Detective Conan e i segreti del Code2034

di BlueRace07
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chi è il mio nemico? ***
Capitolo 2: *** Sfilata al Golden Mirror, una serata movimentata ***



Capitolo 1
*** Chi è il mio nemico? ***


《AL LADRO!!》 Il grido acuto e stridulo di una donna di mezza età mise in allarme la folla della trafficata Tokyo, diffondendo la confusione tra la calca di persone che percorrevano in quel momento il marciapiede. La giovane ragazza dai capelli corvini si faceva largo tra la gente che la seguiva con lo sguardo. 《Ci stiamo dirigendo sul posto. Abbiamo ricevuto la richiesta di rinforzi.》 Riferiva Yumi alla guida del veicolo in servizio assieme alla collega Naeko. Si aggiungeva così la terza auto all'inseguimento, oltre ai dodici agenti che rincorrevano il soggetto a piedi. Una semplice londinese di diciotto anni era riuscita a mettere in difficoltà ben due divisioni del dipartimento di polizia di Tokyo. Erano appena passate le due del pomeriggio, l'ora di punta per le strade di Beika : studenti che uscivano dagli istituti, i lavoratori andavano in pausa pranzo e genitori che prelevavano i figli dalle scuole. Eppure la ragazza non sembrava avere realmente intenzione di sfuggire agli agenti, erano diverse volte che faceva il giro attorno allo stesso edificio, se avesse voluto, avrebbe potuto lasciare il posto inosservata già da un pezzo. 《Signora, va tutto bene?》 Un ragazzino con gli occhiali dal papillon rosso soccorse subito la vittima lasciandosi alle spalle il gruppo di amici che lo raggiunsero qualche istante dopo. 《L'abbiamo in pugno, ispettore, al prossimo incrocio lo circondiamo, non ha scampo.》 《Era ora! Razza di incapaci, si è preso il gioco di noi, non ha fatto altro che girare attorno allo stesso edificio per tre volte!》 Rimproverò spazientito l'ispettore Shiratori battendo i pugni sul cruscotto del veicolo di cui era alla guida. 《Ragazzi, che succede qui, uff..》 Domandò sfiatato il vecchio alle sue canaglie, provato dalla corsa che aveva fatto per raggiungerli. 《Cosa le hanno rubato?》 Domandò il piccolo Conan alla signora. 《La mia borsa! Quel ladro mi ha rubato la borsa!》 Rispose la donna in preda al panico. La squadra dei giovani detective rimase stupita dall'affermazione della donna , osservando un particolare alquanto evidente. 《Veramente, signora…》 Mormorò Genta. 《La sua borsa è proprio sulla sua spalla…》 Mitsuhiko concluse la frase dell'amico portandosi una mano sulla nuca. 《Non ci posso credere… Tutto questo allarmismo per niente.》 Borbottò la biondina aggrottando le sopracciglia. 《Cosa?! Com'è possibile, ero sicura che quella ragazza me l'avesse sottratta!》 Disse incredula la donna aprendo la borsa per controllare che non mancasse nulla al suo interno. Fece lo stesso con il portafoglio e tirò un sospiro di sollievo dopo aver constatato che non le era stato rubato un bel niente. 《Che strano…》 Borbottava tra sé e sé il giovane detective, il famoso aiutante del famoso detective dormiente. 《Cosa?! Non è stato rubato niente?! Che significa?!》 L’ispettore Shiratori rimase in silenzio per un istante pensieroso. 《Qual è la prossima mossa, ispettore?》 Domandò l'agente Yumi dalla sua postazione, in attesa di ulteriori ordini. 《Uff… Lasciate stare, tornate in centrale, ci penso io.》 Sbuffò Shiratori ormai consapevole dell'identità del criminale. Scese dalla sua auto e raggiunse il posto a piedi. Conan , spinto dalla curiosità, corse immediatamente all'incrocio in cui era stato fermato il responsabile, non fu difficile individuarlo dal momento che la folla si era accumulata in sua prossimità assistendo all'arresto. Una ragazza dalla carnagione pallida e i lunghi capelli neri uscì allo scoperto con le mani alzate. Indossava una maglietta rossa a righe bianche, dei colori un po' accesi per una persona che avrebbe voluto passare inosservata. Un sorriso compiaciuto si stampò sul suo volto macchiato dalle singolari lentiggini, gli occhi color tempesta si rivolsero verso l'ispettore Shiratori che le camminava incontro con un paio di manette. 《Ma che fa? Si consegna alla polizia?》 Esclamò Mitsuhiko stupito dal gesto della ragazza. 《Per forza, ormai è stata circondata, non aveva scampo.》 Osservò Genta rispondendo al compagno. 《È un peccato che una ragazza così bella sia una criminale!》 Disse la piccola Ayumi che scrutava la fanciulla meravigliata e delusa allo stesso tempo. *Non ha tutti i torti. Non ha affatto l'aspetto di una malvivente.* Rifletteva il giovane Shinichi nei panni del piccolo Conan. *Non è asiatica. O almeno non del tutto… Potrebbe avere uno dei genitori di un'altra nazionalità, si spiegherebbero le lentiggini e gli insoliti tratti del viso. Ma c'è qualcosa che non mi quadra. Quale persona razionale sarebbe contenta di consegnarsi alla polizia? A meno che… Questa non fosse la sua intenzione dall'inizio.* 《Ispettore Shiratori!》 Il dottor Agasa richiamò l'attenzione del conoscente intento nel costringere la ragazza a salire nella sua auto. 《Dottor Agasa… Conan, ragazzi ci siete anche voi!》 Notò il giovane poliziotto sbattendo lo sportello chiudendo la ragazza nell'autoveicolo. L'autorevole ispettore si avvicinò al gruppo per salutare la squadra dei detective boys, mentre Conan incrociava lo sguardo della ragazza attraverso il finestrino. Una mano tremolante afferrò la manica della giacca del piccolo detective il quale si voltò di scatto. Haibara si nascondeva dietro al ragazzino terrorizzata da un brutto presentimento. Non impiegò molto a capire che l'attenzione della ragazza non era rivolta verso lui, bensì alla sua amica, Ai Haibara, ex membro della misteriosa organizzazione a cui il ragazzino dava la caccia. 《Mi ha scoperta, ha capito tutto, siamo in pericolo!》 Farneticava affannata la biondina che non aveva il coraggio di ricambiare lo sguardo della giovane teppista inglese. 《Cerca di mantenere la calma. È impossibile che abbia capito tutto da un semplice sguardo. Forse avrà qualche sospetto, ma non sappiamo nemmeno chi sia.》Sussurrava Conan a bassa voce cercando di tranquillizzare l’amica.《La ragazza che avete arrestato… Mi è sembrata…》《Sì dottore, so quello che sta pensando. È la persona che pensa.》 Ancor prima che Il vecchio potesse terminare la sua frase, Shiratori diede conferma al dottore dei suoi sospetti. Quest’ultimo rimase paralizzato dalla notizia. Da un lato sembrava contento di vedere la ragazza di persona per la prima volta, dall'altro non poteva fare a meno, così come il piccolo Conan, di chiedersi cosa avesse spinto la ragazza a tale gesto. Ma ancor più si preoccupava per ciò che attendeva la ragazza anche se lei non mostrava il minimo cenno di rimpianti o paura. 《Lei la conosce?》 Domandò Mitsuhiko al dottore. 《È una lunga storia, ve ne parlerò un altro giorno. Ora dobbiamo andare.》Il vecchio sviò completamente l'argomento invitando le piccole canaglie a salire nella sua scarabeo gialla per poi mettere in motore l'auto. 《Strano… Ho come l'impressione di aver dimenticato qualcosa.》 Bofonchiò il vecchio alla guida del veicolo. 《Ehi! Dov'è Conan?!》 Esclamò la piccola Ayumi notando l'assenza del compagno. Il vecchio dottore smemorato ebbe un sussulto ma non si curò molto del fatto. 《Sappiamo dov'è.》 Sbuffò Ai, intuendo le intenzioni del piccolo detective. 《Non so cosa ti sia messa in testa ma ti stai mettendo in una marea di guai. Smettila prima di arrivare a un punto da cui non puoi più tornare indietro.》 Rimproverava Shiratori all’adolescente ribelle la quale non sembrava dare retta all'ispettore. 《Tra l'altro stai mettendo in difficoltà anche l'agente Takagi. Non sa più cosa deve fare con te. Se fossi stato al suo posto, ti avrei immediatamente imbarcato su un volo di sola andata per Londra. Sei un peso per lui, perché non te ne vai a stare da tua nonna? 》《Mio cugino non c'entra niente, non ho chiesto io a lui di intervenire. Sei tu che continui a coinvolgerlo, ma non ha alcun senso visto che non ha la mia rappresentanza legale.》 Ribatté la ragazza assumendo una certa aria saccente e di sfida nei confronti dell'ispettore. 《E così tu…Sei la cugina dell'agente Takagi!》 La voce innocente e infantile di Conan interruppe la conversazione tra i due. L'ispettore Shiratori frenò bruscamente per la sorpresa inchiodando in corrispondenza dell'entrata del parcheggio del quartier generale della polizia di Tokyo. 《C-Conan! Che ci fai qui?!》 Esclamò. 《È da quando siamo partiti che è in auto, non dirmi che non te n’eri accorto…》 Borbottò l'inglese che scherniva l’ufficiale di polizia per la sua negligenza. 《Conan… È così che ti chiami?》 L'inglese si rivolse verso i sedili posteriori per parlare con il piccolo detective avendone appreso il nome dalla frase dell'ispettore. 《Mi chiamo Conan Edogawa e sono un detective!》 Si presentò il giovane investigatore fingendo un sorriso amichevole nei confronti dell’estranea, approfittando dell'innocenza che esprimeva il suo aspetto, che nascondeva perfettamente la persona che si celava dentro il piccolo corpo dalle sembianze innocue. L'ispettore Shiratori fece due colpi di tosse per attirare l'attenzione dei due interlocutori, ricordando alla londinese della loro destinazione : la centrale di polizia di Tokyo. 《È un piacere conoscerti, anche se avrei preferito farlo in altre circostanze..》 Riprese la ragazza facendo una smorfia all'ufficiale di polizia mentre guardava l'espressione divertita di Conan dal riflesso dello specchio retrovisore centrale. 《Io sono Drew Miller e tu mi sembri un ragazzino simpatico.》 Concluse alla vista dell'entrata del parcheggio sotterraneo dell'edificio. 《Andrew Lilith Miller, conosciuta anche come Drew Miller, 18 anni, nata a Brighton, giapponese per metà, precisamente dal lato della madre. Interessante... Il padre, Edward Miller, era uno studioso di criminologia, nonché professore presso l’Università di Cambridge. La madre, Hitomi Takagi, era ufficiale della polizia di Osaka…》 Continuava a leggere dalla scheda aperta sul monitor, Subaru Okiya, sulla scrivania al centro della grande libreria dello studio di casa Kudo. Il telefono era acceso in chiamata, dall'altra parte del telefono vi erano i suoi colleghi più fidati dell'FBI, gli agenti Jodie e Camel. 《Deve essere una ragazza fuori dal comune se è degna di tante attenzioni. Cosa dovrei fare?》 Tra una frase e l'altra, sorseggiava del Bourbon mentre col mouse scorreva la scheda fornitagli dalle due spie. 《È sufficiente che tu la tenga d'occhio. Nutriamo dei forti sospetti nei confronti della ragazza. Ci sono stati segnalati dei movimenti sospetti nei pressi della sua residenza a Kensington a Londra. Abbiamo motivo di sospettare del coinvolgimento della famiglia Miller in loschi affari con l'Organizzazione.》 Spiegava Jodie seduta dal lato del passeggero nell'autovettura guidata dell’agente Camel che partecipava attivamente alla conversazione. 《Capisco.》 《Non vuole proprio dirmi cosa la lega a quella ragazza, dottore?》 Sherry rimasta sola in auto con il vecchio Agasa, cercava di convincerlo a confidarsi sull’identità della ragazza, il cui sguardo le metteva i brividi e la rendeva fragile, incapace di reagire, se non tremando come una foglia. Qual era il segreto che il vecchio Agasa cercava di proteggere? Haibara non sapeva se doversi rassicurare del fatto che non fosse tanto rilevante da rendere quell'informazione necessaria alla sua conoscenza, o preoccuparsi del fatto che potesse essere qualcosa di talmente grande da costringere il dottore a tenersi il segreto per sé. 《A Kudo lo avresti detto.》 Lo provocava la biondina mentre il dottore era assorto nei suoi pensieri mentre i due si incamminavano verso l'entrata della piccola villa di Beika. 《Non posso parlare, per il rispetto di una persona. Ma sono certo che in un modo o nell'altro, Shinichi scoprirà la verità. Allora potrai chiedere spiegazioni a lui. L'unica cosa che posso dirti è che non è la persona che pensi.》 《Si può sapere cosa ti salta in mente?!》 Drew era stata portata allo studio dell'ispettore e si preparava ad affrontare le conseguenze delle sue azioni. Non sembrava minimamente pentita di ciò che aveva fatto, anzi, il suo sguardo non cedeva difronte a quello di disapprovazione dell'ufficiale di polizia. 《Martedì sei stata colta in flagrante mentre partecipavi a una corsa clandestina. Ieri hai pensato bene di imbrattare le fiancate del ponte del fiume Teimuzu-gawa. Oggi furto. Domani cosa farai?》 Seppur dall'esterno, Conan assisteva alla conversazione attraverso la porta semiaperta. Non aveva mai visto l'ispettore così fuori di sé, ebbe un sussulto quando questi batté i pugni sulla scrivania per la frustrazione. 