Aigall

di LuLLuGi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prima parte ***
Capitolo 2: *** Seconda parte ***
Capitolo 3: *** Terza parte ***
Capitolo 4: *** Quarta parte ***
Capitolo 5: *** Quinta parte ***
Capitolo 6: *** Sesta parte ***



Capitolo 1
*** Prima parte ***


Da un po' di giorni mi succedono cose strane e sto iniziando a pensare di essere pazza. L'altra sera mentre dormivo ho sentito il rumore di una pallina che rimbalzava contro il lampadario della mia stanza, ho aperto gli occhi e non c'era niente ma quel ticchettio continuava. Ero immobilizzata non riuscivo a muovermi. A un certo punto ho preso coraggio e sono uscita dalla mia camera e sono andata in bagno a fare la pipì come se non fosse successo nulla, non mi sembrava il caso di svegliare i miei genitori. Ma quel rumore mi ha seguito anche in bagno, così una volta che ho fatto tutto sono andata in una grossa stanza in cui teniamo poche cose, mi sono seduta per terra con le spalle al muro e mi tenevo strette le gambe, sperando che non mi seguisse anche qui. Dopo una mezzoretta con le lacrime agli occhi mi alzo da terra e ritorno nella mia stanza. Non mi sono addormentata subito, c' è voluto un po' dal momento che la cosa mi ha scosso. Altre volte mi capita di sentire dei passi o qualcuno che parla. Forse mi sono impressionata troppo e adesso sento e vedo cose che sono solo nella mia testa. Non l'ho raccontato a nessuno, nemmeno alla mia migliore amica perché se no mi prenderebbe per pazza, come é successo l'ultima volta che gli ho chiesto se crede nei fantasmi. Si é messa a ridere, mi sono sentita una stupida. Sono pronta per andare a fare una passeggiata con la mia cara amichetta Emma. Prendo la borsa e cade qualcosa che quando sbatte per terra fa molto rumore. Sembra una diamante o qualcosa del genere, brilla di una luce intensa. Sono così attratta da tutto questo splendore e calore da volerlo prendere in mano e stringerlo forte al mio petto, ma prima di poterlo fare mia madre apre la porta violentemente, urlando "Elettra cos'hai rotto? Ho sentito qualcosa sbattere a terra." Perché deve sempre pensare che abbia rotto qualcosa ogni volta che faccio cadere qualcosa. "Mamma non ho rotto nulla, vedi ho preso in mano la mia borsa e da quella é caduto quello." Lo indico con la mano destra, ma appena giro la testa. "Hai raccolto una pietra e te la sei messa nella borsa?" Mi guarda sbigottita e anch' io lo sono. "Ti giuro che prima che entrassi in questo modo brillava e emanava calore." Dico gesticolando. "Figlia mia, mica quella pietra ti é caduta in testa? Oppure fai uso di qualche sostanza?" Si volta e se ne va via alzando la testa al cielo. Adesso alla lista delle stranezze posso aggiungere anche questo. Fantastico! Raccolgo la pietra o quello che é da terra e la metto nella borsa per farla vedere a Emma e raccontargli tutto. Spero solo che non mi rida in faccia come l'ultima volta.

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Capitolo 2
*** Seconda parte ***


