L'universo che ci gira intorno di emmevic (/viewuser.php?uid=131809)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** resistenza ***
Capitolo 2: *** notte ***
Capitolo 3: *** labbra ***
Capitolo 1 *** resistenza ***
rey rey rey
L'universo
che ci gira intorno
Uno.
La Resistenza è solo una scintilla.
È una flebile luce
in una
notte senza luna ed è sul punto di spegnersi. Non c'è da stupirsi, dopo che gli alleati di una vita le hanno voltato
le
spalle nel momento in cui più aveva necessità,
Leia Organa non ha più carte da giocare e può
solo piangere i morti.
Le pire funebri sono vuote, mancano i corpi e
mancano le persone che possano piangerli. Mancano i discorsi di
commemorazione, i brindisi per la scampata distruzione, mancano anche
le parole di conforto per i vivi e in tutto questo dolore la strage di
Crait è una
ferita che sanguina: ci
vorrà del tempo prima che cicatrizzi. Sfortunatamente questo è un lusso di cui non
possono disporre.
Il Primo Ordine non sarà clemente, il
nuovo Leader Supremo si dice già scalpiti nella sua nave
scintillante e
a nulla serviranno le uniche parole che la principessa riesce a sussurrare di fronte al pericolo crescente.
“La Forza sia con voi” è quasi una nenia
ormai. Lo
sussura anche al vento, mentre i capelli altrimenti ordinati le si
spettinano, e Leia vorrebbe poter aggiungere altro,
ma ogni altra parola le si blocca in gola assieme al senso di colpa.
Rey
intanto la
guarda con occhi velati ma non osa dire nulla per paura di ferirla ancora di più.
Per assurdo, è in quel momento che su una delle pire
l'allora principessa
di Alderaan vede dimenarsi in agonia un corpicino. È il
piccolo
Ben, il suo Ben: il bambino innocente che aveva affidato a Luke
Skywalker, quel Ben che è morto per fare
spazio a Kylo, cavaliere di Ren. È solo un attimo, ma la
vista la sconvolge e l'unica cosa a tenerla aggrappata alla
realtà sono le braccia e le mani di Rey che la stringono
come farebbe una figlia.
Rey non la lascia andare e Leia ne è grata, non sa dove
sprofonderebbe in caso contrario e,
quando la ragazza le rivolge
un sorriso e le rimane accanto a osservare i fuochi
funebri spegnersi innazi a loro, non può che amarla come qualcuno di famiglia.
Quella notte le ultime parole che Luke le ha rivolto non le sono di
conforto: ha paura di avere smarrito non solo un marito e
un fratello, ma anche un figlio. I ricordi aggrediscono Leia con denti affilati e la tengono sveglia. Sono notti inquiete, ma è appena tre giorni dopo che la Resistenza riceve i primi aiuti economici.
Improvvisamente la speranza ricomincia a riaccendersi e con essa rinasce anche Leia Organa.
Due.
La Resistenza è irrintracciabile e il Millennium Falcon
svanito come fumo. I superstiti tra le fila ribelli sono gocce in un
mare di vite, ma rappresentano un potenziale pericolo e questo il Primo
Ordine non può permetterlo, perché accettarlo
sarebbe dimostrazione di debolezza e clemenza e in una parola di
umanità.
Il nuovo Leader Supremo, intanto, cerca di chiudersi in una bolla di
rabbia per tagliare fuori i dubbi, la tristezza, il senso di colpa e la
speranza, perché il conflitto di emozioni che si porta
dentro è pronto a scoppiare alla prima occasione. Tuttavia
non serve a niente cercare l'isolamento, perché anche se
le sue stanze sono vuote non è veramente solo: il riflesso
che lo osserva dallo specchio è quello di Ben.
Gli occhi di Ben, le mani di Ben, le lacrime di Ben.
