Deviazione improvvisa dal percorso scelto.

di Anown
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** parte uno... ***
Capitolo 2: *** parte due. ***



Capitolo 1
*** parte uno... ***


Scott continuava a guardare quelle lunghe ciocche castane che venivano ripetutamente attorcigliate attorno le dita affusolate della fidanzata. Era la prima volta che le vedeva fare qualcosa di simile. Era un tipo molto preciso, quasi ossessivo, ma non gli capitava mai di vederla veramente nervosa, nemmeno quando qualcosa scombinava i suoi piani... o meglio, qualche volta si sfogava urlando... rompendo qualcosa... l’ultima volta aveva dato fuoco al cestino con la carta perché gli schemi di diritto non le venivano come avrebbe voluto... Ok, forse sì, era una che si lasciava prendere dal nervosismo... ma non lo faceva mai mostrando insicurezza e questa volta era inequivocabile, nonostante l’espressione dura e decisa doveva essere veramente preoccupata. Erano diversi secondi che era seduta davanti a lui senza dire nulla nonostante l’avesse chiamato dicendogli che dovevano parlare. Il ragazzo cercò di sorridere in maniera rassicurante e cominciò a parlare.
-Tutto bene, Courtney?- l’espressione della ragazza si fece ancora più aggrottata... qualcosa era andato storto.
-Si... va tutto benissimo...- disse a denti stretti. -Talmente bene che tra poco mi strapperò tutti i capelli... Scott! Se le cose andassero bene non starei certo in questo stato!- il ragazzo sospirò... inizialmente apprezzava il caratterino della ragazza, lo trovava anche piuttosto sexy, ma ultimamente credeva di capire perché Duncan se ne fosse stancato e avesse cominciato a sentirsi in trappola, nonostante non ne condividesse le intenzioni.
-E prendertela con me invece ti aiuterà in qualche modo a risolvere i tuoi problemi?- domandò con un tono leggermente acido. La ragazza sembrò crollare, le sue mani tremarono per un po’. Scott si sentì in colpa. -Mi dis...-
-Hai ragione, ho esagerato.- sospirò e si lasciò sfuggire una mezza risata. -Non importa, continuerò l’università comunque... mi laureerò comunque... lavorerò... non posso permettere a un contrattempo simile di sviarmi.- ghignò lasciando il fidanzato disorientato.  -Non mi importa di ciò che potrà pensare la gente guardandomi!-
-O... Okey? Courtney… Ma di cosa stai parlando?!- la ragazza evitò il contatto visivo in un primo momento poi sembrò deglutire... aprì finalmente la bocca per parlare e... si sedette sul pavimento a gambe incrociate mentre sembrava fare degli esercizi di respirazione... o qualcosa del genere…
-...C-Courtney?- il ragazzo si inginocchiò al suo livello. -Che sta succedendo?- le chiese inquieto, in realtà non era più così certo di volerlo sapere e, quando sentì il suono del cellulare, credette quasi salvato da quell’assurda conversazione e si alzò per recuperarlo.
-No, fermo!- disse la ragazza trattenendolo, poi prese il cellulare che ancora squillava e lo nascose dietro la schiena. -Sono incinta.- disse concisa. Scott sembrò realizzare il significato di quelle parole con un certo ritardo. Improvvisamente le sue gambe sembravano essere fatte di ricotta e avere difficolta a reggerlo. -Non che ti riguardi, non ti chiederò di prenderti le tue responsabilità o cose del genere. Ce la farò benissimo senza di te!- disse aspramente cercando di tenere le braccia tremanti dietro la schiena. -M-m... ma...- sussurrò sforzandosi… era come se la sua voce si stesse esaurendo, la gola era diventata praticamente asciutta e la sua lingua schioccava fastidiosamente... sperava che all’esterno non si sentisse, ma cercò comunque di riuscire a terminare la frase. -P-preferirei che non mi lasciassi da sola...- esserci riuscita era già una vittoria e per quanto potesse continuare ad essere in tensione ormai l’esito non dipendeva più da lei…
-…Per chi mi hai scambiato?- domandò il ragazzo con un sorriso parecchio forzato. -I miei saranno sollevati, sposarsi e figliare tardi è un’abitudine di voi provinciali, cominciavano ad essere piuttosto preoccupati per me.- ridacchiò cercando di darsi un tono, la sue era decisamente un'esagerazione, ma gli serviva per sdrammatizzare e far sentire la meglio la ragazza. Courtney sorrise, sentiva che in qualche modo nonostante anche lui fosse sconvolto la volontà di non lasciarla sola c’era. Le sembrava di avere un calo di zuccheri, credeva di essersi preparata al peggio, invece il primo impatto non era stato così disastroso... Il ragazzo si avvicinò e provò ad abbracciarla, lei apprezzò l’appoggio, ma dopo poco…
-Ehy?! Ma che fai?!- La ragazza aveva indietreggiato di colpo e senza preavviso si era data uno schiaffo.
