Una vita che cambia

di Biker
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Pioggia di metà novembre ***
Capitolo 2: *** Sangue, dolore e nuovi incontri ***
Capitolo 3: *** Gli Amici di amici sono nemici(?) ***
Capitolo 4: *** Un nuovo sensei ***
Capitolo 5: *** Robin Mask ***
Capitolo 6: *** Robin Mask 2 ***
Capitolo 7: *** Il Sergente ritorna... rivelazioni ***
Capitolo 8: *** Meglio il silenzio... nuove emozioni. ***
Capitolo 9: *** Ci attaccano! ***
Capitolo 10: *** Il mio vero io. ***
Capitolo 11: *** Cicatrici ***
Capitolo 12: *** È ora di parlare. ***
Capitolo 13: *** Si ritorna a combattere ***
Capitolo 14: *** La prima volta... un figlio geloso? ***
Capitolo 15: *** Kevin ***
Capitolo 16: *** Padre e figlio ***
Capitolo 17: *** New tower bridge ***
Capitolo 18: *** L'oscurità prende forma. ***
Capitolo 19: *** Avere consapevolezza. ***
Capitolo 20: *** In tempo di guerra... segreti da mantenere ***
Capitolo 21: *** L'amore... ***
Capitolo 22: *** Vecchi nemici ritornano ***
Capitolo 23: *** La goccia che fa traboccare il vaso ***
Capitolo 24: *** Rifiutata ***
Capitolo 25: *** ...io no ***
Capitolo 26: *** Mettiamo le cose in chiaro. ***



Capitolo 1
*** Pioggia di metà novembre ***


Forza! Più veloce! Corri! Non mi importa se sei stanca devi correre! Non mi importa se hai freddo o se fa' male! Avanti! Così la voce del Sergente Muscle, profonda e potente, mi incita a continuare quella corsa estenuante sotto una pioggia fredda che batte violenta sull'asfalto e sul mio corpo stremato. Sfinita mi fermo per respirare un po' di quell'aria gelida di metà novembre. All'improvviso un violentissimo calcio sulle spalle mi scaglia a terra facendomi rotolare per due metri «Non ti ho detto di fermarti! Alzati e torna a correre!» Stordita provo ad alzarmi e sollevando la testa vedo gli altri membri della Muscle League osservare la scena con poco interesse, come se tutto ciò fosse normale dialogando tra loro anche un po' annoiati. Sono di nuovo in piedi ma per il Sergente sono stata troppo lenta, mi prende per il collo e mi spinge «muoviti». Slanciata in avanti riprendo a correre, intanto la pioggia non cessa di cadere. Ma che diamine mi detto la testa, diventare un wrestler. Ma ad un tratto incomincio a ricordare il perché sono qui è tutti i miei ricordi si susseguono nella mia testa come a formare un film. Rabbia e odio iniziano a ribbolirmi dentro e a bruciare come fuoco. Quella stessa rabbia e quello stesso dolore che rinchiusi quando decisi di entrare nella M.L. invece che nella D.M.P. Tutto ciò mi da la carica necessaria per finire questa corsa, sopportando l'immensa fatica che il mio corpo è sottoposto. D'un tratto il Sergente mi ordina di fermarmi. Sfinita cado a terra. Il Sergente mi fissa con i suoi occhi di ghiaccio. Riprendo fiato, mi alzo e riprendo compostezza. Prima cosa: mai farti vedere debole. «l'allenamento per oggi è finito» si allontana e mi lascia qui tremante, senza alcun aiuto. Con le mie deboli gambe cerco di raggiungere gli spogliatoi. L'acqua calda scorre sul mio corpo. Mi rilasso per un po'. Quando ho finito raggiungo il letto. Domani sarà un altro giorno come questo.

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Capitolo 2
*** Sangue, dolore e nuovi incontri ***


Da quando sono qui ho rinunciato a tutto persino al sapore del cibo. Ma si sa non si raggiunge la gloria senza dolore e sofferenza. Quanto darei per dei cereali al cioccolato. E questa si che è sofferenza. Dopo aver finito mi preparo per la nuova sessione di allenamenti. Merda! Devo battermi con lui, l'avevo dimenticato. Oggi saranno dolori. Un pugno dritto al volto seguito da un calcio. Sono piegata in due in ginocchio davanti a lui. Mi manca il respiro. Cerco di rialzarmi ma cado miseramente a terra. Lui è li, troneggia su di me con la sua immensa stazza. Tutto muscoli e sguardo da predatore. Resta impassibile mentre continuo a sputare saliva e sangue. Provo a rimettermi in piedi, barcollo ma resisto. Provo a colpirlo. Lui ferma ogni colpo, all'improvviso mi afferra per la gola. È come una morsa d'acciaio in torno al mio collo. Sono di nuovo senza fiato. I miei occhi incontrano i suoi. Sento il mio cuore accelerare il battito, non ho mai avuto così tanto paura. Stringe la presa, mi dimeno, il mio sguardo si offusca e dopo più niente. Apro gli occhi , una forte luce posta sul soffitto mi acceca. Provo ad alzarmi ma il mio corpo urla dolore. Con grande fatica mi metto a sedere e guardo la stanza in cui mi trovo, è l'infermeria. « o sei coraggiosa o stupida per volere il Sergente come tuo sensei» mi volto, è jeagar. Conosco troppo bene questo mondo per non sapere chi sono i suoi abitanti. « tu cosa credi? La prima o la seconda opzione?» « non saprei ancora ». Lo guardo, è molto carino ed anche gentile con modi pacati. « comunque io sono Mary » «lieto di conoscerti». «altrettanto».« se hai bisogno di qualcosa basta chiedere, ora devo andare, signorina». Bene ne ho prese tante ma almeno ho un nuovo amico. Spero.

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Capitolo 3
*** Gli Amici di amici sono nemici(?) ***


È stata una notte tormentata. Il dolore non mi ha dato tregua. Ho ancora un forte mal di testa. Cammino, o almeno ci provo, appoggiandomi al muro di tanto in tanto. Sento l'eco di voci allegre. Beati loro,chiunque essi siano. Piano, piano mi avvicino alla fonte di tanta spensieratezza. Un gruppo compatto ed affiatato: Kid, Terry e jaegar. Sembrano bambini. Ridono come se non ci fosse un domani ad attenderli. È trascorso tanto tempo dall'ultima volta, non so se sono ancora capace di essere così leggera. Il mio cuore è troppo pesante adesso. «Mary» «ciao jaegar». «io so chi sei, tu sei quella pazza che ha deciso di farsi allenare da mio zio» mi urla Kid con le lacrime agli occhi. Tutti « Kid!!!». «mio zio è cattivo anzi cattivissimo, mi ha tolto la Playstation! Mi costringe ad allenarmi e soprattutto mi fa fare il bagno tutte le sere. È spietato » incomincia a piangere. « non badare a lui. È solo questione di abitudine» «scusa non mi sono presentata. Io sono Mary, piacere.» «io Terry è quello che si rotola a terra è Kid».«allora dove si va di bello?» «jaegar, dove dovrei andare?» « ovunque tu voglia» «in queste condizioni è già tanto se raggiungo il bagno » « hai ragione ahahah». Urto il muro ma questo mi parla con voce profonda «stai più attenta ragazzina» mi volto « vorrei farti notare che io sono ferma, sei tu che vai camminando quindi quello che deve stare attento sei tu, Kevin Mask» mi fissa « non ti conviene rivolgerti a me in questo modo. Sei già conciata male non vorrai stare sulle stampelle» « per essere un tipo silenzioso parli un po' troppo». A questo punto interviene Kid che evidentemente aveva finito di piangere « dai non litigate » . Mi fissa un ultima volta «alla prossima» e se ne va. «sono stanca vado a riposare» « ti accompagno» « tranquillo jaegar è tutto ok. Ciao » mi dirigo verso la mia stanza, ho bisogno di un bagno.

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Capitolo 4
*** Un nuovo sensei ***


Sono trascorsi alcuni mesi ed io sono ancora qui, il Sergente mi allena senza pietà. È una vera macchina da guerra. Arranco nel fango misto al sangue e sudore. Lui non smette di fissarmi con il suo sguardo calcolatore, ritto a braccia conserte, ed io sono ancora ai suoi piedi. Non ricordo più le volte in cui sono finita infermeria. Credo di avere un rapporto speciale con l'infermiera. Quando non mi vede si preoccupa. È finita anche oggi. Una bella doccia calda. Mi guardo allo specchio e mi accorgo di quanto sono cambiata. Raggiungo i ragazzi, con loro sono riuscita a creare un bel rapporto nonostante io sia una persona abbastanza introversa. Questo mi ha creato sempre non pochi problemi con le persone. «ciao ragazzi» « sei sopravvissuta anche oggi. Credo che comincerò a scommettere su di te» mi sfotte un po' Terry « perché prima avevi qualche dubbio» « non farla arrabbiare, non ti conviene. Adesso è forte» « puoi dirlo forte jaeger» Kid come al suo solito mangia il riso e manzo "deliziandoci" con la sua canzoncina. Il Sergente compare sulla soglia della porta. «zio !!!» «non sono qui per te larva. Tu vieni con me». Un po' titubante mi alzo e lo seguo. Spero di non aver combinato niente, l'ultima cosa che voglio è vederlo arrabbiato. Raggiungiamo la sala riunioni. Ci sono quasi tutti: Baffaloman, Ramenmen, Robin Mask, Terryman, Geronimo. Il Sergente inizia a parlare «dato che sei qui da abbastanza e sei riuscita a raggiungere un discreto livello abbiamo deciso di inserirti insieme agli altri. Inoltre io devo partire per una missione con i soldati flessibili. Quindi da domani il tuo sesei sarà Robin Mask.» lo guardo. E lì che mi fissa. Ma allora la loro è proprio un'abitudine. Nessuno li ha mai detto che è da maleducati. Fantastico, da quello che so non è da meno al Sergente. Eppure non so perché ma c'è qualcosa di diverso. Non in lui ma dentro di me. O mio dio! Mi piace. Nn ci posso credere! Sento una strana sensazione, ho voglia di stargli vicino, di sentire la sua voce, il suo odore. Ok. Calma Mary. Riprendi controllo. Sono nella stanza non riesco a dormire . Non riesco a non pensare a quello che è successo oggi. Sento ancora il mio cuore battere.

