Le ferite dell'anima di Yuki Ishimori (/viewuser.php?uid=76402)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
le ferite dell'anima
Disclaimer questi personaggi, ovviamente, non mi appartengono, ma sono proprietà delle CLAMP. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
Le ferite dell'anima
Capitolo 1
Avevano sentito la sua tristezza e ora sempre più spiriti si
accalcavano dietro di lui, che aveva iniziato a correre.
Ecco, come al solito era tutta tutta
colpa di quel dannato Doumeki se ora lui doveva trovarsi con migliaia
di demoni attorno.
Era di questo che Watanuki cercava di convincersi, ignorando
deliberatamente il fatto che era stata colpa sua: questa volta gli
aveva urlato addosso un po' troppo e l'arciere si era arrabbiato.
Si erano lasciati così, senza una parola di scusa e ora,
purtroppo e senza nessun motivo logico, anche Watanuki soffriva.
Dannato Doumeki!
Stavolta non arriverà nessuno a salvarlo, lo sapeva.
C'erano troppi spiriti. L'aria si faceva sempre più fredda.
Le gambe gli cedettero e si ritrovò con le spalle al muro in
un vicolo deserto.
Ondate di tristezza e dolore si abbatterono su di lui, e, anche se quei
sentimenti non gli appartenevano, contribuirono solo a farlo stare
peggio e, di conseguenza, ad attirare altri spiriti.
Gli occhi gli si offuscarono, di quelle che certamente non erano
lacrime e di certo non per Doumeki. La vita iniziò a
scorrergli
via, lasciandolo sempre più stanco e vicino alla morte.
Un baratro si aprì dietro di lui e Watanuki non
poté fare altro che sussurrare al vento un debole:
“ Mi dispiace Shiz...” quando...
improvvisamente la presenta soffocante degli spiriti si
allontanò.
“ Oi”
Watanuki cercò di non sorridere.
“ Oi” rispose. Non aveva la forza di dire
nient'altro.
Doumeki si avvicinò, guardandolo con gli occhi dorati, in
quel
momento pieni di preoccupazione ma invisibili all'amico, che li teneva
ancora chiusi.
Quando li riaprì, cercò di alzarsi. Impresa che
fallì malamente quando le gambe non sorressero il suo peso.
Ma qualcosa di grosso e forte fermò la caduta di Watanuki,
stringendolo fra le braccia.
“ Sta fermo idiota” la voce di Doumeki
parlò vicino all'orecchio dell'altro, troppo vicino.
Un brivido gli percorse la schiena.
L'arciere spostò il braccio destro, portandolo dietro alle
ginocchia dell'amico e, con un piccolo colpo, le fece cedere, prendendo
Watanuki in braccio.
Sorrise alle fioche proteste dell'altro e quando, con voce
atona,
gli rispose che era troppo debole per riuscire a tenersi aggrappato
sulla schiena, il più piccolo rispose con un
debole
“ Pervertito” sul suo collo.
Fu la volta dell'arciere a rabbrividire. La verità era che
sentire il respiro dell'altro sulla pelle e tenerlo stretto fra le
braccia era una cosa che lo faceva impazzire.
Prima di abbandonarsi al calore del corpo che lo circondava, Watanuki
sussurrò ancora “ Grazie, Shizuka...”.
“ Devi essere proprio intontito, Kimihiro...”
rispose
Doumeki, quando fu certo che l'altro non lo sentisse più.
Quando si svegliò, dalla finestra davanti hai suoi occhi
entrava un debole bagliore.
Watanuki cercò a tentoni gli occhiali e, quando li
inforcò, capì di essere nel tempio di Doumeki.
Ma era strano. L'atmosfera pura di quel luogo era molto più
debole del solito.
C'era anche un' altra cosa, un rumore ad essere precisi: ritmico,
calcolato, come una corda che scocca.
Il ragazzo, ripresosi, si alzò e seguì il suono.
Lo portò in veranda, dove la prima cosa che notò
furono
le centinaia di spiriti che si ammassavano davanti alle porte del
tempio, incapaci di entrare; la seconda fu Doumeki, inginocchiato sul
legno e con l'arco in mano, che li trafiggeva con frecce di energia
spirituale; la terza furono le sue occhiaia.
“ Ti sei svegliato” disse l'arciere.
“ E tu invece non hai proprio dormito, vero?” disse
Watanuki alzando la voce.
Un alzata di spalle fu l'unica risposta, mentre una freccia infilzava
l'ennesimo demone.
L'altro allora si spostò davanti a lui, fissandolo scocciato.
