Make me a fighter - Larry Stylinson

di EmLy28
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** - ***
Capitolo 2: *** 1°- Non è tutto oro ciò che luccica ***
Capitolo 3: *** 2°- Non ti facevo tipo da gatti... ***
Capitolo 4: *** 3°- Perchè non provi a conoscerlo? ***
Capitolo 5: *** 4°- I buchi sulle guance sono più belli ***
Capitolo 6: *** 5°- Potresti rimanere al telefono con me? ***
Capitolo 7: *** 6°- Non dire mai più che sono basso! ***
Capitolo 8: *** 7°- Mi fido di te, un pochino ***
Capitolo 9: *** 8°- Pensa anche a te stesso ***
Capitolo 10: *** 9°- Ho pensato a me stesso ***



Capitolo 1
*** - ***



"avere un cuore in due non è facile,

ognuno vuole più della metà per sè

Che se mi faccio male poi lo senti tu,

qualcuno ne ha di più"

 

 

 

"avere un cuore in due non è facile"

credo che questa frase debba essere letta, ascoltata, sentita da tutti.

Ho voluto iniziare questa nuova storia con queste parole, perchè penso che ogni storia d'amore ha una piccola verità in queste.

Non è mai facile condividere il cuore, l'amore,con qualcuno.

Ci saranno persone che, troppo affamate, te lo strapperanno e se lo terranno tutto per sè,

ci saranno persone che se ne terranno un piccolo pezzettino, troppo piccolo per resistere e prima o poi ritornerà al suo posto, oppure può succedere che quel pezzettino sia così forte, che deciderà di rimanere con quella persona e così a te mancherà sempre qualcosa.

Ci saranno persone invece che prenderanno un pezzo del loro cuore e lo doneranno a te, per cercare di colmare quel vuoto, e altre che invece te lo doneranno tutto, rischiando quello che tu stesso hai rischiato in passato.

È un ciclo, nel quale ci si ritrova tutti,

ma c'è un uscita? Una soluzione?

C'è qualcuno disposto a vivere con un cuore solo, senza volerne più della metà? Disposto a condividerlo con l'altro?

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Capitolo 2
*** 1°- Non è tutto oro ciò che luccica ***




-okay! Ora tira in su il mento e guarda verso di me!- esclamò il fotografo, per poi ripuntare la macchina fotografica verso il ragazzo sotto i riflettori e scattare.

Dopo qualche scatto si alzò. -pausa! Harry, vai a farti sistemare i capelli. Joel, sistema le luci- dettati gli ordini, uscì dalla stanza.

Harry sbuffò. Si sedette sulla sedia di fronte allo specchio e lasciò fare alle ragazze, che subito gli spruzzarono della lacca sui capelli.

-vorrei che sta giornata finisse - borbottò. Era da tutto il giorno che stava chiuso li dentro, a mettersi in posa ed a farsi accecare dai flash. Non ne poteva più, voleva solo andarsene a casa e togliersi tutta quella roba dai capelli.

-domani mattina deve consegnare le foto- lo riprese una ragazza.

-e io ho bisogno di lavorare, già. È sempre la solita monotona storia- cantilenò il ragazzo.

Il pomeriggio passò così, tra ordini, foto e ragazze che gli stavano attorno.

Quando uscì dall'edificio, aveva la testa che gli scoppiava. Pioveva. Dovette correre verso la fermata del pullman e aspettare sotto la tettoia per più di mezz'ora, con la testa bassa e le mani dentro le tasche della felpa. Nel passare nel piccolo corridoio, salutò una signora di età avanzata, che ormai si incontravano ogni giorno. Si sedette al solito posto, vicino al finestrino. Durante il tragitto chiuse gli occhi, per provare a riposare un po', ma gli scossoni dei movimenti del pullman non glielo permisero.

Arrivò finalmente a destinazione. Dovette camminare sotto la pioggia per alcuni metri e si ritrovò davanti ad un palazzo alto. Casa sua.

Prese l'ascensore, troppo stanco per farsi quattro piani a piedi e appena aprì la porta, una piccola figura gli si aggrappò alla gamba.

-Aurora! Ciao principessa, com'è andata la giornata?- chiese a quel batuffolo di pelo bianco. La prese tra le braccia e la strinse al petto, accarezzandole la testolina. Era una gattina di qualche mese, l'aveva presa appena trasferito in quell'appartamento, a sua saputa troppo silenzioso e vuoto.

-hai fame?- le chiese e lei miagolò in risposta, così la mise giù e andò verso la cucina, con Aurora che lo seguiva.

Prese una scatoletta dalla mensola vicino al frigo, l'aprì e mise il contenuto nella ciottolina rosa ai suoi piedi.

-ecco fatto. Ora vado a farmi una doccia e poi giochiamo un po'- affermò, per poi andare verso il bagno. Gli dispiaceva tantissimo lasciarla sola ogni giorno, ma quel periodo era pieno di lavoro e non poteva certo permettersi di starsene a casa. Molte volte si chiedeva perchè avesse accettato quell'offerta, perchè avesse deciso di intraprendere la carriera da fotomodello. Certo, aveva un bel corpo e i guadagni non erano niente male, ma dentro di lui sentiva che quella non era la sua strada.

Sentiva come se non stesse vivendo a pieno, a pieni polmoni.

Dopo aver finito la doccia, si mise sul divano a giocare con Aurora, quando gli squillò il cellulare.

-ehi amico! Come butta la vita?-

-Niall, hai ventidue anni, la tua occasione per parlare da tredicenne è passata. Comunque solito giorno noioso, tu?- si buttò all'indietro sul divano e in meno di due secondi, Aurora si era posizionata sulla sua pancia, arrotolandosi e appoggiando la testolina sul suo petto.

-la vita da studente fa schifo, andiamo a buttarci insieme da un grattacielo?- rise a quella battuta ed Harry non potè fare a meno che seguirlo.

-credo proprio che abbiamo bisogno di una vita sociale-

-lo credo anch'io amico- sospirò Niall.

Il ragazzo biondo era il suo migliore amico, ormai da una vita. Abitavano lontani e questo non causava pochi problemi per vedersi.

-riusciamo a vederci domani?- Harry sperava davvero che accettasse, aveva bisogno di vederlo, di parlargli di persona.

-al pomeriggio devo andare in università... ma al mattino se vuoi possiamo vederci e poi potresti aspettarmi a casa fino a quando torno!- esclamò entusiasta Niall.

Harry rise a quella reazione. - va bene, va bene. Ci incontriamo al solito bar, okay?-

-certo! A domani allora, notte-

-buonanotte- ed appoggiò il cellulare sul tavolino di fianco a lui, per poi prendere ad accarezzare Aurora, che non mostrava nessuna intenzione di muoversi dalla sua pancia.

Prese tra la mano la sua unica zampetta nera e sorrise affettuosamente. Lei era l'unica che riusciva a distrarlo dalla routine del giorno, almeno aveva qualcuno che l'aspettava a casa e questo lo consolava.

* **

si sedette sul sedile del treno, senza nemmeno guardare se di fianco a lui c'era gente. Portò i gomiti sulle ginocchia e riprese il respiro, per la corsa appena fatta. Non l'aveva perso per un millesimo di secondo e ringraziò chiunque lo stesse graziando. Mandò un messaggio a Niall, informandolo che tra tre ore sarebbe stato da lui.

Passò il viaggio a guardare sul cellulare le foto che gli aveva mandato il suo manager, del set di qualche giorno prima. Le guardò attentamente, cercando ogni possibile difetto che le persone potessero trovare, poi si rese conto di quello che stava pensando, così chiuse di scatto le foto e mise via il cellulare.

Quando il treno si fermò a destinazione, scese e si avviò al bar dove si erano dati appuntamento. Distava cinque minuti a piedi, ma quando arrivò era infreddolito a causa dell'aria fredda che tirava. Aprì la porta e un campanello avvisò la sua presenza.

-ciao!- esclamò una ragazza da dietro il bancone.

-ciao Ambra - la salutò di riamando Harry. Ormai quel locale era il loro punto di riferimento, quindi sia lui che Niall conoscevano chi lavora li.

-aspetti Niall?- gli chiese, mentre portava una pila di piattini al lavandino.

-si, dovrebbe arrivare a momenti- rispose, cercando un tavolino libero e prendendo posto. Si scaldò le mani soffiando su di esse, mentre le fregava. Quando cominciò a sentire l'aria calda del bar, si tolse la giacca e la mise sul dietro della sua sedia.

Non fece in tempo a girarsi, che sentì un corpo aggrapparsi a lui e quasi farlo cadere.

-Niall! Vuoi per caso uccidermi?- gli chiese ridendo, ricambiando l'abbraccio.

-scusa amico- disse lui, staccandosi da lui, permettendogli di respirare e di ritrovare la stabilità sulla sedia. -mi sei mancato-

-anche tu Neil- Harry era davvero sincero. Il suo migliore amico gli era mancato tanto, era da più di tre settimane che non si vedevano, a causa dell'università di Niall e del lavoro di Harry.

Niall si era seduto di fronte a lui e aveva richiamato Ambra, per le ordinazioni.

-allora, come va con il lavoro?- chiese Niall.

-lo sai come va - sospirò lui. - ma è l'unica possibilità che ho, se voglio essere indipendente-

-so di avertelo ripetuto un milione di volte...perchè non vieni a stare da me e studi quello che vuoi fare veramente?-

-perchè ti ho già risposto tante volte quante tu mi hai posto questa domanda ed è sempre: no-

-ma perchè?!- saltò sulla sedia, esasperato. Non riusciva a capire perchè il suo amico era così cocciuto. - non puoi pensare a te stesso per una volta? Perchè devi ascoltare quello che dice tuo pad- venne interrotto da Harry, che mise una mano davanti al suo viso, a occhi bassi.

-possiamo non parlare di questo argomento? Ne abbiamo già discusso, troppe volte. Sono venuto qui per passare del tempo con il mio migliore amico e non per sentirmi una ramanzina- Harry sorrise, cercando di fargli capire che aveva bisogno di distrarsi e che già quando era a casa da solo poteva pensare al futuro, che avrebbe potuto avere in diverse circostanze.

-scusami...- sussurrò Niall. -è che mi preoccupo per te-

-e io ti ringrazio per questo- disse Harry riconoscente per tutto quello che Niall aveva fatto per lui e continuava a fare.

-che si fa stasera? Rimani a dormire da me, vero?- cambiò discorso Niall

-parto domani mattina, all'ora di pranzo ho un servizio fotografico - annuì Harry.

-se invitassi anche Jose stasera?- gli chiese, per essere certo che non gli desse fastidio.

Harry alzò le spalle. - va bene, è da un po' che non lo vedo- aveva conosciuto Jose qualche mese fa, quando Niall gliel'aveva presentato. Si ricordò che aveva passato tutti i giorni che era stato da Niall, a ringhiargli contro, per il terrore che potesse portargli via il suo migliore amico. Poi Jose capendo la situazione, l'aveva preso in disparte e gli aveva fatto il discorso su quanto teneva a Niall, ma che non l'avrebbe mai sostituito, anche perchè aveva già un migliore amico.

-okay, allora preparati ad una serata di film horror e pop-corn!- esclamò Niall, sorseggiando la cioccolata calda, che la ragazza poco prima gli aveva portato. Alla fine il biondo dovette andare all'università, così si salutarono ed Harry s'incamminò a casa dell'amico. Era così rilassante camminare per le vie, senza che qualcuno lo assalisse per foto o autografi, essendo un paesino in periferia, rispetto a dove viveva lui. Certe volte, desiderava davvero non aver mai deciso di trasferirsi e convivere insieme a Niall, andando a studiare e poter vivere normalmente, come qualsiasi ragazzo.

Harry aveva passato tutto il pomeriggio a girare per casa di Niall, a guardare le foto di loro due insieme incorniciate e anche quelle con altri suoi amici, a perdere tempo guardando programmi sui matrimoni in tele. Quando furono le cinque,scrisse un messaggio a Niall, chiedendogli a che ora sarebbe arrivato, ma non ce ne fu bisogno. Il campanello suonò, Harry andò ad aprire e si ritrovò davanti il ragazzo.

-che schifo di lezioni oggi- sbuffò il biondo, mentre lanciava lo zaino per terra ed andava a prendersi un bicchiere d'acqua.

-ci voleva proprio una serata tra amici...ordino la pizza, okay?- chiese ad Harry, anche se aveva già il cellulare in mano.

Lui annuì e si andò a sedersi sul divano, seguito da Niall.

-verrà anche il migliore amico di Jose-

Harry lo guardò alzando un sopracciglio.

-è che mi ha scritto dicendomi che non esce mai e che ha bisogno di conoscere gente nuova, quindi...- cercò di giustificarsi il ragazzo.

-e ovviamente hai pensato a me?-

-in realtà io l'ho visto solo un paio di volte...comunque vedrai che ti starà simpatico!- lo rassicurò,esponendo tutti e trentasei i denti.


* **

peccato che la prima cosa che Harry pensò, quando quel ragazzo entrò da quella porta, non fu "sembra simpatico", ma "oh mio dio, è bellissimo" e questo portò a non pochi problemi.

Niall ovviamente sapeva della sua  omosessualità e credeva che anche Jose l'avesse capito. Non aveva mai fatto nulla per nasconderlo, almeno da quando se n'era andato di casa.

I problemi aumentarono quando capì che il ragazzo era tutt'altro che simpatico.

-ciao Jose!- salutò Niall, facendoli entrare. -ciao Louis, è da un po' che non ci si vede! Questo è Harry, il mio migliore amico- lo presentò, guardando il riccio e facendogli cenno di avvicinarsi.

-Harry- disse, allungando la mano verso il ragazzo con gli occhi color ghiaccio. Già, ghiaccio.

-Louis- rispose, stringendogli la mano e mollandola subito, senza nemmeno sorridere.

Harry sospirò, per poi voltarsi e ritornare al suo posto sul divano. Notò con la coda dell'occhio, che Jose prese Louis in disparte, dicendogli qualcosa e che il ragazzo rispose alzando le spalle.

La serata iniziò con il riccio e Niall sul divano che parlavano tra loro e Jose e Louis dall'altra parte della stanza, anche loro impegnati in una conversazione a due.

Ad un certo punto il biondo si alzò e richiamò l'attenzione di tutti.

-la pizza sta per arrivare, quindi, io ed Harry andiamo ad apparecchiare, voi due potreste preparare il divano e la tele per dopo?- dopo che vide Jose annuire, si voltò ed andò verso la cucina, con Harry dietro.

-non mi piace quel Louis- affermò Harry, appena furono da soli.

-non lo conosci nemmeno- sbuffò il biondo.

-a pelle- aggiunse allora. -non mi ha rivolto nemmeno la parola, neanche un sorriso! Ho qualcosa che non va?-

-non hai niente che non vada Harry-rispose Niall, mentre prendeva i bicchieri e li passava al ragazzo,che li mise uno di fronte ad ogni sedia. - Louis è solo un po'...timido ecco. Quando impari a conoscerlo non è male-

-ma se prima mi hai detto che l'hai visto a malapena due volte!- esclamò esasperato Harry.

Il biondo agitò la mano in aria. - non è male, te lo assicuro-

e dopo quella strana conversazione, si ritrovarono tutti e quattro attorno al tavolo, con le pizze davanti e i musi affondati in esse. Jose stava parlando tranquillamente insieme a Niall , mentre Harry, che ovviamente era seduto di fronte a Louis,non aveva ancora scambiato una parola con il ragazzo. Ci aveva provato, ma Louis troncava subito i discorsi, così ci rinunciò e mangiò la sua pizza in silenzio.

-sai, Harry fa il modello!- tirò fuori Niall, vedendo che la situazione stava diventando abbastanza tesa tra i due ragazzi.

Louis lo guardò alzando un sopracciglio, per poi girarsi verso Harry con uno sguardo dubbioso.Harry annuì poco sicuro, per poi vedere un debole sorriso sul viso del ragazzo dagli occhi color ghiaccio. Davvero aveva sorriso?Avrebbe tanto voluto chiedergli il perchè, ma non ne ebbe il coraggio.

-tra qualche giorno dovrebbe uscire un giornale con lui in copertina!- esclamò ancora verso Louis. Harry si abbassò leggermente sulla sedia, in imbarazzo che il suo amico ne stava parlando così tranquillamente.

-ti vergogni?- chiese dopo un certo silenzio Louis.

Harry rimase spiazzato da quella domanda, sopratutto perchè era la frase più complessa che Louis avesse detto quella sera.

Annuì debolmente.

-perchè?- continuò lui, come se fosse una cosa fuori dal normale.

-quando vedo la gente che prende in mano un giornale e guarda le mie foto...si- rispose quasi sussurrando il riccio.

Louis lo fissò ancora per qualche secondo, e quando Harry cominciò a sentirsi a disagio, tolse lo sguardo e ricominciò a mangiare, ignorando completamente il ragazzo.

Era strano. Questa era la conclusione a cui era arrivato Harry. Quando finirono di mangiare, si spostarono in sala, dove i due ragazzi avevano sistemato il divano e la tele.

Harry si lanciò sul divano, al solito posto vicino al poggia-braccia, Niall gli si mise di fianco, seguito da Jose e Louis. Decisero il film e lo fecero partire, pronti a passare una notte in bianco.

-scusami se ho invitato altra gente-sussurrò il biondo nell'orecchio di Harry, per non farsi sentire dagli altri ragazzi.

Harry scosse la testa. -tranquillo, non c'è problema-

-lo so che volevi passare una giornata con me...ma se hai bisogno di parlare,possiamo andare di la -

il riccio si voltò verso di lui e gli sorrise. - Neil, tranquillo, okay?- Niall annuì poco convinto, ma poi appoggiò la testa sulla spalla dell'amico e voltò lo sguardo verso lo schermo.

È vero, avrebbe voluto passare una giornata con il suo migliore amico, visto che lo vedeva raramente, ma Niall aveva anche altri amici oltre a lui ed era giusto così. Si sarebbero potuti vedere altre volte e passare una giornata in compagnia non gli faceva male.

A metà film, Jose si era già addormentato, mentre Louis aveva la testa appoggiata alla mano e gli occhi che gli si chiudevano.

-quando possiamo rivederci?- chiese Niall, interropendo quel silenzio, con  voce assonnata.

-domani inizio un nuovo incarico e mi occuperà per almeno una settimana-

-mh. ..- mormorò Niall -deve essere stancante posare tutto il giorno e attenersi agli ordini-

-già, ma questo è il mio lavoro-sorrise amareggiato Harry – che mi piaccia o meno-

-deve essere gratificante- parlò il ragazzo che aveva ascoltato tutto il loro discorso di nascosto: Louis.

Harry alzò di scatto la testa per guardarlo nel buio, chiedendogli spiegazioni con lo sguardo.

-intendo, quando qualcuno guarda le tue foto con un sorriso o complimentandosi con te, sarà imbarazzante, ma è gratificante- spiegò con voce bassa Louis e non avendo risposta,continuò. - deve essere bello avere sempre qualcuno che ti dica che sei perfetto,che con quei pantaloni stai da Dio, che sei bellissimo,eccetera. -

Harry rimase in silenzio ancora per un po', pensando a quelle parole.

Poi scosse la testa. - non sempre è bello, certo, c'è gente che si complimenta e si congratula con te,ma c'è anche altra gente che invece aspetta all'angolo ogni tuo piccolo errore, per poterti insultare e distruggere tutto quello che hai costruito. Non è tutto oro ciò che luccica, Louis-




°° °°°°°°°°

prima di tutto, volevo ringraziare "larrypegacorn", un ragazzo su tumbrl, che mi ha dato il consenso di poter utilizzare un suo lavoro come copertina, anche se probabilmente non leggerà mai questo messaggio. vi consiglio comunque di passare nel suo profilo, perchè fa dei lavori davvero meritevoli e fantastici! 

...

ed eccomi qui con una nuova storia!

come avete potuto notare da questo primo capitolo, il nostro caro Harry è un modello, mentre per ora di Louis non si sa molto, anche se Harry l'ha già notato hihihi

Spero che questa nuova trama vi attiri e  vi piaccia!

vi avviso che questa storia, diversamente dall'altra ( Mend my heart), che avevo pubblicato quando era già completa, è ancora in fase di scrittura... questo comporterà a tempi più lunghi per la pubblicazione dei capitoli, ma sentivo il bisogno di condividerla con voi!

ditemi che vi aspettate da questa nuova avventura e cosa pensiate succederà ai nostri Larry!

alla prossima,

-EmLy


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Capitolo 3
*** 2°- Non ti facevo tipo da gatti... ***




Appena entrò nello studio, una ragazza gli ordinò di togliersi la giacca e di farsi trovare nella postazione trucco. Harry, sbuffando, appoggiò l'indumento su una sedia li vicino e si sedette di fronte allo specchio, dove cominciarono a riempirgli i capelli di gel per tirarli all'indietro.

-ho bisogno che tu tenga gli occhiali oggi- gli disse una donna. Indossava un pantalone largo nero, una canotta grigia aderente e per completare un paio di sandali color rosso, come il fermaglio che portava tra i capelli. Harry non l'aveva mai vista, solitamente conosceva, almeno di vista, i fotografi che si contendevano i set, visto che giravano sempre gli stessi.