Kylo Ren cerca di
ignorare il cambiamento ogni volta che passa di fronte a una superficie
lucida, ma lo sforzo è una tortura senza fine: la luce lo
chiama con forza. La sua mente non è mai stata tanto vuota e
nel
silenzio della sua coscienza è difficile ignorare il rimorso
del rinato Ben, come quando nella notte quasi gli sembra di
sentire le dita di suo padre, che ancora una volta gli toccano il viso
e
lo stringono. Come quella volta. Come l'ultima, quando sul ponte l'ha
giustiziato...
Lo specchio nei suoi alloggi è il primo a rompersi; schegge
ovunque, anche sotto i suoi piedi, mentre con l'ausilio della forza lo
riduce in frammenti ancora più piccoli e il poco rispetto
che il Primo Ordine nutre per il neonato Leader
Supremo si frantuma assieme al suo mobilio. È una partita a
scacchi, ormai, le mosse sono contate e uno
dei due re dovrà perdere.
Sul ponte di comando, il generale Hux pregusta la vittoria.
Tre.
La Resistenza ha ritrovato in Rey la sua luce, in Rey che fissa il
soffitto e non accoglie il sonno.
La ragazza conta le ore che mancano
all'alba e cerca di girarsi nell'unico letto della sua minuscola
camera; e la stanza è un regalo, chiaramente, un dono che le
è stato offerto in segno di riconoscimento per le imprese
contro il Primo Ordine, nonostante non sia stata lei a uccidere Snoke.
Ripensa, con gli occhi spalancati a fissare il buio, alle domande con
cui l'hanno investita dopo che ha salvato ciò che resta
della ribellione. Ha raccontato, giorni e giorni prima, ancora sul
Millennium Falcon, come si siano susseguiti gli eventi sullo Star
Destroyer e nessuno ha creduto alle sue parole, nessuno le ha davvero
dato fiducia quando ha promesso che avrebbe riportato Ben Solo nella
luce.
Nemmeno Leia.
E per questo, per la mancanza di fede, ha dovuto tacere del legame che
la unisce al loro nemico più pericoloso.
Ometterlo non
è stato semplice, ma necessario.
Le lenzuola la stringono in trappola, ma la ragazza di Jakku si
sbroglia e finalmente si alza dal letto.
È libera, libera,
libera,
anche se le invisibili catene del passato ancora la
trattengono: la parole di Ben, anzi no, di Kylo Ren, le ritornano alla
mente.
È un pugnale che la ferisce di netto e il dolore la
stordisce, perché ha seppellito così a fondo quei
ricordi che
adesso è faticoso trovare la forza con cui riportarli alla
luce.
La sabbia. Le lacrime. Le grida. Trova frammenti, ma non c'è
altro.
È stata venduta per dell'acqua così le ha
rivelato Kylo Ren ed è l'unica spiegazione che riesce a
darsi. L'hanno abbandonata e sono morti: devono essere morti altrimenti
sarebbero tornati ed ecco cos'è Rey dal nulla: merce di
scambio. Un nessuno.
Un niente.
Ma non per Ben Solo.
Vorrebbe poter dire di aver sentito la sua presenza, Rey. Ma dopo
avergli chiuso davanti agli occhi la porta del Millennium Falcon la
Forza non li ha più connessi. Forse era davvero tutta opera
di Snoke e l'eroina della Resistenza si chiede se non sia
più
facile sparire ora e fuggire. Tornare su Jakku e fingere di aspettare
ancora qualcuno, invece di rimanere e combattere, ma è solo
un attimo.
Non abbandonerebbe mai chi ha bisogno e non ignorerebbe un grido di
aiuto: è per questo che Rey dal nulla
salverà Ben Solo.
Il titolo viene
dalla canzone di Emma Marrone "Arriverà l'amore" e questa
fanfiction altro non è che una raccolta che vuole provare a
spiegare cosa possa succedere in Ep. IX. Tra l'altro, è anche un esperimento stilistico.
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Capitolo 2 *** notte ***
rey rey rey
L'universo
che ci gira intorno
Quattro.
