio posto.  Lui era là, in quella stanza, mentre io urlavo e sua zia rideva folle e non ha mosso un dito” urlò.
Ginny era in lacrime ma Molly le rispose “Mi dispiace tanto Hermione, ma devi capire che lui non è sua zia”
“Severus dice che è cambiato” continuò Arthur “Non è più quel ragazzo arrogante che tutti ricordiamo”
Ma Hermione era irremovibile “ Bellatrix mi torturava, e lui non ha mosso un dito!”
“NON DIRE A ME DI COSA E’ CAPACE BELLATRIX LESTRANGE, HERMIONE!” tuonò Molly, i suoi occhi lanciavano lampi infuocati “ Ho provveduto io stessa a toglierla di mezzo dopo che aveva ucciso Ron!” qualsiasi altra protesta sollevata dai ragazzi morì sul nascere, nessuno l’aveva mai sentita parlare di quel che accadde quella notte. “Ora ascoltatemi bene tutti quanti” continuò  “Domani arriverà qui Draco Malfoy in uno stato di morte apparente, avrà bisogno di cure e io ho bisogno del vostro aiuto”
Hermione non voleva cedere anche se le parole della signora Weasley l’avevano colpita nel profondo. “Hermione” la richiamò Arthur “Harry salvò Draco dall’Ardemonio! Davvero lasceresti morire qualcuno?” poi rivolgendosi agli altri aggiunse “Siete tutti offuscati dalla rabbia, ma domani quel ragazzo sarà qui e verrà trattato come uno di noi, mi aspetto la massima collaborazione DA PARTE DI TUTTI  e non voglio sentire altre obiezioni”.
Ci fu una lunga pausa, poi finalmente Hermione parlò “Vi aiuterò a curarlo, ma non farò altro” “Per ora può bastare” concluse Molly “ Ora andiamo, dobbiamo preparargli una camera”.
 
Spazio autrice
Ciao a tutti, ho aggiornato subito spero che la mia storia vi stia piacendo fatemi sapere cosa ne pensate, per me è molto importante. A presto MISARIA.

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Capitolo 8
*** L'ANTIDOTO ***


L’indomani erano tutti tesi per l’arrivo del “nuovo ospite”, Piton non era stato chiaro circa il momento esatto in cui sarebbe arrivato per cui ognuno gironzolava per casa in attesa, pronto a scattare al minimo rumore. Era quasi ora di cena quando arrivò il patronus di Piton “ Non posso smaterializzarmi lì con lui, venite a prenderlo, seguite la cerva. Sbrigatevi o sarà troppo tardi”.
“Arthur per l’amor del cielo dobbiamo andare subito!” cominciò Molly
“Certo Molly, Fred George voi restate qui con Ginny e Hermione, noi faremo il prima possibile”
I ragazzi annuirono in silenzio, nessuno aveva voglia di rischiare la vita per Draco Malfoy, Hermione però si sentiva strana, era la prima volta che rimaneva dietro le quinte lasciando fare agli altri. Tuttavia non si mosse e guardò i signori Weasley uscire seguendo la cerva. Rientrarono dopo circa mezz’ora, i volti atterriti, Draco Malfoy non respirava.
“Spostatevi per l’amor del cielo! Ginny, presto la fiala!” ordinò la signora Weasley.
Soltanto dopo tre ore il ragazzo iniziò a respirare  anche se debolmente. Fu una notte insonne per tutti, Draco fu sistemato in una stanza adiacente a quella dei signori Weasley e Molly non si staccò un attimo dal suo capezzale, aveva rivisto nel volto di quel ragazzo il pallore del suo Ron, e il terrore l’aveva travolta, ce l’avrebbe messa tutta per salvarlo, non avrebbe permesso che un’altra madre passasse quello che aveva passato lei. Gli somministrò l’antidoto tutte le ore per tutta la notte, al mattino Draco respirava quasi regolarmente e aveva ripreso un po’ di colore, fu con fatica che la convinsero a cedere il suo posto e andare a riposare.  Si alternarono tutti a intervalli di sei ore ciascuno, Hermione cercò di rimandare il suo turno quanto più possibile ma alla fine non potè più attardarsi.  Era quasi mezzanotte quando entrò nella stanza per dare il cambio a George e non si sorprese di trovare lì anche sua madre.
“Hermione cara, tutto bene?” la ragazza annuì, “Certamente, ma se vuoi resto io” chiese Molly speranzosa
“No mamma” intervenne George “Continui a voler restare con lui ma hai bisogno di riposare anche tu, e poi Malfoy sta migliorando, Hermione se la caverà benissimo” e le strizzò l’occhio. La ragazza accennò un sorriso, così la signora Weasley dovette arrendersi
“Molto bene, se hai bisogno di qualcosa sarò nella stanza accanto, non esitare a chiamarmi”
“Stia tranquilla signora Weasley, andrà tutto bene”
Così la lasciarono sola.
Hermione gli diede l’antidoto, poi si sedette e iniziò a osservarlo, non era più il ragazzo che ricordava, era cresciuto di almeno 10 cm, era anche dimagrito parecchio, profonde occhiaie gli solcavano il viso che appariva smunto. E, anche se dormiva, aveva l’espressione sofferente, si vedeva che ne aveva passate tante anche lui. Per un attimo si dispiacque, ma oi il suo sguardo cadde sul proprio braccio “Mezzosangue”.
“Non dispiacerti Hermione, è soltanto uno schifoso Mangiamorte” pensò tra sé.
Continuò a vegliarlo, lottando contro il sonno e i suoi pensieri che non la lasciavano in pace, si ricordò di Ron, quanto avrebbe voluto averlo vicino ora! Quel ragazzo impacciato che l’aveva conquistata ma che le era stato strappato via da Bellatrix “E ora devo occuparmi di suo nipote”. Una piccola parte di lei però non poteva fare a meno di preoccuparsi per Draco che effettivamente sembrava provato, istintivamente allungò il braccio e gli tastò la fronte: era bollente e madida di sudore.
“Ha la febbre! Ma… non è possibile! Qualcosa non va” pensò, stava per correre a chiamare aiuto quando il ragazzo cominciò ad agitarsi, si divincolò lamentandosi, lei gli si avvicinò ma non ebbe il tempo di fare nulla che Draco cadde a terra urlando delirante e contorcendosi come sotto cruciatus. La porta si spalancò
“Hermione che succede?!” era Ginny
“Non lo so”
“Gli hai dato l’antidoto ogni ora?” chiese il signor Weasley
“Ma certo” rispose lei “Gli ho tastato la fronte , ha la febbre alta, stavo per venirvi a chiamare quando è caduto dal letto e ha iniziato a urlare” Hermione cercò di trattenere il ragazzo che continuava a contorcersi “Malfoy, Malfoy camati!”
“Qualcosa non va” proruppe Molly accovacciata accanto a Hermione “Arthur dobbiamo chiamare Severus subito!”
“Forse l’antidoto non sta avendo effetto” ipotizzò Fred
“O forse non è l’antidoto giusto” convenne George
Draco continuava a urlare, poi all’improvviso silenzio, così com’era venuta la crisi passò e il ragazzo giacque a terra immobile.
“E’ svenuto” constatò Hermione “ Questa storia non mi piace”
“Arthur caro, dobbiamo chiamare Severus subito!”
“La mamma ha ragione papà, potrebbe avere un’altra crisi” disse Ginny.
 