-piacere, sono Lyana- porse poi la mano al ragazzo, con un debole sorriso. Harry si alzò dalla sedia in fretta e gliela strinse. - Harry Styles-

-Bene, Harry. Spero che lavoreremo bene insieme -

-lo spero anch'io- rispose lui con un sorriso. La donna si girò per allontanarsi, ma Harry la bloccò. -le posso chiedere perchè vuole che tenga i miei, di occhiali? Solitamente è la casa che li da-

la donna si voltò completamente verso di lui e sorrise. - preferisco che il modello tenga qualcosa di suo, sia per farlo sentire più a suo agio e perchè credo fortemente che nessuno di noi è un semplice manichino, ma ognuno ha la propria personalità, e cosa serve la foto se non per tirarla fuori?-

Harry rimase un attimo sbalordito da quella risposta, per poi annuire. - certo...- rispose non molto convinto. In realtà gli piaceva quella donna, ma non sapeva come i direttori potessero accettare queste cose. Lei aveva pienamente ragione, ma quel mondo, il mondo della moda, era completamente differente da quello che aveva in mente Lyana.

Non ebbe il tempo di pensarci oltre, che qualcuno lo chiamò per andarsi a cambiare.

Finito di indossare gli abiti che gli avevano lasciato sul manichino, andò verso il telo bianco, posizionato sia per terra che su un lato della stanza.

-mettiti pure in piedi e guarda verso di me. Mani nelle tasche e gomiti in avanti- cominciò a dettare le istruzioni la fotografa. Harry si mise in posa e vari flash di luce lo colpirono negli occhi.

-abbassa un po' gli occhiali e guarda in alto-

altro flash.

-la gamba sinistra indietro e piegata. Un braccio lascialo cadere, mentre l'altro dietro la schiena-

andò avanti per almeno un'oretta, poi la donna urlò "okay, abbiamo finito" e tutti gli aiutanti si dileguarono.

Lyana andò verso Harry, che accorgendosene si fermò sul telo bianco.

-sai Harry, mi piaci. Potresti venire un attimo di là, che vorrei guardare insieme a te le foto- non l'aveva posta come una vera domanda, ma più come un ordine.

-vado a togliermi questa giacca e arrivo- annuì lui. Era la prima volta che qualcuno gli chiedeva di guardare le foto, prima di essere passate all'editing e quindi modificate e pronte ad essere mandate al direttore.

La raggiunse al tavolo col computer, dove era collegata la macchina fotografica attraverso un cavo.

-siediti pure- Harry si sedette di fianco a Lyana, per poi portare lo sguardo sullo schermo, dove si potevano vedere tutte le foto scattate quel pomeriggio.

La donna cominciò a farle scorrere una ad una, soffermandosi ogni tanto su alcune, in silenzio, come a contemplarle. Non disse nulla, ne un apprezzamento, ai quali Harry era ormai abituato, ne ad una critica o ripensamento.

Quando le videro tutte, la donna staccò in silenzio la macchina fotografica, per poi riporla sul tavolo. Finito di sistemare, si girò con la sedia verso Harry e gli sorrise.

-tra un mese parto per l'Italia- lo fissò negli occhi per qualche secondo, per poi riprendere. -ho un lavoro con una casa della moda abbastanza famosa, è molto importante, sia per la mia carriera, che per quella dei modelli che poseranno-

Harry non riusciva a capire perchè glielo stesse raccontando. Era contento che una donna come lei potesse avere successo, ma cosa c'entrava lui?

-Harry, vorrei che tu venissi con me, a posare per me- disse lei sicura. Il ragazzo la guardò a bocca aperta.

-cosa?- chiese, sicuro di aver sentito male.

-sei un ragazzo fantastico e non intendo solo esteticamente, sento che dentro di te c'è il mondo intero, che aspetta solo di uscire allo scoperto. Non sei come i soliti modelli che incontro...sembra quasi che questo mondo non ti appartenga-

Harry abbassò lo sguardo, per paura che potesse capire dal suo sguardo, che era la verità: non avrebbe voluto essere li in quel momento. Poi come sempre, la sua mente fece il solito ragionamento contorto e arrivò alla solita conclusione, di cui Niall non era per niente d'accordo.

-accetto- disse, alzando gli occhi su Lyana. -partirò con lei-

* **

mentre usciva dall'edificio, prese in mano il cellulare e chiamò Niall.

-Harry! Com'è andata a lavoro?-

-ho una notizia da darti-

Niall notò subito il cambiamento di tono, ora molto più serio.

-dimmi tutto-

Harry si portò una mano tra i capelli e sospirò. Era una notizia fantastica, ma dire al suo migliore amico che fra un mese sarebbe stato lontano chilometri non era cosa semplice, per nulla.

-ecco..vorrei dirtelo di persona, ma visto che non ci vedremo- venne interrotto da una voce dall'altra parte del telefono.

-è Harry?- chiese la voce. Il ragazzo riccio non riusciva a collegare a chi potesse appartenere, così corrucciò la fronte.

Immaginò Niall annuire.

-scusa Harry,ma sono qui con Louis...stavi dicendo?-

Louis. Bene, lui aveva bisogno del suo migliore amico e quel Louis era sempre in mezzo. Jose ormai l'aveva accettato: non si amavano, ma neanche odiavano. Jose sapeva quando era ora di andarsene e lasciarli soli e quando poteva restare. Mentre quel ragazzo dagli occhi color ghiaccio sembrava non essere a conoscenza dello "spazio vitale"o del limite di sopportazione di Harry.

-niente..ci sentiamo, ora devo andare- e chiuse la chiamata, senza aspettare alcuna risposta da parte del biondo.

Prese il solito pullman in silenzio e solo ad una fermata dalla sua, il suo cellulare suonò.

"che succede? Scusa per prima, ma Louis era con me perchè aveva bisogno di parlare. Vuoi che ti chiami?" recitava il messaggio da parte di Niall.

Louis aveva bisogno di parlare...e lui? Chi ci pensava?

Harry sospirò. Sapeva che era sbagliato pensare a questo, ma Niall era l'unica persona di cui si fidava e vedersi lasciato indietro per un altro, che conosceva da pochi mesi, faceva male.

Decise di rispondere e di non peggiorare la situazione.

"no, ho bisogno di stare un po' da solo. Ci sentiamo domani" si trattenne dall'aggiungere "salutami Louis" e spense il cellulare.

** *

Harry venne svegliato dal suono della sveglia, che gli intimava di aprire gli occhi oppure sarebbe arrivato tardi a lavoro. Allungò un braccio per spegnerla e prese il cellulare, lasciato sul comodino la sera prima, per accenderlo. Si rigirò nel letto, trovandosi rivolto verso il soffitto e con la braccia e gambe distese. In quel preciso istante sentì una piccola fitta al petto e capì che era la nostalgia di essere svegliati con parole dolci sussurrate nell'orecchio e baci umidi lasciati sulla pelle. Forse era l'unica cosa che gli mancava di una relazione, anzi, anche trovare qualcuno quando tornava a casa stanco, qualcuno che gli preparava la cena, qualcuno che lo consolava quando era giù di morale... okay, forse gli mancava diverse cose di una relazione.

Lo squillo del cellulare interruppe quei pensieri. Gem.

-pronto?- rispose con ancora la voce assonnata.

-ciao Haz! Come va??- esclamò con la voce più entusiasta che Harry avesse sentito.

-perchè sei così felice di prima mattina?­ gli chiese lui, coprendosi gli occhi con il braccio.

-perchè oggi vedrò il mio fratellino!-

-hai un altro fratello vero? - chiese sospirando,già rassegnato.

-sorpresa!- esclamò, facendo allontanare il cellulare ad Harry dall'orecchio. -in questo momento mi trovo all' aeroporto, sono atterrata pochi minuti fa!-

-oh mio dio...- sussurrò il riccio. - Gemma, io ti voglio bene e sei mia sorella, ma non puoi fare queste comparse senza avvertirmi. Stamattina lavoro, la casa è un disastro e non ho cibo in casa-

-perchè non hai cibo in casa? Mangi, vero Harry?- chiese subito allarmata la ragazza.

-certo che mangio! Semplicemente ieri non ho avuto tempo di andare a fare la spesa!- si alzò a sedere sul letto, a gambe incrociate.

-allora vorrà dire che passerò al supermercato e poi aspetterò a casa tua!-

Harry sospirò. Qualsiasi cosa avesse detto, sapeva che non avrebbe cambiato idea.

-okay...ti lascio le chiavi sotto il porta-ombrelli- disse sconfitto. Aurora gli saltò in braccio, cominciando a fare le fusa, così le accarezzò la testolina bianca, mentre salutava Gemma e metteva giù la chiamata.

-andiamo a mangiare, piccola?- chiese alla gattina. La prese in braccio e portò il suo musetto vicino al viso. Le lasciò un bacio sulla guancia, per poi scendere dal letto e portarla in cucina ancora tra le braccia.

* **

quando entrò nella stanza, vide che la postazione dove solitamente il modello posava era ancora occupata, e ringraziò il cielo per questo. Significava che erano in ritardo e questo portava ad iniziare più tardi la tortura.

Dopo essersi tolto la giacca, si appoggiò al muro e rimase a guardare il ragazzo che eseguiva gli ordini. Era senza maglietta e staccare gli occhi da quel corpo era abbastanza complicato, ma sfortunatamente, il suo amico Zayn era etero al 100%. sorrise, mentre gli venne in mente la prima volta che l'aveva incontrato. Si erano conosciuti fuori dall'ufficio del direttore ed Harry aveva provato ad agganciare e non come amico, ma poi il ragazzo lo aveva informato dei suoi gusti. Harry pensava che gli avrebbe riso in faccia e se ne sarebbe andato, ma invece da quel momento divennero buoni amici.

Sentì il fotografo urlare qualcosa e in scena entrò una ragazza bionda, alta come Zayn, solo perchè non aveva i tacchi, che si mise di fianco a lui. Era da mozzafiato ed era sicuro che tutti i ragazzi esistenti le sbavassero dietro, compreso Zayn, essendo la sua meravigliosa ragazza. Ogni volta che li vedeva insieme Harry rimaneva a bocca aperta, come tutti del resto. Erano perfetti : belli da togliere il fiato ed affiatati come pochi.

Harry vide Zayn prendere in braccio la ragazza e guardare verso lo obiettivo. Poi avvicinarono le loro bocche fino a sfiorarsi e vennero investiti da un altro flash.

-okay, per oggi abbiamo finito. A domani ragazzi!- urlò poi il fotografo, congedandoli.

Zayn stava per uscire dalla stanza, quando si accorse del riccio.

-Harry!- esclamò, avvicinandosi a lui. -come va?-

-tutto bene, grazie. Te?- rispose cortese.

-alla grande!- nel mentre, anche la ragazza si avvicinò, vedendoli chiacchierare.

-ciao Gigi- la salutò Harry con un sorriso.

-ciao Harry! Devi lavorare?- gli chiese, appoggiandosi a Zayn, che le circondò la vita con un braccio.

Lui annuì, per nulla entusiasta.

-come va nel lato... sentimentale?- se ne uscì il ragazzo moro, abbassando la voce sull'ultima parola e facendogli l'occhiolino.

Harry alzò le spalle.

-come!-esclamò lui. - hai bisogno di diversivi, se no come puoi sopravvivere a questa vita!- si voltò verso la ragazza bionda e le lasciò un bacio sulle labbra. -che ne dici se uno di questi giorni usciamo a divertirci un po'?- gli offrì sorridendo.

-se riesco a convincere anche Niall, molto volentieri! Ora devo andare, ci si sente- salutò entrambi, Gigi con un bacio sulla guancia e Zayn con una pacca sulla spalla.

Il resto della mattinata passò molto lentamente, ma Harry riuscì a sopravvivere, anche se sapeva che qualcun'altro l'attendeva a casa.

E come aveva previsto, appena aprì la porta dell'appartamento, un corpo gli saltò in braccio, allacciando le braccia attorno al collo.

-Harrinooooo!- urlò Gemma, proprio nel suo orecchio.

-vorrei diventare sordo magari fra qualche anno- disse lui, strizzando gli occhi per il dolore alle orecchie.

-mi sei mancato così tanto!- esclamò, finalmente staccandosi e permettendogli di respirare.

-anche tu Gem-

-lo so che non vuoi tornare a casa... ma potresti venire solo per me!- disse, incrociando le braccia e mettendo il finto muso.

-non fare la bambina, dovresti essere la sorella adulta e responsabile- la riprese lui, anche se trattenne a stento una risata.

Poi la ragazza si riprese subito e corse in sala, dove prese in braccio Aurora e la stritolò, avendo in risposta una reazione non molto contenta da parte del gattino.

-non mi avevi detto che avevi un gatto! È così adorabileee!- disse, affondando il viso nel pelo morbido.

-e vorrei tenermela ancora per un po', quindi cerca di non uccidermela-

-non ti facevo tipo da gatti Harry Styles- disse poi, cercando di fare la seria, mettendo giù il povero gatto, che miagolando, andò verso il ragazzo e si strusciò sulla sua gamba.

-appena l'ho vista, me ne sono innamorato- sorrise dolcemente verso il povero animaletto, che aveva ancora tutto il pelo arruffato.

-quando vi sposerete? Inviterai anche i suoi familiari spero! Una bella torta al tonno e sogliola - disse ridendo.

-cretina- rispose lui, scompigliandole i capelli.

Andarono in cucina, dove Harry trovò il frigo colmo di cibo e prese un'aranciata.

-allora, come mai qui? E non dire che sei sola venuta a trovarmi!- l'avvertì subito.

-primo, volevo vederti. Secondo... ho chiuso con Deck e avevo bisogno di cambiare un po' aria- subito il sorriso che aveva tenuto fino a quel momento, sparì.

-mi dispiace...ma questa è come se fosse casa tua, quindi puoi stare quanto vuoi! E da quanto vedo dalla valigia, credo che resterai per bel po', eh?- chiese ridendo, facendo un cenno alla valigia vicino all'entrata.

Gemma gli fece la linguaccia, per poi correre e saltargli di nuovo addosso.




°° °°°°°°°°

ed ecco un nuovo capitolo!

Harry ha avuto una grande proposta di lavoro ed ha subito accettato, peccato che non l'abbia ancora detto a Niall, essendo troppo preso ad "occuparsi" di Louis, almeno secondo il suo pensiero.

Gemma è uscita allo scoperto! amo troppo il suo personaggio, è piena di vita e non si lascia abbattere da nessuno, spero che possiate amarla anche voi!

Ma gli Zigi?! aww, sono adorabili e poi sono troppo belliiii! okay, mi riprendo...

Votate, commentate, ditemi come vi sembra e nulla, al prossimo capitolo!

-EmLy


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Capitolo 4
*** 3°- Perchè non provi a conoscerlo? ***


C'erano pro e contro ad avere in giro per casa la sorella. I pro erano sicuramente che l'appartamento non era mai stato così ordinato e non era più così silenzioso, come Harry detestava. I contro erano sicuramente la parlantina senza fine di Gemma e il non avere nemmeno un attimo di pace e solitudine, visto che appena vedeva Harry da solo, correva da lui e cominciava ad infastidirlo.

-come sta andando li?-

Harry era a telefono con Niall da più di un quarto d'ora. Si era chiuso in camera e grazie a quella scusa, Gemma non lo stava importunando, finalmente.

Niall sospirò al telefono. - io tutto bene, ma...-

-ma?-

-niente, scusa. A te non interessa-

Harry si mise a pancia in su sul letto, con i piedi che toccavano il pavimento. - non puoi iniziare una frase e poi fermarti!- lo riprese. - e poi, se ti fa stare in pensiero, allora m'interessa-

dopo un lungo silenzio, Niall gli rispose. - c'entra Louis...-sussurrò.

Harry brontolò qualcosa che il ragazzo non capì.

-visto? Mi puoi spiegare cos'hai contro di lui? È un ragazzo come gli altri, con dei problemi da risolvere- esclamò Niall, ormai stufo di quella situazione.

-mh...non mi piace- mormorò, a voce bassa.

Nall sospirò. - l'hai visto una sola volta Harry, non fare il bambino. È una brava persona, ha solo un carattere difficile, ma giustificato. Quanto vorrei che andas...- l'ultima frase la disse ad un tono così basso che Harry non la sentì nemmeno.

-e dimmi, che giustificazioni ha?-

-ha dei problemi in famiglia. La sua vita non è per nulla semplice-

Harry saltò in piedi, sconvolto da quella frase.

-invece la mia è semplice, vero?! Io ho una vita fantastica, tutta rose e fiori!- urlò al telefono, davvero esasperato dalla situazione createsi. Non gli era mai piaciuto urlare contro a Niall, ma era necessario, visto che l'amico si ostinava a non capirlo.

Visto che il silenzio regnava dall'altra parte, il riccio continuò.

-vai pure dal tuo nuovo amichetto! Io starò bene- la voce gli s'incrinò. -non ho bisogno di te...- sussurrò, per nulla convinto, per poi chiudere la chiamata.

Nella sua vita, aveva litigato con Niall una sola volta, quando ancora facevano fatica a correre e qualsiasi giocattolo vedevano vicino, era di loro proprietà. Louis invece, è riuscito ad eliminare tutto l'equilibrio che c'era tra loro. Okay, forse poteva essere in parte colpa sua, forse aveva esagerato ad urlargli contro, ma era stanco, stanco di tutto quello che gli circondava. Niall era l'unica cosa buona rimastagli, era l'unico su cui sapeva che poteva piangere e sfogarsi, senza essere sentito giudicato,ma consolato.

L'aveva chiamato anche per raccontargli della proposta del viaggio in Italia. Ma tanto, cosa gli poteva interessare? Ora aveva Louis.

Con uno scatto, prese il cuscino e lo tirò sulla porta, per poi ricadere sul letto, con le lacrime agli occhi e il corpo raggomitolato su se stesso.

Sapeva che quella reazione era spropositata, ma non riusciva a fermarsi. Quando sentì il cigolio della porta, cercò di asciugare il viso con le maniche della felpa, ma senza molti risultati.

-Harry? Ho sentito un tonfo, così sono venuta a vedere se va tutto b- si bloccò a mezza frase, notando il corpo del ragazzo scosso dai singhiozzi.

-ehi...cos'è successo?- gli chiese dolcemente, mentre si posizionava seduta sul materasso, vicino a lui. Gli accarezzò i capelli, cercando di calmarlo.

-Niall-

-avete litigato?- chiese alzando un sopracciglio: non si ricordava una loro discussione precedente.

Harry scosse la testa. -gli ho urlato contro e poi ho chiuso la chiamata-

-cos'è successo?- gli richiese, sperando in una risposta sostanziosa. Come poteva aiutarlo, se non sapeva il problema?

-è che...Niall è il mio migliore amico...ha conosciuto un ragazzo, che hai dei problemi in famiglia e quindi passa molto tempo con lui, per aiutarlo, ma così... non calcola me- cerca di spiegarle. -perchè dovrebbe aiutare uno sconosciuto e me no?-

La ragazza sospirò, sorridendo. Con un cenno, gli fece capire di alzarsi a sedere, così da poterlo guardare negli occhi.

-lo sai di aver esagerato, vero?-

lui annuì, a testa bassa.

-questo ragazzo, tu lo conosci?-

-l'ho visto una volta e non mi piace- rispose sicuro, corrucciando le labbra e in quel momento, a Gemma sembrava di aver davanti un bambino.

-allora, credo che voi siate abbastanza grandi per poter sistemare le cose da soli. Questo ragazzo...- e guardò Harry, facendogli una domanda silenziosa.

-Louis- sussurrò lui.

-Louis,si vede che ha bisogno di qualcuno che l'ascolti e sai anche tu, che Niall è davvero bravo in queste cose. Invece di provare odio senza motivo per lui, perchè non provi a conoscerlo? Potresti trovare un nuovo amico e in più, potresti aiutarlo insieme a Niall. E sai, che quel biondino non ti lascerebbe mai, a costo della sua vita- concluse, asciugandogli l'ultima lacrima sullo zigomo.

Sua sorella, come sempre, aveva ragione. Quel sentimento che provava per Louis, era senza fondamenta e forse, ma solo forse, conoscendolo non era poi così male. Quanto riguardava Niall...gli era sempre stato accanto, anche nei momenti più difficili...perchè dovrebbe abbandonarlo proprio ora? Aveva davvero così poca fiducia in lui?

No, gli rispose una vocina dentro di lui. Si fidava ciecamente di Niall e non doveva smettere di farlo.

-grazie Gem- la ringraziò con tutto il cuore: era sempre stata brava a dare consigli.

-di nulla piccolo-

-ehi! Non chiamarmi piccolo!- la riprese subito, ridendo sotto i baffi.

-ti chiamo piccolo quando mi pare- gli fece una linguaccia, per poi scompigliargli i capelli e lasciare la stanza.

-chiamalo- gli disse, prima di chiudersi la porta alle spalle.

Okay. Forse avere la sorella in giro per casa non era poi così male, sopratutto in quei momenti.

Prese il cellulare in mano e notò una chiamata persa. Decise di non chiamarlo, ma di inviargli un messaggio di scuse.