Di notte il cielo di Voken si colora di viola.
È un porpora brillante con striature d'azzurro e scie rosso
sangue, che come vene immani lo attraversano da una parte all'altra.
É un cielo caotico e senza senso, completamente diverso da
quello di Ach-To e di Jakku, perché sul pianeta dove
è stata abbandonata tanti anni prima, su Jakku, tutto era
nero al calare del sole e così anche sull'isola dei Jedi ma
qui, qui dove la Resistenza si è rifugiata dopo la sconfitta
di Crait, non scendono mai le tenebre.
In questa terra dimenticata da tutti, tana dei ribelli, non
è mai davvero buio.
Poe le ha anche spiegato le ragioni naturali per cui ogni notte la
volta celeste abbia proprio questi colori e così le ha
raccontato della rifrazione, dell'atmosfera e del fatto che, essendo un
pianeta con due stelle, su Voken le stagioni siano molto più
brevi. Ma è servito a poco, perché ogni volta che
il sole tramonta a Rey manca l'aria e annaspa; e anche se cerca di
ignorarlo le è fin troppo chiaro il motivo di quella
reazione e no, no, no.
Rey non vuole pensarci.
Fa ancora troppo male pensare a lui
anche se non riesce a impedirselo.
Salvare Ben Solo ormai è la sua missione, lo sa, e
ciò che vuole evitarsi non è pensare a Ben, ma a
Kylo. Ed è difficile quando anche il cielo sembra volerla
ostacolare.
Per questo, appena il sole principale tramonta e il firmamento diventa
un intreccio di colori, la giovane si barrica nell'unica stanza che ha
a disposizione e tira le tende.
Per questo ogni volta chiude fuori la luce fioca che contraddistingue
la notti di Voken e poi attende: dorme – o cerca di farlo
– e conta le ore che mancano prima che il cielo torni a
essere azzurro.
Azzurro e basta, senza che sia contaminato dal rosso.
Per questo lo fa, perché è troppo doloroso
pensare a lui.
Così quando una mattina, avendo calcolato male le ore, Rey
esce troppo presto dal suo rifugio e trova un cielo viola ad
attenderla, si blocca e non riesce a non fissare la fonte del suo
tormento.
Come ipnotizzata lo guarda fino a farsi bruciare gli occhi, allora, e
quello che a prima vista è un cielo terso in cui il rosso e
l'azzurro sfumano fino a fondersi nel fucsia, appena volta la testa
diventa un confuso mescolarsi di colori in cui il vermiglio sembra stia
scavando nel celeste, tanto le tonalità sono in contrasto.
E la chiave sono i colori.
Loro sono il problema, perché sono loro a riportarla
indietro nel tempo, nel suo momento più buio. E Rey ritorna
con la mente sullo Starkiller, quando per la prima volta ha usato una
spada laser, quella di Luke, e davanti a sè rivede le due
lame cozzare ancora e ancora: una azzurra e una rossa.
Si scontrano e non smettono mai perché per Kylo Ren avere
lei al suo fianco non è stato abbastanza.
No, lui non vuole lei, vuole la Galassia ai loro piedi.
Le viene da piangere.
La verità è che anela a salvare Ben, esige la sua
redenzione, ma allo stesso tempo vorrebbe anche prenderlo a pugni,
urlargli “mostro!” e poi abbandonarlo,
perché non merita il perdono.
Vorebbe picchiarlo e dimenticarlo, perché Kylo ha ucciso suo
padre, ha ucciso il suo maestro e avrebbe ucciso anche Luke se solo
l'avesse avuto davvero davanti – e indirettamente l'ha fatto.
Eppure la cosa più incredibile è che nel caos
della sua mente Rey percepisce distintamente che qualcosa le manca.
Ma è un vuoto di cui, cerca di convincersi, non
può lamentarsi: sarebbe abbastanza assurdo sentire la
mancanza di qualcosa che non si è mai conosciuto.
