Please, don't forget me.

di kim_laly
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I- Where everything starts. ***
Capitolo 2: *** II- Things left unsaid. ***
Capitolo 3: *** III- Can you hear my voice? ***
Capitolo 4: *** IV- What's your name? ***
Capitolo 5: *** V- Lies. ***
Capitolo 6: *** VI- Just tell me why ***



Capitolo 1
*** I- Where everything starts. ***


Sbattè le palpebre una manciata di volte buone prima di essere investita da quel sordo, solito e ormai familiare attimo.
Non era dolore, non proprio, ma nemmeno assenza di esso. Era un qualcosa che, in qualche assurdo modo, esisteva e ogni mattina, si intrufolava con prepotenza inaudita nella sua testa.

Ahi.. Che male. Pensò, mentre si metteva lentamente a sedere sul letto. Stranamente quella mattina, il dolore era più forte e pulsava con forza nella sua testa. Cercò aprire gli occhi il più lentamente possibile, ma l'unica cosa che vide fu il buio, poi, lentamente, la luce iniziò a schiarire la sua visuale. Non accadeva sempre di avere questi momenti di oscurità, ma quando succedeva, stranamente accadeva qualcosa durante la giornata.

< YeongHon! Alzati, la colazione è pronta! > Quella voce riuscì a interrompere quel dolore alla testa, giusto per un paio di minuti. 
Si alzò dal letto, facendo attenzione a non sentirsi male di nuovo, e scese sotto.

< Buongiorno mamma.. > Sussurrò. La madre si girò e le sorrise dolcemente, mettendo il piatto con la colazione a tavola. 

< Come ti senti questa mattina? > Le si avvicinò lentamente, posando delle pillole accanto al bicchiere di acqua.

Un'emerita schifezza. Pensò. Ma decise di rispondere diversamente per non farla preoccupare troppo. < Diciamo che mi sento meglio.. > Rispose, infine, rivolgendole un sorriso dolce. Lei sorrise. 

< Ah, mamma.. > Disse dopo aver preso le pillole e aver dato un morso al pancake fumante che era nel piatto. < Fra poco devo uscire con i ragazzi.. Non credo che tornerò a casa per pranzo.. >

< Va bene, ma fa attenzione e porta le pillole con te, okay? >  

< Okay mamma > Finì velocemente la sua colazione per poi andare a preparsi. 
Non ci volle molto. In una decina di minuti era pronta. Dopo essersi assicurata di aver preso tutto, corse in cucina a prendere le pillole, salutò sua madre ed uscì di casa.
Quindi.. Dov'è che ci dovevamo vedere..? pensò mentre cercava le sue cuffiette in quella borsa troppo piena di cianfrusaglie che avrebbe dovuto buttare, ma era troppo pigra per farlo, quindi rimandava sempre ad un altro momento.
Camminò per una decina di minuti senza sapere dove andare, prima di ricordare il punto di incontro, che raggiunse dopo una ventina di minuti.

Quando arrivò al bar, i ragazzi erano già la ad aspettarla.

< YeongHon! Finalmente, sei in ritardo di venti minuti! > Si lamentò il biondo.

< Si, Yoosung, lo so, scusami.. > Sorrise, leggermente imbarazzata, sperando di fargli provare un po' di compassione, ma fu inutile. Yoosung continuò a rimproverarla per altri cinque minuti, finchè un angelo dal cielo, non decise di intervenire per salvarla.

< Yoosung, perchè stai sgridando YeongHon? E' qui no? Adesso possiamo andare a comprare quel videogioco che aspetti da giorni. > Lo ammunì Jihyun. 
Yoosung aprì la bocca per dire qualcosa, ma ci ripensò, decidendo di non dire nulla.  

< Dai, Yoosung, guidaci! > Disse, euforica, per smorzare un po' il momento. Yoosung annuì felice e iniziò a camminare.
Il tragitto fino al negozio fu breve, ma intenso. Jihyun e Yoosung, avevano iniziato una breve discussione che era finita con le loro risate che, infine, contagiarono anche lei.









< Si mamma! > La voce squillante di Yoosung ruppe il silenzio che si era formato tra di loro. Erano passate poche ore, era quasi ora di pranzo e la fame iniziava a farsi sentire.


< Ma come!? No! Sono con Jihyun e YeongHon! > si lamentò il biondo. Sicuramente la madre lo stava costringendo a tornare a casa per pranzo. 

< Eh va bene.. Arrivo > mormorò prima di staccare la chiamata e imprecare contro sua madre. 

< Quindi devi tornare a casa eh? > Disse YeongHon cercando di non scoppiare a ridere per il viso completamente rosso del biondo che annuì, abbassando lo sguardo e mormorando qualcosa che risultò incomprensibile alle sue orecchie.
Non fece in tempo a chiedergli cosa avesse detto che il rumore di un clacson li interruppe.

< E' tuo padre, Yoosung > Disse Jihyun, guardando verso la macchina per salutare l'uomo all'interno. YeongHon fece lo stesso, per poi girarsi verso Yoosung e aprire le braccia per abbracciarlo. 