"scusa se ti ho urlato contro,ho sbagliato. Se Louis ha bisogno di sfogarsi con qualcuno, tu sei il più adatto. Mi manchi e ti voglio bene, perdonami" e premette invio.

La risposta non tardò ad arrivare.

"perdonato!Scusa se sembra che ti stia lasciando in disparte per Louis...tu rimarrai per sempre il mio riccio preferito :)) a domani. p.s.:mi manchi anche tu"

Harry sorrise leggendo quel messaggio e capì che Niall sarebbe rimasto sempre al suo fianco.

Poggiò il telefono sul comodino, per poi sdraiarsi a letto, con l'intenzione di dormire, visto la giornata che l'aspettava il giorno dopo. Ripensò alle parole di sua sorella e forse capì che doveva conoscere quel ragazzo, forse era davvero un bravo ragazzo e un amico in più non gli avrebbe fatto male. Decise di non pensarci in quel momento, ma magari quando sarebbe stato più sveglio.

Provò a chiudere gli occhi e lasciarsi cullare da Morfeo, ma la sua mente non glielo permetteva, così si alzò sbuffando e tirò fuori dal cassetto sotto alla scrivania, un libretto.

Si rimise a letto e cominciò a sfogliarlo, per arrivare ad una pagina ancora vuota.

Quel piccolo libretto, era il suo tesoro più grande. Ne aveva passate tante: la copertina era ricoperta da scotch, e qualche foglio nel mezzo mancava, altri erano strappati. Ma non era perchè il riccio non ne aveva cura, se fosse stato per questo, Harry l'avrebbe ricoperto d'imballaggio e poi chiuso in una cassaforte. A riguardare quell'oggetto tra le mani, gli tornarono in mente ricordi che non desiderava rivivere. Cercò di scacciarli, ma l'immagine di suo padre, con in mano quello stesso libretto e un'espressione disgustata in viso, gli comparve davanti, così da obbligarlo a richiudere quell'oggetto. Prese dei respiri profondi e poi si alzò, per rimettere al proprio posto il libretto. Da quel giorno, l'aveva usato una sola volta. Ogni volta che entrava nella sua stanza, il desiderio di prenderlo e impregnarlo di inchiostro era destabilizzante, ma appena si avvicinava ad esso, quelle immagini ritornavano a fargli visita, costringendolo a ricacciare indietro quella voglia. Anche quel giorno, si ripromise, che in futuro l'avrebbe riusato, avrebbe colorato quelle pagine bianche rimanenti, ma non era arrivato ancora il momento, non era ancora pronto a combattere per se stesso, per la sua felicità.

** *

Harry venne svegliato dallo squillo del cellulare. Si chiese il perchè tutti lo cercassero ad ore improponibili, sopratutto dopo una nottata come quella precedente. Prima di rispondere, si guardò intorno: accanto a lui, sul letto, non c'era nessuno. Sospirò, sollevato, che quel ragazzo se ne fosse andato prima del suo risveglio: ritrovarsi uno sconosciuto nel letto di prima mattina, non era molto confortante.

Si passò una mano sugli occhi, per poi sentire una fitta alla testa. Splendido. Il mal di testa post-sbornia gli mancava.

Prese in mano ugualmente il cellulare e dopo aver visto chi era, rispose.

-finalmente!- esclamò il ragazzo biondo dall'altra parte della cornetta.

Harry sentì un'altra fitta alle tempia, che si espanse in tutto il cranio. Strinse i denti dal dolore e maledisse quella voce.

-Niall- sussurrò. -non sono molto in forma...potresti abbassare la voce?-

-scusa!-esclamò, per poi accorgersi dell'errore appena commesso. -oops...scusa- ripetè, ora ad un tono molto più gestibile per il riccio.

-grazie-

Niall non aspettò che gli chiedesse il perchè di quella chiamata, che cominciò a parlare.

-mi dispiace disturbarti nella mattina "dopo bevuta", in realtà, non mi dispiace più di tanto, visto che non mi hai nemmeno invitato- rise sotto baffi, per nulla intenzionato a riprendere il riccio per quello. Abitavano distanti, era ovvio che non poteva invitarlo per qualsiasi cosa, maggiormente per una bevuta organizzata probabilmente poche ore prima.

-forse è meglio che te ne parlassi quando starai meglio e a mente lucida, ma è una cosa supersuperimportantissimissimissimissima- disse, con la silenziosa richiesta di aver il suo consenso per continuare.

-ormai mi hai svegliato, dimmi pure- sospirò il riccio.

-però giurami che non ti arrabbi!- esclamò ed Harry era sicuro che si fosse tappato la bocca con la mano, avendo alzato di nuovo la voce.

-giuro- mormorò lui, troppo stanco per controbattere.

Dopo una manciata di secondi in silenzio, Niall sussurrò una premessa. - c'entra Louis- sapendo dell'astio che il riccio provava verso quel ragazzo.

Infatti, Harry brontolò e fece versi strani, irritati.

-potresti ascoltarmi prima?- gli chiese il biondo, stufo di quella situazione.

Harry mugolò qualcosa, sprofondando ancora di più nel cuscino e nel materasso, mettendo su il broncio.

-e non fare la faccia che so che stai facendo!- lo riprese subito. -Louis mi ha chiesto un grosso favore, ma che da solo non posso farlo-

Harry lo interruppe, alzandosi di scatto. -eh no! Non chiedermi di aiutarlo!-

-non ti sto chiedendo di aiutare lui, ma me, il tuo migliore amico- e fece la solita voce che usava per corrompere il riccio e anche quella volta, funzionò.

-che vuoi, migliore amico- rispose sbuffando.

-ti voglio bene!- e schioccò un bacio sul microfono. - Louis dopodomani ha un colloquio di lavoro, molto importante per lui... sua madre lavora tutto il giorno, quindi mi ha chiesto pregandomi, se potessi badare alle sue sorelline- disse tutto di un fiato.

-cosa?!- scattò Harry, non badando alle fitte atroci alla testa. -mi stai chiedendo di fare da baby-sitter alle sorelle di louis?? e perchè dovrei!-

-fallo per me! Lo sai che sono un disastro coi bambini!-

-e allora perchè hai accettato?-

-perchè aveva bisogno di una mano! Tu sei bravissimo coi nani e non lo devi fare per lui, ma per me-

Harry si portò una mano sul viso, cercando di ragionare lucidamente.

-io non posso crederci...- sussurrò, perso nei suoi pensieri. Quel ragazzo aveva bisogno di una lezione, non poteva abbandonare le sorelle da chiunque le accettasse! E i suoi genitori? Sono davvero così irresponsabili?!

-non sono d'accordo, per nulla. Ma okay...-

-davvero?- chiese stupito Niall, sicuro che avrebbe ricevuto una risposta negativa. -oh mio dio! Grazie Harry! Mi stai salvando!-

Harry rise a quella reazione. - ora vado a riprendermi... e la prossima volta, non accettare di fare favori, se non sono alla tua portata-

* **

Due giorni dopo, Harry si trovava davanti al solito bar, dove lui e Niall s'incontravano ogni volta che lui andava dal biondo. Non fece in tempo ad entrare nel locale, che una mano si appoggiò sulla sua spalla, facendolo sobbalzare.

-mi hai fatto prendere un colpo!- esclamò, con un'espressione di rimprovero e terrore, alla quale Niall non riuscì a trattenersi nello scoppiare a ridere. - hai una faccia di quelle! Dovresti vederti!- disse, mentre si piegava in due dalle risate.

Harry alzò gli occhi, per poi tirargli un pugno leggero sulla spalla.

-ahio!- esclamò lui, per poi spintonarlo. -vendetta- disse sorridendo con tutti e trentadue i denti.  

-Gemma, come sta?- chiese ad Harry, una volta seduti al solito tavolo.

-tutto bene, è partita ieri perchè aveva un esame da dare, ma tornerà nei prossimi giorni. Diciamo che per ora è in stallo a casa mia...per cambiare aria- gli spiegò.

-uuhhh sento odore di ragazzi!-

il riccio annuì. - lei e il tipo si sono mollati-

-ora capisco tutto- disse serio, come se avesse trovato risposta all'esistenza dell'uomo. - mentre tu? L'altro giorno sei uscito giusto? Hai fatto strage di cuori?- gli chiese curioso, appoggiando il mento sulle mani.

-Niall. no- marcò il monosillabo, per fargli capire che non voleva intraprendere quell'argomento.  

-ma io ho voglio sapere! Ho bisogno di sapere!- esclamò saltando sulla sedia.

Harry sospirò. -perchè dovrei dirti quanti ragazzi ho conosciuto o quante volte ho- venne interrotto da Niall, che cominciò a sventolare le mani. -ehi ehi ehi. Non m'interessano i dettagli, okay? Voglio solo sapere se hai trovato la tua anima gemella, o se vaghi ancora perso tra i vari letti. Solo questo- chiarì subito.

-la seconda- fece un sorriso sghembo. -ma solitamente il letto è sempre il mio-

-wow. Almeno c'è qualcuno tra noi due che se la spassa!-

Arrivarono le bevande che avevano ordinato e il tempo di parlare di quel giorno e di come l'avrebbe passato.

-allora- cominciò Harry, bevendo un sorso del suo cappuccino -quando l'inviso abbandonerà irresponsabilmente le sue povere sorelle?-

Niall lo guardò per un attimo a bocca aperta, per poi scuotere la testa per riprendersi.

-mi stai chiedendo quando Louis porterà le bimbe da me?- chiese.

Harry annuì spazientito.

-non chiederò nulla riguardo il significato di quella frase...le porta tra due ore, quindi abbiamo il tempo di sistemare casa e di rilassarci-

* **

sistemarono l'appartamento, togliendo dalla vista delle bambine qualsiasi cosa potesse danneggiarle, compresi i joy-stick della playstation e la bandiera dell'Irlanda, che ha detta di Niall, "non posso rischiare che la sgualciscono con le loro manine sudicie". Poi aspettarono il suono del campanello seduti sul divano, che non tardò ad arrivare.

Si alzarono entrambi, andando verso la porta.

-ricordati che lo faccio per te- gli ricordò Harry al biondo.

Lui sorrise, sapendo che nel fondo, il riccio voleva davvero aiutare Louis, sopratutto avendo avuto anche lui stesso  problemi molto vicini ai suoi.




°° °°°°°°°°

okay, in questo capitolo non succede praticamente nulla, ma è semplicemente di passaggio, quindi mi scuso!  

Mi farò perdonare col prossimo capitolo dove conoscerete finalmente le due sorelline di Louis!

 al prossimo capitolo!

-EmLy


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Capitolo 5
*** 4°- I buchi sulle guance sono più belli ***


Al suono del campanello, Niall aprì la porta. Due bambine gli saltarono subito addosso, attaccandosi una per gamba, non permettendogli di muoversi.

-ciao furbette! Vedo che siete piene di energia!- esclamò lui ridendo, scompigliandogli ad entrambe i capelli.

Poi riportò l'attenzione a Louis, che gli stava parlando a bassa voce, così che Harry non riuscì a sentire nulla dal suo posto: si rifiutò di avvicinarsi.

Non riusciva nemmeno a vederlo e questo lo irritava assai. Lui non doveva odiarlo, ma invece Louis poteva ignorarlo?

-okay, tranquillo- gli rispose Niall. Il riccio vide che prese in mano un borsone, probabilmente con tutto il necessario per le bambine. -non sono solo, ho chiamato aiuti- e si girò verso Harry, che sorpreso si rimise all'attenti.

-Harry è bravissimo coi bimbi, non hai nulla di cui preoccuparti- lo rassicurò Niall.

Louis forse si stava permettendo di giudicarlo?! Senza conoscerlo? Harry non resistette oltre ed uscì allo scoperto.

-ciao Louis!- esclamò, tirando un sorriso, che più falso di quello non poteva fare.

-Harry- fece un cenno di saluto lui, senza scomporsi. Poi si voltò subito verso il biondo e il riccio non si era mai sentito in vita sua così trasparente come in quel momento.

-ti ho detto tutto, ora vado che se no arrivo in ritardo- gli disse. Si abbassò, dove ancora attaccate alle gambe di Niall c'erano le sorelline.

-il vostro fratellone ora deve andare. Mi raccomando, vi ho già detto come dovete comportarvi in macchina- gli ricordò, guardando prima una e poi l'altra. Due gocce d'acqua. -se Nello mi chiama dicendomi che state facendo le monelle, vi vengo a prendere e niente dolce stasera, okay?- le vide annuire e poi si rialzò.

Intanto Harry si stava mangiando le interiora, nell'udire il nomignolo che aveva dato a Niall.

-allora io vi lascio, arriverò per le sei, se c'è traffico ti faccio sapere. Grazie ancora-

-di nulla! Buona fortuna!- lo salutò Niall, mentre lui si allontanava dalla porta.

Harry non lo salutò, anzi, incrociò le braccia e si diresse in cucina.

Sentì la porta chiudersi, vari schiamazzi, e poi il biondo fece l'entrata nella stanza, con le due bimbe in braccio, una da una parte e una dall'altra.

-ora vi presento una persona molto simpatica, anche se ora ha il broncio peggio di Grinch- sussurrò l'ultima frase nelle loro orecchie e le bambine scoppiarono a ridere.

Harry lo fulminò con gli occhi, per poi avvicinarsi e mettere su un sorriso. Anche se il fratello era intrattabile ed antipatico, le bimbe sembravano adorabili.

-piacere, io sono Harry- si presentò.

-io mi chiamo Phoebe e ho cinque anni!- esclamò una. Mentre l'altra stette in silenzio, finchè Harry non gli ripetè la stessa domanda e gli rispose con un sussurro – Daisy...-

-Daisy è timida, ma tranquillo che se prende confidenza è peggio di sua sorella- gli spiegò Niall ridendo. Appena Phoebe mise un piede a terra, saltò in braccio ad Harry.

-ehi!- rise lui, preso alla sprovvista. Daisy invece, rimase nascosta dietro una gamba del biondo, non intenzionata ad uscire allo scoperto.

-Louis ha solo due sorelle piccole?- chiese Harry, accorgendosi solo dopo della domanda che aveva fatto.

Niall scosse la testa. -c'è anche Fizzy e Lottie, ma loro sono da amiche. Le due furbette ce l'abbiamo noi invece!- esclamò, andando verso Phoebe e facendole il solletico. Lei si agitò tra le braccia del riccio, per cercare di scappare dalle mani che le stavano dando fastidio. -Basta Nè!- urlò tra le risate.

Ed Harry si chiese perchè il suo amico continuava a ripetere di non saperci fare coi bimbi... sembrava così legato a loro!

* **

-è la prima volta che badi a loro?- gli chiese il riccio, mentre tiravano fuori dal borsone vari giocattoli e bambole, che le bimbe stavano aspettando.

Niall scosse la testa. -è la prima volta che bado a loro per così tante ore. Solitamente le porto a mangiare un gelato, quando Louis mi chiede se posso distrarle-

Harry rimase a pensare a quella frase per qualche minuto.

-perchè dovresti distrarle? Da cosa?-

-dai problemi in famgilia- sussurrò, per non farsi sentire dalle piccoline. -possiamo parlarne dopo?-

lui annuì, per poi riportare l'attenzione a Daisy e Phoebe.

-giochiamo con le barbie?!- esclamò. Phoebe urlò un si in risposta, mentre Daisy si attaccò alla gamba di Niall.

Si ritrovarono poco dopo, seduti per terra, davanti al divano. Appena il riccio aveva preso in mano il Ken, Phoebe glielo tolse di mano e gli dette una barbie, dicendogli che lui doveva fare la ragazza.

Ci era rimasto un po' male, infondo lui era un ragazzo, perchè dargli la parte della barbie?

Niall invece era seduto sul divano, insieme a Daisy, cercando di convincerla a giocare con loro.

-ora devi andarti a truccare!- esclamò Phobe, indicandogli la scrivania con lo specchio in miniatura. Harry portò la barbie a sedersi e guardò in panico gli oggetti sistemati sopra questa.

-il pettine!-

-oh!- esclamò lui, prendendolo in mano e cominciando a pettinare la barbie in modo goffo.

-prendi quel vestito rosa e mettiglielo- lo continuò ad istruire la piccola, senza perdere nemmeno un suo movimento, controllando che stesse facendo tutto giusto.

Harry dovette spogliare la bambola e si sentì un idiota a cercare di sfilarle gli abiti.

-tranquillo amico, non credo che nella realtà ti capiterà mai una situazione del genere- rise Niall, prendendolo in giro.

Harry gli lanciò un'occhiata, per poi continuare nel suo lavoro.

Alla fine, cominciò a prenderci la mano a cambiare vestiti, pettinare e fare danzare le barbie. Phoebe non lo guardava neanche più insistentemente e questo voleva dire che aveva la sua approvazione.

Ad un certo punto, il riccio vide Phoebe sbadigliare e stropicciarsi gli occhi con le manine.

-hai sonno piccola?- gli chiese dolcemente. Lei annuì, per poi portare la mani in avanti. Harry capì che voleva essere presa in braccio, così , stretto da una sensazione di pura dolcezza verso quel mostriciattolo, portò le mani sui suoi fianchi e se la portò verso il petto. Phoebe appoggiò una guancia sulla sua maglietta e un pugno stretto ad essa. Non fece in tempo a cullarla, che già si era addormentata.

Sorrise a quella vista. Le spostò un ciuffo di capelli biondi dalla fronte e si alzò piano da terra. Si voltò verso il divano e vide una scena adorabile. Niall era mezzo sdraiato sul divano e stretto a lui c'era Daisy, tutti e due con gli occhi chiusi.

Stando attento a non fare movimenti bruschi, prese il cellulare e con una mano sola, riuscì a scattare una foto a quella scena.

Decise di portare la bambina tra le sua braccia sul letto, così andò nella camera di Niall e appoggiò delicatamente il corpicino, coprendola con il lenzuolo.

Ritornò in sala e portò anche Daisy al fianco di Phoebe.

-Niall- lo chiamò a bassa voce, per svegliarlo. Gli dispiaceva interrompere il suo sonno, ma avevano un discorso in sospeso e poi avrebbe potuto dormire quella sera.

-uhm..altri dieci minuti mammina!- borbottò, per poi affondare il volto nel cuscino.

Harry rise, per poi scuotergli la spalla. -non sono la tua mammina e alza quel sedere Neil!- gli esclamò, ottenendo dal biondo una cuscinata in faccia.

-stronzo- gli disse, mettendosi seduto e stiracchiandosi.

Il riccio aspettò che si svegliasse completamente, per poi comincare a tormentarlo.

-voglio sapere che succede in casa di louis-

-non sono affari tuoi- gli rispose brusco lui, ancora arrabbiato per il risveglio.

-hai detto che ha dei problemi. Voglio saperlo e ora me lo dirai-

-sai che ha volte sei proprio un rompi balle?-

-ohhh che tenero!- esclamò lui. - Niall che ammorbidisce gli insulti!-

-zitto- lo richiamò lui, per poi sospirare. -voglio prima un caffè e un abbraccio-

-affare fatto!- accettò il riccio, saltandogli subito al collo.

** *

I due ragazzi si ritrovarono in cucina, con una tazza di caffè in mano per ciascuno e seduti uno di fronte all'altro al tavolo.

-perchè se lo odi così tanto, ti interessa sapere cosa succede?- gli chiese curioso Niall, anche se in relatà, sapeva già la risposta.

-primo, non lo odio, non mi piace è diverso. Secondo, anch'io ho avuto problemi in famiglia...-

-e vorresti provare ad aiutarlo- completò Niall la frase.

-no!- esclamò Harry, saltando sulla sedia. -okay...forse si, dipende da come si comporta con me- disse alla fine, sospirando. Certo, Louis non gli piaceva, ma come poteva non provare ad aiutarlo? Anche solo dicendogli che qualsiasi situazione stesse vivendo, sarebbe migliorata? Lui sicuramente questo non poteva affermarlo, visto che la sua di situazione non era affatto migliorata in realtà, semplicemente lui era scappato dal problema, ignorandolo, ma era l'unica soluzione o almeno così pensava.

Niall rise. - sei troppo buono Harry. Aiuteresti anche un criminale che sta cercando rifugio-

lui sbuffò, anche se sapeva che era la verità. Sua madre gli aveva sempre detto che questa sua qualità prima o poi gli si sarebbe rivoltata contro. Si ricordò di quando, da piccolo, aveva aiutato un bambino a rialzarsi dopo una brutta caduta, ma appena fu in piedi, spintonò Harry per poi andarsene ridendo. Sua madre era andata subito in suo soccorso, assicurandosi che stesse bene. -sei stato bravissimo ad aiutare quel bambino, ma visto? Lui poi non ti ha ringraziato. Harry, tu sei fantastico e nessuno ti meriterà mai, ma devi fare attenzione. Non puoi donare tutta la tua bontà a tutti, perchè pochissimi sono come te e te la restituiranno. Mi prometti che da ora in poi, prima di aiutare qualcuno, ci penserai?- e beh, Harry ci aveva provato a pensarci, ma era davvero difficile per lui. Appena vedeva qualcuno in difficoltà, l'unica cosa che aveva in mente era "devo aiutarlo" e così era anche ora.