 
 
 
Piton arrivò in un fruscio di vesti, il viso terreo e la solita espressione arcigna sostituita da una smorfia di paura. Esaminò Draco e tutti restarono in silenzio per parecchi minuti finchè chiese 
“Chi era con lui quando è successo?”
“Io” rispose Hermione
“Sei assolutamente sicura  di avergli somministrato correttamente l’antidoto signorina Granger?” l’espressione di Piton era indecifrabile
“Ma certo!” la ragazza non si lasciò intimidire e sostenne con fierezza lo sguardo del professore
“Cos’hai scoperto Severus?” intervenne Molly che si stava rodendo dalla preoccupazione
“Credo che il veleno abbia avuto un effetto diverso dal quello che mi aspettavo perché il suo fisico era già debilitato”
“Quando dice debilitato cosa intende dire professore?” chiese Ginny
“Intendo dire che questo ragazzo è stato cruciato almeno una volta al giorno dal Signore Oscuro da quando è tornato al Manor!” nella stanza scese un silenzio tombale, tutti erano sconvolti dalla notizia così Piton continuò “E’ mio parere che il Signore Oscurosi sia accanito con Draco per punire i suoi genitori. Per questo abbiamo inscenato la sua morte e ho deciso di affidarlo alle vostre cure. Purtroppo, nonostante dopo ogni tortura io lo abbia aiutato personalmente a riettersi in piedi, il suo fisico sembra irrimediabilmente danneggiato, non credo sopravvivrà” concluse amareggiato.
Ma a questo punto Hermione non riuscì più a trattenersi “Se il problema è l’effetto del veleno sul suo corpo, dobbiamo cambiare l’antidoto” spiegò
Piton la studiò un momento “ Sei sempre la stessa insopportabile so-tutto-io, vedi quell’antidoto l’ho preparato io stesso, come vorresti cambiarlo? Sentiamo!” sbottò
“Con un bezoar!” rispose semplicemente la ragazza
“Hermione! E dove lo prenderesti un bezoar? Non siamo a scuola!” chiese George
Ma gli occhi di lei scintillarono “ Si da il caso che prima di scappare da Hogwarts, abbia quasi svuotato le scorte personali di Lumacorno” rovistò nella sua provvidenziale borsetta e tirò fuori la pietra, trionfante.
“Eccezionale direi!” sussurrò Fred impressionato
Ma Piton, livido di rabbia intervenne “Sei una perfida lurida ladruncola, e in una situazione diversa ti avrei punita a dovere! Tuttavia… stai per salvare la vita del signor Malfoy”.
Molly piangeva sommessamente tra le braccia del marito, i ragazzi erano tutti impressionati e la guardavano ammirati, ma Hermione in quel momento si sentì un po’ strana, quel ragazzo nel letto era Draco Malfoy, colui che l’aveva insultata e umiliata per anni, senza contare che aveva assistito impassibile alle sue torture; a quel ricordo il suo sguardo cadde ancora sul braccio Mezzosangue.
Piton intervenne a interrompere il suo flusso di pensieri “Procedi Granger”
Ed Hermione pensò che NO! Lei non era come lui! Si avvicinò a Draco e gli ficcò il bezoar in gola, il ragazzo emise un rantolo strozzato, poi aprì gli occhi “Cos’è successo? Chiese
“Ti ho appena salvato la vita Malfoy” rispose Hermione.
 

