Santa Claus contest

di Antony1
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** inizia la festa ***
Capitolo 2: *** e poi ***
Capitolo 3: *** contest concluso ***
Capitolo 4: *** Preparazione ***
Capitolo 5: *** iniziamo? ***
Capitolo 6: *** Soma è felice di servire... ***
Capitolo 7: *** perchè sei uno schiavo ***
Capitolo 8: *** attento soma ***
Capitolo 9: *** Addio direttore ***



Capitolo 1
*** inizia la festa ***


Avvenimenti dopo il blue, ma ancora al secondo anno.

Hisako e Hayama fanno coppia fissa
Megumi e Takumi sono fidanzati,
Alice e Ryo sono sempre degli ibridi.


È natale a Tōtsuki.

Alice, aveva tentato tutti con una festa alla villa ed  un contest natalizio per l'occasione.
Tutte le ragazze si sarebbero vestite da babbo natale ed avrebbero concorso tra loro.
La vincitrice avrebbe potuto scegliere un ragazzo come schiavo per un giorno.

I ragazzi accettarono dubbiosi: essere schiavo di una ragazza dolce come Takodoro o equilibrata come Arato era quasi una passeggiata, ma finire nelle grinfie del palato di Dio o di Alice non era un pensiero felice.

Quel giorno era sabato e il giorno successivo i ragazzi sarebbero stati schiavi liberi dalle preoccupazioni accademiche.

I fidanzati avevano risposto affermativamente pensando all’opportunità che si profilava di passare l’intera giornata con le proprie ragazze.
Yukihira pensava che si sarebbe salvato solo nelle mani di Takodoro.

Il rosso, infatti, non sapeva chi scegliere tra una che lo odiava, la sua fidata segretaria e una che, fondamentalmente, era squilibrata.

 

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Capitolo 2
*** e poi ***


La proposta viene messa ai voti e l'ago della bilancia si spostò verso il 'SI' grazie a Kurokiba che votava a favore della sua "milady".

così erano tutti a casa Nakiri, in una sala, con un invitante camino scoppiettante, in attesa delle modelle natalizie.

ormai abituati, sentivano la mancanza di un presentatore. 

assieme si presentarono Hisako, Megumi ed Erina.
Megumi ed Erina vestite con un abito tradizionale: casacca rossa, stivali, barba e pancia finte.
Megumi si torceva le dita e guardava a terra.
Erina era arrossita e guardava di lato.
Hisako aveva optato per un gonnellino rosso bordato di pizzo bianco, barba bianca ma niente pancia ed in mano un sacchetto in cui ayama riconobbe arancia, cannella e chiodi di garofano.

a Takumi sorridevano gli occhi alla vista di Megumi, le fece segno col pollice dicendo "tesoro hai il mio voto, lo sai vero?"

Hayama abbracciò Hisako chiedendo se quello era il suo regalo, Hisako gli diede un veloce bacio sulle labbra rispondendo "chissà, il natale è ancora lontano"

Erina roteò gli occhi infastidita dal fiume di miele che scorreva attorno a lei.

però alice ancora non si vedeva, del resto amava le apparizioni ad effetto.

poi arrivò Alice.

alice era la sorpresa della serata: i capelli bianchi fuoriescono da un cappello rosso tradizionale, niente barba, blazer rosso con reggiseno rosso che non lascia nulla all'immaginazione e minigonna rossa supersexy, stivale nero lucido con tacco a spillo.
alice è dannatamente sexy e tutti lo hanno notato.

le reazioni non si fanno attendere.

Hayama resta immobile a guardare alice un po' confuso.
Subito Hisako prende Hayama per un orecchio e lo trascina via dallo spettacolo dicendo "babbo Natale che ne dici di ascoltare i miei desideri?
Hayama cerca di ricomporsi affrettandosi a dire "ma certo amore allontaniamoci per parlarne meglio".

Ryo è arrossito come un peperone e cerca qualcosa da bere dando le spalle alla sua padrona. si aspettava che alice facesse un'entrata ad effetto, ma così era tropo per lui, per giunta dare quello spettacolo a tutti i ragazzi. Ryo si stava davvero scaldando, ma non sapeva se fosse gelosia o desiderio.

Takumi, sorridendo con un'aria da vampiro si avvicina a Megumi, le prende la nano e l'attira a sé.
Megumi butta le braccia al collo di Takumi ed iniziano a baciarsi con una passione che brucia lentamente.

intanto Yukihira non si era accorto di cosa succedeva attorno a lui ed era rimasto con gli occhi sgranati e la mascella a terra.
soma pensava, dal canto suo, che non sarebbe stato male essere lo schiavo di alice per un giorno se lei, per quella giornata si fosse  vestita così.

Mentre Soma osservava Alice si sentiva osservato anche lui, mentre un aura oscura si propagava attorno a lui.

Erina, oltremodo irritata da ogni avvenimento nella stanza,  dà uno schiaffo a Soma gridando "Yukihira come ti permetti di guardare così mia cugina?"
Soma , ringraziandola mentalmente per essere stato riportato alla realtà, risponde grattandosi la nuca e senza guardare Erina negli occhi "eh. Ecco. Scusa Nakiri, notavo il travestimento originale di tua cugina, non pensi anche tu che le stia bene?"
Erina è quasi convinta della spiegazione, ma ancora innervosita gli fa "si si tutto quello che vuoi ma penso che non dovresti guardare Alice come un lupo guarda una preda"

Alice ridendo della scena comica, che la coppia non manca mai di dare, fa una proposta "Yukihira se mi darai il tuo voto, domani sarai il mio schiavo ed io indosserò questo vestito per tutto il giorno. interessato?"

Erina e Soma sgranano gli  occhi e diventano rossi come peperoni maturi.

Soma non sa che dire e nemmeno che pensare, così emette una risata nervosa e si avvicina al buffet per bere qualcosa.

Erina intanto apostrofa la cugina "Alice sei una spudorata! prima quel vestito indecente ed ora questa proposta in cambio di un voto?"

Alice abbassa la voce ad un sussurro e risponde "Erina e chi ti dice che la proposta sia per un voto di scambio e non per poter disporre a mio piacimento di Yukihira per un giorno intero?

 

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Capitolo 3
*** contest concluso ***


Alice diceva ad Erina "e chi ti dice che la proposta sia per un voto di scambio e non per poter disporre a mio piacimento di Yukihira per un giorno intero?

 

Dalla al che Erina arrossisce ancor di più e i dubbi si fanno strada dentro di lei  'ad alice piace Yukihira?

 Yukihira è interessato a lei? che sta succedendo?'
E mentre pensa scenari diversi nota la cugina che si è avvicinata al rosso e stanno chiacchierando e ridendo assieme. La situazione si complica…

Ora ci sono tutti nel salone, anche le coppie.

Erina approfitta che Alice è con Ryo per avvicinarsi a Yukihira che è appoggiato al muro, bicchiere in mano e osserva i suoi amuci.

Soma la vede e ne approfitta "allora nakiri che ne dici di una serata con gli amici? piacevole?"

Erina prende un bicchiere, beve un sorso e con aria indifferente risponde "Per te sono tutti amici, vero? Puoi dirlo anche di me?

Soma le sorride affermando "siete tutti miei amici. forse Megumi ed Hisako più degli altri. Ma Megumi è la mia sorellina da proteggere. Hisako ha un gran potenziale ma non ha il coraggio per esprimerlo.
tE tu?. Bè sei la mia migliore amica e la mia rivale."
Ma mentre diceva ciò, stava pensando che Erina era diventata per lui il suo obiettivo non solo come  god tongue. Inoltre la dfinizione di migliore amica era una piccola bugia cui voleva  ancora credere.

Erina, ripetendo in mente le parole di Soma che la riguardavano, non riuscì ad evitare di chiedere" a  proposito hai pensato alla proposta di Alice? sarai il suo schiavo domani?"

Soma le diede quel sorriso tenero che, secondo Erina, poteva anche essere usato per cucinar torte.

Soma le rispose " non credo che qualcuno vincerà stasera, avete tutte un voto ciascuna. E per rispondere alla tua domanda sì ho pensato alla proposta di Alice ma non sono interessato".

Erina avrebbe voluto controbattere che sembrava piuttosto interessato poco prima mentre sbavava dinanzi alla figura di Alice, ma decise di superare la serata cercando di non combattere, per adesso, con Soma.

