Sucking blood di mikamey (/viewuser.php?uid=43996)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La via per il patibolo ***
Capitolo 2: *** Strani incontri ***
Capitolo 3: *** Colpo di fulmine ***
Capitolo 4: *** Non tutti i mali vengon per nuocere ***
Capitolo 1 *** La via per il patibolo ***
avviso
Percorro lentamente la via, trafficata di macchine e autobus, su un
piccolo marciapiede grigio. Un fastidioso senso di angoscia, opprime il
mio petto costringendomi ad una postura poco corretta, quasi curva.
Avverto il battito del mio cuore leggermente accelerato, mentre una
strana confusione offusca la mia mente; ma perché è
dovuto capitare proprio a me???
Scorgo la meta del mio pellegrinare alla fine della via e,
inconsciamente, il mio procedere diventa più lento e stentato.
Mi soffermo a guardare i fiori posti alle finestre delle case,
l’interno delle macchine posteggiate davanti a me, seguo il
girovagare annoiato di un gatto; ma, inesorabilmente, il mio tragitto
diventa sempre più corto.
Sono quasi davanti all’edificio quando avverto una voce chiamarmi
-Signorina! Signorina!! Per favore può tenermi quel posto? Sia
gentile il tempo di fare il giro con la macchina, sono in ritardo ed
è il primo buco libero che trovo dopo cinque giri per le
traverse vicine!
Annuisco, quasi sollevata, per quella provvidenziale opportunità di ritardare ancora la tortura, quell’atto barbarico e subdolo, conosciuto ai più come prelievo di sangue.
Aspetto paziente il ragazzo dalla macchina nera, informando i vari
“pretendenti al posto” che il parcheggio è
già stato prenotato. La metà di loro mi ha apertamente
inveito contro, l’altra metà invece ha borbottato
sommessamente qualche improperio immergendosi speranzosi in altre
vie alla ricerca di qualche angolino per la loro macchina.
Guardo disorientata l’orologio notando che, sebbene siano passati
svariati minuti, quel ragazzo non si è ancora fatto vedere.
Inizio a pensare che abbia trovato parcheggio altrove e mi abbia
lasciato lì ad accumulare karma negativo
e maledizioni varie mentre lui, è già comodamente seduto
alla sua scrivania, a godersi la sua meravigliosa giornata di lavoro
quando lo vedo arrivare sorridente e parcheggiare in maniera perfetta
la sua auto.
-Leggiadra fanciulla le sono infinitamente grato! Mi permetta di
scortarla ovunque debba andare, sarò il suo cavaliere
finché non la saprò giunta a destinazione!
Questo strano ragazzo, appena abbandonato il suo mezzo, si è
diretto da me prendendomi le mani nelle sue e iniziando a decantare
lodi e ringraziamenti degni di un cavaliere servente dell’800. Ho
quindi la possibilità di vederlo in tutto il suo fascino, non ha
solo un sorriso accattivante e due occhi blu mare magnetici,
è anche alto con un fisico che definirei addirittura
sensuale. Non solo il suo corpo ma anche i modi, il suo atteggiamento,
lo rendono.. non so provocante, affascinante.
-N.no ti ringrazio, sono già arrivata e poi, tu non eri in ritardo per il lavoro?-
Porta una mano dietro il capo mentre un sorrisetto sghembo, tinto di colpevolezza, si distende sul suo viso perfetto.
-Si, dovrei iniziare il turno alle sette precise, ma non
permetterei mai che una cosi bella ragazza vaghi sola per queste
vie dopo aver protetto il mio posto auto! Posso offrirle qualcosa per
sdebitarmi almeno?-
Mi inchioda con quei suoi meravigliosi occhi blu, stregandomi con quella voce calda e melliflua
che si insinua nella mia mente, offuscandone le facoltà
intellettive. Un cornetto potrei anche accettarlo, infondo, sarebbe
davvero scortese non accettare la sua galanteria, e poi sembra un cosi
bravo ragazzo..
Sto quasi per accettare la sua offerta quando il mio sguardo ricade
sull’ insegna bianco verde con su scritto “centro
diagnostico”, posta sull’entrata dell’edificio
proprio di lato a noi, ed allora riacquistato il mio buonsenso
declinando malvolentieri l’invito.
-Ti ringrazio, ma devo davvero andare, la struttura qui presente mi
attende per prelevare qualche provetta del mio preziosissimo sangue.
-Ah ma allora è perfetto! Io lavoro qui, vieni con me, mi occuperò io di te!
Mi afferra per la mano trascinandomi, allegro, all’interno
dell’edificio, fino alla "reception" dove svolgo le varie pratiche
di pagamento e infine, una gentile infermiera, mi accompagna nella zona
prelievi. Un’altra estenuante fila da sopportare, questa volta
per subire la mia condanna.. mi sento come una persona condannata al
patibolo, scortata con i polsi legati e le catene ai piedi, verso il
logo della propria morte.
Si lo so che sto esagerando, è solo un prelievo. Delle comunissime analisi ma per me è una vera tortura.
Odio il sangue ed ho il terrore degli aghi!
Ricordo che da piccola dovetti fare delle punture, e fu una vera
tragedia, sia per me che per i miei genitori, basta sapere che feci in
tutto tre punture ma di buchi ce ne furono quattro,e si perché
non appena la siringa toccò il mio delicato e innocente deretano,
io mi divincolai così tanto da farla volare via e quindi dovetti
ri-sopportare quell’arcaica tortura.
Rabbrividisco al solo pensiero che un ago, profanerà il mio
fragile braccio, per insinuarsi in un’ingenua vena e rubarne il
rosso contenuto. Inizio cosi a guardarmi smarrita intorno, alla ricerca
del mio presunto accompagnatore e protettore, non lo scorgo da nessuna
parte, ma in compenso osservo la gente che, come me, attende il
proprio turno.
Ci sono una paio di persone di mezza età pazientemente
sedute su quelle scomode sedie color panna attaccate al muro che
conversano tra loro di malattie mortali, di acciacchi e reumatismi
dovuti all’età avanzata; ovviamente si confidano tutte le
sintomatologie che affliggono le loro giornate e si scambiano consigli
su come contrastare l’avanzare della vecchiaia. Altri, invece,
parlano di figli e nipoti, delle loro vite, e della loro
gioventù passata cosi diversa dalla nuova generazione.
C’è anche una giovane coppia appoggiata alla parete
che bisbiglia in disparte da tutti, la ragazza è molto carina,
mora e dai tratti delicati e giovani, è abbracciata al ragazzo
che ricambia delicato il gesto accarezzandole dolcemente il braccio, a
quanto pare tenta di infondere coraggio alla fidanzata
terrorizzata come me dalla barbarica pratica di prelevamento-sangue.
Infine, ci sono svariati bambini accompagnati dalle proprie madri. Uno
singhiozza rumorosamente e col viso rigato dalle lacrime e le mani
tremanti , è aggrappato alla gonna della madre e la prega di
riportarlo a casa promettendole di fare il bravo e di non ammalarsi
più, un altro invece, è seduto silenzioso e col volto
chino fissa il pavimento, sembra calmo ma in realtà è
terrorizzato, lo si capisce dal frenetico movimento delle sue mani che
instancabili si torturano in improponibili accavallamenti e torsioni,
un’altra ancora invece sorride allegra muovendo ritmicamente le
gambe avanti e indietro come in attesa di un giro su una giostra,
sembra quasi impaziente di entrare, come la invidio!!!