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Capitolo 9
*** DRACO MALFOY ***


“Cos’è successo? Dove mi trovo?” chiese confuso Draco
“Stai tranquillo, hai passato un brutto momento ma ora è finito” sussurrò dolcemente la signora Weasley.
Il ragazzo si guardò intorno, la sua mente era offuscata “Weasley? E tu non eri morta Mezzosangue?”
I gemelli serrarono la mascella e stavano per ribattere ma il padre li anticipò “Per il tempo che starai qui modera il linguaggio ragazzo”
Draco era sempre più confuso “Il tempo che resterò qui? Ma dico è impazzito? Qualcuno mi dice cosa è successo? E tu cos’hai da guardare Mezzosangue?”
“Notavo solo quanto sei odioso Malfoy! Non sei cambiato per niente, ci hai messo poco a riprenderti considerato che stavi per rimetterci la pelle” rispose adirata Hermione
“Ora basta!” esplose Piton
“Lei? Qui?”  sbottò Draco notandolo per la prima volta
“Quali sono i tuoi ultimi ricordi Draco?” chiese il professore
Lui ci pensò un attimo, faticava a mettere insieme i pensieri “Ricordo che mi sentivo male, sempre più male, e che mia madre mi costringeva a bere quella maledetta pozione….Ma… dov’è mia madre?” chiese allarmato
“E’ al Manor, piange la tua scomparsa” gli rispose Piton, Draco ammutolì “Ricordi perché prendevi la pozione?” gli chiese
“Dovevo sembrare morto” rispose dopo una breve esitazione “Poi lei mi avrebbe portato al sicuro” i suoi occhi si dilatarono “ E qui sarei al sicuro?” esplose
“Se non ti piace la sistemazione puoi sempre andartene” sbottò Fred
“Nessuno ti tratterrà” convenne George
“Ragazzi smettetela” cominciò Molly ma Piton intervenne ancora ignorando i commenti di sottofondo
“Quella che assumevi tutte le sere non era una pozione Draco, era veleno, di Acromantula per la precisione, dovevi essere realmente morto o non avremmo mai potuto ingannare il Signore Oscuro”
“Lei è pazzo!” constatò Draco
I gemelli ghignarono e Ginny ridacchiò ma il professore continuò “Tuttavia devo aver fatto male i calcoli, il tuo fisico già debilitato non ha sopportato il veleno”
“Mia madre glielo diceva che stavo sempre peggio ma lei minimizzava!”
“Ero convinto che fosse l’effetto del veleno, anche lei come te non sapeva che quella non fosse una pozione. Il punto è che dopo averti dichiarato morto mi sono smaterializzato con te in un punto della foresta, ho lanciato un patronus per chiamare Arthur e Molly dopodichè sono dovuto rientrare al Manor per non destare sospetti. Loro ti hanno trovato, loro ti hanno accolto, loro ti hanno curato”  concluse Piton scandendo bene le parole per far recepire il messaggio al ragazzo.
Malfoy guardò male i presenti e quasi con disgusto le lacrime di Molly e la figura di Hermione “Poi cos’è successo?” chiese
“Stasera mentre eri con la signorina Granger hai avuto una crisi”
“Ci hai provato eh Mezzosangue?”
“Chiamala ancora così e ti schianto Malfoy” sibilò Ginny “Ti abbiamo vegliato giorno e notte da quando sei arrivato e lei ti ha salvato la vita! Non che vorremmo qualcosa in cambio ma almeno chiudi quella bocca!”
Malfoy impallidì, la signora Weasley era furiosa “Ora basta! Tutti quanti! O la smettete o uscite da questa stanza!”
Ma ancora una volta Piton intervenne come se nulla fosse “ Sono stato avvertito subito e quando sono arrivato la crisi era passata e tu eri esanime, solo in quel momento ho capito che il veleno aveva agito in profondità sul tuo corpo provato”
Malfoy arrossì impercettibilmente e mugugnò “Io non sono provato! Queste sono cose riservate” ma Piton lo ignorò bellamente “ L’antidoto  che ti hanno somministrato aveva soltanto rallentato l’effetto del veleno ma non riusciva ad annullarlo. Ti avevo appena dato per spacciato quando la qui presente signorina Granger ha avuto l’idea del bezoar che casualmente ( e sottolineò volutamente la parola) aveva in borsa. Se sei con noi, è grazie a lei” concluse.
Tutti si voltarono verso Hermione, ma furono gli occhi di Draco ad incatenarsi ai suoi e a paralizzarla sul posto: due pozze ghiacciate, fredde e cupe, non c’era amore in quello sguardo, né affetto, né gratitudine né alcun sentimento di umanità, soltanto spietata indifferenza.
“Non aspettarti nulla da me Mezzosangue, hai scelto tu di salvarmi, io non ti ho chiesto niente” sibilò freddo il ragazzo “Possibile sia disgustato dal fatto che sia stata proprio io ad aiutarlo?? Beh sarebbe da lui, infondo è pur sempre Draco Malfoy, altro che cambiato, resta sempre lui!” si ritrovò a pensare Hermione che non rispose alla provocazione.
Ma la signora Weasley non fu altrettanto fredda “ Senti giovanotto!” sbottò adirata “ Farai meglio ad abbassare i toni! Non voglio ripetermi!” poi, senza dare il temo di ribattere al ragazzo, si rivolse ai presenti nella stanza  “Bene, questo ragazzo resterà con noi fatevene tutti una ragione, ora è convalescente e ha bisogno di aiuto”
“Io non ho bisogno proprio di niente!!!!” sbraitò furioso Draco che fece per alzarsi, ma lo sforzo fu troppo per lui che cadde indietro sui cuscini decisamente pallido, l’ultima cosa che vide furono gli occhi di Hermione che lo guardavano, poi il buoi lo avvolse.
 
