Le ferite dell'anima

di Yuki Ishimori
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


le ferite dell'anima
Disclaimer questi personaggi, ovviamente, non mi appartengono, ma sono proprietà delle CLAMP. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

Le ferite dell'anima

Capitolo 1

Avevano sentito la sua tristezza e ora sempre più spiriti si accalcavano dietro di lui, che aveva iniziato a correre.
Ecco, come al solito era  tutta tutta colpa di quel dannato Doumeki se ora lui doveva trovarsi con migliaia di demoni attorno.
Era di questo che Watanuki cercava di convincersi, ignorando deliberatamente il fatto che era stata colpa sua: questa volta gli aveva urlato addosso un po' troppo e l'arciere si era arrabbiato.
Si erano lasciati così, senza una parola di scusa e ora, purtroppo e senza nessun motivo logico, anche Watanuki soffriva. Dannato Doumeki!
Stavolta non arriverà nessuno a salvarlo, lo sapeva.

C'erano troppi spiriti. L'aria si faceva sempre più fredda.
Le gambe gli cedettero e si ritrovò con le spalle al muro in un vicolo deserto.
Ondate di tristezza e dolore si abbatterono su di lui, e, anche se quei sentimenti non gli appartenevano, contribuirono solo a farlo stare peggio e, di conseguenza, ad attirare altri spiriti.
Gli occhi gli si offuscarono, di quelle che certamente non erano lacrime e di certo non per Doumeki. La vita iniziò a scorrergli via, lasciandolo sempre più stanco e vicino alla morte.
Un baratro si aprì dietro di lui e Watanuki non poté fare altro che sussurrare al vento un debole:
“ Mi dispiace Shiz...” quando...
improvvisamente la presenta soffocante degli spiriti si allontanò.
“ Oi”
Watanuki  cercò di non sorridere.
“ Oi” rispose. Non aveva la forza di dire nient'altro.
Doumeki si avvicinò, guardandolo con gli occhi dorati, in quel momento pieni di preoccupazione ma invisibili all'amico, che li teneva ancora chiusi.
Quando li riaprì, cercò di alzarsi. Impresa che fallì malamente quando le gambe non sorressero il suo peso.
Ma qualcosa di grosso e forte fermò la caduta di Watanuki, stringendolo fra le braccia.
“ Sta fermo idiota” la voce di Doumeki parlò vicino all'orecchio dell'altro, troppo vicino.
Un brivido gli percorse la schiena.
L'arciere spostò il braccio destro, portandolo dietro alle ginocchia dell'amico e, con un piccolo colpo, le fece cedere, prendendo Watanuki in braccio.
Sorrise alle  fioche proteste dell'altro e quando, con voce atona, gli rispose che era troppo debole per riuscire a tenersi aggrappato sulla schiena, il più piccolo rispose con un  debole “ Pervertito” sul suo collo.
Fu la volta dell'arciere a rabbrividire. La verità era che sentire il respiro dell'altro sulla pelle e tenerlo stretto fra le braccia era una cosa che lo faceva impazzire.
Prima di abbandonarsi al calore del corpo che lo circondava, Watanuki sussurrò ancora “ Grazie, Shizuka...”.
“ Devi essere proprio intontito, Kimihiro...” rispose Doumeki, quando fu certo che l'altro non lo sentisse più.