“ Togliti che non vedo”
“ Meglio, perché adesso tu la pianti e vai a
dormire. Ti porto di peso se sarà necess...”
Una freccia di energia gli attraversò il petto, andando a
trafiggere uno spirito diversi metri dietro di lui.
Bene, era quella dunque la sua risposta? pensò infuriato.
Con
uno scatto Watanuki si avventò sull'arco, strappandolo
all'arciere, che per la mancanza di sonno, aveva i riflessi
più
lenti del solito.
“ Ridammelo”
“ Ma non vedi che tanto non possono entrare?”
sbuffò
l'altro “ è inutile che ci perdi il
sonno!”.
Detto questo, spingendolo e trascinandolo con tutte le sue forze, lo
portò in camera.
Ovviamente ci riuscì solo perché Doumeki glielo
aveva permesso.
Il più piccolo finalmente spinse l'altro sul letto, esausto.
In un attimo Shizuka sentì tutto il sonno arretrato
piombargli addosso.
“ Tu però non ti allontanerai da qui.
Lì fuori ci
sono ancora troppi spiriti” gli intimò.
“ Anzi,
torna a riposare”
“ Pensa per te.” ma all'occhiata dell'altro
aggiunse,
controvoglia “ Va bene, starò qui e non mi
caccerò
nei guai!” disse, appoggiandosi con la schiena alla parete,
per
rabbonirlo e farlo finalmente addormentare, ma con lo stesso
un'espressione stizzita.
Doumeki, soddisfatto per la risposta, chiuse gli occhi dorati.
Dopo poco Watanuki si alzò e si diresse in cucina, facendo
meno
rumore possibile, in modo da non svegliare lo stupido addormentato.
Iniziò a preparare una ricca colazione.
Ovviamente non era per ringraziare Doumeki di essere rimasto sveglio
tutta la notte a difenderlo. E non era nutriente perché
Watanuki
si stesse preoccupando per lui. Ovviamente no!
Quando ebbe finito, la caricò su un vassoio e si diresse
verso la stanza occupata.
Si rimise appoggiato al muro e osservò Doumeki. Cullato dal
suo respiro, il giovane si rilassò.
La luce entrava più forte nella camera quando i due ragazzi,
quasi simultaneamente, aprirono gli occhi.
Uno per il profumo della colazione, l'altro per il cambiamento nel
respiro dell'arciere.
Watanuki, che non si era addormentato, si avvicinò al futon,
mentre Doumeki si alzava su un gomito, guardando il vassoio vicino
all'altro.
Alzando lo sguardo disse con nonchalance “ Mi hai
preparato la colazione”
“ Dannato Doumeki non l'ho preparata per te! Ne ho fatta solo
troppa per me!!” replicò l'altro urlando.
“ Mh. Che coincidenza. Ci sono tutti i miei piatti
preferiti.” ribatté allora, stando attento a non
sogghignare.
“ Esatto, solo una coincidenza!”
“ Al mondo non esistono le coincidenze, ma solo
l'inevitabile.” rispose Doumeki serafico, con la
tremendamente
irritante voce da So-Tutto-Io.
“ Aargh!! Smettila!! Non imitare quella strega!!! NON TI
SOPPORTO PROPRIO QUANDO FAI COSI'!!!”.
Nella foga della discussione Watanuki aveva appoggiato il ginocchio
sopra al futon, avvicinandosi sempre più all'arciere, che ne
approfittò. Infatti, mentre l'altro gesticolava in modo
esagerato, il suo equilibrio era molto instabile.
Con un colpo del ginocchio fece cedere quello dell'altro che cadde
sopra a Doumeki, il quale lo afferrò al volo prima di
ricevere
una capocciata ma tenendo comunque il viso del più giovane a
poca distanza dal suo.
Watanuki, intanto, era completamente immobilizzato dallo shock: sentiva
il respiro dell'arciere sulle labbra, il corpo completamente aderente
al suo, le mani dell'altro sul viso e sul collo e uno strano calore che
si diffondeva da entrambi i corpi.
Gli avambracci del più giovane, per difendersi dalla caduta,
erano ai lati del volto di Doumeki. Watanuki si rese conto che, se li
avesse spostati, avrebbe potuto togliersi da quella vicinanza troppo...
vicina.
Ma appena questo pensiero gli attraversò la mente, l'arciere
lo
precedette, spostando le braccia dietro alla schiena dell'altro e
girandosi, portando Watanuki sotto di lui.
Il ragazzo si fece sfuggire un gemito quando sentì quel peso
schiacciarlo contro il futon.