 
 
Ciao a tutti!!! Prima di tutto grazie a quanti stanno visitando la mia storia, a chi la segue, la preferisce e la ricorda! In particolare ringrazio Lagherta 95 che non manca mai di farmi sapere il suo parere!!! Passiamo al capitolo, non è molto lungo perché non mi piacciono i capitoli infiniti, il primo sguardo tra Draco e Hermione, ho sempre pensato che “l’amore” passi dagli occhi prima che dal cuore per questo mi soffermerò ancora su questo punto, ma non voglio anticiparvi nulla. Fatemi sapere cosa ne pensate!!! A presto MISARIA!

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Capitolo 10
*** L'AMORE ***


“CRUCIO!!! CRUCIO!!”
“La prego!” singhiozzava
“Non mentirmi! So che siete stati nella mia camera blindata!!!CRUCIO!!!”
Hermione supplicava, il marchio lasciato da Bellatrix sanguinava e la Mangiamorte rideva, di una risata folle.
Draco si svegliò di colpo, sussultando, le urla ancora rimbombanti nella mente, la testa gli doleva, era sfinito.
“Draco, ragazzo mio, stai bene?” era Molly, da quando si era svegliato qualche giorno prima lo aveva riempito di attenzioni “Proprio come una madre” si ritrovò a pensare il ragazzo.
“Si Signora Weasley, era soltanto un incubo” rispose, forse in modo più dolce di quanto lui stesso si aspettasse, cercando di mettersi a sedere.
Molly sorrise affettuosa, era strano leggere negli occhi di quella donna così tanto affetto, indirizzato a lui poi!!! Dopo tutto quello che aveva fatto quella donna aveva deciso di concedergli una possibilità , nonostante il suo cognome, nonostante Voldemort, nonostante Ron! “Ma come fa?!”si ritrovò ancora a pensare.
Era l’unica a chiamarlo per nome, lo rimpizzava di cibo “Sei troppo pallido!” ripeteva sempre, lo assisteva come poteva e gli stava vicino proprio come se fosse uno dei suoi figli. E l’affetto che gli riservava era qualcosa di quasi sconosciuto per lui, qualcosa che lo scaldava dentro e che non gli permetteva di rivolgersi con astio nei suoi confronti.  Infondo Draco Malfoy nel suo intimo aveva sempre provato una punta di invidia per i Weasley, certo li aveva sempre offesi per la loro posizione sociale ed economica, li aveva ritenuti “traditori del loro sangue”, ma nonostante tutto loro gli erano sempre sembrati felici, ricchi di nulla eppure dannatamente felici, come lui non lo era mai stato, perché loro erano una famiglia come lui non ne aveva mai avuto, e in una famiglia nessuno veniva dimenticato  lasciato indietro come era successo a lui.
Il grande Draco Malfoy che ostentava ricchezza e spavalderia non aveva mai conosciuto l’amore di una famiglia. Purosangue e Serpeverde fino al midollo Lucius riteneva certe manifestazioni indegne della sua persona, “Un Malfoy non ha bisogno di nessuno al di fuori di se stesso” ripeteva “ Certe smancerie non sono contemplate nel nostro cognome!”. Eppure a Draco sarebbe bastata una pacca sulla spalla, solo per essere rassicurato.
Narcissa aveva trascorso la sua vita a proteggerlo, si era sempre battuta per lui, era una donna fiera e orgogliosa ma piegata dagli eventi, dopotutto ospitare Voldemort nel salotto di casa non era mica cosa da poco! Come poteva rinfacciarle il mancato affetto quando aveva sacrificato se stessa per lui!?
“Signora Weasley posso?” Hermione entrò nella stanza in punta di piedi, come se non volesse disturbare.
“Vieni pure cara!” le rispose Molly sorridendole.
Draco si concentrò su di lei, era cresciuta, dimagrita rispetto a come la ricordava. Era anche più tesa e aveva l’aria sofferente, ma dopotutto erano latitanti, a nessuno piace doversi perennemente guardare le spalle.
“Sono venuta a darle il cambio” sospirò nervosa la ragazza mordicchiandosi le labbra
“Oh ma non ce n’è bisogno cara!” minimizzò l’altra con un gesto della mano “Sto benissimo!”
“No, deve riposare!” ribattè Hermione decisa facendo un passo avanti “Il Signor Weasley mi ha autorizzato ad affatturarla se necessario per farla uscire di qui!” ironizzò arrossendo.
Molly sorrise materna “ Va bene” acconsentì incrociando le braccia “Ma cercate di non uccidervi” continuò avviandosi alla porta e lanciando un’occhiata eloquente a entrambi “Vi chiamerò per la cena” e uscì.
Rimasti soli i due si guardarono per un istante
“Granger” sibilò lui con un cenno del capo
“Malfoy” ricambiò lei “ Se vuoi qualcosa non hai che da chiedere” gli disse prendendo un libro dal tavolo e sedendosi sulla poltrona nell’angolo più lontano della piccola stanza.