Quando si svegliò, dalla finestra davanti hai suoi occhi entrava un debole bagliore.
Watanuki cercò a tentoni gli occhiali e, quando li inforcò, capì di essere nel tempio di Doumeki.
Ma era strano. L'atmosfera pura di quel luogo era molto più debole del solito.
C'era anche un' altra cosa, un rumore ad essere precisi: ritmico, calcolato, come una corda che scocca.
Il ragazzo, ripresosi, si alzò e seguì il suono.
Lo portò in veranda, dove la prima cosa che notò furono le centinaia di spiriti che si ammassavano davanti alle porte del tempio, incapaci di entrare; la seconda fu Doumeki, inginocchiato sul legno e con l'arco in mano, che li trafiggeva con frecce di energia spirituale; la terza furono le sue occhiaia.
“ Ti sei svegliato” disse l'arciere.
“ E tu invece non hai proprio dormito, vero?” disse Watanuki alzando la voce.
Un alzata di spalle fu l'unica risposta, mentre una freccia infilzava l'ennesimo demone.
L'altro allora si spostò davanti a lui, fissandolo scocciato.
“ Togliti che non vedo”
“ Meglio, perché adesso tu la pianti e vai a dormire. Ti porto di peso se sarà necess...”
Una freccia di energia gli attraversò il petto, andando a trafiggere uno spirito diversi metri dietro di lui.
Bene, era quella dunque la sua risposta? pensò infuriato. Con uno scatto Watanuki si avventò sull'arco, strappandolo all'arciere, che per la mancanza di sonno, aveva i riflessi più lenti del solito.
“ Ridammelo”
“ Ma non vedi che tanto non possono entrare?” sbuffò l'altro “ è inutile che ci perdi il sonno!”.
Detto questo, spingendolo e trascinandolo con tutte le sue forze, lo portò in camera.
Ovviamente ci riuscì solo perché Doumeki glielo aveva permesso.
Il più piccolo finalmente spinse l'altro sul letto, esausto.
In un attimo Shizuka sentì tutto il sonno arretrato piombargli addosso.
“ Tu però non ti allontanerai da qui. Lì fuori ci sono ancora troppi spiriti” gli intimò. “ Anzi, torna a riposare”
“ Pensa per te.” ma all'occhiata dell'altro aggiunse, controvoglia “ Va bene, starò qui e non mi caccerò nei guai!” disse, appoggiandosi con la schiena alla parete, per rabbonirlo e farlo finalmente addormentare, ma con lo stesso un'espressione stizzita.
Doumeki, soddisfatto per la risposta, chiuse gli occhi dorati.
Dopo poco Watanuki si alzò e si diresse in cucina, facendo meno rumore possibile, in modo da non svegliare lo stupido addormentato.
Iniziò a preparare una ricca colazione.
Ovviamente non era per ringraziare Doumeki di essere rimasto sveglio tutta la notte a difenderlo. E non era nutriente perché Watanuki si stesse preoccupando per lui. Ovviamente no!
Quando ebbe finito, la caricò su un vassoio e si diresse verso la stanza occupata.
Si rimise appoggiato al muro e osservò Doumeki. Cullato dal suo respiro, il giovane si rilassò.