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Capitolo 5
*** Robin Mask ***


Sono davanti a lui, non riesco a guardarlo negli occhi. Lancio occhiate fugaci, lui sembra divertito. Resta seduto come ad attendere qualcosa. È così calmo, mi trasmette sicurezza. Vicino a lui mi sento rilassata, non ho bisogno di difendermi costantemente a differenza del Sergente. Cosa mi succede,mi batte forte il cuore, mi sembra di avere le vertigini ma allo stesso tempo, nel mio profondo, le acque finora in burrasca si stanno placando. Non avrei mai pensato di poter provare sentimenti così forti e contrastanti insieme. E voglio sesso, voglio che mi guardi, che mi desideri. No. No. Tutto ciò è sbagliato,lui è il mio sensei. Non posso innamorarmi di lui. Si decide a parlare « allora signorina, Il Sergente mi ha detto che stai studiando e ti devi preparare per un esame.» « s..si » « io ti seguirò anche nei tuoi studi oltre ad addestrati nella lotta» «vorrei dedicarmi prima agli studi altrimenti dopo l'allenamento sono troppo stanca. Se a lei va bene» smettila di fissarmi!!! «capisco. E sia allora. Ti avverto pretendo impegno e disciplina ma questo credo che tu già lo sappia. Il Sergente ti ha educata bene.» mi sento sempre più piccola. Avverto la sua intelligenza. «inizieremo domani» stupida, pensare che lui possa stare con me. È troppo. Lui è un uomo maturo che ha ottenuto grandi risultati nella vita ed è talmente sicuro di sé da metterti a disagio con la sola presenza. Io sono ancora una bambina confronto a lui. Introversa e insicura. Vago per i corridoi, provo un grande rammarico. Non ho mai provato niente per nessuno e adesso mi innamoro di Robin. Come si fa a stare con una persona così. All'improvviso mi appare la soluzione: diventare come lui. Per me stessa e per le persone che mi sono vicine. I grandi scelgono di avere accanto altri grandi come loro. Nessuna persona ambiziosa si circonda di nullafacenti. Con questa rivelazione mi in cammino verso la mia stanza. Da domani darò tutta me stessa per raggiungere i miei obbiettivi.

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Capitolo 6
*** Robin Mask 2 ***


Seguo programmi di studio e di allenamento da due mesi. Il meglio riesco a darlo nello studio. Robin mi prepara in tutte le materie. Le mie preferite sono le scienze umane seguite da filosofia, letteratura e scienze naturali. Matematica non è il mio forte. Grazie al mio amore per la cultura riesco a discutere con Robin quasi di tutto dato che mi sono sempre informata. Ovviamente è inutile dire che lui mi supera in conoscenza. Però riesco a stare al passo anche se molte volte mi perdo e lui torna indietro a prendermi. In questi momenti esce il suo lato galante, con pazienza mi spiega ciò che non ho capito o non so. Adoro confrontarmi con lui, con il suo cervello. Amo le sfide soprattutto quando chi mi sta davanti è più capace. Provo un piacere. Una scarica di adrenalina invade il mio corpo. Mi piace la competizione in sé indipendentemente se questa porta alla vittoria o alla sconfitta. Però quando si approccia a me in questo modo,come un padre che insegna qualcosa di importante a suo figlio, mi sento amata e protetta. Nella lotta continuo a prenderle. Prima era solo uno adesso mi menano praticamente tutti. Ma la cosa non mi sorprende, loro sono esperti, io ancora una dilettante. Devo allenarmi ancora molto per raggiungere il loro livello. Robin in questo non si risparmia,come immaginavo, in fatto di severità, è alla pari con il Sergente. In questo momento sono seduta vicino a lui. Stiamo facendo lezione, filosofia. Sembra che li piaccia molto questa materia. Almeno abbiamo qualcosa in comune. Il solo pensiero mi fa battere forte il cuore. Ormai non posso più negarlo: mi sono innamora di lui.

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Capitolo 7
*** Il Sergente ritorna... rivelazioni ***


Sono passati altri due mesi.Sono le otto del mattino e studio già da due ore sotto la supervisione di Robin che non mi ha tolto gli occhi di dosso per tutto il tempo. Ormai mi sono abituata alla sua presenza. Un'altra ora e poi allenamenti estenuanti. Ramenman compare davanti alla porta « il Sergente è tornato.» Robin fa un accenno con la testa e Ramenman va via. Lo guardo, mi fa segno di continuare. Trascorsa l'ora si alza e mi dice di seguirlo. Ci dirigiamo alla stanza riunioni. Il Sergente è lì « Sergente » faccio un inchino. «Robin mi ha informato dei tuoi progressi e del lavoro svolto in questi mesi. Dato che ora sono qui posso cominciare ad allenarti di nuovo. Però mi occuperò solo dell'aspetto fisico. Robin invece continuerà a seguirti negli studi» cosa????. Ma questi sono impazziti. il Sergente e Robin insieme!!! O Dio. Vago per l'istituto « ehi pulce. Sembri sconvolta. Cosa ti è successo? Qualcuno ti ha calpestato?» « ah Kevin sei tu. Mi chiedevo di chi fosse questa voce sgradevole. » « ho saputo che qualcuno perde tempo ad allenarti. Saresti più utile come sacco da box ma tanto lo sei già per tutte le volte che le prendi ahahah» « si Kevin qualcuno mi allena e sai chi è? Tuo padre. Fa quello che non è riuscito a fare con te perché sei troppo debole e codardo. Sei scappato con la coda tra le gambe. Povero piccolo. Io riesco dove tu hai fallito.» scatta, mi sbatte contro il muro. I nostri occhi si incontrano, nessuno dei due vuole abbassare lo sguardo « allontanati. Kevin ho detto allontanati». «stai attenta ragazzina, non oltre passare il limite» mi lascia e se ne va. È tardi, continuo a camminare per i corridoi. Passo davanti ad una stanza, la luce è accesa e la porta è socchiusa. Istintivamente mi fermo un attimo a guardare. O mio Dio. Non ci posso credere. Quello è il Sergente. Non riesco ad andare via, so che è sbagliato ma sono bloccata. Dei passi in lontananza mi destano, mi affretto ad andare via. Sono nella mia stanza. Ancora sono sconvolta per quello che ho visto. Chi l'avrebbe mai detto.

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Capitolo 8
*** Meglio il silenzio... nuove emozioni. ***


È trascorsa già una settimana da quella notte ma continuo a non riuscire a guardare il Sergente. Mi sento troppo a disagio. Mi torna in mente quello che ho visto. Ho deciso di non dire niente a nessuno. Non sarebbe giusto. In fondo sono fatti suoi. Non ne parlerò neanche con lui. Continuerò a far finta che io non sappia. Non posso sapere chi sa e chi no. Parlare potrebbe causarli dei problemi con chi li è vicino. E poi non posso negare che li voglio bene. Per me va bene, non ho problemi con queste cose, ma gli altri? Meglio tacere. Oggi devo battermi di nuovo con lui, sono sicura che andrà meglio dell'ultima volta. Saliamo sul ring. Sono pronta.Lui mi sferra un calcio ma mi abbasso e ricambio anch'io con un calcio alle ginocchia. Lui schiva e contrattacca con un pugno. Riesco a parare il colpo con entrambe le braccia, gli afferro la mano, mi insinuo tra le sue braccia e riesco a colpirlo con un pugno a frusta al viso seguito da un diretto.Mi afferra il polso e mi attacca al fianco con lo stinco. Alzo la gamba proteggendo la parte scoperta, con l'altra lo colpisco allo stomaco. Ci dividiamo. Robin è li che guarda. Il Sergente termina l'incontro e si congratula con me. Faccio un inchino ma dentro mi sento come una bambina. Scendo dal ring mi avvicino a Robin «Salve Signore» lui mi guarda e furtivamente mi accarezza il viso con il dorso della mano. Va via e io resto li come una scema a fissare il vuoto. Ma è successo veramente o sto sognando. Qualcuno mi chiama, mi desto, è Terry « Mary vuoi venire con noi? Usciamo un po'.» « si arrivo, il tempo di una doccia e vi raggiungo» « ok. Ti aspettiamo. ». Siamo in un locale tutti insieme. Non sono tipa da stare al centro dell'attenzione però mi piace guardare ciò che accade in torno a me. In questo momento quello che vedo mi fa crepare dalle risate. Terry inseguito da Kid perché ha mangiato il suo piatto, inseguiti a loro volta dal Sergente che li minaccia di morte e Meat dietro che cerca di salvare la situazione. Non ho mai riso così tanto. Non respiro. Jaeger che si nasconde per l'imbarazzo. « è sempre così. Ovunque andiamo ci dobbiamo far conoscere» « ma tanto vi conoscono già» « ed è proprio quello il problema ». Continuo a ridere. Mi volto e vedo Robin in fondo al tavolo che non mi toglie gli occhi di dosso. Io fingo di non notarlo e continuo a stare con i ragazzi. La serata finisce, sono stanca e divertita, il miglior modo per addormentarsi.Sono già a letto quando qualcuno bussa alla porta,apro, è Robin. Entra e chiude la porta a chiave. Oh Dio, cosa vuole fare. « mi hai ignorato per tutta la serata. Non mi hai rivolto parola. Ho sperato per tutta la sera ma niente.» io mi sono ammutolita. Non riesco a pensare, non so cosa rispondere, lui è lì che mi guarda. Ad un tratto si avvicina, si siede sul bordo del letto e mi porta con sé, sulle sue gambe. Io resto immobile, sono emozionata ed imbarazzata. Lui mi tiene vicina e con la mano accarezza dolcemente il mio viso. Non avrei mai pensato che fosse capace di tanto delicatezza. Passa il pollice sulle mie labbra. Si alza la maschera, oh Dio vedo le sue di labbra. Mi stringe ancora di più e mi bacia, prima piano, poi diventa sempre più impetuoso, mi penetra con la sua lingua. Mi lascia, sono senza fiato e tutta rossa. Sento il suo odore, è inebriante. Lo cerco, Mi prende di nuovo il viso tra le sue mani. Sono grandi e forti eppure così leggere e delicate come a non volermi far male. Dopo tante sofferenze, colpi violenti, il mio corpo freme di un leggero piacere e scende lungo la schiena. Restiamo così per un po', dopo mi lascia delicatamente, mi fa un ultima carezza e si dirige alla porta, la apre «alla prossima, lady». E se ne va.

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Capitolo 9
*** Ci attaccano! ***


Non bastava che fossi a disagio con il Sergente adesso anche con Robin. Almeno con il primo posso fingere. Non voglio incontrare Robin. Devo ancora riprendermi e riflettere su quello che è accaduto ieri. Trascorro la mattinata con i ragazzi. Sono nella piccola biblioteca, sto leggendo un libro qualsiasi per tenermi occupata. Lascio il libro, alzo la testa e lui è li, appoggiato al muro che mi guarda. Ma da quanto è lì. Sono sorpresa, come al solito Non riesco a reagire, resto ferma. « non ti sei fatta vedere oggi. Ti aspettavo. Devo sempre venire a cercarti? » io ancora zitta « è inutile che ti nascondi tanto ti troverò sempre. » mi innervosisco« non sono venuta a nascondermi» ride, « so come fare con te.» mi lancia uno sguardo malizioso, io arrossisco. Sembra che la faccia a posta, si diverte. All'improvviso se ne va e mi lascia qui di nuovo come una scema. Mamma che nervoso. Il mio cuore non smette di battere. Sono nella sala principale, una voce chiama tutti nella sala riunioni. Raggiungo la stessa. Tutti gli anziani sono seduti al tavolo. Ci sono i ragazzi e alcuni membri della generazione x. Ma cosa succede. Manca solo il Sergente. Attendiamo il suo arrivo e come al solito Robin continua a fissarmi. Decido di affrontarlo « un signore come lei con una certa educazione dovrebbe sapere che fissare la gente è da maleducati» è evidente che tutto questo lo stuzzica. Arriva il Sergente « allora signori, per farla breve, siamo stati attaccati da una nuova banda di cattivi.« sono gli stessi a cui dava la caccia quando è partito?» « si Mary. Questi sono spietati e decisamente più forti degli altri cattivi affrontati fin'ora» « tra quanto saranno qui?» « è per questo che vi ho convocato d'urgenza, loro sono già sulla terra. Tutti gli incidenti di questi giorni sono stati causati da loro. Inoltre ci hanno sfidato uno per uno e quel che è peggio che il primo incontro si disputerà oggi» tutti« cosa??» « smettetela di frignare. Allora chi è il primo?» sia jaeger che Terry si offrono volontari. Kid prova a scappare braccato da Meat. Decidono per sorteggio, il primo sarà jaeger. Arriva Kevin che ignora praticamente tutti. « sarò io il primo» I ragazzi incominciano a litigare e vola anche qualche insulto. Alla fine Kevin perde lo scontro. Sarà anche forte ma lui contro tutti non credo che gli convenga. « tu?» mi domanda Baffaloman. Robin interviene « lei fa finta di niente, preferisce ignorare» ovviamente si riferisce a lui. Era troppo strano che non avesse reagito alla mia provocazione. « io non ignoro le cose, do' solo importanza a quelle a cui vale la pena interessarsi». Il Sergente interviene« lei è molto forte però non è ancora pronta per salire sul ring specialmente contro questi avversari. » « ma io voglio aiutare» « lo so ma potresti essere più utile fuori dal ring. Ci serve qualcuno capace dietro le quinte.» « ok. Come vuole lei» mi accarezza la testa. È quasi l'ora, l'incontro sta per iniziare. Jaeger si prepara. Non sappiamo neanche che aspetto hanno questi. L'aria è tesa. Speriamo bene.