Si sentiva soggiogato dalla stazza dell'altro ma soprattutto (e
incredibilmente) dal suo profumo, che lo inebriò come
nient'altro. A malapena si accorse della mano di Doumeki, ora a capo
dei giochi, che gli accarezzava teneramente la guancia, troppo occupato
a tenere a bada tutte quelle emozioni che lo stavano scombussolando, ma
soprattutto preoccupato delle reazioni incontrollabili che stava avendo
il suo corpo.
Il viso di Doumeki si avvicinò, i loro nasi ora si toccavano.
Per Watanuki stava diventando sempre più difficile: il suo
profumo, il peso del suo corpo, la sua mano che muovendosi lasciava
scie bollenti, il suo respiro così vicino...
Una mano disobbedì all'ordine di stare immobili, andando ad
appoggiarsi, timida, sul fianco dell'altro.
Doumeki cercando di controllare la voce, a quel contatto
sussurrò, ormai quasi sulla sua bocca:
“ Kimihiro...”
“ Mh?” mugugnò l'altro e fu tutto quello
che si
azzardò a dire. Lo guardava negli occhi e il ragazzo
più
giovane si accorse, con fastidio, di stare arrossendo.
“ Grazie per la colazione” e con la stessa
velocità con cui era iniziato, il momento finì.
Doumeki allungò un braccio per prendere un croissant e,
afferrato quello, si rigirò. Watanuki non fece in tempo a
fare
niente (indeciso com'era se essere delusi o sollevati) che si
ritrovò con la testa appoggiata al petto dell'arciere, il
quale
già mangiava.
Lo teneva stretto al petto con un braccio, le gambe intrecciate alle
sue, sulle lenzuola stropicciate. Watanuki, rosso come un
peperone,cominciò ad agitarsi.
' Mh, addio momento di
pace. Forse non avrei dovuto interrompermi...'
pensò Doumeki ma sapeva bene che, se avesse continuato, la
reazione dell'altro non sarebbe stata positiva.
Non era ancora pronto e, forse, anche solo così, lui aveva
rovinato tutto.
“ Ma insomma mi vuoi lasciare?? Non trattarmi come un
pupazzo!! E poi cosa diavolo è successo pri...”
Ma le grida isteriche di Watanuki si interruppero, quando si
ritrovò la bocca tappata da un croissant mezzo mangiato.
Doumeki
non aveva voglia di rispondere alla domanda che stava per
arrivare.
Per non soffocare, il ragazzo ne staccò un pezzo, lanciando
un'occhiataccia all'altro, che si riprese la brioche e
continuò
a mangiare, non mollando la presa su di lui.
Guardandolo, l'arciere si accorse che era sporco di cioccolato
all'angolo della bocca. Senza pensare si avvicinò e in un
attimo
colmò la distanza che li separava, leccando la crema.
Mischiata
con il suo sapore, era deliziosa.
Il tempo si fermò. Immobilizzato.
Non aveva riflettuto. Quel piccolo gesto così normale per
lui, per Watanuki non lo era affatto.
Sentì il corpo dell'altro irrigidirsi fra le sue braccia e,
piano, l'arciere allontanò il viso, per guardarlo negli
occhi.
Shockato, ecco com'era il suo sguardo. Tutte le emozioni provate quella
mattina piombarono tutte insieme addosso a Watanuki, dandogli la forza
di liberarsi dalla stretta dell'arciere e di alzarsi, dandogli la
schiena.
La sua bocca parlò ancora prima di pensare.
“ Noi non... Tutto quello che hai fatto da quando
sei sveglio... Tu sei un RAGAZZO! TU non puoi fare
queste cose! Sono sbagliate
e a me non
piacciono! Non ci provare mai più!! Anzi NON TI AVVICINARE
NEANCHE PIÙ A ME!!!”
Alle ultime parole si era girato verso l'altro, portandosi la mano
verso il punto toccato dalla sua lingua e pulendosi con un gesto
violento, disgustato.
Fu soprattutto questo a spezzare qualcosa nell'arciere. Forse il cuore,
chissà.
Ma, come al solito, non lo fece trasparire, anche se fu lo sforzo
più grande di tutta la sua vita.
Si guardarono ancora un attimo negli occhi, il respiro affannato di
Watanuki l'unico rumore nella stanza.
“ Afferrato” disse con voce atona Doumeki, prima di
stendersi di schiena all'altro ragazzo.
Il quale ribatté solamente “ Bene” con
voce bassa e
ancora arrabbiata, prima di sparire in corridoio, i passi che
risuonavano duri sul legno, allontanandosi.
Ecco, era successo. Quello che più temeva era accaduto.
Watanuki aveva capito i suoi sentimenti e li aveva rifiutati.