La luce entrava più forte nella camera quando i due ragazzi, quasi simultaneamente, aprirono gli occhi.
Uno per il profumo della colazione, l'altro per il cambiamento nel respiro dell'arciere.
Watanuki, che non si era addormentato, si avvicinò al futon, mentre Doumeki si alzava su un gomito, guardando il vassoio vicino all'altro.
Alzando lo sguardo disse con nonchalance  “ Mi hai preparato la colazione”
“ Dannato Doumeki non l'ho preparata per te! Ne ho fatta solo troppa per me!!” replicò l'altro urlando.
“ Mh. Che coincidenza. Ci sono tutti i miei piatti preferiti.” ribatté allora, stando attento a non sogghignare.
“ Esatto, solo una coincidenza!”
“ Al mondo non esistono le coincidenze, ma solo l'inevitabile.” rispose Doumeki serafico, con la tremendamente irritante voce da So-Tutto-Io.
“ Aargh!! Smettila!! Non imitare quella strega!!! NON TI SOPPORTO PROPRIO QUANDO FAI COSI'!!!”.
Nella foga della discussione Watanuki aveva appoggiato il ginocchio sopra al futon, avvicinandosi sempre più all'arciere, che ne approfittò. Infatti, mentre l'altro gesticolava in modo esagerato, il suo equilibrio era molto instabile.
Con un colpo del ginocchio fece cedere quello dell'altro che cadde sopra a Doumeki, il quale lo afferrò al volo prima di ricevere una capocciata ma tenendo comunque il viso del più giovane a poca distanza dal suo.
Watanuki, intanto, era completamente immobilizzato dallo shock: sentiva il respiro dell'arciere sulle labbra, il corpo completamente aderente al suo, le mani dell'altro sul viso e sul collo e uno strano calore che si diffondeva da entrambi i corpi.
Gli avambracci del più giovane, per difendersi dalla caduta, erano ai lati del volto di Doumeki. Watanuki si rese conto che, se li avesse spostati, avrebbe potuto togliersi da quella vicinanza troppo... vicina.  
Ma appena questo pensiero gli attraversò la mente, l'arciere lo precedette, spostando le braccia dietro alla schiena dell'altro e girandosi, portando Watanuki sotto di lui.
Il ragazzo si fece sfuggire un gemito quando sentì quel peso schiacciarlo contro il futon.
Si sentiva soggiogato dalla stazza dell'altro ma soprattutto (e incredibilmente) dal suo profumo, che lo inebriò come nient'altro. A malapena si accorse della mano di Doumeki, ora a capo dei giochi, che gli accarezzava teneramente la guancia, troppo occupato a tenere a bada tutte quelle emozioni che lo stavano scombussolando, ma soprattutto preoccupato delle reazioni incontrollabili che stava avendo il suo corpo.
Il viso di Doumeki si avvicinò, i loro nasi ora si toccavano.
Per Watanuki stava diventando sempre più difficile: il suo profumo, il peso del suo corpo, la sua mano che muovendosi lasciava scie bollenti, il suo respiro così vicino...
Una mano disobbedì all'ordine di stare immobili, andando ad appoggiarsi, timida, sul fianco dell'altro.
Doumeki cercando di controllare la voce, a quel contatto sussurrò, ormai quasi sulla sua bocca:
“ Kimihiro...”
“ Mh?” mugugnò l'altro e fu tutto quello che si azzardò a dire. Lo guardava negli occhi e il ragazzo più giovane si accorse, con fastidio, di stare arrossendo.
“ Grazie per la colazione” e con la stessa velocità con cui era iniziato, il momento finì.
Doumeki allungò un braccio per prendere un croissant e, afferrato quello, si rigirò. Watanuki non fece in tempo a fare niente (indeciso com'era se essere delusi o sollevati) che si ritrovò con la testa appoggiata al petto dell'arciere, il quale già mangiava.
Lo teneva stretto al petto con un braccio, le gambe intrecciate alle sue, sulle lenzuola stropicciate. Watanuki, rosso come un peperone,cominciò ad agitarsi.
' Mh, addio momento di pace. Forse non avrei dovuto interrompermi...'  pensò Doumeki ma sapeva bene che, se avesse continuato, la reazione dell'altro non sarebbe stata positiva.
Non era ancora pronto e, forse, anche solo così, lui aveva rovinato tutto.
“ Ma insomma mi vuoi lasciare?? Non trattarmi come un pupazzo!! E poi cosa diavolo è successo pri...”
Ma le grida isteriche di Watanuki si interruppero, quando si ritrovò la bocca tappata da un croissant mezzo mangiato. Doumeki non aveva voglia di rispondere alla domanda  che stava per arrivare.
Per non soffocare, il ragazzo ne staccò un pezzo, lanciando un'occhiataccia all'altro, che si riprese la brioche e continuò a mangiare, non mollando la presa su di lui.
Guardandolo, l'arciere si accorse che era sporco di cioccolato all'angolo della bocca. Senza pensare si avvicinò e in un attimo colmò la distanza che li separava, leccando la crema. Mischiata con il suo sapore, era deliziosa.
Il tempo si fermò. Immobilizzato.
Non aveva riflettuto. Quel piccolo gesto così normale per lui, per Watanuki non lo era affatto.
Sentì il corpo dell'altro irrigidirsi fra le sue braccia e, piano, l'arciere allontanò il viso, per guardarlo negli occhi.
Shockato, ecco com'era il suo sguardo. Tutte le emozioni provate quella mattina piombarono tutte insieme addosso a Watanuki, dandogli la forza di liberarsi dalla stretta dell'arciere e di alzarsi, dandogli la schiena.
La sua bocca parlò ancora prima di pensare.
“  Noi non... Tutto quello che hai fatto da quando sei sveglio... Tu sei un RAGAZZO! TU non puoi fare queste cose!  Sono sbagliate e a me non piacciono! Non ci provare mai più!! Anzi NON TI AVVICINARE NEANCHE PIÙ A ME!!!”
Alle ultime parole si era girato verso l'altro, portandosi la mano verso il punto toccato dalla sua lingua e pulendosi con un gesto violento, disgustato.
Fu soprattutto questo a spezzare qualcosa nell'arciere. Forse il cuore, chissà.
Ma, come al solito, non lo fece trasparire, anche se fu lo sforzo più grande di tutta la sua vita.
Si guardarono ancora un attimo negli occhi, il respiro affannato di Watanuki l'unico rumore nella stanza.
“ Afferrato” disse con voce atona Doumeki, prima di stendersi di schiena all'altro ragazzo.
Il quale ribatté solamente “ Bene” con voce bassa e ancora arrabbiata, prima di sparire in corridoio, i passi che risuonavano duri sul legno, allontanandosi.

