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Lista capitoli: Capitolo 1: *** Prologo *** Capitolo 2: *** Prologo II - The Laird *** Capitolo 3: *** Benvenuti nelle Ebridi - selezione OC *** Capitolo 4: *** Capitolo 2 - I Neri delle Ebridi *** Capitolo 5: *** Capitolo 3 - Passatempi sotto la pioggia *** Capitolo 6: *** Capitolo 4 - Scratching Backs in the Fog *** Capitolo 7: *** Capitolo 5 *** Capitolo 8: *** Capitolo VI - Gita di classe ***
Greer si sistemò dietro all’orecchio destro
una ciocca castana sfuggita dalla treccia, continuando a scrutare l’area sotto
di lei «Quando il nonno si renderà conto che dovrà
ospitare degli inglesi nella sua isola per quasi un anno avrà un bel colpo»
sentenziò ad alta voce per farsi sentire sovrastando il rumore del vento dal
fratello che volava a pochi metri di distanza da lei.
«Non credo, sai» urlò Callum di rimando «Non
permetterebbe mai a degli inglesi di abbatterlo» Greer scoppiò a ridere e con
una spinta seguì il fratello che si era abbassato di quota per osservare meglio
la piccola folla che stava scendendo da una vecchia barca appena attraccata.
Per la prima volta dopo quasi tre secoli, la
scuola di addestramento e allevamento draghi di proprietà della famiglia
MacFusty aveva aperto le porte agli studenti dell’intera Gran Bretagna e a
qualche ragazzo straniero, rompendo l’isolamento in cui la popolazione magica
delle Ebridi si era chiusa dopo la conquista della Scozia da parte
dell’esercito inglese.
Come però Alexander MacFusty, il nonno dei due
ragazzi e capoclan, aveva sottolineato con fermezza, gli “stranieri” sarebbero sempre e comunque rimasti degli ospiti, St
Kilda apparteneva ai Neri delle Ebridi e ai membri della famiglia MacFusty, il
loro guardiani e protettori da tempi immemori, e a nessun altro.
Nonostante i due giovani fratelli fossero
piuttosto eccitati all’idea di avere molti ragazzi della loro età che non
fossero loro parenti o vicini di casa che conoscevano da sempre girare per St
Kilda, la maggior parte dei maghi adulti non aveva accolto entusiasticamente la
novità e avevano assicurato che non avrebbero riservato agli stranieri un
trattamento di riguardo, sebbene quasi tutti alla fine avessero dato una mano a
sistemare gli alloggi dei ragazzi e le aule. Anche quando si trattava di aver a
che fare con forestieri poco graditi gli highlander non riuscivano a
dimostrarsi del tutto rudi e distaccati.
A cavallo delle loro Firebolt i due
MacFusty raggiusero gli speroni di roccia che chiudevano la piccola baia
dell’isola, dai quali avevano una perfetta visuale pur rimanendo a distanza sul
minuscolo porticciolo
«Credi che saranno all’altezza?» chiese poco dopo
Callum assumendo un’espressione scettica e di leggera superiorità «Noi siamo
cresciuti tra i draghi mentre la maggior parte di loro ne ha visto solo delle
illustrazioni…»
Greer rivolse un sorriso furbo al fratello «Paura
che qualcuno possa fare male alla tua amata Morwen?» chiese ironica riferendosi
al drago preferito dal fratello che la ragazza soleva definire la sua
fidanzata.
Callum le fece l’occhiolino stando al gioco
«Non
permetterò a nessuno di avvicinarsi a lei» mentre la sorella ridacchiava
aggiunse «In ogni caso peggio per loro, la mia ragazza sa come difendersi»
«Tu hai bisogno di trovarti una vera ragazza, lasciatelo dire» commentò Greer
scoppiando a ridere e scappando velocemente verso l’alto seguita a ruota dal
fratello fintamente offeso.
Un tuono squarciò improvvisamente il cielo
grigiastro e in men che non si dica la pioggia cominciò a scendere fittamente,
spingendo i ragazzi appena scesi dalla barca a correre sotto una tettoia per
ripararsi.
I due fratelli si fermarono osservando la
scena dall’alto, per nulla turbati dall’acqua che li stava bagnando «Il
primo approccio con il clima delle Ebridi non è stato granché» commentò Greer
scuotendo la testa: proprio non capiva come si potessero fare tante scene per
un po’ d’acqua, come se non avessero mai fatto una doccia in vita loro.
«Speriamo che quello con i draghi vada meglio o
qualcuno di loro finirà alla brace prima che tu possa dire aye» aggiunse Callum senza nascondere un sorrisetto, battendo una
pacca sulla spalla della sorella «Dai torniamo a terra a vedere se tra le
reclute c’è qualche faccia nota»
Callum MacFusty || 25 anni, ex tassorosso
Greer MacFusty || 20 anni, ex grifondoro
Angolo Autrice
Buondì a tutti!
Ho una specie di ossessione per la Scozia quindi quando mi
sono ritrovata tra le mani un articolo riguardo un clan potteriano che si
occupa dell’allevamento di draghi nelle Ebridi ho deciso che era un dettaglio
troppo bello per non essere sfruttato in un’interattiva! Il titolo è ovviamente
tratto dall’omonimo cartone della Dreamworks (che adoro) e i protagonisti della
storia saranno proprio dei giovani studiosi di draghi.
Il clan MacFusty alleva draghi e si occupa di preservare i
Neri delle Ebridi da secoli; sono molto gelosi delle loro tradizioni e
difficilmente permettono a esterni di entrare nella loro riserva. Quest’anno i
membri del clan hanno deciso di dare ad alcuni giovani allevatori di draghi una
possibilità più unica che rara: hanno indetto un concorso europeo e i ragazzi
che hanno ottenuto le valutazioni migliori sono stati selezionati per
partecipare ad uno speciale corso della durata di nove mesi.
Passiamo ora alla burocrazia:
·potete propormi massimo 2
oc a testa, purché di sesso diverso.
·accetterò ragazzi e
ragazze tra i 20 e i 27 anni.
·il concorso a cui i
ragazzi hanno partecipato è europeo, motivo per cui accetterò solo ragazzi che
abbiano studiato nelle scuole di magia europee.
·non accettò veela,
licantropi, vampiri, lupi mannari, metamorphogus, animagus o altri ibridi e
creature varie.
·niente Mary Sue e Gary Stu
per favore.
·se doveste essere interessati
ai miei personaggi per un’eventuale relazione sappiate che Callum e Greer sono
entrambi single ed eterosessuali.
·le schede dovranno essere
inviate solo ed esclusivamente via mpentro il 5 ottobredopo che vi avrò dato il via libera
rispondendo alla recensione.
·quando invierete le schede
mettete come oggetto del messaggio OC-Dragon
Trainer- (nome del vostro personaggio)
·se sparite per tre
capitoli di fila il vostro oc farà le valigie. Se doveste sapere in anticipo
che avrete dei problemi per una/due settimane a recensire avvisatemi e non ci
saranno problemi, il vostro personaggio rimarrà sano e salvo ad attendere il
vostro ritorno.
Scheda OC
Nome completo:
Eventuale soprannome:
Data di nascita e luogo di provenienza:
Scuola ed eventuale casa di provenienza:
Prestavolto (accetto solo persone reali, niente disegni o
manga e niente attori che abbiano recitato nei film della saga o in Animali
Fantastici):
Aspetto fisico:
Carattere:
Famiglia e rapporto con essa:
Descrivere in breve il percorso scolastico:
Materie per cui era portato e per cui era negato:
Perché ha scelto di lavorare con i draghi dopo la scuola?:
In che riserva lavorava prima di vincere il concorso?:
Perché ha deciso di partecipare al concorso?:
Passioni/hobbies/talenti:
Fobie/debolezze:
Cosa ama e cosa odia:
Patronus:
Bacchetta:
Molliccio:
Amicizie/inimicizie (tipologie di persone con cui potrebbe
andare o meno d’accordo):
Amore (situazione sentimentale e carattere delle persone con
cui potrebbe avere una relazione):
Altro (campo facoltativo, scrivete tutto ciò che vi passa per
la testa riguardo il vostro OC):
Alexander osservò
con occhio critico la folla di studenti che si accalcava per entrare il prima
possibile nella piccola casa in pietra ed emise un sospiro scoraggiato: se un temporalino da nulla sembrava già averli messi in crisi,
cominciava a chiedersi cosa avrebbero combinato di fronte al clima invernale
delle Ebridi.
Perché, perché mai
era riuscito a farsi convincere dalle balzane idee di sua moglie e di sua
nipote ad ospitare un’orda di sassenachs sulla sua
isola?! Stava proprio invecchiando e perdendo lucidità, si disse, non poteva esserci
altra spiegazione.
«Nonnino!» una
voce allegra lo fece voltare e sul volto severo e corrucciato dell’uomo si aprì
un vero e proprio sorriso di adorazione quando la sua amata nipotina gli si
fiondò tra le braccia. Essendo l’unica femmina tra i cugini MacFusty, Greer era sempre stata la cocca di casa e, soprattutto la
principessina che Alexander portava in palmo di mano «Sono arrivati già tutti?»
chiese poi la ragazza senza staccarsi dalla camicia dell’uomo che profumava di
un delizioso mix di arrosto, muschio e whiskey «Aye, me lo auguro» borbottò il capoclan «Altrimenti qui finiremmo
ad essere in minoranza noi scozzesi» Callum scoppiò a
ridere avvicinandosi ai due e recuperando la scopa che Greer
aveva buttato con ben poca cura prima di fiondarsi tra le braccia del nonno.
«Io non so come siate riusciti a convincermi, lads» continuò l’uomo
mentre Greer si staccava leggermente da lui
sorridendo «So già che mi pentirò almeno tre volte al giorno di aver
acconsentito a questa follia»
«Vedrai che sarà divertente, magari avrai delle
sorprese» disse Greer incoraggiante mentre il
fratello annuiva «Chissà, potresti anche diventare amico di alcuni inglesi»
Alexander grugnì, apparentemente schifato
alla sola idea «Se dovesse succedere siete autorizzati a darmi
una botta in testa, och? Coraggio,
andiamo a dare loro il benvenuto nelle Ebridi» un lampo di luce maligna gli attraversò
gli occhi facendo ridacchiare Greer mentre Callum sollevava gli occhi al cielo.
«Non dirmelo, per cena hai detto di preparare
solo l’haggis e nient’altro, vero? E probabilmente
gli dirai che mangeranno solo quello per il resto del loro soggiorno» disse il
ragazzo scuotendo il capo mentre suo nonno faceva spallucce «Sarà bene che si
abituino ai costumi tradizionali del luogo»
«Ma se noi non mangiamo praticamente mai l’haggis!»
«Sì, ma questo i sassenachs non lo sanno, my bonniewee lass»
Alexander MacFusty,
laird di St Kilda
>
Buonasera! Per non farvi
attendere fino alla selezione oc ho deciso di pubblicare questo minuscolo
capitolo dedicato a nonno MacFusty, creato ad immagine e somiglianza del mio
amato nonnino, il vero grande amore della mia vita ahahah
Dato che sono come sempre super
di corsa e super indietro con tutto ho deciso di fare un favore a me e a voi e allungare il tempo limite per le iscrizioni
e la consegna delle schede fino alle nove
di sera di questa domenica, il sette
ottobre, così io nel weekend avrò tempo di leggere con calma quelle che mi
arriveranno e soprattutto di aggiornare le altre mie storie.
Capitolo 3 *** Benvenuti nelle Ebridi - selezione OC ***
Benvenuti nelle Ebridi
«Ja jebie!»
Hanna ringhiò rialzandosi da terra dolorante mentre si spolverava con stizza i
vestiti ormai fradici: era inciampata dopo aver messo il piede in fallo tra due
grosse piastrelle di pietra che si trovavano all’ingresso. Decisamente
trionfale, quest’entrata in scena, pensò amaramente.
«Hey, ma tu sei
polacca!» la giovane alzò gli occhi chiari e si ritrovò davanti un ragazzo
biondo sorridente «Anche io sono polacco! Mi chiamo Leon Witwoski, tanto
piacere» la giovane accettò allegramente la stretta di mano «Io sono Hanna
Kowalska»
«Non credo di averti
mai vista a Durmstrang…» «No, infatti io sono andata a Koldovstoretz…che
sollievo aver parlato con qualcuno, ho fatto tutto il viaggio a fissare il
vuoto davanti a me ed è stato decisamente deprimente»
«Idem, anch’io non
conosco nessuno…beh dai, se non altro potremmo creare un gruppo di supporto per
polacchi dispersi in Scozia»
«Non so perché ma ho
come l’idea che potrebbe essere utile» bofonchiò la ragazza lanciando un’occhiata
eloquente ai suoi vestiti bagnati e infangati.
Aidan si guardò
intorno incuriosito: i ragazzi erano stati accompagnati all’interno di una casa
poco lontano dal porto e fatti accomodare in quella che, supponeva, fosse la
mensa.
I vincitori del
concorso si erano guardati intorno un po’ a disagio prima di sedersi a piccoli
gruppetti sparsi, probabilmente cercando di stare insieme a qualcuno che già
conoscevano, come del resto lui stesso aveva fatto.
«Credi che ci daranno
da mangiare? Non peraltro, ma sto letteralmente morendo di fame» Aidan si voltò
sorridendo verso Achille «Credo che prima ci sarà una specie di discorso di
benvenuto…o almeno di solito si fa così, ma non so se gli usi comuni valgano
anche qui per i duri uomini delle Highlands»
«Non ci faranno
morire di inedia, tranquillo» il ragazzo con i capelli rossicci seduto alla
destra di Aidan fece una mezza risata «Conosco bene Callum, il nipote del laird
ed è un tipo a posto, eravamo insieme nella squadra di quidditch a Hogwarts»
«Ho già capito che
qui come minimo avrete fatto tutti la stessa scuola e io sarò l’unico povero e
sfortunato italiano che rimarrà solo tutto il tempo» borbottò Achille mesto
mentre Aidan, dopo aver roteato gli occhi gli batteva una pacca sulla spalla «Non
farla tragica, suvvia, in fondo lavoriamo nella stessa riserva da due anni. Ti
prometto che ti presenterò a tutti i britannici che conosco, d’accordo?»