《Sa cosa voglio, voglio parlare con il sovrintendente Matsumoto.》Dichiarò la ragazza senza battere ciglio. Sapeva quello che voleva e non avrebbe smesso finché non avesse ottenuto ciò a cui puntava. 《Non mi faccia arrivare all'omicidio, ispettore.》 Schernì la ragazza con tono minaccioso e poco credibile allo stesso tempo. Nemmeno lei credeva a ciò che diceva, ma l'oltraggio a pubblico ufficiale poteva aggiungersi alla lista di reati che l'adolescente aveva commesso nel giro di pochi giorni. *È un comportamento del tutto irrazionale, se una persona è disposta a tanto solo per un po' di attenzione da parte della polizia, significa che questa ragazza ha in mente qualcosa di importante. Per qualche strano motivo sento che c'è qualcosa che non quadra. Miller… Dov'è che ho già sentito quel cognome?* Conan si portò l'indice sul mento e assunse un atteggiamento concentrato, era determinato ad andare fino in fondo e scoprire l’identità di Drew Miller. 《Non disturberò il sovrintendente per il capriccio di una mocciosa irrispettosa. Ho provato in tutti i modi a difendere l'indifendibile. Hai oltrepassato il limite, sai che questo pregiudicherà…》 《Non può farlo. Non ho commesso alcun furto, come vede》 Lo interruppe la ragazza ribelle, avendo l'evidenza dalla sua. Effettivamente la borsa era stata restituita alla proprietaria e non c'era la minima prova di un furto. Per quanto avventata, Drew sapeva di essere arrivata al limite , non poteva permettersi di tirare ulteriormente la corda, rimaneva pur sempre una studentessa universitaria di legge e non avrebbe di certo potuto candidarsi all'Accademia di Polizia con una fedina penale macchiata. Sostanzialmente era questa la ragione per cui l'ispettore Shiratori l'aveva graziata fino ad allora. Era stato allievo di Edward Miller ai tempi dell'università, il quale fu anche suo relatore nella tesi di laurea, ebbe davvero un legame speciale con il padre di Drew e non poteva accettare che il nome di una persona come lui potesse essere infangato dalla ragazzina viziata che rivedeva nella giovane Miller. 《Non tollero più questo atteggiamento.》 《Ma..》 《Mi costringi a prendere provvedimenti.》 Non si poteva di certo dire che Drew si aspettasse una tale reazione a uno scherzo innocuo. 《Oh accidenti…》 L'attenzione di Conan fu attirata dal rumore di passi goffi e pesanti in avvicinamento. Qualche istante dopo riusciva ad identificare anche il soggetto in questione. 《C-Conan, che ci fai qui?》Domandò l'agente di polizia Wataru Takagi che era stato convocato dallo stesso ex collega Shiratori. 《Agente Takagi…》 《Di cosa è accusata questa volta?》 Takagi si portò la mani alla testa in segno di rassegnazione, era molto evidente che fosse preoccupato ma soprattutto rattristato dalla situazione. 《Non è una persona cattiva, non voleva rubare davvero quella borsa. Lei voleva solo…》 Furono le parole consolatorie del ragazzino con gli occhiali, il quale, pur non conoscendo come stessero i fatti, cercava di risollevare il morale al giovane agente di polizia. 《Lo so, è solo colpa mia.》 Dichiarò l'agente Takagi in risposta al bambino. Poggiò la sua schiena al muro e sì lasciò scivolare a terra chiudendosi con le ginocchia al petto. Conan continuava a osservare Takagi lasciarsi prendere dallo sconforto incapace di reagire. 《Un ragazzino sveglio come te non poteva non capire che quella ragazza è tutt'altro che una criminale.》 《È un momento difficile per lei, prima l'incidente di Edward e adesso il suicidio di Hitomi. Un giorno è una normale studentessa di Cambridge e il giorno dopo si ritrova sola al mondo senza una famiglia, in un posto che odia con la persona che più odia al mondo.》 Continuava a raccontare Takagi. *Ma certo, Edward Miller, il famoso criminologo di Cambridge, ho letto diversi saggi scritti da lui, papà lo rispettava e lo ammirava tanto. Quindi Drew è la figlia del famoso criminologo deceduto tre anni fa in un incidente stradale. Non avevo idea del fatto che avesse una figlia. Hitomi Takagi invece da quanto mi ha raccontato Heiji era il braccio destro di suo padre, Heizo Hattori, capo di polizia nella prefettura di Osaka.* 《È una questione importante, ispettore. L'organizzazione farà di nuovo la sua mossa, altre persone sono in pericolo, voi dovete fermarli!》La voce di Drew rimbombò nella stanza e risuonava nella mente del piccolo detective, scioccato dalla rivelazione della ragazza. Gli occhi si sbarrarono e un brivido risalì lungo la sua schiena. 《Ha detto… l- l'organizzazione》 Farneticava il ragazzino confuso. Takagi fece un sospiro e socchiuse gli occhi. 《Ci risiamo con questa storia...》 Sbuffò l'ispettore in risposta alla scenata della ragazza. 《Devi crescere Drew. Hai assistito a molte scene del crimine, hai risolto molti casi, perché non riesci ad accettare il fatto che tua madre si sia tolta la vita con le sue stesse mani? Eppure le prove parlano chiaramente. Non esiste nessuna organizzazione, ficcatelo bene in testa. Dei signori vestiti in nero che ti danno la caccia… Insomma, ti rendi conto anche tu di quanto sia surreale?》 L'espressione delusa di Drew condizionò l'umore dell'ispettore. 《L’istigazione al suicidio vale tanto quanto un omicidio…》Mormorava la ragazza sconfortata dell’ennesimo rifiuto dell'ispettore. Shiratori non poteva fare a meno di essere dispiaciuto per la situazione della ragazza ma erano giorni che cercava di essere comprensivo e ragionevole nei suoi confronti, il suo comportamento iniziava ad essere di intralcio al suo lavoro. 《Ascolta, so che è un momento difficile ma, credimi passerà. Quanto ai provvedimenti, troppe persone hanno assistito a ciò che è successo oggi, se facessi finta di niente anche questa volta, ne andrebbe della nostra credibilità, sei una ragazza intelligente, so che capisci esattamente quello che intendo.》 Drew abbassò lo sguardo e scosse la testa in senso di disapprovazione. Era quasi certa che il sovrintendente avrebbe capito se gli avesse potuto parlare. Evidentemente la questione dell’organizzazione era talmente seria da non essere condivisa nemmeno agli ufficiali di alto grado come Shiratori. Eppure la sua ostinazione derivava dalle parole di quello scrittore di gialli, l'unica persona che credeva alla versione di Drew. Yusaku Kudo aveva assistito alla scena del crimine in cerca di prove valide che potessero reggere la versione che vedeva l'organizzazione come responsabile del suicidio di Hitomi Takagi. In quel momento le sue parole riecheggiavano nella mente di colei che giaceva seduta, ancora ammanettata senza motivo su quella sedia di fronte all'ufficiale di polizia. < Se è giustizia che cerchi, sarò sincero, è una strada pericolosa quella che hai davanti, non è quello che avrebbe voluto tuo padre per te e so che non dovrei spingerti a certe decisioni. Ma non sei sola, conosco delle persone che possono aiutarti. Vai a Tokyo, lì troverai le risposte che cerchi. Vai e fatti giustizia piccola Drew. > 《La supplico ispettore… l'organiz..》La voce di Drew si bloccò dallo spavento quando l'uomo che aveva difronte batté violentemente i pugni sul tavolo per la seconda volta. Questa volta il botto fu talmente forte che Miller credeva che il tavolo avrebbe ceduto. Lei rialzò lo sguardo di scatto e deglutì sconvolta, colta alla sprovvista dall'improvvisa reazione violenta dell'uomo. 《Non voglio sentire un'altra parola.》Sussurrò all'orecchio della ragazza mentre le si avvicinava per liberarle i polsi dalle manette. Intanto l'agente Takagi si fiondò nello studio in preda al panico, spaventato dal rumore che aveva udito da dietro la porta. 《Che succede qui?!》 Interrogò il superiore. 《Succede che devi insegnare le buone maniere a questa ragazza. Non sopporto che il buon nome del Professor Miller venga infangato dalle azioni sconsiderate di una ragazzina capricciosa.》 Fu la risposta dell'ispettore dal ciuffo castano. 《Vieni Drew, ti accompagno a casa..》 Disse l'agente Takagi avvolgendole il braccio sulle spalle per darle conforto. Ma Drew scostò la mano respingendola e corse improvvisamente via dalla stanza in lacrime. Conan la vide uscire e allontanarsi da lui attraverso il corridoio. In breve tempo la figura dell’adolescente londinese sparì dalla vista di Shinichi il quale rimase lì a riflettere sulla condotta tenuta da Drew e sulle informazioni da lui appena acquisite. Sarebbe stato facile associarla all'organizzazione per il piccoli crimini commessi, ma era chiaro che l'inglese non avesse cattive intenzioni. Il suo unico scopo era quello di attirare l'attenzione della polizia di Tokyo per risolvere la questione dell’organizzazione e rendere giustizia alla defunta madre. Era chiaro che quella ragazza dalla maglietta a righe ne sapesse meno di Shinichi. Non poteva immaginare che la polizia di Tokyo fosse totalmente all’oscuro della faccenda, era una situazione complicata che andava ben oltre le competenze dell'ispettore Shiratori e anche dei suoi superiori. Era un male che affondava le sue radici già da molti anni prima, quei malviventi erano l'apice della criminalità, tanto da veder coinvolti anche istituzioni come l'FBI, la CIA e la PSB. Dal suo canto, a Conan sfuggiva ancora un dettaglio significante, c'era qualcosa nella giovane universitaria di Cambridge che suonava troppo familiare al piccolo investigatore, un tassello importante che avrebbe probabilmente scombussolato l'assetto della partita che ormai da tempo giocava con gli uomini in nero, in meglio o in peggio. 《Conan, sei ancora qui?》 Domandò Shiratori al ragazzino dal papillon rosso. 《Per questa volta se la cava con qualche ora di attività per la collettività. Non voglio precluderle la possibilità di entrare in accademia un giorno. Ho sentito molto parlare delle sue grandi abilità fisiche e della sua elasticità mentale. Tra la Gran Bretagna e Osaka so che è stata d'aiuto nella risoluzione di molti casi. Spero solo di non essere costretto in futuro a distruggere la sua potenziale carriera.》 Furono le ultime parole che rivolse l'ispettore all’agente Takagi prima di lasciare a sua volta l'ufficio. 《Non si ripeterà , farò in modo di evitare tutto questo.》 Promise l’agente tirando un sospiro di sollievo. 《Vieni Conan, ti riporto a casa…》Mormorò non curante del fatto di essere rimasto da solo. 《Mhh?! È sparito.. Eppure ero sicuro che fosse qui fino a qualche istante fa!》 Mentre il cellulare continuava a squillare, Drew ignorava per la settima volta la chiamata del cugino. Se ne stava seduta a un tavolino di un piccolo bar, davanti alla vetrina da cui osservava le persone che fuori camminavano lungo il marciapiede. Era ormai passata una settimana da quando si era trasferita dal cugino Wataru ma non aveva ancora familiarizzato con quello che la circondava. In fondo il Giappone era un paese completamente diverso dall'Inghilterra e nonostante fosse stata a Osaka diverse volte per via del lavoro della madre, difficilmente aveva avuto la possibilità di trascorrere il tempo liberamente visitando il posto. In verità tutta la sua vita era piuttosto movimentata, le giornate erano sempre piene e raramente aveva il tempo per pensare a sé, era a una situazione nuova per lei. Notò sulla sedia accanto alla sua un giornale, lo prese e lo aprì sul tavolo iniziando a leggere l'articolo di prima pagina. 《 L'agente Race lascia il via libera a Ladro Kid. Il prezioso gioiello reale di Bukingham Palace è stato rubato.》 Era il titolo dell'articolo. 《 Sei anche te una fan dell'agente Race?》 Una calda voce maschile interruppe la lettura appena iniziata dell'articolo. Drew alzò lo sguardo dal giornale e lo volse verso un ragazzo con un grembiule nero e un taccuino in mano, in piedi davanti al suo tavolo. 《A dire il vero no. Ma mi piace tenermi aggiornata su quello che succede nel mondo.》 Rispose lei al cameriere biondo dalla carnagione scura. 《Il tuo non mi sembra un viso familiare, di dove sei?》 《Di Londra. Ma mi sono trasferita da poco qui a Tokyo da mio cugino.》 《Hai dei tratti del viso molto particolari. Chi tra i tuoi genitori è inglese?》 Drew inarcò le sopracciglia indispettita dalle domande rivoltele dall'estraneo. 《Perdonalo. È un ragazzo molto curioso, per questo motivo fa molte domande ai clienti.》 Interferì l'altra cameriera avvicinandosi al tavolo al quale era seduta la ragazza. 《Desideri qualcosa?》 Chiese gentilmente la cameriera dai lunghi capelli castani. 《Un caffè, grazie.》 Azusa annuì con la testa e sì voltò per tornare al banco. 《Ah e… Scusa. Vorrei anche ordinare un succo.》 Aggiunse Drew richiamando l'attenzione della ragazza. 《Un succo e un caffè. Curiosi i gusti degli inglesi.》 Commentò il cameriere mentre riponeva su un vassoio i piatti lasciati sul tavolo accanto dai clienti appena usciti. 