< Ci vediamo, YeongHon > Sorrise, gettandosi tra le sue braccia, rimandendoci per un paio di secondi, prima di staccarsi e salutare Jihyun.





< Adesso che si fa? > disse, guardando Jihyun che stava dando un ultimo sauto a Yoosung.

< Si va a mangiare, no? > ridacchiò lui, sentendo lo stomaco della ragazza, bramare cibo. YeongHon arrossì, dando una pacca amichevole sul petto del ragazzo.

In poco tempo, arrivarono ad un ristorante ed entrarono, prendendo posto e ordinando.

< Allora YeongHon.. > disse, mentre continuava a guardare il menù che gli era appena stato portato.

< Si, dimmi, Jihyun.. > disse, alzando lo sguardo su di lui. YeongHon sapeva che, ogni volta che Jihyun iniziava le frasi così, non c'era nulla di buono da aspettarsi da quello che avrebbe detto dopo. 
Ma stranamente, sta volta, non fu così. Jihyun disse una cosa incredibilmente senza senso. Non era da lui scherzare molto.

< Sei un grandissimo... Non dico cosa. Mi hai fatto spaventare > disse YeongHon, guardandolo, leggermente arrabbiata con lui.

< Eddai, non volevo farti spaventare! > rise. < Volevo solo smorzare la tensione.. Ogni volta che rimaniamo da soli, sembra che tu abbia paura di essere sbranata da me. > la guardò, continuando a ridere.

< Non mi chiamo Yoosung! > arrossì. 
Eppure era vero. Ogni volta che rimanevano soli, sembrava crearsi della tensione nell'aria, ma molte volte, veniva ignorata e regnava il silenzio per molto tempo.

< Lo so, tu sei YeongHon! > le sorrise. < Comunque, a parte lo scherzo, devo dirti una cosa importante. > la guardò. Sta volta sembrava essere davvero serio.

< Dimmi, ti ascolto.. >

< La prossima settimana partirò. > disse Jihyu, guardandola negli occhi. La sua espressione era seria, così seria da fare paura.
YeongHon non sapeva se prenderlo sul serio o ridere. 

< Che vuol dire che partirai.. > lo guardò. 

< Tu sai che sono un fotografo molto bravo.. Bhe, il preside di una scuola ha visto le mie foto durante l'ultima mostra che ho tenuto e mi ha chiesto se ero disposto ad insegnare nella sua scuola. Prima di accettare, volevo parlarne con te. > la voce di Jihyun era bassa e dolce.

< Perchè proprio con me.. Cioè, non lo hai detto a Yoosung? > chiese, leggermente incredula di quello che stava succendendo.

< No, ancora non ne ho parlato con lui. Quello che pensi tu è più importante.. > continuò a guardare negli occhi della ragazza come se sperasse in un suo 'Non andare, resta', ma sapeva, nel profondo, che non glielo avrebbe mai detto.

< Cosa vuoi che ti dica.. > lo fissò. Si sentiva messa in un angolo. Odiava sentirsi così importante. La decisione doveva essere sua, eppure stava chiedendo a lei cosa fare. < Se è quello che vuoi fare e, se credi, che sia una cosa che ti aprirà le porte su un nuovo mondo, fallo. > gli sorrise. 
Gli occhi di Jihyun si riempirono di lacrime. < Grazie YeongHon, sapevo che mi avresti capito.. > si asciugò velocemente le lacrime, per evitare di essere visto da qualcuno e le sorrise.




< Allora ci vediamo domani, YeongHon. > disse Jihyun, sorridendole. Era l'unica cosa che aveva detto dopo quel discorso, al ristorante. Dopo aver pranzato, avevano fatto un giro, ma non avevano parlato. 

< Va bene, ci vediamo domani.. > gli sorrise. < E mi raccomando, parlane con Yoosung, altrimenti si sentirà escluso , come ogni volta che decidi di fare qualcosa e a lui non dici niente > lo guardò. Lui scoppiò a ridere. 

< Va bene, giuro che appena arrivo a casa, lo chiamo > ridacchiò, per poi avvicinarsi, darle un bacio sulla guancia e andarsene. 
< Ciao, YeongHon! > fece un ultimo cenno con la mano prima di andare via definitivamente.
YeongHon rimase a guardarlo per qualche secondo, ripensando a quel discorso.

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Capitolo 2
*** II- Things left unsaid. ***


[Intermezzo di Jihyun]







Sono un deficiente. Pensò, girando l'angolo. 
Aveva appena salutato YeongHon, che era rimasta lì, a guardarlo. Lui lo sapeva, sentiva il suo sguardo su di lui, ma non poteva fare nulla. Non poteva più tornare indietro.

Tornando a casa, pensò che forse aveva sbagliato a parlarne con lei dopo aver accettato l'incarico. La rabbia iniziò a ribollire nel suo sangue. 

Avrei dovuto parlarne prima con lei e poi accettare.. Tirò un calcio ad un bidone della spazzatura che si trovava davanti a lui. Il calcio fu così forte che il bidone volò qualche metro più avanti, facendo scappare alcuni gatti che stavano mangiando.
Respirò affannosamente per una manciata di secondi, prima di rendersi conto di cosa stava facendo e pentendosene quasi subito.