Trascorsero qualche minuto in silenzio, l’unico rumore era lo scricchiolio del libro di Hermione. Draco seduto a letto con le mani incrociate sotto le coperte la guardò di nuovo: aveva le gambe piegate al petto, i capelli raccolti e o sguardo concentrato sulla lettura. Ad un certo punto lei alzò gli occhi cozzando con quelli del ragazzo
“Che hai da guardare Malfoy?” chiese mettendosi seduta e posando il libro; lui alzò le spalle senza staccare gli occhi da quelli di lei
“Pensavo” rispose
Un’espressione sarcastica comparve sul viso di Hermione “Sai anche pensare?! Buono a sapersi!” fece rimettendosi comoda per proseguire la sua lettura
“Perché lo hai fatto?” chiese lui dopo un po’
“Cosa?!” lei alzò un sopracciglio
“Parlo del bezoar” spiegò alzando gli occhi al cielo “Perché lo hai dato a me? Cosa ti importava salvarmi?” proruppe quasi infastidito incrociando le braccia e incontrando di nuovo lo sguardo di lei.
Hermione si sentì a disagio, quasi imbarazzata, quello sguardo le suscitava strane emozioni, mise un dito nel libro per tenere il segno, gli occhi in quelli di lui, incapace di proferire parola.
“Allora? Diamine Granger non eri la strega più brillante della scuola?”
Lo sguardo di lei si indurì “Volevi morire?” chiese a bruciapelo
Malfoy si zittì e il ghigno che gli era comparso scomparve, lo sguardo si incupì “Non serve che ti racconti la storia del suicidio, la conosci già” sibilò infastidito.
Hermione si era messa seduta, pronta a rispondere per le rime, ma il tono di Draco le fece morire le parole in gola: era triste, quasi rassegnato, ma cosa stava succedendo?!
“Mia madre ha voluto salvarmi a tutti i costi e la capisco, quello che non capisco è perché TU hai voluto salvarmi?” Draco era perfettamente immobile, seduto a letto sotto le coperte, il capo girato per guardare lei negli occhi.
Hermione si prese un attimo per pensare , poi fece un grosso respiro “Sai Malfoy, non tutti si tirano indietro di fronte alle difficoltà, personalmente se qualcuno ha bisogno di aiuto io faccio del mio meglio; vuoi davvero sapere perché ti ho salvato?? Per lo stesso motivo per cui Harry ti tirò fuori dall’Ardemonio e Ron ti liberò da quel Mangiamorte quella notte!!!” i suoi occhi scintillavano di lacrime represse, senza accorgersene si era alzata lasciando cadere il libro sulla poltrona, i pugni chiusi, lo sguardo infuocato, la voce dura “IO NON SONO COME TE!! COME NON LO ERANO HARRY E RON!”
“E cosa ti fa pensare che tu sia così diversa da me Granger?” Chiese lui, si era seduto sul borde del lettopronto ad alzarsi per affrontarla nonostante tutto questo gli costasse una grossa fatica.
Lei rimase spiazzata dalla domanda, si accorse di essersi alzata e ora si sentiva una stupida lì impalata in mezzo alla stanza a fissarlo, incrociò le braccia in attesa che lui si spiegasse. Draco  notò il suo nervosismo e se ne compiacque, era riuscito a scalfire quella corazza di indifferenza di cui lei si rivestiva quando si trattava del Serpeverde.
“Tu mi hai salvato per puro egoismo Granger” le disse, lei aprì la bocca per ribattere qualcosa ma lui alzò una mano bloccandola “ Il tuo stupido animo Grifondoro non avrebbe mai sopportato di lasciare fare agli altri e rimanere in disparte, oh no, aveva bisogno di mettersi in mostra”
“Forse ti è sfuggito un piccolissimo dettaglio Malfoy” ironizzò lei interrompendolo e facendo un passo avanti portandosi le mani sui fianchi in una perfetta imitazione della Signora Weasley “ Il mio stupido animo Grifondoro, come lo chiami tu, ti ha salvato la vita”
“Già, ma perché Granger?” le chiese di nuovo riuscendo a mettersi in piedi “ Te lo dico io, l’hai fatto solo per farti notare, per dimostrare a tutti quanto sei brava! Sei solo un’egoista!” sibilò facendo un passo verso di lei aggrappandosi ad una sedia; Hermione era terrea “Potter mi salvò dall’Ardemonio per lo stesso motivo così come il tuo Weasley! Eravate uguali voi tre, sempre pronti a battervi per gli altri, peccato che la loro stupidità mascherata da coraggio li abbia portati nella fossa!!”
Hermione, che al sentir nominare Harry e Ron era trasalita, non parlò; si avvicinò lentamente a lui, le braccia lungo i fianchi, i pugni chiusi, gli occhi folli incollati ai suoi. In pochi passi coprì la brave distanza che li separava e prima che se ne rendesse conto la sua mano scattò “SHAFF!” mollandogli un sonoro ceffone in pieno viso. “io ti odio Malfoy!” gli disse voltandogli le spalle e uscendo sbattendo la porta.
Draco, che nell’urto si era lasciato cadere sul letto, si portò una mano sulla guancia e fissò la porta dalla quale era sicuro di aver sentito un singhiozzo; le ultime parole di Hermione gli avevano fatto più male dello schiaffo appena ricevuto.
 