E come può,
come è possibile che abbia nostalgia di Ben Solo?
Cinque.
La notte è lunga se hai la coscienza sporca.
Nello spazio, poi, non c'è differenza tra giorno e notte e
forse è per questo che a Kylo Ren sembra di vivere in un
incubo senza fine.
Probabilmente è anche per questo motivo che non riesce a
dormire: se la realtà è tanto nera fino a dove
potrebbe spingersi la sua mente?
Già conosce la risposta, perché ogni volta che
chiude gli occhi non vede altro che morte.
Suo padre che cade.
Rey in ginocchio davanti a lui e questa volta la uccide, stavolta Snoke
ha vinto.
E poi, per ultimo, sua madre, vede Leia annientata dal Primo Ordine.
Non c'è dolcezza in queste visioni che lo tormentano tra il
sonno e la veglia, anche se a vincere è sempre Kylo Ren.
È Kylo che uccide un padre indegno, Kylo che distrugge
l'ultimo Jedi, Kylo che schiaccia l'ultima scintilla della Resistenza.
Il giovane Solo è a pezzi. Non vede una cura per il
conflitto che lo dilania e probabilmente è una fortuna che
non abbia più specchi nei quali riflettersi. Ha paura di
vedere che cosa è diventato.
Si è ridotto al guscio di se stesso e non è mai
stato tanto debole. Cosa
dovrebbe fare ora? Kylo Ren esita. Non lo sa. Forse la
risposta è annientarli. “Distruggi la
Resistenza” sembra suggerirgli il casco di Darth Vader e
anche se all'inizio è riluttante, l'idea inizia a formarsi:
se uccide tutti, anche Ben Solo se ne andrà. Se uccide
tutti, sarà in grado di lasciarsi il passato alle spalle ed
essere solo Kylo.
Ma dovrà dire addio a tutto: anche alla mercante di rottami,
sebbene ammazzare la ragazza sarà la parte più
difficile.
Ciò che accade nell'istante che segue, però, gela
il proposito mentre sta ancora germogliando.
Rey è lì e dorme: ha i capelli sciolti ed
è nel suo letto che riposa.
In un primo momento Kylo crede di stare sognando perché il
loro legame era frutto dell'opera di Snoke. Com'è possibile
che lei sia a pochi metri da lui?
Non è la ragazza ad averlo cercato – lo sforzo
richiederebbe una mente quantomeno vigile – e non
è di certo lui ad avela cercata.
Perché continuano a connettersi?
La domanda è senza risposta, anche se di una cosa
è certo: se Rey fosse veramente nei suoi alloggi sarebbe
facile ucciderla.
Sarebbe inerme.
La mano di Kylo si stringe subito attorno all'impugnatura della spada
laser, ma il gesto è forzato, non sentito, e le dita gli
tremano.
Si avvicina al letto e, guardandola, non può fare altro che
mordersi le labbra a sangue all'idea di doverla colpire, di dover
ripetere ciò che Luke ha fatto a lui. Sorprenderla nel
sonno, ucciderla mentre è più vulnerabile sarebbe
così semplice, ma è allo stesso tempo
così difficile.
La lama si accende ma Rey continua a dormire e la cosa, Kylo non riesce
a spiegarselo, lo manda fuori di testa perché se solo si
svegliasse, forse...
Alza la spada e si aspetta che gli occhi della giovane si spalanchino,
che succeda qualcosa, qualsiasi cosa, ma il respiro di lei rimane
regolare e il viso rilassato.
Potrebbe calare il colpo e ucciderla. Un lavoro pulito e diventerebbe
finalmente Kylo Ren, spegnendo con lei l'ultimo frammento di Ben Solo.
L'arma è ancora in alto, pronta a ferire, quando la ragazza
si gira nel sonno e sussurra il suo nome. Anzi no, il nome di Ben. Lo
chiama ed è come se in quel momento qualcosa si spezzasse e
non c'è niente da fare, nemmeno Kylo Ren potrebbe colpirla.