Erina fece mente locale ed un cortocircuito le colpì il cervello ed iniziò "aspetta se siamo tutte ad 1 voto chi ha votato per me ed Alice? Sono sicura che Takumi ha votato per Megumi e Hayama per Hisako"

Soma sorridendo poggiò il bicchiere, emise un sospiro e con aria decisa la guardò negli occhi e l'affrontò "Erina rifletti se Ryo ha quasi sicuramente votato per Alice chi potrebbe mai aver votato per te? Dirò di più se Ryo avesse votato per te tu avresti vinto con 2 voti".

La realizzazione colpì Erina nello stomaco, non le faceva male, certo, ma era ugualmente sorprendente.
Poi rifletté e chiese "quindi mi hai votata per compassione o perché avresti voluto essere il mio schiavo?”

Soma scosse la testa e rispose che una situazione di parità era la cosa migliore per tutti.

Erina proseguì "insomma per tua convenienza non hai preso una decisione."

Soma riflettendo "in effetti se avessi scelto Megumi o Hisako sarei stato salvo, in quanto quasi certamente loro avrebbero scelto i loro fidanzati"

Alice, ascoltandoli s'intromise dicendo che gli sarebbe piaciuto avere Soma come suo schiavo  affiancato a Ryo. Anzi sarebbe stato il segretario del suo segretario.

Takumi nel dubbio propose "in una situazione di parità perché non far votate le ragazze?"

Proposta accolta con entusiasmo a parte qualche dubbio da parte di Yukihira su Arato.

Le ragazze palesarono i loro voti:

le cugine votavano per se stesse, ovviamente, Megumi votò per Hisako e quest'ultima, a sorpresa dei presenti, affermando "sei tu la mia migliore amica" votò per Erina.

il risultato, non ovvio, è la vittoria di Erina.

Erina, tra gli applausi, ringrazia tutti muovendo la ciocca di capelli dietro le spalle come sua abitudine e con un largo sorriso guarda verso Soma.
Il ragazzo, l'unico a non applaudire, è percorso da un brivido che sale lungo la schiena e gli alza i peli sulla nuca.

Erina lo affronta subito con una voce divertita che a Soma appare gelida "Yukihira domani sei tutto mio" Alle grida degli altri, ed al rossore che subito accalappia Soma, si affretta a specificare "sei il mio schiavo"

La serata è arrivata alla conclusione, si salutano e tutti i non residenti si allontanano.

Pensieri maliziosi attraversavano la mente di Alice, sarebbe stata una giornata interessante.

Pensieri preoccupati, invece, attraversavano le menti di Megumi e Hisako.

Il giorno dopo sarebbe stato domenica ed Erina si era assicurata con Hisako che sarebbe stata libera da impegni.

Si dice che la notte porti consiglio…

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Capitolo 4
*** Preparazione ***


Quella sera Erina fece un bel bagno pregustando già la fantastica giornata che sarebbe stata l'indomani.

Andò a letto con l'idea di mandare messaggi a Yukihira per informarlo di tutto.

Sdraiata sul letto e preso il cellullare notò messaggi di Hisako e Megumi che la esortavano a trattare Yukihira al meglio. 
Con grande imbarazzo le parve che quella più preoccupata fosse Hisako.

La sua amica era solo preoccupata per un amico o aveva idee su come lei si sarebbe comportata?
Erina cercò di tranquillizzare le ragazze che avrebbe solo giocato un po' col rosso.

Già avrebbe giocato come il gatto col topo e per l'occasione fece anche le fusa.

Poi sdraiata a pancia in giù, con le gambe alzate, come in molti manga che aveva letto, ma lei assicurava che non c'era alcuna attinenza, iniziò a scrivere a Yukihira

> Erina Nakiri - 23.10 - ciao Yukihira già dormi? domani è il gran giorno.

> Soma Yukihira - 23.10 - ciao Nakiri sono sveglio, ho appena finito la doccia e sono pronto per cosa t'inventerai.

> Erina Nakiri - 23.12 - non sarai nudo. Pervertito!

> Soma Yukihira - 23.13 - non preoccuparti Nakiri mi sono anche cambiato per la notte.

> Erina Nakiri - 23.21 - ok. allora per domani: la mia sveglia suona alle 10. Per quell'ora mi porterai la colazione in camera, un piatto decente quantomeno. Bada di non fare tardi e di non svegliarmi prima.

> Soma Yukihira - 23.23 - bene Nakiri a domani allora.

> Erina Nakiri - 23.40 - a domani Yukihira.


Erina si fece pensierosa. qualcosa non andava. nessuna frase sfacciata come suo solito, anzi pareva voler chiudere presto la chiamata, nemmeno la buonanotte. Non che la volesse, in effetti, ma sarebbe stato educato , da parte del ragazzo, augurargliela. Ci avrebbe pensato al mattino.

Nel dormitorio, nella stanza 303 un certo rosso aspettava con paurosa trepidazione il giorno dopo.

In realtà era più preoccupato delle sue reazioni che dell'erede in effetti.

Yukihira pensò di porre la sveglia alle 6, così d'avere il tempo di prepararsi e raggiungere la villa in tempo per preparare  la colazione.

La notte passò in un battibaleno.

Alle 6 Soma si alzò. Preparatosi si avviò alla villa col suo scooter.

Arrivato lì, gli fu indicato di entrare dall'entrata riservata ai domestici, cosa che non gli piacque, se non altro perché “se il buongiorno si vede dal mattino” era in cattive acque.

Entrato nella villa, notò la totale mancanza di decorazioni natalizie, ed erano ormai a 3 giorni dal Natale.

Soma decise di rimandare quel pensiero e si diresse verso la cucina per preparare una colazione degna.
Anche da servo le avrebbe fatto dire 'delizioso'.

Arrivato in cucina decise che avrebbe utilizzato  l'uovo 'gohan furikake trasformante'? No, non era il caso. uova alla benedict? era un piatto di Erina però.

E sarebbe stato uova alla benedict, era deciso. Prese gli ingredienti con una variazione sul tema, altrimenti non sarebbe stato Yukihira.
In cucina trovò il suo uovo ideale, consistenza granulosa ma sapore davvero intenso: un uovo di struzzo.
la materia prima sarebbe bastata per preparare una colazione per tutti.

Pronta la colazione, Soma impiattò, mise il piatto su un vassoio assieme ad una tazza di succo di melograno, coprì il tutto con una campana copripiatti e controllò l'ora 9.50 aveva ancora tempo. Aveva detto “bada di non svegliarmi prima

Soma s'avviò lentamente verso la stanza di Erina al piano superiore, incontrò Hisako sulla sua strada. La ragazza si avvicinò, gli sorrise e con una mano sulla spalla gli sussurrò "buona fortuna Soma-kun".
Soma la ringraziò appezzando il pensiero di Hisako e le chiese dove andasse, la segretaria rispose di avere un appuntamento con Akira, dato che era libera da impegni quest’oggi.

Soma la salutò ed indossò una faccia seria e aspettò fuori la porta di Erina che si facessero le 10.

Alle 10 la sveglia di Erina suonò traendo dai sogni la principessa.

Erina si alzò felice del giorno che si apprestava ad affrontare.

Se avesse ben giocato le sue carte...un sorriso le si aprì sul volto mentre la luce del sole inondava la stanza.

Guardò l'orologio, 10.05 e  bussavano alla porta.
"entra " rispose.

la porta si aprì e lui era lì


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Capitolo 5
*** iniziamo? ***


Alle 10 la sveglia di Erina suonò traendo dai sogni la principessa.

Erina si alzò felice del giorno che si apprestava ad affrontare.

Se avesse ben giocato le sue carte...un sorriso le si aprì sul volto mentre la luce del sole inondava la stanza.

Guardò l'orologio, 10.05 e  bussavano alla porta.
"entra " rispose.

la porta si aprì e lui era lì


 

Erina mostrò orgogliosa un largo sorriso, ed il sorriso divenne sfacciato mentre ammirava Yukihira Soma, l'attuale primo seggio, in piedi di fronte a lei con in mano un vassoio. notò che aveva anche un volto serio, il che la sorprese.

Il ragazzo le si avvicinò e guardandola negli occhi parlò "la tua colazione ojou-sama"

Erina non credeva alle sue orecchie, l'aveva detto davvero? Per avere conferma, più per se stessa, gli chiese:" come mi hai chiamata?"

