Newton Academy Loves

di Soul Mancini
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 32 ***
Capitolo 33: *** Capitolo 33 ***
Capitolo 34: *** Capitolo 34 ***
Capitolo 35: *** Capitolo 35 ***
Capitolo 36: *** Capitolo 36 ***
Capitolo 37: *** Capitolo 37 ***
Capitolo 38: *** Capitolo 38 ***
Capitolo 39: *** Capitolo 39 ***
Capitolo 40: *** Capitolo 40 ***
Capitolo 41: *** Capitolo 41 ***
Capitolo 42: *** Capitolo 42 ***
Capitolo 43: *** Capitolo 43 ***
Capitolo 44: *** Capitolo 44 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1



La macchina camminava in una strada di campagna poco distante dal mare. Si sentiva appena l’odore dell’acqua salmastra e Cathleen guardava fuori dal finestrino. La ragazza aveva i capelli lunghi alle spalle, lisci, color miele. Erano morbidi e delicati come quelli di una bambina. Gli occhi nocciola erano grandi e puri come due pietre nel fondale marino. Quel giorno indossava una maglietta viola a maniche corte, un paio di jeans scuri e le Converse nere.

Ormai aveva compiuto i tanto attesi quattordici anni e stava andando in una nuova scuola superiore. La scuola ospitava ragazzi delle medie e delle superiori, quindi Cathleen avrebbe potuto frequentarla insieme alla sorella. Sua sorella Tiffany aveva già frequentato quella scuola per due anni e questo la tranquillizzava perché avrebbe avuto qualcuno su cui fare affidamento se il suo primo anno di liceo si fosse rivelato un disastro totale. Ma per il momento la sorella era ancora a Seattle con gli zii per le vacanze estive e Cathleen doveva sopravvivere per una settimana in attesa dell’arrivo di Tiffany.

Ad un tratto vide apparire in lontananza una struttura dai muri giallo acceso.

Sarebbe quella la scuola?” chiese senza staccare gli occhi dall’edificio a cui man mano si avvicinavano sempre più.

Sì” rispose distrattamente la madre, intenta a digitare un numero al telefono.

Ma è enorme! E se mi perdo?!”

Il padre accennò un sorriso. “Tua sorella si è mai persa?” domandò.

No...”

E allora…”

Cathleen sospirò.

La macchina si fermò nel grande parcheggio e Cathleen scese. Mentre suo padre scaricava le valige, la madre parlava al telefono con Tiffany.

Quando varcarono il cancello, Cathleen poté finalmente vedere la scuola dove avrebbe dovuto alloggiare. Al centro c’era un grande edificio attorno al quale si estendeva un cortile enorme. C’erano parecchi campi da gioco ed era pieno di aiuole e panchine. Gli studenti camminavano allegri con enormi sorrisi sulle facce abbronzate e si scambiavano baci e abbracci, schiacciati dal peso delle enormi valigie. A destra si scorgeva una piccola pineta e qualche negozio. Tutto intorno si vedevano edifici. A sinistra si srotolava una stretta stradina sterrata che conduceva alla spiaggia.

Oh, wow!”

Cat, dobbiamo andare.”

La voce di sua madre la riscosse dalla fase di shock in cui era entrata.

Devi andare all’edificio centrale in segreteria, farti dare l’orario delle lezioni e il numero della stanza, ok?”

Sì. Spero di sopravvivere. Chiamatemi quando arrivate. Ciao.”

Baciò e abbracciò i genitori, poi corse via.

Percorse qualche metro, girò intorno a una grande aiuola e attraversò qualche stradina, poi svoltò e si ritrovò davanti a un bar. Solo in quel momento si accorse di non sapere dove fosse finita. Fantastico, era arrivata da appena tre minuti e si era già persa. Ottimo modo per iniziare la giornata!

Notò una ragazza più o meno della sua età che cercava qualcosa con lo sguardo, allora prese coraggio e si avvicinò.

Ciao, che cerchi?” si fece avanti. La ragazza aveva i capelli nero corvino legati in una lunga treccia. Gli occhi neri e profondi come se non avessero un fondo. Indossava un vestito azzurro al ginocchio e un paio di ballerine nere. Abbozzò un sorriso.

Ehm, ciao. Sto cercando Ben Addams. Comunque non mi sembra di conoscerti…”

Ben Addams?”

Sì. È difficile trovare una persona in un posto così grande! Potrebbe essere dappertutto!”

Anche tu devi andare all’edificio centrale?”

Annuì. “Devono assegnarmi delle compagne di stanza. Jodian e Amber, le mie vecchie compagne, sono andate via.”

Scusa, non mi sono presentata. Mi chiamo Cathleen.”

Io sono Lisa.”

Bene, andiamo!”

Dopo aver percorso una strada che a Cathleen non sarebbe mai entrata in testa, arrivarono all’edificio centrale.

Ad attenderle in segreteria c’era una signora sui quarant’anni bionda e snella.

Ciao ragazze, io sono la responsabile dei dormitori femminili, mi chiamo Anne. Siete Catleen Anders e Lisa Mattel?”

Le due ragazze annuirono.

Bene, mancavate solo voi! Sarete in stanza insieme, dato che sono rimasti solo quei due posti. Stanza 106. La potete trovare nell’edificio a nord. Buona fortuna!”

Cathleen e Lisa si scambiarono uno sguardo incredulo e corsero via.

Facciamo una pausa”, propose Lisa, dal momento che dopo la camminata sotto il sole con le valigie si erano stancate parecchio. “Prendiamoci una bibita e sediamoci a chiacchierare, tanto per trovare la camera c’è tempo!”

Aggiudicato!” rispose Cathleen.

Dopo aver preso un frullato, le ragazze si sedettero in un tavolo vicino alla grande fontana.

Allora” cominciò Lisa. “Siamo in stanza insieme, ma la stanza a quanto pare è per tre, chissà chi ci farà compagnia!”

Non ne ho idea. Avrei preferito fosse…” la ragazza fu interrotta dall’urlo della sua compagna di stanza.

Aaahhh!!! È Ben! È seduto sul bordo della fontana insieme ai suoi amici! Vieni, te lo presento!”

La afferrò per un braccio e la trascinò di corsa verso la fontana.

Lisa, aspetta! Il mio frullato!” urlò Cathleen, ma fu inutile.

Non c’è tempo!”

Arrivarono in men che non si dica alla fontana. Lisa per poco non saltò addosso a Ben, e si baciarono sulle labbra.

Cathleen distolse lo sguardo; odiava le smancerie in pubblico, che bisogno c’era di dare spettacolo?

Ben aveva i capelli castano scuro molto corti, gli occhi dello stesso colore e la carnagione olivastra.

Ciao Lise! Ti sono mancato?”

Sì, mi avevi promesso che mi avresti cercato subito! Per fortuna ho incontrato Cat.”

Ciao Ben!” salutò lei timidamente.

Ciao!”, rispose il ragazzo, “Ti presento i miei amici.”

Con un gesto teatrale della mano le presentò Michael e Alex.

Quest’ultimo attirò l’attenzione di Cathleen. Aveva i capelli neri lunghi quasi alle spalle tenuti da un codino. Gli occhi erano di un verde smeraldo acceso e intenso.

Ciao.” disse Michael.

Come va?” aggiunse Alex.

È fantastico! Siamo a un passo dalla spiaggia, la scuola è enorme, bellissima. Io e Lisa siamo in stanza insieme!” esclamò Cathleen in tutta risposta con aria sognante.

Dobbiamo ancora arrivarci, alla stanza. Questi bagagli mi stanno uccidendo!” si lamentò Lisa.

Ehm, vi accompagno io! Non vorrei che vi perdeste…” si offrì Ben.

Non sia mai! Non vi disturbate. La scuola è grande, ma non infinita. E poi io qui ci ho passato le medie!” lo rassicurò la sua ragazza.

Intanto Cathleen, che aveva occhi solo per Alex, disse: “Ma potremmo non arrivarci, quindi…”

L’amica la incenerì con lo sguardo.

Ce la facciamo benissimo da sole! Voi mi sottovalutate! Cioè, ok, ho un senso dell’orientamento pessimo, ma il campus è pieno di persone a cui chiedere! Insomma, siete appena arrivati, avete tanto da raccontarvi!”

Allora è meglio se andiamo” affermò Cathleen. “Dobbiamo sistemare tutta la nostra roba e vorrei finire prima di domani mattina!”

Le ragazze salutarono il gruppetto e andarono a cercare la loro stanza. Nel mentre che camminavano, chiacchieravano.

Ti piace Alex!” esclamò Lisa.

Cooosa? Ma se sono appena arrivata, non lo conosco neanche!”

Ma dai! Non facevi altro che guardarlo!”

Vabbè, non è male…” borbottò.

Ah, l’amore!”

Ti prego, stai zitta!”

Perché non ammetti che ti piace?”

Cathleen si guardò intorno.

Perché abbiamo appena trovato la stanza!” esclamò.

Andiamo!” gridò Lisa, piena di eccitazione.

Bene, entriamo.”

Cathleen si avvicinò alla porta girò la chiave nella serratura e abbassò la maniglia.

Quando entrarono, trovarono una ragazza dai lunghi capelli neri e lisci con delle ciocche fucsia brillantinato.

Aveva gli occhi azzurri contornati dalla matita nera. Indossava un top viola che lasciava poco spazio all'immaginazione, una minigonna nera e un paio di scarpe con la zeppa sempre viola scuro.

La stanza era spaziosa, con un letto a castello e uno singolo. Attaccata a una parete regnava una grande scrivania e i mobili erano in legno chiaro.

Lisa deglutì rumorosamente.

C-ciao.” si fece avanti Cathleen.

La ragazza le esaminò per qualche secondo.

Ciao” rispose freddamente, “Sono Alice.”

A quel punto Lisa aprì finalmente bocca.

Io adoro il letto di sopra, posso mettermi nel letto di sopra?”

No! Il letto di sopra è mio! Sai com’è, chi tardi arriva, male alloggia!” sbottò Alice acidamente.

Ci hanno per caso scritto il tuo nome?” si fece avanti Cathleen. Non le piaceva discutere, ma non sopportava le persone arroganti.

No, ma io sono arrivata per prima e faccio quello che voglio! Queste sono le regole se volete una convivenza tranquilla.”

Sarà, ma nessuno ti da il diritto di trattarci così. Che bisogno c’è? È così difficile dire le cose in maniera civile? Non chiedo altro!”

Ripeto: io non accetto ordini da nessuno!”

Ah, auguri, vedrai che farai carriera!” ribatté la bionda sarcastica.

Beh, se non ti va bene come mi comporto vai in un’altra stanza! Non sono problemi miei. Questa sono io, prendere o lasciare!”

Brava, complimenti!”

Detto questo, Cathleen scaraventò le sue cose sul letto sbuffando.

Lisa si avvicinò a lei e sussurrò: “Ma ti rendi conto con chi siamo finite in stanza? Questa è una schizzata!”

Ho visto di peggio. Sopravviveremo!”, rispose l’amica.

Come?”

Bisogna tenerle testa, se le diamo retta la facciamo sentire anche troppo importante. Dai, adesso sistemiamo la nostra roba.”

Mhm… forse hai ragione” convenne la ragazza dai capelli corvini.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2



Era passata una settimana da quando Cathleen era arrivata alla Newton Academy e quel giorno sarebbe tornata a scuola Tiffany Anders, sua sorella maggiore. Da quando lei e Lisa avevano dovuto convivere con Alice tutto si era rivelato molto più complicato. Ma nonostante tutto si era formato un gruppo: Cathline, Lisa, Ben e Alex. Insieme frequentavano alcune lezioni, mangiavano, andavano in biblioteca, studiavano e si divertivano.

Quella mattina Cathleen e Lisa si erano svegliate presto nonostante fosse domenica.

Secondo te con questo vestito vanno meglio le Converse viola o le ballerine nere?” chiese la ragazza dai capelli corvini mentre esaminava due paia di scarpe.

L’amica, intenta a pettinarsi i capelli, rispose con una smorfia.

Insomma! La volete smettere di parlare?!” sbottò Alice rigirandosi nel letto. “Sono le otto e mezza di mattina e vorrei dormire! Non vorrei avere delle brutte occhiaie!” aggiunse poi, con voce stridula.

Ma oggi arriva mia sorella. Voglio farle una sorpresa!” ribatté Cathleen, rivolgendo all’amica uno sguardo disperato.

Evviva” esclamò la scontrosa in tono sarcastico. “Arriverà un’altra buona a nulla alla Newton! Vi spiacerebbe uscire e lasciarmi dormire in pace?”

Ah, no! Prima devo decidere tra Converse e ballerine!” si intromise Lisa.

È uguale, tanto sei orribile lo stesso!” disse pungente Alice, girandosi verso il muro.

Cathleen sospirò mentre Lisa si infilava un paio di scarpe a caso e entrambe uscirono dalla stanza.

Dove ci dobbiamo incontrare con i ragazzi?” chiese la bionda.

Ho detto a Ben di farsi trovare vicino al Central Caffee, ma non so se saranno puntuali.”

Spero di sì” sussurrò piano Cathleen tra sé, ma non abbastanza piano.

Non vedi l’ora di rivedere Alex, eh?”

Sì, lo ammetto. Lo sai benissimo che mi piace. E poi spero che siano puntuali a prescindere, sai che odio aspettare! E comunque io non credo di piacere ad Alex.”

Lo dici solo perché è più grande di te di due anni.”

No, non è per quello. Comunque, Tiffany non sa niente di questa cotta per Alex e non voglio che lo sappia, altrimenti mi prenderà in giro tutto l’anno. Non glielo devi dire per nessun motivo al mondo. Prometti?”

Promesso!”


Intanto, nella stanza di Alex, si era propagato il caos. Ben era passato a prendere il suo amico, ma non era ancora pronto.

Insomma, Alex! Lo vuoi capire che siamo in ritardo di un quarto d’ora!? Cat e Lise ci staranno già aspettando!”

Lo so, ma sta arrivando Tiffany! Mi piace quella ragazza e tu lo sai bene! Non posso fare brutta figura, altrimenti non si innamorerà mai di me!”

Ti ricordo che io ho fatto colpo su Lise in un pigiama party organizzato dalla scuola media, ed ero in pigiama! Non c’è bisogno di mettersi bei vestiti per conquistare…”

Sì, sì! Smettila di blaterare e sistemami i capelli!”

Ma se hai il codino come diavolo faccio a sistemarteli?!”

Non lo so, sistemameli e basta! Come sto?”

Sai chi mi sembri? Mia sorella Emily al suo primo appuntamento con il suo ragazzo! Piantala di comportarti da ragazzina complessata e usciamo!”

Ma io stravedo per quella ragazza!”

Dopo due anni che le corri dietro non ti sei ancora arreso!? Perché invece non ti prendi la sorella, Cat? È molto carina!”

Sei impazzito! Io non voglio Cathleen, che cos’hai nel cervello?”

In questo momento ho l’immagine di due ragazze imbestialite perché ci siamo presentati con mezz’ora di ritardo, andiamo!”

Detto questo, Ben afferrò Alex per un braccio e lo trascinò di corsa in cortile.

Arrivati alla loro meta, i due ragazzi, sfiniti dalla corsa, si tuffarono nella prima sedia libera al tavolo nel quale le loro amiche si erano stabilite più di venti minuti prima.

Non ci credo che siete riusciti ad arrivare in ritardo anche questa volta!” li rimproverò Lisa.

Quando dovrebbe arrivare tua sorella?”, domandò Alex a Cathleen, ancora col fiatone.

Verso le dieci, quindi abbiamo cinque minuti per correre all’ingresso e aspettare che arrivi.”

Allora corriamo!” esclamò Lisa.

Non abbiamo forze! Abbiamo attraversato mezza scuola di corsa per arrivare qui! Scordati che adesso io mi metta a correre!” protestò Ben.

È un problema tuo! Peggio per te!” rispose la sua ragazza, spingendo indietro la sedia per alzarsi.

Concordo!” disse Cathleen, imitando l’amica. Le due cominciarono a correre ridendo.

Aspettate!” gridarono i ragazzi rimasti indietro.


Tiffany stava per arrivare alla Newton Academy. Aveva passato delle vacanze meravigliose a Seattle con la famiglia della zia Helen; adorava suo cugino Charlie e si divertiva un mondo con lui. Quando avevano passato il fine settimana in una casa al mare, aveva conosciuto Simon, di cui si era innamorata. Si erano messi insieme solo dopo quattro giorni, ma c’era qualcosa di magico che li legava.

Tiffany aveva i capelli biondo platino, lisci, poco più lunghi di quelli della sorella e gli occhi azzurri.

Molti la consideravano una barbie, ma non era mai stata una perfettina o vanitosa. Era il tipico maschiaccio e non si metteva problemi a sporcarsi un po’ le mani. Inoltre era molto spericolata e aveva sfidato un milione di volte Charlie a tuffarsi dagli scogli, anche se la zia non era d’accordo.

Arrivata al parcheggio, accostò l’auto e scaricò i suoi bagagli. Era impaziente di rivedere sua sorella e sapere se lì alla Newton aveva incontrato qualcuno di interessante, degli amici o qualche ragazzo. Voleva molto bene a Cathleen e non vedeva l’ora che entrasse nell’adolescenza per poterla aiutare nei momenti difficili, soprattutto nella prima cotta. Non aspettava altro!

Quando varcò i cancelli della scuola, la vide correrle incontro.

Cat!” gridò.

Tiffyyyyyy!!!” strillò l’altra stritolandola in un abbraccio che quasi le impedì di respirare. Conosceva bene quell’abbraccio, lo stesso che le dava ogni volta che stavano lontane più di quattro giorni.

Se mi chiami Tiffy ancora una volta, ti uccido!”

Il resto della comitiva guardava la scena sghignazzando.

Sono i tuoi amici, questi? Alex? Non me lo sarei mai immaginato! E tu sei… Tim, mi sembra.” disse Tiffany, avvicinandosi ai ragazzi.

Ben”, la corresse lui. “Tu e Alex eravate insieme a biologia e a francese, ti ho vista, ma non sapevo avessi una sorella minore. Beh, ora l’ho scoperto!”

Alex si fece avanti un po’ imbarazzato. Trovava Tiffany incredibilmente bella, anche se non era mai stato abbastanza coraggioso da chiederle un appuntamento.

Ciao! Ho saputo che la tua compagna di stanza non è più in questa scuola” annunciò.

Mary? Perché?” chiese lei confusa.

Alex si sentiva un perfetto idiota. Come sperava di conquistarla parlandole della sua compagna di stanza? Come minimo doveva farle un complimento, ma si vergognava infinitamente.

Ehm, non lo so.”

Una scusa in più per stare con noi!” si intromise Cathleen.

Ciao Tiffany, sono Lisa, l’amica e compagna di stanza di Cat” si presentò Lisa.

Molto piacere! Ma io ti conosco… l’anno scorso hai vinto un concorso letterario!”

Ehi, che ne dite di prendere una granita?” propose Ben.

Buona idea!” accettò Cathleen, e insieme si incamminarono verso il Central Caffee.


Ragazzi, ho una sorpresa per voi!” annunciò Alex mentre i suoi amici si sedevano a un tavolo con il vassoio del pranzo.

E che sorpresa è?” chiese Lisa incuriosita.

Aspetta e vedrai” rispose, poi andò via.

Dopo un po’ tornò con un ragazzo riccioluto.

Ragazzi, questo è mio fratello Lionel. Ha tredici anni e da oggi frequenterà la Newton. Vi dispiace se mangia con noi?”

Certo che può rimanere!” esclamarono i ragazzi quasi in coro.

Lionel aveva i capelli castano scuro ricci e molto fitti, abbastanza da formare una bella chioma e gli stessi occhi del fratello: verde smeraldo.

Ciao” disse evidentemente imbarazzato. Si sentiva a disagio in mezzo a tutti quei ragazzi più grandi perché nella scuola media che frequentava prima, generalmente stava con ragazzi della sua età.

Ciao Lionel! Io sono Lisa, chiamami pure Lise!” si fece avanti la ragazza dai capelli corvini.

Ciao! Tu… sei una ragazza del primo anno, vero?”

Sì, non sei l’unico nuovo, rilassati! Anche Cat è arrivata quest’anno.

Io sono Tiffany, ho sedici anni. Non so se Alex ti ha già parlato di me, sono la sua compagna di classe” si presentò Tiffany.

Alex deglutì rumorosamente e fulminò il fratello minore con lo sguardo. Eccome se aveva parlato di lei, ma non in veste di semplice compagna di scuola. Sperava che il fratello non dicesse niente che potesse far insospettire gli altri.

Lionel capì lo sguardo e inventò una bugia.

Sì, aveva detto che eri… molto brava in biologia.”

La ragazza sorrise.

Ben non aveva bisogno di presentazioni, poiché aveva parlato migliaia di volte con lui.

E io sono Cathleen. Non immagini nemmeno come ho conosciuto questi pazzi! Se mi sono trovata bene io, ti troverai bene anche tu!”

Lionel, che fino a quel momento aveva guardato la punta delle sue scarpe, alzò la testa e la vide, bellissima, che gli sorrideva.

Rimase ipnotizzato a fissarla, poi sorrise. Aveva capito fin da subito che quella ragazza gli piaceva davvero, se pur più grande di lui di un anno.


Ormai era quasi notte. Cathleen, Lisa e Tiffany erano rimaste in biblioteca fino a tardi e dovevano andare nelle loro stanze. Mentre camminavano videro un ragazzo seduto sul bordo della fontana con una maglietta a maniche corte nonostante si gelasse quella notte.

Aveva i capelli corti e biondi tirati indietro e schiacciati in testa e due occhi grigi e spenti.

Angel!” esclamò Tiffany avvicinandosi a lui. Le altre, incuriosite, la seguirono.

Ma cosa ci fai da solo qua fuori a quest’ora con una maglietta a maniche corte, per giunta. Si gela!”

Ah, ciao Tiffany. Diciamo che mi hanno cacciato dalla mia stanza per stanotte. I miei compagni dovevano fare una serata tra uomini e guardare un film horror, e mi hanno detto che non mi volevano tra i piedi.”

Di nuovo!? Ma è la millesima volta che ti cacciano, è la tua stanza! Non puoi opporre resistenza?”

Ci ho provato.”

Ah!” disse Tiffany, facendo un cenno verso le due ragazze che le stavano alle spalle. “Loro sono Lisa e Cathleen. Sono due ragazze del primo anno. Cathlee, è mia sorella.”

Ciao Angel!” lo salutarono le due ragazze.

Beh, ora noi dobbiamo tornare ai dormitori. Chiedi a Alex se ti può ospitare!” consigliò Cathleen.

Grazie, glielo chiederò” rispose lui.

Le tre continuarono a camminare.

Ma chi è quel ragazzo?” chiese Lisa.

<<È un mio compagno, uno di quelli un po’ sfigati. Poverino, lo trattano tutti male” rispose Tiffany.

Lo hanno cacciato dalla camera? È veramente inaccettabile!” commentò sua sorella.

I suoi compagni sono Jason Parks e Dylan Freeman, due dei peggiori ragazzi del terzo anno. Non è facile per nessuno avere a che fare con loro. In prima c’era finito Albert Helley, e si è trasferito in Texas per colpa di un loro scherzo.”

Oh, cavolo! In Texas?” commentò Lisa.

Non potremmo aiutarlo in qualche modo?” chiese Cathleen.

Oh, no! Scordatelo! Altrimenti mi farà di nuovo la corte spietata!” rispose sua sorella.

Cathleen scoppiò a ridere, ricordando gli aneddoti che le raccontava la sorella.

Ti voleva conquistare?!” chiese Lisa incuriosita e divertita.

Ah, non me ne parlare!”

E perché non ti metti con lui? Sareste una coppia favolosa!” scherzò la ragazza bionda, dando una pacca sul braccio della sorella maggiore.

Le due più piccole risero.

Ah, voi due finirete per farmi impazzire!” si lamentò Tiffany, aprendo la porta che conduceva all’atrio dei dormitori femminili.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3



Alice! Hai macchiato di nuovo le mie lenzuola di mascara! Sono arcistufa di fare lavatrici su lavatrici, vedi di ritirare i tuoi trucchi!” gridò Cathleen scaraventando un mascara per terra, mentre la ragazza tirata in causa si piastrava i lunghi capelli.

Era passata una settimana dall'arrivo di Tiffany e Lionel alla Newton.

Rilassati, carina! Adesso che le tue coperte hanno il mascara sono molto più fashon!” rispose con voce stridula.

Non chiamarmi “carina”!” borbottò irritata, poi si avvicinò alla porta del bagno e gridò: “Muoviti Lise! Ci sei più di mezz’ora dentro quel bagno, mi devo cambiare anch’io!”

Ma se ci sono appena un quarto d’ora! Non posso mettermi i razzi solo perché miss perfezione vuole arrivare alle dieci in punto!” rispose la sua amica uscendo dal bagno.

Alice, che intanto si truccava come suo solito fare, disse tra sé: “Ma chissà dove staranno andando queste alle nove e mezza di sabato mattina.”

Da quando ti interessa quello che facciamo?” chiese acida Cathleen.

Se proprio lo vuoi sapere, stiamo andando in spiaggia” aggiunse Lisa.

Ah, spiaggia” ripeté Alice.


Intanto, nella stanza di Alex, Angel si preparava a tornare nella sua stanza dopo essere stato ospitato per l'ennesima notte dai suoi compagni. Ormai quella stanza era diventata la sua seconda casa, dato che i suoi compagni lo cacciavano la maggior parte delle volte.

Ehi Ang! Che fai di bello oggi?” chiese il ragazzo, raccogliendo i lunghi capelli nel solito codino.

Cerco di non essere cacciato dalla camera un’altra volta e faccio una ricerca per chimica. La mia vita non è molto esaltante” rispose, ritirando il suo sacco a pelo.

Io vado in spiaggia stamattina. Spero di riuscire presto a dichiarare i miei sentimenti alla ragazza che mi piace, ci sarà anche lei oggi.”

Che coraggio che hai! Anch’io vorrei riuscirci, ma non penso di piacerle.”

Chi è?”

Posso fidarmi di te?”

Certo!”

Ok. La compagna di stanza di quelle ragazze che sono sempre con te, Alice.”

Alex strabuzzò gli occhi.

Cooosa? Quell’arpia? Ma come fa a piacerti, è odiosa!”

Lo so. Ma è anche molto carina e popolare. Vorrei che si accorgesse di me.”

Sai quanta strada ci vuole per conquistare una ragazza? Soprattutto se è una viziata e prepotente come Alice?” concluse Alex, poi uscì dalla stanza.

Il gruppo di amici si unì nell’atrio dei dormitori maschili, compresi Tiffany e Lionel.

Tutti insieme imboccarono la stradina che conduceva alla spiaggia e nel frattempo chiacchieravano.

Alex si avvicinò a Ben e gli disse, sottovoce:

Ehi, sai chi piace ad Angel?”

No, chi?”

Alice Underwood!”

Non ci credo!”

Credici invece!”

I due cominciarono a sghignazzare sotto gli occhi di Lisa che li fissava perplessa.

Arrivati in spiaggia, i ragazzi si tolsero velocemente scarpe e magliette, le scaraventarono nella sabbia e si tuffarono immediatamente in acqua.

Alex, però, rimaneva voltato verso la spiaggia ad aspettare che le ragazze si mettessero in costume: finalmente avrebbe visto Tiffany, la ragazza dei suoi sogni, in bikini.

Le ragazze, infatti, si stavano togliendo i vestiti per rimanere in costume da bagno.

Non vi disturba il fatto che vi vedano i ragazzi in bikini?” chiese Tiffany alle altre due.

Sinceramente no. Sono nostri amici e uno di loro è il mio ragazzo” rispose Lisa.

A me un po’ da fastidio, ma cerco di non pensarci; in fondo sono venuta al mare per divertirmi, non per preoccuparmi” disse Cathleen. “Allora, andiamo a fare il bagno!” aggiunse.

Come tre dee, cominciarono ad avvicinarsi alla riva.

È ghiacciata!” si lamentò Lisa, non appena mise i piedi nell’acqua.

Io mi tuffo senza pensarci troppo” affermò Cathleen, e poco dopo scomparve nell’acqua con uno schizzo per poi riapparire circa un metro più in là, vicino ai ragazzi.

Sei una sirena!” si complimentarono Ben e Alex, mentre Lionel era rimasto ipnotizzato a guardarla.

Grazie, ma non esageriamo! Da piccola andavo a nuoto, ma, che ci crediate o no, ero una delle peggiori!” rispose con un gran sorriso stampato in faccia.

In quel momento si tuffò anche Tiffany.

Ecco, lei è cento volte più brava di me! Quest’estate ha fatto anche la bagnina.”

Ehilà ragazzi!” esclamò non appena ricomparve accanto a loro.

Lisa era l’unica che ancora non si era tuffata e avanzava lentamente verso di loro.

Che ne dite di farle uno scherzo?!” propose Ben sottovoce. “L’anno scorso mio cugino mi ha insegnato a trattenere il respiro sott’acqua per un minuto. Voi la distraete e io vado dietro di lei sott’acqua. Quando le sono vicino, salto su e la schizzo. Ci state?”

Geniale!” concordò Alex e i due amici si diedero il cinque mentre gli altri sorrisero in segno di approvazione.

In acqua!” disse Lionel.

Ben prese un bel respiro e si immerse in acqua.

Cosa facciamo adesso?” chiese Tiffany.

Cathleen si girò verso Lisa.

Lise, guarda che cosa so fare!” disse poi.

Nel mentre che la ragazza faceva una capriola all’indietro nell’acqua, Ben nuotava a pochi metri di distanza dalla sua ragazza. Arrivato dietro di lei, saltò fuori dall’acqua e la schizzò. Lisa si mise a urlare mentre tutti gli altri ridevano.

Ben!” strillò, “Questa me la paghi!” e si tuffò sopra di lui. In pochi istanti scoppiò una guerra all’ultimo schizzo.

Dopo circa mezz’ora uscirono tutti dall’acqua.

Volete qualcosa da mangiare? Una frutta, io ho portato della frutta” propose Lisa, tirando fuori un contenitore.

Dopo che tutti presero il proprio spuntino, i ragazzi cominciarono a parlare delle loro vacanze estive.

Io all’inizio ho fatto la bagnina nella piscina comunale del mio paese”, cominciò a raccontare Tiffany, “ma era piuttosto noioso perché dovevo solo rimanere seduta. Uscivo spesso con le mie vecchie amiche delle medie, purtroppo adesso che sono qui non le posso vedere quasi mai. Un certo Tom Karlin, un mio vecchio compagno di scuola mi ha chiesto un appuntamento e io ho accettato, ma non è andata avanti perché ho scoperto che aveva già tre ragazze. Tre ragazze! Ad agosto sono andata a Seattle da mia zia e ci sono rimasta fino alla settimana scorsa. È stato meraviglioso, a inizio settembre abbiamo preso una casa in riva al mare e mi sono tuffata da uno scoglio con mio cugino Charlie. In spiaggia ho conosciuto Simon, e, vi giuro, è stato amore a prima vista! Ci siamo messi insieme dopo poco tempo, mossa un po’ azzardata, ma ne è valsa la pena!”

In quel momento Alex stava per avere un attacco isterico. Lui amava Tiffany e sapere che stava con un altro lo faceva stare male, molto male. Si sentiva preso in giro perché lui gli aveva dedicato due anni della sua vita e lei non si era accorta nemmeno della sua esistenza. Si sentiva come se avessero preso i suoi sogni e li avessero stropicciati come un misero foglio di carta, uno dei tanti progetti sbagliati. Lui era sbagliato.

Serrò i denti e i pugni in modo da controllarsi, ma non ci riuscì.

Non puoi!” sibilò, infuriato. Ma cosa stava facendo? Era letteralmente impazzito, fuori controllo!

Istintivamente tutti si girarono a guardarlo. In quel momento si sentiva un perfetto idiota; aveva gli occhi di tutti i suoi amici puntati addosso e non sapeva cosa dire. Man mano che riacquistava la calma, cercò di dire qualcosa di sensato.

È… che… non ti conviene una relazione a distanza, soprattutto a quest’età. È molto complicato e non potersi vedere ti distrugge. Ovviamente questo è solo un mio consiglio, non prenderlo in considerazione.”

Grazie per il consiglio, Alex” disse Tiffany, che non lo aveva apprezzato per niente.

Dopo qualche istante, tutti si sparsero per la spiaggia: Tiffany e Lisa chiacchieravano passeggiando in riva al mare, Ben e Alex scavavano una fossa e intanto parlavano dell’accaduto, Lionel era sdraiato sulla sabbia ad ascoltare le onde del mare e Cathleen era rimasta sotto l’ombrellone.

Ad un certo punto estrasse il suo lettore mp3 per ascoltare un po' di musica e, senza rendersene conto, cominciò a canticchiare. Le veniva istintivo, cantare era una delle sue più grandi passioni e cantava in qualsiasi posto si trovasse. Arrivata alla Newton, si disse che non avrebbe più canticchiato ovunque si trovasse per non sembrare una pazza, ma non poteva farci niente, era più forte di lei.

Lionel, che si trovava lì vicino, la ascoltava. Aveva una voce melodiosa e lui la apprezzava in tutto e per tutto. Ormai la conosceva bene anche se era passata solo una settimana ed era la cosa più bella che potesse sentire.

Lionel, se la vuoi conquistare devi uscire dal guscio e rompere il ghiaccio. Ah, sei patetico! Come puoi pretendere che una ragazza di prima superiore si accorga di uno di terza media?! È ridicolo!’, pensava.

Che si accorga o no di me, io ci provo, o la va o la spacca” si disse, poi si alzò e andò vicino a lei.

Cathleen si tolse gli auricolari.

Wow, canti benissimo!” si complimentò lui.

Lionel? Mi stavi ascoltando? Pensavo fossi addormentato! Oddio, stavo cantando e non me ne sono nemmeno accorta! Sai, mi viene così naturale…”

Ti dispiace?”

Cosa?”

Il fatto che ti stessi ascoltando.”

No, no. È solo che mi innervosisco un po’ sapendo che qualcuno mi ascolta cantare.”

Perché? Hai una bellissima voce!”

Me lo dicono tutti.”

Ovvio, è la verità!”

Sarà.”

Chiacchierarono per un paio di minuti, mentre Lionel cercava di captare ogni minimo segnale di interesse nei suoi confronti da parte della ragazza.

Va bene. Penso che adesso andrò ad aiutare Alex e Ben a scavare la fossa” disse lui, intuendo che Cathleen volesse stare un po' per i fatti suoi, poi si alzò e andò dagli amici.

Era al settimo cielo! Cathleen sembrava apprezzare la sua presenza e non lo giudicava per la sua età. In fondo era solo un anno più piccolo di lei, e comunque lui era fermamente convinto che contava la maturità di una persona, non la sua età anagrafica. Gli piaceva pensare che forse avesse qualche speranza con lei, non poteva fare a meno di fantasticare un po'.

Anche se era consapevole che probabilmente si stava solo illudendo.

Circa un’ora dopo tutti entrarono di nuovo in acqua.

Alex non aveva ancora il coraggio di stare vicino a Tiffany dopo la sua figuraccia.

Alla fine del bagno tutti si rivestirono.

È ora di risalire, se non vogliamo fare tardi a pranzo!” annunciò Lisa.

Quando furono nella loro stanza, Cathleen raccontò a Lisa di Lionel.

Sai, oggi in spiaggia Lionel mi ha sentito cantare ed è venuto a complimentarsi con me.”

Lionel?”

Sì! Abbiamo parlato un pochino, sembra davvero una persona tranquilla. Devo ammettere che ho parlato davvero pochissimo con lui in questa settimana.”

Lisa parve rifletterci su.

Comunque, cosa mi consigli di fare con Alex? Sai, non mi piace far passare troppo tempo, preferisco mettere le cose in chiaro da subito...” proseguì Cathleen.

Aspetta... mi stai dicendo che vuoi rivelargli i tuoi sentimenti?” chiese l'altra ragazza perplessa.

Prima o poi lo dovrò fare... no?”

Sì, ma... fossi in te io aspetterei ancora un po' di tempo, insomma, vi conoscete così poco...”

Tu dici? Io glielo voglio dire anche perché ho notato che lui a volte mi fa dei complimenti... non voglio illudermi, ma sarebbe così bello se lui mi ricambiasse! Voglio sapere cosa prova, tutto qui!”

Capisco. Comunque secondo me devi aspettare ancora, in fondo che ne sai tu di lui? Poco e niente! Non puoi metterti con una persona senza conoscerla, io ti consiglio di avvicinarti a lui come amica per capire con chi hai a che fare.”

Cathleen ci rifletté su. “Non hai tutti i torti, grazie per il consiglio! Andiamo a pranzo piuttosto.”

Buona idea. Siamo già in ritardo.” acconsentì Lisa.

La verità era che la ragazza dai capelli corvini quel giorno aveva intuito qualcosa che non le era affatto piaciuto. E voleva proteggere la sua amica.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4



Ma te lo immagini, che schifo, Lionel?” disse Alex, esaminando una bustina di cibo per gatti.

I due fratelli erano seduti in un tavolo sotto gli alberi.

Non mi sembra poi così schifoso! Non è niente di che!”

È cibo per gatti! Poveri gatti! Si devono mangiare una sbobba che puzza di carne in scatola andata a male e ha un sughetto che sembra vomito!”

In alcuni posti del mondo mangiano cose peggiori.”

Mi stai dicendo che te lo mangeresti?”

Se fossi morto di fame sì.”

Bene. Allora ti sfido. Devi mangiare mezza bustina di cibo per gatti domani alle tre e mezza, dopo le lezioni” esclamò Alex.

E se vinco cosa ottengo?” chiese il fratello minore.

Se vinci ti combino un appuntamento con una ragazza a scelta.”

Mentre se perdo?”

Allora dovrai farmi da schiavetto per una settimana intera, ci stai?”

Lionel era indeciso se accettare o no. Ci teneva veramente tanto all’appuntamento con una ragazza e sicuramente avrebbe scelto Cathleen. Era l’unica che le piaceva davvero e non voleva perdersi l’occasione. Si convinse che se si fosse preparato non avrebbe perso.

Ci sto!” accettò. I due si strinsero la mano in segno di 'affare fatto'.


Quel giorno Lionel andò da Cathleen.

Cat, tu mi devi aiutare” esordì, entrando nella sua stanza.

Lei, che stava controllando le e-mail nel computer, si alzò, fece entrare il suo amico e si sedettero nelle poltroncine rosse.

Di che si tratta” chiese, passandosi una mano nei capelli.

Ho fatto una scommessa con Alex. Devo riuscire a mandare giù mezza bustina di cibo per gatti. Se perdo dovrò fargli da schiavo per una settimana. Aiutami!”

Cathleen sospirò. “Siete due idioti.”

Sì, lo so. Però cosa mi suggerisci?”

Di lasciar perdere e dirgli che rinunci.”

Ma così mi schiavizzerà per sette giorni!”. Il suo tono era esasperato.

Allora ti toccherà mandare giù della sbobba che sembra carne in scatola andata a ma… Aspetta un momento!”

Cosa?”

Mi è venuta un’idea! Prendiamo una bustina di cibo per gatti, la apriamo, la svuotiamo, la laviamo, ci mettiamo dentro della carne in scatola, aggiungiamo un po’ d’acqua per simulare il succo e la richiudiamo. Non sarà la cosa più buona del mondo, ma almeno mangerai cibo per umani!”

Sembrava soddisfatta della sua idea.

Sai, non pensavo che avessi idee così disgustose e geniali. A una persona qualunque verrebbe da vomitare solo al pensiero di quello che hai detto.”

Si vede che non hai ancora capito con chi hai a che fare! Ti informo che io non sono una ragazza normale! E soprattutto, non sarò di certo io a doverlo mangiare!”

E tutto solo per far perdere Alex! Ah, se vuoi te ne lascerò un po' per cena!”

No, grazie, non ci tengo! Comunque lo faccio per aiutare un amico. non voglio che tu finisca nelle mani del tuo diabolico fratello! Ora è meglio che ci mettiamo all’opera!”

Sì, andiamo a procurarci il materiale per questo folle esperimento!”

I due amici uscirono dalla stanza ridendo.


Il giorno dopo, mentre Ben ritirava i libri alla fine delle lezioni, una voce lo chiamò.

Ehi Ben!”

Era Tracy Linnon.

Tracy aveva i capelli castano scuro lisci e corti che accarezzavano lievemente le sue guance. Aveva gli occhi color caffè molto grandi. Si truccava spesso con colori scuri e quasi tutti i ragazzi con cui finiva in classe la volevano come la loro ragazza. Aveva la fama di essere una brava manipolatrice che tutti avevano sempre sottovalutato. Ben, però, la considerava solo una semplice compagna di classe.

Tracy! Che c’è?”

Ehm, venerdì abbiamo il compito di chimica e sono preoccupata. Non ci capisco niente di formule e regole! Non voglio prendere un altro brutto voto! Visto che tu sei lo studente migliore in questa materia, mi chiedevo se mi potessi dare una mano tu.”

Ehm, certo! Possiamo anche cominciare da stasera, ti va bene?”

Sì, certo! Ci vediamo ai tavoli della biblioteca alle tre e mezza, il tempo di darmi una sistemata. Dopo sei ore di lezione sono esausta!”

Va bene! Allora a dopo!”

Detto questo i due andarono ognuno per la propria strada.

Ben! Aspettami!” gridò Lisa alle sue spalle.

Ciao Lise! Com’è andata oggi?”

Sono stanchissima! Vieni a vedere la scommessa di Lion e Alex?”

Ah, no! Non posso! Devo aiutare Tracy in chimica! Mi dispiace.”

Devi vederti… con Tracy?”.

Era chiaramente gelosa.

Non farla più complicata di quello che è! Ci dobbiamo incontrare perché ha bisogno di aiuto nello studio, niente di più. Non devi essere gelosa, ok? Sono il tuo ragazzo, devi fidarti di me!”

Alle parole del ragazzo, Lisa si era tranquillizzata.

Ok, ti credo. In fondo stai solo aiutando una tua compagna. Allora ci vediamo a cena, ciao” disse, e poi andò nella sua camera.

Quando arrivò, vi trovò Lionel e Cathleen.

Ciao ragazzi” salutò e si lasciò cadere in un divanetto.

Preoccupata?” chiese il ragazzo.

Sì, un po’. Oggi Ben deve aiutare una sua compagna, Tracy, a studiare e sono un po’ nervosa. Gira voce che si sia presa una cotta per lui l’anno scorso e non vorrei che accadesse l’irreparabile.”

Ma dai!” intervenne la sua amica. “È il tuo ragazzo! Ti ama davvero? Sì! Allora non succederà niente!”

Sì, dovrei… mi ha anche rassicurato dicendomi che l’avrebbe solo aiutata a studiare e che non dovrei essere così gelosa. Ma io detesto il fatto che stia con una ragazza che è stata innamorata di lui.”

In effetti”, cominciò Lionel, “ha ragione. Non devi stargli troppo addosso, ha bisogno di fare la sua vita senza la baby sitter. Sa badare a se stesso, per Ben Tracy è solo un’amica e se ti ama davvero non ti tradirà.”

Hai assolutamente ragione, mi devo fidare di lui e lasciare che abbia i suoi amici. Grazie Lionel, sei un amico!” lo ringraziò Lisa. “A proposito, tra un quarto d’ora inizia la sfida con tuo fratello, non starà aspettando altro!”, precisò poi, sciacquandosi il viso.

Ah, sì! Ora vado. Venite ad accompagnarmi come le mie dame personali? Magari con le divise delle ragazze pompon!” scherzò.

Le due ragazze risero.

Prima cento dollari!” disse Lisa.

Neanche morta! Non diventerò mai una ragazza pompon! Secondo me serve solo a ridicolizzare le ragazze” commentò Cathleen.

Non se le ragazze sono carine!” rispose il ragazzo. Subito gli arrivò un cuscino in faccia.

Te lo sei meritato!” disse la bionda, ridendo.

Dai, andiamo! È già tardi e tuo fratello si starà chiedendo dove sei finito. Non vede l’ora di sfidarti!” fece notare l’altra.

I tre uscirono dalla stanza chiacchierando.

Quando arrivarono alla loro meta, c’era già qualche gruppo di ragazzi che aspettavano di assistere allo show. Appena lo videro arrivare, alcuni gridarono il suo nome e applaudirono. Le sue amiche si posizionarono in prima fila accanto a Tiffany.

Hai portato il tuo ‘spuntino’?” chiese Alex.

L’altro ragazzo portò fuori la bustina di finto cibo per gatti che aveva preparato il pomeriggio prima con Cathleen.

Eccolo” disse.

Vai Lion!” gridarono le tre ragazze dalla prima fila.

Aprila” ordinò il fratello maggiore.

Quando aprì la bustina, si espanse un leggero odore di cibo per gatti che rendeva tutto più credibile. Nessuno sospettava cosa fosse in realtà.

Hai intenzione di ritirarti?” chiese Alex.

Lionel guardò Cathleen, che sarebbe stata la sua ricompensa, poi la sua carne in scatola annacquata che lasciava molto a desiderare e infine guardò dritto il fratello negli occhi.

Me lo mangio anche tutto, quello che c’è dentro la bustina” rispose.

La folla cominciò a gridare il suo nome per incoraggiarlo.

Lo faccio per te, Cat!’, pensò e cominciò a mandar giù la carne viscida e disgustosa. All’inizio gli venne quasi il vomito, ma non voleva darla vinta al fratello. Voleva vincere l’appuntamento con Cathleen più di ogni altra cosa e cercò di convincersi che non era così male; in fondo era carne in scatola.

Mentre lui mandava giù la ‘merenda’, la folla che lo guardava andava in delirio: alcuni urlavano, altri dicevano qualcosa per incoraggiarlo e addirittura qualcuno si metteva le mani davanti agli occhi per non guardare; era troppo disgustoso per loro.

Intanto Alex guardava inebetito quanto il fratello riuscisse a mangiare quella robaccia così facilmente. Era quasi sicuro di poter vincere, ma ora non ne era più così certo. Non gli andava di andare da una ragazza che aveva scelto suo fratello a dirle che doveva per forza uscire con uno di tredici anni con i capelli ricci e gonfi come un galleggiante.

Lionel mangiò la quantità richiesta e per sbaglio si rovesciò addosso la carne rimasta. Era così disgustato che avrebbe potuto svenire, ma era troppo contento e voleva solo festeggiare. Tutti esultavano per la sua vittoria e lo acclamavano. Rivolse ad Alex uno sguardo trionfante.

Si avvicinò alle sue amiche. Tiffany si allontanò perché non sopportava l’odore che emanava quella roba.

Puzzi di cibo per gatti, lo sai? Dovresti andare a farti una doccia!” si lamentò Lisa.

Non ci penserò due volte! E mi devo anche lavare i denti un bel po’ di volte.”

Com’era quella ‘deliziosa’ brodaglia?”

Mah, diciamo che sapeva di interiora di struzzo viscida e gelatinosa. Che schifo!”

Aveva inventato un sapore a caso perché in realtà sapeva di normalissima carne, ma questo era un segreto tra lui e Cathleen.

Sentì un urlo di disgusto di Tiffany che per sua sfortuna aveva sentito la descrizione.

Hai vinto! Ce l’hai fatta!” gridò Cathleen, saltando di gioia.

Non mi sembra neanche vero!” rispose lui trionfante. “Ma dov’è finito Ben? Pensavo dovesse venire a vederci!” aggiunse.

Ah, no! Ricordi che doveva aiutare Tracy? Si dovevano incontrare presto e non è potuto venire” spiegò Cathleen.

Ben! Me ne ero dimenticata! Vado… a comunicargli… la grande… notizia!” gridò Lisa e volò via. Ovviamente era una scusa per tenere il suo ragazzo sotto controllo.

Mi sa che quello che le hai detto prima le è entrato da un orecchio e gli è uscito dall’altro”, commentò la ragazza mentre guardava la sua amica correre tra la folla.

Ok, allora… tu vai a consolare Alex, Tiffany andrà a recuperare Lisa prima che faccia qualche idiozia e io vado a farmi una doccia. Ci vediamo tutti dopo alla sala giochi” concluse e ognuno andò a svolgere il loro compito.


Intanto Ben stava cercando di far memorizzare una formula a Tracy.

La formula del peso… proporzionato alla massa della materia…di un atomo compresso… nelle cellule delle particelle… di un corpo… è equivalente… a quello della Terra… tanto quanto quello della Luna?” tentò la ragazza.

No! Ma che c’entra questo con la chimica?! Non ha neanche senso, la frase che hai detto!” disse lui in tono esasperato.

Senti, perché non ci prendiamo una piccola pausa, così ci possiamo rilassare e parlare un po’ di noi!” propose lei con un tono fin troppo malizioso.

E va bene, vada per la pausa, ma ricordati che abbiamo il compito tra poco e devi essere preparata, quindi dopo si torna al lavoro” acconsentì Ben indifferente.

I due ragazzi si spostarono in un tavolino del bar e presero un gelato.

Allora…” cominciò lei, “Io penso che dovremmo vederci più spesso per studiare, dato che non riesco ad apprendere niente di chimica!

Il suo tono non era variato, sempre lo stesso: troppo malizioso. Era ovvio che cercava di conquistarlo, ma lui fece finta di niente. Forse non se ne accorgeva neanche.

Sì, ma non tutti i giorni. Ho anche degli amici e non posso passare tutti i pomeriggi insieme, altrimenti si arrabbieranno.”

Sì, lo capisco. Ma adesso anche io sono una tua amica e devi passare tanto tempo con me! Ci vediamo così poco tempo durante le lezioni… e io vorrei conoscerti meglio, sei un ragazzo così simpatico!”

Il suo tono non accennava a cambiare.

Certo, certo!” tagliò corto Ben, fingendo indifferenza, ma in realtà il tono da gatta morta di Tracy lo irritava.

E magari”, continuò lei, “potremmo anche uscire insieme…”

No, aspetta Tracy! Io ho una ragazza, non vorrei che tu mi fraintendessi, ma…”

Oh, non ti preoccupare! Non ho nessuna intenzione di farti litigare con lei! Usciremo solo come degli amici!”

Oh, adesso sono molto più sollevato! Allora sì, certo che usciremo, Tracy!”

Questa me la pagherai, oh sì! Giuro che mi vendicherò!” sibilò Lisa sottovoce. Era nascosta in mezzo ad un cespuglio, immobile, e aveva assistito a tutta la conversazione. Sapeva che spiare non era corretto, ma non si era mai fidata di quella ragazza e adesso che lei stava cercando di conquistare il suo ragazzo, lei era arrabbiata soltanto con lui, così sciocco da fare l’amichetto del cuore della vipera che glielo stava portando via, così cieco che non vedeva cosa stava facendo Tracy. Lei poteva fare la cretina con il suo ragazzo – o meglio dire ex ragazzo –, ma se lui avesse amato davvero Lisa non si sarebbe fatto abbindolare in quel modo.

Non hanno ancora capito con chi hanno a che fare. anch’io ho i miei assi nella manica e li sfrutterò tutti. Si sono messi contro la persona sbagliata!”

Restò in attesa che Ben e Tracy andassero via e sgattaiolò fuori dal cespuglio.


Angel era nella sua camera e scriveva una mail a un suo vecchio amico.


Caro Jack,

qui non va molto bene, i miei compagni di stanza continuano a cacciarmi dalla camera quasi ogni notte ormai e sono troppo codardo per lamentarmi con loro, lo sai. Oltre a questo non ho altre notizie brutte, ma basta e avanza per rendermi la vita un disastro.

Ma parliamo di cose belle, ti ho mai parlato di Alice? È una ragazza spettacolare, bellissima! Si veste in modo divino e si trucca sempre, per non parlare di come cura i capelli, ogni volta che la vedo quasi svengo! Sì, è una ragazza popolare e non mi degnerà mai di uno sguardo, ma io sono pazzo di lei! Molti dicono che è un’arpia e una montata solo perché è ricca, ma secondo me non è vero. E anche se lo fosse, a me non importerebbe perché io la amo e non la giudico affatto. Non ci crederai mai, ma dopo un mese e mezzo ho deciso che dovrò affrontare ogni mia paura e rivelarle il mio amo


In quel momento la porta alle sue spalle si spalancò e lo fece sobbalzare.

Angel, vuoi essere il mio ragazzo?”

Lui si girò a bocca aperta e la vide: Lisa.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5



Tiffany e Cathleen camminavano nel corridoio per andare alla mensa per la cena.

Ma si può sapere dov’è andata a finire Lise?” chiese la sorella maggiore.

È da questo pomeriggio, alla scommessa di Lion e Alex che non la vedo. Non è neanche tornata a prendere le sue cose in camera! Dev’essere successo qualcosa con Ben.”

Non dovrebbe essere così gelosa! Gli sta troppo addosso! Se un ragazzo mi impedisse di avere amici maschi oltre a lui lo mollerei all’istante!”

Non posso darti torto, ma gira voce che quella Tracy è una manipolatrice, tu che sei in classe con lei dovresti saperlo, e non è molto sicuro se sei una raga… ehi, che cos’è?”

Sulla porta della mensa c’era affisso un foglio con caratteri e colori molto appariscenti.

Qui dice:


A tutte le ragazze della scuola dai 12 ai 16 anni!!!

Cercasi protagonista per il film

URAGANO GRACE”

Ragazze che abbiano la passione per la recitazione, il canto e la danza. Il film racconta di una ragazza di nome Greta i cui genitori sono spesso assenti e non valorizzano le sue capacità. Ma Grace ha delle passioni che vorrebbe coltivare. Cerca di farsi ammettere a una scuola serale di canto e ballo, e ben presto si troverà ad affrontare mille difficoltà con i suoi nuovi amici, tra cui Cody, di cui si innamora perdutamente. La ragazza che stiamo cercando deve essere raggiante e piena di energia come la protagonista.

AFFRETTATEVI!!!

Le audizioni si terranno il 4-5-6-7-8 dicembre al salone a ovest della mensa. Avete tempo per prenotarvi fino al 22 novembre alla segreteria. Per ulteriori informazioni chiedere alla segretaria Laurent Jones.


Beh, a quanto pare le scuole sono il posto migliore dove pescare giovani talenti!” disse Tiffany.

Una ragazza… che sappia cantare e recitare?”

Aspetta un momento. Io la protagonista perfetta ce l’ho accanto!”

Si voltò verso Cathleen.

Ah, per favore, no!”

Sìììììì! Ti candiderai! Candidati, candidati! Mia sorella diventerà una star!” gridò l’altra eccitata.

Ehm, se permetti vorrei mangiare. Ho fame.”

Sbuffò ed entrarono nella mensa.

Lì trovarono Lionel che le aspettava con un sorrisone stampato in faccia.

Hai letto l’annuncio sulla porta e hai pensato che sarei stata perfetta per il ruolo di Grace come ha fatto questa schizzata di mia sorella, vero?” tirò a indovinare Cathleen. La sua era una domanda retorica perché sapeva già che era proprio così. Sospirò.

Sì! Hai una bellissima voce, canti divinamente e sei allegra e raggiante come Grace. Hai tutti i requisiti per candidarti. Ti prego, fallo per me!” la supplicò lui.

No.”

E per me?” intervenne sua sorella in tono implorante.

No.”

Perché?”

Lion, Tiff. Io non sono destinata a diventare un’attrice hollywoodiana, sono una semplice ragazza, non ho intenzione di apparire in un film.”

Ma sei perfetta! Apparire in un film è il sogno di ogni ragazza, e ora che ne hai l’occasione, non lo vuoi fare!”

Posso mangiare in santa pace, per favore?”

Il suo tono era piuttosto irritato.

Va bene” acconsentirono i suoi amici.

Dopo aver preso il cibo, si sedettero in un tavolo. All’appello mancavano Ben e Lisa.

Com’è che i componenti del nostro tavolo sono stati decimati?” chiese Tiffany.

Alex lanciò un’occhiata alle sue spalle. La ragazza si voltò e vide Ben intrappolato nel tavolo delle amiche di Tracy che gli rivolgeva occhiate sognanti di tanto in tanto.

Oh, cavolo” commentò Cathleen.

In quel momento arrivò Lisa con un vassoio, ma non era sola. Appresso a lei c’era Angel.

Tutti trattennero il fiato per almeno cinque secondi mentre i due si sedevano troppo vicini l’uno all’altra.

Ciao ragazzi!” salutò la ragazza appena arrivata con un tono di voce stranamente calmo.

Ciao Lisa! Angel?” si fece avanti Alex, che si era ripreso dallo shock prima degli altri.

Ah, sì! Quasi dimenticavo! Ben e io non stiamo più insieme! Ora Angel è il mio ragazzo!” annunciò a voce troppo alta in modo che Ben, qualche tavolo più in là, sentisse.

Nel tavolo in quel momento successe di tutto. Tiffany spalancò occhi e bocca facendo vedere il pezzo di pane che aveva appena addentato, Lionel rischiò di farsi uscire l’aranciata che stava bevendo dal naso, Cathleen tentò di non soffocare con un boccone di mela e Alex, a forza di trattenere le risate diventò rosso in volto.

Ah, beh… congratulazioni!” disse quest’ultimo, quando si fu ripreso.


Intanto, qualche tavolo più in là, Ben aveva sentito l’annuncio della sua ex ragazza chiaro e tondo, e ne era rimasto deluso, offeso. Non riusciva a capire il perché di quel gesto, magari le era giunta qualche voce e aveva intenzione di parlarle prima che le cose si complicassero. Anche Tracy, che sedeva al suo fianco, l’aveva sentito. Da quando si erano visti quel pomeriggio, non aveva più smesso di parlare con quel tono irritante che lui odiava tanto e non aveva intenzione di smettere.

Sbaglio o la tua ragazza – ex ragazza – ha appena detto che si è fidanzata con Angel?” disse lei.

Ho sentito benissimo. Voglio andare a parlarle. Adesso” rispose, con tono freddo e rigido.

No! Non penserai veramente di andarci proprio adesso! A parte che non è il momento più adatto, e poi dovresti lasciarla stare, insomma, lei è la tipica ragazza che appena lascia un ragazzo si fidanza subito con un altro e, fidati, non è il tipo di persona più affidabile. Insomma, una che ti lascia senza motivo e non ti avvisa neanche non ti merita! È inutile sprecare tanto tempo dietro una che ormai neanche ti rivolge uno sguardo, ci sono ragazze molto più attraenti nel mondo.”

Ben si sentiva stranamente ferito dalle parole di Tracy, forse perché non gli piaceva come sarebbe andata a finire con Lisa, e anche se non fossero più tornati insieme, voleva capire perché si fosse comportata in quel modo, anche se già lo intuiva.

E tu che ne sai?” sbottò il ragazzo.

Ovviamente questo è solo un consiglio da amica, poi tu fai quel che vuoi. Nessuno ti obbliga a darmi ascolto.”

Scusa, ti ho risposto in maniera orribile. Ma il fatto è che tutta questa faccenda mi fa innervosire” si scusò.

Oh, ti capisco…” disse lei, mettendogli una mano sulla spalla, ma in realtà avrebbe fatto i salti di gioia perché ora che Lisa si era dileguata, nessuno le avrebbe più portato via Ben.


Dopo cena Cathleen e Lisa tornarono in camera.

Accidenti, devo fare un sacco di cose…” si lamentò Lisa non appena varcò la soglia.

Ferma dove sei” le ordinò l’amica prendendola per un polso e facendola voltare verso di sé.

Che c’è?” chiese l’altra fingendo stupore. In realtà si aspettava che Cathleen le chiedesse spiegazioni il prima possibile.

Si può sapere cosa ti è saltato in mente? Angel? Stai impazzendo!”

Perché? È così carino!”

Smettila! Perché hai lasciato Ben? Per qualcosa che hai visto o sentito? Perché ti sei fidanzata con Angel? Perché proprio con lui? Nemmeno ti piace! Ti rendi conto che non è credibile? Ne hai parlato con Ben? Non sarebbe meglio…”

Ok, basta. Dato che non sono abituata ad avere una biondina inferocita in casa che mi fa il quarto grado, a quale domanda devo rispondere per prima?”

A tutte!”

Lisa annuì e si sedette su una poltroncina. Cathleen la imitò.

Comincia pure” disse.

Questo pomeriggio, quando sono corsa via, sono andata a… spiare Ben e Tracy. Hanno fatto una pausa dallo studio e sono andati al bar. Lei si è comportata come se me lo volesse portare via, ha cercato in qualche modo di persuaderlo. Ma la cosa peggiore è che lui sta al gioco e ne sembra anche felice! Ti rendi conto?! Così stupido da cascarci! Se mi amasse davvero non starebbe al gioco come un allocco. Comunque, gli ha chiesto se potessero vedersi anche oltre alla scuola e allo studio, e lui ha accettato di buon grado! Evidentemente preferisce la sua compagnia piuttosto che la mia. Allora se loro due facevano tanto gli amichetti del cuore, io posso fidanzarmi con chi mi pare e piace. Allora sono andata da Angel e gli ho chiesto se voleva essere il mio ragazzo e lui ha accettato. L’ho chiesto a lui perché solo lui poteva credere che una ragazza che fino a quella mattina era impegnata gli facesse una richiesta del genere. Tutto questo perché lui sta facendo il cretino con Tracy. Se fosse stata un’altra ragazza non mi sarei preoccupata, ma lei è una manipolatrice e in un modo o nell’altro riesce sempre ad ottenere ciò che vuole. E dato che è innamorata di Ben, adesso è lui il suo bersaglio. Inoltre lui fa finta di niente e continua a starle dietro!”

L’espressione di Cathleen non tradiva alcuna emozione. Non aveva contestato quello che diceva la sua amica solo per non interromperla, ma aveva davvero molto da dirle.

Beh”, cominciò, “secondo me tu stai un po’ esagerando, ma non ti sto dando una colpa. Io penso che tu abbia frainteso qualcosa e che abbia reagito d’istinto in preda alla rabbia.”

Spiegati meglio, psicologa.”

La ragazza bionda fece una smorfia.

A me non sembra che Ben abbia intenzione di fidanzarsi con lei, mi sembra un po’ irritato dal suo comportamento. Tu sei sicura che ti voglia lasciare per il modo di fare di Tracy, ma non hai mai notato le reazioni del tuo ragazzo. A me più che altro mi sembra un topo in trappola. Adesso quello che ti sto dicendo sembrerà senza senso perché sei arrabbiata e vorresti tirare una scarpa in bocca al primo che passa, ma quando la tua mente comincerà a funzionare di nuovo te ne renderai conto da sola.”

L’altra ragazza era rimasta spiazzata.

Wow. Da quando frequenti un corso accelerato di psicologia?” scherzò.

È che quando ascolto i problemi degli altri mi immedesimo un sacco nella storia e cerco di elaborare bene i consigli da dare, non vorrei che le cose si complicassero per colpa mia.”

Capisco. Comunque hai ragione, la tua teoria mi sembra assurda.”

Fece una lunga pausa, poi abbassò lo sguardo. “Sono preoccupata per il rapporto tra me e Ben. Ho paura di perderlo.”

Cathleen si alzò e l’abbracciò.

Stai tranquilla, andrà tutto bene!”


Intanto i due fratelli si erano sistemati in camera di Lionel, dato che i suoi compagni di stanza erano andati a vedere un film.

Allora, ci hai pensato?” chiese il più piccolo, sistemandosi la folta criniera di riccioli.

Non ancora, dammi del tempo!”

Ah, non è giusto! Mi hai promesso che glielo avresti chiesto entro domani! Era una delle condizioni della scommessa!”

Lo so, ma non è facile andare da una mia amica e dirle che deve uscire per forza con mio fratello per un motivo che non le posso spiegare! È imbarazzante!”

Ma per favore! È solo Cathleen!”

È pur sempre una ragazza!”

Ok, mettiamola così. Se entro domani non le chiedi di uscire con me, io dirò a Tiffany che sei perdutamente innamorato di lei.”

Sei piccolo, ma letale! E va bene! Domani ti procuro questo sacrosanto appuntamento con la ragazza dei tuoi sogni, così chiuderai finalmente quel becco!”

Fantastico.”


L’indomani, a pranzo, Lionel, Tiffany e Alex si riunirono in un tavolo per il pranzo.

Ma dove sono finiti tutti?” chiese la ragazza, guardandosi attorno con circospezione.

Ben è al tavolo con Tracy e le sue amiche, Lisa vuole stare da sola con il suo ragazzo e Cat è rimasta ad aiutare una sua compagna” spiegò il ragazzo più piccolo.

Ma come mai tu non stai con ragazzini della tua età?”

Se vuoi me ne vado.”

No, no! Volevo solo sapere perché!”

Io non ho dei veri amici della mia età. Ci sarebbero i miei compagni di stanza, Jeff e Henry, ma sto con loro solo perché ci vivo. I miei amici siete voi, perché dovrei stare con altri?”

Mah, era solo una curiosità.”

Ehi!” esclamò Alex, che fino a quel momento aveva solo ascoltato, “Secondo voi chi sceglieranno per quel film…”

Cat!” dissero quasi in coro gli altri due ragazzi.

È perfetta per il ruolo di Grace! Sa cantare, recitare…” commentò Tiffany.

Ehm, scusate! Sbaglio o ha detto che non si presenterebbe alle audizioni neanche morta?”

Sì, ma noi riusciremo a farle cambiare idea, in un modo o nell’altro. Abbiamo bisogno anche dell’aiuto di Lisa.”

Dobbiamo trovare un modo…”

I tre ragazzi sospirarono.


Dopo cena Cathleen era seduta su un’altalena e dondolava leggermente mentre ascoltava musica con gli auricolari.

Da dietro un muretto Lionel e Alex la guardavano.

Allora, adesso vai lì e mi procuri il mio appuntamento. Ho mangiato mezza bustina di cibo per gatti come mi hai detto tu e adesso voglio il mio premio” disse Lionel sottovoce.

Ma ormai c’è buio! Se mi vede arrivare penserà che sono un fantasma!” protestò il fratello, cercando una scusa per non andare a parlarle. Avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di evitare un’umiliazione del genere.

Il riccioluto lo fulminò con lo sguardo.

Ok, vado” si arrese il fratello maggiore, per poi alzarsi e avvicinarsi di soppiatto alla ragazza.

Intanto Cathleen dondolava impercettibilmente. Quando sentì la mano fredda di Alex, sussultò e si girò di scatto.

Quando capì di chi si trattava, spense il lettore mp3, si tolse un auricolare e lo lasciò ricadere sulla gamba.

Alex… mi hai spaventata!”

Oh, mi dispiace tanto… senti…”

Il ragazzo fece mezzo giro intorno all’amica e si sedette sull’altalena accanto alla sua.

Ti devo dire una cosa” proseguì lui.

Dimmi” rispose Cathleen, togliendosi anche l’altro auricolare. Parlò con una tranquillità che sorprese anche sé stessa, perché in realtà era eccitata.

Io e lui, da soli, sotto la luna...' pensava lei, 'oddio, cosa mi vuole dire? E se vuole dichiarare i suoi sentimenti per me? Ammesso e non concesso che provi qualcosa per me... allora perché ha scelto di parlarmi proprio qui, ora? Che confusione!'

Ecco, è una cosa che onestamente mi mette un po’ in imbarazzo, ma…”

L’impazienza di Cathleen cresceva ogni secondo che passava: voleva il suo Alex.

Devi uscire con mio fratello” concluse tutto d’un fiato e abbassò lo sguardo. Si sentiva terribilmente a disagio, anche se Cathleen non gli interessava. Ma non voleva pur sempre fare la figura dal messaggero idiota davanti alla sorella della ragazza che amava. Cosa avrebbe raccontato a Tiffany?

Rabbia, delusione, tristezza, curiosità, sorpresa, tutte leggibili in quel momento sul volto di Cathleen. Si sarebbe aspettata di tutto, ma non avrebbe mai immaginato una cosa del genere!

Non è uno scherzo, te lo giuro” aggiunse il ragazzo vedendo la sua espressione.

Perché?” riuscì a dire la ragazza.

In che senso?”

Perché non è venuto a chiedermelo lui? È il mio migliore amico, mi fa piacere uscirci.”

Quindi per te un appuntamento non significa niente?”

Dipende. Comunque digli che per me non c’è problema. Domani alle cinque al parco, d’accordo?”

D’accordo.”

Adesso io devo tornare nella mia stanza, ‘notte” concluse, e si allontanò.

Il ragazzo la osservò mentre spariva tra le ombre. Le era parsa un po' delusa. Chissà cosa si aspettava da lui quando era andato a parlarle.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6



Il pomeriggio seguente, dopo le lezioni, Alex raggiunse Lionel in camera sua mentre si preparava per l’appuntamento con Cathleen.

Mentre il ragazzino si provava una camicia azzurra e un paio di pantaloni neri, Tiffany fece irruzione nella stanza.

Ragazzi! Dobbiamo parlare di Cat!” esclamò.

Di Cathleen?” chiese stupito Lionel. “Non avrà mica annullato l’appuntamento?”

No, non si tratta di questo! Il problema è che non si vuole iscrivere alle audizioni del film! Lei è assolutamente perfetta, ma non si lascia convincere. Come possiamo fare?”

Accidenti, è un bel guaio!” si intromise Alex in tono ironico. “Secondo me dovete lasciar perdere. So quanto voi che sarebbe uno spreco, ma non possiamo decidere per lei.”

Alex! Non capisci proprio niente!” squittì Tiffany.

E se la obbligassimo?” propose il riccioluto, afferrando una polo gialla per provarla.

Già provato” sbuffò la biondina sedendosi sul letto e prendendo il computer di Lionel.

Ehi, quello è il mio computer!” protestò lui facendo una smorfia allo specchio.

Mi aiuta a pensare.”

Iscrivetela senza che lei lo sappia” propose Alex in tono annoiato, afferrando un libro.

Gli altri due si girarono stupiti a guardarlo.

È un’idea geniale!” esultò trionfante Lionel.

Ma non dicevo seriamente...” provò a protestare il fratello maggiore.

Vado subito a iscriverla!” gridò eccitata la ragazza. “Ah, e buona fortuna per l’appuntamento!” disse infine, prima di uscire dalla stanza.

Alex alzò gli occhi al cielo. “Poveri noi!”


Che carina!” commentò Lisa non appena Cathleen uscì dal bagno. Indossava una maglietta blu che lasciava le spalle scoperte, una leggera minigonna blu, un paio di leggings neri, delle converse blu e un cerchietto nero.

Non ti avevo mai visto vestita così, perché lo fai?”

Stasera devo uscire, no?”

Fin qui c’ero arrivata, ma perché ti sei vestita così… attraente se devi uscire solo con Lionel?”

Perché non dovrei?”

Non è che sei innamorata di lui?”

Ma sei fuori di testa?! No, a me piace Alex, solo che oggi avevo voglia di indossare qualcosa di diverso. Lionel è il mio migliore amico, non lo noterà nemmeno.”

Mmh, tu dici? Non ci hai pensato che se ti ha chiesto di uscire potrebbe provare qualcosa per te?”

No, macché! Sono sicura di essere solo un'amica per lui, non preoccuparti! Oh, sono in ritardo, è meglio che vada! Ne parliamo dopo!” affermò Cathleen, poi superò l’amica e uscì dalla stanza.

Buona fortuna!” sentì gridare a Lisa mentre si chiudeva la porta alle spalle.

Aveva solo cinque minuti per arrivare al parco dall’altra parte dell’accademia e non poteva mettersi a correre perché sicuramente il miglior modo di presentarsi ad un appuntamento non era sudata e col fiatone. Per la strada vide Dawson, un ragazzo del suo corso di francese, con lo skateboard.

Ehi, Dawson! Me lo presti lo skate?” gridò. Il ragazzo rallentò e prima che potesse ripartire, Cathleen lo scansò e sfrecciò via a tutta velocità seguita da lui che sbraitava e imprecava.

Arrivò davanti al parco qualche minuto in anticipo. Saltò giù dallo skate senza nemmeno fermarlo, si lanciò alle spalle due dollari e corse via gridando:

Grazie! Prendi tutto!”

Il ragazzino si affrettò a prendere i suoi due dollari e a recuperare il suo mezzo mentre Cathleen entrava nel parco.

Si sedette in una panchina e attese per qualche minuto. Alle cinque puntuali arrivò Lionel con indosso una t-shirt azzurro elettrico, un paio di jeans blu e delle scarpe da ginnastica bianche.

Nel vederla, al ragazzo venne un colpo. Possibile che Cathleen si fosse fatta così bella solo per lui?

Wow” balbettò lui.

Lion! Come stai?” chiese Cathleen con entusiasmo.

Bene” mormorò a sguardo basso. Non riusciva a guardarla, all'improvviso si sentiva un perfetto idiota per tutta la storia dell'appuntamento. Ora non riusciva nemmeno a guardarla negli occhi.

Lion? Lionel? Sicuro di star bene? Siediti.”

Il ragazzo obbedì. Non sapeva come comportarsi, cosa fare, cosa dire. Era la prima volta che usciva con una ragazza.

Devi cercare di rilassarti.”

Cosa devo fare?” chiese. Ma che diamine di domanda era? Arrossì.

Niente di che, essere te stesso.”

Lo so che ti sembra strano questo appuntamento…”

No, anzi, per niente. Sono felice che tu me lo abbia chiesto. O meglio, che Alex me lo abbia chiesto.”

Cathleen non riusciva ancora a spiegarsi il fatto che il suo amico non gliene avesse parlato di persona.

Beh, è una lunga storia… scommetto che non la vuoi sapere! Comunque, che ne dici di andare a prendere qualcosa al bar?”

Lei sorrise. “Certo, andiamo.”


No, Tracy, non è per quello. È solo che io nella mia vita ho anche altri impegni.”

Ben stava cercando disperatamente di rifiutare l’invito di Tracy a vedere un film. ‘Solo io e te’ aveva detto, ma a Ben la cosa non piaceva per niente. Doveva parlare con Lisa al più presto e chiarire le cose tra di loro.

No, Benny, resta con me! Gli altri impegni possono aspettare!” lo implorò lei sbattendo le ciglia come un cucciolo indifeso.

Il ragazzo sospirò. “Ti ho detto di no!” disse bruscamente. Aveva cercato di essere paziente, ma non ne poteva più di quella ragazza e dei suoi modi di fare da bambinetta viziata.

Beh… va bene, allora sarà per un’altra volta, okay?” propose lei.

Vedremo.”

A dopo, Benny!” lo salutò allontanandosi.

Benny. Non sopportava quel nomignolo orribile.

Non sapeva come sbarazzarsi di quella ragazza senza offenderla. Un suo difetto era la sua estrema pazienza e la sua esagerata gentilezza che portavano le persone che lo circondavano ad approfittarsi di lui. Sapeva che doveva farsi rispettare, ma ogni volta che ci provava si scusava perché pensava di aver fatto qualcosa di sbagliato.

Mentre rifletteva, Ben si aggirava per la scuola in cerca di Lisa. Dove poteva essere a quell’ora?

Andò a cercarla in biblioteca, ma non c’era, poi andò alla sala giochi dove giocò una partita a biliardino con alcuni suoi compagni del corso di inglese, ma Lisa non c’era. Così provò nei dormitori femminili. Bussò alla porta della camera 106 e attese. La porta si spalancò e sulla soglia apparve la sua ex ragazza che lo osservava senza battere ciglio.

Posso entrare?” chiese lui.

La ragazza gli lasciò lo spazio per entrare e prese posto su una poltroncina. Era da sola in stanza.

Allora… secondo te come sta andando l’appuntamento di Cat e Lion?” buttò lì il ragazzo giusto per rompere il ghiaccio mentre chiudeva la porta.

Lisa sospirò. “Se devi parlarmi, arriva dritto al punto.”

Va bene, hai ragione. Voglio sapere perché mi hai lasciato senza prima parlarmene.”

Perché mi dà fastidio il fatto che passi tutto il tuo tempo con Tracy e quelle oche delle sue amiche. Ho visto come ti guarda quella strega, è evidente che vuole conquistarti, non puoi essere così cieco da non rendertene conto! E tu stai al gioco, qualsiasi cosa ti dica tu le stai dietro. Non posso credere che ti faccia manipolare così da lei!”

Io non lo faccio apposta, cerco solo di non essere scortese con lei, non ce la faccio! Vorrei che tu mi capissi, io non ti voglio lasciare per quella lì! Ah, già, è vero, ora tu stai con Angel. Perché ti sei messa con lui?”

Perché dopo che ti lascio posso mettermi con chi voglio. Non ti va bene? E poi lui è così carino…”

Non è vero, lui non ti piace, non sono così stupido da cascarci. E poi scommetto che non vi siete neanche baciati!”

Lisa arrossì. Stava mentendo, dicendo una bugia dietro l’altra, tutto solo perché era troppo orgogliosa per ammettere che aveva sbagliato e interpretato male la cosa. Lei amava davvero Ben ma la gelosia le aveva fatto vedere cose che non esistevano e questo lei lo sapeva bene. Lo aveva capito. Cathleen aveva avuto ragione.

Vattene, ho bisogno di stare un po’ da sola” concluse. Il ragazzo uscì dalla stanza sollevato. Non sapeva quale sarebbe stata la risposta di Lisa, ma era felice di averle detto ciò che pensava, almeno ora lo sapeva. E, nel caso avesse capito di aver sbagliato, lui sarebbe stato pronto a perdonarla.


Sì, io adoro giocare a biliardino, ma sarebbe ancora meglio se ci riuscissi!”

Lionel e Cathleen erano seduti in un tavolino del bar.

Lionel strabuzzò gli occhi. “Mi stai dicendo che tu giochi a biliardino senza nemmeno saperlo fare?”

Esatto, muovo le manopole a caso.”

Wow, ma è geniale! Che ne dici di una partita?” propose il ragazzo. Non era proprio un appuntamento romantico, ma a lui andava bene così. Si stava divertendo con Cathleen e non poteva desiderare di meglio.

Dopo un’entusiasmante partita a biliardino vinta da Lionel, i due ragazzi tornarono al parco. Il sole, ormai basso nel cielo, era nascosto da uno strato di nuvole grige.

Sono felice, questa serata è stata davvero divertente!” esclamò Lionel con aria sognante.

Certo, anch’io mi sono divertita. Dovremmo farlo più spesso, che dici?” chiese Cathleen.

Una speranza si accese nel cuore di Lionel. Gli stava chiedendo un secondo appuntamento?

Certo, Cat!” esclamò.

Beh, forse è meglio se ora torni nella mia stanza, devo fare i compiti di algebra. Abbiamo quindici espressioni per domani.”

Cosa? Mi stai dicendo che non hai nemmeno fatto i compiti per venire da me? Cat, sono le sette e un quarto, non va bene fare i compiti così tardi…”

Tranquillo, non è la prima volta che lo faccio. E poi io me la cavo abbastanza bene in algebra.”

Mentre la ragazza afferrava la sua borsa, Lionel le posò una mano sulla spalla. “Aspetta! Per favore, Cat, posso chiederti una cosa?”

Le si formò un nodo in gola. Cosa voleva chiederle Lionel? La sua domanda non avrebbe dovuto terrorizzarla, ma all'improvviso le tornò alla mente la conversazione tra lei e Lisa poco prima dell'appuntamento. Era convinta che Lionel non fosse interessato a lei, eppure c'era qualcosa che la inquietava in quel momento.

Nonostante ciò, annuì.

Lionel raccolse tutto il coraggio che aveva e balbettò: “Puoi cantare un po’ per me?”

Lei sorrise, sollevata.

Da quando il suo amico l’aveva sentita cantare per la prima volta, non aveva smesso di farle complimenti. Solo che lei non aveva più cantato in presenza di nessuno e lui non l’aveva più sentita.

Cosa? No, ti prego, Lion!”

Ok, non insisto. Ma non c’è nessuno…”

Lei si guardò attorno: il parco era deserto. Poi guardò il suo amico dritto negli occhi e vi lesse speranza. In quel momento capì che lo voleva fare. Sì, avrebbe cantato per lui.

Lasciò cadere la borsa sulla panchina e si avvicinò di più a Lionel. “Va bene, canto” sentenziò, poi pensò a una canzone; ne conosceva così tante che decidere era impossibile. Poi, come per magia, una canzone le risuonò nella mente più forte delle altre e il testo le si srotolò davanti agli occhi. Senza nemmeno rendersene conto, aveva cominciato a cantare dolcemente.

Un brivido attraversò Lionel da capo a piedi. Lui amava la musica, ma non aveva mai sentito nessuno cantare con una voce così perfetta e dolce, così bella da sembrare un sogno.

Appoggiò la testa sulla spalla della sua amica e lei gli circondò le spalle con un braccio. Continuò a cantare quella canzone, poi passò a un'altra e a un'altra ancora...

Oh, cielo! Saranno almeno le otto meno un quarto! No, i compiti di algebra!” esclamò Cathleen allarmata ad un certo punto.

Scusa Cat, ti ho fatto perdere tempo, non avrei dovuto...” si scusò Lionel mortificato.

La ragazza lo abbracciò. “Non c'è bisogno di scusarsi, mi ha fatto piacere restare con te” mormorò dolcemente prima di afferrare la sua borsa.

I due ragazzi corsero ognuno nella propria stanza. Lionel si ricordò che aveva un capitolo di storia da studiare, così ingurgitò con riluttanza una porzione di carne in scatola e si mise a studiare.

Intanto Cathleen, tornata nella sua stanza, aveva consumato gli avanzi della cena che le aveva procurato Lisa e cominciò a fare espressioni con gli auricolari alle orecchie, ma si addormentò sulla scrivania verso le dieci e mezzo con un lieve sorriso sulle labbra.

Le mancavano ancora quattro espressioni.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7



Lionel era in uno stato di stordimento completo quella mattina. In parte perché non aveva dormito abbastanza per i suoi standard, in parte perché l'unica cosa che gli frullava in testa in quel momento era l'appuntamento con Cathleen della sera precedente.

Ovviamente proprio quel giorno la professoressa Kelley decise di interrogarlo in storia.

Allora, vediamo...” rifletteva l'insegnante, mentre si aggirava tra i banchi e guardava gli studenti in viso uno per uno in maniera inquietante. “Lionel, parlami delle scoperte principali del XIX secolo.”

Il ragazzo sollevo lo sguardo, che fino a quel momento aveva tenuto puntato sul banco, e si guardò attorno spaesato, in cerca di aiuto. La sera prima aveva letto distrattamente il capitolo e non si ricordava assolutamente niente. In genere riusciva sempre a mettere insieme due parole, giusto per prendere la sufficienza, ma quel giorno fece scena muta.

La professoressa, dopo una lunga attesa, sospirò e tornò alla cattedra per segnare il voto sul registro.

Signorino, così non va bene. Questo non mi sembra il modo migliore per iniziare l'anno, con un'insufficienza. Siamo solo ad ottobre e hai un sacco di tempo per recuperare, ma voglio che tu dia il massimo.”

Lionel si limitò ad annuire e, quando la donna distolse lo sguardo da lui, si accasciò sul banco e nascose la testa tra le braccia.

Ci sarebbe stato tempo per rimediare il brutto voto, le uniche cose di cui aveva bisogno in quel momento erano dormire e stare con Cathleen.


Ragazzi, ho un'importante notizia da darvi!” annunciò la professoressa di inglese con la sua consueta allegria. Era una docente molto stimata perché riusciva a far apprezzare le lezioni agli studenti con il suo contagioso entusiasmo.

