1.
Titolo: Nelle pieghe
della memoria
Fandom:
Shannara
Genere:
Fantasy, avventura
Rating:
Giallo (più per prudenza)
Disclaimer:
I
personaggi e i luoghi (esclusi quelli di mia invenzione) sono di
proprietà di Terry Brooks e sono usati senza fine di lucro.
Note: Le
parti in corsivo indicano dei flashback. Questa storia si colloca circa
vent'anni dopo "La spada di Shannara", ci sono diversi personaggi di
mia invenzione, per quelli di Terry Brooks spero di essere stata
abbastanza IC.
***
Aveva quattro anni quando era rimasta
orfana. Era accaduto tanto tempo
prima e non le capitava spesso di pensarci, aveva altre preoccupazioni
ormai. Ma ogni tanto, quando meno se l'aspettava, quel dolore
ricompariva e la spiazzava. Era cambiato con il tempo, non era
più lacerante come all'inizio ma non per questo faceva meno
male, soprattutto adesso che era unito al senso di colpa per aver
dimenticato i visi
dei suoi genitori. L'uomo che l'accompagnava le aveva detto che al
momento giusto li avrebbe ricordati. "E' sempre una questione di
momenti giusti con lui... come fa a decidere qual'è il
momento
giusto per gli altri?"
Leian sbuffò per quei pensieri che avevano
deciso di tormentarla proprio quel giorno. Per distrarsi
guardò l'alto compagno al suo fianco avvolto fino ai piedi
in un
mantello nero, le mani nascoste tra le sue pieghe e il profilo
affilato che si
intravedeva appena dal cappuccio.
"Deve avere almeno sessant'anni. Strano come non mi sia mai chiesta
quanti anni possa avere, fino ad oggi. Non è più
un
ragazzino comunque. Ma come fa ad avere tutte queste energie? Io sono
distrutta!" L'uomo non diede segno di essersi accorto dell'occhiata.
"Meglio così, anche se sa sempre tutto e niente gli sfugge!
Starà semplicemente facendo finta di niente."
La ragazza riportò lo sguardo sulla strada illuminata dai
bagliori del tramonto. "Non c'è già
più nessuno in
giro, che tristezza. Varfleet è sempre stata una
città
così vitale, cosa le sta succedendo?" Era una domanda
retorica,
lei era una delle poche a sapere cosa stava accadendo non solo a
Varfleet ma in tutte le Quattro Terre. Il suo sguardo si
indurì, mentre
mille ricordi le affollavano la mente facendo crescere dentro di lei la
rabbia.
- Smetti di pensarci. Per oggi abbiamo avuto anche troppe brutte
notizie. - La voce di Allanon la sorprese.
"Il druido sa sempre tutto." si
ripeté mentalmente Leian. Si
sistemò meglio il cappuccio per nascondere il suo viso
quando
incrociarono un passante che li guardò sospettoso; aveva
imparato a sue spese che la curiosità della gente
può
uccidere. Era per quello che nonostante l'afa indossavano i mantelli,
anche se lei sospettava che attirassero più sguardi di
quanti ne
risparmiassero.
- Siamo arrivati. - la avvisò improvvisamente il druido
mentre
si fermava
davanti ad una porta malconcia. Bussò piano tre
volte e aspettò.
L'attesa si protrasse per qualche minuto, poi, come se
avesse ricevuto un
segnale misterioso, la condusse sul retro della casa attraverso uno
stretto vicolo dove li aspettava una donna che si stava asciugando le
mani in un grembiule. Era una donna robusta, con le mani callose e le
guance rosse, i capelli grigi le sfuggivano in mille ciocche
dall'elaborata acconciatura. Li squadrò da capo a piedi e
Leian
sentì un'istintiva simpatia per la donna. "Ha lo stesso modo
di
fare di Saraia."
- Vi sembra l'ora di arrivare? E non ti sembra di essere incosciente a
trascinare con te quel ragazzino, druido? - li accusò la
donna.
Leian trattenne il fiato, nessun si rivolgeva così ad
Allanon.
Nessuno sano di mente
per lo meno. Con sua grande
sorpresa il druido
non si scompose.