-Ayame eccoti qui! Non ti ho fatto aspettare troppo spero.
Mi volto sorridente e sollevata all’idea di avere anche io
qualcuno accanto a me, ma ciò che si para davanti ai miei occhi
non è semplicemente il ragazzo spigliato di prima vestito con
jeans e maglietta, no indossa un camice bianco!!
-Hei mi sembri un po’ tesa, non dirmi che hai paura di un piccolo aghetto?
Ha i primi due bottoni aperti a mostrare gli indumenti
sottostanti e un sorriso smagliante a illuminare il volto, tuttavia
trovo che qual largo camice immacolato elimini gran parte del suo
fascino. Forse sarà la mia innata avversione verso medici e
affini a darmi tale effetto, o forse il fatto che quel fisico
scolpito non sia più messo in evidenza; ma adesso questo ragazzo
non riesce più ad attirarmi, anzi, quasi mi mette in soggezione.
Soggezione che si trasforma in paura non appena lo sento prendermi per
mano e pronunciare quelle poche parole che risuonano per me come una
condanna..
-Su non c’è da preoccuparsi è un aghetto sottilissimo.
-I.io veramente non ho paura dell’ago.. ma del fatto che verrà infilato nel mio braccio-
Affermo tentando di assume un tono scherzoso che tuttavia non credo di
essere riuscita ad ottenere, infatti, lo vedo sfoggiare due occhioni
luccicanti da cucciolo e cingermi nuovamente le mai nelle sue.
-Non temere mia dolce Ayame! Ci penserò io a prelevare il tuo
prezioso sangue e ad occuparmi di te! Vieni mia diletta, seguimi e non
temere, queste mani non hanno mai ferito una donna, sanno solo
compiacerle.
Mentre lo dice, mi stringe a se abbracciandomi alla vita. Sento la sua
mano sul mio fianco destro scendere lentamente verso la coscia mentre,
interdetta dalla sua intraprendenza e velocità, vengo
“accompagnata” verso una delle salette prelievi.
Riesco appena a realizzare la situazione e a tentare una contromossa,
che avverto Miroku emettere un gridolino di dolore e il calore della
sua mano svanire dal mio corpo.
Fine primo capitolo!!
Allora che ve ne è sembrato??
Vi aspettavate che il ragazzo della macchina fosse Koga vero? E invece
no, era il nostro Miroku! Ma tranquilli c’è Sango a tenerlo
a bada e nel prossimo capitolo il nostro hentay non avrà vita
facile…
Parliamo ora del perché di questa Storia.. doveva essere una
semplice shot ma la mia testolina aveva ben altro in mente così
è venuta fuori una ff di 4 capitoli. Che dire è un
piccolo palliativo per mantenermi presente durante il periodo di stasi
che ci sarà in “La mia cura”. Purtroppo per mancanza
di tempo e la dovuta ispirazione non potrò scrivere fino a
inizio agosto cosi ho tirato fuori questa storia scritta secoli fa
dandole una correzione e un finale perciò tranquilli è
ultimata e non ci saranno ritardi avrete un capitolo ogni 2 o 3 giorni
al massimo. Vuole essere una semplice storia, leggera, poco impegnativa
ma divertente, spero di strapparvi un sorriso insomma : )
Piccolo angolino delle curiosità, in questa ff ci saranno di
tanto in tanto piccoli aneddoti autobiografici vedi storia delle 3
punture con 4 buchi.. è successo quando avevo all’incirca
5 anni :P ma a differenza della nostra protagonista non ho mai avuto
paura di fare le analisi, tranne la prima volta.. il motivo lo
scoprirete in uno dei prossimi capitoli.. diciamo che ad ogni
aggiornamento vi parlerò anche un po’ di me se vi
interessa :P
Ed ora, visto che so che molti lettori li amano, ecco lo spoiler sul prossimo capitolo:
“Una signora si è unita a noi, chiamando a gran voce, a
quanto pare, il mio accompagnatore, facendolo nuovamente sbiancare e
questa volta, il motivo mi è più che palese. Si tratta di
una donna intorno agli ottant’ anni, indossa una veste lunga a
fiori con le maniche a giro e una scollatura troppo audace per la
sua età, la pelle delle braccia, non più soda, traballa
ad ogni suo movimento rendendo le numerose smagliature quasi vive.
Il viso è smunto e segnato dal tempo, i capelli canuti
sono tenuti fermi da uno strano fermaglio a forma di ossa in una
specie di coda bassa e al suo sorriso mancano all’appello un paio
di incisivi sia superiori che inferiori; ma, cosa più
inquietante, i suoi grandi occhi neri come la notte circondati da una
fitta rete di rughe, divorano con lussuria la figura terrorizzata di
Miroku, il quale, avrà l’onore di doverle praticare
una rettoscopia.”
Questa storia è dedicata a tutti i lettori e commentatori de
“La mia cura” nella speranza che aspettino una scrittrice
assillata dagli esami, e ovviamente a tutti gli amanti di questa
favolosa coppia.
Invito tutti gli incauti lettori incappati in questa pagina di lasciare
un segno del loro passaggio, perché come sempre critiche e
commenti sono ben accetti, ovviamente ogni errore segnalato sarà
prontamente corretto.
Che altro dire, spero che questa storia vi piaccia e vi diverta almeno un po’ .
Un bacione a tutti Mikamey
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Capitolo 2 *** Strani incontri ***
strani incontri
Mi volto
istintivamente dietro di me riconoscendo l’infermiera di
prima, non ha più quell‘espressione cordiale dipinta sul
volto, bensì uno sguardo minaccioso ed esasperato.
Osservo, per la
prima volta, gli occhi del mio interlocutore carichi di terrore e un
qualcosa che non riesco a definire; ma che credo serva a tentare di
addolcire la ragazza. Non ho la più pallida idea di come faccia
Miroku, ma anche in questa situazione ha un non so che di..
affascinante anzi no, ammaliante
è il termine più corretto, quasi io stessa ne vengo
attratta pur non essendo il suo “obbiettivo”; ma la
ragazza, non sembra avvertire più di tanto il
“potere” del suo collega.
-Sanguccia
tesoro, lascia il mio orecchio finirai per staccarmelo e poi non
è come sembra, stavo solo accompagnando questa gentile ragazza a
fare il prelievo. Non ha molta simpatia per gli aghi e sai
benissimo che le mie mani di fata sono le più adatte per questi
casi.
Il suo sorriso
sghembo ricompare ammiccante sulle labbra non appena conclude le sue
spiegazioni, tuttavia, continua a non distogliere lo sguardo dalla
ragazza che abbia ancora “paura”?
-Non chiamarmi
Sanguccia, il mio nome è Sango, e comunque, le tue mani di fata
sono state richieste altrove. Sai benissimo che oggi il tuo turno
prevede i controlli al reparto gastrointestinale, e la signora Urasue
ha chiesto personalmente di te. A quanto pare, le tue mani hanno la
giusta dose di delicatezza che occorrono alla nostra paziente per la
sua rettoscopia; ma non ti preoccupare per la tua amica, la
porterò da Koga per il prelievo, sono sicura che si
troverà benissimo con lui in fondo la vostra fama si eguaglia.