Ecco, era successo. Quello che più temeva era accaduto. Watanuki aveva capito i suoi sentimenti e li aveva rifiutati.
Uno squarcio si aprì nel cuore di Doumeki. Una ferita che andava dal cuore alla parte più profonda dell'anima.
Doloroso, come mai niente prima di allora.
Strinse i denti, raggomitolandosi. Una lacrima sfuggì alla prigione delle sue ciglia.


L'ira era passata poco dopo essere uscito dal tempio, sostituita da una sensazione che gli altri avrebbero definito “senso di colpa” ma che, per l'orgoglioso Watanuki, ovviamente non lo era.
Il ricordo degli occhi di Doumeki dopo le sue parole, però, gli fece stringere lo stomaco.
L'arciere infatti non ci era riuscito, stavolta non era riuscito a nascondere completamente il dolore.



Continua


Note dell'autrice
Ecco qui il primo capitolo! sono riuscita finalmente a pubblicarlo! è stata davvero dura...
Con il prossimo la vicenda si concluderà... l'ho già scritto ed è quasi pronto... ma i commenti aiuterebbero moolto la velocità!
E poi mi servirebbero per eventuali errori e, ovviamente, per migliorare! grazie comunque a chi è arrivato fino a qui!
A presto!
                             Yuki Ishimori

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Disclaimer questi personaggi, ovviamente, non mi appartengono, ma sono proprietà delle CLAMP. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro

Le ferite dell'anima

Capitolo 2

Erano passati tre giorni da quell'episodio e dell'arciere nessuna traccia. All'inizio Watanuki non sembrava farci neanche caso ma lui non era bravo come l'amico, e col passare del tempo la sua ansia si era fatta sempre più evidente.
Quando durante la pausa pranzo, Himawari aveva, casualmente, nominato l'amico assente, l'altro si era irrigidito immediatamente. La ragazza allora aveva proposto di andare a trovarlo ma ottenne solo un segno di diniego col capo. Non investigò, o almeno, non in quel momento.
Finita la giornata lasciò Watanuki per dirigersi, segretamente, verso il tempio di Doumeki.
Arrivata, si presentò chiedendo permesso.
L'arrivo del proprietario di casa la shockò, non lo aveva mai visto in quello stato: profonde occhiaia spiccavano sulla carnagione innaturalmente pallida, la mano che si sorreggeva al muro le fece venire paura.
“ O-ohayo” disse il ragazzo, cercando di non far notare la debolezza della voce.
“ Doumeki-kun, che ti è successo?” disse la ragazza, avvicinandosi preoccupata. Poggiandogli una mano sulla fronte si accorse che scottava.
“ Non lo so” rispose.
“ Hai la febbre! Stai prendendo delle medicine?”
“ Mh, ma non miglioro”
Lo riportò in stanza dove il ragazzo si abbatté sul futon.
Himawari non sapeva che fare per aiutarlo. L'unica cosa che pensò fu quella di chiamare Watanuki ma quando lo domandò a Doumeki, la sua reazione la stupì: appena pronunciato quel nome, l'arciere si immobilizzò e, gentilmente, chiese alla ragazza di andarsene.
Lei, preoccupata, obbedì: il comportamento di Doumeki assomigliava molto a quello dell'altro ragazzo.
Appena Himawari se ne fu andata, l'altro ricominciò a tremare, come sempre in quei tre giorni, portandosi una mano al petto, sopra al cuore. Non voleva che nessuno lo vedesse così, e soprattutto non Kunogi, che sarebbe andata a raccontarlo a lui.
Andò in bagno, prese una scatola di tranquillanti, già vuota per metà, e tornò in camera.



