Il mio angelo

di TeamFreeWill
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una mano da uno sconosciuto ***
Capitolo 2: *** La storia di Jensen ***
Capitolo 3: *** Dovrai fare una cosa per me ***
Capitolo 4: *** Una romantica serata ***
Capitolo 5: *** Sorpresa ***



Capitolo 1
*** Una mano da uno sconosciuto ***


'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere o dell'orientamento sessuale di queste persone, nè offenderle in alcun modo'
 

 

Jensen si svegliò all’improvviso, un clacson in lontananza lo riportò alla realtà.

La testa gli scoppiava, gli occhi bruciavano talmente tanto che dovette sbattere le palpebre più e più volte per abituarli alla luce che entrava attraverso la finestra.

Dopo diversi minuti finalmente riuscì ad aprirli e con fatica si tirò su appoggiando la schiena al muro…Della spalliera del letto nemmeno l’ombra….Anzi era già tanto che in quel posto ci fosse un letto sopra a una rete!

Come cavolo c’era finito di nuovo in una situazione così? Il ragazzo visibilmente sudato tentò di concentrarsi e con fatica ricordò la notte brava e folle che aveva vissuto.

Lui a casa che guardava una serie tv tranquillo, i suoi cosiddetti amici che suonavano insistenti alla porta, la scelta stupida di seguirli in un locale…

L'arrivo in seguito in quel posto che solo loro conoscevano ubriachi fradici, senza controllo. La siringa offerta e lui che s’iniettava il veleno....poi tutto che iniziava a farsi confuso.

Solo una cosa ricordava: quella sensazione dove non t’importa di nulla, dove ti senti libero dai problemi, dove apparentemente sei invincibile, forte, felice…apparentemente.

La consapevolezza lo investì in pieno. Con orrore si guardò il braccio sinistro e sbiancò….Un singolo puntino rosso capeggiava a ridosso della vena che s’intravedeva sotto pelle.

“Cazzo!” gridò e con uno scatto corse in bagno dove il riflesso dello specchio restituì un uomo che non aveva niente a che fare con tale definizione.

Profonde occhiaie, occhi che di verde avevano solo una sfumatura spenta, il viso magro e pallido.

“Fallito” disse scuotendo la testa. Poi una rabbia lo invase e tutto quello che aveva a tiro non fu risparmiato dalla sua furia.

Svuotato di ogni forza possibile si accasciò a terra nascondendosi il viso tra le mani. Non ci era riuscito nemmeno stavolta e consapevole di questo si lasciò andare all’ennesima crisi di pianto.

Si perché Jensen Ackles viveva da anni nel tunnel della droga e ogni volta che credeva di uscirne la sua compagnia lo ritrascinava dentro.

Preso dallo sconforto uscì dalla stanza. Non voleva sentire più niente.

Paradossalmente l’unica cosa che non gli faceva sentire più niente era quella cosa che odiava prendere,  ma tanto lui era un fallito, un perdente, un derelitto.

Scese le scale e andò in salotto. Chiese una dose e senza esitare se la fece. Un misto di sensazioni gli riempirono il cuore immediatamente: rabbia, dolore, vergogna, fallimento, paura…poi più niente solo…niente.

Completamente fuori e fatto scappò da quello squallore. Corse letteralmente via per dirigersi in paese. Non gli importava se era a piedi, ridotto a uno straccio o peggio.

In meno di un quarto d’ora arrivò in centro, barcollando e respirando affannosamente. Aveva sete, tanta sete e caldo.

Stava per entrare in un bar quando inciampò e finì addosso a un bambino che cadde a terra piangendo.

“Scusa…piccolo” riuscì a dire biascicando le parole, ma il padre del bambino, guardandolo in viso lo allontanò in malo modo spingendolo a lontano.

“Sta' lontano da mio figlio drogato!” sbraitò contro Jensen che si sentì morire, mentre le persone attorno a lui mormoravano di allontanarlo, che quello era un posto con figli e che gente come lui non era accetta.

Il ragazzo era bloccato, non si muoveva. “Vattene drogato!” fece l’uomo avvicinandosi al ragazzo con fare minaccioso. Stava per spingerlo via quando un braccio lo fermò.

“Stia fermo se non vuole beccarsi una denuncia. Non lo vede che non può difendersi da solo?. Vada da suo figlio che sta piangendo. E voi vergognatevi!”

L’uomo guardò male quel ragazzo alto che aveva preso le difese di un drogato e la gente fuori seduta ai tavolini guardò a terra, sul viso la piena vergogna.

“Ehi non ascoltarli…vieni ti offro un po’ d’acqua” disse al ragazzo biondo che lo seguì all’interno del bar timidamente. Era veramente frastornato.