 
 
 
Spazio autrice
Vi prego, perdonate il ritardo ma sono stata in blocco per un po’ di tempo! Ho provato a seguire i suggerimenti che mi sono stati dati e ho cercato di correggermi, spero di esserci riuscita almeno in parte. Ringrazio come sempre chi mi legge, mi segue, mi preferisce, mi ricorda e mi recensisce.
Alla prossima!!! MISARIA.

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Capitolo 11
*** SOGNI E COLAZIONE ***


“Io ti odio Malfoy!” quelle parole continuavano a rimbombargli nella testa, e quell’unico singhiozzo sfuggitole era come se glielo avessero appiccicato nelle orecchie. Ormai neanche nei sogni riusciva a sfuggire a quel malessere che provava costantemente di giorno e a cui non riusciva a dare un nome. Si svegliò di colpo, era notte fonda “Maledizione” pensò, si tolse le coperte e si mise a sedere sul bordo del letto, l’aveva sognata di nuovo, si portò una mano alla fronte e chiuse un attimo gli occhi; poteva ancora sentirla: la Granger era sul pavimento che invocava pietà e Bellatrix continuava a infierire, “CRUCIO!!” urlava mentre la ragazza si dimenava. Lui era lì, perfettamente immobile, poi i loro sguardi si erano incontrati “Io ti odio Malfoy!” e le era sfuggito un singhiozzo; a quel punto si era svegliato. Draco riaprì gli occhi, rivivere gli incubi non lo aiutava, erano passati ormai dieci giorni dalla loro lite e lei lo aveva evitato, non si era più accostata alla sua stanza ed era stata categorica nell’affermare che non avrebbe più alzato un dito per lui. Nel frattempo Draco  si era quasi completamente rimesso, almeno fisicamente s’intende, ora riusciva ad alzarsi da solo ed era abbastanza in forze da partecipare ai pasti in cucina insieme agli altri, stranamente la loro compagnia non gli dispiaceva; quello che lo feriva era la sua indifferenza, come se lui non esistesse.
Smettila” si rimproverò, bevve un sorso d’acqua dal bicchiere sul comodino e decise di rimettersi a dormire sperando che, almeno per quella notte, gli incubi lo lasciassero in pace.
 
In una stanza a pochi metri da quella di Draco un’altra persona aprì gli occhi di colpo, si sedette al centro del letto, il respiro affannoso, le guance rigate di lacrime e un dolore acuto al braccio, come se Bellatrix la stesse ancora torturando.
“Hermione!” era Ginny, doveva averla svegliata, nel buio distinse la sua sagoma seduta al centro del letto;
“Ginny, ti ho svegliata di nuovo? Ti prego scusami!” sussurrò Hermione mortificata, sentì il cigolio del letto e poco dopo il suo materasso si abbassò , Ginny si sedette accanto al lei e le mise una mano sul braccio.
“L’hai sognata ancora vero? Bellatrix” le chiese conoscendo già la risposta; Hermione annuì, poi si ricordò che erano al buio così singhiozzò un “Si” strozzato, dopodicchè si prese il viso tra le mani e iniziò a piangere “La sogno tutte le notti Ginny! Sogno lei e Harry e Ron” Ginny trasalì “Rivivo le sue torture e lui era là e non ha fatto niente!!!”
“Hermione” Ginny continuava a darle delle pacche affettuose sulla spalla  “ sei qui adesso… con me, certo siamo in fuga ma Bellatrix non può farti nulla” tralasciò volontariamente i nomi di Harry e Ron perché anche lei ne soffriva troppo, tuttavia decise di osare “ Per quanto riguarda lui poi, se parli del biondo Serpeverde che si trova poche camere più in là, direi che non è affatto male nonostante l’aria strafottente che ha” concluse con fare ironico portandosi una mano al mento come se stesse pensando. Hermione sollevò il viso, almeno aveva smesso di piangere
“Che stai dicendo Ginny?” chiese
“Dico che il tuo problema non è Bellatrix ma Malfoy” affermò convinta “ti ha ferita più di quanto tu sia disposta ad ammettere, credo che dovresti smetterla di evitarlo ma provare ad affrontarlo” concluse annuendo e incrociandole braccia.
“Cosa?” Hermione era stupita “ Stai scherzando voglio sperare!”
“Shhh” sussurrò la giovane Weasley “Abbassa la voce, vuoi svegliare tutta la casa?” le chiese tappandole la bocca con la mano “E comunque no Hermione, non scherzo, sei peggiorata negli ultimi tempi e tu non te ne accorgi ma continui a rimuginare su di lui”
“Ginny, Malfoy era lì, mi ha visto supplicare ma non ha alzato un dito!” affermò decisa stringendo le lenzuola “Gli ho pure salvato la vita e ha avuto anche il coraggio di accusarmi di essere egoista!” e prese ad insultarlo. Ginny alzò gli occhi al cielo e si buttò sul cuscino, aveva sentito la storia di quella lite già decine di volte ma continuava ad ascoltarla perché parlarne sembrava far stare meglio Hermione.
“Ok Hermione, è un viscido verme schifoso ma continuo a pensare che affrontarlo sia la cosa più giusta da fare, vivete sotto lo stesso tetto non puoi evitarlo per sempre!”
Hermione non rispose, si sentiva meglio ora che aveva parlato con Ginny “Forse dovremmo rimetterci a dormire, sono appena le quattro del mattino” sussurrò
“Già, dovremmo” confermò l’altra infilandosi sotto le coperte accanto accanto a lei.
Hermione sorrise e si distese “Buonanotte Ginny”
“Buonanotte Hermione”.
 