- Arriviamo quando ci è concesso, e trascino con me chi mi
pare,
madonna Mailin. Adesso che ho risposto alle tue impertinenti domande,
possiamo alloggiare presso di voi? - la
schernì l'uomo con un tono ironicamente formale.
La donna scoppiò in una sonora risata. - Non cambierai mai,
druido.
Entrate pure, toglietevi gli stivali e i mantelli. Immagino preferiate
lavarvi prima di cena. - disse loro voltandosi ed entrando nella stanza
buia. La seguirono e le narici della ragazza furono invase dal profumo
di arrosto con patate. "Da quanto tempo non faccio un pasto decente? "
- Ragazzino, segui mio figlio che ti aiuterà per il bagno. -
le
disse indicando un ragazzo con i capelli scuri e la stessa corporatura
della madre che stava fermo sulla soglia della porta.
Leian arrossì e non si mosse al che la donna la
guardò
incuriosita.
La ragazza non
sapeva cosa fare, per la sua incolumità viaggiava
facendosi passare per un ragazzo, aveva tagliato i suoi bei capelli
castani, aveva fasciato il suo seno ed indossava abiti un po'
più larghi per nascondere i fianchi. "Adesso cosa faccio?"
si chiese. Allanon le aveva detto di parlare il meno
possibile
per non tradire il suo segreto e anche se l'uomo sembrava in confidenza
con la donna non sapeva fino a che punto poteva fidarsi di lei.
Allanon decise di andarle in aiuto. - E' meglio se tuo figlio si occupa
di me, mentre tu la aiuti. - Anche se Leian non lo credeva possibile
sembrava che l'uomo si stesse divertendo. "Allanon non sa cosa sia il
divertimento!"
Mailin la guardò più attentamente. - Allora
è vero
che ti accompagni ad una giovane donna. Non volevo credere a mio marito
quando me l'ha detto. -
- Spero che non l'abbia detto ad altri, oltre a te. - La donna gli
lanciò un'occhiata significativa e il druido
annuì.
- Seguimi allora, ragazzina. - disse poi rivolta a lei.
Leian era distesa ad occhi chiusi nella vasca piena di acqua calda e
lasciava che quel bagno tanto atteso portasse via le sue inquietudini e
la stanchezza che pervadeva il suo corpo. Accarezzò la
superficie liscia dell'acqua e
sentì una sensazione di potere pervaderla, aumentava sempre
più e
cercava di prendere il sopravvento su di lei.
"Lascia che vinca e tutta la tua sofferenza avrà fine." Era
un
pensiero consolante e spaventoso al tempo stesso. La sensazione
continuava a crescere, quando sentì un forte dolore ai polsi
e
si riscosse, mettendosi seduta di scatto. Ansimava come se avesse corso
a lungo.
"Sta succedendo di nuovo, non posso abbassare la guardia." Si
guardò i polsi dove due braccialetti scintillavano. Erano
lucidi, argentei e riflettevano la luce del lume posato sulla mensola.
Non c'era segno di alcuna chiusura, mentre si scorgevano chiaramente
alcune
lettere dell'antica lingua elfica. Conosceva il significato di quella
frase incisa ed era anche a conoscenza dello scopo di quei monili.
Si massaggiò i polsi e ripensò a quando Allanon glieli aveva spiegati
molto tempo prima.
- Cosa significa la scritta? - Aveva sei anni quando aveva trovato il
coraggio di chiederlo al burbero druido.
- E' elfico. Dice "A protezione e difesa. " -
- Perché non posso toglierli? - La bambina era perplessa, da
quando aveva quattro anni non li aveva mai tolti.
- Non ti piacciono? Li ho fusi apposta per te, sono di un metallo
speciale.-
- No no, mi piacciono. - si era affrettata a rassicurarlo timorosa di
averlo offeso. - Ma quelli delle altre bambine si aprono mentre i miei
no. Mi dicono sempre che se non li tolgo mi stritoleranno i polsi e mi
cadranno le mani. - Era seriamente preoccupata per
quell'eventualità ma aveva aspettato che il druido fosse
tornato
a farle visita per farne parola.