“Misha porta un bicchiere d’acqua a…” e guardò il ragazzo sorridendo che capì “Jensen mi chiamo Jensen”

Nei successivi 20 minuti Jensen bevette molti bicchieri d’acqua, parlarono del più e del meno e ringraziò Jared di essere intervenuto in suo aiuto.

“Amico….non devi ringraziarmi…è il mio compito aiutare le persone in difficoltà e tu ne avevi bisogno” disse il moro tirando fuori all’improvviso dalla tasca dei pantaloni un biglietto da visita di un centro per persone in difficoltà.

“Grazie…ma cosa dovrei farci?” chiese sorpreso Jensen.

“Io lavoro lì….potresti farci un giro....Siamo dell’idea che svolgere attività ricreative e stare a conttatto con altre persone possa aiutare più delle medicine” e lo disse alzandosi.

Il biondo lo guardò ma non disse niente. “Seguimi” fu l’invito di Jared e Jansen obbedì.

Stettero in silenzio per un po’ poi il biondo riprese il discorso, anche per sfogarsi un po’.

“Con la droga non c'è niente che possiate fare. E poi io sono un caso disperato. Ci ho provato…” , ma il moro lo interruppe.

Stavano attraversando un vialetto e senza rendersene conto, il maggiore si ritrovò in casa di Jared. Cazzo quel ragazzo lo aveva ipnotizzato! Lo aveva seguito come se lo conoscesse da una vita!

Il moro si girò verso di lui serio “Se dici che sei un caso disperato e irrecuperabile ti prendo a pugni! Sei sempre ricaduto nel tunnel perché eri solo…ma ora ci sarò io…fatti una doccia….ti porto al centro. Se poi non ti piace…libero di fare come vuoi!”

“Sei un bel tipo sai, Padalecki?” disse strafottente il biondo e l’altro rispose “Non sai quanto Ackles”

Dopo essersi fatto la doccia ed essersi reso un po’ presentabile, con Jared andò al centro.

Subito era un po’ impacciato, ma con l’esuberanza e la vicinanza di Jared si rilassò; così la giornata passò serena e Jensen si sentì bene e felice come non lo era mai stato.

Osservare il moro interagire anche con altre persone era uno spettacolo. Cosa gli aveva fatto quel gigante?

“Ehi che pensi?” chiese al biondo avvicinandosi. “Che mi hai convinto‼ Proverò anche questa strada!”

E con enorme sorpresa Jared abbracciò d’istinto quel ragazzo tanto fragile quanto meraviglioso.

Quell’ abbraccio fu calore, energia e vitalità. Jared si staccò e lo guardò intensamente negli occhi. Il mondo sparì intorno a loro. Erano solo loro due. Occhi negli occhi.

“Lo sapevo che ti avrei convinto! Se il sottoscritto si mette in mente una cosa ottiene sempre quello che vuole” gli disse ancora con le braccia attorno al collo del biondo che sorrise.

“Dio che sorriso” si ritrovò a pensare il moro e poi, per un secondo, vide brillare gli occhi verdi del biondo. Erano meravigliosi.

“Mi conosci appena…e fai questo per me…perché?” sussurrò emozionato il biondo non riuscendo a staccare gli occhi da quelli dolci di Jared “Perché mi hai colpito” ed era vero. Lo aveva colpito, dritto al cuore.

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Capitolo 2
*** La storia di Jensen ***


All’inizio fu durissima.

Delle crisi d’astinenza così forti non ne aveva mai passate. Il dolore che provava era dilaniante. Arrivava fino all’anima. Lo spezzava. Lo uccideva dentro. Gli stritolava il cuore.

Ma Jared c’era sempre che fosse al centro o a casa. Un angelo custode! Lo sosteneva. Lo aiutava a superare ogni volta la crisi e quando vedeva il biondo che cedeva allo sconforto lui sapeva sempre come rialzarlo. A volte con parole dolci e a volte, se serviva, con parole dure.

Pian piano i giorni divennero settimane e infine mesi. La vicinanza con quel ragazzo meraviglioso lo faceva sentire bene e grazie a lui e anche al centro con le sue attività ricreative, scoprì pian piano una forza di volontà sempre più forte.

Trovò anche la forza di denunciare la sua compagnia, che colta in flagranza di reato, fu arrestata.

Quello fu certamente l'anno più bello nella vita di Jensen. Oramai la droga era un lontano ricordo! Ne era uscito! Ce l’aveva fatta sul serio questa volta!

Che dire poi dell’amicizia con Jared? Bè quella era più forte che mai. Quell’uragano lo aveva conquistato giorno per giorno fin dal primo istante. Era lui oramai la sua droga!