Osservo il volto di Miroku diventare improvvisamente pallido
non appena Sango pronuncia il nome della fatidica signora o signorina
che sia, ma la curiosità sul perché, svanisce rapidamente
non appena realizzo che il momento in cui quel lungo sottile e
appuntito ago penetrerà la mia indifesa pelle, si
avvicina; e poi, cosa avrà mai voluto dire che la fama di
Miroku è paragonabile a quella di Koga? Chi è
questo Koga??sarà mica un altro MR Seduzione dalle mani lunghe? Ora sono io a sentirmi mancare e ad avvertire vertigini. Maledetti aghi, dottori e analisi!
-Signor
Airashii, signor Airashii buon giorno!per fortuna la signorina
Hirai è riuscita a trovarla, devo fare un controllo molto
delicato e voglio che sia lei a farmelo, non mi fido di nessun altro!
Una signora si
è unita a noi chiamando a gran voce, a quanto pare, il mio
accompagnatore facendolo nuovamente sbiancare e questa volta il motivo
mi è più che palese. Si tratta di una donna intorno agli
ottant’ anni, indossa una veste lunga a fiori con le
maniche a giro e una scollatura troppo audace per la sua
età, la pelle delle braccia, non più soda, traballa ad
ogni suo movimento rendendo le numerose smagliature quasi vive.
Il viso
è smunto e segnato dal tempo, i capelli canuti sono tenuti
fermi da uno strano fermaglio a forma di ossa in uno specie di
coda bassa e al suo sorriso mancano all’appello un paio di
incisivi sia superiori che inferiori, ma cosa più inquietante, i
suoi grandi occhi neri come la notte circondati da una fitta rete di
rughe, divorano con lussuria la figura terrorizzata di Miroku, il quale, avrà l’onore di doverle praticare una rettoscopia.
-S-signora Urasue, che.. piacere rivederla, è la terza volta in questa settimana, non vorrà viziarci spero.
Come sempre la
“cordialità” di Miroku è molto ossequiosa,
benché il su tono tremulo e velatamente irritato tradisca il suo
disappunto. Sentimento che l’anziana signora non sembra avvertire.
-Assolutamente
no giovanotto, sono una donna anziana e gli anni iniziano a farsi
sentire.. avverto il bisogno di una maggiore cura di me e poi, ho
degli strani sintomi che..
La donna
continua a parlare mentre con disinvoltura ha afferrato Miroku per un
braccio trascinandolo lontano da noi, con una determinazione e forza,
che non è certo tipica dei suoi coetanei. Miroku sembra volersi
ribellare ma la presa salda della signora non accenna a lasciargli
scampo. Si avverte distintamente la voce del ragazzo che tenta di
svignarsela con delle scuse ma Sango pone fine ai suoi tentativi
“tranquillizzandolo” che penserà lei a me.
Posso
distinguere perfettamente un sorriso di soddisfazione velato di un
leggero sadismo sul volto della ragazza, quando osserva, compiaciuta, il suo collega allontanarsi in compagnia dell’arzilla vecchietta.
-Cosi impari ad essere un maniaco impenitente!-
Mormora appena
questa frase, ma sono riuscita a carpirla interamente, e sembra
essersene accorta anche Sango che, imbarazzata, inizia ad assumere un
colorito vermiglio sul volto mantenendo comunque un atteggiamento
convinto e deciso, tipico di chi è certo delle proprie azioni.
- Sai la fama
di Miroku è vera, ha davvero “le mani di fata” come
tutti dicono, ed è anche molto preciso ed attento nel lavoro,
credimi è uno dei migliori dell’istituto,ma come avrai
notato ha delle piccole.. come dire… distrazioni.
Insomma, è un donnaiolo incallito, che fra l’altro,
riscuote parecchio successo tra la clientela femminile, lo avrai notato
anche tu, i suoi modi, il suo corpo sono come.. magnetici, capaci di
stregarti. Purtroppo per lui, questo suo fascino attrae anche parecchie
donne anziane, solitamente sono delle dolci vecchiette che lo trattano
come un nipote da viziare. Non hai idea di quanti biscotti, sciarpe e
maglioni riceva durante l’anno, e lui ama assecondarle e
ricambiare le loro attenzioni. In un certo senso Miroku ama davvero
tutte le donne,dalle bambine impaurite dagli uomini in camice, fino
alle nonnine acciaccate dagli anni; ma la signora Urasue è il suo terrore, quella donna è unica, si è sposata sette volte, chissà magari vede in Miroku il suo prossimo marito!
Una sonora risata fuoriesce dalle labbra dell’infermiera, mentre un’espressione di stupore si impossessa delle mie.
-Sette volte?? –
Ripeto allibita più per convincere me stessa che per avere una vera a propria risposta.
-Esatto sette,e tutti i suoi sette mariti ,a quanto pare, sono deceduti per la troppa bramosia
della moglie; ma a detta della donna, si sono spenti tutti col sorriso
sulle labbra e l’appagamento dipinto sul volto…
Ascolto sempre
più allibita le parole di Sango, tentando di capire se
ciò che mi ha detto si tratta della realtà o di una
storiella per prendermi in giro. Tuttavia, non trovo indizi sul suo
volto e tono che mi spingano a screditare le sue parole e, sempre
più interdetta, cerco di scacciare dalla mia mente
l’immagine della vecchietta in lacrime per aver perso un marito,
ma felice per averlo fatto morire di piacere durante l’estasi
della loro intimità.
Senza neanche
rendermene conto, tra la chiacchierata con Sango e i miei voli
pindarici, siamo arrivate di fronte una porta bianca sulla cui parte
superiore, fa bella mostra di se la targhetta con su scritto
“prelievi sala 5”.
Ora più
che mai la paura delle analisi inizia ad impossessarsi di me, in questo
istituto sono riuscita a incontrare un ammaliante e giovane
maniaco, una sadica e vendicatrice infermiera dalla doppia
personalità ed una nonnetta ninfomane ancora piena di
vitalità, senza contare che tra poco mi troverò faccia a
faccia con questo famigerato Koga, che solo i kami sanno quale assurda
caratteristica lo contraddistingue.
-La porta
è chiusa quindi al momento sta già facendo un prelievo,
ma tranquilla, farà in fretta è molto bravo, te
l’ho detto la sua fama è pari a quella di Miroku.
Afferma la cosa
con voce decisa, sincera, quasi mi tranquillizzerebbe se non fosse che
la fama di cui parla si riferisca a capacità che esulano da
quelle che mi occorrono al momento.
HO PAURA!
Afferro
involontariamente la manica del camice di Sango guardandola con gli
occhi colmi di lacrime, mi sento davvero una bambina in questo momento,
anche se definirmi tale sminuirebbe il coraggio fanciullesco, infatti,
è appena arrivato un ragazzino dai capelli rossi, qui di lato a
noi, che saltella allegro con un sorriso a trentadue denti sul volto.
In poche parole l’opposto di me che invece ho una fifa
incredibile.
-Ciao Shippo, sei venuto per il solito controllo mensile?
-Si si, esatto! C’è Lui dentro?
Ecco, la mia
autostima ora non è più sotto le scarpe, ha letteralmente
scavato una fossa sotto di esse per nascondersi ancora di più.
Non solo questo bambino è più tranquillo di me ma sembra
perfino entusiasta all’idea di fare il prelievo!
Osservo Sango sorridergli dolcemente per poi informarlo che a fargli il prelievo sarà Koga Yoro.
Gli occhi del piccolo sembrano illuminarsi a quel nome e sempre
più euforico comincia a saltellare sul posto strillando che
è stata una vera fortuna, perché Koga, è il suo
preferito.
Sango continua a sorridere accondiscendente mentre la porta bianca, lentamente, si apre.
