Frammenti di specchi

di Persychan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 85# Lei ***
Capitolo 2: *** 18# Nero ***
Capitolo 3: *** 37# Gelosia ***



Capitolo 1
*** 85# Lei ***


I vari capitoli a meno che non sia scritto sono slegati tra loro e non disposti cronologicamente, quindi non stupitevi se nel capitolo prima li trovate intenti in camera da letto ( o in qualunque altro luogo mi ispiri XD) e in quello dopo a malapena si conoscono. Sono scritti per la BdT e la MtM (per saperne di più qui e qui)

La storia è dedicata alla mia Beta Chris senza la quale tutto ciò sarebbe una cosa immonda e alla Barbar grazie alla quale tutto è iniziato.

85# Lei

L'aveva amata, l'aveva amata follemente più di quanto era giusto eppure il suo pensiero non faceva che farlo soffrire.

Di lei ricordava lo sguardo triste velato di lacrime, puntato verso qualcosa di più lontano delle pareti di quella casa modesta, tanto diversa dalle stanze trapuntate di tessuti colorati e pieni di ninnoli delicati a cui era stata abituata.

Era così distante dalla realtà che la circondava: “non è quello il mio posto” la sentiva mormorare, quando pensava di non essere udita, che talvolta Tatsumi aveva paura che fosse solo una mera illusione e che non si trovasse veramente lì vicino a lui, in quella stessa stanza, in un luogo in cui poteva proteggerla.

Lei era nata per muoversi con eleganza, avvolta in sete ricamate, su lisci pavimenti di legno, per camminare tra pareti di carta dipinte di magnifici colori immersa nel profumo dei fiori.

Invece era stretta tra quelle mura anguste e soffocanti come in una crisalide, ma lei non sarebbe mai uscita come splendida farfalla, avrebbe continuato a dibattersi in quelle stanze minuscole mentre le sue ali si ferivano poco a poco cadendo in pezzi come frammenti di specchi rotti.

Di lei ricordava il muoversi goffa tra le pile di piatti con le maniche tirate oltre i gomiti mentre tentava con fatica, bagnandosi gli abiti, di lavarli. Tatsumi sapeva, era sempre stato un ragazzino sveglio, che il suo sguardo, se avesse solo potuto vederlo, sarebbe stato liquido di lacrime, ma sapeva anche che non appena fosse entrato, non appena lei lo avesse visto, avrebbe cancellato i segni del pianto sorridendogli quieta.

Di lei ricordava le mani dalla pelle di seta, rosse per lo sfregare dei panni o graffiate nel cercare di eliminare il bruciato dal fondo delle pentole, eppure sempre delicate e prive di difetti.

Lo faceva raramente, ma quando ripensava a lei, a sua madre, non poteva fare a meno di sentirsi in colpa.

 

Invece, quando sente le dita callose di Watari, distratto appena dal suo arrivo concentrato su chissà quale diavoler ia estremamente costosa – la sua nota spese è seconda solo a quella di Tsuzuki e questo è tutto un dire –, sfiorargli il dorso della mano, mentre si volta sorridendogli per un rapido saluto, non può fare a meno di sentirsi felice.

 

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Capitolo 2
*** 18# Nero ***


Questa flash è un po' diversa dalle altre, sia per storia che per stile. Nata prima su carta che su pc (cosa assai rara per me) è scritta in modo diverso rispetto al mio solito: ad esempio le frasi sono più brevi e c'è un uso maggiore quasi esagerato dei nomi propri. La Chris ha commentato che potrebbe facilmente essere trasformata in una scena di un copione di teatro.
Ogni tanto quella donna mi fa paura. O-o
Come al solito dedicata alla Barbar e alla mia Beta Chris

Titolo: Vincere
Fandom: Yami no matsuei
Personaggio/Coppia:Tatsumi/Watari
Prompt: 018. Nero
Rating: Verde
Conteggio Parole:434
Note: é scritta in modo diverso dal mio solito, non neppure se mi piace, ma è una shottina con carattere che non ha nessuna voglia di lasciarsi mettere da parte e chi sono io per andare contro la sua volontà? Sono soltanto l'autrice nulla di più..

Nero

Tsuzuki ha dimenticato il soprabito nero in ufficio.

Tatsumi lo occhieggia con aria distratta come se i suoi occhi cadessero lì per caso, ma Watari, che non è stupido, sa che se ciò accade per venti volte in un minuto non è certamente una combinazione.

Il segretario borbotta qualcosa riguardante “idioti che prendono il raffreddore per la loro disattenzione”. Il suo umore non è decisamente più chiaro del reo cappotto anzi forse è anche più nero.

Watari è passato di lì, abbandonando il suo laboratorio mentre sul fuoco bolle una nuova versione della sua Change Sex, soltanto perché Tatsumi si è a lungo lamentato che il suo computer continua a dargli problemi, ma ora ha un po’ di paura ad entrare.

Quando è preoccupato per Tsuzuki, il suo carattere peggiora considerevolmente e tende a prendersela con la prima persona che gli capita a tiro, ma Watari è una persona coraggiosa, o per meglio dire incosciente, basti vedere i suoi famosi esperimenti di cui è la cavia, e quindi entra.