-I-io non devo pi... devo...- poi era scoppiata a piangere.
-...Devi esserti presa un grosso spavento.- sospirò quasi intenerito e cercò di convincerla a sedersi. -Sai, potrei anche essere offeso... insomma sembra che tu non affatto preparata a una mia risposta positiva.- rise nervoso mentre la ragazza continuava a singhiozzare. -Ok, probabilmente questo non è il momento più adatto per parlarne...- In realtà Scott aveva non pochi dubbi sulla situazione, ma in quel momento pensò che metterli da parte fosse la cosa migliore da fare e ne fu ancora più convinto quando andarono a spiegare la situazione ai genitori di Courtney…

Scott aveva proposto di dirglielo solo quando fosse stato veramente necessario, non gli piaceva il modo in cui i genitori di Courtney lo guardavano, aveva l’impressione che volessero tenersi alla larga dai fidanzati della figlia, ma era più che evidente che se avessero potuto lo avrebbero rispedito dalla sua famiglia ridotto in concime, pronto per nutrire il terreno…
-Prima frequenti un avanzo di galera, ti fai addirittura un tatuaggio e ringrazio il cielo che tu non sia mai tornata con i capelli mezzi rasati, mezzi tinti e piena di pirsing... ora ti metti con un contadinotto da due soldi e dici pure di essere incinta?! Com’è potuto accadere? Non pensavo fossi tanto irresponsabile!- Courtney si morse il labbro e arrossì dall’imbarazzo, nemmeno lei si sarebbe mai aspettata niente di simile... -Dopo tutti gli sforzi che ho fatto per trovare un lavoro migliore di quello di mio padre, per dare alla mia famiglia una vita dignitosa... mia figlia è condannata a vivere come una casalinga senza speranze a causa di una gravidanza indesiderata...- disse il padre mentre cominciava a riprendersi da un malore che dopo l’apprendimento della lieta novella l’aveva lasciato tramortito sul divano per una mezzora circa. -So che ti sto chiedendo qualcosa di difficile...- disse serio l’uomo. -Ma hai riflettuto sulla possibilità di abortire?-
-Papà, è troppo tardi...-
-Come? Com’è possibile che tu non ti sia accorta di non avere il ciclo per così tanto tempo?!-
-Beh, non ho mai avuto un ciclo regolare...- il padre la guardò severo. -Lo so… non è una giustificazione…-
-E invece per quanto riguarda l’adozione?- Courtney non volle rispondere. Pensava alla gravidanza e al parto con molta inquietudine quindi dopo aver passato nove mesi infernali voleva almeno tenere il bambino… si chiedeva se fosse un pensiero egoista, probabilmente il bambino sarebbe stato meglio con una famiglia diversa, ma del resto era convinta che la loro non sarebbe stata una situazione così disperata…
-Oddio… La mia bambina farà da casalinga a un contadinotto...- sospirò non tanto vagamente disperato, ignorando completamente il contadinotto...
-Papà... non farò la casalinga...- ripeté per l’ennesima volta Courtney.