-ora mi racconti?!-

-lo sai che se Louis scopre che te l'ho detto, mi fa fuori?-

-problema tuo- alzò le spalle Harry. - cercherò di fare il possibile per salvarti, ti offrirò anche un rifugio- disse, riprendendo la frase detta prima dal biondo.

Niall si passò le mani tra i capelli, per poi prendere un respiro.

-non hanno una bella situazione in famiglia- cominciò. - tutto il peso di questa è sulle spalle di Louis, e non intendo solo accompagnare le bambine a scuola o sistemare casa, ma anche le spese che questa comporta-

Harry spalancò la bocca. Da quello che Niall gli aveva detto, Louis aveva una famiglia davvero numerosa, come poteva badare a tutti?

-e sua madre?- chiese il riccio.

Il biondo alzò le spalle. -quella povera donna sta cercando di fare il possibile. Lavora notte e giorno ad un hotel, come donna delle pulizie e tutto il guadagno lo porta a casa, ma non è sufficente-

Harry lo interruppe un'altra volta, troppo scosso dal racconto per stare in silenzio.

-come sono arrivati a questa situazione? E il padre?-

-il padre è la causa di tutto- sospirò Niall, avendo sentito quella storia uscire dalle labbra di Louis molte volte. -nessuno desidererebbe un padre così a nessuno- sussurrò lui. -Louis non mi ha mai raccontato tutto, ma da quello che ho capito, ormai a quell'uomo non interessa nulla della famiglia, sta via per settimane, per poi tornare magari ubriaco, mena la moglie, per poi uscire di nuovo dalla porta..-

alzò lo sguardo su Harry, che ora lo stava guardando con un misto di terrore, tristezza e compassione.

-credo pure che alzi le mani a Louis...-confessò Niall. -alcune volte viene da me ridotto come uno straccio e in quelle situazioni non apre bocca, così mi limito a medicarlo. Ho paura che gli faccia anche qualcosa di ancora più terribile..ma non voglio pensarci- scosse la testa, cercando di scacciare via quel pensiero.

Harry ormai stava trattenendo il pianto, ma una lacrima gli sfuggì, bagnandogli una guancia.

Aveva sempre pensato che suo padre fosse il peggiore che potesse esistere, ma si dovette ricredere. In confronto, suo padre era un angioletto che tutti avrebbero dovuto amare.

-i-io ho bisogno un attimo d'aria- farfugliò Harry, per poi uscire dalla stanza ed andare in balcone. Prese una sigaretta dal davanzale e l'accese. Solitamente non fumava mai, solo quando era particolarmente stressato o stava per crollare se ne concedeva una.

Subito dopo, uscì anche Niall, trovando il ragazzo seduto a gambe incrociate sul pavilmento.

Si sedette anche lui vicino, aspettando che parlasse.

-ero convinto che nessuno vivesse la mia situazione, invece... c'è qualcuno che vive di peggio- mormorò.

-sai che c'è anche peggio di questo nel mondo- gli disse Niall.

Lui annuì. - certo, ma sono cose che vedi solo in tv e non le senti veramente, mentre tutto questo è vicino, sta succedendo a persone che conosco e ....e non so, il mondo fa schifo- concluse, singhiozzando.

Niall lo prese tra le braccia, cercando di calmarlo.

-mi sento una schifezza, per non aver mai pensato che qualcuno di così vicino avrebbe potuto stare peggio di me, sono stato un egoista, lo sono-

il biondo lo staccò da se. - ehi, non dire questo. Sei la persona più generosa che conosca- gli disse severo, poi addolcì il tono. -Harry, il mondo non ti merita. Stai piangendo per una persona che conosci a malapena e che odi per giunta! E non dire che sei triste perchè non pensavi che e altre cavolate, ti conosco e ti adoro per questo. Nessuno dovrebbe essere in una situazione del genere, ma nel mondo c'è anche la cattiveria, e noi dobbiamo solo cercare di cacciarla via, ogni volta che si presenta...non possiamo farla sparire- continuò ad accarezzargli i capelli, finchè non sentì il corpo del riccio smettere di tremare.

-perchè Haly sta piangendo?- chiese una vocina all'improvviso. Si girarono tutti e due verso la portafinestra e videro Daisy con un pugno sull'occhio e i capelli da tutte le parti.

-non sto piangendo- disse Harry, tirando su il naso e asciugando le ultime lacrime.

La bambina si avvicinò a loro e aprì le braccia, chiedendo silenziosamente di essere presa in braccio. Harry rimase un attimo immobile. Guardò Niall, anche lui con un espressione accigliata. Era la prima volta che Daisy gli rivolgeva la parola e sembrava proprio che volesse essere presa in braccio da lui. non la fece aspettare troppo, mettendola sulle sue gambe e sistemandole un po' i capelli disordinati.

-non piangere- gli disse lei, inclinando di poco il capo. - i buchi sulle guance sono più belli- premette le ditina sulle sue guance, proprio nel punto dove solitamente gli facevano visita le due fossette.

-hai ragione piccola. Andiamo a svegliare la tua sorellina e fare merenda?- le chiese con un sorriso.

Era davvero felice che finalmente anche Daisy si era aperta con lui, anche se ci era voluto che piangesse.

Lei annuì, per poi ancorarsi al suo collo con le braccia.

-grazie- disse a Niall, alzandosi da terra.

-sempre a tua disposizione amico- disse lui sorridendo, seguendolo all'interno.

Il riccio guardò dalla porta Phoebe che ancora dormiva, ignara di tutto quello successo in cucina. Pensò a come dovessero sentirsi quelle piccoline in casa, come vivessero quella situazione e gli venne di nuovo un groppo alla gola. Chissà se il padre avesse picchiato anche loro...o se avessero visto la madre indifesa contro lui. Si riscosse ed andò verso il letto, sempre con Daisy tra le braccia.

-Phoebe, piccola- sussurrò. Le accarezzò la spalla scoperta e lei si girò, ma senza aprire gli occhi.

-tua sorella è una dormigliona eh?- si rivolse ridendo verso Daisy, che annuì.

-di la c'è la merenda che ci aspetta Phoebe- provò con un'altra tattica, che funzionò, visto che dopo tre secondi, una manina si alzò e prese un riccio di Harry.

-ahio!- esclamò lui ridendo. Le fece il solletico con la mano libera, per cercare di liberare i suoi poveri capelli, ma senza successo.

Non sapeva come, ma alla fine si ritrovò con Phoebe sulle sue spalle, ancora con la ciocca riccia nella sua mano e l'altra appoggiata sulla sua testa. -merenda!- squittì, mentre rideva tranquilla.

Harry dovette arrivare in cucina con le due bambine arpionate a lui e appena Niall lo vide, scoppiò a ridere.

-vedo che ormai siete entrati in confidenza- confermò, scompigliando i capelli a Daisy, visto che Phoebe era troppo in alto per arrivarci.

-allora, vuoi scendere a fare merenda, o pensi di farla da lassù?- chiese Harry, appoggiando Daisy a terra.

-io non scendo! Pane e nutella!- urlò felice nelle orecchie del riccio, che strizzò gli occhi, appena vide Niall con in mano un vassoio pieno di panini farciti.

Niall continuava a ridere, vedendo gli inutili tentativi di Harry di far scendere Phoebe.

-ecco a te!- e gli passò alla bambina un panino con la nutella.

-ew no!- esclamò Harry. - non puoi farla mangiare sopra ai miei adorati capelli! Già ne sta tenendo in ostaggio una ciocca!-

-Phoebe, mi raccomando, poi togli le briciole scompigliandoglieli bene- invece disse Niall, ignorando la richiesta d'aiuto del ragazzo.

-Niall! Almeno tu dovresti essere dalla mia parte! Traditore!-




°° °°°°°°°°

ed ecco il 4° capitolo! 

Phoebe e Daisy sono adorabili, no? io le amo *^*

fatemi sapere che ne pensate, se davvero Harry odi Louis e il perchè Louis si comporti così freddamente con il riccio!

alla prossima,

-EmLy


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Capitolo 6
*** 5°- Potresti rimanere al telefono con me? ***



Passarono le ore restanti davanti alla Tv, guardando i cartoni. Phoebe ormai aveva deciso che da quel momento in avanti avrebbe abitato sulla testa di Harry e lui aveva rinunciato a farla scendere. Il riccio era seduto a terra, mentre lei sul divano, così da non pesargli, ma con le gambe a penzoloni sulle sue spalle.

Quando suonò il campanello, Niall esclamò – è arrivato Louis!- e così Daisy corse verso la porta, mentre Phoebe istruì Harry di alzarsi.

Louis entrando, salutò Niall, ringraziandolo di tutto, per poi prendere in braccio Daisy.

-vi siete divertite?- le chiese sorridendo, ma  non sembrava molto convinto.

Niall gli si avvicinò, forse anche lui notando quella smorfia e gli sussurrò qualcosa. Louis voltò la testa e guardò Harry per qualche secondo, per poi rispondere a Niall. Lui annuì sospirando.

-Phoebe? Tu non vieni a casa?- gli chiese, facendo un cenno di saluto al riccio.

Lei scosse forte la testa. -è bello quassù, meglio che a casa- e forse se un passante avesse sentito quella frase, l'avrebbe presa sul ridere,convinto che la bambina stesse scherzando. Ma Harry vide dietro quella frase mille sfumature e forse anche Louis, visto che abbassò lo sguardo e fece una strana smorfia con la bocca.

-dobbiamo andare Pho'- la richiamò questa volta, con un tono più basso e meno allegro.

La bambina non sembrava intenzionata di scendere, così Harry intervenne, anche se una parte di lui voleva proteggerla e tenerla stretta a sè.

-Phoebe, lo sai che se schiaccerai ancora un po' i miei capelli, non saranno più ricci e tu non vuoi questo, vero?-

-ricci! Mi piacciono i ricci- annuì lei.

-allora dovresti scendere, così la prossima volta saranno ancora ricci- e vedendo che finalmente aveva mollato la presa, la portò a terra.

-ma io voglio stare con Harry!- esclamò, mentre i suoi occhi cominciarono a riempirsi di lacrime.

Il ragazzo allora la riprese in braccio e la cullò. -ehi ehi, niente lacrime- le sussurrò.

Intanto Louis guardava la scena, senza saper che fare. Non era mai successo che Phoebe piangesse per una cosa simile, essendo di carattere molto simile a lui. Quando gli diceva che era ora di andare, lei lo seguiva con il sorriso.

-ci rivedremo di nuovo piccola, ma ora devi andare a casa, c'è tuo fratello che ti sta aspettando-

Phoebe lo guardò negli occhi, gli lasciò un bacetto sulla guancia, per poi scendere dalle sue braccia e correre da Louis.

-Boo!- esclamò ancora in lacrime, mettendo il viso sulla sua spalla. -Harry giocherà ancora con me?-

Louis le accarezzò i capelli sorridendo. -si, certo. Se lui vorrà si- la rassicurò. Alzò lo sguardo verso il riccio e gli sorrise.

Harry sobbalzò. Louis gli aveva appena sorriso? Non stava sognando? Non sapeva se era più emozionato per l'avvenimento o per il bianco e splendido sorriso che non pensava potesse appartenere a Louis.

-c-certo che voglio!- si ricompose. -appena avrò del tempo libero, verrò a trovarti- la rassicurò.

Phoebe tirò su col naso e sorrise.

Louis riuscì a portarle via da quella casa, allacciando entrambe nei propri seggiolini in macchina, per poi avvicinarsi a Niall ed Harry, che erano all'entrata ad osservare la scena.

-grazie ancora- disse e il sorriso che prima lo aveva illuminato, ora era completamente sparito, sostituito da un'espressione affranta.

-vedrai che ti chiameranno- gli sussurrò Niall, per poi salutarlo. Lui abbassò lo sguardo e scosse la testa.

Appena la macchina girò l'angolo, Harry si volse verso il biondo. -non lo hanno preso?- chiese alla velocità della luce, tanto che il ragazzo fece fatica a capire.

-gli hanno detto che cercavano altre caratteristiche, ma che se avessero avuto bisogno, l'avrebbero contattato-

-e questo significa che non si faranno vivi- concluse Harry, essendoci già passato. Rientrarono nell'appartamento in silenzio, finchè il riccio non aprì di nuovo bocca.

-non hai mai pensato di aiutarlo, magari portandogli la spesa o il materiale per la scuola per le sorelle?-

Niall sospirò. -certo che ci ho provato e non sono stato l'unico, anche Jose ha provato a dargli una mano-

-e?- cercò di spingerlo Harry nel continuare. Dalla sua faccia, non doveva essere finita bene.

-e ci ha urlato contro che noi non siamo nessuno e non dobbiamo permetterci di fargli l'elemosina, che lui è l'unico responsabile a badare alla famiglia- prese fiato – l'unico aiuto che ci permette, è quello di badare qualche volta alle sorelline, nulla di più- gli spiegò.

-quel ragazzo è da strozzare- confermò Harry, storcendo la bocca alle parole dell'amico.

-è testardo- lo corresse Niall. - è un bravo ragazzo, non vuole pesare sulle spalle di nessuno, eppure lascia che tutto gli si depositi sulle sue. Non comprende che qualche volta, anche il più inscalfibile ha bisogno di aiuto-

* **

Dopo aver dato una pulita alla sala, risistemando sopratutto la bandiera Irlandese al suo posto, finalmente si misero a letto. Non avendo una stanza degli ospiti e rifiutandosi di far dormire l'amico su quel divano scomodo, come sempre, si ritrovarono nel letto a due piazze di Niall. Harry provò a dormire, ma il suo cervello non smetteva di lavorare, così si mise a pancia in su.

-Neil? Sei sveglio?- lo chiamò in un sussurro.

Niall si mosse e fece un verso.

-stavo pensando...-

-quando pensi mi spaventi Styles- mormorò il biondo, girandosi verso di lui e guardando il suo profilo.

-Louis vuole prevedere autonomamente all'entrate in famiglia- continuò lui, ignorandolo.

-mh mh- confermò Niall.

-e se lo aiutassi in questo?-

-Harry, ho sonno. Puoi parlare con il mio linguaggio?- gli chiese disperato Niall.

- voglio aiutarlo a trovare lavoro- gli spiegò lui, ottenendo un "ohh" di risposta dall'amico. - e come pensi di fare? Non puoi fare i colloquio a posto suo-

-tu come lo vedi? Intendo, fisicamente,che ne pensi?- gli chiese imbarazzato Harry. Sperò che grazie al buio della stanza, non si notasse il leggero rossore sulle sue guance.

-uhm, non è il mio tipo... sai, preferisco senza aggiuntivi, se capisci cosa intendo-

-non ti sto chiedendo se ti piace in quel senso!- lo riprese lui, diventando ancora più rosso. -oggettivamente, com'è?-

-è un bel ragazzo credo- rispose Niall, con voce assonnata e socchiudendo gli occhi.

-okay, quindi abbiamo appurato che non è per nulla male. Io lavoro nel mondo della moda ed ho contatti...-

-vorresti proporlo come modello??- esclamò Niall, sedendosi sul letto, ora improvvisamente interessato della questione

Harry annuì debolmente.

-credo che abbia tutte le caratteristiche. Forse è un po' basso, ma nelle foto non si vedrà-

-oh mio dio! È sempre stato il sogno di Louis e tu glielo stai offrendo!- probabilmente era più entusiasta lui, che lo stesso interessato.

Harry rise a quella reazione esagerata.

-secondo te accetterà?- chiese a bassa voce il riccio, tornando serio.

-continui a ripetere che Louis non ti piaccia, eppure lo stai aiutando e si, accetterà- Niall sorrise, per poi tornare con la testa sul cuscino e neanche dopo tre secondi, cadde in un sonno profondo.

Harry invece rimase ancora sveglio a ripensare a quello che si erano detti. Niall avevo detto che Louis era un bel ragazzo e aveva ragione.

È più che "un bel ragazzo", è bellissimo.

Arrossì subito a quel pensiero e si coprì il viso con le mani. Non poteva pensare a questo su di Louis perchè primo, era irritante, secondo, sicuramente era etero e aveva tutte le ragazze che gli crollavano ai suoi piedi.

Niente complessi Harry! Si rimproverò da solo, anche se non riusciva a togliersi dalla testa quel primo sorriso che Louis gli aveva donato. Avrebbe voluto vederlo ogni giorno.

Per sempre.

** *

i giorni successivi passarono monotoni. Harry veniva svegliato da Gemma, che gli lanciava puntualmente un cuscino in faccia, poi andava a lavoro e tornava stravolto, con la tavola apparecchiata ad attenderlo.

Ogni sera, prima di andare a letto, chiamava Niall e gli chiedeva se aveva notizie di Louis. Il biondo gli aveva riferito l'idea di Harry e da quello che sapeva lui, Louis si sarebbe messo a ridere, per poi chiudere il discorso, senza una risposta effettiva.

-ti ha risposto?- gli chiese ancora una volta.

Niall sospirò. - gli ho scritto stamattina e mi ha risposto dicendomi che ti avrebbe chiamato lui-

-cosa?!- esclamò il riccio, scattando in piedi dal letto.

-gli ho detto che avrei riferito io, ma lui mi ha ribadito che vuole essere lui a chiamarti e darti la risposta-

-quanto è antipatico..- borbottò lui.

Niall rise a quella frase e poi cambiarono argomento, raccontandosi com'era andata la giornata ed organizzandosi per il prossimo incontro.

Harry si addormentò con il cellulare ancora all'orecchio, mentre dava la buonanotte al biondo.

Cadde in un sonno tranquillo, quando venne svegliato all'improvviso da Gemma che lo scuoteva per la spalla.

-che succede?- mormorò lui, stiracchiando le gambe.

-primo, ti sei addormentato con ancora i vestiti e sopra le coperte, e ti assicuro che si muore di freddo in questa casa. Secondo, il tuo cellulare non smette di suonare e mi da fastidio mentre guardo la tele- disse la sorella a bassa voce, con una coperta sulle spalle,che teneva i lembi in mano.

Harry non aveva il sonno pesante solitamente, ma come quel giorno, quando era esausto, il suo corpo non gli permetteva di aprire gli occhi finchè non avesse ricaricato del tutto.

-non potevi mettermi una coperta e spegnere il cellulare?- le chiese, mentre si passava una mano sugli occhi.

Gemma gli tirò una piccola sberla sulla fronte, per poi uscire dalla stanza.

-ahio! Ehi!- esclamò lui, pronto ad insultarla, ma lei si era già volatilizzata.

Visto che oramai era sveglio, si alzò seduto sul materasso e prese in mano il cellulare. Era l'una e un quarto, chi diamine gli telefonava a quell'ora?

Guardò le chiamate perse e vide che erano di un numero sconosciuto, che non aveva mai salvato nella rubrica.

Avrebbe tanto voluto mandare un bel messaggio a quel numero, magari mandandolo a quel paese, ma prese un respiro e si calmò. Se aveva chiamato così tante volte, quattro per essere precisi, ci sarà stato un motivo valido.

Allora prese una decisione: premette su quel numero e fece partire la chiamata. Dopo vari squilli e solo silenzio, ci rinunciò.

Rimase a fissare il muro davanti a lui per qualche secondo, per poi riprendere in mano il cellulare.

Si era permesso di disturbarlo a quell'orario? Bene, allora ora toccava lui svegliarlo.

Rifece partire la chiamata. Dopo tre squilli, qualcuno rispose. Sentendo solo un respiro, anche abbastanza pesante, Harry arricciò il naso.

-pronto?- sussurrò.

-s-sono Louis- la voce gli tremava, fece allarmare il riccio, che subito si mise in allerta.

Sentì il liscio prendere un respiro e poi continuare a parlare, ora con voce più ferma, impassibile.

-volevo ringraziarti per l'opportunità che mi hai proposto..-

ogni preoccupazione che aveva avuto Harry, sparì all'istante. L'aveva chiamato a quell'ora per dargli una risposta?!

-Louis, ti rendi conto di che ora è? Non puoi chiamare la gente di notte per questioni di non emergenza!- esclamò spazientito.

Silenzio.

Poi si sentì uno sbattere di una porta e un sussulto da parte del ragazzo dall'altra parte della cornetta.

Sembrava spaventato..e perchè in casa sua sbattevano le porte di notte?

Silenzio.

-Louis? Che succede li?- gli chiese in un sussurro, addolcendo il tono, ricordandosi di quello che gli aveva raccontato Niall sulla sua famiglia e suo padre in particolare.

-volevo dirti che accetto la tua proposta- invece rispose lui, come se non avesse sentito nulla di quello che aveva detto Harry.

-okay..- mormorò lui confuso. Aspettò che Louis gli dicesse buonanotte o che buttasse giù la chiamata, ma invece nulla.

-Louis...io dovrei andare a dormire- provò a dirgli, ma ci fù solo altro silenzio. -Buonanot- venne interrotto dal ragazzo, che finalmente aprì bocca.

-p-potresti rimanere al telefono con me? Solo per u-un po'..- disse a bassissima voce, tanto che Harry dovette avvicinare di più il cellulare all'orecchio.