Yukihira impassibile ripeté: "Ojou-sama. preferisci che ti chiami padrona?"

Erina deglutì pensando che sarebbe stato divertente essere chiamata padrona, ma si riprese "no, no, Yukihira va bene anche Erina-sama".
Yukihira prese la palla al balzo per risponderle "come vuoi Erina-sama. Ho preparato la colazione come hai chiesto, spero sia decente come tu desideri" e posò il vassoio sul tavolino dinanzi ad Erina.

Erina era a dir poco sconvolta.

Chi era il giovane uomo davanti a lei?

Lo Yukihira di sua conoscenza considerava il suo cibo perfetto, e spesso lo era ma lei non l'avrebbe mai ammesso; Inoltre lui non si sarebbe mai rivolto a nessuno con tanta deferenza.
Il mistero la incuriosiva troppo per lasciar perdere, ma prima la colazione.

Erina si sedette ed alzò la campana per scoprire delle uova alla benedict, il piatto da lei preparato al campo del primo anno.
Ricordò che Yukihira le era di fianco un quella situazione.

Diede uno sguardo al ragazzo che impassibile la osservava, cosa che in realtà innervosiva Erina.
Erina assaggiò le uova, notò la consistenza nonché la loro dolcezza che si affiancava superbamente al gusto lievemente salato del muffin.
Il piatto era finito prima che se ne accorgesse, al che gli chiese "hai usato uova di struzzo, si sente la consistenza e la dolcezza che manca alle uova di gallina, ma il mistero è il muffin. cosa hai usato?"
Soma senza sorridere spiegò di aver inserito nella pasta del muffin prugne in salamoia che lo hanno reso salato quel poco per sposarsi con la dolcezza delle uova, e che nelle uova aveva inserito una crema i castagne bollite.
Soma proseguì "spero che il piatto fosse decente Erina-sama"

Erina, in realtà, era quasi infastidita dal comportamento del ragazzo, lei voleva giocare con lui per quel giorno ed invece si sentiva giocata.

Eppoi perché non le aveva chiesto se era delizioso come suo solito.
Per lei non era delizioso, ovviamente, ma disse "bene Yukihira hai fatto un buon lavoro"
E Yukihira, ancora inaspettatamente, s’inchinò rispondendo "grazie Erina-sama"

Erina lo accomiatò per 1 ora perché aveva bisogno di cambiarsi.

Mentre sceglieva cosa mettersi pensava alle azioni future, aveva proprio voglia di scoprire quanto sarebbe stato servile il suo nuovo schiavo.

 

Scesa al piano di sotto vide il ragazzo che, appoggiato all’uscio, l’aspettava con evidente volto annoiato.

 

Soma quando la vide scendere le scale per poco non svenne. Ok non l’aveva mai vista senza uniforme e quindi il suo abbigliamento un po’ lo sconvolgeva, ma vederla così casual era, forse, troppo.

Erina vestiva un abito di maglina grigio, stivaletti con un po’ di tacco neri lucidi, un cappello di lana con visiera rosa e un cappotto stile militare nero.

Nel complesso Soma notò che era davvero carina.

 

Erina notandolo confuso sorrise, aveva ottenuto la sua prima vittoria della giornata.

Ma anche lei notò che il ragazzo non vestiva la sua solita divisa ‘Yukihira’, bensì era piuttosto curato, doveva dargliene atto. Soma vestiva un jeans scuro a vita bassa, un maglione a collo alto bianco, che era davvero un bel contrasto con i suoi capelli cremisi. E straordinariamente i capelli erano meno in disordine del solito, come se avesse cercato, senza successo, di riordinarli.

 

Arrivata gli chiese cosa avesse programmato per la giornata, Soma rispose che era il suo schiavo ed era in attesa d’istruzioni.

Erina sorrise mostrando i denti bianchissimi, quindi gli disse che non potevano restare n casa perché, eccetto i domestici, erano soli.

 

Ma perché si stava scusando ai suoi occhi?

 

 

 

Ciao e grazie per aver letto il capitolo.

Vi chiedo solo di lasciare una critica dicendomi cosa va migliorato e dove puntare.

Un saluto al mio maestro!!

Non preoccuparti non sarò mai come te ERINA91 cerco solo di mettere assieme qualche pensiero ora che il manga non va.

Mi piacerebbe ancora leggere le tue descrizioni, entri meravigliosamente nella psiche dei personaggi.

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SPOILER:

parlando del manga: ho appena letto IL 289  e mi sta sulle paxxx questo arco narrativo, per me finirà con qualcosa tipo "Soma si rivolgerà ad asahi: “ok ti perdono, siamo fratelli, vogliamoci bene" ed Erina che vince il blue.
Se Asahi vince il blu e sposa Erina direi che a sto punto Soma potrà dirigersi su Megumi o Hisako.

Preferirei una storia con Hisako perché vedo il personaggio molto affascinante.
Ma non lo saprò mai perché poi lascerei il manga.

 

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Capitolo 6
*** Soma è felice di servire... ***


Cap.6

 

…Arrivata gli chiese cosa avesse programmato per la giornata, Soma rispose che era il suo schiavo ed era in attesa d’istruzioni.

Erina sorrise mostrando i denti bianchissimi, quindi gli disse che non potevano restare n casa perché, eccetto i domestici, erano soli.

 

Ma perché si stava scusando ai suoi occhi?

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“Uhm vediamo Alice e Ryo sono usciti e andati al mercato del pesce

Hisako e Akira sono andati non so dove, forse sono ancora al seminario di Jun”.

“Noi dove potremmo andare?"

Erina si toccò pensierosa il mento con l'indice destro, e poi disse "Ecco! sei il mio schiavo e ti ordino di portarmi dove posso divertirmi. Inutile dirti che  deve essere un luogo appropriato".

Un sospiro lasciò la bocca di Soma che iniziò a pensare toccandosi il mento mentre Erina si spazientiva. Ma prima che la ragazza parlasse gli venne un'idea ed il viso s'illuminò.

Soma col primo sorriso della giornata, cosa per cui Erina rabbrividì, le disse di uscire per portarla verso una sorpresa.

Ovviamente la miss si lamentò "Yukihira non ho alcuna intenzione di seguirti in giro verso qualcosa di stupido. Dimmi subito dove stiamo andando. È un ordine!"

A quelle parole il sorriso di Soma evaporò e ricordandosi della sua posizione di quest'oggi rispose "Ho pensato ad un parco divertimenti, Erina-sama"

Erina, in cuor suo sarebbe stata oltremodo felice di andarci, del resto non era mai stata in un parco divertimenti, ma non andava bene. la ragazza pensava già da un po' che 'Erina-sama' non andava bene,  non era appropriato che la chiamasse per nome.
Poi un’uscita da sola con Yukihira verso un parco divertimenti sapeva troppo di primo appuntamento.

Erina lasciò i suoi pensieri per rivolgersi a Soma "No Yukihira, andremo a fare shopping. A proposito non ti ho dato il permesso di chiamarmi per nome, quindi cambialo con –milady'"

Al che Soma, eroicamente, rispose “sì milady”.

Ma ancora non andava bene al che Erina disse "no no milady fa troppo il duo Alice/Ryo. Uhm fammi riflettere. Ojou-sama andrà bene”

 

Soma la guardò, era stranito dal fatto che la sua amica fosse così confusa, ma decise di lasciar cadere la cosa, tanto anche se avesse chiesto avrebbe avuto una risposta accigliata.

Sicché rispose “Come vuoi Ojou-sama

 

“Bene Soma, non abbiamo auto a disposizione perché le hanno prese Alice e Hisako, tu ne hai una?”

 

Soma la guardò come se fosse pazza avrebbe dovuto sapere che lui non ne aveva a disposizione, del resto come lei amava dire era un ‘plebeo’, ma rispose “no ojou-sama, sono giunto qui col mio scooter, se vuoi possiamo prendere quello, ma ti avverto che fa molto freddo.”

 

Erina rispose che per lei il freddo non era un problema ed accettò balbettando, non ne aveva mai cavalcato uno, ma che poteva essere? Del resto lei era una Nakiri e le veniva tutto facile.

 

Lo scooter nero lucido di Soma era accanto all'ingresso ad attenderli.