-Si certo!- esclamò affogandosi inavvertitamente con la sua stessa saliva. -Pensi sul serio che riuscirai anche solo a laurearti con un bambino a carico?! Arrivata ai trent’anni capirai di aver gettato al vento la tua vita! Avrai una crisi, scapperai di casa con Ramon! Sola andata per Honolulu!-
-...Ramon?-
-Il tuo nuovo e temporaneo zio! Mia sorella ci è scappata di casa e non abbiamo la minima idea di quando e se tornerà!-
-Perfetto, suppongo che quando faremo il viaggio di nozze in Germania passeremo a trovarla...- scherzò Scott tentando di intromettersi finalmente in quella conversazione. Il padre di Courtney scattò in piedi con la vena pulsante sulla fronte che sembrava sul punto di esplodere…
-Honolulu è alle Hawaii...- sospirò Courtney…
-Beh, che importanza ha? Il punto è che non devi preoccuparti papà!- In quel momento Courtney temette seriamente che il padre sarebbe svenuto di nuovo… -Io e tua figlia ci sposeremo e...-
-Che futuro pensi ti darà questo bifolco?- esplose l’uomo interrompendo il ragazzo.
-Papà, ho detto che devi stare tranquillo!- ripeté Scott… se avesse saputo che chiamare l’uomo in quel modo gli avrebbe fatto avere reazioni tanto divertenti avrebbe cominciato molto prima, tanto lo odiava comunque quindi perché non divertirsi a irritarlo? Aveva smesso da un po’ di provare a piacergli... -Lavorerò alla fattoria di famiglia e rimarremo la per quanto tempo ci servirà.- disse il ragazzo. All’uomo venne quasi da ridergli in faccia.
-Sei proprio un sempliciotto! Ma come diavolo ti hanno cresciuto? E tu sei davvero una stupida ad andargli dietro! E menomale che facevi quella responsabile e perfetta e passavi il tempo a criticare le tue compagne, non voglio sapere cosa sarebbe successo se eri al loro livello.-
-Ehy! Ma come si per...- Scott venne tirato all’indietro da Courtney...
-Forza, andiamo...- la ragazza sospirò esausta è si trascinò col fidanzato fuori da li. Era strano... se avesse avuto una discussione di quel genere con qualcun’altro avrebbe dato in escandescenza e lui avrebbe dovuto trascinarla con la forza... forse era diverso perché era suo padre? Lui non aveva così tanta voglia di discuterci in effetti. Ogni volta che succedeva l’uomo finiva per confonderlo con strani paroloni inoltre quel giorno non sembrava così in forma e, per quanto fosse odioso, l’ultima cosa che voleva in quel momento era ammazzare il padre della fidanzata facendogli venire un bell’infarto fulminante…
-Andiamocene prima che torni mia madre! Non ho alcuna voglia di vedermela pure con lei!- disse agitata e con molta fretta di uscire da quella casa.
-Ah! Visto che era una pessima idea parlargliene!-
-Prima o poi avrebbero dovuto saperlo comunque, no?- ribatté dura e si diresse per conto suo fuori dal portone. Scott notò che sembrava piuttosto abbattuta, la raggiunse e le prese la mano, poi cercò di parlarle...
-Sai, inizialmente ero abbastanza agitato per la faccenda del bambino.- Il ragazzo notò che per un istante le labbra della fidanzata si erano contratte in una lieve smorfia... -Ma ora comincio ad abituarmi all’idea e mi sento abbastanza felice.- disse sperando di incoraggiarla… non era una bugia, o non del tutto perlomeno… La ragazza si voltò a guardarlo indagando la sua espressione come se cercasse di capire cosa sul serio pensasse, come se tentasse di leggergli la mente, Scott si sentì a disagio mentre veniva squadrato da quegli occhi nerissimi. “Perché è così complicata? Non potrebbe sentirsi meglio per quel che le ho detto e basta?” Poi sorrise e lo baciò.