«…Genevieve ti
presento Matthew, lavoriamo insieme nella riserva in Ucraina» Elettra indicò
con un gran sorriso un ragazzo alto biondo al quale Genevieve rivolse
immediatamente un grande sorriso e gli strinse educatamente la mano «Matthew
lei è Genevieve, ha studiato a Beauxbatons come me, ma era un anno avanti
rispetto a me, e soprattutto siamo spesso state avversarie sul campo da quidditch»
«Sono sempre state
delle belle lotte all’ultimo punto, come dimenticarle» Genevieve rise con grande
eleganza, portandosi una mano alla bocca e Matthew guardando le due ritrovò a
pensare che probabilmente doveva sembrare un barbone in mezzo a loro.
«Io sono curiosissima
di sapere cosa ci diranno questa sera: hanno mantenuto un riserbo assurdo riguardo
le nostre attività qui alla riserva, manco si trattasse di segreti di stato»
«Beh in un certo
senso si tratta di segreti…forse non di stato, ma sono decisamente dei segreti
custoditi per generazioni, non li vorranno certo sbandierare ai quattro venti»
Matthew scrollò le spalle prima che Genevieve cominciasse a fremere agitata e
mettesse a tacere i due con un lieve gesto della mano «Guardate, arriva qualcuno!»
Un uomo molto alto
con i capelli bianchi e un bellissimo kilt sui toni del blu e del verde entrò
nella sala in silenzio, fermandosi in piedi con le gambe divaricate di fronte
ai tavoli «Sono Alexander
Murtagh Lachlan MacFusty, laird di St Kilda, capoclan dei MacFusty e custode
della riserva» pronunciò con voce profonda l’uomo marcando probabilmente
apposta il suo già forte accento e creando non poca perplessità nei giovani non
troppo pratici con la lingua inglese «Come avrete potuto notare ho detto
custode e non padrone, perché la riserva appartiene ai draghi e a nessun altro:
saranno loro a stabilire se sarete o meno degli di dimorare su quest’isola e,
in caso in cui non doveste esserlo evitate di venire a lamentarvi da me» guardò
severamente i ragazzi di fianco a lui che lo guardavano decisamente preoccupati
«Quando vi siete iscritti al concorso avete firmato un foglio con il quale vi
impegnavate a prendervi la responsabilità di qualunque incidenti -eventualmente
anche mortale- che vi capiti. Né io né i membri del mio clan siamo babysitter,
spero che questo vi sia chiaro…»
«Lassies, io vi giuro che ho provato a dirgli di comportarsi bene»
Greer e Callum, che erano entrati senza fare alcun rumore, si lasciarono
scivolare sulla panca più in fondo salutando con grandi sorrisi Jamie e Isobel «Ma
ovviamente il nonno fa di testa sua» Greer completò le parole del fratello prima
di sciogliere l’abbraccio con cui Isobel l’aveva stretta.
Jamie rise e
scosse la testa «Alexander MacFusty è
una leggenda nazionale in tutta la Scozia, non solo per voi abitanti di St
Kilda, vedrai che i sassenachs impareranno ad amarlo» «O moriranno tendando»
aggiunse Greer.
Isobel si coprì la
bocca con le mani per non scoppiare a ridere «Dai,
siete tremende!» «Quello che mi preoccupa di più è la barriera linguistica:
nonno non sta facendo proprio nulla per mitigare il suo accento, ancora un po’
e incomincia a parlare in gaelico» Callum guardò il nonno dall’altra parte
della sala con un sorrisetto.
«Puoi ben dirlo,
quasi fatico io stessa a capirlo» borbottò Jamie mentre Isobel annuiva convinta
«Non basta essere scozzesi per piacere al capo, bisogna essere proprio delle
Ebridi» disse furba Greer «Ma almeno voi non avrete grossi problemi a mangiare
la cena di stasera» Isobel guardò la ex grifondoro perplessa prima di
spalancare gli occhi basita «Non vorrà davvero servire l’haggis?!» chiese
scioccata. I due fratelli annuirono e Jamie lanciò un vero e proprio sguardo di
adorazione verso il laird «Seriamente ragazzi, come faccio a farmi adottare da
quest’uomo?»
Violet guardò
sospettosa il contenuto del piatto prima di armarsi di forchetta e coltello e
cominciare ad attaccare l’inquietante insaccato con ferocia: non era andata lì
per morire di fame, tanto valeva adattarsi «E
poi la gente se la prende con noi francesi perché mangiamo le lumache» l’ex
grifondoro si voltò verso il ragazzo castano al suo fianco che stava
ispezionando il suo pasto con perplessità. Violet ingoiò un primo boccone prima
di rispondere «Se cerchi di convincerti che non sia composto da interiora ti
posso garantire che non è affatto male…comunque io sono Violet» «Eloi…sei
scozzese? Perché parli in modo decisamente diverso rispetto al laird o come
diamine si dice» «E in modo decisamente più comprensibile» aggiunse una ragazza
seduta poco distante che si presentò come Maite «Sì in effetti io sono inglese.
Voi da dove venite, vi conoscevate già?» i due negarono con il capo «Io vengo dalle
Azzorre e ho sempre vissuto e studiato in Portogallo» disse la ragazza mora «Mentre
io sono bretone fino al midollo…quindi suppongo che noi tre formiamo il gruppo
di quelli che non conoscevano ancora nessuno, dato che tutti gli altri stanno
chiacchierando amabilmente da quando siamo arrivati»
Violet si lasciò
scappare una risata e anche la ragazza portoghese rise anche se più
timidamente: sì, erano decisamente un gruppo assortito in modo strano, ma, rifletté
la ragazza inglese, quei due sembravano essere dei tipi a posto. In fondo anche
con tutta la buona volontà da sola in quel posto non sarebbe riuscita a
cavarsela da sola come suo solito, tanto valeva farsi qualche amico.
Mentre un’anziana
signora minuta scortava i ragazzi verso le case in cui avrebbero dormito, Erika
rallentò il passo per avvicinarsi a Mikkel, che chiudeva la fila «Ti sei incantato a guardare il paesaggio?»
chiese al collega con cui aveva lavorato per anni in Svezia che annuì «Il Laird
è decisamente terrificante, il cibo è pessimo, ma bisogna ammettere che il
posto è semplicemente meraviglioso» «Se non altro ce ne andremo da questo posto
con delle bellissime fotografie» commentò allegramente Erika «Io non vedo l’ora
che sia domani, sono così impaziente di vedere i neri!»
Mikkel inarcò un
sopracciglio «Non credo che ci
porteranno subito dai draghi, suppongo che prima ci faranno dei test» la
ragazza sbuffò «Spero almeno che coloro che daranno le consegne e le
indicazioni parlino un inglese migliore di quello del capoclan: io ero convinta
di saper parlare bene la lingua…» «E poi hai sentito l’highlander parlare»
completò per lei il danese annuendo «Considerando che ho sentito parlare in
almeno cinque lingue da quando siamo arrivati, suppongo che vivrò con un
incantesimo di traduzione davanti agli occhi per questi nove mesi»
«Ti farò compagnia…anche
se forse dovremmo smettere noi in primis di parlare svedese» «Cominciamo
domani, ora sono decisamente troppo stanco per cambiare lingua»
Achille Felix
Navel ‖ 21 anni, eterosessuale ‖ Boscobolla ‖ Riserva dei Dorsorugoso, Norvegia
Aidan Theodore O’Shay
‖ 24 anni, eterosessuale ‖ ex corvonero ‖ Riserva dei Dorsorugoso, Norvegia
Arthur Benedict
Owen ‖ 27 anni, eterosessuale ‖ ex tassorosso ‖ Riserva DDraig Werdd, Galles
Aurora Violet
Blackthorne ‖ 22 anni, bisessuale ‖
ex grifondoro
Elettra Caputo ‖ 23 anni, eterosessuale ‖ Beauxbatons ‖ Riserva degli Ironbelly, Ucraina
Eloi Roux ‖ 25 anni, eterosessuale ‖ Beauxbatons ‖Parc Naturel Régional du Brière, Francia
Erika Birgitta Bjurman
‖ 23 anni, eterosessuale ‖ Durmstrang ‖ Riserva dei Grugnocorto, Svezia
Genevieve Glaux ‖ 24 anni, eterosessuale ‖ Beauxbatons ‖ Riserva degli Ungari Spinati, Ungheria
Hanna Odette
Malika Kowalska ‖ 23 anni, bisessuale ‖ Koldovstoretz ‖ Riserva del Wawel, Moravia
Isobel Barclay ‖ 21 anni, eterosessuale ‖ ex serpeverde ‖ Riserva dei Draghi Rumena
Jamie Woods ‖ 24 anni, omosessuale ‖ ex corvonero ‖ Riserva dei Draghi Rumena
Leon Lukasz
Witwoski ‖ 22 anni, bisessuale ‖ Durmstrang ‖Riserva del Pollino, Italia
Maria Teresa Maitê Vaz Salguiero ‖ 21 anni, eterosessuale ‖ Escola Màgica de Coimbra ‖ Riserva Nazionale Magica di Açores
Matthew Lewis ‖ 20 anni, omosessuale ‖ ex serpeverde ‖ Riserva degli Ironbelly, Ucraina
Mikkel Overgaard ‖ 25 anni, eterosessuale ‖ Durmstrang ‖ Riserva dei Grugnocorto, Svezia
Buonasera cari, finalmente sono
riuscita ad aggiornare!
Mi sono arrivate un mucchio di
schede, davvero non me l’aspettavo e soprattutto un sacco di ragazze! Alla fine
ho dovuto fare delle scelte, ho preso più personaggi di quanti ne avessi preventivati
(ero partita con l’idea di prenderne una decina e sono arrivata con quindici),
ma alla fine qualcuno è rimasto fuori comunque. Chiedo agli autori dei
personaggi che non sono stati selezionati di non prendersela, ma non me la sono
sentita di gestire più di trenta persone. Sono certa che ci saranno altre
occasioni in futuro.
Dopo questa premessa parto già
con le domande per gli autori degli oc selezionati. Vorrei chiedervi se poteste
mandarmi via mp un messaggio con l’orientamento
sessuale del vostro personaggio: stupidamente mi sono dimenticata di mettere la
voce apposita nella scheda e alcuni di voi non l’hanno esplicitato. Provvederò
poi a scriverlo in questo capitolo insieme alle altre informazioni sui
personaggi cosicchè quando sarà il momento di pensare alle coppie potrete darmi
il vostro parere riguardo le coppie. Coloro che invece l’hanno scritto non
devono preoccuparsi 😊
Capitolo 4 *** Capitolo 2 - I Neri delle Ebridi ***
I Neri
delle Ebridi
Alexander cercando
di fare meno rumore possibile uscì di casa, avanzando verso gli alloggi degli
ospiti con la cornamusa sotto braccio e un sorriso diabolico sul volto fio a
che una voce ben famigliare non lo fece bloccare «Sawnie!» l’uomo sospirò mentre una figura minuta avanzava
con passo deciso e sguardo feroce verso di lui «Cosa vuoi fare con quell’aggeggio,
per tutti i Kelpies?!» sua moglie lo guardò con il
suo sguardo di ghiaccio facendogli roteare gli occhi «Catriona dai, volevo solo
farli svegliare in pieno stile delle Ebridi»
La donna
assottigliò gli occhi «Se osi anche
solo provarci ti faccio finire in mare» sibilò «Fila a fare qualcosa di veramente
utile, oggi mi occuperò io dei ragazzi» quando l’uomo fece per obiettare si
beccò l’ennesimo sguardo di fuoco che lo fece immediatamente desistere «No, shh, silenzio. Li hai già maltrattati abbastanza» ribadì
decisa Catriona e dopo aver fatto segno al marito di andarsene si diresse lei
stessa verso gli alloggi.
*
Le imposte
magicamente incantate si aprirono lentamente illuminando la stanza con uno
spiraglio di luce via via sempre più grande che colpì in pieno il volto di
Jamie, facendo mugugnare indispettita la ragazza che si girò tra le coperte
mentre Erika si stiracchiava cercando di convincersi ad uscire dal letto.
«Ma che ore sono»
bofonchiò Jamie con la faccia sepolta nel cuscino.
Erika si sporse
verso la sveglia di legno appoggiata sul cuscino strizzando gli occhi per
leggere l’ora «Non sono nemmeno le
sei e mezza» mentre la scozzese emetteva un verso indistinto di disperazione,
Genevieve schizzò in piedi con la faccia imbronciata, borbottando qualcosa in
francese riguardo il suo odio per le sveglie all’alba e sulla sua impellente
necessità di bere del thè.
«Buongiorno, care!» una
voce allegra fece sobbalzare le tre che si ritrovarono davanti una graziosa
signora minuta con un gran sorriso sul volto e, soprattutto un vassoio stracarico
di cibo «Sono Catriona, la moglie di Alexander, il simpaticone che vi ha
tartassato ieri sera…oh tu devi essere Jamie!» la ragazza con i tatuaggi guardò
stupita la donna «Conoscevo bene tua nonna, siamo state compagne di casa…comunque
vi lascio qui la colazione…non conoscendo il vostri gusti ho preparato un po’
di tutto, comprese delle specialità locali…tranquille, non ho messo solo
salsicce al sangue» aggiunse divertita quando vide lo sguardo di terrore di
Erika e Genevieve per poi uscire dalla stanza dopo aver dato appuntamento alle
tre quaranta minuti dopo all’uscita dagli alloggi.
Genevieve annusò
critica il thè per poi sorridere e prenderne un sorso «Ora va molto meglio» disse soddisfatta «Dato che
dovremo condividere la stanza per un bel po’ di tempo vi avviso, se non prendo
il thè la mattina divento intrattabile» Erika e Jamie risero, avventandosi a
loro volta sull’appetitosa colazione.
*
Achille, con il
suo gatto acciambellato sulle gambe osservò con aria critica il caffè scozzese
che in quanto ad aspetto e odore non aveva nulla del caffè «Siamo sicuri che questo sia vero caffè?» chiese
al suo compagno di stanza che con lo sguardo perso e due occhiaie da far invidia
a un panda fissava il vuoto trangugiando quella bevanda nerastra «Boh mi sembra
di sì» biascicò Eloi «Però forse no…non so…ho sonno…cioccolato»
il francese con uno sforzo titanico si sporse per prendere alcuni shortbreads
coperti di caramello e cioccolato che avevano l’aria di essere semplicemente
deliziosi e con ritrovata vitalità vi ci si avventò sopra.