Cathleen alzò lo sguardo dallo scarabocchio sul suo diario.

Il 31 ottobre, qui a scuola ci sarà una festa di Halloween!”

Gli studenti esplosero in esultanze e gridolini.

Ovviamente sarà una festa in maschera, ci sarà anche un concorso. Dovete fabbricarvi il costume con le vostre mani e verranno premiati il più spaventoso, il più originale e il più ben fatto!” spiegò la professoressa.

Tra gli studenti si propagò un mormorio di assenso.

Solo che la scuola non ha abbastanza fondi per organizzare tutto, dovrete ingegnarvi per racimolare dei soldi, magari con una lotteria o qualcosa del genere, sta a voi decidere. Purtroppo la notizia è arrivata tardi e avete solo tre settimane di tempo. Allora, non vi sembra una cosa bellissima?” concluse la donna con un enorme sorriso.

Sì!” risposero gli studenti all'unisono, mentre qualcuno proponeva già qualche progetto.

Dopo quella notizia, i professori non furono più in grado di catturare l'attenzione degli studenti che, in preda all'eccitazione, non facevano altro che portare fuori nuove idee e bisbigliare tra loro.

Lisa, tu cosa ne pensi?” chiese Cathleen alla sua compagna di banco.

Mi è venuta in mente un'idea, ma ne voglio parlare a pranzo, quando ci sono anche tutti gli altri” affermò lei con gli occhi che brillavano.

Durante la pausa Cathleen, Lionel, Lisa, Tiffany, Ben e Alex si riunirono in un tavolo all'esterno della mensa. Ormai erano rare le volte in cui riuscivano a parlare, solo loro sei e nessun altro, ma dovevano assolutamente confrontarsi per decidere cosa avrebbe fatto il loro gruppo.

A quanto pare ci sarà un Help Day, una giornata in cui ognuno potrà fare quel che vuole per guadagnare fondi. Dovrebbe essere il prossimo weekend, se non sbaglio...” rifletté Tiffany guardando in volto ognuno dei suoi amici.

Io ho un'idea! Mia madre mi ha insegnato a fare i biscotti, tutti mi dicono che sono buonissimi! Che ne dite di organizzare uno stand in cui vendo i miei biscotti? Potrei chiedere cinquanta centesimi per ognuno, oppure a offerta!” propose Lisa entusiasta.

Stare seduta in quel tavolo le costava molta fatica, anche se cercava di negarlo. Non aveva rivolto nemmeno un'occhiata a Ben.

Quello che rimane va alla mascotte del gruppo!” esclamò Lionel indicandosi.

Dopo aver dormito sul banco, si era completamente ripreso e la vista della sua migliore amica aveva contribuito al suo buonumore.

Sì, continua a sognare, piuttosto lo devolviamo in beneficenza!” scherzò Cathleen dandogli di gomito.

Okay, è deciso, Cat e Lise faranno i biscotti. Altre proposte?” domandò Tiffany rivolta ai ragazzi.

Mmh... vendiamo limonata?” propose Alex senza troppo entusiasmo, mentre la sua attenzione veniva assorbita completamente dal cibo.

Intanto Ben sembrava catapultato in un mondo parallelo, teneva lo sguardo fisso sul piatto e probabilmente non aveva ascoltato una sola parola di quel che gli altri avevano detto.

Ma sai che è un'idea geniale? Bravo Alex, voi venderete limonata!” esultò la sorella maggiore.

Tiff, era per scherzare, non vorrai seriamente farmi vendere limonata come un idiota!” protestò lui.

Perché altrimenti la mia reputazione da ragazzo serio sarà rovinata!” lo prese in giro il fratello, cercando di imitare la sua voce.

Alex, questa è la prima cosa intelligente che ti sento dire da quando ti conosco, non ti puoi tirare indietro! Lionel preparerà la limonata, mentre tu e Ben la vendere, punto!” affermò la ragazza bionda; dai suoi occhi traspariva assoluta serietà.

Il ragazzo sbuffò. “Siete pazzi, tutti quanti” borbottò mentre si alzava per buttare la spazzatura.

Eh? Mi avete chiamato? Cosa devo fare?” si intromise Ben con voce stanca, risvegliandosi dalla sua fase di trance.

Nulla Ben, continua pure a dormire” tagliò corto Tiffany con un sospiro.

Cathleen ridacchiò mentre seguiva Alex con lo sguardo.

La intrigava il suo modo schivo e riluttante di osservare e commentare, lo vedeva come un ragazzo misterioso che nascondeva tanto dietro quegli impenetrabili occhi verdi.

Sarebbe stato suo prima o poi, a tutti i costi!


Dobbiamo dare la notizia a Cat” disse Tiffany, che era seduta sulla scrivania di legno chiaro, le gambe penzoloni.

Dopo cena lei e i due fratelli si erano riuniti nella sua stanza, approfittando dell'assenza delle sue compagne.

Sua sorella li avrebbe raggiunti presto, dopo aver finito di passare gli appunti a una sua compagna.

Secondo me avete fatto una cazzata, si arrabbierà moltissimo” ripeté Alex per la millesima volta nel giro di ventiquattr'ore.

Era comodamente sdraiato sul letto di Tiffany, sopra in quale ve ne era uno a castello. Aveva scelto quella locazione per poter inspirare il suo delizioso odore. Si sorprese di quanto fosse ordinato quel letto, così come tutta la stanza. I libri erano meticolosamente impilati in un angolo della scrivania, i letti erano rifatti con cura e il tappeto di velluto rosso che ricopriva gran parte del pavimento era pulito e senza nemmeno una piega. La sua camera era l'opposto: regnava il caos più totale e a lui andava bene così.

Il tuo ottimismo mi lascia esterrefatto, fratellino, sei così allegro e positivo che gli uccellini vengono a mangiare dalle tue mani” commentò Lionel sarcasticamente, seduto sul caldo tappeto.

Lo so, sono un'infinita risorsa di pace e gioia...”

Ad interrompere la frase fu il rumore di qualcuno che bussava alla porta.

Eccola! Siete pronti?” sussurrò Tiffany.

Il fratello minore annuì.

Entra pure!” gridò la ragazza.

Subito dopo Cathleen fece irruzione nella stanza mentre si tirava i capelli all'indietro. “Ciao ragazzi!” esclamò sedendosi ai piedi del letto della sorella, vicino ad Alex.

Ehi bella ragazza!” la salutò lui, tirandole amichevolmente una ciocca di capelli.

Lei sorrise, cercando di non dare a vedere la reazione che le aveva provocato quel gesto.

Lascia stare i miei capelli!” esclamò, allungandosi per tirare una ciocca dei suoi, che stranamente non era legati nel solito codino.

Tu non sei autorizzata!” ribatté lui, facendole il solletico per cercare di allontanarla.

Cathleen iniziò a ridere e implorarlo di smetterla, mentre cercava di bloccargli le mani e il suo cuore esplodeva nel petto.

All'improvviso perse l'equilibro e cadde sul letto, sdraiata a pochi centimetri dal ragazzo dei suoi sogni.

Invece il cuore di Lionel perse un battito. Dovette distogliere lo sguardo dalla scena e prese a fissarsi le scarpe, giocando con i lacci di una di esse.

Sapeva che i due stavano solo scherzando, ma vederli così gli provocava fastidio, sentiva la rabbia crescergli dentro. C'era qualcosa che non quadrava, qualcosa nell'atteggiamento di Cathleen e Alex che a lui non piaceva per niente.

Ad un tratto la sua attenzione venne richiamata da un gridolino di Cathleen. Alex l'aveva fatta cadere dal letto, e ora lei rideva a crepapelle, supina sul tappeto.

Dopo qualche secondo Tiffany si schiarì la voce per attirare l'attenzione. “Bene, direi che adesso la potete smettere, grazie. Cat, ti dobbiamo dire una cosa!”

Poveri noi...” borbottò Alex riprendendo la posizione di prima.

La ragazza interessata si mise seduta e passò velocemente una mano tra i capelli scompigliati. “Che c'è?” domandò con curiosità.

Lionel prese la parola. “Quello che ti stiamo per dire probabilmente non ti piacerà, ma devi cercare di capire le nostre ragioni. Ecco, dopo esserci consultati abbiamo deciso che...”

Ti abbiamo iscritto ai provini per il film a cui non vuoi partecipare” concluse Tiffany tutto d'un fiato, interrompendo il ragazzino. Tutti quei giri di parole le sembravano inutili.

Sua sorella spalancò occhi e bocca, incredula. “Non l'avete fatto davvero, è uno scherzo...” cercò di convincersi.

Ecco, lo sapevo” disse Alex, beccandosi un'occhiataccia dal fratello.

L'abbiamo fatto davvero invece. Dai, non arrabbiarti con noi...” tentò di tranquillizzarla, allungando una mano verso di lei.

Ma la ragazza scattò in piedi, il volto incendiato dall'ira. “È questo il vostro modo di dimostrarmi affetto? Costringendomi a fare qualcosa che non voglio? Complimenti, siete riusciti a rovinare tutto! Odiosi!” gridò, per poi lasciare la camera come una furia, sbattendo la porta.

I tre amici rimasero un paio di secondi impalati, con gli occhi fissi sulla porta chiusa.

Visto? Ve l'avevo detto!” disse Alex con aria trionfante.

Alex, razza di deficiente, ti sembra il momento? Piuttpsto vai da Cathleen! Vorrà vedere solo te, dato che eri l'unico a non essere d'accordo con noi!” strillò Tiffany.

Lui sbuffò e si alzò controvoglia. Non gli piaceva l'idea di vagare per la scuola con i capelli completamente scompigliati. Senza il suo codino si sentiva a disagio, si era slegato i capelli solo per sdraiarsi nel letto.

E poi non aveva nessuna voglia di stare dietro a Cathleen. Certo, era una sua amica, le voleva bene e amava scherzare con lei, ma dopo averle chiesto l'appuntamento con Lionel, cercava di evitare di stare da solo con lei o di iniziare un discorso serio, si sentiva ancora in imbarazzo.

Mentre si aggirava per i corridoi, ancora frastornato, si ricordò che Cathleen, quando si arrabbiava, diventava una iena: era isterica, dava di matto e non dava retta a nessuno.

A migliorare la situazione, fuori si era alzato un vento leggero ma pungente. E lui non aveva la giacca.

Ma perché era uscito da quella stanza? Poteva benissimo rimanere sdraiato, tanto a Cathleen prima o poi sarebbe passata!


Il bordo della fontana era freddissimo, ma Cathleen quasi non se ne accorse. Si sedette con lo sguardo perso nel vuoto, la mente attraversata da mille pensieri.

Si sentiva tradita da sua sorella e dal suo migliore amico, non pensava che sarebbero stati capaci di farle un simile torto. Eppure le sembrava di essere stata abbastanza chiara con loro, non aveva nessuna intenzione di partecipare a quegli stupidi provini per cui tutte le ragazze erano estremamente eccitate. All'inizio pensava che loro l'avessero accettato, che se ne fossero fatti una ragione, invece ora tornavano alla carica. La volevano costringere a fare qualcosa che non voleva, non le stavano lasciando scelta e questo non era un comportamento da amici. Ma davvero pensavano di renderla contenta in quel modo? Non avevano capito niente dell'amicizia, non avevano capito niente di lei.

Mentre stringeva rabbiosamente il bordo della sua maglia, immersa in quei pensieri, avvertì una mano posarsi sulla sua spalla. Sobbalzò e sollevò lo sguardo, ritrovandosi faccia a faccia con Alex. Nella penombra era ancora più bello, con i capelli sciolti e arruffati e gli occhi luminosi e profondi.

Le tornò alla mente ciò che aveva provato pochi minuti prima, mentre giocavano nella stanza di Tiffany.

Che ci fai qui?” gli chiese, rendendosi subito conto di aver usato un tono troppo acido.

Lui si sedette al suo fianco. “Vuoi che me ne vada? Tanto non lo faccio comunque.”

Cathleen si ritrovò a sorridere debolmente. “Tu non eri d'accordo con loro, vero?”

No, per niente. Ho sempre pensato che dovevano lasciarti libera di fare le tue scelte.”

Esatto! Mi fanno davvero incazzare, sapevano che non mi avrebbe fatto piacere, eppure hanno fatto lo stesso quello che volevano.”

Lui lasciò trascorrere alcuni secondi prima di rispondere. “Sapevo che sarebbe andata a finire così. Immagino che tu adesso non li voglia neanche vedere, vero?”

No, infatti spero che non vengano a cercarmi... ma sono felice di avere qualcuno che mi capisce, un certo Alex!”

Capì che stava sorridendo anche se non lo stava guardando.

Passerà anche questa Cat, vedrai.”

In quel momento Cat si rese conto che Alex stava tremando.

Ehi, ma stai tremando! Hai freddo?” si preoccupò subito.

No, tranquilla, non fa niente” la rassicurò lui rabbrividendo.

Non dire idiozie, potresti ammalarti! Vieni qui.”

Detto questo, lo attirò a sé e lo abbracciò per riscaldarlo.

Non sapeva da dove venisse tutta quella naturalezza e quel coraggio, ma sentire quel ragazzo così vicino la faceva scoppiare dalla gioia. Si sentiva capita da Alex, sentiva che si stava avvicinando a lei con tanta dolcezza e questo le bastava per farle scordare il resto del mondo. Non voleva che quel momento finisse.

Intanto Alex, avvolto da una leggera t-shirt, continuava a tremare e cercava di trarre più calore possibile dalla sua amica.

Grazie” mormorò dopo un po'.

Non mi devi ringraziare, non potevo certo farti momire di freddo!” minimizzò lei.

Rimasero in quella posizione per un tempo che a Cathleen sembrò troppo breve. Intanto Alex aveva smesso di tremare e abbracciava la ragazza a sua volta.

Sei ancora arrabbiata?” le chiese dopo un tempo indefinito.

Non lo so e non m'importa ora” rispose prontamente lei.

Mi sa che si è fatto tardi, domani dobbiamo alzarci presto...”

Cathleen non voleva che tutto finisse, lei stava benissimo e sarebbe rimasta lì con lui tutta la notte, ma dovette riconoscere che il ragazzo aveva ragione, dovevano andare a letto.

Okay, hai ragione.”

Le costò molta fatica staccarsi da lui. Si alzarono e si guardarono negli occhi.

Grazie Alex, ora sto molto meglio, grazie per avermi tenuto compagnia.”

Ma dai, tu mi hai riscaldato, è il minimo che potessi fare!”

Cathleen avrebbe tanto voluto azzerare la distanza tra loro e baciare quel ragazzo splendido che la osservava con gli occhi che brillavano, era il suo desiderio fisso da quando l'aveva visto per la prima volta, eppure si limitò ad abbracciarlo timidamente. Qualcosa le diceva che non era il momento giusto.

Buonanotte Cat” sussurrò lui, stringendola a sé.

Buonanotte.”

Mentre saliva in camera, Cathleen avvertì l'ipnotico odore di Alex sui suoi vestiti.

Era mezzanotte passata quando si mise a letto. Lisa ed Alice dormivano profondamente.

I suoi ultimi pensieri prima di addormentarsi non erano rivolti alla lite con Lionel e Tiffany, bensì a quel tempo passato assieme ad Alex, a tutta la dolcezza che traspariva da ogni suo gesto, a tutto il supporto che le aveva dato e al suo sguardo magnetico che la incantava ogni volta.

E sprofondò nel sonno con un dolce e tenue sorriso sulle labbra.


* * *


Ciao a tutti! :)

Notate per caso delle differenze di stile tra questo capitolo e quelli precedenti?

Questo capitolo è stato scritto proprio oggi, è nuovo, mentre gli altri erano già pronti da anni.

Se notate che sono peggiorata nella grammatica o nello stile, se trovate qualche differenza, non esitate a farmelo sapere, sono curiosa di sapere il vostro parere! ;)

Ne approfitto per ringraziare chi segue la storia e chi la recensisce, grazie a voi ho rivalutato una storia che pensavo di cestinare! Grazie davvero! :3


Soul ♥

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8



Cathleen era davvero confusa quella mattina. Ce l'aveva con Lionel e Tiffany ed era nervosa, ma allo stesso tempo era al settimo cielo per la serata passata con Alex. Forse aveva qualche possibilità con lui, non le

sembrava vero, lui le piaceva davvero tanto e la sola idea di stare con lui la faceva impazzire dalla gioia.

Durante la pausa pranzo decise di sedersi in disparte per ripassare per la verifica di storia.

Mentre rileggeva un paragrafo e sorseggiava la sua acqua, avvertì una presenza al suo fianco e sollevò lo sguardo. Lionel aveva appoggiato il suo vassoio sui tavolo e si era seduto sulla sedia accanto alla sua.

Lionel.”

Cathleen.”

La ragazza abbassò leggermente lo sguardo, non riusciva a guardarlo negli occhi.

Che ci fai qui?” domandò in tono piatto.

Lui afferrò un muffin ai cioccolato dall'aspetto delizioso dal suo vassoio e lo posò in quello di Cathleen, proprio sotto i suoi occhi increduli.

Sono venuto per chiederti scusa e per darti questo” affermò con molta serietà, indicando il dolcetto.

Lei lo osservò con perplessità, incapace di parlare.

Io e Tiff abbiamo capito il nostro errore e ci siamo pentiti, volevamo prendere una decisione al posto tuo nonostante conoscessimo il tuo punto di vista. Volevamo farti una bella sorpresa, ma abbiamo sbagliato tutto” proseguì Lionel, un po' esitante.

Sapevate che quel provino non mi interessava...” mormorò lei, cercando di non fargli capire che avrebbe solo voluto sorridergli e dimenticare tutto.

Non preoccuparti per il provino, se non lo vuoi fare puoi sempre non presentarti, volevo solo scusarmi con te perché non sopporto vederti così giù, soprattutto se la causa di tutto sono io.”

A quei punto Cathleen non poté più resistere, si sciolse in un radioso sorriso e abbracciò il suo amico.

Aveva capito che la sua reazione era stata esagerata, in non era necessario prendersela così. E poi Lionel era stato molto dolce, aveva fatto di tutto per farsi perdonare e lei lo apprezzava molto.

Lion...” mormorò.

Mi perdoni?” le chiese in tono supplichevole.

Mi hai portato un muffin al cioccolato, come faccio a non perdonarti?” esclamò lei sciogliendo l'abbraccio.

Lionel si limitò a sorridere, ma dentro di sé faceva i salti di gioia.

Quando, il giorno prima, l'aveva vista andare via come una furia, gli era venuto un nodo in gola, per un momento aveva pensato di averla persa. Vedere il suo sorriso ed essere avvolto da un suo abbraccio era il dono migliore che potesse ricevere.

I due ragazzi pranzarono assieme e scherzarono come avevano sempre fatto. In poco tempo avevano stretto un'amicizia che un semplice litigio come quello non avrebbe mai potuto scalfire.

Sai, ieri tuo fratello è stato dolcissimo con me” raccontò Cathleen.

Il cuore di Lionel perse un battito. Già, suo fratello. Ormai aveva quasi la certezza che Alex ci provasse con lei e non lo poteva sopportare. Certo, suo fratello non poteva sapere che lui aveva una cotta per Cathleen, non voleva neanche rivelarglielo, ma non riusciva a vedere quei due assieme e rimanere indifferente. Si sentiva impotente e non sapeva come agire. A chi poteva chiedere un consiglio?

Ah sì?”

Sì! Mi ha consolato, mi ha fatto calmare e poi mi ha tenuto compagnia. È davvero una brava persona, ma penso che questo tu lo sappia già!” raccontò la ragazza.

A volte è bravo, sì, ma solo quando vuole lui...”

Si vede che siete fratelli, buoni allo stesso modo!”

Lionel rischiò di soffocare a quelle parole. “Io e lui abbiamo pochissime cose in comune. Forse al momento non lo dà molto a vedere, ma io lo conosco e ti posso assicurare che è molto egoista.”

Ma dai, perché tutti avete una brutta opinione di lui? A me sembra un bravissima persona!”

Io te lo sto dicendo perché lo conosco da tredici anni, ma poi ognuno ha le sue idee...”

A Cathleen sembravano tutte assurdità, stava imparando a conoscere Alex e non credeva a una sola parola di quel che le aveva detto il suo amico. Alex non era un egoista, punto.


300 grammi, bisogna metterne 300!”

Ma stai scherzando? Con tutto quello zucchero verranno dolcissimi! Dobbiamo metterne 200 al massimo!”

Cosa? Ma non ci penso nemmeno, mia madre ne mette sempre 300 grammi e vengono buonissimi, quindi io li farò come mi ha insegnato lei!”

Mi sorprende che non vi sia ancora venuto il diabete!”

Era sabato, mancava una settimana all'Help Day e Cathleen e Lisa si erano riunite per provare la ricetta dei biscotti. Ma non riuscivano a mettersi d'accordo per la dose dello zucchero.

Cosa sta succedendo? Si sentono le vostre urla dal cortile!” domandò Lionel facendo irruzione nella stanza.

300 grammi di zucchero! Ma ti rendi conto della dose che vuole mettere? Saranno troppo dolci!” esclamò Cathleen.

Mia madre mi ha insegnato così, io seguo la sua ricetta! 200 grammi sono troppo pochi, decisamente!” ribatté Lisa, prendendo la confezione dello zucchero.

Ma voi vi comportate sempre così quando siete nella vostra stanza?” si informò il ragazzo.

Sì, noi discutiamo per tutto, non siamo quasi mai d'accordo” rispose Lisa.

Povera Alice, non la invidio per niente! Ah, e comunque potete mettere 250 grammi di zucchero, una via di mezzo, così sarete tutte e due accontentate, no?” propose Lionel, come se fosse la cosa più ovvia da fare.

Le due amiche si scambiarono un'occhiata.

Sai che non ci avevo pensato?” disse Cathleen.

È questo il vostro problema: non cercate mai una via di mezzo, volete avere la ragione assoluta!” constatò il ragazzino prendendo posto su una sedia.

Senti, mocciosetto, tu non hai intenzione di provare a fare un po' di limonata?” domandò Lisa mentre pesava la farina.

No, improvviserò, non ci vuole molto.”

E avvelenerai sicuramente qualcuno, sì” lo rimproverò Cathleen con un sospiro.

Ragazze, come sta andando?” esordì Tiffany entrando di corsa.

Abbiamo passato un quarto d'ora a discutere sullo zucchero... complessivamente siamo parecchio indietro” spiegò sua sorella.

Oh, ma siete assurde, non cambierete mai! Sentite, stavo parlando con il gruppo che ha organizzato la lotteria, io gli ho raccontato della vostra iniziativa e mi hanno chiesto se potete mettere a disposizione un po' dei vostri biscotti come premio.”

Certo, per me va bene. Cat, tu che ne dici?”

L'altra annuì.

Sono pronti i biscotti?” chiese Alex entrando nella stanza.

No, abbiamo appena cominciato, ma se ci aiuti finiamo prima!” esclamò Lisa lanciandogli un grembiule da cucina dritto in faccia.

Tutti adoravano prenderlo in giro, soprattutto Lisa e Tiffany. Alex non aveva fatto una buonissima impressione a nessuna delle due, lo consideravano simpatico, ma il suo carattere e il suo atteggiamento non ispirava sicurezza. Sembrava comportarsi con superiorità e non pareva intenzionato a stringere dei rapporti profondi.

E Lisa non sopportava il fatto che proprio Cathleen si fosse presa una cotta per lui, insomma, c'era di meglio!

Che palle, siete di una lentezza unica!” protestò lui, rilanciando il grembiule alla ragazza che impastava.

Alex! Sei un cretino!” gridò lei.

Grazie Lisa, ogni volta mi riempi di complimenti...”

Te li meriti tutti, caro!”

Adesso che siete tutti qui, ne approfitto per invitarvi nella nostra camera dopo cena, faremo una specie di biscotti party, d'accordo?” li interruppe Cathleen.

Che bella notizia!” esultò Alex, che non aspettava altro.

Alex, al posto di restare qui fermo di fronte alla porta come una mummia egizia, perché non vai ad avvisare Ben del biscotti party?” propose Tiffany in tono ironico.

Uff, ma io adesso non ne ho voglia!” si lamentò lui, come sempre.

Ah, ma non sai fare altro che lamentarti? Sparisci, ciao!” lo cacciò Tiffany, spingendolo in corridoio e chiudendogli la porta in faccia.

Simpatica, eh!” commentò lui, poi si diresse verso le scale che portavano al piano di sotto.

Lui era convinto che Tiffany scherzasse sempre con lui, non pensava davvero ciò che gli diceva, era solo un modo diverso per dimostrargli il suo affetto. Prima o poi sarebbe riuscito a conquistarla, lei avrebbe lasciato quel buono a nulla del suo ragazzo e allora lui sarebbe stato pronto ad agire.


Hanno un aspetto magnifico!” si complimentò Lionel quando le ragazze portarono fuori i biscotti.

E hanno un odore davvero invitante!” aggiunse Alex con gli occhi fuori dalle orbite.

Okay, che ne dite di assaggiarli?” propose Tiffany.

Speriamo di aver fatto un buon lavoro! Qui ci sono quelli classici, al cocco, al cioccolato e all'arancia!” elencò Cathleen, indicando i vari tipi uno per uno.

E detto questo, buon appetito!” esclamò Lisa impossessandosi di un biscotto al cocco come se non toccasse cibo da una settimana.

Si trovava un po' a disagio con Ben nei paraggi, da quando avevano parlato, lei non aveva ancora deciso come agire, ma si era accorta che lui stava imparando a tener testa a Tracy e non era più suo prigioniero.

La verità è che non vedeva l'ora di riabbracciare il suo Ben, ma aveva fatto un casino troppo grande, sia con lui, sia con Angel, ancora convinto di essere il suo ragazzo.

Quando i ragazzi assaggiarono i biscotti, diventarono dei piranha. Tutti sapevano che quei dolcetti non sarebbero durati a lungo.

Tutti si complimentarono con Cathleen e Lisa.

Farete un successone, la vostra sarà la bancarella migliore!” affermò il ragazzino più piccolo, mentre addentava un biscotto al cioccolato.

Vedi, la dose dello zucchero era perfetta!” disse Lisa, rivolgendo un'occhiata complice a Cathleen e Lionel.

Alle dieci e mezza il gruppo si dovette dividere e ognuno tornò nella propria stanza.
Tiffany si accingeva a salire le scale quando si sentì chiamare.

Ehi Tiff, aspetta!”

La ragazza si voltò e scoprì che Ben si stava dirigendo verso di lei.

Ben, che c'è?” domandò, fermandosi in mezzo al corridoio.

Ho bisogno di un consiglio” annunciò lui. Sembrava nervoso e un po' in imbarazzo.

Ben, dopo quel lungo e straziante periodo di distanza da Lisa, non sapeva più come comportarsi e aveva bisogno di un consiglio. Alex non gli era stato di nessun aiuto, come sempre, lei era perfetta perché era una ragazza e lui aveva bisogno di un punto di vista femminile, poi era una di quelle persone che sanno sempre affrontare ogni situazione nel modo migliore.

Ah, in questo caso non ho nessuna intenzione di rimanere qui, andiamo al piano di sotto, nell'atrio, tanto è sempre deserto a quest'ora!” disse la ragazza dirigendosi verso le scale.

ben la seguì e si ritrovarono seduti sul pavimento dell'atrio, in un angolo, con la schiena addossata al muro.

Allora, qual è il tuo problema?” chiese Tiffany, stringendosi le ginocchia al petto e scrutandolo con attenzione.

Lise” si limitò a rispondere lui, con un sospiro rassegnato.

Lo immaginavo. Sai, non mi piace per niente il suo comportamento, a volte si comporta proprio da immatura!”

È questo il mio problema. Lei non è stupida, solo un po' troppo orgogliosa, so che ha capito i suoi errori e vorrebbe tornare indietro per porvi rimedio, ma non sa come fare e io non so come aiutarla” spiegò Ben.

So cosa intendi. Sai qual è stato il suo errore più grande? Coinvolgere Angel. Insomma, io posso capire che ce l'avesse con te e tutto il resto, ma non c'era bisogno di mettere in mezzo un ragazzo innocente e prendersi gioco di lui!”

Sono rimasto un po' deluso da questo suo gesto, sinceramente non pensavo che potesse arrivare a tanto... ma io tengo davvero tantissimo a lei, ho imparato a conoscere e accettare queste sue mosse avventate e la amo così, per quella che è, non sopporterei di perderla...”

Accidenti Ben, si vede che ci tieni proprio tanto, all'apparenza non sembri un ragazzo così sensibile...” mormorò lei, commossa dal modo in cui gli brillavano gli occhi quando parlava di Lisa. In quel momento si rese conto di quanto poco conoscesse quel ragazzo, nonostante ci passasse assieme ogni sua giornata.

Chi mi conosce bene mi dice che sono sensibile, dolce e troppo buono e paziente, solo che non lo do molto a vedere...”

Invece non dovresti nasconderlo, sono qualità importanti e bellissime! Oggi mi sono resa conto che sei una persona migliore di quel che pensavo e ti apprezzo molto di più!” affermò lei con sincerità.

Grazie Tiff. È da tempo che nessuno mi ascoltava come hai fatto tu” ammise Ben. Era così felice di potersi sfogare liberamente con qualcuno e mostrarsi per quello che era! Con Alex e gli altri suoi amici non era mai stato così naturale, in Tiffany vedeva quell'amica sempre pronta ad ascoltarlo, dargli qualche consiglio e sostenerlo in tutto. In sua compagnia non si sentiva in dovere di fingere

Ben, tu puoi sempre contare su di me, qualsiasi cosa accada! Che non ti venga in mente di tenerti tutto dentro, non ti fa per niente bene! Io per Lise ti consiglierei di fare tu la prossima mossa, se aspettiamo a lei fai in tempo a diventare maggiorenne che lei non ha ancora preso una decisione! Dille chiaramente quello che vuoi, ovvero tornare con lei. E incitala a prendere una decisione al più presto. Capito?”

Ben annuì. Gli piacevano i consigli di Tiffany, li avrebbe senza dubbio messi in pratica.

Entrambi si alzarono da terra e si scambiarono un sorriso complice.

Grazie per avermi ascoltato, ma non voglio che tu mi faccia da psicologa. Io sono tuo amico, quindi se hai bisogno di sfogarti o di un consiglio, puoi contare su di me” sussurrò Ben.

Grazie a te per esserti aperto con me e avermi mostrato chi sei” rispose lei, abbracciandolo istintivamente.

Chiunque avrebbe potuto fraintendere vedendo quella scena dall'esterno, ma loro sapevano ciò che provavano. I loro cuori erano entrambi rivolti ad altre persone, tra loro si stava creando solo una semplice e sincera amicizia.

Mentre saliva i gradini del dormitorio maschile, Ben ebbe la certezza che fino ad allora non aveva avuto idea di cosa fosse veramente l'amicizia. Capì che non si trattava solo di rendere felici gli altri, ma anche se stessi.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9



Quella sera, dopo cena, Lisa e alcune sue compagne si erano riunite nell'atrio dei dormitori femminile, che talvolta fungeva da luogo di ritrovo. Non avevano voglia di studiare, preferivano piuttosto rilassarsi e scambiarsi confidenze e pettegolezzi.

È molto carino, penso che sia interessato a me, quindi dovrei provare a conoscerlo meglio” stava raccontando Kate, mentre sfogliava un catalogo di abbigliamento.

Oh sì, e magari potresti chiedergli se ha qualche amico carino per me...” aggiunse Cindy con entusiasmo.

Ragazze, invece io non so proprio cosa fare con Ben...” sospirò Lisa.

In che senso?” domandò Kate curiosa.

La ragazza raccontò tutta la storia, constatando che le sue compagne ne conoscevano già gran parte.

Sì, erano pettegole nate.

Lisa, che casino! Io ti consiglio di lasciar perdere sia Angel che Ben” commentò subito dopo Sarah, intenta a dipingersi le unghie di rosso.

Perché dovrei lasciar perdere Ben? Io sono ancora innamorata di lui!” obiettò l'altra.

Come, non l'hai saputo?” domandò Sarah, quasi scandalizzata.

Che cosa?”

Ecco... qualche giorno fa, mi pare fosse sabato, Ben è stato visto dopo cena proprio qui, nell'atrio, mentre abbracciava una ragazza...” raccontò la ragazza in tono cospiratorio. Sembrava godere dello stupore di Lisa, che non poteva credere alle sue orecchie.

Il testimone non ne è del tutto certo, ma a quanto pare i due si sono baciati! E indovina chi è la ragazza in questione!” proseguì Sarah, mentre a ogni parola il cuore di Lisa sprofondava sempre più in un mare di rabbia e delusione.

Non ci crederai! Era la sorella di Cathleen!” concluse la sua interlocutrice in un sussurro, come se si trattasse di un segreto inconfessabile.

Cooooosa? Tiffany?” riuscì solo a dire la povera Lisa con voce strozzata.

Mi dispiace, Lisa!” esclamò Sarah in tono falso e melodrammatico.

Beh, mi fa piacere sapere che non ci ha messo molto a rimpiazzarmi! È uno stronzo, mi fa schifo!” sbottò l'altra, furiosa e indignata.

Le si era formato un nodo in gola, aveva voglia di piangere, ma non di fronte alle sue compagne, che in fondo erano solo semplici conoscenti, nulla di più.

Così farfugliò la prima scusa che le venne in mente e corse in camera sua, dove Cathleen stava ripassando.

Varcata la soglia, si tuffò sul letto e scoppiò a piangere a dirotto. La sua amica, che non riusciva a capire che cosa fosse successo, si sistemò accanto a lei, la abbracciò e le chiese spiegazioni.

Ben ha baciato un'altra!” singhiozzò Lisa dopo circa un minuto.

Cathleen rimase sconvolta da quella dichiarazione. “Non ci credo, dimmi che è uno scherzo!”

Magari lo fosse!”

La ragazza bionda tenne la sua amica tra le braccia, in silenzio, in attesa che si tranquillizzasse.

Parlarono a lungo dell'accaduto, ma Lisa non rivelò mai chi fosse la ragazza che aveva baciato Ben.


Il tempo trascorse in fretta e, senza che nessuno se ne rendesse conto, arrivò l'Help Day.

Lionel era assurdamente in ritardo con la produzione della limonata, aveva tralasciato tutto a quella mattina pensando di finire tutto in poco tempo, ma non aveva tenuto conto dei vari imprevisti che poteva incontrare durante la preparazione.

Lionel, datti una mossa! Tra mezz'ora dobbiamo iniziare a vendere e non abbiamo nemmeno un goccio di limonata!” gridò suo fratello dal cortile, affacciandosi alla finestra della piccola stanza messa a disposizione dalla scuola apposta per l'occasione.

Alex e Ben erano già pronti, avevano un carrello colmo di bicchieri e aspettavano con impazienza il primo carico.

Sì, tra cinque minuti sarà pronta! Ma dove sono i limoni?” borbottò il ragazzo girando per lo stanzino come una trottola impazzita.

Sei sempre il solito, se l'avessi preparata io, di certo non sarebbe andata a finire così...” si lamentò Alex sbuffando come un treno.

Alex e la sua infinita modestia” commentò Ben ironicamente, mentre alzava gli occhi al cielo.

Intanto un professore aveva cominciato a parlare al microfono per annunciare l'inizio dell'Help Day.

Oh cazzo... Lionel, se non ci dai adesso la limonata, giuro che vengo dentro e ti faccio ingoiare quei limoni interi!” minacciò il fratello maggiore.

Lionel si passò una mano sulla fronte, in preda alla disperazione. Odiava quella maledetta limonata!


Bellissima!” esclamò Cathleen, portando fuori il cellulare per scattare una foto alla bancarella.

Lei e Lisa si erano impegnate tantissimo per allestirla ed erano soddisfatte del risultato finale. Avevano steso su un tavolo una tovaglia a quadretti rossi e bianchi, come quelle dei picnic, e vi avevano posizionato sopra dei cestini di vimini con i vari tipi di biscotti. Davanti avevano affisso un cartello colorato che annunciava prezzo e gusti dei biscotti e, per ripararsi dal sole, completava il quadretto una tenda a righe bianche e rosse, abbinata alla tovaglia.

È la bancarella più bella!” commentò Lisa con gli occhi che le brillavano.

Quando il professor McKarty annunciò l'inizio della giornata, gli studenti cominciarono ad avvicinarsi al loro stand.

Sarebbe stata una giornata lunga e faticosa.


È pronta!” annunciò Lionel, mentre un rivolo di sudore gli colava sulla fronte. Faceva un caldo terribile e suo fratello non aveva smesso di urlargli contro neanche un minuto. Non ne poteva più, era stato tentato di lanciargli un limone in faccia, ma si era trattenuto grazie alla sua grande pazienza.

Sbrigati, non abbiamo tempo!” sbraitò Alex afferrando la brocca che il ragazzino gli porgeva.

Avrebbe tanto voluto riposarsi, ma sapeva che presto i suoi amici sarebbero tornati a chiedere altra limonata, quindi doveva mettersi all'opera.

Inizialmente quell'iniziativa gli era piaciuta un sacco, ma ora l'idea di rimanere tutto il giorno dentro quello stanzino claustrofobico a spremere limoni non gli sembrava per niente allettante. Avrebbe preferito di gran lunga venderla al posto di suo fratello, a cui non andava bene nulla.

Già, suo fratello, colui che si stava portando via Cathleen.


Alex e Ben cominciarono ad aggirarsi per il grande piazzale con il loro carrello.

Alex, non l'abbiamo nemmeno assaggiata, non sappiamo nemmeno se è venuta buona...” fece notare Ben.

Ma proprio in quel momento un loro compagno, Philip, si avvicinò al loro carrello.

Phil, vuoi un bicchiere di limonata?” domandò Alex.

Ehi Alex! Certo!” acconsentì l'altro.

Sei il nostro primo cliente. La cavia, diciamo” annunciò Ben mentre riempiva un bicchiere.

Philip lo prese e bevve un sorso.

La sua espressione in quel momento era comica e indescrivibile.

Philip sputò a terra la limonata, disgustato.

Ehm... ma siete sicuri di aver messo lo zucchero? Fa schifo!” esclamò.

Lionel... io lo ammazzo!” ringhiò Alex, afferrando la brocca e dirigendosi verso lo stanzino a grandi falcate.

Poveri noi... Phil, mi dispiace, prova a passare più tardi. Intanto ti consiglio di avvicinarti alla bancarella di biscotti di due mie amiche, si trova vicino alla biblioteca” cercò di rimediare Ben con gentilezza.

Va bene” rispose l'altro ragazzo allontanandosi.

Oh, andava tutto così male!


Tiffany si aggirava per il piazzale sotto il sole di mezzogiorno; faceva un caldo pazzesco.

Dalle casse venivano diffuse le hit dell'estate appena trascorsa e in ogni angolo si potevano scorgere decine di stand variopinti.

Aveva preso un numero della lotteria, visitato una mostra fotografica alla quale si poteva accedere lasciando un'offerta, sostenuto le iniziative dei suoi amici, acquistato un braccialetto fatto a mano dalla bancarella di una ragazza di nome Rebecca, assistito a un numeri di magia con le carte, vinto un peluche ad un rudimentale tiro al bersaglio... aveva fatto così tante cose che non se le ricordava nemmeno.

Ora aveva il compito di prendere il pranzo per tutti i suoi amici e portarglielo. Lei aveva scelto di fare la loro assistente per qualsiasi problema o necessità, si aspettava che prima o poi Ben e Alex combinassero qualche disastro.

Ma c'era qualcosa che in quel momento la turbava. Mentre passeggiava sotto i grandi pini, ripensava al comportamento di Simon negli ultimi giorni. La loro relazione andava avanti ormai da più di un mese, anche se portarla avanti a distanza non era facile. Ma con il passare del tempo avevano creato un equilibrio e entrambi erano felici.

Solo che, nell'ultimo periodo, Simon le era sembrato molto distaccato, cercava spesso delle scuse per non videochattare o chiamarla al cellulare e si faceva sentire sempre meno anche per messaggi. Tutto ciò non presagiva nulla di buono.

Lei si limitava a sorridere e mostrarsi sempre tranquilla e di buonumore, non voleva rovinare quella bellissima giornata ai suoi amici, ma nella sua mente turbinavano mille dubbi.


Alex non ne poteva più di trascinare quel carrello per tutta la scuola, faceva davvero troppo caldo e non vedeva l'ora che quell'incubo finisse.

Erano ormai le cinque e mancava un'ora alla conclusione dell'Help Day. Avevano venduto un sacco di limonata e il ragazzo, grondante di sudore, si abbandonò di peso sulla maniglia del carrello.

Staccati, il tuo peso potrebbe sbilanciarlo e far cadere tutto” lo rimproverò Ben stancamente, passandosi una mano tra i capelli.

Uff, sei sempre il solito pessimista...” ribatté Alex senza seguire il suo consiglio.

Passarono alcuni minuti senza che nessuno dei due aprisse bocca.

Ad un certo punto si sentì qualcuno da uno stand gridare; “Attento!”, ma ormai era troppo tardi.

Una pallina da tennis arrivò a tutta velocità proprio in faccia ad Alex e lo destabilizzò completamente. Il ragazzo, per non cadere, si aggrappò con tutta la sua forza alla maniglia del carrello. Siccome quest'ultimo era piuttosto leggero, si impennò bruscamente e la brocca colma di limonata che vi era sopra si rovesciò addosso al povero Alex, bagnandolo completamente.

Oh merda...” riuscì a mormorare, guardandosi attorno con imbarazzo.

Gli studenti che avevano assistito alla scena erano scoppiati a ridere come iene, non tanto per prendere in giro il loro compagno, ma la scena in sé era stata troppo esilarante.

Ben, cercando di trattenere le risate, soccorse subito il suo amico. Rimise a posto il carrello e la caraffa, rilanciò la pallina da tennis da dove era arrivata e gli ordinò di andare a farsi una doccia, al resto ci avrebbe pensato lui.

Guardami, sono ricoperto di limonata! Sembro un idiota! Tutta colpa di quei tizi del bowling con i barattoli... e ora devo attraversare il cortile della scuola fino ai dormitori conciato così!” sbottò Alex con disperazione.

E basta, smettila di lamentarti per ogni cosa, sei insopportabile quando ti comporti così! Non sarà piacevole, ma è capitato, non c'è bisogno di farne una tragedia! Hai paura di decimare l'immenso impero di fan che ti corre dietro facendoti vedere in questo stato? Fammi un favore, vai a farti una doccia e tieni la bocca chiusa!”

Perfino Ben rimase sorpreso da ciò che aveva appena detto. Di certo non era da lui esplodere in quel modo, era fin troppo bravo ed educato per fare una cosa del genere, ma Alex gli aveva davvero fatto perdere la pazienza quel giorno. Ormai lo conosceva da un sacco di tempo e non aveva passato un solo giorno senza sorbirsi le sue continue lamentele.

Mentre Ben spingeva il carrello fino allo stanzino di Lionel per prendere altra limonata, Alex si incamminò il più in fretta possibile verso i dormitori. Aveva l'impressione che tutti lo stessero osservando e ridessero di lui, non lo poteva sopportare. Inoltre non gli era piaciuto affatto il comportamento di Ben, erano amici da tempo e non aveva mai sbottato in quel modo. Ma che voleva da lui? Gli sembrava di essere stato sempre un buon amico.

Sì, decisamente quella era la giornata peggiore di tutta la sua carriera scolastica.


Dopo cena, i sei amici si ritrovarono in pineta, in cui si sarebbe tenuto il concerto per raccogliere fondi per la festa di Halloween.

Ognuno aveva raccontato la propria giornata: Cathleen e Lisa, dopo aver venduto biscotti per tutto il giorno, avevano fatto giusto in tempo a smontare il loro stand, fare una doccia e mangiare qualcosa; Alex, dopo essere salito in camera sua per farsi la doccia, non si era fatto vivo fino a quel momento; Ben, dopo aver finito con la limonata, aveva aiutato Lionel a ripulire lo stanzino, poi entrambi si erano recati nelle loro stanze per lavarsi e rilassarsi un po'.

Era stata una giornata stancante, ma alla fine tutti sfoggiavano un sorriso soddisfatto sui visi colorati dal sole. Tutti tranne Alex, ancora di malumore per la sua figuraccia e non aveva trovato nulla di positivo nella giornata appena trascorsa.

Lo spettacolo iniziò con le estrazioni dei numeri della lotteria. Tutti e sei ne avevano acquistato uno, ma nessuno vinse un premio.

Poi iniziò il concerto. Suonarono varie band di ragazzi, tutti molto talentuosi, poi un gruppo di studenti fece freestyle su basi registrate.

Tra il pubblico si respirava aria di festa, di allegria, sui visi degli alunni spuntarono enormi sorrisi entusiasti e gli artisti sul palco realizzarono un sogno, suonare davanti a un pubblico e farsi conoscere un po'.

Nessuno avrebbe voluto che quella grande festa finisse.

Cathleen, che era riuscita ad ottenere un bel posto quasi in prima fila, osservava i cantanti e i musicisti quasi ipnotizzata. Erano così coraggiosi, determinati, pieni di passione... lei li stimava tanto.

Le tornò in mente l'audizione a cui si era categoricamente rifiutata di partecipare. Anche lei, come quei ragazzi, aveva la possibilità di dimostrare le proprie doti e la propria passione, eppure stava facendo di tutto per evitarla. All'improvviso si sentì infinitamente stupida.

Voleva provarci, non aveva nulla da perdere. Probabilmente non l'avrebbero mai presa, e a lei non interessava, era comunque un'esperienza di vita e si sarebbe divertita a fare le prove.

Sorrise. Era immensamente grata a Lionel e Tiffany.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10



Tiffany fece un sorriso tirato allo specchio. Non aveva nessuna voglia di andare alla festa di Halloween quella sera, ma doveva farlo. Per lei e per i suoi amici.

Per l'occasione aveva messo insieme tutto ciò che era riuscita a trovare per travestirsi da cadavere. Okay, il risultato finale non era dei migliori, non aspirava certo a vincere il primo premio al concorso, ma le regole erano quelle: costumi fatti a mano.

Mentre si impiastricciava il viso di rossetto in modo che sembrasse insanguinato, pensava.

Aveva discusso con Simon, molto violentemente. Era iniziato tutto per telefono, per una ragione futile, poi era continuato per messaggi, finché lei non aveva perso la pazienza e non gli aveva più risposto.

Non doveva pensarci, quella sera avrebbe ballato con i suoi amici e si sarebbe divertita. Lui non le avrebbe rovinato la serata!

Tiff, come sto?” esordì Cathleen, irrompendo nella camera di sua sorella.

Si era travestita da scolaretta in versione horror, con la divisa scolastica stracciata e la cartellina insanguinata. Nel complesso era davvero un bel lavoro!

Sei fantastica, e soprattutto molto originale!” si complimentò la sorella maggiore, ammirandola.

Sai da cosa si sono travestiti gli altri?”

Tiffany ci rifletté per qualche secondo. “Lionel da zombie, Alex penso che verrà vestito normalmente, Ben non aveva nessuna idea. Sei riuscita a scoprire il progetto di Lisa?”

Lisa non aveva voluto rivelare il suo travestimento, era un mistero per tutti.

No, non ho trovato nessun indizio. Come ho finito di vestirmi, ma ha cacciato letteralmente dalla mia stanza perché era arrivato il suo turno e non dovevo vedere nulla” raccontò la sorella minore.

Chissà che ha in mente... perfetto, anche io sono pronta. Raggiungiamo gli altri?” propose Tiffany, afferrando la sua borsa.

Le due ragazze lasciarono la stanza, poi percorsero il corridoio fino alla rampa di scale.

Tiff... ho visto che ultimamente passi molto tempo con Ben, per caso tu e lui...” buttò lì Cathleen in tono malizioso.

Io e Ben? No, ma scherzi? Se ci fosse qualcosa tra noi due te lo direi, e comunque te ne accorgeresti... passiamo insieme tanto tempo perché andiamo molto d'accordo, come tu e Lion, capisci?” rispose prontamente l'altra.

E poi tu sei impegnata” aggiunse Cathleen.

L'altra tacque. Doveva evitare l'argomento Simon, almeno per quella sera.

Il gruppo di ragazzi si riunì nell'atrio dei dormitori femminili. C'erano tutti, mancavano solo Ben e Lisa.

Lion, bel travestimento!” si complimentò Tiffany, osservando il ragazzino.

Quest'ultimo aveva i capelli completamente scompigliati, gli occhi erano contornati da un accentuato alone nero, indossava una giacca grigia sformata, stracciata e insanguinata, un paio di jeans strappati all'altezza del ginocchio e un paio di scarpe da ginnastica bianche vecchie e consunte, con qualche goccia rossa.

Ehi, vi presento Lionel di mattina quando si sveglia!” scherzò lui. “Comunque, Cat, anche il tuo travestimento non scherza!” aggiunse poi.

Con queste idiozie perdete solo tempo” borbottò Alex che, come previsto, indossava gli indumenti di sempre e sfoggiava il suo solito codino.

Hai ragione, tu sei a un livello superiore, non hai bisogno di travestirti, fai già paura di tuo!” lo prese in giro la ragazza più grande in tono sarcastico, per poi scoppiare a ridere, seguita da Cathleen e Lion.

Proprio in quel momento, una sagoma si materializzò davanti ai loro occhi. Indossava un mantello nero che copriva tutto il corpo, sovrastato da una zucca arancione con occhi e bocca. Lo studente a cui apparteneva il travestimento si sfilò la zucca dalla testa.

Ben???” esclamarono tutti, sorpresi.

Sì, sono io. Che c'è? Non guardatemi così, non sapevo da cosa mascherarmi, mi è venuto in mente all'ultimo minuto!” esordì lui, passandosi una mano tra i capelli scompigliati.

Ragazzo mio, sei ridicolo!” lo schernì Alex.

Non è vero, è geniale!” lo contraddisse Cathleen.

Come hai fatto a fabbricare la zucca?” domandò Tiffany incuriosita.

Carta e fil di ferro, nulla di complicato.”

I quattro lo esaminarono per qualche minuto, incuriositi.

Conversarono per un po', sperando di veder arrivare Lisa. Si erano messi d'accordo per incontrarsi alle otto e dirigersi tutti assieme in palestra, dove si teneva la festa, ma ancora la ragazza non si faceva viva. Ormai i dormitori si stavano svuotando.

Sentite, io direi di incamminarci verso la palestra, Lisa ci raggiunge dopo. Del resto è colpa sua, non riesce a rispettare gli orari stabiliti!” propose Cathleen, spazientita.

Così i cinque ragazzi si ritrovarono immersi nell'umidità della notte.

Ehi, volevate andare senza di noi?” esordì ad un tratto la voce di Lisa.

Tutti si voltarono nella sua direzione e rimasero a bocca aperta. Quella non era la loro amica, non poteva essere!

Lisa era travestita da diavoletta. I capelli sciolti e mossi le ricadevano sulle spalle. Indossava un cerchietto rosso con le corna, in una mano stringeva un forcone finto, nell'altra una pochette che nessuno le aveva mai visto.

Era fasciata da un vestito nero estremamente corto e attillato che le lasciava le spalle nude, sopra solo un leggero coprispalle di raso.

Ai piedi, un paio di scarpe appariscenti con il tacco a spillo, alto.

Era truccata pesantemente, con colori forti, ed emanava un profumo forte e dolce, troppo dolce.

Tutti erano sconvolti. Sapevano che Lisa aveva certe fisse con la moda e la bellezza, non le piaceva trascurare il suo aspetto, ma era sempre rimasta nella semplicità, non l'avevano mai vista indossare qualcosa di troppo corto o spudorato.

Dietro di lei, come uno schiavetto, c'era Angel, che indossava una pesante tuta da ginnastica e un paio di anonime scarpe da tennis.

Lisa, ma...” farfugliò Cathleen, in difficoltà.

Ciao ragazzi! Vi piace il mio costume di Halloween? Perché rimanete come statue di cera? Su, andiamo alla festa!” proseguì lei, ostentando disinvoltura.

Lisa, cosa ti è saltato in mente? Sei quasi nuda, di certo non ti fa bene con il freddo che c'è oggi! E e poi guardati, sembri... sembri... questa non sei tu!” la rimproverò Tiffany, cercando di contenere la sua rabbia.

Che c'è? Un sacco di ragazze si vestono così, io non lo posso fare?” si giustificò lei, sbattendo

le ciglia con aria innocente.

Non è da te!” ribatté Cathleen, riprendendosi dallo shock.

Sentite, avete intenzione di rimanere tutta la sera a discutere qua fuori o possiamo anche raggiungere la palestra?” si intromise Alex spazientito.

Così il gruppo riprese silenziosamente a camminare. Solo Tiffany borbottava: “Certo, per lui è tutto normale, figurati! Alex non è stato munito di un cuore, ne sono sempre più convinta...”

Quando giunsero alla festa, i ragazzi dimenticarono momentaneamente il loro malumore.

La palestra era addobbata con striscioni, luci e decorazioni a tema, la musica era gradevole, c'era tanto cibo disposto su un tavolo e gli studenti sfoggiavano costumi meravigliosi.

Era tutto perfetto, o almeno così pareva.

Il gruppo di amici si tuffò sul cibo, riempiendosi i piattini con tutto ciò che riuscivano ad afferrare.

Usciti dalla calca di adolescenti affamati, presero posto in un angolo della grande stanza, per terra, con la schiena contro il muro.

Ma Lisa non restò con loro, cominciò a girare tra gli studenti con aria provocante, trascinandosi dietro il povero Angel, e tutti i ragazzi la fissavano con la bava alla bocca.

Ben era visibilmente infastidito dalla cosa. Ancora aspettava una risposta dalla ragazza, ma dopo quella sera era pronto ad arrendersi, l'atteggiamento della sua ex era più eloquente di mille parole. Eppure non poteva sopportare che tutti se la mangiassero con gli occhi e che Angel rimanesse lì come un allocco senza fare niente!

Tiffany, intanto, era visibilmente nervosa, sbuffava e fissava insistentemente lo schermo del suo cellulare.

Alex, come suo solito, si lamentava. Non c'era un motivo ben preciso per cui lo faceva, sicuramente perché si divertiva.

Gli unici che sembravano davvero divertirsi erano Cathleen e Lionel, che ridevano e chiacchieravano allegramente, commentando la musica o le maschere che vedevano, ma anche loro non potevano ignorare la strana tensione dei loro amici.

Ehi, per caso sei geloso, Ben?” domandò Alex al suo amico, intento a monitorare Lisa.

Secondo te?” rispose l'altro bruscamente.

Calmati, era solo una domanda! Siete tutti pazzi, io vado a prendere qualcosa da mangiare” concluse Alex, alzandosi.

Alex, dove stai andando?” si informò Cathleen con curiosità.

Il ragazzo le indicò il tavolo colmo di cibo.

Oh, allora vengo con te! Ho ancora fame!” esclamò lei, saltando in piedi con entusiasmo.

Lui fece spallucce e insieme cercarono di farsi largo tra la gente.

Io mi sto divertendo molto, è stata organizzata molto bene questa festa! Tu che ne pensi?” cominciò Cathleen in tono allegro, giusto per fare un po' di conversazione.

Lui brontolò qualcosa di incomprensibile, che di certo non era un apprezzamento per la festa.

Però ho notato che i nostri amici sono tutti molto strani oggi... insomma, Lisa sta davvero esagerando, non mi piace per niente il suo comportamento! Insomma, povero Ben, lei sa benissimo che lui è ancora innamorato!” proseguì la ragazza, mentre si riempiva il piatto.

Lisa è libera di fare quello che vuole, io la penso così. Ben dovrebbe farsene una ragione, le donne vanno e vengono” ribatté Ben.

Le ultime parole furono quasi incomprensibili, dato che Alex si era ficcato in bocca una manciata di patatine.

Lisa sarà anche libera, ma non è corretto giocare con i sentimenti altrui...”

La conversazione venne interrotta dall'arrivo di tre tizi che salutarono Alex calorosamente, con esclamazioni varie e amichevoli pacche sulle spalle.

A giudicare dalla stazza, dovevano far parte di qualche squadra sportiva, di football o di rugby.

Cathleen si sentì subito in soggezione davanti a quei ragazzi molto più grandi e grossi di lei, del resto voleva passare un po' di tempo da sola con Alex.

Così mormorò: “Alex, io torno dagli altri, così gli offro un po' di patatine... a dopo.”

Quando si fu allontanata, uno dei tre nuovi arrivati – Jonathan – chiese: “Chi era quella? La tua ragazza provvisoria?”

Alex scoppiò a ridere di gusto, gettando indietro la testa. “Lei è solo una bambina. È la sorella di Tiffany, capisci?”

Ah sì, della tizia che ti piace! Io ti consiglierei di lasciarla perdere, quella biondina!” sbottò Dave, il secondo ragazzo.

E perché? Scordatelo, dopo due anni non rinuncerò a lei! A differenza vostra, io tengo davvero alle persone e Tiffany mi piace veramente!” si difese Alex irritato.

Oh, ma a quanto pare tu non piaci a lei! L'hanno vista mentre baciava il tuo amico Ben. Rassegnati!” ribatté Ethan, l'ultimo dei tre.

Cosa stai dicendo? Tiffany e Ben? Non ci credo nemmeno se mi fai vedere una foto di loro due che si baciano! Quello è ancora innamorato perso della sua ex!”

L'ho sentito da quelle pettegole del primo anno, loro sanno tutto di tutti. Adesso cosa mi dici?” confermò Jonathan.

Alex non ci poteva credere. Tutto si sarebbe aspettato, ma non che il suo amico lo tradisse così.

In ogni caso non ne era del tutto certo, prima di arrivare a conclusioni affrettate, avrebbe chiesto ai diretti interessati se era vero.


Nel frattempo, Tiffany non si dava pace. Si era ripromessa di scacciare il malumore almeno per quella sera, ma non ce la faceva proprio e fissava con insistenza lo schermo del suo cellulare, come se questo potesse migliorare le cose.

Ad un tratto il display si illuminò, era un messaggio di Simon che diceva solamente: “Chiamami”.

Tiffany era proprio curiosa di sapere cosa aveva da dirle ora. Sperava che lui avesse cambiato idea, che si fosse pentito di ciò che aveva detto poco prima, che le chiedesse scusa e tutto tornasse perfetto come nel primo periodo, ma in cuor suo sapeva che tutto ciò apparteneva al mondo dei sogni.

Si diresse in bagno, dove c'era più silenzio. Tuttavia non vi entrò, rimase nel piccolo corridoio su cui davano le porte degli spogliatoi, perché dai bagni provenivano rumore sinistri e aveva capito benissimo cosa stava accadendo là dentro.

Tiffany, ti devo dire una cosa...” esordì Simon in tono rassegnato.

In realtà dovresti dirmi molte cose, ma sorvoliamo! Si può sapere cosa vuoi adesso?” lo aggredì lei, che aveva già perso da tanto la pazienza.

Ascolta, so che non ti piacerà, è una cosa che ti ho tenuta nascosta e penso sia arrivato il momento...” proseguì Simon flebilmente.

Tiffany sbuffò. “Puoi saltare l'introduzione? Avrei fretta, ci sono persone che mi aspettano, vedi di darti una mossa! Vuoi dirmi che mi lasci? Lasciami, senza troppi giri di parole!”

E va bene, sarò sincero con te, fino in fondo. La nostra relazione a distanza non mi è mai andata bene, fin dall'inizio, ma non sapevo come lasciarti. Ti ho tradito, per tutto questo periodo sono uscito con un'altra ragazza, va bene? Sì, ti sto lasciando, addio!”

In quel momento Tiffany si sentì morire. Tutto si sarebbe aspettata, ma non un tradimento, a quello non si sentiva pronta.

Se avesse avuto Simon di fronte, probabilmente lo avrebbe ucciso, l'avrebbe conciato per le feste, gli avrebbe spaccato la testa a mani nude.

Con tutta la forza di cui era capace, tirò un pugno alla cieca davanti a sé.

E colpì qualcuno.

Solo che non era Simon il ragazzo che si trovava di fronte.

Era Alex.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11



Lisa si stava proprio divertendo quella sera! Poteva flirtare con i ragazzi, poteva ballare e indossare quello che voleva. Si sentiva così libera!

Quando stava con Ben non poteva certo divertirsi così! Si rendeva conto di essersi persa troppe esperienze, troppi svaghi per colpa sua, non le sembrava affatto giusto.

Ora che era single – o meglio, stava con Angel, ma quello non contava! – aveva il potere.

Tutti i ragazzi la guardavano, le rivolgevano attenzioni, le chiedevano di ballare con loro, e lei accettava.

Eppure qualcosa non andava, si sentiva così a disagio!

Lei lo sapeva benissimo, quella non era la vera Lisa, lei non si sarebbe mai sognata di comportarsi in quel modo.

Non le piaceva essere al centro dell'attenzione, si era truccata troppo e non riusciva a muoversi bene con quei tacchi e quel vestito. E non voleva nessuno di quei ragazzi che le sbavavano dietro.

Però...

Lui aveva baciato un'altra, l'aveva completamente rimossa, quindi anche lei poteva permettersi di fare quello che voleva.

Mentre si aggirava attorno a un gruppi di ragazzi di quarta, lanciò un'occhiata a quella figura immobile, seduta in un angolino, che la osservava. Nel suoi occhi si poteva scorgere l'espressione più triste del mondo, rassegnazione mista a preoccupazione.

Aveva raggiunto il suo obiettivo, far ingelosire Ben. Avrebbe dovuto essere soddisfatta, no?

Invece alla vista del suo ex ragazzo così abbattuto le si formava un nodo in gola.


Alex, oddio...” mormorò Tiffany, sgranando gli occhi e lasciando cadere il cellulare su una sedia poco distante.

Il ragazzo si teneva il naso con una mano, aveva una smorfia di dolore dipinta in faccia.

Tiffany non poté fare a meno di preoccuparsi per lui, anche se da mesi ormai avrebbe voluto prenderlo a pugni. Non lo sopportava!

Tiffany... perché mi hai dato un pugno?” sibilò Alex, mentre il suo viso si infiammava, forse per l'imbarazzo o forse per la rabbia.

Scusa, non volevo colpirti, stavo parlando al telefono con il mio ragaz... ex ragazzo e non ti ho visto arrivare, quel pugno era diretto a lui.”

Ma lei non poteva fare a meno di ridere sotto i baffi, in fondo quella scena era stata troppo divertente e Alex aveva ricevuto ciò che si meritava.

Inspiegabilmente il pensiero di quello stronzo di Simon non la faceva stare così male.

Mi hai fatto male... certo che sei violenta!” commentò lui, avvicinandosi al lavandino per sciacquarsi il viso.

Ti ho chiesto scusa, va bene? Ero arrabbiata, dovevo sfogarmi!” ribatté Tiffany, che aveva perso del tutto la pazienza. La presenza di Alex stava già cominciando ad irritarla.

La ragazza esaminò il volto di Alex per verificare il suo stato.

Hai solo un leggero segno rosso, passerà in fretta” affermò.

Ma che è successo con il tuo ragazzo?” domandò lui con aria molto interessata.

Intanto si era lasciato andare contro il muro e osservava Tiffany insistentemente. Lei non ci fece caso e continuò a passarsi le mani tra i capelli, scompigliandoli. Lo faceva sempre quando era infuriata, almeno teneva le mani impegnate.

Il mio ex ragazzo, semmai! Mah, niente di grave, mi ha solo tradito” raccontò lei in tono sarcastico.

Oh Tiff, mi dispiace!” esclamò Alex dispiaciuto.

A me no, sono contenta che mi abbia lasciato ora. Tanto prima o poi avrei scoperto che era uno stronzo... senti, questo posto mi fa venire la claustrofobia, vado a prendere una boccata d'aria” sentenziò Tiffany, dirigendosi verso l'uscita.

Vengo con te!” fece prontamente Alex, seguendola.

Scusa Alex, ma preferirei stare un po' da sola.”

Beh, il cortile della scuola è di tutti, no? Voglio uscire anch'io!”

Tiffany si voltò per osservarlo. Sul volto Alex aveva dipinto un sorrisetto idiota che lo rendeva ancora più insopportabile.

Tiffany sospirò e attraversò l'uscita. Non aveva nessuna voglia di passare del tempo con Alex, ma non sapeva proprio come liberarsene.

E la sua pazienza era finita da un pezzo.


Erano rimasti in tre: Cathleen, Lionel e Ben. Si aggiravano attorno al tavolo stracolmo di cibo, ogni tanto si fermavano a parlare con qualcuno e osservavano le maschere che li circondavano.

Ben non ne poteva più, quello stupido vestito di Halloween gli provocava prurito e lo faceva sudare, non sapeva come disfarsene.

Inoltre non sopportava che Lisa se ne andasse in giro conciata in quel modo e che facesse la gatta morta con tutta la scuola. Tra l'altro non sapeva come spiegarselo, che aveva fatto di male per meritarsi tutto questo? Aveva fatto di tutto per farsi perdonare da lei, nonostante fosse stata proprio Lisa ad essere in torto, aveva aspettato pazientemente, e aveva ottenuto solo sofferenza.

Stava davvero male per questa cosa, sapeva che doveva dimenticarla perché era stata abbastanza chiara, ma gli aveva rubato il cuore e ora lui non sapeva come riprenderselo.

Avrebbe voluto parlarne con Tiffany, con cui nell'ultimo periodo aveva stretto una forte e inaspettata amicizia, ma era sparita.

Ben, tutto bene?” domandò Cathleen, vedendo il suo sguardo perso.

Lui non rispose.

Sei triste per via di Lisa, vero? Non sai quanto sono preoccupata per lei, il suo comportamento non mi piace affatto!” proseguì la sua amica con sincero dispiacere.

Ben si limitò a fare spallucce.

Non so davvero che dirti. Lo so che è una conclusione tristissima, ma non ti resta che dimenticarla. Io ho provato a farla ragionare e a capire ciò che le passa per la testa, ma non ho ottenuto nessun risultato” concluse Cathleen.

Oppure potresti parlarci e chiarire con lei una volta per tutte” propose distrattamente Lionel, ficcandogli in mano un bicchiere colmo di patatine.

Ben ci pensò su per qualche secondo.

Avrebbe voluto parlare con Lisa già da molto tempo, ma aveva deciso di aspettare qualche segnale da parte sua, una risposta positiva, magari un segno di riappacificazione, ma non aveva ottenuto nulla. Il fatto di non sapere che stava succedendo lo faceva andare su tutte le furie.

Ma sì, che stava aspettando? Voleva concludere questa storia una volta per tutte, aveva bisogno di una risposta, anche se essa fosse stata negativa.

Doveva parlare con Lisa e scoprire la ragione di questo suo comportamento strano, solo allora avrebbe potuto arrendersi definitivamente.

Non male come idea, Lion. Sì, ci parlerò” sentenziò.

Beh, allora che stai aspettando? Lisa è là, tutta per te, non farti sfuggire quest'occasione!” lo incoraggiarono i due amici.

Ben aveva bisogno di riflettere prima di parlare con Lisa, ma non sarebbe servito a niente. Meglio farla finita subito con questa storia.

Così si avviò a passo spedito verso la sua ex ragazza, ma venne interrotto da Jessika, una sua compagna di classe.

Ben, ciao! Volevo farti i miei complimenti, siete una coppia meravigliosa!” esordì la ragazzina con un sorriso a trentadue denti.

Eh? Di che stai parlando?” domandò lui perplesso.

Dai, non nasconderti, tanto ormai lo sanno tutti! Tu e quella ragazza bionda... state insieme, no?” insisté Jessika.

Continuo a non capire. Quale ragazza bionda?”

Quella con cui passi un sacco di tempo, è più grande di te di un anno, se non sbaglio. Gira voce che state insieme, vi hanno visto mentre vi baciavate qualche settimana fa...” spiegò Jessika, come se fosse la cosa più logica e naturale al mondo.

Aspetta... ma stai parlando di Tiffany, la sorella di Cathleen?”

Sì, proprio lei! Non sapevo si chiamasse Tiffany. Ovviamente mi dispiace per la separazione tra te e Lisa, eravate una coppia perfetta! Lei era davvero triste quando ha saputo che avevi trovato un'altra...”

Oddio, ma stai dicendo sul serio? Io e Tiff?! Ma non stiamo insieme! E Lisa è venuto a saperlo!” esclamò Ben incredulo.

Ah, ma come, non state insieme allora? Beh, a me hanno detto che...”

Scusa Jess, mi piacerebbe stare qua a parlare un po', ma ora proprio non posso. Ci vediamo dopo!” concluse Ben, allontanandosi da lei.

Non ci poteva credere. Ma in quella schifosissima scuola la gente non aveva altro da fare che mettere in giro voci infondate e sparlare del prossimo?

Per colpa di quella cazzata, il rapporto tra lui e Lisa era andato in frantumi.

Ma era arrivato il momento di raccogliere i cocci e ricongiungerli.



Proprio in quel momento un ragazzo dell'ultimo anno, nominato animatore della serata, prese il microfono in mano e annunciò l'inizio delle danze.

Il volume della musica venne alzato e gruppi di ragazzi e ragazze si precipitarono in pista per ballare.

Cathleen e Lionel si scambiarono un'occhiata perplessa. Nessuno dei due riusciva a capire appieno ciò che stava accadendo ai loro amici, sapevano solo che non era il caso di intromettersi e che dovevano pensare a divertirsi.

Guarda quel tipo! Oddio, ma come si è conciato?” commentò Cathleen, scoppiando a ridere e indicando un ragazzo che indossava un completo a quadretti rossi e bianchi in stile tovaglia da picnic.

Anche Lionel scoppiò a ridere. “Nooo, ha anche i piatti e le posate attaccati addosso! Si è travestito da tavola imbandita! Certo che grazie a questa festa molta gente si scorda della propria reputazione!”

Sei tu che sei troppo serio, lo zombie è scontato! Scommetto che quel tipo vincerà il premio per l'originalità!” ribatté la ragazza.

Ehi, ti va di ballare?”

Non abbiamo altra scelta! Dai, vieni!” esclamò lei, trascinandolo in mezzo alla gente per un polso.

Ma io non so ballare!” protestò Lionel.

Muoviti a tempo, provaci!” tagliò corto lei, roteandogli attorno, leggera come una farfalla.

Lionel si sentiva un idiota, era spaventosamente rigido e meccanico nei movimenti, ma il solo fatto di avere quella ragazza bellissima accanto gli diede la forza di provare.

Ballarono – o almeno ci provarono – per parecchio tempo, ridendo così tanto che non si reggevano in piedi e dovevano sostenersi a vicenda. Lionel non poteva desiderare di meglio, stava passando la serata migliore della sua vita e per nessun motivo al mondo avrebbe interrotto quel magico momento. All'improvviso tutti i problemi intorno a lui si erano dissolti, non pensava più a nulla, non era necessario.

Cathleen, invece, non si sentiva affatto tranquilla. Cercò di non darlo troppo a vedere, ma spesso si guardava attorno e scrutava attentamente tutti i volti.

Era preoccupata per sua sorella, per Lisa, ma soprattutto per Alex. Ormai non li vedeva più da un bel pezzo e non sapeva che fine avessero fatto. Avrebbe voluto cercarli, accertarsi che andasse tutto bene e passare il resto della serata tra le braccia di Alex, ma qualcosa la tratteneva. Doveva restare lì per Lionel, che cercava di distrarla, doveva cercare di non farlo preoccupare.

Ma la sua testa era altrove in quel momento.

Ad un tratto i due ragazzi videro Angel sgattaiolare tra la folla frettolosamente, spostando lo sguardo da una parte all'altra.

Angel, tutto bene? Come sta andando la serata?” lo salutò Cathleen.

C...ciao ragazzi, sì, va tutto bene” farfugliò lui.

Cerchi qualcuno?” gli domandò Lionel con gentilezza.

No, cioè, nessuno di preciso, è che... stanno tutti ballando e io non ne ho voglia, ecco...”

Neanch'io, ma non avevo alternative” disse il ragazzo più piccolo.

Bene, ehm... io vado a prendere una boccata d'aria, qua dentro non si respira... beh, allora... ci si vede” si congedò Angel, ricominciando a camminare con passo insicuro tra la calca.

A dopo!” lo salutarono i due.

Angel non sapeva che fare. Non riusciva più a trovare Lisa ed era davvero stanco di tutto quel caos.

La verità era che non voleva stare dietro a Lisa, anche se era dura ammetterlo. Si sentiva piuttosto in colpa per questo, lui si ripeteva sempre che era una fortuna aver trovato una bella ragazza come lei e non se la doveva lasciar sfuggire.

E così si era convinto che gli piaceva Lisa, se la doveva far andare bene, se non voleva rimanere single a vita.

Mentre procedeva tra gli studenti che ballavano, però, il suo sguardo non cercava Lisa.

Cercava Alice.

Era lei il vero oggetto dei suoi desideri, era lei il suo amore impossibile, non riusciva proprio a togliersela dalla testa!

Ed era per questo che si sentiva in colpa, stava con Lisa e pensava sempre e solo ad Alice.

Perché non poteva decidere lui per il proprio cuore?



Tiffany avrebbe voluto scaraventare Alex dentro l'acqua gelida della fontana. Ancora non riusciva a spiegarsi perché fosse ancora lì con lui, dato che non lo sopportava più.

Erano seduti sul bordo della fontana, lui l'aveva seguita e aveva insistito per restare con lei, poi l'aveva coinvolta in una conversazione che lei non aveva voglia di intraprendere.

L'aria gelida della notte le permetteva di ragionare lucidamente.

Più ci pensava, più si rendeva conto che non c'era motivo di innervosirsi per colpa di Simon. Insomma, la loro relazione non era mai stata del tutto stabile, la distanza li separava e ormai era tutto finito. Ognuno riprendeva la propria vita come se nulla fosse accaduto.

Tiffany non avrebbe certo smesso di vivere per colpa di un ragazzo, impossibile!

Adesso come stai?” le chiese Alex con fare premuroso.

Meglio, anche se ho un po' freddo.”

Passarono alcuni istanti di silenzio, interrotto solo dal dolce scorrere dell'acqua dietro di loro.

Poi Alex la attirò a sé e la strinse in un abbraccio.

Tiffany rimase scioccata, per qualche istante non fu in grado di reagire.

Ma che stava succedendo? Perché Alex non la lasciava in pace? Possibile che riuscisse sempre ad irritarla?

Dopo qualche secondo di stordimento, la ragazza si divincolò dalla stretta e respinse Alex, se pur non troppo bruscamente.

Alex, cosa stai facendo?” gli chiese, leggermente allarmata.

Scusa, volevo solo riscaldarti un po', hai detto che hai un po' freddo...” si giustificò lui con indifferenza.

Lei lo fulminò con lo sguardo.

Senti Tiff, ma davvero tu e Ben vi siete baciati?” se ne uscì all'improvviso lui con studiata tranquillità.

COSA? Ma ti sei bevuto il cervello? Anzi, ma hai mai avuto un cervello?” saltò su Tiffany.

Non sono di certo io ad essermelo inventato, è una voce che gira da qualche settimana in tutta la scuola” spiegò lui prontamente.

Oddio, non può essere! Certo che la stupidità umana supera ogni limite! Appena qualcuno vede un ragazzo e una ragazza trascorrere del tempo insieme, passa subito a conclusioni affrettate!”

Ah, quindi non è vero?”

Tìffany scoppiò a ridere di gusto. “Ti ricordo che fino a poco fa stavo con Simon! E siccome io non sono come lui, non l'ho mai tradito!”

Alex si sentì immensamente sollevato. Sapeva di non potersi fidare dei pettegolezzi, gli sembrava strano che Ben l'avesse tradito così.

Senti, ora torno dentro, altrimenti mi congelo” affermò poi lei, alzandosi e dirigendosi verso la palestra.

Mentre si avvicinava all'entrata, scorse due figure familiari oltrepassare la soglia.



Che mi vuoi dire?” sospirò Lisa, incrociando le braccia al petto. Sembrava già abbastanza infastidita.

Lisa, ascoltami una buona volta! Perché ti stai comportando così? E perché mi eviti a questo modo?” chiese Ben spazientito.

Erano all'aria aperta, faceva freddo. Lisa cercava di non tremare, si era vestita decisamente troppo poco e il suo miniabito non poteva certo sfidare le basse temperature.

Strinse i pugni contro i fianchi. “Io? E tu come ti sei comportato? Pensi che baciare la prima ragazza che ti capita a tiro sia molto più corretto?” gridò, incapace di trattenersi.

Era giunto il momento di dire tutto ciò che pensava.

Ma ti riferisci per caso al bacio fittizio tra me e Tiffany? E tu ci hai anche creduto? Per tutto questo tempo sono stato innamorato di te, non ho perso le speranze, secondo te avrei mai potuto baciare un'altra?”

Lisa vacillò per qualche secondo. “Io non posso essere sicura che sia un bacio fittizio, vi hanno visto!”

Ben si avvicinò di più a lei e le strinse le mani tra le sue, guardandola dritta negli occhi.

Di chi ti fidi, Lisa? Di me o di tre ragazzine che spettegolano tutto il giorno? Mi conosci? Pensi che potrei mentirti?” mormorò.

Lisa tenne gli occhi fissi nei suoi, vi lesse unicamente sincerità e tenerezza.

Un brivido le attraversò la schiena. “Io ho creduto a loro, non so perché. Credo... credo...”

Un singhiozzo interruppe le sue parole e due pesanti lacrime le rigarono il viso.

Sono stata una stupida, non ti ho ascoltato e ho sbagliato tutto fin dall'inizio” ammise, scossa dal pianto.

Ben la attirò a sé e la abbracciò con dolcezza, accarezzandole la schiena e i capelli.

Sapevo che prima o poi avresti capito il tuo errore, io sono pronto ad accoglierti tra le mie braccia” sussurrò Ben, mentre un tenero sorriso gli increspava le labbra.

Dopo qualche minuto, Lisa sciolse l'abbraccio e lo guardò negli occhi. “Non ho smesso di amarti nemmeno per un secondo, Ben. Sei tu la causa di tutti i miei errori, di tutte le mie gioie e dei miei passi avanti.”

Lui non riuscì più a resistere, posò le labbra sulle sue e la baciò con trasporto. Si accorse che non aveva mai desiderato stare con lei tanto come in quel momento.

Mi sei mancato, Ben.”
“Bentornata, Lisa.”



Quando vennero annunciati i vincitori della gara di maschere, nessuno dei sei ragazzi era presente.

Erano tutti radunati intorno alla fontana, solo loro sei e niente di più, come ai vecchi tempi.

Alex con una grande leggerezza nel cuore, Tiffany con il suo duro colpo da superare, Lionel con la sua espressione sognante, Cathleen con le sue mille domande in testa, Lisa con una nuova consapevolezza e Ben, finalmente, con la pace nel cuore.

Sei ragazzi pronti per scoprire cosa il futuro ha in serbo per loro.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12



Il 1° novembre, il giorno dopo la festa di Halloween, la scuola era pressoché deserta. Tutti gli studenti erano rintanati nelle loro stanze, sfiniti, e si palesarono solo quando giunse l'ora di pranzo.

Ragazzi, devo studiare! Domani devo dare una verifica di storia, non so niente!” si disperò Cathleen, seduta a un tavolo con i suoi amici.

Hai ragione, la verifica di storia, me ne ero completamente dimenticata! Cat, studiamo insieme?” propose Lisa.

Fossi in voi non mi lamenterei, io per domani devo studiare una ventina di pagine di fisica, il prof vuole a tutti i costi interrogarmi!” raccontò Tiffany, che nonostante tutto non sembrava affatto turbata da ciò che l'aspettava.

Allora anche i vostri professori sono impazziti, non solo i miei!” osservò Lionel, mentre addentava una patatina fritta.

Che ne dite di ritrovarci nei tavoli all'esterno della biblioteca questo pomeriggio? Almeno faremo i nostri compiti in compagnia!” esclamò Lisa, osservando uno per uno i visi dei suoi amici.

Tutti annuirono e continuarono a mangiare in silenzio.

Si sa, quando si è affamati, i discorsi passano in secondo piano!


Le prime ad arrivare fuori dalla biblioteca furono Cathleen e Lisa, munite di libro, astuccio e tanta voglia di fare qualsiasi altra cosa che non fosse studiare.

A loro si unirono tutti gli altri e, dopo tre quarti d'ora, i sei ragazzi erano assorti nello studio.

Tiffany, ho bisogno del tuo aiuto!” esclamò Alex, dopo aver fissato una pagina a caso del libro fingendo di leggere.

La ragazza aggrottò le sopracciglia. Sapeva che prima o poi quel buono a nulla le avrebbe chiesto di aiutarlo, non aveva voglia di fare niente!

Che c'è, Alex?” domandò, ostentando pazienza che non possedeva.

Non capisco una sola parola di quello che c'è scritto, cosa diamine sono le leve?” si lamentò lui.

A pagina 142, all'inizio del capitolo, c'è la definizione di 'leve'.”

Alex sfogliò il libro, trovò ciò che gli serviva, poi affermò: “Non la capisco!”

'Perché, sei anche in grado di capire qualcosa?' pensò Tiffany, spazientita.

E va bene, ti aiuto, ma solo per le prime pagine. Il resto lo studierai da solo” decise Tiffany, pentendosi immediatamente di ciò che aveva detto.

A volte si sentiva davvero una stupida. Lei amava aiutare gli altri e spesso questo la portava a fare dei favori a chi non se lo meritava. Aveva dovuto lavorare molto su se stessa perché gli altri non si approfittassero del suo lato più buono e gentile, ma a volte cedeva alle richieste senza nemmeno pensarci su.

Intanto, dall'altro capo del tavolo, Lisa stava interrogando a Cathleen un capitolo di storia.

...questo avvenne nel 1234... o era il 1243?” balbettò la ragazza bionda, tentando disperatamente di sbirciare dal libro della sua amica.

Lisa sospirò. “No, non ci siamo proprio con le date. Non ti entrano in testa! Dai, rileggi il paragrafo un'altra volta, poi riprovi a ripeterlo.”

Quanto fa otto per nove?” se ne uscì Lionel, con la testa china sul suo quaderno di matematica.

È una domanda stupida!” affermò Ben, l'unico che non aveva nulla da fare.

Tu sei stupido!” lo apostrofò Lisa, sorridendo con ironia.

Settantadue! Lion, ripassa le tabelline!” li interruppe Cathleen.

Ho sempre odiato le tabelline. Le so tutte, ma non me le ricordo quando ne ho bisogno” spiegò Lionel, rituffandosi in un mare di numeri.

Lise, guarda chi sta arrivando” mormorò Cathleen, dando di gomito alla sua amica.

Angel si dirigeva a passo di marcia verso il loro tavolo. In realtà la sua strana camminata lo faceva apparire poco sicuro di sé, ma nel suo sguardo si poteva leggere determinazione.

Tutti si accorsero di lui e interruppero qualsiasi attività.

Angel si piazzò proprio davanti al loro tavolo.

Ciao ragazzi... Lisa, dobbiamo parlare” esordì in tono spaventosamente serio.

Ciao Angel, come va la vita?” squittì lei aggrappandosi al braccio di Ben, che si trovava alla sua sinistra.

Lisa, sono serio, dobbiamo parlare. Mi hai illuso per tutto questo tempo, vero? Sei venuta da me per far ingelosire quel povero ragazzo che ti ritrovi affianco e appena avete risolto il vostro battibecco sei tornata tra le sue braccia! Complimenti!” si sfogò Angel.