 
“Hermione!Ginny!Avanti muovetevi la colazione è pronta!”  era Molly, era incredibile la forza di quella donna che continuava ad occuparsi di tutto e tutti nonostante il dolore causatole dalla guerra.
“Vai avanti Ginny, io ti raggiungo” disse Hermione che era ancora in pigiama;
“Va bene, ma non metterci troppo” replicò la ragazza uscendo dalla stanza.
Hermione fece un gesto distratto con la mano come per rassicurare l’amica, in realtà non aveva voglia di uscire di lì, le parole di Ginny della notte prima l’avevano turbata, non voleva incontrare Malfoy, voleva soltanto essere lasciata in pace e riflettere.  C’erano così tanti pensieri ad affollarle la mente, gli Horcrux, Ron, Harry, Voldemort… ma ogni volta che cercava di riordinare le idee, nella sua testa comparivano un paio di occhi color ghiaccio che le mozzavano il respiro.
“Oh avanti Hermione! Sei patetica!” si autocommiserò.
“Hermione tesoro! Sbrigati, si raffredderà la colazione!” Era ancora la signora Weasley,
“Arrivo!” fu la pronta risposta, così si vestì rapidamente e si decise ad andare in cucina, lo avrebbe ignorato come aveva fatto negli ultimi dieci giorni, non lo avrebbe né guardato né ascoltato, semplicemente avrebbe finto che lui non esistesse affatto. “Niente di più semplice!” pensò, ma non ne era molto convinta.
Era quasi arrivata a destinazione quando, immersa com’era nei suoi pensieri, non si accorse del pavimento bagnato e, sarebbe certamente caduta, se due forti braccia non l’avessero sorretta.
“Fai attenzione a dove cammini Granger” era Draco; Hermione si trovò per la prima volta a fissare quegli occhi grigi da vicino e per la prima volta il suo profumo la investì appieno facendole saltare un battito. Ci mise qualche secondo a registrare che si trovava letteralmente tra le braccia del biondo che le teneva una mano dietro la schiena e l’altra  su un braccio e che lei stessa scivolando si era aggrappata a lui. Arrossì violentemente “Ma che sta succedendo?” si ritrovò a pensare lasciandogli la camicia. Draco l’aiutò a rimettersi in piedi, “Stai bene?” le chiese continuando a tenerla per un braccio e fissandola.
“S- si” babettò lei,
“Attenta a dove cammini allora” le sussurrò lui avvicinandosi al suo orecchio “Potrei non esserci sempre a evitarti di cadere” ghignò stringendole un poco il braccio. Hermione, resasi conto del contatto arrossì ancora di più, si staccò da lui e senza dire una parola corse in cucina.
Draco rimase impalato a fissarla “ Maledetta Granger, almeno un grazie ti poteva uscire!” mugugnò. Poi la seguì per la colazione.
Nessuno dei due immaginava che qualcuno aveva assistito a tutta la scena e ora sogghignava nell’ombra.
 
 
 
 
Spazio autrice!
Vi prego di scusare l’assenza prolungataaaaa!!! Ho avuto un blocco creativo! Spero che questo capitolo vi piaccia, se vi va lasciatemi una recensione!!! A presto!!!