Achille lanciò un’occhiata
decisamente perplessa al francese, che da quando si era svegliato sembrava non
essere esattamente in grado di intendere e di volere, prima di guardare il suo
gatto in cerca di un parere più affidabile «Cosa
ne dici Monsieur Poirot, dovremmo fidarci di questa
cosa?» il gatto dopo aver alzato lo sguardo e annusato per qualche secondo il cosiddetto
caffè, emise un lungo miagolio indispettito e Achille, annuendo ormai convinto,
allontanò da sé la tazza e il suo contenuto probabilmente nocivo appellando poi
la sua fidata moka che ovviamente aveva portato con se, ben conscio che
difficilmente in terra britannica avrebbe trovato del caffè decente. Va bene
tutto, ma il caffè al mattino era una vera e propria necessità primaria.
*
Maitê, ormai
vestita e pronta per uscire spalancò le finestre inspirando a pieni polmoni l’aria
umida e fresca dell’isola: una delle cose più belle di essere nelle Ebridi era
sicuramente avere la possibilità di stare in un luogo così selvaggio e
tranquillo.
La portoghese si
girò verso la sua compagna di stanza «Ti
dà fastidio l’aria?» chiese improvvisamente preoccupata ma per sua fortuna
Hanna, che si stava allacciando gli scarponcini fece segno di no con il capo «Assolutamente
no, fosse per me vivrei direttamente all’aperto, detesto gli spazi troppo
chiusi e poco arieggiati» Maitê le rivolse un gran sorriso, contenta che lei e
la polacca fossero sulla stessa lunghezza d’onda: se non altro la loro
convivenza in quei mesi aveva tutte le carte in regola per essere piuttosto
piacevole.
Quando ebbe finito
di allacciarsi le scarpe Hanna balzò in piedi e prese un grosso cactus che
aveva tenuto sul comodino, spostandolo sul davanzale della finestra.
«Non hai paura che
una folata di vento lo faccia cadere?» chiese Maitê osservando dubbiosa la
piantina mentre la sua compagna di stanza ridacchiava «E’ un cactus magico, sa
come rimanere in equilibrio» commentò allegra «Sono anche abbastanza certa che,
nel caso in cui un gabbiano cerchi di entrare nella nostra camera, il mio
piccolo cactus sarebbe in grado di prenderlo a pugni»
«Povero gabbiano! Non
potrebbe limitarsi a invitarlo gentilmente ad andarsene?»
«Se il gabbiano si dovesse
dimostrare ragionevole sono certa che non subirebbe alcun danno» Maitê ridacchiò
«Menomale, cominciavo a preoccuparmi»
*
Mentre il resto
del gruppo si era allontanato con due istruttori verso la riserva a Violet era
stato chiesto di aspettare la signora Catriona che sembrava avesse qualcosa da
dirle.
La ragazza, che si
trovava in un grazioso studiolo molto luminoso con le pareti bianche si stava
torturando le mani preoccupata. C’era forse stato un errore? Volevano mandarla
via? lei non aveva alcuna voglia di tornare a casa.
«Ciao Violet, mi
spiace averti fatta aspettare» la minuta padrona si
casa si sedette di fronte a lei guardandola con un caldo sorriso «Non essere
agitata cara, non ho alcuna brutta notizia da darti» le spalle della ex
grifondoro si rilassarono immediatamente «Hai totalizzato un punteggio pressochè
eccellente al corso, ma ci sono alcune cose riguardo alle quali vorrei discutere…tu
non hai mai lavorato in una riserva giusto?» la ragazza sospirò e negò con il
capo «Lavoravo per un piccolo esercizio commerciale a Nocturn Alley» borbottò leggermente
imbarazzata.
«Come hai imparato
così tante cose sulle creature magiche?»
«Ho studiato per
conto mio e…»
«E…» la donna la
invitò a proseguire guardandola con sguardo perforante «Il tuo posto qui alla
riserva non è a rischio, dimmi pure la verità, non giudico nessuno»
«Davo spesso una mano
ad Hagrid, il guardiacaccia di Hogwarts quando si ritrovava tra le mani qualche
creatura non troppo collaborativa o quando trovava
accidentalmente un drago» bofonchiò la ragazza provocando, con sua somma
sorpresa una risata da parte della donna «Ah Hagrid! Abbiamo avuto a che fare
con lui più di una volta, benedetto uomo» la donna scosse il capo «Hai avuto un
ottimo insegnante lasciatelo dire…se posso darti un consiglio presta la massima
attenzione a tutte le istruzioni che ti verranno date e soprattutto cerca di osservare
con attenzione cosa facciamo noi. Forse all’inizio farai più fatica degli
altri, ma sono certa che saprai farti onore»
Reprimendo a
stento l’impulso di abbracciare stretta quella donna Violet le rivolse un
grande sorriso «Grazie signora
MacFusty…grazie davvero»
*
Matthew cercando
di fare il minimo rumore possibile scattò una fotografia ad un gruppo di Neri
che volava in cielo a poco di distanza da loro, per poi far evanescare in
fretta e furia la macchina fotografica dopo che uno degli istruttori gli ebbe
lanciato un’occhiata velenosa. Se non altro una foto da inviare come souvenir
ad Hagrid era riuscito a farla.
«Quanta severità»
Leon al suo fianco sbuffò spostandosi un ciuffo biondo dalla faccia «Capisco la
segretezza e l’attaccamento alle origini ma questi scozzesi sono veramente
strani»
Leon annuì serio «Sì sono piuttosto famosi per essere decisamente
originali…ma guardando questo posto forse non hanno tutti i torti a volerlo
conservare…andiamo, qui intorno è semplicemente magnifico»
«Sembra di essere
fuori dal mondo, ma in realtà se si guarda bene nelle loro piccole case in
pietra hanno costruito laboratori sofisticatissimi e possono lavorare
indisturbati» Mikkel distolse per un attimo lo
sguardo dal suo blocco prendi-appunti per puntarlo verso i suoi due compagni di
stanza «Hanno creato una vera e propria oasi nel rispetto dei draghi»
«Da come parlano i
due insegnanti sembra che loro siano solo le guardie severe e imbronciate dei
draghi» fece notare il polacco accennando con il mento ai due uomini in kilt
che stavano spiegando al manipolo di ragazzi tutto quanto ci fosse da sapere
sui Neri «Non so come fosse nelle vostre riserve, ma da noi era come stare in
un normale ufficio, ognuno faceva il suo lavoro e basta»
«Stessa cosa in
Ucraina, qui invece sembra una vera e propria religione»
«Il nerianesimo» Mikkel e Matthew
risero della battuta del polacco guadagnandosi l’ennesima occhiataccia dagli
addestratori «Ho come l’impressione che ci siamo appena fatti la nomea di casinisti
della brigata, non so voi»
Mikkel sospirò «Sopravvivremo…o
al massimo finiremo in pasto ai Neri e i MacFusty lo faranno sembrare un
incidente»
«Il che non è affatto
rassicurante» borbottò l’inglese cercando poi di prestare a sua volta
attenzione alla lezione: non era il caso di farsi arrostire già il primo giorno.
*
Greer, che si era infiltrata nel gruppo saltellava
allegra nella fanghiglia guardando con affetto gli esemplari a cui passavo
vicino «Oh, guardate Rorie» Isobel e Elettra seguirono
la direzione indicata dalla ragazza «Quando è nato era una specie di larvetta con un’ala monca, invece ora è uno dei nostri
esemplari più grossi…è molto affezionato alla nonna, sapete? Lei lo riempie di
biscotti»
Elettra inclinò il
capo confusa «I draghi possono essere
nutriti con i biscotti» eppure le pareva di ricordare che le avessero sempre ripetuto
fino alla nausea che i draghi, poiché necessitavano di una dieta rigida e
controllata, dovessero limitare al minimo l’apporto di zuccheri «Male non gli
fanno, checchè ne dicano i libri…c’è anche da dire
che i Neri sono più grandi degli altri draghi e il loro stomaco sarebbe in
grado di digerire più o meno qualunque cosa…il loro vomito è quasi corrosivo,
sapete?» Isobel appuntò in fretta e furia tutto
quello che diceva la giovane MacFusty: quando aveva visto la ragazza delle Ebridi
raggiungerli, Isobel aveva preso per un braccio
Elettra, la sua compagna di stanza e si era affrettata a raggiungerla, ben
conscia delle grandi conoscenze della ragazza.
Le tre furono in
breve affiancate da Aidan e Arthur che incuriositi dal loro parlottare si erano
avvicinati «Là in fondo invece
potete vedere Forbes, è un vero mattacchione non ha nemmeno un anno…credo sia
il mio preferito, ma non ditelo al nonno, lui non vuole che si abbiano
preferenze con i draghi» Elettra pensò di non avere proprio alcuna intenzione
di parlare con quell’uomo a meno che non fosse obbligatorio: a malapena riusciva
a capirlo!
«Callum
dov’è?» chiese poi curioso Arthur «Si è preso la mattinata libera?» chiese con
un gran sorriso ripensando al compagno di squadra più piccolo che spesso era
dovuto andare a tirare giù di peso dal letto per poi trascinarlo all’allenamento
di quidditch.
Greer ridacchiò «No,
è con la sua ragazza»
«Ah è fidanzato?»
nonostante il suo tono volesse sembrare piuttosto neutro Isobel
si beccò un’occhiata maliziosa da parte di Elettra che aveva sentito una nota
di delusione nelle parole della compagna di stanza.
«No, nulla del genere»
si affrettò a rispondere Greer «Mi riferivo a Morven, la sua dragonessa»
Aidan inarcò un
sopracciglio incuriosito «Ma
non avevi detto che tuo nonno non vuole si facciano preferenze?»
«Sì è così, ma Morven è un caso particolare…unico per certi versi»
Il corvonero
osservò la ragazza che aveva la sua completa attenzione «Particolare? Ci porterete a vederla?»
«Dubito fortemente
che Callum vi lascerà avvicinare…quando dico che la
tratta come se fosse la sua fidanzata non scherzo»
Elettra scosse il
capo ridendo «Certo che siete
proprio pazzi» commentò leggera mentre Greer annuiva «Sì,
e ne andiamo molto fieri»
Catriona MacFusty aka La Boss
Ebbene sì, sono finalmente arrivata, in ritardo rispetto a
quanto sperassi ma almeno sono qui. Siamo ancora solo agli inizi, vi prometto
che nei prossimi capitoli avrete modo di conoscere tutti meglio anche perché ora
come ora devo abituarmi anche io a questa numerosa brigata!
Per quanto riguarda gli aggiornamenti nelle mie prospettive
più rosee spero di pubblicare il prossimo capitolo il weekend prossimo, ma se
dovessi tardare sappiate che comunque non ci metterò più di due settimane.
Capitolo 5 *** Capitolo 3 - Passatempi sotto la pioggia ***
Passatempi sotto la
pioggia
Maitê controllò
per la ventesima volta la temperatura delle incubatrici, preoccupata che un suo
errore potesse nuocere alle uova non ancora schiuse e sobbalzò per lo spavento
quando la porta del laboratorio si spalancò improvvisamente a causa di una
folata di vento. Aidan, che stava controllando delle uova poco lontano, le
lanciò una lunga occhiata, preoccupato che la ragazza potesse sentirsi male.
Elettra e Matthew,
con uno sforzo non indifferente, chiusero la porta, applicandole per sicurezza
un paio di incantesimi «Vi prego ditemi che il tempo non è sempre così» brontolò
l’ex allieva di Beauxbatons, appoggiandosi affaticata e fradicia alla porta «Non
credo che tu voglia davvero sapere la risposta a questa domanda» Matthew scosse
con forza la testa, scrollando via l’acqua dai capelli prima di asciugare se
stesso ed Elettra «Piuttosto, non avresti potuto portare un po’ del sole
italiano qui?»
Erika scrollò le
spalle, non troppo infastidita dalle condizioni climatiche «L’umidità fa bene
alle uova» ricordò ai compagni «Quando il clima è troppo secco, può accadere
che le uova si schiudano molto prima del tempo»
«Per quanto io
preferisca stare all’aperto con i draghi adulti, devo ammettere che lavorare
con le uova è affascinante» Aidan sorrise guardando quasi con tenerezza le uova
viola scuro «E’ strano pensare che delle cose così piccole e fragili possano
diventare…»
«…dei bestioni neri
sputafiamme» completò per lui Matthew, riprendendo in mano il blocco degli
appunti «La prima volta che ho visto il maschio alfa del branco ho avuto un
infarto: gli Ironbelly sono decisamente più piccoli!» Elettra annuì con
decisione, avvicinandosi ad Erika, che stava controllando al tatto alcune delle
uova più piccole «Hai ragione…anche se, strano a dirsi, le uova degli Ironbelly
sono decisamente più grandi, sembrano dei palloni da calcio grigi già dal terzo
giorno»
«Cos’è il calcio?»
chiese perplesso Aidan.
Maitê fece una
smorfia «L’equivalente del quidditch per i babbani o almeno, per i babbani
portoghesi è così…nulla di così entusiasmante in verità» la ragazza si
mordicchiò un labbro «Aidan, scusa, potresti controllare quest’uovo? Credo si
stia per schiudere, ma mancano ancora un paio di giorni al termine»
L’irlandese si
avvicinò, accarezzando con tocco lieve la superficie, che sembrava sul punto di
creparsi «Due giorni dici? Il
guscio è sottilissimo…»
Erika alzò lo
sguardo dal suo lavoro, decisamente preoccupata «Dovremmo
chiamare qualcuno?» chiese arricciando il labbro.
«Io non ci esco in quella
tempesta» borbottò Elettra, alzando le mani per sottolineare il concetto. Andava
bene tutto, ma lavarsi due volte nel giro di dieci minuti era davvero troppo!
«Nemmeno io ho voglia
di uscire in quella sottospecie di enorme lavatrice naturale, ma temo che il
vecchio lord o quel che è potrebbe squartarci se dovesse succedere qualcosa ai
suoi piccoli» Matthew osservò la tempesta fuori dalla finestra timoroso. Non
sapeva se avere più paura dei lampi che ogni tanto squarciavano il cielo grigio
o dell’anziano capoclan.
«Io ho fatto
schiudere le uova molte volte, dovrei riuscire a cavarmela» Maitê sollevò la
sua bacchetta di mirto, indicando con un dito le svariate tacche che vi erano
incise sopra «Aggiungo una tacca ogni volta che vedo una nuova nascita» spiegò
con un sorriso.
«Sembrerei tanto un
pivellino se vi dicessi che non ho mai assistito alla nascita di un drago?»