Non avrebbe mai creduto che un tipo come Louis potesse fare una richiesta del genere o che semplicemente potesse essere così fragile, perchè dalla voce si capiva che era in un momento di crollo.

-certo- disse poco sicuro. Si mise sdraiato sul letto ed attese qualcosa da quel ragazzo, ma lui non aprì bocca. Era una situazione abbastanza imbarazzante, visto che fino a prova contraria, lui odiava quel ragazzo.

-vuoi parlare o rimaniamo in silenzio?- chiese, senza sapere che fare.

-parla tu-gli sussurrò e così lui fece, cominciò a parlare, a raccontargli che aveva fatto quel giorno, di come sua sorella si ostinava a saltargli addosso nei momenti meno opportuni e di come era terribile a cucinare i dolci. Riuscì a fargli scappare qualche risolino e non poteva che esserne felice Harry, sentendo quella debole risata, sicuro che si stava perdendo dei fantastici sorrisi.

Andò avanti per quasi un'ora, poi ad un certo punto non sentì più Louis, che ogni tanto gli dava segno di stare ascoltando, così si bloccò.

-Louis?- lo chiamò, ma non sentendo risposta, sorrise al pensiero che si fosse addormentato, con il suono della sua voce.

-buonanotte- mormorò, anche se sapeva che non poteva essere sentito, per poi chiudere finalmente quella strana chiamata, eppure piacevole.

** *

-Lyana- chiamò Harry, appena la vide seduta di fronte al computer. Le aveva già accennato di un suo "amico" che avrebbe tanto voluto intraprendere la strada della moda, ma mai le aveva detto che sarebbe venuto da lei, sotto sua idea.

-Harry!- esclamò lei, voltandosi verso di lui con un sorriso. - stavo giusto mandando delle tue foto, per la casa italiana-

oh. Harry si era completamente dimenticato che tra solo tre settimane sarebbe dovuto partire, per non so quanto tempo, per Roma. In quei giorni aveva avuto altro a cui pensare, sicuramente meno importante, ma più urgente. Non era ancora riuscito a dirlo a Niall, immaginandosi il suo volto trasformarsi in una maschera di tristezza.

-bene...- mormorò, imbarazzato. -senta, le volevo parlare, di una questione importante, almeno per me-

-dimmi tutto caro- lo spronò, facendogli cenno di sedersi sulla sedia di fianco a lei, così che si ritrovarono uno di fronte all'altra.

Non era molto convinta che la sua idea fosse stata geniale. Sicuramente avrebbe potuto far entrare Louis in qualche casa di moda, ma non nella sua. Lui era partito da una piccola rivista locale e poi si era ritrovato li, tra i modelli più famosi del paese.

Il problema era che, un lavoro come quello, non riusciva a darti abbastanza per mantenere un'intera famiglia: a malapena Harry era riuscito a comprarsi da mangiare a sufficienza. La soluzione era farlo lavorare li, in quella casa. Non avrebbe potuto comprarsi vestiti di marca, ma avrebbe potuto badare alle sue sorelle.

-le volevo chiedere un favore- non si sarebbe mai permesso di parlare in quel modo davanti ad un suo superiore, ma Lyana era diversa. Da subito si era comportata in modo diverso dagli altri, con Harry, quasi da amica.

Lei lo guardò fisso negli occhi. -vedremo che si potrà fare- disse tranquillamente.

Il riccio prese un grosso respiro, per poi parlare. - ho un amico, il quale ambisce alla carriera di modello. Stavo pensando, che se lei potesse conoscerlo, sarebbe fantastico..- andando avanti, la sua sicurezza diminuì sempre più, a causa dell'espressione comparsa sul viso della donna.

-Harry, tu ti sei guadagnato questo posto, giusto?- lui annuì. - bene. Ora tu mi stai chiedendo di offrire un posto di lavoro ad un tuo amico, solo perchè lui te l'ha chiesto? Non mi sarei mai aspettata un'uscita del genere da te-

-no!- esclamò lui, spaventato da una possibile sua reazione. - lui non me l'ha chiesto, anzi, sono stato io a spronarlo ad accettare..- sussurrò.

-e perchè mai?- chiese ormai curiosa. Certo, le era capitato che alcuni suoi modelli, cercassero di convincere dei loro amici a seguire la loro stessa strada, ma non sembrava il caso di Harry.

-ecco, ha dei problemi in famiglia e ha bisogno di un lavoro. Ha sempre sognato di fare parte di questo mondo, ma non ne ha mai avuto la possibilità. Potrebbe ovviamente cominciare come ho fatto io, ma non ricaverebbe delle sufficienti entrate- le spiegò con tono sottomesso.

-ho capito- disse lei. - ma non posso-




°° °°°°°°°°

Nuovo capitolo!

Harry riuscirà a convincere Lyana? oppure la situazione rimarrà tale? 

votate e soprattutto commentante! così che  possa sapere se vi sta piacendo o meno ^^


alla prossima,

-EmLy


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Capitolo 7
*** 6°- Non dire mai più che sono basso! ***



-ho capito- disse lei. - ma non posso-

Harry sentì una fitta al petto.

-mi stai chiedendo di agevolare la carriera di un ragazzo ed è contro la mia etica- gli spiegò tranquillamente, senza lasciar trasparire nessuna emozione.

Lui annuì, pronto a ricevere la sconfitta. Abbassò il capo e pensò che avrebbe dovuto dirlo a Louis, rompere quel sogno. Poi gli venne in mente il Louis della sera prima, quello a cui tremava la voce, quello a cui sembrava aver bisogno di qualcuno che lo stringesse a sé e gli sussurrasse parole di conforto.

No. non avrebbe alzato ora la bandiera bianca, pronto a ritirarsi.

Alzò lo sguardo sulla donna.

-non le chiederò mai più nulla, nemmeno un minuto di pausa dopo ore di lavoro. Se deciderà di annullare il mio volo per l'italia, l'accetterò e me ne tornerò a casa, ma voglio farlo a testa alta-

Lyana sgranò gli occhi, sorpresa da quelle parole.

-il ragazzo in questione si chiama Louis, in realtà mi sta antipatico, credo che sia scorbutico, maleducato e troppo chiuso per i miei gusti- decise di tirare fuori tutte le armi in suo possesso e una di queste era la "Pura verità". - ma appena l'ho visto, la prima volta, ho subito pensato che fosse uno dei più belli ragazzi che abbia mai visto e lo penso ancora. All'inizio non m'interessava aiutarlo, ma quando il mio migliore amico mi ha raccontato la situazione che stava vivendo lui e le sue sorelle, ho cambiato idea. Dovevo aiutare quel ragazzo, in qualsiasi modo. E l'unica possibilità è trovargli un lavoro, visto che nessun colloquio che ha avuto è andato bene- prese un respiro, pronto per ripartire nell'opera di convincimento, ma Lyana alzò un mano davanti al suo viso, facendogli capire di fermarsi.

-non so nemmeno perchè sono qui a discutere con te su questo argomento...- mormorò, ma poi si schiarì la voce e riprese la solita fermezza nella voce. - non sono una raccogli-cuccioli-feriti, ma ho un cuore anch'io. Mi rammarica che un tuo "amico" abbia intorno a sè una situazione del genere, ma non lavoro per fare l'elemosina a dei ragazzi e nemmeno a farmi mettere i piedi in testa da te, Harry-

-le sto solo chiedendo di incontrarlo una volta!- esclamò lui, spazientito.

-mi sorprende di come tu stia combattendo per lui, pur odiandolo e non conoscendolo-

Harry sussultò, per poi abbassare la testa. - i-io voglio solo aiutarlo, essendo in difficoltà... qualche giorno fa ho potuto conoscere le sue sorelle e sono a dir poco fantastiche e non meritano niente di tutto questo- sussurrò. Ormai sentiva la sconfitta incombere su di lui, e lacrime di disperazione cercavano di uscire. Non voleva certo fare la scena del bambino di fronte ad un personaggio importante come quella donna, ma lui era fatto così: quando aveva bisogno di piangere, piangeva. Secondo lui era molto meglio liberarsi subito e non tenere tutto dentro, rischiando che prima o poi esplodi senza controllo.

-ragazzo- lo chiamò Lyana, allungandosi ed appoggiando una mano sulla sua gamba, vedendo il corpo del riccio cominciare a tremare. -che ne dici di andare in bagno?- gli chiese dolcemente, alzandosi e lasciando che Harry la seguisse a debita distanza.

Scoppiò a piangere una volta che fu con la faccia sotto l'acqua del rubinetto. Lyana non fece nulla, rimase a qualche metro di distanza, aspettando che si calmasse.

-Harry, mi stai chiedendo qualcosa che ho già detto di non voler fare, e delle lacrime non mi faranno cambiare idea. Come ho già detto, mi dispiace per questo ragazzo, ma il posto da modello dovrà guadagnarselo, come tutti. Sto cercando di essere imparziale, non posso favorire un tuo amico solo perchè tu mi stai simpatico- gli disse una volta che si fu asciugato il viso con un panno.

Stava per risponderle, scusandosi di essere stato così opprimente, ma venne bloccato dallo squillo del suo cellulare. Lo tirò fuori dalla tasca e guardò il nome che lampeggiava, corrucciando le labbra.

-pronto?- rispose, voltandosi, per cercare di non farsi sentire dalla donna.

-ciao Harry, volevo scusarmi per ieri sera.- era Louis, il solito Louis freddo e distante. - non ti chiamerò più. Mandami un messaggio quando saprai qualcosa per il colloquio-

-Louis, non devi scusarti- sospirò, alzando gli occhi al cielo. - e riguardo a quella questione..- cominciò, ma il cellulare gli venne strappato di mano.

-è quel ragazzo?- gli chiese Lyana seria. Lui annuì poco sicuro, mentre vedeva la donna portarsi il cellulare all'orecchio.

-salve, sono Lyana, la fotografa di Harry. Non so tu chi sia, ma il ragazzo qui presente mi sta tormentando da giorni per la tua situazione- gli disse schietta. Harry rimase a bocca aperta.

-e non riesco a capire perchè ci tenga così tanto, visto che tra voi non scorre buon sangue-

-ehi!- la riprese Harry. Non poteva dire quelle cose in faccia a Louis.

-mi dispiace davvero tanto. Non volevo creare attrito tra voi..si vede che non è il mio anno- sussurrò l'ultima frase ed Harry non riuscì a sentirla. - è stato un piacere parlare con lei-concluse Louis, pronto a chiudere la chiamata.

Lyana invece sorprese di nuovo Harry. -riusciresti a mandarmi una tua foto entro mezz'ora? E ti voglio qui domani- concluse, riporgendo il cellulare al riccio, non lasciando nemmeno rispondere Louis.

-e che sia l'ultima volta, questa settimana non voglio sentire un solo sospiro e niente più lacrime davanti a me, chiaro?- anche se più che una domanda, era una minaccia, Harry annuì, ancora troppo stordito per rispondere. Aspettò che uscisse dalla porta del bagno, per poi riprendere la chiamata.

-Louis?- chiamò.

-se devi farti licenziare per me, la prossima volta sta zitto- lo riprese subito, per poi mettere giù. Harry non era del tutto sicuro, ma gli era sembrato di aver sentito un "grazie " sussurrato alla fine e gli andava bene così, non avrebbe mai preteso di più da lui.

** *

Harry uscì dalla zona delle foto, dopo che Lyana dichiarò pausa. Andò in bagno a rinfrescarsi la faccia, per poi andare sulla solita poltrona, dove prontamente delle ragazze cominciarono a sistemargli i capelli.

-Harry- lo chiamò Lyana, mentre veniva verso di lui. Le si mise di fronte.

-domani voglio te e il tuo amico qui alle due. Se tardate solo di un minuto, è fuori. Chiaro?-

-chiarissimo- cercò di rimanere serio, ma non riuscì a trattenere un sorriso per quella piccola vittoria.

-dalla foto non sembra male, ovviamente bisogna dargli una sistemata. Mi è sembrato un po' basso o sbaglio?- gli chiese alzando un sopracciglio.

Harry annuì. - lo è, ma non credo sia un problema per le foto-

-bene- concluse lei. -direi che puoi chiamarlo ora per informarlo- e se ne andò.

Harry si alzò dalla sedia ed andò verso i camerini, prendendo il cellulare e far partire la chiamata, anche se Louis gli aveva detto di inviarli semplicemente un messaggio. Non l'avrebbe mai ammesso a se stesso, ma voleva sentire la voce di Louis. Lo rilassava come solo la musica sapeva fare e quel tono da saccente nascondeva qualcosa di più e voleva scoprirlo.

-non ti avevo detto di non chiamarmi?- rispose così Louis alla chiamata, come sempre con l'aria da duro.

Peccato che ieri sera non era proprio la rappresentazione del "duro", pensò Harry, sbuffando nella mente.

-perchè dovrei seguire i tuoi ordini? Non lavoro per te, anzi, dovresti ringraziarmi, visto che ti ho trovato lavoro-

-ti ho già ringraziato, non vedo perchè dovrei rifarlo-

Harry alzò gli occhi al cielo. Sicuramente non si stava riferendo a quel "grazie" sussurrato, ma al ringraziamento freddo poco prima di quello.

-domani dobbiamo essere qui alle due- lo informò freddo.

-non posso-

-cosa?!- esclamò lui. - ci mancava che le leccassi le scarpe! E ora tu mi dici che non puoi venire a questo diamine di incontro?!- perse le staffe. Fino a che gli si rivolgeva da solito stronzo okay, ma dopo che si era umiliato per lui davanti a Lyana, no, non gli andava bene.

-devo tenere Phoebe e Daisy, non posso lasciarle alle mie sorelle-

-non puoi chiedere a Jose o a Niall se te le tengono?- provò a trovare una soluzione, portando le dita alla tempia e massaggiandosi la testa, che gli stava per scoppiare.

-Niall non bada a loro da solo, lo sai e Jose no-

non volle indagare oltre su Jose, visto che l'aveva detto con tono autoritario, come se non ammettesse nessun'obbiezione.

-okay...- sospirò esausto. - portale con te, da me- provò con l'ultima idea che gli veniva in mente. Non avrebbe proposto una baby-sitter, visto la situazione economica in cui si trovavano e portarle con lui, non gli sembrava una brutta idea. Avrebbe potuto rivedere Phoebe e poi poteva tenerle occupate durante il colloquio.

-no- rispose secco.

-cosa?!- era già la seconda volta, in pochi secondi, che esclamava quella parola, e non andava affatto bene. -Louis, ti sto offrendo un lavoro, ben pagato. Se ti prenderanno, dovrai venire qui diversi giorni a settimana, non potrai stare dietro alle tue sorelle- gli spiegò lentamente, utilizzando un altro metodo dal precedente. -parlerò con Niall e ti aiuterà con loro, ma per domani le porterai qui. C'è mia sorella che può tenerle d'occhio e casa mia è abbastanza spaziosa per loro.nessun problema, okay?-

aspettò in silenzio una risposta, che arrivò dopo vari minuti.

-okay-

** *

il mattino dopo, si ritrovò davanti alla stazione, ma questa volta non sarebbe dovuto partire lui. Louis aveva insistito per arrivare da solo a casa sua ed Harry aveva dovuto ripetergli mille volte che era molto più comodo che fosse venuto lui a prenderlo, piuttosto che girare per la città. Solo dopo avergli ricordato di aver dietro le sorelle, il ragazzo cambiò idea.

Harry guardò l'orologio e vide che Louis sarebbe dovuto arrivare a momenti. Non fece in tempo ad alzare la testa, che si ritrovò con un paio di braccine avvolte al busto, facendolo indietreggiare di poco.

-ehi!- esclamò ridendo. -ciao Phoebe! Visto che ci siamo rivisti?- le chiese, carezzandole i capelli. La piccola alzò il visino e gli regalò un sorriso grande, prima di lanciarsi ed aggrapparsi al suo collo.

-Phoebe! Non permetterti mai più di allontanarti così!- Harry sentì urlare da lontano. Guardò verso quella direzione e vide un Louis alquanto incavolato ed esausto: sicuramente fare un viaggio con loro non era semplice.

Phoebe fece un gemito strozzato, mordendosi il labbro inferiore. -è arrabbiato- sussurrò all'orecchio del riccio.

-già. Tranquilla, ti proteggo io, ma tu la prossima volta sta vicino a tuo fratello, okay?-

lei annuì, per poi poggiare la testolina sulla sua spalla.

Nel frattempo Louis era arrivato di fronte ad Harry. Lui si perse un attimo ad osservarlo: indossava una tuta, probabilmente per stare comodo in treno, eppure era splendido anche così, con i capelli scompigliati e due lievi occhiaie a contornargli gli occhi.

-ciao Harry- lo salutò lui.

-ciao, fatto buon viaggio?- gli chiese per essere gentile.

-se fossi stato da solo sarebbe andato meglio- rispose con un piccolo sorriso, indicando le due pesti. Daisy era in braccio a Louis, addormentata. Aveva le braccine sopra le spalle del ragazzo e il viso sul suo petto.

-ce la fai a tenerla in braccio?-

Harry aveva notato che sorrideva solo quando c'erano in giro le bambine o quando si parlava di loro. Probabilmente erano una delle cose più belle della sua vita, visto che ne era così orgoglioso.

-tranquillo, è da cinque anni che le tengo in braccio- gli rispose.

Harry riuscì a farsi dare il borsone che teneva in mano e si diressero verso la stazione dei taxi.

-non hai la macchina?- gli chiese curioso Louis.

Lui scosse la testa. - ho la patente, ma vivendo in città la macchina non mi serve. Per andare a lavoro prendo il pullman, è molto più comodo- avrebbe voluto aggiungere che se serviva, prendeva il taxi, come in quel momento, visto che i soldi non erano un grande problema, ma preferì non aprir bocca. Aveva paura di urtare Louis, essendo che lui sicuramente non poteva permettersi il taxi sempre.

Durante il tragitto anche Phoebe si addormentò in braccio ad Harry, così dovettero portarle, con estrema fatica, su per le scale, arrivando di fronte all'appartamento del riccio.

Suonò il campanello e aspettò che sua sorella aprisse. Non si fece attendere molto, facendosi subito notare.

-che teneree!- esclamò, vedendo le due bimbe addormentate tra le braccia dei ragazzi. - quando avrò un nipotino?- chiese con gli occhi che brillavano ad Harry.

-è più probabile che diventi prima io zio, non credi?- rispose lui ridendo. Gemma sapeva che aveva altri gusti in fatto di partner, eppure non demordeva riguardo ad ipotetici nipoti. Certo, avrebbe potuto adottarne uno, ma oltre ad essere davvero difficile riuscirci, doveva prima trovare quello giusto e fino a quel momento era sembrata una missione alquanto impossibile.

Entrarono nell'appartamento ed Harry disse a Louis di seguirlo in camera sua, così potevano poggiare le bambine.

Quando ritornarono in sala, Gemma si presentò a Louis.

-credo proprio che comprerò ogni rivista con una sua foto- sussurrò entusiasta ad Harry, mentre Louis li guardava con un sopracciglio alzato.

* **

quando arrivarono di fronte all'edifico, Louis s'immobilizzò. -wow- sussurrò, guardando l'ultimo piano. In effetti era abbastanza alto, ma c'erano grattacieli con molti più piani attorno.

-entriamo?- gli chiese Harry ed aspettò un suo cenno per aprire il portone. Salutò con un sorriso la ragazza dietro al bancone dell'accoglienza,mentre Louis lo seguiva imbarazzato. Harry si ricordò della prima volta che entrò nell'edificio e che si sentiva come il ragazzo liscio in quel momento. Era tutto "troppo" per lui, abituato a vivere in un paesino tranquillo, con le case che non superavano i tre piani ed i cittadini che si conoscevano tutti tra loro. Ma col tempo si era abituato ed ora non avrebbe potuto fare a meno di nulla di tutto quello che lo circondava.

Osservò Louis dietro di lui e sorrise. Era tenero con le spalle strette e lo sguardo che vagava ad ogni angolo. Appena si rese conto dei suoi pensieri, si tirò uno schiaffo mentalmente e si riscosse.

Schiacciò il pulsante di chiamata dell'ascensore e dovettero aspettare vari minuti prima che questo arrivasse.

-ti ci abituerai- disse rompendo il silenzio.

-cosa?- chiese Louis, che aveva la testa da tutt'altra parte.

-ti abituerai a tutto questo, ai grattacieli, agli ascensori e a tutto quello che ti aspetterà tra poco-

il ragazzo annuì, anche se non sembrava stesse ascoltando molto.

-c'è qualcosa che non va?- gli chiese allora Harry, provando ad usare il tono più dolce che potesse usare con lui.

Louis lo fissò per una manciata di secondi negli occhi ed Harry riuscì a vedere uno sprazzo del suo mondo in quei occhi azzurri, ma passò subito. Corrucciò le labbra, pensando che quello che aveva visto, era un velo di tristezza e altre emozioni contrastanti.

-no, sto bene- eccola li, la risposta che si usava quando non si stava bene. Si, c'era qualcosa che non andava in Louis, eppure si ostinava a tirare su la maschera e nascondere tutto dentro di sè.

-sicuro?- riprovò Harry. Voleva sapere a cosa stava pensando. Voleva aiutarlo.