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Capitolo 12
*** CONSIGLI ***


“Fratello, credo che qui stia succedendo qualcosa” ghignò Fred,
“Stavo pensando la stessa cosa” rispose George.
Avevano assistito alla “caduta”, avevano sentito il mormorio di Draco ed erano arrivati alle stesse conclusioni, lo trovarono nella sua stanza, era seduto sulla sua poltrona intento a leggere, alzò appena lo sguardo quando i gemelli entrarono.
“Ma prego, accomodatevi” disse sarcastico
“Sai Malfoy” cominciò Fred prendendo una sedia e sedendocisi con lo schienale rivolto in avanti così da potersi poggiare come fosse una balaustra “ Non ci sei mai piaciuto”.
“Ma va” rispose Malfoy poggiandosi allo schienale della poltrona e guardando Fred “Simpatia reciproca direi”.
“Beh vedi” si intromise George, in piedi alle spalle del fratello “Per qualche strana ragione abbiamo deciso di credere a Piton e vogliamo…” si mise una mano sugli occhi come a volersi nascondere “Non posso credere a quello che sto per dire…. Vogliamo fidarci di te” concluse guardandolo negli occhi.
Draco sgranò gli occhi, i gemelli gli credevano, si fidavano! Era davvero senza parole! Ma il dubbio si insinuò nella sua mente “Perché dovrei credervi?” chiese affilando lo sguardo,
“Ci aspettavamo questa reazione” fece Fred “Vedi abbiamo riflettuto a lungo se credere o no alla storia di Piton”
Draco si irrigidì; “Ma poi ti abbiamo visto com’eri ridotto quando sei arrivato” intervenne George facendo un passo avanti “nessuno avrebbe potuto fingere una cosa del genere, nemmeno tu. Ad ogni modo ti abbiamo tenuto d’occhio” continuò poggiando le mani sul tavolo e sporgendosi per guardarlo dritto negli occhi “ Abbiamo visto nostra madre farsi in quattro per rimetterti in forze”
“Perciò vedi di non deluderci Malfoy” ghignò Fred.
“Bene” sibilò Draco posando il libro e incrociando le braccia “Mi avete tenuto d’occhio e avete scoperto che non mentivo, ora cosa volete?”
“Oh in realtà nulla!” disse George;
“Nulla?” chiese Draco sospettoso;
“Nulla” comfermò Fred facendo spallucce “ Tranne che tu soddisfi una nostra personale curiosità” concluse.
Draco fece un cenno del capo invitandolo a continuare,
“Qual è il tuo reale interesse per Hermione?” chiese George;
“He- Hermione?” Draco esitò.
“Occhi scuri, capelli crespi, so-tutto-io? Hai presente?” fece Fred,
“E che tipo di interesse dovrei avere per la Granger?” chiese Malfoy irrigidendosi e ignorando l’allusione, sentiva come un pugno nello stomaco, non sapeva come uscire da quella situazione.
I gemelli lo guardarono con un ghigno identico.
“Quando dico che ti abbiamo tenuto d’occhio” cominciò George incrociando le braccia “ intendo dire che ti abbiamo osservato e abbiamo notato certi tuoi comportamenti”;
Draco era nervoso, non sapeva cosa volessero i gemelli “Di quali comportamenti parlate?” chiese,
“Oh andiamo Malfoy” si spazientì Fred “A te piace Hermione smettila di negarlo a te stesso!”.
Fu come se per un attimo il cuore di Draco avesse smesso di battere per poi riprendere freneticamente il suo ritmo. Possibile che in mezzo a tutta quella oscurità, con Voldemort al potere, la guerra, le torture subite, potesse nascere in lui qualcosa di buono?! Un sentimento addirittura? In lui? Draco Malfoy?
“Credo che tu sia stato un po’ troppo diretto Fred” i gemelli erano entrambi  in piedi, chini di fronte a Draco che sembrava imbambolato.
“Malfoy” Geroge gli strinse il braccio “Ehi Draco, stai bene?” fece scuotendolo un po’;
“Draco a quel contatto riprese coscienza della realtà “S-si, sto bene grazie”.
“Sembra che hai preso una botta in testa” intervenne Fred,
“Non ci aspettavamo questa reazione” convenne George.
Draco affilò lo sguardo “ Non può piacermi la Granger” mormorò “ L’ho detestata per anni, lei e la sua saccenza, la sua risposta pronta, i suoi capelli indomabili, i suoi occhi…”
“L’hai osservata proprio bene amico” ghignò Fred sedendosi di nuovo, Draco arrossì impercettibilmente.
“Per me sei solo confuso” asserì George “Infondo sei un ex-mangiamorte redento” scherzò.
Draco scattò a quel commento, ma quando vide i gemelli sorridergli si rilassò, poggiò i gomiti sul tavolo e si prese la testa fra le mani “Sono ossessionato da lei” confessò “La cerco, vorrei parlarle ma so che se mi avvicinassi mi tirerebbe un pugno nella migliore delle ipotesi” ammise.
I gemelli risero “Questo è sicuro” dissero;
Fred lo guardò “Dunque Malfoy, ci limitermmo a darti due buoni consigli per sopravvivere a Hermione” .
“Primo consiglio” intervenne George facendo un segno col dito “Teniamo molto a Hermione e ha già sofferto abbastanza per nostro fratello” il loro sguardo si incupì un istante al ricordo di Ron “ Perciò vedi di trattarla bene” concluse sorridendogli.
“Secondo consiglio”  aggiunse Fred con un gesto della mano analogo a quello del gemello “Sii te stesso, magari un po’ meno viscido” concluse ghignando.

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