Eh si! Il moro aveva sempre qualcosa da fare e lo coinvolgeva sempre. E lui lo faceva fare. Si faceva coinvolgere e travolgere da quel cucciolo troppo cresciuto.

Come in quei giorni.

Il minore si era prefissato di sistemargli l’appartamento.

Quel pomeriggio si trovava in salotto in mezzo a molte scatole piene di robe da buttare.

“Tieni un succo Jared. Sei tutto sudato!” disse Jensen porgendogli la bottiglietta che Jared prese, i capelli all’indietro, la maglietta attillata facendo intravedere il bellissimo corpo muscoloso del moro.

Il ragazzo ringraziò e si mise a bere incurante che delle goccioline di succo gli scivolarono fino a sparire all’interno della maglietta.

Jensen lo osservò incantato. “Sono fottuto!”

“Jensen ora vado in soffitta” si ritrovò a gridare Jared per riportarlo alla realtà. “Sì vai in soffitta” sussurrò ancora perso il biondo…poi ricordò qualcosa di doloroso, ma oramai era tardi. Il moro era già salito su.

Pensava di trovarla piena di roba invece era vuota se non per una chitarra classica, alcuni spartiti e libri di musica.

“Ma che cosa significa?” disse quando vide il suo amore segreto che guardava quegli oggetti con rimpianto e dolore. “perché sono qui a prendere polvere?”

“Jared per favore…” e cercò di spingerlo via, ma il ragazzo non se ne voleva andare.

“Spiegami” disse deciso e Jensen lo conosceva talmente bene che quando aveva quello sguardo poco si destava dai suoi pensieri.

“Va bene...ma scendiamo” e scesero per raggiungere il salone.

“Ti ascolto” fece Jared sedendosi sul divano aspettando che il biondo facesse lo stesso, ma rimase in piedi.

“Io suonavo la chitarra, componevo musica. Era la mia passione, ma i miei genitori si sono sempre opposti. Volevano che facessi il dottore. Mi ribellai e loro mi allontanarono da casa” disse tutto d’un fiato. Jared aveva già gli occhi lucidi e si alzò per abbraccialo. Non poteva sopportare di vederlo così.

Poi sentì qualcosa che lo sconvolse. Sentì Jensen piangere nella sua spalla. “Jared mi hanno cacciato come fossi una cane rognoso a 18 anni capisci”

“Tranquillo. Ti sei tenuto dentro questa merda per troppo tempo. Sfogati” disse Jared in un sussurro accarezzandogli la schiena scossa da singulti.

“Io volevo solo suonare e così li ascoltai e me ne andai. Mi pagai il conservatorio lavorando giorno e notte e una volta finito mandai alcune mie canzoni ad alcuni produttori che crudeli me le respinsero dicendo che non erano un genere di canzone adatte alle radio” Lo disse fissando negli occhi il moro.

“Che gran figli di puttana!” ringhiò Jared non aspettandosi quello che sentì dopo “Tornai sconvolto dai miei che crudelmente infierirono ancora dicendomi di non tornare mai più, che quello che mi era capitato mi stava bene. Quella sera stessa mi ubriacai e inizia a drogarmi!”

Ma Jared si era staccato e stava prendendo le chiavi della macchina. Era furioso e Jensen ebbe veramente paura. Non lo aveva mai visto così.

“Che fai?” disse fermando per un braccio. Jared si voltò “Vado dai tuoi e li riempio di botte!”

Cristo se era sexy. L’unica cosa che pensava era che era sexy da morire, ma non poteva permettere e che andasse in prigione.

“Non farlo.No! Ti prego. Non ne vale la pena” disse e il moro non ci vide più “Cosa? Non ne vale la pena?! Ancora con questi discorsi?! Ma ti senti? Credevo avessi capito che sei la persona più meravigliosa, fantastica, dolce, amorevole…” ma non finì la frase che un secondo dopo si ritrovò le labbra di Jensen incollate sulle sue.

Il ragazzo sentendo quelle che era giunta a lui come la miglior dichiarazione d’amore del mondo non resistette. Lo spinse contro la porta e lo baciò.

Subito piano poi sempre con più foga sentendo che anche Jared ricambiava con passione aprendo la bocca.

Un attimo dopo le loro lingue si incontravano e danzarono per la prima volta insieme scatenando brividi che nessuno dei due credeva di provare.

Solo il naturale bisogno d’aria li fece staccare, ma già ne sentivano la mancanza.

Jared, a pochi centimetri dalle labbra di Jensen, sorrise e disse “Non credevo che anche tu…insomma…wow” Era decisamente sconvolto, il cuore che batteva all’impazzata.

“Che ci posso…mi hai colpito dritto al cuore” lo disse sfiorando con le dita il viso dolce e arrossato del suo gigante, per poi riprendere a baciarlo.