Ma che sto facendo.. Si appoggiò al muro cercando di riprendere fiato e cercando di rimettere in ordine la sua mente. Jihyun non era un tipo aggressivo, ma in quel momento, tutto quello a cui riusciva a pensare, era il viso di YeongHon appena le disse della sua partenza. 
I suoi occhi si erano aperti completamente, le sue pupille erano dilatate e le sue labbra serrate. Non riusciva a capire a cosa stesse pensando, ma poi quelle parole. 

< Se è quello che vuoi fare e, se credi, che sia una cosa che ti aprirà le porte su un nuovo mondo, fallo. > sulle sue labbra era spuntato un piccolo sorriso. L'aveva forse presa male? Il pensiero che lei avesse potuto rimanerci male a quella notizia, aveva iniziato a tormentarlo, tanto che i suoi occhi si riempirono di lacrime. 

< Grazie YeongHon, sapevo che mi avresti capito.. > Dopo quelle parole, il silenzio. Mangiarono in completo silenzio. 
Jihyun aveva pensato varie volte di iniziare qualche discorso, ma non ce la faceva. Aveva paura di dire qualcosa che avrebbe potuto ferire ulteriormente YeongHon. Erano stati buoni amici per così tanto.. E ora? Era tutto rovinato? Sarebbe finito tutto? 

Dopo qualche minuto, rimasto fermo a riflettere sul da farsi, riprese a camminare verso casa. 
Sapeva benissimo che parlarle di cosa provava lui, in quel momento, non sarebbe stata la cosa migliore da fare.

Jihyun aveva sempre amato YeongHon. Sin dal primo giorno che si incontrarono. Il suo sorriso gli aveva rubato il cuore e, adesso, lo avrebbe tenuto lei. Per sempre.
Secondo Jihyun, YeongHon, era perfetta in tutto e per tutto. Era sempre gentile con tutti, aveva degli occhi color nocciola che erano capaci di farti perdere la testa, delle labbra di un rosa magnifico.. E poi.. La sua voce. Jihyun ne era completamente incantato. Avrebbe passato ore ed ore ad ascoltarla parlare di lei, dei suoi sogni.. Di ogni minima cosa potesse passarle per la testa.

Le parlerò. Non oggi.. Ma lo farò. Pensò mentre chiudeva la porta della sua camera. Ogni volta che pensava a YeongHon, era come se fosse in un altro universo. Ignorava tutto e tutti. Svariate volte aveva rischiato di farsi mettere sotto da qualche macchina.  

Ma che dico.. Non riuscirò mai a dirle quello che provo.. E anche se, cosa cambierebbe? . Si portò entrambe le mani ai capelli, stringendoli con forza, quasi a volerli strappare, e si buttò sul letto. 
Aveva ragione. Cosa sarebbe cambiato se le avesse detto dei suoi sentimenti? Lui sarebbe partito comunque e non si sarebbero più visti per moltissimo tempo. Non era nemmeno sicuro che la sua risposta sarebbe stata positiva, quindi decise di non dirle nulla, per il momento. 
Dopo più o meno un'ora passata a pensare a cosa sarebbe stato meglio, si addormentò con YeongHon stampata in testa, mentre gli sorrideva.
Delle lacrime scesero dai suoi occhi, ma non si svegliò.

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Capitolo 3
*** III- Can you hear my voice? ***


< La prossima settimana, partirò. > Quelle parole risuonavano nella testa di YeongHon che, ormai, era rimasta ferma a pensarci per troppo tempo.

Dopo quella notizia, non se la sentì di parlargli. Doveva assimilare la cosa e sapeva che non parlandogli, avrebbe peggiorato la situazione.
Varie volte Jihyun le aveva dato delle notizie sconvolgenti, ma mai nessuna era stata sconvolgente tanto quanto questa. Jihyun stava per partire e, questo, voleva dire, che non si sarebbero visti più. Che lei, non avrebbe più rivisto il suo migliore amico per tanto, troppo, tempo.

Certo che sono una stupida.. Avrei anche potuto dirgli qualche parola di incoraggiamento invece di stare zitta come una statua. pensò mentre camminava verso casa. 
Aveva deciso di prendere la strada più lunga giusto per poter pensare un pò di più. Sapeva che appena sarebbe arrivata a casa, con quella faccia triste, sua madre avrebbe iniziato a chiederle cosa fosse successo. E in quel momento, YeongHon, non voleva parlare con nessuno, tanto meno con sua madre.

Dio, come sono idiota.. Avrei potuto dirgli che ero felice per lui, o che ero STRAfelice.. E invece no! si diede diverse botte in testa, sentendosi una completa stupida.

Domani.. No, forse è meglio stasera.. Lo chiamerò e chiarirò con lui.. Jihyun, era sempre stato al suo fianco, si da quando si erano conosciuti. Era come se ci fosse qualcosa che li univa dal profondo.
YeongHon, ci aveva pensato svariate volte al rapporto che aveva con Jihyun, ma non aveva mai trovato una risposta. Forse, era solo.. Destino?

Qualunque cosa fosse, li aveva legati per la vita e, adesso, non avrebbe accettato la sua assenza così facilmente. 