-siamo arrivati. Muoviti, siamo in ritardo- disse freddo, uscendo dall'ascensore.

Harry sospirò, per poi seguirlo. Guardò l'orologio e vide che erano in ritardo di due minuti, non credeva che Lyana gli avrebbe uccisi per questo e Louis non sembrava tipo da arrivare in orario.

Perchè aveva costruito quel muro intorno a lui? Ma la risposta gli arrivò subito. Suo padre. E tutto quello che questo aveva comportato.

Vide Lyana, occupata a dettare ordini ad una ragazza, con la macchina fotografica in mano.

-aspettiamo qui- disse a Louis, indicandogli le due sedie a lato. Il ragazzo dagli occhi azzurri rimase ad osservare attentamente tutto il servizio fotografico, con gli occhi che gli luccicavano.

-Harry!- lo salutò Lyana, camminando tranquillamente verso di loro.

-salve- ricambiò lui, alzandosi per scambiare un bacio sulla guancia. Poi si voltò verso il ragazzo ancora seduto. Gli fece cenno di alzarsi.

-lui è Louis Tomlinson- lo presentò, per poi farsi indietro: ora era tutto nelle mani di Louis.

-piacere, Louis- si presentò porgendo la mano. Lyana gliela strinse per poi lasciarla subito, odiava i saluti troppo formali.

-Lyana, la fotografa di Harry. Allora, eccoti qui, dopo che Harry mi ha stressato per giorni interi- disse.

Louis abbassò lo sguardo imbarazzato, ma la donna lo riprese subito.

-alza la testa, mai abbassarla. Ora andiamo nel mio ufficio- si voltò verso Harry – tu va a preparare i vestiti per lui- gli ordinò.

Mai ordine fu così meraviglioso come quello.

Andò nella stanza dove tenevano tutti i vestiti per i set, e per tutti s'intende tutti. Aprì la porta e gli s'illuminarono gli occhi. Solitamente trovava già i vestiti da indossare pronti nel suo camerino, quindi era davvero raro che entrasse in quel "castello della moda". C'erano cinque corridoi paralleli tra loro ed ogni parete di questi era formata da vestiti appesi a delle aste.

Cercò di darsi una calmata e non di lasciar che la sua voglia di provarli uno ad uno avesse la meglio. Passò in rassegna tutti i corridoi, cercando qualcosa di adatto a Louis. Aveva sicuramente bisogno di qualcosa che lo rendesse più alto, quindi dei pantaloni a vita alta sarebbero stati perfetti.

Le sue clavicole sono perfette, pensò Harry, ma scosse la testa. Doveva rimanere oggettivo.

-oggettivo Harry, oggettivo- si disse.

Aveva un bel collo, era oggettivo.

Un bel collo è un bel collo.

Quindi niente di accollato. Aveva notato che il nero gli donava, ma ci voleva qualcosa per far risaltare i suoi occhi.

Trovò una maglietta a maniche lunghe color carta da zucchero e pensò che fosse perfetta, semplice ma perfetta.

Sicuro delle sue scelte, uscì fiero di sè. Trovò Louis davanti al camerino, così andò verso di lui.

-com'è andata?- gli chiese, poggiando i vestiti su una sedia, per chiedere conferma a Lyana.

-ha detto che sono basso e che i miei capelli e la barbetta devo lasciarli ai barboni...- mormorò.

Harry scoppiò a ridere. -bhè, sei un po' bassino-

Luis gli tirò un piccolo pugno sulla spalla. - non dire mai più che sono basso!- lo riprese, ma non riuscì a trattenere un sorriso.




°° °°°°°°°°


s'intravede un nuovo lato di Louis,  che ringrazia, sorride...EHI, CHI SEI TU?

votate e commentate con qualsiasi cosa che vi passa in mente! 

alla prossima,

-EmLy


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Capitolo 8
*** 7°- Mi fido di te, un pochino ***





Louis entrò nel camerino dopo che Lyana aveva decretato che gli abiti andavano bene.

Appena uscì, lo fece accomodare ad una sedia di fronte allo specchio.

-ora dobbiamo fare delle foto di prova, che verranno analizzate. Ma prima, dobbiamo sistemare questa...poltiglia- gli spiegò, trovando il termine giusto, toccando i capelli.

-ehi! Io adoro i miei capelli- esclamò lui, cercando di difenderli.

-ti adoreranno anche loro dopo un bel taglio- e così dicendo, fece un cenno alla ragazza di fianco a lei, che subito prese in mano forbice e pettine.

Nel mentre Harry era seduto a godersi tutta la scena, ridendo sotto i baffi.

-e tu non ridere, che se no ti faccio rasare,così togliamo un grosso problema- Lyana si riferiva a tutto il tempo che le ragazze ci mettevano per rendere guardabili i suoi ricci ribelli.

Harry spalancò la bocca, sorpreso da quella frase. - i miei ricci non si toccano!- dichiarò, incrociando le braccia. La donna si allontanò ridendo, non realmente intenzionata a toccare i capelli di Harry.

Quando fecero alzare Louis, lui si girò verso Harry. Gli stava chiedendo con lo sguardo come stesse, ma il riccio era troppo impegnato ad osservare ogni minimo dettaglio, che non riusciva a connettere il cervello con la lingua.

Ora aveva una pettinatura delineata, niente più capelli scompigliati, ma corti ai lati e il ciuffo tirato all'indietro col gel. Gli avevano tolto la barba e sembrava molto più giovane. E poi, vederlo con i vestiti che aveva scelto lui stesso, era un'emozione fantastica.

Harry si schairì la voce. - s-stai molto bene- mormorò.

Louis sorrise dolcemente, per poi andare verso Lyana, che lo stava chiamando.

Finalmente era il momento delle foto.

La donna lo fece accomodare al centro del telo bianco, dicendogli di rilassarsi e di guardare semplicemente verso l'obiettivo.

Harry notò il leggero tremolio delle mani di Louis, così si avvicinò il più possibile alla zona foto.

-respira- gli sussurrò. Il ragazzo si voltò con uno scatto verso di lui, sorpreso che fosse li.

-respira- gli ripetè, facendo il gesto di inspirare ed espirare.

Louis eseguì, per poi guardare verso la macchina fotografica.

-okay, ora alza le maniche della maglietta e metti questa leggermente all'interno dei pantaloni- cominciò ad istruirlo Lyana, mentre continuava a scattare.

-Harry, potresti aiutarlo con le pose- non era una domanda, ma un ordine, che il riccio subito eseguì.

Gli fece vedere come mettere la mano destra sui pantaloni, per poi spostargli indietro il piede sinistro. All'inizio Louis indietreggiava ad ogni tocco del più alto, ma poi cominciò a rilassarsi.

-prendi la sedia li a lato- gli ordinò Lyana.

Louis la mise al centro, per poi aspettare che Harry gli facesse vedere che fare.

Continuarono così per quasi un'ora, poi la donna esclamò la fine e tutti si ritirarono.

Harry accompagnò Louis in bagno, per darsi una rinfrescata.

-non me l'aspettavo così- disse dopo essersi asciugato il viso.

-così come?-

-così...stressante, ma allo stesso tempo gratificante- gli spiegò.

-gratificante?- chiese dubbioso Harry. Lui non trovava nulla di gratificante a stare li ad eseguire gli ordini.

-si, vedere gli altri intorno a te che lavorano per rendere al meglio la tua figura, la luce dei flash che ti colpiscono gli occhi, che ti fanno capire che quella foto sarà apprezzata da tutti, gli abiti che indossi che costano più di quello che immagini-

Harry in quel momento capì che Louis era nato per lavorare in quel mondo, per stare sotto ai riflettori ed essere amato da tutti. Lui non era così, odiava i flash che lo accecavano e le ragazze che continuavano a toccarlo erano fastidiose, per non parlare dei vestiti che gli obbligavano ad indossare. No, lui amava essere libero, girare per la città quando e come voleva. Se avesse voluto andare a prendere il pane in costume a dicembre, avrebbe voluto poterlo fare e non pensare che le persone avrebbero potuto riconoscerlo e rovinargli la carriera. No, non aveva mai voluto tutto questo.

-andiamo a vedere le foto- gli disse Harry, uscendo dal bagno ed andando alla postazione dei computer, con Louis al seguito.

-eccovi qui!- esclamò Lyana. - ho già visionato velocemente le foto e devo dire che hai del potenziale Louis, vieni qui- gli disse indicando la sedia affianco a lei.

Guardarono assieme le foto, Harry si era posizionato dietro le sedie,con le braccia appoggiate ad esse.

Quando finirono, la donna si voltò verso Louis.

-devi dimagrire tre o quattro chili e le occhiaie devono sparire- gli disse.

Harry guardò Louis: non gli sembrava che dovesse perdere chili, stava bene così.

-quindi...?- chiese Louis. La donna non gli aveva dato ancora una risposta definita, ma solo istruzioni.

-tra tre settimane parti con me ed Harry in Italia. Nel frattempo verrai qui due volte a settimana-

Louis la ringraziò e la salutò, anche se non sembrava molto convinto, per poi andarsi a cambiare e raggiungere Harry che l'aspettava davanti all'ascensore.

-contento?- gli chiese Harry.

Lui annuì. - forse un mio sogno si avvererà-

-e quali sono gli altri?-

-più che sogni sono illusioni- sussurrò, abbassando lo sguardo e guardandosi le punte delle scarpe. Harry preferì non aggiungere altro, non sapeva che dire, come tirarlo su di morale, così stette in silenzio.

Presero il primo pulman che passò ed arrivarono a casa che era quasi ora di cenare.

Appena Harry aprì la porta, venne travolto da Phoebe, che si attaccò ad una sua gamba.

-Harry!- esclamò contenta.

-ciao piccola! Avete fatto merenda?- le chiese.

-si, hanno mangiato le pesche- rispose per lei Gemma, che uscì dalla cucina.

-Daisy?- chiese Louis.

Il sorriso sul viso della sorella morì. - Daisy è in camera di Harry a sfogliare un libro...credo che io le stia antipatica..- disse sospirando.

-oh no!- esclamò Harry. -Daisy è fatta così- alzò le spalle. - con me ci è voluta una giornata intera ed un pianto per farla avvicinare-

-hai pianto?- chiese Gemma.

-non è il momento!- rispose lui subito, arrossendo subito in volto. Sua sorella non era un problema, l'aveva visto così tante volte piangere che ormai non cercava neanche più di nascondersi, era Louis il problema, non voleva sembrare debole davanti a lui.

-vado a prenderla- annunciò Harry, così da uscire da quella situazione. Phoebe corse dal fratello, che la prese in braccio. -siete state brave?- sentì chiedere, prima di aprire la porta di camera sua.

Daisy era sdraiata sul letto, con un libro tra le mani, ad osservare le immagini e forse a provare a capire quei strani scarabocchi neri.

-ehi piccola- la salutò Harry. La vide sussultare, ma quando lo riconobbe si calmò.

Si sedette sul letto. -che stai leggendo di bello?- le chiese. Aurora era arrotolata di fianco a lei, con la testolina appoggiata alla zampina nera e gli occhi chiusi.

Lei non gli rispose, ma prese in mano il libro e si andò a sedere sulle gambe di Harry, appoggiando la testolina sul suo petto.

Lui la circondò con le sue braccia e dopo averla cullata un po', appoggiò le mani sulle sue piccoline.

-vuoi che ti legga la storia?- le chiese. Rimaneva sempre sorpreso quando Daisy si apriva con lui. Aveva notato che non era una bambina di molte parole e che non si fidava della gente. Ma era sempre in cerca di coccole e sicurezza con quelle che conosceva.

Forse perchè ha casa mancano,pensò riferendosi sopratutto alla sicurezza. Certo, Louis sembrava il fratello perfetto, ma come poteva controllare tutto a casa?

La piccola annuì, per poi acoccolarsi meglio al suo corpo.

Harry lesse finchè qualcuno non aprì la porta.

-che fate qui?- chiese Louis, guardando Daisy.

-stavamo leggendo- gli rispose con voce fioca.

-dobbiamo andare a casa Daisy, abbiamo disturbato abbastanza-

-ma la cena?- saltò subito Harry.

-mangeremo qualcosa sul treno, dobbiamo andare- prese Diasy in braccio, che si lamentò.

-potreste rimanere qui per la notte- propose all'improvviso il riccio. Non sapeva il perchè, ma non voleva che se ne andassero così presto.

Louis scosse forte la testa. -assolutamente no. Dormiremo a casa-

-ma Lyana ha detto che devi far scomparire le occhiaie e se vai casa, ora che metti a letto loro, sarà tardi- cercò di convincerlo, ma lui scosse la testa di nuovo e alzò le spalle.

-come ogni giorno Harry, non cambia nulla-

-allora perchè non provare a cambiare?-

** *

-non voglio andare a casa!- urlò Daisy, scendendo dalle braccia di Louis e fiondandosi in quelle di Harry.

Louis sospirò. - non un'altra volta- borbottò, riferendosi a quando Phoebe non voleva scendere dalle spalle del riccio.

-domani mattina Phoebe ha una visita per l'allergie e non posso- spiegò ad Harry. - Daisy, vieni-

lei scosse forte la testa, per poi affondarla nel petto del ragazzo, che non sapeva come reagire. Non era abituato a quelle situazioni e non sapeva come fare con un capriccio di una bambina.

-Daisy!- la richiamò Louis. Si avvicinò a lei e provò a prenderla in braccio, ma lei scoppiò a piangere.

-ho detto che non voglio casa!- esclamò tra i singhiozzi. -li bua! Non voglio!-

Louis sussultò a quelle parole, per poi indietreggiare ed abbassare lo sguardo.

Harry capì cosa intendeva la bambina e sentì una stretta al cuore.

-ascolta..- cominciò a bassa voce. - tu va a casa con Phoebe, Daisy può rimanere qui per stanotte- appena gli venne in mente quella soluzione, la disse. Non gli dispiaceva tenere la bambina per una notte e poi, non sarebbe riuscito a lasciarla tornare in un posto dove non stava bene.

il ragazzo annuì debolmente: quelle parole uscite dalla bocca della bambina, l'avevano completamente buttato giù. Non poteva certo obbligarla a tornare a casa dopo quella confessione.

-nel borsone c'è un cambio, l'avevo messo nel caso si fossero sporcate...falle lavare i denti e leggile una storia, se no non si addormenta- disse senza aver il coraggio di guardarlo negli occhi. -domani verrò a riprenderla-

-no!- esclamò Harry. -domani non lavoro, posso portarla io, così ho una scusa per disturbare Niall- sorrise, cercando di rallegrare l'atmosfera, ma inutilmente. Louis sembrava aver perso il sorriso che aveva tenuto per tutto il giorno e aveva un gran desiderio di alzarsi ed abbracciarlo, ma sapeva che non sarebbe stato gradito.

-grazie- sussurrò lui, per poi uscire dalla stanza senza salutare Daisy, che ancora piangeva stretta al petto di Harry.

Cominciò a cullarla. -shh, basta piangere piccola- le disse in un orecchio. -oggi dormiremo insieme! Sei contenta?- le chiese, portando dietro all'orecchio una ciocca di capelli che le copriva il viso.

Sentì dalla stanza affianco Louis che discuteva anche con Phoebe, che come la sorella non voleva tornare a casa, ma per altri motivi, tra cui Gemma che le stava acconciando i capelli.

Poi una piccola figura entrò nella stanza e saltò sul letto.

-ciao Harry! Io vado a casa, mentre Daisy rimarrà qui! Ma Boo mi ha promesso che la prossima volta faremo il contrario!- esclamò felice.

Lui annuì. -già, non posso tenervi entrambe. Allora preparerò una serata con pop-corn e cartoni, okay?- le chiese sorridendo, alzando la mano.

-okay!- schiaffò la manina sulla sua, per dargli il cinque. -a domani Daisy!- salutò la sorella, dandole un bacino sulla fronte, per poi raggiungere il fratello.

Quando sentì la porta d'entrata chiudersi, capì che se n'erano andati.

-andiamo a preparare la cena?- chiese al corpicino che finalmente aveva smesso di tremare. La piccola annuì, per poi agrapparsi al collo del riccio, per farsi portare in cucina.

Se ripensava a quando l'aveva vista per la prima volta, non avrebbe mai immaginato che si sarebbe attaccata così a lui, perfino da fidarsi a dormire un'intera notte ed a preferirlo a suo fratello.

-dopo mi spieghi eh- disse Gemma appena entrò in cucina, accennando a Daisy. Harry annuì, per poi appoggiare la bambina sul tavolo.

-cosa vorresti mangiare? Prepariamo quello che vuoi!-

-pizza!- esclamò sorridendo.

-e pizza sia! Gem, ci serve una mano!- urlò verso la sala.

** *

quando Harry infornò la prima teglia, la cucina ormai era completamente bianca. A metà lavoro Gemma gli aveva lanciato una manciata di farina e così anche Daisy, arrivando ad una vera battaglia di farina. Harry aveva scosso la testa come sua ultima mossa e i ricci, che erano impregnati di farina, avevano sporcato dalla testa ai piedi la piccola. Daisy non smetteva di ridere e ad Harry non poteva fregare della fatica che avrebbe dovuto fare per pulire la cucina, voleva solo regalarle sorrisi.

Dopo poco le risate si spostarono in bagno, dove Gemma cercò di togliere la farina dai capelli di Daisy, mentre la piccola continuava a sfuggirle, soffiandole la schiuma in faccia.

Si era lasciata andare anche con Gemma e lei ne era davvero entusiasta. Harry non aveva mai visto Daisy così vivace e sperò che anche a casa sua fosse così. Si, perchè quella frase che dal fuori poteva sembrare un semplice capriccio, aveva colpito Harry nel profondo. Daisy sembrava quella più coinvolta nella situazione familiare e forse questo suo carattere molto chiuso derivava proprio da questo. Lei era più sensibile di sua sorella ed Harry mise in dubbio che poteva anche essere stata protagonista di uno dei momenti bui di suo padre.

-la pizza è pronta!- esclamò.

Sentì dei passi veloci avvicinarsi e Gemma e Daisy entrarono sorridenti in cucina.

-eccoci qui! Pulite ed affamate!- Gemma si sedette al suo solito posto, mentre la bambina prese posto affianco ad Harry.

-hai capelli bianchi!- fece notare Daisy, indicandogli il suo ammasso di ricci.

Harry rise. - e chi è stato? Dopo mi farò una doccia!-

mangiarono tutta la pizza. Daisy non perdeva occasione di ripetere che era buonissima e che l'avevano fatta loro insieme. Finito, Gemma la portò a guardare un po' di tele, accoccolandosi con lei sotto una coperta, mentre Harry si andò a lavare. Prima di tornare da loro, prese in mano il cellulare e chiamò Louis. Sicuramente voleva sapere come stesse andando e poi, Harry voleva anche essere sicuro che stesse bene.

-pronto?- rispose dopo poco il ragazzo.

-com'è andato il viaggio?-

-siamo tornati da poco, Phoebe non smette di correre in giro per casa- sospirò. Si sentiva che era esausto. -li come va?-

-tutto bene, abbiamo fatto la pizza e mangiato. Ora è sul divano insieme a Gemma a guardare la tele- gli raccontò. - è tranquilla- aggiunse, sospettando che la successiva domanda sarebbe stata riguardo a come stesse.

-mi dispiace disturbarti così tanto...Daisy dovrebbe essere una mia responsabilità-

-sei suo fratello, è giusto che ti preoccupi per lei e che le stai dietro, ma la responsabilità che hai non è da fratello, ma da genitore- provò ad incominciare quel discorso. Avrebbe voluto sapere la storia e la situazione dal suo punto di vista, se poteva in qualche modo aiutarlo o solo confortarlo.

Ci furono dei secondi di silenzio. - non dovresti interessarti di questa questione, riguarda la famiglia- disse con tono freddo, troncando ogni iniziativa di Harry.

Se fosse stata un'altra persona, il riccio avrebbe chiuso la chiamata dopo avergli dato piena ragione, ma si trattava di Louis e da come stava imparando a gestirlo, non era il momento di lasciargli l'ultima parola.

-Daisy si è messa a piangere perchè non voleva tornare a casa, e non per un capriccio, davanti a me. Ora è a casa mia e sta bene, non dico che mi riguarda, ma interessa anche a me sapere che sta succedendo- disse serio. Non aveva accennato di saper già qualcosa, per non voler mettere in mezzo Niall.

-non ne voglio parlare- mormorò ed Harry fu orgoglioso di sè per essere riuscito a far abbassare la cresta a Louis.

Gli sembrava che un piccolo masso di quel muro, troppo alto per poterlo scavalcare, si fosse sgretolato, come qualche notte addietro.

-non puoi tenerti dentro sempre tutto. È vero, ci conosciamo da poco, ma sono il migliore amico di Niall,ho tenuto le tue sorelline, una dorme pure a casa mia oggi! E Ti ho trovato perfino un lavoro...dovresti fidarti di me almeno un pochino-

silenzio.

-louis?- provò a chiamarlo.

-mi fido di te, un pochino-

e quella piccola frase spiazzò Harry. Aveva ricevuto alcune dichiarazioni d'amore in passato, ma nessuna poteva battere l'emozione che stava provando in quel momento.

