Interrogatorio di sangue

di Violetta_Keehl_2002
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il finto fotografo ***
Capitolo 2: *** Tortura ***
Capitolo 3: *** Libertà ***
Capitolo 4: *** Trauma ***



Capitolo 1
*** Il finto fotografo ***


Mi trovavo sdraiato sul divano a fissare il soffitto e a pensare a Bonnie, la migliore amica mia e di mia sorella Jeannette, chiamata anche Jean. Bonnie è stata costretta a trasferirsi in un'altra città perché, essendo stata testimone di un omicidio, ha paura di essere presa di mira dall'assassino che ha visto. Per la paura non ha detto a nessuno dove si fosse trasferita, tranne che alla sua famiglia, a me e a mia sorella gemella perché sa di poter fidarsi di noi:Siamo amici da tutta la vita, infatti, era come se Bonnie fosse per noi una terza gemella.
Dicevo:Ero sul divano a fissare il soffitto quando a un certo punto il mio cellulare squillò, così risposi:
"Pronto?" Chiesi
"Ciao Lloyd! Come stai?" Era mia sorella Jeannette
"Sto molto bene sorellona, e tu?"
"Anch'io sto bene. Ti va se ceniamo insieme, solo noi due?"
"Certo! A che ora ci vediamo, Jean?"
"Facciamo alle 7?"
"D'accordo! A presto!"
"Ciao!" E riattaccò.
All'ora stabilita, mi pulí gli occhiali e uscí, col cellulare nella tasca dei miei jeans.
Incontrai Jean alla pizzeria "Il cristallo" e insieme decidemmo di mangiarci una pizza.
"Ho provato a invitare anche Bonnie, ma ha ancora troppa paura, così ha preferito non venire" Mi disse lei, mentre tagliava la pizza per farne una nuova fetta
"Che peccato. Vabbè, sarà una serata tra gemelli, Jean" Le risposi con la bocca piena di pizza e salame.
Dopo aver mangiato il dessert e aver pagato il conto, io e mia sorella decidemmo di fare una passeggiata per la città.
Ma, a un certo punto, ci perdemmo in una zona che non avevamo mai visto prima di allora. Provammo a rifare la stessa strada ma ci perdemmo ancora di più.
"Lloyd, mi sa che abbiamo sbagliato strada" Mi disse mia sorella, alla quale risposi:"Jean, hai qualche idea?"
Lei rispose di no e a quel punto ci mettemmo a discutere. Alla fine decidemmo di fare l'autostop. Era molto pericoloso, soprattutto di notte, ma non avevamo altra scelta:Eravamo venuti a piedi e avevamo entrambi finito i soldi.
Ce ne sarebbero rimasti se non avessimo preso una coppa di gelato gigante da dividere in due come dolce.
L'abbiamo fatto e ora siamo completamente al verde. 
Ma almeno il gelato era delizioso.