La spada laser, ora spenta, cade a terra e con essa un giovane Solo
dall'animo dilaniato.
L'unica cosa che riesce a fare, a quel punto, è allungare la
mano e toccarla: solo per questa volta. Almeno per questa'ultima volta.
La guancia di Rey è calda sotto le sue dita, morbida e
soprattutto viva.
Poi qualcuno bussa e lei non c'è più.
“Generale Hux” latra Kylo Ren quando la porta,
aprendosi, mostra il suo sottoposto sorridente.
“Leader Supremo, li abbiamo stanati. Si nascondono su
Voken”.
Sei.
Sembra una notte come le altre ma questa volta Rey si sente
più leggera, quando si sveglia di soprassalto.
Non sa come o perché ma la sensazione è che si
sia tolta un peso e abbia fatto pace con se stessa, come se avesse
finalmente accettato una parte di sé. E la guancia, sulla
guancia le è parso che qualcosa la toccasse.
Dita, erano dita.
“Ben?”
domanda nel buio della camera dato che per un istante, solo uno, le
è sembrato di percepirlo.
Rey quasi ci spera, ma non c'è nessuno a risponderle,
nemmeno quando esce per accertarsi che nessuno l'abbia cercata e il
cielo purpureo di Voken la accoglie. Tuttavia, questa volta non si tira
indietro nè rimane stordita dalla sua vista, ma contempla
con curiosità nuova lo spettacolo che si è negata
fino ad ora: non ha più paura.
È bellissimo, si trova a pensare nel momento in cui le
venature iniziano ad avere una schema e le striature che colorano quel
cielo assurdo le appaiono improvvisamente armoniose.
Per tutto quel tempo non era riuscita a vedere il disegno completo. In
quel cielo non si nasconde solo Kylo Ren, ma anche Ben Solo.
Un grazie
speciale a Ilarya Kiki.
Mi ha aiutato a riordinare la prima flashfic ed è grazia a
lei se c'è un secondo capitolo. *manda affetto*
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Capitolo 3 *** labbra ***
rey rey rey
L’universo
che ci gira intorno
Sette.
Dalle labbra di Hux sfugge un lamento strozzato, quando il Leader
Supremo lo schianta contro la parete dei suoi alloggi con il solo
movimento di una mano, ma non si scompone.
Nonostante il colpo appena incassato, Hux non piega la testa di fronte
al suo superiore e nemmeno perde il suo contegno. Fatica anzi a
nascondere un mezzo sorriso che nasce spontaneo e lo fa apparire folle.
Visto così, sembra quasi provi un gusto perverso a
farsi scaraventare da una parte all'altra della stanza, ma entrambi
sanno che non è questo il motivo. È un altro e, a conti fatti, probabilmente
è la soddisfazione di avere in pugno proprio Kylo Ren a
farlo gongolare.
L’uso della Forza, comunque, è chiaro che non gli
susciti più alcuna paura, così come diventa
improvvisamente trasparente che l’ufficiale si senta al
sicuro nonostante tutto: non considera che l’uomo che gli sta
di fronte possa schiacciarlo con un semplice movimento di dita e
nemmeno quanto possa essere suscettibile.
È qui che sbaglia.
“Non sei al
sicuro” vorrebbe ringhiargli addosso il giovane
Leader, ma si trattiene perché non è ancora il
momento di affrontare il suo interlocutore. È anche per questo,
perché non è ancora il momento di fronteggiare la
persona che sta preparando un golpe contro di lui, che la schiena del
Generale è ancora tutta di un pezzo.
Se lo uccidesse adesso, il Primo Ordine cadrebbe nel caos e Kylo, per
quanto sia il Leader Supremo, non avrebbe più alcun
ascendente. Si ritroverebbe una flotta in rivolta, e questo lo sa lui e
lo sa anche Hux, da qui il sorriso vittorioso del rosso.