《 Non è per me. Ma sento che a breve entrerà un ragazzino da quella porta. Sarebbe scortese non offrirgli niente》 Replicò scherzosamente la diciottenne inglese. 《Come sei arrivata qui? Perché hai scelto di venire proprio in questo posto?》 Continuava il biondo con le sue domande. 《Il nome. Mi intrigava molto. “Caffè Poirot" non c'è nome che si addica meglio a un bar sottostante all'agenzia investigativa del famoso Detective Kogoro il dormiente.》 Replicò accennando un sorriso al ragazzo che nello svolgere il suo lavoro non staccava lo sguardo dalla sua interlocutrice. In quel momento la porta del locale si aprì e Conan fece il suo ingresso nel bar, esattamente come previsto dalla ragazza. Si guardò attorno cercando di individuare la persona che stava seguendo fino a qualche minuto prima. Drew alzò la mano facendo cenno al ragazzino di sedersi al suo tavolo. 《Hai tirato a indovinare?》 Domandò la cameriera dal banco, assistendo alla scena. 《No, quello non lo faccio mai.》L'affermazione di Drew sorprese il cameriere biondo. Conan nella confusione guardò prima Azusa, poi Drew, poi Tooru e poi di nuovo Drew. 《Quindi sei tu il ragazzino che l'inglese aspettava, ciao Conan.》 Tooru salutò il piccolo amico carezzandogli la testa per scompigliargli i capelli con un gesto affettuoso. 《Il caffè per lei e un succo per lui. Ecco qua.》 Tooru lasciò il vassoio sul tavolo di Drew mentre il piccolo Conan si accomodava sulla sedia antistante a Drew. Il cameriere si voltò per tornare al banco lasciando i due al tavolo. 《Biondo.》 Drew richiamò per l'ultima volta l'attenzione del cameriere. Il nomignolo affibbiatogli da lei lo divertì strappandogli un sorriso. 《Mio padre era inglese.》 Dichiarò Drew in risposta alla domanda che aveva lasciato in sospeso precedentemente. Ma non fu l'unica informazione che lui percepì dalla frase. Il verbo al passato lasciava trasparire la morte del caro, un'informazione che diede al cameriere da riflettere. 《Come facevi a sapere che sarei venuto?》 Domandò Conan afferrando la cannuccia nel bicchiere di succo. 《 Se ti sei intrufolato nell'auto di Shiratori, ho pensato che non avresti rinunciato facilmente a seguirmi 》 《 Perché tanta curiosità nei miei confronti?》 Chiese a sua volta Drew afferrando per il manico la tazzina alzandola dal piattino. 《 Sei nuova da queste parti. Ho pensato che avresti gradito un po' di compagnia.》 Replicò Shinichi mentre sorseggiava la bibita. Aveva un'aria così innocente e spontanea, ispirava molta simpatia e poi le vesti di bambino spesso giocavano a favore del detective, era facile avvicinare una persona dal momento che, avere a che fare con un bambino, portava spesso ad abbassare la guardia e a far trasparire informazioni che altrimenti una persona nasconderebbe. O almeno questo era quello che pensava Shinichi, il quale cercava di intenerire la londinese sorridendo. La verità era che la curiosità di Drew era tanto forte quanto quella di Conan. La situazione si capovolse inaspettatamente e da colui che investigava su di lei, Shinichi si ritrovò a essere colui che doveva proteggere i suoi segreti. 《Quella ragazzina che era con te prima… Sapresti dirmi come si chiama?》 La domanda di Drew colse alla sprovvista Shinichi il quale dovette trattenersi da qualsiasi tipo di reazione degna di nota. 《Ai Haibara. È una mia compagna di classe.》 Rispose cercando di mantenersi calmo e cercando di usare la sua domanda a suo favore. 《Perché ti interessa saperlo?》 Drew si morse il labbro e scoppiò improvvisamente a ridere. Inutile dire che Conan non era l'unica persona nella stanza che cercava di estrarre informazioni dalla ragazza, per questo motivo Drew di tanto in tanto, distoglieva lo sguardo dall’interlocutore e osservava con discrezione il cameriere biondo al banco. Tre. Le aveva contate, erano tre le volte che aveva sorpreso il biondo interessarsi alla conversazione che stava tenendo con Conan. La prima volta aveva portato la zuccheriera alle ragazze sedute al tavolo alle spalle di Conan, il ché non poteva essere altro che una scusa per avvicinarsi, dal momento in cui ciascun tavolo era già munito di bustine di zucchero, sia bianco che di canna. La seconda, Drew aveva volutamente alzato leggermente il volume della voce per vedere la reazione del cameriere e notò che mentre affettava il pane, di tanto in tanto si bloccava e rimaneva immobile per qualche istante. Quando si cerca di ascoltare qualcosa di importante si tende a bloccarcisi involontariamente da qualsiasi azione, questo perché il cervello cerca di elaborare le parole e il loro significato. La terza: la cameriera dal grembiule rosa riferiva al biondo l'ordine di una signora. Un semplice ordine, un semplice sandwich di tacchino. Ma due minuti dopo il biondo si avvicinò al tavolo della signora con un taccuino chiedendole cosa desiderasse mangiare. Evidentemente si era distratto quando Azusa gli parlava e non si era accorto del fatto che la donna avesse già fatto il suo ordine. 《Sei un monello molto curioso.》 Disse Drew al ragazzino sviando il discorso dalla domanda di lui. 《E sembri anche troppo sveglio per la tua età.》 Drew aveva iniziato a stuzzicare volutamente con le parole il piccolo detective. Se lui avesse reagito sarebbe stato un chiaro segno che Conan stava nascondendo qualcosa. E così fu. 《I-io? Assolutamente no, sono un ragazzino come gli altri, sono gli occhiali che mi fanno sembrare più intelligente di quanto non lo sia. Sai… Me lo dicono in molti!》 La risata nervosa e isterica del ragazzino dal papillon rosso aveva dato a Drew la conferma che sperava. Non aveva esattamente compreso cosa stesse nascondendo, ma c'era una teoria nella mente di Drew che, per quanto assurda, risultava coerente con i fatti. 《Già, gli occhiali… I tuoi sono molto particolari. Posso sapere dove li hai comprati?》 Perfino il cameriere da dietro il banco aveva notato che il ragazzino si sentiva messo alle strette dalle frecciatine dell'inglese. Come aveva fatto a notare le molteplici funzione di quegli occhiali progettate dal dottor Agasa? Non aveva ancora un nome nella sua mente, ma la figura della londinese era intrigante, il modo in cui sceglieva la mossa giusta senza lasciarsi colpire a sua volta. Era uno scacco matto quello che aveva appena fatto a Shinichi, ma non si trattava di avere un intuito superiore all'altro. Kudo non poteva sapere di partire svantaggiato dalle circostanze. Drew aveva molte più informazioni sul conto dell'altro, mentre il famoso detective liceale non si era avvicinato minimamente alla soluzione. 《Non saprei. Mi sono stati regalati da un amico.》 Farneticava il ragazzino abbassando lo sguardo. Non poteva fare a meno di domandarsi se la diciottenne di Londra avesse o meno scoperto la sua identità, tra l'altro, c'era il rischio che la sua fosse stata tutta una messinscena per stanare il detective e che in verità, quella ragazza facesse parte degli uomini in nero. La preoccupazione prendeva il sopravvento, nonostante i fatti suggerissero che l'inglese non aveva nulla a che fare con gli uomini in nero. 《Va tutto bene. Sono dalla tua parte. In fondo non avrebbe senso farsi la guerra dal momento che abbiamo un unico nemico. Il tuo segreto è al sicuro con me.》 Cercava di tranquillizzarlo Miller che aveva letto le preoccupazioni del bambino dai suoi occhi. 《 Quello che non mi convince è il biondo. Ha un'aria sospetta, non trovi?》 Bisbigliò coprendosi la bocca con un mano per evitare che il biondo potesse intuire le sue parole dal movimento delle sue labbra. Conan si voltò verso il banco, scrutando l'amico che in quel momento riceveva i pagamenti alla cassa. Amuro inarcò le sopracciglia e ricambiò lo sguardo del ragazzino. Conan sapeva di non poter svelare l'identità segreta del membro dei Servizi Segreti del Giappone, non sarebbe stato corretto nei suoi confronti e inoltre, non aveva ancora scoperto il mistero che si celava dietro la figura di Drew. Eppure l'indizio che cercava era proprio lì davanti ai suoi occhi. Chiusasi alle spalle dei due la porta del Caffè Poirot, Drew si abbassò all'altezza del ragazzino. 《Adesso puoi dirmelo. Cosa sai dell'organizzazione?》 La loro attenzione fu richiamata da un vociferare di sottofondo proveniente da qualche metro di distanza lungo lo stesso marciapiede. 《Finalmente ti ho trovato! È tutto il pomeriggio che ti cerco!》 Tre ragazze si avvicinavano ai due con passo svelto. Indossavano la stessa divisa ma erano completamente diverse; c'era la castana dai capelli lunghi, la ragazza dai capelli biondo cenere sostenuti nella parte anteriore da un cerchietto e infine una ragazza dai capelli corti neri come la pece dal fisico fino e slanciato. 《Ero così preoccupata, ho provato a chiamarti ma non rispondevi! Poi ho chiamato il dottor Agasa che mi ha detto che ti aveva perso di vista ma che probabilmente ti avrei trovato in centrale, ma quando sono arrivata alla centrale, l'agente Takagi mi ha detto che eri sparito improvvisamente e non aveva idea di dove ti fossi cacciato.》 《Il dottor Agasa…》 Mormorò a bassa voce Drew mordendosi il labbro. Ran tirò per l'orecchio la piccola peste mentre continuava con le sue prediche e mentre Drew assisteva alla scena divertita, Sonoko e Masumi squadravano l'estranea dalla testa ai piedi. 《Ti chiedo scusa, ho pensato di offrirgli un succo qui al Caffè Poirot, non ho pensato che qualcuno potesse essere preoccupato per la sua assenza.》 Disse Drew alla ragazza dai capelli lunghi, in difesa del ragazzino. 《In quel caso era compito di questo marmocchio avvisare del fatto che si trovasse qui.》 Ribatté Sonoko lanciando uno sguardo minaccioso al bambino. 《Scusa ma… Tu chi sei?》 Domandò Ran volgendo le sue attenzioni verso la compagnia di Conan. 《 Drew Miller》 Si presentò la ragazza dalla maglia a righe porgendo la mano alla figlia del famoso detective dormiente. Mentre Sonoko osservava attentamente l’outfit poco curato e poco femminile della nuova arrivata, Masumi sbarrò gli occhi alla vista di Drew. 《Ma tu…》 Mormorò Drew nel tentativo di riconoscere la ragazza dai capelli corti. 《Mi chiamo Masumi, piacere di conoscerti!》 La giovane detective liceale cercò di allontanare i sospetti dell'inglese fingendo di non aver mai avuto a che fare con lei e inaspettatamente la messinscena ebbe successo, tanto da far pensare a Drew di essersi sbagliata o di aver visto in lei una persona che in verità non era. 《Tu devi essere Ran Mouri.》 Affermò Drew lasciando i presenti indispettiti dal fatto che conoscesse già il nome. 《O almeno è la mia supposizione. Hai detto di aver passato il pomeriggio a cercare Conan, prima hai chiesto informazioni al dottor Agasa, poi a Wataru. Ma non avendolo trovato avrai pensato di tornare a casa ad aspettarlo… Visto che vivete insieme, a essere precisi, proprio qui: all'agenzia del famoso detective Goro il dormiente.》 Disse indicando la finestra dell'appartamento sopra al Poirot Le rivelazioni della ragazza lasciarono a bocca aperta Ran e Sonoko. Sulla detective liceale, le parole della ragazza non ebbero lo stesso effetto. In fondo non si aspettava altro dalla persona che aveva già in passato incrociato su diverse scene del crimine. Conosceva bene le abilità deduttive dell'ex compagna di classe, colei a cui are stato concesso il salto di due anni per la brillante carriera scolastica. Ai tempi dell'high school giravano molte voci sul suo conto, dicevano che in un test era risultato che avesse un QI di 150, molti sostenevano che studiasse 10 ore al giorno, altri dicevano che non studiasse mai e che fosse tutto frutto di cultura personale acquisita già dall'infanzia. Erano solo voci, ma Sera aveva visto con i suoi occhi come la ragazza inglese fosse in grado di giungere a conclusioni esatte dai minimi particolari. 《Come facevi a sapere che vivo dallo zietto Goro?》 Lo stesso Shinichi non riusciva a capacitarsi di quanto in un'ora, Drew fosse stata capace di scoprire sul suo conto. 《Beh, quella era solo un'ipotesi… Ho notato una certa confidenza con il biondo del Caffè Poirot, quindi ho pensato che venissi spesso qui. Inoltre Ran ti stava cercando, se dovessi cercare qualcuno, il primo posto in cui andrei a cercare sarebbe casa sua. Non ha avuto bisogno di cercarti a casa visto che vivete nello stesso posto.》 Conan annuì compiaciuto, la sua ipotesi era più che azzeccata, non poteva essere altrimenti. 《 Il biondo del Caffè Poirot… Ho capito, ti riferisci a Tooru Amuro!》 Intuì Ran dalla descrizione di Drew. Solo in quel momento Conan aveva capito che Miller aveva volutamente accennato al cameriere per farsi dire il suo nome. Drew Miller ne sapeva una più del diavolo. 《Dimmi Conan, non è un po' grande per te?》 