Sembrava che io e Jean fossimo diventati gli unici abitanti della Terra, quando venne una macchina guidata da un ragazzo con i capelli lunghi e neri, il quale ci fece salire in macchina, sui sedili posteriori.
"Dove volete andare?" Chiese lui
"A Garden street, per favore" Risposi educatamente. Ormai avevamo deciso di tornare a casa e, visto che io e Jean abitiamo nella stessa strada, ho detto proprio quell'indirizzo.
"D'accordo. Ma prima fatemi passare un attimo a casa mia, ok?"
"Ok" Risposi nuovamente io.
Mentre ci avviammo noi 3 ci presentammo:Max, questo il nome del ragazzo, ha 26 anni, lavora come fotografo e vive in campagna.
"Non è pericoloso, per te, andare in giro da solo in campagna di notte?" Chiese Jean
"Stai tranquilla Jean, so cavarmela benissimo da solo" Rispose Max "Ma... Che ne dite di diventare i miei prossimi modelli per le mie nuove foto?"
"Certo!" Risposi "Ma che tipo di foto scatti?"
"Lavoro in una rivista di moda e stavo cercando dei ragazzi per le foto. Ma visto che li ho trovati, cominceremo appena arrivati! Sei contento, Lloyd?"
"Si! E tu, Jean?"
"Anch'io lo sono!"
È così continuammo fino ad arrivare alla casa di Max. Appena arrivati vidimo che la sua casa sembrava una vecchia catapecchia dall'esterno, ma non dall'interno, che invece era comoda e accogliente.
Seguimmo Max fino alla cantina e, appena arrivati, accese la luce, chiuse la porta a chiave e ci buttò giù dalle scale. Per fortuna io e Jean stavamo molto bene, ma Max ci incatenó a delle catene al muro e, una volta fatto, ci rubó i cellulari.
"Ma che scherzo è questo?" Urlai arrabbiato "Perché lo hai fatto?"
"Voi siete Jeannette e Lloyd Showers, non è vero?"
A quel punto io e mia sorella rabbrividimmo dalla paura:Come faceva quel "fotografo" a sapere il nostro cognome?
"Lo immaginavo" continuò "Sono anche certo che conoscete una ragazza di nome Bonnie Sunshine, vero?"
Era proprio la Bonnie che conosciamo io e Jean!
"Come cazzo fai a sapere tutte queste cose?" Chiesi arrabbiato
"Vi ho spiati una volta evaso dal carcere, per cui ho deciso di uccidere Bonnie per aver fatto la spia. Ora, volete dirmi dove si trova?"
"No!" Rispose Jean
"Oh beh" Disse Max "Allora dovrò usare la forza"
Fu così che io e mia sorella, oltre a essere diventati ostaggi di quel pazzo e venire interrogati di continuo, iniziammo a ricevere abusi dal nostro aguzzino.
Nonostante ciò, io e Jean non gli abbiamo mai detto una parola su Bonnie:Lei è davvero importante per noi. 
Spazio autrice:Ehilà, che ne dite come inizio? Vi piace? Ho paura che la storia diventi un po' cruda, ma nonostante ciò la voglio continuare lo stesso! A presto!