Come nelle
scene dei film horror più classici, nella mia mente si
materializza un sottofondo cupo e intrigante, preludio della comparsa
del famigerato psicopatico-assassino-maniaco; ma per l’ennesima
volta in questa dannatissima mattina, vengo sorpresa ancora una volta.
Un ragazzo alto e longilineo con gli occhi languidi esce sorridente
dalla stanzetta salutando ammiccante la persona rimasta
all’interno.
-Hai davvero le mani d’oro Koga non ho sentito niente, ma tesoro, sai che vorrei che quelle mani facessero altro su di me-
Avverto la risata soffocata di Sango e una voce profonda rispondere poco cordialmente all’invito appena ricevuto
-Jakotsu
è inutile fare ogni volta la stessa richiesta sai benissimo che
abbiamo gusti diversi, io amo le donne e posso compiacere solo loro mi
spiace.
-Certo
cherì, ma la speranza è l’ultima a morire. Sei un
bel ragazzo, single, medico… sarebbe da sciocchi non tentare la
sorte con te! Comunque vedo che hai altri pazienti, ti lascio al tuo
lavoro e se mai dovessi cambiare idea.. il mio numero ce
l’hai…
Un’altra
occhiata languida e il ragazzo si allontana, non prima di aver salutato
calorosamente anche Sango, domandandole dove si trovassero Miroku e
Inuyasha.
Osservo sempre
più agitata il ragazzo, convincendomi maggiormente ad ogni
istante che passa, che in questa clinica non ci sia nessuno mentalmente
normale. Riformulo velocemente la lista precedentemente fatta degli
incontri avvenuti questa mattina aggiungendovi i nuovi elementi;
dunque, ci sono medici maniaci, infermiere sadiche, nonnette troppo
sveglie, ragazzi alla ricerca di nuove esperienze, bambini dalla
personalità inversa e.. boh non oso pensare al resto, già
il fatto che qui lavori il fidanzato di Kagome avrebbe dovuto mettermi
in guardia..
-Hei addirittura la fila. Ciao marmocchio, allora, chi è il primo a passare sotto le mie mani??
Ed ecco il
secondo capitolo che ve ne pare? Nuovi incontri, nuovi
personaggi. La presenza di Jakotsu non era prevista nella stesura
iniziale della storia ma poi la sua figura si è insinuata in
perfetta sintonia con la trama, con una naturalezza unica! Che
dire… nella mia testolina lui è il nipote della
direttrice nonché amico d’infanzia del nostro Koga e
questa è una cosa rilevante perché il bel medico,come
Miroku, ha un determinato target di pazienti preferito.. ovviamente
diverso dal collega, e Jakotsu è solo
un’eccezione…ma sarà l’unica? :P
Ed ora
arriviamo al cognome di Miroku letteralmente significa affascinante,
avvenente. Ho voluto rendere il nostro maniaco una specie di calamita
per il sesso opposto, se qualcuno ha mai letto o sentito parlare del
manga Gakuen Alice- Alice Academy sarebbe un po’ come Narumi i
cui feromoni attirano le persone ovviamente in lui non c’è
nulla di magico è solo una predisposizione.. non so se mi sono
spiegata.. ma non vi è mai capitato di incontrare qualcuno di
così carismatico da non riuscire a togliergli gli occhi di
dosso? Bè lui è quel tipo di persona…
Passiamo ora
alla signora Urasue.. un personaggio del manga praticamente inesistente
nelle ff e non ho idea di come mi sia venuto in mente di introdurla in
questa storia, ma come per Jakotsu è stata la mia testa a
decidere e le mie mani ad agire spero che il suo personaggio vi abbia
strappato un sorriso se non altro per il suo “rapporto” con
Miroku
Adesso è il momento degli spoiler!
“Un
giovane alto, dai capelli nerissimi e gli occhi di un turchese intenso,
si affaccia alla porta, osservandoci, per poi chinarsi davanti al
bambino e scompigliarli la folta capigliatura rossiccia.
-Prima c’è la signora e poi io!
Ancora
quel maledetto sorriso stampato sul viso e un’assurda impazienza
di farsi perforare un braccio, trasudano sinceramente da ogni poro di
quello strano ragazzino.
Sembra
quasi deluso di dover aspettare me; ma dico io, i bambini di oggi si
spaventano solo di perdersi l’ultima uscita di un manga o
videogame?? Dove sono finite le vecchie e sane paure di un tempo? Come
le punture o i mostri dell’armadio, sotto il letto e via
dicendo?”
Infine.. di
autobiografico in questo capitolo non c’è nulla mi pare,
purtroppo tutte le volte che ho fatto le analisi io, non mi è
mai capitato un medico giovane! MAI! Cioè proprio sfortuna :P
Ed ora passiamo ai ringraziamenti
Dance of death
prima di tutto volgio dirti che sono onorata di aver ricevuto una tua
recensione, ultimamente ho avuto modo di leggere alcuni tuoi
lavori e ammetto con piacere che mi sono piaciuti tutti! : ) ora
passiamo ai ringraziamenti veri e propri! Sono felicissima che la
storia ti piaccia e che l’ironia con la quale ho voluto
caratterizzarla sia tangibile, che dire, so che la paura degli aghi
è molto comune e proprio durante uno dei miei ultimi controlli
è nata lì’idea di questa storia :P spero
continuerai a seguirla e vedrai.. anche Koga ha i suoi segretucci ma si
scopriranno più in la.. grazie ancora x il commento baci
LilyProngs
ciaoooooooooo che gioia veder un tuo commento! Bada che tu non mi
stancherai mai piuttosto avverrà il contrario! Sai che con
quelle parole hai segnato la tua condanna? Perché io le prendo
per vere dovrai seguirmi! :P cmq grazie infinite per il commento
e i complimenti, spero che questa storia riesca a strapparti qualche
sorriso un bacione immensooooooooo a presto
Grazie anche ha
chi ha messo la storia tra le seguite e le preferite e ovviamente anche
a coloro che hanno solo letto un bacione a tutti
Mikamey
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Capitolo 3 *** Colpo di fulmine ***
3 colpo di fulmine
Un giovane alto
dai capelli nerissimi e gli occhi di un turchese intenso, si affaccia
alla porta osservandoci, per poi chinarsi davanti al bambino, e
scompigliarli la folta capigliatura rossiccia.
-Prima c’è la signora e poi io!
Ancora quel maledetto sorriso stampato sul viso e un’assurda impazienza di farsi perforare un braccio, trasudano sinceramente da ogni poro di quello strano ragazzino.
Sembra quasi
deluso di dover aspettare me; ma dico io, i bambini di oggi si
spaventano solo di perdersi l’ultima uscita di un manga o
videogame?? Dove sono finite le vecchie e sane paure di un tempo? Come
le punture o i mostri dell’armadio, sotto il letto e via dicendo?
-Ah, una dolce fanciulla, dopo Jakotsu mi ci voleva proprio una bella ragazza per riprendermi.-
Rivolge la sua
attenzione su di me, rubandomi mente e anima con la sua voce e i suoi
occhi. Ora che lo posso osservare meglio non è per niente male,
anzi, direi che si possa definire un uomo affascinante, ma non come
Miroku; si tratta di un fascino diverso più..maturo, sembra più.. non so, virile.
La sua voce
suadente, il suo sguardo accattivante non hanno niente a che vedere con
la malizia sfacciata del collega. Come ha potuto Sango paragonare
questo uomo a quel maniaco?