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Capitolo 3
*** Dovrai fare una cosa per me ***


Dopo quel bacio infuocato i due si misero insieme ufficialmente e Jared andò a vivere da Jensen .

Per loro non era la prima esperienza avuta con degli uomini, ma il sentimento che li legava era qualcosa che non avevamo mai provato. Era un sentimento totalizzante, appagante, puro che toccava loro l’anima completandoli.

Fare l’amore con Jared era come essere in paradiso. Questo era quello che provava Jensen mentre con dolcezza e passione si muoveva dentro il suo amore raggiungendo ogni volta quel punto magico di pura estasi.

Il moro sotto di lui era completamente avvolto da quella gioia e non poteva far altro che assecondare i movimenti del suo amante sussurrandogli parole di miele all’orecchio, accarezzandolo lungo la schiena e i fianchi senza mai arrecare danno.

Era una dolce pressione possessiva che faceva fremere Jensen intento a baciargli quel punto nel collo che il suo giovane compagno adorava.

“Dio…sei bellissimo piccolo” sussurrò un attimo prima di avventarsi su quelle labbra sottili, ma invianti di Jared, che si schiusero pronte a ricevere un bacio che erano sicuri li avrebbe portati in paradiso o forse oltre.

E avvenne. Potente. Energico. Esplosivo. L’orgasmo li travolse insieme lasciandoli senza fiato e completamente stravolti.

Jared fu il primo a riprendersi mentre con disappunto sentiva il suo amore uscire lentamente da lui, sistemandosi al suo fianco.

Jared si girò e guardò Jensen di fianco a lui e gli sorrise. Iniziò ad accarezzarlo dolcemente e a quel tocco il biondo chiuse gli occhi, assaporando le sensazioni che provava, che solo Jared gli aveva fatto provare in vita sua.

Il moro continuò ad accarezzarlo delicatamente. Non poteva più aspettare. Doveva dirglielo. Era ora ormai. Dopo aver fatto quel passo, quel bellissimo passo, era giunto il momento di dirglielo.

“Jensen guardami” e il biondo lo fece. Cristo quel verde smeraldo era incantevole.

“Che c'è piccolo? Ti ho fatto male?” chiese preoccupato vedendo lo sguardo serio del compagno.

“No! Tu non potresti mai farmene”. Lo disse in una maniera che al biondo fece tremare di gioia il cuore. Doveva dirglielo. Era giunto il momento.

Lo dissero contemporaneamente, improvvisamente, dolcemente e sussurrato guardandosi negli occhi. Incatenando gli sguardi.

“Sono innamorato di te!”

Per un attimo ci fu silenzio. Poi solo un “Oddio! Anch’io” detto all’unisono, seguito da un abbraccio e da un bacio appassionato.

Jared, felice, sentì ricrescere il desiderio in lui e con dolce prepotenza spinse sotto di sé Jensen.

Con passione salì a cavalcioni sul biondo baciandolo in ogni dove, con potenza, dolcezza, amore e delicatezza finché non conquistò il corpo di Jensen, che si lasciò amare e conquistare completamente dal suo compagno.

I due amanti si fusero insieme e completamente assuefatti al piacere sempre più crescente, raggiunsero la vetta insieme gridando " Ti amo" lasciandoli senza fiato! Letteralmente di nuovo!

Jared  sfiorò le labbra del biondo con l'indice e poi si sistemò acconto a lui, appoggiando la testa sul petto del compagno, che sorrise iniziando giocare con una ciocca di capelli ribelle.

Così lentamente si calmarono e, raggiunta la pace dei sensi, si addormentarono tenendosi abbracciati.

Il mattino seguente i due erano ancora stretti uno tra le braccia del'altro quando si svegliarono, dandosi un dolce bacio a fior di labbra.

“Buongiorno piccolo” sussurrò Jensen attirando meglio a sé il compagno che ricambiò felice il bacio, ma poi a malincuore si allontanò lasciando il maggiore basito.

“Amore dovrai fare una cosa per me…è da un po’ che ci penso…e devi farla. Punto!” disse deciso e il biondo lo guardò a occhi aperti.

“Ok. Anche se mi spaventa il tuo sguardo la farò!” rispose. Tanto era inutile tentare di controbattere. Jared era testardo.

“Bene…Suonerai per il centro ricreativo!” lo disse così. Deciso. Sicuro. Lo bomba l’aveva sganciata!.

Il biondo impallidì e s’ irrigidì alzandosi dal letto di scatto. “Cosa?! No cazzo no!” e uscì dalla camera da letto rivestendosi.

Jared aveva tenuto conto di quella reazione, ma faceva male lo stesso. Si rivestì e lo trovò fuori, in giardino, intento a guardare il cielo.