“Ho detto che non attaccheremo la Resistenza ora”
Kylo ordina di nuovo con un’autorità che fatica a
riconoscersi. Negli ultimi giorni gli è mancato quasi del
tutto il mordente ed è straordinario come, adesso che
finalmente ha rivisto Rey, si senta rinvigorito.
“Non ha senso attendere oltre” ribatte Hux e lo
sfida una seconda volta, lo affronta come quando Snoke era ancora in
vita e le loro posizioni, di Cavaliere e di Generale, si eguagliavano
in quella che era la gerarchia del Primo Ordine. Ma ora è
Kylo in cima alla piramide e il nuovo Leader Supremo osserva passivo il
punto in cui il sangue del suo sottoposto potrebbe formare una pozza
carminia. Se solo volesse ucciderlo veramente, basaterebbe un niente,
ma “Non
adesso” gli suggerisce la testa, sebbene
l’istinto agogni d'agire diversamente. O è la
Forza?
“Esegua gli ordini, Hux, e non attacchi la Resistenza fino a
nuovo ordine, altrimenti prenderò provvedimenti”.
“Smettila con questi giochetti. Sappiamo entrambi che non
puoi uccidermi, Leader
Supremo” sibila l'uomo in divisa.
“Non tirare la corda”.
“Sono più utile da vivo, Ren” lo minaccia il
rosso. “Sono troppo utile per
morire e lo sai anche tu. Non puoi comandare il Primo Ordine da solo.
Il tuo balletto con Skywalker ti ha screditato. Non riesci nemmeno a
guardarti in uno specchio”. Ride a quel punto, Hux, prima di
avvicinarsi e fissare il suo avversario negli occhi. “Ti
ricordo, che hai bisogno di me che tu lo voglia o no. Sono io a controllare i
soldati, io
a gestire le spese, io
a coordinare le strategie: si fidano di me, non di te. Se mi uccidi sei
finito. Se mi uccidi il Primo Ordine è finito”.
Tutto ciò che il Generale dice è vero: se lo
ammazza è finita. Semplice, ma Kylo all’improvviso
ha dannatamente bisogno di una fine. Ha bisogno di rinascere e deve
farlo ora.
Nonostante i propositi, lo fa: stringe la sua spada laser, la alza
sopra la sua testa e la morte di Hux è già un
fatto.
Strappare vite non gli è mai sembrato così
semplice e Hux ha finalmente smesso di parlare. Questa volta per
sempre. Per un attimo la rabbia gli dà tregua, infine, ma
poi viene investito contemporaneamente dalla vergogna, dal rimorso,
dalla solitudine e, più forte di tutti, dal rifiuto.
Perché non ha più nessuno, non ha alleati, non ha
amici, non ha qualcuno a cui rivolgersi e questo è
solo l'ennesimo cadavere su cui camminerà.
Ma ucciderlo, uccidere Hux, non è stato solo un atto di
catarsi, si rende conto guardando il viso dell'uomo perdere colore,
è stato un atto di necessità.
E Ben, Ben sotto sotto è vivo, anche se ormai non
c’è più niente di innocente in lui, ma
non è questo ciò che conta. Ora l'importante
è il suo scacco matto.
La morte di Hux lascia la flotta senza un capo: il re è
caduto e assieme al Generale del Primo Ordine è morto anche
il Leader Supremo.
Kylo Ren, per come lo intendeva Snoke, non c’è
più. Adesso è finalmente senza
maschera.
Fa quasi male essere così a nudo.
Otto.
Le labbra di Rey sono inespressive quando sente la Forza vibrare
attorno a sé e lo vede comparire a pochi metri da lei.
È solo una proiezione, ma è come se le fosse
davanti e, se allungasse la mano, sa che potrebbe toccarlo. È come le
altre volte.
La
ragazza sospira, dubbiosa su chi stia guardando in questo momento, se
il mostro o l’uomo, mentre lui rimane immobile, quasi
pietrificato, come se avesse paura di spaventarla.