Il giorno dopo Himawari-chan era stata per tutte le lezioni strana e silenziosa.
Watanuki era preoccupato e quando le chiese se era successo qualcosa, lei decise di dirglielo.
“ Ieri sono andata a casa di Doumeki-kun...” ignorò l'espressione improvvisamente rigida del compagno e continuò.
“ Stava davvero male. Non l'ho mai visto così! Ha la febbre alta, è pallido e debole e credo stia soffrendo molto! Sono davvero preoccupata... prende le medicine ma non gli passa...”
Guardò Watanuki con occhi supplicanti e lucidi e quello non poté resistere, accettando di andare a trovarlo.
Ovviamente lo faceva perché era Himawari-chan a chiederglielo, non perché fosse preoccupato per lo stupido Doumeki.
Ma quando si avviò non poté non pensare alle parole che gli aveva detto quel giorno. Del fatto che non voleva vederlo mai più...
Ma lui lo faceva esclusivamente per la ragazza e si diresse a passo spedito verso il tempio.
La situazione che trovò arrivando, era molto peggio di quello che si aspettava. Infatti appena si avvicinò al tempio percepì una forte presenza spiritica e iniziò a preoccuparsi seriamente.
Cosa ci faceva uno spirito a casa di Doumeki? Lì non avrebbero nemmeno dovuto avvicinarsi, figurarsi entrare! E poi, come se non bastasse, l'arciere aveva la capacità innata di respingerli con la sua sola presenza!
Watanuki cominciò a correre.
Irruppe in casa dell'amico e si precipitò in camera sua.
Un' enorme nube nera avvolgeva completamente il ragazzo, sdraiato sul futon, svenuto.
Con un grido, il più piccolo si precipitò verso l'altro. Lo scosse per la spalla ma non successe nulla. Lo spirito non diede segno di voler attaccare il più giovane, al contrario di tutti gli altri.
Per un attimo Watanuki ci aveva sperato: attirarlo verso di sé in modo che lasciasse Doumeki.
In preda al panico afferrò il cellulare e compose il numero del negozio dei desideri. Yuuko-san gli avrebbe chiesto chissà quale prezzo, ma non gli importava.
Non fece tempo a squillare che dei passi leggeri riecheggiarono per il corridoio.
Dalla porta spuntò, ovviamente, la testa della strega. Però il solito sorriso malizioso lasciava spazio a un' espressione stranamente seria, che denotava la gravità della situazione.
“ Che gli è successo?” chiese il ragazzo, con voce strozzata dalla paura.
“ È posseduto.”
“ C-cosa? Ma, ma non possibile! Doumeki respinge gli spiriti! Com'è possibile che sia posseduto da uno di questi?!”
“ A volte, quando una persona viene ferita in modo grave, la sua forza spiritica diminuisce. Più la ferita è seria, più si diventa deboli.”
“ Ma lui non ha ferite!” rispose il ragazzo, guardando l'altro per assicurarsene.
“ Qui non si parla di danni fisici, ma di ferite dell'anima. Tu sai quale può essere la causa, Watanuki?”.
L'espressione della strega era facilissima da decifrare: “io so benissimo qual'è, ma voglio che sia tu a dirla...”.
Tipico di Yuuko-san.
“ E-ecco Doumeki ed io abbiamo litigato... lui, lui mi ha quasi baciato e... e io...” la frase finì con un balbettio sconnesso.
“ L'hai rifiutato, vero?” disse la strega con voce calma.
“ Io ho solo...!” s' interruppe di nuovo e guardò il ragazzo svenuto. Gli sfiorò piano il dorso della mano. “ S-si, credo di averlo fatto.”
“ Il suo danno è davvero grave. Deve far davvero male... Di questo passo morirà...” a queste parole il ragazzo davanti a lei sbiancò. “ Watanuki, hai un desiderio da chiedermi?”
“ Voglio curarlo! Ci dev'essere un modo! Non importa il prezzo!”.
Guardò il suo capo con sguardo fisso e determinato. Avrebbe fatto qualsiasi cosa. Yuuko annuì, felice che finalmente si stesse per arrivare alla svolta.
“ Bene. Del prezzo se ne parlerà più tardi!” disse in tono allegro, spiazzando il suo commesso.
“ Quindi c'è un modo per curarlo?”
“ Ovviamente! Ma dipenderà solo da voi due.”
' E te pareva...' pensò il ragazzo che però non obiettò.
“ Sai in che modo uno spirito entra nel corpo degli altri?”.
Sembrava una domanda buttata lì per caso ma niente era così con la strega. Il tono era di nuovo serio.
“ N-no. Come?” rispose Watanuki, temendo non poco la risposta.
“ In questo caso la forza di Doumeki-kun era troppo forte perché uno spirito possa impossessarsene solo con il dolore.” Yuuko si interruppe e si avviò verso il corridoio “ Ma è comunque possibile” riprese fermandosi, appoggiando una mano alla porta. “ Basta anche una sola lacrima.” e se ne andò.
Il ragazzo la seguì poco dopo, con in viso un'espressione colpevole.