Sonoko stuzzicava il ragazzino dandogli prima un pizzicotto sulla guancia per poi prenderlo a gomitate. 《 Ma cosa dici! Drew è solo un'amica. Sì è trasferita qui da poco dall'Inghilterra. Sai, è la cugina di…》 《Takagi… L'agente di polizia.》 Lo precedette Sera interrompendolo. Drew ebbe un sussulto, l'intervento di Masumi rimetteva in ballo l’ipotesi di averla già conosciuta in precedenza.《Hai detto che Ran aveva chiesto informazioni in centrale facendo riferimento a un certo Wataru. Pur conoscendo l'agente Takagi, non avevo idea di quale fosse il suo nome, mentre tu l’hai chiamato per nome. Quindi immagino che sia lui la persona con cui sei imparentata. Dico bene?》Spiegò Masumi che ottenne come risposta da Miller un sorriso complice. 《È stato un piacere conoscervi. Sì è fatto tardi, devo andare.》 Diede le spalle alle tre liceali e al piccolo detective, si infilò la mano destra in tasca mentre l'altra la sventolava all'aria come gesto di saluto. 《Ci si vede, Shin.. Conan! 》 Salutò sarcasticamente, sbagliando intenzionalmente per dare un'ultima frecciatina al grande detective dell'est, il quale rispose con una smorfia. Ran seguì la ragazza con lo sguardo finchè non svoltò all'incrocio, scomparendo dal suo campo visivo. 《 È una ragazza piuttosto strana, non trovate anche voi?》 Commentò Sonoko in riferimento a colei che aveva appena lasciato il posto. 《 Già.》 Fu l'unica parola che uscì dalla bocca di Masumi la quale rifletteva su quale potesse essere un motivo valido per decidere, così su due piedi, di trasferirsi da Londra a Tokyo. 《 Sapete, io trovo che abbia dei tratti del viso veramente belli.》 L'opinione di Ran si fermava prettamente sull'aspetto fisico. 《Le lentiggini, i capelli, gli occhi… gli occhi.》 Sì ripeté per accentuare l'aspetto che più l'aveva colpita. 《Concordo, anche se i suoi gusti quanto a vestiti lasciano un po' a desiderare. Ma è una bella ragazza, il marmocchio ha occhio per le ragazze!》 Replicò Sonoko schernendo ancora una volta il ragazzino. *Ancora con questa storia…* Pensò tra sé e sé. Intanto Drew, proseguiva nel suo cammino con le mani nelle tasche dei jeans, ripensando a quanto successo in quella giornata. I suoi passi rallentarono progressivamente fino a fermarsi, mentre con la coda dell'occhio notava dei movimenti sospetti alle sue spalle. 《Credi che non me ne sia accorta?》Disse voltandosi in direzione opposta alla sua marcia. 《È da tanto che non ci si vede…》 《…Heiji Hattori.》 Un ragazzo dalla carnagione scura e un cappellino bianco uscì da un vicolo laterale, spuntando da dietro il muro di un edificio. La vista dell'amica dopo tanto tempo gli strappò un sorriso, camminava verso lei mentre con una mano si girava la visiera del cappellino all'indietro. 《 E così, mi hai scoperto… Ormai non mi aspetto diversamente.》 Disse poggiandole una mano sulla spalla. 《 Spiare una spia. È come rubare a casa dei ladri.》 Schernì il suo amico per le sue pessime doti di spionaggio. 《Come hai fatto a scoprirmi? Ero abbastanza convinto che non potessi vedermi.》 Drew riprese a camminare e così fece il suo amico in attesa di spiegazioni. 《Ho un certo sesto senso.》 Disse scherzosamente Drew tenendo sulle spine il ragazzo di Osaka. 《 Sapevo che saresti venuto a cercarmi, una volta scoperto che mi sarei trasferita a Tokyo. Quindi ho pensato che ci fossi tu dall'altra parte della chiamata…》 《La chiamata.》 Ripeté Heiji in ascolto. 《Il telefonino di Conan era chiuso, eppure lo schermo è rimasto illuminato per tutto il tempo che siamo stati al Caffè Poirot. Questo perché aveva aperto una chiamata perché tu potessi ascoltare la nostra conversazione. Poi mi sono ricordata che eri tu a parlarmi sempre di un certo Shinichi Kudo, un tuo amico dalle grandi capacità investigative, il tuo più grande rivale. Immagino anche che sia questo il motivo per cui Ran non riuscisse a mettersi in contatto con lui.》 Tipico di Drew, un occhio attento come il suo non si lasciava sfuggire il minimo particolare. 《 Stavo giusto pensando su chi scommettere…》 Intervenne Hattori infilandosi le mani nelle tasche. 《Riguardo a cosa?》 Domandò Drew non avendo compreso il significato delle parole di Heiji. 《Su chi per primo avrebbe scoperto l'identità dell'altro.》 Miller sorrise compiaciuta, adorava vincere almeno tanto quanto odiava perdere. Ma non ebbe il vanto di ritenersi superiore al figlio di Yusaku, il quale si era dimostrato fuori dal comune quanto a doti intuitive. 《Non fare la modesta, sprizzi gioia da tutti i pori per questo.》 Aggiunse stuzzicando la ragazza. 《Ti sbagli, non è per questo che sono felice.》 Lo corresse Drew premendo il pulsante sul palo del semaforo e fermandosi in attesa del verde. 《Davvero? E allora qual è il motivo?》 Per tutto quel tempo, nessuno le aveva creduto. Wataru credeva che avesse perso la ragione per la disperazione, la polizia la credeva talmente disperata da inventarsi un racconto su un'organizzazione malvagia di uomini in nero. Nonostante Heiji fosse al corrente sull'esistenza dell'Organizzazione, sapere di poter contare su una persona come Shinichi Kudo era la vera ragione del suo buon umore. Non solo era un ottimo elemento, sapeva che quel detective era tanto motivato almeno quanto lei nel tentativo di far affondare quei criminali. 《È inutile dirtelo. Non capiresti. Ci sono cose che puoi capire solo vivendole sulla tua pelle.》 Fu la risposta di Drew, che suonava tanto misteriosa quanto arrogante. 《Con questo cosa vorresti dire? Se pensi che io sia inferiore a te o a Kudo, ti sbagli di grosso!》 Si alterò il diciassettenne di Osaka. Era solo una messinscena, sapeva quanto la divertisse vederlo arrabbiato, la verità è che Heiji aveva capito perfettamente che la ragazza gioiva per il semplice fatto di aver trovato una pista nell'indagine sui suoi nemici. 《Non te la prendere!》 Drew non gli aveva mai raccontato dell'organizzazione anche se aveva da tempo percepito che c'era qualcosa di losco nell'aria, non poteva immaginare che quelle persone sarebbero state capaci di commettere un omicidio. Il poco che sapeva sugli uomini in nero, Heiji l'aveva appreso da Shinichi. 《Ad ogni modo, non voglio sminuire il tuo amico. Il motivo per cui sono stata capace di risalire alla sua identità è che avevo tutti gli indizi a mia disposizione. Ma non c'è modo che lui possa scoprire… …Che sono io la persona che si nasconde dietro la maschera di Race》 《Non dovresti sottovalutarlo. Non avrà tutti gli indizi che avevi tu, ma Shinichi è in grado di trovare indizi che non ci sono》 Replicò il grande detective dell'ovest fiducioso nelle capacità dell'amico. 《Gli stringerò la mano quando sarà riuscito a risalire alla mia identità segreta.》 Dichiarò Miller molto sicura di sé escludendo del tutto la possibilità che quel piccolo ragazzino dal grande intuito, potesse scoprire il suo grande segreto. 《Perché non hai portato Kazuha con te? Mi sarebbe piaciuto rivedere anche lei.》 《Sono solo di passaggio, papà voleva sapere come te la passavi visti gli ultimi avvenimenti. Voleva assicurarsi che ti saresti trovata bene a Tokyo dal momento che l'ispettore Megure gli ha riferito ogni singola tua bravata. Domani tornerò a Osaka.》 Proprio in quell’ istante passarono davanti a un negozio di televisori che aveva esposti diversi schermi sintonizzati su un canale che passava il notiziario. 《Sei una spia piuttosto bizzarra. In genere le spie tendono ad agire nascoste, mentre la spia Race appare su tutti i giornali da quando sei diventata il nemico numero uno di Kid. Non credi che questo possa crearti dei problemi?》 Osservò Heiji mentre vedeva scorrere sugli schermi alcune immagini che erano state scattate a Race in diverse occasioni. Drew sbuffò e mostrò un atteggiamento di disapprovazione. Abbassò lo sguardo e si morse il labbro. 《 Se è per questo dovrebbe indispettirti anche il fatto che l'intelligence si occupi di uno stupido ladro da quattro soldi, il quale tra l'altro, riconsegna sempre ciò che ha rubato. È una copertura del direttore. Se avessi voluto mettere dietro le sbarre Kid, l'avrei fatto già da tempo. Ma concentrare le attenzioni dei media su un personaggio come Race, è come un modo di proteggere i veri segreti dell'MI. Di fatto, nelle missioni che non riguardano quel ladro da strapazzo, non agisco mai nelle vesti di Race.》 《Non hai idea di quanto io sia curioso di sapere cosa fai realmente nelle tue missioni! Essere una spia dev'essere davvero eccitante!》 Esclamò il ragazzo dalla carnagione scura il quale invidiava il mestiere della ragazza. 《La tua immaginazione non si avvicina minimamente a ciò che è realmente l'MI6. Fare la spia non è come fare il detective.》 Disse Miller contrariata dall' entusiasmo di Heiji. La verità era che non c'era molto di cui gioire, durante la sua carriera da spia, Miller aveva avuto a che fare con persone pericolose e spesso aveva visto i suoi compagni morire davanti ai suoi occhi. Per non parlare poi del sospetto caso di suicidio di sua madre. Il movente poteva essere legato proprio a lei, chiunque avesse scoperto il suo segreto avrebbe potuto mettere in pericolo le persone che facevano parte della sua vita. Questo era il motivo per cui Drew tendeva a non prendere troppe confidenze con le persone che la circondavano. Nell'MI6 girava da sempre il detto “I sentimenti sono la rovina di una spia.” S'intendeva che i legami affettivi erano un'arma letale in grado di distruggere le persone. Perché se vuoi bene a una persona, non puoi fare a meno di preoccuparti per la sua incolumità e finisci per perdere lucidità, elemento essenziale per concludere una missione con successo e tornare a casa indenni. Inoltre rimaneva pur sempre il fatto che i nemici possono sempre prendere di mira proprio le persone a cui tieni di più. Per questo legare con tante persone, rende una spia più vulnerabile. In ogni caso, quando aveva accennato al suo capo dei suoi sospetti su un gruppo di uomini in nero che aveva notato girovagare in giro per il quartiere di Kensington, questo le rispose che non c'era nulla da temere perché se fossero state delle persone pericolose, avrebbero già preso adeguate misure di sicurezza. A parte i casi di furto e i casi di movimenti clandestini quali gare di velocità, giochi d'azzardo illegali, Drew non riceveva missioni importanti da anni ormai. Il tutto si poteva far risalire all'incidente che vide come vittima suo padre, il capo aveva pensato che lo shock emotivo avrebbe potuto compromettere le prestazioni della spia. Le era stato anche negato il permesso di indagare su quegli uomini, ma Drew aveva deciso che avrebbe agito da sé, dal momento che le ultime missioni non la soddisfacevano affatto. Drew entrò nell'MI6 all'età di 14 anni, attraverso il programma speciale “Giovani Reclute" che mirava a selezionare giovani ragazzi particolarmente dotati mentalmente e fisicamente per missioni che richiedessero particolari coperture. Come dimostra il piccolo Conan, un ragazzino è in grado di agire attirando meno sospetti, su questa logica si basava il programma anche se poco etico, dal momento che a quell'età, si tende sempre a sottovalutare il rischio agendo impulsivamente. Il programma fu infatti un disastro e su cinquanta reclute selezionate, più della metà morì alla prima missione, dopo un anno l'MI contava una perdita di 37 teen-reclute. Al momento i superstiti del programma erano solo 7 tra cui la diciottenne Drew Miller. Questi pensieri tormentavano la giovane spia la quale preferì sviare dall’argomento. 《Ad ogni modo… Sai dirmi qualcosa su un certo Tooru Amuro?》 《ETCCÌ!》 Starnutì il cameriere biondo mentre tirava tra i tavoli per raccogliere i pagamenti lasciati dai clienti. 《Salute.》 Disse divertita la collega mentre posava su un vassoio dei bicchieri. Lo osservava mentre rimaneva fermo davanti al tavolo su cui si erano in precedenza seduti Conan e la ragazza inglese. 《C'è qualcosa che non va?》 Gli domandò preoccupata dal suo strano comportamento. Amuro stava leggendo l'articolo per cui la londinese si era mostrata molto interessata. Non c'era nulla di sospetto in quello, dal momento che ormai l'agente Race era diventata molto popolare per le vicende con Ladro Kid. Ma aveva avuto una strana sensazione durante il loro incontro, come se non fosse la prima volta che incontrava quella ragazza. Inoltre le conoscenze del piccolo Conan erano sempre in qualche modo interessanti, per non parlare del fatto che Drew aveva previsto l’arrivo di Conan senza aver mai avuto a che fare con lui. Per metà inglese e orfana del padre, questi erano gli unici indizi che aveva di lei. Ma per quanto piccola era Beika, non avrebbe avuto difficoltà a incontrarla di nuovo… Per pura coincidenza… Oppure no.