Ma, a proposito.. Io come sono arrivata qui..? Si fermò di colpo, guardando il paesaggio davanti a lei. 

Inizialmente, la sua intenzione, era di allungare il percorso prima di arrivare a casa. Ma quella non era più la strada che doveva fare. Era arrivata in un parco che dava su tutto il paese. 
Il paesaggio, a quell'ora era bellissimo, e forse, era destino, che dovesse arrivare lì. Era tutto così tranquillo che per un attimo la sua mente si svuotò.
C'erano solo lei, il vento fresco e leggero, ed il paesaggio. Il cielo era di un arancione che sfumava verso il viola. Non erano molti i bei tramonti che aveva visto, in quel periodo il tempo non era stato dei migliori, ma questo.. Questo era il tramonto perfetto. Perfetto per far calmare tutto. Per rendere indimenticabile quel momento.

Continuò a guardare qello spettacolo ancora per qualche secondo, prima di essere assalita da un forte dolore alla testa.

Ci risiamo.. pensò mentre cercava di andare verso la panchina che aveva visto poco prima. Non riuscì ad arrivarci.
Sentì il suo corpo cadere a terra. Non riusciva a vedere nulla e il dolore si stava facendo sempre più forte. Pulsava nella sua testa con così tanta forza che YeongHon credette di morire da sola in quel parco.

D-devo.. Riuscire a prendere le pillole... cercò di allungare la mano verso la borsa, ma fu tutto inutile. Il suo corpo non rispondeva. 

Improvvisamente, cominciò a sentire dei mormorii e si allarmó, non sapendo da dove provenissero. 
Era sicura di non aver visto nessuno poco prima, e fece fatica per cercare di guardarsi intorno nonostante il suo corpo continuasse a non rispondere e la testa continuasse a pulsare. Non c'era nessuno davanti a lei, quindi, da dove provenivano quelle voci? 
I mormorii, divennero sempre più forti, così chiuse un attimo gli occhi per concentrarsi su di essi. Li sentiva nonostante fossero ovattati, ma in qualche modo, sembravano provenire dall'interno della sua mente più che dall'esterno.
Perfetto.. Adesso ho anche le allucinazioni.. pensò ironicamente, cercando di non arrendersi alla preoccupazione che iniziava ad accumularsi lentamente all'interno del suo petto. Poi riuscì a capire cosa uno di quei mormorii stesse dicendo, ma non riuscì a trovare un significato a quelle parole:
< La sua situazione peggiora di giorno in giorno.. >

Dopo quelle parole, il buio. I mormorii, però, non cessarono. Adesso erano diventati un brusio fastidioso che faceva solo aumentare il suo dolore alla testa. 
Solitamente quando si sviene, si è incoscienti, no? Tutto cessa. Ma non fu così. YeongHon era semi-cosciente.

< Se continua così, non potremo più fare nulla. Ci vorrebbe un miracolo. >  

Miracolo? Cosa significava quella frase?
Non ebbe il tempo di ragiornarci troppo che sentì il suo corpo sollervarsi. Qualcuno, o qualcosa, l'aveva sollevata da terra e la stava portando altrove. 
In quel momento milioni di altre domande iniziarono a invadere la sua mente. Le avrebbero fatto del male? Chi, o cosa, l'aveva presa da terra? Dove la stavano portando?
La paura e l'ansia stavano crescendo sempre di più, e sentiva una forte pressione al petto che le impediva di respirare correttamente, ma presto finì tutto. Questo qualcuno, o qualcosa, l'aveva poggiata da qualche parte. Non sembrava aver camminato tanto, ma, nonstante la sua semi-coscienza, YeongHon non riuscì a capire quanto tempo fosse passato da quando era stata presa da terra.

< Ehi! Riesci a sentirmi? > 

E quella voce? Proveniva dalla sua testa, o stavolta era reale?
Provò ad aprire gli occhi, ma nulla, il suo corpo non rispondeva ancora, così decise di rilassarsi per qualche secondo, nella speranza che quella voce fosse ancora lì.

< Ehi.. Svegliati ti prego > La voce di questa persona era molto preoccupata, ma questo non la sorprese.. Trovare una ragazza svenuta in un parco, non è una cosa che succede tutti i giorni. YeongHon cercò di capire di chi fosse quella voce, ma realizzò che non apparteneva a nessuno che conoscesse, né tantomento a Jihyun o Yoosung.

< Riesci a sentirmi..? Ti prego, dammi qualche segnale per farmi capire che sei ancora viva.. > cercò di nuovo di muoversi e, sta volta, riuscì a schiudere le labbra come per dire qualcosa. 

Ti prego, parla ancora..  pensò. Adesso, le voci che prima la tormentavano, erano completamente sparite e il dolore, se ne stava andando con esse. Era strano. Come poteva una voce, riuscire a farla stare meglio?
Era la voce più dolce che avesse mai sentito in tutta la propria vira.
Nonostante il lieve tremolio causato dalla preoccupazione, era limpida e melodiosa. Riusciva a sentire così tanta gentilezza in quelle parole, che quasi le venne voglia di piangere. 
In un qualche modo, si sentiva.. Protetta, al sicuro.