Uno squarcio si aprì nel cuore di Doumeki. Una ferita che
andava dal cuore alla parte più profonda dell'anima.
Doloroso, come mai niente prima di allora.
Strinse i denti, raggomitolandosi. Una lacrima sfuggì alla
prigione delle sue ciglia.
L'ira era passata poco dopo essere uscito dal tempio, sostituita da una
sensazione che gli altri avrebbero definito “senso di
colpa” ma che, per l'orgoglioso Watanuki, ovviamente non lo
era.
Il ricordo degli occhi di Doumeki dopo le sue parole, però,
gli fece stringere lo stomaco.
L'arciere infatti non ci era riuscito, stavolta non era riuscito a
nascondere completamente il dolore.
Continua
Note dell'autrice
Ecco qui il primo capitolo! sono riuscita finalmente a pubblicarlo!
è stata davvero dura...
Con il prossimo la vicenda si concluderà... l'ho
già scritto ed è quasi pronto... ma i commenti
aiuterebbero moolto la velocità!
E poi mi servirebbero per eventuali errori e, ovviamente, per
migliorare! grazie comunque a chi è arrivato fino a qui!
A presto!
Yuki Ishimori
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
Disclaimer
questi personaggi, ovviamente, non mi appartengono, ma sono
proprietà delle CLAMP. Questa storia è
stata scritta senza alcuno scopo di lucro
Le
ferite dell'anima
Capitolo
2
Erano passati tre giorni da quell'episodio e dell'arciere
nessuna traccia. All'inizio Watanuki non sembrava farci neanche caso ma
lui non era bravo come l'amico, e col passare del tempo la sua ansia si
era fatta sempre più evidente.
Quando durante la pausa pranzo, Himawari aveva, casualmente,
nominato l'amico assente, l'altro si era irrigidito immediatamente. La
ragazza allora aveva proposto di andare a trovarlo ma ottenne solo un
segno di diniego col capo. Non investigò, o almeno, non in
quel momento.
Finita la giornata lasciò Watanuki per dirigersi,
segretamente, verso il tempio di Doumeki.
Arrivata, si presentò chiedendo permesso.
L'arrivo del proprietario di casa la shockò, non
lo aveva mai visto in quello stato: profonde occhiaia spiccavano sulla
carnagione innaturalmente pallida, la mano che si sorreggeva al muro le
fece venire paura.
“ O-ohayo” disse il ragazzo, cercando di
non far notare la debolezza della voce.
“ Doumeki-kun, che ti è
successo?” disse la ragazza, avvicinandosi preoccupata.
Poggiandogli una mano sulla fronte si accorse che scottava.
“ Non lo so” rispose.
“ Hai la febbre! Stai prendendo delle
medicine?”
“ Mh, ma non miglioro”
Lo riportò in stanza dove il ragazzo si
abbatté sul futon.
Himawari non sapeva che fare per aiutarlo. L'unica cosa che
pensò fu quella di chiamare Watanuki ma quando lo
domandò a Doumeki, la sua reazione la stupì:
appena pronunciato quel nome, l'arciere si immobilizzò e,
gentilmente, chiese alla ragazza di andarsene.
Lei, preoccupata, obbedì: il comportamento di
Doumeki assomigliava molto a quello dell'altro ragazzo.
Appena Himawari se ne fu andata, l'altro
ricominciò a tremare, come sempre in quei tre giorni,
portandosi una mano al petto, sopra al cuore. Non voleva che nessuno lo
vedesse così, e soprattutto non Kunogi, che sarebbe andata a
raccontarlo a lui.
Andò in bagno, prese una scatola di
tranquillanti, già vuota per metà, e
tornò in camera.
Il giorno dopo Himawari-chan era stata per tutte le lezioni
strana e silenziosa.
Watanuki era preoccupato e quando le chiese se era successo
qualcosa, lei decise di dirglielo.
“ Ieri sono andata a casa di
Doumeki-kun...” ignorò l'espressione
improvvisamente rigida del compagno e continuò.
“ Stava davvero male. Non l'ho mai visto
così! Ha la febbre alta, è pallido e debole e
credo stia soffrendo molto! Sono davvero preoccupata... prende le
medicine ma non gli passa...”
Guardò Watanuki con occhi supplicanti e lucidi e
quello non poté resistere, accettando di andare a trovarlo.
Ovviamente lo faceva perché era Himawari-chan a
chiederglielo, non perché fosse preoccupato per lo stupido
Doumeki.
Ma quando si avviò non poté non
pensare alle parole che gli aveva detto quel giorno. Del fatto che non
voleva vederlo mai più...
