Mi dicevi che ero solo una bambina, avevo la pelle e i capelli profumati.
Mi accarezzavi con dolcezza e mi stringevi, e mi cantavi melodie ormai dimenticate. 

Ora la mia pelle sa di guerra e i miei capelli di fumo,
e la sola dolcezza che conosco è la lama quando toglie l'ultimo respiro agli uomini.

Resto in piedi, forte e salda, e trattengo il respiro insieme ai ricordi, 
per non lasciarmi andare, come una corda nell'acqua.

Siamo uomini e siamo donne.
Nel buio; tremiamo.
Come erba sotto la pioggia,
bagnati dalla pesantezza delle nostre lacrime;
come uomini di fronte all'inverno,
scossi da un gelo crudele come la nostra fame;
come l'amore davanti alla guerra,
una rosa divorata dalle sue spine.

Conoscevo una donna, ma è partita,
ha impugnato la spada, e mi ha lasciata
una mattina d'estate.
Un soldato ha bussato alla mia porta,
mesi dopo.
Nelle mani stringeva un fiore, pallido e secco.
Così ho immaginato il suo viso,
appassito.

È proprio vero, allora
Le foglie cadono in Primavera

Ricordo il mare infrangersi sulle scogliere, 
e il dolce tuono della tempesta imperversarsi sull’oceano.
Oltre le nebbie dell'Altromondo scorgo i volti dei miei amici, 
il sorriso di mia moglie, la risata di mia figlia.
Rivedo la mia casa e sento la loro chiamata, mentre la spada spinge nella mia carne.
Brucia, brucia come il fuoco degli stranieri, ma non fa male.
Sento freddo, e gli occhi della morte sono così giovani e spaventati.
Abbasso lo sguardo a terra, ma vedo soltanto l’erba e il sangue.
Poi chiudo gli occhi.

Avevo dimenticato quanto fosse bella mia moglie.