Avverto parlare
qualcuno, Sango.. o forse il bambino non saprei dire, non capisco nulla
di quello stanno dicendo, ma non importa, la cosa essenziale è
che lui continui a tenere il suo sguardo su di me così come io
non riesco a distogliere il mio da lui.
Ora so che esiste il colpo di fulmine, perché sono stata appena folgorata.
Sento
strattonarmi ad una gamba e, mio malgrado, devo distogliere
l’attenzione dall’oggetto dei miei pensieri; è
quello strano bambino a chiamarmi e mossa da chissà quale
gentilezza mi chino per sentire cosa vuole da me.
-Ei signora, posso entrare io per primo? Per favooooreee!!!
Sbatto qualche
istante le palpebre cercando di concentrarmi sulle sue parole. Vuole
entrare per primo e fin qui ok ma.. mi ha chiamata signora! Signora!!Per la seconda volta per giunta.
Mi sforzo di
distendere le mie labbra in un sorriso che celi i miei pensieri di
vendetta, cercando di mantenere la mia attenzione sulla parte positiva
della situazione. Ancora una volta, il momento della tortura è
stato provvidenzialmente allontanato.
-Ma certo piccolo, vai pure tu per primo.
Le sue urla di esaltazione e gioia mi danno il voltastomaco,
facendomi sentire sempre più una sciocca. Possibile che perfino
un bambino di sei anni sia più coraggioso di me?
Lo osservo
entrare all’interno della stanzetta insieme a Koga, dopo che
questi mi ha rivolto un sorriso di accondiscendenza e ringraziamento.
Sembra proprio un bravo ragazzo non c’è che dire, peccato
per il suo lavoro… ma non poteva essere, che so, un impiegato?
Ancora sognante,
guardo la porta bianca chiudersi per poi sentire la voce di Sango
nuovamente accanto a me. Stava accompagnando Jakotsu dai suoi
“amici” ma, stranamente, è ritornata sui suoi passi
lasciando l’altro ragazzo leggermente indispettito, ad aspettarlo.
-Senti, non
preoccuparti Koga è bravissimo, io devo andare ora ma
tranquilla, fare un prelievo del sangue non è la fine del mondo
e poi Koga è bravissimo no per niente è il preferito dai
bambini. È un tipo a cui piace scherzare, sa mettere tutti a
proprio agio; per te che hai paura di fare il prelievo è la
persona più adatta, vedrai che ti divertirai e poi.. sembra che
tu gli piaccia.
Dopo aver
pronunciato queste parole, mi fa l’occhiolino e si allontana
ridendo da me, letteralmente rapita da ciò che ha detto. Sembra
che io gli piaccio… ma cosa vuol dire che è un tipo a cui
piace scherzare?
Invasa da un leggero nervosismo, osservo sola e silenziosa la porta di fronte a me. Un misto di impazienza e rassegnazione
mi avvolge completamente, finché, non avverto per
l’ennesima volta, la risata cristallina del bambino provenire
dall’interno della stanza proprio un attimo prima che la porta si
apra, lasciandolo uscire con un vistoso cerotto dei Loony Tons in cui
Will il coyote insegue Beep Beep sul braccio, e un’enorme
lecca-lecca in mano.
Tutto
sorridente saluta Koga ringraziandolo per la leccornia e
raccomandandogli l’appuntamento per il prossimo controllo, per
poi saltellare via verso la sala d’aspetto. Ora che ci penso, non
ha nemmeno voluto la presenza di uno dei genitori con lui, deve essere
davvero abituato a questi controlli.. eppure sembra un bambino
sanissimo. Oh Kami, sto diventando paranoica.
-Hei? Mi senti?
Mi volto in
direzione della voce, per incrociare due iridi turchesi che mi scrutano
curiose e divertite allo stesso tempo. Mi stava parlando, mi stava
parlando e io non ho nemmeno sentito cosa stesse dicendo. Stupido
marmocchio, anche non facendo nulla riesce sempre a far danni.
-S-scusa ero
sovrappensiero.. è cosi strano vedere i bambini cosi spensierati
e impazienti di fare le analisi, di solito sono spaventati o piangono;
ma quel bambino, sembrava stesse al luna Park invece che in una clinica.
Sorrido
imbarazzata tentando di mascherare il mio disagio, cosa che purtroppo,
non credo di essere riuscita a fare. Koga mi prende delicatamente per
il braccio invitandomi ad entrare nella saletta, con una naturalezza
alla quale non riesco ad opporre resistenza, benché la
sensazione di “pericolo” sia ancora presente in me.
-Già
è un bambino molto coraggioso, e ormai è abituato a
questo genere di controlli. Sa che non proverà dolore e che, a
lavoro ultimato, ci sarà un regalo ad attenderlo.
Un sorriso
ancora più ampio si distende sulle sue labbra, scoprendo quella
fila di denti bianchi e perfetti che incantano quasi quanto il suo
sguardo. Senza rendermene conto, sono già seduta su una specie
di poltrona semi incrinata provvista di braccioli ricoperta da un telo
di carta usa e getta.
Inizio a
guardarmi intorno, si tratta di una saletta semplice, asettica
all’apparenza, ma intrisa di.. di un’atmosfera, a mio
avviso, poco tranquillizzante. Uno sgabello tondo ricoperto da un
cuscino nero giace accanto a me, un mobile di plastica verdognola
con una serie di cassetti è posto sul muro davanti
l’entrata, alla mia destra c’è una specie di
scrivania con una serie di provette, tutte ordinatamente riposte
l’una accanto all’altra con l’etichetta posta in
avanti, e tutte ovviamente piene di sangue.
Resto per qualche secondo imbambolata da osservarle, sembra quasi che il sangue abbia sfumature diverse per ogni persona, qualcuno tende ad un rubino cupo , altre ad un rosso scarlatto, altre ancora ad un vermiglio acceso.
Inizio a
sentire la nausea infastidirmi e, repentina, distolgo il mio sguardo da
quel porta provette osservando invece quello posto di lato, proprio
accanto al disinfettante e al cotone, ormai semivuoto, nel quale sono
riposte le fialette ancora inutilizzate. Rabbrividisco al pensiero che
alcune di quelle, verranno colmate col mio sangue.
Dirigo ancora una volta il mio sguardo altrove, incrociando purtroppo, il cesto della spazzatura.
Al suo interno
ci sono una quantità rilevante di siringhe striate di rosso,
batuffoli di cotone e.. sangue, una innumerevole quantità di
goccioline di sangue che tingono di una macabra fantasia la plastica azzurra del cestino.
-Il tuo nome?
-Cosa? Il… nome?
-Certo il nome,
per le etichette, o se preferisci scriverò sopra “della
graziosa signorina delle… 8 e 45.”-
Sorride
sinceramente, divertito, senza tinte di strafottenza né di
arroganza nella voce, mentre finge di osservare assorto
l’orologio al polso destro, ed io, sempre più imbarazzata
e nervosa, rispondo tentando di apparire calma e rilassata, cosa
ovviamente impossibile in questo momento; ma si sa, a volte illudersi
di riuscire in qualcosa di impossibile aiuta.
-Sarebbe un problema chissà quante ragazze incontri! Il Mio nome è Ayame, Ayame Kurata.
-Ayame Kurata allora, comunque, non mi sarei confuso, credimi mi ricorderei sicuramente di te.
Afferma sincero e sorridente imprigionandomi
col solo sguardo, sincero e disarmante, per poi scrivere con una grafia
perfetta e leggibile il mio nome su una serie di targhette adesive ed
incollarle in altrettante provette.