Matthew si grattò la testa «Tranquillo, nemmeno io sono abituata a questi
compiti così delicati» Erika sospirò «Motivo per cui, andrò io a chiamare il
grande capo: il tempo non mi spaventa più di tanto…ma, nel caso in cui dovessi
morire, vi pregherei di ricordarmi sempre con un sorriso» la svedese fece l’occhiolino
e uscì in fretta dalla stanza mentre Elettra e Matthew la salutavano con
energia «Non ti dimenticheremo mai» le urlò dietro l’inglese, guadagnandosi un’occhiataccia
da Maitê «Shhh! Siamo circondati da uova delicate!» sibilò la ragazza mentre
Matthew abbassava lo sguardo contrito e leggermente imbarazzato per la
ramanzina.
Nella stanza si
udì uno scricchiolio e i quattro trattennero il fiato «Uh sono così eccitata!» sussurrò Elettra
avvicinandosi all’incubatrice «Secondo voi come sono i piccoli dei Neri?»
«Ho come la
sensazione che lo scopriremo presto» mormorò Aidan con un sorriso.
La parte più alta
del guscio si ruppe con un colpo sordo e una minuscola zampetta nero-violacea
si appigliò al margine frastagliato dell’uovo: quando il piccolo drago tirò
fuori la testa umidiccia, emise un pigolio rauco «Per
Flamel, è meraviglioso» sussurrò Elettra, avvicinandosi per vedere meglio il
minuscolo rettile, che lentamente stava distruggendo la sua precedente casa «E’
così piccolo…sembra una larvetta di liquirizia» commentò con tenerezza Matthew
guadagnandosi tre occhiate decisamente perplesse «Larvetta in senso affettuoso»
si affrettò a specificare.
La porta si
spalancò e Alexander entrò con passo deciso mentre Erika, bagnata come un
pulcino e con i capelli biondi completamente appiccicati sul volto, gli
trotterellava dietro «E’ già nato?»
chiese l’uomo, mantenendo un tono di voce basso e pacato, anche se era palese
che fosse decisamente in fibrillazione «Ha appena rotto il guscio» si affrettò
a rispondere Maitê «Con due giorni d’anticipo…»
«Prima che diate di
matto, capita spesso che i piccoli nascano qualche giorno prima, tenetelo a
mente» borbottò lo scozzese asciugandosi e avvicinandosi all’incubatrice «Non è
nulla di preoccupante, i draghi hanno uno sviluppo molto veloce…e mi sembra che
questo signorino stia decisamente bene» con una delicatezza che nessuno si
sarebbe immaginato da un uomo di quella stazza, il laird prese gentilmente in
mano il piccolo drago, che emise alcuni versetti striduli, avviluppandosi poi
sul suo pollice.
«Signor MacFusty,
come fa a sapere che è un maschio?» chiese Erika con un sopracciglio inarcato «Non
è un po’ presto per dirlo con certezza?»
L’uomo, senza
staccare lo sguardo dalla creaturina, borbottò «E’
presto se non maneggi draghi da quando avevi otto anni. Vedi quella specie di
sottile cresta che ha sul dorso della zampa? E’ tipica dei maschi di Neri. Le
femmine ne hanno una simile tra il collo e l’ala»
I ragazzi si
limitarono ad annuire, prendendo appunti velocemente, senza avere il coraggio
di confessare che non erano riusciti a vedere alcunché sulle zampette del piccolo
drago.
«Una parte di me è
dispiaciuta che gli altri dieci stiano facendo lavori di precisione mentre noi
siamo qui a far giocare i draghetti…ma la mia parte più sincera non prenderebbe
mai il loro posto» Violet rise, allungando una striscia di cuoio ad un Nero di
pochi mesi, che iniziò a mordicchiarla tutto contento «Guarda un po’ quanto sei
mordace! Un piccolo predatore!»
Genevieve rise
accarezzando delicatamente il dorso di un altro giovane esemplare placidamente addormentato
sulle sue ginocchia «E’ strano
pensare che nel giro di poco diventeranno dei bestioni sputafuoco»
Greer, che stava
grattando la pancia di una femminuccia, facendo smorfie assurde, annuì «Heather diventerà una dragonessa ferocissima,
non è forse vero…devi dimagrire però» aggiunse grattando con più forza la
pancia nera «Ti sta venendo una pancia enorme, signorina!»
Leon inarcò un
sopracciglio «Non è che è
precocemente incinta?» chiese prima di rivolgersi al drago di due mesi che
trotterellava intorno al lui «Hey tu, di la verità, l’hai messa incinta, vero?
Lo dicevo io che avevi un muso poco raccomandabi…ahia! Mi ha morso!» il ragazzo
guardò offeso il drago, stringendo il dito che il piccolo Benny aveva azzannato
poco prima «Prima di muovere false accuse ricorda chi ha i denti più affilati
dei due» Jamie ridacchiò, lanciando poi una pallina di cuoio qualche metro alla
sua destra, che fu immediatamente inseguita da tre esemplari di nemmeno un
mese, che, invece di volare, caracollavano sulle zampe sottili «Sono troppo
buffi!» commentò la ragazza «Guarda come trotterellano! Sembrano delle papere!»
Come se l’avesse sentita,
uno degli esemplari più grandicelli cominciò a mulinare le ali alzandosi in
volo di un metro, prima che Mikkel lo riacciuffasse ridendo «Dove credi di andare, piccolo fuggitivo? Avremo
la possibilità di passare molti pomeriggi così?» chiese poi speranzoso, facendo
ridere in modo malefico Greer «Vi piacerebbe sassenachs» commentò con un sorrisino «Godetevi questo pomeriggio,
la tempesta si placherà a breve e dovrete tornare a sgobbare sotto le direttive
del mio temibile nonnino»
«Non vi serve una babysitter
a tempo pieno per i draghi?» chiese speranzosa Violet, spupazzando un
cucciolotto, che sembrava decisamente compiaciuto delle attenzioni che stava
ricevendo «Io sono disposta a farmi assumere…sono poco costosa, mi basta una paga
minima, vitto e alloggio e io sono a posto. Vero che tu mi vuoi come tata?»
chiese poi rivolta alla creaturina tra le sue mani che emise un versetto
stridulo come a confermare le sue parole.
Uno degli altri
draghi, dopo aver sentito il verso del suo simile, voltò il piccolo capo squamoso
e, dopo aver preso fiato, esibì in un urlo stridulo facendo uscire una piccola
fiammella che finì dritta dritta sui jeans di Leon, il quale si alzò in piedi
strillando istericamente, mentre Mikkel cercava di sedare le fiamme, lanciando
aguamenti a casaccio contro il bersaglio in movimento, facendo divertire i
draghetti, che zampettavano allegramente sul pavimento bagnato.
«Ah, gli uomini sono
così bambini(1)» Genevieve sorrise leggermente guardando la scena
prima di rivolgersi alla cucciola sulle sue gambe, che si era svegliata a causa
del baccano «Ricordatelo piccolina, se non ci fossero le donne, i maschi
combinerebbero ben poco»
Greer, Jamie e
Violet ridacchiarono «Sapete che le
femmine sono le prime a lasciare il nido separandosi dalle madri? Gli esemplari
maschi invece mantengono un rapporto molto stretto con la madre e le presentano
sempre le loro partner» spiegò Greer sollevando un maschietto che le girava
attorno «Siete dei bei mammoni, vero patatoni?»
Mikkel scoppiò a
ridere, sedendosi poi di fianco a Leon, che si stava asciugando i jeans
bagnati, borbottando contrariato «Avevi detto che erano troppi piccoli per
sputare fuoco» il polacco lanciò un’occhiataccia alla ragazza mora alla sua
sinistra.
Aurora fece un sorrisino
colpevole «Ops, Hagrid deve
essersi confuso quando me l’ha detto»
«E nessuno ha pensato
di correggerla?!»
«Di solito non
sputano fuoco da piccoli…probabilmente voleva solo farci vedere quanto è bravo,
vero tesoro?» Jamie aprì le braccia incitando il piccolo Nero a raggiungerla «Guarda
però il lato positivo: ci siamo fatti delle belle risate!»
«Io un po’ meno»
borbottò Leon, non riuscendo però a nascondere un sorrisetto quando un altro
drago iniziò a strusciarsi contro i suoi pantaloni «Ruffiano» gli disse,
grattandogli poi il capo.
La porta si aprì e
una figura minuta scivolò nella stanza «La
tempesta si calmerà nel giro di un paio d’ore…a quanto vedo però vi state
divertendo qui» Catriona sorrise dolcemente all’indirizzo dei sei ragazzi «Siete
stati i più fortunati…anche se tu signorina dovresti essere ad aiutare i tuoi
genitori! Con questo tempaccio ci sono un sacco di faccende da sistemare» la
donna guardò severamente la nipote, che prese in braccio uno dei draghi «Mamma
e papà se la sanno cavare da soli, mentre questi tesorini sono terribilmente
bisognosi di affetto!»
Violet e Jamie
annuirono solennemente «Greer
ci ha raccontato numerose curiosità suoi neri, ci è stata di grande aiuto» precisò
l’inglese in difesa della più giovane di casa MacFusty.
Catriona sorrise,
contenta di vedere che i ragazzi cominciavano a legare, e fece per andarsene,
quando le cadde l’occhio sui pantaloni bruciacchiati di Leon «Caro cosa è successo ai tuoi calzoni?» chiese
decisamente confusa, mentre il ragazzo si grattava la testa, imbarazzato «Ehm…uno
dei draghi si è…surriscaldato…diciamo»
Catriona fece del
suo meglio per non ridere «Cercate
di non incendiare questa casa per favore» commentò ridacchiando prima di
salutare tutti e uscire.
Hanna incrociò gli
occhi, concentrandosi il più possibile per assicurarsi che non cadesse una
goccia di troppo nella provetta: era da tanto che non faceva qualcosa del genere,
dalle lezioni di pozioni a scuola per la precisione, e doveva ammettere che
distillare pozioni per i draghi mentre fuori dal laboratorio era in atto una
tempesta, era molto rilassante. Faticoso e complesso, ma decisamente
rilassante.
Arthur soppesò alcune
radici di valeriana che aveva tra le mani prima di allungare a Eloi quella che
gli sembrava migliore «Questa dovrebbe
andare bene…erboristicamente parlando è la migliore, ma non so se possa andare
bene per la pozione» per quanto il tassorosso fosse sempre stato molto bravo in
Erbologia, quando si trattava di far bollire e rimestare le piante aveva sempre
avuto dei grossi problemi. Fortunatamente il bretone, dopo aver osservato con
attenzione il vegetale che gli era stato porto, decretò «Tranquillo è perfetta»
Arthur emise un sospiro di sollievo mentre Eloi aggiungeva «Non mi sarei mai
aspettato di giocare a fare il piccolo pozionista qui nelle Ebridi» era sempre
stato molo bravo in pozioni, ma, da quando aveva iniziato a lavorare nella
riserva, non aveva mai avuto molte occasioni di far fruttare il proprio
talento.
«Suppongo che con
questo tempo, non avendo nulla di meglio da farci fare, ci abbiano assegnato i
compiti più noiosi per farci passare il tempo» Isobel scrollò le spalle mentre
Achille sbuffava passandole un becher «Io mi sarei fatto una bella dormita nel
mio letto al calduccio» bofonchiò «Ma continueremo ad alzarci tutti i santi
giorni alle sei e un quarto?» chiese poi abbattuto al ragazzo moro di fronte a
lui.
Callum si strinse
le spalle «Non penso, nelle
prossime settimane, quando lavorerete con i draghi adulti, vi assegneranno
degli orari ad hoc…credo che per ora vogliano solo testare il vostro livello di
sopportazione»
Hanna alzò lo
sguardo dalle fialette, soffiandosi via dagli occhi la frangetta scura «I fatto che io sia arrivata fino a qui
trascinandomi attaccata ai muri delle case, rischiando di volare via a causa
del vento, mi fa guadagnare punti?» chiese sorridendo allegra e speranzosa,
facendo ridere gli altri «Secondo me guadagnerai solo tanti biscotti da parte
della signora MacFusty» fece notare Achille con un gran sorriso.
«…a me vanno
benissimo come ricompensa!»
Isobel rise dell’entusiasmo
della polacca e, sporgendosi per prendere un vaso di polvere di pietra di luna
appoggiato sul tavolo, scivolò su una pozza d’acqua che si era formata tra le
pietre del pavimento, rischiando di finire a terra e di rovesciare tutte le
cose sul tavolo. Per fortuna Arthur e Callum, per merito dei riflessi
sviluppati dopo anni di quidditch, scattarono prontamente in avanti: il primo,
con un incantesimo di levitazione molto potente riuscì ad evitare che gli
oggetti si infrangessero sul pavimento, accompagnandoli poi con qualche gentile
colpo di bacchetta nella posizione originaria, mentre il secondo afferrò la
ragazza con i capelli ramati, che avvampò imbarazzata, maledicendosi
mentalmente per la sbadataggine.
«Capisco che il motto
dei Barclay sia Agire o Morire, ma
non sei obbligata a dare una dimostrazione pratica dell’ultima parte» Callum
sorrise, aiutando la ragazza a rimettersi in piedi «I clan hanno dei motti?»
chiese incuriosito Achille «E’ una cosa estremamente formale, non me lo sarei
mai aspettato da parte di allevatori di draghi!»
Arthur sorrise «In Gran Bretagna ci teniamo alle tradizione»
Callum offeso gli puntò addosso un dito «Hey qui non siamo banalmente in Gran
Bretagna…siamo in Scozia, c’è un bella differenza! Owen, da te non mi sarei mai
immaginato una simile leggerezza!»
«Qual è il motto dei
MacFusty?» chiese incuriosita Hanna «Je
suis prest»(2) rispose con orgoglio il giovane MacFusty.
Eloi si illuminò «In
francese…mi piace! Anche se bisognerebbe lavorare un pochino sulla pronuncia…» aggiunse
poi con un mezzo sorrisetto.
Achille invece
storse il naso «Non per sembrare critico,
ma il motto in francese mi ha stupito…mi aspettavo qualcosa di più…cazzuto?»