-Sono proprio contenta che tu sia un sempliciotto...- disse con sollievo mettendo tra virgolette la parola sempliciotto. -E’ bello che per te l’idea di sposarti e avere un bambino così giovane non sia un problema. Se mi fossi messa con un damerino come avrebbe voluto mio padre e mi fossi ritrovata in questa situazione non so se sarebbe rimasto con me...-
-Eh eh... già...- ridacchiò nervosamente. -Comunque non devi essere triste per com’è andata con tuo padre… sinceramente pensavo molto peggio!-
-Ah, si?- pronunciò dubbiosa. -E come sarebbe potuta andare peggio?-
-Pensavo che ti avrebbe diseredata e cacciata via a suon di urla invece sotto quel tono isterico era solo molto preoccupato per te. Sai, credo di doverlo rivalutare!-
-...Che razza di mostro pensavi che fosse?- disse leggermente accusatoria, poi sospirò. -I miei possono apparire molto severi, ma ti assicuro che mi vogliono molto bene...-
-Già… ma per sicurezza avevo già avvertito i miei che ci saremmo temporaneamente trasferiti da loro...- la ragazza sbiancò. -Non scherzavo quando dicevo che avrei lavorato nella loro fattoria per provvedere a noi.-
-Ed io che speravo ti stessi inventando delle scuse per tranquillizzare mio padre...- disse rendendosi conto di ciò che l’aspettava… ma in effetti se dovevano diventare genitori era meglio che cominciassero a vivere insieme, no? -Beh, credo che stare da te per un po’ vada bene...- diede uno sguardo a casa sua… per il momento non aveva comunque alcuna intenzione di metterci piede per il momento, non dopo aver avuto quella discussione con il padre… da una parte si sentiva pure in colpa per averlo fatto svenire, per un attimo aveva creduto di averlo ammazzato per sbaglio. -Ed ora con l’università? Come dovrei fare...-
-Immagino che tu possa comunque studiare da casa… però… non credi che sia meglio fare una pausa per almeno quest’anno?- Courtney sembrava davvero riluttante all’idea e infastidita da Scott che gliel’aveva proposta. -Dico sul serio… Sarai molto occupata col bambino inizialmente e le gravidanze sono stressanti… credo...- in realtà non aveva la minima idea di come funzionasse la cosa, ma da quel che gli aveva raccontato suo padre doveva essere qualcosa di veramente tremendo…
-Non se ne parla...- disse irremovibile la ragazza.
-Okey...- “Quando si accorgerà che ho ragione ci rinuncerà da sola...”
Ai genitori di Scott, nonostante nemmeno loro fossero chissà quanto contenti della situazione e non amassero particolarmente Courtney, non sembrava un grosso problema, dovevano semplicemente maritarsi e trovare un modo per sostenersi... si, certo... semplice... la cosa sembrò farli molto ridere... perlomeno fino a quando non capirono di doversene occupare loro, no, a quel punto non ebbero più un bel niente da ridere…

Note:
Il carattere di Scott è più ispirato ad All stars(dato che quello è lo Scott che è stato con Courtney) ma è comunque piuttosto ooc
Non conoscendo a fondo il funzionamento dell’università in Canada mi sono regolata su quelle nostrane che non hanno tutte l’obbligo di frequenza.
Questa storia mi è venuta molto complicata da scrivere, a un certo punto credevo di averla cancellata per sbaglio… ed è stato piuttosto frustrante… poi avevo deciso di cannarla, poi ho cercato di completarla. Ho deciso di dividere in due la storia temendo che risultasse troppo lunga, pubblicherò la seconda parte quando avrò sistemato qualcosa, sperando che a qualcuno interessi. Grazie a chi ha letto fin qui, i pareri sono sempre bene accetti in particolare in questo caso, dato che come storia mi è venuta più strana del solito da scrivere a maggior ragione sarei curiosa di un parere esterno...

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Capitolo 2
*** parte due. ***


I giorni passarono e Courtney continuava a sentirsi oggetto di curiosità e malelingue da parte dei pochi abitanti della zona. Parlando con la zia fuggitiva aveva dovuto ascoltare i suoi assurdi sproloqui su quanto sarebbe stata una bella cosa per lei la vita di fattoria, su quanto sarebbe stata l’aria più pulita, l’ambiente meno stressante ecc... “Fatto sta che quella squilibrata se ne scappata ad Honolulu! Mentre io mi ritrovo nelle disperse praterie d’Alberta! L’aria pulita sa di letame fumante, la fattoria è completamente isolata e  io mi ritrovo qui con la sola compagnia di animali destinati al macello e i genitori di Scott, mentre quando scendiamo al paese più vicino mi viene sempre l’impressione che ogni persona che passa mi fissi incuriosita come se fossi un esemplare esotico e nuovo migrato qui chissà per quale motivo e tutto ciò è veramente stressante! Come si può stare sereni in un posto in cui le persone sono talmente poche che tutti conoscono tutti e tutto di loro?! E no, non sono io ad avere le manie di persecuzione!” l’ambiente rustico le sembrava più soffocante che salutare... Inoltre i genitori del fidanzato la mettevano a piuttosto a disagio... si sentiva sotto pressione all’idea di dover essere in debito con loro così cominciò a lavorare anche lei a presso a Scott per dare l’impressione che stesse facendo qualcosa per guadagnarsi vitto e alloggio e non ricevere più commenti acidi. Peccato che Annie, la fulva madre di Scott, non fosse d’accordo... E fu così che un giorno Courtney si ritrovò la porta della sua stanza chiusa a chiave.