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Capitolo 10
*** Il mio vero io. ***


L'incontro doveva essere già iniziato ma ancora non si vede nessuno. Jaeger è visibilmente nervoso, Broken cerca di calmarlo. C' è troppo silenzio. La cosa non mi piace, ho in brutto presentimento. Trascorre un'altra mezz'ora. Il tedesco è fuori di sé. In pochi secondi non capisco più niente. Qualcuno mi afferra per la nuca, mi solleva da terra e mi lancia sul ring. La gabbia di titanio si chiude con me e il mio misterioso avversario. Mi rialzo ma sono ancora stordita. Una figura incappucciata è davanti a me. Si avvicina minaccioso « adesso mi divertirò con te e i tuoi amici resteranno a guardare mentre io ti spoglio e ti umilio» «bastardo lasciala stare, sono io il tuo avversario! Non osare toccarla» « ahahah perché altrimenti cosa fai.sei fuori, non puoi fare niente per aiutarla e adesso incominciamo.» ,si sbottona i pantaloni e si tocca. Scatta, mi prende per un braccio. Io cerco di divincolarmi. È troppo forte. Li sferro un calcio. Gli scivola la presa ma si attacca subito alla mia maglietta e la strappa. Sono nuda, ho solo addosso il reggiseno. Combatto con tutte le mie forze. Cerco di difendermi in tutti i modi. Lo mordo persino. Ma più tento di combatterlo più si diverte e si eccita. Non so come ma le sue mani diventano infuocate . Non è come la pioggia rossa del dolore di Jeager questo è fuoco vero.Cerca di colpirlo ma riesco a schivare i colpi. D'un tratto mi afferra la gamba con la mano, il pantalone inizia a prendere fuoco. Sono costretta a toglierlo. Ora sì che sono nuda. Lui si ferma e ride« guardate, guardate tutti! Cosa ti è successo? Sei malata? Il tuo corpo è pieno di cicatrici. Qualcuno ti ha fatto del male? Povera piccola, non è niente in confronto a quello che ti farò». Un brusio di voci arriva dagli spalti. Mi volto, il Sergente e Robin mi guardano insieme a tutti i membri della M.L e la gente presente. L'umiliazione subita diventa dolore che si trasforma in rabbia che diventa odio. «non dovevi, TU NON DOVEVI!!! IO TI UCCIDO!!!» eccola qui la mia rabbia, sepolta nel luogo più remoto di me. Adesso esce impetuosa e si scaglia con tutta la sua violenza. In un istante gli sono adesso e inizio a colpirlo ripetutamente. Perde molto sangue. Lo prendo e lo scaglio a terra. Inizio a pestarlo. Lo colpisco ovunque anche i genitali. Mi soffermo su di essi. Urla disperate di dolore riempiono lo stadio. Continuo a picchiarlo fino a quando non perde sangue anche da lì. È a terra agonizzante. Sono ricoperta di sangue ed anche il ring. Dalla mia bocca esce un basso ringhio. Guardo i membri della M. L. Nei miei occhi c'è solo promessa di morte. La gabbia si apre ed io vado via.

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Capitolo 11
*** Cicatrici ***


Sono nei corridoi dello stadio, nuda e ferita. Il mio corpo trema ancora di rabbia. L'odore del sangue mi fa girare la testa, ho conati di vomito. Mi accascio a terra. Sento che sto per perdere i sensi. La testa è sempre più pesante. Non riesco a reagire. È tutto così distante. Chiudo gli occhi. All'improvviso due mani mi raccolgono da terra. Vengo coperta. Questo odore, lo riconosco. È il suo. Mi lascio trasportare, mi stringo tra le sue braccia e crollo in un sonno profondo. Mi sveglio, resto immobile sul letto con lo sguardo fisso nel vuoto. Mi sento stordita come se avessi dormito mesi. Riprendo piena coscienza di me. Perlustro la stanza, è fantastica, immensa. Ma dove mi trovo? Le pareti sono affrescate e hanno rifiniture in oro, il letto e grandissimo con tende di seta che cadono leggere ai lati, c'è un enorme vetrata da cui entra una luce che riscalda tutta la stanza. Sto sognando. Mi alzo, ho le vertigini mi giro in torno con lo sguardo. È tutto così irreale. Ad un tratto lo vedo, è seduto vicino al letto ed io non l'avevo notato. Sono nuda con le mie cicatrici adesso. Ormai nascondersi non serve più a niente. Lui mi ha vista, tutti mi hanno vista. «dove sono?» «a casa mia. A Londra. Hai perso i sensi e sei rimasta addormentata per un bel po'» La porta si apre, il Sergente. Anche lui qui? È chiaro vogliono sapere « è una lunga storia ed io non ho voglia di parlarne.» « noi siamo i tuoi sensei, possiamo aiutarti se ci dai la possibilità di farlo» «-non potete aiutarmi, nessuno può, solo io.» guardo Robin. Ho paura che tutto sia cambiato ora, che mi veda con occhi diversi. Non volevo che conoscesse questa parte di me. Il Sergente capisce e va via. Siamo solo noi due, di nuovo. « è per questo che non venivi mai a cercarmi.» « come potevo! Guardami! Faccio schifo! Tu staresti con una come me, in queste condizioni? Acceteresti tutto questo?» lo dico urlando. Lui resta impassibile. «smettila di fare così e parla!» si alza di scatto, per un momento ho paura, non so perché. Si avvicina ma reggo il confronto, mi prende e mi porta a sé. Mi sussurra all'orecchio « cosa ti è successo? Dimmelo fidati di me» « tu non sai cosa mi stai chiedendo, di quanto sia difficile per me. Dietro queste cicatrici c'è un passato» piango, non riesco più a trattenerle« nessuno doveva sapere e adesso...» mi asciuga le lacrime « raccontamelo. Raccontami il tuo passato.» « è troppo difficile. Non voglio. Non ora, dammi tempo. Devo prima accettarlo io per permettere a gli altri di farlo» « forse se trovi qualcuno che riesca a farlo può aiutare te ad accettare te stessa perché, in fondo, il nostro passato è quello che siamo oggi» non ci avevo mai pensato. Mi stringe più forte tra le sue braccia. Sospiro, passano interminabili secondi, provo a parlare più volte ma la voce mi si blocca. Respiro ancora e ancora. Prendo coraggio, chiudo gli occhi e incomincio senza fermarmi « quando avevo 5/6 anni un uomo mi ha molestato. Era una persona molto vicina. Aveva la tua età all'ora. Sono cresciuta vicino a lui. Non ha continuato per molto a otto anni a smesso. Ho vissuto in un contesto disagiato economicamente. Mio padre era un po' violento con mia madre. L'ho visto alzargli le mani ogni tanto. Litigavano spesso. Abbiamo traslocato molte volte per sfratto. Mio padre non lavorava sempre quindi c'erano periodi in cui mangiavamo poco o peggio in alcuni giorni niente. Ho incominciato a tredici anni, poi ho perso il controllo e non ho più smesso. Mi faceva e mi fa stare bene. In un attimo il mio corpo era pieno. Incominciavo ad avere schifo ogni volta che mi guardavo allo specchio. Volevo smettere ma non riuscivo. A diciotto anni dopo un litigio con mia madre ho provato a siucidarmi. Non so cosa mi abbia fermata. Allora ho deciso di andare via, di cambiare la mia vita. Ma il mio dolore si era trasformato in odio così decisi di entrare tra i cattivi però poi ho pensato che avevo vissuto sempre in quel modo e cercare l'odio mi avrebbe dato altro odio così cambiai idea e venni fra voi. Volevo imparare ad essere forte. Per questo nessuno può aiutarmi. Devo essere io a farlo. Devo superare tutto ciò che è negativo verso gli altri e verso me stessa. E dopo tutto quello che mi è successo non posso nasconderti che ho un opinione negativa su vuoi uomini. Allora tu penserai: perché dopo tutto questo stai con me? Beh in realtà non sono ancora sicura però, pardossalmente, con te mi sento al sicuro. Mi trasmetti calma. È la prima volta per me, in tutti i sensi. Non mi sono mai fidanzata.». Lui è rimasto in silenzio per tutto il tempo ad ascoltare. « non dire niente a nessuno. Prometti» « Certo, non temere piccola. Resterà tra noi.»

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Capitolo 12
*** È ora di parlare. ***


Sono ospite a casa di Robin già da un po'. Non sono abituata al lusso e tutti che mi servono. Ho saputo da lui che oggi il Sergente torna per vedere come sto. È molto gentile e premuroso. Ho deciso di parlare con lui riguardo a quello che ho visto. Mi piace girare per le tenute di Robin. Praticamente non sono mai in casa e se ci resto sono in biblioteca. Ora sono in quest'ultima. La giornata è grigia e c'è odore di pioggia. Quale momento migliore per leggere un buon libro. La domestica mi manda a chiamare. Robin è nel suo studio. Apro la porta « ciao Robin, mi hai mandata a chiamare. » «c'è qualcuno per te» il Sergente è lì. Gli sorrido e faccio un inchino «Salve Sergente».«ciao piccola» piccola? Che succede? «signore io vorrei parlarle di una cosa... In privato» guardo Robin e mi fa segno di andare nell'altra stanza. Siamo soli «allora, so una cosa molto intima che la riguarda. Non le ho mai detto niente perché ho pensato che fosse giusto così ma ora, dopo tutto quello che accaduto e certe situazioni che mi hanno fatto riflettere molto, ho cambiato idea. Ritengo che lei debba sapere che io so, scusi il gioco di parole.» prendo fiato « qualche mese fa la vidi nella stanza, ecco ... si provava dei vestiti da donna» spalanca gli occhi. «le ripeto, io non ho mai detto niente perché ho pensato che non fossero fatti miei ma, in questi ultimi mesi, ho capito cosa si prova a condividere la propria intimità e solo il pensiero che qualcuno possa sapere cose di me senza che io abbia voluto divulgarle mi fa arrabbiare. Stia tranquillo non dirò nulla. Come ho fatto fin'ora. Però credo solo che lei debba sapere, tutto qui.» « e tu accetti che io faccia questo?». « io non ho problemi. Lei è libero di fare quello che vuole quando è solo. La cosa non mi riguarda. Ciò che indossa non la rende più capace, intelligente o stupido e inetto.» «sapevo che eri diversa ma non credevo che fossi speciale. Sei l'unica che lo sa.» « e l'unica resterò ».