Soma indossò il suo casco e diede quello di riserva ad Erina spiegandole come indossarlo, quindi glielo legò assicurandosi che fosse ben allacciato, cosa che fece un po’ arrossire Erina al contatto con le mani calde del giovane sul suo collo, Soma poi le mostrò come sistemarsi.

 

Erina però era titubante e si allontanò dallo scooter,

Soma l'apostrofò “dove vai ojou-sama? non mi dire, hai paura!? Sei come le altre allora?”

 

Incuriosita e turbata rispose “Erina Nakiri non ha paura di nulla. Chi sono le altre?”

“Bè Takodoro ha avuto la stessa reazione. È paura o è lo scooter che non va?” disse Soma ridendo

 

L'occhio di Erina si contrasse “L’hai proposto anche a Takodoro-chan? E lei è venuta?”

Soma ridendo al ricordo “No, nulla, non c'è stato verso. Parlava di conseguenze e ospedali”

 

Erina senza pensarci rispose “Uh prendimi. Dai spostati fammi salire. Un Nakiri non ha paura di nulla. “ in cuor suo sentiva di aver appena avuto una piccola vittoria su Takodoro.  

Ma per cosa poi?

 

Soma salendo l’avvertì che non avrebbe corso, ma era meglio se si fosse tenuta con le braccia a lui.

 

Erina arrossì ‘come se lo stessi abbracciando? Deve essere pazzo!’

 

Appena partiti Erina fu spaventata dal movimento, era come se qualcuno la tirasse indietro per le spalle.

Senza pensarci, era puro istinto di sopravvivenza, abbracciò Soma con tutte le forze.

Soma trasalì per la forza mostrata e si affrettò a dirle di calmarsi perché lo stava strozzando, Erina rispose “Zitto servo. guida bene o te ne pentirai”.

Soma mugugnò in risposta.

 

Usciti dall'accademia ed arrivati ad un centro commerciale a pochi passi, Soma si fermò attendendo che Erina scendesse. ma con sua gran sorpresa la ragazza rimase aggrappata a lui con la stessa forza di prima come se ne andasse della sua vita.

 

Il ragazzo a disagio parlò “Ehi siamo arrivati” nulla accadde ed il  ragazzo, un po’ preoccupato riprese “Na.ojou-sama siamo arrivati, puoi lasciarmi ora. “ lentamente Erina lo lasciò e scese dal mezzo, bianca con lo sguardo cadaverico, lo guardò ed iniziò ad inveirgli contro “Yukihira sei un pazzo. Sarei potuta morire in qualsiasi momento. Non salirò mai più su quell'aggeggio se sei tu a guidare”

Soma, con un cenno di sorriso che gli tirava lee labbra a destra rispose “in realtà sono andato piano e sono stato attento che non ti succedesse nulla. sappi che sono un buon pilota e poi tengo a te d non lascerei mai che ti accadesse qualcosa, ojou-sama”.

 

‘tengo a te e non lascerei mai che ti accadesse qualcosa

 

L’idea malsana continua, ringrazio chi legge e chi non scrive le sue opinioni, considerando che sarebbe troppo cattivo ;)

 

>>>>> ERINA91 il tuo fan ti attende, fai con calma. Sono sempre qui ad attenderti, non disperare J <<<<<

 

 

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Capitolo 7
*** perchè sei uno schiavo ***


Cap 7

 

“in realtà sono andato piano e sono stato attento che non ti succedesse nulla. sappi che sono un buon pilota e poi tengo a te e non lascerei mai che ti accadesse qualcosa, ojou-sama”.

 

‘tengo a te e non lascerei mai che ti accadesse qualcosa

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la frase le iniziò a rimbombare nelle orecchie.

 

Non voleva ammettere perché ci pensasse, ma era in qualche modo confortante, ma  del resto lui oggi era il suo servo ed era normale che il servo si preoccupasse per il padrone, no?

 

Mentre erano ancora nel parcheggio Erina continuò a pensare cosa ci fosse di normale che il primo seggio di Tōtsuki fosse il suo servo.

 

‘No, cosa c'era di normale che, tra tutti, lui si comportasse così con lei?’

Aaahh sarebbe impazzita di questo passo.

 

Mentre Erina si friggeva il cervello con questi pensieri, il rosso la guardava confuso, chiedendosi, più che altro, dove volesse arrivare con quel gioco. finché non la chiamò “ehi ojou-sama che ne dici di levarti il casco e andare?” Erina, ridestata dai suoi pensieri, si levò il casco, lo porse al ragazzo, sistemandosi una ciocca dietro la spalla gli disse “andiamo, avrò bisogno di te quindi non ti allontanare. Seguimi”

 

Mentre camminavano lo riprese “non camminarmi al fianco, ricorda chi sei. Stammi 3 passi dietro”.

 

Fu la volta di Soma di contrarre un occhio, ma senza proferire verbo la accontentò.

Eppure Soma pensava che il ‘gioco’ stava prendendo una brutta piega e che Erina avrebbe fatto meglio a calmarsi prima che la situazione le sfuggisse di mano.

 

Intanto Erina voleva acquistare biancheria, ma, arrossendo al solo pensiero di Yukihira che avrebbe visto tutto, pensò di dirigersi verso una boutique.

 

Una volta entrati, Yukihira ebbe 1 ora buona di tempo per annoiarsi e leggere sul cellulare messaggi di Megumi e Hisako che lo esortavano ad essere paziente e gli aiutavano buona fortuna. ebbe modo di leggere anche un messaggio di Alice che gli chiedeva “non avresti preferito essere al mio servizio? sappi che indosso qualcosa di più audace di ieri”.

 

A soma venne un piacevole brivido lungo la schiena a quel pensiero.

 

Intanto Erina continuava a scartare vestiti, camicette e pantaloni chiedendosi, in un bisbiglio, che non passò inosservato a Soma, cosa le stava bene o cosa si poteva abbinare o in quali occasioni indossarlo.

Al che Soma sbottò con un “prendi solo quel che ti piace e non pensarci troppo.”

 

Erina lo guardò torva dicendogli di non origliare le conversazioni altrui, quindi s'infilò in un camerino per provare la torre di vestiti vhe aveva messo da parte.

 

Ovviamente scartò quasi tutto, poi a malincuore decise di usare Soma per capire cosa gli stesse bene.

Secondo Erina, per quanto stupido, le avrebbe dato un feedback di qualche tipo per capire cosa le era più adatto.

 

Uscita dal camerino si girò cercandolo.

 

Vicino l'uscita lo vide chiacchierare con una ragazza alta quanto lui, capelli lunghi neri legati in una coda alta.

Messa alle strette, Erina avrebbe ammesso che era davvero una bella ragazza.

Ma perché parlava con Soma? Chiedeva informazioni? Si conoscevano?

 

I due non si erano accorti di leie continuavano a chiacchierare, Soma le dava un gran sorriso, uno che lei per tutta la giornata non aveva visto quel suo sorriso sfacciato che le dava ai nervi ma che trovava così bello e confortante. Aspetta, lei non lo trovava bello, pensava che in alcuni momenti avrebbe rischiarato la notte, ma questa era un’altra cosa.

E la ragazza, da perfetta stupidina, rideva di cuore ad ogni parola di Soma.

 

Erina, frustrata, non voleva avvicinarsi, mentre un qualcosa  o qualcuno le addentava lo stomaco e un groppo in gola si faceva sentire, forse era colpa della colazione preparata da Soma.

 

Infine sentì che si salutavano scambiandosi gli auguri, finché la ragazza si sorse per baciare Soma sulla guancia.

 

La mascella di Erina cadde a terra e gli occhi si allargarono come piatti e un desiderio di morte istantanea della ragazza le attraversò la mente.

Il pensiero di un bacio in pubblico la sconvolse: ‘si frequentano? È la sua ragazza?

Ha una ragazza segreta?’

 

Intanto soma si girò, la vide, le rivolse il sorriso che aveva già dato a quella ‘sgualdrina’ (era tale secondo Erina) mostrandole che gli piaceva cosa aveva scelto e disse “Ci sei riuscita. Complimenti per la scelta, sei splendida!”