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Capitolo 2
*** Sfilata al Golden Mirror, una serata movimentata ***


La notte era giunta a concludere un'altra giornata nel piccolo quartiere di Beika. Le giornate sembravano terribilmente lunghe da quando Drew si era trasferita in Giappone ma quella giornata era stata particolarmente costruttiva per le indagini sugli uomini in nero. Shinichi Kudo rappresentava un valido alleato, il ché alimentava la fiducia di Drew nel suo piano di vendetta. L'oscurità della notte, una stanza, una scrivania e un letto, erano le circostanze che richiamavano la nostalgia di quella che fino a qualche giorno fa era la vita di Drew. Ora si trovava dall'altra parte del mondo e consumava in solitudine quella che doveva essere la sua cena: una povera insalata di riso insapore e povera di condimento, preconfezionata comprata un'ora prima al supermercato. Perfino all'insaziabile Miller era passato l'appetito. Non si poteva minimamente confrontare alla calda lasagna appena sfornata e alla lussuosa villa del prestigioso quartiere di Kensington dai lampadari dorati e i tappeti in velluto rosso. Hitomi Takagi non era più da nessuna parte del mondo, non l'avrebbe più rivista, la donna in cui aveva rinchiuso il suo angolo di felicità, la sua ala protettiva, la spalla su cui piangere e con cui vivere i momenti più belli. Erano sole ma negli anni si erano fatte forza l'un l'altra nonostante la mancanza del padre. Non aveva più nemmeno quello, tutto sembrava così ingiustamente frustante, una sensazione senza via di uscita. Chissà se esiste una forma di vita dopo la morte. Se così fosse, chissà se mi starete guardando. Vi capita mai di pensare a me? Perché io non penso ad altro. Un po' vi invidio, almeno ora starete insieme. Una lacrima le bagnò il volto scorrendo lungo la guancia, sopra le lentiggini, quelle che suo padre le aveva dato. Toc toc toc! Drew ebbe un sussulto, si asciugò velocemente il viso con la manica della felpa, si alzò dal letto e si avvicinò alla porta. 《Drew, sei in camera?》 La voce di Wataru interruppe i pensieri della ragazza dall'altra parte della porta. 《Sì》 Fu la risposta secca della londinese la quale guardava il suo riflesso allo specchio. Gli occhi erano leggermente gonfi, la punta del naso un po' rossa. 《Ceni con me?》 Domandò il premuroso poliziotto che sperava tanto in una risposta affermativa anche se non era mai successo in tutte le volte che glielo aveva chiesto. 《Ho già cenato.》 《Sei sicura? Miwako ha preparato..》 La porta si aprì improvvisamente e l'agente Takagi si affacciò ma fu immediatamente respinto dalla ragazza la quale non era intenzionata a far entrare il cugino. 《Non entrare!》 Gridava abbassando lo sguardo spingendolo fuori. In un primo momento Takagi opponeva resistenza ma quando di sfuggita vide gli occhi gonfi della ragazza , rinunciò al suo tentativo e si lasciò spingere fuori. Drew chiuse violentemente la porta in preda alla rabbia per il gesto impulsivo del ragazzo. 《Lasciami in pace!》 Gridò ad alta voce. 《Stai…piangendo. Perché non scendi di sotto, ne parliamo un po'.》 Propose Wataru rattristato dall’espressione che aveva visto sul volto della ragazza. Anche Wataru soffriva tanto la scomparsa della sorella maggiore Hitomi, era una persona davvero speciale. Era grazie a lei se non aveva mai mollato nella vita, anche se tutti gli dicevano sempre che non sarebbe mai riuscito a diventare un poliziotto. Lei era la sua guida da sempre, nonostante la notevole differenza di età, aveva avuto un legame fraterno davvero unico con Hitomi e dal momento che lei non c'era più, desiderava essere per Drew quello che Hitomi era stato per lei. Sin da quando Drew era una bambina, Wataru la trattava come se fosse una sorellina da proteggere. Sapeva che la scomparsa di Hitomi era devastante per la povera adolescente e avrebbe tanto voluto esserle vicino a farle forza. Ma per quanto Drew volesse bene al cugino, in quel periodo non c'era modo di avvicinarla. 《Vattene…》 Replicò con una voce spezzata dal dolore. Wataru era deluso dal suo ennesimo fallimento nel tentativo di proteggere la fragile ragazza. Hitomi, al suo posto sarebbe stata capace di gestire la situazione, per questo Wataru si rimproverava severamente. Seguì la volontà della ragazza e tornò al piano di sotto, allontanandosi dalla porta che gli era appena stata sbattuta in faccia. Drew batté i pugni sulla scrivania e rovesciò a terra tutto ciò che vi giaceva sopra. Sospirò profondamente e si affacciò alla finestra ed estrasse un pacchetto di sigarette dalla sua tasca. Lo aprì e ne prese una portandosela alla bocca. Mentre con una mano copriva la punta della sigaretta dal vento, con l'altra l'accendeva con un fiammifero. Riposò la scatola di fiammiferi sul davanzale della finestra e aspirò. 《Conosco i vostri volti… Oh sì, eccome se li conosco. Li riconoscerei anche a distanza, in mezzo a tante persone.》 Farneticava tra un tiro e l'altro. 《Io vi troverò e vi ucciderò tutti quanti con le mie stesse mani, non mi importa quali che siano le conseguenze. È solo questione di tempo.》 Suonava tanto come uha minaccia quanto una promessa. In quel momento il telefono della ragazza iniziò a vibrare. La chiamata in entrata veniva da Heiji, il cui nome apparve sul display. 《 Heiji?》 《 Mi annoio.》 Rispose il detective liceale di Osaka dall'altra parte della chiamata. 《 Perché non vai a dormire come tutte le persone normali alle 10 di sera?》Bofonchiò la ragazza continuando ad aspirare il fumo. 《Stai fumando?》 Notò Hattori dall'intensità del respiro di Miller. 《No.》 《..E invece sì.》 《Ti dico di no》 《E io ti dico di sì!》 Insisteva il diciassettenne, il quale si mostrava premuroso nei confronti della cara amica. 《 Sono cancerogene e provocano dipendenza.》 《 Sono maggiorenne, la legge dice che ho la facoltà di scegliere di fare quello che voglio.》 《 Ho capito, lascia stare, non importa. Ad ogni modo… Kudo mi diceva di vederci e scambiare quattro chiacchiere. Volevamo farci un giro al centro ma…》 《E io dovrei scarrozzarvi in giro per Tokyo? A quest'ora di notte?! Te lo puoi scordare. Ho sonno e domani iniziano le mie ore di lavoro per la pubblica utilità.》 Mormorava Miller, la quale nel frattempo aveva spento la sigaretta ed era tornata a sedersi sul letto. 《…Ne sei sicura?》 《Dammi tregua, Heiji. Non riuscirai a convin..》 《Che peccato. Sarebbe stata un'ottima occasione per poter ottenere da Kudo più informazioni sugli uomini in nero…》 Disse Hattori con tono tutt'altro che dispiaciuto. Lei ebbe un sussulto e non poté fare a meno di farsi allettare da un'occasione del genere. 《 Avvisa Shinichi che sono sotto l'agenzia tra un quarto d'ora. Tu dove stai alloggiando?》 《Haido Hotel》 《Per le dieci e mezza siamo da te… puntuali!!》 《Sapevo che non mi avresti detto di no! Perfetto, allora ci vediamo tra mezz’ora!》 Attaccata la chiamata, Heiji si apprestò ad avvisare il detective rivale che Drew sarebbe passata di lì a poco. 《 Non se ne parla. Tu non vai da nessuna parte. Ti rendi conto di che ore sono? Se il marmocchio vuole andare, che se ne vada con quel detective da strapazzo. Ma tu rimani qui.》 Non era andata esattamente come voleva che andasse, ma immaginava che Kogoro non avrebbe mai acconsentito a lasciarla uscire di notte. 《Suvvia, papà! Saremo a casa prima di mezzanotte! 》Lamentava Ran insistente. 《Ti prego zietto! Ci sono io a proteggere Ran se dovesse succedere qualcosa!》 《Mi prendi in giro?! Pensi che acconsentirei a mandare in giro mia figlia con quel ragazzo? Di notte? Scordatelo!》 《Ma verrà anche Drew!》 《Chi è Drew?》Borbottava l'uomo sorseggiando dal bicchierino del sakè. 《È la cugina dell'agente Takagi, si è trasferita qui da poco dall'Inghilterra》 Spiegava il piccolo investigatore mentre si infilava le scarpe In quel momento la televisione dell'agenzia di Kogoro era sintonizzata su un programma speciale che vedeva come protagonista l'idolo dello stesso investigatore privato, la sua dea ispiratrice, nonché Yoko Akino. Ran, insoddisfatta della risposta si sedette sul divano sbuffando. Qualche istante dopo si alzò di scatto e cambiò improvvisamente idea, un lampo di genio la mise improvvisamente di buon umore. Se fossero stati un gruppo più numeroso, Kogoro non avrebbe potuto negarla il permesso di uscire. Nella casa del giovane agente Takagi era piombato il silenzio più totale. Gli unici rumori che si potevano udire erano quelli del russare dell'uomo, dal divano del soggiorno al piano terra. Drew scese le scale in punta di piedi, si voltò per un istante verso il cugino e sorrise. Era tipico di Wataru, si addormentava sempre sul divano mentre guardava il televisore e il giorno dopo avrebbe lamentato dolori alla schiena. Afferrò il telecomando e spense la televisione e cercando di non svegliare l'agente di polizia, si chiuse la porta alle spalle uscendo di casa. Yaaawn Masumi sbadigliò coprendosi la bocca con una mano, aveva l'abitudine di andare a dormire presto ma dovette fare un'eccezione per quella sera, dal momento che Sonoko e Ran l'avevano praticamente obbligata a venire. 《Qual è il programma per questa sera?》Mormorò grattandosi la testa. 《Stasera vi porto a un locale lussuoso da urlo! Sono contenta che abbiate deciso di uscire proprio stasera, è perfetto! C’era giusto un evento esclusivo sulla nuova collezione autunnale del brand Gold Mirror!!》 Annunciava l’erede della famosa famiglia Suzuki. 《Il brand per cui lavora quel famoso modello Yuichi Miura?! È fantastico!!》 Esultava Ran entusiasta. Conan fece una smorfia. *E pensare che volevo solo scambiare due chiacchiere con Heiji seduti a un tavolino del bar…* Pensò tra sé e sé. 《Non mi sembri molto entusiasta, Conan.》Masumi schernì il ragazzino, divertito dalla sua espressione annoiata. 《Hai qualcosa in contrario, marmocchio?》 Domandò con uni sguardo minaccioso Sonoko. 《Penso solo che dovremmo lasciare che sia Drew a decidere cosa fare, dal momento che si è offerta di darci un passaggio.》 Osservò Kudo cercando di cambiare i programmi della serata. 《Hai detto…Drew?》 Masumi sbarrò gli occhi, sorpresa dalla rivelazione del ragazzino. Era un particolare che Sonoko non le aveva riferito quando l'aveva prelevata dell’albergo. Di certo non si sarebbe fatta convincere a uscire se l'avesse saputo. Ma ormai era troppo tardi per ritirarsi. Per le strade tirava un'aria piuttosto fresca, le strade erano appena illuminate dalla fioca luce dei lampioni. Drew adorava stare alla guida della sua amata i8 rossa. Se ne prendeva sempre cura, la pulisca meticolosamente e controllava che non ci fosse anche il minimo graffio. Come biasimarla, fu il regalo di suo padre per il reclutamento nell'MI6. Allora non poteva ancora guidarla perché aveva solo 14 anni, ma aspettava con ansia di compiere 18 anni per poterla finalmente guidare anche su strade pubbliche. Non si sarebbe mai immaginata che il giorno in cui avrebbe compiuto 18 anni, suo padre non ci sarebbe stato. Andava molto fiera della sua piccola, adorava il modo in cui rombava il motore e l'adrenalina che saliva quando sfrecciava ad alta velocità. Quell'orario era perfetto, le strade di Tokyo erano libere e la fiamma rossa aveva dava il meglio di sé sulla pista. Mancano cinque minuti, dovrei arrivare in perfetto orario. Non deludi proprio mai piccola BMW! 《 …Si sa, la pazienza non è proprio una virtù di quei due.》 Raccontava Vermouth sull'ultimo colpo di Gin e Vodka, i quali, per la seconda volta avevano mandato a monte il piano. 《Cos'è successo precisamente?》 Domandava Bourbon alla guida della sua RX 7 senza distogliere lo sguardo dalla strada. 《L'hanno uccisa. Anzi, a dire il vero l'hanno indotta a suicidarsi.》 Replicò la bionda donna incrociando le gambe. Amuro strinse il volante per la rabbia, ma dovette trattenersi da qualsiasi reazione che potesse destare sospetto alla donna dell'organizzazione. Eppure un'altra persona era caduta in disgrazia per colpa di quei delinquenti e lui non poteva fare niente se non continuare ad ascoltare le tragiche storie di persone innocenti. 《 Ma così facendo hanno eliminato la persona che era in grado di fornire loro l'informazione che cercavate... A proposito, se non è un argomento off limits, sarei curioso di sapere che genere di informazione cercavano dalla donna.》 