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Capitolo 13
*** Si ritorna a combattere ***


Sono tra le sue braccia, fuori piove, l'aria è calda. Le piogge estive sono così. Sono passate alcune settimane da quando Robin mi ha letteralmente raccolta da terra come un gatto ferito. Adesso sono qui che li faccio le fusa. Mi lascio accarezzare. Potrei stare così tutto il giorno. Ma qualcosa dentro di me mi richiama all'ordine.« Robin io credo che sia giusto ritornare in Giappone. Li c'è una guerra e stare qui, per quanto mi piaccia, è da codardi. Qui sto bene, mi sento tranquilla ma è come se mi fossi nascosta, è come se mi fossi rifugiata dal mondo in un luogo dove niente può raggiungermi e può ferirmi. Non posso vivere per sempre in questo mondo incantato. I cancelli che delineano casa tua sono diventati il limite che io, quasi inconsciamente, non riesco a superare, perché so che varcandoli mi aspetta di nuovo dolore e sofferenza. E sai che quando conosci il piacere ritornare al dovere è molto difficile.» « Sapevo che staresti voluta ritornare in Giappone a combattere.» «allora perché non mi hai detto niente?» « aspettavo che fossi pronta per tornare». «Robin» «sì?» «io... Grazie». Mi accarezza « tranquilla io sono qui con te». Lo sa, ha capito, ho paura. Siamo in Giappone nello stadio, ci sono tutti. Rivedo con piacere il Sergente, Kid che ci prova come sempre ma si sa, qualsiasi essere nell'universo è femmina, Kid ci prova. Saluto Terry e Jeager. Cerco di capire subito com'è la situazione è chi sono questi bastardi che stanno dando non pochi problemi. Abbiamo vinto due incontri su tre. «voglio combattere anch'io» «no Mary, dopo quello che è successo non mi sembra il caso. Vogliamo essere sinceri con te, tu hai rivelato un'aura malvagia in qual incontro. E mi dispiace ma non possiamo far finta di niente. Ed è evidente che non riesci a controllarla. Potrebbero usarti, in questo momento sei un punto pericoloso per noi» Baffaloman è molto serio « ma io non mi sono mai comporta in modo aggressivo verso nessuno di voi. È vero sono una persona che si arrabbia facilmente ma mai senza motivo e non arrivo a quel livello di violenza. Alla fine sono solo fumo. Non attacco le persone solo perché non mi piacciono o non sono d'accordo con me.» « io non dico questo ma potrebbero usarti contro di noi» « non vedo come questo sia possibile dato che sono una persona capace di intendere e di volere con una coscienza di sé. So cosa è giusto e sbagliato.» « discuteremo di questo dopo, adesso è necessario capire come affrontare la situazione» interviene il Sergente. « io ho un idea» « mi hanno detto che sei molto intelligente. Sono curioso di sapere » Ramenman vuole mettermi alla prova.« allora, io penso che le soluzioni migliori alcune volte sono quelle più semplici e scontate. Loro sanno tutto di noi, chi siamo, come combattiamo, conoscono le nostre mosse e i punti deboli di esse. Noi, invece, di loro non sappiamo niente neanche che faccia abbiano. Così ho pensato che per metterci al pari con loro dobbiamo combattere con nuove mosse. Scartare tutto quello che abbiamo usato fin'ora sul ring. So che non è una cosa semplice da fare. Se le vecchie mosse vengono annullate che senso ha continuare ad usarle. La conclusione sarà sempre la stessa. Bisogna avere delle carte nuove da giocare. Avere qualcosa contro il quale non sono preparati» «si, ha ragione. Continuare a lottare con mosse che sono già state spezzate da altri e che ormai non hanno nessun effetto è da stupidi» anche gli altri appoggiano la mia idea oltre a Jeager. « questo significa che dovremmo impegnarci ancora di più» Terry è determinato come sempre. Sarà difficile ma ce la faremo.

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Capitolo 14
*** La prima volta... un figlio geloso? ***


Tutti si impegnano moltissimo negli allenamenti. Ovviamente io non ho mai smesso solo che ritornare a regime non è molto semplice. « complimenti mi hai sorpreso oggi, non pensavo fossi così intelligente. Ti credevo solo una mocciosa fastidiosa» « sei sorpreso perché sei abituato al tuo cervello ridotto, non riesci a comprendere che ci sia qualcuno di intelligente vicino a te.Ti attieni al tuo pensiero ottuso perché diversamente non puoi fare. Considerando anche il tuo livello di ignoranza.» Kevin, antipatico come sempre. Ed io a quanto pare lo innervosisco molto. Povero piccolo, crede davvero di avere a che fare con una scema. Terry e Jeager ridono « ahahah lasciala stare, non ti conviene. Non farti prende in giro, Kevin». Se ne va. Gli urlò dietro « 1 a 0 per me ». Continuiamo a ridere. Gli allenamenti sono finiti. Vado a farmi una doccia. Esco dal bagno nuda ed è seduto a braccia e gambe conserte. «Robin» mi fissa, i suoi occhi sembrano di ghiaccio. C'è qualcosa che non va.«non restare a fissarmi, dimmi cosa non va» è evidentemente arrabbiato. « Kevin». Lui ha visto.« allora Robin sarò sincera con te, tuo figlio, Kevin, ogni volta che si approccia a me mi insulta. Se io li ho risposto così è perché mi ha provocato. E non lo fa solo con me ma anche con gli altri. È normale che se poi c'è qualcuno che gli risponde a tono tutti ridono di lui. Detto in una sola parola, Robin, tuo figlio è proprio uno stronzo. Si comporta male e non rispetta nessuno.» sospira. Resta in silenzio a pensare, credo. « Robin comunque mi dispiace, non è bello perché è tuo figlio e non deve essere stato piacevole.» alza lo sguardo, come al solito mi fissa e si chiude nei suoi silenzi. «Robin?» si alza, mi viene incontro, mi afferra e mi mette sul letto. Oh Dio il mio cuore è impazzito. Si stende affianco a me. I nostri occhi si incontrano. Una mano incomincia ad accarezzare il mio corpo. Mi prende con modo possessivo. Mi stringe forte a se ed io lo sento. Sento la sua eccitazione. Sospira eccitato. Mi stringe le natiche con forza spingendomi sempre più contro il suo sesso. Lentamente si spoglia ed sopra di me. Mi bacia ovunque, lo stringo a mia volta. Non ho provato mai niente del genere. Ci guardiamo e... Mi sveglio, sono accanto a lui. Sento il suo odore. Lo cerco tra le lenzuola, mi porta a sé, continua ad accarezzarmi. È dolcissimo, sa che è la prima volta. Mi infilo tra le sue braccia, i nostri sessi si toccano, mi addormento nel posto più sicuro che c'è.

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Capitolo 15
*** Kevin ***


Ho la testa tra le nuvole. Sono persa nel ricordo di quella notte fantastica, mi sembra di risentire ogni sensazione sulla pelle. Vago, assente a me stessa. D'un tratto urto qualcuno «scusa, ero distratta» « più che distratta non ci vedi. Ti consiglio una visita oculistica, per non vedere me devi essere messa proprio male» Kevin! Ma perché sempre lui? « tra tante situazioni ci dovevamo incontrare proprio in questa?» « a cosa ti riferisci?» « la prima volta che ci siamo incontrati. Ricordi?» « quando tu mi sei venuta addosso» « no Kevin, tu mi sei venuto adesso. Io ero ferma, tu camminavi. È quasi una questione di scienza» « si, certo. Comunque non vedo il punto della questione» «lascia perdere.». Alcuni secondi di silenzio « Kevin, qual è il problema?» « come?» « hai capito. Perché fai così?» « non so di cosa tu stia parlando e comunque non sono fatti tuoi» « scappare non risolverà il problema» «io non sto scappando dato che non ho nessun problema.» «non è vero, Kevin. Non fingere. Ho capito. Tu soffri per tuo padre, sei sicuro di te stesso è vero ma hai un profondo senso di colpa nei suoi confronti. Sai di aver sbagliato ma non vai da lui non perché sei orgoglioso, come lasci credere, ma perché hai paura che lui possa rifiutarti. Dici di odiarlo ma è solo un modo per proteggerti, una scusa per non andare da lui. Per scaricare la colpa che provi su di lui. Non sei in grado di sopportare questo sentimento quindi si innesca un circolo vizioso: provi un senso di colpa che non sei capace di elaborare quindi devi trasferirlo su qualcos'altro, cioè tuo padre in quanto causa. Dici a te stesso che la situazione in cui ti trovi è colpa sua aggrappandoti alla sofferenza che ti ha provocato, qui provi rabbia nei suoi confronti e cominci ad odiarlo però poi ritorna il senso di colpa perché in fondo sai di averlo deluso e senti il bisogno della sua approvazione. Si ritorna punto da capo. Non sopporti che tu ti senta così e lo incolpi di nuovo, provando ancora rabbia e si va così all'infinito.» « tu come fai a sapere queste cose?» « senti Kevin, se vuoi stare meglio va da tuo padre e affrontalo» me ne vado e lo lascio lì a riflettere.