Il moro lo abbracciò da dietro dandogli un bacio tra i capelli sussurrandogli dolcemente “Sei ancora arrabbiato con me?”.

Jensen si girò nel suo abbraccio e lo guardò. Come poteva stare arrabbiato con lui? Con la persona che lo aveva salvato?.

“Non lo sono mai stato piccolo…scusa mi sono fatto prendere dal panico…ma suonare dopo tutti questi anni? Non so se ne sono in grado….se poi mi gridano che faccio schifo anche a loro?” Lo disse con un tono talmente triste che Jared gli prese il viso tra le mani e lo baciò, per infondergli sicurezza.

“Jensen…ho ascoltato di nascosto le tue canzoni incise qualche giorno fa mentre eri al lavoro al bar di Misha…e ho pianto…hai scritto delle poesie!” rispose il moro.

“Tu hai fatto cosa?! Mi sa che devo tagliarti le mani curiosone!” disse ridendo Jensen e la risposta di Jared lo spiazzò facendo deglutire “E poi come potrei toccarti come piace a te?” ricordando la notte precedente.

“Colpiamo basso Padalecki!” e il moro sorrise malizioso mentre rientravano in casa per colazione.

*******

Quel pomeriggio Jensen riprese in mano la chitarra, la ripulì dalla polvere e l’accordò.

Si sorprese di riuscire ancora ad accordarla ad orecchio e fu una bellissima sezione quella che provò.

Ci mise mezz'oretta a compiere l’operazione, ma alla fine ci riuscì.

Jared lo sentiva suonare qualche nota e a intonare qualche strofa delle sue vecchie canzoni e sentì gli occhi diventragli lucidi. Era bravissimo. Aveva un dono. La sua musica arrivava al cuore e all’anima.

Come avevano potuto i produttori musicali sbattergli la porta in faccia e i genitori trattarlo in quel modo?. Ogni volta che ci pensava una rabbia cieca lo invadeva, ma cercava di mandarla giù per Jensen.

Jensen si meritava la felicità e la serenità e lui avrebbe fatto di tutto per infondergliele. Avrebbe fatto di tutto per il suo amore.

*******

Una settimana dopo Jensen stava per salire sul palco, ma si fermò. La chitarra stretta convulsamente in mano, il respiro affannoso.

Era agitato, sudava, aveva il cuore che batteva all’impazzata. Stava per avere un attacco di panico.

Prontamente Jared gli andò vicino e lo baciò stringendolo a sé. Staccandosi, incatenò i suoi occhi in quelli di Jensen, dicendo “Immagina di cantare solo per me” poi aggiunse con una faccia da schiaffi “o immaginali in mutande! Vedi te quale scegliere!”.

Jensen scoppiò a ridere tirando indietro la testa e quella risata liberatoria lo fece calmare di colpo.

“Scelgo la prima piccolo. Ti amo follemente sempre di più!” disse poi e Jared emozionato lo baciò di nuovo, accarezzando i lineamenti ora rilassati del suo compagno che si beò di quel tocco.

“Lo so amore. Vale anche per me...Vai ora tigre!” e Jensen annuendo salì sul palco.

Iniziò a suonare e da quel momento non smise più! La passione per la musica era ritornata più viva che mai, grazie al suo Jared.

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Capitolo 4
*** Una romantica serata ***


Da quel giorno passarono alcuni mesi e Jensen, come da consuetudine, suonava le sue canzoni di fronte a un pubblico sempre più entusiasta.

Oramai si era fatto una certa reputazione e non suonava solo per il centro ricreativo, ma anche per alcuni bar tra cui quello dove lavorava, come in questo momento.

Finito il concerto ringraziò il pubblico con un inchino, scese dal palco e raggiunse al bancone il suo amico Misha e il suo amorevole compagno che lo baciò d’istinto.

“Sei crudele! Se mi baci così io non resisto fino a stasera!” piagnucolò, ma Jared gli mise una mano sulla bocca per zittirlo, imbarazzato guardandosi attorno. Quanto amava la sua timidezza!

Il bruno dagli occhi blu si mise a ridere guardandoli. Erano adorabili.

Così tra una chiacchierata e l’altra e l’altra si fece il tramonto e Jensen mise in atto un suo piano studiato minuziosamente per festeggiare il loro primo anno da compagni.

Voleva fare una sorpresa al suo Jared. Una sorpresa da lasciarlo senza parole. Da sconvolgerlo fin dentro l’anima.

E così agì.

Disse che andava a casa a riposarsi perché gli era venuto un gran mal di testa improvviso e che gli dispiaceva non poter dare una mano visto che c'era il pienone.

Misha fu felice di proporre la cosa a Jared, anche se il moro brontolò non poco.