Disse il ragazzo biondo, il quale cercava di far passare per semplice curiosità quelle che erano le sue indagini sulle vicende interne all'organizzazione. Vermouth accennò un sorriso malvagio ma seducente allo stesso tempo. Il fascino non le mancava di certo, ma la mancanza di sensibilità rendeva quella donna spaventosamente pericolosa. Era disposta a tutto pur di ottenere quello che voleva, la sua determinazione non aveva limiti. D'altronde la curiosità del complice non la indispettiva《Hai mai sentito parlare del “2034 Code”? 》 Chiese la donna a Bourbon il quale affondò il piede sulla frizione cambiando marcia. Scosse la testa come risposta negativa. 《 Si dice che sia la chiave di accesso a una delle armi più letali che siano mai state create. Pura distruzione. È un’arma detenuta dalle forze armate dell'Inghilterra per il mantenimento dell'equilibrio e della pace tra le nazioni. L'accesso a quel “gioiellino" è esclusivo, nessuno ne conosce né l'ubicazione né il codice da 2034 caratteri per accedervi.》 《Capisco, e adesso che la donna è morta, come farete?》 《 I segreti di famiglia si tramandano di generazione in generazione.》no più, sapeva che Bourbon era una persona piuttosto ficcanaso. Dichiarò la donna estraendo dalla borsa il lucidalabbra. L’affermazione agghiacciante di Vermouth, mosse qualcosa dentro Bourbon. Il mirino si era appena spostato su un altro target, un’altra persona, presumibilmente giovane, avrebbe rischiato di morire di lì a poco. 《Non sei curioso di sapere chi fosse la vittima?》 Chiese Vermouth stuzzicando la curiosità del compagno. Amuro si limitò ad annuire con la testa. 《…La famosa spia inglese… l'agente Race! 》Rivelò scoppiando in una risata malefica e terrificante, quello sì che era un colpo grosso, Vermouth ne andava molto fiera. 《È per questo motivo per cui non si è presentata al Buckingham Palace in occasione dell'esposizione del gioiello reale… L'agente Race è morta, si è uccisa con le sue stesse mani!》 La rivelazione di Vermouth fece irrigidire il corpo del ragazzo il quale sbarrò gli occhi incredulo. Se le cose stavano così allora aveva motivo di credere che la prossima vittima dell'organizzazione sarebbe stata proprio la ragazza incontrata qualche ora prima al Caffè Poirot. La londinese quindi non era orfana solo del padre, bensì anche della madre. Tutto quadrava, era quello il motivo per cui si sarebbe trasferita a Tokyo. Chissà se almeno fosse consapevole del pericolo che incombeva su di lei. In quel momento esatto intravide dallo specchietto retrovisore la sagoma di un'altra auto sportiva che guadagnava terreno in velocità. 《..E qui arriviamo alla tua prossima missione. Sarai tu ad indagare su questa ragazza, Bourbon. Appena saranno disponibili, ti saranno inviate le foto e tutte le informazioni sulla figlia dell'agente Race.》 Il cuore gli si fermò quando riconobbe il volto della ragazza al volante dell'automobile sportiva che aveva dietro. Sperava con tutto se stesso che Vermouth non si accorgesse di lei ma stando a quanto diceva, non aveva ancora ottenuto le foto dai superiori, il ché significava che Vermouth non avrebbe potuto riconoscerla sul momento. Ad ogni modo, sarebbe stato opportuno che lei non incrociasse il volto della ragazza, per prudenza. *Una RX-7.* Drew scrutava l'autoveicolo bianco e intravide due sagome all'interno: un uomo e una donna. *Tsk! Che spreco! Un'auto così bella solo per far colpo su una donna… Conosco Il tipo!* Pensava tra sé e sé. *Fagli vedere come si fa, piccola!* Affondò il piede destro sull'acceleratore e alzò la marcia. Mentre guadagnava terreno, notò che anche l'automobile bianca aveva accelerato, indispettendo la ragazza la quale lo percepì come una sfida. La velocità aumentava gradualmente superando ormai di tanto il limite consentito. Ma Drew era molto fiduciosa in sé, avrebbe dimostrato a quello sbruffone che la sua auto non era da meno. 《Che cosa stai facendo? Perché stai aumentando di velocità?》 Chiese Vermouth mentre si incipriava il naso, noncurante di ciò che stava succedendo. 《Beh, sai. Mi piace correre.》 Fu la risposta apparentemente disinvolta del ragazzo il quale non staccava gli occhi dallo specchietto laterale. In tutta risposta, l'automobile rossa aveva iniziato a emanare gli abbaglianti a intermittenza per provocare il guidatore della RX-7. Il motore della i8 non aveva eguali, in fondo era stata modificata dallo stesso dottor Agasa il quale l'aveva reso molto più potente e resistenze. La RX-7 non poteva competere, aveva ormai raggiunto il suo limite quando iniziò a rallentare progressivamente. Drew si spostò sulla corsia di sorpasso preparandosi a superare l'auto bianca. 《Qui va bene. Puoi accostare, l'appuntamento è a pochi passi da qui.》 Ordinò Vermouth al suo fedele autista, il quale seguì le indicazioni della bionda. Nell’esatto momento in cui la donna scendeva dall'auto in fermata, la i8 passò accanto alla RX-7. Drew si voltò istantaneamente alla sua destra per vedere in faccia la persona alla guida del veicolo. Riconobbe il volto del cameriere del Caffè Poirot, il ragazzo che lei chiamava il “biondo". Amuro Tooru. Accadde tutto in pochi istanti, la ragazza vide di sfuggita la donna dai lunghi capelli biondi. Ebbe una strana sensazione nel vedere la persona misteriosa che Amuro aveva accompagnato, la stessa cattiva impressione che le aveva fatto incontrare il biondo. Se lui era un sospettato, lei lo era tanto quanto lui. Ad ogni modo, c'erano troppe poche persone e troppe poche distrazioni. Se si fosse fermata a spiarli, l'avrebbero scoperta senza il minimo sforzo. Non aveva ripari in quella strada deserta e silenziosa, loro potevano essere armati, così preferì lasciar stare, avrebbe avuto sicuramente altre occasioni per agire con più prudenza. Amuro seguì con lo sguardo l'automobile rossa che sfrecciava a velocità sostenuta per la via. Era sorprendente il fatto che una ragazza così giovane maneggiasse così bene un’automobile di quel calibro. Il peggio era passato, se anche Vermouth avesse notato il veicolo, non c'era modo di vedere in faccia la persona che era la volante. 《BMW i8…Bei ricordi.》 Sussurrò la donna attirando l'attenzione di Amuro, il quale non aveva compreso quelle parole. 《Non mi dirai di essertene dimenticato, Bourbon?》 Chiese la donna rivolgendo a sua volta lo sguardo verso l'automobile un allontanamento. 《La tua prima missione per noi…È grazie a te se oggi siamo a un passo dalla vittoria. Continua così.》 Furono le ultime parole rivoltegli da Vermouth prima di chiudere lo sportello. In quel momento, riaffiorarono i ricordi nella mente dell'agente segreto sotto copertura. Tutto si fece più chiaro e limpido nella sua mente. Una donna indotta al suicidio, l' agente segreto Race, l'articolo di giornale che la londinese stava leggendo al Caffè Poirot; il defunto padre inglese della ragazza e in fine lei, quella ragazza, quell'auto. Tutto convergeva il quella sua prima missione, il giorno che segnò per sempre la sua vita e quella della povera Drew Miller. Dopo aver lasciato la compagna, Amuro rimise in moto l'auto e ripartì. *È pericoloso andare in giro a quest'ora di notte, miss freckles.* (freckles= lentiggini in inglese) Si era trasferita da poco, non conosceva molte persone, c'era una buona probabilità che si fosse diretta da quella piccola canaglia di Conan. Valeva la pena di provare, non avrebbe dormito sonni tranquilli finché non fosse rientrata in casa sana e salva. 《M-ma quanti siete?!》 Esclamò Drew inarcando le sopracciglia sconcertata dal numero di persone che avrebbe dovuto riaccompagnare poi uni ad uno nelle rispettive case. 《Eh Eh.. Ho pensato che potevamo approfittare per fare la tua conoscenza, Drew!》 Replicò Sonoko con una certa nonchalance. 《La mia auto è omologata per cinque, dove pensate di mettere Heiji?》 Fece notare la londinese la quale non si aspettava di certo una serata così movimentata. 《Questa è la tua macchina?! Accipicchia! È proprio bella!》 Esclamò Conan iniziando a girare attorno al veicolo osservandolo nei minimi particolari. 《Una BMW i8, dev’esserti costata una fortuna!》 Osservò Masumi la quale si manteneva sempre a distanza debita dalla londinese. Drew si abbassò e prese per il colletto da dietro Conan, sollevandolo con una mano. Con l'altra tastò sotto al suo sedile e staccò un minuscolo oggetto nero e tondo. 《Questa te la puoi anche tenere.》 Riferì intascandogli la cimice e riponendolo a terra. Per un momento, Conan aveva pensato di essere riuscito nell'intento, ma Drew sapeva che quella sera, il piccolo investigatore, avrebbe tentato di scoprire più cose sul suo conto. Così come lei era intenzionata a chiedergli di più sull' Organizzazione. 《Se è un problema, posso accompagnarvi io.》 Una voce fastidiosamente familiare interruppe la conversazione tra le ragazze. 《Guarda Ran, è quel belloccio dell'apprendista di tuo padre!!》 Esultava Sonoko che non poteva chiedere di meglio. 《A-Amuro… Che cosa ci fa qui?》 Domandò Conan al ragazzo che si era appena unito al gruppi dei giovani. Miller si voltò istantaneamente verso il ragazzo, riconoscendone la voce, gli occhi erano sbarrati, il corpo pietrificato. Deglutì per il terrore e cercò di farsi forza, non doveva mostrarsi debole, in fondo lei era la cacciatrice e loro le sue prede. Che ti prende, Drew? È solo un criminale, tu sei forte, non hai niente da temere. È perfetto, questo ragazzo è la pista che cercavi, l’indizio che ti serviva. Contava nella mente fino a calmarsi, fece un sospiro e si mostrò disinvolta. 《 E così eri tu alla guida della i8 rossa. Niente male, ha un motore eccellente ma tu hai una guida un po' spericolata per la tua età.》 《Anche tu mi sembri audace al volante.》 Replicò Drew senza farsi intimorire dalla misteriosa figura dell'organizzazione. 《Comunque non ci siamo presentati stamattina al Caffè Poirot, io sono Tooru Amuro, lieto di conoscerti!》 Il biondo cambiò improvvisamente atteggiamento, mostrandosi di punto in bianco amichevole. E sorrise. Il classico sorriso che faceva impazzire le ragazze, tranne Miller. Miller non aveva mai provato quel genere di interesse verso un ragazzo, anzi, quel comportamento non faceva altro che insospettirla sempre più. 《Io sono Drew Miller, piacere mio.》 Si presentò a sua volta stringendo la mano a colui che, in quel momento, rappresentava il suo acerrimo nemico nella sua mente. 《Sarà meglio sbrigarsi, ho detto a Heiji che sarei arrivata al suo hotel per le dieci e mezza.》 Disse Miller aprendo lo sportello della sua automobile. 《Conan, tu…》 《Io faccio compagnia ad Amuro. Così voi ragazze potrete parlare di cose… da ragazze.》 La precedette Conan, il quale con la sua affermazione aveva deluso le aspettative della spia inglese, la quale sperava piuttosto di poter scambiare quattro chiacchiere con lui. Ran e Sonoko salirono dalle porte posteriori e mentre Masumi le raggiungeva, Drew si interposta tra lei e lo sportello per fermarla. Chiuse lo sportello e sorrise. 《Siediti davanti, non vorrai mica farmi fare da tassista.》 Disse scherzosamente Miller. 《Hai ragione.. 》 Replicò Masumi rassegnata. 《Qual è la destinazione?》 Chiese il biondo agente della PSB abbassando il finestrino. 《Il Magnum Center! Si va alla sfilata della Gold Mirror!》 Annunciò Sonoko dai sedili posteriori della BMW di Miller. 《Che ne pensi, Drew?》 Ran chiese il parere alla nuova arrivata sull'idea delle ragazze. 《Una sfilata eh…》Drew ci pensò per qualche istante portandosi la mano al mento con il gomito poggiato sul volante. Con la coda dell'occhio lesse l'espressione sorpresa del ragazzo alla guida dell'Rx7. Considerando la via in cui lo aveva incrociato con la misteriosa donna vestita in nero, era molto probabile che i due sospettati fossero diretti proprio lì, dal Magnum Center. Questo avrebbe spiegato l'espressione turbata del suo target. Forse la donna si era diretta proprio lì e Amuro non poteva aspettarsi che quella sarebbe stata la loro destinazione. 《Sì , pensò che si possa fare!》 Affermò Drew mettendo in moto l'auto e allacciandosi la cintura. 《 Voi andate, passeremo noi a prendere Heiji, vi raggiungiamo presto!》 Disse il piccolo Conan sventolando il braccio fuori dal finestrino per salutare le amiche. 《 Hai capito, biondo? Non andare a 10 all'ora altrimenti quando arrivate, la sfilata sarà già finita!》 Drew schernì il ragazzo per averlo battuto in velocità poco prima. 《E voi cercate di arrivare tutte intere!》 Rispose alla provocazione dell'inglese mettendo in moto a sua volta. 《Che ragazzo adorabile.》 Commentò Sonoko mentre le ragazze erano in viaggio. 《Amuro è proprio un ragazzo per bene, si vede. Lavora diligentemente ed è anche un ottimo detective.》 Raccontava Ran al gruppo di ragazze. 《Detective?》 Ripeté confusa Miller. 《Oh sì, è un apprendista di Kogoro, il padre di Ran.》 Spiegò Masumi. 