Sorrise incosapevolmente, anche se sapeva che Louis non poteva vederlo ed era felice di questo

tutta la gioia di quel momento però venne rotta da uno sbattere di porta dall'altra parte della cornetta. Harry riuscì a distinguere una voce appartenente ad un uomo, che esclamava qualcosa.

-ora devo andare- ed eccola li, la solita freddezza. In pochi attimi quel mattone era stato rimesso al proprio posto e Louis era sparito all'interno del muro, un'altra volta.

-è tuo padre?- provò a chiedere invano Harry, visto che Louis sembrava non ascoltarlo più.

-buonanotte Harry- concluse la chiamata.

Il riccio mise giù il cellulare e si diresse in sala, mentre quell'ultima frase gli rimbombava in mente. Non erano le parole a pesare, ma il tono che aveva usato. Sembrava sconfitto, come se fosse a conoscenza di quello che tra poco sarebbe avvenuto, come se non fosse la prima volta. Gli era tremata leggermente la voce e questo poteva essere solo un sensore di paura.

Harry avrebbe voluto tanto prendere il primo treno ed andare da lui, ma scosse la testa: non poteva fare irruzione in una casa solo per un suo sospetto.

-Harry!- una vocina interruppe i suoi pensieri. Si voltò e vide una Daisy alquanto assonnata venire verso di lui. La prese in braccio e le diede un leggero bacio sulla fronte.

-mi leggi una storia?-

-certo! Andiamo a vedere che libri hai!-




°° °°°°°°°

nuovo capitolo!

Primo giorno di prova di Louis e  una Daisy adorabile *^* 

votate, commentate e ci vediamo alla prossima!

-EmLy


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Capitolo 9
*** 8°- Pensa anche a te stesso ***






Daisy si addormentò raggomitolata contro il corpo di Harry, con una manina stretta alla sua. Il ragazzo si sciolse a quella vista: era una bambina adorabile. Pensò che se mai fosse riuscito ad avere in futuro dei figli, ne avrebbe sicuramente voluto uno come quella piccola. Gli sarebbe piaciuto cucinare, giocare con lei ed asciugarle le lacrime quando faceva i capricci, magari perchè avrebbe voluto la maglietta rosa invece di quella gialla.

Le accarezzò lentamente i capelli e pensò a come stava in quel momento Phoebe, le altre sue sorelle e anche Louis, perchè anche se si ostinava ad odiarlo, una parte di lui, da qualche tempo, aveva l'istinto di proteggerlo da qualsiasi pericolo e pensare che mentre lui se ne stava tranquillo nel suo letto, lui poteva essere in qualche modo in pericolo per colpa di suo padre, gli saliva l'ansia e non riusciva a stare fermo, senza fare nulla.

Si stava per alzare dal letto, per andare a camminare un po' in giro per l'appartamento, quando la porta venne aperta.

-pensavo che ti fossi addormentato anche tu- sussurrò Gemma entrando. Si sedette al fianco del riccio ed osservò con un sorriso Daisy.

-è davvero carina-

-già- annuì lui.

-ora mi puoi spiegare perchè si trova qui? E non dirmi che è solo per un capriccio! Louis se n'è andato con la faccia da cane bastonato-

Harry sospirò. -io non dovrei sapere queste cose...- provò a togliersi da quella conversazione, ma Gemma era più che risoluta a scoprirne di più.

-ma le sai, quindi sgancia. Non può essere che nessun genitore poteva badare alle bambine oggi o comunque una baby-sitter e non è la prima volta che capita- gli spiegò i suoi dubbi, che erano gli stessi che aveva avuto Harry prima di essere a conoscenza della storia.

-hanno dei problemi a casa, gravi. C'entra il padre...- le parole gli morirono in gola e subito la sorella ne capì il motivo.

-ehi, noi siamo passati oltre, ricordi?- gli chiese, passando le dita tra i suoi capelli.

Lui annuì. - ma è come se non ci fossimo mai conosciuti ora -

-è vero, ma ti ripeto ogni volta che prima o poi le cose si sistemeranno, sei sempre suo figlio, vedrai che si farà vivo-

Harry avrebbe voluto dirgli che forse sarebbe stato proprio lui a rinnegarlo poi, ma preferì cambiare argomento.

-stavamo parlando di Louis. Suo padre è peggio, in più non gli da soldi, così sua madre è costretta a lavorare tutto il giorno per guadagnare qualcosa e Louis ad occuparsi della famiglia- gli spiegò velocemente, dicendole quello che sapeva.

-ora capisco...perchè Daisy è qui?-

-ha cominciato a fare i capricci per rimanere, ma poi ha detto una frase che Louis non ha potuto essere indifferente...ha detto che a casa le fanno del male-

Gemma si coprì la bocca con una mano, mentre le scappava una lacrima.

-come può un padre fare del male alla sua bambina?- mormorò lei.

Harry voltò lo sguardo verso Daisy, che dormiva ignara della conversazione che stava avvenendo a pochi centimetri da lei. - non lo so, anche se credo che non sia successo molto volte...Louis cerca di tenerle il più lontano possibile da lui, in più sono sicuro che le difenderebbe in caso. Ho paura che tutto questo abbia una grave ripercussione su Daisy...Phoebe, come hai visto, è super allegra e sembra che nulla possa toglierle il sorriso, ma Daisy è più fragile...-

Gemma annuì, d'accordo su tutto.

-sono orgogliosa di essere tua sorella- se ne uscì poi, lanciandosi adosso ad Harry.

-e io tuo fratello-

** *

"non posso venire in Italia. Cercherò qualche altro lavoro." così recitava il messaggio che si ritrovò Harry appena acceso il cellulare, la mattina dopo.

Si stava ripetendo la stessa scena di pochi giorni prima: lui che si sbatteva per trovargli un lavoro, Louis che rinunciava a tutto, Harry che gli urlava contro e lo faceva ragionare.

-perfetto- mormorò con ancora voce roca.

Il messaggio era stato inviato poco dopo le due di notte. Non doveva riposarsi?

Si voltò sbuffando, ma appena vide un visino dolce guardarlo con due occhioni azzurri, gli tornò il sorriso.

-ehi piccola, ti sei svegliata?-

lei annuì felice, per poi saltare sul petto di Harry e mettendo le ditina sulle sue guance. -buchi!- esclamò ridendo.

Non l'aveva mai vista così allegra e ne fu felice. Chissà se anche a casa sua si sveglia con qualcuno di fianco e con questo sorriso.

-hai fame?- le chiese, prendendola dai fianchi, per potersi alzare seduto e mettersela sulle gambe.

-si!-

-allora andiamo!- rise lui. -mhh sento già un buon profumino...chissà cosa ha cucinato Gem- disse, mentre si dirigeva in cucina con la bambina in braccio.

Quando finirono di mangiare, Harry fece lavare i dentini a Daisy e la preparò per ritornare a casa.

-perchè non posso rimanere qui?- gli chiese, mentre il riccio le stava allacciando una scarpetta.

-perchè devi tornare da Louis, dalla mamma e dalla tua famiglia. Non vuoi andare da loro?- gli chiese, cercando di convincerla nel tornare, non voleva che si mettesse a piangere di nuovo.

Lei annuì. - non voglio tornare a casa, voglio stare con te- disse poi.

Harry si interruppe, per appoggiare le mani sulle sue gambe e guardarla negli occhi.

-sei una bambina fantastica e mi piace molto passare del tempo con te, ma io non sono il tuo papà- cercò di spiegarle. - quando avrai voglia, potrai venire qui a dormire, ma non sempre. A casa ti stanno aspettando tutti, okay?-

Daisy l'abbracciò, per poi lasciargli un bacino sulla guancia. -puoi essere mio fratello?-

Harry scosse la testa. - tuo fratello è Louis ed è il migliore del mondo, no?-

-si!- esclamò sorridendo. -ma a volte mi sgrida- disse corrucciando le labbra.

-quando è giusto, ti sgrida, ma ti porta anche a mangiare il gelato e gioca con te-

lei annuì, d'accordo con quello che stava dicendo Harry.

Il ragazzo pensò che non era nel ruolo di Louis sgridare le bambine così tanto, ma doveva essere dei genitori. Il fratello doveva essere quello che proteggeva la sorella, come faceva lui con Gemma e non sgridarla. Louis era più il papà per quelle bambine, doveva essere lui a portarle a mangiare un gelato, a giocare con loro, ad aiutarle a fare i compiti e a cambiarsi, ma invece quel ruolo era stato occupato dal fratello e anche se non andava bene, non poteva fare altro.

Il viaggio in treno fu tranquillo. Daisy passò il tempo a guardare fuori dal finestrino ed indicare ogni possibile cosa, chiedendo ad Harry cos'era o com'era fatta.

-mi raccomando, la prossima volta che ci vedremo, voglio vedere questo sorriso, se non ancora più grande- gli disse quando erano quasi arrivati a destinazione. Lei sorrise ed annuì.

Arrivarono davanti alla casa di Louis, che era ora di pranzare. Suonò il campanello ed aspettò che qualcuno venisse ad aprire, aspettandosi di trovare il ragazzo, ma invece ne sbucò una figura slanciata.

-chi sei tu?- gli chiese subito, poi spostò lo sguardo sulla sorellina ed allora si rilassò.

-Daisy!- la salutò, prendendola in braccio e dandole vari baci sul viso.

-comunque io sono Harry, un amico di Louis- si presentò.

-amico?- alzò un sopracciglio lei.

Harry non fece in tempo a chiederle cosa intendeva, che Louis sbucò da dietro, tirandola verso di lui, mentre lei si lamentava.

Daisy si buttò sul ragazzo, salutandolo.

-ciao Daisy! Com'è andata?-

-bene!- rispose lei esclamando. -abbiamo mangiato la colazione, poi abbiamo fatto la pizza, abbiamo dormito e abbiamo giocato a tirarci la farina!- Harry non l'aveva mai sentita parlare così tanto e in modo così confuso e scoppiò a ridere.

-non in questo ordine spero!- rise anche Louis, scompigliandole i capelli. La appoggiò per terra e lei partì su per la scale, probabilmente alla ricerca di sua sorella.

-allora, com'è andata?- richiese Louis, questa volta ad Harry.

-tutto bene. Daisy è una bambina fantastica ed è stata bravissima-

Louis annuì, come se fosse consapevole di quelle parole e probabilmente ne era anche molto orgoglioso.

-bene..- mormorò Harry. L'aria stava diventando imbarazzante, quindi era meglio andarsene. - direi che ora posso andare- cominciò, facendo un passo indietro.

-se vuoi puoi rimanere a mangiare, Lottie fa sempre un quintale di cibo!- propose Louis, sorprendendo ed immobilizzando il riccio.

-non vorrei disturbare- non voleva che Louis si sentisse in obbligo d' invitarlo a pranzo, solo perchè lui aveva tenuto sua sorella per un giorno. Non era un comportamento da Louis essere così gentile e non gli piaceva che fingesse.

-no! Non disturbi affatto e poi Phoebe sarebbe contenta di salutarti- 
-in realtà volevo andare a trovare Niall, posso mangiare da lui- riprovò Harry.

-entra, muoviti- ora aveva usato un tono da ordine, così il riccio dovette per forza rinunciare sotto quello sguardo severo.

-okay...grazie- disse poco sicuro, entrando in quella grande casa.

L'ultima volta che aveva parlato con Louis, era stato quel messaggio a direzione unica: freddo e distante. Nulla a vedere con il Louis che ora aveva davanti, sembrava che si fosse completamente scordato di quel messaggio e avesse lasciato nella sua camera il suo carattere scorbutico.

Appena entrò in quella casa, notò subito le sue dimensioni alquanto grandi e pensò a tutto quel denaro destinato solamente al suo riscaldamento.

-lascia pure la giacca li- gli disse Louis, indicandogli un appendi abiti stracolmo di giacconi e sciarpe. Harry seguì il ragazzo verso la sala, mentre osservava tutte le foto che erano appese ed appoggiate sui ripiani. Notò che neanche una raffigurava il padre.

-Fizzy, alzati da quel maledetto divano e presentati- ordinò alla ragazzina che era stravaccata in un angolo del divano. La vide sbuffare, per poi alzarsi controvoglia.

-con mio grande dispiacere, io sono Fizzy- si presentò ad Harry, per poi ributtarsi sui morbidi cuscini. Il riccio rimase a bocca aperta. Aveva conosciuto le più piccole ed erano adorabili e gentili, non si sarebbe mai aspettato una reazione del genere da parte di una delle altre sorelle.

-io sono Harry- provò ad essere cordiale, ma in cambio ricevette una smorfia.

-Félicité!- esclamò Louis riprendendola per il suo comportamento, ma lei non lo degnò nemmeno di uno sguardo. Il ragazzo sospirò, per poi voltarsi verso Harry. - scusala, ma ormai siamo nella fase della ribellione e quindi crede di essere superiore a tutti- gli spiegò, mentre lanciava un'occhiataccia alla sorella.

Poi si diresse verso la cucina, con Harry di seguito.

-ehi!- esclamò Lottie, vedendoli entrare. -io sono Lottie, piacere- strinse la mano al riccio sorridendo. Harry sospirò di sollievo: Lottie era simpatica.

-Harry, anche se ci siamo già visti alla porta- le ricordò.

-bene! Voi sedetevi pure, io controllo se è pronto- disse a loro, così Louis si posizionò al tavolo e vedendo Harry in crisi, non sapendo dove sedersi, gli indicò la sedia di fronte a lui. Il riccio annuì, per poi sedersi. Era in estremo imbarazzo.

Dopo poco Lottie mise davanti ad ogni posto un piatto pieno di pasta.

-che ti dicevo? Cucina per una folla intera- mormorò Louis, anche se non teneva il tono troppo basso apposta, così da farsi sentire dalla sorella, che infatti abboccò.

-la prossima volta cucini tu allora!- esclamò, mettendogli il mestolo davanti al viso. Il ragazzo indietreggiò ridendo.

Harry guardò quella scena sorridendo. Louis sembrava così felice e senza preoccupazioni...ma sembrava anche falso.

-è pronto!- urlò la ragazza sull'uscio della porta. Harry sentì dei passi scendere dalla scala velocemente e poi un urlo di gioia riempire la stanza.

-Harry!- Phoebe corse verso di lui e gli saltò subito in braccio. -ciao piccola- la salutò lui sorridendo.

-siediti al tuo posto- le ordinò Louis. Phoebe gli fece la linguaccia, ma scese dalle gambe di Harry e si posizionò al suo fianco.

Daisy invece si andò a sedere vicino a Louis, mentre Lottie a capo tavola tra il fratello e il riccio e Fizzy dall'altra parte.

-mamma?- chiese Daisy a Louis.

-la mamma è a lavoro, lo sai. Torna stasera- le sussurrò, lasciandole un bacio sulla fronte.

Mangiarono in tranquillità, Harry si sentiva un po' a disagio, ma le bambine lo distraevano, continuando a chiamarlo ed a raccontargli qualcosa. Fizzy è stata tutto il tempo con lo sguardo rivolto verso il piatto, senza emettere alcun suono. Lottie invece parlò della scuola con Louis e cercò di tirare nella conversazione anche il riccio, chiedendogli cosa avesse studiato e cosa facesse ora.

-oh mio dio! Ma tu sei quel modello!- esclamò entusiasta, riconoscendolo solo in quel momento.

-che modello?- chiese Harry.

-quello della rivista "beauty and celebrity"! Eri sulla copertina!- nominò una rivista abbastanza famosa nei dintorni ed il riccio sorrise annuendo.

-e sei amico di mio fratello! Sei a casa nostra! E mio fratello diverrà famoso come te!- continuò a blaterare, tanto che Louis dovette fermarla.

-Lottie, se non ti calmi lo mando via- la minacciò e subito la ragazza si ricompose, ma non tolse lo sguardo da Harry. Lui non era abituato a tutte quelle attenzioni, gli era successo una volta sola di imbattersi in un gruppetto di ragazzine impazzite, ma aveva provato solo imbarazzo.

Quando si alzarono dalle sedie, Harry si complimentò e ringraziò Lottie per il cibo. Louis gli fece cenno con la testa di seguirlo e così lui fece.

-andate a lavarvi i denti e poi potrete guardare un po' di televisione- disse serio alle piccole, che subito annuirono e corsero di sopra.

-sei bravo a tenerle a bada- gli disse Harry, mentre si stavano dirigendo verso il terrazzo che dava sulla sala.

-vado avanti a minacce, ma si, me la cavo- annuì lui, alzando le spalle. Si ritrovarono in un grande terrazzo, da dove si poteva vedere la casa di fianco ed il giardino. Louis si appoggiò con i gomiti alla ringhiera, mentre Harry preferì stare in piedi, li dov'era.

-riguardo al messaggio di ieri...-

allora non si è dimenticato, pensò lui. Osservò il suo viso e notò con tristezza, ma anche confuso, che il sorriso che aveva tenuto fino ad un attimo prima era sparito, sostituito dalla sua solita espressione apatica.

-non posso venire in Italia- ripetè il testo. - domani chiamerò Lyana e la informerò- Louis stava guardando il vuoto, di fronte a sè, senza nemmeno voltarsi verso Harry.

-se rinunci a questa occasione, non so quante possibilità ci siano che ti dia qualche altro incarico- provò a fargli cambiare idea il riccio.

-cercherò qualcos altro, come ho sempre fatto- sospirò.

-perchè? Perchè vuoi rinunciare al lavoro? Al tuo sogno?- Harry davvero non capiva. Aveva davanti un'opportunità che per tutta la vita aveva atteso e la scansava così.

-perchè ho delle responsabilità alle quali non posso sottrarmi- disse freddo.

Sicuramente stava parlando della casa e sopratutto delle bambine.

Devo trovare solo una soluzione, come l'altra volta, si disse sicuro.

-chiediamo a Niall di tenerti le bambine finchè non riceverai la prima paga, poi potrai prendere una baby-sitter-

Louis scosse la testa e poi finalmente si girò verso Harry.

-non posso abbandonarle, non sappiamo per quanto staremo via e non posso- e non aggiunse altro.

Harry cominciava ad alterarsi. Okay, c'era un problema, ma sembrava che Louis non cercasse nemmeno una soluzione.

-cazzo Louis!- urlò per la prima volta addosso a lui parole non molto carine, che solitamente cercava di trattenere. - è il tuo fottuto di sogno e tu lo stai gettando come fosse spazzatura! Se io avessi la tua possibilità di coronare il mio sogno, niente e nessuno mi fermerebbe!- una lacrima gli sfuggì e si maledisse per questo. Era troppo emotivo e non gli piaceva per niente questo suo lato.

-non puoi capire..- sussurrò lui, abbassando la testa.

-ecco! È proprio questo che mi fa incazzare di te!- continuò ad urlare lui. - continui a dire che nessuno può capirti, ma sei tu stesso a non darne possibilità! Sei solo capace di abbassare lo sguardo e di commiserarti!- riprese fiato. Il cuore gli batteva a mille, eppure non si sentiva per nulla stufo. -e abbi una qualche reazione, maledizione!- gli disse, avvicinandosi a lui e tirandogli su il viso con una mano sotto al mento. Quei occhi azzurri mostravano il mondo e Harry cercò di scrutarli, in cerca di qualcosa, ma Louis non glielo permise, allontanandosi con uno scatto.

-tu non sai niente! Tu non potrai mai capire come mi sento ogni giorno! Nessuno potrà mai farlo!- finalmente urlò anche Louis e per il riccio fu una liberazione. Dentro di sè sorrise, perchè il ragazzo stava tirando fuori qualcosa, che fosse pure rabbia per lui, ma almeno non si stava tenendo dentro tutto.

-allora spiegami! Finchè ti terrai tutto dentro, ti sentirai divorato sempre di più e non risolverai nulla- calmò il tono, abbassandolo.

Louis scosse forte la testa. -non è un problema tuo! Tu non c'entri nulla con la mia vita, non sei nessuno!- esclamò Louis. Harry sgranò gli occhi a quelle parole. È vero, si conoscevano da poco, ma gli sembrava di aver instaurato almeno qualcosa con lui, sopratutto dopo le parole di qualche giorno prima. "mi fido di te, un pochino"

-vattene Harry! Le mie sorelle si stanno affezionando troppo a te e non va bene-

-perchè non va bene?- gli chiese Harry confuso.

-perchè tu le abbandonerai prima o poi! Non sarai qui per sempre, quindi è meglio che te ne vada ora!- lo guardò fisso negli occhi, con i pugni stretti ai fianchi.

-non è vero..- sussurrò lui.

-vattene ho detto!- gli urlò contro ed Harry non potè fare a meno di indietreggiare e dirigersi verso la portafinestra. Questa battaglia l'aveva vinta Louis, ma sapeva che non era finita lì.

-pensa anche a te stesso qualche volta- gli disse guardandolo negli occhi, per poi rientrare in casa. Non era convinto, ma gli era sembrato di intravedere lungo la sua guancia una lacrima salata. Quando arrivò di fronte alla porta d'entrata, prese la sua giaccia e mentre la stava indossando, sentì un singhiozzo venire dal terrazzo. I suoi piedi gli dicevano di andare da lui, ma la sua testa gli diceva che doveva lasciarlo solo, a pensare.