Ma lui lo faceva esclusivamente per la ragazza e si diresse
a passo spedito verso il tempio.
La situazione che trovò arrivando, era molto
peggio di quello che si aspettava. Infatti appena si
avvicinò al tempio percepì una forte presenza
spiritica e iniziò a preoccuparsi seriamente.
Cosa ci faceva uno spirito a casa di Doumeki? Lì
non avrebbero nemmeno dovuto avvicinarsi, figurarsi entrare! E poi,
come se non bastasse, l'arciere aveva la capacità innata di
respingerli con la sua sola presenza!
Watanuki cominciò a correre.
Irruppe in casa dell'amico e si precipitò in
camera sua.
Un' enorme nube nera avvolgeva completamente il ragazzo,
sdraiato sul futon, svenuto.
Con un grido, il più piccolo si
precipitò verso l'altro. Lo scosse per la spalla ma non
successe nulla. Lo spirito non diede segno di voler attaccare il
più giovane, al contrario di tutti gli altri.
Per un attimo Watanuki ci aveva sperato: attirarlo verso di
sé in modo che lasciasse Doumeki.
In preda al panico afferrò il cellulare e compose
il numero del negozio dei desideri. Yuuko-san gli avrebbe chiesto
chissà quale prezzo, ma non gli importava.
Non fece tempo a squillare che dei passi leggeri
riecheggiarono per il corridoio.
Dalla porta spuntò, ovviamente, la testa della
strega. Però il solito sorriso malizioso lasciava spazio a
un' espressione stranamente seria, che denotava la gravità
della situazione.
“ Che gli è successo?” chiese
il ragazzo, con voce strozzata dalla paura.
“ È posseduto.”
“ C-cosa? Ma, ma non possibile! Doumeki respinge
gli spiriti! Com'è possibile che sia posseduto da uno di
questi?!”
“ A volte, quando una persona viene ferita in modo
grave, la sua forza spiritica diminuisce. Più la ferita
è seria, più si diventa deboli.”
“ Ma lui non ha ferite!” rispose il
ragazzo, guardando l'altro per assicurarsene.
“ Qui non si parla di danni fisici, ma di ferite
dell'anima. Tu sai quale può essere la causa,
Watanuki?”.
L'espressione della strega era facilissima da decifrare:
“io so benissimo qual'è, ma voglio che sia tu a
dirla...”.
Tipico di Yuuko-san.
“ E-ecco Doumeki ed io abbiamo litigato... lui,
lui mi ha quasi baciato e... e io...” la frase
finì con un balbettio sconnesso.
“ L'hai rifiutato, vero?” disse la
strega con voce calma.
“ Io ho solo...!” s' interruppe di nuovo
e guardò il ragazzo svenuto. Gli sfiorò piano il
dorso della mano. “ S-si, credo di averlo fatto.”
“ Il suo danno è davvero grave. Deve
far davvero male... Di questo passo morirà...” a
queste parole il ragazzo davanti a lei sbiancò. “
Watanuki, hai un desiderio da chiedermi?”
“ Voglio curarlo! Ci dev'essere un modo! Non
importa il prezzo!”.
Guardò il suo capo con sguardo fisso e
determinato. Avrebbe fatto qualsiasi cosa. Yuuko annuì,
felice che finalmente si stesse per arrivare alla svolta.
“ Bene. Del prezzo se ne parlerà
più tardi!” disse in tono allegro, spiazzando il
suo commesso.
“ Quindi c'è un modo per
curarlo?”
“ Ovviamente! Ma dipenderà solo da voi
due.”
' E te pareva...' pensò il ragazzo che
però non obiettò.
“ Sai in che modo uno spirito entra nel corpo
degli altri?”.
Sembrava una domanda buttata lì per caso ma
niente era così con la strega. Il tono era di nuovo serio.
“ N-no. Come?” rispose Watanuki, temendo
non poco la risposta.
“ In questo caso la forza di Doumeki-kun era
troppo forte perché uno spirito possa impossessarsene solo
con il dolore.” Yuuko si interruppe e si avviò
verso il corridoio “ Ma è comunque
possibile” riprese fermandosi, appoggiando una mano alla
porta. “ Basta anche una sola lacrima.” e se ne
andò.
Il ragazzo la seguì poco dopo, con in viso
un'espressione colpevole.
Avevano usato ancora l'acqua del pozzo, e ora Watanuki si
trovava nuovamente nel mondo spirituale. Precisamente nel lago dove la
Zashiki-warashi lo aveva portato più di una volta.
Ora lui e Doumeki, ancora svenuto, erano immersi
lì, circondati dal buio più assoluto.