Eloi gli rifilò un’occhiataccia risentito: cosa voleva dire con quella frase? I
bretoni erano un popolo di tutto rispetto! Maledetti parigini che abbassavano
la media nazionale, creando stereotipi imbarazzanti.(3)
Callum scoppiò a
ridere «Vedila così, trecento
anni fa, quando era urlato da un’orda di allevatori di draghi in kilt, pronti a
combattere gli inglesi con qualunque arma disponibile, doveva suonare molto più
temibile di così» il gruppetto rise mentre Arthur scuoteva la testa «Siamo solo
noi gallesi a non creare problemi agli inglesi»
«A quanto pare…se
volete unirvi alla squadra dei celti ribelli le iscrizioni sono ancora aperte»
«Non preoccuparti,
stiamo bene tranquilli noi» Arthur sorrise prima di rimettersi all’opera mentre
Hanna ridacchiava «A proposito di faide tra stati, il premio contraddizioni in
casa lo vinco io» decretò allegra, sollevando una piantina con le foglie
azzurre «Pensate un po’, il popolo di uno dei miei papà è stato invaso
innumerevoli volte dal popolo dell’altro mio papà…forse è per questo che non
parliamo mai di storia in casa…»
«Altrimenti
volerebbero i bicchieri» completò per lei Isobel «O forse no…scusate sono
tarata sul carattere scozzese, credo che le altre persone siano più civili»
«Il resto del mondo è
molto più pacato» confermò Eloi, prima di bloccarsi un secondo a riflettere «Okay,
forse non dovrei parlare proprio io che vengo da una delle regioni tendenzialmente
più indipendentiste della Francia»
Arthur si passò
una mano tra i capelli fulvi, vagamente disperato «Com’è che proprio io sono finito nel club dei
rivoluzionari?» chiese con rassegnazione, ottenendo in risposta una serie di
sguardi malefici mentre Achille gli batteva dei colpetti sulla spalla «Tranquillo,
possiamo fondare una società di mutuo soccorso noi due» gli propose
allegramente, prima di schiarirsi la voce e marcare apposta l’accento italiano «Inoltre
noi due saremmo quelli con il caffè migliore»
«Grazie, ora sono
molto più tranquillo»
1 citazione colta dal film Anastasia.
2 bugia, Je suis prest (sono pronto) è il motto del clan Fraser
di Lovat, ma Outlander è finalmente iniziato e, dato che sono felicissima, devo
piazzarci cose che lo riguardano dovunque. Consideratela una licenza poetica
3 se doveste parlare con un bretone lui non vi dirà mai “sono
francese” perché, come ho detto prima, lui è innanzitutto e soprattutto breton e non fate mai l’errore di
parlare bene dei parigini in sua presenza. Altrimenti spero abbiate pronto un
testamento.
Capitolo tremendo, lo so, dopo due settime mi presento con sta
ciofeca. Ostracizzatemi pure ma, avendo alle spalle quattro ore scarse di sonno
e avendo io finito da troppe poche ore gli esami, non sono riuscita a fare di
meglio.
Vi ringrazio inoltre per le recensioni: le ho lette tutte, lo
giuro, anche se non ho avuto molto tempo per rispondere, ma prometto che per
quelle di questo capitolo mi impegnerò di più, anche perché, con gli esami ormai
alle spalle, dovrei avere un pochino di tempo libero in più, Trenord e
università permettendo ahahah
Stay tuned e non disperate, non sparisco per sempre!
Capitolo 6 *** Capitolo 4 - Scratching Backs in the Fog ***
ScratchingBacks in the Fog
Eloi mulinò le braccia e scosse una alla volta
le gambe, guardando piuttosto perplesso l’orrenda e scomodissima tuta rossa che
indossava. O meglio, che era abbastanza certo di indossare, anche se, con
quella nebbia così fitta, era impegnativo vedere anche solo la punta del
proprio naso «Mi spiegate perché
siamo stati costretti ad infilarci in queste tute?» borbottò «Sembriamo la
versione vermiglia dei minions»
«Che cos’è un minion?» chiese piuttosto perplessa Erika mentre Achille la
guardava con gli occhi spalancati «Come sarebbe a dire “cosa sono i minions”?» chiese realmente
basito «Andiamo quei cosini gialli che parlano in modo stridulo e urlano bananaaaa» Genevieve fece una smorfia tra lo scioccato e il
disgustato «Dai gli schiavetti di gru in Cattivissimo
Me!»
Leon sorrise «Tra i maghi non sono poi così popolari…ma per
rispondere ad Eloi, non so nemmeno io perché siamo
conciati così»
«Perché è la cosa
giusta da fare a meno che non vogliate finire pestati dai neri» una voce severa
fece sobbalzare i quattordici ragazzi mentre, verosimilmente, anche se con
tutta quella nebbia era difficile dirlo con certezza, Alexander li raggiungeva
«La raschiatura di metà autunno vi dice nulla?» chiese poi accendendo una
fascia luminosa che aveva sul braccio, illuminando la zona attorno a lui.
Scrutò con cipiglio arcigno le facce perplesse dei ragazzi «Immagino di no
dalle vostre espressioni» borbottò «Proviamo così: coloro che hanno in
precedenza con gli Ungari Spinati» Genevieve raddrizzò la schiena,
improvvisamente attratta da quel dettaglio: finalmente le sue conoscenze
pregresse le sarebbero tornate utili «Verso settembre gli Ungari perdono gli
aculei che però rimangono intrappolati tra le squame. Sapete dirmi perché è
indispensabile toglierli immediatamente?»
«Perché altrimenti
rischiano di infettarsi e soprattutto di far crescere storti quelli nuovi. Di
solito i draghi vengono addormentati per qualche ora, in modo da finire il
lavoro in tutta calma» rispose infatti sicura la francese, ottenendo un
grugnito d’assenso dal laird «Esatto…vedete i Neri
non hanno aculei o cose simili, ma la loro pelle è estremamente spessa e
all’inizio di novembre tendono a formarsi dei calli soprattutto in
corrispondenza della colonna vertebrale che appesantiscono i draghi e
soprattutto che rischiano di infettarsi facilmente»
Maitê ascoltava
rapita le parole dell’uomo, quando all’improvviso pensò ad una cosa: l’uomo
aveva parlato di raschiatura e probabilmente con ciò intendeva il processo per
togliere i calli dalla schiena dei neri, ma non era certo il tipo di lavoro da
fare con quel tempo, rischiando che i draghi, risvegliandosi circondati dalla
nebbia piuttosto confusi, avessero reazioni violente non riuscendo a capire
dove si trovassero esattamente. Ma soprattutto perché mai avevano dato a tutti
loro quelle tute rosse catarifrangenti.
«…per questo motivo i
calli vanno tolti» concluse nel frattempo il capoclan, mentre Arthur inarcava
un sopracciglio «Dobbiamo dunque addormentarli, dico bene?» chiese aspettandosi
una risposta affermativa, mentre alcuni ragazzi annuivano, arrotolandosi le
mani pronti al lavoro di precisione, ma Alexander sorrise maligno. Maitê aveva
un brutto presentimento «Ma anche no» disse infatti l’anziano scozzese, lasciando
i ragazzi di sale «Se addormentassimo un nero solo per grattargli dei calli
perderemmo la sua fiducia: sono creature orgogliose, non vogliono essere
manipolate eccessivamente per cose così piccole»
Matthew guardò con
orrore l’uomo: andava bene tutto, ma come diavolo si potevano togliere dei
calli a dei bestioni sputafuoco senza sedarli prima?! «Non per mettere in dubbio le sue parole» esordì
infatti «Ma non è un filino rischioso?»
Alexander gli
rivolse uno sguardo furbo «Assolutamente
no, è il modo più sicuro e meno rischioso per la salute…» gli occhi dell’uomo
brillarono «dei draghi, intendo»
Ecco, appunto.
«Le tute che
indossate hanno delle fasce luminose sulle braccia, così potrete vedervi tra di
voi, mentre i draghi non dovrebbero esserne essere troppo distratti» continuò
tranquillamente l’uomo, tirando fuori dalla sua sporran
magicamente allargata, una serie di zainetti e delle scope, mentre altri maghi
delle Ebridi li raggiungevano «Negli zainetti è contenuto un infuso di erica,
malto e altre erbe che ammorbidisce la pelle dei draghi senza infiammarla; ci
divideremo in gruppi da cinque persone, tre dovranno spruzzare la pozione sulla
schiena, e poi un adulto della riserva che sarà a capo di ogni gruppo vi farà
vedere come si raschiano via i calli usando questi guanti» detto ciò sollevò
una coppia di guanti spessi guanti che, stando alla misura, sarebbero
tranquillamente stati abbondanti allo yeti.
«Degli
inquietantemente enormi guanti per lo scrub, in pratica» borbottò non senza un
filo d’ansia Hanna, scatenando la risatina isterica di Violet. Decisamente non
si era aspettata quello come incarico per quella mattina nebbiosa! «Non
rischiamo di farci sputare fiamme addosso?» chiese dubbioso Aidan, mandando a
quel paese i suoi buoni propositi di non contraddire mai il capo MacFusty.
L’uomo si strinse
le spalle «Appena sentono la
sostanza cadergli sulla schiena provano una piacevole sensazione di sollievo,
quindi sono tendenzialmente collaborativi» quel tendenzialmente a Violet non
piaceva per nulla «Dovete stare solo attenti prima mentre volate a non infastidirli»
Maitê si sentì
sprofondare quando sentì nominare il volo: se già di norma stare in sella ad
una scopa non le piaceva, farlo sapendo di rischiare di essere arrostita era
veramente un incubo «Ehm va tutto
bene?» le chiese preoccupato Aidan, che si trovava in piedi al suo fianco,
essendosi accorto della spiacevole sfumatura verdastra che aveva assunto il bel
viso della portoghese «Non amo molto volare diciamo» borbottò la ragazza,
cercando di non suonare troppo lagnosa: era un’allevatrice di draghi per la
miseria! Non una ragazzina tutta fiocchetti e bonbon!
Arthur e Achille,
che si trovavano lì vicino le sorrisero incoraggianti «Non preoccuparti, possiamo metterci in squadra
noi quattro» le propose gentilmente il gallese mentre Aidan e Achille annuivano
convinti, facendo comparire un sorrisino sul volto di Maitê «Sto facendo la
figura dell’imbranata vero?» disse facendo una smorfia, facendo scuotere
vigorosamente il capo ad Achille «Per nulla, non si può essere bravi in tutto,
no?» commentò allegro prima di indicare se stesso «Io per esempio non sono in
grado di nuotare, infatti sto pregando affinché non ci affidino mai un incarico
nei pressi del mare del nord o di un lago, altrimenti mi vedrò costretto a fare
testamento» Arthur ridacchiò scuotendo la testa, mentre Aidan assestava una
pacca amichevole sulla spalla del suo giovane collega «In quel caso sarà Maitê
ad aiutarti: gli Azzurri delle Azzorre con cui lavora sono praticamente degli
anfibi, se non erro: sono certo che sia un’ottima nuotatrice»
Maitê sorrise,
sentendo un po’ della tensione scivolarle di dosso «Me la cavo abbastanza da poterti salvare da un
annegamento, tranquillo»
*
«Non pensate che
potrebbe cadere» borbottò leggermente preoccupata Violet, accennando con lo
sguardo a Catriona, che svolazzava come una libellula vicino al gruppetto di
ragazze «Insomma quanto peserà? Trentacinque chili? Un colpo di vento troppo
forte potrebbe farla finire in Canada»
Hanna ridacchiò
piano, scuotendo il capo «Quella
donna ha abilità che noi comuni mortali non possiamo nemmeno immaginare» Elettra
annuì con decisione «Ho come l’impressione che neanche un tornado riuscirebbe a
smuoverla» rincarò l’italiana «Anzi, probabilmente un tornado, se dovesse
vederla, si scuserebbe per averla importunata e cambierebbe strada»
Mikkel fece del suo meglio per non scoppiare a
ridere, lasciandosi però scappare un ilare colpetto di tosse, catturando l’attenzione
della scozzese «Vedo che siete belli
allegri» commentò con un sorriso «Bene così, non è il caso di agitarsi quando
si scorrazza in mezzo a dei bestioni squamati»
Violet abbassò lo
sguardo e vide un mare grigio di nebbia sotto il manico della
scopa, illuminato di tanto in tanto dai bagliori rossastri delle luci e dalle imponenti
sagome nere dei draghi: menomale che non soffriva di vertigini! «Come ci organizziamo?» chiese, distogliendo lo
sguardo per posarlo sugli occhi azzurrissimi di Catriona «Chi lascia cadere la
pozione e chi gratta? Oppure potremmo fare a turno…»
«Io, Hanna ed Elettra
lasceremo cadere la pozione: siamo le più piccole e agili, avremo certamente la
possibilità di fare un lavoro più preciso» disse con decisione l’adulta «Tu e Mikkel invece mi sembrate i più forti e stabili sulla
scopa, per cui sarebbe meglio che foste voi a raschiare» Mikkel
e Violet si scambiarono uno sguardo serio «Non preoccupatevi, vi guiderò io,
vedrete che andrà tutto benissimo» e prima che i ragazzi potessero dire
qualcosa, Catriona si lanciò verso quella che sembrava essere una grossa
dragonessa con agilità e velocità notevoli.
«Forza ragazzi,
cerchiamo di sbrigarci o la signora MacFusty ci farà mangiare la polvere» Hanna
incitò i suoi compagni, sfrecciando a sua volta sulla scia della scozzese,
mentre Elettra, con espressione ammirata borbottava «Ho appena realizzato che
da grande voglio fare la Catriona»
Mikkel e Violet, dopo aver indossato i grossi e
pesanti guanti, risero a loro volta, seguendo a distanza le tre donne, pronti a
mettersi all’opera qualora Catriona li avesse chiamati.
*
«Non so voi, ma io mi
sento offeso che abbiano messo noi in una squadra da tre con due highlander a
farci da balie» borbottò Matthew, ben attento a non farsi sentire dai due
MacFusty che volavano con il suo gruppo «Non abbiamo delle facce così
inaffidabili, per Salazar!»
Erika rise mentre
Genevieve scuoteva la testa «Credo
sia stato solo un problema numerico» cercò di essere ragionevole la studentessa
di Beauxbatons.
«Se invece la teoria
del complotto fosse quella corretta, a maggior ragione ci conviene muovere le
chiappe e fare bene il lavoro» disse decisa Erika, controllano che i guantoni
fossero allacciati bene al polso «Forza, all’opera, non so voi ma non vedo l’ora
di grattare un po’ di schiene squamate» Ne aveva avuto a sufficienza di lavori
delicati di precisione, preferiva di gran lunga quel genere di compiti, più fisici
e faticosi.
«Spero solo di non
buttare la pozione da tutte le parti» mormorò Genevieve, preoccupata di fare
una figuraccia, essendo imprecisa «Stai tranquilla, sei stata l’unica a
rispondere alla domanda sugli Ungari» Michael provò a tirarla su di morale «Ti
sei guadagnata l’immunità del vecchio Alexander per oggi»
Erika annuì mentre
i tre si spostavano più vicini ai due allevatori «Spero
solo che, per qualche strano slancio di bontà, il laird
estenda l’immunità anche a noi due che siamo in squadra con te» disse la svedese,
indicando sé e Michael «Se così non fosse possiamo sempre cercarlo di
corromperlo con le facce da cuccioli abbandonati» propose
il ragazzo «Dimmi un po’, Erika: come te la cavi con gli occhioni dolci?»