Voleva andare a casa con Jensen, ma il biondo gli disse di non preoccuparsi e di non fare arrabbiare Misha. “Farò il bravo!” disse alla fine, anche se poco convinto.

Il biondo salutò i presenti e Misha facendogli l’occhiolino, poi baciò il compagno con un dolce bacio a fior di labbra. Quando si staccò sussurrò piano “Tranquillo piccolo” e Jared annuì sorridendo.

Subito corse a casa e preparò tutto quello che serviva per creare l’atmosfera adatta a un evento speciale come quello.

Lui voleva passare la sua intera vita insieme con quel ragazzo che gliela aveva cambiata in meglio.

Poco importava se per la gente era presto. Lui rispondeva sempre a tono a chi gli faceva notare questa cosa. “Stiamo insieme da un anno è vero, ma lo conosco da due….ma non importa il tempo con cui passi con una persona. Se il tuo cuore grida che è quella giusta…è quella giusta anche dopo una settimana” e le persone si zittivano all’istante.

Comunque preparò una cenetta coi fiocchi a base di carne, mise in frigo la torta gelato, accese le candele e aspettò che ritornasse il suo amore a casa.

Erano circa dieci minuti che aspettava quando sentì suonare.

Il ragazzo andò entusiasta ad aprire credendo che fosse Jared. Era nota la sua sbadataggine e credeva che anche questa volta si fosse scordato le chiavi.

“Piccolo da oggi in poi ti chiamo mr scorda tutto!” disse aprendo la porta sorridendo.

Sorriso che svanì un secondo dopo.

“Voi! Che cazzo ci fate qui!” gridò sorpreso e poi arrabbiato verso quei fetenti che lo avevano rovinato.

“Jensen! Accogli così i tuoi compagni di avventura?! Ci sei mancato, nonostante i due anni di gattabuia per colpa tua. Ma siamo stati bravi e ci hanno rilasciato per buona condotta! ” disse il capo gruppo, con un ghigno beffardo.

"Cosa?! Ma come è possibile?! Comunque via di qui!" Lo disse esasperato. Poi vide con terrore che gli offrivano una siringa.

"No! Non m’interessa più quello schifo! Andatevene o chiamo la polizia!" Ringhiò.

"Va bene Jensen. Va bene. Ma dalla droga non si esce. Ci si illude solo di uscirne e prima o poi ci ricascherai. Il tuo bel damerino non riuscirà a tenerti lontano da quel richiamo quando sarai preso dallo sconforto o dal dolore, quello vero! Quello che ti annienta! Tu l’hai provato, sai di cosa parlo! Puoi essere forte, ora, ma sei e resterai un tossico ragazzo. Perciò....Per te un regalo da un amico!" e posò la siringa a terra.

“Vi sbagliate stronzi!” e prese il cellulare per chiamare il 911, ma quei figli di puttana corsero via ridendo lasciando Jensen nel panico.

Se Jared avesse visto quello schifo...

"Oddio! Che figli di puttana cazzo!" mettendo via il cellulare e guardando a terra. Si accucciò e prese la siringa con orrore e disgusto.

Corse in bagno e mentre svuotava il contenuto nel water il minore rientrò a casa.

Il biondo era nel panico più totale e la nascose. L’avrebbe buttata in seguito, durante la notte quando il suo compagno dormiva. Decise che quella era la soluzione ideale perchè non voleva che niente e nessuno rovinasse la sua magnifica serata.

"Scusami per il ritardo!. Misha non mi lasciava più andare! A un certo punto l’ho mollato lì! Non ce la facevo più! Comunque hai ancora mal di testa? Dove sei?! " gridò dal corridoio e Jensen rispose che era in bagno e che il mal di testa era passato.

Qualche minuto dopo lo raggiunse e lo baciò con foga, passione e amore.

Saggiò le labbra del suo compagno richiedendone l'accesso, che il moro fu ben lieto di dare.

Le lingue s’inseguirono in una danza perfetta, si scontrarono provocando stilettate di piacere intenso che raggiunse il cuore inondandolo di pace.

"Sai piccolo ti ho mentito. Non ho mai avuto mal di testa. Era una scusa e Misha è stato ben lieto di aiutarmi con quello che avevo in mente per il nostro anniversario” disse sorridendo e guardandolo intensamente.

Jared stava per rispondergli male, quando fu zittito da un altro bacio che lo lasciò senza fiato.

“Piccolo ho fatto tutto questo perché tu sei la persona più importante della mia vita!" disse il biondo una volta staccatosi da quella meravigliosa bocca.

"Tu mi hai guarito e salvato! Mi hai sorpreso ogni giorno. Lascia che per una sera possa lasciarti io senza parole!" continuò dolcemente accarezzando il viso visibilmente emozionato del moro. “Vieni con me!”