“Rey” si limita a sussurrare il nuovo Ben, mentre
lei ne osserva il volto sciupato, gli occhi rossi e tristi di chi sa
che ormai è troppo tardi per porre un freno agli errori del
passato. Degli schizzi di sangue gli colorano addirittura la guancia,
la dipingono di rosso, e la giovane cerca di ignorare quel dettaglio.
Non dice niente, non commenta e continua a guardarlo come se a sua
volta temesse di interrompere il momento con il semplice suono della
sua voce.
“Rey” la chiama di nuovo lui. Come a voler
attirare la sua attenzione, ma a chi dovrebbe prestare
attenzione se non a lui?
L'uomo sospira. “Non dovrai più preoccuparti di me
e nemmeno del Primo Ordine”.
Il silenzio s'intromette tra loro.
“Che cosa hai fatto?” domanda poi la ragazza,
incolore. Non sa nemmeno lei cosa provare, cosa fare: vorrebbe
ferirlo e salvarlo insieme.
“Vi avevamo trovato. Stavamo per attaccare, ma
ho...” Ben tentenna. “Ormai il Primo Ordine non ha
più un leader supremo né un generale
né ufficiali. La Resistenza non dovrà
preoccuparsi di un assalto immediato”.
“Cosa è cambiato?” lo incalza lei.
“Io”
sospira lui. “Ho capito che non sarò mai solo luce
o solo oscurità. Sono luce e sono ombra,
così come sono Ben e
sono Kylo, senza che l’uno escluda
l’altro”.
“Ti sei tolto la maschera infine”.
Annuisce e Rey, a quel punto, abbozza un sorriso e allunga la mano.
Vuole toccarlo per quello che è, un uomo che finalmente ha
accettato ogni parte di sè, ma lui si ritrae.
“Vieni da me. Unisciti alla Resistenza. Torna da tua
madre” lo implora, ma sa anche lei che è tutto
inutile e chiude gli occhi, non vuole vederlo mentre se ne va
e si chiede perché, preché alla fine la
abbandonino tutti.
“Non c’è spazio per me tra voi. Lo sai
anche tu”.
Quando li riapre, Ben non c’è più.
Nove.
Si è morso a sangue le labbra, Ben, quando la Forza ha
diviso lui e Rey, perché anche se la decisione di non unirsi
alla Resistenza è sua, fa ugualmente male dire addio
all'unica persona che l'ha veramente capito.
Rey è il suo tassello mancante, ma la mercante col sorriso
si merita di meglio, non un assassino, un codardo, un mostro. La cosa
terrificante, poi, è che nel suo momento
più buio è riuscita
a vedere la luce della sua anima. Nessuno potrà mai
eguagliarla, ma è meglio per lei non avere più a
che fare con lui.
E adesso, ora che Ben è a nudo e senza scusanti,
è arrivato il momento della verità. Delle
responsabilità. Ed è difficile
ignorare che sia colpa sua la morte di suo padre. Han Solo,
suo papà, il leggendario pilota del Falcon, è
morto per mano di Ben e
di Kylo. Lui l’ha ucciso. Han è stato annientato
dal suo unico figlio: non da una maschera o dal lato oscuro della
Forza. Solo da lui.
E finalmente, adesso che lo ammette, riesce a piangere la sua morte e
fa ancora più male.
Le lacrime gli rigano il volto mentre, seduto nel suo fighter, si
lascia alle spalle il cadavere di Hux e la flotta del Primo Ordine e
anche Rey, e ha il volto ancora bagnato quando un bagliore azzurro
attira il suo sguardo.
Ben quasi spera che sia la spia del motore, meriterebbe di esplodere
nel vuoto dello spazio, ma la sorte la pensa diversamente.