La ragazza grugnì,
scuotendo la testa «Mi spiace
deluderti, ma per quello dovrai contare solo sulle tue capacità»
Michael si strinse
le spalle «Nel caso mi
arrangerò in qualche modo»
«Io dico» li
interruppe Genevieve «Che se adesso ci mettiamo d’impegno, non avremo problemi
di alcun tipo: MacFusty è indubbiamente bravissimo con i draghi, ma nemmeno noi
siamo degli sprovveduti e sappiamo un paio di cosette sui draghi»
C’era una ragione
se avevano vinto quel concorso e si trovavano ora nelle Ebridi: non erano gli
ultimi arrivati, erano stati i migliori quattordici candidati europei. Le
capacità indubbiamente le avevano, dovevano solo dimostrare a se stessi di riuscire a cavarsela in un contesto fuori dall’ordinario.
*
Il drago emise un
verso di apprezzamento, che spinse Isobel a
grattargli con maggiore energia la schiena, sorridendo soddisfatta «Bravo laddie, vedo che
io e te andiamo d’accordo» gli disse allegra, mentre una figura le si
avvicinava «Attenta: se dovesse affezionarsi troppo a te, Greer
sarebbe gelosa» le disse con un gran sorriso Callum,
che supervisionava il lavoro dei ragazzi, che in quel momento si stavano occupando
di Forbes.
«Cercherò di tenerlo
a mente» rispose la ragazza, rimettendosi immediatamente all’opera per non
sembrare incline a distrarsi e a non lavorare sodo. Il tutto sotto lo sguardo
furbo di Eloi e Leon «Oh là là,
si respira amore nell’aria, non trovi?» disse Eloi
con un sorrisetto, senza smettere di massaggiare la schiena appena raschiata
del drago, poco lontano da dove i due scozzesi stavano parlando.
Leon annuì con un
sorrisetto furbo «Senza saperlo
siamo finiti in una puntata della versione scozzese di Love Island» disse
facendo ridere il francese «Ho come l’impressione che ne vedremo delle belle
nei prossimi tempi. Siamo tanti ragazzi circa della stessa età, costantemente
insieme, se non scoccano scintille qui è un segno del destino, che ci comunica
che moriremo soli»
«Solo che invece che
ricadere nello stereotipo dei gattari o di coloro che collezionano cani
abbandonati, noi ci circonderemo di graziosi serpentoni sputafuoco» Eloi scoppiò a ridere, seguito a ruota dal polacco «Perché essere
banali…cambiando argomento, secondo te devo grattare ancora un po’ qui o
rischio di irritare troppo la pelle?»
Leon si sporse per
guardare il punto indicatogli dal bretone «Mi
sembra bella liscia, penso che vada benissimo così»
Eloi annuì convinto «Allora mi fido e lascio stare questa parte: non
vorrei che il drago si infastidisse e ci riducesse ad un mucchietto di cenere»
commentò lanciando un’occhiata eloquente al biondo che non potè
che dargli ragione «Io non sono mai stato così ansioso con i draghi della
Riserva del Pollino»
«Anche io sono molto
più rilassato quando sono alla riserva in Bretagna» ammise Eloi
«Suppongo che dipenda dal fatto che conosco i Gallesi Verdi che scorrazzano per
la Bretagna fin da quando sono piccolo, mentre i cari Neri sono veramente una
nuova storia»
«Ci abitueremo, ne
sono certa» li interruppe Isobel, raggiungendoli «Sono
certa che quando riprenderemo le nostre vecchie routine a settembre ci
troveremo spaesati»
Leon fece un
sorrisetto «In effetti un sacco
di cose possono cambiare da qui a settembre» commentò sibillino, facendo
ridacchiare Eloi, che piuttosto palesemente gli battè il cinque, lasciando Isobel
perplessa a chiedersi e quei due fossero del tutto normali.
Questo capitolo probabilmente sarà pieno di errori di
battitura e forse anche di sintassi, ma la sessione invernale mi penzola sulla
testa come una spada di Damocle e non ho la forza di rileggerlo un’altra volta
prima di ributtarmi tra i miei calcoli mal approssimati, per cui vi chiedo in
anticipo scusa e vi prometto che prima o poi, risistemerò tutto.
Jamie non è apparsa in questo capitolo perché purtroppo la sua
autrice è sparita (non la sento più da quando mi ha consegnato la scheda) e mi
sono vista costretta, mio malgrado a eliminarla
Non aggiorno alla velocità della luce, lo avrete capito ormai,
e se mi avvisate dicendomi che per un periodo di durata x potreste mancare non
mi arrabbio (giuro!), perché davvero eliminare i personaggi è abbastanza triste
e scombussola i piani.
Passando ora a cosucce più allegre vi chiederei di cominciare
a pensare qualcosa sull’argomento ammmmmore: piano
piano state conoscendo sempre di più i vari ragazzi e mi piacerebbe che mi
deste qualche preferenza per il possibile love interest del
vostro OC. Non dovete mandarmele subito, potete anche aspettare il prossimo
capitolo, ma ovviamente prima le avrò prima vedrò di sistemare tutti quanti nel
modo migliore. Non è detto che riesca proprio ad accontentare tutti quanti, ma
vi prometto che l’agenzia matrimoniale Em&Co farà
del suo meglio. Nel capitolo con la selezione OC (il terzo) troverete le età e
gli orientamenti sessuali dei vari personaggi.
I quattordici
ragazzi si guardavano trepidanti in attesa: stavano aspettando che qualcuno
arrivasse per dargli le consegne dei compiti di quel giorno, cercando di stare
il più vicino possibile per combattere il vento gelido che batteva l’isola.
Dei passetti
affrettati li fecero voltare mentre Catriona correva verso di loro con
un’andatura decisamente sportiva per una donna della sua età «Scusatemi tanto, sono imperdonabilmente in
ritardo» tirò fuori dalla tasca un foglio, guardando i ragazzi con un sorrisino
apologetico «Guardate il lato positivo, l’arietta fresca vi avrà tonificati a
sufficienza per affrontare la giornata»
Matthew la guardò con
tanto d’occhi: arietta? Quella sottospecie di bufera asciutta arietta? Quella
donna doveva essere veramente fatta di qualche materiale estremamente
resistente. Forse avrebbe fatto bene a chiederle consigli sulla dieta, perché
quell’anziana signora era messa meglio di tutti loro messi assieme.
«Allora ci sono
davvero un sacco di cose da fare oggi e dobbiamo sbrigarci perché in questo
preciso momento Kenna, la dragonessa più permalosa che abbiamo ha una brutta
infezione ad un dente e abbiamo bisogno di aiuto per tenerla buona…Aidan, Maitê
e Genevieve, ho pensato a voi, ma se non vi dovesse andare bene possiamo
cambiare»
Genevieve cercò
con lo sguardo i due compagni in piedi vicini poco lontano che, dopo essersi
scambiati un paio di parole, la guardarono annuendo «Per noi va bene» disse alla fine, guadagnandosi
un sorriso dalla donna «Molto bene, voi tre iniziate ad andare verso il campo
ovest, quando sentirete dei versi intimidatori e un sacco di persone agitate
saprete di essere arrivati…io vi raggiungerò al più presto» la donna buttò
un’occhiata al foglio «Isobel, cara, ti dispiacerebbe
andare a vedere alla scogliera nella parte nord come se la sta cavando Callum
con Morven? Con questo vento i draghi si agitano e
non lo vedo da tre ore, perciò vorrei assicurarmi che vada tutto bene, ma se
andassi io mi manderebbe a stendere, dicendo che non è un bambino e che se la
sa cavare da solo, cosa che sono più che certa non farebbe mai con te. Per te
va bene?» Isobel rimase un attimo bloccata, sentendo
le guance andarle a fuoco.
Elettra, con un
sorrisino malizioso, la spinse in avanti «Certo che le va» disse allegra al suo
posto, guadagnandosi un’occhiata di fuoco dalla scozzese.
«Molto molto
bene…Matthew, Mikkel, Violet, Erika e Leon vorrei che
anche voi raggiungeste il campo ovest e deste una mano agli addestratori che si
occupano degli esemplari giovani: mi sembrate tutti begli attivi e sportivi e
vi assicuro che i giovani draghi hanno molte energie…Arthur, Hanna, Achille, Eloi ed Elettra, stesso compito del gruppo precedente, ma
vi pregherei di andare nel campo sud…il vento è più forte purtroppo in
quell’area, ma avrete la possibilità di conoscere dei draghi che non avete
ancora incontrato»
Achille guardò con
un sorrisetto Arthur «Confessa, tu,
Aidan e Maite avete corrotto Catriona per fare in
modo che io finissi sempre con uno di voi tre, i miei autoprofessati
babysitter?» il gallese ridacchiò scuotendo il capo «Non mi permetterei mai di
cercare di corrompere Catriona» Achille annuì, mentre il gruppetto si
incamminava rimuginando sulle parole di Arthur. No, nessuno avrebbe mai tentato
di corrompere Catriona, l’aura di rispetto che la circondava era troppo
potente, ma allora…
L’italiano sbuffò «Devo fare una bella chiacchierata con Greer» e,
a giudicare dalla risata di Arthur ci aveva preso.
*
Kenna ruggì con
ferocia sputando un potente getto di fuoco, costringendo il veterinario magico,
che in equilibrio precario su una scopa cercava di controllarle la bocca, e il
resto degli allevatori a buttarsi fuori dalla traiettoria per evitare di
rimanere seriamente ustionati.
«Sta andando anche
peggio di quanto pensassi» borbottò Genevieve, accettando l’aiuto di Maitê per
rimettersi in piedi «Spero solo che il sedativo faccia effetto in fretta, prima
che qualcuno di noi rimanga arrostito»
La portoghese si
morse il labbro, guardando con un misto di paura e pena la dragonessa che si
dimenava «Per quanto non ci
abbia quasi uccisi tutti, devo ammettere che mi fa davvero pena» mormorò,
affrettandosi a tornare a posizionarsi a fianco del drago «Per comportarsi in
questo modo il dolore deve essere davvero forte»
«Il padre di Greer e
Callum ha detto che, per quello che è riuscito a vedere mentre era in volo,
sembrava avere un ascesso di dimensioni non indifferenti» Aidan raggiunse le
due ragazze, i capelli chiari completamente pieni di fuliggine «Tra l’altro
avete visto che roba il signor MacFusty? Io non credo sarei andato ad osservare
la bocca di un drago imbestialito e non ancora sedato stando a cavallo di una
scopa»
Maitê sorrise,
aprendo le braccia «Indovina un po’? Nemmeno io, neanche per tutto l’oro del
mondo» il ragazzo rise, ricordando bene quello che era successo un paio di
settimane prima, quando lui, Arthur e Achille avevano dovuto tranquillizzare la
ragazza, che non aveva un buon rapporto con le scope.
«Io mi sto chiedendo
perché mai abbia accettato di fare questa cosa» borbottò Genevieve, alzando la
bacchetta ed evocando uno potente scudo, dopo che Catriona ebbe dato il segnale
al gruppo «Non so cosa darei per essere ad occuparmi dei draghi più giovani»
«Non ne sono così
convinta, sai» le rispose Maitê, senza perdere il contatto visivo con la punta
della bacchetta, dalla quale fuoriusciva lo scudo «Nel giro di pochi minuti
Kenna sarà calma, mentre i draghi giovani sono estremamente…energici»
Aidan rise «Sono come dei bambini troppo cresciuti, peccato
che non riescano a capire la sostanziale differenza di taglie che c’è tra noi e
loro»
Genevieve gli
lanciò uno sguardo furbo «Parli
per esperienza personale?»
«Un simpatico drago
di neanche un anno e mezzo potrebbe effettivamente avermi lanciato in aria come
se fossi una pallina una volta» Maitê e Genevieve non ce la fecero proprio a
trattenere le risate «Grazie mille per la comprensione ragazze, eh. Fa davvero
piacere sapere che uno dei peggiori traumi che ho subito nella mia carriera da
addestratori vi faccia tanto ridere!»
*
Elettra guardò
trattenendo a stento le risate Eloi, che a pochi
metri di distanza stava letteralmente lottando a mani con un drago grande circa
il triplo di lui «Non riesco a capire se si stia divertendo o se quei versi che
sento siano dei rantoli di aiuto?»
Hanna si sporse
oltre il dorso di Ninian, anche stava coccolando in attesa che finisse di
mangiare «Non mi sembra in
imminente pericolo di vita» commentò tranquilla, tornando ad accarezza il giovane
Nero «Poi sembrava molto convinto quando ha affermato ci ha detto che voleva
andare a giocare con quel drago piuttosto vivace» Elettra si strinse le spalle,
decidendo di ascoltare Hanna e di non preoccuparsi troppo: in fondo quando Eloi aveva affermato di voler fare un po’ di moto giocando
con il drago sembrava molto convinto di quello che stava per fare.
«Arthur…Arthur…AHIA
MANNAGGIA AL DEMONIO» Achille lanciò uno strillo alla destra delle ragazze:
quando le due si voltarono videro l’italiano sdraiato per terra con il giovane
Ambros seduto su di lui che si guardava intorno spaesato, come a chiedersi dove
fosse finito quel simpatico addestratore che stava strapazzando fino a poco
prima «Arthur ti prego levami questo gigantesco culo dalla cassa toracica»
rantolò l’italiano.
«Ci sto provando, lo
giuro…hey Ambros, guarda bello, guarda cos’ho qui,
vuoi giocare?» il gallese cercò di sbracciarsi, facendo roteare a mo’ di lazo
una corda con attaccato un furetto imbalsamato all’estremità, ma il drago
sembrava più interessato a ritrovare l’addestratore che mancava all’appello,
guardandosi intorno con evidente preoccupazione sul suo volto scuro e squamoso.
Hanna sospirò
scuotendo la testa «Ho come
l’impressione che ci convenga intervenire» disse lanciando un’occhiata ad
Elettra, che annuì «Io vado a vedere se con un pezzo di carne riesco a
distrarre Ambros e a salvare le costole di Achille, mentre tu potresti
controllare che il match tra Eloi Balboa e Forbes
Drago non finisca in un bagno di sangue»
Elettra sospirò «Siamo finite con i matti…» la bolognese si
avvicinò al francese e all’ipercinetico Forbes e, quando riuscì a mettere a
fuoco con chiarezza la situazione, scoppiò a ridere senza riuscire a fermarsi:
Forbes, che fino a pochi secondi prima stava rotolando nell’erba come un kebab,
si fermò, tirandosi su per capire da dove provenisse il rumore, con Eloi, che aveva le gambe incrociate attorno al suo collo,
che gli penzolava sulla pancia come un buffo ciondolo umano.