-Che razza di scherzo è mai questo?!- urlò a pieni polmoni percuotendo la porta con forza.
-Mi spiace cara, ma nelle tue condizioni non posso proprio lasciarti faticare, metti che poi accada l’irreparabile...- spiegò irremovibile la donna.
-Non ci posso credere... ma dirlo a parole invece di murarmi viva?!-
-Ci ho provato, mica è colpa mia se sei così ottusa...- sopirò -E poi... murata viva? Non ti sembra di esagerare? Sei semplicemente chiusa a chiave...- Ma mentre la donna si allontanava dalla porta contenta di aver svolto il suo dovere, sentì un rumore fortissimo alle proprie spalla... e poi uno ancora più forte accompagnato da polvere e pezzi d’intonaco che sfrecciavano attraverso l’aria come proiettili... Girandosi per poco non perse i sensi…
Nei giorni seguenti alla casa venne a far visita un prete un po’ particolare... un esorcista…
-Non posso credere che l’abbia fatto davvero...- disse esausta la ragazza dopo essere riuscita a esorcizzare l’intruso.
-Mia madre non è mai stato un tipo particolarmente religioso, ma dopo aver visto una ragazza sfondare una porta... Beh, non puoi proprio biasimarla!- per poco non scoppiò a ridere... la ragazza invece si allontanò con i nervi a fior di pelle... non era proprio in vena quel giorno.
-Comunque non credo che abbia così torto.- si azzardò a dire il ragazzo, come previsto la ragazza lo incenerì con lo sguardo. -Courtney, dovresti riguardarti.- spiegò il ragazzo.
-Mia madre mi ha detto che nella sua famiglia non ci sono mai state gravidanze problematiche… e poi ci si deve preoccupare maggiormente nei tre mesi precedenti il parto ed io sono ancora al quarto!- sbuffò Courtney.
-Oh… Quindi hai sentito tua madre?- domandò cautamente il ragazzo…
-Sì… sembra che né lei né mio padre siano più così sconvolti ora, anche se sembrano un po’ preoccupati per la mia salute e il mio umore…- sospirò la ragazza poi guardò indecisa il  fidanzato, come se non sapesse se continuare o no. -Scott, se vuoi posso ritornare da loro per ora.-
-Perchè? Non stai bene qui?-
-N-non è questo… E che non voglio essere di disturbo...- rispose con un tono leggermente titubante.
-Ma non lo sei.- la ragazza si sentì un po’ rassicurata dal tono del fidanzato. -Dobbiamo essere entrambi per occuparci del bambino…-
-Già ma non… non voglio rimanere ad abitare qui per sempre...-
-Beh, visto che ora sono più tranquilli potremmo andare a vivere dai tuoi.- Courtney sgranò gli occhi e una palpebra cominciò addirittura a pulsargli. Non voleva neanche immaginarsi i suoi genitori e Scott nella stessa casa, anche se a detta loro erano disposti anche a quello per fare in modo che figlia e nipote avessero un posto dove stare… preferibilmente vicino a loro. -V-volevo dire accanto ai tuoi!- si corresse Scott. -Se no sbaglio la vostra vecchia vicina è sulla strada giusta per tirare le cuoia, no? Potremmo prenderci la sua casa...-
-Hai idea di quanti soldi ci vogliano? Inoltre potrebbe avere parenti a cui lasciarla...-
-Ok, forse è meglio pensare al da farsi dopo il parto...-
-...Già.- Courtney deglutì.