《Interessante. Sai ho sentito molto parlare del Kogoro dormiente, sono proprio curiosa di vederlo in azione personalmente!》 Confidò Drew alle altre. 《Perché non ci racconti un po' di te? Cosa studi a Londra?》 Domandò incuriosita Ran all’inglese. 《 Sono al secondo anno di legge all'università di Cambridge anche se non sono convinta di prendere la specialistica. Se tutto va bene, dopo la laurea vorrei provare a entrare all’Accademia di Polizia.》 Raccontava Drew mentre nella mente ripensava a sua madre. Hitomi Takagi, non poteva che essere fiera di essere sua figlia, il suo desiderio era proprio quello di seguire le sue orme. 《E che mi dici del ragazzo?》 Intervenne Sonoko cambiando totalmente argomento. 《Il…ragazzo?》 《Hai un ragazzo?》 《…No, ma non credo sia qualcosa di cui ho bisogno in questo momento.》 Replicò la ragazza al volante scalando le marce prima di fermarsi al semaforo rosso. 《Però scommetto che hai molti spasimanti, sei una bella ragazza!》Suppose Ran. 《Deve essere proprio il massimo studiare in Inghilterra, immagino che conosci molti studenti affascinanti inglesi! Studenti di legge tra l'altro!》 Fantasticava Sonoko stuzzicando la londinese la quale alzava il piede dalla frizione per ripartire. 《A dire il vero… Non frequento spesso le lezioni, sono più per lo studio individuale eheh…》 《Quindi insomma non hai una vita sociale?!》 Si alterò Sonoko la quale non aveva sentito niente di interessante sulla vita privata della ragazza. 《Sonoko!》 La rimproverò Ran. 《Non capisci, qui la questione è grave! Una bellissima diciottenne, studente di legge, inglese per metà… e single!》 Sollevò la questione l’erede dei Suzuki la quale non sembrava voler accettare quella che lei reputava una noiosa vita. Non poteva certo immaginare che il motivo per cui Drew non pensava mai a fare conoscenze o ai ragazzi, era che i suoi impegni da spia erano piuttosto invadenti. 《 Quindi immagino che voi siate tutte impegnate in relazioni romantiche. 》Concluse Drew divertita dai discorsi delle due ragazze. Masumi invece sembrava piuttosto silenziosa, forse anche lei come Miller, non aveva questo genere di esperienze da raccontare. 《Shinichi Kudo, dico bene?》 Ipotizzò Drew mentre alzando gli occhi velocemente vide sullo specchio centrale, il riflesso del volto di Ran che arrossiva per l'imbarazzo. 《L-lo…lo conosci?》 Balbettava Ran con voce strozzata dall'imbarazzo, sorpresa del fatto che l'inglese conoscesse il nome del suo amato amico di infanzia. 《Un momento, come fai a conoscerlo? Non dirmi che Shinichi tradisce Ran con te!》 Intervenne Sonoko con la sua osservazione tanto assurda quanto priva di senso. 《Ma cosa dici. È solo un amico, lo dicevo perché ecco…lui… lui mi ha parlato di te! Ehehe!》 Inventò su due piedi l'inglese, la quale aveva chiaramente inteso che Ran non aveva la minima idea del fatto che Shinichi si nascondesse proprio dietro ai panni del piccolo Conan. 《…Dici sul serio?》 《Ma cosa dice?! Non è vero!》 Esclamò Conan imbarazzato seduto dal lato del passeggero nell’auto di Furuya. 《Cosa ascolti? Hai messo una cimice nella sua auto?》 Gli domandò Amuro, il quale aveva notato che il suo amico era concentrato ad ascoltare una conversazione dalle cuffiette wireless. Erano due le cimici che Conan aveva piazzato nella i8 rossa, sapeva che lei lo avrebbe sorpreso con le mani nel sacco, così pensò di metterne due così che se Miller ne avesse tolta una, avrebbe pensato di averla scampata. Tuttavia non era riuscito a ricavare niente di rilevante in quella conversazione. 《Non dice molto… Ma se ti interessa.》 Gli passò una delle cuffiette. Non si fece molte domande, non lo sorprendeva il fatto che Amuro fosse interessato a sapere di più sul conto della ragazza, in fondo era pur sempre una vittima degli uomini in nero, il ché era una giustificazione più che valida. Inoltre probabilmente Amuro avrebbe potuto rivelargli più cose sulla ragazza del Kensington, la sua posizione all'interno della PSB gli permetteva l'accesso a molte informazioni. 《Preparati, Drew. Io, Sonoko Suzuki, ti troverò il ragazzo perfetto! Non è concepibile che a 18 anni tu non abbia mai avuto un ragazzo!》 《Non ce n'è bisogno, dico sul serio! Non sono interessata a questo genere di cose, ho altre priorità!》 Masumi, Ran e Drew ridevano divertite dalla determinazione di Sonoko, la quale scorreva sul telefonino le foto di diversi ragazzi. 《Se anche lo volessi, non posso avere una relazione ora come ora perché..》 Si bloccò improvvisamente rendendosi conto che quello che stava dicendo avrebbe esposto eccessivamente il suo segreto. Masumi ebbe infatti un sussulto alle parole della ragazza. Simile fu la reazione di Amuro Tooru e Conan Edogawa, segretamente in ascolto. 《Perché?》 Domandò la detective liceale a Drew. 《…Perché se voglio entrare nell’Accademia di Polizia, sarò molto impegnata, non avrò tempo per questo genere di cose. Assicurare la giustizia ai civili, questa è la mia priorità.》 Si giustificò Drew la quale riuscì a dissipare i sospetti della detective liceale seduta accanto a lei. Quelle parole suonavano così familiari al piccolo Detective il quale d'istinto si voltò verso il suo accompagnatore, Amuro Tooru. Non poté fare a meno di notare il sorriso compiaciuto che gli si era stampato sul volto all'ascolto di quelle parole. Era una frase degna di lui. L'auto era ferma al parcheggio di Haido Hotel, i due erano in attesa del detective liceale di Osaka e nel frattempo continuavano a origliare i discorsi troppo effemminati che si tenevano nella i8 rossa. 《Che ne dici di questo? Forse un po' troppo basso. Questo? No, non è abbastanza carino…》Borbottava tra sé e sé Sonoko, la quale non si curava minimamente dell’opinione di Drew e continuava la sua ricerca. 《Se anche lui è un poliziotto, non sarebbe un problema.》 Osservò Ran in risposta alla dichiarazione della londinese. 《Hai ragione Ran, ho trovato la persona perfetta! Guarda qui…》 《Saguru Hakuba… ma certo, il figlio del capo della polizia metropolitana di Tokyo, anche lui ha studiato in Inghilterra ed è un grande detective!》 Drew trasalì sbigottita dall'udire quel nome. 《…Hakuba.》 Ripetè 《Lo conosci?》 Domandò Ran notando la strana espressione dipinta sul volto di lei. 《Certo, lui… È un amico di famiglia. Lo conosco dai tempi dell'asilo.》 Raccontava Drew compiaciuta nello scoprire che la fama dell'amico era giunta fino a lì. Il loro rapporto non si avvicinava minimamente a quello tra Ran e Shinichi o tra Kazuha e Heiji. Più che una romantica storia d'amore il loro era un legame prevalentemente professionale, anche se inevitabilmente nella vita privata erano legati dal fatto che le loro famiglie erano molto unite. C’era una certa antipatia reciproca in verità, più una rivalità analoga a quella che c'era tra Shinichi e Heiji. Da un lato Drew era solita prendere in giro il ragazzo per i suoi continui fallimenti nella caccia a Ladro Kid, nonostante il mago dei furti non si trattava altro che di Kaito, un suo compagno di classe. Dall'altro Saguru non sopportava il comportamento altezzoso dell'amica che, a suo parere, si dava molte arie e teneva sempre un comportamento strano e misterioso. Ma il fatto che tenessero l'uno all'altra era innegabile, in fondo ne avevano passate di tutti i colori insieme. Inoltre era risaputo che Saguru ammirasse con tutto il cuore la paladina inglese Race, inconsapevole del fatto che nei trattasse niente meno che della sua più grande rivale. 《 È il ragazzo perfetto , Drew! È affascinante, intelligente e con uno spiccato senso della giustizia, proprio come te!》 Insisteva Sonoko, la quale non cedeva al tentativo di far cambiare idea a Drew Miller. Drew scoppiò in una fragorosa risata, che lasciò le amiche turbate di fronte al comportamento infondato della ragazza. 《Vi siete fatte un'idea completamente sbagliata! Io e Hakuba non siamo quel tipo di amici! Siamo completamente diversi!》 《 E comunque rimango della mia idea. Un ragazzo sarebbe solo d'intralcio nella mia vita, meglio rimandare questo genere di discorsi più in là. Ma apprezzo il tuo interessamento , Sonoko.》 Anche Ran aveva un parere discordante rispetto a quello di Miller. È vero che stare con una persona costituiva un sacrificio, bastava pensare alla sua situazione con Shinichi. Ma provare quel sentimento verso un'altra persona era un'esperienza di cui tutti avevano bisogno nella vita. Isolarsi e concentrarsi sulla propria carriera l'avrebbe resa una persona sola in futuro, proprio come suo padre e sua madre, troppo concentrati sulle rispettive professioni da aver distrutto quella che poteva essere una famiglia. Drew era una ragazza in gamba e indipendente, era ammirevole la forza con cui riusciva ad andare avanti pur essendo rimasta sola. Ma era proprio per questo che Ran augurava alla ragazza di trovare una persona che potesse farle capire l'importanza di quell'affetto. 《Siamo quasi arrivate.》 Annunciò Masumi indicando la lontana insegna luminosa dell'esclusivo locale notturno, già visibile a distanza. 《Questa la prendo io.》 Una mano si allungò improvvisamente attraverso il finestrino abbassato e strappò dall’orecchio di Conan la cuffietta. Conan trasalì voltandosi e vide il suo giovane amico detective mentre si intascava l'oggetto. 《Se vuoi scoprire la sua identità, dovrai farlo lealmente. Non ammetto questi sotterfugi, in fondo hai tutti gli elementi che ti servono per arrivarci.》 Lo rimproverò Heiji che lo aveva colto in flagrante nell'origliare la conversazione tra le ragazze. 《Se vuoi scoprire la sua identità…》 Le parole di Heiji avevano indispettito l'agente segreto della PSB, il quale non poteva fare a meno di chiedersi cosa intendesse con “la sua identità” . 《Farai meglio a togliertela anche tu, Miller non sopporta che si violi la sua privacy.》 Consigliò Hattori al cameriere del Caffè Poirot, salendo sui sedili posteriori e chiudendo lo sportello della Rx7. 《Certo, hai perfettamente ragione.》 Replicò Amuro porgendo al nuovo arrivato la sua cuffietta. 《Accidenti, è enorme. Si vede che è un evento esclusivo.》 Ran si guardava attorno meravigliata dalla grandezza della sala di ricevimento. Una grande palco era stato allestito e tappezzato con un Red carpet chiuso da transenne ai lati. I paparazzi si accalcavano davanti alle transenne, ammiratrici accanite attendevano impazienti l’uscita dei loro idoli dal backstage, il cui accesso era severamente sorvegliato dai bodyguard. 《La signorina Sonoko Suzuki?》 Domandò una gentile hostess richiamando l'attenzione della ragazza. 《Sì, sono io.》 《Benvenuta al Magnum Center, io sono Fumiyo Sasaki, responsabile dell'evento, il signor Suzuki mi ha riferito che sarebbe venuta con degli amici.》 Si presentò gentilmente la donna che si mostrò molto disponibile. 《Faccio preparare immediatamente quattro posti in prima fila, allora.》 Dichiarò Fumiyo chinandosi in segno di rispetto. 《Ecco in verità stiamo aspettando altre persone. Tre ragazzi.》 La corresse Sonoko. 《Perfetto, allora siete in sette. Non c'è alcun problema, vado a preparare i posti. Per qualsiasi richiesta vi invito a cercarmi, sono a vostra completa disponibilità.》 Drew camminava in giro per la grande sala osservando la folla in estasi per l'ingresso di una celebrità. Le urla delle ragazze non lasciavano dubbi su chi fosse entrato. 《Yuichi Miura… suppongo.》 Mormorò Masumi ancora assonnata, non vedeva l'ora di tornarsene in albergo a dormire. Nemmeno Drew sembrava interessata a ciò che stava accadendo, era più presa a osservare il comportamento delle persone, tipico di lei. Sobbalzò nel sentirsi toccare la spalla. 《Va tutto bene?》 Domandò Ran notando il disorientamento della ragazza. 《Ran, sei tu. Certo, sì.》 《Tsk tsk. Non ci siamo, Drew. Vieni qui.》 Sonoko si avvicinò alla ragazza sistemandole il colletto della camicia bourdeax a quadri. Le sbottonò il primo bottone e aprì il décolleté. Non soddisfatta aprì altri due bottoni scoprendo ancora di più il petto della ragazza. Drew afferrò le mani dell'amica per fermarla. 《Credo che possa bastare! 》 《Così va meglio.》 Disse con un sorrisetto malizioso Sonoko. 《Lo show avrà inizio tra dieci minuti. Preghiamo i presenti di prendere posto.》 Annunciava una voce all'autoparlante. 《Dal momento che i ragazzi non sono ancora arrivati, direi di fare un giro nel backstage a farci una foto con Yuichi Miura!》 Propose Sonoko tirando Drew per il braccio trascinandola verso la folla . 《A dire il vero io…》 《Ran, Masumi! Su ragazze, venite!》 《Aspetta Sonoko, credo di aver visto l'auto di Amuro nel parcheggio. Aspettiamoli. 