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Capitolo 2
*** Tortura ***


Ormai eravamo come uccelli in gabbia. Non avevamo più la libertà e non potevamo muoverci più di tanto. 
Mi trovavo da una parte della stanza, mentre Jean era dall'altra parte. Al massimo vederci l'un l'altra, ma non più di questo.
La stanza era talmente fredda che mi presi addirittura un raffreddore. 
Max non ci aveva mai portato da mangiare, solo da bere, ovvero una bottiglia da mezzo litro d'acqua che  lui cambiava ogni giorno. 
Mi ricordo che, una volta, mentre cenava, io e Jean sentimmo l'odore proveniente dalla cucina:Erano tortellini panna e prosciutto, il mio piatto preferito in assoluto. Siccome io e mia sorella non mangiavamo da giorni, sono impazzito e mi sono messo a urlare e piangere per la rabbia e lo stomaco vuoto e brontolante. Appena arrivato, Max mi disse:"Potrei dartene qualcuno. Ma prima dimmi dov'è Bonnie, e allora tu e tua sorella potrete mangiare dopo 4 giorni. Cosa ne pensi, Lloyd?"
Avevamo fame, ma Bonnie, essendo la nostra migliore amica, non potevamo tradirla, così gli risposi con un semplice "Vai al diavolo, Max!"
Come risposta ricevetti un calcio allo stomaco e venni addirittura costretto a mangiare una fetta di formaggio piena di muffa e vermi. 
"Se proprio devi urlare per la fame, allora mangia questo!" Mi disse Max in quel momento. 
Ricordo anche che vomitai, sporcandomi i vestiti. Me lo ricordo ancora.
Ma torniamo alle nostre condizioni:Max continuava a farci domande su Bonnie, dove fosse lei e tutto il resto. Se non rispendevamo, ci ribellavamo o altro, lui ci picchiava molto violentemente. 
Una volta mi aveva rotto tre dita e Jean, invece, è stata picchiata a sangue, tanto da essere piena di lividi, tagli e sangue. C'erano addirittura alcuni morsi.
Quando Max capí che la tortura fisica non funzionava, decise di usare quella psicologica, che vi assicuro che è molto peggio, sopratutto per delle cose a noi accadute, che vi racconterò proprio ora:Siccome Max era stufo del fatto che io e Jean non parlassimo, decise di punirci in due modi davvero disumani:Jean venne slegata e poi stuprata davanti ai miei occhi, mentre Max la riempiva di insulti e minacce. Una volta finito, lei venne portata in una stanza sotto la cantina, di cui non avevo nemmeno visto la porta prima di allora, vuota, buia e senza mobili, senza mangiare, bere o andare in bagno.
Io invece venni preso e legato a una sedia e privato di tutti i sensi:Dopo che Max mi tolse gli occhiali, venni bendato, per cui non potevo vedere niente, se non il buio. Ero anche imbavagliato, per cui non potevo parlare, se non nella mia mente. Ero legato, per cui non potevo muovermi. Indossavo delle cuffie che mi impedivano di sentire qualunque cosa. 
Ricevevo il cibo e l'acqua attraverso una flebo attaccata a una vena del mio braccio sinistro.
Io e Jean, col passare del tempo, impazzivamo sempre di più:A quanto mi ha raccontato mia sorella, lei non faceva altro che piangere e urlare, implorando di essere uccisa perché non ne poteva più di soffrire la fame e la sete.
Io, invece, parlavo continuamente nella mia testa, e mi dicevo sempre cose strane, come ad esempio:
"Se morirò, a qualcuno importerebbe o no?"
"Perché ci lascia vivi invece di ucciderci?"
Mi sentivo una specie di fantasma ma, nonostante ciò, io e Jean non abbiamo mai parlato. 
Povera Jean, prima lo stupro e poi l'enorme digiuno che l'ha portata alla pazzia. 
Cosa potevamo fare, se non aspettare la nostra morte?
Spazio autrice:Ehilà, come va ragazzi? Vi piace la storia? Spero di si! Comunque sia, ho una cosetta da dirvi:Ho deciso che i prossimi capitoli verranno raccontati da Jeannette perché voglio far sapere meglio i suoi sentimenti, visto che, psicologicamente, è ridotta peggio di Lloyd. Oltre a ciò, vi saluto e vi auguro una buona giornata :) A presto!