-…Tutto bene?-
-Si… sta’ tranquillo...- Nonostante la madre avesse speso molte parole al telefono per tranquillizzarla riguardo al parto, lei ne rimaneva comunque terrorizzata… da una parte voleva che quel momento non arrivasse mai, ma dall’altra sapendo che era comunque inevitabile non era meglio togliersi il pensiero il prima possibile? Ma la realtà è che le gravidanze hanno i loro tempi, non è possibile accelerarle o ritardarle a secondo della propria volontà…

-Sai mamma, credo che Courtney si stia abituando a stare qui...- disse un pomeriggio Scott. -Mi sembra meno agitata anche se penso che studi troppo… anche più del solito...-
-Sarà il modo che ha quella bizzarra ragazza di gestire l’ansia.- sospirò la donna, poi lo osservò in volto con attenzione… -Ma dimmi… tu come ti senti?- Scott ci pensò un po’, poi parlò.
-Un po’ ignorato in realtà… volevo che capisse che anche io avevo paura per quanto riguarda la sua gravidanza e tutto il resto. Ma in fondo sono stato io a non dirle mai niente in proposito, a fingere che per me fosse tutto a posto… però ora mi sta ignorando un po’ troppo! Sembra così concentrata su se stessa.- sospirò il ragazzo un po’ incupito.
-Perchè, non lo è sempre?- Sorrise subdolamente la donna.
-Hey… lei non è realmente così terribile… o, non lo è di solito… è che ci vuole tempo per capirla e in questo momento è molto in difficoltà...- spiegò riflettendoci un po’ su. “Già… si tratta solo di un momento di difficoltà.” Pensò, aveva imparato a conoscere e interpretare abbastanza bene da capire che non era una situazione così grave.
-Scherzavo...- disse con leggerezza la donna. -Ma è vero, le gravidanze posso essere fonte di grande stress, soprattutto quando sono impreviste, bisogna avere pazienza...-
-Già, papà me lo ha detto.- disse ingenuamente Scott mentre la donna aggrottava per un attimo le sopracciglia chiare.
-Comunque… quindi come ti senti veramente riguardo al bambino?- preferì cambiare discorso.
-All’inizio in realtà era nel panico… ma ora… anche se continuo a non sentirmi pronto… beh… in realtà l’idea mi piace! Mi ci sono abituato e sarebbe strano e deludente se ora mi dicessero che è stato tutto un sogno e non ci sarà nessun bambino.- poi il ragazzo ci riflettè un attimo. -E questo che intendono quando dicono che sono un sempliciotto?- si disse dubbioso e leggermente infastidito. La donna rise e lo abbracciò.
-Ah, ora sto molto meglio. Rischiavo mi venissero i capelli bianchi di quanto ero preoccupata per il mio bambino… stai proprio crescendo bene.- Scott si allontanò disorientato dalle improvvise premure. -Beh, mi sentirei più tranquilla se la tua fidanzata non fosse una spiona del cavolo ma...- disse indicando la ragazza nascosta dietro la porta. -Immagino che non si possa avere tutto dalla vita, no?-
-...Courtney?- la ragazza si grattò nervosamente la nuca… si vergognava come una ladra per essere stata scoperta in quel modo…
-Tranquilli, ora vi lascio alla vostra discussione madre e figlio…-
-Emh… in realtà siete voi due che dovreste parlare...- la corresse la madre rassegnata.
-Sai Scott, in realtà me ne ero resa conto…- disse la ragazza rimando vicino alla porta e cercando di evitare le occhiate della futura suocera. -Però pensavo che non fosse proprio il momento adatto per discutere… temevo che qualcuno di noi dicesse la cosa sbagliata e… insomma essendo in una situazione così delicata…- la ragazza stava facendo veramente molta fatica a spiegarsi, per un attimo si morse anche la lingua -Ahi!-
-Sarebbe stata una discussione inutile.- disse Scott. -Tanto non ti avrei mai lasciata sola con un bambino, l’avevo già deciso, quindi, dubbi o no, non avevo proprio nulla di cui discutere. Cosa avrei dovuto fare? Un piagnisteo sul fatto che avere un figlio ora non era nei miei piani? Poi magari avresti fatto un piagnisteo pure tu pensando che volessi dire che ti avrei lasciata e si, sarebbe potuto andare veramente tutto a rotoli.- spiegò Scott, mentre sia sua madre che Courtney lo osservavano impietrite. -…Ma cosa vi prende?- commentò a disagio.