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Capitolo 16
*** Padre e figlio ***


Fa troppo caldo, ormai è estate. Gli altri sono usciti, io invece ho preferito starmene qui a leggere un libro sotto l'ombra di un albero. Il prossimo incontro è imminente ma abbiamo deciso di prenderci mezza giornata libera. Un po' di riposo ci farà bene, sotto consenso degli anziani. « eih» « gentile ed educato come sempre, Kevin. Sai ho un nome» « non voglio perdermi in chiacchiere. Sono venuto qui per parlare di quello che mi hai detto. Ho pensato molto. E sono arrivato ad una conclusione.» «e sarebbe?» « ecco...Io... penso che... tu... abbia ragione» queste parole li sono costate una fatica immensa, per non parlare del suo orgoglio. «quindi che cosa vuoi fare a riguardo?» « parlare con lui, con mio padre.» non me lo sarei mai aspettata. « è perché sei venuto da me, allora?» resta in silenzio. « vuoi che ti aiuti?» «ecco, come ti ho detto prima, ciò pensato molto...» « vuoi che ti aiuti» «non so esattamente... Io non...» « non sai cosa dirgli e come approcciarti a lui.» « si» «vuoi che venga con te» «...si...». « ok. Allora andiamo» « adesso?» « e quando? Tanto o prima o dopo che cambia, il risultato è lo stesso.» « si hai ragione». Lui è lì, insieme al suo amico Warsman. Non avevo avuto ancora il piacere di conoscerlo. Ci vedono arrivare. Kevin è visibilmente nervoso. Mi fermo « vuoi stare solo con lui quando gli parlerai?» « no, resta. Tanto sei arrivata fin qua.» «ok. Come vuoi.». Siamo arrivati a destinazione. « ciao Robin, salve lei è Warsman. Piacere, io sono Mary.» « piacere mio». « ciao padre» « ciao Kevin.» Warsman capisce e con una scusa si allontana. « ecco, io sono venuto... per... parlare.» «ti ascolto» « riguardo a tutto quello che successo negli anni passati. Io vorrei sistemare le situazione tra noi. So di non essermi comportato nei migliori dei modi e di aver cercato di ferirti, ma l'ho fatto perché ero arrabbiato con te. E non ti nascondo che provo un forte rimorso nei tuoi confronti. Ti reputo ancora responsabile di molte cose. Non puoi negare di aver sbagliato anche tu. Però voglio averti al mio fianco come padre, di nuovo e costruire un rapporto insieme. Se per te va bene lasciamo alle spalle tutto quel che è accaduto fin'ora e ripartiamo da zero.» « ormai mi ero rassegnato che non venissi più.». « questo significa che mi perdoni» « l'ho fatto da molto tempo. Temevo che fossi tu a non perdonare me.». « padre... Io... Mi dispiace» ormai non tratteneva più le lacrime. Robin si alza « vorrei che fossi orgoglio di me, padre» « io sono orgoglioso di te». Lo prende per le spalle e lo tira a sé in un abbraccio. Kevin piange. Un pianto pieno di dolore e sofferenza. E Robin non può che soffrire in silenzio nel vedere suo figlio in quello stato. Lo tiene stretto fino all'ultima lacrima. Finalmente insieme.

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Capitolo 17
*** New tower bridge ***


La situazione è abbastanza critica. I ragazzi ed io stiamo avendo non poche difficoltà nel creare nuove mosse efficaci. Il prossimo incontro è vicino. Sarà Kevin a salire sul ring. Si allena senza sosta sotto consigli paterni e di Warsman. tre wrestler tra i più forti di questo sport a formare un unica squadra. È un trio fantastico. Robin mi fa cenno di raggiungerlo. « Robin, cosa c'è?» « vorrei che tu ci aiutassi a trovare una nuova mossa» « ma Robin siete tra i più forti. Avete molta più esperienza di me. A cosa ti servo. » « sei molto intelligente, il tuo cervello potrebbe servirci. Hai un modo di ragione che ti permette di vedere cose che ad altri sfuggono» «Robin, sinceramente, a me sembra che tu stia dicendo che sono capace di elaborare nuove mosse ma che non sono abbastanza forte per stare sul ring a usarle. Quindi sarei più utile nell'aiutare gli altri mettendomi da parte. » « sei molto forte ma non abbastanza per essere un eccellenza in questo sport.Otteresti più risultati come sensei, utilizzando il tuo cervello, come Meat, che stando sul ring.» «Robin forse hai dimenticato che io ho sconfitto uno di loro» «la tua forza è legata alla tua rabbia,non sei in grado di controllarla ancora. Per farlo devi imparare a tenere sotto controllo la seconda per poter utilizzare al meglio la prima.» « cioè se imparo a controllare la rabbia automaticamente controllo il mio potere.» « tutto questo richiede tempo che non abbiamo. Per ora il massimo che puoi fare è stare dietro le quinte. Questo però non deve farti pensare che il tuo compito sia meno importante, anzi, il loro risultato dipenderà anche da ciò che saprai fare. Inoltre devo ricordati che il tuo potere è malvagio. Non possiamo rischiare. Ho imparato a conoscerti e sei una persona che tende a perdere il controllo con poco. La tua rabbia è troppa e non la gestisci» « no, Robin, se pensi questo allora molte cose di me non le hai ancora capite» resta lì a guardarmi « comunque farò come vuoi, se questa per te è la soluzione migliore, mi fido. Aiuterò.» vado via. Ora ho una responsabilità e Robin si aspetta molto da me. Non voglio deluderlo. Sono rimasta nella mia stanza a pensare ad una soluzione tutto il giorno. È tardi quando raggiungo Robin. È insieme agli altri anziani della M.L. « ciao Robin, salve» saluto tutti. « disturbo?» «no, tranquilla.» « sono qui per la questione di oggi» « ti ascolto» «allora, ho pensato molto è sono arrivata ad una conclusione. Poi mi dirai cosa ne pensi. Perché invece di creare nuove mosse, anche se averne qualcuna sarebbe utile, non miglioriamo quelle che abbiamo già, eliminiamo i punti deboli. Creiamo qualcosa di nuovo su quello che c'è già. Quindi una vecchia mossa diventerebbe, diciamo, nuova. Non so se mi spiego.» Robin come sua abitudine resta in silenzio a fissarmi « sai, quando fai così vorrei tanto sapere cosa ti passa per la testa» ancora in silenzio a fissarmi. « va bene... Comunque, alla fine ho pensato di modificare il tuo amatissimo tower bridge. Per questo sono qui, vorrei sapere prima di tutto se sei d'accordo sulla modifica in sé dato che la mossa è tua, secondo, se acconsenti, cosa ne pensi e se può funzionare.» silenzio « di solito in una conversazione uno parla l'altro risponde. Così fai parlare sempre me e sembro logorroica.» niente « ho capito. Allora la modifica sarebbe questa: Kevin dovrebbe piegare la schiena in avanti in modo tale che possa appoggiare il suo nemico completamente su di essa. Divaricare le gambe all'altezza delle spalle. Prendere con gli avambracci, quindi non con le mani per avere maggiore appoggio, entrambe le gambe da una parte e dall'altra posizionarlo sotto le ascelle in modo da costringerlo a tenere le braccia alzate facendo pressione alla gola. Mentre fa questo deve con le braccia spingere verso il basso e con il corpo verso l'alto. Così si creano due forze opposte che si scontrano andando a riversarsi sul nemico. Ovviamente è da provare. Nell'esecuzione potrebbero esserci degli errori.» prende il foglio con la descrizione con tanto di disegno. « si può fare» « non so se festeggiare perché hai appena approvato o perché mi hai risposto.» mi fissa « ho capito, me ne vado. A domani». Sono nella stanza, sento bussare. È mezzanotte passata, ma chi è?. Apro. Robin. Entra e chiude. Non perde tempo. Mi solleva e mi appoggia sul letto. In un attimo è su di me. So quel che vuole e io non ho intenzione di fermarlo.

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Capitolo 18
*** L'oscurità prende forma. ***


Kevin è molto entusiasta per la nuova versione del tower bridge. Sembra che funzioni bene. Robin è soddisfatto anche se non lo lascia a vedere. L'incontro si terra oggi. « ehi mocciosa » « Kevin io credevo che tu avessi un problema ma a quanto pare l'unico problema è il tuo carattere di merda e credo che per quello c'è poco da fare» Robin e Warsman scoppiano a ridere. Kevin stizzito « che c'è da ridere» «come coppia non siete male» «Non dirlo neanche per scherzo Warsman» «potreste allenarvi insieme. » si divertono a sfotterci. Io e Kevin ci guardiamo «MAI» urliamo entrambi. Loro continuano a ridere. Anche se riusciamo a stare nella stessa stanza, io e Kevin, conserviamo un antipatia reciproca. «comunque cosa volevi» « ah niente, lascia stare ». Mancano cinque minuti. Kevin è sul ring. Noi stiamo sugli spalti con tutti gli altri. All'improvviso sul ring appare una sagoma nera con forma umana. Solo gli occhi sono di colore rosso. Pura oscurità. Kevin ha paura. Lo vedo. Tutti sono spaventati. Nessuno aveva mai visto una cosa del genere. L'incontro inizia. Restano fermi, ognuno al proprio angolo. La sagoma muove la testa con fare curioso. È come se l'oscurità si fosse concentrata in unico essere. Incomincia a muoversi, lasciando impronte nere sul tatami. Kevin è bloccato. « Kevin muoviti! Non lasciarti avvicinare! Reagisci!combatti!» Kevin scatta, si allontana da quel essere. Si volta in direzione di Kevin, lentamente, sembra uno zombie, ricomincia a camminare nella sua direzione continuando a lasciare ombre nere per terra. È inquietante. Non vorrei essere al posto di Kevin in questo momento. Guardo Robin, sta tremando. Robin Mask sta tremando! È terrorizzato per il figlio. Gli prendo una mano e di scatto la chiude sulla mia. Non toglie lo sguardo dal ring. L'incontro continua ma si ripete la stessa scena. L'essere si avvicina e Kevin scappa. « prova a colpirlo» Kevin segue il consiglio. Gli gira intorno e prova a colpirlo alle spalle con un pugno ma questo viene avvolto da fasci neri che incominciano a risalire lungo il suo braccio. « Kevin liberati!» «non ci riesco! Sembra che sia bloccato dentro di lui. L'essere si volta di 360° ritrovandosi a faccia a faccia con Kevin. Nei suoi occhi c'è il terrore. Altri fasci neri come serpenti si muovono da lui verso Kevin.« figlio liberati! » « non ci riesco padre». « provaci!» Kevin libera il maestrom power in tutta la sua potenza. Una luce accecante irradia il ring, con un urlo da sembrare un ruggito e con tutta la sua forza si libera da quei fasci oscuri. L'essere si allontana come se la luce emanata da Kevin lo infastidisse. « ma certo! Kevin quel l'essere è fatto di oscurità. Se vuoi batterlo devi usare la luce, cioè il potere del maestrom power.» Più Kevin si avvicina, più quel coso si allontana. Kevin prova a colpirlo con un calcio violentissimo, l'essere si piega all'altezza del colpo lanciando un urlo mostruoso. Ogni volta che lo colpisce si ripete la stessa scena. L'essere incomincia a deformarsi. Sembra una sostanza gelatinosa, informe. Kevin aumenta il suo potere al massimo. È come se il suo corpo fosse fatto d'oro. Lo afferra per la gola, lo alza e lo sbatte a terra. Il nemico si dissolve al suolo, in polvere nera, lanciando un ultimo urlo.