“Sai, ragazzino, piangere sul latte versato non è
mai utile” lo illumina il fantasma che ha appena preso forma
al suo fianco. “Oltretutto, se credi che risolverà i
tuoi problemi scappare o lasciarti
morire su un pianeta dimenticato da tutti, ti assicuro che
sbagli”. Il giovane che si è materializzato
nell’abitacolo della sua nave, accanto a lui, incrocia le
braccia. Ha i capelli lunghi, una cicatrice troppo simile alla sua e
gli stessi occhi di Luke.
“Vader...”
“Anakin” lo corregge l’apparizione con
uno sguardo indecifrabile e la cosa lo irrita. L’ha invocato
per così tanto tempo e arriva solo ora?
“Per anni hai risposto anche al nome di Vader”
puntualizza Ben.
“Così come tu a quello di Kylo” ribatte
il prescelto, mentre l'irritazione del giovane Solo continua a
crescere. Come si permette di parlargli così?
Il fantasma alza gli occhi al cielo. “Senti. Chiamami pure
come meglio credi, ma non sarà il modo in cui ti rivolgi a
me a cambiare la tua situazione” lo rimbecca.
“Perché sei qui?”
“Per aiutarti”.
Il fantasma si appoggia alle pareti della navicella, come se fosse
fisicamente davvero lì. “Voglio aiutarti anche se
hai ucciso mio figlio”.
“Luke se lo meritava”.
Lo sguardo di Anakin lo gela sul posto, gli fa abbassare lo sguardo e
girare la testa. Suo nonno non ribatte nemmeno all'affermazione,
così cala il silenzio e passano i minuti, e il
fantasma non vuole andarsene. Rimane lì, a fissarlo.
“L’ho sempre odiato perché ha saputo
vedere la luce in te, ma non in me” sussurra all'improvviso
Ben. “Mi stava per uccidere, non lo sai?”
Il fantasma, quando il giovane Solo rialza gli occhi, lo sta ancora
fissando con un cipiglio serio. Non c’è
più la noia e nemmeno la velata seccatura di poco prima.
“Luke non ti avrebbe ucciso. Non quella notte né
mai. Non sai quanto si è tormentato per quello che ti ha
fatto”.
A questo punto Ben vorrebbe solo piangere, ma ha finito le lacrime e si
limita a chiudere gli occhi e respirare, perché la
consapevolezza lo immobillizza: non ha ucciso solo suo padre, ma anche
suo zio. Luke, prima di essere un jedi, era innazitutto suo zio.
“Non credo tu possa aiutarmi. Non merito aiuto”.
Anakin scuote la testa e ride. Forse per il nervoso, forse
perché trova davvero divertente la situazione, Ben non
riesce a capirlo.
“Hanno proprio mandato la persona sbagliata. Non sono mai
stato bravo ad aiutare la gente a parole, mia moglie, lei
sì. Lei avrebbe saputo convincerti, ma visto che ci sono io
qui con te e tu non vuoi veramente ascoltarmi, mi limiterò a
dirti quello che la Forza sta cercando di comunicarti, ma che tu ti
ostini a ignorare. Vai
a casa, Ben Solo”.
“Come puoi non capire? Non ho più una
casa!”
“Oh, ma tu ce l’hai, ragazzino. Con tutta la fatica
che ho fatto per metterti in contatto lei, non puoi dirmi
di non avere una casa”. Il fantasma sospira. “E per
la cronaca, migliora le tue doti seduttive, dire alla persona che ami
'sei niente, ma non per me' non è una dichiarazione
d’amore. Non è nemmeno lontanamente romantico,
fidati”.
E con questo Anakin Skywalker svanisce come fumo davanti a lui.
Per questo
capitolo devo ringraziare i prompt che mi ha passato Shaara_2
(GRAZIE!). Sono stati i suoi prompt a sbloccarmi e chiedo scusa a tutti
i lettori per l'enorme ritardo di questo capitolo. Purtroppo avevo
perso l'ispirazione per questa raccolta. Adesso, grazie a Shaara,
è tornata.
Ci vediamo al prossimo capitolo (che sarà
anche l'ultimo).
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