-Sei veramente intelligente.- disse Courtney sorridendo.
-Perché? C’erano dubbi? Nostro figlio sarà proprio un genio a giudicare dalla materia grigia dei genitori.- annuì Scott. Courtney smise di sorridere e si fece più seria.
-Ricordati che non sono un mostro… quindi… se ci fossero problemi in futuro parliamone. Siamo due persone mature in fin dei conti.- disse inizialmente, poi sospirò e si corresse. -Beh, ovviamente ci potrebbero essere momenti in cui non è il caso perché il tutto potrebbe semplicemente portare a piatti che volano da una parte all’altra della stanza…- disse vaga. -Forse sarebbe meglio mettere tutto nero su bianco per chiarire quali sono i momenti “no”…- condivise ad alta voce i suoi pensieri mentre Annie alzava confusa un sopracciglio. -Però non sono un mostro, un’arpia, niente del genere. Quindi non devi per forza fare finta di niente in caso di problemi.-
-Umh… dice così però poi se la da a gambe...- disse la madre osservandola mentre se la svignava.
-In realtà non credo ci fosse altro da dirci, non se l’è svignata…-
-Dici?-
-E in ogni caso credo che intendesse che possiamo anche discutere… ma non quando è nervosa.-
-Praticamente quella ragazza è tutta da interpretare...- commentò sarcasticamente.
-In un certo senso… ma io sono abbastanza capace e intelligente da riuscirci.- disse con fierezza consapevole di essere riuscito a tenere un comportamento maturo contro ogni previsione di chiunque lo conoscesse. E Forse era anche merito dello stare vicino ad una ragazza difficile.

Alla fine Courtney dovette fare un parto cesareo, il bambino era posizionato di piedi… da una parte non era così dispiaciuta di non aver fatto un parto naturale… ma dall’altra l’ossitocina le avrebbe fatto scordare gran parte del dolore del parto naturale, senza questo effetto probabilmente le donne si sarebbero categoricamente rifiutate di avere più di un figlio… ora invece si ritrovava bloccata a letto.
-Peccato, ero curiosa di sentire che insulti avresti rivolto al nostro caro Scott durante il parto.- Commentò Annie. Nonostante fosse convalescente Courtney le avrebbe scippato le orecchie. Poi si ricordò della flebo e del taglio ricucito sul ventre così si fermò… tra l’altro teneva anche la bambina in braccio che nel frattempo si stava svegliando.
-A proposito… Com’è che alla fine si tratta di una bambina?-
-In realtà non ci siamo mai fatti dire di che sesso fosse.- spiegò Scott.
-Già, lui preferiva che fosse una sorpresa… non so che senso abbia però ho preferito fargli questo  favore dato che ci teneva.-
-Che carina… avrà gli occhi di Scott...- concluse allegra la donna osservando gli occhietti sgranati della bambina.
-In realtà capita che i neonati abbiano gli occhi grigiastri e poi si scuriscano crescendo...- sentenziò un uomo entrando nella stanza. Finalmente erano arrivati anche i genitori di Courtney.
-Papà, mamma!- esclamò felice la ragazza, loro si avvicinarono e abbracciarono calorosamente la figlia e la bambina per cui quella stanza si stava facendo anche troppo affollata.
-No, sono proprio come quelli di Scott quando era piccolo.- insistette la donna e si avvicinò ulteriormente per guardare la bambina che dopo poco si mise a piangere.
-Che cos’ha?- si chiese Scott.
-Niente, è normale che i bambini piangano… - disse Courtney cercando di confortare l’esserino. “Tranquilla piccola, la nonna non piace neanche a me.” Courtney sorrise.