Era stanco di farsi prendere in giro da tutti, era stanco di essere usato. Era arrivato il momento di farsi valere.

Non sapeva da dove veniva quel coraggio, non gli importava che tutti lo stessero osservando, sapeva solo che ciò che stava facendo era la cosa giusta.

Ma ognuno è libero di fare ciò che vuole, no? Io stavo con te, poi ora sto di nuovo con Ben, che c'è di male?” ribatté Lisa con aria indifferente.

Cathleen assisteva alla conversazione a bocca aperta. Non poteva credere che esistesse un essere umano più orgoglioso di Lisa: anche se aveva capito i suoi errori, non li avrebbe mai ammessi!

Lisa, smettila” sibilò, incapace di trattenersi.

Che c'è di male?! Mi hai usato e non mi hai nemmeno detto di persona che mi avevi lasciato, l'ho dovuto supporre dopo che mi è arrivata la bella notizia della tua nuova relazione. Hai mai sentito parlare di sensi di colpa? A quanto pare no!” proseguì Angel, infuriato.

La discussione aveva attirato tutti gli studenti che si trovavano là intorno, che osservavano la scena in silenzio.

Lisa si alzò di scatto dalla sedia, facendola quasi ribaltare. “Sei tu, Angel, che hai creduto a tutto ciò che ti ho detto, sei tu che ti sei fatto imbrogliare e usare, mi sei stato dietro anche se vedevi che non ero affatto interessata a te! È per questo che tutti si prendono gioco di te, perché glielo permetti!” gridò, incrociando le braccia al petto.

Smettila Lisa, stai dando spettacolo! Hai sbagliato, fattene una ragione!” intervenne Tiffany severamente, cercando di porre fine a quello scempio.

Questo non giustifica quello che hai fatto. Sei crudele e immatura! Io ti sono stato vicino perché con il passare dei giorni mi sono anche affezionato a te, e cosa ho ottenuto?” continuò ad accusarla Angel, rosso in volto per la rabbia.

Lasciami in pace, se sei una nullità non è certo colpa mia, quindi non riversare tutta la tua frustrazione su di me!” concluse Lisa, rimettendosi seduta.

Nella vita la fallita sarai tu, semplicemente perché tutto ciò che farai ti si ritorcerà contro” sibilò il ragazzo, poi, rivolto a Ben: “Non ti invidio! Puoi dormire sonni tranquilli, è tutta tua! Ci si vede!”

Detto questo, si allontanò a testa alta.

Lisa!” gridarono tutti i suoi amici in tono di rimprovero.

Che c'è? Gli ho detto ciò che pensavo!” si difese lei.

Perché per una volta non ammetti di aver sbagliato? Sei stata davvero odiosa!” esclamò Ben, fulminandola con lo sguardo.

Non avrei mai creduto che saresti arrivata a usare parole così pesanti con lui. Nullità?! Ma ci rendiamo conto?” aggiunse Tiffany indignata.

Smettetela di andarmi contro, non vi va mai bene niente! Dobbiamo essere tutti dei santi come voi? E ora scusatemi, devo andare in bagno!”

Lisa si allontanò con passo deciso, ma in realtà si sentiva uno schifo. Angel aveva ragione, i suoi amici avevano ragione, tutti avevano ragione tranne lei.

E nonostante questo continuava a sbagliare e a non ammettere le sue colpe. Era così confusa che non sapeva neanche lei da che parte stare.

Appena si chiuse la porta del bagno alle spalle, scoppiò a piangere.

Da quando era arrivata in quella scuola, era cambiata radicalmente, stava sfuggendo al suo stesso controllo.

E questo cambiamento non le piaceva per niente.


Novembre procedeva con lentezza e Cathleen ogni giorno andava a letto stanca morta. Di mattina frequentava le lezioni, di pomeriggio faceva i compiti o passava del tempo con i suoi amici e di sera, dopo cena, la sua stanza veniva trasformata in una sala prove, dove lei ballava e cantava.

I provini per il film si avvicinavano, mancava appena una ventina di giorni e lei, dopotutto, si divertiva un sacco ad esercitarsi.

Non ci pensava troppo seriamente, non credeva di poter vincere, quindi per lei quei provini erano solo un'occasione di svago, qualcosa di diverso da provare.

Intanto il pensiero di Alex la tormentava. Lo vedeva spesso, ma non sapeva decifrare il suo comportamento: un giorno sembrava dimostrarle un mare di attenzioni e il giorno dopo era distaccato e pareva vederla come una semplice amica.

Lisa, glielo voglio dire, devo rivelargli i miei sentimenti. Devo fare chiarezza, non ce la faccio più a tenermi tutto dentro” si confidò un giorno.

Io ti consiglierei di aspettare ancora un po' e osservare il suo comportamento. Insomma, tu stai facendo un sacco di passi avanti verso di lui, ogni giorno gli dimostri che vorresti qualcosa di più, aspetta che sia lui a fare la prossima mossa!” le consigliò la sua compagna di stanza.

Un soleggiato pomeriggio di metà novembre, Cathleen si ritrovò a vagare per la struttura centrale, presso gli uffici, per alcune questioni legati alle camere e ai dormitori.

Mentre passava per un corridoio, notò una ragazza da sola, con in mano un foglio. Aveva lunghi capelli mossi e neri che le ricadevano voluminosi fino alla vita, un lungo vestito nero in stile gotico, la carnagione pallida e due grandi occhi verdi e brillanti.

Quando vi passò accanto, notò che stava compilando il modulo d'iscrizione per i provini del film.

Oh, anche tu farai il provino!” le venne spontaneo esclamare. Oddio, ma che stava facendo?

La ragazza alzò lentamente lo sguardo dal foglio e le rivolse un'occhiata interrogativa.

Cathleen doveva pensare velocemente qualcosa per uscire da questa situazione in cui si era cacciata.

Ehm... scusa, è che ho notato il modulo che hai in mano, sai, anch'io devo fare il provino e... mi dispiace, non volevo interromperti...” farfugliò, in difficoltà.

La sua interlocutrice le sorrise timidamente.

Come ti chiami?” se ne uscì Cathleen, chiedendosi come mai le parole avessero cominciato a sgorgare per conto proprio dalle sue labbra.

Quella ragazza la incuriosiva parecchio.

Grace.”

Wow, hai lo stesso nome della protagonista del film! Sarebbe perfetto se vincessi!” commentò.

Sì, amo recitare. E poi non avrei nulla da perdere.”

Quell'ultima frase rimase impressa nella mente di Cathleen. Non aveva nulla da perdere.

Eppure non chiese ulteriori spiegazioni, non le sembrava il caso.

Va bene Grace, ora sono di fretta e devo scappa... oh, che stupida, mi sono dimenticata di presentarmi: sono Cathleen. Okay, ora vado, ci vediamo in giro!” la salutò con un sorriso sulle labbra, poi proseguì per il corridoio.

Qualche ora dopo, si ritrovò a pensare a Grace. Non l'aveva mai vista in giro per il campus, o forse non l'aveva mai notata. Strano, in genere aveva una buona memoria per i visi delle persone.

La consapevolezza che l'indomani la aspettava una nuova e sfiancante giornata la distolse da quei pensieri.


E mentre Cathleen sprofondava nel sonno, nei dormitori maschili Lionel pensava a lei, alla sua migliore amica, alla ragazza che aveva desiderato dal primo momento in cui l'aveva vista, e si ripeteva che non sarebbe mai stata sua.

Lionel l'aveva capito, il cuore di Cathleen non apparteneva a lui.

Nel buio, una lacrima scivolò lungo il suo viso.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Capitolo 13



A Cathleen preoccupava il comportamento di Lionel.

All'apparenza pareva tutto normale, loro due passavano tanto tempo assieme, ridevano e scherzavano come sempre. Eppure lei aveva imparato a conoscerlo e si rendeva conto che negli occhi del suo amico non si poteva più scorgere la consueta allegria che lo caratterizzava.

Lion, che hai? Tutto bene?” gli chiese Cathleen un pomeriggio di fine novembre, mentre consumavano un caffè su una gradinata.

Il freddo si faceva sentire sempre più, nonostante venisse mitigato dalla presenza del mare, e una leggera brezza scompigliava i capelli dei due amici.

Lionel arrossì leggermente, ma per non farsi notare tenne lo sguardo basso. “Perché me lo chiedi?”

Ultimamente ti vedo un po' giù.”

Se n'era accorta, ma come aveva fatto? Lionel aveva cercato di apparire il più allegro e spontaneo possibile per non destare sospetti, la sua recita sembrava andare a gonfie vele, ma Cathleen lo conosceva troppo bene per cascarci.

Lionel stava soffrendo proprio per lei, perché dopo due mesi passati a sperare si era reso conto che non aveva alcuna possibilità con lei. Sospettava che lei fosse interessata a un altro, ma non sapeva di chi si trattasse e non ci teneva a scoprirlo.

Doveva dimenticare Cathleen, ma come poteva? Si incontravano ogni giorno, passavano ore intere a chiacchierare e lui non poteva far altro che innamorarsi sempre più.

No, tranquilla, va tutto bene. Sono solo un po' stanco perché ultimamente non sto dormendo molto bene...” mentì il ragazzo, senza osare sollevare lo sguardo.

Sicuro?” domandò lei dopo qualche secondo, ma proprio in quel momento venne distratta da una figura che si avviava nella sua direzione.

La ragazza in questione puntava i suoi luminosi occhi verdi proprio su di lei.

Cathleen l'avrebbe riconosciuta ovunque, tanto era eccentrica.

Grace fece un distratto cenno di saluto e si posizionò su un gradino a poca distanza da loro. Aprì un libro e se lo posò sulle ginocchia, come se avesse intenzione di immergersi nello studio, ma ogni tanto sollevava lo sguardo e lanciava occhiate intorno a sé, specialmente in direzione di Cathleen.

La conosci? Io non l'avevo mai vista prima” domandò Lionel con curiosità.

Sì, ci ho parlato una volta. Anche lei deve fare i provini per il film, guarda caso si chiama proprio Grace” raccontò Cathleen.

Come mai ti guarda in quel modo?”

Lei si strinse nelle spalle. “Ancora non sono in grado di leggere i pensieri altrui.”

Il ragazzino aggrottò la fronte. “Oddio Cat, che ore sono? Alle quattro e mezza dovrei incontrare alcuni miei compagni per una ricerca di gruppo...”

Le quattro e venticinque.”

Cosa?! Okay, devo andare, ci vediamo più tardi, d'accordo?” esclamò Lionel, saltando in piedi e precipitandosi giù per la gradinata.

D'accordo, a più tardi! E non correre sulle scale!” lo salutò la sua amica, osservandolo mentre si allontanava.

Dopodiché afferrò il suo cellulare per controllare se qualcuno le avesse mandato qualche messaggio. Mentre faceva scorrere la lista degli innumerevoli messaggi di WhatsApp che doveva ancora leggere, si accorse di una presenza al suo fianco.

Volse lo sguardo in quella direzione e si ritrovò davanti il timido sorriso di Grace. “Ciao” mormorò.

Cathleen sbatté le ciglia, incredula. Quella ragazza dava l'impressione di essere molto timida e riservata, non si sarebbe mai immaginata un gesto del genere da parte sua.

Ciao Grace, come stai? È da un po' che non ti vedevo in giro” si fece avanti la ragazza bionda, cercando di cominciare una conversazione.

No, in effetti non esco molto dalla mia stanza.”

Calò il silenzio per qualche secondo, nessuna delle due sapeva cosa ribattere.

E... come mai?”

Grace distolse lo sguardo. “Non sono riuscita a stringere amicizia con nessuno in questa scuola, mi sento un po' in soggezione da sola.”

Oh, davvero?” esclamò Cathleen, sorpresa e dispiaciuta allo stesso tempo.

Annuì. “Odio questa scuola, sono arrivata quest'anno e sono disorientata... poi non mi va di studiare, non fa per me.”

Capisco. Cosa ti piacerebbe fare?”

Non so, qualcosa legato all'arte: cantare, ballare, recitare, suonare, anche dipingere non sarebbe male.”

Wow, bello! Quindi le audizioni per il film sono perfette per te!”

Grace ridacchiò. “Oddio, non penso di essere poi così brava, però tentar non nuoce!”

In quel momento a Cathleen tornò in mente una frase che Grace aveva detto quando si erano conosciute: Non avrei nulla da perdere.

Si riferiva al fatto che Grace odiava quella scuola e, se l'avessero scelta per il film, non avrebbe più dovuto frequentarla.

Una forte folata di vento la riscosse da quei pensieri e la fece rabbrividire. Non indossava il cappotto, il suo corpo era fasciato solo da una felpa.

Che freddo! Ho scordato il cappotto in camera, sono una stupida! Beh, Grace, forse è meglio se torno in camera mia... non ti dispiace, vero?” esclamò la ragazza, saltando in piedi.

No, non mi dispiace, anche io devo tornare in camera mia. Grazie mille per la chiacchierata!” la salutò Grace con un sorriso molto più rilassato rispetto a prima.

Cathleen si diresse in camera sua con la mente occupata da mille pensieri, mentre gli ultimi fiochi raggi di sole le accarezzavano il viso.


Ben, Lisa, Tiffany e Alex si affrettavano verso la palestra sotto il tiepido sole di dicembre.

Era il giorno dei provini per il film, i quattro ragazzi si erano incontrati dopo la fine delle lezioni per dare coraggio alla loro amica.

Datevi una mossa, mancano dieci minuti all'inizio delle audizioni, dobbiamo sbrigarci se vogliamo vederla prima che entri!” gridò Lisa con il fiato corto.

Alex, si può sapere dove diamine si è cacciato tuo fratello?” domandò Tiffany con esasperazione.

Ma che ne so?” ribatté il ragazzo, che sembrava molto più rilassato rispetto agli altri.

Tiffany sbuffò e afferrò il suo cellulare.

Proprio in quel momento, fuori dalla palestra, il telefono di Lionel prese a squillare.

Tiff, che c'è?” rispose lui tranquillamente.

Marmocchio, dove sei finito? Vuoi per caso arrivare tardi da Cat?” lo aggredì subito la ragazza.

Lui scoppiò a ridere. “Io con Cat ci sono già da dieci minuti, voi siete in ritardo!”

Cosa? E non potevi avvisarci? Siamo in ritardo proprio perché ti stavamo aspettando!” sbraitò Tiffany sbigottita.

A dopo, Tiff!” tagliò corto lui, interrompendo la conversazione.

Mi sono giunte le grida di mia sorella” osservò Cathleen, che stazionava al suo fianco appoggiata al muro.

Lui scrollò la testa. “Come stai? Sei tranquilla?”

Non chiedermelo, mi fai venire l'ansia! Comunque per il momento sì. Devo cercare di non pensarci troppo.”

Sarai grandiosa, me lo sento!”

Proprio in quel momento Cathleen sentì qualcuno che la chiamava. Si voltò e riconobbe Grace che veniva nella sua direzione con un leggero sorriso.

Ehi Cathleen” la salutò.

Ciao Grace!”

In bocca al lupo!”

Grazie, anche a te! Come va, sei agitata?”

Grace annuì. “Tantissimo.”

Cat! Cat! Sei ancora qui! Siamo arrivati!” gridarono quattro ragazzi, precipitandosi nella sua direzione.

Ben, Tiffany e Lisa cominciarono a parlare l'uno sopra l'altro, rimproverando Lionel e incoraggiando Cathleen, mentre Alex li osservava con perplessità ed indifferenza.

State zitti!” li ammonì Cathleen, non potendone più di tutta quella confusione.

Notò che Grace si era allontanata e osservava tutti i presenti da un angolo, avvolta dal suo giaccone nero che le arrivava alle ginocchia e dai suoi alti stivali in finta pelle.

Sola.

Allora, hanno annunciato che ognuna di noi può portare all'interno solo una persona per assistere ai provini. Mi dispiace ragazzi, ma non potete entrare tutti” spiegò Cathleen, concentrando la propria attenzione sui suoi amici.

Come sarebbe a dire?” esclamò Tiffany indignata.

E chi entrerà con te?” s'informò Lisa.

È un'ingiustizia!” protestò Lionel.

Calmi, lasciate decidere a lei!” intervenne Ben, cercando di riportare la calma.

I sei cominciarono a discutere animatamente.

Bene, siamo pronti, potete entrare! Ricordate: potete portare all'interno con voi soltanto una persona!” annunciò una donna bionda e minuta, spalancando la porta della palestra.

Mentre il gruppetto di amici veniva travolto dalla folla impaziente, Lionel fece appena a tempo ad aggrapparsi al braccio di Cathleen e ad essere trascinato dentro la palestra assieme a lei, mentre Lisa e Tiffany protestavano e spintonavano le persone attorno a loro per poter raggiungere la loro amica.

Ma fu tutto inutile; ben presto le porte si richiusero e i quattro ragazzi rimasti si scambiarono un'occhiata perplessa e rassegnata.

Non posso permettermi di perdermi la performance di mia sorella, siamo cresciute insieme ed è mio diritto assistervi!” sbottò Tiffany, paonazza.

Io sono la sua compagna di stanza e sua migliore amica, nemmeno io posso perdermela!” aggiunse Lisa con decisione.

Quindi che si fa?”

La ragazza mora ci rifletté su per qualche secondo. “Ho trovato! Possiamo infiltrarci dall'ingresso laterale, quello che dà sul corridoio degli spogliatoi! Non ci noteranno, le luci della palestra sono spente e la penombra ci aiuterà a confonderci!”

Lisa, sei un genio! Su, andiamo, prima che inizino!” esclamò Tiffany con gli occhi che le brillavano, per poi afferrare l'altra per un polso e correre verso l'ingresso laterale.

Ben e Alex le osservavano mentre scomparivano dietro la struttura, poi si scambiarono un'occhiata basita e fecero spallucce.

Che ne dici di un caffè e una partita a biliardino?” propose Ben.

Affare fatto!”


Cathleen, immersa nella penombra, venne invasa dall'ansia. Ancora non aveva realizzato che i provini fossero così vicini, se ne rendeva conto solo allora, circondata da tante ragazze speranzose come lei, con Lionel appeso al braccio.

Lion, non ce la faccio...” sussurrò.

Sì invece, cerca di stare tranquilla!” la rassicurò lui.

Proprio in quel momento cominciarono a chiamare le aspiranti attrici, una per volta. Erano ragazze carine e talentuose, ciascuna di loro avrebbe benissimo potuto vincere.

Quando arrivò il turno di Grace, Cathleen la fissò con stupore e ammirazione. Era formidabile, aggraziata e attenta in qualsiasi cosa facesse, cantava e ballava meravigliosamente, con passione.

Vincerà lei” sentenziò con gli occhi che brillavano.


Cat si è già esibita?” bisbigliò Lisa, affacciandosi con cautela.

Come faccio a saperlo? Sono arrivata adesso anch'io!” ribatté Tiffany, escogitando un piano per avvicinarsi maggiormente al punto in cui si tenevano le esibizioni.

Osservavano il tutto dalla porta che divideva il corridoio degli spogliatoi dalla palestra.

Come facciamo ad avvicinarci?” chiese ancora la ragazza più piccola.

Ho un'idea! Possiamo gattonare fino a quel tavolo e quelle sedie e possiamo nasconderci là dietro. Che ne dici?” propose l'altra, indicando un punto davanti a sé.

Perfetto!” approvò Lisa, mettendosi in ginocchio sul pavimento.

Le due strisciarono per terra, evitando di urtare qualsiasi oggetto ed appiattendosi al muro quando qualcuno si volgeva nella loro direzione.

Una volta raggiunta la loro meta, si rannicchiarono sotto il banco, ma Lisa sbatté la testa su una sedia. Il colpo provocò un leggero tintinnio che, per fortuna, venne coperto dalla musica.

Ma cosa stai facendo?! Stai attenta, così ci scopriranno!” la rimproverò Tiffany.

Lisa si mordeva un labbro, cercando di trattenere un'imprecazione.

Cathleen Anders” annunciò uno dei tre giudici.

E le due smisero di battibeccare.


Una ragazza sui quattordici anni, ben formata, dai lineamenti delicati e i vaporosi capelli color miele si posizionò al centro. Tenne gli occhi chiusi e trasse un profondo respiro quando sentì le prime note della canzone che aveva deciso di cantare.

In quel momento smise di pensare a qualsiasi cosa e si tuffò.

Tra gli spettatori, un ragazzo dal viso dolce contornato da una grande massa di boccoli tratteneva le lacrime.

Lionel non si era scordato di quella canzone. Cathleen l'aveva cantata più di una volta al loro primo – e unico – appuntamento, quando lui glielo aveva chiesto esplicitamente.

E non poteva udirvi nient'altro che un addio.


* * *


Ciao, carissimi lettori! Come state? :)

Mi scuso per il ritardo con cui aggiorno ultimamente, non è mia intenzione trascurare la storia! Ho un sacco di idee e di ispirazione e se fosse per me posterei un capitolo al giorno (non credeteci), ma purtroppo il tempo scarseggia :(

Spero che mi possiate perdonare!

Allora, che ve ne pare per ora? Vi sta piacendo?

Ricordate: amo sapere i vostri pareri sui personaggi/coppie che più amate e odiate, e amo vedervi agguerriti nelle recensioni, quindi sbizzarritevi!

Inoltre, se volete segnalarmi qualche errore o semplicemente darmi qualche consiglio, accetterò tutto di buon grado!

Grazie di cuore a tutti coloro che mi seguono, se non ci foste voi avrei sicuramente abbandonato tutto! :3


Soul! ♥

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Capitolo 14



Dicembre scivolava via serenamente.

Nel campus si respirava ormai fortissima l'aria natalizia: ovunque erano state affisse decorazioni natalizie e costruiti piccoli alberi di Natale, gli studenti passeggiavano per i negozietti per acquistare i regali e qualcuno indossava cappellini di Babbo Natale o cerchietti con simboli tipici della festa più attesa dell'anno. Nell'aria si potevano udire le più famose canzoni natalizie e gli animi dei ragazzi venivano scaldati dall'intesto profumo delle castagne arrosto.

Che bello, tra poco torneremo dalle nostre famiglie!” esclamò Lisa con allegria mentre passeggiava con le sue amiche.

È strano pensarci! So già che mi mancherà tutto questo, anche se staremo via solo per una decina di giorni” affermò Cathleen.

Ma come? Non hai nostalgia di casa?” domandò la sua compagna di stanza strabuzzando gli occhi.

Se devo essere sincera, per niente. Mi piace questo posto, mi sento libera e sono contenta di potermi prendere le tue responsabilità. E poi ho Tiff qui, è parte della mia famiglia.”

Ma di quali responsabilità stai parlando? Se non ci fossi io a controllarti, chissà che fine avresti fatto! Poveri noi!” intervenne Tiffany prontamente, giusto per punzecchiare un po' la sorella.

Loro due erano così: amavano punzecchiarsi a vicenda, a volte litigavano e dovevano intervenire i loro amici per riportare la pace, ma in realtà si volevano un gran bene ed erano molto unite.

Ma cosa stai dicendo? Non è vero, so gestirmi benissimo da sola!” ribatté la sorella minore, preparandosi a una discussione.

Tiffany scoppiò a ridere e le mollò un'affettuosa pacca sul braccio. “Stavo scherzando, non capisci niente!”

Non ci credo, lo pensi davvero” mormorò Cathleen fintamente offesa.

La conversazione venne interrotta da uno strillo di Lisa. “Ragazze, guardate che carino questo vestito!” squittì, indicando un elegante abito esposto in una vetrina.

Cathleen sospirò. “Hai già un armadio stracolmo di vestiti, tra poco non ci staranno più in camera nostra! Ti ricordo che siamo qua per comprare i regali di Natale, non per darci allo shopping sfrenato!”

Anche perché se avete intenzione di passare due ore in un negozio di abbigliamento, me ne vado!” aggiunse Tiffany.

Che acida che sei! Non ti piace fare niente!” osservò sua sorella.

Non mi piace fare shopping, la trovo una perdita di tempo. Compro i vestiti quando è necessario comprarli!” si difese Tiffany.

Io invece non ci trovo niente di male! Non ne vado matta, ma quando capita non mi dispiace!”

Secondo me invece fare shopping è indispensabile! È rilassante, divertente, è un passatempo come andare al cinema!” intervenne Lisa, desiderosa di manifestare il suo punto di vista.

Io non ci trovo nulla di divertente, generalmente si spendono soldi inutilmente per comprare indumenti che finiranno direttamente nel fondo dell'armadio!” disse Tiffany.

Così la discussione andò avanti per qualche minuto, finché Lisa non riportò la pace.

Cat, sai qualcosa dei risultati dei provini? Quando si sapranno?” domandò Tiffany, mentre sceglieva un profumo da regalare a suo padre.

A quanto ne so, i risultati verranno annunciati all'assemblea natalizia di dopodomani” rispose distrattamente Cathleen, mentre leggeva i nomi e i prezzi dei profumi esposti.

Oh, sono curiosissima! Secondo me hai buone possibilità di ottenere la parte, sei stata grandiosa!” esclamò Tiffany con un sorriso sognante.

Vedremo... in realtà tu e Lisa non avreste nemmeno dovuto assistere alla mia esibizione!” disse l'altra, con un finto tono di rimprovero.

In realtà il fatto che sua sorella e la sua amica avessero rischiato di passare guai solo per lei le scaldava il cuore.

Sì? Mi avete chiamato?” intervenne Lisa a sproposito, comparendo da una corsia poco distante.

Guarda, Tiff! Il profumo preferito di papà! Costa venti dollari... che ne dici di dividerci le spese e fargli il regalo in comune?” saltò su Cathleen prendendo in mano una confezione e ignorando completamente l'altra ragazza.

Ottima idea!” concordò la sorella.

Mentre lasciavano il negozio, ormai con un sacco di buste appese alle braccia, Cathleen cominciò: “Ragazze... ho preso un'importante decisione.”

Le tre si accomodarono sul bordo della fontana per riposarsi un po'.

Dicci tutto! Riguardo a cosa?” s'informò subito sua sorella con curiosità.

Alex.”

Uh, allora c'è sotto qualcosa di serio! Parla, sono curiosa!” s'interessò Lisa.

Cathleen sospirò. “Non ce la faccio più a tenermi tutto dentro, gli voglio rivelare i miei sentimenti. Non ho la più pallida idea di come potrebbe reagire, non riesco a decifrare il suo comportamento, ma penso che non otterrei comunque niente a pensarci e ripensarci senza agire.”

A quelle parole, Lisa trattenne il fiato. Nel giro di pochi secondi due cuori sarebbero stati infranti, lei l'aveva capito fin dall'inizio. Innanzitutto quello di Cathleen, dato che Alex non ricambiava i suoi sentimenti e la cosa palese. Poi quello di Lionel, perdutamente innamorato di lei. Per lui sarebbe stato un colpo tremendo sapere che alla ragazza dei suoi sogni piaceva proprio suo fratello. Tra Lionel, Cathleen, Alex e Tiffany si era andata a creare una situazione davvero complicata, Lisa aveva intuito tutto e aveva paura del destino che sarebbe toccato al suo gruppo di amici se qualcosa fosse andato storto.

Davvero? È una grande notizia!” mentì Tiffany, che non era per niente contenta di saperlo.

Alex non le piaceva proprio, il suo atteggiamento narcisista la mandava su tutte le furie. Era una persona con pochi pregi e molti difetti, il pensiero che ci fosse anche una remota possibilità che sua sorella stesse con lui la faceva star male. Ma per una volta non voleva rovinarle la festa, del resto era giusto che sua sorella facesse le sue esperienze e scegliesse la gente che voleva frequentare. Lei era sua sorella maggiore, sì, ma non poteva decidere per lei.

E quando glielo vuoi dire?” chiese Lisa.

All'assemblea natalizia, l'ultimo giorno che trascorreremo insieme prima delle vacanze natalizie. In ogni caso, anche se mi dovesse rifiutare, gli voglio regalare questo” affermò con decisione, afferrando un piccolo oggetto dalla tasca del suo zainetto.

Era un bracciale di cuoio con delle incisioni astratte, in stile celtico. Nulla di prezioso, solo un simbolo.

Lisa e Tiffany rimasero a bocca aperta.

Sì, Cathleen faceva sul serio, e questo metteva loro addosso non poca preoccupazione.


Era arrivato il giorno della tanto attesa assemblea natalizia, in cui si potevano svolgere diverse attività. In realtà l'organizzazione non era proprio delle migliori, quindi ben presto gli studenti si ritrovarono a vagare senza meta, sparsi per il campus.

I sei amici si riunirono sulla gradinata accanto alla biblioteca e ben presto iniziarono a scattarsi foto di gruppo e selfie con in testa i loro cappellini di Natale. Non si annoiavano mai quando stavano insieme, trovavano sempre qualcosa da fare o qualche argomento di cui parlare.

In particolare, quel giorno erano intenti a spettegolare sui loro compagni e rispettivi avvenimenti, come nascita di nuove coppie o aneddoti imbarazzanti.

Si accorsero che erano davvero ben informati sulla vita degli studenti della Newton Academy.

Mentre chiacchieravano, Cathleen notò Grace che passeggiava e la salutò con un sorriso. Lei ricambiò con un cenno del capo.

E anche quella volta Grace era da sola.

Bene, sto morendo di fame... vado a cercare qualcosa di commestibile, chi viene con me?” chiese Alex a un tratto, sollevandosi dal gradino in cui sembrava aver messo radici.

Io, dato che ho sete e devo comprare una bottiglietta d'acqua” si offrì Cathleen, cercando di non dimostrarsi troppo entusiasta.

D'accordo” borbottò il ragazzo in tutta risposta, guardando Tiffany con la coda dell'occhio.

Dopo aver preso una bottiglietta d'acqua e una confezione di patatine, mentre passavano nell'atrio deserto, Cathleen posò una mano sul braccio di Alex e annunciò: “Alex, devo parlarti.”

Lui non sapeva proprio di cosa potesse trattarsi, ma era molto curioso. Così si fermò e si piazzò proprio di fronte a lei. “Dimmi.”

La ragazza si rese conto che il tutto stava prendendo una piega molto seria. Non era più il momento di nascondersi, ormai aveva fatto il primo passo.

Lei in genere non aveva alcun problema a parlare, socializzava con tutti e le piaceva essere chiara con tutti fin dal principio, ma in quel momento sentiva che non sarebbe riuscita a mettere insieme quattro parole di senso compiuto.

Tuttavia prese coraggio e ricominciò a parlare: “Sai che non mi piacciono i giri di parole, non sono proprio da me, quindi arriverò dritta al punto. Lo so, forse non te lo aspetti, ma... tu mi piaci molto, da quando ti ho conosciuto. Ecco, non riuscivo più a tenermelo dentro.”

Aveva detto tutto d'un fiato, con sicurezza, ma ora non si sentiva più tanto spavalda. Era arrossita leggermente e aveva distolto lo sguardo da quello del ragazzo.

Alex era pietrificato. Non si sarebbe mai aspettato una dichiarazione simile da Cathleen, non aveva fatto caso alle sue attenzioni, la considerava una semplice compagna con cui passare il tempo.

Cat, beh... mi hai preso alla sprovvista... in ogni caso ti devo deludere, io non ricambio i tuoi sentimenti, per me sei solo un'amica” ribatté lui quasi con indifferenza, come se non gli importasse dei sentimenti della ragazza che, davanti a lui, si torceva le dita in preda all'agitazione.

Va bene, non fa niente, me lo immaginavo, forse ho fatto male a dirtelo... scusami. Spero che questo non cambi il rapporto tra noi due.”

Da parte mia è tutto come prima, tranquilla” la rassicurò Alex.

Posso... abbracciarti?” farfugliò Cathleen, mostrando tutta la sua insicurezza e la sua fragilità.

Alex annuì senza troppo entusiasmo e si lasciò stringere in un abbraccio.

Alex non si sentiva per niente a suo agio, non si considerava la persona più adatta a consolare Cathleen e a starle vicino. Lui era interessato a Tiffany, quindi non poteva comportarsi in modo sbagliato proprio con la sorella, ma quella confessione l'aveva destabilizzato e la vedeva sotto una luce completamente diversa. Ma sapeva che prima o poi sarebbe passato tutto.

In ogni caso vorrei che tu tenessi questo” mormorò Cathleen, annodandogli al polso un braccialetto in pelle.

Grazie mille, ehm... Cathleen, sei sicura di stare bene?” domandò lui, notando il pallore sul suo viso.

Certo, sto bene, non ti preoccupare. Ora vado un attimo in bagno, tu raggiungi pure gli altri. A dopo” concluse lei, non potendone più di sentirsi lo sguardo di Alex addosso.

Con lo sguardo basso, corse verso il bagno più vicino, mentre le lacrime le appannavano la vista.

Si era ripromessa di non piangere, di non cedere alla tristezza nel caso di un rifiuto, ma in quel momento non riusciva a trattenersi. Sapeva che sarebbe andata a finire così, del resto che si aspettava? Alex era un bel ragazzo, circondato da un sacco di gente, di certo i suoi pensieri non erano rivolti a una povera illusa come lei!

Mentre percorreva il lungo corridoio di corsa, si schiantò contro una ragazza che riconobbe nonostante la vista appannata. Era Tiffany.

Cat, che succede? Tutto bene? Ma stai piangendo! Oddio, non dirmi che...”

Alex mi ha rifiutato, sono una povera idiota e illusa!” si sfogò, gettandosi tra le braccia della sorella.

Tiffany si limitò a stringerla a sé e ad accarezzarle i capelli per rassicurarla, senza domandarle niente. Non era necessario.



Alex sgranocchiava le sue patatine come se nulla fosse accaduto, senza neanche pensare di dividerle con Lisa, Ben e Lionel.

Proprio in quel momento, Cathleen e Tiffany si unirono nuovamente al gruppo. Cathleen ostentava indifferenza e pareva essersi completamente ripresa. Le uniche differenze consistevano negli occhi leggermente arrossati e l'assenza del trucco.

Bene studenti, vi invito ad avvicinarvi al palco, dobbiamo annunciare la vincitrice del ruolo di Grace. Avvicinatevi, forza!” annunciò il rappresentante d'istituto al microfono, cercando di attirare l'attenzione.

Cathleen e i suoi amici balzarono in piedi e si precipitarono davanti al piccolo palco, in preda alla curiosità.

Dopo qualche minuto, quando la maggior parte degli studenti si fu avvicinata, prese la parola la donna minuta e bionda, che rappresentava anche gli altri due membri della giuria. “Bene ragazzi, dobbiamo ammettere che la scelta non è stata affatto facile, perché tutte le candidate sono state meravigliose. Ci hanno colpito in particolare tre ragazze, ovvero Cathleen Anders, Grace Jefferson e Julia Philips. È stato davvero difficile decidere tra queste tre talentuose donzelle, ma una di loro si è distinta per la sua energia, la sua allegria e il suo entusiasmo, che noi reputiamo fondamentale per la nostra protagonista. Vogliamo dunque congratularci con...”

Cathleen rischiò di svenire, le sue gambe minacciarono seriamente di cedere. Cercò in tutti i modi di negare l'evidenza, ma non si era sbagliata: lei, proprio lei, aveva ottenuto la parte! Non ci poteva credere!

Ancora stordita, venne sommersa dagli abbracci e dalle grida dei suoi amici, mentre il resto degli studenti applaudiva ed esultava.

Complimenti Cathleen, congratulazioni. Avrai tempo fino a questo pomeriggio per salutare i tuoi compagni e recuperare tutte le tue cose, le riprese cominceranno subito dopo le vacanze natalizie. Questo vuol dire che concluderai l'anno scolastico studiando privatamente nel luogo in cui verranno fatte le riprese” proseguì la giudice al microfono, invitandola poi a salire sul palco.

D'un tratto Cathleen si immobilizzò, mentre il suo sguardo saettava da una parte all'altra.

Non avrebbe più rivisto i suoi amici, le persone per lei più importanti insieme alla sua famiglia, non avrebbe potuto scherzare e studiare con loro.

Era davvero questo che voleva? Abbandonare tutto e tutti per girare un film di cui non le era importato niente fin dall'inizio? Era questo il prezzo da pagare per apparire in un film?

Osservò Tiffany, Lionel, Lisa, Ben e Alex, poi salì sul palco con passo deciso.

Si schiarì la gola, afferrò il microfono e cominciò a parlare: “Vorrei dire qualcosa a tutti quanti, per quanto questo possa apparire strano. Partecipare ai provini è stata per me una grande emozione, è stata un'esperienza importante, ma io l'ho presa quasi come un gioco, convinta di non poter ottenere la parte. Non ho nemmeno pensato a come la mia vita potesse cambiare nel caso avessi vinto, ma ora che mi ritrovo in questa situazione, ho capito una cosa fondamentale per me: ciò che veramente mi rende felice è frequentare la Newton Academy, passare il mio tempo con i miei amici, uscire e incontrare tutti voi ed essere una ragazza normale. So che la fama, la pressione e l'allontanamento da tutto questo mi farebbe male, mi renderebbe una persona infelice. Quindi preferisco rifiutare questa parte e cederla a una persona che la merita molta più di me, una ragazza la cui esibizione mi ha colpito molto. Sto parlando di Grace. Io sono sicura che ha anche lei tanta energia e vitalità e che sarebbe contenta di partecipare al film. Grazie.”

Tutt'attorno si era creato un silenzio assoluto, che in quel momento esplose in un caloroso applauso per Cathleen. Tutti erano rimasti increduli, mai si sarebbero aspettati che avrebbe rifiutato la parte semplicemente per restare accanto ai suoi amici.

Cat, ma sei pazza? Che ti è saltato in mente? Quella parte ormai era tua! Noi saremmo stati felici di vederti apparire in un film!” la aggredirono i suoi amici, non appena li raggiunse.

Ma io non sarei stata felice senza di voi, ragazzi. State tranquilli, sono convinta di aver fatto la cosa giusta e non me ne pentirò! Vi voglio bene!” rispose Cathleen, abbracciando uno ad uno i suoi amici. Quando arrivò il turno di Alex, si limitò a stringergli la mano senza guardarlo in viso.

Dopo l'assemblea, Grace raggiunse Cathleen di corsa, con le lacrime agli occhi. “Grazie Cathleen, grazie davvero, sono al settimo cielo! Ti sarò grata per tutta la vita!”

Le due ragazze si abbracciarono, commosse.

Sono sicura che sarai fantastica! Ti meritavi la parte molto più di me!”

Grace si limitò a sorriderle apertamente, senza imbarazzo, per poi scomparire tra la folla, scossa dai singhiozzi.

Cat! Cat! Mamma e papà vengono a prenderci tra due ore, dobbiamo finire di preparare le valigie!” esclamò Tiffany, raggiungendo la sorella e assestandole una forte pacca sulla schiena.

Ahi! Okay, ora vado in camera! Ci riuniamo alle tre e mezza vicino al parcheggio per i saluti e gli auguri! Dillo anche agli altri!” concluse Cathleen, dirigendosi velocemente verso i dormitori femminili.

Mancavano poche ore alla partenza e lei aveva sistemato solo qualche maglietta nella valigia.


Lionel e Alex sedevano in uno scompartimento del treno. I loro genitori non erano potuti andare a prenderli, quindi erano stati costretti a tre ore di treno. Era passata circa un'ora da quando il mezzo era partito ed entrambi erano già in preda alla noia e alla disperazione.

Alex, ma...?” esclamò Lionel sporgendosi verso il fratello.

Sì?”

Quel braccialetto che porti al braccio... da dove l'hai preso? Fino a oggi non te lo avevo mai visto addosso!”

Ah, questo?” domandò Alex, sollevando il braccio e mostrando il bracciale a Lionel. “Me l'ha regalato Cathleen stamattina, dopo avermi confessato che le piacevo molto.”

A Lionel parve che il treno fosse saltato in aria.



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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Capitolo 15



Lionel, in quei giorni di festa, non si dava pace.

Lui e Alex erano tornati dalla loro famiglia e sembrava andare tutto bene.

Già, era così semplice ingannare i suoi genitori e suo fratello con una battuta detta milioni di volte e un sorriso tirato! Del resto loro non potevano sapere cosa gli passava per la mente.

Era sconfitto. Sapeva che Cathleen non avrebbe mai ricambiato i suoi sentimenti, ma non si sarebbe mai immaginato che fosse interessata proprio a suo fratello. Questo era troppo per lui. Si sentiva una nullità, pensava che la vita avesse cominciato a prenderlo in giro solo per vederlo in difficoltà.

La vita era una stronza.

Ma lui in quel momento non ci doveva pensare, era tornato a casa per festeggiare il Natale in allegria, no?

Il 26 dicembre accadde qualcosa che lo scosse nel profondo e lo risvegliò dal suo torpore.

Mentre lui provava inutilmente a risolvere degli esercizi di matematica che la professoressa aveva assegnato per le vacanze natalizie, suonò il campanello. Inizialmente non ci fece molto caso, ma poi sua madre bussò alla porta di camera sua e annunciò che c'era una visita per lui.

Quando l'ospite fece il suo ingresso nella stanza, Lionel rimase a bocca aperta. Si sarebbe aspettato chiunque, ma non lei.

Ciao Lion...” lo salutò timidamente Marta, mentre lo osservava con i suoi occhi curiosi.

Marta aveva tredici anni, proprio come Lionel, ma ne dimostrava molti di più. Aveva due grandi e curiosi occhi nocciola, una folta chioma di boccoli castani che le ricadevano leggeri sulle spalle, la carnagione abbronzata e i lineamenti del viso ben marcati. Era alta e snella, ma nonostante ciò non ostentava il suo fisico perfetto e non appariva particolarmente sicura di sé.

Ma... Marta, come mai da queste parti?” farfugliò Lionel in difficoltà, lasciando cadere la penna sul quaderno.

Sapevo che eri di nuovo a casa e così ho deciso di venire a trovarti. Come stai? Non ci vediamo da un po' di mesi ormai.”

Marta fece un passo incerto verso il letto di Lionel, ma poi si bloccò.

Quante volte, una volta tornati da scuola, si erano recati in quella stanza e si erano gettati sul letto sfiniti dalle lezioni, a chiacchierare e ridere con le gambe penzoloni e i piedi scalzi!

Eppure quel gesto non appariva più così scontato in quel momento, pareva quasi vietato.

29 luglio” rammentò il ragazzo mordicchiandosi nervosamente il labbro inferiore.

Non poteva credere che lei, l'amica più dolce e fantastica che avesse mai avuto, fosse proprio davanti ai suoi occhi, dopo ciò che era successo tra loro.

Lei intanto prese finalmente posto sul letto e invitò Lionel a imitarla.

Lui non capiva cosa stesse capitando, ma decise di seguire le sue indicazioni.

Marta sospirò, attorcigliandosi una ciocca di capelli attorno al dito. “Sai, secondo me dovremmo riprovarci, Lionel.”

Riprovare... a fare cosa?”

Lionel era intimorito senza una ragione ben precisa.

Ci ho pensato molto a lungo in questi mesi, penso sia giusto che provassimo ad essere di nuovo amici” sentenziò Marta con un'espressione seria e pensosa sul viso.

Ma è tutto diverso, non potrebbe esserci la stessa amicizia che ci legava prima.”

Non dire sciocchezze, sai benissimo anche tu che siamo noi stessi a porci questi limiti. Siamo bloccati nel passato e non riusciamo a guardare avanti, ma se solo ci provassimo...” Marta afferrò i polsi di Lionel. “Ci ho riflettuto a lungo e mi sono resa conto che la cosa più importante è averti accanto come amico, il resto non m'importa. Mi mancano le nostre chiacchierate, le nostre risate, le ore passate a far niente. Mi manca tutto.”

I ricordi colpirono Lionel come uno schiaffo in pieno volto.


Lui e Marta si erano conosciuti quando avevano sei anni. La famiglia di lei si era appena trasferita nella via dove abitavano Lionel e la sua famiglia. I due bambini si erano conosciuti per strada, dato che il pomeriggio tutti i bambini del vicinato si ritrovavano là fuori per giocare assieme. Tra loro due si instaurò subito una forte amicizia.

Lionel adorava Marta perché lei era un vero e proprio maschiaccio, aveva coraggio da vendere e voleva essere allo stesso passo dei ragazzini. Le bambole la annoiavano.

Per sette anni Lionel e Marta condivisero tutto: si incontravano quasi ogni giorno e andavano in giro per il vicinato a combinare guai e inventare nuovi giochi, oppure si rintanavano in camera di uno dei due e la distruggevano letteralmente. Quando qualcosa non andava a uno dei due, l'altro era sempre pronto ad ascoltarlo e supportarlo, tra di loro non c'erano segreti.

Erano come fratello e sorella.

Ma poi gli anni passarono, iniziarono le medie ed entrambi cominciarono a crescere rapidamente. E qualcosa nel cuore di Marta mutò.

Aveva undici anni quando si rese conto di essersi presa una cotta per Lionel, che fino a quel momento era stato il suo migliore amico. Inizialmente era solo un'innocente cotta da ragazzina e lei decise di tenerla segreta, convinta che in poco tempo sarebbe svanita, ma col tempo questa non passava, anzi, si intensificava sempre più. Le faceva male stare con Lionel e fare finta di niente, non reggeva più quella situazione, ma allo stesso tempo non voleva rovinare quell'amicizia così preziosa.

Ma un giorno decise di tentare, non poteva più tenersi tutto dentro.

Lionel la rifiutò nel modo più dolce e gentile possibile. Lui non ricambiava i suoi sentimenti e non si aspettava che proprio Marta fosse interessata a lui in quel modo. Era il 16 luglio.

Marta cercò di non dispiacersene troppo, del resto avrebbe dovuto aspettarselo. Eppure quel rifiuto la ferì immensamente.

I due si erano promessi di mandare avanti la loro amicizia, non avevano intenzione di perdere tutto.

Ma non andò così, il loro rapporto era irrimediabilmente cambiato.

Decisero di comune accordo di non frequentarsi più. Fu una scelta difficile e dolorosa per entrambi.

Un mese e mezzo dopo Lionel partì alla Newton Academy e perse definitivamente ogni contatto con Marta.

Ma lui non si dimenticò mai di lei, e lei non si dimenticò mai di lui.


Lionel capiva solo ora come si era sentita Marta quando lui l'aveva rifiutata, si trovava nella sua stessa situazione proprio in quel momento.

Marta gli era mancata molto, anche se aveva cercato in ogni modo di togliersela dalla testa.

Si ritrovò involontariamente a sorridere.

Perché stai ridendo? Sono seria!” lo rimproverò Marta, ricambiando spontaneamente il sorriso.

Perché anche tu mi manchi, è inutile negarlo. E hai ragione, possiamo provare a ricostruire il nostro rapporto; questi mesi di distanza ci hanno aiutato a schiarire le idee e adesso possiamo guardare avanti. Ce la faremo?”

) suoi occhi brillavano, accesi dalla speranza.

Marta non rispose, si limitò a sorridere ancora e ad abbracciarlo forte.

Il tempo sembrava non essere mai passato, fu come se fossero stati insieme anche il giorno prima.

Passarono il resto della mattinata a raccontare ciò che era successo nell'ultimo periodo e a scherzare con quella spontaneità che li aveva sempre caratterizzati.

Lionel le confidò della sua cotta per Cathleen e lei non sembrò particolarmente turbata, cercò anzi di rassicurarlo e supportarlo.

Lei gli confidò di sentirsi molto sola perché non riusciva a trovarsi delle amiche. Fino a quell'estate non ne aveva avuto bisogno perché aveva avuto Lionel al suo fianco, ma quando lui se n'era andato non era stata accettata da altre persone. Lei era molto diversa dalle altre, non le importava delle sciocchezze da ragazzine viziate e andava molto più d'accordo con i ragazzi.

Raccontò che confidava nell'entrata al liceo, dove avrebbe conosciuto nuova gente e iniziato una nuova vita.

Lionel le promise che, anche se sarebbero stati a chilometri di distanza, avrebbe fatto di tutto per tenerle compagnia e strapparle un sorriso nei momenti di sconforto.

Ti voglio bene, Lionel” sussurrò Marta.

Anch'io” rispose lui, e improvvisamente non ebbe più nessuna voglia di partire.


Oh, non lo sopporto più!” esclamò Tiffany all'improvviso, scaraventando il suo cellulare sulla scrivania.

Cosa ti turba?” domandò sue sorella, che stazionava sul suo letto con un auricolare all'orecchio sinistro.

Quell'imbecille di Simon, io lo odio! Ora che sono tornata qui vuole assolutamente vedermi perché si è pentito di quello che ha fatto e mi tempesta di messaggi da stamattina! Non può certo pretendere che io lo riaccolga a braccia aperte!” spiegò la ragazza più grande con uno sbuffo, mentre si lasciava cadere sul materasso.

Vedrai, prima o poi si stancherà e ti lascerà in pace, e sai perché? Troverà un'altra povera ragazza da importunare” la rassicurò Cathleen, mettendo via cellulare e cuffie e avvicinandosi a Tiffany per abbracciarla.

E tu come stai? Sei ancora scossa per Alex?” domandò la più grande in tono apprensivo, mentre ricambiava l'abbraccio.

Un po'.”

Oh, povera bambina indifesa!” la punzecchiò Tiffany in tono mellifluo, lasciandole un affettuoso buffetto sulla guancia.

Ah, smettila! Comunque, scherzi a parte, sto cercando di superare tutto quanto con entusiasmo. Sì, è vero che ne sto soffrendo, ma tra pochi giorni si tornerà a scuola e la vita andrà normalmente avanti. Alex fa parte del nostro gruppo e non posso disperarmi ogni volta che lo vedo, no? Sono forte, posso superare una delusione.”

Brava, questo è lo spirito giusto. Sai, io e Lisa eravamo molto preoccupate per te, supponevamo che Alex non avrebbe ricambiato ed è per questo che abbiamo fatto in modo di tenerti a bada il più a lungo possibile.”

Grazie, che tenere che siete! Ma è stato utile anche sbatterci la testa. Del resto avrei dovuto immaginarmelo e non illudermi per ogni minimo segno di interesse.”

Passò qualche secondo in cui le due ragazze rimasero immobili con un dolce sorriso sulle labbra, poi il telefono di Tiffany, abbandonato in un angolo, prese a trillare.

La sua proprietaria sbuffò e si alzò dal letto per controllare chi la stesse chiamando.

No, che tortura, di nuovo Simon!” piagnucolò in preda alla disperazione.

Lascia fare a me” fece Cathleen con un'espressione misteriosa.

Afferrò il cellulare, rispose alla chiamata, esclamò “vaffanculo” e rimise giù.

Le due sorelle scoppiarono a ridere e non riuscivano più a fermarsi.

Che stronze che siamo!” osservò Tiffany profondamente soddisfatta.

Solo con chi se lo merita!” aggiunse Cathleen, asciugandosi gli occhi umidi per le troppe risate.

Nessuno poteva scalfire il magnifico legame tra loro due. E insieme avrebbero superato qualsiasi cosa.


Era il 2 gennaio, le lezioni sarebbero ricominciate due giorni più tardi. La scuola era quasi deserta, ma qualche studente era già di ritorno dalle vacanze natalizie.

Tra questi c'erano Lisa e Ben, che potevano finalmente concedersi una giornata per stare insieme, loro due e nessun altro.

Quel pomeriggio si trovavano nella stanza di lei, entrambi sul letto, accoccolati uno accanto all'altra.

Quel momento per loro era la perfezione, non avevano bisogno di parole, a loro importava solo stare insieme e coccolarsi.

Lisa si rilassava tra le braccia del suo ragazzo, mentre lui le accarezzava la schiena e i capelli. Si sentiva protetta e amata, l'unica sua certezza in quel momento era che voleva stare con lui.

Ben intanto era abbastanza teso. Rifletteva e cercava di controllarsi, ma non poteva mentire a se stesso.

Quell'anno lui avrebbe compiuto sedici anni, mancavano solo pochi mesi, ed era già consapevole di tante cose: aveva delle certezze, aveva dei valori e aveva, come tutti, dei desideri. Dopo una relazione così lunga con Lisa, sentiva un forte bisogno di dimostrarle il suo amore in un modo ancora più profondo, ormai si sentiva pronto. Era sicuro: la sua prima volta sarebbe dovuta essere con lei, l'unica ragazza che avesse mai amato.

Voleva fare l'amore con Lisa.

Ma questo non bastava: la loro relazione si basava sul rispetto reciproco, Ben non avrebbe mai mancato di rispetto alla sua ragazza. Ed era proprio questo a bloccarlo: Lisa non era pronta a concedersi a lui, era ancora intimorita. Lui se ne accorgeva quando la teneva tra le braccia, l'insicurezza della ragazza veniva emanata da ogni fibra del suo corpo. Lei non gli permetteva di esplorarla, si irrigidiva o si ritraeva ogni volta e forse nemmeno lei se ne rendeva conto.

Ben suppose che si vergognasse o semplicemente fosse ancora troppo piccola. Probabilmente anche lui stava correndo troppo, ma era stanco di mentire a se stesso e far finta di niente.

L'attesa sarebbe potuta durare tanto tempo, e se così fosse stato Ben avrebbe aspettato: amava Lisa e non voleva forzare le cose, le sarebbe stato vicino e le avrebbe insegnato pian piano a lasciarsi andare.

Lisa, ignara di quelle riflessioni, si sollevò all'improvviso e baciò Ben con dolcezza, cercando di trasmettergli tutto il suo amore.

E fu così che trascorsero il resto del pomeriggio: tra baci, carezze e taciti pensieri.



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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Capitolo 16



Gennaio procedeva con una lentezza inaudita e i professori riempivano costantemente i ragazzi della Newton Academy di compiti e interrogazioni. Ma gli studenti erano su di giri per via del lungo periodo di vacanza appena trascorso e nel campus si respirava ancora un'aria di festa.

In una gelida serata di metà gennaio, Lionel si ritrovò nel bar della scuola assieme a suo fratello e Ben. In realtà non aveva tanta voglia di stare con loro, ma ancora si trovava un po' in imbarazzo con Cathleen.

Lei non sospettava niente perché il ragazzo si comportava normalmente, ma Lionel aveva capito che anche lei stava soffrendo per il rifiuto di Alex.

Era una situazione complicata, per fortuna lui poteva sfogarsi con Marta. Era un'amica preziosissima, ascoltava sempre ciò che lui aveva da raccontare e cercava di tirarlo su con il suo contagioso entusiasmo. Lionel si chiedeva come fosse riuscito ad andare avanti senza di lei per tutto quel tempo.

E così anche quella sera si ritrovava a scambiare messaggi con lei mentre sorseggiava una cioccolata fumante e ascoltava distrattamente le inutili conversazioni tra Alex e Ben.

Quei due continuavano a frequentarsi, ma non avevano assolutamente nulla in comune e la loro amicizia era basata su discorsi futili e superficiali.

Lionel cominciava a sospettare che suo fratello non fosse in grado di avere delle amicizie profonde, questo anche per colpa del suo caratteraccio che lo portava ad approfittarsi degli altri.

Lionel, ci sei? Svegliati!” esclamò all'improvviso Alex, scrollandolo per una spalla.

Per poco il bicchiere di cioccolata che teneva in mano non si rovesciò.

Ma sei pazzo? Sì, ci sono, ma preferirei non esserci!” si rivoltò Lionel, controllando che sul suo cellulare non fosse finita qualche goccia della densa bevanda.

Ma che ti prende? Hai degli sbalzi di umore spaventosi certe volte, prima sei tranquillo e un attimo dopo sbotti senza motivo!” lo rimproverò il fratello maggiore.

Ho i miei motivi se mi comporto così! Non hai mai pensato che magari il tuo atteggiamento potrebbe darmi fastidio?”

Io mi comporto normalmente, sei tu che hai bisogno di una visitina urgente da uno psico...”

E basta, ma che vi sta succedendo? Generalmente siete tranquillissimi!” intervenne Ben, cercando di placare la lite.

Tranquilli, tolgo il disturbo!” concluse Lionel, per poi alzarsi e lasciare il bar come una furia.

Lui era una persona estremamente tranquilla e pacata, ma Alex gli faceva proprio perdere la pazienza! Non aveva un minimo di rispetto verso il prossimo!

In quel momento Marta gli chiese se lo poteva chiamare. Lui, senza perdere tempo, fece partire la chiamata e si portò il cellulare all'orecchio.

Lion, dove sei? Non ti sto disturbando, vero?” domandò subito Marta con preoccupazione.

La sua voce lo fece rilassare immediatamente. “Non mi disturbi mai! Comunque sto passeggiando per il campus dopo aver discusso con Alex, nulla di che.”

Ah, sempre i soliti! Come sta Alex?”

Ha ancora la forza e la voglia di rompere le palle, quindi sta bene!”!

I due presero a parlare e ridere come se tra loro non ci fossero chilometri, come se fossero ancora insieme e potessero scambiarsi occhiate complici e sorrisi divertiti.

Dev'essere enorme il campus...” commentò a un certo punto Marta.

Ci puoi contare! E non solo, è anche molto bello: si respira l'aria marittima tutto l'anno ed è sempre pieno di studenti che chiacchierano e scherzano” raccontò il ragazzo.

Wow, sei proprio fortunato a frequentare quella scuola! Un giorno vengo a trovarti, così lo vedo anch'io e conosco i tuoi amici! Che ne pensi?”

Fosse per me saresti qui tutti i giorni!”

Lo sguardo di Lionel venne catturato da una sagoma familiare; infatti Lisa era appoggiata al tronco di un albero poco distante e conversava con un ragazzo.

Quest'ultimo era alto e indossava un giubbotto nero consunto e dei jeans scoloriti. Aveva le spalle larghe e un fisico abbastanza atletico. Il suo viso era delicato: aveva la carnagione chiara, i capelli mossi castano chiaro arruffati dal vento e due grandi occhi azzurro intenso.

Lisa sicuramente lo trovava affascinante perché sembrava particolarmente interessata alla conversazione e lo squadrava spudoratamente.

Un momento. Ma Lisa non stava con Ben?

Lionel non voleva arrivare a conclusioni affrettate, così decise di stare là qualche altro secondo per capire se davvero Lisa ci stesse provando con quel ragazzo. I due non lo avevano notato, dato che si trovava a parecchi metri da loro ed era protetto dal fusto di qualche albero.

Intanto Marta continuava a ripetergli all'orecchio: “Lion, ci sei? Lionel, perché non mi rispondi?”

Ora non posso parlare al telefono, ci sentiamo dopo” tagliò corto lui, sperando che Lisa e l'altro tizio non lo sentissero. Per fortuna il vento camuffava i rumori e loro non si accorsero di niente.

Così interruppe la conversazione e si concentrò sulla scena che si ritrovava di fronte. Cercò di captare qualche frase, ma le folate portavano le loro voci altrove, tra le fronde degli alberi. Gli giunse solo qualche risata.

A un tratto il ragazzo sembrò sul punto di andarsene, ma Lisa lo trattenne. Entrambi portarono fuori il cellulare e probabilmente si scambiarono il numero di telefono.

Poi avvenne l'imprevedibile: i due si strinsero in un abbraccio e parevano parecchio presi. I due rimasero in quella posizione diversi secondi, come se non avessero intenzione di separarsi, poi il ragazzo sciolse la stretta e prese la mano di Lisa. Ci fu un ultimo scambio di battute, poi lui si allontanò e Lisa rimase lì, con un sorriso sognante sulle labbra.

Lionel si pentì improvvisamente di averli spiati: prima di tutto non era buona educazione farsi gli affari degli altri, poi sapeva che avrebbe dovuto portare dentro di sé questo segreto e sapeva anche che gli sarebbe pesato molto.

Certo, non aveva visto nulla di tanto eclatante, ma c'era qualcosa nello sguardo e nell'atteggiamento di Lisa che lo inquietava.

Lionel non avrebbe mai voluto che Ben soffrisse, lo considerava un amico e provava molta stima nei suoi confronti. Quindi che doveva fare?

Prima che Lisa potesse accorgersi della sua presenza, sgattaiolò in fretta lontano da lì, verso i dormitori.

Non appena giunse nell'atrio dei dormitori maschili, inviò un messaggio a Marta per scusarsi. Lei non perse tempo e lo chiamò qualche secondo dopo.

Ma che ti è successo?”

Nulla, è solo che... ho visto una scena che non mi è piaciuta per niente.”

Così raccontò a Marta ciò a cui aveva appena assistito, sperando che almeno lei potesse dargli un consiglio.

Decise che lei sarebbe stata l'unica a saperlo, non voleva che la voce si spargesse per il campus o che qualche suo amico fosse coinvolto.


A quanto pare le riprese del film stanno andando bene” disse Cathleen, con lo sguardo basso sul suo cellulare.

Era un venerdì sera e lei, Tiffany, Ben e Alex si erano riuniti in camera sua. A breve sarebbero arrivati anche Lionel e Lisa per passare la serata tutti assieme all'insegna dell'ozio. In quel periodo i professori stavano proprio esagerando con i compiti in classe e i ragazzi avevano bisogno di un po' di riposo.

Sono felice che tu abbia scelto di cedere il ruolo a Grace, ci saresti mancata!” affermò Ben, che stava disteso su un fianco nel tappeto.

E poi Grace è perfetta per quel ruolo. Almeno non sta qui a scuola come un'anima in pena” aggiunse Alex con una nota di disprezzo nella voce. Nessuno fece a caso a lui.

Le cose tra Cathleen e Alex erano tornate come prima, come se nulla fosse accaduto. In realtà il rapporto tra loro si era raffreddato, ma a Cathleen non dispiaceva perché, riflettendoci su, si era resa conto che tra loro non c'era mai stato un bel rapporto, anche la confidenza era sempre stata forzata.

Alex, hai mai pensato di cambiare scuola?” domandò Tiffany sarcasticamente. In realtà sperava che lui rispondesse di sì.

Non potrei mai, siete i miei migliori amici!” ribatté lui in tono falso e mellifluo, per poi scaraventarsi sul letto di Alice. Tutti sapevano che non si sarebbe spostato da lì fino a quando non fosse arrivato il momento di andar via.

Non credo che Alice gradirebbe, è un tantino gelosa delle sue cose...” commentò Cathleen distrattamente.

Macché, non c'è motivo di arrabbiarsi! Qua c'è posto anche per lei!”

Ciao ragazzi” esordì Lisa con un sospiro, mentre entrava nella stanza.

Ultimamente non aveva un bell'aspetto, sembrava stanca e stressata e aveva la faccia di una che non dormiva da giorni.

Lei andò subito a sedersi accanto al suo ragazzo, ma il suo sguardo era assente.

Lisa, non ti senti bene? Ti vedo un po' giù oggi...” si preoccupò subito Ben, prendendole una mano.

Sto bene tesoro, grazie. Forse sono stanca per via delle troppe verifiche...” tagliò corto lei, sospirando pesantemente.

Sembri un po' triste” commentò Tiffany, avvicinandosi a lei.

Dev'essere in fase premestruale” si intromise Alex dall'alto del letto a castello.

Tu stai zitto!” lo rimbeccò Lisa, fulminandolo con uno sguardo.

In quel momento fece irruzione in camera Alice.

Oh, vedo che ci sono ospiti... chi è quell'essere che si è impossessato del mio letto? Alex, scendi subito o ti faccio scendere io, a modo mio!” sbottò subito.

Dai Alice, almeno stanotte penserai a me quando ti sdraierai qui!” cercò di convincerla lui, mettendosi controvoglia a sedere.

E tu penserai a me quando ti ritroverai in ospedale, dopo che ti avrò scaraventato giù dal letto!” lo minacciò lei con sguardo r

truce.

Che donna!” commentò Alex mentre scendeva.

Alice lo ignorò e prese a cercare tra la sua roba sulla scrivania, poi uscì dalla stanza senza degnare i presenti di un saluto.

Ha fatto bene! La stimo anche se è una stronza!” esclamò Lisa divertita.

Bene, l'hai voluto tu!”

Detto questo, Alex si sdraiò sul letto di Lisa, infilandosi addirittura nelle coperte.

Mi fai schifo” sibilò lei indignata.

Ragazzi, scusate per il ritardo ma mi ha fermato la prof di matematica mentre salivo le scale!” esclamò Lionel, entrando in camera con il fiatone e richiudendosi la porta alle sue spalle.

Lionel, ti devo chiedere un favore!” lo intercettò subito suo fratello, che non frattempo stava frugando invano nelle tasche dei pantaloni.

Ma perché non lo lasci in pace?” intervenne Tiffany, prendendo le difese del più piccolo.

Silenzio per favore, sto parlando con mio fratello, quindi posso chiedergli quello che voglio! Lionel, ho dimenticato il cellulare sul letto di Alice. Potresti recuperarlo, per favore?”

E va bene, tanto non ho nulla da fare.”

Così, dopo essere salito sulla scaletta, Lionel fece per afferrare il cellulare di Alex, ma la scaletta si mosse di qualche centimetro e lui perse l'equilibrio. Per qualche secondo riuscì a mantenersi al letto, ma poi cadde inevitabilmente a terra, schiacciando il braccio sinistro sotto il suo peso.

Ecco, mi sono fratturato il braccio, pensò mentre i suoi amici accorrevano in preda alla preoccupazione.

Lionel, stai bene? Che brutta caduta!” esclamò subito Cathleen, mettendosi subito al suo fianco.

Riesci a metterti seduto?” domandò Tiffany, che in quel momento era la più tranquilla tra tutti. Era preoccupata, ma sapeva che in situazioni del genere bisognava mantenere la calma e agire.

Non vi preoccupate, sono vivo! Ahi, mi fa male il braccio sinistro!”

Okay, andiamo subito in infermeria!” decise immediatamente Tiffany.

Cathleen lo aiutò ad alzarsi e tutti e tre si diressero in corridoio.

Mentre camminavano per il campus verso l'infermeria, Lionel si domandava perché dovesse capitare tutto a lui.


* * *


Ciao, carissimi lettori!

Vi avviso già che queste note d'autore non hanno un motivo ben preciso, ma ogni tanto mi piace manifestare la mia presenza! :D

So che questo capitolo non è proprio il massimo, ma vi giuro che mi impegnerò di più nel prossimo! In ogni caso, fatemi sapere se notate dei miglioramenti/peggioramenti nella scrittura o se la storia sta diventando noiosa, cercherò di ascoltare tutti i consigli che mi darete!

Voglio ringraziare particolarmente i miei amatissimi lettori, che ormai mi seguono sempre e mi supportano. Grazie ragazzi, senza di voi Soul_Shine non esisterebbe! :3

Buon proseguimento di mattinata/pomeriggio/serata a tutti! ♥



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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


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Capitolo 17



Il giorno seguente Lionel camminava per i corridoi della scuola con un bianchissimo gesso al braccio sinistro, che nel giro di poche ore aveva attirato l'attenzione dei suoi compagni.

La sera prima era stato scortato in infermeria dai suoi amici e le infermiere avevano constatato che si era procurato una bella frattura al polso. Nella scuola non vi era l'occorrente necessario per poterlo medicare, quindi il ragazzo era stato portato al pronto soccorso della cittadina più vicina. Aveva passato tutta la notte in bianco tra le quattro mura azzurro pallido dell'ospedale, ma nonostante ciò aveva deciso di frequentare le lezioni. Quel giorno avrebbe dovuto affrontare due compiti in classe molto importante per cui aveva studiato una settimana intera.

Ma durante la pausa pranzo la fase di euforia causata dalla prolungata veglia era giunta al termine e il ragazzo rischiava di addormentarsi con il viso sul suo pasto.

Lion, sveglio! Devi finire di mangiare, altrimenti ti mancheranno le forze!” lo rimproverava Cathleen seduta accanto a lui, dandogli dei colpetti al braccio quando lo vedeva sul punto di crollare.

Le forze sono già finite, il cibo non mi serve a niente. Voglio un letto!” si lagnava lui, infilzando controvoglia le patate al forno.

Io non ti ho ancora firmato il gesso!” esclamò Tiffany, portando fuori un pennarello e alzandosi dal suo posto.

Sapete, quest'aggeggio è pesante” commentò Lionel con uno sbadiglio, mentre la ragazza scriveva la sua dedica.

Fratellino mio, come ti senti? Hai incontrato qualche infermiera bella e giovane ieri al pronto soccorso?” si intromise Alex in tono malizioso.

Alex! Che insensibile, te ne esci sempre con frasi fuori luogo!” si indignò Lisa, fulminandolo con lo sguardo.

Alex, fammi un favore: stai zitto! È tutta colpa tua se sono in queste condizioni, e soprattutto non sono stato lì a chiedere se qualche infermiera sexy fosse interessata a mio fratello!” si irritò Lionel.

D'accordo, prima che cominci una delle vostre liti, tacete!” intervenne prontamente Tiffany, lanciando un'occhiata esasperata a Ben.

Loro due avevano stretto ormai un bel rapporto e si erano resi conto di essere molto simili. La loro era una bella amicizia: si capivano con un solo sguardo e viaggiavano sulla stessa lunghezza d'onda.

L'unico problema era che Ben non si esponeva mai troppo, era una persona molto riservata ed evitava sempre di parlare dei suoi problemi e del suo stato d'animo. Però Tiffany si era accorta che c'era qualcosa che lo tormentava e sperava di riuscire ad aiutarlo.

A interrompere quella scena fu Lisa, che parve illuminarsi alla vista di qualcuno tra la folla. Ben e Tiffany, che sedevamo accanto a lei, si accorsero che il suo sguardo era rivolto a un ragazzo alto e dal viso simpatico che la salutava con un sorriso smagliante dipinto in volto.

Lei pareva felice di vederlo e ricambiò il saluto con un ampio cenno del capo.

Un lieve sorriso le increspò le labbra mentre lo guardava andar via, ma poi sembrò rabbuiarsi all'improvviso e abbassò lo sguardo sulla sua insalata.

I due amici che avevano assistito alla scena si scambiarono un'occhiata perplessa.

Chi è?” buttò lì Ben, dando un morso al suo panino.

La ragazza sembrò colta alla sprovvista ed esitò qualche istante prima di rispondere. “Un... un mio compagno.”

Sbaglio o fa parte della squadra di basket della scuola?” si informò Tiffany, fingendo di non essere particolarmente interessata.

Beh, sì, gioca a basket...”

Ma davvero è un tuo compagno di classe? Sembra più grande di te” osservò Ben.

Lisa sembrava in difficoltà. “No, vabbè, ha diciassette anni... io lo conosco perché... me lo hanno presentato delle mie amiche... scusate un attimo, devo andare in bagno” farfugliò, per poi alzarsi a testa bassa e scappare verso il bagno.

I due si scambiarono uno sguardo perplesso e Ben sembrò parecchio turbato dallo strano comportamento della sua ragazza.

Gli altri tre non avevano assistito alla scena perché impegnati a battibeccare tra loro, allora Cathleen domandò: “Come mai Lisa se n'è andata di corsa?”

Doveva andare in bagno” rispose Tiffany facendo spallucce con aria rassegnata.


A Ben questa storia non andava giù. Voleva vederci chiaro, ma che stava succedendo alla sua Lisa? Stavano insieme da molto ormai ed era sempre andato tutto bene, ma ultimamente appariva misteriosa, a volte si comportava in modo strano. Come se fosse ancora troppo immatura.

Questi pensieri gli frullavano in testa un freddo pomeriggio, mentre bazzicava su internet con il suo cellulare nella sala comune dei ragazzi.

Nel frattempo Lionel sembrava totalmente immerso nella lettura di qualche rivista e ogni tanto posava lo sguardo sullo schermo del suo telefono.

D'un tratto a Ben venne un'idea: se quel ragazzo che aveva salutato Lisa era un suo amico – perché così pareva essere, dato l'entusiasmo di entrambi – sicuramente erano amici su facebook.

Era curioso di saperne di più.

No, non è un atteggiamento geloso, si giustificò tra sé, voglio solo essere sicuro che sia tutto a posto.

Così entrò nel profilo di Lisa e cominciò a scorrere la lista dei suoi amici.

Bingo!

Ben sussultò quando riconobbe il volto del ragazzo ed esclamò: “Trovato!”

Lionel, concentrato com'era, sobbalzò e imprecò tra i denti quando la rivista gli cadde di mano.

Che hai trovato? Mi hai fatto prendere un colpo!” sbottò poi, mentre si chinava a fatica.

No, niente, tranquillo” tagliò corto l'altro, cliccando sul nome.

Si chiamava Joel Shannon, aveva diciassette anni, giocava a basket nella squadra e avevano sei amici in comune.

Ed era single.

Ben scosse la testa e continuò a ripetersi che era stupido essere così geloso, questo Joel poteva davvero essere solo un conoscente di Lisa.

Esplorò il suo profilo per qualche minuto e si accorse che non c'era traccia di Lisa: non aveva mai messo un like o commentato ciò che pubblicava.

Questo fatto lo tranquillizzò parecchio, così lasciò perdere il profilo e provò a distrarsi.

Poco dopo il cellulare di Lionel prese a squillare e lui distolse lo sguardo dalla rivista.

Ah, è Marta” commentò, portando fuori dalla tasca un paio di auricolari. Di certo con l'ingessatura non sarebbe riuscito a sciogliere la matassa che si era andata a formare con il filo, così Ben si offrì di aiutarlo.

Tieni molto a Marta, vero?” gli chiese.

Sì, è una ragazza molto dolce e poi ci conosciamo da sempre.”

Allora un giorno ce la presenti, d'accordo?”

Certo, le dirò di venire qui a scuola!”

Poi rispose alla chiamata e, dopo aver preso possesso dei suoi auricolari, lasciò la stanza.

Lionel amava passeggiare con la voce di Marta nelle orecchie. Era una bella sensazione quella che provava mentre conversava con lei, una sensazione che conosceva bene ormai: di leggerezza, di spensieratezza, come se lei potesse portarsi via ogni suo problema con una delle sue forti e contagiose risate.

Marta aveva un carattere forte ed era divertente, si destreggiava tra ironia e doppi sensi e sapeva sempre inventarsi qualche battuta geniale, in ogni occasione.

Era per questo che Lionel, nonostante là fuori si gelasse, non sentiva freddo: Marta gli scaldava il cuore.

Si sentiva davvero fortunato e si chiese come avesse fatto senza di lei per tutti quei mesi.


D'accordo, ma alle sei e mezza ce ne andiamo, chiaro?” acconsentì Lisa, mentre varcava con Cathleen la soglia del bar.

Ho voglia di fare una partita a biliardino, ma non saprei con chi giocare. Non c'è nessuno che conosco” affermò la ragazza bionda, guardandosi attorno in cerca di un viso conosciuto.

Intanto che ne dici se ordiniamo qualcosa? Ho bisogno di qualcosa di bollente, il freddo mi è penetrato fino alle ossa!” propose Lisa, sfregandosi le mani gelide.

Così si avvicinarono al bancone e presero posto su due sgabelli. Entrambe optarono per una cioccolata, anche se inizialmente Lisa era un po' riluttante.

Mi devo tenere in forma per il mio ragazzo!” aveva sentenziato, ma non aveva potuto resistere a quell'odore inebriante.

Mentre sorseggiavano dalle loro tazze, Cathleen osservava i ragazzi presenti nel locale e ne notò due che armeggiavano con il biliardino con fare annoiato. Erano sui sedici anni, probabilmente compagni di Tiffany e Alex, e sembravano parecchio esperti in quel gioco.

E se sfidassimo loro due?” propose Cathleen facendo un cenno in quella direzione.

Loro? Ma stai scherzando? Quei due ci straccerebbero di sicuro, non abbiamo speranze di vincita!” protestò la sua amica.

Oggi ho voglia di complicarmi la vita! Mi sono stancata di giocare con persone incompetenti che mi regalano letteralmente la vittoria!”

Così, dopo aver finito di bere, le due si avviarono con passo spedito verso il tavolo del biliardino.

Ciao! Vi va una partita a biliardino? Noi due stavamo giusto cercando qualcuno da sfidare!” esordì Cathleen senza esitazioni.

I due ragazzi le squadrarono per qualche secondo e accettarono la sfida.

Prima di cominciare il gioco si presentarono: si chiamavano Kelsey e Jordan.

Kelsey aveva dei lineamenti marcati, la carnagione abbronzati, una chioma di capelli castano scuro un po' arruffata e due grandi occhi neri, profondi e curiosi.

Jordan invece portava i capelli molto corti, la pelle tanto chiara da apparire diafana e due occhi verdi vigili e indagatori.

Ragazzi, contro di voi non abbiamo speranze di vincere. Che ne dite se facciamo delle coppie miste?” propose Lisa.

Jordan annuì. “Allora tu stai con me e Cathleen va con Kel.”

La ragazza bionda sorrise al suo compagno di squadra quando gli fu accanto e disse: “Li stracceremo.”

Lui, che pareva un tipo molto serio e imperturbabile, accennò un lieve sorriso e ribatté: “Ci puoi contare.”

Io non ne sarei così sicuro! Lisa, mi raccomando, non deludermi! Dai, cominciamo!” esclamò l'altro ragazzo, lanciando una pallina in mezzo al campo.

Dopo varie imprecazioni, risate e punti, i quattro sembravano in perfetta sintonia. Jordan era immensamente casinista e per quanto riguardava insulti e volgarità non ne faceva affatto economia, ma nessuno era turbato dal suo linguaggio. Era una cosa abituale tra i ragazzi del campus.

Kelsey invece non si scomponeva mai, come se niente potesse alterare il suo stato di calma e pacatezza. Dava l'impressione di essere una persona molto riservata, ma nonostante ciò si capiva che in quel momento non si sentiva affatto a disagio.

Tra lui e Cathleen si era instaurata una bella complicità; spesso si davano il cinque quando facevano punto e crearono in poco tempo una strategia di gioco, infatti erano sempre in netto vantaggio rispetto all'altra squadra.

Jordan e Lisa al contrario non erano affatto equilibrati: spesso Lisa sbagliava qualcosa e questo li portava spesso a battibeccare. Erano una buffa accoppiata, due opposti. Chiunque avrebbe scommesso che i due non avrebbero potuto far altro che discutere e punzecchiarsi a vicenda. Questo era dovuto dai loro caratteri forti.

Dopo la partita, vinta ovviamente da Cathleen e Kelsey, Jordan sbottò con teatrale indignazione: “Cazzo, non è giusto, questa qui che avevo in squadra non sa neanche cos'è un biliardino! Ora i vincitori ci offrono da bere però!”

Così i quattro presero posto in un tavolino, ma alla fine nessuno aveva voglia di ordinare qualcosa e si ritrovarono a conversare.

Quanti anni avete?” domandò Cathleen con interesse.

Sedici, quasi diciassette” rispose prontamente Jordan.

Quindi frequentate il terzo anno, giusto?”

Sì, controvoglia” sospirò Kelsey, sistemandosi meglio sulla sua sedia.

Come mai? A me questa sembra una bellissima scuola, c'è un'atmosfera gradevole!”

Non è male, ma non è questo il mio ambiente. Voglio tornare nel mio paese a sfrecciare per le strade con il mio motorino, qui non posso fare niente.”

A me stare lontana dalla famiglia mi dà una sensazione incredibile invece, come di libertà e di indipendenza. Da dove vieni?” domandò Cathleen rivolgendo tutta la sua attenzione a quel ragazzo.

Fino all'anno scorso ero in Spagna.”

In Spagna?”

Sì. Mia madre è originaria spagnola, mentre mio padre è californiano. Ho sempre vissuto là e stavo molto bene. Ma ora ci siamo trasferiti e che ci vuoi fare? Avevo amici, ragazza, motorino e libertà, ora invece mi tocca rifarmi una vita dall'inizio” raccontò. Nonostante si stesse aprendo in quel modo, non sembrava particolarmente avvezzo a raccontare di sé e manteneva sempre un certo distacco.

Cathleen grazie a questo racconto riuscì a spiegarsi i tratti tipicamente mediterranei del ragazzo. Inoltre questa storia la colpì molto e si ritrovò a osservare che Kelsey aveva fascino da vendere.

Oh, mi dispiace, non dev'essere stato facile ricominciare” mormorò.

Ti dirò che invece non è stato un problema, per fortuna ho incontrato questo pazzo da legare di Jordan. Però appena compio diciotto anni torno in Spagna, non c'è paragone.”

La ragazza lo osservò per qualche secondo, poi osservò: “Parli un inglese perfetto, non avrei mai detto che avessi vissuto in qualche altro posto”.

A casa ho sempre parlato in inglese perché mio padre è molto legato alla sua terra. Ma sai qual è la cosa migliore?”

Cathleen negò.

In spagnolo ho la media del dieci.”

Lei ridacchiò. “Allora potrei chiederti qualche ripetizione!”

Intanto Lisa e Jordan continuavano a discutere su chissà quale argomento e non prestavano attenzione a loro due.

La situazione fu invariata finché Lisa non si rese conto dell'orario.

Oddio, sono le sette meno un quarto! Cat, siamo in ritardo, andiamo!” esclamò, saltando in piedi e raggiungendo frettolosamente la sua amica.

Ehi, ma che ti prende? In ritardo per cosa? Non abbiamo niente in programma!” protestò l'altra, mentre Lisa la strattonava per un braccio.

Devo fare una cosa... dai, facciamo in fretta!” tagliò corto la sua amica.

Secondo me ha qualche problema” commentò Jordan, che continuava a punzecchiarla.

Tu vedi di stare zitto e non intrometterti!” si inalberò lei.

Lui si limitò a ridacchiare e fare spallucce.

Mentre le due ragazze stavano per lasciare la stanza, Jordan urlò loro dietro: “Però domani voglio la rivincita! Ci vediamo qui alle cinque e mezza, se non vi presentate dimostrerete di essere delle codarde!”

Cathleen si voltò verso di lui con aria di sfida. “Bene, noi domani ci saremo. Preparati a perdere un'altra volta!”

Poi oltrepassarono la soglia e Lisa prese a camminare frettolosamente, trascinandosi l'altra dietro di sé.

Lisa, fermati immediatamente e dimmi dove vuoi andare e cosa hai intenzione di fare, altrimenti ti lascio qui da sola!” sbottò Cathleen, fermandosi bruscamente e trattenendo la sua amica per un braccio.

Voglio andare al campo sportivo.”

Al campo sportivo?”

Sì, voglio... voglio vedere gli allenamenti di basket!”

Cathleen non credeva alle proprie orecchie. Sospirò pesantemente e sentenziò: “Sì, sei ufficialmente impazzita, ti sei bevuta il cervello”.

Non è vero, è che... è... sai, non ho mai visto un allenamento di basket ed ero curiosa... e poi stavo pensando di... mi piacerebbe imparare a giocare a basket...” farfugliò Lisa, che pareva in difficoltà.

Cathleen scoppiò in una fragorosa risata. “Tu? Vuoi imparare a giocare a basket?! La persona più pigra e meno sportiva che conosco vuole giocare a basket?! Questa potevi anche risparmiartela, saresti stata più credibile!”

Ah, senti, mi sono stancata! Io ora andrò al campo sportivo, tu fai come ti pare!” concluse Lisa, riprendendo a camminare.

E va bene, vengo con te!” si arrese Cathleen, seguendola.

Non aveva ben capito cosa passasse per la testa della sua amica e questo le dava un po' fastidio. Aveva l'impressione che ultimamente lei le stesse nascondendo qualcosa e non sapeva per quale motivo. Insomma, erano amiche, compagne di stanza, ormai la considerava come una sorella e si raccontavano tutto! Come mai Lisa le teneva nascosto qualcosa? Che le stava succedendo?