 

Erina dapprima arrossì alcomplimento, girandosi di lato e intrecciando un po’ le dita, le aveva detto ‘stupenda’,non sapecva perché ma avrebbe voluto sentirlo ancora. Quindi si riprese e chiese chi fosse la ragazza di prima. Soma, noncurante, rispose serenamente “Lei è Kana Roukaja, un'amica delle medie, non ci vedevamo da due anni. Mi ha chiesto cosa facessi qui ed ho risposto di aver accompagnato un'amica.” Diventato improvvisamente serio continuò “spero non ti dispiaccia che ti abbia chiamata mia amica.”

 

Erina, pur felice di sapere che quella persona non era nulla per lui e che si fosse riferita a lei come un’amica gli chiese perché non avesse detto che era col direttore dall'accademia.

Soma sorrise divertito “Se ti avesse visto avrei dovuto spiegare perché una ragazza di 16 anni era il direttore dell'accademia più prestigiosa del Giappone.” Quindi la guardò con uno sguardo serio ma caldo, continuando “Non ho intenzione di rivelare ad estranei il tuo passato, le tue vicissitudini e le recenti battaglie. Ecco perché se incontrerò degli estranei ti presenterò solo come una mia compagna accademia”.

 

Erina si sentì un  po’ ferita dal passaggio da amica a ‘compagna d’accademia’.

Ma, ancora una volta provò ammirazione per quanto detto.

Non c'era gioco o scherno, con serietà e determinazione le stava dicendo quanto teneva a lei e volesse curare il suo passato.

 

Tornò in camerino per cambiarsi, quindi decise di acquistare i vestiti per cui Soma si era complimentato e altro che pensava che il ragazzo avrebbe apprezzato.

Erina notò che per la prima volta acquistava qualcosa per compiacere qualcuno. Prima aveva spinto la sua cucina per compiacere Yukihira-sama ed ora acquistava vestiti per compiacere il figlio. Che storia raccontavano i due Yukihira?

 

 

Alla cassa pagò e disse a Soma di prendere i bagagli perché era il suo lavoro.

Erina abbandonò i suoi pensieri per tornare al loro gioco del giorno.

 

Usciti Erina si volse verso una libreria, aveva voglia di cercare un manga consigliatole da Takodoro, ma non voleva che Soma la seguisse.

Così entrata gli disse di aspettare fuori, Soma rispose “no, no , non sono un cane che aspetta fuori” Erina di getto rispose “oggi sei il mio schiavo alle mie regole”

Soma abbassò la testa ed uscì.

 

Erina trovò il manga che cercava, acquistò tutti i volumi trovati e chiese di spedirli alla villa, quando si girò e trovò il ragazzo seduto dentro.

 

Erina subito lo apostrofò “non ti avevo detto di aspettarmi fuori? Cosa ci fai qui?”

Soma la guardò annoiato e rispose “Principessa guarda fuori, nevica.”

Erina guardò fuori e vide che c’era un’abbondante nevicata, non erano stati molto in biblioteca eppure poteva vedere già una spessa coltre depositata a terra e sulle auto.

 

Erina si sistemò i capelli, annoiata dal contrattempo, avrebbe preferito continuare lo shopping, gli disse “Ok allora dobbiamo tornare a casa, grazie alla nevicata non possiamo tornare in moto, sono salva, chiamerò un taxi”.

 

Soma si tranquillizzò “meno male, avrebbe fatto troppo freddo sullo scooter e c’era il rischio di cadere. Un’auto calda è proprio quello che ci vuole!”

 

Erina sogghignò, le era appena venuta un’idea e non vedeva l’ora di porla in atto,

era proprio un’idea malvagia.

 

Arrivato il taxi Erina fece porre da Soma le borse degli acquisti nel bagagliaio e salì in auto. Soma stava salendo quando fu fermato da Erina “Dove vai? Ho chiamato il taxi per me. Chiamane uno per te.” Soma pensando che fosse uno scherzo rispose “Dai Nakiri non scherzare, sta nevicando e si gela. E non ho nemmeno portato soldi con me, non pensavo nemmeno che saremmo usciti dall’accademia”.

“Yukihira ti è permesso chiamarmi solo ojou-sama. Se non hai portato soldi con te puoi accusare solo te stesso per essere stato così avventato. Inoltre, e chiudo qui, nessun domestico condivide l’auto col suo padrone. Ci vediamo alla villa.”

 

L’auto si allontanò con Erina che rideva della sua magnifica trovata, che le era spuntata in mente non appena aveva visto la neve. Sì, quella sarebbe stata una giornata memorabile.

Soma rimase inebetito a guardare l’auto che si allontanava nella tormenta, mentre la neve, implacabile, lo ricopriva.

 

Il giovane chef, infuriato, si avviò a piedi verso l’accademia constatando che sarebbe stata una passeggiata piuttosto lunga, inoltre l’idea di affrontare una nevicata senza nemmeno un ombrello era qualcosa che lo impensieriva a dir poco.

 

Con suo grande dispiacere, Soma non aveva incontrato nessuno cui chiedere un passaggio. Avevano lasciato la biblioteca entrambi verso le 12.30, erano le 15 ed ancora non era arrivato, era stanco, affamato, bagnato ed infreddolito a causa della neve, ed anche congelato, ma continuava imperterrito verso villa Nakiri pregustando la vendetta su Erina. 

 

Giunto alla villa, vide Erina ad attenderlo dietro ad una finestra. Soma entrò di nuovo dall’ingresso riservato ai domestici ed iniziò a spogliarsi. Era completamente bagnato, anche i piedi erano bagnati, il volto e le mani erano lividi.

 

Si asciugò alla meglio e si mise una coperta addosso per riscaldarsi, quando sopraggiunse Erina, che appena lo vide, iniziò a gridare di quanto fosse indecente, chiedendo perché si fosse spogliato.

 

 

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Capitolo 8
*** attento soma ***


Cap 8.


Soma, coperto solo da una coperta, dice ad Erina "dovrai attendere che i miei panni si asciughino, potrebbe volerci anche tutto il pomeriggio " conclude ghignando "a meno che tu non abbia dei vestiti adatti a me."

 

Erina ci pensa su e gli fa "aspetta qui torno subito" e si dirige bella stanza di Alice che nel frattempo era tornata.

Le espone la situazione chiedendole se Ryo potrebbe avere dei vestiti per Yukihira. Alice gira la domanda a Ryo che era con lei, non visto dalla bionda. Ryo annuisce e fornisce maglia e pantaloni ad Erina.

Erina torna da Soma con i vestiti ed un po' lo sbeffeggia facendogli notare che starà largo nei vestiti di Ryo che non sono adatti alla sua corporatura esile.

Soma, offeso, risponde "ehi, guarda che mi alleno con Ryo, non sono così esile"

Erina gli da i pantaloni e Sona si chiude un una stanza per indossarli, quindi apre la porta chiedendo la maglia.
Erina vedendolo grida "pervertito vestiti" e gli lancia la maglia in faccia, Soma la prende, si chiude in camera e la indossa.

Erina è un peperone e va a fuoco, sa benissimo che quella vista non andrà più via.

 

È stato per pochi secondi, ma il suo cervello ha registrato tutto il suo corpo: le spalle larghe, i bicipiti pieni, pettorali ben formati e gli addominali scolpiti.
Erina pensa che non sia un fisico pompato ma finemente cesellato.
Dio avrebbe voluto non pensarci, ma era così cool.


No, non stava pensando questo di Yukihira, erano gli ormoni traditori.


Anche se però era stata colpita dal pallore della sua pelle, era di un color cinereo  quasi violaceo.

Una volta vestito Soma si presenta ad Erina e lei nota che i vestiti gli stanno bene, anzi la maglia è ben riempita dal suo fisico snello e scolpito.

Soma affronta Erina "I vestiti te li ha dati Ryo?"
"Sì, gli ho raccontato la situazione e mi ha dato i vestiti, perché?" risponde la ragazza.

Soma sta iniziando a capire e continua "da quanto tempo sono tornati?"
Erina si lascia sfuggire "Sia Alice che Hisako sono tornate una mezz'ora dopo che sono arrivata a casa ed abbiamo pranzato assieme".

La verità colpisce Soma allo stomaco lasciandolo senza fiato, è una verità che fa davvero male.

Soma è arrabbiato e non cerca in alcun modo di nasconderlo, affronta Erina cercando di non gridare "Alice ed Hisako sono tornate da almeno due ore, riportando le auto e tu non hai pensato di mandarne una a prendermi?"