Infatti, appena il corpo dell'arciere aveva toccato la
superficie delle acque, lo spirito aveva iniziato a liberarsi.
Immediatamente tutto, intorno a loro, era sparito, inghiottito
dall'oscurità.
Niente li aveva attaccati. Anche se Doumeki aveva perso i
suoi poteri, Watanuki era stato equipaggiato: un talismano ora
risplendeva cupo al suo collo.
Ma la presenza dello spirito aveva comunque suoi effetti: li
schiacciava con la sua aura maligna, imprigionandoli in una cupola buia
e fredda, che sottraeva al più giovane parte della sua
energia. Colui che indossava l'amuleto, infatti, era il più
esposto, mentre per l'accompagnatore bastava mantenere un contatto con
l'altro.
Ed era per questo che ora Doumeki era appoggiato con tutto
il busto e la testa al petto di Watanuki, che lo circondava con le
braccia.
Il corpo dell'arciere continuava a tremare, a causa della
lotta all'interno del suo corpo: lo spirito non desiderava affatto
lasciare quel rifugio e quindi, lottava con la magia dell'amuleto. Il
risultato dello scontro avrebbe deciso della vita di Doumeki.
Ma all'improvviso il demone aveva smesso di fuoriuscire e,
anzi, stava tornando indietro, nel ragazzo.
Watanuki lanciò un grido e strinse più
forte il corpo dell'arciere.
“ No, no!! Resisti! Continua a lottare! Yuuko-san
ha detto che dipende soprattutto da te e dalla tua forza di
vivere!”.
Le sue parole non sembrarono raggiungere l'altro.
“ No... non puoi morire! M-mi dispiace, mi
dispiace tanto! Se io non fossi stato così idiota, tu non
saresti in pericolo! Con la mia reazione ti ho ferito e, da scemo
completo, mi sono ferito anch'io... ma era solo perché non
lo volevo accettare. Insomma io ho sempre pensato di odiarti e poi
all'improvviso... cosa ti aspettavi che facessi!!”.
Ma il compagno non lo poteva sentire e il tremore diminuiva.
Stava vincendo lo spirito.
Lacrime cominciarono a bagnare le guance di Watanuki.
“ No, no, NO! N-non l-lasciarmi!!!”
cominciò a singhiozzare il ragazzo. Gocce cadevano sulla
casacca dell'altro, il corpo stretto forte fra le sue braccia.
“ Ti prego... Shizuka...”
Dopo quelle parole, il corpo di Doumeki venne avvolto
completamente dal fumo.
“ NO!!!!” urlò Watanuki.
Ma un attimo dopo, quello sfrecciò via dal
compagno, andando ad ammassarsi intorno a loro, tenuto a bada dal
talismano.
Doumeki aprì gli occhi e quell'oro, sfocato dal
dolore provato, andò a specchiarsi in quelli lucidi
dell'altro: uno blu e l'altro così simile hai suoi, la prova
reale del legame che li univa.
“ Doumeki...”
sussurrò Watanuki.
Ma l'altro non fece niente, si limitò a
guardarlo. La ferita bruciava ancora troppo per azzardarsi a fare altro.
“ Mi dispiace, mi dispiace davvero tanto! Io mi
sono rifiutato di capire e...” sembrava aver compreso il suo
silenzio.
“ Si, ti ho sentito. Ma volevo vedere se eri
davvero tu.”
“ Ma certo che sono io, stupido Doumeki! Ah, che
ingrato! Ti salvo e tu dubiti di me!!”
“ In questi giorni ti ho visto spesso ma non eri
mai realmente tu.” rispose, calmo.
“ Che, che cosa? Di che diamine stai
parlando?!” rispose, scaldandosi come a suo solito. Insomma,
lui gli apriva il cuore e quello non faceva una piega!
Forse perché per loro era troppo tardi, dopo quel
litigio...
“ Mh, si, direi che sei tu...”.
Ma quella risposta non ottenne le urla di routine. Lo
sguardo di Watanuki si era oscurato improvvisamente, e lo guardava con
occhi tristi.
L'altro aspettò che parlasse.
“ Ti ho ferito. E ho fatto accadere tutto questo.
È tutta colpa mia e probabilmente tu non vorrai
più... ti, ti capisco se non vorrai più vedermi!
Ti ho fatto soffrire troppo e...”
“ Ma prima hai detto che anche tu hai
sofferto.” lo interruppe l'altro.
Watanuki lo guardò sgranando gli occhi. E questo
cosa voleva dire?
“ Come puoi pensare che io voglia
lasciarti, se tutto questo è successo per il mio dolore
all'idea di averti perso per sempre?” riprese Doumeki.