Si domandò nuovamente chi fosse quella persona. Era forse.. Un angelo? Una voce così angelica, non poteva appartenere ad un semplice essere umano.

Finalmente, riuscì ad aprire gli occhi. 
Inizialmente, non riuscì a vedere bene chi fosse la persona davanti a lei. Ma appena la vista si schiarì, le si mozzó il fiato. YeongHon credette davvero di vedere un angelo.

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Capitolo 4
*** IV- What's your name? ***


[Intermezzo ???]








< Riesci a sentirmi..? Ti prego, dammi qualche segnale per farmi capire che sei ancora viva.. > La sua voce era così piena di agitazione che riuscì a mettersi paura da solo.



Quando tutto accadde, stava camminando tranquillamente, come quasi ogni giorno, nei pressi di quel parco che ormai non frequentava più nessuno. 
Tutto era andato in rovina qualche anno prima e adesso, era il suo piccolo angolo di pace. 

Lì, poteva fare tutto ciò che voleva. Saltare, correre, urlare, piangere.. Nessuno lo avrebbe mai disturbato o altro. 
Ma in quel momento, quando vide la ragazza, si chiese se davvero qualcun altro avesse trovato il suo posto, si chiese se era stato il destino o qualcosa al di sopra di tutto a mandarla lì. 


La osservò per un po', non seppe neanche lui esattamente quanto.. Ma c'era qualcosa in lei che lo affascinava.
I raggi del sole che le incorniciavano delicatamente i lineamenti, il vento tra i suoi capelli, quello sguardo perso a fissare il paesaggio.. Erano tutte cose che, ai suoi occhi, la rendevano perfetta.

Quando la vide cadere al suolo, non si rese neanche conto di essersi mosso finché non le fu vicino, tentando disperatamente di aiutarla.

Finalmente, dopo qualche minuto, la vide riaprire gli occhi.
Il suo cuore saltò un battito per la felicità.

< Dio, per fortuna hai aperto gli occhi! > Le rivolse un sorriso dolce.

Le guance della ragazza presero un pò di colorito e lui sorrise di nuovo.

< Stai bene? Hai bisogno di qualcosa? > Avvicinò istintivamente il viso a quello della ragazza che, di tutta risposta,diventò completamente rossa. Tremava e non riusciva ad esprimersi. Forse.. Le era sembrato strano?
Allontanò il viso da quello della ragazza e la gurdò, aspettando una risposta.

< S-si.. > Sussurrò imbarazzata, cercando di mettersi seduta. Posò delicatamente una mano sulla sua schiena, aiutandola. Anche se non lo dava a vedere, era ancora preoccupato e voleva evitare che si sentisse di nuovo male.

< Sicura di stare bene? Non hai bisogno di nulla? > La ragazza lo guardò con aria persa, forse per via della perdita di conoscenza.

< Le pillole...! > Disse improvvisamente, iniziando a cercare nelle sue tasche. < H-hai per caso visto un pacchetto di pillole.. N-ne ho bisogno.. > la sua voce iniziò a tremare. 

< Tranquilla, magari sono cadute quando ti ho preso in braccio. Ora le cerco, hm? > Le sorrise di nuovo. Lei annuì, guardandosi intorno per qualche secondo prima di riappoggiarsi alla panchina.

Che carina.. Si diede degli schiaffetti in faccia e si alzò, iniziando a cercare il pacchetto di pillole.

< Eccolo! > Esclamò tornando da lei e porgendoglielo. Lo prese. Le loro dita si sfiorarono, il viso di lei divenne di nuovo rosso per l'imbarazzo. Era davvero adorabile.

Dopo un paio di secondi passati a guardarla, decise di sedersi accanto a lei.

< Come ti chiami? > Chiese, cercando di non sembrare troppo imbarazzato.

< Y-yeongHon... > si mise una pillola in bocca, prendendo poi la bottiglietta d'acqua dalla borsa e bevendone un sorso per mandarla giù. 

< E' davvero un bel nome, sai? > Le sorrise. Lei ricambiò il sorriso e fece per alzarsi.

< Ce la fai? Vuoi una mano? > Fece per alzarsi anche lui ma lo fermò. Gli disse che ce la faceva, ma il suo corpo la tradiva.
Stava ancora tremando e le sue gambe non avrebbero retto ancora per molto.

< Potresti cadere.. Lascia che ti aiuti.. > Si alzò anche lui, avvicinandosi lentamente a lei che intanto si allontanava lentamente, cercando di non cadere.

< N-no.. Tranquillo.. > Girò appena il viso, rivolgendogli un sorriso. < Hai già fatto abbastanza.. > 

Forse per lei poteva aver fatto abbastanza, ma lui.. Sentiva che ancora doveva fare qualcosa.

Si avvicinò a lei e la prese in braccio, cercando di reprimere il suo immenso imbarazzo.

< Dimmi dove abiti.. Non posso rischiare che ti senta male tornando a casa.. > sussurrò, guardandola. I battiti del suo cuore erano aumentati e, a giudicare dal viso rosso di YeongHon, anche lei si sentiva in imbarazzo tanto quanto lui.