Mentre attraversavano il campus, incrociarono Lionel e lo salutarono da lontano.

Lui era al telefono con qualcuno, come al solito. Ultimamente passava ore a parlare al telefono con la sua amica Marta, con cui aveva chiarito durante le vacanze natalizie.

Cathleen ne era contenta, a Lionel faceva bene la vicinanza di quella ragazza e il suo umore era nettamente migliorato da quando parlava con lei. Però allo stesso tempo si sentiva un po' trascurata da lui. L'amicizia che avevano stretto in quei mesi per lei era preziosissima e non avrebbe mai voluto che andasse in frantumi.

Eppure sentiva Lionel ogni giorno più distante. Questo stava diventando insopportabile e la stava logorando, a volte quando ci pensava le mancava quasi il respiro.

Gli voleva un bene dell'anima, nessun altro oltre lei avrebbe potuto capire quanto.



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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


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Capitolo 18



Ormai le partite a biliardino con i ragazzi erano diventate un'abitudine. Non avevano bisogno di mettersi d'accordo con Kelsey e Jordan per incontrarsi: alle cinque e mezza erano sempre lì, che le aspettavano in piedi accanto al tavolo da gioco.

E se per qualsiasi motivo uno dei quattro non si presentava all'appuntamento, non era affatto un problema. L'incorto era valido per il giorno successivo.

È così che Cathleen e Lisa cominciarono il mese di febbraio: tra valanghe di argomenti da studiare e partite a biliardino.

Cathleen non ci poteva credere: sembrava che quei ragazzi gradissero davvero la loro compagnia, nonostante fossero qualche anno più piccole di loro. Non sapeva spiegarsi il perché, ma quando stava con Kelsey e Jordan le pareva di stare sulla cima del mondo.

Soprattutto in compagnia di Kelsey.

Giorno dopo giorno, il loro affiatamento cresceva e anche l'interesse di Cathleen nei confronti del ragazzo. Doveva ammettere che Kelsey, in tutta la sua calma e pacatezza, aveva un grande fascino e la incuriosiva tanto. Non sapeva ben spiegarsi come si sentiva accanto a lui, ma quella sensazione le piaceva.

Lisa invece battibeccava in ogni momento con Jordan e, se avessero continuato di questo passo, prima o poi si sarebbero azzuffati. Eppure entrambi si presentavano puntualmente al bar, forse per non dare all'altro troppe soddisfazioni.

Erano irrecuperabili.

Ma, nonostante tutto sembrasse andare alla perfezione, Cathleen caoiva che qualcosa non andava: Lisa e Ben in quell'ultimo periodo erano sempre più distanti. Si frequentavano regolarmente e stavano ancora insieme, ma non emanavano la stessa passione e la stessa luce di una volta.

Qualcosa stava cambiando e Cathleen stava impazzendo per questo; vedeva Lisa molto serena nonostante tutto, ma soprattutto non le aveva ancora parlato di quello che stava succedendo tra loro. Ormai erano come sorelle e questo fatto la faceva soffrire.

Aveva tante cose a cui pensare in quel periodo e non si rendeva conto di qualcosa che stava accadendo e la riguardava molto da vicino.


Lionel non ne poteva più. Quel gesso al braccio gli pesava un sacco ed era stufo di non poter fare tutto con due mani. Il dolore era ormai passato da un pezzo, ora era subentrata la frustrazione: odiava chiedere aiuto per qualsiasi cosa.

E il fatto di non ricevere risposta per le sue richieste lo faceva soffrire.

Si era reso conto che per lui togliersi Cathleen dalla testa era impossibile, ma si rendeva anche conto di non poterla avere. Aveva parlato di questo a Marta, che gli aveva consigliato di starle vicino solo come amico per non perderla totalmente.

Lionel si rese conto solo in quel momento che lui e Cathleen si stavano allontanando molto, così stava cercando in tutti i modi di recuperare i rapporti con lei.

Cat, sei così distante” mormorò, mentre fissava il soffitto.

Lui le chiedeva aiuto, cercava sostegno in lei ora che aveva difficoltà a fare molte cose, ma lei sembrava quasi non accorgersi di lei.

Il flusso dei suoi pensieri venne interrotto da qualcuno che bussava alla porta.

Lion, hai dimenticato il cellulare nella mensa!” esclamò Ben dal corridoio.

Entra pure” fece lui in tutta risposta, senza muoversi di un centimetro dal suo letto.

Il ragazzo fece il suo ingresso nella stanza e, dopo aver constatato che Lionel era solo, si chiuse la porta alle spalle e gli chiese: “Che fai? Sembri un malato terminale, stai bene? Se vuoi ti faccio un po' di compagnia.

Effettivamente Lionel in quel momento aveva bisogno di scambiare due parole con qualcuno e fu ben contento che questo qualcuno fosse Ben.

Così si sollevò dal letto e lo invitò ad accomodarsi, combattendo contro un capogiro.

Ben prese posto sulla sedia accanto alla scrivania ed esaminò un quaderno con gli esercizi di matematica lasciati a metà che si trovava su di essa.

Di chi è questo quaderno?” domandò.

Mio! Stavo tentando di risolvere queste simpatiche espressioni con le potenze, ma ci ho rinunciato” spiegò il più piccolo, cercando invano di sistemarsi la folta chioma di boccoli.

Ben si lasciò sfuggire un sospiro. “Io ultimamente non riesco a concentrarmi sulla scuola, sono tormentato da un dubbio.”

Ben pronunciò queste parole senza alzare lo sguardo dal quaderno.

Un dubbio?”

Sì. Penso che Lisa mi tradisca.”

Quelle parole lasciarono Lionel esterrefatto. Capì immediatamente che Ben diceva sul serio, quindi si sedette in una sedia accanto a lui, pronto ad affrontare quella conversazione.

Lisa ti tradisce?! Oddio, questa mi è nuova! In effetti Lisa è una ragazza un po' particolare, ma non credo sia in grado di fare una cosa simile...”

Ben si voltò verso di lui per la prima volta. Le sue labbra erano increspate da un sorriso amaro. “Nemmeno io l'avrei mai creduta capace di un gesto simile, ma ormai ne sono quasi convinto. La vedo sempre più distante da me, sembra quasi che i miei abbracci la infastidiscano.”

Beh, ma questo non significa che ti stia tradendo. Magari sta semplicemente affrontando un periodo negativo” osservò Lionel.

Non si tratta solo di questo. Ha stretto amicizia con un cestista della squadra di basket della scuola e quando lo vede lo saluta con un entusiasmo fuori luogo. Inoltre questo tizio ultimamente mette molti like a quello che pubblica su facebook.”

Lionel era sempre più sbigottito. “Ma dici sul serio? Come si chiama il sospettato?”

Joel Shannon, diciassette anni o qualcosa del genere, uno tra i migliori della squadra e ovviamente una scia di ammiratrici al seguito.”

Lo conosci? Ci hai mai parlato?”

No, e non ci voglio parlare.”

E allora come farai a scoprire che sta combinando Lisa? Devi avere almeno delle prove per accusarla di tradimento!”

Tu pensi che io sia scemo, vero? Ho raccontato tutto a Tiff e lei ha promesso di indagare. Del resto Lisa è una sua amica.”

Lionel ci pensò su per qualche secondo. “Furbo in effetti. Lisa non sospetterebbe mai di Tiff.”

Ci fu qualche secondo di silenzio, ma Ben provvide a interromperlo: “Invece tu, nanerottolo? Come va la vita con un solo braccio? Ultimamente ti vedo un po' giù, è successo qualcosa?”

Lionel prese a valutare la situazione: avrebbe davvero voluto sfogarsi con qualcuno, ne aveva bisogno. Ogni giorno si confidava con Marta, ma lei era lontana e non poteva fare più di tanto, anche se ciò che lei faceva era più di quanto ci si potesse immaginare.

Lionel non avrebbe mai pensato che quel momento sarebbe arrivato, ma era giunto il momento di confidare i suoi sentimenti per Cathleen con qualcuno lì al campus, qualcuno che fosse vicino a lui e anche a lei.

Così raccontò a Ben tutto senza potersi fermare: gli raccontò di quel che aveva provato quando lei aveva confidato i suoi sentimenti ad Alex, gli spiegò i suoi tentativi di riavvicinarsi a lei, ogni cosa.

Ben nel frattempo lo ascoltava attentamente e non mostrò alcuna emozione. Forse aveva in parte capito come stavano le cose e fu per quello che non parve particolarmente sorpreso.

Quando Lionel ebbe finito, si rese conto di star meglio, come se si fosse tolto un enorme peso dal cuore.

Ben inarcò le sopracciglia e, con estrema serietà, gli consigliò: “Parla con lei, non aspettare ancora. Parlale di ciò che provi, perché forse dopo sarà troppo tardi.”

Il ragazzino scosse la testa. “Se intendi dire che le dovrei confessare i miei sentimenti, non se ne parla! Ho capito già da tempo di non avere speranze e non voglio incasinare ulteriormente la situazione.”

Infatti non intendevo questo. Spiegale che hai notato un allontanamento tra di voi e chiedile il motivo. Devi farle capire che non vuoi perdere un'amica così importante.”

Dopo qualche secondo, Lionel commentò: “Wow, niente male! D'ora in avanti mi conviene chiederti consigli più spesso! E pensare che avevo la soluzione più ovvia davanti agli occhi e non la vedevo!”

Allora sono contento di esserti stato utile!” ribatté Ben con un sorriso.

Non voglio perdere neanche un minuto: vado subito a cercare Cat. Questa situazione è durata fin troppo!” affermò Lionel, con una nuova grinta che gli brillava nello sguardo.

Così uscirono entrambi dalla stanza e Lionel ringraziò ancora Ben per averlo ascoltato.

Mentre Ben osservava il suo amico scendere le scale di tutta fretta, si ritrovò a pensare di essere proprio ridicolo.

Finché si tratta di qualcun altro sembro sempre saggio e ragionevole, ma poi non riesco a seguire nemmeno uno dei miei consigli.


Cathleen, Lisa e Tiffany si trovavano nella stanza delle due più piccole.

Cathleen si trovava sul suo letto con le gambe incrociate, Tiffany si era accomodata in una poltroncina e Lisa era stravaccata sul grande tappeto.

Nella stanza si stava svolgendo una riunione tra ragazze in quanto Cathleen doveva raccontare le ultime novità su Kelsey e sua sorella e aveva bisogno dei consigli di entrambe.

Ecco, non so bene nemmeno io come mi sento. Voi che ne pensate?” chiese la sorella minore.

Che carini, che romantici!” squittì Lisa in tutta risposta, mentre Tiffany intonava scherzosamente la marcia nuziale.

Cathleen si lasciò sfuggire un profondo sospiro e lanciò un cuscino addosso a entrambe.

Ehi!” si lamentarono entrambe.

Ora passiamo alla notizia sconvolgente, che ho tenuto nascosta a entrambe.” annunciò Cathleen, attirando immediatamente l'attenzione delle altre ragazze.

Dicci tutto!” saltò su Lisa, mettendosi seduta per poter osservare la sua amica in viso.

Allora... Kel non me ne ha parlato apertamente, ma ha accennato al fatto che magari tra qualche giorno potremmo incontrarci perché vorrebbe offrirmi qualcosa...”

Un appuntamento!” la interruppe Tiffany, balzando in piedi dalla poltroncina.

Tiff, calmati, non c'è nulla di certo! Stavo dicendo: mi è sembrato di capire, anche se potrei aver capito male, che vorrebbe chiedermelo per il 14, ovvero tra pochi giorni.”

Mentre parlava, la ragazza era palesemente emozionata e anche gli occhi delle sue amiche brillavano.

Non ci posso credere, è tra pochissimo!” mormorò Lisa, completamente in brodo di giuggiole.

Ehm, c'è un piccolo dettaglio a cui non avevo pensato inizialmente. Il 14 febbraio è San Valentino!”

Lisa e Tiffany lanciarono un grido e rimasero letteralmente a bocca aperta.

Io non so se sia una coincidenza, ma penso di sì. Kel non mi sembra il tipo che dà importanza a queste cose, quindi...”

Cathleen non poté finire la frase che si ritrovò stretta in un abbraccio fortissimo.

Quanto sono felice! Sarò la tua testimone di nozze!” esclamò Lisa a pochi centimetri dal suo orecchio.

Ragazze, ehm... tornate con i piedi per terra e lasciatemi prima che mi manchi completamente l'ossigeno!” le implorò lei.

Mentre le ragazze scioglievano l'abbraccio, nella stanza fece irruzione Alice con aria truce.

Lei e le sue compagne di stanza non erano mai riuscite a stabilire un bel rapporto in quei mesi, ma avevano trovato il giusto equilibrio per non urlarsi contro ogni volta che si ritrovavano faccia a faccia.

Ciao Alice, che ti è successo?” domandò Lisa senza mostrare troppo interesse.

La nuova arrivata sbuffò e si buttò sul suo letto. “Ma perché succedono tutte a me? Mi bastavano due compagne di stanza rompipalle, ora solo questa ci mancava!” borbottò.

Quale male ti affligge?” domandò teatralmente Tiffany, dato che le sembrava di essere stata catapultata in una drammatica telenovela.

Quello sfigato di Angel mi ha confessato che mi ama e che farebbe di tutto per me. Ma ci rendiamo conto? Angel!” raccontò allora Alice, indignata.

Nella stanza calò il silenzio, mentre le altre tre sgranavano gli occhi.

Ma stai scherzando?!” esclamò Cathleen.

E tu che hai fatto?” volle sapere Tiffany.

Gli ho riso in faccia. Del resto che dovevo fare? Quello lì è mezzo matto! Ma ti pare che io, con tutti gli innumerevoli ragazzi che mi corrono dietro, scelga proprio lui?”

Detto questo, scoppiò a ridere di gusto.

Alice! Ma dai, poverino! Io posso capire che non ricambi i suoi sentimenti, ma non era necessario trattarlo così male!” la rimproverò Lisa, sinceramente scandalizzata.

Parli proprio tu, che l'hai usato per far ingelosire il tuo tipo! Ma fammi il favore! Almeno io sono stata sincera con lui!” la accusò Alice.

Angel soffre già abbastanza perché tutti si prendono gioco di lui, potevi almeno rifiutarlo con gentilezza!” si intromise Tiffany, infervorandosi.

Lei non aveva nulla contro Angel, anzi, quando poteva ci scambiava due parole e prendeva le sue difese. Non le andava di fingere un'amicizia con lui, non voleva certo farlo soffrire ulteriormente, ma non sopportava di vederlo sempre solo ed essere gentile con lui non le costava niente. Per questo il comportamento di Alice la irritò.

Oh, e fatevi gli affari vostri! Mi comporto come mi pare e piace!” sbottò Alice.

Se non ti interessava il nostro parere non ce lo avresti raccontato!” obiettò Cathleen.

Ragazze, posso entrare? Devo dire una cosa a Cat.”

Le quattro ragazze, prese alla sprovvista, sobbalzarono quando udirono la voce di Lionel.

Si era affacciato nella stanza, dato che Alice aveva puntualmente lasciato la porta socchiusa, ma nessuno l'aveva sentito arrivare.

Lion? Entra pure!” lo invitò Cathleen.

No, non vi voglio disturbare, ragazze. Volevo solo chiederti se potevi uscire un attimo” spiegò il ragazzo, rivolgendole un'occhiata speranzosa.

Così lei uscì dalla stanza e, dopo aver percorso qualche metro nel corridoio deserto, gli chiese: “Che c'è, Lion? Come mai mi hai chiesto di uscire.

Vieni” si limitò a mormorare lui. Arrivato alla rampa di scale, ne scese circa la metà e poi si sedette su un gradino. Cathleen lo imitò e si ritrovarono così vicini, solo loro due, come non capitava da un mese ormai.

Lionel provò un brivido e non era causato dal freddo di quel luogo.

I corridoi dei dormitori femminili erano quasi deserti a quell'ora e, nonostante ogni tanto qualche ragazza usciva dalla propria stanza, non scendeva mai al piano di sotto. Faceva troppo freddo per abbandonare le loro camere riscaldate.

Così i due potevano chiacchierare indisturbati.

Lionel, come mai mi hai trascinato qua fuori?” domandò ancora Cathleen, sfregandosi le mani.

Ti volevo parlare. Lo so, sono pazzo, ma non riuscivo ad aspettare fino a domani.”

Il cuore della ragazza prese a pulsare più velocemente. Come mai le voleva parlare così urgentemente? Era successo qualcosa di grave?

Dimmi tutto, io non ho fretta.”

Lionel prese un profondo respiro. Nonostante avesse un rapporto di profonda confidenza con lei, non era affatto facile affrontare un argomento così delicato.

Cat, io ultimamente ho notato che ci siamo allontanati tanto e... questa cosa mi fa male” esordì, senza avere il coraggio di sollevare lo sguardo dalle sue scarpe.

All'inizio si pentì di ciò che aveva detto e si chiese se non avesse sbagliato tutto, ma poi Cathleen sussurrò: “Sì, l'ho notato anch'io e non so come questo possa essere accaduto. Dopo le vacanze di Natale siamo entrambi cambiati e forse siamo stati assorbiti dalle novità nelle nostre vite. Tutto ciò mi intristisce molto, non avrei mai voluto che accadesse.”

In quel momento lui non poté evitare di prenderle una mano e di stingerla forte nella sua. Gliel'avrebbe stretta con entrambe le mani se solo avesse potuto.

Sai Cat, ci sono cose che a volte accadono e basta. Sembra che non ci sia un motivo, che avvenga perché il destino lo ha deciso, ma in realtà c'è sempre un motivo. L'unico modo per evitare che certe cose accadano è parlarne e capire questo motivo. È proprio questo che voglio fare con te, perché l'idea di perderti...”, Lionel scosse la testa. “Lo so che può sembrare una cosa banale, ma a volte le cose più ovvie vengono perse di vista.”

Dopo circa un minuto di silenzio, Cathleen raccontò: “Al ritorno dalle vacanze per me non era cambiato niente, a parte il fatto che dovevo superare il rifiuto di tuo fratello. Però tu eri molto preso da Marta e io ho capito che era normale. Del resto ti eri appena riconciliata con lei e avevate tanto da dirvi, e inoltre siete costretti a stare lontani. Quindi mi sono fatta da parte.”

Già, sono stato uno stupido e me ne sono accorto troppo tardi. Ho cercato di porre rimedio in questi ultimi giorni, ma ti ho visto molto distante e non sapevo come fare” concordò lui.

Non devi fartene una colpa Lion, può capitare a tutti un'incomprensione. Piuttosto io mi sono comportata in maniera pessima ultimamente: ero completamente presa da tante cose e non mi sono resa conto delle attenzioni che mi rivolgevi. Inoltre ora che ti sei infortunato avrei dovuto starti vicino più che mai, invece...”

La frase venne interrotta da un singhiozzo.

Lionel allora si accorse che Cathleen stava piangendo e la strinse in un goffo abbraccio, per quanto l'ingessatura glielo permettesse. Lei appoggiò la testa sulla sua spalla, mentre il cuore gli batteva all'impazzata nel petto.

Cat... abbiamo commesso entrambi degli errori, ma adesso gli

abbiamo ammessi e tornerà tutto come prima. Te lo prometto Cat.”

Lionel si ritrovò a pensare che quella pareva proprio la scena di un film. Ma c'era qualcosa di diverso stavolta.

Nei film il ragazzo è forte, abbraccia la sua ragazza e la conforta.

Ma lui non era l'eroe di un film, era solo un povero tredicenne troppo emotivo, e si ritrovò anche lui le guance inumidite dalle lacrime.

Stiamo piangendo entrambi, siamo senza speranza!” tentò di sdrammatizzare Cathleen, asciugandosi le lacrime e stringendo a sua volta Lionel in un abbraccio.

Lui si lasciò sfuggire un sorriso. “Secondo me noi siamo troppo uniti, niente ci può separare.”

Rimasero abbracciati a lungo su quel gradino, lasciando la parola al silenzio. Mentre si riscaldavano l'uno col calore dell'altro e si scambiavano timide carezze piene d'innocenza e affetto, pensavano che a loro bastava quello per essere felici.



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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


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Capitolo 19



Allora?”

Allora cosa?”

Come passeremo questo San Valentino?”

Lisa si mise a sedere più comodamente nella poltroncina e deglutì, mentre cercava di scacciare il fastidioso nodo in gola che le si eea formato a quella domanda.

Beh... io direi che potremmo...” farfugliò, torcendosi una ciocca di capelli tra le dita.

Ben, che era abbandonato al suo fianco contro lo schienale, la osservò attentamente in viso. “A te cosa piacerebbe fare?”

Io... potremmo fare una passeggiata romantica sulla spiaggia, che ne dici?” propose.

Certo, mi sembra una bella idea. A che ora ci incontriamo? Verso le otto?”

No, alle otto no!” protestò la ragazza con foga, senza quasi rendersi conto della sua reazione esagerata.

Perché no?” indagò Ben aggrottando le sopracciglia.

Perché preferirei andarci un po' più tardi.”

Ma come? Non possiamo andare troppo tardi, ci sarà freddo di notte! E poi pensavo di fare un picnic in spiaggia solo io e te, che ne pensi?”

Lisa sospirò pesantemente e si passò una mano sulla fronte per aggiustarsi alcune ciocche sfuggite dalla treccia. “Ma no, è più romantico di notte, quando la spiaggia è deserta, te lo assicuro!”

Ben si lasciò convincere, anche se mille campanelli di allarme risuonavano nella sua mente.

Il comportamento sospetto di Lisa ormai durava da settimane e, nonostante lui si impegnasse per ricostruire il loro rapporto, la sua ragazza sembrava non notare gli sforzi che compiva. Infatti Lisa sembrava completamente assorbita dalla sua vita e dedicava sempre meno tempo e impegno alla sua relazione.

Mentre mille dubbi passavano nella mente di Ben, Lisa affogava in un mare di vergogna e sensi di colpa.


Ciao Tiff, come va? Io sto andando in mensa per la cena, mi accompagni?” esordì Alex, raggiungendo la sua compagna e trotterellandole accanto come un fedele cagnolino.

Tiffany sbuffò. “Alex, ma che sorpresa...” lo salutò in tono sarcastico.

Quel ragazzo le correva sempre dietro e riusciva a trovarla in qualsiasi luogo si trovasse. Lei non sopportava Alex e le sue attenzioni erano pesanti per lei; non riusciva a spiegarsi lo strano comportamento di Alex, ma nonostante lei gli ripetesse in tono seccato di lasciarla perdere, lui non demordeva e continuava a seguirla e importunarla.

Dolcezza, anche se tu continui a fingere, io so che ti piace stare con me!” la stuzzicò lui, prendendola sottobraccio.

Sul viso della ragazza si dipinse una smorfia. “Sì, la tua compagnia è piacevole come un calcio nei denti.”

Detto questo, si divincolò dalla presa e gli lanciò un'occhiata truce.

Lui ridacchiò – l'acidità di Tiffany lo divertiva – e continuò a seguirla e cercare imperterrito di conversare con lei.

Ma tu non avevi uno sciame di ragazze che ti adorano e ti corrono dietro?” sbottò la povera ragazza mentre varcavano la soglia della mensa.

Mi annoiano, le conquisto troppo facilmente.”

E se ti trovassi un hobby? Sai, la mia pazienza ha un limite e vorrei evitare di diventare violenta” sibilò Tiffany, mentre individuava sua sorella e si apprestava a raggiungerla.

L'ho già trovato: farti perdere la pazienza!”

A quel punto Tiffany fu presa dalla collera.

Bene, sappi che ci sei riuscito! E adesso sparisci!” gli gridò in faccia, per poi spintonarlo con forza e correre da Cathleen con il volto in fiamme dalla rabbia.

Alex per fortuna era abbastanza robusto e non perse l'equilibrio, ma urtò un ragazzo che passava con il suo vassoio, rischiando di fargli cadere la cena e beccandosi qualche insulto.

Fai come vuoi, ma domani sarai mia, si disse Alex osservando Tiffany e pregustando la sua vittoria.


Era giunto l'attesissimo 14 febbraio e nella stanza di Cathleen e Lisa si scatenavano ansia e agitazione.

Che ne pensi di questo?” domandò Lisa, che indossava un abito blu con lo scollo a V, un paio di leggings e dei graziosi stivaletti con il tacco.

Non pensi che con quelli avrai un po' freddo? Sono molto fini e di notte al mare ci sarà sicuramente fresco” commentò la sua amica, facendo cenno ai leggeri leggings.

Ma figurati! Per quanto riguarda i capelli pensavo di raccoglierli sulla testa con qualche acconciatura carina, magari con un nastro... che ne pensi?”

Cathleen ci pensò su. “No, secondo me ti dona di più una bella treccia, magari con qualche decorazione abbinata al vestito.”

D'accordo! Tu invece? Cos'hai intenzione di indossare?”

Inizialmente pensavo di indossare questo”, e Cathleen mostrò all'amica un bell'abito nero con il corpetto in pizzo, “ma poi mi sono detta che magari avrei avuto freddo e poi non vorrei dare troppo nell'occhio, in fondo stiamo uscendo in amicizia. Quindi penso che opterò per questi”.

La ragazza afferrò una camicia nera, un paio di jeans attillati e i suoi inseparabili scarponcini neri.

È perfetto: non troppo appariscente, ma che mette in evidenza i punti giusti! Sì, mi piace!”

Damigelle, mostratevi!” esclamò Tiffany con entusiasmo, irrompendo nella stanza.

Tiff, per favore, truccami!” implorò Lisa, sventolandole davanti il suo astuccio con tutto il necessario per il make-up.

Hai chiesto alla persona sbagliata: mi trucco due volte l'anno!”

Ragazze, che ore sono? Sono in ritardo, vero?” domandò Cathleen, che correva dal bagno alla camera e assomigliava a una trottola impazzita.

Sono le sei e un quarto. Sei pronta?” domandò sua sorella.

Quasi. I capelli li lasciò così, non ho voglia di legarli... per quanto riguarda il trucco, un filo di matita e via!”

Ma come, niente rossetto?” protestò Lisa, quasi scandalizzata.

Sai che non lo sopporto, e poi durante la cena si rovinerebbe!”

dieci minuti dopo Cathleen si trovava nel luogo dell'appuntamento, fuori dalla pizzeria. Non era particolarmente agitata perché ormai era entrata in confidenza con Kelsey e sapeva che la serata sarebbe andata bene, ma soprattutto non voleva attribuire un significato troppo grosso a quell'incontro: magari Kelsey non lo considerava un appuntamento, ma una semplice serata tra amici.

Lui fu puntuale: era vestito in maniera molto semplice come al solito e mostrava un caldo sorriso sul viso abbronzato e simpatico.

Ehi Kel! Come va?” lo salutò lei calorosamente, stringendogli una mano.

Cat! Benissimo, a parte il freddo e le innumerevoli coppiette in atteggiamenti piuttosto eloquenti che ho incontrato durante il tragitto.”

Kelsey aveva un modo di scherzare che provocava risate assicurate: nonostante stesse per dire qualche battuta, non perdeva mai il suo tono serio e pacato.

Dai, entriamo!” propose la ragazza tra le risate.

La pizzeria non era affatto un luogo romantico, ma era caldo e accogliente e invogliava a scherzare.

I due presero posto in un tavolo di legno in un angolo e presero a chiacchierare come di consueto.

Cathleen si rilassò completamente perché non riusciva proprio a vedere quella serata come un appuntamento romantico; infatti le sembrava di passare un qualsiasi pomeriggio con Kelsey, davanti al tavolo del biliardino o a una cioccolata calda.

Dopo aver divorato la pizza e scherzato vivacemente, il ragazzo propose di uscire a prendere un po' d'aria.

Così i due abbandonarono il locale affollato e claustrofobico e si accomodarono sul bordo di un'aiuola lì accanto.

Grazie mille per la compagnia, Cat. È divertente parlare con te, ma quando ci sono di mezzo Jordan e Lisa non riusciamo mai a chiacchierare in pace” disse Kelsey in tono deciso, ma con lo sguardo rivolto altrove.

Sei un ragazzo a posto, mi fa piacere passare qualche ora insieme.”

Passò qualche istante di silenzio in cui entrambi erano assorti nei propri pensieri, poi Cathleen ruppe il silenzio: “Ti manca la Spagna?”

Tantissimo, mi manca tutto.”

Secondo me è crudele dividere una persona dai suoi amici” mormorò lei, immaginando di non poter vedere più i suoi amici.

È stato necessario, ma ne ho sofferto abbastanza. Ho dovuto lasciare la mia ragazza perché non potevamo reggere una relazione a distanza e con i miei amici non è la stessa cosa, anche se mi stanno vicino e mi sostengono.”

Kelsey non si lasciava quasi mai andare a confidenze e racconti del suo passato, ma davanti a quella ragazzina sapeva di potersi fidare; gli veniva così spontaneo aprirsi e renderla partecipe della sia vita.

Però tu sembri completamente a tuo agio anche in questa scuola e questo vuol dire che sei riuscito a guardare avanti e a farti una nuova vita qui.”

Sì, so adattarmi abbastanza bene... però non vedo l'ora che arrivino le vacanze per tornare in Spagna.”

Wow, dev'essere un pos... ma che ci fa Lisa con quello lì?” saltò su Cathleen allarmata, lasciando la frase a metà.

Kelsey seguì lo sguardo della ragazza e riconobbe poco più avanti Lisa, che passeggiava accanto a un ragazzo.

Prima che lui potesse impedirglielo, Cathleen si era alzata e avanzava a passo di marcia nella direzione dei due.


Lisa si sentiva costantemente osservata e i sensi di colpa la stavano uccidendo, ma nonostante ciò stava passando una bellissima serata.

Aveva cenato con Joel al parco perché sapeva che Ben non vi si sarebbe mai recato, poi avevano cominciato a passeggiare lungo percorsi poco frequentati, sperando di non incontrare nessuno che li conosceva.

Lisa si sentiva sporca: avrebbe passato la serata di San Valentino con due ragazzi diversi, i quali non sapevano niente l'uno dell'altro.

Lisa, mi stai regalando una bellissima serata e non voglio che finisca. Ti prego, resta con me” la supplicò Joel attirandola a sé, consapevole del fatto che la ragazza sarebbe dovuta andar via entro le otto e mezza.

Lei sospirò e continuò a camminare poggiando la testa sulla sua spalla. “Non posso Joey, lo sai... ho troppo da studiare e non posso rimandare. Mi piacerebbe moltissimo, ma ti prometto che ci rivedremo presto.

Lo spero, tesoro! Sono proprio fortunato ad averti conosciuto!” mormorò lui, lasciandole un leggero bacio sulla guancia.

Lei ridacchiò e lo strinse più forte, ma poi si rese conto che sarebbero presto passati davanti alla pizzeria e non potevano permettersi di dare nell'occhio: Cathleen era lì insieme a Kelsey, e se lei non se ne fosse accorta c'era il rischio che qualcun altro li vedesse mentre si scambiavano effusioni.

Così con la scusa di sistemarsi la sciarpa che stava per cadere, si staccò da Joel, ma lui le rimase comunque molto vicino.

Senti Lise, devo chiederti una cosa, giusto per curiosità... tu e quel tuo amico, Ben... siete stati insieme, vero?”

Lisa sobbalzò leggermente a quelle parole, ma si riprese subito ed elaborò in fretta l'ennesima bugia. “Sì... ci siamo lasciati un mese fa perché le cose tra noi andavano male, ma non l'abbiamo fatto sapere a nessuno e per tutta la scuola siamo ancora ufficialmente fidanzati. Non ci va di diventare l'argomento principale di tutti ora che siamo soffrendo per la rottura; sai, siamo stati insieme più di un anno e sarebbe un grande scandalo sapere che ci siamo lasciati.”

Lisa avrebbe voluto prendersi a colpi dopo la marea di idiozie chw aveva blaterato.

Ma ora tu per lui non provi più niente? Non vorrei sembrare geloso, però vi vedo sempre assieme e...”

No, io per lui non provo più nulla. Ci frequentiamo per copertura e perché abbiamo molti amici in comune, ma ti assicuro che sono totalmente interessata a te.”

Mentre pronunciava queste parole, Lisa rabbrividì e non poté fare a meno di provare disgusto verso sé stessa. Non era vero che non provava più niente per Ben, lei lo amava, e dire il contrario la faceva star male.

Lise, sei sp...”

Lisa, io e te dobbiamo farci una bella chiacchierata!”

Joel fu interrotto dal grido di una ragazzina bionda che correva nella loro direzione.

Cat, io... ciao, come sta andando la serata?” improvvisò Lisa con un sorriso tirato, mentre il panico la assaliva.

Cat, ma che combini?” esclamò Kelsey, raggiungendo la sua amica e lanciando un'occhiata interrogativa alla coppia che aveva davanti.

Ah Kel, ci sei anche tu!” disse Lisa totalmente a sproposito.

Scusa John, potresti prestarmi un attimo Lisa? Devo dirle una cosa” sbottò Cathleen inalberata, trascinando via la sua amica per un polso senza attendere la risposta.

Mi chiamo Joel!” protestò il ragazzo.

Una volta rimasto solo con Kelsey, i due si scambiarono un'occhiata interrogativa e fecero spallucce.


Si può sapere cosa diamine ci faceva con quello lì alle otto della sera di San Valentino? Eh?” gridò Cathleen come impazzita, scuotendo Lisa per un braccio.

Cat, calmati! Non abbiamo fatto nulla di male, io e Joel siamo usciti solo... in amicizia” mentì spudoratamente Lisa, e l'altra ragazza se ne accorse.

Smettila di raccontare balle, ti conosco meglio delle mie tasche e ho capito già da tempo che qualcosa non andava!”

Per favore, smettila di gridare! Va bene, ti spiegherò tutto. Il fatto è che... io amo Ben, ma ho incontrato Joel e mi sono infatuata e poi... ma non sto tradendo Ben, è solo per... ti prego, non dirgli niente, ti supplico!” biascicò Lisa, con gli occhi lucidi.

Ma sei impazzita? E mi chiedi anche di non dirgli niente? Quel poveretto del tuo ragazzo ha sofferto abbastanza, non pensi che sia giunto il momento di smetterla con queste pagliacciate da immatura? Questa la pagherai cara!” gridò la bionda completamente fuori di sé.

Cathleen, ascoltami: questa cosa non andrà avanti per molto, ho intenzione di chiudere con uno dei due, non appena avrò scelto con chi continuare. Tu non ti impicciare, rimedierò al mio errore da sola!”

A che serve dirlo ora che hai tradito Ben?” ringhiò Cathleen.

Ma io lo amo!” ripeté Lisa mentre scoppiava a piangere.

Bene, io ora andrò a sbollire la rabbia e poi vedremo che fare. Però, per favore, non fare soffrire ancora il povero Ben. È un ragazzo d'oro e non se lo merita” concluse Cathleen, per poi tornare da Kelsey.

Lisa si sarebbe aspettata almeno un abbraccio dalla sua amica, dato che si trovava in un momento di sconforto. E invece l'aveva lasciata lì, a piangere e disperarsi, da sola.

Ma lei si sarebbe asciugata le lacrime, avrebbe salutato Joel e sarebbe andata all'appuntamento con Ben, a testa alta.

Anche se la serata sarebbe stata rovinata e il suo cuore spezzato.


Tiffany non aveva nessuno con cui passare la serata, ma non le importava; lei non era romantica e non dava particolare importanza al San Valentino. Per lei era una serata come tutte le altre.

Mentre girovagava senza una meta nella sua camera, decise di andare a trovare Lionel, che non aveva niente da fare che lei sapesse. Sicuramente un po' di compagnia gli avrebbe fatto piacere.

Così si preparò e uscì nell'aria fresca della notte. Faceva un po' freddo, ma la temperatura non era rigida come nei giorni precedenti; in quel luogo l'inverno durava pochi mesi e veniva subito spazzato via dall'aria marittima e le belle giornate di sole.

Si erano fatte le nove e un quarto e il campus era quasi deserto. Tiffany decise di fermarsi qualche minuto su una rampa di scale, voleva godersi quella bella atmosfera e stare un po' in pace a riflettere.

Passò qualche minuto di estrema pace. Tiffany decise di riprendere il cammino, ma proprio mentre prendeva la decisione si accorse di qualcuno che scendeva i gradini alle sue spalle.

Ehi bella! Che ci fai qua fuori al freddo?” domandò una voce fin troppo familiare.

Tiffany sospirò e lasciò andare la testa sulle ginocchia in segno di rassegnazione. “Alex, ho capito che non esiste un modo per liberarmi di te, sei ovunque.”

Il ragazzo prese posto sul gradino accanto a lei con un sorriso beffardo. “È che mi piace troppo tormentarti! Sei proprio adorabile quando ti innervosisci!” affermò, allungando una mano nella sua direzione per scostarle una ciocca di capelli dal viso.

Lei gli schiaffeggiò la mano e si voltò dall'altra parte. “Ma nemmeno la notte di San Valentino sei impegnato? Vai ad amoreggiare con qualche ragazzina delle medie e lasciami in pace!”

Detto questo, si alzò e scese i primi gradini senza voltarsi a guardare il suo interlocutore, ma lui subito scattò in piedi e la imprigionò in un abbraccio. Lei si divincolò e cominciò a insultarlo, ma lui non mollò la presa e si posizionò di fronte a lei.

Io non vado ad amoreggiare con nessun'altra perché il San Valentino lo voglio passare con te, bellezza. Tu fai finta di respingermi, ma ho capito che anche tu mi vuoi” mormorò Alex, per poi premere le sue labbra su quelle di Tiffany.

Lei reagì così violentemente che Alex ne fu sorpreso: lo spinse con forza lontano da lei e lui dovette reggersi con entrambe le mani al corrimano per non ruzzolare a terra.

Mi fai schifo” sibilò la ragazza, per poi scendere di corsa gli ultimi scalini e dirigersi velocemente verso i dormitori maschili, che distavano pochi metri.

Ma improvvisamente il silenzio della notte fu interrotto da un grido straziante proveniente da una camera al primo piano.

Nel giro di trenta secondi nei dormitori si propagò il caos: tutti gridavano e chiedevano aiuto, c'era un gran viavai di gente che si spostava da un piano all'altro.

Tiffany e Alex si accorsero che qualcosa di grave stava succedendo e si scambiarono occhiate interrogative e preoccupate.

Poco dopo un ragazzino sui tredici anni con gli occhi granati uscì dalla struttura gridando: “Vado subito a chiamare l'infermiera!”

Ehi, che succede?” lo intercettò Tiffany.

Il ragazzino, palesemente sconvolto, guardò i due con sguardo indecifrabile per un paio di secondi, poi balbettò: “Angel, al primo piano” e corse via.

Alex e Tìffany non persero tempo: salirono una rampa di scale e raggiunsero la stanza del loro compagno.

E vi trovarono facce pallide e piene di terrore.

E sangue. Tanto sangue.



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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


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Capitolo 20



Tiff! Tiffany!”

Cathleen, Kelsey e Lionel si facevano strada in mezzo alla calca di studenti, cercando di individuare Tiffany e Alex. I due avevano avvisato i loro amici dell'accaduto e loro erano corsi nei dormitori maschili.

La ragazza andò loro incontro e, nonostante cercasse di mantenere la calma, aveva il volto pallido e la tensione dipinta nello sguardo.

Angel è privo di sensi, ma ancora non si riescono a constatare i danni” spiegò in poche parole ai tre appena arrivati.

Ragazzi, allontanatevi! Via, fate spazio ai medici!” ordinò un professore, cercando di trattenere i curiosi fuori dalla porta della camera di Angel.

Siete pregati di accomodarvi al piano di sotto!” aggiunse un bidello, indicando la rampa delle scale poco distanti.

Nessuno abbandonò il corridoio, ma fu lasciato il passaggio libero per i medici.

Tiffany, con la schiena poggiata al muro, si esibì in una smorfia di disprezzo mentre osservava alcune ragazze che piangevano disperate.

Che c'è?” le chiese Lionel, schiacciato tra lei e Alex.

Fingono di piangere per mostrarsi sensibili, ma a loro non importa niente del povero Angel: l'hanno sempre preso in giro e non gli hanno mai rivolto la parola! Mi danno immensamente fastidio, si accorgono delle persone solo quando succede qualcosa di brutto!” commentò, indignata.

Veramente qui nessuno dovrebbe permettersi di ostentare sofferenza, abbiamo sempre lasciato quel ragazzo e nessuno si è mai impegnato per lui.”

Non è vero, io ho cercato di aiutarlo, anche se con piccoli gesti. Non è mai stato mio amico, però se lo vedevo in difficoltà cercavo di dargli una mano, stavo in banco con lui quando nessuno gli si sedeva accanto e quando mi capitava di parlarci ho sempre cercato di dargli dei consigli.”

Il discorso venne interrotto dal passaggio di alcuni medici che trasportavano una barella; sopra di essa giaceva il corpo di Angel, completamente coperto da un lenzuolo.

L'avete detto a Lisa e Ben?” domandò Cathleen.

No, loro sono in spiaggia e probabilmente non risponderanno al cellulare. Comunque è meglio non rovinar loro la serata” rispose sua sorella, mentre si staccavano dalla parete per uscire.

Anche se se lo meriterebbe...” borbottò Cathleen, ripensando alla scena di appena qualche ora prima.

Una volta fuori dall'edificio, i cinque ragazzi presero posto su una scalinata; quell'avvenimento li aveva profondamente scossi e avevano bisogno di qualche minuto per riprendere fiato.

Quindi Angel ha provato a togliersi la vita. Ma perché? Certo, qui al campus non veniva trattato con rispetto, ma mi sembra strano che all'improvviso gli sia saltata in mente questa folle idea!” disse Kelsey dopo qualche minuto. Lui non sembrava per niente turbato, ma questo unicamente perché il suo carattere gli impediva di esternare ciò che provava; a dispetto della sua riservatezza e costante padronanza di sé, era un ragazzo molto sensibile.

Io penso di saperlo: qualche giorno fa lui ha confessato i suoi sentimenti a Alice, la compagna di stanza di Cat e Lisa, ma lui l'ha rifiutato scoppiandogli a ridere in faccia e prendendosi gioco di lui. L'umiliazione dev'essere stata così tanta che deve averlo portato a tentare il suicidio... solo il pensiero mi fa venire i brividi” spiegò Tiffany, stringendosi nel suo pesante cappotto nero.

Che storia...” commentò il ragazzo, per poi chiudersi nel silenzio.

Alice è sempre così irrispettosa nei confronti degli altri... non si pone il problema di ferire i sentimenti altrui e questa cosa mi spaventa, perché mi fa pensare che sia totalmente insensibile e apatica” commentò Cathleen con le sopracciglia aggrottate.

Potrebbe essere una maschera per nascondere le sue insicurezze” suppose Lionel.

No, secondo me è semplicemente se stessa. Ma del resto lei che ne sapeva? Quando rifiuti una persona, la prima cosa a cui pensi non è di certo che ciò potrebbe essere motivo di un suicidio!” intervenne Alex.

Ti prego, ora non cominciare a difendere Alice!” si inalberò Tiffany, mettendosi in piedi e prendendo a lanciare calci a dei sassolini che giacevano nel gradino sottostante.

Non la difendo, dico solo che non avrebbe mai potuto immaginarsi che sarebbe andata a finire così!”

Comunque sia il suo rifiuto è stato poco carino e non è giustificabile” si intromise Lionel.

Nemmeno il rifiuto di Tiffany è stato carino” borbottò Alex.

Questo commento fece voltare tutti nella sua direzione.

Alex, ma ti pare il momento di pensare a te stesso? Sei un inguaribile egocentrico!” lo riproverò lei, incrociando le braccia al petto.

Di che state parlando?” domandò Cathleen, che tra tutti era la più stupita.

Alex ha provato a baciarmi e l'ho respinto! Ma ti pare che mi metta con uno come lui? Comunque non è il momento di parlarne ora, anche perché lui non è sul punto di togliersi la vita, il suo ego è ciò che gli serve per vivere contento!”

Cathleen rimase a bocca aperta: si sarebbe aspettata di tutto, ma mai una cosa del genere! Ora aveva capito perché lui non si era mai accorto delle sue attenzioni, perché l'aveva rifiutata freddamente e perché correva sempre dietro a sua sorella: Alex era innamorato di Tiffany da sempre, da prima che lei arrivasse alla Newton Academy. Questa consapevolezza la faceva soffrire: era stata rifiutata da un ragazzo perché lui amava sua sorella!

Nonostante tutto ciò fosse stato da tempo superato, questa notizia la sconvolgeva e la faceva sentire una stupida.

Hai fatto bene a rifiutarlo!” esclamò Lionel, che sapeva della cotta di suo fratello e aveva già intuito come sarebbe andata a finire.

Cat, che c'è?” domandò Kelsey, che era seduto accanto a lui.

Nulla, è che... forse è meglio se torniamo tutti nelle nostre camere, è stata una giornata molto pesante.”

Cat, ti accompagno io!” si offrì Lionel, che aveva notato l'espressione della sua amica e voleva trovare un pretesto per rimanere da solo con lei.

Così il gruppo si divise e i due amici si diressero verso i dormitori femminili.

Cat, come ti senti?” domandò Lionel, circondandole le spalle con un braccio.

Mi dispiace un sacco per Angel e spero che...”

Non mi riferivo a quello. Come hai preso la notizia di Alex?”

Cathleen arrossì. “Notizia? Beh...”

Lui sospirò. “Anche se non ne abbiamo mai parlato, mio fratello mi ha raccontato che gli avevi confessato i tuoi sentimenti prima delle vacanze natalizie. Ecco, mi sembra che tu abbia superato il rifiuto, ma comunque questa novità non deve averti fatto molto piacere.”

Alex non mi piace, però... in effetti quando Tiff ha raccontato cos'è successo con Alex mi sono sentita morire... è umiliante essere rifiutati per la propria sorella, non immagini quanto...”

Eccome se lo immagino, pensò Lionel, mentre la scena di Alex con il braccialetto di Cathleen faceva capolino nella sua mente.

Mi dispiace, Cat.”

Sei stato molto carino a preoccuparti di me, grazie!”

È logico, siamo amici! Non mi devi ringraziare, è una cosa spontanea!”

Intanto erano giunti davanti all'ingresso dei dormitori femminili.

Cathleen abbracciò il ragazzo e gli diede la buonanotte.

Buonanotte anche a te e... buon San Valentino.”

Lei gli sorrise mestamente prima di chiudere la porta e rientrare in camera sua.


Quella notte furono in tanti a non chiudere occhio; Cathleen era una di quelli, si rigirava continuamente nel suo letto e ogni volta che si assopiva, i suoi stessi pensieri la facevano risvegliare completamente.

Era in uno stato di shock per ciò che aveva visto nella camera di Angel e anche la questione di Alex e Tiffany continuava a tormentarla.

A un certo punto, stufa di stare sdraiata inutilmente, si mise a sedere sul letto e controllò l'orario nel display del suo cellulare: le quattro e un quarto di notte. Si passò una mano sulla fronte leggermente sudata e poi fu inghiottita dal silenzio assoluto della stanza.

Lisa ronfava beatamente nel suo letto, ignara di ciò che era accaduto e troppo stanca per poter opporre resistenza.

Dopo qualche minuto, Cathleen si accorse di un rumore quasi impercettibile proveniente dal letto sopra il suo, quello di Alice. La ragazza era ancora sveglia e non solo: stava piangendo, e cercava di soffocare i singhiozzi per non destare sospetti.

Cathleen tese le orecchie per ascoltare più attentamente, mentre anche l'ultimo briciolo di stanchezza scivolava via.

Dopo qualche minuto, Alice lasciò il suo letto e si diresse in bagno per lavarsi il viso. Cathleen capì che era arrivato il momento di agire e parlare con la sua compagna di stanza, così si alzò e si accomodò sul bracciolo di una poltrona, a un metro e mezzo dalla porta del bagno.

Quando Alice aprì la porta, si accorse subito della ragazza.

Che ci fai qui? Cosa vuoi?” sibilò, passandosi una mano sugli occhi. Il suo tono sicuro e sprezzante venne compromesso dal tremito della voce.

Alice, ti prego, parliamone. So che sei distrutta e ti voglio aiutare” cominciò Cathleen con una decisione che non possedeva, dato che vedere l'acida ed esuberante Alice in lacrime la destabilizzava.

Io non ho bisogno dell'aiuto di nessuno. Sparisci!”

Per favore, non fingere con me. Sappiamo tutte e due come stanno le cose. Se ti tieni tutto dentro non risolverai niente, quindi per una volta metti da parte il tuo orgoglio. Ora non ci siamo maschere, siamo faccia a faccia.”

Mentre parlava, la ragazza bionda si era alzata e aveva afferrato saldamente l'altra per un polso.

Dopo qualche secondo in cui Alice combatté una lotta interiore molto più importante di ciò che si potrebbe pensare, mormorò: “Va bene, ma usciamo dalla stanza, altrimenti sveglieremo quell'oca della tua amica e io non la voglio!”

A Cathleen non sembrò vero di essere riuscita a convincerla così in fretta.

Le due lasciarono la stanza e si poggiarono alla parete del corridoio immerso nella penombra.

Sappi che questa è la prima e ultima volta che parlo con te!” esordì Alice, ma senza la sua solita convinzione.

A me non interessa che tu diventi mia amica e ti confidi con me, il punto è che devi sfogarti e portare fuori tutto ciò che ti tormenta.”

Io non sono tormentata da niente, è solo che... non è vero che Angel ha provato a suicidarsi per colpa mia, non è vero! Tutti ora mi prenderanno per il mostro che l'ha maltrattato, quando io l'ho solo rifiutato!”

Tu sai che lui è un ragazzo molto sensibile.”

Sì, ma non l'ho fatto per... insomma, non pensavo che se la prendesse così tanto, è stato esagerato! Non è colpa mia, non è colpa mia!” mormorò, mentre gli occhi le si riempivano nuovamente di lacrime e un'ondata di disperazione l'assaliva.

Può darsi che non sia colpa tua, ma sai che ciò che hai fatto è sbagliato, vero?”

Alice piangeva e nei suoi occhi non c'era traccia della sua consueta freddezza. In quel momento era fragile, pareva un'altra persona. “No Cathleen, lo sai come stanno davvero le cose? Io l'ho quasi ucciso, perché da quando lo conosco ho sempre saputo che mi correva dietro e non ho fatto altro che prendermi gioco di lui! È vero, sono stronza, insensibile e ci provo gusto a veder soffrire gli altri, ma non voglio uccidere nessuno! I sensi di colpa mi stanno uccidendo, ora sarò io ad abbassare lo sguardo quando incrocerò quello di Angel!”

I singhiozzi la scuotevano e tentava invano di asciugare il fiume di lacrime con le mani tremanti.

Cathleen a quella vista non poté fare a meno di abbracciarla e in quel momento si domandò se quella ragazza avesse mai ricevuto un abbraccio vero, sincero, di quelli a cui aggrapparsi quando si sta per affogare.

Angel ti perdonerà perché è un ragazzo dal cuore d'oro, ma penso che questo ti sia servito da lezione. Ricorda che gli altri hanno dei sentimenti proprio come te, quindi devi trattarli come vorresti essere trattata tu. Io, che forse sono troppo ingenua e ottimista, sono sempre stata convinta che dietro i tuoi modi arroganti ci fosse una brava persona e questa chiacchierata me lo dimostra, ma ora sta a te capire qual è il modo giusto di agire.”

Non esageriamo, rimarrò sempre la solita stronza. Però farò un po' più d'attenzione alla gente con cui me la prendo.”

Le due ragazze rimasero in silenzio, mentre Alice si calmava e Cathleen si perdeva nei suoi pensieri.

Tornarono nella stanza alle cinque del mattino e riuscirono a dormire poche ore.

Cathleen dopo quel momento fu più serena perché, anche se Alice non l'avrebbe mai ammesso, non avrebbe passato un solo giorno senza far visita a Angel.



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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


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Capitolo 21



Angel si sta riprendendo! Angel, mi senti?” esclamò Tiffany, mentre il battito del suo cuore accelerava e le rimbombava insistentemente nelle orecchie.

A quelle parole, un'infermiera accorse in loro aiuto e, con i suoi modi gentili e materni, invitò i presenti ad allontanarsi dal letto e afferrò la mano di Angel, per poi rassicurarlo in tono pacato e cercare di capire le sue condizioni.

Il ragazzo, dopo qualche secondo, sgranò gli occhi e fece schizzare le pupille in ogni direzione, spaventato.

Angel, mi senti? Riesci a capirmi?” domandò dolcemente l'infermiera.

Le prime due parole che lui riuscì a pronunciare, seppur con voce impastata, spezzarono il cuore di chi le udì: “Sono vivo?”

Ma certo che sei vivo. Ora ti sentirai sicuramente un po' stanco e spossato, ma ti riprenderai presto!” gli assicurò la giovane donna in camice. Nonostante il suo fisico minuto e gracile, sapeva trasmettere una sicurezza e una dolcezza commuoventi; era evidente che amava il suo lavoro e ci metteva il cuore.

Mi gira la testa...” mormorò Angel con un colpo di tosse.

Tiffany per la prima volta non ce la fece più: quella scena era troppo straziante e, nonostante il suo animo forte, alcune lacrime sfuggirono al suo controllo e le accarezzarono le guance. Era una ragazza estremamente sensibile ed empatica, anche se non lo dava a vedere.

Tuttavia non uscì dalla stanza e non scoppiò in singhiozzi, si limitò a un pianto contenuto, quasi come fosse proibito.

Sua sorella, accanto a lei, le strinse forte la mano mentre cercava invano di trattenere le lacrime a sua volta.

Loro due, qualche compagno di Angel ed Alice avevano chiesto e ottenuto il permesso dal preside per andare a trovarlo all'ospedale, quel freddo 15 febbraio.

Angel, stai tranquillo, è tutto passato!” intervenne Monique, sua compagna di banco durante molte lezioni, avvicinandosi a lui.

Ragazzi, forse è meglio lasciarlo riposare, lo vedo molto stanco e non vorrei che si affaticasse ulteriormente” suggerì l'infermiera, soffermandosi con i suoi grandi occhi verdi su ognuno dei ragazzi.

Possiamo almeno avvicinarci per salutarlo?” domandò Martin, un ragazzo minuto con il viso nascosto da un paio di pesanti occhiali.

Va bene, ma fate in fretta” acconsentì allora lei, facendo qualche passo indietro.

Martin, Monique e un'altra ragazza dai capelli biondo miele si avvicinarono a turno a Angel, mormorando qualche saluto e distogliendo in fretta lo sguardo.

Poi fu il turno di Tiffany e Cathleen, insieme. La più piccola rimase in silenzio, trovando inadatto tutto ciò che avrebbe voluto dire, mentre Tiffany gli posò una mano sul braccio e gli lanciò un'occhiata triste e comprensiva allo stesso tempo.

Tiffany, ci sei anche tu. Perché stai piangendo? Nessuno piange per me” disse il ragazzo, sinceramente sorpreso.

Angel, non dirlo mai più” lo rimproverò lei con voce tremante.

Sarebbe stato meglio per tutti se fossi morto” sibilò lui in tutta risposta, con un'inaspettata durezza nella voce.

Stronzate, stronzate, solo stronzate!” intervenne all'improvviso Alice, facendo sobbalzare tutti.

Fino a quel momento si era rifugiata in un angolino accanto alla finestra e aveva passato tutto il tempo in silenzio, a torcersi nervosamente le mani sudate con lo sguardo basso. Non aveva pianto, non aveva fiatato, ma ora era scattata in avanti con una foga sorprendente.

Tutti si voltarono a guardarla e Angel parve assai stupito di vederla.

Okay, d'accordo, ora è il caso di lasciare un po' da solo il vostro amico. Quando si sarà ripreso potrete parlare con lui con più calma. Grazie mille per la visita, sono sicura che a Angel abbia fatto più che piacere” tagliò corto l'infermiera, rendendosi conto che la situazione sarebbe presto degenerata.

I sei ragazzi uscirono dalla stanza in silenzio, uno dietro l'altro, quasi con solennità. Alice era palesemente tesa e Cathleen dovette afferrarla per un polso per trascinarla fuori.

Il tragitto tra l'ospedale e il campus fu piuttosto breve: il gruppo prese posto in treno e passò la mezz'ora che li separava dalla scuola a chiacchierare del più e del meno, con gli occhi ancora gonfi e le lacrime lasciate ad asciugarsi sul viso, evitando accuratamente ogni riferimento a ciò che avevano appena affrontato. L'unica che rimase in disparte fu Alice, ancora chiusa in se stessa.

Quel giorno l'intera Newton Academy sembrava immersa in un'atmosfera cupa, nessuno si azzardava a ridere troppo forte o a far baccano, nonostante la vita degli studenti sembrasse procedere normalmente.


Erano passati alcuni giorni da quel tragico San Valentino.

Angel non era ancora stato dimesso: era molto debole per la perdita di sangue, ma nonostante ciò faceva molti progressi e a breve avrebbe potuto lasciare l'ospedale. Intanto i suoi genitori erano giunti da lui dopo un lungo viaggio e non si staccavano un secondo dalla sua postazione; Angel era rincuorato dalla presenza di Tom, il suo fratellino di sei anni, a cui voleva un mondo di bene.

Alice aveva potuto constatare tutto ciò la seconda volta che si era recata da lui. Quella volta da sola.

In realtà non aveva avuto il coraggio di farsi vedere, si vergognava ancora troppo; così si era fermata sulla soglia della camera senza dare nell'occhio, tremando e mangiandosi le unghie.

Ora si trovava nuovamente di fronte all'edificio. Non si sentiva pronta, non aveva il coraggio, eppure doveva vederlo. Glielo doveva, del resto era tutta colpa sua, non poteva più negarlo.

Si strinse forte nel piumino ed entrò, per poi salire la solita rampa di scale; conosceva la strada fino al reparto a memoria, ricordava anche il numero della stanza, e poi non aveva voglia di rivolgere la parola a nessuno.

Una volta davanti alla porta, trasse un lungo respiro e rimase in attesa che accadesse qualcosa, anche se nemmeno lei sapeva bene cosa.

Stava per posare la mano sulla maniglia quando l'uscio si spalancò ed Alice si ritrovò faccia a faccia con la madre di Angel, che teneva in braccio il piccolo Tom.

Ciao, sei una compagna di Angel?” domandò la donna, vedendola completamente spaesata e impaurita.

Sì” rispose la ragazzina, ostentando una sicurezza che non possedeva.

Bene, a lui farà piacere ricevere la tua visita! Vedo che si sta riprendendo in fredda... però sono molto preoccupata, non so cosa l'abbia portato a comportarsi così. Magari tu lo puoi capire meglio di me, avendolo visto negli ultimi mesi.”

Io non so niente” mentì Alice sulla difensiva.

Grazie comunque per essergli vicino” concluse lei, allontanandosi con il bimbo addormentato tra le braccia.

Alice si rifugiò nella camera e chiuse la porta alle sue spalle, facendosi piccola contro la parete ed evitando di annunciare la sua presenza.

Angel aveva ripreso completamente le forze: stava seduto sul bordo del letto con lo sguardo fisso verso la finestra e le gambe che penzolavano nel vuoto. Al suo fianco, sul lenzuolo, giacevano un album da colorare e un pacco di pennarelli, probabilmente di suo fratello.

Angel” prese coraggio Alice dopo mezzo minuto, facendo un passo avanti.

Lui si voltò nella sua direzione per la prima volta, anche se già aveva percepito la sua presenza. “Alice, non mi aspettavo che venissi a trovarmi” ammise.

Ascoltami bene: lo so, è successa una cosa terribile, ma non è colpa mia. Cioè, volevo dire... ho sbagliato, forse sono stata un po' troppo stronza, ma non pensavo si venisse a creare tutto questo casino e...” prese a giustificarsi la ragazza, schiacciandosi ancora di più contro il muro.

Angel incrociò le gambe sul letto e puntò i suoi occhi grigi in quelli di Alice. “Okay, ora ascoltami tu: sì, sei stata stronza, ma io non serbo rancore per nessuno. In fondo non sei stata solo tu la causa di tutto ciò, ma una serie di situazioni che vivevo a scuola e che a lungo andare mi hanno distrutto. Io ai miei compagni ho sempre portato rispetto, ma loro non ne hanno portato a me. Ora basta, ho deciso che così non va, che devo reagire. E pensa che mi son dovuto tagliare i polsi e rischiare la vita per capirlo!”

Era infervorato mentre parlava, ma non sembrava arrabbiato, come se non riuscisse a disprezzare nemmeno le persone che l'avevano quasi ucciso.

Mi dispiace, per colpa mia sei quasi morto. Questo non lo posso accettare, non posso!” sibilò lei più per se stessa, come se il suo interlocutore non avesse nemmeno aperto bocca.

Io ho rischiato la vita solo per colpa mia che sono stato debole, gli altri non c'entrano. Non ha senso deprimersi e autocommiserarsi quando si può ancora fare qualcosa per cambiare la situazione. Ora tornerò a scuola a testa alta, sì, proprio alla Newton Academy, perché è proprio là che ho commesso i miei errori ed è là che devo rimediare. Non toglierò il saluto a nessuno, sarò sempre il buono e timido Angel, ma cambierò.”

Sei sicuro di voler tornare a scuola? Finiresti per commettere qualche altra fesseria!” obiettò la ragazza in tono apprensivo, per la prima volta senza filtri, facendo emergere tutta se stessa. Non era riuscita a controllarsi: stava piangendo

Lui scosse la testa. “Ieri è venuta a trovarmi Tiffany, era molto preoccupata per me. In effetti fino a ieri stavo male anche emotivamente, poi lei si è seduta accanto a me e mi ha fatto capire che era stupido gettare la propria vita al vento a causa degli altri, che ci vuole più coraggio a vivere e migliorare che a lasciarsi andare. E ha ragione, io sono forte e devo solo trovare il coraggio per dimostrarlo. Non so come sarei adesso senza Tiffany, è una ragazza d'oro. Ieri piangeva e ho capito che tiene a me, tanto che mi ha offerto il suo aiuto se mi fossi nuovamente imbattuto in qualche difficoltà.”

Alice era scossa dai singhiozzi. “Non lo posso sopportare, un ragazzo così forte e buono quasi morto per colpa mia! Non merito nemmeno di stare qui, Tiffany lo merita davvero! È una sfigata, si veste fuori moda, ma è molto più umana di me e io mi sento ridicola in confronto a lei! Ho solo saputo giocare con i tuoi sentimenti, sono stata egoista e mi sento anche ipocrita nel farmi vedere in questo stato, in lacrime!”

Il viso di Angel si addolcì. “Vieni qui, siediti” la invitò, dando un leggero colpetto sul materasso accanto a sé. Aveva ancora i polsi fasciati e non poteva permettersi movimenti troppo bruschi.

Alice rimase a fissarlo con gli occhi sgranati e le mani che tremavano. Angel dovette insistere prima che si avvicinasse e prendesse posto sul letto.

Lui le prese la mano, anche se non la poteva stringere tanto forte. “Sai cosa mi ha fatto innamorare di te, oltre la tua bellezza? La forza e la sicurezza che ti caratterizzavano. Ti ammiravo tantissimo perché avevi tutto ciò che io non avevo, o che non avevo il coraggio di possedere. Nonostante ciò, sapevo che in fondo avevi un grande cuore, lo nascondevi, e questa speranza ha continuato ad alimentare i miei sentimenti. Quando ti ho rivelato il mio amore pensavo che mi avresti fatto accedere al tuo cuore, mi avresti mostrato almeno un briciolo di te, ma sono rimasto deluso. Però adesso hai deciso di levarti la maschera anche solo per un'ora, hai confermato la mia teoria e questo mi rende immensamente felice. Non sentirti in colpa, io non ti odio e non ti reputo colpevole. Anzi, quest'esperienza mi ha aiutato a crescere.”

Alice avrebbe voluto stringerlo in un abbraccio, ma non era nella sua natura, non se la sentiva. Ebbe però il coraggio di posare la testa sulla spalla di Angel; lui le circondò le spalle con un braccio.

Dopo qualche minuto in cui regnarono solo i singhiozzi della ragazza, la sua voce ruppe il silenzio: “Angel, tu sai che non ti potrò mai amare, vero? Mi dispiace, ma non posso impormi di ricambiare i tuoi sentimenti.”

Lo so e non voglio che tu lo faccia. Nemmeno io ti potrò mai più amare dopo tutto questo.”

Però per te provo un grandissimo rispetto ora” si affrettò ad aggiungere Alice, temendo di aver ferito ancora una volta i sentimenti del suo compagno di scuola.

La nostra è una specie di amicizia.”

Una specie di amicizia che durerà per sempre, anche se non ci rivolgeremo la parola per mesi.”

Ed è così che quei due ragazzi uscirono da quella terribile esperienza: con un pizzico in meno di ingenuità e un peso in più nel cuore.


* * *


Ciao carissimi lettoriiii! *-*

Lo so, questo capitolo è molto triste, malinconico e forse vi risulterà un po' un mattone (spero di no), ma soprattutto l'ho pubblicato dopo un'eternità! Scusatemi, scusatemi davvero, non ci sono scuse accettabili per il mio ritardo! T_T

Beh, come va? La storia vi piace o vi fa schifo? Avete qualche critica o qualche suggerimento? Vi invito a esprimere un parere tramite recensione, anche con due righe, per farmi capire se sto combinando un casino o sto andando bene!

Ah, ecco: vorrei sapere cosa pensate dei personaggi, della loro caratterizzazione e se trovate incongruenze! Per me è fondamentale conoscere diverse opinioni, anche perché ho un po' di difficoltà a farmi piacere i miei scritti! ;)

Ne approfitto per ringraziare tutti coloro che mi hanno lasciato anche solo una recensione, ma soprattutto chi mi supporta volta per volta! Grazie infinite, siete la mia forza! :3

Alla prossima puntata!!! ♥



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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


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Capitolo 22



Febbraio stava volgendo al termine e tutto pareva essersi sistemato.

Angel, completamente ristabilito, era tornato a scuola e veniva seguito da uno psicologo, nonostante sostenesse di non averne bisogno. Ora tutti lo guardavano con rispetto o abbassavano il capo quando lo incrociavano, vergognandosi di averlo sempre preso in giro; lui non ci faceva caso e continuava la sua vita tranquillamente.

Alice aveva ripreso a comportarsi come se nulla fosse accaduto, ma nel suo sguardo ora aleggiava qualcosa di profondo e oscuro, come una nota di malinconia. Era diventata gentile nei confronti di Angel e, anche se non passava il suo tempo con lui, non perdeva occasione di aiutarlo quando lui ne aveva bisogno.

Nel campus si era propagata una strana calma e spensieratezza, dovuta probabilmente all'avvicinarsi della primavera e delle temperature più alte.


Ragazze, la biologia non la capisco proprio!” si lamentò Lisa, facendo irruzione nella sua stanza con una manciata di fogli pieni di appunti tra le mani.

Stai studiando le cellule, vero? Non ricordarmelo, quell'argomento mi ha tenuto sveglia una notte intera!” commentò Tiffany con una smorfia mentre applicava con cura lo smalto sulle unghie di sua sorella.

Sì, le cellule! Io mi confondo, ci sono troppi nomi da memorizzare!” si lamentò ancora la ragazza, sedendosi sul suo letto e sfogliando gli appunti.

Io vorrei aiutarti, ma non ho capito niente nemmeno io. Perché non chiedi a qualcuno di darti delle ripetizioni?” suggerì Cathleen.

Oh, ma io ho già un aiutante!” esclamò l'altra, per poi arrossire e portarsi una mano davanti alla bocca.

Cathleen, a quelle parole, sobbalzò e rischio di rovinare tutto il lavoro di Tiffany. Da quel disastroso 14 febbraio non si dava pace, continuava a pensare a quel tipo con cui aveva visto la sua amica e sperava che presto lei prendesse un'iniziativa e portasse fuori la verità. Non ne avevano più parlato, ma Lisa non sembrava affatto intenzionata a essere sincera con il suo ragazzo.

Avrebbe dovuto parlarle al più presto, non sopportava che questa storia andasse avanti.

Aiutante? Non ce ne hai parlato!” chiese Tiffany, ricordando all'improvviso la richiesta di Ben di indagare su un possibile tradimento da parte di Lisa.

Beh, sì... parlando con qualche professore ho scoperto che c'è un ragazzo al penultimo anno molto bravo in biologia, così ho chiesto aiuto a lui!” mentì Lisa. L'occhiataccia della sua compagna di stanza le fece capire che anche lei sapeva a chi si stesse riferendo.

Si era cacciata proprio in un bel disastro!

Cathleen decise di farsi furba e studiare le reazioni della sua amica. “Davvero? Perché non me l'hai detto? Se l'avessi saputo avrei chiesto aiuto anch'io!” esclamò quindi.

Ecco...” biascicò la mora, in difficoltà.

Come si chiama? Magari lo conosco!” la incalzò subito Tiffany.

J-Joel Shannon. Ehm, lui... gioca nella squadra di basket e...”

La sorella maggiore aveva un sospetto; ricordava ancora quando Lisa aveva salutato calorosamente un ragazzo durante la pausa pranzo. Per saperne di più, decise di usare una strategia infallibile.

Mmh, questo nome non mi è nuovo... è biondo per caso?”

S-sì, in realtà castano chiaro, mossi... e ha gli occhi azzurri.”

Forse ho capito” mentì ancora Tiffany. “Alto e in forma?”

Esatto!” confermò Lisa.

Okay, ho capito. Lo conosco di vista, mi è capitato di vederlo mentre si allenava.”

Ah... Cat, oggi andiamo al bar da Kelsey e Jordan, vero?” cambiò discorso la mora, in imbarazzo.

Aveva rivelato troppe informazioni, ma non poteva mentire anche stavolta; sarebbe presto venuto a galla.

E comunque Joel la stava veramente aiutando a studiare biologia, quindi aveva detto la verità, in parte.

Certo! Devo prima aspettare che si asciughi bene lo smalto però!”

Cathleen non vedeva l'ora di incontrare Kelsey. Era ufficiale: quel ragazzo le piaceva e soprattutto era rispettoso, decisamente una brava persona.

Non di certo come Alex.


Oddio, quindi tu mi stai dicendo che il giorno di San Valentino hai visto Lisa con questo tizio?” sbottò Tiffany sbalordita.

Proprio così! Lisa è strana già da qualche settimana, ma non avrei mai pensato che potesse esserci un altro oltre Ben!”

Le due ragazze, dopo cena, si erano rintanate nella stanza di Tiffany per discutere dello strano comportamento di Lisa e scambiarsi le loro impressioni.

Nel frattempo aspettavano Lionel, che quella sera non aveva niente da fare e aveva chiesto loro un po' di compagnia.

Sicuramente è lo stesso ragazzo che aveva salutato quel giorno a pranzo. Te l'avevo raccontato?” rifletté la sorella maggiore, aggrottando le sopracciglia.

Non me l'avevi detto direttamente, ma ero presente quando è accaduto e ora che mi ci fai pensare... oh sì, mi ricordo che Ben le aveva chiesto chi fosse quel tipo!” rammentò Cathleen, poggiandosi al cuscino del letto di Tiffany con un sospiro esasperato.

Entrambe sappiamo che Lisa è tanto immatura e impulsiva, spesso agisce senza pensare, ma questo da lei non me lo sarei mai aspettato. Povero Ben! Sto imparando a conoscerlo meglio e ti posso assicurare che è un ragazzo splendido, molto sensibile e serio nei rapporti con gli altri. Mi spezza il cuore sapere che dovrà soffrire per questa storia, per colpa di una ragazzina sprovveduta che sottovaluta ciò che la circonda!” si sfogò Tiffany, nervosa e adirata.

Ormai Ben era diventato una delle persone più care per lui e, come suo solito, avrebbe voluto proteggerlo da tutto e tutti proprio come farebbe una madre. Lei era così: estremamente premurosa.

Che casino, io non so cosa fare! Forse avremmo fatto meglio a farci gli affari nostri e non indagare oltre, che ne pensi? Oppure abbiamo solo bisogno di un consiglio maschile!”

Non possiamo chiederlo a Ben e tanto meno a quel troglodita di Alex...”

Lionel!” esclamò Cathleen con un sorriso.

Riponeva sempre un sacco di fiducia nel suo amico saggio e piccoletto.

Chi mi chiama?” intervenne Lionel, facendo capolino dalla porta socchiusa.

Lion, finalmente! Vieni, ti dobbiamo parlare!” lo invitò ad accomodarsi Cathleen, battendo con il palmo della mano sul piumone accanto a sé.

Ehi, sono appena arrivato e già mi volete interrogare!” fece il ragazzo, sollevando le mani in segno di resa.

Abbiamo bisogno di te e del tuo occhio vigile, che nota sempre tutto!” affermarono le sorelle.

Ditemi.”

Secondo te Lisa si comporta in maniera strana ultimamente?” domandò Tiffany senza troppi giri di parole.

Oh sì! È assente, sempre con la testa tra le nuvole, stanca e secondo me c'è qualcosa che la distrae e la assorbe completamente. Non vorrei saltare a conclusioni affrettate, ma penso di sapere anche il motivo.”

Cathleen e Tiffany sgranarono gli occhi, incitandolo a continuare.

Circa un mese e mezzo fa mi è capitato di vederla in compagnia di un ragazzo alto e abbastanza in forma, sui diciassette anni. Io parlavo al telefono e passeggiavo per il campus, poi sono stato catturato da questa scena: i due stavano chiacchierando e lei sembrava molto presa dalla conversazione, poi si sono salutati con un abbraccio e Lisa ha mantenuto per tutto il tempo quell'aria sognante... mi ha fatto rabbrividire, ve lo giuro!” raccontò Lionel.

Lion! Come mai non ce lo hai detto prima? Oddio, se l'avessimo saputo non avremmo aspettato tanto per capirci qualcosa in più!” lo rimproverò Cathleen, ma in realtà era solo sconvolta e non sapeva più come reagire.

Scusate ragazze, so che è stato stupido tenerlo nascosto, ma non sapevo che fare! Non volevo impicciarmi e non mi sembrava carino coinvolgervi in questa storia. Così ho finito per essere tormentato da questa scena.”

Certo, è comprensibile, non fartene una colpa! Capita a tutti di non sapere come comportarsi in certe situazioni, anzi, devo dire che per i tuoi tredici anni sei un ragazzo davvero maturo e te la cavi sempre alla grande!” si complimentò sinceramente Tiffany, notando la padronanza e la razionalità con lui gestiva se stesso e gli avvenimenti intorno a lui.

Forse perché tra poco invecchierò di un anno!” fece notare lui, cercando di alleggerire l'atmosfera.

È vero, il tuo compleanno è a fine marzo! Il 23, vero?” saltò su Cathleen, come se fosse stata punta da un insetto.

Esatto!”

Scusa Lion, io ho una pessima memoria per le date! A volte mi dimentico perfino la data del compleanno di Cat!” si scusò Tiffany.

Va bene, ti perdonerò, ma sarà un processo molto lungo e sofferto!” scherzò il ragazzino con un sorriso luminoso.

I tre risero e presero a parlare del più e del meno, accantonando per una sera la faccenda di Lisa.

La verità è che nessuno dei tre sapeva come procedere.


Benissimo ragazzi, voi sapete che gli esami si avvicinano sempre più e necessitate di esercitarvi a dovere per riuscire brillantemente in essi, vero?” annunciò il professor Jackson, il pazzo e ormai anziano docente di inglese, passeggiando avanti e indietro di fronte agli studenti svampiti e stanchi.

Tiffany scarabocchiava distrattamente con la matita sul banco, mentre Alex, qualche fila più indietro, era totalmente assorbito da un gioco nel suo cellulare.

Quindi” proseguì Jackson, “mi sembra doveroso assegnarvi un compito. Dato che un esame orale richiede una buona preparazione e, di conseguenza, la preparazione di una tesi, voi dovrete preparare una relazione di almeno dodicimila parole su un argomento a vostra scelta. Voglio che lo consegnate esattamente tra due settimane.”

Una trentina di paia di occhi in quella classe si strabuzzarono contemporaneamente, mentre dai banchi si levava un grido di protesta generale.

Ordine, per favore!” li ammonì il professore.

Prof, non ci può assegnare un compito del genere! Abbiamo una decina di compiti e interrogazioni in questo periodo, non ce la faremo mai!” prese la parola Jade, una ragazza che stava al primo banco.

Non voglio sentire lamentele! Avete due settimane, mi sembra più che sufficiente per un compito del genere!” concluse l'insegnante, sedendosi in cattedra e prendendo a scribacchiare nella sua agenda.

Oddio, è pazzo! Non ce la farò mai!” commentò Tiffany poco dopo in corridoio, prendendosi la testa tra le mani.

Dodicimila parole sono tantissime, e non so nemmeno che argomento scegliere! Ho l'ansia, non ce la faccio, non posso prendere un'insufficienza!” cominciò a piagnucolare Claire, una sua compagna, mentre le prime lacrime le rovinavano il trucco.

Tiff, Tiff, aspetta!” si sentì chiamare la ragazza.

Qualche secondo dopo si ritrovò davanti sua sorella. “Dobbiamo assolutamente cominciare a pensare qualcosa per il compleanno di Lion! Io e Lisa stavamo architettando una festa a sorpresa; tu ci aiuterai, vero? Però non sappiamo che regalargli! Stavamo pensando di chiedere aiuto ad Alex, ma sono sicura che sarà inutile...”

Cat, per favore, calmati! Innanzitutto, quando pensate di fare la festa?”

Non sappiamo con precisione la data, ma sicuramente nel primo fine settimana libero dopo il suo compleanno, a fine marzo. Allora, tu ci aiuti?”

Ma io in quei giorni devo consegnare la relazione!”

Non riesci a finirla prima?”

Come faccio? Ho un sacco di interrogazioni per cui studiare!”

Le due rimasero a battibeccare finché i corridoi non cominciarono a svuotarsi, poi furono costrette a separarsi e recarsi nelle rispettive classi per la lezione.

Tiffany sapeva che Lisa, Cathleen e Ben avevano bisogno del suo aiuto, lei sapeva dirigere i lavori per qualsiasi tipo di organizzazione ed era sempre lei che placava i conflitti e le divergenze tra i suoi amici. Inoltre i ragazzi sembravano voler fare le cose in grande e una mano d'aiuto in più era d'obbligo.

Come poteva lasciarli al loro destino? Ci teneva tanto al compleanno di Lionel e alla buona riuscita di tutte le sorprese!

Ma non poteva nemmeno trascurare lo studio, proprio ora che le era stato assegnato quel lavoro tanto impegnativo e complicato.

Preoccupata e nervosa, si apprestava a raggiungere il laboratorio di biologia, ma Alex la bloccò appena fuori dalla soglia.

Che c'è?” sbottò bruscamente lei.

Ho sentito quello che dicevate prima tu e Cat. Aiuterei io le ragazze per la festa, ma sai che loro non gradiscono tanto la mia compagnia.”

È una scusa per giustificare la tua pigrizia: non hai voglia di dare una mano. Adesso posso entrare? Hai finito?” tagliò corto lei.

No, ti devo prima fare una proposta.”

Non mi interessa.”

Ascoltala almeno, no?”

Va bene, ma poi mi lascerai in pace” si arrese la ragazza.

Sai che io ho dei buoni voti in inglese e finirò la mia relazione abbastanza in fretta. Sai anche che le ragazze hanno tanto bisogno di te, giusto? Ecco, la mia proposta è questa: sono disposto a scrivere anche la tua tesi, con tutti i requisiti per prendere un voto abbastanza alto, in cambio...”

In cambio?” lo incalzò Tiffany, non potendone più di quella squallida suspance.

In cambio di ciò che non mi hai dato il giorno di San Valentino.”



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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


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Capitolo 23



Quello stesso pomeriggio Ben, Cathleen e Tiffany si incontrarono fuori dalla biblioteca, dopo le lezioni.

Cosa?!” sbottò Cathleen, sgranando gli occhi.

Cat, non so cosa dirti, mi ha fatto questa proposta!” ribadì Tiffany scuotendo il capo con aria sconcertata.

E tu?” s'informò Ben, curiosissimo.

Che dovevo fare? Sono rimasta interdetta per un paio di secondi, poi sono scoppiata a ridergli in faccia e sono entrata in classe. Ha avuto anche il coraggio di gridarmi dietro che la proposta è valida fino al giorno della festa, ma vi rendete conto?”

Il ragazzo scoppiò in una risata. “Sei stata grande!”

Avevate per caso paura che avrei potuto accettare una cosa del genere? Preferisco passare tutte le notti in bianco a scrivere come una matta piuttosto che baciare Alex!”

Oddio, ma come ho fatto a prendermi una cotta per quest'essere? Me ne vergogno!” commentò la più piccola, alzando gli occhi al cielo.

Comunque Alex non era così, è cambiato molto in quest'ultimo periodo. Io lo conosco da anni e sì, effettivamente è sempre stato un po' scemo, ma adesso sta superando tutti i limiti” osservò Ben, tornando serio.

Tu e lui eravate amici molto stretti, vero?” chiese Tiffany.

Sì, ma ci siamo allontanati sempre più in questi mesi. Lui è sempre stato un po' egoista, ma non mi aveva mai trascurato; ora mi rivolge la parola solo quando gli interessa ottenere qualcosa.”

È un vero bastardo, non ha nessun diritto di trattarti così e farti soffrire! Essere messi da parte dagli amici è qualcosa di insopportabile e doloroso!” si inalberò Cathleen.

Ben, tu devi imparare a farti rispettare. Se non dici mai di no, finirai per circondarti di persone che non ti meritano” affermò Tiffany, che non poteva fare a meno di pensare al tradimento di Lisa.

Lui sbuffò. Sapeva che la sua amica aveva ragione, ma per lui non era facile negare il suo aiuto agli altri.

Ragazzi, come facciamo per la festa di Lion? Ben, tu ci darai una mano, vero? Non sappiamo cosa regalargli però...” cambiò discorso Cathleen per togliere il ragazzo dall'imbarazzo.

Certo. Per il momento ci siamo io, te e Lisa, giusto? Dobbiamo chiedere il permesso per utilizzare qualche stanza della scuola, perché in una camera non è possibile... chi va a parlare con il preside?”

Possiamo andare io e Lisa. Poi dobbiamo cercare dei regali, comprare l'occorrente, preparare i dolci, le decorazioni... oddio, non ce la faremo mai in tre!”

Cat, calmati! Mancano circa due settimane, abbiamo tempo!” tentò di tranquillizzarla Ben.

Mi dispiace, vorrei darvi una mano ma non posso!” disse Tiffany, mortificata e dispiaciuta.

Un attimo, forse ho trovato chi ci potrebbe aiutare! Che ore sono?” si illuminò sua sorella.

Le quattro e mezza, ma che c'entrava?”

Scusate, ma devo andare a prendere Lisa e andare alla ricerca della risoluzione dei nostri problemi! Ci vediamo all'ora di cena!” esclamò, allontanandosi di tutta fretta.

Ben e Tiffany si scambiarono un'occhiata interrogativa.

Hai già cominciato la tesi?” domandò lui.

Non ancora. Ho deciso che sarà sulla Seconda guerra mondiale, per il momento sto cercando le informazioni necessarie. Ora devo entrare in biblioteca infatti” spiegò, raccattando la sua borsa colma di libri.