Alla fine, soprattutto inizialmente, furono più le coppie dei giovani nonni ad occuparsi di Maya che i genitori. Spesso i genitori di Courtney venivano a trovarli alla fattoria e a volte si portavano la bambina da loro così Courtney poté continuare gli studi per poi interromperli temporaneamente… a detta sua si prendeva una pausa per stare più vicino alla figlia… ma in realtà aveva finito per studiare e seguire tutte le materie insieme sovraccaricandosi di lavoro e concludendo un nulla di fatto se non l’ottenere l’esaurimento nervoso… normalmente non avrebbe mai fatto un errore simile, ma quella bambina imprevista era stata come un bug nel suo sistema e l’aveva spinta a impegnarsi il triplo per dimostrare che poteva comunque proseguire i suoi studi… invece aveva dimostrato che anche i suoi calcoli sull’utilizzo del tempo potevano contenere errori e portare disastri… inizialmente era andata nel panico, poi subentrò la rassegnazione, ma alla fine quel tempo di sospensione  con la famiglia del suo fidanzato le fu d’aiuto e la rese più calma…
Una mattina di sei anni dopo, Courtney, mentre aspettava l’arrivo dei genitori a pranzo, si mise a cercare la figlia, la piccola stava prendendo lezioni di violino e lei avrebbe voluto far vedere ai suoi i progressi di Maya, ma quest’ultima sembrava essersi volatilizzata… sentì degli strani rumori provenire dalla soffitta così, anche se un po’ esitante salì… Courtney non potè accorgersi che nonostante i suoi timori la soffitta risultava stranamente priva di polvere e sistemata, nonostante  in teoria non ci saliva più nessuno da anni… era troppo concentrata su quei suoni spettrali… era come se degli spiriti dalle voci bizzarre e inumane stessero cercando di cantare… “Già, o magari è solamente il vento…” di disse cercando di restare lucida… anche se quel rumore era decisamente forte e artificioso per essere dovuto al vento… la donna in un certo senso ne fu irresistibilmente attratta, nonostante avesse la pelle d’oca e seguì le voci finché dietro un mucchio di scatoloni non scorse una specie di lama luminescente che vibrava…
-Maya? Ma che fai?- esclamò la donna.
-M-mamma?!-
-Cos’è quella cosa?- disse osservando lo strano oggetto di cui la bambina teneva ferma con le ginocchia un’estremità mentre con una mano impugnava di arco tipo quello utilizzato per suonare i violini. - Quello stumento musicale è… Una sega canterina?- pronunciò agitata.
 -No, tranquilla! È una lama sonora, non una sega, non ha i denti guarda!- disse la bambina mostrandole tempestivamente lo strumento musicale. Courtney si sentì un po’ sollevata. -S-sapevo che ci tenevi che io imparassi a suonare il violino… ma questo strumento mi piace molto di più...- disse nervosa la bambina. Courtney sospirò.
-Beh… non c’è problema...-
-D-davvero? Posso continuare con le lezioni?!-
-Ma certo… se lo preferisci… non c’era certo bisogno che me lo nascondessi.- accarezzò affettuosamente i capelli castani della bambina. “Sembro anche io un genitore intransigente su ogni stranezza, con cui si fa fatica a parlare come lo erano i miei?” riflettè sovrappensiero. -Senti… ma come lo hai scoperto uno strumento strano come quello?- domandò curiosa.
-Oh! Mi ha portato ad ascoltarlo papà! Ha detto che era incredibilmente fico per essere suonato come un violino...-
-Ah… e immagino che sia stato lui ad aiutarti a tenere la cosa nascosta...-
-E già...- “Poi facciamo i conti Scott caro...” -Posso farlo vedere ai nonni?- chiese entusiasta Maya
-Certo, perché no...-

Note.
La sega sonora è una sega che si suona con un arco come quelli usati per i violini ed i violoncelli, a quanto ho capito si tratta di una normale sega da lavoro, può essere suonata anche percuotendola con un martello, fa un suono molto strano… ma a me piace! Mentre la lama sonora è una sega modificata apposta per essere uno strumento musicale, non ha i denti della sega, ha una forma più triangolare e due manici… dovrebbe essere più maneggevole della sega ma a quanto ho capito alcuni preferiscono quest’ultima perché… fa più effetto?
In ogni caso… qualcuno a parte me conosceva questo curioso strumento?
Spero vivamente che questa seconda parte non sia deludente… se volete darmi un parere, segnalarmi errori e difetti, siete ben accetti e un parere esterno è sempre d’aiuto.
Ho postato un disegno su deviantart sulla bambina, purtroppo non sono granchè neanche a disegnare, ma va beh... ecco qua:
Lame sonore

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