Come al solito Emma é arrivata prima di me. Non é che ritardi semplicemente arrivo puntuale, mentre lei é possibile che arrivi dieci o cinque minuti prima. "Emma oggi mi é successa una cosa pazzesca, al quale potrai scegliere di credere oppure no." Mi metto a trafugare nella borsa per prendere la pietra. "Elettra anch'io ti devo raccontare una cosa che mi é successa oggi." "Bene allora inizia tu, perché non credo che sia paragonabile alla mia." Mi fa un sorriso e poi risponde "Mi hai portato a vedere la pietra che stai cercando nella borsa per raccontarmi che si é illuminata, dopo che é caduta a terra dalla tua borsa senza sapere che fosse lì. Inoltre la stavi per prendere in mano, ma é arrivata tua mamma e la magia é sparita." Racconta tutto gesticolando e facendo facce strane, ma la cosa più strana di tutte non é la sua faccia ma che lei sapesse già tutto. "Come fai a saperlo?" Prende un grosso respiro "Mi trovavo sul letto mentre leggevo delle storie quando ad un tratto ho visto lo specchio illuminarsi e mi sei comparsa tu. Ero in uno stato di trans dal quale non riuscivo a liberarmi, avrei voluto fargli un video o una foto ma non ci sono riuscita. É come se avessi avuto una visione, non so se tu la pietra l'hai vista prima o mentre ho avuto la visione. La cosa peggiore é che alla fine avevo un gran mal di testa che é durato poco ma a me é parso un'eternità." Cosa significa tutto ciò, non ha senso. Prima i fantasmi adesso le visioni, stiamo sclerando entrambe? Forse é colpa del caldo di giugno. "Cosa facciamo Elettra? Va bene é una figata quello che é successo però non voglio riprovare di nuovo quel terribile dolore." La pietra ricomincia ad illuminarsi quando Emma avvicina la mano per toccarla. Più si avvicina e più si illumina. Per paura allontana la mano. "Forse dovresti toccarla per vedere cosa succede. Ti assicuro che non brucia, emette solo questa forte luce." "Va bene." Lo dice con un po' di insicurezza ma tocca subito la pietra e un fascio di luce ci avvolge. La mia mano inizia a diventare rossa e a sgretolarsi. Lo stesso succede a quella di Emma, però la sua é diventata verde. Cerchiamo in ogni modo di togliere le mani da quel maledetto oggetto, anche se non fa male. A un certo punto arriva un ragazzo che pronuncia una strana frase, penso che fosse latino e tutto finisce. L'unico problema é che siamo in un altro posto. Il ragazzo prende il sasso e lo passo a un'altro ragazzo che lo mette dentro una specie di teca e si presenta. "Piacere mi chiamo Daniel, mentre lui é Fernando." Sono due bellissimi ragazzi. Il primo ha gli occhi azzurro intenso e i capelli biondi, mentre il secondo ha gli occhi verde scuro e i capelli castano chiaro. In ogni caso che cosa sta succedendo. "Grazie per averci liberato dalla pietra, però dove siamo e soprattutto come siamo arrivate qui. Mica ci avete drogato con qualche gas rilasciato nell'ambiente?" Dico insospettita e loro si mettono a ridere e Fernando risponde "Quella cosa non é una pietra é un tele trasportatore e no, non vi abbiamo drogato." Cosa? "Mi vuoi dire che quella diavoleria che ci stava per uccidere era un tele trasportatore?" Dico in modo agitato. Diavolo é un miracolo che quel ragazzo sia arrivato in tempo e ci abbia salvato la mano. "Chi ha detto che sareste morte, avreste solo perso la mano." Dice Fernando, mentre Daniel, che brava ho già imparato i loro nomi, sorrideva. Emma si alza di colpo e dice "Primo io mi chiamo Emma, secondo lei si chiama Elettra e terzo perché quella pietra c'è l'aveva la mia amica?" "Quarto?" Dice Fernando in modo ironico, mentre Emma si stava incavolando. "Calmatevi, non c'è motivo di litigare. Comunque é un piacere conoscervi di persona, perché noi sappiamo già tutto di voi e sapevamo già quello che é successo, quindi non avreste mai perso la mano, era tutto calcolato. È normale che su di voi abbia avuto questo effetto." Dice Daniel con voce ferma e rassicurante. "Inoltre volevamo voi due, perché siete più speciali di quanto pensiate. Quindi io e il mio amico vi diamo il benvenuto a Aigall."

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Capitolo 3
*** Terza parte ***


"Su Elettra svegliati sone le 11:39, hai dormito abbastanza." Cosa era tutto un sogno? Com'è possibile, sembrava tutto così vero. Prendo il telefono e vedo una chiamata persa di Emma, così la richiamo. "Non ci credo che era tutto un sogno." Dico sconvolta. "Nemmeno io, infatti oggi dovremmo tornare dove tutto ha avuto inizio, magari troviamo qualcosa." "Ci vediamo quando entrambe abbiamo finito di mangiare?" "Se vuoi puoi venire a mangiare a casa mia, intanto i miei non ci sono." "Va bene arrivo." Mi preparo velocemente e vado.

A casa di Emma...