Se vuoi ti do una mano, così finiamo prima” si offrì subito il ragazzo.

Dici davvero? Posso fare da sola, non ti preoccupare. Non vorrei annoiarti!”

Non mi annoierò, a me piace la storia! E poi mi fa piacere aiutarti, tanto stasera non ho nulla da fare!”

Tiffany esitò per qualche secondo, poi concluse: “Va bene, se proprio ci tieni... ma non sentirti in obbligo, quando non ne hai più voglia lascia stare!”

I due varcarono il portone dell'edificio con un sorriso stampato in faccia, nonostante il duro lavoro che li attendeva.


Eccoli, ci sono!” esclamò Lisa poco prima di spingere la porta ed entrare nel locale.

Kelsey e Jordan erano sempre là; occupavano il tavolino accanto al biliardino e avevano posizionato altre due sedie attorno a esso.

Lisa, che piacere!” esordì Jordan con ironia, rivolgendo un cenno di saluto a entrambe.

Jordan, hai intenzione di rompermi le palle anche oggi? Non ne ho voglia di sentirti blaterare!” ribatté lei.

E presero, come al solito, a battibeccare e punzecchiarsi.

Uff, e ci risiamo. Non ne posso più” borbottò Kelsey, facendo un cenno a Cathleen per invitarla a sedersi accanto a lui.

Lei, dopo aver preso posto, tentò di riportare l'ordine e attirare l'attenzione. “Ragazzi, io e Lisa dobbiamo chiedervi una cosa!”

I due si concentrarono su di lei.

Dobbiamo organizzare una festa di compleanno per un nostro amico, ma ci sono troppe cose da fare e siamo solo in tre a preparare. La nostra richiesta è: siete disposti a darci una mano? Non vi chiederemo molto, sicuramente ci serve aiuto per appendere le decorazioni e poi non so...”

Contate su di me” accettò Kelsey prontamente.

Jordan non disse nulla, si limitò ad aggrottare le sopracciglia.

E tu che hai da dire, razza di idiota?” lo aggredì Lisa dopo una decina di secondi.

Non lo so, io ho altro da fare” borbottò lui, per niente contento.

Nessuno parve sorpreso di quella reazione da parte sua; anche le ragazze avevano imparato a capire com'era fatto: non chiedeva niente a nessuno e non voleva gli venisse chiesto qualcosa.

Durante la loro consueta partita a biliardino i tre coinvolti nell'organizzazione discussero di ciò che avrebbero dovuto fare nei giorni successivi.

Sarei proprio curioso di conoscere il festeggiato” disse Kelsey mentre le ragazze, dopo aver perso per l'ennesima volta, raccattavano borse e giubbotti per andare via.

E Lionel sarebbe contento di conoscere te! È un ragazzo d'oro, ed è impossibile non adorarlo!” esclamò Cathleen con tenerezza.

Kelsey non poté fare a meno di notare che le brillavano gli occhi mentre parlava di lui; dovevano avere un legame speciale.

Oh, ma tu lo conosci! Il giorno di San Valentino nei dormitori maschili c'era anche lui: è quel ragazzino con i capelli lunghi e ricci...” spiegò Lisa.

Ah, è lui! Sì, mi ricordo! Non è male, mi fa piacere darvi una mano per la sua festa!”

Lui e Cathleen si salutarono con l'accordo di tenersi in contatto per telefono.

Le ragazze si avviarono verso la mensa elettrizzate: erano riuscite a trovare un aiutante!

Ma cosa avrebbero regalato a Lionel?


Il pomeriggio successivo, Ben si aggirava con fare annoiato per i confini del campus. Non aveva nulla da studiare e aveva approfittato della tiepida giornata di sole per fare una passeggiata nelle deserte stradine sospese tra campagna e costa.

Mentre camminava, mille pensieri gli affollavano la testa.

Da quando aveva chiesto aiuto a Tiffany per scoprire se Lisa lo stesse tradendo, lei non gli aveva fatto sapere niente. Non voleva insistere o farle pressioni, ma ormai i rapporti con la sua ragazza diventavano sempre più confusi e deboli senza un'apparente ragione.

Avrebbe dovuto parlare con Lisa, aveva provato più volte a introdurre l'argomento, ma lei riusciva sempre a cambiare discorso in un modo o nell'altro.

Ben si era impegnato tantissimo in quella relazione, aveva dato tutto se stesso per quella splendida ragazza e adesso aveva paura che tutto si dissolvesse nel nulla.

Vedeva la loro storia arrivare al capolinea e non lo voleva accettare, convinto com'era che si potesse ancora fare qualcosa per rimediare.

Un rumore poco lontano spezzò il silenzio della campagna e riportò Ben alla realtà.

Il ragazzo aguzzò la vista e si rese conto che un cavallo si stava avviando verso di lui. L'animale era guidato da qualcuno, ma Ben non riuscì a capirne l'aspetto finché non fu sufficientemente vicino.

Si trattava di un ragazzo di circa vent'anni, dai capelli arruffati e lunghi alle spalle; indossava vestiti consunti e un enorme cappello di paglia. Nonostante non potesse esserne certo, Ben dedusse che non superasse il metro e sessanta.

Il cavallo su cui sedeva sfoggiava un manto rossiccio con qualche chiazza bianca e un corpo maestoso e muscoloso.

La buffa accoppiata si fermò a pochi metri da lui.

Ti sei perso?”

Ben si avvicinò e gli mostrò lo stemma della Newton Academy.

Ah, sei uno della scuola” constatò l'altro ragazzo, osservandolo con i suoi enormi occhi nocciola.

Ben allora cominciò ad ammirare il cavallo; quest'ultimo non sembrava affatto infastidito dalla sua presenza e sembrava essere docile e buono.

Accarezzala sul muso se vuoi” lo sorprese il padrone, facendo a sua volta scorrere una mano sul collo dell'animale.

Come si chiama?” domandò, scoprendo che effettivamente il cavallo gradiva le sue attenzioni.

Non poteva esserne certo, ma era pronto a scommettere che sul suo viso si era dipinto un sorriso ebete.

Kyah, è una femmina. È il mio cavallo, ma spesso lo metto a disposizione del maneggio.”

Maneggio?”

Non lo sai? Ce n'è uno che dista due chilometri dalla Newton.”

Ben cadde dalle nuvole. “Davvero? No, non lo sapevo. E tu hai preso lezioni di equitazione in questo maneggio?”

Sì, ho iniziato quando avevo otto anni.”

Mentre parlava con il ragazzo appena conosciuto, a Ben venne in mente che Lionel avrebbe adorato Kyah.

Al suo amico, infatti, piacevano un sacco le scienze naturali e gli animali; inoltre si lamentava spesso che gli sport più diffusi non andavano d'accordo con la sua pigrizia e quindi non riusciva a praticarne neanche uno.

Senti... ehm, non so il tuo nome...” cominciò.

Gregory.”

Senti Gregory, è possibile visitare il maneggio?”

Certo!”

Questo sabato ci sarai anche tu per caso?”

Sì, ci sono quasi ogni giorno. Perché?”

Benissimo, allora penso proprio che verrò a farvi visita!”


Ti ricordo che tu dovresti fare una certa tesi, non dovresti nemmeno essere qui, quindi lascia fare a me e non mi intralciare!” sibilò Lionel, tirando la ragazza per una manica.

Mi auguro solo che nessuno ci veda!” mormorò Tiffany, rannicchiandosi su se stessa.

Guardali, come sono romantici! Bleah, non li sopporto!” commentò lui con disprezzo.

I due erano nascosti dietro una siepe del grande parco e spiavano una coppietta felice che si scambiava effusioni su una panchina.

Dobbiamo stare qua tutto il giorno? Scatta la foto e andiamocene, sono indietro con la tesi e anche accompagnarti qui è stata un'eccezione!”

Oddio, si stanno baciando! Momento perfetto da immortalare! Ecco, ho fatto!”

Okay, adesso fai piano. Dobbiamo raggiungere quella fila di alberi e poi possiamo metterci in piedi.”

I due gattonarono tra l'erba umida per qualche metro, poi, raggiunto un punto abbastanza lontano da occhi indiscreti, si sollevarono e uscirono dal parco con un sorriso trionfante.

Ce l'abbiamo fatta! Hai controllato che la foto non sia venuta mossa?” domandò Tiffany, passandosi le mani sui pantaloni per ripulirli.

Lionel annuì. “Ho controllato: è perfetta, anche i soggetti sono inconfondibili. Allora, quanto tempo le diamo per parlare?”

Lei ci rifletté su per qualche secondo. “Fino al 26. Se entro quel giorno non avrà detto la verità, entreremo in gioco noi. Mi raccomando: acqua in bocca. Questo è un segreto tra noi due, intesi?” gli ricordò.

Tranquilla Tiff, non dubitare mai della mia affidabilità!”



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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


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Capitolo 24



A Tiffany piaceva lavorare all'aperto e finalmente le miti temperature di marzo glielo permettevano.

Nonostante la primavera non fosse ancora arrivata ufficialmente, nell'aria se ne sentiva l'odore: era piacevole crogiolarsi sotto il tiepido sole e osservare gli alberi del campus già carichi di coloratissimi fiori.

Così Tiffany, quel pomeriggio, aveva preso posto e digitava freneticamente sul suo portatile, circondata da libri e fogli di appunto che rischiavano di volare a ogni alito di vento.

Mancavano circa dieci giorni alla consegna della tesi e lei aveva buttato giù appena duemila parole. Ormai non aveva più tempo per niente: tornava nella sua camera dopo le lezioni e accendeva il pc per continuare il suo lavoro, dopo cena lavorava fino a notte fonda. Ormai era diventata una macchina: assorbiva e rielaborava informazioni tutto il giorno.

I suoi amici, preoccupati per lei, le ripetevano di fare una pausa perché altrimenti sarebbe impazzita, ma Tiffany non ne voleva sapere; questa relazione sarebbe stata decisiva per il voto di fine anno e si voleva impegnare al massimo.

Allora, un sinonimo di attaccare...” borbottò tra sé, dando un'occhiata a una pagina di internet.

Una voce alle sue spalle la fece sobbalzare: “Ciao signorina”.

Tiffany sapeva chi avesse parlato anche senza voltarsi. “Alex, lasciami in pace, sto lavorando.”

Tranquilla, non ti voglio disturbare” affermò, poi apparve nel suo campo visivo e si accomodò in una sedia vuota attorno al tavolo.

Non vuoi disturbarmi, ma lo stai facendo. Non sopporto di essere fissata.”

Lui non fece caso a quelle parole e prese a sfogliare distrattamente un libro senza guardarne il contenuto. “Allora, come va la tesi?”

Benissimo, grazie” tagliò corto lei, riprendendo a scrivere al computer.

Davvero? Quante parole hai scritto?”

Duemila più o meno.”

Calò il silenzio per qualche secondo. Alex lasciò perdere il libro e si avvicinò maggiormente alla ragazza, poggiando i gomiti sul piano del tavolo.

Alex, mi dai fastidio! Tu non hai da fare la tua tesi?” sbottò allora lei.

Io ho già scritto settemila parole, sono a buon punto.”

Non ci credo nemmeno se me lo giuri. Come è possibile?”

Modestamente sono molto rapido a sintetizzare e scrivere al pc. Ho anche il tempo di rileggere per correggere eventuali errori” spiegò lui, pavoneggiandosi.

Ecco: perché non vai a finirla e mi lasci in pace?”

Ma no, io voglio aiutarti!”

Tiffany sapeva esattamente dove Alex stava andando a parare e la cosa non le piacque per niente. Certo, la sua proposta era allettante, ma la sua dignità valeva più di qualsiasi cosa.

Si voltò verso il ragazzo, puntando i suoi occhi in quelli di lui. “Stammi bene a sentire, Alex: io non accetterò mai la tua proposta. Preferisco mille volte prendere un'insufficienza che accontentarti. Intesi?”

Lui non parve affatto turbato da quelle parole. “Va bene, ma sappi che io sono testardo quanto te. Non ti libererai facilmente di me. Questa volta hai vinto tu, ma ci saranno tanti altri round.”

Detto questo, si alzò e si allontanò con un sorrisetto strafottente stampato in faccia. Mentre passava accanto a Tiffany, allungò una mano e le diede un buffetto su una guancia; lei si ritrasse, irritata e quasi disgustata da quel contatto.

Quando lui fu a debita distanza, sbuffò pesantemente e si prese la testa tra le mani. Ma perché capitavano tutte a lei? Ora si ritrovava non con uno, ma con due enormi problemi: una tesi di dodicimila parole da scrivere e un ragazzo insopportabile che l'avrebbe tormentata per più di una settimana.


Il preside era un ometto sulla cinquantina dalle guance paffute e due occhietti piccoli ma attenti. Quando lo si guardava, si provava subito un senso di pace.

Nonostante il suo incarico, era una persona molto buona e amava il contatto con i ragazzi.

Quindi noi vorremmo organizzare una festicciola a sorpresa per un nostro caro amico, ma ci siamo resi conto che allestire tutto in una camera sarebbe impossibile e non avremmo abbastanza spazio” stava spiegando Cathleen.

Lisa, accanto a lei, aveva taciuto per tutto il tempo. Si era offerta di accompagnare la sua amica, ma in situazioni del genere non riusciva a parlare per via dell'ansia e del nervoso, e non era di nessuna utilità.

Ho capito: vi servirebbe il permesso per organizzare la vostra festa in un'altra stanza, giusto?” dedusse il preside in tono allegro e rilassato.

Esatto” confermò Cathleen, leggermente intimorita.

Avete una data precisa in cui vorreste festeggiare?” domandò l'ometto, afferrando un'agenda che giaceva sulla scrivania e sfogliandola frettolosamente.

Pensavamo per l'ultimo fine settimana di questo mese, ma non abbiamo una data precisa...”

Sabato sera nella stanza D1 dell'edificio centrale. Non sono previsti altri eventi in questo periodo, quindi potete cominciare a organizzare tutto. All'interno c'è un impianto da montare nel caso voleste mettere musica; anche quello è a vostra disposizione, ma fatevi aiutare da qualcuno più esperto di voi per utilizzarlo. Ah, ovviamente dovete prendere e restituire le chiavi della stanza al responsabile di quell'ala ogni volta che ci entrate” sentenziò il preside, con un sorriso bonario.

Dice davvero?” esclamò Lisa, aprendo bocca per la prima volta da quando si trovava nella stanza.

Grazie, grazie davvero!” aggiunse Cathleen, con un sorriso pieno d'entusiasmo.

Alt, un attimo! Dovete però seguire delle regole: il volume della musica non dev'essere troppo alto e dovete spegnerla alle due. Quella stanza è lontana dai dormitori, ma siamo comunque in una scuola! Poi... mi sembra ovvio che non dovranno esserci alcolici, ed eleggerò un adulto addetto a controllare che sia tutto a posto durante la festa.”

Rispetteremo tutte le regole, promesso! Non sa quanto le siamo grate...” promise Cathleen.

Vi conosco e so che siete ragazze affidabili, ecco perché vi ho dato il permesso. E poi mi sono accorto che tenete molto a fare questa sorpresa al vostro amico. Quanti anni compierà il ragazzo?”

Quattordici.”

Bene, allora vedrò di passare a dargli gli auguri sabato prossimo!”

Le due ragazze uscirono dalla presidenza talmente cariche di gioia e soddisfazione che non riuscivano a contenersi.

Abbiamo ottenuto il permesso, dobbiamo dirlo a Ben!” esclamò Cathleen senza riuscire a trattenere un gridolino, mentre camminavano in fretta lungo i corridoi deserti.

Oddio, ce l'abbiamo fatta! Ma io lo sapevo: il preside accontenta sempre noi ragazzi. E abbiamo anche l'impianto per la musica, non ci posso credere!” fece notare Lisa con un sorriso da un orecchio all'altro.

A chi potremmo chiedere aiuto per montarlo e usarlo?”

L'altro giorno parlavo con Ben e mi ha detto che conosce un certo Miles... non ricordo il cognome... comunque, un certo Miles che se la cava con queste cose. È il tipo che mette musica alle assemblee d'istituto, hai presente?” raccontò Lisa.

Sì, ho capito. E pensi che accetterà di essere il nostro dj per una sera?”

Secondo me sì!”

Le due continuarono a parlottare tra loro, passeggiando per il campus immerso nella luce color lava del tramonto.


Tiff, smettila di scrivere, ti prego!”

Lionel, per favore, non insistere! Ci pensa già tuo fratello a farmi perdere la pazienza!”

La ragazza si era posizionata nel suo solito tavolino all'esterno della biblioteca per lavorare alla sua relazione.

Quella notte aveva dormito per tre ore, ma ne era valsa la pena: il suo documento Word segnava quattromilacinquecento parole.

Ormai era quasi sicura di potercela fare senza l'aiuto di Alex; l'unico problema era l'imminente verifica di storia dell'arte per cui avrebbe dovuto studiare almeno un pomeriggio intero.

Mi stai per caso paragonando ad Alex? Io lo dico per il tuo bene! Si vede lontano un miglio che sei distrutta!” ribatté Lionel.

E va bene, hai vinto tu! Che ne dici di andare al bar? Ti offro qualcosa!” cedette la ragazza, spegnendo il pc e cominciando a riporre i libri dentro un grande zaino.

No, offro io perché tra poco è il mio compleanno!” la contraddisse lui, dandole una mano a sistemare tutto.

Che c'entra? Invece voglio offrire io perché... sono più grande!”

I due continuarono a battibeccare finché non furono all'interno del locale.

I due si accomodarono in un tavolino e ordinarono qualcosa di caldo da bere.

Ah, Lion! Non abbiamo più avuto occasione di parlarne: come sono le foto di quei due? Non me le hai fatte vedere!”

Giusto, Lisa e quell'altro tipo! Ho tenuto solo una foto perché l'altra era mossa e non si riusciva a vedere quasi niente. Guarda, questa è venuta benissimo, si nota il profilo di Lisa.”

Lionel tese il cellulare a Tiffany e lei lo prese per osservare meglio lo scatto.

Il display mostrava una coppia seduta su una panchina e incorniciata da una miriade di rametti e germogli verdi. Le due sagome erano state catturate di spalle, ma il viso della ragazza era rivolto verso quello del ragazzo. Il volto di lui era nascosto dai suoi capelli mossi dal vento; cingeva le spalle di Lisa con un braccio per avvicinarla maggiormente a sé.

Era palese: quella era Lisa e stava baciando un altro ragazzo.

Tiffany sorrise nell'accorgersi che Lionel aveva rinominato la foto Lisa e quell'altro tipo.

Perfetto! È una bella foto, molto artistica!” osservò, rendendo il telefono al suo amico.

Perché non lo possiamo dire a Cathleen?” domandò lui, desideroso di coinvolgere anche la sua migliore amica in quella piccola follia.

Te l'ho già detto: Cat è un'inguaribile ottimista e spesso è troppo buona. È convinta che Lisa prima o poi dirà la verità a Ben e non vuole intromettersi in questa storia. Se sapesse che vogliamo portare a Ben le prove, farebbe di tutto per fermarci. Ma noi sappiamo benissimo che Lisa non sputerà il rospo entro quest'anno solare e che Ben non merita di essere preso in giro; noi lo vogliamo solo aiutare.”

Esatto! E poi siamo persone corrette: le lasceremo il tempo di dire la verità e non la forzeremo!” aggiunse lui con solennità.

Bene! Quindi non dirlo a Cat!”

Hai la mia parola!”


Un blocco ad anelli, una penna blu e la pace.

Tanti uccellini pigolavano e gorgheggiavano sulla sua testa; si chiamavano e si inseguivano tra i rami fioriti del melo, come in una danza di cui solo loro conoscono il ritmo.

Il sole sospeso a est illuminava il mondo di una luce nuova e brillante, in grado di sciogliere il fresco frizzante del mattino.

Lei stava seduta sull'erba profumata e ancora leggermente umida, con la schiena appoggiata al possente fusto dell'albero. E scriveva.

Era difficile incastrare le parole, modellarle per dar loro un senso e una musicalità. Doveva rifletterci su, ripetersele e canticchiarsele in mente, ma le piaceva e le trasmetteva calma.

Posò la penna sul foglio e si soffermò ad ascoltare i cinguettii, i ronzii e i fruscii che la circondavano.

Avrebbe voluto restare per sempre lì, sospesa in quella fresca mattinata di rugiada.



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Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***


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Capitolo 25



Mmh... qui c'è un pacco di patatine enorme in offerta! Lo prendo?” esclamò Lisa, aggirandosi tra gli scaffali.

Prendine due, ci serviranno” affermò Cathleen, per poi dirigersi verso il reparto delle bibite.

Ascolta: Ben l'altro giorno mi ha detto che ha trovato un regalo perfetto per Lionel, ma che ci vorrà il contributo di tutti perché costa un bel po'” annunciò la mora, spingendo il carrello pieno di spesa.

Davvero? Di cosa si tratta? L'avete detto a Tiff?”

Sì, e lei ha accettato di buon grado. Ben mi ha spiegato che ha incontrato un tipo di un maneggio a pochi chilometri da qui e, sapendo che a Lion piacciono gli animali e la natura, si è informato sulle lezioni di equitazione. Pensava di regalargli il primo mese di lezioni, in modo che possa provare ed eventualmente continuare. Che ne dici?”

Cathleen sgranò gli occhi e un sorriso raggiante le illuminò il viso. “Ma è un'idea magnifica! Ben è un genio, a me non sarebbe mai venuta in mente una cosa del genere! Ma certo che collaboro! Sono sicura che Lion andrà pazzo per questo regalo!”

Okay, adesso respira, rilassati, su... abbiamo finito con il cibo?” tentò di ristabilire la calma Lisa con un paio di bottilglie di aranciata tra le mani.

Penso di sì. Secondo te può bastare questa roba? Non ho idea di quante persone ci saranno...”

Certo, ci potremmo sfamare un esercito!”

Le due si recarono alla cassa e, dopo aver pagato e imbustato la loro spesa, uscirono dal supermarket, che si trovava a poche centinaia di metri dal campus.

Tu a che punto sei con le decorazioni?” s'informò Cathleen.

Più o meno a metà. Ho finito di comporre uno striscione, ma mi servirebbe altra carta.”

Tra le due ragazze calò il silenzio.

C'era una domanda che ronzava da molto tempo nella testa di Cathleen, ma che non osava porre alla sua amica per non sembrare troppo insistente: Lisa aveva intenzione di fare una scelta tra Joel e Ben?

Lei era molto preoccupata per il suo amico e indignata per il comportamento della sua compagna di stanza, le dava fastidio che quella situazione si stesse prolungando ancora, ma allo stesso tempo era dell'idea che non avrebbe mai dovuto intromettersi nelle questioni altrui e lasciare a Lisa il tempo che le serviva.

Ma ora era passato troppo tempo e Lisa non aveva più accennato all'argomento, nonostante continuasse a frequentare entrambi i ragazzi.

Lise, ascolta... ma tu con Ben... che intenzioni hai?” biascicò allora, dopo aver preso coraggio.

Lei mise subito su un broncio; proprio quello che Cathleen voleva evitare.

Non è una situazione facile da affrontare, sai? Ho bisogno di riflettere! Tutti mi volete mettere fretta, ma perché non mi lasciate in pace?” sbottò infatti in tono offeso.

Io non ti voglio mettere fretta, ma ti rendi conto di cosa stai facendo al povero Ben? Lui con te è sempre stato onesto e paziente, un principe azzurro insomma, e questo è il tuo ringraziamento? Lo so che non ho nessun diritto di dirtelo, ma secondo me ti approfitti troppo di questo ragazzo! Renditi conto che ormai da mesi lui sta perdendo tempo con te!” si inalberò subito la bionda.

Erano ormai giunte davanti all'ingresso della scuola e tra le due ragazze era scoppiata una bomba.

Bene, se la pensi così allora prenditi pure questo principe azzurro!” concluse Lisa, per poi girare i tacchi e percorrere a grandi passi la distanza che la separava dai dormitori femminili.

Cathleen non la seguì; non aveva nessuna intenzione di discutere con lei. Quando faceva certi discorsi, si dimostrava proprio immatura e insopportabile, oltre che ingrata nei confronti di chi l'aveva sempre assecondata e perdonata.

Dopo un minuto in cui tentò di tranquillizzarsi e sbollire la rabbia, fece il suo ingresso nel campus e si recò al bar, sperando di incontrare Kelsey.

Con lui le cose erano poco chiare: lei cominciava a provare qualcosa per lui, anche se non troppo intenso, e alcuni segnali le facevano intendere che anche il ragazzo fosse interessato; ma tra loro le cose non si erano evolute più di tanto, si incontravano sempre al bar in compagnia di Lisa e Jordan e non pareva esserci nient'altro se non una grande complicità.

Ma dentro il locale non trovò Kelsey, bensì Alex.

Ehi dolcezza! Vieni qui, ti offro qualcosa!” la intercettò subito lui, appoggiato a un lato del bancone.

Lei, anche se controvoglia, si avvicinò a lui; per ordinare si sarebbe comunque dovuta dirigere al bancone, dal momento che il bar non aveva mai assunto dei camerieri.

Non era ancora del tutto a suo agio con lui per via della delusione ancora troppo recente, ma aveva cominciato a rispondergli a tono quando lui portava fuori una delle sue innumerevoli cretinate.

Alex, ma che piacere incontrarti” esordì lei sarcastica. “Come mai non stai importunando mia sorella oggi?”

Avrei voluto tanto farlo, ma non so dove sia, sicuramente nella sua stanza. Poverina, lavorare così le farà male, quando vorrei aiutarla...” affermò in tono malizioso.

Preferirebbe trasferirsi in Iran piuttosto che farsi aiutare da te. Piuttosto, parliamo del compleanno di tuo fratello: ovviamente non ti sei offerto di aiutarci per la festa.”

Mi rendo conto che per voi sarei d'intralcio. Lo so, sembro stupido, ma in realtà mi rendo conto di quando la mia presenza non è gradita.”

Cathleen scoppiò istintivamente a ridere. “No, tu non sembri affatto stupido: lo sei! E scommetto che non gli farai neanche il regalo.”

Lui storse le labbra in una smorfia. “E tu che ne sai? Sto organizzando una grandissima sorpresa per lui, che però deve rimanere segreta.”

Dici sul serio?” domandò la ragazza, incredula.

Certo! Lionel è pur sempre mio fratello, no?”

Cathleen si sforzò più che poté per capire cosa passasse per la mente di Alex, ma non riuscì proprio a immaginarsi cosa potesse essere. Ad ogni modo, questa notizia la portò a riflettere parecchio: non si aspettava che l'insopportabile Alex stesse davvero escogitando qualcosa per Lionel.

Nonostante ciò rimase della sua idea: Alex era pur sempre Alex, e un solo gesto non avrebbe cambiato la sua visione di lui.

Ma non era l'unico ad avere in serbo una sorpresa speciale.


Davvero ragazze, io vi aiuto volentieri! Nessun disturbo!” ribadì Kelsey, mettendosi agilmente in piedi su un banco accanto alla finestra.

Sul volto di Cathleen si dipinse un dolce e spontaneo sorriso. “Non so come ringraziarti Kel, trascorri un sacco di tempo a darci una mano!”

Lui fece spallucce senza scomporsi troppo, come al solito. “È divertente. Mi serve un'estremità del festone.”

La ragazza gli porse la sommità della decorazione di carta che Lisa aveva creato con tanto impegno.

Già, Lisa. In quel momento la mora si trovava dall'altra parte della stanza insieme a Ben e non le rivolgeva nemmeno uno sguardo. Non aveva ancora chiarito con lei dopo il litigio del pomeriggio precedente, e Lisa per questo si era incollata a Ben; pensava probabilmente di dare fastidio a Cathleen con quel gesto e in effetti non aveva tutti i torti.

Oggi viene il tipo a montare l'impianto?” gridò la bionda a Ben; la sua voce rimbombò tra le pareti spoglie di quella grande e anonima aula, che sarebbe dovuta diventare un perfetto salone da festa.

Sì, Miles lo vuole provare. Lisa, andiamo a prendere un banco in modo che possa appoggiare il pc e tutto il resto, va bene?”

I due si diressero quindi all'esterno, lasciando Kelsey e Cathleen da soli.

Avete in mente qualche regalo per Lionel?” indagò Kelsey, balzando giù dal tavolo e sollevando il festone in modo che non strisciasse a terra.

La ragazza gli raccontò dell'idea di Ben.

Uh, figo! Sono stato una volta in un maneggio, in Spagna: una passeggiata a cavallo alquanto soddisfacente e rilassante. Invece, per quanto riguarda gli invitati? Quanti sarete?”

Sarete? Saremo, semmai! Tu sei invitato, è logico!” ribatté Cathleen con un occhiolino.

Anch'io?” Kelsey sembrava davvero sorpreso.

Certo, pensavo fosse scontato! Ci stai dando davvero un grande aiuto e devi assolutamente essere presente sabato! Penso anche che a Lion farebbe molto piacere!”

Ben! Puoi stare più attento? Stavo per andare a schiantarmi contro la porta!”

Il grido stridulo di Lisa fece sobbalzare i due ragazzi.

Ben e Lisa fecero il loro ingresso qualche secondo più tardi con un banco e un borbottio lamentoso da parte di lei.

Cat, pensi che a Tiff farebbe piacere passare a trovarci per staccare dallo studio?” domandò Ben, ignorando completamente la sua ragazza.

Dipende: se è a buon punto con la tesi, sicuramente sì! La chiamo subito!” decise lei, estraendo il telefono dalla tasca della giacca e contemporaneamente porgendo l'altra estremità del festone al suo aiutante.

Mmh?” rispose sua sorella dopo qualche secondo.

Tiff, per favore, spegni quell'arnese infernale e vieni da noi!”

Ma sono solo a cinquemilacinquecento parole e ormai manca circa una settimana e...” obiettò con un sospiro.

Tiff, spegni il pc e raggiungici. È un ordine!”

Tiffany aggrottò le sopracciglia mentre il cursore nello schermo del suo portatile continuava a lampeggiare, dandole inevitabilmente sui nervi.

E va bene, altrimenti finirò per impazzire davvero!” acconsentì, salvando le modifiche del documento e chiudendo il computer di tutta fretta.

La ragazza fu ben felice di precipitarsi finalmente fuori dalla sua camera, in cui era prigioniera ormai da ore.

Attraversò il grande cortile del campus con passo lento, assaporando l'aria di marzo che si faceva sempre più mite giorno dopo giorno e che preannunciava una dolce primavera.

Mentre costeggiava la fontana, una figura a lei familiare attirò la sua attenzione: aveva preso posto sul bordo di marmo, teneva lo sguardo basso e non sembrava badare alle goccioline fresche che il getto d'acqua le spruzzava addosso.

Tiffany si avvicinò al ragazzo, ma lui non si accorse finché lei non esordì: “Ehi Lion, come mai qui?”

Lionel non le rispose; Tiffany allora lo osservò meglio e constatò che il suo amico era scosso dai singhiozzi.

Lion, ma stai piangendo?! Che è successo?” si preoccupò subito, prendendo posto al suo fianco e afferrandogli una mano.

Tiff... non guardarmi mentre piango” biascicò lui, rivolgendo lo sguardo da un'altra parte per nascondere le lacrime.

Lei non poté fare altro che stringerlo in un abbraccio. Le si spezzava il cuore a vederlo in quelle condizioni.

Uomini, tutti uguali: vi vergognate se qualcuno vi vede piangere, come se non fosse una cosa naturale e umana” commentò.

Mi sento uno stupido” mormorò Lionel, tentando di trattenere una nuova ondata di lacrime.

Ti senti stupido perché piangi?”

No, per la motivazione.”

Se qualcosa ti tormenta, sai che con me ne puoi parlare.”

Per circa un minuto i due furono avvolti solo dallo scroscio dell'acqua alle loro spalle.

Non ci riesco” ruppe il silenzio il ragazzo con un sospiro.

Tiffany non aggiunse nient'altro; sapeva che Lionel stava cercando il modo per esprimere ciò che aveva dentro.

Pensavo di poterlo fare, invece non riesco a dimenticarla. Sono uno stupido: ho sofferto per mesi, mi sono illuso di avere qualche possibilità con lei... e nonostante mi sia imposto di togliermela dalla testa lei è ancora lì, tra i miei pensieri.”

Tiffany dovette utilizzare tutta la sua forza di volontà per non lasciarsi sfuggire qualche lacrima a sua volta. Il discorso di Lionel l'aveva colpita molto; forse perché era stato il caro e dolce Lionel a pronunciarlo, o forse perché sapeva a chi si stesse riferendo, l'aveva sempre saputo.

Amare non è stupido. I sentimenti non lo sono mai, di qualsiasi tipo essi siano. Soffrire, piangere, disperarsi è normale, anche questo ci serve. Io ti stimo molto e sono sicura che supererai anche questa. Io sono sicura che tu abbia una grandissima importanza per questa ragazza, e ti consiglio di non arrenderti; forse deve ancora aprire gli occhi e rendersi conto dell'angelo che le sta accanto.”

Lionel, ascoltando quelle parole, aveva ripreso a singhiozzare e aveva stretto Tiffany più forte a sé.

Lei credeva davvero in quel ragazzo e non poteva sopportare di vederlo in quelle condizioni.

Ma era contenta di esserci per lui, e ci sarebbe stata fino alla fine.


* * *


Ciao ragazzi! ;)

Ormai sapete che mi piace palesarmi ogni tanto, anche se non scrivo sempre le NdA in questa storia!!!

Vi invito come sempre a farmi notare, nel caso ne aveste notato, imperfezioni o incongruenze, ma soprattutto se la storia vi piace e vi appassiona! :)

Non so se avete notato, ma in questo capitolo ho cambiato “punto di vista” (non si può proprio parlare di punti di vista dato che la storia è in terza persona) da Cat a Tiff attraverso la loro telefonata... spero che la cosa non vi abbia destabilizzato o confuso. Non so se si possa effettivamente fare, però mi piaceva questo cambiamento alternativo al posto della solita riga bianca!

Ringrazio sempre i miei sostenitori, che sono davvero unici, e non vedo l'ora di leggere e rispondere alle recensioni per poter commentare anche questo capitolo insieme ai miei lettori! :3

Buona domenica a tutti!!! ♥



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Capitolo 26
*** Capitolo 26 ***


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Capitolo 26



Dai Alice, non essere così acida! Sarà un'occasione per divertirti, no?” insistette Cathleen per l'ennesima volta, osservando la sua compagna di stanza che si raccoglieva i capelli corvini in una crocchia.

Io non ho nulla a che vedere con quel marmocchio, perché dovrei partecipare alla sua festa? Sarei solo di disturbo.” Alice aveva pronunciato quelle parole con una smorfia e le sopracciglia aggrottate, come suo solito.

Perché c'è Angel!”

A quelle parole la mora parve esitare per qualche secondo, mentre lasciava ricadere i capelli sciolti sulle spalle e fermava una sola ciocca con una piccola pinza nera. “E quindi?” sbottò poi in tono irritato.

Cathleen, lasciala perdere” intervenne Lisa, che stava sistemando degli indumenti nell'armadio.

Le due non parlavano tanto in quei giorni, ma Lisa aveva smesso di mettere il broncio ogni volta che si trovavano nella stessa stanza. Carhleen aveva intenzione di risolvere con lei prima della festa di Lionel.

Vabbè, io non dico più niente. Dopodomani deciderai tu cosa fare” si rassegnò la bionda, prendendo a canticchiare e dirigendosi verso il bagno.

Qualche minuto dopo afferrò la sua borsa e annunciò: “Sto uscendo!”

Lisa le lanciò un'occhiata interrogativa, ma lei la ignorò e lasciò la stanza, continuando a intonare una canzone tra sé e sé.

Lisa ormai da qualche giorno si era accorta che la sua compagna di stanza si stava comportando stranamente: spariva per pomeriggi interi senza che nessuno avesse sue notizie, passava ogni momento della giornata a canticchiare e spesso si immergeva in chissà quali pensieri con lo sguardo perso nel vuoto.

Comunque lei non osava domandarle niente perché ce l'aveva ancora un po' con lei ed era decisamente troppo orgogliosa per parlarle.


Tiff, ci sei? Hai capito cosa ti ho detto?”

Tiffany osservava sua sorella senza nemmeno vederla, in uno stato confusionale che le faceva pulsare le tempie incessantemente.

Cathleen sospirò. “Sì, hai decisamente bisogno di una bella dormita. Perché ti trascuri così? Stai diventando matta!”

Ho sonno, voglio un letto... ma devo finire la ricerca entro domani, mi manca ancora... eh... quanto mi manca? Non me lo ricordo...” biascicò la sorella maggiore in tutta risposta, poggiando la testa sul libro che giaceva aperto davanti a lei.

Domani è venerdì, giusto? Oddio, ma sei in condizioni pietose!”

Finirò per accettare la proposta di Alex... no, ma che dico? Scusa., sono stravolta, non credere a queste cretinate!”

Ecco appunto, non dire cretinate! Su, ti accompagno in camera, hai bisogno di riposare!” affermò l'altra, alzandosi e sostenendo la sorella per permetterle di camminare senza sbandare e cambiare traiettoria.

Va bene, ma per favore, all'ora di cena manda qualcuno per svegliarmi... stanotte dovrò lavorare come un mulo se voglio riuscire a prendere almeno la sufficienza.”

Sì sì” la assecondò Cathleen, senza realmente credere a ciò che stava dicendo. Avrebbe lasciato in pace la ragazza finché non si fosse svegliata da sola.

Ma dimmi: Kel com'è? Vi sta aiutando?” s'informò Tiffany; se avesse smesso di parlare, si sarebbe addormentata in piedi in mezzo a una stradina del campus.

Kel è un tesoro! Immaginavo fosse un bravo ragazzo, ma non pensavo che sarebbe arrivato a tanto! Praticamente ha organizzato gran parte della festa, sta lavorando come se dovesse festeggiare il compleanno del suo più grande amico. Gli ho detto più volte di non preoccuparsi per noi, del resto ha anche una vita, ma quando viene a sapere che siamo nella stanza della festa viene sempre a darci una mano. È adorabile!” raccontò Cathleen con un enorme sorriso sulle labbra.

Wow, sono contenta! Però mi sento in colpa: se non avessi dovuto fare questa dannata tesi, non avrei dovuto scomodarlo. Ringrazialo tanto e digli che gli devo un favore.”

Certo, glielo dirò. Comunque abbiamo deciso di invitare anche Jordan alla festa; è vero, lui non si è offerto per darci una mano, però non vorrei che Kel si senta solo in mezzo a tutta quella gente che non conosce” spiegò ancora la ragazza, aprendo la porta dei dormitori femminili.

Secondo me hai fatto bene. Ho visto poche volte Jordan e non ci ho mai parlato, ma comunque non mi ha fatto una cattiva impressione e non credo l'abbia fatto per cattiveria. Ah, cosa stavi dicendo prima a proposito di Alex?” domandò all'improvviso Tiffany, meno assonnata per via della curiosità.

Ah, giusto! Qualche giorno fa mi ha rivelato che ha in serbo una grande sorpresa per Lion e questa cosa mi ha sorpreso molto. Lui non è proprio il tipo di persona che fa regali e dimostra affetto al prossimo, quindi mi domando cosa possa essere. Spero non sia una delle sue solite stronzate e che non rovini la festa.”

Una sorpresa? Cosa potrebbe essere? Non mi viene in mente niente e in effetti è una cosa molto strana.”

A proposito: Alex ti tormenta ancora?” chiese Cathleen.

Sì; ogni tanto si presenta mentre sto lavorando e mi chiede quante parole mi mancano per finire, si appiccica a me come una piattola e mi ricorda che la sua proposta è ancora aperta. Ma dico io: quale parte della frase non voglio avere niente a che fare con te non gli è ancora entrata in testa? Tanto non mi piacerà mai, andando avanti di questo passo non fa altro che rendersi ancora più insopportabile!”

Sai Tiffl, io ti stimo molto. Non è da tutti tacere e sopportare come fai tu, io al posto tuo avrei già ceduto o in alternativa sarei impazzita.”

Tengo alla mia dignità e ho fin troppa pazienza, tutto qui.”

Intanto le due ragazze avevano raggiunto la porta della camera di Tiffany, così Cathleen si assicurò che sua sorella si mettesse a letto e lasciò la stanza.


Dopo cena Cathleen tornò nella sua stanza intenzionata ad affrontare la tanto attesa chiacchierata con Lisa.

Fu la prima a raggiungere la camera; come al solito Alice non c'era e sarebbe stata via per qualche ora come di consueto, mentre Lisa sicuramente si stava intrattenendo con qualcuno. Cathleen sperò che questo qualcuno non fosse Joel.

La ragazza prese posto in una poltroncina con le gambe incrociate, afferrò cellulare e auricolari e si immerse completamente nell'ascolto, tanto che si accorse a malapena dell'arrivo di Lisa.

Ciao” salutò la mora in tono piatto, appendendo il cappotto primaverile in similpelle nell'attaccapanni.

Lisa, ti devo parlare. Siediti un attimo” esclamò l'altra, battendo il palmo della mano destra sulla poltroncina accanto alla sua e lanciando il telefono e le cuffie sul suo letto con la sinistra.

Lisa sapeva che quel momento sarebbe presto arrivato, quindi non mostrò alcuno stupore e obbedì.

Ascolta: non possiamo continuare a tenerci il broncio per sempre, dopodomani c'è la festa di Lion e dobbiamo collaborare perché tutto vada bene. Quindi chiariamo subito questa lite inutile.”

È che mi ha dato fastidio che ti sei intromessa nelle mie cose. Non fraintendere, siamo amiche ed è giusto che tu sappia, però non sai quanto è difficile questa situazione. Lo so che sto sbagliando, lo so che Ben non si merita ciò che gli sto facendo, ma questa situazione non è affatto facile. Insomma, ci vuole molto coraggio a guardare il proprio ragazzo negli occhi e portare fuori la verità; tu mi conosci e sai che io non sono per niente una persona coraggiosa. Inoltre un sacco di gente fa pressione, mi ripete in continuazione che lo devo lasciare e che mi sto comportando in modo pessimo... e io così vivo tutto il tempo con un peso enorme. Hai visto le mie occhiaie e la mia aria stanca in quest'ultimo periodo? Dico che è per via dello studio, ma in realtà è per i sensi di colpa.”

Cathleen, come sempre, ascoltò lo sfogo della sua amica senza mai interromperla e senza battere ciglio. Ormai aveva capito come prenderla: prima o poi Lisa metteva giù la solita maschera d'orgoglio e lasciava che tutte le sue emozioni sgorgassero all'esterno come un fiume in piena.

D'accordo, lo so che la tua non è una situazione facile. Nonostante certe volte ti comporti in maniera un po' immatura, so che sei una ragazza emotiva e che tieni alle persone che ti circondano. Forse il giorno fuori dal campus hai agito d'impulso perché ti sei sentita attaccata, ma ti giuro che non te ne parlerò più. Devi capirmi, io voglio molto bene a Ben e sono preoccupata per lui! Tutti lo sono, Lisa!” ribatté poi, cercando di mantenere il tono più calmo e distaccato possibile.

Sì, quel giorno del supermercato sono stata impulsiva, lo ammetto. Scusami Cat, tu mi stai sempre dietro anche se combino un disastro dietro l'altro!”

Cathleen la travolse con un abbraccio. “Non ti preoccupare, io ti voglio bene lo stesso perché ti conosco e so che non sei una stupida dopotutto!”

Ehi, cosa vuol dire dopotutto?” si ribellò Lisa, scoppiando a ridere e tentando di fare il solletico alla sua amica.

Le due, dopo una lite a colpi di grida divertite, si ritrovarono entrambe stese sul tappeto con il fiatone e le lacrime agli occhi per le risate.

Allora... pace? Per Lion?” domandò infine Lisa.

Pace per Lion. Lui si merita questo e tanto altro ancora.”


Tiffany si era risvegliata solo alle otto e mezza di sera e le era preso un colpo quando aveva visto l'orologio. Così, senza neanche preoccuparsi di mettere qualcosa sotto i denti, aveva raccattato pc e borsa piena di libri ed era uscita dalla stanza in cerca di un posto tranquillo in cui continuare – e possibilmente finire – la tesi. Sapeva di dover lavorare fino a notte fonda e non le andava di disturbare le sue compagne di stanza con luce e rumori.

Le notti di marzo erano ancora piuttosto fresche, ma la ragazza non volle rinunciare al suo abituale posto all'aperto; così si posizionò nel tavolino più vicino alla struttura della biblioteca, in modo da non essere troppo esposta a correnti d'aria e umidità.

Non vedeva l'ora che quella tortura finisse.

Nonostante avesse dormito per quasi cinque ore, il sonno non l'aveva aiutata un granché per la stanchezza e i suoi occhi erano esausti a forza di fissare lo schermo del computer.

Era china sui libri da circa un'ora e mezza quando sentì una mano picchiettarle leggermente su una spalla.

Alex, santo cielo, ma quand'è che ti estingui?” biascicò lei al limite dell'esasperazione, senza degnarlo di uno sguardo.

Dolcezza, ormai te l'avrò ripetuto un milione di volte: sono qui per aiutarti.”

Tiffany non aveva più nessuna voglia di rivoltarsi contro di lui, di lamentarsi per quell'orripilante dolcezza o di sottrarsi al suo tocco. Nella sua mente riecheggiavano solo tre parole, ovvero finire la ricerca, e lei eseguiva come un automa.

Per la festa di Lion sarai distrutta, così non va bene. Guarda un po' che brutte occhiaie.”

Devo finire Alex, vattene...”

Guardami, per favore.”

Tiffany alzò il viso e incontrò gli occhi del ragazzo senza opporre resistenza.

Non hai una bella cera Tiff, ti si legge negli occhi che non ce la fai più. Perché non vai a riposarti? In cambio ti chiedo solo un bacio, solo uno.”

Tiffany osservò il viso del ragazzo per qualche secondo. Davvero era lui la sua unica salvezza?

Per la prima volta, Tiffany esitò.



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Capitolo 27
*** Capitolo 27 ***


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Capitolo 27



Oddio, ehm... pensi che questo vada bene?” domandò Cathleen agitata, con la testa infilata nell'armadio e una pila di indumenti tra le braccia.

Come mai sei così in ansia per la festa?” indagò Lisa con un'occhiata interrogativa.

Non lo so, però... secondo me questo vestito è troppo corto, non mi va di mettermi troppo in mostra e poi sicuramente ci sarà freddo, quindi... e se indossassi un paio di pantaloni attillati e questo maglioncino?” riprese a blaterare la ragazza bionda, evasiva.

Intanto aveva tirato fuori un maglione porpora e lo aveva mostrato alla sua amica.

Tu mi nascondi qualcosa” rifletté l'altra, rovistando tra i suoi trucchi.

È qui il servizio trucco?” esclamò Tiffany facendo irruzione nella stanza; indossava un vestito nero su dei leggings dello stesso colore e aveva lasciato che i capelli biondi le ricadessero sulle spalle.

Vuoi truccarti? Strano, da te non me lo sarei mai aspettato!” ribatté Lisa sinceramente stupita.

Infatti voglio un trucco molto leggero e sono venuta qui perché io in queste cose sono una frana; mi aiuti tu, Lisa?”

Certo! L'ho promesso anche a Cat! A proposito: tua sorella secondo me ci nasconde qualcosa, si comporta in modo strano da giorni e ora non fa che correre da una parte all'altra della stanza in preda all'ansia!” raccontò la mora, facendo cenno a Tiffany di accomodarsi sul letto accanto a lei.

Ehi, vi ricordo che anche io sono qui con voi! Smettetela di parlare di me come se non ci fossi!” si rivoltò l'oggetto della conversazione, esaminandosi allo specchio.

Secondo me è perché vuole fare colpo su un certo Kelsey, non so se hai presente...” proseguì maliziosamente la sorella maggiore.

Non è vero!” sbottò Cathleen con le guance in fiamme.

Ragazze, sono distrutta. Ieri ho consegnato quella dannata ricerca e poi ho dormito più di dodici ore stanotte, ma ancora non mi sono ripresa” si lamentò Tiffany con un sospiro.

Mi dispiace Tiff... ma alla fine come hai fatto a finirla?” s'informò Lisa, cominciando a disporre lucidalabbra e ombretti sul copriletto color senape.

La notte tra giovedì e venerdì ho lavorato come una pazza, non sono andata a letto finché non ho visto quelle dodicimila parole scritte nel documento! E poi ho una cosa da raccontarvi... riguarda Alex.”

Ancora? Che palla al piede!” commentò Cathleen, osservando con aria scettica alcune paia di scarpe.

La notte in cui ho lavorato come una pazza lui è venuto da me. Non chiedetemi come abbia fatto a trovarmi, probabilmente ha girato per tutto il campus finché non mi ha visto. Comunque: mi ha ricordato la sua proposta indecente e ha fatto leva sulla mia stanchezza; io in quel momento non ne potevo più, stavo per crollare sul pc! Vi confesso una cosa: a un certo punto... stavo per cedere... lo so, sono una stupida, ma ero sfinita e lui poteva davvero essere la soluzione ai miei problemi.”

Oh mio dio Tiffany, non dirmi che...” esplose sua sorella indignata.

Tranquille, io non avrei mai accettato una cosa del genere! Ci ho pensato non due, ma mille volte prima di rispondere e... sono arrivata alla conclusione che la dignità vale più di tutto e non avevo nessuna intenzione di dare una soddisfazione del genere ad Alex. Le ore di sonno si possono recuperare, ma il ricordo di un errore non si manda via così facilmente. L'ho spinto via e dopo un po' di insistenze si è dovuto arrendere” concluse la ragazza.

Sei stata grande!” si complimentò Cathleen precipitandosi a stringerla in un abbraccio, poi si diresse verso il bagno canticchiando.

Strano, prima non cantava mai di fronte a noi. Cosa le sarà successo?” fece notare Lisa.

L'amore? Bah, Cat certe volte è un mistero” borbottò l'altra facendo spallucce.

Comunque sei stata davvero fantastica a comportarti così con Alex. Io non so se ci sarei riuscita.”

Tiffany dopotutto era felice della sua scelta. Alla fine ce l'aveva fatta: aveva finito la tesina ed era pronta per la festa di Lionel. Tutto con le sue forze e senza cedere alle pressioni di Alex.

Ora il peggio era passato.



Qui è tutto pronto. Puoi portare qui Lion!


Ben lesse il messaggio di Tiffany e, con un sospiro, si domandò perché fosse toccato proprio a lui l'incarico di trascinare il festeggiato alla festa senza fargli sospettare niente. Era un pessimo attore e non era sicuro di poterci riuscire.

Rimise il cellulare in tasca e bussò alla porta della stanza del suo amico; lui aprì la porta qualche secondo dopo.

Lion, sono disperato! Ho perso il portafogli!” si inventò Ben, fingendosi disperato e irritato.

Hai perso il portafogli?” ripeté l'altro perplesso.

Sì, sicuramente questo pomeriggio quando sono andato all'edificio centrale per ritirare un foglio! Ho cercato ovunque: in camera, in cortile, nei corridoi del dormitorio, in classe, ma non c'è! Volevo chiederti se per caso ti fosse capitato di vederlo.”

Lionel ci pensò un po' su. “No, altrimenti te l'avrei detto. Però se vuoi posso aiutarti con le ricerche, cosa ne pensi?” si offrì poi.

Ben accettò e lo ringraziò. In realtà stava facendo i salti di gioia: era riuscito nel suo intento, ovvero far uscire Lionel dalla sua camera. Sapeva che quel metodo avrebbe funzionato; lui aiutava sempre tutti quando ce n'era bisogno.

Così i due vagarono per un po' nei vari edifici del campus finché non giunsero di fronte alla stanza in cui si sarebbe tenuta la festa; Ben aveva furtivamente inviato un messaggio ai suoi amici per avvisarli che stavano per arrivare, così all'interno della sala tutti si erano zittiti e avevano spento la luce.

Mi pare di essere passato proprio di qui questo pomeriggio, ma questa porta era aperta... potrebbe essere finito qui?” rifletté il ragazzo più grande, facendo cenno alla porta davanti a loro.

Beh, c'è solo un modo per scoprirlo” tagliò corto Lionel: afferrò la maniglia e spalancò la porta senza troppi complimenti, poi accese la luce.

A quel punto si levò un grido: “Sorpresa!”

Il ragazzino, preso alla sprovvista, sobbalzò e lanciò un grido; subito dopo scoppiò a ridere, contagiando tutti i presenti.

Il dj della serata fece partire la musica per creare un piacevole sottofondo mentre Lionel, incredulo, si guardava attorno e continuava a ripetere: “No, ma voi siete pazzi! Una festa? Io non me l'aspettavo... ma non c'era bisogno...”

Tiffany, Cathleen e Lisa corsero ad abbracciarlo, Ben gli diede una pacca su una spalla e Alex mostrò entrambi i pollici su.

Alla festa erano presenti molte altre persone: compagni di classe di Lionel, tra cui i suoi compagni di stanza, Alice, Angel, Kelsey, Jordan e pochi altri.

Si respirava un'aria festosa che scaldò subito il cuore di Lionel; sapeva che quella sera sarebbe stata speciale e non vedeva l'ora di festeggiare con i suoi amici, mettendo da parte tutti i problemi e i dubbi che lo affliggevano di solito.

Dai Lion, andiamo a prendere da mangiare!” proposero le ragazze, trasportandolo fino al tavolo stracolmo di cibo.

Voi siete unici, davvero! E questa chi l'ha fatta?” chiese curioso, indicando una monumentale torta al cioccolato con quattordici candeline posta al centro della tovaglia.

Sono riuscita a preparare l'impasto e ficcarla in forno stasera, ma giusto in tempo... non so nemmeno io come ho fatto!” spiegò Tiffany, sperando non si notasse troppo la sua stanchezza.

Ma Tiff... tu in questi giorni eri impegnatissima, non dovevi fare tanto per me! Avresti dovuto riposarti almeno in questi giorni! Mi auguro che tu non ti sia data troppo da fare anche per organizzare tutta questa festa” la rimproverò il festeggiato, sentendosi leggermente in colpa.

Purtroppo per la festa non ho potuto fare molto per le ragioni che anche tu sai bene, quindi ho voluto preparare almeno la torta perché non mi piace starmene con le mani in mano! E poi tu non devi porti problemi; io l'ho fatto volentieri così come tutti noi!” lo rassicurò lei, tirandogli scherzosamente una ciocca di capelli.

Però Tiff ha avuto un degno sostituto: ti presento il nostro aiutante preferito!” intervenne Cathleen, facendo un cenno verso Kelsey.

Davvero? Allora lo devo ringraziare... ma come mai ha voluto preparare la festa se mi conosce a malapena?”

Non lo so, probabilmente perché è un ragazzo davvero buono!” rispose ancora la sua amica.

Lionel trotterellò per la stanza salutando e ringraziando tutti, mentre i presenti non perdevano occasione di acclamarlo e fargli un mare di auguri.

Bene, ora che ci sono tutti è giunto il momento dello spegnimento delle candeline e il taglio della torta... fatta con tanto amore da Tiffany!” annunciò Alex a un certo punto.

E quello?” esclamò Lionel, osservando il microfono a gelato che suo fratello teneva in mano.

Lui, Ben e Tiffany si scambiarono un'occhiata interrogativa, poi si diressero nel tavolo attorno al quale si era già radunata la maggior parte dei presenti.

Le candeline azzurre vennero accese e tutti si prepararono per cantare Tanti Auguri A Te a squarciagola, ma una voce proveniente dalla soglia li interruppe: “Ehi, volete soffiare le candeline senza di me? Devo dare gli auguri al festeggiato!”

Il preside?!” sbottò Lionel, al massimo dello stupore.

Il nuovo arrivato si avvicinò ai ragazzi. “Tranquilli, non vi rovinerò la festa; sapendo che uno studente avrebbe festeggiato sono passato a fargli gli auguri, ma me ne vado subito!”

Così tutti ripresero quel che stavano facendo.

Dopo la canzoncina di compleanno e il taglio della torta, il preside venne rifornito di cibo sufficiente per un'altra festa a parte e andò via soddisfatto.

Inutile dire che la torta di Tiffany fece successo e gran parte delle persone che l'avevano assaggiata ne presero più di una fetta.

Che schianto” commentò Jordan, squadrando Lisa che era intenta a rispondere a un messaggio.

Che schifo, non dire mai più una cosa del genere! E poi sono fidanzata!” replicò lei in tono irritato.

Lo so. Anche quel giocatore di basket con cui tradisci il tuo ragazzo lo sa, ma questo non cambia le cose!” la provocò lui, ghignando.

E tu cosa ne sai? Fatti gli affari tuoi! Chi te l'ha detto? Sei uno stronzo!” si rivoltò la ragazza.

Andiamo, lo sa tutto il campus tranne quel poveretto di Ben che ancora ti corre dietro. Mi chiedo come abbia fatto a scegliere una come te! Sei più una di quelle... da una botta e via.”

Lisa sgranò gli occhi. “Come ti permetti? Ripetilo se hai il coraggio! Ben mi ama! E almeno io ho trovato qualcuno, mentre tu resterai solo per il resto dei tuoi giorni!”

Chi ti ha detto che voglio stare in compagnia?” ribatté lui senza riuscire a trattenersi dal ridere, poi si allontanò lasciandola lì, impalata, sola con la sua rabbia.

Lisa si stava rendendo conto che non poteva andare avanti così: la situazione stava degenerando e se non si fosse data una mossa Ben sarebbe venuto a conoscenza della verità per via dei pettegolezzi.

Ormai questa doppia vita la imprigionava da quasi tre mesi e lei non sapeva proprio come uscirne.

Signori e signore, avrei un annuncio da fare!” esordì Alex al microfono, attirando l'attenzione di tutti.

Cathìeen in particolare non vedeva l'ora di scoprire di cosa si trattasse: sentiva che era arrivato il momento in cui Alex avrebbe svelato la grande sorpresa per Lionel.

Voi tutti sapete che Lion è il mio adorato fratello minore...” e a queste parole qualcuno ridacchiò e mise su smorfie di disapprovazione “e io mi sentivo in dovere di organizzare per lui una grandissima sorpresa per il suo quattordicesimo compleanno! Spero solo che gli possa piacere!”

Tutti rimasero con il fiato sospeso in attesa che il ragazzo continuasse a parlare.

E allora che entri la sorpresa!” concluse lui.

Una figura slanciata fece irruzione dalla porta d'ingresso e, con un'agilità incredibile, corse tra la gente per poi saltare praticamente addosso a Lionel e gridare: “Lion! Sorpresa! Non te l'aspettavi, vero?”

Lui, incapace di parlare, ricambiò la stretta.

Il suo cuore stava esplodendo di gioia.

Sarebbe volentieri scoppiato a piangere.



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Capitolo 28
*** Capitolo 28 ***


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Capitolo 28



Marta, ma... cosa ci fai qui?” fu la prima cosa che Lionel riuscì a mormorare, stringendo forte la sua amica a sé.

Ehi fratellino, non te l'aspettavi? Mi sottovaluti!” intervenne Alex, sventolando in aria il microfono spento.

Che modo è di accogliere un ospite? Sono venuta qui per festeggiare il tuo compleanno! Quattordici anni sono una meta importante!” commentò Marta, ridendo e tirando una ciocca di capelli al festeggiato.

Per quanto tempo resterai?”

Fino a mercoledì, sarà una specie di vacanza per me!”

Lionel esultò e portò una mano in aria; era raggiante come un bimbo la mattina di Natale.

Quindi lei è la tua famosa amica?” domandò Ben, avvicinandosi ai due e squadrando la ragazza.

Marta per l'occasione aveva indossato un abito color porpora di velluto sottile e leggero il cui orlo le accarezzava le ginocchia e un paio di bassi stivaletti neri. Era carina e per questo colpì subito l'attenzione dei ragazzi presenti alla festa.

Marta. Tu sei...?” chiese subito lei.

Ben, molto piacere!”

Vieni, ti presento tutti i miei amici!” decise Lionel, prendendola per mano e conducendola tra la folla in direzione di Cathleen e Tiffany.

Io sapevo che tuo fratello ti avrebbe fatto una grande sorpresa, ma non mi aspettavo si trattasse di qualcosa di così bello! Avevo paura che ne combinasse qualcuna delle sue!” esclamò subito la più piccola non appena Lionel e Marta giunsero di fronte a lei.

Ma no, Alex non è poi così male in fondo...” ribatté Marta, per poi ridacchiare e piegare la testa da un lato.

Dopo le presentazioni e i convenevoli, i quattro presero a parlare amabilmente; si unirono a loro anche Lisa e Kelsey, che passavano di lì e ne approfittarono per conoscere la nuova arrivata.

Allora Lion, che te ne pare?” chiese Alex, raggiungendo il gruppetto e dando una pacca sulla spalla al fratello.

Una delle cose migliori che tu abbia mai fatto nella tua vita, lo devo ammettere! Grazie!” ammise il più piccolo con gli occhi che brillavano.

Mentre in quell'angolo della sala si diffondeva l'allegria, all'estremità opposta Alice si malediceva per aver deciso di partecipare a quella festa e meditava di scappare senza farsi notare. Pensava di incontrare qualcuno di suo interesse, ma gli amici di Lionel erano abbastanza mediocri a suo parere e lei, seduta su una sedia in un angolo, non faceva che guardarsi attorno con disgusto e sbadigliare.

A un certo punto Angel, anche lui palesemente spaesato, si sedette accanto a lei con un bicchiere di popcorn in mano. Dopo qualche secondo in cui parve esitare, il ragazzo si voltò verso Alice e le domandò: “Hai mangiato qualcosa?”

Qualcosa” tagliò corto lei in tono piatto.

Non lo avrebbe mai ammesso, ma si trovava ancora in imbarazzo a parlare con lui: gli avvenimenti del mese precedente la tormentavano ancora e non riusciva proprio a capacitarsi del fatto che Angel non la detestasse nonostante tutto.

Ti va di andare a prendere qualcos'altro?” propose, accennando un sorriso carico di imbarazzo.

Non ho fame... ma grazie lo stesso.”

Okay.”

Calò il silenzio tra i due: Angel con lo sguardo perso e palesemente sovrappensiero, Alice con il gomito su una gamba e il viso posato sulla mano.

Io me ne voglio andare, questa festa è uno schifo” sbuffò lei dopo circa un minuto.

Il problema non è la festa: forse siamo noi che non ci sappiamo divertire, non credi?” commentò Angel; stavolta il suo sorriso si era fatto più ampio e aveva avuto il coraggio di incrociare lo sguardo della ragazza.

Un fischio proveniente dal microfono interruppe la loro conversazione e i due volsero lo sguardo verso l'angolo delle casse, curiosi di sapere cosa stesse accadendo.

Bene, ora è giunto il momento di annunciare il nostro regalo per Lionel!” esclamò Ben; accanto a lui si erano radunati Lisa, Tiffany e Kelsey.

Lionel, sbalordito e incredulo per l'ennesima sorpresa, venne trascinato da Marta a pochi metri dei suoi amici.

Ma voi... siete pazzi! Perché mi avete fatto un regalo? Non c'era bisogno di...” gridò lui per sovrastare il baccano generale.

Mi dispiace, ma non sei tu a decidere se ce ne sia o meno il bisogno!” lo rimbeccò Tiffany con un sorriso bonario.

Lion, tutti noi sappiamo che ti piace stare all'aria aperta e in particolare ami gli animali” proseguì il ragazzo al microfono. “Così io, Tiff, Lisa, Kelsey e Cat... un attimo: dov'è Cat?”

Tutti si guardarono intorno con aria perplessa, ma nessuno riuscì a scorgere la ragazza.

Sempre la solita! Le avevo detto di tenersi pronta!” si lamentò Lisa con un sospiro.

Ma adesso io sono curioso!” li incitò a continuare Lionel.

E va bene, allora continuiamo senza Cat, non credo che lei si offenderà! Dicevamo...” affermò Ben, assumendo nuovamente quell'aria misteriosa che suscitava tanta impazienza “noi cinque abbiamo deciso di farti un regalo molto speciale, che forse non ti aspetti, con la speranza che ti piaccia e che lo sfrutterai con piacere!”

La tensione ormai era alle stelle, il ragazzo non ne poteva più di aspettare e osservava i suoi amici con il fiato sospeso e gli occhi sgranati. Marta intanto lo osservava con un sorriso divertito.

Abbiamo per te... un mese di lezione gratis in un maneggio!” annunciò finalmente Ben, seguito dalle grida di approvazione degli altri ragazzi.

In un maneggio?!” esplose il festeggiato, mentre il cuore rischiava di scoppiargli dentro il petto.

Pensi che ti possa piacere?” gli chiese subito Tiffany, preoccupata.

Oddio, ma state scherzando?! È sempre stato uno dei miei sogni... ma ragazzi...”

Capendo che le parole non potevano esprimere la gioia che provava, si precipitò dai suoi amici e li strinse in un abbraccio. Quella sera si stavano susseguendo troppi avvenimenti strepitosi, Lionel era convinto che prima o poi sarebbe scoppiato a piangere.

Ma non dovevate fare tutto questo” continuava a ripetere, osservando con riconoscenza ognuno dei partecipanti al regalo. Quando posò lo sguardo su Kelsey, si ritrovo a farfugliare: “Kelsey, ma come mai...? Non... non mi conosci neanche!”

Il ragazzo, con la sua solita semplicità, si limitò a fare spallucce e spiegare: “Mi faceva piacere, tutto qui”.

Come vi è venuta in mente l'idea del maneggio? E dove mi devo recare di preciso?” volle sapere Lionel.

Così Ben prese a raccontare dell'incontro con Gregory avvenuto quasi per caso e della sua visita al maneggio.

Quindi è avvenuto tutto... a caso?”

Esatto! Gregory è una forza, ti piacerà, non ho dubbi!” gli assicurò l'altro con un'occhiata complice.

Oddio Lion, sono felicissima per te! Però ora sono anche invidiosa: d'estate devi assolutamente darmi lezioni di equitazione, adoro i cavalli!” fece Marta con entusiasmo.

Ehi, però mi devi pagare!” scherzò lui. “Però dove si è cacciata Cat? Volevo ringraziare anche lei...”

In tutta risposta la musica che fino a quel momento aveva costituito un piacevole sottofondo venne completamente abbassata e un ronzio proveniente dalle casse avvisò che il microfono, abbandonato a qualche metro dai ragazzi, era stato preso e riacceso da qualcuno.

I sette si voltarono e si trovarono davanti una Cathleen esitante e con le guance in fiamme che si accingeva a parlare.

Cat?! Che fai?” la intercettò Lisa, stupita.

Lei si schiarì la gola e intimò alla sua compagna di stanza e agli altri di allontanarsi di qualche passo. L'agitazione si era impossessata di lei; si era preparata davvero tanto per quel momento, ma adess che era arrivato non era certa di essere all'altezza. La consapevolezza che avrebbe avuto gli sguardi di tutti puntati addosso la metteva ancora di più in ansia.

Ma non poteva fare scena muta, aveva fatto una scelta e ora doveva parlare.

Ehm... scusate, vorrei un po' di attenzione” esordì, tentando di non far tremare troppo la voce.

Pian piano tutti gli invitati smisero di parlare tra loro e si prepararono all'ennesimo colpo di scena di quella serata spettacolare.

Chi conosce me e Lion sa che in pochi mesi abbiamo stretto un forte legame di amicizia; abbiamo avuto i nostri alti e bassi, certo, ma il nostro affetto non ha mai vacillato. Lui è speciale per me, un vero amico, e per questo ho deciso di fargli una sorpresa speciale.”

Lionel, profondamente commosso, non ce la fece più: qualche lacrima sfuggì al suo controllo. Cercò subito di nasconderle, strofinandosi gli occhi con una mano e asciugandosele immediatamente, ma la cosa non sfuggì a Marta: gli porse un fazzoletto e gli cinse le spalle con un braccio con fare materno e protettivo.

Lion, tu sai che mi piace cantare, mi hai sentito più volte e mi chiedi spesso: perché non canti più? Quando canti nuovamente per me?” Fece una pausa e non poté fare a meno di sorridere in direzione del suo amico. “Beh, sai che sono timida e mi vergogno, ma per una volta ho deciso di accontentare la tua richiesta, almeno per il tuo compleanno. Ho composto una canzone.”

Tutti rimasero a bocca aperta, indecisi se credere o meno a ciò che stavano udendo.

Intanto un ragazzo del penultimo anni si era posizionato accanto a Cathleen con una chitarra tra le braccia; qualcuno lo riconobbe perché si era già esibito nel campus per qualche altra occasione.

Ora un silenzio carico d'attesa regnava nella stanza.

Cathleen ripeté dentro sé che doveva assolutamente stare calma e prese un profondo respiro che la fece sentire subito meglio.

Non appena udì le prime note suonate dal suo accompagnatore, si immerse totalmente nella musica e tutto ciò che la circondava svanì all'improvviso.

Lionel intanto ascoltava in silenzio, consumando un fazzoletto dietro l'altro.

All'inizio la voce della ragazza parve flebile e timida, ma diventava ogni secondo più pulita e decisa. La melodia era calda e dolce, Cathleen sapeva accarezzare le parole e modellarle con maestria: aveva composto lei il testo e lo interpretava con passione, commuovendosi e commuovendo chi l'ascoltava.

Il significato di quel brano era semplice e genuino: parlava di abbracci, sorrisi e complicità, di ore trascorse a ridere e confidarsi, il tutto incastrato metaforicamente in una tiepida mattina di marzo. La ragazza aveva messo nero su bianco quei versi proprio in quel momento della giornata, seduta sull'erba sotto un albero.

La canzone occupò poco più di due minuti, ma colpì profondamente chi la ascoltò, soprattutto Lionel: come poteva non adorare quella ragazza? Aveva fatto di tutto per lui, ogni giorno lo allietava con la sua dolcezza e la sua contagiosa allegria, e aveva addirittura creato una canzone per lui! Non sapeva cosa il futuro gli riservava, non sapeva quante persone avrebbe perso o trovato nella sua vita, ma di una cosa era certo: voleva che Cathleen restasse al suo fianco per sempre.

È unica, non lasciartela scappare per nessun motivo al mondo, intesi?” gli sussurrò Marta mentre gli ultimi accordi riecheggiavano nell'aria e nei cuori di tutti.

Cathleen non riuscì a dire niente: accennò un leggero inchino mentre veniva acclamata e applaudita con entusiasmo, poi raggiunse Lionel con gli occhi umidi dalle lacrime.

I due si strinsero in un abbraccio, in silenzio.

In certi casi le parole non servono, a dire tutto sono i gesti, gli sguardi, le lacrime, il battito del cuore.

Il ragazzo impiegò qualche minuto per calmarsi del tutto. Prese le mani di Cat, la guardò dritta negli occhi e mormorò: “Ti adoro Cat, ti adoro davvero. Sono felice di averti incontrato.”

Non ne poteva più di fingere, avrebbe voluto gridarle finalmente “ti amo”, avrebbe voluto baciarla, stringerla a sé e non lasciarla più. Ma non poteva, non avrebbe mai potuto. Lei non ricambiava i suoi sentimenti, lo sapeva bene, e lui non voleva perdere un'amica così preziosa.

Avrebbe continuato a tacere e, se questo era il prezzo per averla accanto, l'avrebbe pagato di buon grado.

Lion, tu te lo meritavi e sono contentissima di averti fatto questa sorpresa! Penso tutto ciò che ho detto in quel testo, lo sai! Anche io sono felice di averti incontrato.”

Siete carinissimi!” cinguettò Tiffany, scattando ai due una foto a tradimento e ridendo sotto i baffi.

Uh Tiff, fai vedere! Da incorniciare, direi!” aggiunse Marta, osservando il display del cellulare che l'altra le aveva porto.

I quattro cominciarono a ridere di gusto.

E ora, ragazzi, apriamo le danze! Tutti in pista, si balla!” annunciò Miles al microfono, alzando il volume sulle prime note di un successo degli utlimi anni.

Cathleen, Tiffany, Lisa e Marta si lanciarono subito al centro della stanza, trascinando con loro anche Ben e Lionel.

No, ma io non ballo!” si rivoltò il più piccolo.

Non balli?! Tu sei il festeggiato e balli, te l'assicuro!” lo contraddissero le ragazze, sollevando le braccia al cielo e prendendo a cantare la canzone.

Presto la maggior parte dei presenti si ritrovò a scatenarsi in pista: a cominciare furono le ragazze, che coinvolsero i loro amici e li incitarono a divertirsi insieme a loro.

Ma... quel ragazzo che ha suonato insieme a te?” domandò a un certo punto Lionel alla sua amica, facendo cenno al chitarrista che parlottava con il dj.

Lui è Julian, devo ammettere che è davvero bravo! È stato lui ad aiutarmi a mettere in musica il testo ed è stato molto paziente con me durante le prove” raccontò lei.

Caspita, hai addirittura coinvolto altra gente per la canzone!”

Beh, volevo che fosse una sorpresa ben fatta!” Cathleen gli fece l'occhiolino e lo prese per un polso, sollevando poi le loro mani al cielo.

Oh, finalmente qualcosa di decente!” saltò su Alice, precipitandosi nella mischia. Era giunto anche il suo momento per divertirsi un po'.

Dopo qualche canzone, la ragazza notò che Angel osservava gli altri ballare con sguardo perso al bordo della pista. In quel momento si sentì in dovere di aiutarlo: quando l'aveva vista sola e annoiata, lui si era seduto al suo fianco e si era sforzato per parlarle un po' e tenerla impegnata.

Sempre muovendosi a ritmo, si avvicinò a lui e gli chiese: “Non balli?”

Non so ballare” bofonchiò Angel.

Dai, non puoi stare qui ad annoiarti. Vieni.”

Detto questo lo prese delicatamente per un polso e lo portò con sé.

Alice, io non so come si fa...” cercò di spiegare lui, in difficoltà.

Lei, in tutta risposta, sollevò la mano in cui stringeva il polso di lui e fece una giravolta. “Non c'è un modo per farlo, nessuno è un vero ballerino. E poi l'hai detto tu: siamo noi a non saperci divertire, giusto? Quindi divertiamoci per una volta e mandiamo al diavolo tutto il resto!”

La festa di Lionel era stata un successo, ma i suoi organizzatori si resero conto solo in quel momento, mentre si lasciavano andare e ridevano tutti insieme come se fossero un'unica anima, che avevano dato vita a una magia.


* * *


Ehiii lettori! *-*

Allora, come state? Cosa mi raccontate? ;)

Lo so, questo capitolo è un po' lungo, ma dovevo concludere la festa di Lion e avevo ancora in serbo un sacco di sorprese per lui! Siete contenti di come sono andate le cose al nostro quattordicenne preferito?

Nel caso non si fosse capito, io adoro Lion :3

Questa festa è stata la conclusione di molte cose e l'inizio di molte altre, quindi state connessi: per i nostri studenti della Newton le avventure non sono ancora finite!!!

Però la storia non durerà ancora a lungo: ormai siamo quasi ad aprile e la trama si concluderà con la fine dell'anno scolastico! Ho ancora tante sorprese (magari dovrei formare e stabilizzare qualche coppia... ehm...), ma prima o poi anche questa avventura dovrà finire. Uffa, sento la mancanza di questi personaggi solo al pensiero di doverli abbandonare T.T

Ma bando alle ciance: vi chiedo di farmi sapere come sta andando secondo voi la storia e quali sono le vostre coppie/i vostri personaggi preferiti... ma ormai già lo sapete e lo fate in automatico! :D

Grazie mille per i sostenitori di questa long (molto long), ci vediamo come sempre nelle recensioni ♥



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Capitolo 29
*** Capitolo 29 ***


ReggaeFamily

Capitolo 29



Il weekend era trascorso tranquillamente: il giorno dopo la festa gli organizzatori si erano recati nella sala in cui si era tenuta per riordinare e pulire, ma alla fine anche Lionel e Marta avevano insistito per dare una mano e tutti insieme avevano trascorso un piacevole pomeriggio all'insegna delle chiacchiere e delle risate.

Marta, con il suo carattere espansivo, riusciva ad andare d'accordo con tutti; anche Alex nutriva un insolito rispetto per quella ragazzina che conosceva da anni e che era sempre riuscita a tenergli testa.

Lunedì le lezioni trascorsero in fretta e alcuni professori permisero perfino all'ospite di seguire le spiegazioni insieme a Lionel, altrimenti da sola nel campus deserto si sarebbe ritrovata a vagare a vuoto e avrebbe finito per annoiarsi.

Nel pomeriggio, alle quattro, il ragazzo si sarebbe dovuto recare al maneggio per la prima volta. Ben aveva prenotato gli appuntamenti di lunedì dopo aver fatto una breve indagine: il giorno dopo in genere Lionel frequentava corsi abbastanza leggeri, quindi non avrebbe dovuto svolgere compiti eccessivamente numerosi o impegnativi.

Marta, tu con chi resterai quando sarò lì? Io devo andare con Ben” le domandò lui un quarto d'ora prima di lasciare i dormitori maschili.

Si trovavano all'interno della stanza del ragazzo e lui, seduto sul letto, si stava infilando il paio di scarpe più comode e resistenti che possedeva.

La ragazza ruotò su se stessa per esaminare con attenzione la camera, poi lo osservò con la testa inclinata leggermente da un lato. “I tuoi amici sono simpatici, starò con loro! Che problema c'è? Divertiti e non pensare a me!”

Dovrò chiedere a Cat di tenerti d'occhio, di te non ci si può fidare!”

Cat è davvero una brava ragazza. Sono felice che il mio amichetto d'infanzia abbia perso la testa per una così!” affermò Marta, ridacchiando maliziosamente.

Lascia stare. Sto cercando in tutti i modi di dimenticarla, non ho speranze” si rabbuiò lui con un sospiro.

Scusa, non volevo ricordartelo! Parliamo d'altro: l'unica che non riesco a inquadrare è Lisa. Ma che ha quella ragazza? Ride e grida sempre, sembra una bambina di cinque anni... non per male eh, è solo che non riesco a capire il suo comportamento.”

Lisa è particolare, sono in pochi ad andare d'accordo con lei. All'inizio sembrava solo un po' immatura e ingenua, poi durante l'anno è peggiorata e ora ha questo atteggiamento abbastanza fastidioso. Pensa che Cat è in stanza con lei e sono amiche nonostante tutto” raccontò Lionel, mettendosi in piedi e dirigendosi verso la porta.

A quattordici anni ci sono cambiamenti di questo tipo... ma se divento come lei, ti prego, dammi una botta in testa: magari rinsavisco!”

Lui scoppiò a ridere, contorcendosi per indossare il giubbotto in similpelle.

Invece Ben e Tiffany sono una forza, io ce li vedrei bene come coppia, non trovi? Ma Ben è il ragazzo di Lisa, giusto?”

Prima di lasciare la stanza, Lionel riassunse la storia del tradimento di Lisa. Le aveva accennato quella faccenda una volta, ma per messaggi era difficile da spiegare e quindi non era sceso nei dettagli.

Okay, quel minimo di simpatia che provavo per Lisa si è dissolto improvvisamente nel nulla. Ben è un ragazzo troppo caro, glielo si legge negli occhi, non ci si può approfittare di lui in questo modo!” affermò lei indignata.

I due stavano attraversando il corridoio deserto e continuarono a parlare delle impressioni che lei aveva avuto della scuola e degli studenti finché non si ritrovarono all'aria aperta.

Ragazzi!” attirò la loro attenzione Tiffany, raggiungendoli. “Stavo proprio venendo a cercarvi! Non mi andava di lasciare Marta da sola.”

Tiffany, grazie, sei stata molto gentile! Allora buona fortuna Lion, dopo mi racconterai tutto, okay?”

I due si strinsero in un abbraccio e lui le raccomandò di non combinare guai.

Che ne dici di andare a prendere qualcosa al bar? Sta cominciando a fare caldo, secondo me un bel gelato ci sta!” propose la più grande mentre si allontanavano.

Sì, gelato! Mi piacciono le tue idee, Tiff!” accettò l'altra con entusiasmo.


Davvero Alex ti importuna? Oddio, non ti invidio!”

Ti giuro che non lo sopporto più, è così insistente! Ma è sempre stato così?”

Le due ragazze, dopo aver acquistato un cono gelato a testa, erano nuovamente uscite al sole e cercavano con lo sguardo un posto soleggiato in cui potersi posizionare a consumare la loro merenda.

Nel frattempo si erano ritrovate a chiacchierare del più e del meno come amiche di vecchia data fino a giungere a un tasto dolente: Alex.

Io lo conosco più o meno da sette anni e ti posso assicurare che è sempre stato un tipo tosto, ha sempre avuto un carattere pessimo e sgradevole; insomma, tutto il contrario di Lion. Ma ultimamente penso che sia peggiorato: vuole ostentare il suo essere duro e arrogante perché è un adolescente in preda agli ormoni, oppure crede che questo metodo sia efficace per conquistare le donne!”

Tiffany scoppiò a ridere di gusto. “Tutta scena secondo me, non lo vuole nessuna!”

Hai ragione! Tra l'altro sembra avere un'ossessione per te, quindi dubito vada a cercarne altre!” convenne Marta.

Le due si sedettero sul bordo di un'aiuola e cominciarono a gustare il loro gelato.

No, mi sono sporcata! Che cretina che sono...” esclamò Tiffany dopo qualche secondo, osservando con la fronte aggrottata la piccola macchia bianca sui suoi jeans.

Vuoi un fazzoletto? Ti serve aiuto?” si preoccupò subito Marta, rovistando nella sua borsa con la mano destra e tenendo il cono con la sinistra.

Mi conviene andare in bagno. Potresti tenermelo? Ci metto un attimo.”

Marta rimase da sola sul basso muretto dipinto di bianco con due coni gelato in mano. Sperò che quello di Tiffany non si sciogliesse troppo nel frattempo.

Cominciò a osservare i ragazzi che stazionavano nei tavolini all'esterno del bar, intenti a chiacchierare, studiare o semplicemente crogiolarsi sotto il sole primaverile. Marta aveva adorato fin dal primo momento quella scuola per l'atmosfera serena e festosa che si respirava in ogni momento della giornata; i ragazzi erano circondati dal verde che s'innalzava dalle numerose e grandi aiuole, l'orizzonte era dominato dal mare che profumava l'aria per tutto l'anno e le viottole che si snodavano per tutto il cortile facevano pensare a una piccola cittadina composta solo da giovani.

Un ragazzo attirò la sua attenzione: occupava un tavolino da solo e fissava con sguardo vacuo un libro aperto, senza realmente donargli attenzione. Sembrava parecchio annoiato e ogni tanto si guardava attorno, sperando di riconoscere qualche faccia nota.

La ragazza era sicura di averlo visto da qualche parte, ma non ricordava dove. Possibile che si trattasse di un partecipante alla festa di Lionel? Aveva solo un modo per scoprirlo; magari il suo gesto sarebbe servito anche per distrarlo, le dispiaceva vederlo da solo nonostante non lo conoscesse.

Si alzò e si diresse verso di lui senza nessuna esitazione. Il ragazzo biondo parve accorgersi del suo arrivo, ma non sollevò del tutto il capo nella sua direzione, si limitò a lanciarle rapide occhiate con la coda dell'occhio.

Ciao!” esordì Marta con un amichevole sorriso.

C-ciao” balbettò lui, a disagio.

Ho un dubbio: per caso tu sei un amico di Lionel?”

Ehm... non proprio, ci conosciamo.”