Il ragazzo mosse un
braccio in segno di saluto «Hey Elettra…sei Elettra vero? O siete in due? Mi
gira un po’ la testa e non riesco a capire bene»
«Come cavolo sei
finito in quella posizione» chiese la ragazza quando fu in grado di articolare
una frase.
Eloi si tirò leggermente su, facendo uno sforzo
non indifferente di addominali ed incrociò lo sguardo allegro di Forbes «Questa è una bella domanda…ricordo che stavo
cercando di mostrare a Forbes una mossa di arti marziali, ma poi lui ha
iniziato a rotolare senza darmi il tempo di finire» rispose poi tornando di
nuovo a penzolare a testa in giù «Ma al momento ciò che mi preoccupa di più è
come scendere da qui senza rompermi l’osso del collo»
«Chissà come mai non
fatico a crederlo» Elettra alzò gli occhi al cielo, avvicinandosi ai due
svitati, drago e umano «Menomale che non ti hanno dato come compito quello che
aveva a che fare con la bocca del drago, altrimenti saresti rimasto impalato in
un dente»
«Cosa non si fa per
la scienza»
«Sono finita nella
più assurda gabbia di matti che abbia mai visto…e considerando da che famiglia
provengo fidati, non è dire poco!»
*
Isobel si arrampicò con agilità sulla roccia e,
seguendo il suono di una voce piuttosto famigliare, si sporse all’interno di
una caverna piuttosto grande, che si sviluppava dentro la scogliera.
Anche nella
penombra riconobbe la sagoma di Callum e quella di un drago abbastanza piccolo,
considerando le dimensioni standard dei Neri delle Ebridi.
Entrò nella
caverna cercando di fare il meno rumore possibile, ma evidentemente il suo
passo non fu abbastanza leggero da sfuggire al ragazzo «Greer quante volte ti ho detto di non ficcare il
naso?» disse senza nemmeno voltarsi «Dì alla mamma, alla nonna o a chiunque ti
abbia mandata che non sono in imminente pericolo di vita e che sarò a casa in
tempo per la sacra cena di famiglia»
Isobel sentì le guance andarle a fuoco e fu
seriamente tentata di andarsene senza dire una parola «Ehm…non sono Greer…» disse poi con un filo di
voce, che però risuonò chiaramente tra le mura rocciose della caverna, facendo
voltare il ragazzo piuttosto sorpreso «Mi spiace di averti disturbato, io vado
via subito…»
«No aspetta» Isobelbattè un paio di volte le
palpebre stupita mentre il ragazzo le si avvicinava con un mezzo sorrisetto «Mi
spiace che ti abbiano mandato fin qui a controllare, so che camminare su quelle
rocce a strapiombo sul mare non è il massimo, soprattutto con questo
vento…fermati almeno un attimo a questo punto…ti faccio conoscere Morven?»
Sebbene fosse
consapevole di starsi creando una serie non indifferente di castelli mentali, Isobel non riuscì a non sentirsi onorata per quella
proposta «Certo…è il tuo
drago?» chiese seguendolo verso la sagoma sul fondo della caverna
«Non credo si possa
definire mio…sai, i draghi sono piuttosto indipendenti, appartengono solo a se stessi» spiegò il ragazzo citando le parole che aveva
sentito ripetere almeno mille volte da suo nonno «Si può però dire che sono uno
dei pochi umani di cui si fidi…Morven…hai visite
oggi»
Isobel trattenne il fiato quando la dragonessa,
spalancando le palpebre, rivelò dei bellissimi occhi eterocromatici, uno rosso
sangue, con un’ampia pupilla e uno azzurro con una pupilla strettissima «Wow» sussurrò estasiata «Non avevo mai visto un
drago con degli occhi simili!» Callum sorrise, accarezzando la testa del drago
«L’eterocromia è rarissima nei draghi…sia io che gli altri pensiamo che sia
questa la ragione per il quale sia stata abbandonata»
Isobel lo guardò stupita «Abbandonata dai draghi della riserva?»
Il moro scosse la
testa «No, non era uno dei
nostri cuccioli: l’ho trovata quando aveva poco più di un mese in condizioni
pietose sulla spiaggia qui sotto. Non abbiamo mai capito se qualche imbecille
estraneo sia riuscito ad abbandonarla sulle nostre coste oppure se si sia
allontanata da un piccolo branco che si trova su un’altra isola…ci sono alcune
famiglie di Neri nelle altre isole scozzesi, ma sono selvatici, è difficile
censirli e controllarli»
Isobel osservò con attenzione il drago, che
sembrò restituirle uno sguardo indagatore «Poverina…è
davvero molto bella, piuttosto minuta, ma davvero bella» disse infine con un
grande sorriso, che fu subito ricambiato dal ragazzo «Lo penso anche io…vorrei
portarla alla riserva insieme agli altri draghi, ma è ancora abbastanza debole
e soprattutto non ama gli estranei. Vorrei essere certo che si fidi al cento
percento di me prima di introdurla al resto del branco»
«Io credo che tu sia
a buon punto» rispose Isobel con sincerità «Si fa
accarezzare da te più di quanto non si faccia accarezzare da me il mio gatto»
Callum rise «Creature infide i gatti…molto meglio i draghi»
commentò allegro «Vuoi provare ad accarezzarla?»
Incoraggiata dal
ragazzo, Isobel allungò titubante la mano verso la
fronte del drago, per poi ritrarla subito quando Morven
sbuffò «Non preoccuparti,
non è sulla difensiva, lo sento, fidati. Puoi riprovare se vuoi» la ragazza,
dopo aver preso un profondo respiro, provò a riavvicinare la mano al muso del
drago che, questa volta, non sbuffò, ma seguì con attenzione i movimenti di Isobel. Dopo qualche secondo che la mano della scozzese era
appoggiata sul suo muso, il drago chiuse gli occhi e Isobel
si rasserenò, avendo intuito che il drago si fosse rilassato.
*
Dopo aver emesso
un verso gutturale, Matthew si lasciò cadere di faccia sul letto «Merlino, Morgana e i quattro Fondatori»
bofonchiò con la faccia sepolta nel cuscino «Non c’è un singolo muscolo del mio
corpo che non mi faccia un male cane»
Mikkel, seduto sul suo letto intento a fissare il
vuoto con i capelli tutti spettinati annuì «Non
ho mai fatto così fatica in vita mia a stare dietro a qualcosa…quando parlavano
di stare dietro a giovani draghi vivaci non pensavo intendessero correre dietro
per sette ore a degli hooligans fomentati dal vento»
«Secondo me ci stanno
affidando apposta i compiti più massacranti» Matthew si girò sulla schiena,
sfregandosi il volto con le mani «Credo che avessero voglia di farsi nove mesi
un po’ più leggero così hanno indetto un concorso per cercare degli schiavetti»
«A giudicare dalle
ore in cui rincasano la maggior parte dei MacFusty penso che quello che abbiamo
fatto oggi non sia nulla…»
«Cosa mangiano per
avere così tanta energia?»
Mikkel si strinse le spalle «Probabilmente è l’haggis»
commentò «Quella sbobba rivoltante deve contenere un po’ di tutto,
probabilmente anche degli eccitanti illegali»
Matthew balzò in
piedi con ritrovata energia «Allora
in piedi!»
Mikkel guardò stranito il compagno di stanza «Senti se c’è anche una sola possibilità che l’haggis sia la ragione della vitalità di questi isolani,
voglio mangiarne un po’» disse con decisione Mike, facendo scoppiare a ridere
il danese «E poi tutto quel movimento mi ha fatto venire una fame assurda che
mi fa addirittura passare oltre il disgusto per le interiora di pecora»
*
Violet si servì
una generosa dose di patate al forno sotto lo sguardo imbronciato di Leon «Perché le hai finite tutte? Anche io volevo le
patate al forno» borbottò risentito il ragazzo mentre la ragazza cominciava a
mangiarle con calma studiata, mugugnando in segno di apprezzamento «Mmmm, sono deliziose»
«Sei perfida! Non
posso credere che dopo che questo pomeriggio abbiamo condiviso una sfiancante
sessione di allenamento con dei draghi ipercinetici come personal trainer, tu
ora mi stia negando una piccola razione di patate»
Le sopracciglia
scure di Violet scattarono in aria «Sai,
queste tattiche non attaccano come me» commentò puntando verso il ragazzo la
forchetta «Ho un fratello gemello, so perfettamente come fare per evitare di
farmi rubare il cibo che mi piace»
Erika alzò gli
occhi al cielo nel sentire il battibecco e fece levitare alcune delle sue
patate al forno nel piatto di Leon «Mangia
le patate e fai il bravo…dopo questa giornata massacrante non ho veramente idea
di come riusciate a trovare la forza di litigare»
«Il cibo viene prima
di tutto» bofonchiò Leon tra un boccone e l’altro, mentre Violet annuiva con
convinzione «In più ho creduto più di una volta che sarei morta per mancanza di
forze: quando Lilybet
è scappata giù per la collina e le sono dovuta correre dietro mi sembrava di
avere un principio di infarto»
Erika sospirò «Uno
dei tanti motivi per cui preferisco lavorare con i draghi adulti» la svedese si
fermò un attimo, prima di stringersi le spalle «C’è da dire però che sto
facendo un bel po’ di attività fisica, il che non è affatto male»
Violet si
massaggiò la pancia «Per me è un grande
cambiamento, rispetto al rimanere ore e ore dietro un bancone…ma di certo non
mi lamento»
Erika guardò con
un sorriso l’inglese «Tornare al
negozio dopo questi mesi sarà impossibile per te» commentò allegra.
«Io spero di non doverci
tornare»
«Vedrai che finirai
in una bella riserva» la rassicurò la svedese «Magari verrai in quella svedese
dove lavoro io!»
Leon sbuffò «Lascia perdere la Scandinavia, fai come me,
spostati a sud: il tempo è migliore e ci sono comunque un sacco di allegri draghi
a cui badare»
Oggi la storia è ancora più
delirante del solito, sarà l’effetto sessione invernale. Potrei avere fatto un
pasticcio, più avanti la ricontrollerò con calma giuro e sistemerò gli errori,
ma adesso me ne torno a studiare.
Mi scuso ancora per l’attesa e vi
ringrazio per le recensioni sempre tempestive da parte di tutti voi! Non potrei
davvero essere più felice, mi date un sacco di soddisfazione e spero di avere
presto il tempo per ripagarvi con la tempestività che meritate.
Achille era
rannicchiato in posizione fetale all’interno della barca, ben stretto nel giubbotto
salvagente e avvolto in una coperta che gli copriva gli occhi, a suo dire un
ottimo modo per non vedere cosa stesse accadendo intorno a lui.
Maitê lo guardò
intenerita e preoccupata allo stesso tempo «Achille
so di sembrarti retorica, ma davvero, sarebbe meglio se tu ti togliessi quella
coperta» disse con apprensione «Respirare correttamente non può che giovare al
tuo mal di mare»
Da sotto la
coperta di lana si sentì un verso gutturale «Meno
vedo meglio sto» borbottò Achille e, nonostante non potesse vederlo, Aidan era
abbastanza certo di poter affermare, dal suono della voce dell’italiano, che
dovesse avere un colorito verdognolo decisamente poco sano.
La porta della
cabina si spalancò ed entrò una figura avvolta in un impermeabile corto
catarifrangente «Consiglio
spassionato, portate le vostre chiappette fuori,
all’aria aperta si respira decisamente meglio» Greer avanzò saltellando verso
il terzetto, con le lunghe trecce scure che le rimbalzavano sull’impermeabile e
per poco non scoppiò a ridere quando intuì che fosse rintanato sotto la coperta
«Hey Achille! Fatto il testamento?»
Aidan rise di
cuore mentre al suo fianco Maitê si stava sforzando di non fare altrettanto per
non offendere Achille e l’italiano tirò fuori la mano destra dell’involucro in
cui si era nascosto per fare il dito medio a Greer «Oh, bene, un braccio è uscito, vuol dire che il
bozzolo si sta schiudendo!» disse con allegria Greer «Maitê, Aidan uscite
fuori, qui dentro c’è una puzza di chiuso disgusto, al nostro fifone ci penso
io» a giudicare dalla luce malefica negli occhi della scozzese, Maitê fu
seriamente tentata di rimanere a controllare, ma non ne poteva più di starsene
al chiuso, soprattutto non quando fuori la giornata era così limpida e battuta
dal vento fresco «Cercate solo di non finire fuori bordo» Aidan sospirò
scuotendo il capo, facendo poi cenno a Maitê di precederlo fuori dalla cabina.
«Credi che sia saggio
lasciare quei due in uno spazio così piccolo?» chiese Maitê non appena furono
fuori, inspirando poi a pieni polmoni l’aria salmastra «Sappiamo tutti che sono
i più…come dire…vivaci del gruppo»
Aidan si strinse
le spalle «Appunto per questo
credo che se ci sia qualcuno in grado di trascinare fuori da quella minuscola
cabina Achille, quella persona sicuramente è Greer…certo potrebbero finire
entrambi fuori bordo, ma presumo sia un rischio che valga la pena di correre»
Maitê alzò gli
occhi al cielo «Sarà meglio che mi
cerchi anche io un giubbotto salvagente, nel caso in cui si renda necessario
salvare qualcuno»
Aidan la guardò
con tanto d’occhi «Seriamente ti
butteresti lì sotto?» chiese indicando il mare grigio scuro oltre la ringhiera
«Deve essere gelido, soprattutto in questa stagione!»
«E’ da quando sono
arrivata che bramo di farmi un bagno in mare aperto nell’Oceano Atlantico
settentrionale» disse con semplicità Maitê «Spero davvero che ne avrò la
possibilità»
Un tonfo fece voltare
entrambi «…no…molla la mia coperta!»
«Non fare il
coniglio!»
«Io là fuori non
esco!»
«L’hai voluto tu…levicorpus»
Maite e Aidan strizzarono gli occhi, nell’udire
uno schiocco deciso «AHIA! Che
craniata…sei pazza Greer? Il soffitto sarà alto neanche due metri!»
«Colpa tua, fuori non
avresti di certo sbattuto la testa!»