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Capitolo 19
*** Avere consapevolezza. ***


È trascorsa una settimana da quell'incontro. Siamo ancora tutti scossi soprattutto Kevin. « ehi come va? » « sinceramente, non lo so. È come se un peso enorme fosse su di me» « cioè? A cosa ti riferisci?» « quando ho combattuto contro quel "coso" ho rivisto letteralmente tutta la mia vita, di preciso, tutte le mie sofferenze: mia madre, mio padre, la dmp, mars. Insomma tutti i miei errori. Per questo non riuscivo a utilizzare il mio potere al massimo. L'oscurità mi bloccava. Provavo solo rabbia,odio, sofferenza. Ho dovuto fare uno sforzo enorme per evocare la maestrom power. Ma ora, non riesco a togliermi dalla mente tutte quelle immagini.» «Kevin quello è il tuo passato e non puoi cambiarlo e non puoi neanche dimenticarlo. Una persona un giorno mi disse che quello che siamo oggi dipende anche da quello che siamo stati in passato. Tutti commettono errori, Kevin, chi più chi meno, ma alla fine conta anche quanto ci impegniamo a rimediare e a cambiare in meglio. Forse è vero, nella tua vita avrai fatto molti sbagli. però adesso sei qui, tuo padre è con te, sei cresciuto e il solo fatto che ti poni questi problemi dimostra che hai consapevolezza di te stesso ed indispensabile nella vita per potersi migliorare.» « si, credo che tu abbia ragione». «ora la cosa importante è capire come battere questi avversari e sperare che non ci siano altri come quello che hai affrontato.» «io ho un brutto presentimento» « anch'io. Kevin». L'ansia è a mille. Domani c'è un altro incontro. Sarà Terry a salire sul ring. Speriamo bene. Il sole è alto nel cielo, Terry è sul ring. Suda freddo, cerca di calmarsi ma non riesce a trattenere un tremore. Appare sul ring. Nero con occhi rossi. Terry scatta all'angolo. « non farlo entrare nella tua testa». Ormai è terrorizzato. Non riesce più a reagire. Scendo dagli spalti, corro verso il ring e ci salgo sopra. Ora sono io e l'oscurità. Ci guardiamo dritto negli occhi. Non ho paura. Terry resta lì. Lui si avvicina, mi fissa. «non puoi farmi del male, non puoi entrare nella mia testa» mi afferra dalla gola, lingue nere mi avvolgono, ma io resto immobile. Resta a fissarmi per un po', dopo sparisce com'è apparso. Siamo nella sala riunioni. Nessuno ha il coraggio di chiedere, finché non è Kevin a prendere parola « perché a te non ha fatto niente?» « io ero consapevole che quello che avrei provato sarebbe stato reale fino a certi limiti. Il dolore che provavo quando mi ha preso era reale perché in fondo io l'ho provato nella mia vita, ma non l'ho era in quel momento. La mia consapevolezza mi ha permesso di tenerlo fuori della mia mente. Lui si nutriva della mia paura e del mio dolore. Quando ha capito che non avrebbe ottenuto niente è andato via. Sapevo che quello che stavo provando in fondo, nella realtà, era un illusione e che di fatto non avrebbe potuto farmi niente. Ho capito che avere paura di qualcosa che è già accaduta non ha senso. Come ti ho detto, Kevin, avere consapevolezza delle cose è il miglior modo per iniziare ad affrontarle.»

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Capitolo 20
*** In tempo di guerra... segreti da mantenere ***


Dobbiamo assolutamente capire chi sono questi nemici e come fare a sconfiggerli. Il Sergente sta effettuando delle ricerche insieme ai soldati flessibili. Mi dirigo da lui. Voglio sapere se ha scoperto qualcosa. So che in teoria non dovrebbe parlare con nessuno di quello che fa ma con me non farà storie. « Sergente» lo saluto con un inchino. « soldato ». Mi sfotte. Sembra di buon umore stamattina. Meglio così. « sono venuta qui per sapere qualcosa di più riguardo questi nemici. Se è possibile» « potrei anche ma purtroppo non abbiamo scoperto niente di nuovo o almeno abbastanza importante» «capisco. Ma cosa sappiamo di loro?» «solo che vengono da un altro pianeta molto lontano in un'altra galassia.» sul monitor compare il pianeta in questione. « sembra molto inospitale» «si lo è. Voi umani non potreste andare a vivere lì. L'atmosfera è rarefatta. Con una grande presenza di azoto, niente ossigeno e alcuni gas tossici. L'acqua è del tutto assente. Dall'aspetto sembra il vostro pianeta Marte. Non capisco come facciano a vivere lì» «si saranno adattati come abbiamo fatto noi sulla terra» « ma perché proprio la terra. È molto lontana dal loro pianeta. Cosa cercano qui? » « forse sono qui proprio perché il loro pianeta comunque non offre grandi opportunità. È molto più piccolo della terra. E noi qui, anche se abbiamo molto lavoro da fare, siamo andati molto avanti in questi decenni specialmente con la scienza. Stiamo imparando a sfruttare le risorse sostenibili per l'ambiente. Sarebbe un ottimo posto dove vivere per loro. Inoltre non hanno bisogno dell'ossigeno per vivere e caso strano, nella nostra atmosfera, c'è molto più azoto che ossigeno. Posso respirare senza problemi. Io credo che sono qui per colonizzare la terra. Avere un posto dove espandere la propria razza sfruttando quello che siamo riusciti a fare.» « ma questo non spiega perché sono fatti di oscurità?» « sa, io credo di sì.» « in che senso? Spiegati ragazzina» « noi siamo abituati a correlare il buio nell'oscurità. Il nero è cattivo e così via. Questo discorso vale anche al contrario bianco uguale luce ecc...» « quindi. Arriva al punto» «il punto è che forse non sono fatti di oscurità ma è solo il loro corpo che è così. Come il nostro. È la loro peculiarità. Se ci pensa il loro pianeta non ha sole o una stella abbastanza vicina. Pensi agli animali che vivono negli abissi. Li non c'è luce quindi non hanno occhi. Che senso avrebbe se non possono vedere. Sviluppano altri sensi. Così hanno fatto loro. Si sono formati in base all'ambiente in cui vivevano.» « ma qui c'è un sole. Non dovrebbe essere un problema per loro. E poi perché Kevin, Terry e tu vi siete sentiti in quel modo.?» « io credo che abbiamo visto e provato quello che ci aspettavamo di vedere e sentire. Come dicevo prima, noi abbiamo paura del oscurità. Quando abbiamo visto quel coso il nostro primo pensiero è stato quello. Eravamo talmente convinti che ci siamo,ovviamente, comportati di conseguenza. Abbiamo proiettato le nostre paure sul nostro nemico. Però non so perché non hanno problemi con la luce solare. Su questo non ho teorie.» « comunque io ricordo che il primo nemico che affrontassi era umano» « io non credo. Era completamente coperto. Non abbiamo visto la sua faccia o il suo corpo. Poteva benissimo essere come gli ultimi che abbiamo affrontato. Forse hanno trovato un modo per restare scoperti. Quando Kevin ha sfoderato il suo potere alla massima potenza, la luce sprigionata era troppo forte per lui. Il suo corpo evidentemente non sopportava quel intensità.» « e con te allora?» « forse, come ho già detto, non li ho permesso di entrare nella mia testa.» «questo significa che hanno dei poteri» «può essere. Ambiente diverso, condizioni diverse, priorità diverse. Come, ritornando, agli animali di cui parlavo prima.». Sono negli spogliatoi. Mi faccio una doccia calda dopo un estenuante allenamento. L'acqua scorre sul mio corpo mentre penso ancora alla convenzione avvenuta con il Sergente. Dopo aver finito ritorno nella palestra a prendere le cose che ho lasciato. Oh cazzus! Ma perché sempre io! Kevin è sopra Jeager e si stanno baciando. Sono sopra la panca. E Kevin non smette di muovere il bacino. Jaeger geme sotto di lui. Meno male che sono vestiti e che si stanno approcciando in modo sessuale senza l'atto vero e proprio. Forse credevano di essere soli. Prendo la mia roba e silenziosamente vado via. Uff... Meglio non dire niente ai corrispettivi padri. Un altro segreto da tenere.

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Capitolo 21
*** L'amore... ***


« allora, niente ragazza?» « no.. cioè...» è troppo divertente sfotterlo. Kevin è in imbarazzo e molto probabilmente è diventato rosso sotto la maschera. Adesso mi diverto io. « come no. Hai tante fan. Molte ragazze farebbero la fila per uscire con te.» « si... e che... Non sono interessato al momento» « però, adesso, non c'è proprio nessuna che ti piace. Non so, che conosci? Secondo me a te piacciono con capelli biondi e occhi celesti, alte e slanciate, non troppo magre e esili. Devono essere, diciamo, robuste. Essere gentili, con modi pacati e soprattutto amare il wrestling.» cioè Jaeger. Kevin sembra rimpicciolire. Oh Dio è troppo divertente. Così impari a fare lo stronzo. Inizia a balbettare qualcosa. Tra un po' dalla sua maschera esce fumo. « Kevin tutto bene? Ho detto qualcosa che non va? So che sei molto riservato. Non avevo intenzione di intromettermi.» bugia, invece sì. « e... no... sto bene... tranquilla, niente che non va.» adesso mi fa un po' di tenerezza. A quanto pare sembra proprio cotto. Lo lascio stare. Sono soddisfatta. Tutto questo mi fa pensare a Robin. Chi sa cosa sta facendo? Busso alla porta « avanti» «ciao, sono io.» «ciao, credevo ti fossi dimenticata di me.» «mamma quanto sei tragico. Non conoscevo questa parte di te.» allunga un braccio verso di me. Io lo raggiungo e mi siedo su di lui. È dolcissimo, come sempre. Mi lascio coccolare. Mi piace troppo. Mi bacia e io ricambio. Amo tutto di lui: la sua voce, il suo odore, le sue mani e il suo modo di toccarmi. Sto così bene quando sono con lui. « ti ho interrotto? Facevi qualcosa di importante?» « cercavo di capire qualcosa in più su questi nemici.» « non sappiamo molto di loro.» «il Sergente mi ha informato sulle tue teorie. Molto interessanti» « come mai lo dici con tono sorpreso, sai che so un genio» me la canto un po'. Robin mi guarda divertito. Ho capito come andrà a finire. Faccio una doccia. La prima con lui. Mi batte forte il cuore. Non credevo fosse così. Accarezza tutto il mio corpo con il bagnoschiuma. C'è un profumo nell'aria. Il suo corpo. Appoggio le mie mani. Lo toccò, lo accarezzo a mia volta. Per essere un uomo grande è molto bello e attraente. Vedo il suo viso. La prima volta anche in questo. I suoi occhi, non riesco a non guardarlo. Ed ecco che succede di nuovo. Stiamo insieme nel letto abbracciati. Mi passa le dita nei capelli come se fossi un gatto e piano piano mi addormento.