"Eccomi." Entro e ci sediamo al tavolo e pranziamo, aveva già preparato tutto. "Secondo te gli rivedremo quei ragazzi? Mi dispiace che sia stato un sogno, alla fine erano simpatici e soprattutto carini." Emma non è d'accordo. "Si condivido sul fatto della bellezza, però quello castano a me non piace. Secondo me é troppo montato e poi hai sentito come mi rispondeva." "Infatti era simpatico." Spero solo che siano persone in carne ed ossa che esistano veramente, perché in caso contrario la nostra sanità mentale è andata a farsi benedire. "Comunque tra i due il più bello è Daniel, è stupendo e poi hai visto come mi guardava. Secondo me gli piaccio." Ed ecco la vecchia Emma egocentrica. "Veramente non ci ho fatto molto caso." "Come non ci hai fatto caso? Ovvio che gli piaccio, sicuro." Mi metto a ridere per il modo buffo in cui lo ha detto. "Mi sono dimenticata di chiedere a quei due ragazzi se tutte quelle cose strane che mi succedevano erano causa loro." Emma annuisce. "Beh non ci hanno nemmeno dato la possibilità, anch'io volevo chiedergli delle mie visioni." "Visioni? Quella della pietra non era la prima?" Abbassa la testa come se si sentisse in colpa per non avermelo detto. "Non è da molto tempo, sono pochi giorni. Quella non è stata la prima." Non capisco perché non me l'abbia detto, però magari se ne vergognava. "Sai che a me puoi dirmi tutto." "Si lo so Elettra, però  non ti ho detto niente perché credevo che fossero dei sogni." A un certo punto Emma si pietrifica e dice di girarmi. "Emma non dirmi che c'è un ragno dietro di me! Che schifo." Dico urlando. Mi volto piano e c'erano quei due ragazzi. Non so se essere felice o inquietata. Spero che non abbiano ascoltato la nostra conversazione. "Ragazze grazie dei complimenti." Credo di essere diventata rossa per l'imbarazzo e anche Emma ha cambiato colore in faccia. "Avete ascoltato tutto." Dice Emma mettendosi le mani in faccia. Fernando e Daniel annuiscono. "Va bene ragazze ora è meglio andare." Dice Daniel e quel fascio di luce ci circonda di nuovo. Siamo tornate dove eravamo ieri, ma stavolta c'era un altra ragazza, magari é la fidanzata di uno di loro due. "Posso chiedervi perché ci spiavate." Dico infastidita. "Veramente siamo obbligati a spiarvi, è il nostro incarico." Incarico?! "Quindi quei rumori che sentivo li facevate voi per divertirvi? Non è stato divertente." Daniel mi guarda strano. "Rumori? Veramente non abbiamo fatto rumore proprio per non spaventarti, anzi spaventarvi dal momento che io controllavo Emma e Fernando te." Daniel si volta verso Fernando che faceva finta di niente. "Mi dispiace non volevo spaventarti, ma in alcuni momenti mi annoiavo e allora." "Allora niente Fernando, ci vuole professionalità." Sono veramente incavolata, in questi giorni non ho dormito per colpa sua. Inoltre pensare che ci guardavo ogni istante della giornata mi mette i brividi. Voglio andarmene di qua. "Emma, Elettra lei è Charlotte." Charlotte ma che me ne frega, qui sono fuori di testa me ne voglio andare. Mi guardo intorno per capire dov'è l'uscita, ma è inutile. "Perché ci avete riportato qui." Dico. "In sintesi vi spiegheremo perché siete speciali." 

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Capitolo 4
*** Quarta parte ***