Non capì neanche come, ma riuscì ad uscire da quella casa senza voltarsi indietro.




°° °°°°°°°°

nuovo capitolo! incontriamo le altre sorelle di Louis e scopriamo sempre di più il peso che Louis ha sulle proprie spalle. Harry prova a smuoverlo e finalmente l'altro reagisce urlando, ma riuscirà  a farlo liberare di tutto ciò che tiene segreto dentro di sè? 

al  prossimo capitolo,

-EmLy



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Capitolo 10
*** 9°- Ho pensato a me stesso ***




Harry si trovava sul divano di Niall, mentre l'amico gli stava preparando un the caldo.

-io non so più che fare, quel ragazzo è impossibile- borbottò, affondando di più nel divano.

-non devi mollare con lui, è fatto così, ha bisogno di qualcuno che gli stia sempre addosso- gli spiegò Niall.

-ma non posso sempre andargli dietro!- esclamò il riccio.

Il biondo sospirò. -proverò a parlarci io, okay? Ma perchè avete discusso? -

ed in quel momento Harry si ricordò di non avergli ancora detto nulla riguardo il viaggio in Italia. Oops.

-e-ecco c'è qualcosa..che forse non ti ho detto- balbettò, cercando di evitare gli occhi dell'amico.

-Harry Styles!- Battè un pide a terra, attirando la sua attenzione. -cosa mi stai nascondendo?- gli chiese accusatorio.

-forse,tra meno di tre settimane potrei, ecco, partire per l'Italia, per lavoro- mormorò, nascondendo il viso nel cuscino.

Non sentendo Niall reagire in qualche modo, magari urlandogli contro o lanciandogli addosso oggetti, abbassò leggermente il cuscino, giusto per far uscire gli occhi e vide il biondo con la bocca spalancata.

-mi dispiace- sussurrò.

Niall si riscosse e la sua espressione passò da sorpresa a sconvolta ed arrabbiata, molto arrabbiata.

-tu mi hai nascosto una cosa del genere?! E perchè mai!?- esclamò, stando in piedi davanti a lui.

-giuro che volevo dirtelo, ti avevo chiamato lo stesso giorno, ma poi eri con Louis, così...- borbottò nella federa del cuscino.

-metti giù quel robo, che così sembri un bambino!- lo sgridò Niall e subito lui eseguì, riappoggiando il cuscino al suo posto.

-hai avuto un sacco di giorni per dirmelo!- continuò furioso. - cazzo Harry, non puoi uscire con ste cose come se fosse niente- cercò di calmare il tono ed il riccio lo ringraziò per questo: non gli erano mai piaciute le persone che gli urlavano contro e poi quel giorno ci aveva già pensato Louis.

-magari mi sarebbe piaciuto che ti confrontassi anche con me, per la decisione- e ora era deluso. Bene, un Niall deluso nessuno desidererebbe trovarselo davanti, sopratutto se era deluso proprio di te.

-mi dispiace..- ripetè Harry. Non sapeva che altro dire, non aveva scuse. -mi perdoni?- gli chiese, facendogli la faccia da cucciolo, sperando in una sua affermazione.

Niall sospirò, per poi andarsi a sedere di fianco a lui.

-tu sei il mio migliore amico Harry, non mi sarei mai aspettato una cosa del genere- Niall diceva sempre la verità ed era una qualità che Harry apprezzava molto. Non girava troppo intorno ai concetti, te li diceva chiaro e tondo, subito. Quando si sentiva di dirti grazie, te lo diceva, ma anche quando c'era bisogno di una critica, non sprecava tempo. Era un amico davvero fantastico e sincero, e non era nell'intenzione di Harry perderlo così facilmente.

-scusa se non ho chiesto un tuo parere... è un' occasione imperdibile, potrebbe far crescere di molto la mia carriera- si scusò di nuovo e gli spiegò il perchè aveva accettato.

Niall si voltò verso di lui. - tu non vuoi davvero questo, non vuoi la fama, la ricchezza, almeno non in questo modo, non in questo mondo. È per questo che non mi hai detto nulla? Perchè sapevi che ti avrei fatto ragionare, pensando al tuo bene?-

ed ecco un'altra qualità di Niall, sapeva cosa passasse per la testa del ragazzo, sempre. Harry era un libro aperto per lui. Sapeva colpire i punti giusti e fargli cambiare totalmente idea, riportandolo sulla retta via ogni volta. Ma questa volta, non poteva fare nulla, perchè Harry non poteva, non voleva fare nulla.

Harry annuì, con lo sguardo rivolto alle sue mani.

-spero che un giorno, potrai capire che la cosa più importante è la tua felicità, nient'altro- gli disse a bassa voce, sincero.

* **

-quindi fra tre settimane non ci vedremo più?- chiese Niall con il broncio. L'atmosfera si era rilassata ed ora stavano mangiando una pizza in cucina.

-no! Ti verrò a trovare e tu verrai da me, assolutamente- annuì forte il capo, per sottolineare la frase. L'unico motivo per il quale sarebbe potuto non partire, era proprio Niall. Non si era ancora abituato a vivere da solo, senza la sua presenza in giro per casa, ma essere dall'altra parte del mondo, era completamente differente.

-quanto starai via?-

Harry alzò le spalle. - dipende come va, sicuramente tre mesi e poi tutto sarà nelle mani del destino-

-è per questo che avete discusso tu e Louis quindi?- sembrava che gli stesse facendo l'interrogatorio.

-esatto. Lyana ha offerto anche a lui quest'opportunità e poi, ieri mi invia un messaggio dicendomi che non può partire- gli spiegò la situazione, raccontandogli meglio cos'era successo dopo pranzo.

-e poi non capisco perchè un attimo prima è tutto sorridente ed allegro ed un attimo dopo, torna depresso ed apatico a tutto- concluse.

Niall sgranò gli occhi. -che c'è?- gli chiese Harry. Il biondo finì di mandare giù il boccone di pizza, bevette un sorso d'acqua e poi si voltò verso di lui.

-Harry, è ovvio che con la sua famiglia non può tenere il broncio tutto il giorno. Se si facesse vedere triste , o apatico come dici tu, le sue sorelline ne risentirebbero. Poi quando non è con loro, boom, tira giù la maschera-

Harry lo fissò, sconvolto: come aveva fatto a non capire subito la situazione? Era ovvio che Louis fosse molto più allegro in presenza delle sue sorelle, se no non sarebbe un bravo fratello

-ma si vedeva che era falso, come fanno a non accorgersene?-

-Lottie l'ha capito, anche fin troppo bene...- disse Niall, tirando un sorriso triste. Harry avrebbe voluto tanto chiedergli cos'era successo, ma preferì rimandarlo.

-fizzy invece è troppo impegnata a messaggiare con i suoi amici e quindi lo ignora, ma sa anche lei. Le piccole invece sono ancora troppo ingenue e Louis sa recitare molto bene- continuò Niall.

-bhè, non è giusto- disse Harry. -nessuno dovrebbe fingere con la propria famiglia-

Niall annuì, ma poi sospirò.

-se Louis non cambia idea riguardo al viaggio, che succede?- chiese Niall dopo una manciata di minuti di silenzio.

-Louis ha un contratto con Lyana, quindi se non parte con lei, il contratto si annulla-

-e quindi si ritorna alla situazione precedente- concluse il biondo ed Harry annuì.

-senti...-cominciò Niall. Gli si era illuminata la lampadina ed il riccio sperò che fosse una buona idea. - ma se vi portaste Daisy e Phoebe con voi in Italia? Tanto per la scuola materna non rimangono indietro, in più starebbero lontane da quella casa e cambierebbero aria. Louis non si dovrebbe preoccupare e passerebbe le giornate con loro- alzò le spalle, come se non fosse nulla di che.

-okay...- disse Harry non molto convinto. - non sono per niente sicuro che possa funzionare, ma ne parlerò con Louis-

non era sicuro nemmeno lui di quell'idea. Come sarebbero riusciti a badare a loro, lavorando tutto il giorno? E poi, Harry non era pronto a gestire due bambine tutti i giorni, sopratutto dopo lunghe giornate passate a lavoro.

dopo cena, Harry salutò Niall e poi si incamminò verso la stazione. Gli piaceva camminare nel buio della notte, mentre tutto il resto dormiva. Restare solo a pensare, senza che niente potesse disturbarlo, era una cosa che ogni tanto ne sentiva il bisogno. Ripensò alla sua vita, alle decisioni sbagliate che aveva preso, per lui, ma giuste per altri. Pensò a Louis e a quel sorriso falso che gli incorniciava il viso, eppure che riusciva a far felici le persone attorno a lui. Ma lui l'aveva notato e si era sentito male. lui aveva notato tutta la verità che c'era dietro quella bugia. Una semplice bugia, una maschera, che riusciva a far cambiare così tanto gli umori degli altri.

Non riusciva a capirne il motivo, ma sentiva dentro di sé questo costante desiderio di riuscire a far ritornare quel sorriso, che Louis gli aveva donato il giorno prima inconsapevolmente.

Arrivò a casa che Gemma era già a letto e l'appartamento era avvolto dal silenzio. Si cambiò e si mise a letto, pensando alle parole da dire l'indomani a Louis, per fargli cambiare idea. Si addormentò con questi pensieri in testa, ma venne svegliato da un suono fastidioso. Mugugnò qualcosa, sperando che la smettesse di rimbombargli nelle orecchie, ma sembrava proprio intenzionato a svegliarlo. Socchiuse un occhio e quando vide che era il cellulare, sbuffò, affondando la testa nel cuscino.

Conosceva solo una persona che poteva chiamarlo a quell'ora, ed era Louis. Niall aveva bisogno della sua dose di sonno e non si sarebbe svegliato nemmeno se una banda fosse entrata nella sua camera e avesse cominciato a suonare, compresa di trombe e coro.

Avrebbe tanto voluto lanciare il cellulare contro il muro, oppure rispondere e mandarlo a quel paese, ma in mente aveva quella chiamata, quando Louis sembrava così fragile e bisogno di aiuto.

-pronto?- rispose con voce rauca. - mi dovrai spiegare questo diamine di vizio di chiamare a quest'ora- biascicò qualche parola, ma dette la colpa al ragazzo che aveva interrotto il suo sonno.

-sono in stazione...puoi venirmi a prendere?- mormorò Louis. Il riccio ci mise un secondo per riconoscerlo, non sembrava nemmeno lui. Aveva una voce così...esausta e scossa.

-intendi alla stazione, da me?- chiese incredulo Harry.

-si, io n-non so...-disse tremolante, ma la voce gli si ruppe prima di finire la frase.

-aspettami li, arrivo- e in un attimo era sveglissimo. Non sapeva che stava succedendo, ma Louis aveva bisogno di lui. Stava male, questo era ovvio, nessuno poteva dire che era solo una crisi da quella voce, c'era qualcosa di più.

Non avendo la macchina, Harry chiamò un taxi. Se Louis era solo per metà nelle condizioni in cui si poteva capire dalla sua voce, non poteva certo andare a piedi fino a casa sua.

Appena la macchina si fermò a destinazione, disse all'uomo alla guida di attenderlo ed uscì di corsa.

Entrò nella stazione, ma non vedendo nessuno, uscì. Mentre riprendeva fiato, si guardò in giro e finalmente il suo sguardo si posò su una figura accucciata su una panchina, al buio.

Se non fosse stato sicuro che quello fosse Louis, sarebbe corso più lontano possibile.

Si avvicinò trattenendo il fiato, lentamente.

-ho pensato a me stesso- soffiò lui, probabilmente sentendo la vicinanza del riccio.

Harry storse le labbra a quella frase, non capendo, ma poi gli tornò in mente le parole che gli aveva rivolto quel pomeriggio.

"-pensa anche a te stesso qualche volta-"

Dopo che il silenzio incombette su di loro, Harry decise che era meglio spostarsi da li, sopratutto perchè stava cominciando ad avere freddo.

-c'è il taxi che ci aspetta, andiamo a casa mia- gli disse e lo vide alzarsi e seguirlo, con la testa bassa.

Per tutto il tragitto, Louis tenne lo sguardo voltato verso il finestrino e quando arrivarono, uscì subito dall'abitacolo, fermandosi sul giglio della strada, aspettando che Harry gli facesse strada. Il riccio pagò l'uomo e lo ringraziò, poi andò verso casa sua.

-mia sorella dorme- lo avvisò quando si trovarono davanti alla porta. Aprì e lo fece entrare. Louis non aveva aperto bocca da quella frase e la situazione stava cominciando ad essere imbarazzante.

Harry accese la luce, voleva vedere gli occhi del ragazzo per capire se in quel momento c'era o meno il muro innalzato.

-alza il viso- gli sussurrò. Louis sembrò tentennare, ma poi eseguì.

Harry sgranò gli occhi. -cos'è successo?- gli chiese, riferendosi all'occhio nero che si ritrovava.

-nulla- mormorò lui, riabbassando il viso.

Il riccio si avvicinò e lo prese per il mento, congiungendo i loro occhi. Verde e azzurro.

-è-è stato tuo padre?-

Louis si allontanò con uno scatto. -che ne sai tu di mio padre?- gli chiese accusatorio.

Harry scosse la testa. Gli era scappato, non voleva che lo venisse a scoprire. Sapeva che prima o poi avrebbero dovuto parlare di quella storia, ma non in quel momento.

-è stato lui? Louis, parla – lo implorò quasi.

Lui annuì una volta. Harry non perse tempo: gli prese il polso e lo tirò fino al bagno, dove lo fece sedere sul bordo della vasca e – aspetta qui- gli disse, prima di uscire dalla porta e rientrare con le mani piene di batuffoli di cotone, ghiaccio e disinfettante.

-non ce n'è bisogno- disse Louis, ma Harry lo zittì subito. Prese del cotone, lo imbevette di disinfettante e cominciò a tamponare la parte lesa.

Louis mugugnò qualcosa dal dolore.

-scusa- gli disse Harry sincero, ma senza fermarsi. Dopo aver finito, gli mise in mano il ghiaccio e Louis se lo mise sull'occhio.

-ti ha fatto male da qualche altra parte?- gli chiese, quasi sicuro della risposta.

Louis scosse la testa.

-Louis, ti sto aiutando. Dove ti ha fatto male?- ed ora la domanda la pose come un ordine. Capì subito che stava fingendo: stava diventando bravo a conoscere ogni suo dettaglio e movimento. Quando diceva una bugia, i suoi occhi si sgranavano leggermente e diventavano opachi.

Il ragazzo abbassò la testa. Tirò su lentamente la maglietta, scoprendo il fianco e una parte della schiena.

Harry trattenne il respiro. Sul fianco si stagliava un grosso livido e sembrava che avesse graffiato contro qualcosa, mentre sulla schiena, intravedeva dei graffi, alcuni rossi e altri in fase di guarigione.

Gli si inumidirono gli occhi, osservando quei segni: aveva paura della causa.

Prese un batuffolo di cotone e con mano tremante, lo passo sul fianco. Avrebbe voluto prendersi cura anche di quei graffi, che deturpavano quella pelle così chiara, ma non poteva. Era sicuro che se l'avesse fatto, sarebbe crollato e non poteva essere debole davanti a lui, non se era in quella condizione.

Mise una garza sul livido e poi gli tirò giù la maglietta, cercando di ignorare la schiena.

Finito,lo accompagnò nella sua stanza, gli diede in mano una delle poche tute che teneva nell'armadio e gli disse di sistemarsi.

Harry invece andò in balcone, a prendere una boccata d'aria. Si calmò, si disse che doveva essere forte, che Louis aveva bisogno di lui. Aurora miagolò, come per attirare la sua attenzione. gli si strusciò sulla gamba, così lui si abbassò e le accarezzò la testolina. Si convinse a non pensare a quei graffi e dopo aver preso un grosso respiro, rientrò. Mancavano ancora alcuni passi per entrare in camera, quando sentì dei singhiozzi.

Anche se non lo conosceva da molto, sapeva che tipo era Louis. Era quel tipo che non mostrava a nessuno le sue emozioni e che non piangeva mai, eppure in quel momento gli sembrava di non conoscerlo proprio.

Entrò nella stanza e lo vide rannicchiato su se stesso, seduto sul materasso.

-ehi- sussurrò, per non farlo spaventare,ma sussultò comunque e lo guardò: aveva gli occhi rossi e pieni di lacrime.

Harry ebbe un tuffo al cuore a quella scena. Si avvicinò e si sedette anche lui, ma più distante possibile, avendo paura che potesse andarsene.

-ho lasciato Phoebe e Daisy li- disse tra i singhiozzi, poi riprese dopo qualche attimo di silenzio -gli avevo promesso che non le avrei mai abbandonate, invece l'ho fatto-

Harry rimase qualche secondo immobile, avrebbe voluto abbracciarlo, ma non sapeva come avrebbe potuto reagire, così si limitò ad avvicinarsi di poco.

-non le hai abbandonate, ci sono le altre tue sorelle a badare loro-

lui annuì e tirò su col naso. - ora riposati e poi domani le andremo a riprendere, okay?- gli chiese conferma e lui annuì di nuovo. Solitamente, non avrebbe accettato tutto così, anzi, sarebbe saltato in piedi e avrebbe cominciato ad urlargli che lui non poteva sapere, non poteva capire e che se diceva che le aveva abbandonate, le aveva abbandonate. Ma quel Louis, che si trovava sul suo letto, non era il suo Louis. Anche se lo odiava quando faceva il presuntuoso e lo stronzo, lo preferiva mille volte così, piuttosto di come si trovava ora.

Lo osservò mentre si sdraiava sul letto, prendeva le coperte e si nascondeva in esse.

-dormi qui?- chiese ad un certo punto.

-il divano è comodo, tranquillo- gli rispose Harry, dirigendosi verso la porta.

-dormi qui- e questa volta non era una domanda.

Il riccio ne rimase sorpreso, mai avrebbe pensato che Louis potesse dire frasi del genere.

In silenzio, si rimise il pigiama e poi si sdraiò dall'altra parte del letto.

Louis stava ancora tremando per il pianto, Harry lo osservò, finchè il ragazzo non alzò la testa.

-ho pensato a me stesso, solo a me stesso e non alle mie sorelle- sussurrò.

-le tue sorelle stanno bene- lo rassicurò il riccio. -e se pensi che hai sbagliato ad andartene da li solo per un po', allora non pensi solo a te stesso-

Harry pensò cosa avrebbe fatto lui in una situazione del genere. Probabilmente se ne sarebbe andato, per sempre, o avrebbe ceduto,non sopportando tutto quel male e quel peso.

-sei forte Louis, più di quanto tu creda- gli sussurrò, ma quando si voltò verso si lui, vide che aveva già gli occhi chiusi e che il respiro si era regolarizzato ed era più pesante.

Osservò il suo viso, che ora aveva un'espressione più serena, anche se notò che sulla sua fronte aleggiava ancora qualche rughetta. Alzò la mano e passò le dita su di esse, che subito si distesero.

Gli spostò anche un piccolo ciuffo di capelli che gli copriva un occhio, sorridendo: da sveglio, non si sarebbe mai permesso di compiere un tale gesto.

-buonanotte Louis- gli mormorò, per poi girarsi e finalmente poter dormire.

Venne svegliato da una mano sulla sua spalla, che continuava a scuoterlo. Capì che non era giornata per il suo sonno. Socchiuse gli occhi e la luce che veniva dalla finestra lo colpì. Si portò un braccio agli occhi e poi guardò chi aveva davanti. In piedi davanti a lui, c'era Gemma, che lo guardava con un sorrisino e un sopracciglio alzato. -mi spieghi che ci fa Louis nel tuo letto?- sussurrò ed Harry capì che il ragazzo stava ancora dormendo.

-fuori di qui, arrivo- gli disse e la guardò chiudere la porta. Harry si girò e si ritrovò il viso di Louis a pochi centimetri di distanza.

Sorrise.

Ogni mattina si svegliava con il broncio, mentre spegneva quell'allarme fastidioso che lo riportava alla realtà, mentre quella mattina, dopo così tanto tempo, riuscì a sorridere di nuovo,pronto ad iniziare una nuova giornata forse diversa dalle solite.

-grazie- sussurrò a Louis.

Si alzò cercando di non fare rumore e uscì dalla stanza, socchiudendo la porta.

-Louis è nel tuo letto! Oh mio dio! Devo chiamare subit- Harry venne travolto da sua sorella, che cominciò a straparlare, fino a che lui la bloccò, tappandole la bocca.

-non so chi devi chiamare, ma non c'è nulla da raccontare. Calmati- le disse, per poi abbassare la mano.

-non avete fatto nulla nulla?!- esclamò con voce delusa, facendo sporgere il labbro inferiore. Harry scoppiò a ridere.

-no sorella, scusaci. La prossima volta vedremo di rimediare per te – le fece l'occhiolino, per poi andare verso la cucina, per preparare la colazione a Louis.






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chi ama Louis quanto me? 

okay, nuovo capitolo e nuove scoperte! commentate e fatemi sapere cosa ne pensate fino a questo punto ;)

al prossimo capitolo,

-EmLy


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