- Tatsumi, volevo un tuo commento sulla mia nuova geniale invenzione che sicuramente cambierà il mondo..-

Se le occhiate potessero uccidere, e lui non fosse già morto, quella sarebbe stata una tra le più micidiali.

Watari però non demorde e continua, iniziando ad elencare i meravigliosi aspetti della sua nuova invenzione, una delle tante che a creato nei momenti vuoti della sua giornata, fino a che non nota un evidente cambiamento nell’espressione del segretario.

Da un’occhiata omicida siamo passati ad un’espressione decisamente confusa e perplessa.

Forse il porcellino-volante-salvadanaio che per non farsi derubare svolazza per la stanza, non è tra le sue idee migliore, ma è stata ispirata da lui e gli sembrava la più adatta e..

Un laconico “ritorna a lavorare, mangiapane a tradimento” interrompe il suo ragionamento.

Watari solleva lo sguardo, poco prima puntato sulla sua geniale invenzione, su Tatsumi, la cui espressione è sempre più strana. Il segretario gli fa gesto di andarsene; Watari non volendo tirare ulteriormente la corda - è già perplesso di non essere stato cacciato fuori a pedate -esce dalla stanza.

Ha già fatto qualche passo, quando un rumore basso e soffocato attira la sua attenzione . Si avvicina alla porta, è appena accostata, e la schiude leggermente.

Tatsumi ha una mano appoggiata alla scrivania come per sostenersi, mentre l’altra copre, con le dita macchiate d’inchiostro senza riuscirci completamente, un sorriso mal trattenuto.

Watari chiude la porta dietro di se, incamminandosi verso il laboratorio: ha una pozione da controllare, ma non riesce a togliersi dalla testa un pensiero: è riuscito a battere nella sua mente, anche se solo per pochi secondi, Tsuzuki.

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Capitolo 3
*** 37# Gelosia ***


Titolo: Sciocca domanda.
Fandom: Yami no Matsuei
Personaggio/Coppia: Tatsumi/Watari
Prompt: 37. Gelosia
Rating: PG
Riassunto:Fu in quel preciso momento che Hisoka gli fece quella domanda, la domanda che nessuno aveva osato porre, ma che tutti si erano chiesti dopo che la sua relazione con il tirchio segretario era diventata di dominio pubblico




 Sciocca domanda


Era un istante silenzioso quello, complice l’assenza del più casinista di loro, uno dei rari attimi in cui non vi era nessun rumore in quel caotico ufficio, tranne lo sfogliare leggero della pagine di un fascicolo e lo scricchiolare fastidioso della sedia su cui era seduto.
Fu in quel preciso momento che Hisoka gli fece quella domanda, la domanda che nessuno aveva osato porre, ma che tutti si erano chiesti dopo che la sua relazione con il tirchio segretario era diventata di dominio pubblico - Non era stata una cosa volontaria, ma essere scoperti…beh, nella posizione in cui era stati trovati, non aveva lasciato spazio ai dubbi –

- Non sei mai stato geloso di Tsuzuki?-

Non rispose subito,Watari, limitandosi a giocherellare con il piccolo 003 accarezzandone le piume con le dita callose. Poi si voltò verso il ragazzo che ancora lo fissava con la sua solita espressione, soltanto lievemente macchiata di curiosità e sorrise.

- No, Hisoka. Posso stare tranquillo, ha occhi solo per te.-

Si alzò dalla sedia cigolante con un occhiolino, lasciando l’altro, alquanto imbarazzato e decisamente rosso, a fare da solo i conti con i suoi sentimenti e con i significati neppure tanto nascosti di quella frase.

Chiuse dietro di sè la porta dell’ufficio per avviarsi verso quello di Tatsumi, vi scivolò dentro in fretta facendo scattare la serratura: a quel rumore il segretario alzò lo sguardo dalle carte puntandolo su Watari.

Poteva sentire i suoi stupendi occhi blu che lo fissavano da dietro le lenti degli occhiali, poteva sentirne il peso sul corpo, poi sul quel poco di pelle nuda che sfuggiva al collo alto della sua maglietta e infine sul viso, sulle labbra appena socchiuse per concludere fissandolo dritto negli occhi.

Tatsumi si tolse gli occhiali, appoggiandoli con fare distratto sulla scrivania, alzandosi e avanzando verso di lui in silenzio. Quel tirchio di un segretario parlava poco in generale, ma parlava ancora meno quando aveva quello sguardo, uno sguardo che era sicuro che Tsuzuki non aveva mai visto.

Uno sguardo affamato.



*-*-*

Il capitolo è dedicato alla Chris mia beta e colei che mi ha convinto a suon di: "no, i personaggi non sono Ooc e smettila di essere così insicura su i tuoi lavori".
La raccolta invece è dedicata alla mia piccola allieva Barbar perchè sei la mia dolce musa e l'unica persona che mi ha ispirato tutto ciò. Quindi se il tutto vi ha fatto schifo prendetevela con lei, se invece vi è piaciuto lasciatemi un commentino! ^^



Edit: la fanfic era già stata postata sotto l'altra raccolta, ma visto che non sono così veloce da portarle avanti, insieme, in tempi umani ho preferito riunirle in un'unica.

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