Erina era oltremodo confusa, in realtà non aveva pensato minimamente che lui potesse tornare a piedi e quindi mandargli un'auto.

Soma continuò "sapevi benissimo che non avevo soldi per un taxi, come pensavi che tornassi a casa?"

Erina, non sapendo che dire, si difese con la scusa del gioco che stavano facendo "oggi sei il mio servitore e non hai diritto alla mia auto."

Soma, ormai livido di rabbia sputò "ne ho abbastanza di te e di questo insulso gioco. Avevo accettato pensando che aldilà di esso sarebbe andata bene perché siamo comunque amici. Ma mi sbaglio, vero?
Solo io ti considero mia amica, tu mi consideri solo un plebeo."

Erina rimase in silenzio fece un passo indietro intimorita dall'atteggiamento di Sona, non lo aveva mai visto così, le si era rivolto sempre come ci si rivolge ad un'amica.

La ragazza aveva notato il viso furente e gli occhi di ghiaccio che avevano perso tutto il loro calore. 

Il giovane chef, furibondo ed accecato dall’ira, continuò "Ma ti levo subito dall'imbarazzo con due step:
Primo - la nostra amicizia finisce qui. Ora che non vivi più al dormitorio sarà ancora più semplice non vederci più.
Secondo - lascio il primo seggio così non dovrai neppure sopportare la mia vista agli incontri dell'elite ten.
Non ci vedremo più se non alle occasioni ufficiali.

Addio direttore."

Detto ciò Soma si girò e s'avviò verso la porta, ma fatti due passi cadde malamente a terra, svenuto.

Erina era rimasta bloccata sul suo posto da quanto detto da Soma, finché ripresasi s'accorse dell'accaduto.

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Capitolo 9
*** Addio direttore ***


Non ci vedremo più.........Addio direttore."


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Erina Raggelata gridò il suo nome senza risposta, al che chiamò i domestici per adagiarlo su di un divano e chiamò il suo medico comunicandogli l'urgenza.

Soma era sdraiato con la faccia violacea ed il corpo era scosso da brividi.

Arrivato, il dottore comunicò che Yukihira riportava tutti i sintomi dell'assideramento, che necessitava di riposo, di essere mantenuto al caldo e di essere idratato con bevande semplici ma energetiche, tipo un tea con del miele.

Erina lo fece portare al piano superiore in una camera per gli ospiti e coprire bene.
Frattanto erano arrivate Alice e Hisako, Erina spiegò la situazione tralasciando l'alterco avuto con lui.

Quando le ragazze seppero dello stato di salute del rosso iniziarono ad inveirle contro.

Alice prima "Che cazzo hai combinato Erina? Doveva essere uno stupido gioco tra voi, avevo immaginato che gli facessi fare qualcosa di malizioso, ma tu l'hai quasi ammazzato! Dopo tutto quel che è successo, dopo che ha fatto di tutto per te, così lo ripaghi? Dio Erina sei diventata una dannata sgualdrina. Vieni Ryo, lasciamo questa pazza da sola e speriamo che Yukihira si riprenda." Ed Alice, scuotendo la testa,  lasciò la camera di Yukihira.

Hisako non fu da meno "Ti avevo mandato messaggi in cui ti chiedevo di trattarlo bene. Doveva essere solo uno stupido gioco in cui si facevano cose stupide e tu l’hai trattato peggio di un cane.

Erina hai mostrato più rispetto per Azami che per lui.
Yukihira ti rispetta come amica, avresti dovuto rispettarlo almeno per come si è sacrificato per te.

Mi hai davvero deluso! Se dopo tutto ciò Yukihira non volesse più avere nulla a che fare con te, lo capirei!"

Detto ciò, Hisako si avvicinò a Soma, gli accarezzò una guancia e disse “riprenditi alla svelta amico mio, mi manchi”
Poi guardò con aria gelida Erina e lasciò la stanza.

 

Nella voce di Hisako non c'era alcuna deferenza per la sua amica.
Erina era finita per deluderli tutti.

Erina chiuse la porta restando da sola assieme a Soma, disse in un sussurro “Non preoccuparti Hisako, Soma ha già fatto la sua scelta. È una scelta che fa male.”


Ora le era chiaro che il dolore più grande era aver deluso lui: Soma Yukihira.
Lui che non avrebbe mai lasciato indietro un amico,
lui che ha sempre definito gli amici la sua priorità,
lui che combatté per gli amici pur avendo la sua espulsione sulla linea,
lui che alla fine si è arreso con lei.

 

Erina voleva divertirsi un po’ con lui, farlo sentire seccato o fuori luogo o comunque meno sicuro di sé.

Avrebbe voluto fargli capire come si sentivano tutti quando lui era in giro.

Nessuno riusciva ad affrontare le situazioni come lui. Lui che era sempre sicuro di sé, lui che avrebbe avuto sempre la parola giusta per chi ne aveva bisogno.

 

Lui che seppe guarirla dalle sue paure, lui che seppe proteggerla da suo padre, lui che accettò il suo passato facendosene carico, lui che seppe ricostruire il legame di amicizia tra lei ed Hisako.

Ora soltanto le era chiaro perché Megumi e Hisako ritenevano Yukihira un prezioso amico.

 

“Soma Yukihira mi hai fatto capire quanto sia duro e magnifico perdere la testa per qualcuno. Sei riuscito senza chiedere nulla in cambio” bisbigliò Erina.

 

La ragazza si avvicinò al letto dov’era adagiato e gli prese la mano e se la portò al volto bagnandola con le lacrime che le solcavano il viso.

Gli baciò la mano e iniziò a sussurrargli “Sei un maledetto stupido.

Perché ti sacrifichi per me?

Perché quando mi hai conosciuto non sei scappato via come hanno fatto tutti?

Perché t’importa?

Guarda cosa ti ho fatto.

Non voglio perderti. Voglio ancora essere tua amica.

Baka, baka, baka Soma.

Voglio essere protetta da te.

Lascia che ora sia io a prendermi cura di te”.

 

Le lagrime continuarono ad uscire inondando il viso e la mano di Soma.

 

Erina gli passò la mano sul viso per asciugare le sue lacrime, quando lo sentì parlare. Era solo un sussurro,

 

“..ina”

“..Rina”

“..Erina…no…”

Soma stava delirando, Erina lo accarezzò sul viso constatando quanto fosse ancora freddo. Quindi preparò del tea bianco al crisantemo con esenza di propoli e chiodi di garofano che poggiò sul tavolo attendendo che si svegliasse per farlo bere un po’.

 

Trascorse anche la notte e Soma non si svegliò, Erina era in completo panico. La mattina successiva si diede il cambio con una cameriera per vegliare il ragazzo mentre lei andò a riposare.

Quando tornò da lui, nel pomeriggio, seppe che aveva aperto gli occhi, aveva bevuto il tea che lei aveva preparato e si era addormentato di nuovo.

Erina chiese se aveva detto qualcosa, la cameriera rispose che non aveva detto nulla forse perché troppo stanco, visto che gli era faticoso anche bere.

 

Passarono così due giorni, in cui Erina non riusciva mai a trovarlo sveglio, ed arrivò anche il Natale.

Natale che il giovane era costretto a trascorrere pericolosamente incosciente a causa sua.

 

Erano passati a salutarlo ed a chiedere come stesse tutti i suoi amici, cui era stata raccontata una vaga storia di come fosse fuori nella neve a raccogliere qualcosa in giardino e si fosse raffreddato.

 

Era stato straziante assistere alle lacrime di Megumi.

Megumi che, in disparte, aveva affrontato Erina “se dovessi mai venire a sapere che è in questo stato a causa tua, sappi che ci vorrà ben più della tua ricchezza e del tuo prestigio per salvarti dalla mia ira.

Ora lo affido a te, ti prego prenditene cura.”

 

Erina non aveva risposto. Da una parte sapeva che meritava l’astio di Megumi e dall’altra sentiva di non avere il diritto di occuparsi di lui.

 

La sera di Natale sistemò delle coperte a terra per adagiarsi e rimanere a vegliare Soma, potergli dare da bere o da mangiare.

Quella stessa notte, mentre Erina era sveglia, seduta accanto al letto del ragazzo e avvolta nella coperta, Yukihira si svegliò.