«Violenta!»
«Fifone!»
Aidan sospirò «Se ci spostassimo più avanti a poppa?» chiese
alla fine alla portoghese, dato che il battibecco tra i due occupanti della
cabina non sembrava essere destinato a finire in breve «Direi che è un’ottima
idea!»
*
La barca si
avvicinò alle coste rocciose di Boreray, ondeggiando
con forza sospinta dalla corrente, al punto che Hanna, così minuta, temette
seriamente che sarebbe volata fuoribordo se non fosse stato per il tempestivo
intervento di Elettra e Violet che la agguantarono per un braccio.
Maisie, la madre di Greer e Callum, nonché il timoniere
della vecchia nave, lanciò un incantesimo, assicurando la barca ad uno sperone
di roccia «Callum cerca di
renderti utile e vai a riva, ho bisogno che lanci un paio di incantesimi nella
mia direzione» per quanto gli spiacesse lasciare Isobel,
con la quale aveva chiacchierato per tutto viaggio, il ragazzo obbedì in fretta
agli ordini della madre, ben conscio del fatto che, se avesse anche solo
impiegato troppo tempo ad eseguire il compito che gli era stato affidato, la
donna sarebbe stata capace di spedirlo in acqua senza tante cerimonie.
Quando fu certa
che la barca fosse ben salda, Maisie si rivolse ai
giovani allevatori «Quando sarete
sbarcati tutti me ne ritornerò al villaggio, ma tornerò a prendervi verso le
quattro e mezza questo pomeriggio. Mi raccomando, a meno che non si tratti di
una vera emergenza non cercate di smaterializzarvi né di improvvisare
passaporte, perché se qualcosa dovesse andare storto finiremmo per cercarvi con
la rete da pesca nell’Oceano. Nel caso in cui dovesse esserci una vera
emergenza rivolgetevi ai fratelli MacLeod che vi
faranno da guide oggi: loro sapranno di certo cosa fare» la donna fece una
pausa mentre sul suo volto si apriva un caldo sorriso «Vi auguro una buona
giornata, cercate di divertirvi senza fare nulla di avventato»
Greer stampò un
bacio sulla guancia della madre, prima di saltellare giù dalla barca
trascinandosi dietro Achille con ancora indosso il giubbotto salvagente «Tu sei fin troppo eccitata per questa gita»
borbottò l’italiano, cercando di fare attenzione a dove metteva i piedi «Non mi
lasciano quasi mai venire qui» rispose Greer allegra mentre Callum sbuffava
«Forse perché quando avevi dieci anni e volevi vedere se il vento fosse abbastanza forte da sorreggerti ti sei
letteralmente buttata dalla scogliera» commentò ironico, facendo spalancare gli
occhi con orrore ad Achille «Curiosità scientifica» Greer si strinse le spalle
«E poi sono finita in acqua e non mi sono fatta nulla, è la mamma che ha dato
di matto che ha esagerato a bandirmi»
«Ho appena deciso che
non ti voglio più come mia guida» borbottò Achille, per poi in verità seguirla
in fretta.
Mentre Callum
aiutava Isobel, indicandole su quale delle appuntite
rocce dovesse mettere i piedi, Arthur, che era sbarcato con un salto, allungò
la mano sinistra per aiutare Erika, che stava superando la ringhiera proprio in
quel momento, la quale accettò con un sorriso l’aiuto «Scavalcare ringhiere e palizzate è più semplice
quando il terreno sotto di te non dondola» commentò la ragazza ridendo «E
soprattutto quando non rischi di finire come uno spiedino su quella roccia
sotto di te» fece notare Arthur, ridendo poi dell’espressione della ragazza,
quando guardò il panorama sotto i suoi piedi «Una vista affascinante non c’è
che dire» borbottò Erika, scuotendo la testa e spingendosi con la gamba
sinistra per avere maggiore slancio.
Quando la svedese
ebbe i piedi saldi a terra i due sciolsero la presa delle mani e Arthur si
irrigidì. Erika lo guardò perplessa, prima di posare gli occhi sulla mano del
ragazzo, notando che gli mancava buona parte dell’indici; e dire che non ci
aveva mai fatto caso, nemmeno quando gli aveva stretto la mano. Arthur si
affrettò a ritirare la mano imbarazzato, evitando con cura lo sguardo della
ragazza «Grazie dell’aiuto»
gli disse con sincerità Erika e, dopo avergli fatto l’occhiolino, lo superò,
cominciando a risalire le rocce con la velocità e la sicurezza di uno
stambecco.
Il gallese non riuscì
ad evitare di sorridere e si prese qualche secondo per osservare la ragazza
arrampicarsi, prima di infilare svelto la mano sinistra in tasca e tornare ad
aiutare gli altri.
*
Elettra si strinse
meglio nel piumino, calandosi con forza la cuffia sui capelli scuri «Quest’isola sarà larga sette metri» borbottò
incrociando le braccia e cercando di camminare i più in fretta possibile dietro
ai fratelli MacLeod, che stavano impartendo
spiegazioni agli allevatori «Basterebbe un filo di vento per farci volare tutti
in acqua…e poi si gela qui, questo stupido sole non serve a nulla, inganna e
basta»
Eloi, in piedi di fianco a lei iniziò a
srotolarsi la sciarpa dal collo, per poi porgerla alla ragazza «Rimettitela subito, pazzo!» Elettra guardò il
bretone e la sua giacca leggera con orrore «Ti prenderai un accidenti!»
Eloi guardò la ragazza stupito e leggermente offeso
«Io non freddo, mentre tu dicevi di stare gelando!»
«Ma non volevo che
rischiassi di ammalarti!» vedendo però che il ragazzo continuava a mantenere la
sua espressione offesa, Elettra sospirò, finendo per arrotolatasi la sciarpa
intorno al collo «Sappi che se ti dovessi ammalare mi sentirò in dovere di
curarti e ti assicuro che so essere una vera tiranna quando voglio»
Il bretone rise,
osservando la ragazza seppellire la faccia nella sciarpa scura «Davvero?» chiese senza nascondere un filo
d’ironia nella voce, che gli costò un’occhiata assassina «Ho due sorelle e tre
fratelli, so come fare a farmi ascoltare» rispose secca Elettra lasciandolo
stupefatto «Siete in sei?»
«Nove se conti anche
i miei genitori e mia nonna…ma alle riunioni di famiglia finiamo sempre per
essere molti di più» Elettra meditò per un secondo prima di scuotere il capo
«Non so quanti esattamente, ogni volta spuntano nuovi cugini o zii di cui
ignoravo l’esistenza. Tu invece non hai una famiglia molto numerosa?»
Eloi si rabbuiò, facendo immediatamente pentire
Elettra di aver parlato «No,
direi di no…»
Poco lontano Hanna
saltellava dietro alle guide, appuntando con precisione ogni parola uscisse
dalle loro bocche, bloccandosi poi improvvisamente quando non riuscì a capire
cosa avesse detto il maggiore dei due fratelli; si voltò con espressione
smarrita verso Violet che le restituì il medesimo sguardo perplesso «Anche tu non hai capito quella specie di
rantolo, vero?» chiese l’inglese, sospirando quando Hanna annuì «Vabbè, io
sugli appunti scrivo rantolo,
suppongo che prima o poi capirò cosa intendessero»
«Se non ho capito
male adesso ci portano dal rantolo»
disse Hanna, rileggendo velocemente la pagina di quaderno «Secondo te cosa
potrebbe esserci in questo posto? È disabitata e per ora non ho nemmeno visto
dei draghi»
«Non credo che un
nero avrebbe lo spazio necessario di muoversi, figuriamoci un gruppo…e i Neri
sono animali da branco» Violet fece per aggiungere qualcosa, ma fu interrotta
da fratelli MacLeod, che comunicarono ad alta voce ai
ragazzi che sarebbero dovuti scendere sulla scogliera per un pezzo, procedendo
con cautela in fila indiana, tenendosi al corrimano che avrebbero trovato
attaccato alla parete.
Violet mosse un
passo incerto sulla roccia scura a strapiombo sul mare, guardando con aria
critica il corrimano che sembrava essere fatto di stoffa «Ma questo affare reggerà?» borbottò preoccupata,
guadagnandosi un’occhiataccia dai due uomini che la precedevano «E’ lana delle
pecore Vello d’Oro delle Shetland»(1)
le rispose uno dei due secco, come se quella fosse una garanzia sufficiente
della qualità del materiale.
Hanna dietro di
lei fece del suo meglio per non ridere «Non
ci resta che sperare che quelle pecore siano belle toste, mi sa»
*
Genevieve si coprì
gli occhi chiari con una mano, leggermente abbagliata dal riverbero argenteo
che illuminava l’intera grotta; che poi, definire quel posto grotta era
estremamente riduttivo, considerate le sue dimensioni considerevoli, finendo
quasi addosso a Mikkel, che a sua volta si guardava
intorno interessato «Per la prima
volta da quando sono qui, temo seriamente che potrei scottarmi in questo posto»
commentò il ragazzo con un sorriso, prima di rivolgersi alla francese, che si
stava massaggiando gli occhi chiari, cercando di farli abituare a quello strano
posto «Che cos’è quel materiale che ricopre le pareti? Ero troppo indietro e
non ho sentito la spiegazione…potrebbe essere acciaio?» le chiese lo svedese.
«Non credo, hanno
detto che è resistente al fuoco dei draghi e l’acciaio da quello che ne so non
lo è» la ragazza, si mordicchiò il labbro riflettendo «Potrebbe essere, a
giudicare dal colore dello zinco…ho sentito che è in grado di contrastare il
fuoco di alcune specie di draghi»
Mikkel la guardò stupito «Non ne avevo idea…non credo che funzioni con i Grugnocorto…»
«Nemmeno con gli
Spinati se è per questo, ma ogni razza è quasi un mondo a parte» Genevieve rise
ripensando alla riserva nella quale lavorava «A volte è strano non dovermi
preoccupare di accarezzare un drago senza correre il rischio che uno degli
aculei mi mozzi la mano, anche se la stazza dei draghi delle Ebridi è veramente
impressionante»
«Io ero abituato
esclusivamente ai cuccioli di Grugnocorto, pensa un
po’» disse Mikkel con leggerezza «Ogni specie è
veramente un mondo a parte»
Genevieve annuì «Decisamente…da un lato è terrificante, perché
arrivi con la convinzione di essere esperto in un determinato campo e alla fine
rimani fregato» la ragazza fece una pausa, riflettendo «Anche se suppongo che
imparare qualcosa di completamente nuovo potrebbe rendermi capace di fare un
salto di qualità anche quando tornerò in Ungheria, o almeno è quello che spera»
«Una cosa è certa»
disse Mikkel allegro «In Svezia non dovranno nemmeno
provarci a confinarmi dalla mattina alla sera nella nursery!»
*
Matthew guardava
con interesse lo spazio intorno a lui, camminando con il naso per aria e le
braccia incrociate dietro alla schiena «Sostanzialmente
questa era una specie di scuola per i Neri delle Ebridi» mormorò, osservando le
bruciature brune sulle pareti «Sembra assurdo che quei bestioni riuscissero a
vivere in un posto così piccolo»
Leon si spostò un
ciuffo di capelli da davanti agli occhi «Magari
all’epoca erano più piccoli, ogni tanto capita che nei secoli gli animali si
modifichino» ipotizzò stringendosi le spalle «L’highlander scorbutico laggiù ha
detto che quest’isolotto è stato abbandonato quando i Neri hanno capito che
l’isola dei MacFusty era un posto più confortevole in cui vivere»
«Da quanti secoli i
MacFusty si prendono cura di loro?»
«Milletrecento anni?»
Leon fece un sorrisino «Secolo più secolo meno»
Matthew gli
rispose con un ghigno «E da quanto
secondo te il caro laird è il capo della brigata?»
Leon ci pensò su
«Millequattrocento, è stato lui stesso a portare di peso tutto il suo popolo
attraverso l’oceano in quel buco di culo di isola e dopo un secolo di
trattative ha convinto i Neri a venire da loro»
«No, ti sbagli,
secondo me in principio è stata la signora MacFusty» declamò Matthew solenne
«Deve essere stata lei a creare tutto, i Neri, l’isola, probabilmente il mondo
intero»
«E la ricetta
originale di quei biscotti burrosissimi…non
dimenticarti di quei biscotti» Leon sospirò, pensando a quelle piccole delizie
che la donna sfornava in quantità industriali non era dato ben sapere quando,
dato che passava il novanta percento della giornata con i draghi
«Lasciando perdere
per un attimo la signora e padrona del mondo, credi che sia sicuro rimanere qui
dentro?» chiese Matthew improvvisamente dubbioso «Se uno dei draghi dovesse
decidere di fare una scampagnata ed entrasse qui dentro sputando fuoco, la
caverna diventerebbe un forno e noi finiremmo abbrustoliti»
«Che morte gloriosa,
stracotti come delle pagnotte nel forno…di certo verremmo menzionati nei libri
di magizoologia» dall’espressione di Leon sembrava
quasi che la cosa non gli dispiacesse troppo «E potremmo far diventare
quest’isola il luogo più infestato del mondo»
«Perché questa cosa
inquietante ha un retrogusto decisamente epico?»
(1)Le pecore dal Vello d’Oro sono un’invenzione di AdhoMu. Per maggior info consiglio vivamente la lettura di Appuntamento al Buio…Pesto Peruviano!
Ebbene sì, sono tornata non ancora in grande stile, ma
prometto che da fine febbraio sarò più sveglia e performante e riguarderò tutti
i capitoli scritti in questo periodo buio di studio intenso, sistemandoli e
correggendoli come si deve.
Dunque, dato che, come me, la maggior parte di voi aveva idee
estremante confuse sulle possibili coppie e vi giuro che praticamente nessuno
di voi mi ha indicato gli stessi appaiamenti, ho giocato un po’ di creatività
in questo capitolo, facendo interagire alcune coppiette parzialmente a caso per
sperimentare un po’. Non c’è assolutamente nulla di definitivo, ma mi piacerebbe
avere un vostro feedback su cosa ne pensate e non fatevi problemi a bocciarmi
delle idee perché ripeto, sto brancolando anche io nel buio. Se poi vi andasse
di mandarmi un mp perché non avete voglia di scrivere sulla pubblica piazza Tizio o Caio mi stanno antipatici non li
voglio insieme al mio personaggio siete invitati a farlo senza alcuna
remora, davvero, non mi offendo. In generale, se voleste mandarmi o anche
rimandarmi un mp con le preferenze per il vostro oc le leggerò volentieri.