"Adesso vi spiego perché siete state reclutate." "Reclutate? Io veramente Daniel avrei preferito di no, se questo consiste stare con certa gente." Dice Emma riferendosi a Fernando. Daniel la guarda male e poi riprende. "Prima però vi devo spiegare chi siamo noi tre. Io sono il comandante di questa squadra, il mio elemento è l'aria, la mia arma specifica é l'arco e il mio angelo protettore é il drago alato." Se come no e io dovrei crederci, adesso vorrebbe dirmi che siamo dei supereroi. Allora a questo punto voglio vedere che elemento ho io, se c'è l'ho. Magari il mio potere è attirare le pietre. "Adesso è il mio turno Daniel. Allora partiamo dal principio sono Fernando, il mio elemento è il fuoco, la mia arma specifica è lavorare qualcosiasi materiale dal quale ricavare armi e il mio angelo protettore è la fenice." Però a pensarci potrebbe essere vero dopo il fatto della pietra. "Alla fine tocca a me presentarmi. Io sono Charlotte, il mio elemento è l'acqua, la mia arma specifica è la shuriken -credo che dalla mia faccia è da quella di Emma abbia capito che non sappiamo che cosa sia quell'arma che ha nominato- ovvero sarebbe la stella ninja. Infine il mio angelo protettore é Medusa, penso che sappiate chi sia." È come se so chi è Medusa. Devo ricordarmi di portare un paio di occhiali per evitare il peggio, non si sa mai che impazzisca ad un tratto e ci pietrifichi tutti. "La morale della storia è che tra armi e protettori siete fortissimi, perciò cosa vi serviamo. Alla fine siamo umane." Lo dico aspettandomi che qualcuno ci dica che anche noi abbiamo qualche strano potere. "Veramente -dice Daniel sorridendo- non siete così umane. Tu possiedi tutti e quattro gli elementi, ovvero sei una guardiana o meglio sei la nostra guardiana. La tua arma specifica è la katana e il tuo angelo protettore è il samurai. Mentre Emma come elemento ha la terra, la sua arma specifica è la natura e i tuoi protettori sono le Muse." Sarei una guardiana? Inoltre pensavo di possedere uno dei quattro elementi non mi aspettavo di certo tutti e quattro. Come si fa a gestirli tutti contemporaneamente. Ho paura di non esserne all'altezza e fare solo dei guai. "Comunque ragazze voi siete qui perché un grosso male incombe sulla Terra, ed è il Male. Diciamo che il mondo è diviso in Bene, dove siamo noi e Male, dove si trovano le forze oscure comandate da Alexander, che per nostra sfortuna ha capacità simili a quelle di Elettra, quindi tu sei l'unica che può fermarlo, ovviamente sempre con il nostro aiuto. Però solo dopo che sarete pronte daremo inizio alla missione, ci vorrà tempo e dovrete abbandonare la vostra vita quotidiana." Immaginavo che stare qua significasse rinunciare alla vita di ogni giorno, però non me la sento di abbandonare tutto. Come farò senza i miei genitori. "Senti Daniel non me la sento. Inoltre se non torno a casa la mia famiglia soffrirà , quindi io mi tiro indietro." Emma sta in silenzio non dice nulla come se acconsentisse a rimanere lì, perché? Fernando inizia a parlare "Il punto è che rimanere qui è un obbligo, non avete scelta. Tranquille se tornerete sulla Terra nessuno si ricorderà di voi, è come se non foste mai nate." Non ci credo, è impossibile che siano riusciti a cancellare ogni nostra traccia, è solo un modo per farci rimanere qui. "Certo e dovrei crederci, portami subito a casa!" Dico urlando ma a un certo punto mi sento molto stanca e le gambe mi cedono anche se cerco di resistere. L'unica cosa che sento è Emma urlare e dopo il silenzio.

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Capitolo 5
*** Quinta parte ***