Il più giovane rimase senza parole. Per la prima
volta in tutta la sua vita, probabilmente.
Mentre, in una contraddizione alquanto assurda, era proprio
il silenzioso Doumeki che aveva messo così tante parole in
fila.
Si guardarono. Questa volta l'arciere decise di provarci sul
serio.
Avvicinò il viso a quello dell'altro ma si
fermò, a pochi centimetri dalle sue labbra.
Watanuki colmò la distanza.
Il loro primo bacio non fu esattamente il massimo.
Le emozioni dominanti erano l'esasperazione, il dolore e il
sollievo. Non propriamente quelle adatte.
Ma durò poco. Si separarono e tornarono a
guardarsi. Si spostarono sulla piccola costa del lago intrappolata
sotto la cupola nera.
Il secondo fu decisamente meglio. Da innocente, si
trasformò ben presto in un bacio appassionato e passionale.
Le loro lingue lottavano e si amavano, le mani vagavano
senza controllo sul corpo dell'altro, esplorandolo e toccandolo, dopo
anni di desiderio.
Quelle di Watanuki erano arrivate sotto la casacca, ora
aperta sul petto, che lasciava intravedere gli addominali scolpiti dal
duro allenamento, e vagavano sulla schiena liscia, sulla pelle
bollente.
Quelle di Doumeki si fecero più audaci, andando a
stringere la vita dell'altro contro il suo bacino. E Watanuki
allargò le gambe, approfondendo quel contatto da lui appena
accennato.
I bacini sfregavano, sulle erezioni che si facevano sempre
più evidenti. I baci, sempre più passionali,
vennero intervallati da gemiti di piacere emessi da entrambi,
che andarono a riempire il silenzio sotto la cupola
demoniaca. Le braccia di ognuno stringevano il corpo dell'altro.
Doumeki, ormai la casacca, caduta dalle spalle, aperta fino al bacino,
trascinò l'altro sotto di se, con la maglietta ormai
inutilizzata e i bottoni dei pantaloni slacciati.
“ Aah...” Watanuki gemette, sentendo il
suo peso sopra di sè, e, subito, avvolse stretto le gambe
attorno alla vita dell'arciere.
Il contatto, che fece premere ancora di più le
loro erezioni sempre più dure, stava per far gemere forte
anche l'altro quando...
Come l'esplosione di una piccola pulsar, l'energia
spirituale del ragazzo tornò, facendo muovere l'erba e
l'acqua attorno a loro, sprigionandosi e disperdendosi in tutte le
direzioni.
L'urlo dello spirito sopra di loro, li fece sobbalzare,
interrompendo la loro occupazione.
Con un suono simile a unghie su una lavagna, il demone
iniziò a vorticare, sempre più velocemente,
cercando di lottare contro la capacità dell'arciere.
Ma fu costretto ad arrendersi, e si allontanò
velocemente dai due, fluttuando sempre più in alto e
sparendo alla vista.
Il buio, che da fonte di terrore era diventato complice dei
loro baci, si dissolse, trascinandoli in mezzo alla luce abbagliante e
ai colori del prato intorno a loro.
Si sentivano, poco distante, voci di due ragazze, e dalla
loro direzione si avvicinava anche qualche nube piovosa.
I due ragazzi si guardarono e guardarono soprattutto le
condizioni in cui erano ridotti. Forse non era il caso di farsi trovare
così dalle due warashi.
Si alzarono, in silenzio e velocemente. Watanuki
recuperò la sua maglietta, mentre Doumeki si sistemava la
casacca, il fiato di entrambi ancora parecchio affannato. E quella non
era l'unica conseguenza ancora evidente.
Lanciandosi un'ultima occhiata intorno, si tuffarono nel
lago. Pochi istanti dopo, erano tornati nel loro mondo.
La luna, quasi piena, brillava sopra di loro, diffondendo
sul paesaggio una luce argentea, che confondeva i contorni in un alone
sfocato. Il silenzio era assoluto e le lucciole, navigando nell'aria
attorno ai due ragazzi, sembravano piccole lanterne magiche.
A parte gli insetti, il giardino di Yuuko-san era deserto.
Doumeki iniziò ad avviarsi.
" Ehi tu! Dove cavolo stai andando così di
fretta?" urlò Watanuki alla schiena dell'altro, rompendo il
magico silenzio. Insomma dopo quello che era successo lo stava
lasciando lì così, senza una parola?
Il solito Doumeki mono-espressione!
“ Ora tu vieni a casa mia e poi mi preparerai la
colazione.” rispose allora l'altro, calmo, dopo essersi tolto
la solita mano dall'orecchio.