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Capitolo 22
*** Vecchi nemici ritornano ***


«abbiamo ricevuto un messaggio dai nostri nemici» la voce del Sergente è alta in modo che tutti possano sentire. « cosa vogliono adesso?» Robin interviene « vediamo» il Sergente inserisce il disco e accede lo schermo. Un uomo incappucciato appare e inizia a parlare« Salve, vi siamo mancati? Siamo tornati per la nostra vendetta. Ci riprenderemo quello che ci avete tolto. Vi faremo pentire di essere nati. Vi faremo provare dolore e sofferenza. La paura invaderà il vostro corpo, non riuscirete a dormire la notte. E per noi sarà una gioia vedervi tremare dal terrore. Ahahah veniamo a prendervi» fine. « io ho già paura» Kid piagnucola attaccato a Meat. « adesso abbiamo capito qualcosa» « cioè ragazza » Baffaloman mi osserva con sguardo critico « questo significa che sono nemici che abbiamo, anzi, avete combattuto e sconfitto in passato. Per questo sono qui. Come ha detto quel tipo, sono venuti per una rivincita, per la vendetta. Dobbiamo capire solo chi sono.» « non è così semplice. Abbiamo sconfitto molti nemici.» « Rameman ha ragione. » « io credo che sia la D.m.p.» « come fai a saperlo?» Kevin, ma quando è arrivato. « Non so. Ho questo presentimento. E credo anche che siano molto più forti dell'ultima volta.» « allora quegli esseri che abbiamo affrontato?» « Jeager non lo so. Ma credo che ci sia qualcosa dietro» « in che senso?» « non so... Come ho detto prima è un presentimento.» Kevin rompe il silenzio « domani c'è un altro incontro. Forse capiremo qualcosa di più » « e come? Li abbiamo affrontati più di una volta. Perché adesso deve essere diverso?» « sinceramente, non lo so». La riunione finisce. Vago per i corridoi, una mano si appoggia sulla mia spalla. Mi volto, è Robin. Non riesco a non sorridergli. « ciao » mi accarezza il viso, mi passa il pollice sulle labbra. Istintivamente le socchiudo. Credo di aver capito cosa vuole. I suoi desideri si fanno sentire. « Robin » Voglio giocare un po'. « Mi dispiace, non posso ho da fare. Mi sa che ti devi arrangiare » li do le spalle e mi allontano. All'improvviso mi afferra con un braccio e mi tira a se bloccandomi contro il suo petto. Il suo profumo mi riempie le narici. È un afrodisiaco. Tremo leggermente, di piacere. Spero che lui non se ne sia accorto. Non voglio dargliela vinta così facilmente. Alzo la testa. I miei occhi incontrano i suoi. Merda! Ha capito. Un brilio malizioso li pervade. Mi stringe a se con fare possessivo. Mi afferra il mento con una mano costringendomi a guardarlo. Tutto questo mi eccita. Mi preme contro il suo corpo, più forte. Sento la sua erezione. Mi sto sciogliendo tra le sue braccia. Non riesco a fare resistenza. Alza la maschera, le sue labbra. Si abbassa su di me e mi bacia. Serro i denti. Cerco di non lasciarlo entrare. Mi morde il labbro inferiore prima piano poi con più forza fino a farmi un po' male. Ma è un dolore piacevole. Alla fine si insinua nella mia bocca e mi bacia ardentemente. Mi lascio completamente andare sul suo corpo mentre lui mi sorregge. Ho capito, mai più fargli resistenza. Sono nel suo letto tra le sue braccia. Continua ad accarezzare il mio corpo ed io mi addormento. Apro gli occhi. La luce del sole entra nella stanza. Accanto a me il letto è vuoto. Sono sola. Mi siedo . Alzo la testa e lui è li seduto su una poltrona difronte a me. E lì che mi guarda. Mi sento in imbarazzo, non so perché. È da tanto che non provavo questa sensazione in sua presenza. Vado a farmi una doccia. L'acqua calda scorre sul mio corpo. Robin come pensavo non tarda ad arrivare. Sono seduta sugli spalti vicino a lui e il Sergente. Aspettiamo l'arrivo dei nostri nemici. Ad un tratto le porte dello stadio si aprono con violenza. Un gruppo di uomini incappucciati entrano seguiti da quegli esseri tutti neri. Salgono sul ring. C'è tensione nell'aria. Uno di loro, probabilmente il capo inizia a parlare « Salve miei carissimi amici. Ci stavate aspettando ahahah. Ora siamo qui e ci prenderemo le vostre vite.» «facciamola finita una volta per tutte» gli urlo dal mio posto. « oh so chi sei, la bella Mary. Sarai tu la prima a salire sul ring. O hai paura?» «per niente.» mi alzo ma una mano mi ferma. « non fare il loro gioco» « qualcuno dovrà salire sul quel ring e combattere.» « bene, bene a quanto pare non sei solo una stupida puttanella Ahahah» « ti farò pentire anche di questo lurido bastardo». Gli sono difronte. « allora, piccola, sei pronta? » «quando vuoi» l'incontro inizia « togliti il cappuccio e mostrati. Voglio guardare il mio avversario negli occhi» si scopre il viso e tutti restano sorpresi « Mars! Ancora tu» « si sono ancora qua. Sorpresi? Ho rimesso in piedi la dmp e ho invaso il pianeta di queste creature primordiali e li ho sfruttati per i miei fini Ahahah » « lo ripeto sei un bastardo» « so che hai una predisposizione a perdere il controllo. Sarà divertente farti perdere la testa» « non accadrà. Non ti lascerò controllarmi» « vedremo» si scaglia su di me e...

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Capitolo 23
*** La goccia che fa traboccare il vaso ***


Si scaglia su di me, evito il colpo. Cerco di colpirlo dal basso ma mi afferra dalle gambe e mi sbatte violentemente a terra. Rotolo da un lato mi alzo ma lui è vicino a me. Mi prende la faccia in una mano e mi colpisce con il palo del ring. Non vedo più niente per qualche secondo. Perdo sangue. Mi rialzo a fatica. Ho la nausea. È troppo forte ed anche veloce. Mi butto tra le sue gambe faccio leva e cade di ginocchia a terra. Gli salto sulle spalle e con una morsa a triangolo li blocco un braccio e gli stringo la gola. Ride « credi di battermi con questa mossa ridicola» mi afferra e in un secondo sento il tappeto del ring contro la mia schiena. Non ho il tempo di urlare dal dolore che mi sferra calci alle gambe. Poi un ultimo calcio violentissimo al torace. Un fiotto di sangue esce dalla mia bocca. Sento urla, qualcuno mi chiama. Il mio nome pronunciato con voce disperata. Sono a terra. Non riesco a muovermi, la mia vista è offuscata, i rumori intorno a me sono distanti. So svenendo, lo sento. Un volto si affaccia su di me. « Ahahah avevo ragione. Sei solo una puttanella. Non vali niente stupida femmina» mi sputa in faccia. « dai, voglio vedere la vera te. Fammi vedere quanto ti arrabbi» un altro calcio al fianco destro mi fa rotolare all'angolo del ring. Uso le corde come sostegno. Sono in piedi ma barcollo. Cerco di muovermi ma cado nuovamente. È come se avessi perso il controllo del mio corpo. Si avvicina lentamente, mi prende e mi scaraventa a terra. Ancora e ancora... Non trattengo più le urla. Non ho mai provato tanto dolore in vita mia. « cosa devo fare per farti reagire» con un piede continua a pestarmi. Sto piangendo. Basta non ce la faccio più. Smettila. « oh povera piccola, fa male vero Ahahah. Implorami e ti lascerò andare. Anzi, no. Mettiti in ginocchio vicino al mio cazzo Ahahah » alzo gli occhi. Vedo Robin. Non posso lasciargli fare questo. Non davanti ai miei amici, non davanti a lui. « allora. Non vuoi. Pessima scelta» mi solleva e mi stringe tra le sue braccia. Mi stritola. Le mie urla riempiono lo stadio. « avanti arrabbiati.» mi lascia cadere di nuovo a terra. Non riesco a respirare « in questo momento non sei buona neanche per un pompino. Puttana» appoggia un piede sulla mia testa. « cosa devo fare. Tutto questo non ti sprona. Ho trovato vediamo se questo funziona» uno di loro a preso in ostaggio un bambino. Sento le sue urla. Piange e chiama la mamma. La donna chiede pietà disperatamente. I ragazzi intervengono ma sono bloccati. Porta il bambino dagli spalti sul ring. « allora la vita di questo moccioso dipenderà da te» «bastardo lascialo andare. È solo un bambino.» raccolgo tutte le forze che mi restano e mi rimetto in piedi. Provo ad avvicinarmi ma non ce la faccio. Sono disperata « lascialo andare. Ti prego» i ragazzi cercano di aiutarmi ma sono costretti ad affrontare gli altri membri della banda. « non credo proprio» lo getta a terra e inizia a colpirlo. Il bambino urla, implora ma niente non si ferma. È una scena straziante. Non riesco a muovermi. Sono troppo debole. Ad un tratto il bambino smette di dimenarsi. La madre invano cerca di avvicinarsi al ring, al suo bambino. Questo resta li. Inerte. Striscio fino a lui. Lo scuoto. Niente. Maledizione svegliati. Resta immobile. Non reagisce. I suoi occhi fissano il vuoto. Calde lacrime bagnano il mio viso. È morto. La madre urla un dolore indescrivibile. «come hai potuto. Era solo un bambino. Come hai potuto» un ruggito spaventoso esce dalla mia bocca. Un bruciore dal mio petto scende per tutto il corpo. È come una scossa che mi attraversa. Non la trattengo più. La mia rabbia. Serro le mani. Lo sento, un energia mai provata inizia ad uscire. Un aura mi circonda. Un altro ruggito. « i suoi occhi sono rossi e strisce nere le scendono sul viso » sento qualcuno urlare che dalla voce riconosco come Kid. Questa energia scorre per tutto il mio corpo. Espandendosi all'esterno come un onda. Non sento più niente, solo rabbia e odio. E voglia di uccidere. Deve pagare. Scatto, in un attimo sono davanti a lui. Gli sferro un pugno allo stomaco che lo fa piegare in due, seguito da un calcio in pieno volto che lo scaglia dall'altra parte del ring. Non mi sono mai sentita così forte. Voglio sangue. Mi avvento su di lui è inizio a dilaniarlo. Il tappeto si riempie di sangue. È in uno stato agonizzante. Mi volto e mi scaglio su tutti gli altri. Voglio una strage. Colpisco e uccido alcuni di loro. In un attimo lo stadio è diventato un cimitero. Torno da lui, Mars. Deve pagare per quello che ha fatto. Ma la morte è troppo semplice. È facile morire. Deve soffrire per tutta la vita. Lo spoglio e con un coltello preso da uno di loro inizio a ferirlo. Lascio tagli ovunque, infine gli mutilo i genitali e gli taglio due dita e gli sfregio il viso. Ma non deve tornare mai più. Gli spacco entrambe le ginocchia. Urla fino a perdere i sensi. Sono ricoperta di sangue. Anche il mio viso. Ora l'hai vista la mia natura...