Avevano usato ancora l'acqua del pozzo, e ora Watanuki si trovava nuovamente nel mondo spirituale. Precisamente nel lago dove la Zashiki-warashi lo aveva portato più di una volta.
Ora lui e Doumeki, ancora svenuto, erano immersi lì, circondati dal buio più assoluto.
Infatti, appena il corpo dell'arciere aveva toccato la superficie delle acque, lo spirito aveva iniziato a liberarsi. Immediatamente tutto, intorno a loro, era sparito, inghiottito dall'oscurità.
Niente li aveva attaccati. Anche se Doumeki aveva perso i suoi poteri, Watanuki era stato equipaggiato: un talismano ora risplendeva cupo al suo collo.
Ma la presenza dello spirito aveva comunque suoi effetti: li schiacciava con la sua aura maligna, imprigionandoli in una cupola buia e fredda, che sottraeva al più giovane parte della sua energia. Colui che indossava l'amuleto, infatti, era il più esposto, mentre per l'accompagnatore bastava mantenere un contatto con l'altro.
Ed era per questo che ora Doumeki era appoggiato con tutto il busto e la testa al petto di Watanuki, che lo circondava con le braccia.
Il corpo dell'arciere continuava a tremare, a causa della lotta all'interno del suo corpo: lo spirito non desiderava affatto lasciare quel rifugio e quindi, lottava con la magia dell'amuleto. Il risultato dello scontro avrebbe deciso della vita di Doumeki.
Ma all'improvviso il demone aveva smesso di fuoriuscire e, anzi, stava tornando indietro, nel ragazzo.
Watanuki lanciò un grido e strinse più forte il corpo dell'arciere.
“ No, no!! Resisti! Continua a lottare! Yuuko-san ha detto che dipende soprattutto da te e dalla tua forza di vivere!”.
Le sue parole non sembrarono raggiungere l'altro.
“ No... non puoi morire! M-mi dispiace, mi dispiace tanto! Se io non fossi stato così idiota, tu non saresti in pericolo! Con la mia reazione ti ho ferito e, da scemo completo, mi sono ferito anch'io... ma era solo perché non lo volevo accettare. Insomma io ho sempre pensato di odiarti e poi all'improvviso... cosa ti aspettavi che facessi!!”. Ma il compagno non lo poteva sentire e il tremore diminuiva.
Stava vincendo lo spirito.
Lacrime cominciarono a bagnare le guance di Watanuki.
“ No, no, NO! N-non l-lasciarmi!!!” cominciò a singhiozzare il ragazzo. Gocce cadevano sulla casacca dell'altro, il corpo stretto forte fra le sue braccia.
“ Ti prego... Shizuka...”
Dopo quelle parole, il corpo di Doumeki venne avvolto completamente dal fumo.
“ NO!!!!” urlò Watanuki.
Ma un attimo dopo, quello sfrecciò via dal compagno, andando ad ammassarsi intorno a loro, tenuto a bada dal talismano.