- Non succederà niente di simile. Quando verrà il
momento li toglierò. Servono a proteggerti. -
- Da cosa? -
Il druido l'aveva guardata in modo strano, come se stesse valutando la
sua capacità di accettare le verità scomode.
Doveva aver
deciso che era troppo bassa perché le aveva risposto: -
Quando
verrà il momento lo saprai. -
Erano passati alcuni anni prima che glielo spiegasse. Ancora adesso
dovevano proteggerla, ancora adesso era troppo piccola per farne a
meno; o almeno era quello che credeva.
"Devo avvisarlo di quello che mi sta succedendo, devo dirgli di
aumentare l'addestramento o non sarò mai pronta per il mio
compito."
Si ridistese lasciando che l'acqua ricoprisse il suo corpo martoriato
dalla lunga camminata che li aveva portati nella città di
frontiera.
"Non mi ha spiegato perché abbiamo deviato per venire qui. A
parte che non mi spiega mai nulla, con lui tutto dev'essere sempre
così misterioso in modo che
solo lui abbia il controllo della
situazione." Conosceva il druido da sempre, era stata una delle poche
figure stabili della sua vita, da quando i suoi genitori erano...
"E' destino che oggi debba continuare a pensare a loro."
Uscì dalla vasca e si asciugò velocemente
rabbrividendo
leggermente nell'aria fresca della sera. Indossò gli abiti
che
le aveva procurato Mailin. - Sono abiti vecchi di mio figlio,
dovrebbero andarti bene. Sono un po' usati ma almeno sono puliti. - le
aveva spiegato consegnandoglieli. L'aveva ringraziata di cuore, era
tanto che qualcuno non aveva quelle piccole preoccupazioni nei suoi
confronti. Allanon si preoccupava solamente che sopravvivesse e che si
preparasse. Ma sentiva la mancanza delle attenzioni di una madre, la
sua l'aveva persa da piccola e Saraia... "Saraia sono stata costretta
ad abbandonarla." Dopo essersi vestita si fasciò con cura i
polsi nascondendo così i bracciali.
Uscì nel cortile posteriore della casa e rimase ad osservare
il
giovane che si stava allenando con la spada. "Niente male,
sarà
un buon combattente. Suo padre sarà fiero di lui." Il
giovane si
voltò rapidamente roteando l'arma nell'aria e rimase
sorpreso
quando la vide; si bloccò, improvvisamente impacciato.
- Non volevo disturbare il tuo allenamento. - si scusò lei.
- Sei molto abile. -
- Mi ha insegnato mio padre. - Non la guardava negli occhi essendo
molto interessato ad un sasso che si trovava vicino alla punta del suo
piede destro.
- Dov'è adesso? -
Il giovane si strinse nelle spalle. - Non lo sappiamo. E' via da due
settimane. - Il sasso esercitava su di lui un'attrazione magnetica.
Improvvisamente Leian capì il perché di quella
sosta
nella piccola città di frontiera. - Tuo padre è
una
guida, vero? - mormorò avvicinandosi a lui. Era molto
giovane.
"Non avrà più di quindici anni ma mi sorpassa
già
di tutta la testa. Non che la cosa mi stupisca poi molto, io sono
oscenamente bassa."
Il ragazzo annuì senza togliere gli
occhi dal sassolino. Il figlio di una guida, destinato sicuramente a
seguire le orme del padre. "Vivrà nell'incertezza di non
sapere
se rivedrà il padre." - E' partito da solo? -
indagò. Lui scosse la testa. "Allora è una
spedizione.
Forse dovremo aspettare il loro ritorno. Allanon non mi aveva avvisato
che ci sarebbe stato questo ritardo. Ma già, dev'esserci
sempre
un po' di mistero."
Decise di lasciarlo solo a continuare l'allenamento, ma aveva fatto
solo un paio di passi in direzione della porta quando la voce del
figlio di Mailin la fece fermare.
- Sei tu quella che mio padre aspetta? -
***
Grazie
a chiunque voglia lasciare un commento.
A
presto,
sku.
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