 

Il ragazzo, rimanendo sdraiato, la vide, la riconobbe e a fatica disse “Eri..Nakiri, non c’è l’albero di Natale. Se mi aspetti vado a prepararlo” e fece come per scoprirsi, ma era così debole da non riuscire nemmeno a spostare le coperte.

Erina lo guardò addolorata per la mancanza di forze in quel corpo così vigoroso.

 

Allora lo aiutò, con difficoltà, a mettersi seduto con la schiena appoggiata alla testiera del letto, gli disse che per l’albero c’era tempo e non doveva preoccuparsi e gli fece bere della zuppa che aveva appositamente preparato.

 

Inutile dire che la situazione in cui la ragazza imboccava il giovane era a dir poco sorprendente, Erina, rossa come un peperone, cercava con tute le forze di non pensarci considerando che il ragazzo, che stava male a causa sua, ne aveva bisogno.

 

Una volta mangiato Soma ritrovò un po’ di colorito e sembrava stare meglio, infatti non si riaddormentò subito, ma esortò Erina “Nakiri è notte e si vede quanto sei stanca, perché non vai a letto?”

“Hai bisogno che qualcuno si prenda cura di te” rispose Erina con gli occhi più rassicuranti di quanto Soma ricordava.

 

“Ho bisogno di sapere che stai bene e non ti stai affaticando per colpa mia.

Non voglio che tu stia male, va a letto, ci rivedremo domani” la esortò il rosso.

 

Erina sentiva le lacrime che tornavano, cercò di bloccarle e rispose “Come puoi ancora preoccuparti di me dopo ciò che ti ho fatto? Stai male per colpa mia.

Mi occuperò di te anche se non è mio diritto, anche se non siamo più amici”

 

Soma la guardò addolorato alle sue ultime parole, poi lentamente ricordò la loro discussione e quanto fosse arrabbiato e frustrato. Con uno sforzo le prese la mano e parlò “Erina ci sono cose da dire, ma ora non riesco, ma facciamolo quanto prima.” Detto ciò chiuse gli occhi e crollò spossato.

 

Erina si distese sul tatami accanto al letto di Soma, disse a basa voce “mi hai detto che mi parlerai, tu mantieni le promesse, quindi sii forte e riprenditi, io resterò qui con te”.

 

Passarono altre notti così, con Erina che gli dormiva affianco e gli dava da mangiare imboccandolo.

 

Era arrivato l’ultimo dell’anno, Erina aveva notato che stava riacquistando il suo colorito e la pelle del viso, al tatto, era più calda ora.

 

Soma si svegliò sentendosi stavolta meglio, si mise a sedere sul letto da solo, senza chiedere aiuto alla ragazza, che vedendolo, gli volse un dolce sorriso. Soma non l’aveva mai vista sorridere così dolcemente e men che meno nei suoi confronti. Doveva ammettere che il suo sorriso era davvero bellissimo, riscaldava il cuore ed illuminava tutto attorno a sé.

 

Erina si sedette sul letto chiedendogli come si sentisse, Soma rispose

meglio e “Erina, grazie per le tue cure. Ora che ne dici se parliamo? Riguarda quello che è successo l’altra sera. Da quand’è che dormo? Non ricordo nulla.”

“dieci. Sono dieci giorni che stai male, sai tutti i ragazzi della stella polare sono venuti a trovarti, anche gli Aldini, Mito-chan, Hisako e Hayama”

Soma si passò la mano tra i capelli dicendo “accidenti. Mi dispiace, ma non ricordo proprio nulla” Erina notò che era davvero dispiaciuto, non aveva visto ancora il suo sorriso, quanto le mancava quel sorriso, non lo vedeva dalla sera del contest natalizio. Ed il giorno di quello stupido gioco, Soma le aveva mostrato delle emozioni che non aveva mai visto, aveva scoperto volti di Soma che pensava nemmeno esistessero.

 

Soma emise un leggero sospiro e continuò “Erina mi dispiace averti trattato male quella sera, ma ero davvero arrabbiato. Mi sentivo tradito dalla ragazza che, aldilà delle offese e delle frecciatine che mi manda, ho sempre reputato mia mica. Tu sei sempre lì a riprendermi sui miei errori, sei lì a mostrarmi la nuova vetta da raggiungere e a sfidarmi a chi arriva prima. Senza te non sarei mai riuscito ad arrivare dove sono ora.”

 

Erina alzò una mano come a fermarlo da dire altro, gli prese le mani nelle sue e confessò che anche lei aveva qualcosa da dirgli, ringraziò mentalmente di essere al buio, ma sentì le lacrime scenderle dalle guance e le vide bagnare le mani di Soma, si asciugò furiosamente gli occhi, ma continuavano a venire, incuranti dei suoi sforzi, abbassò la testa e parlò chiamandolo per nome, col solo intento d’instaurare da subito una connessione con lui “Soma, c’è molto da dire, per favore non interrompermi qualunque cosa io dica, va bene?” il ragazzo acconsentì, ed Erina continuò “quando ti ho incontrato per la prima volta, sei stata una seccatura. Fin dal primo momento non volevo aver nulla a che fare, fin da quell'esame di trasferimento.

"Ho assaporato il tuo Transforming Furikake ed è stato delizioso, non sono masi riuscita a confessartelo. Non potevo credere che avessi realizzato qualcosa di così straordinario da un piatto così comune, mi stavi dicendo che eri più talentuoso di me, ed io ho rifiutato la tua domanda, sono arrivato vicina a perderti a causa della mia meschinità"

 

Soma era sorpreso, aveva sempre pensato che Erina avesse bluffato, ma rimase in silenzio come promesso.

 

Erina continuò "Allora eri qui e ti vedevo in classe, fuori dalla classe, al campo di addestramento, alle elezioni, al festival, era come se facessi di tutto solo per infastidirmi e poco dopo..…mio padre è tornato. "

 

La sua voce si bloccò e Soma si ritrovò a stringerle le mani, mentre ricordava quei tempi, quando era in gioco tutto ciò che conoscevano a Tōtsuki, anche la stessa Erina.

 

"Sono successe così tante cose, ho pensato che non sarei mai stato libera da lui, ma tu hai cambiato tutto questo,  tu... Soma ... "

"Tu hai fatto di più, sei andato ben oltre per una ragazza che non ha fatto altro che urlarti contro ed insultare i tuoi talenti, anche quando pensavo che fossi senza speranza, quando mi ero arresa, non hai mai smesso di credere in me, anche se non ti ho mai dato una ragione per...tu ... mi hai salvato...Grazie Yukihira Soma. "

"Mi hai salvato da mio padre, mi hai salvato da me stesso, dall'essere la bambina spaventata che ero. E non so quando è iniziato esattamente, so che è stato poco dopo che ho iniziato a…a…."

Erina emise un forte sospiro e tirò velocemente in un sol colpo le parole che erano in gola  “a innamorarmi di te.”

 

Soma si bloccò. Aveva davvero sentito quelle parole provenire dalla bocca di Nakiri Erina? Era una nobile; Lei era un'aristocratica in tutto; lei non poteva mischiarsi con qualcuno come lui.

 

 

Soma contravvenendo a quanto detto prima rispose “Nakiri, io non ho fatto nulla, ero solo assieme a tutti i tuoi amici che hanno combattuto per Tōtsuki”

ma Erina subito disse “non è vero, i ribelli erano tali perché tu li hai convinti a combattere, tu eri il centro della rivolta, tu guidavi la carica, tu l’hai fatto per Tōtsuki e per me.”

 

Erina continauando “ed io non sapevo veramente cosa stavo provando, da poco ho scoperto che non sopportavo di essere intorno a te, mi hai fatto sentire così ... strano, ma non sopportavo di starti lontano. Ma non posso accettare di…di…”

 

 

Soma s’intromise ancora una volta nel discorso “di essere innamorata di me, giusto? Non puoi sopportare il pensiero di preoccuparti davvero di qualcuno così plebeo, vero? Anche dopo quello che abbiamo passato, quello che ho fatto per te, tutto quello che potevi vedere era che non c'era posto per me nel tuo mondo di perfezione.”

 

“Ti sbagli, Yukihira-kun.”

 

Soma fissò gli occhi della principessa di Tōtsuki. Il suo sguardo violaceo era ipnotizzante, e scoprì che non poteva distogliere lo sguardo da lei, indipendentemente da come ci provasse. Sentì che la sua rabbia svaniva con la stessa rapidità con cui era venuta in primo luogo per essere sostituita dall'amore che era sempre lì, appena sotto la superficie.