Ci furono un paio di minuti di silenzio, durante i quali nessuno dei due riuscì a staccare lo sguardo dall'altro.

< Vai.. Sempre dritto e a-al secondo incrocio, gira a sinistra... > Sussurrò improvvisamente YeongHon, ancora persa a fissare i suoi occhi.

Lui annuì, iniziando a camminare. 


Durante il tragitto, YeongHon si appoggiò alla sua spalla e chiuse gli occhi. 
Lui la osservò con la coda dell'occhio per gran parte del tempo e, arrivato davanti casa sua, quasi si lamentò di doverla lasciare andare.

< YeongHon, siamo arrivati.. > 

< Di già..? > sussurrò così piano che quasi non la sentì.

< Si, ce la fai a stare in piedi? > 

< Credo.. Credo di si.. > la fece scendere lentamente per evitarle movimenti bruschi che avrebbero potuto farle perdere l'equilibrio.
Notò che le sue gambe tremavano ancora, ma non come prima. Forse le pillole avevano fatto effetto.

Si avvicinò lentamente alla porta così da potersi appoggiare.

< E' stato un piacere conoscerti, YeongHon.. > Le sorrise. Non voleva andare via.. La malinconia stava riempiendo piano piano il suo cuore, ma sapeva di non poter rimanere oltre. Non glielo avrebbe mai concesso. < Spero di rivederti presto.. > Era assodato. Adesso si sentiva triste.

Lei gli sorrise e per un attimo si sentì felice.

< Lo.. Spero anche io > sussurrò per poi girarsi verso la porta. < Ci si vede... > Aprì la porta e fece per entrare. 

Era già a metà vialetto quando si sentì richiamare.

< Aspetta! > urlò. < Come ti chiami..? > 

Già, è vero, non sa ancora il mio nome... si girò lentamente, sorridendo.

< Te lo dirò la prossima volta che ci incontreremo! > 

Lei lo guardò. Per un attimo sembrò perplessa, ma poi gli sorrise.

< Allora spero di incontrarti presto! > esclamò lei per poi entrare in casa.






Lo spero anche io, YeongHon.. Lo sperò anch'io.

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Capitolo 5
*** V- Lies. ***


Chiuse la porta dietro di se e vi si appoggiò contro. Sentiva una strana senzazione allo stomaco e il cuore le stava battendo forte.

< YeongHon, tutto bene? > Sua madre si era affacciata dalla cucina, sentendo il rumore della porta. La stava fissando con aria confusa.. Era tanto che non la vedeva sorridere.

< Si mamma! Va tutto bene! > La guardò e le sorrise. < Tu invece, tutto bene? Hai una faccia > Osservò, notando il suo sguardo confuso.

< Si.. E' solo che.. > Non continuò la frase. Si limitò a scuotere la testa e tornare in cucina. Sta volta era YeongHon quella confusa.





< Mamma.. Papà non torna nemmeno sta sera? > disse improvvisamente nel bel mezzo della cena. 
Era da un pò che voleva chiederle come stesse suo padre, ma finiva sempre per dimenicarsene.

< No.. Se vuoi dopo puoi chiamarlo > Le sorrise, YeongHon alzò lo sguardo su di lei. Si sentiva triste. Per via del suo lavoro, suo padre era costretto a stare via per giorni che spesso diventavano mesi. 

< Va bene.. Appena salgo in camera lo chiamo > Riabbassò lo sguardo, finendo lentamente di mangiare.






Finito di mangiare, YeongHon aiutò sua madre a sistemare la cucina e salì sopra.

Durante tutta la cena, aveva pensato a cosa dire quando avrebbe chiamato suo padre. Non si sentivano da quando era partito, qualche mese prima, e le cose che avrebbe voluto dirgli erano così tante che non sapeva da cosa iniziare.

Se continuo a pensare, finirò per non chiamarlo.. Pensò. Prese il telefono e compose il numero, buttandosi poi sul letto.

Non dovette aspettare molto prima che suo padre le rispose. Era felice di poter sentire la sua voce e sembrava lo stesso per lui. 
Parlarono per un pò del più e del meno ma, improvvisamente calò il silenzio. 

< Senti papà.. > Disse improvvisamente YeongHon.

< Si piccola, dimmi. >

< Quando.. Quando tornerai a casa? Mi manchi... > Si poteva sentire la tristezza nella sua voce. Non riusciva a stare lontano da lui.

< Piccola mia.. > Sospirò. C'era qualcosa che non andava? 
Ci fu un attimo di silenzio. < La mamma non te lo ha detto, vero? >

< Cosa? Cosa avrebbe dovuto dirmi..? > 

< Da quando sono qui, mi hanno spostato in un altro settore.. E quindi.. > 

< E quindi? E quindi cosa? > Non rispose. < Papà! E quindi cosa? >

< Non credo che tornerò a casa tanto presto. Anzi, non so nemmeno se tornerò.. > Disse infine. Sapeva esattamente che, se le avesse detto qualcosa, YeongHon si sarebbe voluta trasferire. 

Rimase in silenzio per un pò. Si sentiva più o meno come quando Jihyun le aveva detto che sarebbe partito. Solo che questo, era più doloroso.