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Capitolo 24
*** Rifiutata ***


L'energia incomincia a sparire. Sento il mio corpo ormai al limite. Tutto il dolore ritorna impetuoso a scuotermi. Crollo, sfinita. Il silenzio riempie lo stadio. Nessuno osa parlare. In un attimo è tutto buio. Apro gli occhi. La stanza è tutta bianca e dei macchinari sono accesi vicino a me. Ho un forte mal di testa. Mi sembra di aver già vissuto questo momento. «si è svegliata! » «Mary. Mi senti. » « dove mi trovo» «sei in ospedale.» non riesco a capire chi mi parla. Cerco di mettere a fuoco ciò che mi circonda. Vedo Kid che salta di gioia. Come se non mi vedesse da tanto tempo. Corre fuori a chiamare il dottore. Robin è lì seduto ad un angolo della stanza. Sembra che stia lì da molto. C'è anche Kevin. « cosa è successo?» mi sento confusa. Mi siedo. Kevin mi risponde « dopo l'incontro hai perso i sensi. Sei rimasta in questo stato per più di due mesi. Avevi alcune fratture e un danno alla testa.» « l'incontro. È tutto così sbiadito e lontano.» ho frammenti qua e là che vagano. Immagini vaganti. Ma non riesco a prenderle. Restano lì sotto la superficie per un attimo per sparire nel buio. « Robin» mi guarda. Come al solito è immerso nei suoi pensieri chiuso in silenzi lunghissimi. Sembra che non sia contento di vedermi. Resta distante e freddo. Non faccio in tempo a prendere parola che entra il dottore ordinando agli ospiti di uscire. Finita la visita il dottore mi dice che devo restare per almeno cinque giorni. Robin non torna più in camera e nemmeno nei giorni successivi. Esco dall'ospedale abbattuta. Nessuno è venuto da me. Forse avevano da fare. Mi sono ripetuta questa scusa più volte cercando di ignorare la delusione. Cammino sorretta dalla stampelle. Ad un tratto sento il clacson di una macchina che accosta vicino a me. Mi volto. È Robin, nella sua Jaguar nera. Resto lì a fissarlo per un po'. Mi fa segno di salire. Piano piano entro in macchina. È bellissima. « ciao» gli dico timidamente. Mi guarda senza rispondere e parte. Il rombo del motore sovrasta tutto. Resto in silenzio. Ci fermiamo ad un semaforo. Si degna a guardarmi. Faccio finta di niente. Ma mi prende il mento con le dita e mi fa voltare la testa. Ci guardiamo per alcuni secondi interminabili. Scatta il verde e la sua attenzione va di nuovo sulla strada. Non so dove stiamo andando. Giuda per un po'. Arriviamo davanti ad un albergo. Entriamo nell'atrio e saliamo fino ad una stanza, credo sia la sua. È immensa, incredibile mai visto niente del genere. Sento che chiude la porta a chiave. « perché mi hai portata qui? » « dopo quello che è successo non tutti sono d'accordo a volerti con loro» «capisco» in quei giorni all'ospedale avevo avuto molto tempo per pensare e ricordare tutto. «quindi? Cosa faccio» « resterai con me » «perché non sei venuto a trovarmi allora? Sei sparito.» « sinceramente ciò pensato molto se venire da te e proteggerti» abbasso la testa. Mi sento ferita però non riesco a non chiedergli scusa. Mi fissa « tranquilla non tutti ti sono contro. Come hai potuto vedere Kid e Kevin sono con te» « chi altri non mi vuole» «Baffaloman è molto arrabbiato. Sapeva che non eri adatta. Inoltre,io stesso ti avevo proposto di stare lontana dal ring. Aiutare gli altri. All'inizio avevi accettato ma poi hai fatto di testa tua.» mi sta rimproverando. Mi sento una bambina. Baffaloman me lo aspettavo. «chi altri?» la mia voce è un sussurro « il Sergente» alzo la testa di scatto « cosa?» « la tua forza è molto potete ed malvagia. Lui non può più esserti vicino. Come capo dei soldati flessibili deve tenerti sotto osservazione. Tu per lui, per il lavoro che svolge, presenti una minaccia. » sto piangendo. Non riesco a guardarlo negli occhi« ti avevamo avvertita» il suo tono di voce è tagliente. Mi sento trafitta. Riesco solo a piangere. « perché tu sei qui?» « sono qui solo per aiutarti. Non volevo, per mia coscienza, lasciarti sola. Ma questo mi sta costando molto.» « mi dispiace. Non volevo, scusa. Credevo di fare la cosa giusta. Non volevo metterti in questa situazione. Non ho pensato alle conseguenze. Ho perso il controllo. Io... Mi dispiace... Robin.. io » Resta impassibile. Non si avvicina, sento solo freddo. Non l'ho mai sentito così distante come in questo momento. L'ho deluso. Resto li con la testa china a piangere. «ora stai qui tra un po' torno.» «sì. Come vuoi» mi stendo sul letto. Lui va via. Mi addormento tra le lacrime. Quando mi sveglio la luce fuori sta lasciando posto al buio della notte. Robin è seduto su una poltrona mentre si fuma un sigaro. Non sapevo che fumasse. Non lo chiamo. Rimango in silenzio. Si accorge di me. Mi guarda. Abbasso gli occhi. Continua a fissarmi ma io non lo guardo. Mi sento in colpa per tutto. Si avvicina, si siede sul letto e mi alza la testa con una mano. I nostri occhi si incontrano ma per un attimo. « sembri una bambina » mi sento piccola. « forse ho sbagliato tutto» « no! » gli urlo. « è vero che vicino a te sono piccola e che ho ancora molto da imparare ma non negare tutto solo per un errore. Non sono stata abbastanza matura per affrontare gli avvenimenti, questo è vero, ma non dirmi che sono una bambina. Io non lo sono. Tutto quello che c'è stato era vero. I miei sentimenti per te sono veri. Una bambina non può provare quello che provo io per te. Mi dispiace che per colpa mia ti trovi in difficoltà. Non farei mai niente che potrebbe ferirti.» d'un tratto mi prende tra le sue braccia «cosa stai cercando di dirmi?» «che io ti amo»

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Capitolo 25
*** ...io no ***


Mi stringe più forte a sé «...io no». Mi si gela il sangue nelle vene. Sento dolore. Non è fisico. Viene da dentro. È come se per un attimo il centro del mio mondo si fosse spostato ed io non ho più l'equilibrio per restare in piedi. Come se tutte le mie certezze, sicurezze, fossero sparite in un istante. Trasformate in fumo distolto nell'aria. È come se si fosse rotto qualcosa ed io ho sentito il quel tipico suono che caratterizza l'inevitabile nel momento in cui accade. O, almeno, credo di averlo sentito, nella mia testa. All'istante in torno a me sento solo vuoto e freddo. Anche se lui continua a tenermi tra le sue braccia. « allora perché sei qui? Perché rischi tutto per me? Se non è l'amore cosa ti porta a me?» « io provo un grande affetto nei tuoi confronti. Ti rispetto molto. Ti ritengo una persona e una donna molto capace ed intelligente. E proprio per questo che sono qui. Credo che tu possa fare molte cose. Ho piacere della tua compagnia. Trascorso il mio tempo con te con gioia, poter parlare di ogni cosa e poter vantare una opinione propria è cosa da poche persone. Considerando la tua giovane età. Sì sei un attima compagna con cui trascorrere il tempo. Il tuo cuore non è da meno. Mi regali momenti di pura passione ma sei anche capace di intimità e dolcezza. Ma i miei sentimenti, per quanto io stia bene con te, non sono d'amore. Mi sei molto cara, non potrei mai rimane indifferente a te. Per questo sono qui.» « ma stamattina? E prima. Hai detto che hai sbagliato con me.» « perché solo adesso vedo il tuo lato fragile, la tua inesperienza. Sei sempre stata matura e hai affrontato le situazioni con coraggio. Ho dimenticato che in fondo, per quanto tu possa esserlo, sei ancora una bambina che deve affrontare la vita.» mi accarezza il viso « tranquilla. Molte cose che ora ti appaiono così importanti quasi vitali con il tempo le vedrai diversamente e comprenderai ciò che ora ti sfugge. Molte volte i sentimenti monopolizzano il nostro modo di vedere. Crediamo che sia l'unica cosa importante.» mi adagia sul letto con delicatezza, mi accarezza un ultima volta e si allontana. Resto sveglia a riflettere sulle sue parole che risuonano nella mia testa come un eco infinito. D'un tratto però la coltre di nebbia si dirada lasciandomi vedere quello che prima nemmeno percepivo. È assurdo, sembra quasi una rivelazione: perché il mio centro deve essere un'altra persona? Per quanto io la ami, è giusto che io mi lasci cadere? Il suo amore non è tutto. La mia vita non gira intorno a lui. Il mio equilibrio Non deve appoggiarsi su di lui e su nessun altro, per quanto importante possa essere nella mia vita. Io sono una persona indipendente. Una donna indipendente. Devo saper accettare un no. « Robin » sono le tre di notte « per me va bene. Non posso negare che non mi faccia male, un no è pur sempre un no. Ma è giusto così. L'amore è un sentimento libero e non posso obbligarti ad amarmi. L'amore è importante, certo, ma non è tutto. I miei sentimenti non cambiano, quel che provo per te non è un riflesso dei tuoi. Cioè non ti amo di meno perché tu non ricambi o viceversa. Sicuramente sarebbe stato bello essere ricambiata ma quello che ho dentro è mio e basta. Nasce da me. Tutto questo per dirti che non sono arrabbiata con te e non provo rancore. La mia vita non può dipendere esclusivamente dall'amore di un'altra persona. Buonanotte Robin e grazie di tutto» mi volto e me ne vado. L'unica cosa che voglio adesso è stare nel letto caldo.

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Capitolo 26
*** Mettiamo le cose in chiaro. ***


Mi sveglio, è ancora presto. Vorrei dormire di più ma non riesco. Mi alzo controvoglia, mi sento le membra pesanti e la testa vuota. Non sono capace neanche a pensare e a mettere in ordine le cose. Mi faccio una doccia calda prendendomi tutto il tempo che voglio, tanto non mi aspetta nessuno ormai. Sono rimasta sola. Ritornando nella stanza ritrovo Robin a fumare, non l'ho mai sopportato. Odio l'odore del fumo, mi disgusta. « ho parlato con gli altri della M.L. sono disposti ad incontrarti.» « perché hanno cambiato idea? » « ho parlato con loro, abbiamo preso vari aspetti in considerazione. Ci sarà un incontro oggi pomeriggio alle quattro» « va bene, ma sappi che non starò li a subire in silenzio.» « me lo aspettavo » Siamo dentro alla sala riunioni, ma riempie il cuore vedere Robin starmi vicino. Ci sono proprio tutti. Buffaloman è il primo a prendere parola « allora cosa hai da dire?» « ammetto di aver sbagliato, so che il mio comportamento era sbagliato su tutti i punti di vista, so anche che questo avrebbe o ha creato dei problemi a tutti ma, vorrei farvi notare, che nessuno è riuscito ad intervenire e aiutarmi in quel momento. Nessuno è stato in grado di tenere testa agli altri. Sono rimasta sola sul ring, ho visto morire un bambino innocente davanti ai miei occhi. Ho perso il controllo ma non credo che sia strano dopo quello che era accaduto. Non accetto di essere processata da voi altri quando nessuno di voi ha fatto il suo dovere». I ragazzi hanno la testa china, sanno che è vero. « non lascerò che mi addossiate la colpa di tutto.» « Mary ci dispiace tanto, hai ragione. Non abbiamo pensato al resto. Abbiamo solo voluto vedere quello che ci faceva più comodo per poterci giustificare». Kid molto spesso è un bambinone ma quando vuole sa essere maturo e dimostra una sensibilità incredibile. Mi abbraccia forte. Credevo di essere rimasta sola. Ma rammenman riprende « eri stata avvisata ma non hai voluto ascoltare» « questo è vero, infatti ho già detto di aver sbagliato ma, sinceramente, pensa che questo abbia realmente determinato gli eventi? Pensa davvero che il mio comportamento abbia creato quella situazione? Non non credo. State solo cercando un motivo. Tutto qui.» il sergente prende parola e con mia grande sorpresa mi sostiene. Cerca di avvalorare la mia tesi. Finalmente, grazie anche l'aiuto di Robin, dopo qualche discussione tutto si sistema. Faccio di nuovo parte della M.L.

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