Ah, allora probabilmente ho ragione: ecco dove ti ho già visto, alla sua festa di compleanno. Scusa la domanda un po' scema, ma m sembrava di averti già visto!”

Lui posò finalmente i suoi occhi grigi sul viso di lei e si illuminò all'improvviso: “Sbaglio o tu sei l'amica di Lionel? Quella che è apparsa dal nulla...”

Marta ridacchiò. “Esatto, in persona! Mi chiamo Marta, tu invece sei...?”

Angel” si presentò lui, tendendole una mano; ma fu costretto a ritrarla quando constatò che lei le aveva entrambe occupate.

Ti sei comprata due gelati? Come fai a mangiarli?” chiese allora perplesso, facendosi sfuggire un sorriso divertito per le parole che aveva appena pronunciato.

Macché, uno è di Tiffany che si è spostata un attimo... perfetto, si sta sciogliendo... e adesso come faccio?”

Marta, eccoti, non ti trovavo più! Quel gelato è in condizioni pietose, dallo a me che lo rimetto a posto! Attenta, ti stavi per sporcare per colpa mia!” intervenne Tiffany, sopraggiungendo e recuperando subito il suo cono impiastricciato di panna. “Oh, ciao Angel! Com'è che ti ho notato solo ora?”

Ciao Tiffany, veramente anche io ho scoperto che eri qui solo quando Marta ti ha nominato.”

Beh Angel, tu devi stare a guardare mentre noi mangiamo? Ti piace il gelato?” esclamò la più piccola.

Sì, ma veramente io...”

Dai, andiamo, così lo scegli!” tagliò corto lei con un sorriso raggiante.


Povera Tiff, mi hanno detto che ha dovuto studiare moltissimo in questo periodo per via di una relazione e ora ha di nuovo un sacco di compiti in classe!” commentò Marta, osservando Tiffany che si dirigeva verso i dormitori femminili. Dopo circa un'ora trascorsa insieme a Marta ed Angel era dovuta fuggire perché il giorno dopo avrebbe dovuto sostenere una verifica e doveva finire di studiare qualche pagina.

Oh sì, scrivere quelle dodicimila parole è stato un problema. Infatti io non le ho scritte.”

Si erano fatte ormai le cinque e mezza, ma Lionel non si era ancora fatto vivo. Angel, nonostante l'imbarazzo, si era offerto di fare compagnia alla ragazza. In fondo si era trovato bene con lei, ci aveva chiacchierato anche grazie all'aiuto di Tiffany, ma non era sicuro di riuscire a sostenere una conversazione anche una volta da soli.

Hai consegnato un foglio bianco?!”

Non ne avevo voglia, e poi per la scrittura e materie del genere sono negato.”

Però i vostri professori mi sono sembrati abbastanza in gamba, ho assistito ad alcune lezioni. Sai, questa scuola è mitica sotto tutti i punti di vista; da quando ho saputo che Lion l'avrebbe frequentata ho cercato in tutti i modi di convincere i miei genitori perché iscrivessero anche me, ma non ho ottenuto risultati. Dicono che costa molto farmi vivere qui e poi sarebbero preoccupati per me, hanno paura che combini qualcosa” gli confidò Marta.

È normale che i tuoi genitori si preoccupino, non è una decisione facile mandare i propri figli a studiare fuori.”

Ahi, hai una cicatrice sul polso! Ti sei fatto male?”

Quelle parole fecero sobbalzare Angel, che solo in quel momento si accorse di avere una manica leggermente sollevata. Marta aveva posto quella domanda con innocenza, probabilmente non immaginava di cosa potesse trattarsi, ma quella domanda lo colse alla sprovvista.

Era v-vetro, mi sono ferito con il vetro” mormorò lui, nascondendo in fretta la ferita.

Oh.” Marta si era resa conto solo in quel momento di cos'aveva appena detto. Come aveva potuto porre una domanda del genere? È quasi impossibile procurarsi una ferita sul polso accidentalmente. Inoltre Lionel una volta le aveva parlato di un suo compagno che aveva tentato il suicidio, ma le era passato di mente e si ritrovava a ricollegare i fatti solo dopo aver commesso l'errore.

Che c'è?” le chiese lui, notando il rossore sulle sue guance.

No, è che... mi dispiace...”

Non ti preoccupare, è acqua passata. Immaginavo che tu sapessi la storia. Ma ora parliamo d'altro: sarebbe bellissimo se tu riuscissi a frequentare questa scuola! Io te la consiglio, anche se ho pensato più volte di abbandonarla.”

Angel non credeva a ciò che aveva appena fatto: era riuscito a gestire con una grande dose di autocontrollo una situazione abbastanza complicata e imbarazzante, era stato lui a prendere l'iniziativa e portare la conversazione su un altro argomento. In genere era lui quello che arrossiva e non sapeva cosa dire.

Ma Marta lo metteva a suo agio con la sua frizzante spontaneità, con lei anche il peso di quelle cicatrici sembrava diminuire.

Okay... davvero hai pensato di lasciare la scuola? Come mai?”

Poca voglia di studiare e poca motivazione. Forse anche un po' di nostalgia di casa. In realtà a volte ci penso ancora, ma poi mi dico che stare qui è una grossa opportunità e la devo sfruttare.”

I due rimasero a parlare, scherzare e confrontarsi seduti al parco finché non si fece l'ora di cena.

Marta per tutto il tempo non aveva più dato un'occhiata al telefono e solo in quel momento si accorse del messaggio di Lionel; si accordarono per incontrarsi in mensa.

Mentre lei ed Angel si incamminavano tra le stradine illuminate dal tramonto, lui la ringraziò per la piacevole chiacchierata, sinceramente grato per quel magnifico pomeriggio.

Perché mi ringrazi? Io amo conoscere nuova gente e ancora di più scoprire persone simpatiche e intelligenti come te!” replicò lei semplicemente.

Per lei esprimere ciò che pensava e mostrare curiosità nei confronti degli altri era qualcosa di naturale, come respirare.

Per Angel ricevere quelle attenzioni era qualcosa di surreale, come volare.



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Capitolo 30
*** Capitolo 30 ***


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Capitolo 30



Ragazzi, sono le undici!” fece notare Cathleen.

E allora?” ribatté Ben in tono indifferente.

E quindi niente, era per dire...”

Cathleen, Lisa, Ben, Lionel, Alex, Tiffany e Marta si trovavano nella stanza 106, lasciata libera come al solito da Alice che trascorreva le serate con le sue amiche. Ognuno aveva occupato un punto diverso della camera: Cathleen, Lionel, Alex e Marta erano sdraiati sul tappeto, mentre Tiffany si era impossessata del letto di sua sorella e Ben e Lisa si dividevano una delle due poltroncine. Erano giunti in questa posizione dopo una lotta giocosa a base di spintoni e assalti che aveva coinvolto tutti, compresi i cuscini che in quel momento erano sparsi per il pavimento. I ragazzi avevano riso così tanto, contagiandosi a vicenda, che ci era voluto quasi un quarto d'ora prima che si riprendessero del tutto; ancora erano accaldati e qualcuno respirava profondamente per cercare di placare gli ultimi residui di fiatone.

In genere a che ora andate a letto?” domandò Marta, giocando distrattamente con una ciocca di capelli del suo migliore amico. Era sdraiata su un fianco e Lionel, che si trovava nella sua stessa posizione, la abbracciava da dietro.

Dipende” biascicò Alex, che era sdraiato supino a pochi centimetri da Cathleen. Improvvisamente allungò una mano e trascinò la ragazza più vicino a sé, per poi posare la testa all'altezza del suo stomaco come fosse un cuscino.

Così mi farai vomitare tutta la cena” si lamentò debolmente lei, senza la reale intenzione di respingerlo.

Stavano vivendo uno di quei momenti magici in cui ogni conflitto viene messo da parte per lasciare spazio a un'unione che contagiava tutti. Anche chi generalmente non si conosceva e non si frequentava più di tanto si poteva abbracciare e coccolare senza malizia, senza dar fastidio.

Tiffany cominciò a ridacchiare, sempre più forte, fino a contagiare gli altri. Nessuno sapeva il motivo, ma ridevano e non riuscivano a fermarsi.

Mi è tornato in mente... quando prima Marta è volata a testa in giù nella poltrona... oddio!” riuscì a formulare dopo un po' la bionda tra le risate.

Si riferiva a un avvenimento capitato durante la lotta di poco prima: Alex aveva spinto Marta verso una poltroncina e lei ci era caduta di testa e con le gambe all'aria. La scena era stata talmente comica che qualcuno, compresa Tiffany, si era lasciato andare a terra per rotolarsi dalle risate.

Proprio lei, in quel momento, compì un movimento troppo brusco e cadde dal letto, quasi addosso ad Alex; questo generò altre risa e le finte proteste del ragazzo, che tentò di scatenare una nuova battaglia facendo il solletico a Tiffany.

Alex, il mio stomaco!” esclamò Cathleen, spingendolo via.

Okay, volete la guerra? E guerra sia!” affermò Ben, saltando giù dal divanetto all'assalto di Lionel e Marta. I due cominciarono a rotolare sul pavimento per sfuggire all'attacco e si trovarono ancora una volta molto vicini: Marta si trovava quasi sopra di lui.

Nonostante la gran confusione generale, questo particolare non sfuggì a Cathleen. Non si seppe spiegare bene perché, ma l'immagine che si ritrovava davanti agli occhi le dava fastidio e sentiva l'impulso di intervenire per allontanare i due.

Aggrottò la fronte, sorpresa da se stessa. Lei non era mai stata gelosa delle altre amicizie di Lionel, anzi, trovava Marta molto simpatica ed era consapevole che i due avevano un rapporto speciale.

Tuttavia, dopo qualche secondo di esitazione, anche lei partì all'attacco e riuscì a coinvolgere Lionel in un duello.

Oh, ma mi sentite o no?” Il grido di Alice interruppe tutte le attività e i sette ragazzi portarono la loro attenzione su di lei. Era entrata nella stanza qualche secondo prima e aveva cercato invano di comunicare qualcosa.

Angel ha chiesto di voi” annunciò con uno sbuffo.

Angel?” domandò Tiffany, sorpresa.

I suoi compagni l'hanno di nuovo buttato fuori dalla stanza. In realtà se n'è andato lui perché quei due a quanto pare dovevano spassarsela con qualche tizia. Io l'ho trovato seduto in una rampa di scale.”

Ma Angel, quello che ho conosciuto questo pomeriggio?” s'informò Marta, lanciando un'occhiata a Tiffany. Lei, in tutta risposta, annuì.

Digli di entrare, lo accogliamo a braccia aperte!” esclamò Lisa, dopo un'occhiata complice con Cathleen.

Alice lasciò la stanza senza nemmeno premurarsi di salutare e poco dopo il ragazzo biondo fece il suo ingresso con passo incerto. “Ciao a tutti... disturbo?”

Ehi Angel, quanto tempo senza vederci!” scherzò Marta con un sorriso, rammentando il momento in cui si erano augurati la buonanotte, subito dopo cena.

Togliti le scarpe e mettiti comodo: da questo momento in poi sei a casa tua!” lo accolse calorosamente Cathleen, accennando con la mano a una parte del tappeto libera.

Angel tentennò e fu tentato di chiedere se fossero davvero sicuri di ciò che gli stavano dicendo, ma dopo aver incrociato gli sguardi benevoli e incoraggianti della maggior parte dei presenti decise di eseguire l'ordine.

Nel frattempo l'atmosfera allegra si era nuovamente propagata per la stanza grazie alle chiacchiere e alle risate.

Allora fratello, non hai preso parte al simpatico gioco in camera tua? Se c'è uno spazio libero, posso sempre accomodarmi io!” ironizzò Alex con un sorriso malizioso, osservando Angel dalla sua posizione supina.

Vai pure, non erano male quelle che hanno scelto!” ribatté lui facendo spallucce e accennando un sorriso divertito.

Oddio Alex, che schifo, tu saresti capace di andarci davvero!” commentò Lisa con una smorfia disgustata, dando qualche piccolo calcio al suo braccio.

Vabbè, se è per questo anche tu ci andresti, ma io non ti giudico” la punzecchiò lui, scatenando una risatina generale.

Lisa avvampò, poi strillò: “Adesso ti faccio vedere io dove ti mando se non chiudi il becco!” e si tuffò dal divanetto per poterlo prendere d'assalto.

All'altra estremità del tappeto, Cathleen si era avvicinata a Lionel e Marta: i due erano seduti uno di fronte all'altra a gambe incrociate, sicuramente stavano parlando di qualcosa che solo loro potevano capire e ridevano come matti.

Cavaliere, vieni qui! Non mi hai raccontato niente di questo pomeriggio!” esclamò la bionda, tirandogli una ciocca di capelli.

Brava Cat, prenditelo pure, vaneggia troppo per i miei gusti” tagliò corto Marta con un occhiolino al suo amico, alzandosi e lasciandoli soli.

Senti chi parla! Da quando ti conosco non hai mai detto qualcosa di sensato!” ribatté Lionel fintamente offeso, cercando di farle lo sgambetto mentre andava via. Lei, in tutta risposta, gli mostrò il dito medio.

Com'è stato andare a cavallo?” domandò Cathleen, stringendo Lionel tra le braccia e obbligandolo a poggiare la testa sulla sua spalla.

Aiuto, mi hai rapito!” scherzò lui, ricambiando il gesto della sua amica.

Non gli sembrava vero: lei lo aveva sorpreso con quel gesto così affettuoso e avrebbe voluto che quel momento durasse per sempre, ma era consapevole che non si doveva illudere perché il comportamento di Cathleen era dettato solo da un grande affetto nei suoi confronti.

Dai, raccontami!” lo incitò lei, curiosa.

Sicuramente piacerebbe anche a te. Poi non so... è bellissimo, libera la testa da ogni pensiero! Penso che continuerò ad andarci anche oltre questo mese di lezioni che mi avete regalato, devo chiedere ai miei.”

Sono contentissima, hai trovato qualcosa che ti piace!”

Cathleen in realtà era divorata dai sensi di colpa: di certo lei aveva a disposizione molto più tempo di Marta per stare con Lionel, ma nonostante ciò glielo aveva portato via. Si era comportata davvero da stronza, ne era consapevole, ma vedere il suo amico così vicino a un'altra ragazza le provocava una strana sensazione di disagio. Non sapeva cosa le stesse capitando, ma come suo solito non riusciva a controllare le sue emozione e agiva d'istinto. L'impulsività era un tratto che la caratterizzava, anche se non lo dava sempre a vedere come sua sorella.

Intanto Marta aveva colto la palla al balzo per precipitarsi da Angel: aveva notato che ormai da qualche minuto stava a guardare cosa gli capitava intorno senza sapere bene come muoversi. Nonostante l'avesse conosciuto solo quel pomeriggio, sapeva di avere a che fare con una persona speciale e simpatica e voleva aiutarlo a far emergere questo lato di lui, così che anche gli altri lo potessero conoscere per quello che era davvero.

Angel, ma davvero volevi dormire sulle scale? Se me l'avessi detto, ti avrei ospitato nella mia camera! Pensa che per questi giorni mi hanno dato una stanza inutilizzata che ha tre letti!” lo intercettò, sedendosi accanto a lui e attirando la sua attenzione tirandogli una manica.

Non sapevo dove trovarti.”

Dopo ti do il mio numero, così se ricapita una cosa del genere me lo dici e ti aiuto!” propose la ragazza, circondandogli le spalle con un braccio.

Angel fu davvero sorpreso da quel gesto e sobbalzò impercettibilmente, sperando che Marta non se ne accorgesse. Non gli era mai capitato che una ragazza mostrasse tanto interesse nei suoi confronti e che addirittura instaurasse un contatto fisico di quel tipo con lui.

Ma se tu dopodomani devi ripartire!” esclamò con una smorfia divertita e perplessa allo stesso tempo.

Ah sì... ehm... vabbè, almeno se devi dormire sulle scale ti faccio compagnia!”

I due scoppiarono a ridere contemporaneamente e lui la prese in giro per un po'.

Ehi pischello, vedi di portare rispetto!” rispose lei tra le risate.

Ehi sorella, stai parlando con me?” Angel pronunciò quelle parole con quel tono minaccioso tipico dei film d'azione e mettendo su un'espressione teatralmente seria.

Marta non riusciva più a smettere di ridere. “No, vabbè, sei troppo gangster!”

Hollywood aspetta solo me!” proclamò lui in tono solenne, per poi scoppiare nuovamente a ridere senza contegno.

Lei, presa dall'entusiasmo, si lasciò cadere addosso a lui e lo buttò praticamente a terra. Così la battaglia si scatenò inevitabilmente tra i due, coinvolgendo presto anche Lionel e Cathleen. I quattro fuggivano e si rincorrevano per la stanza, gridando come pazzi e ridendo fino alle lacrime.

Ben, Lisa, Alex e Tiffany, appollaiati tutti sul letto di Cathleen, si lanciavano occhiate interrogative. Non avevano mai visto Angel così a suo agio, così divertito, e mai avrebbero potuto pensare che potesse essere un ragazzo così energico e simpatico. Si sentivano i testimoni di un miracolo e sapevano che l'artefice di tutto ciò era Marta. Ma del resto quella ragazza era in grado di trasmettere un'allegria e un entusiasmo irresistibili, da quando era arrivata al campus era come se anche tutti loro si fossero risvegliati all'improvviso da uno strano letargo.

La loro personale e piccola festa andò avanti fino all'una e mezza, quando i ragazzi furono così stanchi da non ricordarsi quasi il tragitto per arrivare alle proprie camere. Risero, chiacchierarono, scherzarono e si rincorsero a lungo, beccandosi le lamentele dei vicini di stanza che minacciavano di dirlo alla responsabile del dormitorio, ma si divertirono un mondo tutti assieme. Perfino Angel, dopo essere finalmente riuscito a rompere il ghiaccio, era ormai parte del gruppo.

Io devo andare a rivendicare il mio letto” biascicò Angel con uno sbadiglio mentre recuperava le sue scarpe.

Lascia in pace i tuoi compagni schifosi, ti ho già detto che in camera mia ci sono tre letti!” gli ricordò Marta con un sorriso.

Ma sei sicura? E se rifiutassi?”

Non accetto un rifiuto. Hai la tua roba, no?”

Sì, è tutto nello zaino.”

Ecco, allora andiamo!”

Dopo i saluti e gli auguri di buonanotte, Marta condusse Angel al terzo piano, in camera sua. Entrambi stentavano a tenersi in equilibrio per via del sonno, ma ancora ridacchiavano e commentavano aneddoti di quella serata.

Ecco la mia stanza! Non è magnifica?” annunciò lei, spalancando la porta e accendendo la luce.

La stanza era molto simile a quella di Cathleen e Lisa; l'unica differenza stava nella lunga tenda verde chiaro che separava l'ingresso dalla vera e propria camera da letto. Sulla parete opposta alla finestra stazionava un letto singolo, mentre lungo quella opposta alla tenda era addossato un letto a castello. Nell'angolo tra i due era posizionato un tavolino senza cassetti che fungeva da comodino.

E poi lì c'è il bagno. Vai pure a cambiarti, io intanto cerco la mia roba.”

Angel entrò nel piccolo ambiente senza proferire parola, ma in realtà sentiva un profondo imbarazzo a stare in quella camera. Lui non aveva problemi, ma non voleva arrecare disturbo a Marta e invadere i suoi spazi.

Dopo essersi messo in pigiama, si guardò allo specchio e avvampò alla sola idea di farsi vedere vestito in quel modo dalla sua nuova amica. Ma doveva comunque uscire dal bagno per permettere anche a lei di cambiarsi.

Okay, hai finito? Scegli pure un letto e accomodati, io ci metto un secondo!” disse lei con uno sbadiglio, dirigendosi verso il bagno con un pigiama celeste di cotone leggero tra le mani.

Marta occupava il letto di sotto del letto a castello, così lui optò per quello singolo: stare in alto non era il massimo per le sue vertigini.

Quando la sua amica uscì dalla stanza, lui era ancora seduto sul bordo del letto a riflettere, rigido e teso.

Beh? Non sei ancora morto dal sonno?” gli domandò lei abbozzando un sorriso.

Lui si mise nuovamente in piedi con un sospiro e si avvicinò a lei. “Marta, ma ne sei proprio sicura? Io non vorrei invadere la tua privacy, sai, sono un ragazzo e...”

Angel Angel, sei un caso perso! A me non importa, davvero, se non avessi voluto invitarti non l'avrei fatto! Non penso che tu sia un malintenzionato, stiamo diventando amici e questo è il minimo che posso fare per te: offrirti un posto dove dormire. Non farti più questi problemi, non con me almeno, d'accordo?”

Il discorso era stato pronunciato con una sincera dolcezza che aveva colpito profondamente il ragazzo.

Va bene Marta, grazie davvero, non so come...”

Basta, shh, ora pensa a riposare. Buonanotte Angel” lo interruppe lei, accompagnando quelle parole con un gesto inaspettato: si avvicinò a lui e lo strinse in un rapido e affettuoso abbraccio.

Lui, rosso in volto, ebbe appena il tempo di ricambiare la stretta e sussurrare: “Buonanotte”, poi entrambi si tuffarono a letto e, prima di potersene rendere conto, vennero rapiti da un sonno profondo e ristoratore.



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Capitolo 31
*** Capitolo 31 ***


ReggaeFamily

Capitolo 31



Aprile aveva portato con sé una ventata d'aria calda e umida; i piccoli temporali primaverili non facevano che evidenziare l'afa e prendere alla sprovvista gli studenti della Newton Academy, che spesso si ritrovavano in giro per il campus senza l'ombrello.

La partenza di Marta aveva lasciato un vuoto: ormai Lionel e i suoi amici si erano abituati al contagioso entusiasmo della ragazza e la consideravano parte del loro gruppo.

Ma la persona che risentì maggiormente della sua assenza fu Angel. Marta era stata l'unica in grado di capirlo, metterlo a suo agio e far emergere la parte più folle di lui, quella che in pochi conoscevano; le aveva anche raccontato la sua storia, la sua difficoltà nel socializzare, e non si era sentito affatto giudicato. Senza di lei si sentiva perso e non riusciva a rompere il ghiaccio con gli altri ragazzi, nonostante si impegnasse.

Il giorno dopo della sua partenza, Angel confidò a Lionel che aveva stretto un bel rapporto d'amicizia con lei e gli aveva domandato se la cosa gli potesse dare in qualche modo fastidio; il più piccolo si era invece mostrato entusiasta e aveva ammesso di aver già notato la cosa.

Così lui e Marta si sentivano per messaggi ogni giorno, anche se non era la stessa cosa.

Anche se lui al campus continuava a sentirsi solo.

Mentre il ragazzo si trovava a lottare contro il suo malessere interiore, Lionel e Tiffany si concentravano su una faccenda che aveva dato loro da riflettere parecchio in quel periodo.

Era venerdì. I due ragazzi si erano trovati davanti alla fontana al termine delle lezioni.

La ragazza si guardò intorno con circospezione e, dopo essersi assicurata di non essere a portata d'orecchio di nessuno, esordì: “Allora? Marzo è finito, il tempo è scaduto e Lisa non ha vuotato il sacco”.

Lui si strinse nelle spalle. “Allora è arrivato il momento di agire. Basta, non posso sopportare di vederli così vicini, di vederla mentire così.

Senti: Ben già da tempo mi aveva chiesto di indagare sulla faccenda. Che ne dici se penso io a dirglielo? Almeno tu non verresti coinvolto” propose Tiffany.

Il ragazzo scosse la testa. “No Tiff, anche io ho collaborato e, nel caso dovessimo essere scoperti, dovremmo prenderci entrambi le nostre responsabilità. Non sono un codardo e non voglio tirarmi indietro, ora che sono coinvolto completamente.”

Okay. Dobbiamo parlare con Ben oggi stesso. Ma dove? Come? Pensiamo a una scusa per avvicinarlo” rifletté lei.

Semplice: gli chiediamo se dopo cena vuole unirsi a noi al bar per una partita al biliardino, poi lo trasciniamo fuori e gli raccontiamo tutto. Però ho paura di come potrebbe reagire...”

Quello è un rischio che dobbiamo correre. Sicuramente non la prenderà bene, ma meglio che lo sappia al più presto.”

I due si guardarono negli occhi, tormentati dalle stesse paure. Certo, era giusto che Ben venisse reso partecipe, ma l'idea di essere loro a pugnalarlo in quel modo li faceva soffrire.


Vi ho battuto di nuovo! E voi sareste uomini?” esultò Tiffany, facendo volare in aria una pallina del biliardino e guardando con aria soddisfatta Ben e Lionel.

Non vale, io non sono bravo in questo gioco!” si lamentò Ben, passandosi una mano tra i corti capelli neri.

Non vale, avevo un compagno incompetente!” aggiunse Lionel, sorseggiando il suo tè freddo.

Sì sì, sono tutte scuse. Intanto voi, che siete in due, avete perso contro di me, che sono da sola!” li prese ancora in gjro la ragazza, trotterellando attorno al tavolo da gioco per arruffare i capelli ai suoi amici.

Non so voi, ma io qui dentro muoio di caldo. Che ne dite di andare fuori a prendere una boccata d'aria?” propose il più piccolo con un'occhiata complice a Tiffany.

Io ci sto” accettò lei.

Ben quindi li seguì all'esterno per non stare da solo.

I tre si allontanarono di una ventina di metri dall'ingresso del locale, chiacchierando amabilmente; poi presero posto sul primo gradino di una rampa.

Tiffany si concesse qualche secondo per prendere coraggio, poi esordì: “Ben?”

Dimmi.”

Io e Lion dobbiamo dirti una cosa... che molto probabilmente non ti piacerà.”

Oddio, mi devo spaventare?” s'informò lui con aria preoccupata.

Lionel rabbrividì a quelle parole. Improvvisamente non si sentiva più accaldato e dovette stringersi le braccia intorno al corpo per evitare di tremare.

Tempo fa tu mi avevi chiesto di indagare su Lisa perché sospettavi che ti stesse tradendo, ricordi?”

Sì, certo” assentì lui pallido in volto.

Ecco, io ho fatto ciò che mi avevi chiesto e Lion si è unito a me.”

Cosa avete scoperto?”

Ecco...” L'intervento di Lionel sorprese gli altri due, ma lui andò avanti senza esitare; era giusto che lui e Tiffany si dividessero l'arduo compito, non gli sembrava giusto stare lì impalato ad assistere. “Ci dispiace che tu lo debba sapere da noi e non è impresa facile dirtelo, ma sì, Lisa frequenta un altro ragazzo.”

Ben strabuzzò gli occhi, poi si prese la testa tra le mani con aria disperata. “Ormai lo sospettavo da mesi, ne ero quasi certo, ma sentire la conferma fa male. Ditemi tutto ciò che sapete.”

Ben, sei sicuro? Te la senti? Magari questo non è il momento giusto, hai bisogno di...” provò a dissuaderlo Tiffany, posandogli una mano sul braccio. Il ragazzo sembrava davvero sconvolto e non voleva certo aggravare la situazione.

No, non voglio aspettare, significherebbe crogiolarmi in troppi dubbi. Tanto ora che so la verità non cambia niente.”

Allora... il tizio si chiama Joel, ha diciassette anni e gioca nella squadra di basket della scuola. Questa relazione va avanti da gennaio più o meno: il primo a vederli insieme è stato Lionel, ma ancora non c'erano prove concrete. Insomma, alla fine la voce si è sparsa e a lungo andare Lisa non si è nemmeno preoccupata di nascondere la cosa, tanto che ormai lo sa tutto il campus. Noi lo sapevamo da tempo, ma abbiamo pensato fosse il caso di lasciare a Lisa il tempo per parlartene” spiegò Tiffany con calma, sostenendo lo sguardo ferito e malinconico di Ben.

E così, stanchi di vedere come lei ti prendeva in giro, io e Tiff abbiamo deciso di dirtelo. Abbiamo anche delle prove, nel caso tu voglia accertarti della cosa” intervenne Lionel, torcendosi nervosamente le mani.

Joel, ora ricordo! Avevo fatto delle ricerche sul profilo facebook di Lisa perché una volta l'avevo vista salutarlo con un po' troppo entusiasmo. Adesso si spiega tutto! Non ci posso credere, sono stato preso per il culo per tutto questo tempo! È proprio vero che a volte sono talmente buono da diventare cieco!” sbottò Ben in tono isterico, serrando i pugni e scuotendo ripetutamente la testa.

Tiffany e Lionel si scambiarono un'occhiata sconcertata: il loro amico non aveva mai perso la pazienza in quel modo, era famoso per essere il più pacato e calmo del loro gruppo. Non sapevamo bene come comportarsi in quella situazione completamente nuova.

Ehi Ben, non fartene una colpa. Tu non hai fatto nulla di male, hai solo provato dei sentimenti per lei, è stata lei a non accorgersi della sua fortuna nell'avere una persona stupenda al suo fianco” cercò di consolarlo Tiffany, prendendogli una mano e facendo in modo che le loro dita si incrociassero.

Anch'io la penso così. Fa male ora, sicuramente ti sentirai a pezzi, ma presto capirai che non vale la pena di soffrire per qualcuno che non ti merita. Noi tutti siamo amici di Lisa, ma bisogna ammettere che in questa occasione non si è comportata per niente bene e non ha scusanti” aggiunse Lionel, facendosi più vicino al suo amico e battendogli una leggera pacca sulla schiena.

Vi rendete conto che tutto il campus sapeva questa storia tranne me? E lei cosa stava aspettando per parlarmene, l'ascesa del nuovo messia sulla Terra? Sono un patetico cornuto! Quanti errori le ho perdonato in quest'anno e mezzo, quanto ho dovuto subire per averla al mio fianco! Speravo che tutte le esperienze vissute insieme l'avessero fatta crescere, invece in questo tempo non ha fatto che peggiorare.” Ben si asciugò una lacrima solitaria che era sfuggita al suo controllo, poi prese un profondo respiro e prese a raccontare: “Quando ho conosciuto Lisa non aveva ancora tredici anni, mentre io ne avevo già compiuto quattordici. Eravamo entrambi dei ragazzini, ma lei era particolarmente immatura e piuttosto infantile; io avevo perso la testa per la sua ingenuità e mi ero ripromesso che, semmai avesse ricambiato i miei sentimenti, sarei stata al suo fianco per aiutarla a crescere e intraprendere una relazione seria. Per questo in tutti questi mesi mi sono impegnato a spiegarle un sacco di cose, quando combinava qualcosa le parlavo e risolvevamo la faccenda insieme, le ho perdonato un sacco di sbagli che ha commesso... insomma, sono stato un ragazzo, un amico e un insegnante per lei, o almeno ci ho provato. Ma da quando siamo tornati a scuola per quest'anno scolastico mi sono subito accorto che qualcosa non andava: Lisa non si confidava più con me, aveva sempre la testa tra le nuvole, si comportava in maniera strana... senza contare quella scenata di gelosia per cui aveva finto di stare con Angel! Vi rendete conto che livelli ha raggiunto quella volta? Ecco, e a cosa è servito starle vicino e aiutarla? A rimanere fregato, a soffrire e ad aver sprecato tempo prezioso della mia vita!”

Non è vero, non hai sprecato tempo. Questa è stata un'esperienza che ti ha lasciato molti insegnamenti” obiettò Lionel.

Tiffany era rimasta davvero colpita da quel racconto. Non pensava che dietro la relazione di Ben e Lisa ci fosse una storia così profonda e incredibilmente dolce. Ben, come al solito, era stato davvero tenero e si era impegnato tanto.

Domani stesso le parlerò. Basta, questa cosa deve finire” affermò Ben con lo sguardo perso di fronte a sé.

Ora è il caso che torniamo nelle nostre stanze, siamo tutti molto provati e abbiamo bisogno di riposare” disse Tiffany, mettendosi in piedi.

I tre si diressero in silenzio verso i dormitori maschili; la ragazza aveva deciso di accompagnare Ben, voleva stare con lui più tempo possibile.

Non appena giunsero nell'atrio, Lionel si rese conto che i due avevano bisogno di un attimo per stare da soli e si dileguò in fretta.

Ben?” Tiffany richiamò l'attenzione del ragazzo, posandogli una mano sulla spalla.

Ma cosa ho fatto di male per meritarmi tutto questo?” singhiozzò lui, non riuscendo più a trattenere le lacrime.

La ragazza non poté più resistere e lo abbracciò, cullandolo con fare protettivo tra le sue braccia e asciugandogli le lacrime.

Tu non hai fatto nulla di male, tu sei stato un angelo. Lisa è stata solo un'ingrata e di certo non si meritava queste tue attenzioni. Ma ormai quel che è fatto è fatto, devi trarre ciò che di positivo ti ha lasciato quest'esperienza” mormorò, accarezzandogli la schiena.

È più facile a dirsi che a farsi.”

Aspetta un attimo. Riflettici su: quali sono stati i momenti più belli con Lisa? Quali sono state le belle esperienze?”

Mmh... penso di aver capito per la prima volta cosa significa amare. Ho imparato ad accettare i difetti altrui, ho messo alla prova la mia pazienza e ho passato tantissimi bei momenti. Ora devo imparare a scendere a giusti compromessi, senza esagerare con le concessioni per gli altri.”

Certo, questo ti aiuterà in amore come in tutti gli ambiti della vita. Rapportarsi con le altre persone non è mai facile, bisogna sempre tener conto di una marea di cose che spesso ci sfuggono di mano” concordò Tiffany dolcemente.

Ben sciolse la stretta per poter osservare la ragazza negli occhi. “Sai, in quest'ultimo periodo ho riflettuto molto e mi sono reso conto di aver sbagliato tutto anche in amicizia, con Alex intendo. Il nostro rapporto non è mai stato reciproco, io mi sono sempre reso disponibile mentre lui se n'è sempre fregato di me; anche con lui non sono stato attento. Vedi come vanno a finire queste cose? Tutti si approfittano di me!”

Ma...?”

Ma non è mai troppo tardi per rimediare. Voglio ricominciare, essere una persona diversa e avere degli amici diversi, a partire da te, Tiffany. E soprattutto voglio stare un periodo da solo dopo questa lunga relazione e concentrarmi sull'amicizia.”

Lei sorrise e gli asciugò l'ultima lacrima che gli scorreva lungo una guancia, l'ultima goccia di pioggia dopo un temporale. “Sagge parole. Lo sai che su di me potrai sempre contare, io sono tua amica e puoi star certo che non correrai mai il rischio di un rapporto a senso unico!”

Ben sorrise di ricambio; il suo sorriso splendente sulla pelle bruna sembrava proprio un raggio di sole che faceva capolino tra le nubi. “Grazie Tiff. Con degli amici come voi affrontare i problemi è più facile.”

I due si strinsero nuovamente in un forte abbraccio colmo d'affetto, poi si diedero la buonanotte e ognuno si avviò nella propria camera.

Era stata una giornataccia per Ben, ma il suo cuore gli sussurrava che, con le persone giuste accanto, sarebbe riuscito a superare anche quella.

Sarebbe andato a letto contento, al resto avrebbe pensato l'indomani.



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Capitolo 32
*** Capitolo 32 ***


Capitolo 32



Era un sabato mattina di inizio aprile e il sole splendeva alto in cielo. Nella camera di Cathleen, Lisa e Alice, nonostante fossero solo le nove del mattino, si poteva già udire un gran chiacchiericcio.

Ma non sentite l'odore di chiuso che c'è in questo stanza? È colpa vostra che non aprite mai la finestra!” si lamentava Cathleen con una smorfia, spalancando le ante dell'unica finestra della stanza e lasciando entrare la fresca brezza impregnata di salsedine.

Che bello, tra poco torneremo tutti in spiaggia, finalmente l'estate sta arrivando!” esultò Lisa, rimbalzando sul suo letto. Si era appena messa a sedere e ancora aveva il viso e i capelli stravolti dal sonno.

Ma che problemi avete? Io voglio dormire... Cathleen, chiudi immediatamente quella diamine di finestra o ti faccio finire direttamente in spiaggia!” gracchiò Alice con la voce ancora impastata dal sonno, stringendosi ancora di più nelle coperte e sotterrando la testa sotto il cuscino.

Ma Alice, è una bellissima giornata! Perché non ti alzi e vieni con noi a fare una passeggiata sulla spiaggia?” propose Lisa con entusiasmo, afferrando il suo cellulare e sparando a un volume insopportabile un tormentone reggaeton di quel periodo.

Con noi? Io non posso venire, ho già appuntamento con Lion!” obiettò Cathleen con uno sbuffo contrariato, mentre raggruppava tutti gli indumenti sparsi per la camera che sarebbero poi stati lavati.

Proprio in quel momento qualcuno bussò alla porta.

No, ci mancava solo questa! Solo voi avete amici talmente malati che vengono a cercarvi alle nove del mattino... ah beh, sono come voi, i simili stanno assieme” bofonchiò Alice sempre più infastidita, lanciando uno sguardo torvo al cellulare di Lisa.

Sono Ben!” annunciò una voce familiare dall'esterno della stanza.

Ti dispiace se apro?” domandò la mora alla sua compagna di stanza ancora sdraiata.

Fai quello che ti pare, l'importante è che tu e quell'altra lasciate la stanza tra cinque minuti esatti.”

Così Lisa si avvicinò alla porta e lasciò entrare il ragazzo. “Buongiorno tesoro... ma cos'hai?” chiese, notando il viso pallido e stravolto di Ben. Era come se per tutta la notte non avesse chiuso occhio.

La porta del bagno era socchiusa e al suo interno Cathleen si stava sciacquando il viso; ma quando udì le parole della sua amica lanciò uno sguardo all'esterno e un brutto presentimento si impossessò di lei. “Ben, sei stravolto! Hai fatto after?” domandò a sua volta.

Possiamo uscire un attimo? Ti devo parlare” si limitò a proferire lui in tono piatto.

Uh, finalmente in questo posto succede qualche casino! Sono contenta, avrò qualcosa su cui ridere” sghignazzò Alice dal suo letto, osservando con fare divertito la scena che si stava svolgendo appena sotto di lei.

Cosa c'è? Aspetta un attimo, sono in pigiama e non mi sono nemmeno lavata il viso...” mormorò la ragazza con fare evidentemente preoccupato.

Preparati in fretta, ti aspetto” affermò lui dirigendosi verso il corridoio.

Lisa, ma ti sembra il modo di trattare il tuo amato? Lo fai attendere fuori dalla stanza come fosse un cane bastonato?” la rimproverò Alice rigirandosi tra le lenzuola. In realtà non le interessava, ma aveva intenzione di farla pagare alle sue compagne di stanza per averla svegliata così presto e così decise di punzecchiarle in tutti i modi.

La ragazza arrossì e invitò Ben a restare all'interno della stanza, poi cominciò a cercare qualche vestito per potersi cambiare. Trovò piuttosto strano il fatto che lui prendesse posto sul bordo del letto di Cathleen e non nel suo, ma la cosa non la sorprese del tutto; ormai era sicura che lui fosse venuto a conoscenza di tutta la verità e lei, nonostante fosse passato tanto tempo, non si sentiva ancora pronta ad affrontarlo. Era stata codarda, non aveva voluto dirgli la verità e adesso si ritrovava in una situazione per niente gradevole.

Prima o poi sarebbe dovuto accadere, in un modo o nell'altro.

Cat, quanto ci metti? Devo entrare in bagno!” gridò, bussando insistentemente alla porta.

Qualche secondo dopo la bionda aprì e Lisa poté finalmente prepararsi.

Cathleen prese posto accanto a Ben con un sospiro pesante. “Ben...”

So tutto” mormorò lui.

Non doveva succedere così.”

Tu lo sapevi?” Si voltò in direzione della ragazza con gli occhi sbarrati e contornati da delle profonde occhiaie.

Lei si prese la testa tra le mani. “Sì, ma non mi volevo intromettere. Mi dispiace.”

Non ti preoccupare, tu non c'entri.”

Alice si affacciò dal suo letto a castello e sibilò: “Tradimento?”

Fatti gli affari tuoi” la ammonì l'altra con un'occhiata truce.

Lisa uscì dal bagno dopo qualche minuto: aveva indossato una maglietta rossa a maniche corte, un paio di jeans e delle scarpe di tela; aveva lasciato i capelli sciolti sulle spalle per via della fretta, cosa che non faceva mai, e non si era truccata.

Andiamo” disse Ben, alzandosi dal letto e facendole cenno di seguirlo.

Poco dopo la camera piombò in un profondo silenzio finché Alice non si rivolse a Cathleen: “Beh? Tu che devi fare, stare qui?”

No, vado da Lion. Dobbiamo andare al mare” rispose lei distrattamente.

La sua mente in realtà era occupata da ben altri pensieri: aveva l'impressione che quella gita al mare non sarebbe stata così bella e spensierata. Era preoccupata e, quando avrebbe raccontato l'accaduto al resto dei suoi amici, anche loro lo sarebbero stati.

Ma un dubbio rimaneva irrisolto: come era giunta la verità alle orecchie di Ben?


Ben, basta, voglio sapere cosa ti prende!”

I due ragazzi erano giunti nell'atrio dei dormitori femminili. Lui avrebbe preferito non dare spettacolo in quel luogo, dato che nei giorni festivi c'era sempre un gran viavai, ma Lisa l'aveva bloccato per un polso e non sembrava più intenzionata ad attendere.

Dai, non ci posso credere. Lo sa tutta la scuola e tu no?” sbottò lui con sarcasmo, puntando i suoi occhi scuri in quelli della ragazza.

Smettiamola di giocare agli indovinelli, per favore! Cosa ti hanno detto?”

Che te la spassi con un certo giocatore di basket...”

Lei divenne paonazza e fu incapace di sostenere ancora lo sguardo di lui.

Solo ora mi rendo conto di tutto il tempo sprecato con te, di tutta la fiducia che non ti meritavi. Quante volte ti ho perdonato e ti ho spiegato con pazienza i tuoi errori? Hai solo finto di ascoltarmi, mi sa che è proprio così. Ingrata” la accusò lui in tono calmo; in realtà stava cercando in tutti i modi di non farsi prendere dalla rabbia, altrimenti la situazione sarebbe degenerata. Ora che si trovava davanti la traditrice gli sembrava di non riuscire a sopportare il dolore. Si sentiva un idiota, un illuso.

Ben, io... te lo dovevo dire, scusa... ma sai come sono, no? Ormai mi conosci, sai che non riesco mai a trovare il coraggio per dire le cose e... insomma, con te e con Joel ho sbagliato tutto, mi sono invaghita di lui e ho perso di vista ciò che veramente era importante per me. Ti prego, perdonami, sono mortificata!”

Intanto lacrime salate avevano preso a scorrerle sul viso e lei non si preocupò di asciugarle, nemmeno davanti agli occhi delle ragazze che a gruppetti scendevano le scale e osservavano la scena con curiosità mentre si avviavano fuori dall'edificio.

Lui scosse la testa, quasi intenerito dalle ingenue speranze della ragazza. Ci era cascato fin troppe volte, non aveva nessuna intenzione di commettere lo stesso errore un'altra volta.

Ma dai, hai anche il coraggio di chiedermi perdono? E io cosa dovrei fare secondo te, caderti ai piedi e dirti che ti amo nonostante tutto e starò qui a farmi prendere in giro per sempre? Mi deludi, questo è davvero patetico da parte tua!”

Lei si scostò i capelli dietro l'orecchio, ancora preda dei singhiozzi. “Ti prego Ben! Ho capito il mio errore e sono disposta a fare di tutto per porre rimedio! Scarico Joel oggi stesso, ti sarò fedele per sempre, ma io... io ti amo ancora...”

Il discorso venne interrotto da una risata amara di Ben. “Mi ami ancora? Avvincente, sì. Infatti una persona che ama un'altra persona la tiene all'oscuro di un tradimento per mesi e mesi! Sai qual è la cosa che mi ferisce di più? Che io sia venuto a saperlo da altri e non da te.”

All'improvviso gli occhi di Lisa vennero attraversati da una scintilla d'ira. “Un momento. Chi è stato a dirtelo? È stato qualcuno dei nostri amici, vero? Avevo detto chiaramente a tutti che volevo dirtelo io, perché la gente non si fa i fatti suoi?” sbraitò in tono isterico.

Ha importanza sapere chi me l'ha detto?”

La ragazza posò le mani sul petto di Ben e lo spintonò con rabbia all'indietro; lui, colto alla sprovvista, barcollò per qualche istante ma poi trovò appoggio nella parete alle sue spalle.

Dimmelo, cazzo! Voglio saperlo, non è giusto!” strillò ancora Lisa stringendo i pugni.

Smettila immediatamente e non permetterti mai più. Chi me l'ha detto sicuramente tiene a me più di quanto ci tieni tu” sibilò lui in tono autoritario, bloccandole i polsi con le sue mani.

Lei sgranò gli occhi spaventata; non aveva mai visto il suo ragazzo così infuriato, aveva paura di ciò che avrebbe potuto fare. Tuttavia era talmente fuori di sé che proseguì imperterrita: “Non ordinarmi quello che devo o non devo fare! Dimmi chi è stato, porca puttana! Voglio sapere chi è il responsabile!”

Sono stata io.”

Quelle tre parole pronunciate in tono pacato interruppero la lite tra i due, che si voltarono stupiti alla loro destra, in direzione della tromba delle scale.

Tiffany stava in piedi sul gradino più alto: indossava una maglietta a mezze maniche arancione, dei leggings attillati neri e sulla spalla portava una grande e colorata borsa per il mare. Teneva le labbra serrate e scrutava Ben e Lisa con sguardo attento e sicuro.

Tu?” sussurrò Lisa incredula.

La nuova arrivata scese la rampa in fretta fino a piazzarsi di fronte a lei. “Sì, sono stata io. Perché?”

A que punto Lisa, in preda a una rabbia cieca, si divincolò dalla stretta di Ben e si scaraventò sopra l'altra ragazza con un grido.

In un attimo Tiffany si ritrovò con le mani dell'altra serrate sui suoi capelli, mentre i piedi non facevano che scalciare contro di lei, rischiando di farle perdere l'equilibrio. Lei dovette bloccarle le braccia con la mano destra e con la sinistra cercare appiglio da qualche parte per non rovinare a terra.

Ma si può sapere cosa cazzo ti prende?”

Pensavo fossimo amiche! Invece sei andata a raccontargli tutto, stronza! Esci dalla mia vita per sempre, sei un mostro! Hai capito?” strillava Lisa tra le lacrime.

A quel punto Ben, dopo qualche secondo in cui rimase spiazzato dal gesto della sua ex ragazza, intervenne per liberare Tiffany dalle sue grinfie. Lisa era un fiume in piena e, dopo averla separata dalla sua amica, dovette bloccarle i polsi dietro la schiena per evitare che tornasse all'attacco.

Adesso smettila, chiaro? Sei solo una patetica bimba isterica” ordinò Ben, lanciando uno sguardo preoccupato a Tifany; quest'ultima, palesemente sconvolta, si teneva al muro e si massaggiava un fianco dove probabilmente aveva ricevuto qualche colpo.

Perché l'hai fatto?” sbottò Lisa rivolgendole uno sguardo pieno d'odio.

Perché tu non gliel'avresti mai detto, avresti continuato a prenderti gioco di lui. Scusami Lisa, io non ho nulla contro di te, ma voglio bene a Ben e non sopportavo più questa situazione” spiegò la bionda con il fiato corto.

Ma non hai una vita a cui pensare? Non hai altro da fare che intrometterti nelle faccende altrui?” proseguì Lisa, ormai arresa e abbandonata contro Ben.

A lui quel contatto dava quasi fastidio, ma era necessario per tenere Lisa lontana da Tiffany.

Vai Tiff, vi raggiungo tra poco” disse.

Lei annuì debolmente e si diresse verso l'uscita, mentre l'altra le inveiva contro sottovoce.

Adesso la smetti? O devo tenerti bloccata per il resto della mattinata?” le domandò Ben dopo qualche istante.

Lei si scrollò di dosso le sue mani e, sempre piangendo, lo fissò con aria malinconica.

Non presentarti in spiaggia stamattina. Buona giornata, Lisa” concluse il ragazzo con indifferenza, dandole le spalle e camminando velocemente verso la porta.

Ben fu contento di essere da solo in quel momento; si prese quella passeggiata verso la spiaggia tutta per sé, per riflettere su quanto era appena accaduto.

Non avrebbe mai pensato di poter trattare con tanta indifferenza e autorità una ragazza. Soprattutto Lisa, la sua Lisa che ormai non era più sua.

Nonostante la sensazione di sollievo che sentiva dentro sé, provava anche una strana tristezza. Non era da lui agire così, non gli era proprio piaciuto come erano andate le cose.

Ma sapeva che non se ne sarebbe pentito, stavolta aveva preso la decisione giusta e definitiva.

E non si sarebbe più voltato indietro.



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Capitolo 33
*** Capitolo 33 ***


ReggaeFamily

Capitolo 33



Cos'hai fatto? Ma sei matta?” esclamò Lionel strabuzzando gli occhi.

Dai Lion, lascia le cose come stanno e basta. Non mi andava di coinvolgerti, okay?” ribatté Tiffany con una scrollata di spalle.

No, scusate... fatemi capire: cos'avete fatto? Avete detto voi la verità a Ben?” si intromise Cathleen incredula.

Ma non va bene che Lisa se la sia presa solo con te, ho dato anch'io il mio contributo per questa cosa!” proseguì il ragazzo.

Smettetela di ignorarmi! Perché l'avete fatto senza dirmi niente?” domandò ancora Cathleen spazientita.

Perché tu non lo avresti accettato, sei amica di Lisa e avresti cercato di impedircelo per non metterla nei guai! Ti conosco troppo bene, Cat” rispose la più grande, ignorando completamente la protesta del suo complice.

Ora vado da Lisa e le dico tutto” affermò allora lui indietreggiando di un passo.

Tu non vai da nessuna parte! Lascia le cose come stanno, cosa cambia? L'importante è che ora Ben sappia tutto!” lo bloccò subito Tiffany afferrandolo per un polso.

Dov'è Lisa? Doveva venire in spiaggia, no?” chiese Cathleen.

Intanto Alex, che si era recato vicino alla riva lasciando i tre ragazzi alle loro discussioni, si avvicinò nuovamente al gruppetto. “Scusate se mi intrometto, ma credo che non sia il caso di sbandierare a tutta la spiaggia i fatti vostri. Poi mi state facendo venire mal di testa e la state facendo più tragica di quanto non sia.”

Certo, a te non importa niente! Non eri il migliore amico di Ben un tempo?” si rivoltò Lionel nervoso.

Sì, infatti meglio che si sia liberato di Lisa, amen. C'è bisogno di discutere?”

Oh, ma vaffanculo Alex!” sbottò Tiffany esasperata.

Lui le si avvicinò e le posò una mano sul braccio. “Tesoro, io con te non ho ancora finito.”

Lei se la scrollò di dosso, ma non ebbe il tempo di ribattere; l'attenzione dei quattro venne attirata da Ben che camminava lentamente verso di loro.

Ciao ragazzi” li salutò in tono piatto quando li raggiunse; ma non si fermò, avanzò fino a raggiungere il bagnasciuga e si immobilizzò, lo sguardo perso tra le onde striate d'argento.

Tiffany lo raggiunse. “Ben, come stai?”

Tu come stai? Lisa ti ha proprio steso, quando viene presa da questi attacchi isterici porta fuori una forza assurda” cambiò subito argomento lui senza muoversi di un millimetro.

La ragazza in effetti sentiva un certo dolore al fianco ed era certa che di lì a poco sarebbe spuntato sulla sua pelle un enorme livido, ma non era niente in confronto alla sofferenza di vedere il suo amico in quelle condizioni.

Non ho niente. Non ti va di parlarne, vero?”

Lui sospirò. “Finirei per essere ripetitivo: mi sento un idiota, mi sono fatto prendere in giro e ho perso tempo. Mi ci vorrebbe proprio una bella nuotata, ma l'acqua è gelida.”

La ragazza lanciò un'occhiata alle sue spalle: Alex si era sdraiato sulla sabbia senza nemmeno preoccuparsi di stendere un asciugamano, Cathleen si era seduta di fronte alla battigia a una decina di metri di distanza con le cuffie alle orecchie e Lionel cercava distrattamente con lo sguardo qualche conchiglia. Ognuno era immerso nei suoi pensieri; sarebbe stata una bellissima giornata da trascorrere serenamente insieme se non fosse capitato quel brutto episodio.

Cathleen era particolarmente malinconica e combattuta: aveva imparato a voler bene alla sua compagna di stanza ed era passata sopra a tutti i suoi difetti, ma era consapevole che in quella circostanza non la potesse difendere. Come poteva aiutarla senza stare però dalla sua parte? Non sapeva proprio come consolarla.

Mentre con le mani giocava con i sottili granelli dorati e scavava una piccola fossa, si ritrovò a canticchiare. Certe volte non poteva resistere, era qualcosa di incontrollabile.

Mentre cercava nel suo cellulare qualche canzone che le andava di intonare e che la facesse sentire capita, trovò una registrazione: si trattava della canzone che circa una settimana prima aveva cantato per il compleanno di Lionel. Non sapeva nemmeno lei come aveva fatto a scriverla e metterla in musica, ma il risultato tutto sommato le piaceva e quelle parole la colpivano ogni volta che le sentiva, nonostante ormai le conoscesse a memoria.


For all the things we do together

every day will be better.

Our smiles shine like a star;

this is the life, here we are.


Quei versi erano stati scritti per Lionel, ma potevano essere dedicati a qualsiasi amico. Cathleen li associava anche a sua sorella, per esempio, addirittura a Kelsey.

Ma pensando a Lisa questo non succedeva, era come se la loro amicizia fosse qualcosa di forzato o come se negli ultimi tempi si fosse raffreddata. Per lei rendersi conto di questo non fu piacevole: era successo ciò che lei odiava di più, ovvero frequentare una persona solo per abitudine. In cuor suo l'aveva sempre saputo, ma qualcosa le diceva che quella situazione non era poi così negativa, né per lei né per Lisa.

Andavano d'accordo dopotutto, c'era un bel rapporto di complicità.

Cat, la mia canzone.”

Una voce a poca distanza da lei la fece sobbalzare e si voltò di scatto.

Lionel si lasciò cadere sulla sabbia alla sua sinistra e la osservò con un sorriso appena accennato.

Cathleen era sicuramente arrossita, colta alla sprovvista in quel momento così intimo e introspettivo. “Sì, è lei.”

Hai anche delle registrazioni? Il giorno della festa non ho pensato di fare un video, mi hai spiazzato.”

Certo, ora sto ascoltando la versione definitiva, quella che ha anche la chitarra. Non è un granché...”

Ma a me quella canzone piace, la voglio! Me la mandi?” domandò portando fuori il cellulare.

E va bene, ma non farla sentire a nessuno” acconsentì lei con un sospiro.

Dopo qualche istante di silenzio in cui i due vennero catturati dal borbottio delle onde, Lionel chiese: “Ce l'hai con me?”

Perché dovrei?”

Per quello che abbiamo fatto io e Tiff.”

Sai che c'è? Io ho paura dei litigi, ho paura di rovinare gli equilibri del nostro gruppo. È per quello che cerco sempre di evitare le discussioni e lascio sempre perdere quando qualcosa non va. È un atteggiamento sbagliato, voi a differenza mia siete stati coraggiosi e avete affrontato la realtà, avete fatto un bel gesto per Ben.”

Lionel rimase piacevolmente sorpreso da quel discorso: pensava che la sua amica l'avrebbe presa molto male, invece aveva messo da parte per una volta la sua impulsività e aveva capito.

Era come se anche lei stesse in qualche modo maturando.

Grazie per averci capito.”

I due si scambiarono un sorriso, poi lei si trascinò ancora più vicino a lui e posò la testa sulla sua spalla.

Che c'è?”

Niente, sei comodo.”

Ti approfitti sempre di me!”

Non rompere...”

Un grido improvviso alla loro sinistra squarciò l'aria e interruppe la conversazione dei due: “Adesso basta Alex, mi hai stancato! L'hai voluto tu!”.

Subito dopo si udì un tonfo e degli schizzi, poi una fragorosa risata di Ben.

Lionel e Cathleen sbirciarono in quella direzione e si ritrovarono davanti una scena piuttosto esilarante: Tiffany si trovava presso il bagnasciuga con le braccia incrociate al petto e le sopracciglia aggrottate, Alex sguazzava in acqua con un'espressione stravolta e Ben rideva talmente tanto che aveva cominciato a rotolare a terra.

Così anche loro scoppiarono a ridere e si misero in piedi.

Il povero malcapitato si rialzò a fatica. I capelli gli si erano appiccicati sulla pelle, così come la maglietta bianca a maniche corte; i jeans erano zuppi e le scarpe dovevano pesare come due macigni per la quantità d'acqua accumulata.

Mio dio Tiffany, io ti ammazzo!” minacciò, cominciando a tremare per il freddo e tornando all'asciutto.

Io te l'ho detto: tieni le mani a posto e non ti succederà niente! Tu non mi hai ascoltato...” si limitò a proferire lei, lanciandogli un telo da mare che aveva recuperato dalla sua grande borsa.

Ha fatto bene” continuavano a ripetere gli altri tre senza riuscire a placare le risate.

In mezzo a tutto quel trambusto Tiffany, Lionel e Cathleen non poterono fare a meno di scambiarsi uno sguardo soddisfatto: erano riusciti a dissipare la tensione che li aveva avvolti fino ad allora e a strappare una risata a Ben. Il ragazzo ne aveva davvero bisogno.

E i suoi occhi allegri scaldavano il cuore dei suoi amici.


Mentre si dirigevano verso il campus per il pranzo – e nel caso di Alex fare una bella doccia – i cinque ragazzi notarono un gran viavai vicino all'ingresso: attorno a una macchina scura si era radunato un cappannello di studenti e professori, chiaramente interessati a qualcuno.

Andiamo a vedere?” propose subito Cathleen curiosa.

Andate, io non sono presentabile” affermò Alex staccandosi dal gruppo e dirigendosi quasi di corsa verso i dormitori maschili.

Gli altri si accostarono all'auto e si misero sulle punte per cercare di scrutare oltre la folla.

C'è una ragazza lì... chi è?” domandò Ben, il più alto del gruppo, spremendosi le meningi per ritrovare quel viso pallido nella sua memoria.

Tiffany prese a saltellare, poi si fermò e sgranò gli occhi. “È Grace!”

Grace? La ragazza del film?” s'informò Lionel.

Il cuore di Cathleen perse un battito: non aveva più avuto notizie di quella ragazza, ma ci teneva molto a sapere com'era andata la sua esperienza. Per lei aiutarla era stato un vero piacere e sperava con tutto il suo cuore che quell'esperienza l'avesse aiutata ad acquisire più sicurezza in se stessa.

Grace si fece strada tra le persone che tentavano di fermarla e porle qualche domanda; riuscì a uscire dalla mischia, ma quando avvistò Cathleen si fermò e procedette lentamente verso di lei.

Non sembrava essere cambiata di una virgola: i lunghi capelli neri e ondulati le accarezzavano la vita, indossava un vestito sportivo nero su dei leggings dello stesso colore e i suoi movimenti erano sempre misurati e aggraziati.

Ma forse qualcosa nel suo sguardo era cambiato: non vi era più il riflesso di un'anima tormentata, ora i suoi occhi trasmettevano tranquillità e calma.

Grace, che piacere vederti!” esclamò la bionda stringendole vigorosamente la mano e regalandole un sorriso raggiante.

Cathleen, è un piacere anche per me.”

Anche gli altri tre la salutarono con entusiasmo.

Hai finito di girare il film?” le chiese Cathleen.

Sì, uscirà a fine giugno. Scusate, ma vorrei allontanarmi da qui, non mi piace avere tanti sguardi puntati addosso...”

Oh, non c'è problema! Ti va di pranzare con noi?”

Gli altri annuirono come per dimostrare la loro approvazione.

Volentieri. Ma prima devo andare a poggiare i miei bagagli nella camera... vi dispiace?”

Assolutamente no! Vuoi aiuto? Io devo andare ai dormitori per portare la borsa in camera” si propose subito Tiffany.

Grace rifiutò cortesemente l'aiuto asserendo che ce l'avrebbe fatta da sola, ma le due sorelle insistettero e alla fine lei cedette; i ragazzi invece vennero incaricati di occupare un tavolo in mensa.


A pranzo i sei scelsero i soliti posti, che per loro erano diventati una sorta di tradizione, tanto che nessuno si permetteva di prenderli al posto loro. Il tavolo si trovava vicino alla finestra e loro erano soliti tenerla aperta quando le temperature cominciavano a salire.

Era strano vedere il posto di Lisa, tra Ben e Cathleen, occupato da un'altra persona.

Com'è stata quest'esperienza?” volle sapere Lionel estremamente interessato.

Ci sono stati degli aspetti positivi e altri negativi. Sul set ho trovato alcuni amici, ma si sa che queste cose sono solo momentanee. Però sto bene ora. Questa è stata senza dubbio un'esperienza importantissima e per questo non smetterò mai di essertene grata, Cathleen.”

No, non dire così: l'ho fatto con piacere e continuo a vederti perfetta per quel ruolo, sono sicura che hai fatto un ottimo lavoro!” disse prontamente l'altra.

E la parte negativa?” domandò Alex giocherellando con il cibo nel suo piatto.

Ora tutta la gente che prima non mi rivolgeva neanche un'occhiata si è improvvisamente interessata a me. Curioso, no? Non sopporto gli opportunisti.”

Odio queste cose” commentò Tiffany con uno sbuffo.

Ben intanto ascoltava distrattamente lo scambio di battute e nel frattempo si sentiva osservato. Aveva avvistato Lisa in un tavolo poco distante, in compagnia di altre ragazze, che mangiava in silenzio senza degnare nessuno di uno sguardo. Ma ora di sicuro lo stava fissando insistentemente, ne era certo anche senza voltarsi per controllare.

Non gli andava per niente quella situazione: avevano bisogno di stare lontani il più possibile per riprendersi da quella brutta situazione, allora perché lei non si limitava a ignorarlo?

Di sicuro si sentiva persa senza i suoi amici perché loro non passavano il tempo con lei.

E lui, doveva ammetterlo, si sentiva un po' in colpa.



* * *


Ciao ragazzi ^^

Allora, come procede la storia? Vi aspettavate il rientro in scena di Grace? Io non l'avevo dimenticata eh!!

Sono qui per una piccola nota: quei quattro versi della canzone di Cat li ho messi su io in quattro minuti (Google Traduttore e il mio inglese basic mi hanno assistito XD), spero che non abbiamo fatto troppo schifo :P

Se qualcuno di voi vuole la traduzione o pormi qualsiasi altra domanda, si senta libero di scriverlo nelle recensioni :3

Vi ringrazio immensamente per il supporto contante e per continuare a seguire questa storia con pazienza, siete MITICI!!!



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Capitolo 34
*** Capitolo 34 ***


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Capitolo 34



I giorni trascorrevano velocemente alla Newton Academy e tutti erano immersi in problemi di varia natura: molti erano alle prese con lo studio, Ben cercava ancora di metabolizzare il brutto colpo, Grace cercava di integrarsi in un ambiente per lei ormai estraneo e Lisa cercava l'approvazione da parte dei suoi vecchi amici.

Cat, oggi devi per caso andare al bar? Sai, per incontrare Kel...” domandò Lisa un pomeriggio di metà aprile; lei e la sua compagna di stanza erano appena tornate dalle lezioni e si davano una sistemata per prepararsi a uscire nuovamente.

Sì, vieni? Ci sarà anche Lion, sai, lui e i ragazzi stanno stringendo amicizia.”

Sì, certo... è da un po' che non vedo Kelsey e Jordan in realtà.”

Ciao carissime compagne di stanza, come state?” esordì Alice, entrando nella stanza e chiudendo con forza la porta che era rimasta aperta.

Il prof di biologia mi ha detto che è preoccupato per te: ha saputo che non stai studiando in nessuna materia e ha paura che tu possa perdere l'anno” le disse subito Cathleen, ripensando alla conversazione fuori dalla classe avuta con il professore dopo la lezione di quella mattina.

Alice roteò su se stessa, facendo sollevare leggermente il lembo del suo abitino nero, per poi rivolgersi allo specchio ed esaminare lo stato dei suoi capelli. “Perché dovrebbe essere preoccupato? Io non lo sono.”

Alice, ma perché non vuoi studiare? Non ti conviene...” cominciò Lisa, ma poi venne subito interrotta dall'altra ragazza che sollevò una mano in segno di ammonizione.

Lisa, andiamo?” la richiamò la bionda controllando che nella sua borsa ci fosse tutto.

Arrivo!”

Le due lasciarono la stanza; mentre scendevano le scale Cathleen decise di dar voce a un dubbio che le ronzava già da qualche tempo in testa: “Ma dov'è andato a finire Joel?”.

L'altra ragazza parve colpita da quella domanda e per un attimo si bloccò, poi riprese a camminare accanto alla sua amica. “Mmh... diciamo che ho deciso di lasciarlo, insomma, non me la sentivo di continuare a uscire con lui come se niente fosse. Non era giusto né nei suoi confronti, né nei confronti di Ben” spiegò.

Capisco. Ma toglimi una curiosità, prometto che non ti giudicherò: Joel sapeva della tua relazione con Ben? Cioè... lo accettava?”

Sì, a scuola lo sanno tutti, quindi anche lui. Diceva che non gli importava, che era una scelta mia, ma... diciamocela tutta: tra me e lui non c'era nessuna relazione seria, uscivamo perché io gli piacevo e lui mi piaceva, ma non avevamo intenzione di fidanzarci in maniera stabile. Mi sento una stupida ad aver rovinato la mia storia con Ben per questo capriccio, ma come al solito mi rendo conto sempre troppo tardi dei casini che combino.”

Cathleen si trovava in difficoltà: dopo tanto tempo Lisa si stava sfogando con lei e lei non sapeva proprio cosa dirle, come consolarla, come prenderla. Non poteva certo assicurarle che tutto sarebbe tornato alla normalità, non avrebbe nemmeno potuto difenderla e giustificarla, ma se le avesse detto ciò che pensava Lisa se la sarebbe presa.

Ehm... a volte capita, purtroppo...”

Cat, io sento che tutto il mio mondo si sta distruggendo: il mio ragazzo che rappresentava una sicurezza da più di un anno, i miei amici... sento tutti così lontani, non so cosa ne sarà di me! E adesso è arrivata pure quella Grace e nessuno sembra più interessato a me! Senza contare il pessimo gesto di Lionel e Tiffany... Cat, io mi sento sola e abbandonata da tutti!” Mentre parlava, Lisa aveva cominciato a piangere disperatamente e a singhiozzare, nascondendo il viso tra le mani.

Ormai erano giunte all'esterno e le due si erano fermate di botto.

Lise, non dire così: ci sono stati dei fatti che ti hanno allontanato da alcuni di noi, ma cerca di capire... Lion e Tiff non avevano cattive intenzioni, volevano solo smettere di mentire a Ben” tentò di consolarla l'altra in tono pacato, posandole una mano sulla spalla.

Ma pensi che io non l'abbia capito? È che sono troppo orgogliosa per ammetterlo molte volte, ma lo so: è tutta colpa mia, sono io ad aver sbagliato anche questa volta! Se non mi fossi tenuta questo segreto per tutto questo tempo le cose non sarebbero degenerate e ora io avrei ancora i miei amici, mentre ora mi sei rimasta solo tu!”

Cathleen non voleva che le cose andassero così. Si sentiva combattuta perché non voleva lasciare Lisa da sola, ma non aveva nemmeno intenzione di andare contro i suoi amici. Sapeva di essere tra due fuochi, entrambi le stavano troppo vicini e aveva paura di restare imprigionata in mezzo.

Abbracciò Lisa e lasciò che sfogasse tutte le lacrime represse. Chissà quanto aveva desiderato quella stretta rassicurante, quel momento in cui si sarebbe potuta liberare.

Dopo qualche minuto la mora riuscì a riprendere il controllo di se stessa e le due decisero di raggiungere finalmente il bar della scuola.

Nel frattempo incrociarono Lionel; il ragazzo stava per lamentarsi del fatto che le due l'avessero fatto aspettare per dieci minuti, ma quando si rese conto degli occhi arrossati di Lisa lasciò perdere.

I due, nonostante non avessero chiarito la questione, riuscivano a instaurare un rapporto civile; Lisa aveva scoperto che Lionel era un complice di Tiffany, ma aveva lasciato cadere la cosa e si era limitata a rivolgergli la parola il minimo indispensabile.

Oh, guarda chi si vede! Ciao principessina, come mai hai pianto? Non riesci più a trovare un ragazzo?” esordì subito Jordan quanto si ritrovò davanti Lisa, dal momento che non si era fatta vedere al locale con Cathleen negli ultimi tempi.

Oddio, ma perché ho accettato di venire? Smettila, non ne posso più” si lamentò subito lei, abbassando lo sguardo per evitare di incrociare quello del ragazzo. Si vergognava un sacco, non voleva che gli altri notassero che aveva pianto.

Scusa, ma sai com'è, mi diverto un sacco a provocarti perché tu ci caschi sempre!”

Lisa gli aveva sempre risposto a tono e non aveva mai dato importanza alle battutine sarcastiche del ragazzo, ma da un pezzo aveva cominciato a credere che in esse ci fosse un fondo di verità, che lui le portasse fuori con vera cattiveria. Poteva sembrare un ragazzo simpatico e forse un po' troppo impertinente, ma ormai il suo atteggiamento cominciava a irritare davvero la ragazza.

Solo che se avesse litigato con lui non sarebbe più potuta uscire con Cathleen al bar e la sua vita sociale sarebbe precipitata ulteriormente, quindi preferiva tenerselo buono.

Intanto l'altra ragazza era corsa a salutare Kelsey con un abbraccio, ma si era subito separata da lui; anche Lionel si era fatto avanti e l'aveva salutato, poi i tre avevano cominciato a conversare serenamente come al solito.

Dopo la solita partita al biliardino a cui però Lionel non partecipò, i cinque si riunirono come di consueto attorno a un tavolino.

Cathleen si trovava tra Lionel e Kelsey, ma quel giorno si era stranamente attaccata al più piccolo e aveva preso a giocare affettuosamente con i suoi boccoli.

Intanto il ragazzino veniva scosso dai brividi: quanto aveva sognato momenti come quelli! Si era dato dello stupido perché era convinto che non sarebbe mai potuto accadere, invece i suoi sogni stavano pian piano prendendo forma. Forse si stava solamente illudendo, ma notava dei gesti di interesse da parte della sua amica nell'ultimo periodo, dei gesti di cui probabilmente nemmeno lei si rendeva conto. E ovviamente i suoi sentimenti avevano preso a farsi sentire con forza, gli suggerivano di non perdere le speranze e cercare di capire se poteva finalmente avere delle possibilità.

Intanto Cathleen, mentre chiacchierava con i suoi amici, non si poneva tanti problemi: si limitava a stargli vicino perché ne sentiva il desiderio, senza cercare di interpretarne la causa.

O forse stava solo cercando di ignorarla.

Kel, che c'è? Ti vedo turbato” domandò la ragazza; il suo amico si perdeva spesso nei suoi pensieri e ogni tanto sembrava sul punto di dire qualcosa, ma era come se non trovasse le parole.

Lui prese un profondo respiro. “Cat... ti devo dire una cosa, possiamo allontanarci un attimo?”

Quella richiesta improvvisa lasciò basita la ragazza, che trasalì: cosa aveva intenzione di dirle? Un brutto presentimento si impossessò di lei, ma cercò di scacciarlo e si limitò a rispondere: “Certo, agli ordini capo!”

Lionel intanto era rimasto di sasso e, vedendo la sua amica alzarsi e allontanarsi senza esitazione con Kelsey, si era immobilizzato. All'improvviso la consapevolezza di ciò che sarebbe potuto accedere gli piombò addosso di botto, con una tale forza da togliergli quasi il respiro. E se Kelsey le avesse rivelato i suoi sentimenti? Ma non era questo che lo preoccupava: non sapeva se in effetti Cathleen provasse interesse nei suoi confronti, quindi nell'eventualità avrebbe anche potuto accettare.

Sì, doveva essere così. E lui che si era illuso così tanto ultimamente, che ingenuo era stato nel riporre così tanta fiducia in quella fioca speranza!

E quei due dove sono andati? Si sono imboscati?” domandò all'improvviso Jordan, notando solo allora l'assenza di Cathleen e Kelsey.

Non lo so, lui le ha chiesto se potevano parlare in privato e si sono allontanati...” biascicò il ragazzino, ancora sconvolto.

Oh, era ora che quel rammollito prendesse qualche iniziativa! Speriamo bene, a breve diventeremo zii!” scherzò lui.

Ma Lionel non riuscì proprio ad apprezzare la battuta.


Dimmi tutto.”

Era stata un'impresa per Cathleen pronunciare quelle parole: nella sua mente ronzavano gli stessi identici dubbi di Lionel e avrebbe voluto rimandare quel momento all'infinito per non doverlo affrontare, ma si rendeva conto che ormai non si poteva più rimandare.

Aveva paura che Kelsey provasse dei sentimenti nei suoi confronti; dei sentimenti che – si era resa conto – lei non ricambiava. Non voleva comunque rovinare la sua amicizia con lui, quel rapporto bellissimo che si era instaurato, e non sapeva come rifiutarlo.

Non era mai finita in una situazione del genere.

I due si trovavano all'esterno del locale; Kelsey si era poggiato con la schiena alla parete e osservava Cathleen con un'espressione malinconica e dolce allo stesso tempo.

Un attimo, non è facile...”

Sai che io ti ascolto con pazienza, qualsiasi cosa tu voglia dirmi” tentò di rassicurarlo.

Mmh, ecco... io quest'estate riparto per la Spagna.”

Il cuore di Cathleen perse un battito mentre il suo viso impallidiva. Si sarebbe aspettata davvero di tutto, ma non una notizia del genere,

Cioè, intendi che... ci rimarrai?”

Sì, mi trasferisco definitivamente lì. Sto per compiere diciotto anni ed è arrivato il momento di prendere una decisione; ci ho riflettuto a lungo e, nonostante tutte le persone fantastiche che ho trovato qui alla Newton, mi sono reso conto che la mia terra è il luogo in cui veramente voglio stare, a cui appartengo. Mi dispiace davvero dover lasciare tutto, sparire così...”

No. La situazione stava sfuggendo di mano a Cathleen, il mondo le vorticava attorno e lei non sapeva proprio come assimilare quelle informazioni.

Kelsey era ormai una presenza costante nella sua vita, non poteva credere che di lì a qualche mese non sarebbe più stato al suo fianco, che si sarebbe trovato dall'altra parte del mondo. Cosa ne sarebbe stato delle partite al biliardino, delle chiacchierate pomeridiane al bar, degli scherzi e delle confidenze? Kelsey era quello che parlava poco, ma quando apriva bocca diceva sempre le cose giuste; era quello che sapeva ascoltare senza giudicare, che offriva incondizionatamente il suo aiuto ma sminuiva i suoi stessi gesti, che riusciva a trasmettere dolcezza anche semplicemente con un'occhiata.

Oh.” Questa fu la prima reazione della ragazza, mentre mille pensieri diversi le attraversavano la mente e gli occhi le si riempivano di lacrime.

Ehi Cat, non piangere, dai. Ah, che casino... avevo paura che la prendessi così male, però dovevo dirtelo” mormorò lui, profondamente dispiaciuto e preoccupato.

Kel, se fossi un'egoista ti direi di restare qui, di non partire, ma non posso; è giusto che tu torni in Spagna, rispetto la tua scelta. Scusami se piango, ma...”

Non ti devi scusare, è giusto così. Anzi, grazie per avermi capito” la interruppe gentilmente lui con un sorriso, per poi stringerla in un abbraccio.

Poco importava che la gente di passaggio potesse fraintendere quel gesto: loro sapevano che non c'era nessuna malizia, ma solo un profondo rispetto.


La serata si concluse con una nota malinconica, tanto che Cathleen, Lisa e Lionel non sapevano quasi che dire quando lasciarono insieme il bar.

Marta ha detto che probabilmente tra due mesetti verrà a trovarci nuovamente, stavolta per una settimana” annunciò Lionel per spezzare quel silenzio carico di tensione.

Davvero? Wow, ma è una notizia fantastica!” si rallegrò Cathleen

Angel sarà contento” borbottò Lisa senza troppa convinzione.

In quel momento riconobbero tre sagome familiari che lasciavano i dormitori femminili e procedevano insieme qualche metro davanti a loro.

Ah, ecco dov'erano finite Tiff e Grace!” commentò la bionda, esaminando le due ragazze.

Lisa invece sobbalzò quando si rese conto che proprio davanti a lei c'era il suo ex ragazzo.

E stranamente anche quel giorno si trovava con Grace. Forse si faceva troppi film mentali, ma aveva come l'impressione che quell'attrice da quattro soldi seguisse Ben in ogni luogo. Non le era mai stata particolarmente simpatica, e ora oltre che soffiarle gli amici sembrava intenzionata a conquistare anche il ragazzo. Lei era gelosa; del resto si erano lasciati solo da due settimane e per lei era come se Ben le appartenesse ancora.

Doveva assolutamente tenerla d'occhio e impedirle qualsiasi mossa troppo azzardata.



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Capitolo 35
*** Capitolo 35 ***


Capitolo 35



Quindi tu pensi che...” Tiffany lasciò la frase in sospeso, attorcigliandosi una ciocca di capelli attorno al dito con aria scettica.

Oh, eccome se è così! È evidente, possibile che tu non l'abbia notato?” le assicurò Cathleen in tono complice.

Aprile stava per volgere al termine e anche nel tardo pomeriggio il sole inondava e riscaldava ogni angolo del campus. Le due sorelle si erano concesse qualche ora solo loro due; in quel momento si trovavano sedute su una panchina all'ombra dei fitti pini, al rientro da una breve passeggiata in spiaggia.

Ben allora non si è accorto di niente, altrimenti me lo avrebbe sicuramente detto! Siamo amici, ci diciamo tutto...” osservò la più grande.

E Grace non ha detto niente a me, eppure si fida abbastanza... secondo me ha paura di Lisa.”

Paura di Lisa?”

Ehm... diciamo che... la vedo ancora molto gelosa nei confronti di Ben” ammise Cathleen con un sospiro.

Eh? Ma cosa vuole? Oddio, quanto è infantile! È troppo abituata a trattare quel poveretto come una proprietà privata, ma almeno adesso che non stanno più assieme dovrebbe fare un passo indietro!” sbottò Tiffany indignata.

Lo so Tiff, ma io ormai non le do più nessun consiglio. Sai che tra me e lei non c'è più il rapporto di un tempo. Comunque sono preoccupata per Grace: da parte di Lisa vedo molta antipatia, però entrambe vogliono passare il loro tempo con me. Ma perché mi caccio sempre in situazioni del genere? Sto sempre nel bel meszo di due fuochi...”

È il tuo modo di essere, Cat: riesci ad andare d'accordo con tutti e molte volte sei anche troppo buona. Fortunatamente tu sei un portento e riesci a cavartela benissimo in ogni caso!” tentò di rassicurarla sua sorella con un tenero sorriso dipinto in volto.

Per qualche istante le due ragazze si limitarono a scambiarsi un'occhiata colma d'affetto mentre i rami che dondolavano leggermente alla brezza proiettavano sui loro visi dei solitari raggi di sole.

Con Kel come va?” domandò poi Tiffany. Sapeva che Cathleen aveva bisogno di parlarne.

Parte dopo la fine della scuola. Come sempre in realtà; ho saputo che si sente di nuovo con la sua ex, la ragazza che ha dovuto lasciare quando è andato via dalla Spagna. Non me lo ha detto esplicitamente, ma secondo me prova ancora qualcosa per lei” raccontò lei con una nota di malinconia.

E... tu sei gelosa?” volle sapere Tiffany con un pizzico di malizia nella voce.

Cathleen sospirò ed esitò per un istante. “No, Kelsey non mi interessa in quel senso. Quando l'avevo appena conosciuto penavo che tra noi potesse nascere qualcosa, ma non mi è mai piaciuto veramente.”

Me l'aspettavo” ribatté prontamente l'altra, per niente sorpresa.

Oh, ma tu sai sempre tutto!”

Tiffany ridacchiò.

Ragazze!” Una voce in lontananza attirò l'attenzione di entrambe e fece trasalire la più piccola, che rischiò di far cadere la borsa poggiata sulle sue ginocchia.

Sua sorella continuò a ridere alla vista della sua espressione spaventata mentre Lionel le raggiungeva.

Lion, ma ti sembra il modo di annunciare la tua presenza? Ti avrà sentito mezza Newton!” lo rimproverò Cathleen, voltandosi per osservare in viso il ragazzo che stazionava alle loro spalle.

Ah, qui si respira, certo che avete trovato un bel posticino! In camera mia c'è un caldo pazzesco! Ma perché Tiff sta ridendo?” esordì lui con entusiasmo, ignorando beatamente le proteste della sua amica.

Siete due pagliacci!” disse loro Tiffany tornando seria, poi si alzò dalla panchina e afferrò la sua grande borsa nera.

Dove vai?” domandò Cathleen.

Devo ripassare, domani ho un'interrogazione pesantissima. Voi restate qui?”

Lionel aggirò la panchina e si stravaccò nel posto vuoto accanto alla ragazza. “E chi si sposta più?”

Va bene, ci vediamo a cena! Auguratemi buona fortuna!” li salutò Tiffany, allontanandosi in fretta sotto la luce arancione del sole.

Aiuto, Tiff quest'anno sta studiando come una matta!” commentò il ragazzo.

Non oso immaginare quando arriveremo al terzo anno...”

Se ci arriveremo!”

Che pessimista! Io ci arrivo di sicuro!”

Per fortuna tu sei un anno più avanti di me, così mi potrai aiutare!”

Chi ti dice che ti darò il mio aiuto?” lo punzecchiò lei.

Perché tu mi vuoi bene!”

Oh, ma stai zitto, scimmietta!” Cathleen allungò una mano per tirargli una ciocca di capelli, poi cominciò a giocarci come suo solito.

Eh no, stavolta questi li lasci in pace!” si rivoltò scherzosamente lui, raccogliendosi i capelli con una mano e gettandoseli alla sinistra, in modo che Cathleen non ci potesse arrivare.

Ma che cretino! No no, i tuoi capelli mi appartengono!” esclamò lei e con una risata si protese per raggiungere il suo obiettivo.

Ehi, stai disturbando il mio dolce far nulla!” protestò Lionel tentando di spingerla via con poca convinzione.

Dopo una breve e giocosa lotta tra i due, tra le risate e gli improperi, Lionel lasciò andare la ragazza che ricadde addosso a lui. Cathleen, presa alla sprovvista, lanciò un gridolino e in un istante si ritrovò con il viso di Lionel a pochi centimetri dal suo. Vide le guance del suo amico imporporarsi violentemente, ma quella vicinanza la portò a smettere di ragionare per un secondo, a disconnettere il cervello e reagire solo d'istinto.

Al posto di allontanarsi subito, come avrebbe di certo fatto in qualsiasi altra situazione, posò le sue labbra su quelle del ragazzo per qualche secondo. Il cuore le martellava nel petto con forza; quel contatto le piaceva, sapeva di mare, di impazienza, di sentimenti celati troppo a lungo.