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Capitolo 3
*** Libertà ***


Non mangiavo, non bevevo, non vedevo la luce, non andavo in bagno (Infatti me la facevo letteralmente sotto) e non vedevo nessuno da non so quanto tempo, ormai avevo perso la cognizione del tempo.
Sapevo solo di sentirmi davvero molto debole, soprattutto quando mi venne il ciclo:Ero messa davvero molto male e non avevo assorbenti, per cui mi sporcai e fui costretta a usare la gonna del mio vestito bianco come assorbente.
I giorni passavano e io mi sentivo sempre più debole, finendo addirittura a non reggermi più in piedi, tanto che, per muovermi, mi trascinavo con le braccia.
Ero ancora sconvolta per via di quando Max mi stupró e spesso non facevo che piangere. Me lo aveva infilato e fatto altre cose che preferisco non raccontare.
Pensavo a mio fratello Lloyd e Bonnie, che probabilmente non rivedrò mai piú, alla mia famiglia, alla libertà ormai perduta e agli abusi ricevuti.
Volevo uccidermi, non ne potevo più di quell'agonia. Mi trovavo in bilico la vita e la morte e ogni giorno appassivo come una pianta per via dalla fame e dalla sete.
Potevo muovermi liberamente, nella stanza, ma non vedevo niente, essendo completamente al buio.
Mi sentivo vuota, inutile e vicina alla morte. 
Non sapevo quando, e se, mi avrebbero salvata, insieme a mio fratello.
Il mio stomaco brontolava e la gola si seccava sempre di più.
"Allora?" Pensavo tra me e me "È questa la mia fine? Devo morire così, indebolendomi sempre di più? Non avrei dovuto accettare un passaggio da quel mostro, è solamente colpa mia se io e Lloyd siamo ridotti così, solo colpa mia!"
L'unica cosa che potevo fare era aspettare che la morte venisse a prendermi, magari con mio fratello.
Iniziai anche ad avere le allucinazioni:A volte vedevo una torta gigante, oppure una bottiglia da 2 litri di coca cola, anche se in realtà non era niente.
Un giorno tutto questo finí:Infatti sentí dei passi provenire verso la stanza e pensavo fosse Max, oppure la morte. Invece erano due uomini, sui trent'anni, vestiti di blu. Erano entrambi dei poliziotti, venuti per salvare me e Lloyd.
"Ecco dov'era l'altra gemella" Disse uno dei due "Allora il ragazzo quattrocchi aveva ragione"
Sapevo chi era il quattrocchi:Mio fratello Lloyd.
"È davvero uno scheletro" Disse l'altro, mentre aiutava il suo collega a portarmi fuori dall'inferno "Poverina, chissà quanto avrà sofferto, chiusa in quella stanza buia e mangusta"
"Si dice angusta, Roy"
"Come preferisci, Miles"
Appena i due poliziotti fecero uscire me e Lloyd, ci portarono immediatamente in un ospedale vicino, dove prima ci fecero mangiare e poi curare. Avevamo mangiato un sacco di roba, ovvero cinque crocchette di pollo, un piatto intero di tortellini panna e prosciutto, due fette di torta al lampone e una mela intera. Anche mio fratello mangiò come un bue, infatti, proprio come me, aveva una fame enorme.
Il dottore visitò me e Lloyd per vedere se avevamo qualcosa e per curarci. Fortunatamente Max non mi aveva attaccato niente durante lo stupro.
Ero psicologicamente distrutta, molto distrutta, e mi portavo sempre con me una coperta azzurra che mi avvolgevo intorno al corpo:Mi faceva sentire calda e protetta.
C'era anche Bonnie con noi, infatti era stata lei ad avvertire la polizia. Aveva capito dove eravamo perché, non riuscendo a rintracciarci, ha usato un'applicazione che permette di rintracciare gli iPhone, incluso il proprio. Quando ha visto dove eravamo, ha chiamato la polizia, la quale è venuta a salvarci e a portarci in ospedale.
Qualche giorno dopo, io e Lloyd potemmo tornare a casa ma, siccome ero psicologicamente distrutta, io e mio fratello decidemmo di stare per un po' a casa di Bonnie, per aiutarmi a superare il trauma. Lá trovai Courtney, la cugina di Bonnie, e conobbi Mitch, il ragazzo di Courtney, e sua sorella Rosemary, venuti ad aiutare Bonnie e Lloyd a prendersi cura di me.
Spazio autrice:Buon pomeriggio, come va? Spero bene! Allora ho finito qui il capitolo perché, visto che dopo c'è la descrizione su come si senta Jean, avevo intenzione di lasciarla a parte per creare un po' di curiositá (Non so se capite che cosa intendo).
Apparte questo, ora devo andare. Al prossimo capitolo, gente!