< Stai.. Stai scherzando vero? > Stava per piangere. Sentiva gli occhi bruciare e un nodo in gola che le impediva di parlare bene. < Perchè.. Perchè non me lo avete detto..? >

< Perchè sapevamo che dopo ti saresti voluta trasferire.. E sai bene che non potete, non cambierebbe nulla.. > Disse dispiaciuto.

< E invece si. Le cose cambierebbero. Potrei vederti ogni sera.. Sarei più vicina a te. >

< Tesoro, ti prego, non insistere.. Pensa ai tuoi amici, a tua madre.. E' difficile anche per lei... >

< I miei amici capirebbero! > Urlò. 
Non le era mai capitato di urlare contro suo padre, se non quando aveva tre anni e voleva i giocattoli. Rimasero in silenzio per qualche secondo. Poi, YeongHon decise di chiudere la chiamata. 
Era inutile rimanere al telefono se nessuno dei due parlava o se doveva sentire altre bugie.

< Ciao papà.. Ci sentiremo > Chiuse la chiamata senza aspettare la sua risposta e si lasciò ricadere sul letto. 

Forse.. Ora come ora, non era più sicura di rivolerlo sentire. Tutte le promesse che le aveva fatto.. erano solo bugie. 

Restò a fissare il soffitto per abbastanza tempo da non rendersi conto che si era fatto tardi. Pensava di aver pianto, ma quando si toccò il viso, si rese conto di non aver versato una lacrima.





< Quindi mamma.. > Disse incrociando le braccia al petto. Aveva deciso di parlare anche con lei. Tutto quello che sentiva in quel momento, erano rabbia e tristezza. 
Aveva voglia di urlare, di piangere, di uscire da quella casa e correre lontano.

< Cosa? > La guardò confusa. Ovviamente, nel profondo sapeva di cosa stava parlando, YeongHon, adesso, lo sapeva.

< Come cosa? Non fare finta di nulla, ti prego. Papà mi ha detto tutto. > Rimase sulla porta a fissarla. Lei la guardò e, infine, sospirò.

< Cosa vuoi che ti dica YeongHon.. Credo che già ti abbia detto che non possiamo trasferirci. > 

< Perchè non possiamo? Cosa ce lo impedisce? Io davvero non capisco.. > 

< Perchè? Tuo padre non ti ha detto che sarà costretto a spostarsi più di prima? Anche se ci spostassimo, non potremmo seguirlo ovunque.. Tu devi andare a scuola, hai degli amici e non puoi buttare tutto all'aria.. > 

< Anche tu con questa storia? Come ho detto a lui, i miei amici capirebbero e sarebbero felici che io sia così determinata a voler stare con mio padre.. Non sono egoisti.. E poi non ho "amici". Ho solo Yoosung e Jihyun. E loro non sono semplici amici.. > Quasi urlò. Sta volta sentiva le lacrime rigarle il viso. 

< Non piangere, YeongHon.. So che è difficile stare lontana da lui, ma un giorno tornerà.. > Fece per avvicinarsi, ma la fermò.

< Non avvicinarti e, soprattutto, non dire cose che potrebbero farmi illudere... Mi avete solo riempito di bugie. Tutti e due.. > Si girò e tornò in camera correndo. 

Sapeva che aveva fatto rattristare sua madre in quel modo. Ma non le importava. Lei si sentiva distrutta. I suoi genitori le avevano mentito. Le persone che lei considerava i suoi punti di riferimento, adesso, l'avevano delusa e lei aveva fatto lo stesso.



Passò il resto della serata chiusa in camera, rifiutando di parlare con sua madre ogni volta che bussava alla sua camera.
Voleva stare sola, cos'era che non capiva?

< YeongHon, per favore, possiamo parlare? > Disse da dietro la porta. 
YeongHon rifiutò nuovamente, dicendole che voleva stare sola.
Non insistette.

< Va bene.. Io vado a letto, volevo darti la buonanotte. > 

< Si, buonanotte. > Disse velocemente, mettendosi poi a pancia in giù con la faccia nel cuscino.

Dopo qualche secondo sentì sua madre andare via.




Bene, adesso posso anche uscire dalla finestra. Pensò mentre sistemava una giacca e un pacchetto di pillole dentro lo zaino.

YeongHon non era il tipo di persona a cui piaceva uscire di notte. Era più un tipo da "preferisco guardare le stelle dalla finestra di casa mia". Ma quella sera era diverso.. Si sentiva come se le pareti di casa sua si stessero stringendo attorno a lei.

Aprì la finestra facendo attenzione a non svegliare sua madre e uscì, dirigendosi verso quel parco dove aveva incontrato quel misterioso ragazzo dai capelli rossi.


Arrivò al parco dopo una decina di minuti. Non c'era nessuno. Era l'ideale per poter pensare.

Si andò a sedere sulla prima panchina che vide e si guardò intorno.

< YeongHon, cosa ci fai qui a quest'ora? > Una voce la richiamò dai suoi pensieri. 

< J-jihyun... > Lo guardò confusa. Cosa ci faceva lui lì?