 

Erina con un tono sofferente rispose “Pensi che non volessi amarti perché non eri degno di me? La verità è che non volevo amarti perché non me lo meritavo.”

 

La mascella di Soma cadde e si ritrovò completamente e assolutamente stordito. Non meritava di amarlo? L'idea era ridicola. Come poteva pensare qualcosa di così assurdo? qualcosa di così sbagliato?

Erina fece un passo in avanti, allungando le mani per cullargli la faccia. Si passò le dita sui lati del profilo, lisciandosi i capelli indietro e fuori dagli occhi. Sōma quasi non osò respirare; le scie che le sue dita lasciavano sul suo viso si sentivano calde e vive.

"Hai smesso di essere un plebeo per me molto tempo fa Soma Se ci fosse qualcuno degno di me in questo mondo, saresti tu. Ma chi ero io per chiederti di amarmi? La ragazza che salvasti da suo padre? la ragazza che ti trattava come la sporcizia e rideva al pensiero che saresti stato espulso? Non meritavo il tuo amore ed ancora non lo faccio. "

Per Soma era troppo tutto ciò che la ragazza diceva a giustifica delle sue azioni e pensieri e la interruppe “Certo che sì Erina. Te lo meriti e altro ancora. Ti meriti molto più del mio amore.”

Lei prese a coppa la sua faccia, avvicinandola ancora di più ad essa, e Soma fissò le sfere di una meravigliosa ametista che Erina chiamava ‘occhi’.

 

Per la prima volta riuscì a guardare sinceramente Erina. Lui la guardò semplicemente. Ed allora vide.

I suoi occhi erano completamente aperti e vulnerabili, permettendogli di vedere cosa c'era davvero dietro di loro. Vide la profondità dei suoi sentimenti per lui; la pura sincerità, la possessività, la compassione, la tranquillità rara negli occhi della bionda.

E l'amore. Così tanto amore. Tutto diretto su di lui.

"Penso che una parte di me sperava che le cose sarebbero cambiate un giorno. Avrei realizzato qualcosa che mi avrebbe fatto riconoscere, qualcosa che mi avrebbe dato la libertà di dirti come mi sentivo, ma non è mai successo fino ai giorni scorsi. In tutti questo tempo da quel dannato giorno in cui ti sei ammalato per causa mia non ho potuto non pensare che l’uomo che amo stava male per causa mia, perché non ho avuto il coraggio di confessargli i miei sentimenti, perché ho preferito allontanarlo e trattarlo male per difendermi dal suo amore."

Soma la sentì sussultare e lui quasi si ritrasse.

Un senso di colpa lo pervadeva. Anche lui, come lei, non era mai stato sincero col rischio di perderla per sempre..

Erina continuò "Così ho deciso. Anche se non ti merito, anche se ho giocato un putrido gioco con te portandoti quasi alla morte, anche se sono una pessima amica e la peggiore persona che tu potessi incontrare in tutta la tua vita, voglio confessarti il mio amore ed egoista chiedere il tuo amore in cambio. Soma, so che non posso nemmeno chiederti perdono per il male fatto, ma, ti prego, non odiarmi."

Soma lentamente iniziò a risponderle “Erina il giorno del nostro presunto gioco sono stato molto male pe come hai deciso d’impostare il tutto. Nelle mie più selvagge speranze avevo immaginato che uscissimo assieme, quasi come ad un appuntamento e ci divertissimo senza avere alcuno intorno. Avevo deciso anche di trattarti con quella deferenza che non ho mai utilizzato per te, più per renderti tranquilla che per altro. Non volevo che si trasformasse nella nostra tipica giornata ostile. Ma quando ho visto che mi trattavi peggio di un cane ho visto rosso, mi sono arrabbiato e ti ho detto quelle cose, cose che non penso. Anzi vorrei che rimanessimo sempre amici. No aspetta non è così” Soma fece una pausa per prendere fiato, mentre Erina sbiancava in attesa che il giovane continuasse.

Soma ripreso fiato continuò “Mi piacerebbe se, aldilà di tutto, rimanessimo buoni amici, due persone che ridono, parlano di tutto, cucinano, si sfidano e crescono per raggiungere nuove vette. Ma in realtà non ti voglio come mia amica.” Erina sentì le lacrime che le gonfiavano gli occhi “Soma ti prego perdonami”.

Soma le diede quel sorriso calmo e luminoso che riusciva a tranquillizzare in un attimo la bellezza davanti a lui, con la mano le scostò i capelli dietro l’orecchio sinistro e l’appoggiò sulla guancia accarezzandola col pollice, quindi parlò “Erina ascoltami bene, non so dove trovo il coraggio o se in futuro l’avrò per ripetermi, ma io non ti voglio più come mia amica. Dal profondo del mio cuore Ti Amo. Se vuoi saremo sempre amici, ma ti voglio anche come mia ragazza, se mi vuoi ancora.”

Le parole di Soma erano poco più di un sussurro. Erina gli si accostò per sfiorargli le labbra, il bacio tra loro fu calmo, quasi un sussurro. Erina gli pose le braccia introno al collo e massaggiava i soffici capelli. La lingua di Soma balzò fuori, spingendo dolcemente le sue labbra e salendo in avanti quando accettò il suo passaggio con entusiasmo. La sua mano si aggrovigliava tra i capelli mentre l’altra le accarezzava la guancia.

Il bacio fu pieno di anni di tensione sessuale e passione represse. Soma sentì l'amore nel suo cuore cantare, finalmente il suo sogno si stava avverando, ma interruppe il bacio per chiedere “Erina, ti ho detto che anch’io ti amo, ma ti ho chiesto se vuoi essere la mia ragazza e non mi hai risposto” Erina continuando ad abbracciarlo gli sorrise anche con gli occhi, gli mostrò la magnificenza del sorriso di una ragazza innamorata, lo baciò di nuovo per rispondergli “Baka, ed il mio bacio cosa dovrebbe significare?”

Soma la guardò sorridente e disse “Allora abbiamo perso il Natale e l’ultimo dell’anno, per causa tua. Avresti dovuto svegliarmi almeno per preparare l’albero” Erina lo guardò frustrata mentre l’occhio sinistro si contraeva per rispondergli “chi è che stava male in quei giorni da non riuscire nemmeno a svegliarsi?” “e di chi è la colpa?” fu la sua risposta.

Erina iniziò a contorcersi nervosamente le mani mentre guardava a terra ed iniziò a scusarsi a bassa voce, Soma le sorrise, con un braccio la tirò a sé abbracciandola per le spalle, la baciò in fronte per sussurrarle “non preoccuparti, scherzavo” “sarà, ma avevi ragione, sono stata io a costringerti a letto.” Rispose un’Erina turbata.

Soma le alzò il mento per guardarla negli occhi e dirle “Non preoccuparti va tutto bene, grazie a quella vicenda ho avuto il coraggio di confessarti i miei sentimenti e chiederti di essere la mia ragazza. E sono stato fortunato che anche tu avessi dei sentimenti per me. Erina ti ho amato fin dalla battaglia contro la centrale, ti amo ora e ti amerò sempre. E dopo la laurea apriremo il nostro ristorante e ci sposeremo.”

Erina alle sue parole avvampò, aveva pensato di aprire un ristorante con lui, sarebbe stato fantastico cucinare assieme e sfidarsi ogni giorno, ma sentire che voleva sposarla era troppo per lei.

Erina ipocrita. Lei aveva addirittura immaginato il volto di sua figlia, si sarebbe chiamata Aki e avrebbe giocato col padre in cucina, proprio come Saiba aveva fatto con suo figlio.

Erina lo guardò e con un sorriso furbo gli disse “Non correre Diner boy, devi ancora stupirmi con la tua cucina.” Soma sbottò ridendo “Hey, hai già detto che il piatto che ho cucinato il giorno in cui ci siamo incontrati era delizioso.”

Erina sorridendo malvagiamente “Davvero? Non ricordo nulla del genere.”

Soma le rispose “Sei seria? Ok assaggerai la mia deliziosa cucina. Ho in mente una nuova ricetta tutta da gustare: sardine secche, miele d’acacia, passata di spinaci e cioccolato bianco? Ti lascerò senza fiato.” A quelle parole Erina sbiancò iniziando a tremare.

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