Doumeki aprì gli occhi e quell'oro, sfocato dal dolore provato, andò a specchiarsi in quelli lucidi dell'altro: uno blu e l'altro così simile hai suoi, la prova reale del legame che li univa.
“ Doumeki...” sussurrò Watanuki.
Ma l'altro non fece niente, si limitò a guardarlo. La ferita bruciava ancora troppo per azzardarsi a fare altro.
“ Mi dispiace, mi dispiace davvero tanto! Io mi sono rifiutato di capire e...” sembrava aver compreso il suo silenzio.
“ Si, ti ho sentito. Ma volevo vedere se eri davvero tu.”
“ Ma certo che sono io, stupido Doumeki! Ah, che ingrato! Ti salvo e tu dubiti di me!!”
“ In questi giorni ti ho visto spesso ma non eri mai realmente tu.” rispose, calmo.
“ Che, che cosa? Di che diamine stai parlando?!” rispose, scaldandosi come a suo solito. Insomma, lui gli apriva il cuore e quello non faceva una piega!
Forse perché per loro era troppo tardi, dopo quel litigio...
“ Mh, si, direi che sei tu...”.
Ma quella risposta non ottenne le urla di routine. Lo sguardo di Watanuki si era oscurato improvvisamente, e lo guardava con occhi tristi.
L'altro aspettò che parlasse.
“ Ti ho ferito. E ho fatto accadere tutto questo. È tutta colpa mia e probabilmente tu non vorrai più... ti, ti capisco se non vorrai più vedermi! Ti ho fatto soffrire troppo e...”
“ Ma prima hai detto che anche tu hai sofferto.” lo interruppe l'altro.
Watanuki lo guardò sgranando gli occhi. E questo cosa voleva dire?
“ Come puoi pensare che io voglia lasciarti, se tutto questo è successo per il mio dolore all'idea di averti perso per sempre?” riprese Doumeki.
Il più giovane rimase senza parole. Per la prima volta in tutta la sua vita, probabilmente.
Mentre, in una contraddizione alquanto assurda, era proprio il silenzioso Doumeki che aveva messo così tante parole in fila.
Si guardarono. Questa volta l'arciere decise di provarci sul serio.
Avvicinò il viso a quello dell'altro ma si fermò, a pochi centimetri dalle sue labbra.
Watanuki colmò la distanza.
Il loro primo bacio non fu esattamente il massimo.
Le emozioni dominanti erano l'esasperazione, il dolore e il sollievo. Non propriamente quelle adatte.
Ma durò poco. Si separarono e tornarono a guardarsi. Si spostarono sulla piccola costa del lago intrappolata sotto la cupola nera.
Il secondo fu decisamente meglio. Da innocente, si trasformò ben presto in un bacio appassionato e passionale.
Le loro lingue lottavano e si amavano, le mani vagavano senza controllo sul corpo dell'altro, esplorandolo e toccandolo, dopo anni di desiderio.
Quelle di Watanuki erano arrivate sotto la casacca, ora aperta sul petto, che lasciava intravedere gli addominali scolpiti dal duro allenamento, e vagavano sulla schiena liscia, sulla pelle bollente.
Quelle di Doumeki si fecero più audaci, andando a stringere la vita dell'altro contro il suo bacino. E Watanuki allargò le gambe, approfondendo quel contatto da lui appena accennato.
I bacini sfregavano, sulle erezioni che si facevano sempre più evidenti. I baci, sempre più passionali, vennero intervallati da gemiti di piacere emessi da entrambi, che andarono a riempire il silenzio sotto la cupola demoniaca. Le braccia di ognuno stringevano il corpo dell'altro. Doumeki, ormai la casacca, caduta dalle spalle, aperta fino al bacino, trascinò l'altro sotto di se, con la maglietta ormai inutilizzata e i bottoni dei pantaloni slacciati.
“ Aah...” Watanuki gemette, sentendo il suo peso sopra di sè, e, subito, avvolse stretto le gambe attorno alla vita dell'arciere.
Il contatto, che fece premere ancora di più le loro erezioni sempre più dure, stava per far gemere forte anche l'altro quando...
Come l'esplosione di una piccola pulsar, l'energia spirituale del ragazzo tornò, facendo muovere l'erba e l'acqua attorno a loro, sprigionandosi e disperdendosi in tutte le direzioni.
L'urlo dello spirito sopra di loro, li fece sobbalzare, interrompendo la loro occupazione.
Con un suono simile a unghie su una lavagna, il demone iniziò a vorticare, sempre più velocemente, cercando di lottare contro la capacità dell'arciere.
Ma fu costretto ad arrendersi, e si allontanò velocemente dai due, fluttuando sempre più in alto e sparendo alla vista.
Il buio, che da fonte di terrore era diventato complice dei loro baci, si dissolse, trascinandoli in mezzo alla luce abbagliante e ai colori del prato intorno a loro.
Si sentivano, poco distante, voci di due ragazze, e dalla loro direzione si avvicinava anche qualche nube piovosa.
I due ragazzi si guardarono e guardarono soprattutto le condizioni in cui erano ridotti. Forse non era il caso di farsi trovare così dalle due warashi.
Si alzarono, in silenzio e velocemente. Watanuki recuperò la sua maglietta, mentre Doumeki si sistemava la casacca, il fiato di entrambi ancora parecchio affannato. E quella non era l'unica conseguenza ancora evidente.
Lanciandosi un'ultima occhiata intorno, si tuffarono nel lago. Pochi istanti dopo, erano tornati nel loro mondo.
La luna, quasi piena, brillava sopra di loro, diffondendo sul paesaggio una luce argentea, che confondeva i contorni in un alone sfocato. Il silenzio era assoluto e le lucciole, navigando nell'aria attorno ai due ragazzi, sembravano piccole lanterne magiche.
A parte gli insetti, il giardino di Yuuko-san era deserto.
Doumeki iniziò ad avviarsi.
" Ehi tu! Dove cavolo stai andando così di fretta?" urlò Watanuki alla schiena dell'altro, rompendo il magico silenzio. Insomma dopo quello che era successo lo stava lasciando lì così, senza una parola?
Il solito Doumeki mono-espressione!
“ Ora tu vieni a casa mia e poi mi preparerai la colazione.” rispose allora l'altro, calmo, dopo essersi tolto la solita mano dall'orecchio.
“ MA CHE STAI DICENDO? POSSIBILE CHE IN UN MOMENTO COME QUESTO TU PENSI SOLO A MANGIARE?!?”.
Poi, improvvisamente, il secondo fine di quella frase lo colpì, mentre Doumeki, lanciandogli uno sguardo esasperato (nei suoi limiti), gli tendeva una mano.
Watanuki continuò.
“ Oh... beh sì... si potrebbe anche fare!” aggiunse arrossendo, mentre gliela prendeva e, intrecciando le lunghe dita con quelle dell'altro, si avviavano verso il tempio, mentre Watanuki, ancora seccato dalla sua figuraccia, dava la colpa alla mente complicata dell'arciere e alla sua espressione da pesce-lesso.
Li attendeva un posto ben più comodo di una sponda di un fiume.