Lionel intanto si sentiva andare a fuoco: le orecchie e il volto bruciavano, ma soprattutto le labbra. Non sapeva come reagire, cosa fare: la ragazza dei suoi sogni era così vicina, così dolce in ogni suo gesto. Non si sarebbe mai aspettato di vivere un momento del genere.

Da quando aveva incontrato Cathleen per la prima volta si era invaghito di lei, poi i suoi sentimenti erano cresciuti sempre più. Si era trovato costretto a reprimerli più di una volta, a un certo punto aveva pensato addirittura di averla dimenticata, ma lei era sempre lì: bella, dolce, divertente, con il suo magnifico sorriso che lo rendeva felice ogni giorno. Aveva sofferto e lottato, ma in quel momento come mai prima si era accorto di amarla con tutto il cuore, per quello che era, per la sua semplicità, anche per i suoi difetti.

E lei ricambiava i suoi sentimenti, finalmente.

Il bacio durò pochi secondi, ma entrambi alla fine erano sconvolti. Cathleen si mise di scatto in piedi con gli occhi sgranati, come se si fosse appena risvegliata da un sogno; si guardò attorno spaesata, fece scivolare il suo sguardo sugli alberi, evitando accuratamente quello di Lionel.

Una folata di vento più forte delle altre la fece rabbrividire e istintivamente si strinse le braccia attorno al corpo. Indossava solo ubna maglietta verde acqua a maniche corte, non aveva una giacca con sé.

Lionel era ancora pietrificato sulla panchina, lo sguardo puntato sulla scritta della sua maglietta: BOSTON 35. Perché proprio il 35? In base a quale criterio i produttori degli indumenti sceglievano quei numeri? Erano domande inutili, ma in quel momento non riusciva a concentrarsi su nulla di serio, sentiva la necessità di svuotare completamente la mente.

Cat, io non...” provò a dire dopo qualche istante, sollevando finalmente il capo e osservando la figura di Cathleen che si stagliava contro i fusti dei pini dipinti dai colori del tramonto.

Non fa niente Lionel, non parliamone più.” La sua risposta laconica troncò ogni tentativo di dialogo del ragazzo.

Ascolta, non ti devi porre problemi per quello che hai fatto...” riprovò debolmente.

Ora non ne voglio più parlare, non me la sento. Mettiamo tutto da parte e facciamo finta che nulla sia accaduto” lo interruppe nuovamente lei; era completamente immobile, solo i capelli si agitavano, sospinti dal vento.

Stai tremando di freddo” le fece notare gentilmente lui in tono apprensivo.

Che ne dici di andare a cena?” cambiò discorso lei in tono piatto.

Lui si sollevò e si posizionò accanto a lei: oltre la pineta, in direzione del mare, si presentava ai loro occhi un luminoso e colorato tramonto.

Il ragazzo si sfilò la giacca che aveva indossato qualche minuto prima e la gettò sulle spalle di Cathleen. Lei sorrise appena senza però voltarsi nella sua direzione; si strinse l'indumento attorno al corpo e mormorò: “Grazie”.

Lionel non sapeva bene come comportarsi, ma era certo che la compagnia dei loro amici avrebbe spazzato via quell'imbarazzo che si era formato tra loro due. Così prese la ragazza delicatamente per mano e la condusse tra le viottole del grande cortile fino alla mensa. Tra gli studenti che ancora si trovavano in giro per il campus, pochi degnarono loro di uno sguardo.


Quella notte Cathleen non riusciva a chidere occhio. Faceva caldo nella sua stanza, ma non avrebbe comunque potuto aprire la finestra per via della brezza fresca e umida della notte.

Dopo essersi rigirata più volte tra le lenzuola, si mise a sedere con un sospiro e afferrò il suo cellulare per controllare l'orario: era l'una e venticinque.

La scena del bacio con Lionel la tormentava e le dava da riflettere. Ultimamente si era accorta di una piccola differenza nel loro rapporto, sentiva da parte sua una maggiore voglia di stare con lui; una vocina da un angolo nascosto della sua mente le aveva più volte sussurrato che il suo migliore amico stava prendendo possesso del suo cuore, ma lei l'aveva ignorata e repressa, convinta che una cosa del genere non potesse essere possibile. Conosceva Lionel da mesi ormai, se davvero avesse provato dei sentimenti nei suoi confronti se ne sarebbe di certo accorta molto tempo prima.

Ma allora come poteva spiegare il gesto di quel pomeriggio? Ma soprattutto, come poteva spiegare la sensazione di soddisfazione e felicità che aveva provato nel compierlo?

Non ne poteva più di stare in quella camera, aveva bisogno di uscire a fare due passi. Forse era stupido uscire a quell'ora della notte, al freddo, ma lei ne sentiva il bisogno; non avrebbe potuto certo passeggiare avanti e indietro per i corridoi, non le andava di svegliare nessuno.

Si infilò il cappotto pesante e in silenzio lasciò la stanza.

Fuori faceva freddo, ma lei iniziò a camminare velocemente e ben presto i brividi scomparvero, così come i pensieri che le affollavano la mente.

Durante il suo tragitto senza una vera meta incrociò altri ragazzi: un ragazzo solitario che si teneva la testa tra le mani seduto su una rampa di scale, una coppietta che si stringeva in un abbraccio sul ciglio di un'aiuola, un gruppetto di amici che faceva baccano vicino all'ingresso del parco. Cathleen si sorprese di quanto fosse attiva la vita notturna della scuola; non si sarebbe mai aspettata di trovare così tante persone a vagabondare là fuori, chi in preda all'insonnia come lei, chi desideroso di un momento di privacy, chi invece agognava solo un po' di compagnia.

La ragazza volse lo sguardo alla luna: era quasi piena quella notte e inondava ogni angolo con la sua morbida luce.

Tutti ammirano la bellezza della luna, ma in realtà lei brilla semplicemente di luce riflessa, si ritrovò a osservare. Era per questo che trovava affascinante la fontana avvolta dall'oscurità della notte: rifletteva la luna, che già di per sé era un riflesso, la rendeva ancora più falsa.

Si recò quindi presso il pozzo d'acqua per ammirare quello spettacolo che l'aveva sempre affascinata, ma quando vi giunse si accorse di non essere sola: dalla parte opposta una figura familiare avvolta in un grosso giubbotto scuro era appollaiata sul bordo. Cathleen si avvicinò a essa con curiosità. “Angel? Che ci fai qui? Ti hanno nuovamente buttato fuori dalla stanza?” domandò in tono preoccupato quando riconobbe il ragazzo.

Ma lui non sembrava per niente turbato; sollevò i suoi occhi grigi e sereni su di lei e con calma rispose: “Ciao Cathleen. No, stavolta sono stato io ad andarmene, avevo troppi pensieri per la testa. Tu invece che ci fai qua fuori? Fa freddo”.

Lei prese posto al suo fianco e puntò il suo sguardo sul cerchio luminoso che baluginava in acqua. Quanto era bella e pura la luna, ma anche lei nascondeva dei segreti e dei misteri, come tutti.

Ti capisco, anche io non riuscivo a dormire.”

Non vorrei sembrare indiscreto, ma... se vuoi puoi dirmi che cosa ti preoccupa, per sfogarti. E tranquilla, qualsiasi confidenza con me è al sicuro” la invitò gentilmente il ragazzo in tono incerto, come se avesse paura di pronunciare quelle parole.

A una condizione: anche tu dovrai sfogarti con me. Ci stai?”

Angel tentennò per qualche secondo: faceva sempre fatica a fidarsi del prossimo, era estremamente riservato e non confidava mai i suoi pensieri a nessuno. Ma quella notte si era creata un'atmosfera magica, ogni pensiero poteva essere rivelato con il dolce scroscio dell'acqua e l'impetuoso borbottio del vento come sottofondo.

Va bene, ci sto.”

Okay. Il punto è che oggi ho dato un bacio a fior di labbra a un mio caro amico. Non avrei mai pensato di poter fare, ma soprattutto di voler fare, una cosa del genere: io e lui ci conosciamo da mesi, nel frattempo ho nutrito interesse per altri ragazzi, non mi sarei mai aspettata di... insomma... lui mi piace, ecco. Ultimamente ho maturato questi sentimenti, ma li ho negati a me stessa fino a questo pomeriggio” raccontò Cathleen. Nella sua voce non c'era nessuna traccia di vergogna o imbarazzo, ma il ragazzo non poteva scorgere il viso completamente rosso della ragazza.

E qual è il problema?” domandò lui con semplicità.

Il problema l'ho appena superato. Prima d'ora non avevo mai ammesso che questo ragazzo mi piace, non riuscivo a darmi pace, ma ora che me ne sono resa conto mi sento più libera. Forse avevo proprio bisogno di togliermi questo peso, ero stanca di mentire a me stessa.”

Pensi che lui possa ricambiare i tuoi sentimenti?” chiese ancora Angel, cercando di non fare domande troppo specifiche per non risultare invadente.

Non lo so. Oggi non mi ha respinto, era imbarazzato ma non disgustato. Ha provato a parlarmi, ma io non gliel'ho permesso perché non avrei saputo che dirgli. Non ne ho proprio idea, non credo abbia altre ragazze per la testa comunque.”

Va bene. Ora ti senti più leggera?”

Oh sì, mi sento più consapevole. Non è stato facile parlare sinceramente, ma è un grande passo avanti. Grazie. Ora è il tuo turno” concluse Cathleen, preparandosi ad ascoltare la confidenza del suo interlocutore.

Più o meno anche io sono qui per questo motivo. Cioè... una ragazza” esordì lui. A differenza di Cathleen, Angel aveva molta più difficoltà a esprimere ciò che provava, ma sapeva che era necessario. Prese a torcersi nervosamente le dita e mordicchiarsi il labbro inferiore, poi prese un profondo respiro e proseguì: “Penso a lui da un po', ma il mio problema è che... non mi sento mai abbastanza”.

Non voglio necessariamente sapere di chi si tratta, dimmi solo che non è Alice.”

No, ho dimenticato Alice, non potrei continuare a provare dei sentimenti nei suoi confronti dopo quello che è capitato. Probabilmente capirai di chi sto parlando, ma non importa. Dicevo: lei, a differenza di tutte le altre, mi ha da subito accettato per quello che sono e mi ha fatto sentire subito a suo agio. È una ragazza allegra, che rende più luminosa ogni sua giornata; io con lei riesco a essere me stesso, a ridere ed essere forte. È dolcissima, perfetta, ma io... non lo sono. Io sono così timido, goffo, impacciato, pieno di difetti, invece... questa ragazza merita di più, molto di più. Sto cercando di cambiare e di migliorarmi per lei, ma purtroppo non ho la fortuna di averla al mio fianco e senza il suo aiuto mi sembra di non fare nessun progresso.”

Cathleen ascoltò attentamente con un sorriso pieno di tenerezza appena accennato. Certo che aveva capito a chi si stava riferendo e ne era entusiasta; il discorso di Angel inoltre era stato davvero dolcissimo, da esso traspariva un affetto puro e genuino.

Angel, ascoltami bene. Chiunque sia questa ragazza, se è quella giusta per te, ti accetterà per quello che sei. Tu sei una persona stupenda, ne vuoi la dimostrazione? Stai cercando di essere migliore per lei, questo è simbolo di grande intelligenza, bontà e altruismo. Ma se lei ti ha accettato, sono sicura che ti adora per quello che sei. Non sminuirti mai; nessuno è perfetto, nemmeno lei, e sono proprio i difetti a rendere le persone uniche. Io per esempio voglio bene a Tiff e quindi anche alle sue particolarità, altrimenti non sarebbe Tiff.”

Lui annuì lentamente, più per sé stesso che per lei. Sapeva che Cathleen aveva ragione, ma convincersi di tutto ciò era molto complicato. “Lo so, ma io sono insicuro.”

Tieni conto che tutte le persone sono diverse e quella perfetta, quella da prendere come esempio, non esiste. Dimmi, sai già quando rivedrai questa ragazza?”

Tra un mese, più o meno.”

Ecco, in questo mese cerca di prendere coraggio e superare le tue insicurezze. Quando passerete del tempo assieme devi solo cercare di essere te stesso, senza troppe forzature, perché fingere non porta da nessuna parte. Devi essere come il sole, puro e trasparente, non come la luna. La luna è bella, ma così falsa: riflette solo una luce non sua, ma di concreto non ha nulla di speciale.”

Angel sollevò lo sguardo verso quella falsa fonte di luce. Cathleen aveva ragione: voleva mostrarsi per quello che era, le maschere non servivano a niente, non era necessario raggiungere la perfezione.

Grazie Cathleen” mormorò con un lieve sorriso.

Grazie a te, Angel” ribatté lei.

Ed entrambi si sentivano più leggeri.



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Capitolo 36
*** Capitolo 36 ***


Capitolo 36



Ragazzi, è tutto pronto? Avete preso tutto?”

Tranquilla Tiff!”

Oddio, stiamo per andare a Los Angeles!”

Calmatevi, non è nulla di che.”

Lo dici solo perché ci abiti!”

Muovetevi, la navetta parte tra un quarto d'ora!”

Maggio era alle porte e da qualche settimana nel campus girava la notizia che il film Uragano Grace, per cui Grace aveva appunto recitato, sarebbe uscito a breve. Il preside aveva dato alla giovane attrice, in accordo con i suoi genitori, il permesso di assistere alla prima in un cinema di Los Angeles; ovviamente non sarebbe andata da sola, aveva invitato circa una decina di persone, quelle che le erano più vicine in quel momento.

Quella domenica mattina nei dormitori femminili si poteva scorgere un gran viavai: Cathleen, Tiffany e Grace si preparavano insieme, mentre Ben e Lionel le spronavano e le richiamavano perché erano in ritardo.

Anche Alex e Kelsey avrebbero partecipato alla giornata nella grande città, ma non erano saliti fino alle stanze delle ragazze e aspettavano nel parcheggio in cui stazionava la navetta, chiacchierando tra loro.

Bene, siamo pronte!” annunciò Cathleen, precipitandosi in corridoio. La porta della sua stanza era spalancata e al suo interno Grace si dava un'ultima occhiata allo specchio.

Era ora!” esclamò Ben. Lui e Lionel si trovavano nell'andito, con la schiena poggiata alla parete, e ogni tanto sbirciavano dentro per capire a che punto fossero le ragazze.

Possiamo andare” mormorò Grace, raggiungendo anch'essa il gruppetto e sistemandosi con attenzione la borsetta a tracolla.

Anche quel giorno non aveva rinunciato al suo stile: indossava un leggero coprispalle nero in similpelle, abbinato ai bassi stivaletti primaverili, e un vestito dello stesso colore dal corpetto aderente e la gonna voluminosa che le arrivava appena sopra il ginocchio.

Divertitevi” borbottò Lisa, affacciandosi alla porta e poggiando una mano sullo stipite. Si stava mordicchiando nervosamente il labbro inferiore e sembrava parecchio malinconica.

Grace aveva capito che anche lei avrebbe voluto partecipare all'uscita, ma non era stato possibile: avrebbe potuto portare con sé un numero di persone limitato e aveva dovuto scegliere bene. Non conosceva bene Lisa, la ragazza non aveva mai mostrato particolare interesse nei suoi confronti, quindi aveva optato per Kelsey; Cathleen le aveva raccontato che presto sarebbe ripartito per la Spagna e lei voleva che i due trascorressero insieme tutto il tempo possibile.

Faremo un sacco di foto e ti porteremo qualche souvenir, d'accordo?” le promise Cathleen, lanciandole un'ultima occhiata prima di dirigersi con gli altri verso la rampa di scale.

Lisa aspettò che il gruppetto fosse scomparso all'orizzonte, poi sbatté la porta con rabbia e si tuffò sul suo letto in preda allo sconforto. Tutto le andava male in quell'ultimo periodo, sentiva i suoi vecchi amici distanti e le mancava un ragazzo che stesse al suo fianco e la amasse.

Intanto Ben, Lionel, Cathleen, Tiffany e Grace avevano raggiunto Alex e Kelsey.

Buongiorno donzelle! Tiffy, ma quanto ti dona quella maglietta!” esordì Alex, posando subito gli occhi sullo scollo a U che la ragazza sfoggiava.

Bene, ci siamo tutti, possiamo partire!” affermò lei, ignorando deliberatamente il complimento del ragazzo e avvicinandosi al piccolo pulmino grigio che la scuola aveva messo loro a disposizione per il viaggio.

Salite!” esclamò l'autista, un uomo robusto sulla quarantina, aprendo lo sportello posteriore.

Ben e Kelsey si posizionarono sui sedili anteriori accanto a quello del guidatore, Grace, Tiffany e Alex presero posto in quelli subito dietro, mentre Cathleen e Lionel si ritrovarono negli ultimi due in fondo.

Tra i due era palese la tensione: erano passate un paio di settimane da quando si erano scambiati quel bacio e da quel giorno non avevano più tirato fuori l'argomento. Apparentemente era tornato tutto come prima, ma entrambi sentivano che qualcosa era cambiato, che la questione era ancora in sospeso; infatti evitavano di ritrovarsi da soli e di stare troppo vicini quando si trovavano in gruppo.

Davanti a loro gli altri conversavano serenamente, ma nessuno dei due prendeva parte al discorso.

Lionel da giorni si domandava cosa dovesse fare, quale fosse il significato del gesto della sua amica. Avrebbe tanto voluto chiederlo, o semplicemente sfogarsi con qualcuno, ma non riusciva proprio ad aprirsi.

Una cosa era certa: non sarebbe rimasto un'ora e un quarto, per tutta la durata del viaggio, immobile a fissare fuori dal finestrino. Era giunto il momento di fare qualcosa.

Al suo fianco Cathleen era rigida e tesa sul sedile; cercava di distrarsi ascoltando un po' di musica con gli auricolari, sperando che le canzoni potessero coprire il suono delle sue emozioni, ma non poteva che perdersi nei suoi pensieri.

Ormai era inutile negarlo: la vicinanza di Lionel non le era indifferente, ma non sapeva bene come definire ciò che provava. Non era possibile che si stesse invaghendo di lui, cercava in tutti i modi di negarlo a se stessa; tuttavia il suo cuore parlava diversamente, le suggeriva di accoccolarsi accanto a Lionel, di arrotolare i suoi boccoli tra le dita e di cercare le sue labbra.

Al solo pensiero un brivido le corse lungo la schiena e si ritrovò a scuotere istintivamente la testa, come per cacciare quelle idee sbagliate.

Dopo qualche altro minuto in cui l'ennesima canzone le scivolò per le orecchie senza sfiorare minimamente la sua anima, sentì una mano posarsi con delicatezza sul suo ginocchio. Sobbalzò per la sorpresa e abbassò lo sguardo sulle dita di Lionel, adagiate sul tessuto fine dei suoi leggings azzurri.

Cat?” la richiamò il ragazzo in tono esitante.

Lei prese a giocare nervosamente con una delle sue cuffiette e sbirciò Lionel con la coda dell'occhio: la osservava con espressione seria, il viso leggermente imporporato dall'imbarazzo. I capelli ricci risaltavano in controluce per via del finestrino alle sue spalle e gli incorniciavano dolcemente il viso, in quel modo che lei aveva sempre adorato.

Mise in pausa la musica, ma continuò a fingere di starla ascoltando.

Pensi che questo tuo atteggiamento sia molto utile?” mormorò lui, lasciandosi sfuggire un accenno di sorriso imbarazzato.

All'improvviso Cathleen si riscosse: ma che le stava capitando? Non era proprio da lei comportarsi in quel modo, rimandare all'infinito i chiarimenti, decidere di non ascoltare. Era sempre stata chiara, schietta, certe volte perfino sfacciata; quella volta non avrebbe dovuto fare eccezione, non ne poteva più di quella situazione con il suo migliore amico e voleva risolverla.

Anche se non sapeva come avrebbe fatto.

Lasciò ricadere entrambi gli auricolari sulla gonna blu che indossava e si voltò completamente verso il ragazzo, decisa ad affrontarlo e sostenere il suo sguardo.

Lui rimase sorpreso da quel gesto improvviso e si allontanò impercettibilmente sul sedile, come a volersi fare piccolo contro di esso. “Voglio sapere cosa ha significato per te” ammise in un sussurro, dando un'occhiata ai sedili anteriori per controllare che nessuno stesse origliando. Grace stava intrattenendo una conversazione con Ben e l'autista, mentre Alex si divertiva a punzecchiare Tiffany e Kelsey assisteva a tutte queste scene ridendosela tra sé; tutti stavano facendo un gran baccano e non prestavano alcuna attenzione a loro due.

Non lo so, okay? Sai che io non sono abituata a scappare dalle situazioni, questa è la prima volta che mi capita, e non so spiegare perché” si lasciò sfuggire Cathleen tutto d'un fiato, felice di riuscire finalmente a sfogarsi ma disperata nel dover ammettere di essere così confusa.

Lionel sorrise appena senza sapere davvero il motivo; forse vedere la sua amica, in genere sempre sicura, così fragile e frastornata gli faceva una gran tenerezza.

Per te cosa ha significato, invece?” domandò la ragazza prendendolo in contropiede.

Allora lui si rabbuiò mentre il cuore prendeva a battere all'impazzata nel suo petto. Era il caso di dire la verità?

Lion, che c'è?” gli domandò teneramente, vedendolo in difficoltà; gli prese la mano e la strinse tra le sue per rassicurarlo.

C'è che sognavo quel momento dalla prima volta che ti ho visto. Ti amo, Cat, e non te l'ho mai detto per non rovinare la nostra amicizia, perché tu sei sempre stata interessata ad altri ragazzi. Chissà chi occupa il tuo cuore in questo momento! Ecco, finalmente l'ho detto e sono sicuro di aver fatto un casino!”

Lionel si tappò istintivamente la bocca con la mano libera, sgranando gli occhi e scuotendo il capo con fare sconcertato. Dopo mesi che custodiva dentro sé quella grande e importante verità, questa era sgorgata fuori così, senza preavviso, senza che lui se ne rendesse conto.

Cathleen non poté fare a meno di attirarlo a sé e stringerlo tra le braccia. Non desiderava altro da giorni e, dopo le sue parole, non era più riuscita a trattenersi. Gli accarezzava teneramente i capelli e mormorava: “Scusami Lion, in questi giorni mi sono comportata in maniera pessima, non volevo... io non sapevo cosa fare, non riuscivo a spiegarmi come mai mi sono lasciata andare così, mi serviva un po' di tempo per realizzare che... devo essere sincera: non pensavo di poter provare qualcosa per il mio migliore amico, ma ormai perché nasconderlo? Sono una stupida, ti ho fatto soffrire per tutto questo tempo senza saperlo e...”

Si doveva concentrare per trattenere le lacrime, non era proprio quello il momento di lasciarsi andare, era in compagnia di altre sei persone.

Lionel si era ritrovato con la guancia premuta contro la spalla della sua amica e ancora non riusciva a credere a ciò che stava succedendo. Aveva ricambiato il suo abbraccio e non sapeva fare altro.

Trascorsero quasi tutto il viaggio stretti l'uno all'altra, senza fiatare, senza muoversi.

Pensavano che nessuno se ne fosse accorto, ma non potevano sapere che Kelsey aveva notato la loro vicinanza; lui non si lasciava sfuggire mai niente e aveva subito capito cosa stava succedendo. Non poteva fare a meno di sorridere tra sé: erano davvero carini quei due. Aveva preso da subito in simpatia il piccolo Lionel ed era sicuro che, quando sarebbe andato via, avrebbe lasciato Cathleen in buone mani.


Siamo a Los Angeles, gente!” gridò Tiffany entusiasta quando mise piede fuori dal pulmino.

Ehi piccola, non pensavo che trovarti nella mia città natale ti elettrizzasse tanto!” commentò Alex, poggiando il braccio sulla sua spalla e sorridendole maliziosamente.

Lei, senza nemmeno degnarlo di una risposta, si allontanò di scatto e gli fece quasi perdere l'equilibrio.

Ma voi sapete dove siamo? Ci perderemo di sicuro in questo posto!” si preoccupò Cathleen, guardandosi attorno. Era spaesata: si trovavano nel grande parcheggio di un enorme parco completamente immerso nel verde: davanti a loro una larga via ospitava un'infinita processione di auto e mezzi pubblici. Non aveva la più pallida idea di dove si trovasse, ma era normale dal momento che non era mai stata in quel posto.

Conosciamo bene Hollywood, non ti preoccupare: non abitiamo tanto lontano da qui” la rassicurò Lionel.

Io mi sono perfino stufata di questo posto” commentò Grace.

Davvero siamo a Hollywood?” domandò Ben sorpreso.

Esatto. Che facciamo?” domandò Grace con un sorriso.

Come si chiama questo parco?” domandò Tiffany, osservando l'infinita distesa davanti a sé.

Griffith Park. È enorme, quasi venti chilometri quadrati! Pensate che abbiamo girato anche qualche scena all'interno. Se volete possiamo fare una passeggiata qui, poi più tardi andiamo in giro per le strade principali e cerchiamo un posto in cui pranzare. Che ne dite?” propose l'attrice.

Certo! Scommetto che in questo posto è pieno di negozi interessanti!” esclamò Cathleen, avvicinandosi alla sorella e facendole l'occhiolino con aria complice.

Oh, ci puoi contare! Siamo a Hollywood, il nostro sogno, Cat!” esultò ancora l'altra.

Smettetela voi due! Siete assurde!” le rimproverò scherzosamente Lionel, mentre tutti insieme si dirigevano all'interno del parco.

Sarebbe stata una giornata lunga e faticosa, ma i ragazzi erano incredibilmente elettrizzati: erano riusciti a ottenere una giornata da soli in città e avrebbero visto Grace recitare in un grande schermo.

E chissà cos'altro sarebbe potuto accadere.



* * *


Eccomi ragazzi, eccomi! Lo so, ho fatto aspettare un bel po' per questa storia e mi dispiace! Non avete idea di quanto mi è mancata! Scriverla mi piace sempre un sacco: i capitoli prendono forma da soli, le parole sfuggono via così e io non riesco a inserire in un capitolo nemmeno tutto quello che vorrei!

Eh sì, mi ero un po' stancata dell'atmosfera della Newton e ho deciso di mandare i ragazzi a fare una bella gita a Hollywood! Che ve ne pare???

Cosa succederà?

Prometto che d'ora in avanti sarò più costante, anzi, vi dirò di più: dal prossimo mese penso che aggiornerò tutte le settimane! Avete capito bene: Soul verrà a rompere tutte le domeniche!

Il punto è che questa storia è agli sgoccioli e vorrei davvero riuscire a darle un finale in tempi decenti, quindi le darò priorità rispetto ad altre storie!

Ringrazio i recensori (in particolare Kim e la sua costanza) e tutti i lettori silenziosi che sono arrivati fin qui! Se ci siete e se vi va, fatemelo sapere anche con una piccola recensione, datemi anche qualche consiglio per migliorare o insultatemi... insomma, fate quello che vi sentite di fare XD

Grazie a tutti e a presto! ♥



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Capitolo 37
*** Capitolo 37 ***


ReggaeFamily

Capitolo 37



Wow ragazzi, è stupendo!” esclamò Cathleen, armandosi di macchina fotografica per immortalare quello stupendo panorama.

I ragazzi si trovavano presso il Griffith Observatory all'interno di Griffith Park; in quel punto si aveva una visuale mozzafiato dell'animato centro della città che si estendeva fino al mare e, soprattutto, della leggendaria scritta Hollywood sulla collina.

Lo so che è stupido da dire, ma in questo momento mi sento importante!” si lasciò sfuggire Tiffany in preda all'entusiasmo, con un enorme sorriso stampato sul viso.

Tiff, tesoro, Hollywood attende solo te!” intervenne subito Alex posandole una mano sul fianco.

Lei se la scrollò subito di dosso e raggiunse la sorella minore. “Mi sa che ci facciamo una foto con la scritta di Hollywood sullo sfondo! Kel, ce la potresti scattare?” propose, intercettando il ragazzo. Quest'ultimo osservava il panorama con le mani nelle tasche dei pantaloni e sembrava essersi perso nei suoi pensieri.

Certo” rispose qualche secondo dopo, cadendo dalle nuvole.

A che pensavi?” gli domandò Cathleen mentre gli porgeva la sua fotocamera.

Questo posto mi mancherà quando sarò in Spagna. Mi dispiace non essere riuscito a visitarlo tutto.”

Nemmeno io che abito qui sono mai riuscito a visitare tutto; sai, questo posto è talmente grande che non basterebbe una vita!” tentò di rassicurarlo Alex senza troppa convinzione. La sua attenzione era stata attirata da un uomo alle prese col suo cane; quest'ultimo, un pitbull enorme, tentava di trascinare il suo padrone che faticava a stargli dietro e a tenere il guinzaglio.

No mamma, abbiamo poco tempo, te l'ho già detto... sì, siamo a Griffith, non so di preciso dove andremo dopo... no, macché, so che col taxi spendiamo troppo, suppongo in metro... eh già, andremo a fare i ricconi in Hollywood Boulevard!” blaterava Lionel al telefono.

Di' a mamma che, anche se avessimo tutto il tempo del mondo, farei in modo di non incontrarla!” gridò Alex avvicinandosi al fratello.

Mamma ti ha sentito e ha detto che, se continui così, d'estate non ti fa più entrare in casa! Speriamo che lo metta in pratica, almeno ci sarebbe un po' di pace!” ribatté il più piccolo tra le risate. “Mamma vi saluta!” aggiunse poi rivolto al resto del gruppo.

Salve mamma di Lionel!” ricambiò Tiffany a gran voce.

Sarebbe bellissimo venire qui all'osservatorio di notte” osservò Cathleen con aria sognante.

Non è così facile, si crea una fila chilometrica ogni giorno per l'osservatorio; chi non è curioso di guardare le stelle?” spiegò Grace. “Ma visitando il quartiere potremmo sempre imbatterci in altre stelle, quelle del cinema!”

Oddio!” esclamarono le due sorelle.

Alex sbuffò. “Aiuto, finiremo in Rodeo Drive, me lo sento...”

Che sarebbe?” si informò Ben.

Una delle vie dello shopping più costosa e raffinata della città.”

Ma per chi ci hai preso? Non andrei mai in un posto in cui non posso comprare niente!” obiettò Cathleen con una smorfia.

E poi non siamo qui per fare shopping” aggiunse Tiffany.

In ogni caso non abbiamo tempo per visitare la città. Ci sono un sacco di posti in cui vorrei portarvi...” si rabbuiò Grace.

Per esempio Santa Monica! Quella zona piacerebbe un sacco a tutti!” intervenne Lionel, che era finalmente riuscito a liquidare sua madre.

A Santa Monica c'è un molo” raccontò Grace, “e proprio lì abbiamo girato una scena finale del film. Però vi confesso che la spiaggia della Newton è meglio; non so, l'acqua sembra più limpida e pulita.”

Ma dimmi, non ti hanno chiamato per qualche altro film?” volle sapere Kelsey.

Sì, mi hanno proposto qualcosa, ma non saprei” borbottò, tenendo lo sguardo fisso a terra.

Tutti si accorsero che qualcosa non andava, ma non osarono rivolgerle delle domande per non sembrare troppo indiscreti. Sapevano che Grace aveva un carattere chiuso e difficilmente si confidava, specialmente con sei paia di occhi puntati addosso.

Allora, quali sono i nostri programmi?” domandò Ben per cambiare argomento.

Se il cinema in cui vedremo il film si trova a Hollywood Boulevard, ci conviene dirigerci in quella zona e cercare lì un posto in cui mangiare, no?” osservò Kelsey liberandosi del suo giubbotto leggero.

Nonostante si trovassero all'interno del Griffith Observatory, il sole stava già cominciando a far sentire il suo calore. Quel periodo sarebbe stato particolarmente afoso a Los Angeles, nemmeno la presenza del mare sarebbe riuscita a mitigare i gradi di troppo di quella giornata.

Prendiamo lo shuttle per uscire dal parco, poi raggiungiamo Sunset Boulevard con la metro. In Sunset è pieno di luoghi in cui poter pranzare, negozi carini... insomma, una bella strada!” spiegò allora Grace, scuotendo la testa come a voler scacciare i pensieri che le affollavano la mente.

Lo shuttle sarebbe quella specie di pullman che abbiamo visto mentre venivamo qui?” domandò Ben.

Esatto, quelli con la scritta Dash. Oggi abbiamo avuto fortuna, ma in genere nel fine settimana questo parco è super trafficato e muoversi non è così semplice. Inoltre il parco è enorme, spostarsi a piedi può essere faticoso.”

Sai praticamente tutto di questo posto!” constatò Tiffany ammirata, continuando a contemplare le colline e la rete di strade che si estendeva davanti a lei.

Conta che il film è stato girato quasi del tutto tra le strade della città; ho visto come funzionano le cose.”

Il gruppo si diresse quindi all'esterno dell'osservatorio e si radunò davanti alla fermata del bus.

Lisa sarà invidiosa di noi” commentò Cathleen mentre dava un'occhiata alle foto scattate da poco.

Forse sto per dire una grandissima fesseria per cui tutti voi mi vorrete tagliare la testa, ma sinceramente non ho capito cos'ha di tanto speciale una scritta su una collina” se ne uscì Ben con estrema naturalezza.

Alex scoppiò a ridere e diede una pacca sulla spalla all'amico.

Non hai tutti i torti” ammise Lionel facendo spallucce.

Ma no, è carino!” lo contraddisse Cathleen.

Il ragazzo le si avvicinò. “Un giorno torneremo qui a L.A. e ti farò visitare luoghi molto più belli. Hollywood non mi piace proprio.”

I due si scambiarono un'occhiata intensa, colma di promesse e speranze. La frase che Lionel aveva appena pronunciato premetteva un legame speciale tra loro, un legame che sarebbe dovuto durare a lungo.

Dopo quello che era successo quella mattina durante il viaggio, i due non erano più sicuri che si trattasse di un'amicizia, ma allo stesso tempo non si sentivano all'altezza di qualcosa che andasse oltre.

Mia madre non mi darebbe mai il permesso di fare una vacanza a Los Angeles, le prosciugherei il conto in banca!” scherzò Cathleen per alleggerire l'atmosfera.

Te lo darebbe solo se ci fossi anch'io!” intervenne Tiffany.

Uh sì, io sono pronto a ospitarvi!” si offrì prontamente Alex in tono malizioso.

Sì, divertente... piuttosto dormo per strada.”

Kelsey si lasciò sfuggire una risatina. Tiffany era davvero forte, le ricordava la sua ex ragazza che aveva dovuto lasciare quando era partito per l'America. In cuor suo sperava che lei provasse ancora dei sentimenti nei suoi confronti, così che una volta tornato alla sua vecchia vita i due avrebbero potuto stare nuovamente insieme.

Ma aveva paura di essere respinto come Alex lo era da Tiffany.

Sta arrivando il bus!” annunciò Ben, facendo un cenno verso il mezzo di trasporto bianco che si avvicinava.

Una volta al suo interno, Grace perse subito lo sguardo fuori dal finestrino. Quella giornata non la stava aiutando per niente a tirarsi su di morale; con un film di Hollywood alle spalle e una possibile carriera da attrice alle porte, la sua vita restava comunque un disastro.

Mentre osservava i campi da tennis e da golf che le scorrevano accanto, le famiglie che si apprestavano ad allestire un bel picnic sul prato e la struttura del Greek Theatre che ormai conosceva a memoria, non si preoccupò di controllare chi avesse preso posto nel sedile accanto al suo.

Ehi.”

La voce di Ben la fece sobbalzare; si voltò lentamente e si ritrovò faccia a faccia proprio con lui.

Come mai si era seduto accanto a lei?

Sei triste?” le domandò in tono esitante.

I loro amici facevano baccano nei posti subito dietro di loro, quindi lei si sentiva ancora più a disagio nel dover intrattenere una conversazione esclusivamente con lui.

Un po'” ammise senza realmente volerlo. Ma che le prendeva?

Ho visto che prima, quando Kel ti ha chiesto di un prossimo film, hai abbassato lo sguardo... okay, non voglio obbligarti, ma se ti può far stare meglio e ne vuoi parlare puoi sempre contare su di me!”

I miei non sono d'accordo” sbottò Grace tutto d'un fiato, stringendo con più forza la tracolla della sua borsa e perdendo nuovamente lo sguardo fuori dal finestrino. Non voleva che lui si accorgesse del suo rossore, ma soprattutto non aveva nessuna intenzione di intavolare quella conversazione. Perché allora lo stava facendo?

Non sono d'accordo per il fatto che vorresti fare l'attrice?”

Io non voglio fare l'attrice, voglio semplicemente recitare. Lo so, sembra la stessa cosa, ma non lo è. Io voglio fare ciò che mi piace e scappare da tutto e da tutti, da casa, da scuola... ma i miei genitori dicono che fare l'attrice di Hollywood è squallido, non è dignitoso, e che dovrei mettere la testa a posto. Hanno paura che la loro figlioletta venga sbandierata ai quattro venti, neanche avessi girato un film a luci rosse!”

Ben rimase un attimo destabilizzato da quella confessione; sapeva che Grace non si trovava molto bene nell'ambiente scolastico, ma non si aspettava che avesse dei problemi anche in casa.

Beh, io non conosco i tuoi e non li posso giudicare, ma... magari non sanno del tuo grande talento, hanno paura che le cose possano andare male per te.”

No Ben, loro sanno benissimo quali sono le mie passioni e non mi hanno mai aiutato a coltivarle. Per girare il film ho litigato con loro, sono andata contro la loro volontà, ed è per questo che oggi loro non saranno con me. Mi hanno detto che avrei potuto portare sei persone con me alla prima del film, e io ho scelto voi perché la mia famiglia ha smesso di supportarmi già dal principio.” Grace sospirò e si tirò indietro i capelli con una mano; nei suoi occhi si poteva leggere la rabbia, ma non c'era nessuna traccia di lacrime o dolore. “Sai, sembra proprio la storia di Grace, la protagonista del mio film. Devo ringraziare Cat perché tutto ciò mi ha aiutato a capire meglio la mia vita, se lei non mi avesse ceduto il posto sarei ancora nel mio angolino a piangermi addosso.”

Sai che ti dico?” cominciò Ben dopo qualche istante di pausa; aveva pensato bene alle parole da rivolgere alla ragazza, voleva incoraggiarla e farle capire che non doveva mollare per nessuna ragione al mondo. “Fregatene dei tuoi, perché la vera famiglia non è quella a cui sei legata tramite il sangue. Okay, i tuoi non credono in te e questo sicuramente fa male, ma nel mondo ci sono tante altre persone che invece hanno fiducia nelle tue capacità. Ora ti sono state offerte nuove possibilità e tu le devi sfruttare per poi costruire la vita che vuoi. Hai quindici anni ormai, presto sarai definitivamente indipendente, quindi sei tu a decidere della tua vita.”

La ragazza si lasciò sfuggire un debole sorriso. “Grazie, le tue sono parole bellissime. Ma la mia mente è davvero contorta e anche la situazione non è così facile come sembra, non so come andrà a finire” disse con una nota di tristezza. “Sapere di avere delle persone su cui poter contare però mi aiuta” aggiunse con le guance nuovamente imporporate dall'imbarazzo.

Lo shuttle raggiunse in quel momento la sua destinazione e i ragazzi si affrettarono a scendere.

Grace era più luminosa di prima; la giornata non era cominciata nel migliore dei modi, ma dopo quell'assurda conversazione con Ben sentiva di poter affrontare tutto con il sorriso. Del resto, se quei sei ragazzi avevano accettato di accompagnarla, significava che poteva contare su di loro.

Inoltre non avrebbe mai pensato di lasciarsi andare a quegli sfoghi e trovare conforto proprio grazie a Ben.

Proprio lui.


Questo viaggio in metro non finisce più” sbadigliò Lionel, abbandonandosi sull'asta alla quale si stava reggendo.

Il vagone in quel momento non era tanto affollato – cosa assai strana, dato il gran viavai di gente all'interno delle stazioni sotterranee – e i ragazzi si potevano concedere un attimo di respiro; tuttavia non erano riusciti a recuperare nemmeno un posto a sedere.

Incredibile: dall'osservatorio la scritta di Hollywood sembrava così vicina” commentò Cathleen.

I due si trovavano uno davanti all'altra ed entrambi erano intenti a proteggere i loro bagagli da eventuali ladruncoli. Faceva troppo caldo e i piedi cominciavano a far male a furia di stare in piedi.

Se c'è una cosa che accomuna tutte le città è la metropolitana: è squallida ovunque” commentò Alex dall'altro capo del vagone, portandosi una mano davanti al naso. L'aria era davvero irrespirabile, odorava di chiuso e di sudore.

Oddio, guarda quanta gente” mormorò Lionel esasperato mentre il mezzo si fermava presso una stazione.

Un enorme gruppo di persone aspettava con impazienza che le porte si aprissero e presto sarebbe cominciata la folle corsa per salire a bordo in tempo.

Così i due ragazzi che condividevano il palo si appiattirono più che poterono per lasciare lo spazio agli altri passeggeri, ritrovandosi schiacciati contro la parete, uno accanto all'altra.

Nonostante il contesto non fosse tra i più romantici, a Cathleen non dispiaceva trovarsi così vicina al suo amico.

Prima dicevo sul serio” sussurrò lui quando il treno ripartì.

Riguardo a cosa?”

Sarebbe bello se tu venissi in vacanza a Los Angeles una volta, ti porterei a visitarla.”

Lei sorrise al solo pensiero di attuare una follia del genere. “Sei davvero folle!”

Lo so, e ne vado fiero!”

Ragazzi!” li richiamò Grace, che si trovava a qualche metro da loro. “La prossima fermata è la nostra!”

Evviva, non ne posso più di stare schiacciato come una sardina!” esultò Lionel.

Il treno cominciò a rallentare e un fastidioso stridio accompagnò la frenata. Non appena le porte si aprirono, Lionel afferrò il braccio di Cathleen e la trascinò subito fuori, felice di poter respirare finalmente un po' d'aria fresca. Poi si voltarono per intercettare i loro amici tra la folla.

Ci siamo tutti?” domandò Kelsey, uscendo a fatica dalla calca con Tiffany e Alex.

Sì, non proprio interi ma ci siamo!” rispose Ben con il fiato corto.

Andiamo!” li incitò Lionel con impazienza. “Sto già morendo di fame!”

Lui e Cathleen fecero strada al resto del gruppo verso la rampa di scale che conduceva all'uscita. Forse loro non se ne rendevano conto, ma gli altri lo notarono e presero a scambiarsi occhiate eloquenti.

Ancora si tenevano la mano, nonostante ormai la folla si fosse smaltita.



* * *


Tutti i luoghi e le cose che ho descritto e nominato sono realmente esistenti. Quando inserirò dei luoghi da me inventati lo specificherò.

Spero di essere riuscita a rendere l'idea di ciò che i ragazzi hanno vissuto ^^



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Capitolo 38
*** Capitolo 38 ***


ReggaeFamily

Capitolo 38



Sunset Boulevard era una grandissima via dalle mille sfumature: in ogni angolo si potevano scorgere bancarelle, ristoranti, fast food, negozi di ogni sorta, allegri turisti che passeggiava e disperdevano le loro risate in aria, e artisti di strada che allietavano i passanti con la loro musica.

Sai cosa mi piace di questo posto?” esordì Cathleen dopo aver respirato per qualche minuto, senza fiatare, la magica e festosa atmosfera di quel luogo.

Un sacco di cose, scommetto” ribatté Lionel, che passeggiava accanto a lei e ogni tanto la osservava con la coda dell'occhio, contento di vederla così felice e luminosa.

Per lui Cathleen era bellissima, quel sorriso sognante che aveva stampato in volto da diversi minuti le donava, e gliela faceva amare ancora di più.

Sì, ma soprattutto amo l'insieme di cose così diverse che sono radunate tutte nello stesso posto.”

In quel momento entrambi vennero catturati dal suono di un violino; si trattava di un ragazzo sui vent'anni, alto, piuttosto magro e dalla carnagione olivastra che suonava all'angolo di una viottola laterale. Il musicista era completamente assorbito dal suo strumento e non dava la minima importanza a chi lo circondava, sembrava poco interessato ad attirare l'attenzione. Nonostante ciò un piccolo gruppetto di persone si era stretto attorno a lui; tutti erano rimasti colpiti suo dal modo dolce e sentito di comporre melodie.

Cathleen e Lionel si unirono al ristretto pubblico, seguiti subito dopo dal resto dei loro amici.

È bellissimo” commentò la ragazza, cercando un contatto con Lionel; gli posò infatti una mano sulla spalla con fare esitante, indecisa se fosse o meno la cosa giusta da fare.

Ed è molto malinconico” aggiunse lui, osservando con ammirazione la padronanza che il ragazzo aveva dello strumento.

So che è una cosa stupida, ma mi piacerebbe comporre e cantare una canzone accompagnata da un violinista, uno bravo come lui” si lasciò sfuggire Cathleen, arrossendo leggermente.

Non è stupido, sono sicuro che sarebbe una bellissima canzone! Magari potrebbe parlare proprio di qualcosa che ti ha colpito particolarmente di Los Angeles” osservò il ragazzo con entusiasmo, circondandole le spalle con un braccio.

Dopo qualche minuto il violinista concluse la canzone e, con aria stanca, prese posto direttamente sul marciapiede con la schiena poggiata alla parete e abbandonò il violino sulle sue gambe. Nel frattempo uno scroscio di applausi per lui riempì l'aria e alcuni gli rivolsero apertamente dei complimenti, mentre la maggior parte degli spettatori levava le tende e tornava alla sua vita come se nulla fosse accaduto.

Prima che Cathleen e Lionel potessero accorgersene, si ritrovarono accanto all'artista di strada mentre Tiffany, Ben e Kelsey intrattenevano una conversazione con lui.

Sei davvero molto bravo! Da quanto tempo studi musica?” gli domandò Tiffany con ammirazione.

Da quando avevo sette anni, ma non sono mai andato a lezione” mormorò lui a disagio.

Non sembrava affatto un tipo loquace ed espansivo, sicuramente anche i complimenti lo mettevano in imbarazzo.

Oh, quindi hai imparato tutto da autodidatta? Non ci credo!” esclamò Ben meravigliato.

Dovresti fare un provino per entrare in qualche orchestra” commentò Kelsey con la sua consueta serietà.

Il violinista arrossì vistosamente e scosse la testa. “Non mi prenderebbero mai. E poi non suono per guadagnare, ma solo per passione. La strada è il mio grande palco, perché mi permette di regalare qualcosa di mio a milioni di persone senza che loro paghino un biglietto.”

In ciò che fai ci metti il cuore, si sente” aggiunse Cathleen. “Per esempio ho notato che il brano che hai suonato era molto triste, ma ciò che mi ha permesso di capirlo sono state le emozioni che mi hai trasmesso.”

Io suono prima di tutto per me stesso, come sfogo. Ma sapere che riesco a fare qualcosa di buono mi gratifica; non posso che ringraziarvi.”

Grazie a te, continua così e non smettere mai di suonare!” Tiffany gli sorrise.

Tutti gli strinsero amichevolmente la mano come segno di saluto mentre lui, incredulo, continuava a ringraziarli e ribadire che non meritava tutti quei complimenti.

Infine i sette si allontanarono e continuarono a commentare l'accaduto per qualche minuto.

Ecco, vedi? Se vieni in vacanza qui a Los Angeles, giuro che ti riporto da lui!” fece Lionel dando di gomito alla bionda accanto a lui.

Lei ridacchiò. “No, io voglio che tu mi suoni il violino!”

Ma io sono già impegnato con l'equitazione, e si sa che i ragazzi non riescono a fare due cose contemporaneamente nella loro vita!”

Smettila di cercare scuse, scansafatiche! Ora ti trascinerò con me a fare un po' di shopping!” affermò lei tra le risate, prendendolo sottobraccio e raggiungendo gli altri, dal momento che erano rimasti qualche passo indietro.


Tiffany era stanca, non ne poteva più di girare a vuoto e stava cominciando ad avere seriamente fame. Sunset Boulevard era davvero fantastica, una via stracolma di colori, suoni e persone, le piaceva un sacco; ma cominciava a sentire su di sé il peso dell'afa e della fastidiosa presenza di Alex. Quest'ultimo non perdeva occasione di ronzarle attorno e punzecchiarla e, per quanto la ragazza cercasse di ignorarlo, la sua pazienza si stava pian piano esaurendo.

Dai, basta, entriamo in un locale qualsiasi e pranziamo!” ripeté per l'ennesima volta Tiffany, lanciando un'occhiata truce alla grande busta che aveva riempito con varie cianfrusaglie, acquistate durante le ultime ore tra bancarelle e deliziosi negozietti in Sunset Boulevard. Era felice dei suoi nuovi tesori, ma quel bagaglio la stava devastando.

Fermiamoci al Mc!” propose Ben, facendo un cenno verso un fast food Mc Donald's a pochi metri da loro.

A essere sincera questo posto non mi ispira. Prima ho adocchiato una specie di pub, era in stile irlandese o scozzese, e il cibo non sostava tanto! Che ne dite di andare lì?” obiettò Cathleen indicando la direzione da cui erano arrivati.

Ma sei pazza? Non ho nessuna voglia di fare nuovamente tutta quella strada!” protestò Alex aggrottando le sopracciglia.

Basta! Chi vota per il Mc?” intervenne Grace con calma per cercare di placare la discussione, che trovava piuttosto stupida e inutile in quel momento.

Ben, Alex, Lionel e Tiffany sollevarono la mano, così Cathleen si ritrovò a sospirare.

Kelsey, tu?” domandò ancora la mora.

L'importante è che metta qualcosa sotto i denti. Il mio stomaco si sta digerendo da solo” rispose lui con un'alzata di spalle.

E Mc Donald's sia!” decise infine la ragazza, incrociando lo sguardo di ognuno dei suoi compagni di avventura. Tranne Ben; il solo fatto di guardarlo negli occhi la metteva in imbarazzo, avrebbe fatto qualsiasi cosa perché lui non se ne rendesse conto.

Il gruppo si diresse all'interno dell'affollato fast food e, fortunatamente, riuscì a trovare un tavolo abbastanza grande da accoglierli tutti.

Al momento delle ordinazioni, Grace si guardò attorno spaesata: non aveva per niente fame, lo stomaco le si era chiuso da quella mattina e la sola idea di mandare giù qualcosa le provocava uno strano senso di nausea. Optò per una porzione di patatine fritte che, ne era certa, non avrebbe nemmeno assaggiato.

Grace, ma... come mai solo le patatine? Non è un pranzo sostanzioso!” si preoccupò subito Tiffany.

Ehm... non ho molta fame” biascicò con lo sguardo fisso sul piano del tavolo.

Improvvisamente sentiva una grande ansia addosso. Si stava pian piano rendendo conto che di lì a poche ore tutta l'America avrebbe potuto vedere al cinema il suo volto e la sua performance da attrice, avrebbe sentito la sua voce, l'avrebbe potuta valutare. Stava per diventare famosa: si sentiva davvero pronta?

Avrebbe lei stessa guardato il lavoro svolto e la cosa la imbarazzava, ma la cosa peggiore è che sarebbe stata in compagnia di sei persone che, in realtà, non conosceva nemmeno tanto bene.

Era una situazione bizzarra, surreale, che la faceva sorridere ma allo stesso la buttava giù.

Stava male, ma non voleva darlo a vedere. Anche nella vita reale avrebbe dovuto recitare.

Grace” la richiamò Tiffany, che sedeva accanto a lei, dopo qualche minuto. “Non hai toccato cibo, qualcosa non va?”

La ragazza cadde dalle nuvole e si ritrovò automaticamente a scuotere la testa. “Tutto bene” mentì.

L'agitazione può giocare brutti scherzi” suggerì Lionel quando finì di masticare il boccone, lanciando un'occhiata rassicurante a Grace.

Può essere” ammise lei, in imbarazzo per essersi tradita da sola.

Sei stata molto coraggiosa; io non sarei mai riuscito a girare un film, con la consapevolezza che poi sarei finito sugli schermi di tutta l'America!” commentò Ben.

Perché no? Secondo me invece sarebbe una figata!” lo contraddisse Alex con aria sognante.

Qualcuno è più portato per stare al centro dell'attenzione” tagliò corto l'attrice. “Se volete potete spartirvi le mie patatine, io non le voglio” aggiunse poi, spingendo il suo vassoio al centro del tavolo.

Ma Grace, devi mangiare qualcosa, altrimenti ti sentirai male!” tentò di convincerla Tiffany con aria preoccupata.

Nel frattempo, approfittando della distrazione generale, Cathleen aveva lanciato uno sguardo a Kelsey con la coda dell'occhio; il ragazzo consumava tranquillamente il suo panino, seduto tra lei e Alex, e seguiva le conversazioni degli altri senza prendervi parte.

Che c'è?” domandò alla ragazza, notando il suo sguardo leggermente malinconico.

Scusa Kel” sussurrò lei.

Per cosa?”

Mi sento in colpa perché... tu partirai presto e io, al posto di passare con te tutto il tempo a disposizione, ti sto trascurando.”

Kelsey, senza scomporsi troppo, si lasciò sfuggire una risatina sotto i baffi e replicò prontamente: “Ho capito perfettamente ciò che sta accadendo, quindi non scusarti e goditi il momento. Io sono contento lo stesso, anche solo per il fatto di essere qui.”

Cathleen arrossì vistosamente. “Oddio, la cosa è così palese?”

Non lo so, ma io me ne sono reso conto tanto tempo fa, forse perfino prima di voi.”

Grazie Kel, sei un vero amico!”

Lui scosse la testa come per sminuirsi e si adoperò nuovamente per finire il suo pranzo.

Dieci minuti più tardi il gruppo lasciò il locale; ma i ragazzi non fecero in tempo a fare pochi passi che vennero intercettati da un simpatico signore situato dietro un colorato stand: “Giovanotti, volete dello zucchero filato?”

Loro si fermarono a osservarlo, interdetti.

Zucchero filato? Non lo assaggio da quando avevo otto anni!” commentò Alex con aria scettica.

Ecco, questa è l'occasione giusta per mangiarlo di nuovo! Ditemi un po': siete qui in gita scolastica?” L'uomo finì di preparare un bastoncino di zucchero fuso e sventolò la dolce nuvoletta davanti ai loro visi.

Diciamo di sì. Però, che buon profumo!” esclamò Tiffany, contenta come una bambina la mattina di Natale.

Il signore ridacchiò divertito. “Mi piacete, sembrate dei ragazzini svegli. Vi regalo un bastoncino a testa, d'accordo?” propose.

Cosa? Ma siamo in sette, ne è sicuro?” fece Lionel incredulo.

Non vogliamo impoverirla!” aggiunse Ben con una risata.

Lui scoppiò a ridere di gusto. “Siete troppo forti! Su, signorina dai capelli neri e lunghi, è tutto tuo! Ora preparo anche gli altri!”

Grace si ritrovò con una bacchetta di zucchero filato tra le mani e si rese conto che non poteva rifiutare. Avrebbe fatto uno sforzo: quello sarebbe stato il suo pranzo, anche se l'idea la nauseava un po'.

Qualche minuto più tardi Grace, Cathleen, Alex, Lionel, Ben, Kelsey e Tiffany passeggiavano tra la folla con una nuvola bianca davanti al viso, facendo attenzione a non impiastricciarsi troppo e non sporcare le persone che passavano accanto a loro.

Si sentivano dei veri e propri turisti e, nonostante la maggior parte non lo volesse ammettere, camminare in Sunset Boulevard nel mentre che divoravano il loro dolce e rimanere sorpresi da ciò che li circondava era un vero e proprio sogno.


Non è possibile!”

Cathleen e Tiffany non facevano che esultare e lanciare urletti di emozione. Si erano armate di macchina fotografica e cellulari per scattare una miriade di foto.

Anche i ragazzi, seppur con più discrezione, non potevano credere di trovarsi in Hollywood Boulevard, precisamente sul marciapiede destro decorato dalle leggendarie stelle.

Quando mamma vedrà la stella di Harrison Ford morirà d'invidia, me lo sento!” esclamò Tiffany, dando un'occhiata agli ultimi scatti fatti.

Ho trovato Walt Disney!” si illuminò Ben, indicando una stella ai suoi piedi.

Il primo ad avvicinarsi fu Kelsey, profondamente interessato, ma venne quasi scaraventato a terra dalle ragazze e Lionel.

Oddio, io sono cresciuta con i film della Disney!” strepitò Cathleen, ammirando la stella rosa davanti ai suoi occhi.

Io so che da qualche parte c'è anche quella di Topolino... avrei voluto vederla, ma non so dov'è” affermò Grace.

È una vergogna: abitiamo a Los Angeles e solo ora abbiamo visitato questo posto” commentò Lionel rivolto a suo fratello.

Già. E se cercassimo quelle dei Beatles? Secondo voi sono molto lontane?” propose Alex, cercando di scorgere le scritte delle stelle più avanti.

Magari sono dall'altra parte” gli fece notare Ben, indicandogli il marciapiede dalla parte opposta della strada.

Kel, tu hai qualche richiesta in particolare?” domandò Tiffany, mentre Alex e Ben erano alle prese con un enorme pupazzo con le sembianze di Lisa Simpson. Da quando avevano messo piede in quel posto, erano stati intercettati da sosia di un sacco di personaggi famosi che chiedevano una foto a pagamento. Alcuni erano davvero simili ai personaggi che cercavano di imitare, ma fino a quel momento nessuno aveva ceduto.

Lisa Simpson invece stava riscuotendo parecchio successo.

MI sarebbe piaciuto vedere la stella di Charlie Chaplin, ma abbiamo poco tempo” ammise lui.

Possiamo cercarlo quando usciamo dal cinema!” lo rassicurò Cathleen.

Dai, è tardi, andiamo! Dobbiamo essere a El Capitan Theatre alle quattro!” si agitò Grace dopo aver consultato l'orario dal suo cellulare.

Siamo molto lontani?” s'informò Tiffany.

No, è poco prima del TLC Chinese Theatres, dove c'è il muro con le impronte” spiegò la ragazza, sistemandosi nervosamente i capelli dietro le orecchie.

Ormai non riusciva più a mascherare l'agitazione, le sue capacità recitative non servivano più a niente. La verità era che avrebbe voluto essere in qualsiasi altro posto pur di scappare a quella situazione.

I suoi genitori avevano ragione: aveva sbagliato tutto, quella dell'attrice non era la carriera giusta per lei, perché avrebbe dovuto sopportare il peso di milioni di sguardi su di sé.

Tiffany si accorse subito del suo malumore, così la prese sottobraccio mentre si incamminavano verso la loro meta.

Te lo immagini se un giorno decideranno di dedicare una di queste stelle a te?” esordì la bionda.

Sinceramente no.”

Dai, non essere così negativa! Ricordati che se ti hanno scelto per questo film, è perché hai talento e lo hai dimostrato!”

Grace tacque, indecisa su cosa ribattere. Non aveva voglia di parlare con nessuno, come al suo solito preferì chiudersi in se stessa e ascoltare le conversazioni altrui.

Non fiatò finché non si ritrovarono nella grande sala cinematografica, nei posti d'onore riservati agli attori del film. E nel buio si lasciò sfuggire qualche lacrima di cui nemmeno lei sapeva spiegarsi il motivo.



* * *


Ciao a tutti! ^^
E anche questo capitolo incentrato su Los Angeles è andato! Che ve ne pare? Io ho cercato di raccontare almeno un minimo i luoghi in cui i ragazzi sono stati, ma non mi sono potuta dilungare più di tanto per non rendere troppo pesante la lettura. Spero di aver comunque reso l'idea, in ogni caso approfondirò maggiormente Hollywood Boulevard in un prossimo capitolo!

La settimana prossima ci sarà un aggiornamento particolare per questa storia: racconterò un po' la storia del film (di cui non ho parlato quasi per niente) inserendo ogni tanto qualche ricordo di Grace. Sarà in un certo senso uno spin-off, spero di riuscire in quest'esperimento!!! :3

Grazie a coloro che sono ancora qui, mi auguro che la storia continui a piacervi anche in questi ultimi episodi! ♥



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Capitolo 39
*** Capitolo 39 ***


Capitolo 39



Per Grace era sempre la solita storia: la sua vita poteva essere considerata normale da coloro che non la conoscevano.

Fortunatamente il suo carattere era forte; si reputava una ragazza solare e allegra, il che la aiutava a nascondere il suo malessere.

Nessuno sapeva che, una volta sola nella sua camera, si divertiva a cantare, perfezionare la sua tecnica, improvvisare coreografie e ammirare l'operato dei suoi cantanti e attori preferiti. Era una passione che cercava di nascondere, soprattutto ai suoi genitori: loro avrebbero voluto che si impegnasse maggiormente nello studio per poi andare all'università. Medico, avvocato, contabile, insegnante... questi per loro erano lavori dignitosi, ma a Grace non piacevano.

Lei voleva emozionare con la sua voce, stregare con i suoi movimenti.

E anche quel pomeriggio, dopo l'ennesima mattinata all'insegna della finzione, si ritrovava a piangere seduta sul bordo del suo letto.

Voleva soltanto che i suoi genitori fossero fieri delle sue passioni e la sostenessero; voleva loro molto bene e soffriva immensamente per quella situazione.


Grace, stringendo convulsamente il bracciolo della sua poltroncina, osservava il suo viso rigato dalle lacrime sullo schermo. Ormai anche nella realtà non riusciva più a controllarsi: piangeva perché era contenta di essere lì, ma allo stesso tempo spaventata.

E piangeva per via dei ricordi che riaffioravano attraverso le scene del film.

Ricordava perfettamente il momento in cui aveva girato quella: le lacrime non erano un effetto, aveva pianto davvero. Pensava ai suoi genitori e provava gli stessi sentimenti della protagonista.

Non avrebbe mai voluto litigare con loro per questa sua scelta, ma non aveva trovato altra soluzione.


Voglio iscrivermi alla Music Arts School” confidò Grace alla sua migliore amica Jennyfer, mentre si dirigevano in classe.

Il giorno prima la ragazza aveva visto un manifesto che invitava tutti gli appassionati di canto e ballo a iscriversi a una prestigiosa scuola e non se l'era più tolto dalla testa.

Oddio, ma sei impazzita? I tuoi genitori non te la lasceranno frequentare!” esclamò Jennyfer con incredulità.

Ma loro non lo sapranno!”

Non ti seguo.”

Mamma e papà lavorano sempre nel pomeriggio, quindi riuscirò a tornare in tempo a casa e a far finta di niente!” chiarì la ragazza con ovvietà.

Oddio, sarebbe un sogno!” strepitò l'altra. “Ma immagino ci sarà una somma mensile da pagare, come farai?”

Grace scosse la testa. “Mi sono informata su tutto ieri. La scuola è un progetto nato un anno fa e volto a dare l'opportunità ai più talentuosi di frequentare dei corsi esclusivi. Quindi per poter iscriversi è necessario superare delle durissime selezioni, per il resto è gratuita; non si basa sui soldi, ma sul talento. È questo che mi ha convinto.”

Secondo me è un progetto bellissimo” commentò Jennyfer. “Un momento: selezioni? Quando?”

Tra due settimane.”

Hai paura?”

Da morire!”


Ed eccolo, il moto di ribellione che aveva caratterizzato anche il suo percorso.

Grace ripensò alla sua Jennyfer, ovvero Danielle. Lei era molto diversa dal suo personaggio: fin da piccola aveva recitato come comparsa in qualche film o serie TV di discreto successo, era ultimamente riuscita a ottenere qualche piccola parte e quella era la prima grande sfida per lei. In realtà era una ragazza calma, padrona di se stessa, sicura e molto professionale.

Loro due erano da subito andate d'accordo, ma Grace l'aveva sempre preferita nel ruolo di Jennyfer: sbadata, semplice e sempre entusiasta per i successi dell'amica.


Grace si presentò da sola al provino: quando era particolarmente agitata o sotto pressione preferiva non rivolgere la parola a nessuno.

Grace Waters.” Lo stimatissimo Professor Miller, presidente di giuria e insegnante di canto corale, la chiamò in tono piatto.

Il suo cuore prese a fare le capriole nel petto. Ora sì che era davvero devastata dall'ansia: avrebbe dovuto cantare e ballare davanti a un pubblico d'eccezione, i professori della Music Arts School, volti noti del panorama musicale, teatrale e cinematografico nazionale.

Grace si posizionò davanti a loro e, come suggerito da Jennyfer, non abbassò mai lo sguardo.

Cosa ci canti?” domandò cordialmente Miller, osservando con sguardo critico il suo abbigliamento semplice sulle varie tonalità dell'azzurro.

Ho preparato Listen di Beyoncé” proferì lei, cercando sempre di mostrarsi sicura e rilassata.

Bella scelta, piuttosto difficile da interpretare” commentò la Professoressa Levy, insegnante di canto moderno, regalandole un lieve sorriso dalla sua postazione accanto a Miller.

Quel gesto d'approvazione e incoraggiamento le diede la carica per non scappare via; cantò uno dei suoi brani preferiti con tutta la sua passione, sentendo la vita scorrere nelle sue vene.

Dopo la sua performance, la ragazza scrutò brevemente i volti dei componenti della giuria: dalle loro espressioni non trapelava alcun giudizio, era come se non avessero nemmeno sentito.

Mentre invece per quanto riguarda il ballo?” volle subito sapere Miller.

Ho portato Candyman di Christina Aguilera; in realtà questa è una coreografia creata da me. Ecco, mi piace improvvisare.”

Nella stanza calò il silenzio e qualche istante dopo la base partì. Grace si sentiva libera mentre eseguiva quei movimenti che conosceva a memoria, tanto li aveva provati. Non si preoccupava quindi dell'ordine in cui li doveva eseguire, ma solo della precisione e della scioltezza.


Jenny, non ci posso credere! Sono stata ammessa, oddio!”

Oddio, ma stai scherzando? Fatti abbracciare, sono contentissima!”


Ecco a voi i nuovi iscritti al corso: Maria, Robert, Sandy, Grace, Matthew, Jonathan...”

Grace osservò con attenzione i membri veterani del gruppo di ballo, che erano entrati nella scuola l'anno prima. Ma davvero avrebbe dovuto ballare con loro?


Non avrebbe mai pensato di trovarsi così in difficoltà nel compiere un esercizio. Si sentiva umiliata davanti a tutti e, nonostante la sua capacità di autoironia, avrebbe solamente voluto sotterrarsi in quel momento.

Pensava di non potercela fare. Forse non meritava di stare lì.

Il suo volto andava in fiamme mentre i suoi compagni di corso le lanciavano occhiate perplesse e divertite.

Okay, niente panico!” intervenne la paziente e pacata Professoressa Summers, che guidava il corso di ballo sincronizzato. “Noi ora continuiamo con la coreografia, mentre Grace sarà nelle mani di qualcuno di voi e riproverà questa torsione. Candice, puoi venire qui?”

Candice, una bionda dal fisico mozzafiato nonché alunna più brava del corso, si avvicinò con un lieve sorriso.

Sarà tuo il compito di insegnare a Grace; so che hai la pazienza e le capacità per farlo, quindi non deludermi. Potete recarvi nell'altra palestra, a quest'ora è vuota.”

Grace si sentiva ancora di più in imbarazzo. Candice era davvero brava, aveva frequentato diversi corsi di ballo, mentre lei era una semplice autodidatta.


Beh, sì, ho sempre ballato, da quando ero piccola. I miei genitori mi hanno sempre supportato in questa mia passione; ora che sono in questa scuola i prof fanno spesso affidamento su di me” spiegò Candice dando uno sguardo al cielo plumbeo attraverso le grandi vetrate della palestra.

Oh... e canti anche?”

Sì. L'anno scorso dopo il saggio di fine anno accademico ho vinto una borsa di studio che gli insegnanti avevano messo a disposizione. Erano tre in realtà: io ho vinto la più alta, proprio per il canto.”

Grace si demoralizzò. Non sarebbe mai diventata come lei.


Quasi non la riconosceva mentre interpretava la bellissima Candice.

Selene – questo era il suo vero nome – aveva davvero tanto talento, ne aveva da vendere. Era una professionista: aveva recitato già molte parti importanti in vari film e addirittura le aveva raccontato che conosceva Jamie Lynn Spears.

Brava in quello che fa, anche abbastanza socievole: ci ho parlato per un po'. Ma decisamente non è il mio tipo, troppo snob e montata!” aveva commentato.

Selene, nonostante la sua importante carriera, non si era mai montata la testa: era una ragazza semplice, l'aveva sempre incoraggiata anche nei momenti di sconforto ed era una delle poche, in quel set, a conoscere i suoi problemi scolastici e famigliari.

Erano diventate grandi amiche nella vita reale, anche se nel film si ritrovava spesso a invidiarla.

Quando finivano le registrazioni di una scena in cui Candice si vantava dei suoi successi, Selene prendeva sempre sottobraccio Grace e le chiedeva scherzosamente scusa.


Cody.

Era incredibilmente bello: alto, bel fisico, capelli castani, occhi nocciola e carnagione olivastra.

Inizialmente Grace non l'aveva notato, ma quando al corso di canto l'aveva sentito esibirsi si era subito innamorata della sua voce calda e graffiante. Quanto avrebbe voluto avvicinarsi a lui e scambiarci due parole!

Grace ne aveva subito parlato con la fidata Jennyfer, che le aveva consigliato di avvicinarsi a lui con una scusa.

Ma tutto accadde per caso.

Un giorno di pioggia, Grace si recò alla solita fermata del bus per poter rincasare, ma un signore che si trovava là l'aveva informata che il pullman avrebbe tardato di quasi un'ora.

Oddio, e adesso come faccio?” si disperò lei, calcolando che non sarebbe mai riuscita a tornare a casa prima dei suoi genitori.

Proprio in quel momento notò Cody che si avvicinava alla sua auto, pronto ad andare via. Così, raccolto tutto il suo coraggio, lo intercettò.

Cody, meno male che ho trovato te! Scusa il disturbo, ma avrei bisogno di una mano d'aiuto... se non ti va o hai fretta non fa nulla...”

Grace! Oddio, sei fradicia! Scommetto che hai dimenticato l'ombrello!” esordì lui con preoccupazione.

Beh, sì...”

Dimmi, di cosa avresti bisogno?”

Ecco... sono un po' di fretta e purtroppo il mio bus è in ritardo. So che tu abiti nella mia stessa zona e... lo so, non è molto educato, ma avrei bisogno di un passaggio. Pago io la benzina, ovviamente!” buttò fuori Grace tutto d'un fiato, arrossendo.

Ma certo che ti do un passaggio, non sei maleducata e non accetto i soldi della benzina! Sei una mia compagna di corso, perché non ti dovrei aiutare?”


Grazie mille del passaggio, te ne sono infinitamente grata!”

Non mi ringraziare, è stato un piacere! E devo ammettere che non ti facevo così spigliata; se non altro ho avuto l'opportunità di conoscerti meglio.”

Lo so, non do quest'impressione.”


Era decisamente cotta di Cody.

E dal giorno del passaggio ci scambiava sempre qualche parola, qualche sorriso, qualche sguardo...


Ho già pensato ai duetti che si terranno durante il saggio di quest'anno, e ora ve li comunicherò. Cominciamo da Cody.”

Grace ci sperava con tutto il suo cuore. Sarebbe stato un sogno lavorare con lui, avrebbe avuto l'opportunità di starci a contatto. E poi amava il suo modo di cantare!

Ho deciso di mantenere la coppia dell'anno scorso, dato che l'ho trovata una combinazione vincente. Cody, tu sarai con Candice.”


Grace, c'è qualcosa che non va?” domandò il ragazzo.

Si trovavano al bar come di consueto: avevano stretto amicizia e quella era diventata una tradizione dopo le lezioni.

Ormai lui le dava sempre uno strappo al ritorno, così ci avrebbe messo meno tempo a tornare a casa.

No, va tutto bene, perché?”

Dai, non mentire, siamo amici!”


Scusa, oggi non mi fermo al bar. Devo provare un'ora in più con Candice, spero non ti dispiaccia.”


Grace, spiegami perché i tuoi voti sono calati tanto! L'anno scorso la situazione non era così grave.”

Basta mamma, non mi tormentare.”

Sono seria, smettila di ignorarmi. Cosa fai di pomeriggio al posto di studiare?”


Vedi, io non mi sento realizzata! Mi sembra di non aver fatto nessun progresso da quando ho cominciato, e ormai sono passati mesi! Mi sento così insignificante!” mormorò Grace tra le lacrime.

Jennyfer la stringeva in un abbraccio. “Tesoro, non pensarla così. Il fatto che gli insegnanti non ti abbiano messo in coppia con Cody non significa che tu sia una nullità!”

Ma... non mi hanno scelto né per i duetti, né per i balli di coppia! Sono sempre l'ultima a imparare gli esercizi! Forse i miei hanno ragione: questa non è la mia strada.”


Ti sto proponendo qualcosa di veramente speciale, e questo perché ho notato dei grandi miglioramenti in te. Mi sono accorta che le allieve veterane non erano abbastanza, così ho dovuto scegliere alcuni nuovi allievi per i balli di coppia. Ho deciso di premiarti: che ne dici di ballare assieme a Cody?”

Prof Summers, ma sta dicendo sul serio? Io...”

No, non dire che non ce la puoi fare! Se l'ho chiesto a te, è perché conosco le tue capacità!”


Ho chiesto io di essere in coppia con te. Andiamo d'accordo, perché non avrei dovuto?”

Cody, sei completamente pazzo.”

Tu dici?”


Oddio, sembro un orso!” commentò Grace tra le risate.

Lei e Cody si trovavano nel grande salone da ballo, da soli, per provare ancora il loro ballo di coppia. Non era una coreografia semplice e dovevano ancora perfezionarsi.

Macché, stavolta sei stata davvero brava!” si complimentò lui, facendole fare una piroetta.

Alla ragazza girava la testa; la vicinanza con il ragazzo che amava la mandava al settimo cielo. Ma, ne era sicura, lui si era preso una cotta per Candice.

Dai, rifacciamolo!” esclamò Grace. “Certo che ne hai di pazienza per star dietro a una come me!”

I due ripresero a provare; ma lei, distratta e con la mente da tutt'altra parte, inciampò e cadde addosso a Cody. Presa da un istinto che non si sapeva spiegare, posò le sue labbra su quelle di lui e una scarica elettrica si diffuse nel suo corpo.

Scusa, ho sbagliato!” squittì subito dopo, staccandosi quasi immediatamente.

E chi ha detto che era uno sbaglio?”

Cody la baciò di nuovo, stavolta con più passione.


La schiena di Grace venne scossa da intensi brividi.

Non poteva certo dimenticarsi la scena in cui aveva baciato, anche se non per davvero, il bellissimo Corey.

Lui era l'altro suo amico, colui che sapeva tutta la sua storia. Stavolta il ruolo ricoperto dall'attore lo rispecchiava davvero: espansivo, solare e divertente.

Grace si era talmente immedesimata nel copione che aveva creduto davvero di essersi presa una cotta per lui. Ma poi ci aveva riflettuto a lungo e si era resa conto che non era questo che voleva.

Ora ne era certa più che mai, soprattutto perché un altro ragazzo aveva attirato la sua attenzione.


Cos'è questo?”

Grace si sentì morire quando suo padre le mostrò l'invito ufficiale al saggio di fine anno accademico al Fresh Theatre.

L'abbiamo trovato nella cassetta della posta stamattina. Cosa significa?” intervenne sua madre in tono minaccioso.


Sono iscritta alla Music Arts School, okay? E vi dirò di più: ho falsificato le vostre firme per la partecipazione al provino. Adesso siete soddisfatti? Scommetto che vorrete rovinarmi la vita!”

No, noi vogliamo migliorartela. E siccome riteniamo che la scuola sia più importante, da oggi smetterai di andare alle prove e ti impegnerai a recuperare tutte le tue insufficienze! Chiaro?”


Grace fece fatica a leggere il messaggio di Cody per via delle lacrime che le appannavano gli occhi: «Grace, qualcosa non va? Non ti presenti alle prove da due settimane, nessuno riesce a rintracciarti... non mi far preoccupare, rispondi!».

Per la prima volta da quando stavano insieme, ignorò un messaggio del suo ragazzo.


Prof Summers? Cosa ci fa a casa mia?”

Se Maometto non va dalla montagna, la montagna va da Maometto!”

Questo cosa vuol dire?”

Gira voce che tu voglia abbandonare la scuola. Ecco, non lo permetterò!”

Ecco, e i miei genitori non permetteranno che io continui a frequentarla.”


Mi sei mancata. Non farmi mai più spaventare così, chiaro?” sussurrò Cody stringendola forte a sé.


Stai benissimo con quest'abito!” commentò Jennyfer emozionata.

Oddio, sto per morire d'ansia!”

Spaccherai tutto!” la rassicurò l'amica.


E i tuoi?” chiese Cody.

Non sanno che sono qui.”


Mamma, papà...” esordì Grace.

Sì?” rispose distrattamente sua madre.

Che voi lo vogliate o no, mi trasferirò di scuola.”

Cosa?”

Ho partecipato al saggio finale contro la vostra volontà; un talent scout di una scuola di musical mi ha notato e mi ha offerto una borsa di studio per la sua accademia.”


E i tuoi come hanno reagito?”

Sono infuriati con me, quasi non mi rivolgono la parola. Mi hanno dato il permesso di andare, dicono che prima o poi ci sbatterò il muso e dirò loro che avevano ragione.”

Cody tacque per qualche secondo e si limitò a osservarla.

Sei stata davvero magnifica al saggio, sai? Te lo sei meritato.”

MI fai troppi complimenti!”

Perché ti amo.”

E i due non poterono fare a meno di azzerare la distanza tra i loro volti.


I titoli di coda cominciarono a scorrere sul grande schermo e Grace scorse subito il suo, in testa.

Per un'ora e mezza non aveva fatto altro che piangere, e nemmeno in quel momento riusciva a fermare le lacrime.

Lei era Grace, e ce l'aveva fatta.



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Capitolo 40
*** Capitolo 40 ***


Capitolo 40



Oddio, ma... è stato semplicemente bellissimo! Grace, sei stata divina!” strillò Tiffany non appena individuò l'attrice tra la folla che si dirigeva all'esterno della sala.

Grace, in quanto partecipante al film, aveva avuto un posto d'onore e non aveva potuto guardare il film accanto ai suoi amici; ne era stata parecchio felice, si sarebbe vergognata se loro l'avessero vista piangere. Infatti, prima di incontrarli si era assicurata di asciugare bene gli occhi, anche se sapeva che il loro rossore l'avrebbe tradita.

La bionda la stritolò subito in un abbraccio, seguita poi da Cathleen che faceva fatica a trattenere le lacrime. “Hai interpretato a meraviglia una bellissima storia, mi hai commosso.”

G-Grazie...” balbettò la mora in imbarazzo. Non era certo abituata a ricevere tutti quei complimenti e a essere sommersa di una tale dose di affetto.

Anche Lionel la strinse in un abbraccio, mentre Alex e Kelsey si limitarono a posarle una mano sulla spalla, sorridere e congratularsi con lei per il fantastico esordio nel mondo del cinema.

Grace!” esclamò Ben, posizionandosi di fronte a lei e posandole le mani sulle spalle. “Io non ho parole. Il cinema, il canto e il ballo sono decisamente la tua strada. Quindi fai come la Grace del film: non abbandonare mai la tua passione!” Il ragazzo le fece l'occhiolino ed entrambi capirono il riferimento alla loro conversazione mattutina.

La ragazza arrossì violentemente, incredula di aver ricevuto tali complimenti proprio da lui, che occupava ormai un posto speciale nel suo cuore.

Poi Ben la strinse in un affettuoso abbraccio e ne approfittò per sussurrare: “Hai pianto, vero?”.

Grace avvampò per l'ennesima volta e rischiò di farsi sfuggire nuove lacrime.

Non ti vergognare, è normale!”

Grace sciolse l'abbraccio e venne nuovamente rapita dalle due sorelle, che la presero sottobraccio; non riuscivano a contenere l'entusiasmo, erano davvero orgogliose della loro amica.

Mi sa che è meglio uscire per sgomberare il passaggio” suggerì Kelsey, notando che la gente spingeva per poter uscire dalla sala.

Giusto. Così vi presento gli attori” concordò Grace.

Dici davvero?” domandò Lionel incredulo, rischiando quasi di inciampare in un gradino per quanto era distratto.

Lei fece spallucce e rispose con semplicità: “Sono miei amici. In ogni caso ci incontreremo fuori dal cinema perché anche loro sono qui.”

Grace, che piacere incontrarti! Davvero ottimo lavoro, sul grande schermo la tua performance ha reso davvero bene!” Un signore sulla cinquantina intercettò Grace e le strinse cordialmente una mano mentre le parlava. Sfoggiava una chioma di capelli brizzolati e indossava un completo nero elegante.

Grazie davvero signor Tylor, ho fatto del mio meglio” ribatté lei con umiltà.

Spero vorrai partecipare al mio prossimo film; nonostante la tua poca esperienza in questo ambito ti ho trovato davvero in gamba, veloce nell'apprendere e professionale.”

Onorata nel ricevere questi complimenti.”

L'attenzione del signor Tylor venne poi attirata da qualcun altro, cosicché Alex potesse domandare a Grace: “E quel tizio chi è?”.

Il regista.”

Dici sul serio?” si sorprese lui, lanciando nuovamente un'occhiata alla figura che ora dava loro le spalle.

Certo. Dai, usciamo, mi manca quasi il respiro qua dentro.”

Ma una volta giunti quasi all'ingresso, una figura si fece largo tra la folla e raggiunse il gruppetto. “Grace!”

Danielle!”

Le due si abbracciarono.

Cathleen riconobbe subito quella bella ragazza bruna come Jennyfer, l'amica di Grace. “Tu sei Jenny, vero? Davvero brava, complimenti!” si fece avanti allora.

Sì, sono io, ma il mio vero nome è Danielle. Grazie mille davvero. Tu sei...?” le si rivolse lei, stringendole una mano.

Cathleen. Noi tutti siamo amici di Grace, frequentiamo la sua scuola” spiegò, facendo un cenno verso gli altri componenti del gruppo.

Tutti si presentarono; quando arrivò il turno di Alex, lui se ne uscì: “Piccola, sai che quel vestito bianco il giorno del saggio di Grace ti stava davvero d'incanto?”.

Lei, senza scomporsi troppo, abbozzò un sorrisetto. “Grazie per il complimento, gli stilisti hanno fatto una buona scelta in effetti”.

Tiffany sghignazzò. “Che caso perso, ci prova anche con le attrici hollywoodiane e nemmeno se lo filano!”

Ah, beccata! Sei gelosa, vero?” esclamò allora lui, tentando di intrappolarla in un abbraccio.

E smettila una buona volta” sbuffò lei, allontanandosi.

Che fai? Rimani a farci compagnia? Dove sono i tuoi?” domandò Grace.

No, i miei genitori hanno prenotato in un ristorante per la cena, non posso restare. Ma è stato un piacere rivederti; ci teniamo in contatto, okay?”

Certo!”

Danielle salutò tutti con un sorriso raggiante e scomparve di nuovo tra la gente.

Simpatica” commentò Kelsey.

Quando conoscerai Cody e Candice allora ti piaceranno molto. Sono fantastici!”

Sei amica di Candice? Che nel film era la tua antagonista?” chiese Ben curioso.

Sì, nella realtà è completamente diversa.”