Si
avvicina alla cassettiera verdastra, aprendone un cassetto ed
estraendone la famigerata siringa, perfettamente sigillata nella sua
bustina di plastica sadicamente trasparente. Osservo terrorizzata quell’affare che, una volta provvisto di ago, perforerà la mia pelle per estrarne il mio sangue.
Un sonoro
“strap” e l’arma è ormai priva di sicura,
viene caricata di lancia e infine il mio affascinante carnefice si
avvicina a me.
-Benissimo.. allora, distendi il braccio..
Ecco il laccio
emostatico legato al mio indifeso arto, per aiutare quell’arma
impropria a centrare un’innocua vena da bucare. Kami, sento il
cuore tentare di scappare dal petto e io stessa non capisco come le mie
gambe non si stiano già adoperando a lasciare questa stanza
delle torture, in fondo, sono ancora in tempo per scappare.
-Bene, ora apri e chiudi il pugno…
Ascolto la voce
di Koga darmi istruzioni ma non le eseguo, sono come paralizzata dalla
vista di quello stupido affare di plastica e acciaio perfora –
vene. Mi sforzo di riacquistare la calma facendo dei respiri profondi e
poi, incerta, inizio a stringere la mano a pugno, a intervalli, proprio
come prima mi aveva chiesto Koga; ma lui non sembra più
concentrato sul mio braccio, ora, mi osserva sorpreso e vagamente divertito.
-Ayame non avrai mica paura? È solo un prelievo, tranquilla non ti farò male.
Ha usato un
tono dolce, accondiscendente, ma velatamente divertito ne sono sicura,
e la cosa, mi crea qualche fastidio. Non voglio che il mio futuro
ragazzo mi creda una fifona!
-N-no,cioè..si!
ho il terrore degli aghi e il sangue mi da la nausea! È stupido
e infantile lo so, ma è più forte di me.
Mi sfogo senza
ritegno mandando al diavolo tutti i miei tentativi di sembrare una
donna sicura e decisa, sento perfino gli occhi pizzicare ma piangere
è assolutamente escluso. Questo non posso proprio farlo, non
davanti a lui almeno.
-Hei hei
tranquilla, non ti farò male e per il sangue.. basta non
guardare, avanti non ho mai fatto piangere nemmeno un bambino non
vorrai rovinarmi l’immagine!
-Non sto piangendo..
Ecco il mio
tono da bambina arrabbiata, quello che fa comparire sul mio volto quel
tipico broncio fanciullesco di chi non ha avuto il giocattolo che
voleva, o che non può guardare i cartoni perché ci sono i
compiti da fare.
Lui sorride divertito da questo mio comportamento e, con delicatezza, prende il mio braccio iniziando ad accarezzarlo
alla ricerca della vena da sacrificare. Non posso evitare di carpire e
godermi ogni singolo tocco che quella mano grande e calda riesca a
fare, pur essendo consapevole dello scopo che ha quel gesto.
Individuata la preda distoglie
l’attenzione dal mio braccio per farmi un grande sorriso e dopo
aver imbevuto un batuffolo di cotone nel disinfettante
inizia a sfregarlo delicatamente sulla parte interessata
-Preparati, il momento fatidico è ormai giunto!-
Ed ecco il
terzo e penultimo capitolo… come vi è sembrato
l’incontro tra Koga e Ayame??? Soprattutto cosa ne pensate di
Koga??? Sono curiosissima di leggere i vostri paperi!!personalmente ho
tentato di dargli una tinta da seduttore ma diversa da quella di
Miroku, come sappiamo, anche nel manga, lui è un tipo molto..
plateale e romantico ma solo verso UNA donna.. la verità
è che c’è un perché nei suoi comportamenti..
ma tutto verrà svelato nel prossimo capitolo..
Alluuura che
dire di questo capitolo?... la descrizione della saletta prelievi
è frutto della mia memoria! Io non ho paura delle analisi come
Ayame tuttavia non sopporto la vista del sangue! E l’idea di
vederlo fluire dentro la siringa mi da alla nausea. Infatti, io osservo
tutto, ma proprio tutto ciò che mi circonda, movenze del medico
comprese, fino a quando non so che inizierà col prelievo, a quel
punto mi volto di lato e aspetto paziente che finisca osservando un
punto fisso di fronte a me. Quindi lo sgabello nero, il mobiletto verde
sbiadito di plastica a cassetti, i porta provette e il cesto
dell’immondizia sono tutte cose che osservo ogni volta che vado a
fare le analisi e le mie reazioni sono più o meno quelle di
Ayame per quanto riguarda il sangue. Soprattutto quelle goccioline
sulla plastica del cestino porta rifiuti mi sono insopportabili! A mio
avviso dovrebbero essere più attenti a questo genere di cose..
Ad ogni modo.. passiamo agli spoiler : )
“-Ayame? Ayame riprenditi, mi senti? hei forza non è nulla.
Riapro
gli occhi per incontrare quelli turchesi e preoccupati di Koga, devo
essere svenuta, il suo scherzetto e la vista del sangue sono stati
troppo per me.
Mi
accorgo che la poltrona è stata completamente distesa, facendo
sì che assumesse una posizione completamente orizzontale.
Mi
guardo intorno ancora scombussolata, e l’unica parola che riesco
a pronunciare è “Sangue”, tentando di trovare con lo
sguardo il braccio interessato. Noto immediatamente che a chiudere la
ferita c’è un colorato cerottino rosa ma non riesco a
identificare le figure disegnate sopra, forse appartengo a qualche
altro anime, o forse, sono solo disegni di fantasia non so.”
Chissà
che scherzetto le ha fatto Koga… se qualcuno vuole esporre
qualche teoria, è liberissimo di farlo : )
Ed ora… Ringrazionamentiiiii
Dance of death
ciau!!!! Che piacere rivederti! Sono felice che la ff sia Assurda
perché era proprio quello che volevo! “La mia cura”
è una ff “seria” e volevo un po’ di leggerezza
adesso :P che dire, sono onorata che tu stia seguendo un altro dei miei
lavori e spero che continuerai a seguire anche questo J allora come ti
è sembrato Koga?? Ti è piaciuto? Il prossimo capitolo
come sai è l’ultimo e verranno alla luce nuove cose su di
lui.. un bacioneeeee
LilyProngs
wow quanti complimenti!!! Ti ringrazio infinitamente! Sono felice che
la storia sia divertente era proprio quello che volevo affrontare una
paura comune con ironia senza però sminuirla!! Nella stesura del
prossimo capitolo mi sono ispirata ad una mia esperienza ma ti posso
anticipare che no si tratta dello svenimento :P ad ogni modo spero che
ance questo capitolo sia risultato piacevole un bacione immensoooooo tvb
Ed ora un appello a voi lettori.. lasciate un segno del vostro passaggio.. please.
Anche le critiche sono ben accette perché mi aiutano a migliorare e a venire incontro ai vostri gusti
Ringrazio comunque tutti quelli che mi seguono in silenzio : )
Un abbraccio
Mikamey
|
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Capitolo 4 *** Non tutti i mali vengon per nuocere ***
4 non tutti i mali vengon per nuocere
-Preparati, il momento fatidico è ormai giunto!-
Declama con
voce solenne per poi scoppiare in una fragorosa risata, mentre io, mi
volto di lato indignata per il modo in cui ci stiamo comportando. Lui
che mi tratta da bambina, e io che mi comporto da bambina. Per la miseria, ho ventidue anni, un po’ di serietà dovrò pur averla da qualche parte.