“ MA CHE STAI DICENDO? POSSIBILE CHE IN UN MOMENTO
COME QUESTO TU PENSI SOLO A MANGIARE?!?”.
Poi, improvvisamente, il secondo fine di quella frase lo
colpì, mentre Doumeki, lanciandogli uno sguardo esasperato
(nei suoi limiti), gli tendeva una mano.
Watanuki continuò.
“ Oh... beh sì... si potrebbe anche
fare!” aggiunse arrossendo, mentre gliela prendeva e,
intrecciando le lunghe dita con quelle dell'altro, si avviavano verso
il tempio, mentre Watanuki, ancora seccato dalla sua figuraccia, dava
la colpa alla mente complicata dell'arciere e alla sua espressione da
pesce-lesso.
Li attendeva un posto ben più comodo di una
sponda di un fiume.
Yuuko, insieme a Mokona, guardava dalla finestra le due
figure che si allontanavano mano nella mano.
Il prezzo lo aveva appena ricevuto. Watanuki aveva
finalmente intrapreso la via verso la realizzazione dei loro sogni.
" Che carino eh? Il nostro piccolo Watanuki ha trovato
l'amouuurrr!!!" saltellava felice la palletta nera, sulla spalla della
padrona.
" Eh già! Ora sì che ci
sarà da divertirsi!!" rispose la strega, ridendo
malignamente.
Erano solo agli inizi, ma Yuuko poté finalmente
concedersi un sorriso.
Owari
Note
dell'autrice
Bene eccomi qui. Innanzi tutto, comincio col dire che la
storia del "posseduto" è assolutamente un'invenzione mia e
non ho idea se la cosa possa succedere nel manga o no (anche se ho il
forte sospetto di no...)
Seconda cosa mi dispiace che Doumeki sia venuto
COSì OOC. Ma se dovevo dare una svolta alla situazione il
più adatto mi sembrava Shizuka-kun ( Wata non mi sembrava
propriamente in grado... insomma, siamo sincere sarebbe stato un po'
troppo per lui! ^^)
Ma neanche con Doumeki-Mister-Espressività era un
giochetto...
Aaaah insomma! Questi due mi fanno impazzire!
Perchè non possono essere normali!?
Beh ma ora passiamo a cose più importanti.
Risposta ai
commenti (incredibile!)
naco
chan Grazie per la recensione! Per
risponderti la velocità è spiegata dal fatto che,
all'inizio, l'avevo pensata come una one-shot, ma mi sembrava troppo
lunga e ho deciso di dividerla. Per gli errori... coff coff... ops! ^^
. Spero che questo capitolo vada meglio!
AyLa
Hyuu! Non ci credo! A una delle mie autrici preferite
è piaciuto il mio lavoro! Quello dell'ultima arrivata!! ^^
Guarda che così alla fine mi esalto troppo... scherzo e ti
ringrazio tantissimo dei complimenti! Spero che l'ultimo capitolo abbia
soddisfatto le tue aspettative! E un'ultima cosa, aspetto con ansia il
seguito del "Lo specchio della mente"!
Yusaki
Grazie per l'accoglienza scoppiettante! Sai credo di essere arrossita
quando ho letto il tuo commento... Ummh forse sarebbe stato meglio non
dirlo... ù///ù. Comunque lasciamo le mie
imbarazzanti confessioni e torniamo al capitolo...Eh si, insomma
qualcuno doveva fare qualcosa no? E siccome sembra che le CLAMP non ne
abbiano intenzione ho deciso di fare io. Almeno il mio cuore
è stato soddisfatto per qualche minuto... Mi fa tanto
piacere che a Yusaki-sama sia piaciuta la mia storia! Spero che anche
questo capitolo le sia piaciuto!! E ti chiedo un favore: aggiorna
presto "Cupid Enchantment"!!
Harianne
ah!! Accidenti non me n'ero accorta!! Emmh... vabbé... Ora
il significato della lacrima è stato spiegato e spero che ti
abbia soddisfatto... Grazie mille per i complimenti e per le "storie
lunghe piene di angst" c'è sempre tempo... non ti
preoccupare (e non ti preoccupare soprattutto perché anche a
me piacciono!)! All'inizio volevo provare qualcosa di più
soft e... ora l'ho provata quindi... ^^ Bene, spero che l'ultimo
capitolo ti sia piaciuto!!
Ringrazio anche ikarikun,
che ha aggiunto la storia tra i preferiti, e tutti gli altri lettori.
Grazie mille a tutti e alla prossima! ^.^
Yuki Ishimori
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