I sette riuscirono finalmente a lasciare il cinema e si ritrovarono sul marciapiede, dove si stavano riversando tutti i componenti del cast e gli spettatori.

A Grace venne chiesta più volte una foto o semplicemente qualcuno volle stringerle la mano e complimentarsi; lei non era abituata, ma cercava di essere il più gentile possibile con tutti.

Grace!” gridò a un certo punto una voce. Davanti agli occhi dei ragazzi si materializzò una ragazza bionda e alta con un fisico da modella; tutti riconobbero Candice.

La nuova arrivata corse ad abbracciare la sua amica con entusiasmo e le due si scambiarono complimenti e impressioni sul loro lavoro.

Oh, vedo che hai portato un bel po' di amici! Piacere a tutti, sono Selene o Candice” si presentò poi la bionda, notando i sei ragazzi che la osservavano con curiosità. Allora fece un giro di presentazioni e ammise che avrebbe impiegato un po' a memorizzare tutti i nomi.

Però Grace, hai avuto l'onore di lavorare con un sacco di ragazze splendide” commentò Alex, completamente conquistato da Selene; non le toglieva più gli occhi di dosso, sembrava aver completamente dimenticato pure Tiffany. Quest'ultima tirò un sospiro di sollievo, contenta di non avere più il ragazzo addosso, ma allo stesso tempo era dispiaciuta per la povera attrice.

Voi che dovete fare? Cenerete qui in Hollywood Boulevard? Io penso di sì” domandò Selene con un sorriso, lanciando un'occhiata complice al gruppo.

Beh, penso proprio di sì. Non abbiamo prenotato da nessuna parte, quindi possiamo andare dove preferisci, sempre se per te non è un problema essere riconosciuta...” spiegò Grace, ma all'improvviso venne interrotta da qualcuno che chiamava il suo nome. La ragazza si voltò e si trovò faccia a faccia con Corey.

Il ragazzo si precipitò subito a salutarla e abbracciarla con grande gioia. “Ce l'abbiamo fatta, Gray! Il film spacca, sono contentissimo!”

La ragazza sorrise nel sentire quel nomignolo buffo, che in realtà rimandava a un cognome. Solo lui, in quattordici anni di vita, l'aveva chiamata in quel modo.

Oh, ecco Cody!” commento Cathleen con gli occhi che brillavano.

Così anche il nuovo arrivato si presentò e affermò di voler passare un po' di tempo con Selene, Grace e i suoi amici.

Ma siete sicuri che i vostri genitori vi diano il permesso di cenare con noi?” domandò perplesso Ben, cercando di capire se i due attori fossero da soli o accompagnati dalle loro famiglie.

Non ti preoccupare: i miei genitori e quelli di Selene si conoscono da tanto tempo ormai, sicuramente passeranno la serata insieme e non ci vorranno tra i piedi. E poi io ho sedici anni, Sel ne ha quattordici, siamo abbastanza grandi per andare a zonzo come ci pare!” chiarì Corey.

Quest'ultimo era palesemente fuori di sé dalla gioia, i suoi occhi non smettevano di brillare e spesso circondava affettuosamente le spalle delle colleghe con un braccio.

Che ne dite dell'Hard Rock Cafe per cena? Mi pare sia qui in zona...” propose cautamente Kelsey, sperando di non infastidire nessuno con la sua opinione. Oltre che aver sentito parlar bene del cibo di quel locale, era anche intenzionato a comprare una maglietta con il suo logo e la scritta HOLLYWOOD.

Stavo per dire la stessa cosa: lì si mangia bene!” concordò Selene.

Così i nove ragazzi si incamminarono nuovamente lungo il leggendario marciapiede di Hollywood Boulevard. Ma qualche minuto più tardi Grace, che era in testa alla fila insieme a Selene, venne intercettata da un individuo piuttosto curioso e anche i suoi amici furono costretti a fermarsi.

Michael Jackson?” sbottò Alex incredulo, avvicinandosi per capire cosa stesse succedendo.

Un sosia” lo corresse suo fratello.

Tutti erano parecchio incuriositi, mentre Grace conversava tranquillamente con il nuovo arrivato.

Ehi Grace, come va? Come mai da queste parti?” esclamò il finto Michael Jackson, infrangendo per l'occasione la sua recitazione.

Logan, ciao! Non c'è male! Sono venuta a vedere la prima del mio film!” raccontò lei con un enorme sorriso.

Wow, quindi è uscito? Com'è andata?”

Scusa Grace, ho una domanda: lo conosci?” intervenne Tiffany.

Sì, questo Michael Jackson si chiama Logan. Abbiamo stretto amicizia mentre giravo il film, dato che mi trovavo spesso in questa zona.”

Questi sono tuoi amici? Ops, adesso hanno appreso che non sono il vero Michael, avrei dovuto continuare a recitare...” scherzò il ragazzo, regalando un occhiolino a Grace e Tiffany.

Quest'ultima scoppiò a ridere. “Avrei dovuto credere in una sua eventuale risurrezione!”

Anche Lionel e Cathleen si avvicinarono maggiormente; la ragazza squadrò Logan e scoprì che, sotto il travestimento, si trattava di un ragazzo sui venticinque anni di bell'aspetto e con un sorriso luminoso.

Loro sono due miei colleghi, anche loro hanno recitato nel film.” Grace fece un cenno verso Selene e Corey.

Logan li osservò attentamente e all'improvviso si illuminò. “Ma sì, ho già visto questa ragazza! Frequenti spesso Hollywood, vero?”

La bionda annuì. “Il mio mestiere mi obbliga a sostare spesso qui.”

Io sono un grande fan di Micheal Jackson!” affermò Kelsey; per la prima volta durante la giornata si era lasciato andare a un genuino entusiasmo, ammirava il sosia del suo idolo senza nascondersi e non si vergognava di lasciar trasparire le sue emozioni.

Hai visto la stella dedicata a me, cioè, a lui? È proprio a qualche metro da qui!” gli si rivolse Logan.

No, dov'è?” Kelsey prese a guardarsi attorno con impazienza.

L'amico di Grace allora scortò il gruppo fino alla stella, oggetto di interesse comune.

Sentite: mi sembrate tutti dei tipi simpatici, ma questo era scontato, dato che siete amici di questa graziosa donzella” esordì Logan circa un minuto più tardi, arruffando i capelli di Grace. “Che ne dite di una foto tutti assieme con il vostro personale Jackson?”

Mi dispiace, io non ho abbastanza soldi, devo anche cenare” rifiutò subito Alex incrociando le braccia al petto.

Ma per voi è gratis, siete degli amici! Coraggio, non vi ricapiterà più un'occasione del genere!”

Fu un'impresa difficile far rientrare nell'inquadratura del cellulare i dieci volti, ma il caso volle che un cameraman che aveva lavorato al film di Grace passasse di lì proprio in quel momento, e il suo magico tocco rese la foto ancora più bella e pittoresca.

Grazie mille Logan! Ora ti devo salutare, dobbiamo cenare prima che la navetta venga nuovamente a prenderci per riportarci a scuola!” Grace salutò frettolosamente il suo amico e gli regalò un ultimo sorriso prima di voltarsi e seguire i suoi amici.

Okay, alla prossima, ragazzina! Mi raccomando, sempre in gamba e passa a salutarmi ogni tanto!” concluse lui, per poi tornare al suo lavoro, sommerso dalla folla.


La Newton! Ho sentito parlare bene di quella scuola, so che spesso i talent scout vi si recano per cercare nuovi artisti!” commentò Selene quando apprese che tutti gli amici di Grace provenivano da quella scuola.

In realtà c'è una cosa assai buffa che non vi avevo mai raccontato, ma ora che avete conosciuto Cat è giunto il momento! Dovete sapere che in teoria doveva esserci lei al mio posto, sarebbe dovuta essere lei la Grace del film” cominciò la corvina, dando di gomito a Cathleen che sedeva nel tavolo tra lei e Lionel.

Corey sgranò gli occhi. “Come sarebbe a dire?”

Così lui e Selene, tramite un avvincente racconto, scoprirono tutta la faccenda dei provini e del gesto di Cathleen.

È stato molto coraggioso da parte tua” sussurrò Selene al termine della storia, lanciando un'occhiata di sottecchi alla bionda.

Non ho potuto farne a meno: la fama non fa per me, il solo pensiero di essere riconosciuta da mezzo mondo mi mette l'ansia. Sto bene dove sto.”

Beh Cat, grazie mille per aver spedito Grace da noi!” aggiunse Corey per sdrammatizzare.

Non vi siete persi niente!” scherzò Ben, dando un leggero calcio sotto il tavolo alla sua amica.

Spiritoso” rispose lei in tono ironico.

Le conversazione attorno a quel tavolo dell'Hard Rock Cafe andavano avanti nonostante la cena si fosse conclusa ormai da un pezzo. Tutti sembravano andare davvero d'accordo, in particolare gli studenti della Newton rimasero colpiti dalla vivacità e spigliatezza dei due attori. Tutti si sarebbero aspettati che le star hollywoodiane avessero un carattere chiuso e schivo, invece si dovettero presto ricredere: avevano trovato dei ragazzi normali, proprio come loro.

La navetta passerà tra un'ora circa, dobbiamo farci trovare in Sunset Boulevard!” annunciò Grace dopo aver dato uno sguardo veloce al suo cellulare.

Non ci posso credere, tra poco andremo via” mormorò Tiffany in tono deluso.

Io voglio comprare una maglietta dell'Hard Rock prima di andare via da qui” decise Kelsey.

Alla fine saltò fuori che quasi tutti erano intenzionati ad acquistare qualcosa dallo shop; così tutti lasciarono il tavolo e si recarono nella zona apposita per la merce.

Gray, avrei bisogno di una boccata d'aria fresca, qua dentro si soffoca... mi potresti fare compagnia, per piacere?”

Grace non ebbe nemmeno bisogno di voltarsi per capire chi le aveva posato una mano sulla spalla, era stato quell'inconfondibile Gray il principale indizio.

Certo” accettò. “Sai Corey, mi mancherà il set cinematografico. Avevo trovato degli amici, ormai mi ero abituata ai ritmi di lavoro...” si confidò mentre lei e il suo amico raggiungevano l'uscita.

So che ti volevano scritturare per un nuovo film; perché non accetti?”

Ci devo pensare” tagliò corto lei, mentre l'aria fresca della sera le accarezzava il viso rosso e accaldato.

Nonostante a quell'ora la temperatura fosse calata, l'atmosfera di Los Angeles somigliava a un abbraccio accogliente e rassicurante che neanche le tenebre sapevano spazzare via.

Senti, io ti ho portato qui fuori per un motivo ben preciso.”

Quella frase, pronunciata in quel tono così serio, lasciò Grace di stucco. Corey a quanto pareva le avrebbe detto qualcosa di importante e lei non sapeva cosa aspettarsi. Un sospetto si fece strada nella sua mente, ma lei subito lo scacciò, convinta che non potesse trattarsi di quello.

Sai che sono una persona schietta, certe volte pure troppo, e quindi lo sarò anche stavolta: ho perso la testa per te, ti penso sempre. Inizialmente non credevo che potesse accadere, eri solo una grande amica, ma poi... è come se mi fossi lasciato trascinare dal copione, da quella vicinanza obbligatoria sul set, da quei baci finti che per me hanno assunto un grande valore... Insomma, ho sempre sentito una strana elettricità scorrere in me quando eri al mio fianco. Certo, non sono il tipo più romantico del mondo, ma almeno ti ho detto ciò che provo.”

Il cuore di Grace si era quasi fermato a quelle parole, il suo viso era diventato ancora più pallido del normale e le mani avevano cominciato a sudare e tremare come poche volte le era capitato in vita sua. Eccolo, il suo peggiore incubo si era avverato, era proprio davanti a lei.

Aveva sempre avuto il terrore che qualcuno le confessasse i suoi sentimenti. Perché poi avrebbe dovuto rifiutarlo. E la cosa la faceva stare tremendamente male.

Grace, stai bene? Forse ho un po' esagerato” si preoccupò Corey, posandole una mano sulla spalla.

Lei, in tutta risposta non poté che scoppiare a piangere come una bambina. Era esausta, provata da tutto ciò che ultimamente stava capitando, ma soprattutto non voleva far soffrire e perdere uno dei pochi amici che era riuscita a farsi.

No, non lo ricambiava. Nel suo cuore c'era soltanto Ben.

Ma non riuscì a esprimere quei pensieri, si limitò a versare lacrime salate tra le braccia di Corey finché il resto del gruppo non si radunò fuori dal locale.



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Capitolo 41
*** Capitolo 41 ***


Capitolo 41



Lisa non riusciva a darsi pace: da quando i suoi amici erano tornati da Los Angeles, aveva notato che Grace e Ben si erano palesemente avvicinati. Dentro di sé sapeva che era inutile essere gelosa: il suo ex era ormai libero e poteva passare il tempo con chi preferiva.

Ma lei non lo poteva ugualmente accettare. Non aveva nulla contro Grace, ma ai suoi occhi appariva come una ragazza alquanto insignificante, non meritava Ben.

Pensava a tutto ciò mentre, in quel pomeriggio di maggio, lei e Cathleen davano una sistemata alla loro stanza e si prendevano qualche ora di riposo.

Cat?”

La bionda impiegò qualche secondo a tornare con i piedi per terra e capire che Lisa l'aveva chiamata; si voltò nella sua direzione con una pila di indumenti puliti tra le mani. “Dimmi.”

Hai notato anche tu che Grace ci sta provando con Ben?”

Stanno stringendo amicizia, ma non so se lei gli faccia delle avances. Mi sembra strano, è così timida!”

Lisa aggottò le sopracciglia. “Ma passano un sacco di tempo insieme” obiettò.

E... tu sei gelosa?” Cathleen aveva voluto rischiare con quel quesito: sapeva che la sua compagna di stanza sarebbe potuta esplodere e a quel punto avrebbero cominciato a discutere.

Un po'” ammise la mora. “Anzi, abbastanza. Diciamo che vado in bestia ogni volta che li vedo vicini” aggiunse con uno sbuffo.

Lisa, sai che tu e Ben non state più assieme” la rimproverò l'altra ragazza cercando di mantenere la calma.

E tu sai che io lo amo ancora” ribatté prontamente l'altra, avvicinandosi alla finestra e perdendo lo sguardo all'esterno.

Dovresti superare tutto ciò.”

Sono sincera: Grace non mi piace, non ce la vedo proprio con Ben.”

Cathleen non aveva nessuna voglia di mandare avanti quella conversazione in cui sicuramente avrebbe difeso la sua nuova amica e sarebbe dovuta andare contro Lisa. Nella loro stanza da qualche settimana si respirava un'atmosfera un po' tesa e pesante, non era il caso di aggravare ulteriormente la situazione.

Così lasciò cadere l'argomento e riprese a sistemare i suoi indumenti nei rispettivi cassetti.

E tu invece che mi racconti? Novità in campo amoroso?” domandò la mora, spezzando per l'ennesima volta il silenzio.

A quelle parole la bionda sobbalzò leggermente. Per lei c'erano davvero tante novità: il suo rapporto con Lionel era diventato davvero ambiguo nell'ultimo periodo e, anche se non sapeva ben definire cosa ci fosse tra loro, sentiva che ormai il limite dell'amicizia era stato superato. Tuttavia non ne aveva fatto parola con la mora perché anche la loro amicizia era radicalmente cambiata, si era raffreddata fino a diventare una scialba tolleranza.

No, niente di nuovo” si ritrovò a borbottare. Il suo cuore aveva parlato prima di lei, e aveva scelto di mentire.


E quindi Marta verrà a trovarci a fine giugno?” Cathleen era rimasta davvero stupita dalla notizia che Lionel le aveva appena dato.

Avevano appena lasciato la mensa dopo la cena e si stavano dirigendo al parco per passare un po' di tempo insieme e approfittare del fresco della sera.

Esatto! Questo pomeriggio sono stato al telefono con lei per almeno due ore e a quanto pare vuole venire a passare una settimana qui da noi prima delle vacanze estive! I suoi potrebbero prendere in considerazione l'idea di iscriverla qui per il prossimo anno, quindi il preside è d'accordo ad accoglierla per una settimana di prova, se così si può definire!” raccontò lui con entusiasmo.

Sono contentissima di poter passare con lei una settimana intera, la adoro! Sul serio potrebbe venire a studiare qui?!”

Non c'è nulla di certo. Sai che per stare qui non si paga poco e non tutti se lo possono permettere, ma i suoi genitori tengono molto all'istruzione della figlia e, se quest'estate la loro situazione si stabilizzerà, cercheranno di fare questo sforzo.”

Cathleen lanciò un gridolino. “Ma è fantastico!”

Lionel non poté fare a meno di sorridere. “A chi lo dici.”

Pensi che lei ed Angel...?” insinuò la ragazza in tono malizioso.

Marta mi ha detto che si scambiano messaggi ogni giorno, ma lui non vuole parlare al telefono con lei perché si vergogna. Sono sicuro che quando si rivedranno... boom! Secondo me sarebbero una coppia stupenda!” cinguettò il ragazzo con aria sognante.

Che carini! Sono due opposti e si completano: lei è l'unica che riesce a farlo uscire dal suo guscio!”

Entrambi erano in brodo di giuggiole e continuarono a parlare della visita di Marta alla Newton Academy, che non era poi così lontana.

Ma una scena che si stava svolgendo presso l'ingresso del bar interruppe la loro conversazione e la loro passeggiata. I due si scambiarono uno sguardo complice e cercarono di avvicinarsi il più possibile senza attirare l'attenzione.

Ben ascoltava l'incessante monologo di una ragazza che l'aveva bloccato per un polso e gli impediva di muoversi. Il ragazzo pareva irritato da quella situazione e da quella presenza, ma stava palesemente compiendo uno sforzo per non mandarla al diavolo. Non sarebbe stato da lui.

Cathleen e Lionel inizialmente non riconobbero la ragazza poiché si trovavano alle sue spalle, ma quando lei si mosse e il suo volto si delineò con chiarezza, i due rimasero di sasso.

Tracy Linnon? Ancora?” sbottò il ragazzo, cercando di non sollevare troppo il tono della voce.

Ma che vuole ancora? Ben è stato abbastanza chiaro mesi fa!” si indignò Cathleen.

Intanto Ben era riuscito a liberarsi dalla stretta di Tracy ed era indietreggiato di qualche passo. Lei, in tutta risposta, lo osservava con i suoi grandi occhi scuri contornati dal solito trucco pesante e si scostava i capelli dal viso con movimenti lenti e studiati.

Non gli rivolgeva la parola da almeno sei mesi! Ma che problemi ha?” commentò ancora Lionel, sempre più basito.

Secondo me ha scoperto che non sta più con Lisa e ha deciso di farsi nuovamente avanti. Che squallida” suppose la sua amica con una smorfia disgustata.

Infine Ben rientrò nel locale e Tracy lo seguì come un fedele cagnolino; i due spettatori constatarono che non avrebbero visto altro per quella sera e ricominciarono a passeggiare in direzione del parco.

Io spero solo che lui riesca a liberarsene al più presto” affermò Cathleen con un sospiro. Era davvero dispiaciuta per il suo amico: Ben non sopportava Tracy e di sicuro ritrovarsela addosso non doveva essere stato piacevole per lui.

Tracy è una ragazza davvero insistente e a quanto pare non capisce quando le vengono dette le cose. Anche a me dispiace che sia proprio il nostro Ben a doverci avere a che fare.”

Mentre continuavano a commentare l'accaduto, presero posto su una panchina. Il parco era quasi deserto perché la maggior parte dei ragazzi in quei giorni era impegnata nello studio e non aveva tanto tempo per andare a zonzo.

Lionel si rese subito conto di essere completamente da solo con lei e la cosa lo mise subito in soggezione. Poteva accadere di tutto e lui non sapeva cosa aspettarsi: si erano scambiati un solo sfuggente bacio, che era parso quasi un errore, e non riuscivano più a starsi lontani, spesso si ritrovavano mano nella mano senza accorgersene o comunque cercavano un contatto fisico in ogni circostanza.

Forse quella sarebbe stata la volta buona per fare chiarezza.

Non ci posso credere” mormorò Cathleen. Intanto aveva preso la mano del ragazzo, che era abbandonata sulla panchina, e l'aveva stretta tra le sue. Un gesto semplice, dolce, che nessuno aveva programmato.

A cosa?” domandò Lionel, facendosi più vicino alla sua amica.

Anche quest'anno scolastico sta per volgere al termine. Il tempo è volato!”

Hai ragione, ed è successo di tutto!” le diede ragione il ragazzo, ripercorrendo con la mente tutti gli avvenimenti degli ultimi mesi. “Ehi Cat, ci conosciamo solo da otto mesi” aggiunse con un leggero sorriso. Pareva quasi ridicolo pronunciare quelle parole: Cathleen era entrata a far parte della sua vita da così poco tempo, eppure la sentiva talmente vicina che pure il tempo aveva perso il suo valore.

Dici davvero? Oh...” mormorò lei.

Il silenzio li avvolse per qualche istante, in cui entrambi godettero l'uno della vicinanza dell'altra. Poi Lionel ebbe finalmente il coraggio di volgere lo sguardo nella direzione di Cathleen e si accorse del leggero rossore sulle sue guance.

Cat” la chiamò in un sussurro. Non gli importava che lei rispondesse: voleva solo immergersi nei suoi profondi occhi nocciola che tanto amava. E cercare in essi la conferma di ciò che lei aveva ammesso durante il viaggio verso Los Angeles: voleva sapere se i suoi sentimenti erano davvero ricambiati.

Cathleen non aggiunse neanche una parola e si limitò a sostenere il suo sguardo per un paio di secondi. Poi accadde di nuovo, e stavolta entrambi avevano la certezza che non si trattava di uno sbaglio. Le loro labbra si incontrarono e non ci fu nessun imbarazzo, nessuna incertezza: anche la ragazza aveva finalmente accettato i sentimenti che provava ed era pronta a viverli e condividerli insieme a Lionel, il ragazzo che aveva amato inconsapevolmente per troppo tempo.

Senza spezzare quel magico contatto, i due ragazzi si strinsero ancora di più, si incatenarono in un abbraccio colmo di affetto e dolcezza. E ora che finalmente tutte le verità erano venute a galla, era davvero difficile starsi lontani.

È qui che voglio stare” sospirò Cathleen, attirando Lionel ancora più vicino a sé e carezzandolo con dolcezza.

Anch'io. Ma non è giusto, ora voglio invertire i ruoli!” protestò lui in tono scherzoso. Si posizionò meglio sulla panchina e avvolse la ragazza in un abbraccio protettivo, in modo che lei posasse la testa sul suo petto. “Sono o non sono il tuo ragazzo? Ho il dovere di proteggerti!”

Quella frase era stata pronunciata con leggerezza, ma ben presto entrambi si resero conto di ciò che racchiudeva. Il cuore di Cathleen perse un battito, mentre Lionel arrossiva vistosamente per essersi definito il suo ragazzo.

Sì, ma tu sei piccoletto” ribatté lei, cominciando a giocare con i capelli del suo ragazzo. Quelle parole continuavano a rimbombarle in mente come un'eco e, più si facevano concrete, più lei rimaneva spiazzata.

Per svuotare la mente c'era solo un modo: cantare. Così, senza realmente volerlo e deciderlo, intonò le prime frasi di una canzone, la loro canzone, quella che lei stessa aveva composto per il compleanno di Lionel. E il testo si adattava benissimo anche alla loro attuale situazione.

Perché, quando l'aveva scritto, già lo amava.

Il ragazzo allora la strinse ancora più forte a sé, profondamente commosso. Ora più che mai la voleva vicina, voleva proteggerla. Sentiva così tanta gioia che non sapeva più come dimostrarla, dove riversarla. Ascoltò la voce di Cathleen, talvolta rotta dall'emozione, che si imprimeva in lui fin dentro le ossa e lo faceva rabbrividire.

E poi la baciò ancora e ancora, finalmente libero dopo otto mesi di attesa e disperazione.


Tiffany, mi devi aiutare!”

La ragazza aggrottò le sopracciglia e osservò con aria interrogativa il suo migliore amico, che le si era piazzato davanti mentre lei lasciava i dormitori femminili.

Buongiorno Ben. Ma hai visto che ore sono? Faremo tardi a lezione!” protestò lei. Tuttavia dovette ammettere che il ragazzo aveva un'espressione piuttosto disperata. “Ah, non fa niente! Sediamoci, ti ascolto!” esclamò quindi, prendendo posto sul bordo dell'aiuola più vicina e invitando Ben ad affiancarla.

Ieri Tracy è tornata all'attacco” raccontò lui con un sospiro esasperato.

Tracy Linnon? Ancora? Ma non ha altro a cui pensare nella sua vita?” Tiffany sgranò gli occhi e si portò una mano sulla fronte.

A quanto pare no. Io pensavo di essermene liberato, invece ieri l'ho incrociata per caso al bar e lei non ha fatto che fissarmi per tutto il tempo. Quando sono uscito per scambiare due parole con un mio compagno, lei mi ha seguito e mi ha bloccato per un polso prima che potessi fare qualsiasi cosa. Mi ha chiesto come stavo, ha detto – in tono palesemente falso – che le dispiaceva per la mia rottura con Lisa, ma che evidentemente la mia ex non mi meritava. Le ho spiegato che non mi andava di parlarne, ma lei non se ne voleva comunque lasciar andare: è rimasta appiccicata a me per il resto della serata e mi ha promesso che oggi sarebbe venuta a cercarmi. Dice che le era mancata la mia compagnia.”

La ragazza era allibita. “Oh santo cielo, ma è una stalker! Addirittura ti verrà a cercare? E tu non l'hai mandata al diavolo?”

Le ho ripetuto più volte che avevo altri impegni, ma non c'è stato verso! Lo sai, io non riesco a essere sgarbato, ma se va avanti di questo passo mi farà impazzire!”

Ti aiuterò, promesso! Facciamo così: se anche oggi tornerà da te e continuerà a insistere, escogiteremo qualcosa per tenerla lontana. Mettiamola alla prova per una giornata, d'accordo?”

Ben annuì, già più tranquillo. “Grazie Tiff, ti adoro.”

Anche io! Bene, ora però andiamo a lezione, si è fatto davvero tardi!”

I due ragazzi vennero in quel momento raggiunti da Grace e insieme si diressero verso le rispettive aule, più o meno pronti ad affrontare una nuova giornata.



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Capitolo 42
*** Capitolo 42 ***


Capitolo 42



Buongiorno Benny! Come va? Di certo non ti darà fastidio se starò qui, accanto a te, per oggi!”

Ben sgranò gli occhi e istintivamente si ritrasse nel trovare Tracy seduta sul suo banco, con la borsa appoggiata sulle ginocchia e i piedi sulla sedia abitualmente destinata a Michael.

Mentre i suoi compagni prendevano posto, il ragazzo rimase impietrito a qualche metro dal suo posto. “Tracy... non posso sfrattare il mio compagno di banco” obiettò poi cercando di mantenere la calma.

Ma oggi Mike non verrà: un brutto raffreddore l'ha buttato giù e si è barricato in camera sua” ribatté lei in tono trionfante, lanciando a Ben un'occhiata maliziosa e, a parere del ragazzo, abbastanza minacciosa e inquietante.

In quel momento desiderò che uno dei suoi amici fosse lì con lui e lo salvasse da quell'orribile situazione. Perfino Alex sarebbe andato bene.

Ma così Stephenie rimarrà da sola” tentò ancora, accennando alla ragazza bionda che condivideva solitamente il banco con Tracy.

Ho già parlato con Steph, non ti preoccupare. Allora? Che fai, rimani lì impalato?”

Ben scosse impercettibilmente la testa e si arrese. Si sentiva in trappola, non avrebbe mai avuto il coraggio di rivoltarsi contro la ragazza, specialmente in una classe affollata. Prese posto rigidamente sulla sua sedia e puntò lo sguardo verso la cattedra, dove il professore di chimica aveva cominciato a sfogliare libri e registro.

Tracy allora balzò giù dal piano del tavolo e si sistemò decisamente troppo vicino a Ben.

Tracy, non ho spazio per il mio quaderno” le fece notare lui, portando fuori il necessario per prendere appunti.

Non fa nulla, io non devo scrivere niente.”

Ma come, non avevi difficoltà in chimica? Dovresti almeno provare a seguire la lezione...”

Macché, non mi interessa. Ho già preso un bel voto durante il corso dell'anno, basterà per salvarmi dalla bocciatura!”

Per Ben era troppo. Doveva fare qualcosa, subito; non avrebbe resistito un altro giorno in queste condizioni.


Tiffany e Ben erano di ritorno dal bar. Dopo le lezioni lui aveva convocato la sua amica per una riunione urgente e le aveva raccontato quel che era successo quella mattina a scuola.

Tracy era rimasta incollata a lui per tutto il tempo, non aveva fatto altro che provarci spudoratamente, lanciare frecciatine maliziose e porgli domande a cui lui aveva cercato in tutti i modi di non rispondere.

Ti giuro che gliel'ho detto, Tiff! Le ho ripetuto un centinaio di volte di smetterla perché volevo seguire la spiegazione, ma lei non mi ha dato ascolto! Quando mi ha abbracciato poi...” stava raccontando il ragazzo mentre i due passeggiavano insieme in direzione dei dormitori femminili.

Un momento: ti ha abbracciato?” sbottò Tiffany sempre più stupita e indignata.

Sì, durante l'ora di letteratura, in un momento di pausa. Io le ho chiesto di spostarsi e l'ho leggermente spinta via, e lei ha risposto che è una persona molto affettuosa e le viene naturale dimostrarlo.”

E a te non viene naturale dimostrarle il tuo odio, invece?”

Ben sospirò. “Hai ragione, ragione da vendere! Sono stato fin troppo buono con lei, ma la mia pazienza ha un limite. È che non so mai come fare...”

Che vuol dire che non sai come fare? Alla prima occasione parlale, dille in faccia che la sua compagnia non ti fa affatto piacere e che hai una vita e degli amici. Lo so, non è facile, ma lei si merita questo trattamento!” gli suggerì Tiffany in tono ovvio.

Sì, farò così. Il mio carattere mi impedisce di insultarla e mandarla al diavolo su due piedi, ma non posso nemmeno star male per colpa di una che non mi rappresenta niente! Le parlerò civilmente, ecco, e speriamo che almeno così lo capisca.”

Ben rimase sbalordito dalle sue stesse parole. Non pensava che sarebbe mai arrivato a quelle conclusioni, ma non aveva fatto altro che dare voce a ciò che gli frullava in testa e si era reso conto che era davvero la cosa giusta da fare.

Bravo, adoro quando inizi a ragionare così! Nessuno ti deve annientare, è arrivato il momento di farsi rispettare!” esultò Tiffany fiera di lui, dandogli una piccola pacca sul braccio.

Ormai erano quasi giunti alla struttura degli alloggi femminili.

Oh, guarda un po' chi si vede” mormorò il ragazzo, immobilizzandosi all'improvviso e dirigendo lo sguardo verso l'entrata dei dormitori.

Allora anche Tiffany notò che proprio Tracy stava facendo il suo ingresso nell'edificio, totalmente assorbita dal suo cellulare.

Direi che è l'occasione perfetta!” commentò la bionda lanciando un'occhiata complice al suo amico.

Tu dici? Proprio adesso?” farfugliò lui titubante, improvvisamente meno sicuro.

Ma certo! Altrimenti continuerà a importunarti fino alla fine dell'anno scolastico.”

Ben prese un profondo respiro, strinse forte la mano della ragazza e affermò: “Hai ragione. Sono pronto”.

I due si diressero insieme verso la porta a vetri dei dormitori, poi Tiffany si appoggiò alla parete. “Ti aspetto qui. Buona fortuna, e non avere paura di essere sincero.”

Grazie” sussurrò lui, poi si accostò alla maniglia e la spinse verso il basso con lentezza. Tracy era ancora nel grande atrio: gli parve di capire che si stesse scattando qualche selfie. Ma non appena udì la porta aprirsi, volse lo sguardo verso di lui e gli occhi le si illuminarono.

Benny, tesoro! Che sorpresa trovarti qui! Ti mancavo già, eh?” esclamò, avvicinandosi velocemente a lui e tentando di abbracciarlo.

Lui, determinato a porre fine una volta per tutte a questa tortura, le posò le mani sulle spalle e la immobilizzò. Incrociò il suo sguardo in modo che lei capisse: non aveva voglia di scherzare. “Tracy, io e te dobbiamo parlare seriamente. Adesso.”

Lei, palesemente stupita, sbatté ripetutamente le ciglia e cercò di divincolarsi dalla sua stretta. “Che c'è, Benny? Oh, capisco. Non è necessario parlare, allora!”

Che stai dicendo? No, credo che tu stia fraintendendo. Stammi a sentire.”

Dai, smettila di fingere: io e te vogliamo la stessa cosa, non c'è bisogno di tanti giri di parole per...”

Tracy.” Ben pronunciò duramente il suo nome e la fulminò con lo sguardo. La ragazza tergiversava e divagava per non sentire la verità, e questo gli dava profondamente fastidio.

Lei allora si immobilizzò, incrociò le braccia al petto e sostenne la sua occhiata glaciale. “Dimmi.”

Senti, a me dispiace dover essere così freddo e diretto, ma non mi hai lasciato altra scelta. Ti chiedo soltanto una cosa, per favore: non starmi addosso, io ho bisogno dei miei spazi. Ho i miei amici, la mia vita, i miei impegni...”

Ben, forse non ti è chiara una cosa” lo interruppe lei avanzando di un passo, gli occhi colmi di malizia.

Aspetta un attimo, per favore” tentò di proseguire lui, ma Tracy come al solito non gli dava nessun ascolto.

A me non importa di esserti amica o di distruggere i tuoi progetti di vita.” Tracy ormai sussurrava ed era sempre più vicina. Il cuore di Ben correva all'impazzata nel suo petto, il panico lo immobilizzava. “A me interessa questo.”

No!

tracy lo spinse all'indietro finché la schiena del ragazzo non aderì alla parete. Un istante più tardi Tracy lo assalì e si impossessò avidamente delle sue labbra, senza lasciargli alcuna possibilità di fuga.

Ben si sentiva morire, non sopportava quel contatto. Subito, in preda al disgusto, la spintonò all'indietro e la incenerì con un'occhiata. “Tracy Linnon, non fare mai più una cosa del genere. Non ti dovevi neanche permettere. Chiaro?”

Continui a resistere e innalzare una barriera, eh? Ma un giorno sarai mio” replicò lei senza scomporsi troppo. Aveva rischiato di perdere l'equilibrio, ma quella sua espressione risoluta e impertinente non aveva mai abbandonato il suo viso.

Io non sono proprietà di nessuno.”

Però stai tutto il tempo con quelle due tizie insignificanti, Grace e Tiffany. E poi vieni a dirmi che non sei proprietà di nessuno?” sputò acidamente con una risata amara.

Prima di tutto vacci piano con le parole” sibilò Ben. Gli appellativi che Tracy aveva usato per le sue amiche rischiavano di mandarlo in bestia e fargli perdere il controllo. “Grace e Tiffany non sono pedanti e non mi mettono le mani addosso senza il mio permesso; inoltre con loro vado d'accordo. Non me la sento proprio di avere un'altra relazione, ora che ho appena chiuso con Lisa, tanto meno con una persona per cui non provo niente.”

Solo in quel momento si rese conto di ciò che, senza mezzi termini, stava portando fuori come un fiume in piena. Non si riconosceva più, pensò addirittura di star esagerando.

Ma non riusciva a porsi un freno.

Benissimo. Se non sarà ora, sarà in un altro momento. Ci si vede in giro, Benny!” concluse lei senza fare una piega, voltandosi come se niente fosse e dirigendosi verso le scale.

Ben sospirò. Non ci poteva credere: anche stavolta Tracy non aveva capito niente.


Si era immobilizzata sul pianerottolo quando aveva sentito la sua voce. Non aveva avuto il coraggio di girare l'angolo e passare di fronte ai due come se niente fosse. Si era semplicemente appiattita contro il muro e aveva ascoltato la conversazione.

Conosceva Tracy solo di vista e le era stato raccontato che un tempo ci provava con Ben, ma di lei non sapeva altro.

Poi aveva avuto il coraggio di sporgersi e dare un'occhiata.

E aveva visto ciò che più di tutto voleva evitare.

L'aveva baciato.

Si era ritratta di scatto e si era accucciata sul pavimento, portandosi le ginocchia al petto e abbandonando il capo contro la parete. Il cuore martellava nel petto e non riusciva a decifrare le sue stesse emozioni.

No, non avrebbe pianto. Lei non piangeva mai per le delusioni, non era nella sua natura. In fondo non ci aveva mai sperato, cosa mai avrebbe potuto pretendere?

Aveva continuato ad ascoltare la conversazione. Ben aveva rifiutato Tracy, ma anche messo in chiaro che non era il momento giusto per avere una relazione.

Il suo cuore aveva perso un battito quando Ben l'aveva definita come un'amica, allo stesso livello di Tiffany.

Un'amica, solo un'amica.

Scosse la testa, incapace di fare altro. Si accorse troppo tardi che Tracy stava salendo le scale e, una volta girato l'angolo, l'avrebbe trovata. In ogni caso non sarebbe potuta fuggire, così si limitò ad attendere che la catastrofe avesse inizio.

E tu? Curiosa?” le si rivolse Tracy una volta giunta di fronte a lei. Senza degnarla di uno sguardo, proseguì per la sua strada e scomparì poco dopo nel corridoio del primo piano.

La ragazza abbandonò la testa sulle ginocchia e la cinse con le braccia, cercando di non produrre alcun rumore. Magari Ben non si sarebbe avventurato lassù, forse non si era accorto di niente.

Passi leggeri sui primi gradini.

No, no, no! Non doveva andare così!

Grace? Ehi, che ci fai qui? Ti senti male?”

La voce di Ben, così dolce e intrisa di preoccupazione, le spezzò ancora di più il cuore. Aveva combinato un casino assurdo: ora cosa gli avrebbe raccontato? Come poteva giustificare la sua presenza e la sua reazione? Avrebbe dovuto raccontargli la verità e non era pronta, non voleva rovinare tutto. Non voleva soffrire e non voleva che lui soffrisse.

Il ragazzo si chinò al suo fianco e le posò una mano sul braccio. “Grace. Se c'è qualche problema me ne puoi parlare.”

Lei non reagì.

Ben allora la costrinse delicatamente a sollevare il capo.

Grace non piangeva mai per le delusioni.

Lacrime calde le inondarono il viso senza che lei potesse controllarle. Mai e poi mai avrebbe voluto ritrovarsi in quella situazione, desiderava soltanto di sprofondare.

Ma stai piangendo! Ti prego, dimmi che è successo, mi fai stare in pensiero!” la implorò Ben incrociando lo sguardo di Grace. I suoi occhi scuri trasmettevano ansia e forte preoccupazione.

Con un movimento fulmineo la ragazza si mise in piedi e si precipitò giù da quei pochi scalini che la separavano dall'atrio. Ben non ebbe il tempo di realizzare e fermarla: Grace attraversò come un fulmine il grande ambiente, spalancò la porta e corse via. Nemmeno Tiffany, colta alla sprovvista, riuscì a intercettarla e frenare la sua corsa.

Non sapeva dove sarebbe andata, per quanto le sue gambe fuori allenamento avrebbero resistito a quel ritmo, quante persone l'avrebbero riconosciuta.

Correva con gli occhi appannati dalle lacrime, lontana dalla dannata dolcezza di Ben.



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Capitolo 43
*** Capitolo 43 ***


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Capitolo 43



Grace correva e correva, senza sosta, da un tempo indefinito. Purtroppo era sempre stata una persona piuttosto sedentaria e il suo corpo non avrebbe retto ancora per molto la fatica.

Le lacrime non smettevano di scorrere sul suo viso, mentre lei si malediceva senza sosta. Ma cosa aveva combinato? Perché si era comportata in quel modo, al posto di inventare una scusa sul momento con Ben?

Avrebbe dovuto darsi una mossa, scappare su per le scale, fare finta di niente; e se Ben l'avesse vista in lacrime, avrebbe potuto mentirgli.

Invece aveva lasciato che il panico prendesse il sopravvento e le impedisse di muoversi, di parlare, di ragionare lucidamente.

E ora il ragazzo che le piaceva la prendeva per pazza.

Inoltre non avrebbe potuto evitarlo per sempre: lui le avrebbe presto chiesto spiegazioni. E lei cosa avrebbe potuto rispondergli?

La sola idea di potergli rivelare la verità la faceva star male.

Esausta, decise che non era il caso di darsi ancora a una fuga insensata e inutile. Fuggiva via dal tremendo sbaglio che aveva commesso, ma le conseguenze le sarebbero presto state sbattute in faccia senza pietà.

Si fermò nella pineta, si sostenne al robusto tronco di un albero e prese a respirare profondamente per riprendere fiato.

Sentiva il sudore che le si imprimeva ovunque, sulla pelle e nei vestiti.

L'aria fresca asciugava con indifferenza i suoi occhi ancora umidi, senza badare alle emozioni che quelle lacrime racchiudevano.

Forse meritava semplicemente tutto ciò. Forse la sua vita intera, e non solo quella giornata, era uno sbaglio.


Ben era disperato. Nonostante non avesse capito ancora quale fosse il motivo della reazione di Grace, si sentiva inspiegabilmente in colpa. Non avrebbe dovuto permetterle di correre via, avrebbe dovuto trattenerla.

E ora aveva un unico obiettivo: trovarla. Non gli importava quanto tempo ci avrebbe impiegato.

Quando ormai stava per perdere le speranze, avvistò una figura familiare, avvolta in abiti neri e leggeri, nei pressi di un grande pino. Non riuscì a scorgere il volto della ragazza, ma riconobbe comunque la sua amica e il suo cuore perse un battito.

Che casino” mormorò tra sé, prima di dirigersi cautamente nella sua direzione.

Quel giorno era successo davvero di tutto e lui non sapeva più che fare: stava provando un mare di emozioni contrastanti e si sentiva profondamente confuso. In quel momento avrebbe voluto solo che Tiffany fosse accanto a lui e gli suggerisse cosa fare, gli fornisse le risposte.

Tiffany sembrava riuscire a intuire sempre tutto e spesso gli faceva notare ciò che a lui sfuggiva. Anche per questo la adorava.

Grace... ma che è successo?” esordì.

Lei non reagì, si limitò a tenere il capo chino e a ignorare la sua presenza. Quando le fu abbastanza vicino, le posò una mano sul braccio e si rese conto che la ragazza tremava leggermente, probabilmente per il freddo.

Un moto di tenerezza lo assalì e lo costrinse a farsi ancora più vicino e stringere le mani di Grace nelle sue. “Non sopporto di vederti così. Qualunque sia il tuo problema, con me puoi parlarne, lo sai. Mi fai preoccupare!”

Lei ebbe finalmente il coraggio di sollevare lo sguardo, ancora appannato dal pianto e velato da una profonda malinconia.

Grace...”

Ben la strinse forte a sé, consapevole che quello non era il momento giusto per tartassarla di domande. Ci sarebbe stato del tempo per risolvere qualunque questione.

Ma lei non batté ciglio nemmeno a seguito di quel gesto: rimase comunque rigida tra le sue braccia e non ricambiò.

Ben iniziava seriamente a preoccuparsi.

Ehi, ce l'hai con me?” domandò.

No, ce l'ho con me stessa.” Quelle parole erano state appena un sussurro, ma giunsero forti e chiare alle orecchie del ragazzo.

Perché? Non credo che tu abbia fatto nulla di male. Non ti sentirai mica in colpa per aver ascoltato la conversazione tra me e quella... e Tracy?!”

Improvvisamente un dubbio cominciò a frullargli nella testa: magari il tutto era stato causato da qualcosa che aveva sentito dire durante la discussione con Tracy. Ma cosa? Più ci pensava, più quest'opzione gli sembrava impossibile.

Grace non rispose, semplicemente riprese a piangere.

E tentava debolmente di liberarsi dalla stretta di Ben.

Ma proprio quando lui stava per lasciarla andare, un grido isterico squarciò l'aria e i due si immobilizzarono, spaventati e increduli.

Ben si portò una mano sulla fronte, esasperato, quando apprese di cosa si trattava: Lisa si stava dirigendo verso di loro a passo di marcia, come una furia.

Io lo sapevo, l'ho sempre saputo! Ben, mi hai deluso!” strillò la nuova arrivata, piazzandosi davanti agli altri due con i pugni sui fianchi e incenerendoli con sguardo truce.

Qualsiasi cosa io abbia fatto, non mi interessa di averti deluso. Mi pare di essere stato abbastanza chiaro con te, Lisa” ribatté il ragazzo laconico.

Grace intanto era riuscita a liberarsi del tutto dall'abbraccio ed era indietreggiata di un paio di passi, fino a ritrovarsi con la schiena contro il tronco dell'albero.

Ma io ti amo ancora, e tu mi devi ascoltare!” proseguì Lisa, come se nessuno avesse fiatato. “Sono indignata per il fatto che hai già trovato un rimpiazzo, nonostante ci siamo lasciati da pochissimo. Eppure tu mi hai sempre detto che ci tenevi a me! E poi che rimpiazzo squallido, per carità!”

Ma veramente credi che io abbia ricambiato le attenzioni di Tracy?” Ben scoppiò in una risata.

Non sto parlando di Tracy, ma di Grace.”

La diretta interessata in quel momento sarebbe voluta sprofondare nel terreno. Non poteva crederci: infine era arrivata Lisa, e avrebbe rovinato tutto.

Io e Grace siamo solo amici, cosa ti fa pensare che tra noi ci sia una relazione? Solo perché poco fa l'ho abbracciata? Pensi che basti questo?”

Ma smettila di raccontarti balle da solo! Avrai sicuramente notato che da quando Grace è rientrata alla Newton non fa che morirti dietro e seguirti ovunque come il più fedele dei cani!” lo contraddisse la sua ex in tono acido e velenoso. Poi si rivolse direttamente a Grace: “Vero, tesoro?”

La ragazza si sentì morire. Avrebbe tanto voluto fingersi indifferente, infischiarsene di quel che diceva Lisa: era sicura che Ben non l'avrebbe preso per oro colato. Ma certi indizi che il viso può dare non si possono né nascondere né controllare.

E così si ritrovò ad arrossire, tradendosi e rendendo palese un segreto che avrebbe dovuto custodire con la massima cura.

Solo la stanchezza, fisica e mentale, le impediva di scappare ancora.

Ben cercò di non dare a vedere il suo turbamento. Non avrebbe mai creduto alle parole di Lisa, se non fosse stato per la tacita conferma di Grace.

E per tutti quei piccoli gesti sparpagliati per le giornate, nel corso della loro amicizia, che dimostravano l'attaccamento della ragazza a lui. Sciocchezze a cui non aveva dato troppa importanza, che aveva scambiato per segni di un grande affetto, e che non aveva mai pensato di collegare a qualcosa di più.

Ma mai e poi mai avrebbe dato a vedere quanto era sconvolto da quella notizia. In quel momento doveva stare freddo e distaccato per il bene di Grace, perché teneva a lei e non voleva farla soffrire ulteriormente.

Aggrottò le sopracciglia e tornò a concentrare la sua attenzione su Lisa. “E se anche fosse? Non sono comunque cose che ti riguardano.”

Sì invece, sono la tua ex!”

Appunto: sei la mia ex, non la mia ragazza. Hai ancora voglia di discutere inutilmente? Io sinceramente no.”

Ma allora non capisci! Io sono gelosa!”

Dopo questa rivelazione alquanto patetica, Ben non riuscì più a trattenere le risate. Non si preoccupò più di offenderla o ferirla: scoppiò a riderle in faccia senza ritegno.

Quante volte lei l'aveva spudoratamente ferito in passato? Ora era lui a dettare le regole.

Non mi prendere in giro. Stronzo! Pensavo tu fossi una brava persona, invece non fai che giocare con i sentimenti altrui!” lo accusò Lisa in tono lamentoso e con gli occhi lucidi. “Sai che ti dico, Grace? Tieniti pure Ben, tanto uno così non serve a niente!” concluse, per poi girare i tacchi e andare via a passo spedito, proprio come era arrivata.

Devo dire che questa scenata è stata molto utile” osservò Ben ironicamente mentre si riprendeva dalle risate.

Quando riuscì a tornare completamente serio, volse la sua attenzione a Grace. La ragazza era pallida e non osava muoversi.

Grace, senti...”

Ben, basta. Ho combinato un casino, ho rovinato tutto. Sarebbe meglio per entrambi se ci allontanassimo” lo interruppe lei bruscamente. Non aveva nemmeno più voglia di piangere, provava solo un grande vuoto dentro di sé.

Ben le posò le mani sulle spalle. “Poco fa tu mi hai detto che hai sbagliato tutto. Io invece non la penso così, e ti spiego anche perché: provare dei forti sentimenti per una persona, soprattutto se sono così belli e positivi, non è mai un errore. Anzi, sono proprio quei sentimenti che rendono una giornata più luminosa, che aiutano a crescere e imparare, che formano il carattere e la personalità di una persona. Lo sbaglio molte volte sta dalla parte opposta, proviene da quelle persone che mortificano questi sentimenti così belli e li rendono un peso e una sofferenza.”

Con questo cosa vuoi dire, Ben? Mi rifiuti.”

Lui sospirò. “Se io ora, in questo momento e in questo esatto punto, mi ritrovassi di fronte la ragazza migliore del mondo, la ragazza dei sogni, perfetta in tutto e per tutto... beh, la rifiuterei. E sai perché? Sono uscito da poco da una relazione davvero lunga e importante per me; nell'ultimo periodo in particolare ho sofferto davvero tanto e ora la mia fiducia nel prossimo è devastata, è stata messa a dura prova. Per me è decisamente troppo presto per intraprendere qualunque relazione, ho bisogno di stare un po' da solo e ricostruire ciò che il mio passato ha distrutto. Non ti sto dicendo che quando mi sarò ripreso sicuramente ricambierò i tuoi sentimenti, non ti voglio illudere; solo, ora non sono nelle condizioni per darti una risposta definitiva. Solo il tempo sarà in grado di farlo.”

Grace assorbì ogni singola parola, che Ben aveva pronunciato con una dolcezza e una delicatezza sconvolgenti.

Capisco. E sarei egoista se non ti capissi” affermò, annuendo leggermente.

Però...” Ben fece una pausa e scosse impercettibilmente la testa, “non vorrei che tu soffrissi, ecco. Non voglio che la nostra amicizia venga compromessa da tutto ciò: io cercherò in tutti i modi di non farti male, di aiutarti e di non abbandonarti quando sarai in difficoltà. Se tu vuoi.”

La ragazza venne improvvisamente avvolta da una strana gioia, un'emozione talmente forte che le scaldò subito il cuore. Non c'era nessun motivo per essere contenti in quel momento, ma lei si sentiva ugualmente fortunata: si rese conto che Ben era davvero un ragazzo d'oro, attento alle sue emozioni, sempre pronto a darle una mano e ad ascoltarla.

Certo che voglio, Ben. Grazie” sussurrò, lasciandosi finalmente scappare un sorriso dopo tanta tristezza.

Grazie a te.”

I due si strinsero in un ultimo abbraccio prima di dirigersi nuovamente verso i dormitori.


Non so se ce la faccio...”

Dai Ben, non rompere, ne abbiamo già parlato!”

Era passata una settimana da quando Ben e Grace avevano chiarito; quella sera Lionel aveva invitato tutti i suoi amici nella sua stanza per passare un paio d'ore assieme e Tiffany era piombata in camera di Ben per convincerlo a venire.

Il ragazzo sospirò. “Non lo so, mi sento ancora in colpa. Hai visto come reagisce quando mi vede? Devo aver sbagliato qualcosa...”

La bionda scosse la testa, contrariata. “Nessuno ha sbagliato niente, Ben, te l'ho già spiegato! È normale che tu e Grace, dopo quello che è successo, vi siate momentaneamente allontanati per assimilare il tutto. Questa è l'occasione giusta per riavvicinarvi e tornare a essere amici come prima, no?”

Non lo so. Ci sto male, è vero, perché non sopporto queste occhiate sfuggenti e questo silenzio, ma allo stesso tempo non vorrei forzare le cose... mi dispiacerebbe se lei...”

Oh, mamma mia, ma quanti problemi ti metti? Dai, andiamo, ci stanno aspettando!” tagliò corto Tiffany, prendendolo per un polso.

Tiff, ma... sei sicura che...?”

Muoviti, adorabile rammollito!”

I due raggiunsero in fretta la camera di Lionel, che non distava poi tanto da quella di Ben. Tiffany spalancò la porta ed esordì: “Ehi, ciurma, siamo giunti al vostro cospetto!”

Tesoro, sono così contento di vederti!” rispose prontamente Alex, lanciando un cuscino in direzione della ragazza.

Vacci piano, altrimenti potrebbe tornarti indietro qualcosa di ben più pesante di un cuscino...” lo minacciò Tiffany, per poi prendere la mira e tirare il cuscino dritto in faccia a sua sorella.

Ehi, io che c'entro?” si rivoltò lei, scoppiando a ridere.

Lionel, posizionato proprio accanto a lei sul tappeto, commentò: “Ti sta bene!”

Volete una guerra di cuscini?” scherzò Tiffany.

Ben invece aveva subito adocchiato Grace: si trovava seduta sul bordo del letto di Lionel e si guardava attorno senza prendere parte alle conversazioni e agli scherzi.

Sì, quella sera si sentiva pronto a fare un passo avanti verso di lei.

L'amicizia per lui era un valore troppo importante.

Così, mentre tutti scherzavano e giocavano tra loro, lui prese posto sul materasso accanto a lei.

A che pensi?” chiese dopo qualche secondo di imbarazzante silenzio.

A tutto e niente.”

Facciamo un gioco.”

Grace scrutò con curiosità Ben, che si era allungato per afferrare un cuscino giallo.

Facciamo finta che questo sia il microfono dei nostri pensieri.” Ridacchiò. “Lo so, è una cosa da matti. Dicevo: ce lo passiamo a vicenda e, quando ce lo troviamo tra le mani, dobbiamo dire tutto ciò che ci frulla per la testa. Ci stai?”

Lei annuì, scettica.

Bene, comincio io. In questo momento penso che mi sento davvero in colpa.”

Ben posò l'oggetto tra le mani della ragazza, che prese a soppesarlo. “Anche io mi sento in colpa, vorrei tanto parlare con te.”

Fu nuovamente il turno di Ben. “Ho paura di averti offeso in qualche modo, di averti ferito o di aver sbagliato qualcosa. Vorrei solo capire cosa ti passa per la testa.”

Grace, di nuovo col cuscino in mano, prese a giocare con i suoi lembi, torturandoli. “Anche io mi sento in colpa per essermi allontanata da te. E l'idea di star facendo soffrire una persona speciale come te mi fa a mia volta soffrire.”

In questo momento penso che siamo due casi patologici e che dovremo smetterla di preoccuparci inutilmente, perché abbiamo tutte le carte in regola per essere buoni amici come prima.”

Io invece penso che questo gioco sia stato molto utile, però allo stesso tempo mi ha confuso!”

Ben e Grace si scambiarono un'occhiata e scoppiarono finalmente a ridere insieme; la ragazza lanciò il cuscino al suo amico e lui lo afferrò prontamente.

Tutto a posto, vero?” domandò Ben speranzoso.

Tutto a posto!” confermò Grace con un sorriso raggiante.

Ehi, voi due, si può sapere cosa state combinando?” li intercettò Cathleen, lanciando ai due uno sguardo divertito.

Ben spiegò a tutti le regole del suo nuovo gioco.

Figo! Perché non lo facciamo tutti insieme?” propose Tiffany entusiasta.

Tutti accettarono.

Ben, che era in possesso dell'oggetto, esclamo: “Mi sono dimenticato di studiare storia per domani”, per poi lanciare violentemente il cuscino verso Alex.

Ma il ragazzo prontamente lo parò. “Ben, ricordati che non puoi mai fregare Alex!”

Muoviti!” lo sollecitò Cathleen.

Uhm... Tiffany è terribilmente sexy!” affermò, centrando poi Cathleen in pieno volto.

Perché oggi ce l'hanno tutti con il mio povero visetto?” si lamentò lei tra le risate.

Per favore, non lanciarmelo, altrimenti potrei portar fuori degli insulti vietati ai minori di diciotto anni” se ne uscì Tiffany.

Il gioco proseguì e tutti alla fine si ritrovarono a ridere ed esclamare frasi sempre più insensate ed esilaranti.

E, nel corso della serata, Ben e Grace maturarono una nuova consapevolezza: tra loro tutto sarebbe tornato come prima.


* * *


Ehilà! Come va, cari e adorati lettori?

Sono qui solo per informarvi che questo è il penultimo aggiornamento per questa storia! Lo so, è incredibile: sembrava qualcosa di impossibile e irraggiungibile, ma siamo davvero quasi giunti alla conclusione! Oddio...

E niente, rimando alle prossime NdA i saluti e i discorsi strappalacrime, che forse è meglio XD
Intanto ringrazio gli assidui lettori e li invito, come sempre, a farmi sapere cosa ne pensano della storia e in particolare di come la sto concludendo :3

Un abbraccio a tutti e alla settimana prossima!!!



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Capitolo 44
*** Capitolo 44 ***


Capitolo 44



l'anno scolastico stava per giungere al termine: ormai l'estate era arrivata e aveva portato con sé un'ondata di calore, sole e ben poca voglia di studiare.

La domenica il campus si svuotava quasi del tutto, dal momento che gli studenti si recavano in spiaggia per divertirsi e concedersi un momento di relax.

Ma quello era un giorno particolare: non tutti i frequentatori della spiaggia erano presenti.

Cathleen, Tiffany, Lionel, Ben, Alex, Kelsey, Grace ed Angel erano riuniti attorno alla fontana, di fronte al bar, e attendevano pazientemente sotto il sole cocente di metà mattina.

Qui non si respira, oddio...” si lamentò Lionel, portandosi indietro con un gesto brusco i boccoli sempre più lunghi. Un giorno o l'altro si sarebbe dovuto recare da un parrucchiere per una spuntatina, nonostante non sopportasse granché l'ambiente e l'atmosfera di quei luoghi.

Che ti aspettavi? Siamo a luglio” ribatté Tiffany con un sospiro. Anche lei era parecchio accaldata anche se indossava soltanto una canottiera azzurra e degli shorts in jeans.

Ancora niente?” domandò Cathleen al suo ragazzo.

Lionel diede uno sguardo al suo cellulare. “Non mi ha mandato nessun messaggio. Angel, tu hai notizie di Marta?” domandò rivolto al ragazzo che gli sedeva accanto.

No. Ma ormai dovrebbe essere sul punto di arrivare” affermò il biondo.

E se mi buttassi in acqua?” domandò Alex, indicando i giocosi spruzzi alle sue spalle.

Fallo, magari affoghi e ci fai un favore” lo punzecchiò Grace.

Stellina, stai diventando un po' troppo spiritosa ultimamente. La vicinanza con Tiff ti fa male” la rimproverò lui.

Mi diverto” si limitò a borbottare lei, facendo spallucce.

Grace effettivamente ci stava prendendo gusto a battibeccare con Alex: inizialmente aveva avuto quasi paura di averci una conversazione con lui, ma poi erano state Cathleen e Tiffany a insegnarle che Alex non era altro che un povero idiota e che era uno spasso prendersi un po' gioco di lui.

Mi chiedo come mai continuo a frequentarvi” rifletté Alex.

Ce lo chiediamo tutti” commentò Tiffany con una risata, per poi tornare a conversare serenamente con Ben.

Grace, stanca di doversi intrattenere con Alex, si mise in piedi e raggiunse Angel e Kelsey, che intanto parlavano tra loro.

Quando la vide arrivare, il biondo ammutolì improvvisamente e le sue guance si imporporarono leggermente.

Che c'è? Me ne vado?” bofonchiò allora la ragazza, imbarazzata.

In realtà aveva deciso di unirsi ai due per stare un po' con Kelsey, una delle poche persone in grado di metterla a suo agio, ma la reazione di Angel l'aveva lasciata un po' perplessa.

No, resta pure!” si affrettò a rimediare il ragazzo con fare impacciato. “Stavamo solo... parlando di Marta, insomma...”

Io non la conosco” ammise lei, “ma Cat me ne ha parlato molto bene.”

La adorano tutti” spiegò Kelsey.

Probabilmente verrà a studiare qui l'anno prossimo, avrete modo di conoscerla meglio!” annunciò Angel con entusiasmo.

Kelsey si lasciò sfuggire una risata mesta. “Mi piacerebbe, ma tra un mese parto per la Spagna.”

L'altro ragazzo avvampò violentemente. “Oh... scusa, è vero... non volevo...”

Tutto okay, rilassati” lo rassicurò l'altro senza scomporsi troppo.

Kelsey in realtà si sentiva parecchio triste all'idea di dover lasciare i suoi nuovi amici, ma affrontava la cosa con serenità. In particolare cercava di non mostrarsi turbato davanti a Kelsey e Angel: li aveva conosciuto meglio nell'ultimo periodo e aveva capito le loro insicurezze, dunque non voleva peggiorare la situazione.

Sarebbe voluto restare anche per aiutare loro, ma sapeva che presto Angel sarebbe stato sotto le affidabili cure di Marta e Grace sarebbe tornata sul set.

Io a settembre girerò un nuovo film e mancherò quindi per qualche mese, ma probabilmente avrò tutto il tempo per conoscerla” commentò Grace, cercando a modo suo di togliere Angel dall'imbarazzo.

Spero che in Spagna lo trasmettano, così potrò andare a vederlo.”

Oddio!” Un grido di Lionel fece sobbalzare tutti; il ragazzino si era infatti messo in piedi di scatto e puntava lo sguardo in direzione dell'ingresso del campus.

Nonostante il caldo torrido di luglio, un intenso brivido percorse la schiena di Angel. Quando ebbe finalmente il coraggio di sbirciare, avvistò una figura snella che si avvicinava velocemente a loro, trascinandosi dietro un'enorme e pesante valigia verde.

Ehilà ragazzi! Che gioia rivedervi!” gridò la ragazza, lasciando che la sua voce squillante si diffondesse nell'aria.

Marta” mormorò Angel, torcendosi nervosamente le mani.

Vai” cercò di infondergli coraggio Kelsey, mollandogli una pacca sulla spalla.

Lionel intanto era corso verso la sua amica e le aveva gettato le braccia al collo. “Avevi promesso che mi avresti avvisato!”

Sorpresa! Come stai, leoncino scapestrato?” Marta ricambiò l'abbraccio e gli regalò un sorriso raggiante. “Okay, quindi... ora corro a fare il giro dei saluti!” affermò, impossessandosi nuovamente della sua valigia e dando un'occhiata alle spalle di Lionel.

Oh no, questa la porto io!” obiettò il ragazzo, afferrando il manico del suo bagaglio. “L'equitazione aiuta a sviluppare i muscoli, sai?”

Ho capito: sei rimasto il solito idiota. Non avevo dubbi! E io che speravo che la relazione con Cat ti avesse reso più serio!” lo prese in giro scherzosamente, dandogli di gomito.

Dopodiché Marta si precipitò dal resto del gruppo. Cathleen e Tiffany la salutarono calorosamente con un abbraccio, poi lei si piazzò di fronte a Angel e gli poggiò le mani sulle spalle. “Ragazzo mio, che ci fai qui seduto? Non mi dai un abbraccio?”

Lui, che fino a quel momento era stato teso e nervoso, si lasciò andare a un dolce sorriso e si alzò per abbracciare la sua amica. Come aveva potuto farsi prendere dall'ansia? Con Marta era tutto diverso, era tutto così semplice e spontaneo!

Scusami, è che...”

Oh, e smettila di scusarti per tutto, non stai mica parlando con una sconosciuta! Mi sei mancato, angioletto!”

Mi sei mancata anche tu, pazzerella!”

Kelsey e Grace si scambiarono un'occhiata di sottecchi. Pensavano la stessa cosa: quei due erano proprio una bella coppia, se n'erano accorti tutti tranne i diretti interessati.

Dopo qualche altro saluto e qualche altra chiacchiera, Tiffany propose: “E se ora ce ne andassimo tutti al mare?”.

Tutti esultarono e acconsentirono con entusiasmo.

Ehi, però io non ho indossato il costume! Dovrei prima poggiare la valigia in camera mia e cambiarmi” fece notare Marta.

Angel, potresti accompagnarla tu? Anch'io dovrei andare a cambiarmi...” domandò Lionel. Ovviamente non aveva buttato lì quella richiesta senza un reale motivo; cercava infatti di far avvicinare i due, di lasciar loro un po' di tempo da trascorrere da soli, nella speranza che qualcosa capitasse.

Perfetto! Cicerone, andiamo!” esclamò Marta senza scomporsi.

Angel insistette per portarle la valigia e alla fine lei si dovette arrendere.

Nonostante il peso del bagaglio, Angel non diede a vedere la fatica mentre si incamminavano verso i dormitori femminili.

Allora, cosa mi racconti? Hai tanto da studiare in questi giorni?” domandò la ragazza.

Sì, un po', ma mi sono già liberato delle materie più pesanti. Verrò promosso per miracolo quest'anno.”

Oh, ma non mi dire! Sempre il solito sfaticato, eh?” lo canzonò lei.

Non sono portato per lo studio, lo sai!”

Beh, io invece quest'anno mi sono messa d'impegno per entrare nelle mie grazie dei miei genitori, ho preso dei voti altissimi e ora quasi sicuramente potrò trasferirmi qui! Vedi che studiare è utile?”

Sei terribile!” commentò lui con una risata.

I due continuarono a chiacchierare, commentare la relazione tra Cathleen e Lionel, i nuovi scoop della scuola, gli ultimi avvenimenti riguardanti Marta.

Ecco qui la tua stanza super lussuosa!” annunciò Angel una volta arrivati davanti alla porta di una stanza situata al primo piano.

Oh, è la stanza dell'altra volta!” Marta aprì, scaraventò la valigia in un angolo e corse ad aprire la finestra. “Beh, tu non entri? Dai, siediti, io cerco il mio costume ed entro in bagno!” si rivolse poi ad Angel, che era rimasto in piedi di fronte alla soglia.

Il ragazzo capì che non aveva senso ribattere, quindi si accomodò goffamente sul materasso di uno dei due letti.

Ricordava perfettamente la notte in cui, ritrovatosi senza un luogo per passare la notte, Marta l'aveva invitato nella sua camera senza il minimo imbarazzo e soprattutto senza malizia.

Era per questo – e per un milione di altri motivi – che aveva finito per innamorarsi di lei.

Ho un bikini nuovissimo, verde chiaro; oggi lo inauguro! Le spiagge di Los Angeles sono infernali e affollatissime, non ho osato metterci piede!” raccontò la ragazza con allegria mentre entrava in bagno con una busta a righe tra le mani.

Angel rimase immobile finché Marta non tornò da lui. Indossava un vestito bianco di cotone leggero che risaltava sulla pelle olivastra e aderiva al suo corpo perfetto, mentre ai piedi portava un paio di infradito celesti.

Era bellissima.

Doveva cercare di non incantarsi a guardarla, non poteva certo dare nell'occhio.

Andiamo? Sei pallidissimo, ti servirà prendere un po' di sole!”

Angel si riscosse e si mise in piedi a fatica. Raggiunse in fretta il corridoio e aspettò che la sua amica chiudesse a chiave la porta.

Solo in quel momento si accorse che si trovava da solo con lei e l'agitazione cominciò a fare capolino, pronto a travolgerlo e devastarlo.

Angel?”

D-dimmi.”

Che c'è? Ti vedo un po' strano...”

Marta si piazzò di fronte a lui con un lieve sorriso e piegò leggermente la testa di lato. Il ragazzo si trovava con la schiena poggiata sulla parete; non poteva scappare.

Non... ho niente, perché? Dev'essere un po' di stanchezza, nulla di che...”

Il sorriso della ragazza si allargò. “Stanchezza? Non c'è problema: conosco un metodo infallibile per scacciarla e se vuoi te lo insegno!”

Davvero? E che metodo sarebbe?”

Marta incrociò per un istante il suo sguardo, poi si avventò su di lui e si impossessò delle sue labbra con dolcezza e trasporto.

Angel venne colto talmente alla sprovvista che ebbe l'impulso di indietreggiare, ma il muro alle sue spalle glielo impediva.

Marta, capendo di non essere ricambiata, si staccò subito e gli rivolse un'occhiata preoccupata. “Ho sbagliato tutto?”

Angel sorrise. Non si seppe spiegare cosa l'avesse portato a compiere quel gesto, ma non riuscì a trattenersi. Improvvisamente aveva rinchiuso tutte le sue preoccupazioni e la sua timidezza in un angolo della sua mente.

Stavolta spettava al cuore dire la sua, non poteva lasciarsi sfuggire il momento che sognava da mesi.

Non hai sbagliato niente! Improvvisamente mi sento un po' meno stanco, quindi il tuo metodo ha funzionato!”

Marta rimase spiazzata: non si aspettava che Angel sarebbe stato al gioco. “Evviva!”

E... se ti dicessi che sono ancora stanco?” azzardò Angel con una punta di imbarazzo.

Oh no, bisognerà provvedere subito” ribatté lei in tono malizioso, per poi tornare a baciare Angel con passione.

Non ci fu assolutamente nient'altro da aggiungere: non ebbero bisogno di spiegarsi ciò che provavano, il motivo per cui tutto ciò era accaduto, quello che il bacio aveva rappresentato. In fondo sapevano che era giusto così, che prima o poi sarebbe successo.

E che non avrebbero sopportato di stare ancora lontani.


Guardali, guardali” bisbigliò Tiffany all'orecchio del suo migliore amico, dandogli di gomito.

Finalmente il gruppo si era riunito e ora si dirigeva verso la spiaggia attraverso la solita stradina sterrata. Quel giorno c'era davvero tanto traffico e si respirava un'atmosfera festosa, in linea con l'umore generale dei ragazzi.

Angel e Marta intendi?” cadde dalle nuvole Ben, dando distrattamente un'occhiata ai due ragazzi che passeggiavano uno accanto all'altra, qualche metro avanti rispetto a loro.

Esatto! In certi momenti sembrano quasi volersi prendere per mano, e poi sono così vicini... secondo me tra loro è successo qualcosa!” proseguì lei con fare concitato.

Oh, ma quanto sei pettegola!” commentò scherzosamente il ragazzo.

Non ci posso fare niente, sono una coppia favolosa!”

Ben sorrise, nonostante la sua poca voglia di sentir parlare di coppie favolose, amore e relazioni. Il periodo da cui era recentemente uscito l'aveva scosso parecchio.

Ben? Dai, basta deprimersi, ormai tutti i problemi si sono risolti: Lisa non ti cerca più, Grace sembra averti dimenticato da quel punto di vista e Tracy, beh...” Tiffany cominciò a sghignazzare, “si è sistemata!”

Anche il ragazzo non poté fare a meno di scoppiare a ridere. “Non me lo ricordare!” Ma poi improvvisamente si fece serio e lanciò un'occhiata a Kelsey, che conversava con Grace e Alex appena dietro di loro. “Però quello di Jordan non è stato un gesto carino nei confronti del suo amico, proprio ora che ha i giorni contati qui in California. Insomma, ignorarlo completamente per stare con la sua ragazza del momento...”

Tiffany sospirò. “Kelsey è troppo buono, non riesce comunque ad arrabbiarsi con Jordan. Cioè, lui ha detto che l'ha lasciato perdere, ma non sembra sorpreso: probabilmente se l'aspettava dal suo amico.”

Io non credo che Tracy e Jordan dureranno tanto come coppia, non sono affatto credibili; si sfruttano a vicenda, è logico! Ma quando lui si stancherà di Tracy e la lascerà, Kel sarà già partito e di sicuro non ne vorrà più sapere.”

Ed è giusto così” concluse Tiffany fermamente.

E tu, Tiff? Non vai ancora a caccia di ragazzi?” insinuò Ben ridacchiando.

Sei un cretino! No no, non ne voglio sapere: l'unico uomo nella mia vita sei tu!” lo prese in giro lei con un occhiolino divertito.

I due scoppiarono a ridere e la ragazza finse di voler catturare Ben per stritolarlo in un abbraccio, mettendolo così in fuga.

Siete due bambini!” gridò loro dietro Cathleen, mentre i due si rincorrevano e aggiravano i ragazzi che, di ritorno dalla spiaggia, camminavano in senso opposto.


Uff, odio la spiaggia quando è così affollata” si lamentò Lionel mentre si avvicinava cautamente alla riva.

Hai sempre da ridire per tutto.” Cathleen si trovava appena dietro di lui, pronta a lasciarsi lambire le caviglie dall'acqua fresca del mare.

Perché, a te piace il casino?”

Beh, è normale che in spiaggia ci sia pure altra gente oltre noi!”

Oddio, quest'acqua è gelida!” esclamò il ragazzo quando finalmente immerse i piedi in acqua; fece uno scatto all'indietro e per poco non finì addosso alla sua ragazza.

Ehi! Vedi, avevo ragione: hai da lamentarti per tutto!” protestò lei, sorridendo sotto i baffi. “Sei un rammollito!”

Cosa? Ripeti se hai il coraggio!” la sfidò lui, voltandosi per poterla guardare in viso.

Non ti conviene, sai che sono molto più forte e atletica di te!”

Dimostramelo!”

Lionel cercò di intrappolarla nella sua stretta, ma lei si divincolò in fretta e si diresse a grandi falcate in acqua, per poi tuffarsi e lasciare una scia di schizzi dietro di sé. Questi ultimi colpirono in pieno il povero ragazzo che, ancora accaldato e asciutto, cominciò a gridare e finì a terra, seduto sulla sabbia.

Marta, che aveva assistito alla scena dalla sua postazione sotto l'ombrellone, scoppiò a ridere e le canzonò: “Rammollito, rammollito!”.

E tu cosa vuoi? Prova solo ad avvicinarti per fare il bagno e vedrai... mi vendicherò!” la minacciò lui, rialzandosi e partendo all'inseguimento della sua ragazza.

Cathleen, ormai completamente fradicia, gli sorrideva con fare trionfante e nuotava velocemente verso di lui. “Allora? Hai ancora voglia di sfidarmi?”

No no, ci rinuncio, va bene, bandiera bianca!” si arrese lui, già esausto.

Bene!”

I due si scambiarono un'occhiata.

Sto morendo di freddo” mormorò Lionel. Si era immerso solo da qualche secondo e ancora non si era abituato alla temperatura dell'acqua.

Vieni qui.” Cathleen lo strinse in un abbraccio da dietro e posò il mento sulla sua spalla.

Così non mi aiuti, sai?”

Che importanza ha?”

Nessuna.”

I due restarono in quella posizione per circa un minuto, felici più che mai di poter stare così vicini. Per loro le emozioni sembravano destinate a non finire mai, ogni volta che avevano l'occasione di coccolarsi e passare un po' di tempo assieme provavano delle sensazioni nuove e intense, come se ogni volta fosse la prima.

Ma non si accorsero di una sagoma che si avvicinava, quatta e silenziosa, alle loro spalle. Solo quando una marea di schizzi li sorprese, si resero conto di non essere soli.

Ah, piccioncini, allora non siete imbalsamati!”

Alex!” si rivoltarono loro, incenerendolo con lo sguardo.

Che c'è?”

E fu così che ebbe inizio una battaglia all'ultimo schizzo, a cui presero parte sempre più persone.

Del resto tra loro non poteva essere altrimenti.

A

E Lisa? Che fine ha fatto?” domandò all'improvviso Marta, sollevando la testa e osservando i suoi amici.

Il suo costume era quasi asciutto, così decise di mettersi seduta e avvicinarsi ad Angel.

Quest'ultimo era rannicchiato all'ombra, sul suo telo da mare. Quando la ragazza gli si avvicinò, lui parve preoccupato che qualcuno si potesse accorgere di qualcosa; ma Marta non sembrava dello stesso avviso e non esitò ad accoccolarglisi accanto, circondandogli le spalle con un braccio. “Sei vivo?”

Uhm...” mugugnò lui.

Sentendo nominare la sua ex, Ben deglutì e scambiò un'occhiata con Tiffany.

Lisa è ancora in stanza con me” spiegò Cathleen in tono piatto. “Lionel, smettila di tirarmi la sabbia addosso o ti butto in mare!”

Non è semplice sabbia, è un massaggio per rendere la pelle più liscia!” blaterò lui profondamente divertito, continuando a tormentare la ragazza.

La mia pelle va benissimo così.”

Siete due casi persi!” commentò Tiffany sollevando gli occhi al cielo.

Comunque Lisa non è più nostra amica, ma sicuramente Lion te ne ha parlato. Si è comportata da stronza con Ben e si è allontanata da noi per scelta sua. L'anno prossimo io sarò in un'altra stanza: non mi trovo più bene con lei ed Alice” riprese a raccontare Cathleen.

Oh, mi dispiace che le cose siano andate a finire così.”

A me no” sussurrò Grace, sperando che nessuno la sentisse.

Ma Kelsey, che si trovava proprio accanto a lei, non si faceva sfuggire niente. “Credo non dispiaccia a nessuno.”

Grace sorrise. Era un peccato che quel ragazzo dovesse partire; riusciva sempre a recepire tutto e tutti. Era uno dei pochi a sapere con esattezza la storia tra lei e Ben, gliel'aveva raccontata perché lui le ispirava fiducia, e le dispiaceva perdere un amico così.

Amico, già. Perché, nonostante ce la stesse mettendo tutta per lasciarsi il passato alle spalle, Ben occupava ancora un piccolo spazio speciale all'interno del suo cuore e per il momento non c'era posto per nessun altro.

Ehi ragazzi, ho portato l'aperitivo per tutti!”

Il grido di Alex interruppe tutte le conversazioni: il ragazzo infatti, che era sparito per un paio di minuti, si dirigeva verso la loro postazione con otto granite pericolosamente impilate l'una sull'altra. Sicuramente le aveva acquistate dai piccolo chioschetto che la scuola aveva messo a disposizione per i frequentatori della spiaggia.

Grazie Alex, che gesto carino!” commentò Marta.

Da quando in qua tutta questa gentilezza?” indagò Cathleen sospettosa.

Dovete sapere che a volte pure io ho un cuore, e poi modestamente non sono affatto tirchio! Per festeggiare la fine dell'anno scolastico, la promozione di tutti noi, il nuovo film di Grace e la nostra nuova compagna Marta!”

Tutti parvero davvero sorpresi e ringraziarono di cuore Alex, che per una volta si era mostrato davvero carino.

Anche se un secondo dopo tornò a essere il solito Alex.

Secondo voi si può brindare con le granite?” domandò Ben.

Facciamolo, non penso che la Legge lo vieti!” propose Lionel.

Gli otto ragazzi avvicinarono i loro colorati bicchieri di plastica per un bizzarro brindisi.

All'anno scolastico appena trascorso e a quello che verrà!” gridò Lionel.

Alla nostra amicizia, che nemmeno la distanza potrà rovinare!” affermò Cathleen. Tutti a quelle parole lanciarono occhiate colme d'affetto verso Kelsey.

A tutte le nuove coppiette formatesi tra di noi!” aggiunse Tiffany con una punta di malizia, strappando qualche sorriso ai suoi amici,.

A Tiffany che è sempre più bella e affascinante!” concluse Alex, rovinando l'idillio e generando le proteste generali.

E presero a ridere e sorseggiare le loro granite, felici e sereni, mentre le leggere onde si infrangevano sul bagnasciuga e facevano festa insieme a loro.


* * *


Ragazzi, ma... T.T

Sul serio è finita? Sul serio dovrò abbandonare questi personaggi? Mi sento infinitamente triste e profondamente commossa, anzi... vi confesso che sto quasi per piangere!!!

Allora... innanzitutto spero che questo finale vi sia piaciuto! Lo so, è stato un capitolo piuttosto lungo, ma volevo si spiegassero varie cose e ho deciso che non era il caso di tagliare niente ^^

E così è stata confernata anche la coppia AngelxMarta, che praticamente tutti – me compresa – shippano! Spero di aver fatto una cosa gradita :3

So che alcuni shippavano anche TiffxBen, e... lo so, ho lasciato le cose in sospeso tra di loro, ma del resto Ben ha spiegato abbastanza bene il suo punto di vista: per lui è ancora troppo presto! Quindi lascio a voi piena libertà: se nella vostra immaginazione devono stare assieme, staranno assieme *-*

Io comunque li shippo u.u

E sono triste che Kelsey deva partire!!! Io amo Kel ♥


Ora è doveroso passare ai ringraziamenti. Già: io alla fine delle storie ringrazio sempre i miei lettori e recensori, ma stavolta è davvero un caso speciale. Ho iniziato questa storia all'età di dodici anni circa, l'ho lasciata stare per anni e anni, l'ho ripresa quando mi sono iscritta qui su EFP e l'ho portata avanti per un anno. È stata la mia prima long pubblicata sul sito e forse la mia prima vera long. Al suo interno sono racchiusi tutti i miei progressi, tutte le mie idee, anni e anni di scrittura. È speciale.

Così come sono speciali le persone che mi hanno seguito e sostenuto durante questo viaggio!

In particolare devo ringraziare:

Kim_Sunshine, la mia adorata Kim, che lesse i primi sei capitoli di questa storia durante la loro prima stesura, che li ha riletti, ha recensito con passione ogni singolo capitolo e mi ha dato la forza di continuare anche quando credevo di non farcela.

Frenzthedreamer, che ha seguito la storia dall'inizio, l'ha letta tutta e mi ha tenuto compagnia con i suoi commenti sempre sinceri e diretti.

GreenWind, dato che è proprio grazie a questa storia che ci siamo conosciute. Lei, con il suo entusiasmo e la sua fiducia in me, è stata – appunta – una ventata d'aria fresca per me.

Anwa_Turwen, che è giunta quando la storia era già avviata e non si è lasciata comunque scoraggiare: in pochi giorni ha divorato più di venti capitoli e poi non mi ha più mollato, riempiendomi di complimenti e di dolcezza.

GRAZIE, perché senza di voi chissà dove e come sarei ♥

Ringrazio inoltre tutti coloro che sono passati anche solo una volta e che hanno lasciato il loro parere, tutti i lettori silenziosi e coloro che hanno aggiunto la storia alle seguite, preferite e ricordate!

E infine i ringraziamenti più difficili, e – non me ne volete – forse quelli più importanti. Ringrazio proprio loro, i miei adorati personaggi.

Arriva un certo momento in cui i protagonisti che ti crei nella mente non sono più tuoi, non sono più sotto il tuo controllo: loro esistono, sono delle persone che agiscono, pensano, dicono... e ti raccontano le loro storie, in modo che tu le possa raccontare a tanta altra gente.

Ecco, con Cat, Lion, Tiff, Ben, Lisa, Alex, Grace, Kel, Angel, Marta e tutti gli altri è stato proprio così. Loro per me sono stati come degli amici, mi hanno tenuto compagnia negli anni, mi hanno aiutato a crescere e maturare. Sono e saranno sempre una parte preziosissima di me, delle stelle polari.

Non posso che ringraziarli di cuore per tutto questo. E lo faccio tra le lacrime, senza vergognarmene.

Non mi sento pronta per lasciarli andare, ma devo.

Grazie a tutti per questa magnifica avventura, me la porterò nel cuore per sempre :')

Alla prossima avventura!!! :3


Soul ♥



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