-Ecco brava,
così… e se sarai buona poi darò anche a te un bel
regalo, che gusto preferisci? Ci sono panna e fragola, melone,
limone..
Inizia a
elencare i vari tipi di gusti, forse per distrarmi, forse perché
gli piace giocare con me ma cosa più importante, sento
l’ago pungere la mia pelle. Ecco, lo sapevo, questo è
l’inizio ora sentirò quell’arnese penetrare sempre
più in profondità è il sangue venire risucchiato
all’interno della siringa. Si, lo so, farà male; ma se un
bambino riesce a sopportare tutto questo, posso farlo anche io no? Si,
finirà tutto presto, infondo fino ad ora non mi ha fatto male e
presto finirà tutto.
Finalmente
libera il mio braccio dalla stretta morsa del laccio emostatico ma io
mi allarmo per questo suo gesto perché non inizia col prelievo?
E perché ora preme il suo pollice sul mio braccio?
Ancora incapace di voltarmi gli chiedo il perché del suo gesto e lui, dopo un attimo di silenzio, esordisce con un “stai calma”.
-Tranquilla a volte capita ,so cosa fare basta che tu non ti muova.-
Oh kami, che diavolo vuol dire che sa cosa fare ma che non devo muovermi? Che è successo??
Sento la testa
girare vorticosamente e il freddo spandersi velocemente per tutto il
mio corpo, avverto perfino gelide goccioline di sudore trasudare
dolorose dalla mia pelle.
-P-perché non devo muovermi che è successo?
Balbetto come una bambinetta nella casa degli orrori e, pronta al peggio, attendo terrorizzata il suo verdetto
-L’ago,
l’ago si è staccato e ora è nel tuo braccio, ma
tranquilla, lo sto tenendo fermo, ora facciano un taglietto e lo
estraiamo ok?
-COSA?????
Mi volto di
scatto per constatare il danno, immaginando già il momento del
taglio e la futura cicatrice sul mio braccio, imprecando in tutte e
cinque le lingue che conosco contro la mia immancabile sfortuna; ma
voltandomi, invece di vedere un braccio malridotto, osservo volto
divertito di Koga con la siringa ancora piena di sangue in mano.
Una sonora
risate invade tutta la stanza, ma ovviamente non sono io a ridere
bensì Koga che, ormai incapace di trattenersi, lascia libero
sfogo alle risa e lacrime di divertimento.
- Ci hai
creduto!! Scusami, ma sai la tentazione era troppa, eri cosi dolce
tutta impaurita che non ho potuto fare a meno di farti un piccolo
scherzetto! Non ti sei nemmeno resa conto che avevo finito di farti il
prelievo, eri girata, immobile, e quando ho estratto l’ago
è tolto il laccio invece di tirare un sospiro di sollievo ti sei
spaventata ulteriormente.
Forza, metti un dito qui sopra e premi forte, io riempio le provette e ti metto il cerotto ok?
Ancora
sorridente inizia a svolgere il suo lavoro mentre io, indispettita e
ancora tremante, cerco di riprendere il controllo di me. Kami, Sango mi
aveva detto che era un tipo a cui piace scherzare, ma non pensavo che
mi avrebbe fatta morire di paura in questo modo.
Mi volto
involontariamente verso di lui, che preciso, riempie ogni singolo
contenitore con estrema cura e attenzione, e vengo rapita da quel
liquido scarlatto che dalla siringa viene magistralmente
ripartito… ha un colore rubino acceso…
Riporto
l’attenzione sul mio braccio osservando il mio dito premuto sul
batuffolo di cotone. Lo tolgo lentamente per osservare un piccolo
forellino sulla pelle che, lentamente, inizia a colorarsi di rosso..
si, sta uscendo del… sangue… sangue.
Di nuovo il senso di nausea e vertigine si impossessa di me e questa volta non riesco a resistergli, mi abbandono completamente al loro potere e mi perdo nei meandri della confusione che occupa la mia mente.
Dolore, un
dolore al viso, qualcuno mi sta schiaffeggiando! Ma non gli bastava
avermi quasi fatto prendere un infarto, in questa clinica sono tutti
sadici?
-Ayame? Ayame riprenditi, mi senti? hei forza non è nulla.
Riapro gli
occhi per incontrare quelli turchesi e preoccupati di Koga, devo essere
svenuta, il suo scherzetto e la vista del sangue sono stati troppo per
me.
Mi accorgo che
la poltrona è stata completamente distesa, facendo sì che
assumesse una posizione completamente orizzontale.
Mi guardo
intorno ancora scombussolata, e l’unica parola che riesco a
pronunciare è “Sangue”, tentando di trovare con lo
sguardo il braccio interessato. Noto immediatamente che a chiudere la
ferita c’è un colorato cerottino rosa ma non riesco a
identificare le figure disegnate sopra, forse appartengo a qualche
altro anime, o forse, sono solo disegni di fantasia non so.
Leggermente
tranquillizzata, riporto la mia attenzione su Koga che, sorridente, mi
accarezza la fronte con una mano mentre con l’altra tiene stretta la mia in una presa decisa ma calda, rassicurante.
-Scusa non
pensavo saresti svenuta, sono stato uno sciocco, a me piace scherzare
ma questa volta ho davvero esagerato mi spiace.-
Ancora
intontita cerco di tranquillizzando spiegandogli che è stata la
vista del sangue e farmi svenire e no. il suo scherzetto. Diciamo che
è stata una mezza bugia, ma quell’espressione corrucciata
proprio non mi piace sul suo volto.
-Te la senti di
alzarti? Per scusarmi ti porto a fare colazione, conosco un bar
favoloso, per ora però prendi questa, un po’ di acqua e
zucchero ti ridarà un po’ di colore.-
Bevo lentamente
il dolce liquido perdendomi nel suo sorriso caldo e nei suoi occhi
turchesi, stranamente non sono più arrabbiata con lui e non mi
interessa nemmeno delle brutte figure fatte, so solo che ora
uscirò con lui.
Una volta finita la bevanda mi alzo cautamente dalla sedia e accompagnata da lui abbandono quella stanza testimone della mia assurda esperienza.
Percorriamo
lentamente il lungo corridoio fermandoci una sola volta,
affinché Koga informasse una cera Signora Kaede, la direttrice,
della sua pausa. Arrivati all’uscita incontriamo nuovamente Sango
con accanto un Miroku alquanto pallido.
A quanto pare
fare quella rettoscopia non deve essere stata una bella esperienza e
lei infierisce senza rimorsi sul povero ragazzo già traumatizzato, cosa che fra l’altro fa anche Koga.
-Hei Miroku sembra che tu abbia visto un fantasma che ti è successo?
-Peggio,
peggio, peggio!!! Non riuscirò più a dormire la notte, lo
so già, ne sono certo. Sanguccia tesoro dimmi che mi starai
accanto per consolarmi, ti pregoo.
Un piccolo
pugno arriva sulla testa di Miroku mentre Sango spiega velocemente il
suo “incontro ravvicinato” con la signora Urasue.
Koga sembra
stranamente poco sorpreso dalla notizia ma parecchio divertito,
infatti, scherzoso infierisce sull’amico circa le sue regole di
vita.
-Su Miroku, hai detto che ami tutte le donne non mi dire che ora vuoi rinnegare la tua natura di amatore devoto.
- Si le donne le amo tutte, è con le mummie assatanate che ho qualche problema.