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Capitolo 6
*** VI- Just tell me why ***


YeongHon fu sorpresa di vederlo lì, tanto quanto lui fu sorpreso di vederla fuori a quell'ora.
Erano come il sole e la luna loro. Quasi sempre in disaccordo, uno amava guardare la luna in piena notte, l'altra stare sotto un albero ad osservare i raggi del sole riscaldarle la pelle. Lui amava fotografare, lei adorava osservare le foto.
Svariate volte Jihyun le aveva chiesto di posare per lui, ma lei aveva sempre rifiutato.

Nonostante fossero così diversi l'uno dall'altra, riuscivano ad andare d'accordo. Solo che da qualche tempo qualcosa era cambiato.
YeongHon notò questo cambiamento solo qualche mese dopo che Jihyun aveva provato a dichiararle i suoi sentimenti.

L'aveva portata in riva al mare, durante un pomeriggio d'estate. Finalmente era riuscito a prendere il coraggio di fare un passo così importante, che però venne bloccato dalle parole di YeongHon.

< No Jihyun.. Non dire nulla, ti prego.. > Le aveva sussurrato prima che le parole potessero uscirgli dalla bocca. E così fece, rimase in silenzio a guardarla.

< Perchè YeongHon.. > Disse Jihyun d'un tratto. Lei lo guardò, la luce della luna lo rendeva così.. surreale.
Le sembrava di sognare, ma la voce di Jihyun la riportò con i piedi per terra.
< Perchè quel giorno mi hai impedito di dirti quello che provo per te? > Si avvicinò lentamente a lei.

Cos'era quella domanda tutto d'un tratto? YeongHon si aspettava un "cosa ci fai qui" o un "perchè sei sveglia a quest'ora", di certo non questo.
Lo guardò per qualche secondo senza dire nulla, rimanendo a guardarlo mentre si avvicinava lentamente.
< Jihyun.. Lo sai perchè. > disse lei facendo un leggero passo indietro, facendo fermare di conseguenza il ragazzo.

< YeongHon, ti prego.. Ho bisogno di risposte. > disse Jihyun senza staccare gli occhi da lei. Sapeva che se l'avesse guardato si sarebbe sentita male. < Non lasciarmi andare via così. Non me lo merito, anzi, non ce lo meritiamo.. Siamo sempre stati così bene insieme, perchè deve cambiare tutto adesso? >

< Jihyun.. > Si avvicinò al ragazzo e lo abbracciò. Si rendeva conto lei stessa di quanto tutto questo fosse vero.
Lo aveva sempre negato, ma in fondo sapeva. E adesso era arrivato il momento di aprire gli occhi.

< YeongHon.. > Disse il ragazzo prendendole il viso tra le mani e facendo incrociare i loro sguardi. < Quello che provo per te è la cosa più pura e sincera che io abbia mai provato in tutta la mia vita.. Permettimi di dimostrartelo. > sussurrò con tono dolce e calmo.

YeongHon lo guardò per qualche secondo, per poi staccarsi da lui e fare un paio di passi indietro. < No Jihyun.. Tu fra poco partirai e, se ti lasciassi entrare nel mio cuore, non riuscirei a sopportare di non poterti vedere. > disse senza guardarlo.

< Posso ancora mollare tutto e rimanere qui con te, se solo tu lo vorrai. > quasi urlò. YeongHon riusciva a sentire la sua sincerità, ma non poteva chiedergli di rimanere. Sarebbe stato egoista da parte sua chiedergli di rinunciare al suo più grande sogno.

Infine alzò lo sguardo su di lui e si limitò a scuotere leggermente la testa. 
Jihyun la guardò senza dire nulla e, dopo qualche secondo di silenzio, sospirò.

< Va bene.. Se è questa la tua decisione, me ne farò una ragione. > accennò un sorriso. < Adesso sarà meglio che vada, è tardi.. > aggiunse poi, avvicinandosi a lei per salutarla.
La abbracciò e le raccomandò di tornare a casa il prima possibile. Lei semplicemente annuì e guardo il ragazzo andare via.







E adesso che dovrei fare.. Erano passati circa dieci minuti da quando Jihyun era andato via e lei era ancora lì, a fissare il cielo in cerca di risposte.
Sarebbe dovuta tornare a casa da sua madre e parlarle? Era completamente consapevole di averla fatta stare male, ma non era sua intenzione. Solo, non riusciva ad accettare la situazione e, adesso, tutto sembrava andare di male in peggio.

Forse è meglio che torni a casa.. Si alzò lentamente e si guardò intorno un'ultima volta prima di iniziare a camminare verso l'entrata del parco.


Camminò lentamente, come se fosse in attesa di qualcosa che però non sarebbe mai arrivata.





< Per caso mi stavi aspettando? > si voltò di scatto, non vedendo nessuno. 
Bene, adesso ho anche le allucinazioni.. Scosse la testa. Quella voce così ovattata nella sua testa ma, allo stesso tempo, così reale. La sua mente si stava prendendo gioco di lei?
Si voltò nuovamente per poter andare via, ma ciò che si ritrovò davanti le diede più di un motivo per restare ancora in quel parco, a guardare la luna. 

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