"Oddio" disse Jared emozionatissimo quando fu accompagnato in cucina e vide la tavola imbandita con tanto di lume di candela.

Lo fece sedere e iniziò a servire la cena che aveva preparato con tanto amore.

Jared era senza parole. Era talmente emozionato che gli si era chiuso lo stomaco e faceva fatica a mandare giù i bocconi.

"Cos'hai? Non ti piace?" Chiese titubante Jensen.

"E' tutto buonissimo! E’ che sono talmente sorpreso che..." ma non riuscì a finire la frase che scoppiò a piangere arrossendo vistosamente, poi asciugandosi gli occhi aggiunse "Scusami... Vado in bagno e mi dò un contegno!!! Sembro una checca isterica!"

Si mise a ridere a quella battuta e fece ridere di cuore anche Jensen, che preso com'era dalla serata aveva completamente rimosso che nascosta in bagno c’era la siringa.

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Capitolo 5
*** Sorpresa ***


Il moro si sporse verso il compagno accanto a sè e lo baciò dolcemente. Gli sussurrò “ti amo” con un tono di voce talmente basso che Jensen rabbrividì, poi si alzò e andò in bagno.

L’acqua fresca lo calmò subito. Sorrise, felice e innamorato di quel spendido ragazzo che lo aspettava in cucina. "Dio quanto lo amo!" disse tra sé e sé.

Si girò appena, prese l'asciugamano e mentre si stava asciugando il viso, senza farlo apposta, urtò con con il gomito il porta asciugamano che cadde a terra. Destino beffardo!

S'inginocchiò per tirarlo su e vide di sottecchi, nascosta dietro il mobiletto del bagno lì accanto, una siringa.

Quel tipo di siringa. Vuota.

La raccolse e quello che provo fu un misto di rabbia, delusione e dolore.

Uscì dal bagno come una furia facendo poi le scale di corsa.

Jensen lo stava aspettando tranquillo quando Jared piombò in cucina, gli occhi lucidi di rabbia e odio.

In mano teneva la siringa.

Jensen si alzò cercando di spiegarsi, ma lo schiaffo che ricevette fu peggio che essere colpito da un pugno.

"Come hai potuto fare questo?! Perché?!" Gridò solo, ma non voleva sapere.

"Non è come pensi! Posso spiegare!... Ti prego...Non andartene…Non lasciarmi!" lo supplicò Jensen vedendo Jared prendere le chiavi dell’auto, dopo aver buttato con rabbia la siringa nel cestino.

"La siringa è vuota! Non c'è altra spiegazione" Ringhiò. "Mi hai lasciato senza parole. Davvero" continuò ora con le lacrime

"Piccolo per favore... non mi sono drogato!" E alzò le maniche della camicia per far vedere che non c'erano segni.

"Allora perché c'era quello schifo?!" Continuò il moro, indicando il cestino.

Jensen raccontò tutto e man mano che il racconto procedeva al moro montava una rabbia incontrollabile.

"Li hanno rilasciati? Bè se la giustizia non fa il suo dovere lo farò io. Li uccido stavolta‼!" e fece per uscire, ma Jensen lo fermò.

"Li denuncerò un’altra volta, ma calmati per favore‼ Cazzo Jared volevo solo farti passare una serata romantica! Speciale. E per colpa di quei figli di puttana ho rovinato tutto! Ho rovinato il nostro anniversario! Sono un idiota!” disse mortificato.

Jared si voltò sentendo quelle parole e quando lo guardò in viso gli si spezzò il cuore.

“Oh Dio che ho fatto! Perdonami amore! Mi sono fatto prendere dalla rabbia e non ho lasciato che mi spiegassi! Ci tengo troppo a te e mi sono immaginato che tu avessi…! Scusami anche per lo schiaffo! Io sono l’idiota qui! No te, amore mio‼” e così dicendo iniziò a baciarlo e a spingerlo sul divano dove Jensen si sedette senza problemi ricambiando quei baci pregni d'amore e perdono!

Jared gli si sedette a calcioni e iniziò a baciarlo sul collo, per poi salire sulla mascella fino alle labbra.

Jensen fece forza a tutto il suo auto controllo, si staccò un attimo da quelle labbra gustose e lo osservò sorridendo, appoggiando la fronte su quella di Jared.

"Non hai niente da farti perdonare piccolo. Lo so che ci tieni a me! Ti amo immensamente. Tranquillo! Domani andremo a denunciarli di nuovo. Ok?" e  il minore annuì.

Il maggiore aggiunse, quando lo vide più sereno, con voce bassa e roca " Ora possiamo riprendere da dove ti ho interrotto...Sia io che Jensen junior abbiamo apprezzato molto i tuoi baci" disse malizioso e Jared sorrise, gli occhi lussuriosi pieni di desiderio incatenati in quelli del biondo.