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Capitolo 4
*** Trauma ***


Io e Lloyd passammo 3 mesi da Bonnie e tutti gli altri.
Durante quel periodo non facevo che piangere e mangiare, diventando addirittura bulimica:Avevo sempre paura di morire di fame, anche se ormai ero libera e non più nelle mani di Max.
Non avevo più fiducia in me stessa, infatti mi dicevo sempre delle cose del tipo:
"Sono inutile"
"Valgo meno di niente"
"Voglio morire"
"Faccio schifo"
"Nessuno mi vuole bene"
Avevo in continuazione dei flashback della mia prigionia, soprattutto dello stupro e della stanza in cui venni rinchiusa e lasciata quasi morire di fame e di sete. Mi venivano in continuazione, tanto che diventai pazza, non riuscendo più a distiguere i flashback dal presente.
Come avrò già detto, portavo sempre con me una coperta azzurra, avvolta intorno al corpo, perché mi faceva sentire protetta.
Parlavo molto poco, o non lo facevo proprio.
Una delle cose più belle che ricordo nei tre mesi, furono i biscotti che preparavano Courtney e Rosemary:Erano veramente deliziosi, i migliori che io abbia mai mangiato.
Lloyd, Mitch, Rosemary, Bonnie e Courtney stavano sempre con me, soprattutto perché non volevo mai stare da sola; Avevo troppa paura.
Anche Lloyd era sconvolto, ma non abbastanza da essere ridotto come me. 
Una notte feci un incubo davvero orribile:Mi trovavo nella stessa stanza in cui ho passato 9 giorni(a quanto ho scoperto in seguito)senza mangiare e bere. 
Solo che, però, avevo una catena al collo che non mi faceva andare da nessuna parte. 
Faceva freddo, lo sentivo anche dormendo, ed era tutto buio. A un certo punto sono comparsi 3 lupi affamati, che sembravano non mangiare da giorni, e hanno iniziato a divorarmi, tra le mie urla di dolore e le mie lacrime di paura. Proprio nel momento in cui stavo per morire, i lupi si sono "fusi" e si trasformarono in Max, il quale mi si avvicinò e disse:"Vedo che non sei ancora morta, Jeannette. Perché mai una puttanella come te dovrebbe ancora vivere?"
Alla fine Max ha preso un coltello e, proprio nel momento in cui stavo per morire pugnalata, mi svegliai urlando di terrore, svegliando tutti.
"Cosa succede?" Chiese Bonnie preoccupata
"Perché stai urlando?" Chiese Mitch
"È... È lì" Risposi, tra la paura e le lacrime "Ho-ho pa-paura"
Ci misero un secondo a capire che avevo sognato Max.
"Lui ormai è in prigione" Mi rassicurò Courtney "Quindi non potrà più farti del male"
"E poi ci siamo noi, sorellona" Mi disse Lloyd "Quindi non ti preoccupare"
"D-da-davvero?" Chiesi
"Certo che si, Jean!" Mi rispose Rosemary, accarezzandomi i miei lunghi capelli castani. Erano molto spettinati perché non riuscivo a fare più niente, nemmeno cose semplici come pettinarmi o dormire senza incubi.
Iniziai a riprendermi dopo un mese, soprattutto quando andammo a una fiera del fumetto, in cui presi un bel po' di cose, come ad esempio un portachiavi con Ed e Al di Fullmetal alchemist o un peluche di Chopper di One piece. 
Piano piano, grazie al sostegno di tutti e con un po' di pazienza, iniziai a riprendermi, cominciando a dormire sonni tranquilli, senza incubi, e a separarmi sempre di più dalla mia coperta.
Dopo tre mesi, finalmente mi ripresi e potei tornare alla normalità e alla mia vecchia vita di sempre, soprattutto quando lessi che Max è morto sulla sedia elettrica.
Spazio autrice:Buonsalve a tutti ragazzi, io sono Violetta e benvenuti in questo mio nuovo (E ultimo) capitolo.
Che ne pensate di questa storia?
Quando volete passate nel mio account a leggere le mie altre storie e, se volete, anche nel mio vecchio account, Kokona. L'ho abbandonato per via di alcuni problemi ma nonostante ciò è ancora online.
Detto questo ci vediamo nella mia prossima storia, ciao ragazzi!

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