Dove diamine mi hanno portato? Sono in una camera da letto e almeno hanno avuto la decenza di non lasciarmi dormire per terra. Ma Emma dov'è. Mi alzo dal letto e mi dirigo verso la porta per capire dove hanno portato Emma, ma la porta è chiusa a chiave. Che bello rimarrò qui chiusa a vita, mi cresceranno i capelli e potrò impazzire credendo di essere Rapelonzolo bloccata sulla torre di un castello. Oh no, sto già delirando! Inizio a tirare pugni sulla porta e a urlare per attirare l'attenzione di qualsiasi persona anche cosa. "Qualche buon uomo potrebbe venire a liberarmi. Mi hanno rinchiusa contro la mia volontà. Bene allora troverò un modo per uscire da sola, non ho bisogno dell'aiuto di nessuno." Chiudo la frase tirando un calcio sulla porta, però mi faccio molto male. "Credo di essermi rotta un piede." Dico a voce alta e qualcuno mi risponde "Nessuno ti sentirà, ti trovi al piano più altro di questa immensa struttura. Penso che ti abbino portato qui per impedire che tu possa scappare e per non farti trovare da me." Non capisco da dove venga la voce, quindi mi guardò intorno per capire che diavolo sta succedendo, ma ad un tratto comparare dal nulla un ragazzo alto, con i capelli neri e gli occhi più chiari del ghiaccio. "Chi sei." Devo dire che gli occhi sono stupendi però perché gli strambi li devo conoscere tutti io, già mi sono bastati gli altri due. "Mi chiamo Alexander e oggi sono qui per conoscerti." Aspetta, questo nome l'ho già sentito. Ah è quello del male. "Piacere io sono Elettra." Li porgo la mano. "Vedo che ti piace scherzare." Veramente volevo essere carina ma evidentemente dalle sue parti sono abituati ad intrufolarsi nelle proprietà altrui e a far spaventare la gente. Sento aprire di colpo la porta e il tipo non c'era più. "Finalmente siete venuti ad aprirmi. Cosa volevate fare? Farmi morire di fame?." Dico a Daniel incavolata perché ho veramente fame. "Con chi stavi parlando?" Prima mi riconglioniscono, poi mi rinchiudono e adesso mi chiede con chi stavo parlando. Sarebbe stato più carino da parte sua se mi avesse chiesto come sto, se ho dormito bene o qualcosa del genere. "Ho conosciuto Alexander. Un tipo strano ma non mi dispiace." "Cosa ti ha detto." La prossima volta registro la conversazione così non mi fa più tutte queste domande. "Ma niente di che, solo che è venuto a conoscermi e che siete degli allocchi. Non ha usato questo termine però penso che la morale era questa, perché diceva che mi avete portato qui per proteggermi da lui ma se è riuscito a trovarmi evidentemente un po' allocchi lo siete. Senza offesa ovviamente, questa è una critica costruttiva per la prossima volta." Daniel dalla faccia sembra offeso e preoccupato. Mi strattona fuori dalla porta e mi trascina dentro una specie di ascensore che ci porta in un atrio nel quale c'era anche Emma. Sono contenta che stia bene e non gli abbino fatto niente. Le corro incontro e gli do un grosso è forte abbraccio. "Dov' eri, io era in una camera da letto." Emma è sconvolta come se avesse scoperto qualcosa di sconvolgente. "Emma preferisci dirglielo tu." Dice Daniel e lei annuisce, poi lui riprende. "Però è meglio se prima ci sediamo nella sala degli ospiti. Nessuno verrà a disturbarci." Ci portano in una grossa sala con al centro un piccolo tavolo rotondo in legno massiccio e vicino c'è un divano ad angolo. Ci sediamo e Emma incomincia a parlare "Voglio raccontarti tutto quanto io, perché ti conosco meglio di loro e poi ti considero come una sorella. Non so da dove iniziare, è difficile -Tutta questa tensione mi fa pensare che sia successo qualcosa di grave-. Lo so che non ami i giri di parole." Sì in effetti gli odio "Allora arriva al punto." Dico frettolosamente per fare in modo che Emma non si perda in fronzoli e dica tutto. "Sei stata adottata. I genitori con cui vivi non sono quelli biologici. Tu sei un demone." Un demone. Non capisco. Perché i miei non me l'hanno detto. "Va bene sono un demone, ma come mai siete venuti adesso a cercarmi e a rovinarmi la vita." L'unico a dire qualcosa è Daniel "Senti mi spiace che tu non ne sapessi nulla, ma se vuoi potrai conoscere i tuoi genitori biologici, loro ne sarebbero felici." Che belle cose da dire in questi momenti. "Senti, io una famiglia ce l'avevo prima che arrivaste voi a stravolgere tutto, ora per colpa vostra non ho nemmeno quella. E no grazie non voglio conoscerli perché per me saranno sempre degli estranei." Dico tutto ad un fiato poi mi fermo e scoppio in lacrime. "Elettra mi dispiace, ma questo è il tuo destino." Destino. Ma che favola spara "Voi non siete nessuno per scegliere il mio destino, sono io che scelgo chi essere." Mi alzo dal divano perché mi sento caldissima, sembra che stia per esplodere per quanto ho caldo. Le mie mani stanno cambiando colore e consistenza. Inoltre ad un tratto sento il pavimento sotto i miei piedi ammorbidirsi. Allora abbasso lo sguardo e sto sprofondando nel pavimento. Sto circando di liberarmi in ogni modo ma non riesco. Daniel si alza dal divano e con voce rissacurante e dolce dice "Elettra ora ascoltami, devi rilassarti se no il fuoco prenderà il sopravvento e ti consumerà." E con questo dovrei stare tranquilla? Però c'è la posso fare, devo dimostrargli che sono più forte di quanto pensino. Poi Daniel continua "Brava tranquillizzati, pensa a cose belle. Sai ti siamo venuti a cercare adesso perché sei maggiorenne e ora è l'età giusta per poter imparare a controllare tutto questo." Finalmente riesco a liberarmi e la temperatura del mio corpo è tornata normale. Mi sa che dovrò imparare ad avere più controllo su tutto questo potere. 

