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di An13Uta
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tibias ***
Capitolo 2: *** Eve Lynn ***
Capitolo 3: *** Ez-Ha-Ir ***



Capitolo 1
*** Tibias ***


Tibias








Tibias non sente niente.

Nessun dolore, nessun segno d'avvertimento.

Arriva all'improvviso, e gli strappa la gola. Non respira.

Si sente avvizzire nelle sporche vesti verdi, le iridi brune si contraggono mentre la vista si appanna.

Cade; sente il corpo grigiastro fluttuare in una bolla solida, colpito da ogni parte da spilli che gli annientano qualsiasi sensazione ad ogni colpo.

E arriva.

Il volto lo confronta, lo tiene per un filo, un sottile rivolo che attraversa lo spiritello. Sei mio, cantilena quella linea sinuosa, sei mio, e ad ogni tiro la sua anima è sul punto di staccarsi e lasciarlo un misero guscio vuoto.

È con uno sforzo sovrumano che riesce finalmente a sentire il capo fargli male e scappare dall'incubo. Tocca la nuca dolorante, la massaggia sotto alle piume bianche che gli coprono la testa. Con un leggero tremolio, si siede.

Non passa giorno che non lo tormenti. È un ricordo terribile che non può essere soppresso.



Non è stata colpa sua.



Tibias piange solo. Nessun altro lo sa.

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Capitolo 2
*** Eve Lynn ***


Eve Lynn







 

Eve Lynn ha occhi spaventosi.

Sono tondeggianti, dello stesso blu del più remoto fondale marino. Tanto scuri che la luce vi si riflette a fatica.


Due profondi stagni accompagnati da labbra i cui angoli sono piegati appena all'in.


Il fantasma del suo sorriso, che infesta il viso chiaro incorniciato da ciocche lunghissime d'ebano, incute in ospiti e spettatori un timore quasi primordiale: è questo che le permette di essere ascoltata da loro, e con attenzione, quando comincia a parlare.

Perché tremano incontrando il suo sguardo impenetrabile, traditore della quantità enorme di segreti altrui tenuti nelle piccole dita pallide.



Ma la realtà è nascosta in fondo al pozzo, dove la luce non arriva. La realtà è che le sue mani sono vuote.

L'unico segreto che conosce è il suo, e si sforza di dimenticarlo più che può.

È quello della sua debolezza, della sua inutilità. È la causa della sua morte, a cui non si troverà mai antidoto.



Nel profondo dei suoi occhi, c'è la paura dell'inevitabile.



Eve Lynn lo sa. Lo nasconde nel suo sorriso.

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Capitolo 3
*** Ez-Ha-Ir ***


Ez-Ha-Ir







 

Ez-Ha-Ir non è una donna.


Non lo sarà, non lo è mai stato.


Stringe i pugni dalla rabbia, e l'ossidiana che stava lavorando si spacca un schegge precise che riflettono il suo irato volto aguzzo.

Si slega furioso i capelli di un rosso assai tenue – fiamme chiare ordinate in dreadlock – e li riallaccia con simile foga nel tentativo di calmarsi. Digrigna i denti a nessuno, lancia uno sguardo frustrato alla gemma che cercava di modellare; i suoi stessi occhi gialli rispondono, astiosi.


Sa cosa sia una donna. Sua madre lo è, la matriarca lo è. Le sue amiche lo sono, a dispetto del petto che ad alcune non è in grado di crescere. Lui non lo è.


Lui è preda di un'ingiustizia più grande di sé, quella di avere un corpo scuro che non è il suo, che non gli permette di essere niente, né un re né sé stesso.

Lo odia, lo odia, lo odia. Vorrebbe strapparselo ed essere come la sua Dea, un'impressione, un'entità senza forma.


Invece singhiozza, divorato dalla frustrazione, mordendosi il labbro fino a sanguinare. Perché non può dirlo.


Ez-Ha-Ir è un uomo. Punto e basta.

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