Yuuko, insieme a Mokona, guardava dalla finestra le due figure che si allontanavano mano nella mano.
Il prezzo lo aveva appena ricevuto. Watanuki aveva finalmente intrapreso la via verso la realizzazione dei loro sogni.
" Che carino eh? Il nostro piccolo Watanuki ha trovato l'amouuurrr!!!" saltellava felice la palletta nera, sulla spalla della padrona.
" Eh già! Ora sì che ci sarà da divertirsi!!" rispose la strega, ridendo malignamente.
Erano solo agli inizi, ma Yuuko poté finalmente concedersi un sorriso.


Owari



Note dell'autrice
Bene eccomi qui. Innanzi tutto, comincio col dire che la storia del "posseduto" è assolutamente un'invenzione mia e non ho idea se la cosa possa succedere nel manga o no (anche se ho il forte sospetto di no...)
Seconda cosa mi dispiace che Doumeki sia venuto COSì OOC. Ma se dovevo dare una svolta alla situazione il più adatto mi sembrava Shizuka-kun ( Wata non mi sembrava propriamente in grado... insomma, siamo sincere sarebbe stato un po' troppo per lui! ^^)
Ma neanche con Doumeki-Mister-Espressività era un giochetto...
Aaaah insomma! Questi due mi fanno impazzire! Perchè non possono essere normali!?
Beh ma ora passiamo a cose più importanti.

Risposta ai commenti (incredibile!)

naco chan Grazie per la recensione! Per risponderti la velocità è spiegata dal fatto che, all'inizio, l'avevo pensata come una one-shot, ma mi sembrava troppo lunga e ho deciso di dividerla. Per gli errori... coff coff... ops! ^^ . Spero che questo capitolo vada meglio!

AyLa Hyuu! Non ci credo! A una delle mie autrici preferite è piaciuto il mio lavoro! Quello dell'ultima arrivata!! ^^ Guarda che così alla fine mi esalto troppo... scherzo e ti ringrazio tantissimo dei complimenti! Spero che l'ultimo capitolo abbia soddisfatto le tue aspettative! E un'ultima cosa, aspetto con ansia il seguito del "Lo specchio della mente"!

Yusaki Grazie per l'accoglienza scoppiettante! Sai credo di essere arrossita quando ho letto il tuo commento... Ummh forse sarebbe stato meglio non dirlo... ù///ù. Comunque lasciamo le mie imbarazzanti confessioni e torniamo al capitolo...Eh si, insomma qualcuno doveva fare qualcosa no? E siccome sembra che le CLAMP non ne abbiano intenzione ho deciso di fare io. Almeno il mio cuore è stato soddisfatto per qualche minuto... Mi fa tanto piacere che a Yusaki-sama sia piaciuta la mia storia! Spero che anche questo capitolo le sia piaciuto!! E ti chiedo un favore: aggiorna presto "Cupid Enchantment"!!

Harianne ah!! Accidenti non me n'ero accorta!! Emmh... vabbé... Ora il significato della lacrima è stato spiegato e spero che ti abbia soddisfatto... Grazie mille per i complimenti e per le "storie lunghe piene di angst" c'è sempre tempo... non ti preoccupare (e non ti preoccupare soprattutto perché anche a me piacciono!)! All'inizio volevo provare qualcosa di più soft e... ora l'ho provata quindi... ^^ Bene, spero che l'ultimo capitolo ti sia piaciuto!!

Ringrazio anche ikarikun, che ha aggiunto la storia tra i preferiti, e tutti gli altri lettori.
Grazie mille a tutti e alla prossima! ^.^
Yuki Ishimori


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