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Capitolo 6
*** Sesta parte ***


Mi sono alzata da poco e sto pensando a quello che è successo ieri. Se non riuscissi a controllare il mio potere, mi ucciderei da sola. Inoltre ieri se non fosse stato per Daniel non so cosa mi sarebbe successo, forse mi sarei squagliata come una bambola. Ho paura e per questo è meglio che rimanga qua. Imparerò  a usare i miei poteri e a controllare le mie emozioni e forse quest'ultima cosa sarà la più difficile. Qualcuno bussa alla porta, magari è Emma, dopo quello che è successo ieri non ci siamo parlate. "Avanti è aperto." La mia pigrizia mi impedisce di alzarmi per andare ad aprire la porta. È Fernando ed è inaspettato, cosa vorrà. Sono seduta sul letto e lui è in piedi davanti a me. "Ti do dieci minuti per prepararti, io ti aspetto qua." Mi porge un borsone nero con un simbolo sopra, c'è un drago. "Prepararmi per cosa?" Fa un sorrisino  diabolico e risponde "Per l'addestramento." Addestramento? Ma se non corro da quando la scuola è finita. "Se mi rifiutassi?" Fa un passo indietro e fa cadere il borsone per terra e me lo porge con un calcio. "Non ti converrebbe Elettra, ci sarebbero conseguenze molto brutte, tipo lavare le scale di questo palazzo." "Adesso che ci penso mi farà bene." Prendo il borsone e vado di corsa in bagno e Fernando urla "Mi sono dimenticato di dirti che i 10 minuti sono cronometrati, quindi non sforare." Ma questo è pazzo, come faccio a sapere quanto tempo sta passando senza nemmeno un orologio. Comunque farò molto veloce per non rischiare che mi diano una punizione. Dentro il borsone c'è una maglia nero a collo alto, maniche corte e leggermente larga con di nuovo il simbolo del drago in oro. Un pantalone nero non troppo aderente  con a livello delle ginocchia una spessa striscia in oro e scarpe da ginnastiche bianche. Penso di averci messo cinque minuti. Esco dal bagno e sono già stanca. "La maglia va dentro il pantalone e se non te ne sei accorta c'è una cintura." Che precisino. "Con tutto sto nero non me N'ERO accorta. L'hai capita. Nero e N'ERO." Dico gesticolando e facendo una faccia d'allocca. "Si era carina." E mi dà un cinque. Sto ragazzo lo adoro sempre di più. Alla fine mi sa che andremo d'accordo. Mi aggiusto e scendiamo le scale. Usciamo fuori dal palazzo e scopro che ci sono altre strutture. Sono posizionate tutto intorno alla struttura da cui siamo usciti e ancora non capisco il motivo, dal momento che ci sono tutti ragazzi con poteri o almeno credo. "Fernando ti posso chiedere il motivo della disposizione di tutte queste strutture." Mi mette un briaccio sulle spalle e dice "Devi ancora imparare molto, anzi tutto. Testona qua abita la regina con il re, le figlie e i figli, se no perché ci avrebbero concentrato tutti qua." Non l'ho mai vista da queste parti, ma c'è anche da dire che non esco molto dalla mia stanza, anche se ora non mi tengono prigioniera come facevano all'inizio. Siamo arrivati in un campo di addestramento, ma Fernando ha detto che ancora non sono pronta per questo e sarà meglio iniziare con qualcosa di più tranquillo. Però secondo me lui non sa cosa significa "tranquillo", perché ha detto che dovrò correre per un'ora attraverso un bosco che circonda tutto il complesso degli edifici. Prima odio gli insetti e secondo perché mi ha portato fin qua se non correrò su una pista asfaltata come le persone normali. "Elettra correrò io con te per mostrarti che non è così difficile." Dai almeno non mi lascierá sola. 