Koga sogghigna
sempre più divertito per poi andare a recuperare la sua moto
senza però smettere di rigirare il coltello nella piaga
dell’ormai disperato collega.
Uno scroscio di risate e mi ritrovo a parlare appartata con Sango la qualche mi da in mano un casco.
-Prendilo, ti
servirà, e mi raccomando non fartelo sfuggire. Koga è
come Miroku ma invece di amare tutte le donne ne ama una sola, quella
persona potresti essere tu. E’ la prima volta che accetta di fare
il prelievo a qualcuno che superi i dieci anni di età, escluso
ovviamente Jakotsu che altrimenti non farebbe mai i controlli se a
farli non fossero o lui o Miroku.
- Ma cosa..
-Hai presente
quando hai incontrato Miroku? Ebbene Koga ti aveva già vista
passeggiare incerta davanti l’entrata dell’istituto e
quando Miroku ti ha preso sotto le sue “cure”… mi ha
chiesto di salvare la ragazza dagli occhi verdi e i capelli rossi dalle
grinfie “del maniaco”. E’ stato lui a dire alla
signora Urasue di chiedere di Miroku per quell’esame, lui voleva
conoscerti. Non perdere questa occasione Ayame mi raccomando.
Dopo avermi fatto l’occhilino e lasciato il casco ritorna da un Miroku ancora in lacrime.
Leggermente interdetta ma colma di felicità indosso la protezione e ritorno anche io sul ciglio della strada.
Una volta
arrivato Koga prendo posto sulla moto abbracciandolo alla vita e
osservando il suo sorriso sì riflesso nello specchietto.
Salutiamo con un gesto della mano Sango e Miroku e con una sgommata partiamo verso questo famoso bar.
Mentre mi
stringo maggiormente a lui poggio la mia testa sulle sue spalle
ringraziando mentalmente Kagome per avermi convinta a venire a questo
istituto, la mia anemia passeggera che mi ha costretta a fare una
visita, e il medico per avermi segnato le analisi.
In fondo, non tutti i mali vengono per nuocere!
Siamo giunti
alla fineeeeeee. Come avevo detto una piccola storia senza pretese che
voleva solo regalare qualche sorriso e affrontare con ironia una
“paura” abbastanza comune.. che dire io mi sono divertita a
scriverla e spero di aver allietato anche coloro che
l’hanno seguita e commentata!
Che dire.. lo
scherzatto di Koga è nato da una mia esperienza personale, per
carità nessun medico lo ha mai fatto, intendiamoci,
semplicemente la prima volta che mi furono segnate le analisi mia madre
mi disse che non c’era da preoccuparsi che non faceva male che le
analisi sono erano diverse dalle punture perché non c’era
medicina e quindi non bruciavano, in più una volta finito mi
avrebbe comparto un cornetto alla nutella! ovviamente non ero
tranquilla ma nemmeno esageratamente spaventata diciamo la giusta
inquietudine per la novità, per l’ignoto… ad ogni
modo la sera, rimasta sola con mia sorella, ci fu un altro discorso
sulle analisi che non parlava di cornetto bensì di aghi. Mi
disse che sarei dovuta rimanere immobile perché sennò
l’ago si staccava e camminava nella vena e che per toglierlo e
non morire dovevano tagliarmi il braccio e estrarlo.. inutile dire il
terrore che avevo di fare le analisi!!! Il mattino seguente nella
saletta entrarono con me sia mio padre che mia madre perché non
ne volevo sapere di andare. Avevo all’incirca 4 o 5 anni ma
ricordo ancora il medico.. il camice bianco e la risata che si è
fatto a fine prelievo perché anche io come Ayame non mi ero
accorta che aveva finito!! E rimanevo seduta col volto girato e il
braccio teso in attesa di non si sa cosa :P quando mi ha informata che
potevo andare l’ho guardato stupita dicendo “tutto qua?
Posso andare?” e alla sua risposta affermativa mi sono volata
verso mia madre pretendendo il mio cornetto :P
Ok questa volta lo sproloquio è stato bello lungo quindi passiam ai ringraziamenti! : )
LilyProngs
ciau!! Concordo con te oltre i prelievi donerei anche il sangue alla
faccia della carenza di ferro se a fare i prelievi fosse uno come
koga o comunque un ragazzo! Io faccio i controlli circa 2 o 3
volte l’anno… ho 21 anni.. e in tutto questo tempo non mi
è mai capitato un medico giovane!!! Mai ragazze si ragazzi no :
( che sfiga! Ad ogni modo.. questa è la fine.. che ne
pensi del capitolo??? E alla luce dei fatti cosa ne pensi di Koga?????
Non è ancora più adorabile’ :P kiss
lua82
ciao cara è un piacere vederti anche qui e… si io sono
un’amante incallita di Rin e Sesshomaru come ben sai ma anche
questa coppia mi piace, è poco sfruttata quindi .. non so..
spesso mi ispira :P sono onorata di aver attirato la tua attenzione
anche su di loro e soprattutto che la storia ti sia piaciuta!! Sai che
l’odore del disinfettante irrita un po’ anche me ma lo
associo alla sterilità che certi luoghi devono avere quindi in
un certo senso mi tranquillizza :P ti ringrazio infinitamente per i
complimenti e spero che questo finale ti sia stato gradito un
bacioneeeee
Lady_2008 ciao!!!
Grazie per i complimenti sono felice che la storia ti sia piaciuta!!! E
grazie per averla inserita nei preferiti! Che dire il tuo commento mi
ha davvero lusingata! Spero che il finale ti sia piaciuto e mi auguro
che anche questo capitolo ti abbia strappato un sorriso, un immenso
grazie e un bacione per avermi seguita in questa storia baciiiii
Isy_264
ciaoooooooo che bello vederti anche qui! Ad ogni modo piaciuto lo
scherzetto???? :P se lo avessero fatto a me non so che avrei combinato
giovane o vecchio che fosse penso avrei fatto cadere le pareti a
forza di urlare improperi :P o forse…. Se proprio fosse stato
carino…. No gliene avrei dette comunque di tutti i colori ahahah
passata la furia forse, e ripeto forse, ci avrei riso su.. forse :P ad
ogni modo concordo con te non mi è mai capitato un medico
giovane, forse il meno attempato aveva una 37 40 anni ma cmq troppo
grande per me.. niente i nostri medici non sono molto fascinosi :P no
siamo noi ad avere sfortuna chi lo sa :P comunque.. spero che anche il
finale sia stato di tuo gradimento un immenso bacione e a prestissimo
in un mio o tuo aggiornamento : )
Dance of death
e questa è stata la fine.. ad essere sincera non
c’è stato nulla di molto dolce anche perché lo
scopo della ff era quello di divertire ma un pizzico di romanticismo
non poteva mancare!!! Che dire spero vivamente che questo finale ti sia
piaciuto e che sia riuscito farti sorridere ancora! Si tratta di un
finale aperto.. ma lascia ben intendere come andranno le cose…
fammi sapere che ne pensi mi raccomando! Un bacioneeeeeee
Ringrazio anche La sognatrice, Lady_2008 e lua82 per aver aggiunto la storia alle preferite
e Dance of death e LilyProngs per averla messa tra le seguite
Infine, un
immenso grazie a tutti coloro che hanno seguito questa storia anche
solo leggendo, come sempre vi invito, se volete, a lasciare un segno
del vostro passaggio.
I commenti mandano gli scrittori al settimo cielo :P
un abbraccio a tutti
Mikamey
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