Le mani di entrambi iniziarono a sbottonare le camice e, ricominciando a baciarsi, se le tolsero buttandole lontano.

“Ti voglio" sussurrò roco e malizioso Jared e Jensen fremette di eccitazione.

Delicatamente il biondo lo fece scendere e poi coricare sul divano, dove iniziò a baciare il petto sempre più ansante di quel meraviglioso angelo.

Si spogliarono e quando il desiderio era talmente intesso da non poter essere soddisfatto solo con carezze e baci, il maggiore preparò con estrema delicatezza il minore e quando fu pronto lo fece suo con dolcezza e passione.

"Ti amo" sussurrò Jensen mentre Jared gli baciava quel lembo di pelle tra spalla e collo che sapeva farlo impazzare.

"Ti amo" ripeté Jared mentre sentiva che oramai mancava poco a raggiungere il Paradiso e da come si muoveva Jensen anche per lui era stesso.

"Ti amo e ti amerò per sempre" e con questa promessa i due amanti raggiunsero il piacere estremo.

Jensen dopo interminabili minuti, in cui respiro e cuore erano impazziti, si calmò e a malincuore usci da quel meraviglioso corpo che già protestava non percependo più quella dolce presenza.

"Piccolo la sorpresa non è finita" disse rivestendosi e poi passando i vestiti a Jared che con occhi innamorati guardò Jensen.

"Oddio!" Poi si rivestì anche lui e seguì Jensen che lo prese per mano accompagnandolo in camera da letto.

"Siedi lì." Disse il biondo e a Jared batteva tantissimo il cuore. Non riusciva a capire cosa stesse per succedere, perché il suo amore era uscito subito lasciandolo lì con i suoi pensieri.

Qualche secondo dopo il biondo rientrò nella stanza iniziando a suonare una canzone che Jared non gli aveva mai sentito.

Mentre il biondo pizzicava ancora le corde con maestria disse "Questa canzone te l'ho scritta d'impeto, l'ho provata quando tu non c'eri. Volevo che fosse solo nostra. Per te amore mio. Mio angelo" e dopo quello parole Jensen iniziò a cantare.


Potrei bruciare questa canzone, mandarla in fumo
 Potrei lanciarla nel fiume e guardarla andare a fondo lentamente
 Legare le pagine ad un aereo e spedirlo sulla luna
 Cantarla per il mondo, ma non significherebbe molto
 Finché non la canto a te




Jared era incantato. Era senza parole. Quella canzone era stupenda. Dolce e struggente. La voce di Jansen la rendeva unica.

Quando il biondo cantò l'ultima strofa Jared gli si buttò letteralmente addosso.

Lo strinse. Lo baciò. Gli sussurrò mille ti amo.

"Dio amore è magnifica. Grazie di esistere!!!" disse il ragazzo dolcemente guardandolo negli occhi e Jensen si perse in quel verde chiaro dalle mille sfumature.

Lui era la cosa più preziosa del mondo. Lo era. Lo era davvero.

Si schiarì la voce e prese un profondo respiro.

Si allontanò quel tanto per riuscire a prendere una piccola scatolina nascosta da qualche settimana nel comò dietro di lui e,  aprendola davanti a un Jared sbalordito, chiese "Piccolo vuoi sposarmi?!"

Al suo interno una fedina d'oro bianco in cui c'era inciso “Al mio angelo. Ti amo”.

Il minore non rispose. Era sopraffatto della emozioni. Piangeva solo.

"Non vuoi?!" chiese preoccupato.

Destatosi il moro lo baciò con passione, impeto, amore.

"Si" Disse piano. Poi realizzò! Abbracciò di slancio il suo futuro marito e urlò "Si amore lo voglio. Lo voglio!".

Jensen lo allontanò solo di un po prendendogli il viso tra le mani. Sul suo viso un sorriso radioso. Come attratti da una calamita le loro labbra si posarano in un bacio che mai avrebbero dimentico.

Mai! Come del resto quella magnifica serata.

La vita per Jensen era stata dura e crudele. Gli aveva portato via tutto, lo aveva umiliato e fatto cadere, ma ora gli aveva donato il suo Jared. Il suo angelo.




Note autrice
Ringrazio Cin per la stupenda canzone che mi ha suggerito. Magnifica Song on Fire dei Nickelback *_*
Grazie per i tuoi consigli e suggerimenti sempre azzecati. Sei fantastica. Grazie anche a Balto97. Sei gentilissima. ^^
Grazie a chiunque ha avuto la pazienza di leggerla. Ciao a tutti.  
 
 
 
 

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