Stiamo correndo da trenta minuti e non mi sento più i polmoni, credo che morirò. Mentre Fernando non soffre. Non capisco più se sto correndo o se sto muovendo le gambe in modo strano. Anzi forse non mi ricordo nemmeno più come si corre, così mi metto a pensare prima la gamba destra e poi quella sinistra, dai ci puoi riuscire.  No basta, non c'è la posso fare! "Fernando ci possiamo fermare, non riesco più a continuare." "Si per oggi va bene così, però non puoi sederti, continueremo a camminare . Sai pensavo che avresti ceduto prima." Crede che sia una persona che molla subito? Io mollo solo dopo un po'. "Fernando, che lingua era quella che ha usato Daniel quando ha liberato me e Emma." Lo so che questa domanda è uscita dal nulla, ma è una cosa che mi incuriosisce molto. "Questa lingua è sconosciuta, ovvero la parliamo solo noi. Si chiama Ogami. Per te sarebbe impossibile impararla, però è possibile che tu la conosca a causa delle tue origini." Le mie origini, non è una cosa su cui ci ho pensato molto. "Perché Emma non mi rivolge più la parola?" Ci fermiamo. "È colpa delle visioni che ha continuamente. Non gli permettono di dormire. Quella che vedi sulla sua faccia è stanchezza." Mi fa un sorriso e ricominciamo a camminare. Stanchezza? Secondo me gatta ci cova. Devo indagare e scoprire quello che le stanno facendo. "Invece riguardo alla mie origini, mica sono figlia del re o della regina?" Gliel'ho chiesto perché nei libri è sempre così. I miei genitori biologici potrebbero essere il re e la regina, ma in ogni caso non mi interesserebbe fare amicizia con loro,  non si sono fatti vedere una volta. "Come ti è venuta in mente una cosa del genere? Sei un demone, ovvero i tuoi genitori biologici sono le forze oscure." Io credo che non sia così, perché come avrebbero potuto darmi origine. "Ma cosa sono un mostro?" "Più o meno si. Comunque stasera incontrerai i nobili al ballo in onore delle stelle." "Quindi in mio onore." A volte mi escono così queste simpaticissime battute. "Comunque non verrò perché non ho un abito. Mi avete trascinato qua senza nemmeno un cambio. Se non fosse stato per le bravissime sarte che lavorano nel palazzo a quest'ora sarei con gli abiti di pochi giorni fa." Eh si perché questi intelligentoni pensano solo ai propri interessi. "Di quello non ti devi preoccupare è tutto sistemato." Con tutte le domande che gli ho fatto sembra che questa camminata sia durata cinque minuti. Però mi accorgo di un cartello su cui c'è scritto il nome del palazzo: Ecigam. Chissà cosa significa questo nome strambo. 

Sono appena uscita dal bagno dopo una bella doccia rinfrescante. Adesso devo solo asciugarmi i capelli e indossre l'abito che mi è stato lasciato sopra il letto quando sono tornata dalla corsa/passeggiata. Oltre al vestito c'è anche una lettera e un ciondolo. La lettera dice: 

"Cara Elettra per adesso non sai niente su di me, ma io so molto su di te, anzi tutto. Mi farebbe piacere se ci vedessimo un giorno di questi. Sarò io a cercarti e ti dirò chi sei e quello che succederà a Emma. Anche se stasera,suppongo,che lo  verrai a sapere da sola. Non dovrai raccontare a nessuno della lettera e nemmeno del ciondolo, che presto ti servirà.

Muisab da Alexander."

 

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