》 Replicò Ran davanti al portone di ingresso. 《 Scusate il ritardo, Heiji aveva dimenticato il telefonino in camera. 》 Si giustificò il cameriere del Caffè Poirot deridendo il detective di Osaka per la sua dimenticanza. 《Avremmo fatto più in fretta se voi non foste stati troppo occupati a origliare la conversazione altrui.》 Rispose alla provocazione il detective Hattori. 《Cosa intendi dire?》 Domandò Masumi che aveva la stessa aria indispettita dell'agente segreto inglese. 《Niente, eheh! Heiji intendeva dire che…》 La voce del piccolo Conan fu sovrastata dall'urlo terrificante di una donna. 《Che succede?!》 Esclamò preoccupata Ran. Drew, Heiji, Conan, Masumi e l'agente del PSB si voltarono contemporaneamente nella direzione da cui proveniva il grido e, senza pensarci due volte, iniziarono a correre. 《Permesso, fateci passare!》 Gridava Heiji cercando di passare in mezzo alla folla. Drew si faceva largo agitando le braccia per allontanare le persone da lei, mentre Masumi era rimasta bloccata dall'immenso afflusso di gente. 《Sono spiacente, non posso farla passare senza pass.》 La diligente guardia all'ingresso non cedeva alle richieste dell'agente sotto copertura Furuya. Nel frattempo Conan passava correndo in mezzo alle gambe aperte dell'uomo. 《Ehi! Ragazzino!》Amuro approfittò della distrazione per passare velocemente. 《Fermatevi!》 Li rincorreva l'uomo vestito in nero. Nel frattempo anche Heiji e Drew giunsero davanti all'ingresso del backstage. 《Cosa sta succedendo?》 Yuichi Miura interrogò la signorina Sasaki notando il trambusto. 《 Ordini immediatamente alla sicurezza di bloccare le uscite!》 Riferì Masumi alla responsabile del locale. Quando Heiji e Drew raggiunsero Conan e Tooru, si ritrovarono davanti a una scena raccapricciante. Una giovane modella dell’agenzia giaceva in bagno, sdraiata a terra in posizione supina con gli occhi chiusi e la bocca aperta con una sostanza schiumosa che colava dagli angoli della bocca. Teneva un braccio disteso perpendicolarmente al resto del corpo, mentre l'altro era piegato sul petto con la mano posata sul collo. 《 Ryoko! Che ti succede, Ryoko!》 Gridava disperata una donna inginocchiata accanto al cadavere mentre si avvicinava per assistere la vittima. 《Non la tocchi! Il corpo deve rimanere in quella posizione per la ricostruzione.》 Ordinò il piccolo Conan alla donna, la quale si voltò verso i presenti. 《L'ha spostata?》 Domandò Furuya avvicinandosi. 《No, l'ho trovata già in questa posizione.》 Dichiarò la donna. Si trattava di Akane Inoue, sorella della vittima deceduta, Ryoko Inoue. Entrambe modelle che lavoravano per la Gold Mirror, avevano rispettivamente 26 e 24 anni. Il cadavere già indossava il vestito che avrebbe esibito in sfilata, anche il trucco e i capelli erano già stati sistemati. 《Non c'è più niente da fare.》 Annunciò Conan che aveva controllato il battito cardiaco della donna poggiando due dita all'altezza della carotide, accertandosi della morte della donna. 《E sappiamo anche perché…》 Confermò Furuya che aveva intuito l'avvelenamento solo alla vista del cadavere. 《C'è il tipico odore di mandorla, non ci sono dubbi.》Masumi annusava l'odore che emanava il cadavere dalla bocca. 《Avvelenamento da cianuro.》 Affermarono all'unisono i cinque ragazzi. 《A giudicare dal rigor mortis…》 Valutava Masumi tastando il braccio della modella deceduta. 《 Direi che sono passate su per giù due ore.》 Ipotizzò Heiji. Mentre il resto del gruppo era concentrato sul cadavere, Conan e Drew camminavano in giro per la stanza in cerca di indizi che potessero essere utili alle indagini. Miller notò delle macchie di un colore tra il marrone tendente all'arancione notando qualcosa che luccicava al riflesso della luce. 《Pensi anche tu quello che penso io?》 Domandò Conan che osservava l'interesse della ragazza alla parete. 《Dico che possiamo escludere il suicidio.》 Confermò Drew leggendo esattamente nella mente dell'amico. Si mise davanti il muro e aprì le braccia piegando i gomiti cercando di farli coincidere il più possibile con le macchie. L'altezza non coincideva, pur essendo l'altezza della modella molto vicina a quella di Drew. Ciò si spiegava con il fatto che la modella indossava i tacchi. La distanza tra i due gomiti invece coincidevano quasi perfettamente. 《L'assassino deve aver costretto la vittima a ingerire la pillola. Ovviamente Ryoko avrà opposto resistenza con le braccia in questo modo e i segni che vediamo sul muro sono sicuramente i segni della colluttazione.》 Suppose Drew confrontando le sue ipotesi con quelle del piccolo Conan. 《I segni sul muro sono stati lasciati dal fondotinta che si era spalmata sulle braccia.》 Dedusse Conan che concordava perfettamente con la ragazza inglese. Amuro era rimasto sulla porta del bagno e osservava in lontananza i due in azione. Conan si avvicinò al corpo e alzò il braccio della donna distesa sul pavimento, mostrando all'amica la dimostrazione della sua ricostruzione. Su entrambi i gomiti infatti, furono rilevati due lividi, segni de 《Dobbiamo interrogare i presenti per trovare chi aveva un movente per compiere l'omicidio》 《Io un sospetto lo avrei. Ma se l'omicida è la persona che credo, purtroppo credo che questo caso verrà chiuso come suicidio.》 Bisbigliava Drew all'orecchio del ragazzino abbassandosi alla sua altezza. 《Non vorrai dire che…》 Sul volto del piccolo Detective liceale si dipinse un'espressione sconvolta. 《Aspetta prima di giungere a queste conclusioni, Drew. Non ti starai facendo condizionare un po' troppo da questa storia?》 《Il cameriere del Caffè Poirot… L'ho incrociato per strada in macchina mentre lasciava una donna vestita in nero proprio all'incrocio qui fuori. C'è qualcosa in me che mi dice che quel ragazzo è coinvolto nell'organizzazione. Me lo sento.》 《Vermouth…》 Mormorò Conan riflettendo sulla possibilità del coinvolgimento dell'organizzazione. Era incredibile come il semplice sesto senso della ragazza l’avesse portata sulla pista giusta. C'era solo un errore nella sua deduzione : colui che nell'organizzazione era conosciuto sotto il nome di Bourbon, era in verità un agente sotto copertura infiltratosi nelle tenebre per distruggere il nemico da dentro. Ma questo Conan non poteva dirglielo, il poliziotto della PSB gli aveva espressamente chiesto di non spifferare nulla a nessuno e di certo Miller non costituiva un'eccezione anche se, il fatto che lei pensasse di lui un nemico, avrebbe sicuramente reso le cose più difficili. 《Io devo dirti una cosa Drew…》 Conan Bisbigliò a sua volta qualcosa all'orecchio della ragazza, qualcosa che la fece sobbalzare dallo spavento. Gli occhi si sbarrarono e il corpo rimase paralizzato. Come aveva potuto non pensare a una cosa del genere? Drew annuì all'amico e fece per andarsene. Mentre camminava attraverso la porta del bagno per raggiungere l'uscita, una mano la afferrò per la spalla. Miller si voltò di scatto e fissò negli occhi colui che l'aveva fermata. 《È inutile, non puoi uscire. Non te lo lasceranno fare.》 Le riferì Amoru, il quale aveva capito che la ragazza sentiva, per qualche motivo, la necessità di allontanarsi dalla scena del crimine. 《Siamo arrivati.》 Una voce spiacevolmente familiare rimbombava per il corridoio del backstage. Drew si tolse la mano del biondo dalla spalla e fece una smorfia. L'ispettore Shiratori fece il suo ingresso, assieme all'ispettore Megure pronto a rimboccarsi le maniche per ricostruire i fatti di quel caso che apparentemente si configurava come un suicidio. Shiratori fulminò con lo sguardo la piccola teppista inglese la quale deglutì e distolse lo sguardo. 《La vittima è morta per avvelenamento da cianuro, l'ora del decesso è stata stimata per le ore 22 circa.》 Ricapitolava l'ispettore Megure leggendo il resoconto della scientifica. 《A prima vista sembrerebbe un classico caso di suicidio.》 Ipotizzò l'ispettore Shiratori osservando la donna deceduta. 《Anche se mi sembra di aver capito che tu non la pensi così, dico bene, Drew?》Sussurrò Amuro all'orecchio della ragazza. *Che ti prende, Drew? Perché agitarsi tanto. Sei innocente, giusto? Innocente fino a prova contraria.* Pensava nella mente Conan, indispettito dalla condotta tenuta dalla londinese. 《Non è esatto, ispettore Shiratori, ho motivo di sostenere che si sia trattato di un om…》Heiji sobbalzò improvvisamente e in pochi istanti perse inspiegabilmente i sensi. Conan chiuse con discrezione l'orologio e nascose le mani dietro la schiena, ma il gesto non era sfuggito agli occhi attenti di Masumi e Amuro. Drew diversamente da loro era troppo impegnata a pensare ad altro per prestare attenzione a ciò che stava succedendo. Doveva assolutamente capire chi fosse l'omicida, solo così l'avrebbe scampata. Il detective Tooru Amuro, non voleva stare al gioco del resto dei ragazzi. Non avrebbe nascosto la realtà dei fatti per un motivo a lui ignoto, qualunque fossero le intenzioni di Conan. 《Non lo trovate strano? Che la ragazza abbia deciso di togliersi la vita proprio qui e proprio in quel momento?》 Intervenne Masumi cercando di dare indizi agli ispettori poco competenti. 《Sul muro ci sono chiari segni di colluttazione, troverete dei lividi corrispondenti sui gomiti della donna. È stato chiaramente un omicidio.》 Rivelò Amuro senza peli sulla lingua. 《Ma guarda te. Oggi abbiamo la squadra di giovani detective al completo!》 Osservò sarcasticamente Megure, il quale si sentiva perennemente disturbato dalla presenza dei ficcanaso, i quali però avevano sempre offerto un aiuto prezioso alla polizia. 《Pronto? Qui l'agente di polizia Takagi…》 Dopo aver lasciato il telefono squillare diverse volte, finalmente Wataru riuscì a svegliarsi e a rispondere, seppur con gli occhi ancora chiusi. 《 Come dice? Una ragazza morta al Magnum Center? Cooosa?! Drew è lì? Sissignore, arrivo subito!》La notizia lo stravolse completamente, tanto da fargli passare il sonno in un batter d'occhio. 《Il primo indiziato è il modello della Gold Mirror, Yuichi Miura, 27 anni. Stando a quanto affermano gli altri modelli e i lavoratori dello staff, Yuichi Miura era il fidanzato di Akane Inoue, ma dopo due anni e mezzo di relazione, si sono lasciati. Qualche mese dopo, Yuichi Miura ha iniziato a frequentare la vittima, sorella minore, ma ad alcuni amici ha raccontato che stesse con lei solo per far ingelosire l'ex ragazza Akane.》Esponeva l'ispettore Shiratori al collega Megure riguardo alle informazioni che era riuscito a ottenere interrogando i presenti. 《Se tanto mi dà tanto… Anche la modella Akane Inoue è sospettata, il movente potrebbe essere stato proprio la gelosia nei confronti della sorella.》 Aggiunse Megure continuando a confrontarsi con i suoi subordinati. 《Come potete insinuare che io abbia ucciso mia sorella?! Come avrei potuto?!》 Si alterò la giovane donna su tutte le furie per le accuse mosse nei suoi confronti. 《Ad ogni modo, anche la signorina Sasaki avrebbe avuto un ottimo movente, a mio avviso…》 《Ma cosa stai dicendo?!》 Fumiyo Sasaki, 24 anni, la gentilissima hostess che aveva ospitato i ragazzi, si era lasciata andare alle provocazioni della modella. 《Già, Sasaki era un'ex compagna di classe di Ryoko. È risaputo che mia sorella aveva un carattere molto scontroso ed era particolarmente antipatica con lei ai tempi del liceo.》 Rivelava la modella sul conto dell'hostess. 《È vero, ma non l'avrei mai uccisa per questo! Non sono stata io!》 《C'è un’altra indiziata a mio parere, ispettore Megure. Cosa stavi facendo alle ore 22 di oggi, Drew?》 Intervenne l'ispettore Shiratori mettendo in ballo anche la ragazza inglese che se ne stava in disparte. Questa fece una smorfia in tutta risposta e fece un passo avanti, verso colui che le aveva puntato il dito contro. 《Alle 22 di stasera mi stavo avviando verso l'agenzia del detective Goro Mouri, per andare a prendere i miei amici in macchina.》 Replicò lei. 《Non capisco, Shiratori, Perché Drew sarebbe una sospettata?》 Chiese l'ispettore Megure al collega, ignaro di ciò che lei aveva combinato in quei giorni. 《Oggi nel mio studio, questa ragazza ha minacciato che avrebbe compiuto un omicidio se non l'avessi lasciata incontrare il sovrintendente.》 Masumi e Amuro si voltarono contemporaneamente verso Drew, confusi sul motivo che avrebbe spinto l'inglese a un gesto del genere. 《Ispettore Megure, siamo qui.》 Takagi irruppe improvvisamente nella stanza, seguito dell’agente Sato. 《Wataru…》 《Avresti potuto almeno avvisarmi che saresti uscita.》 Rimproverò l'uomo alla cugina. 《Ad ogni modo, ho sentito tutto. Non avete alcuna prova contro Drew.》 Conan volse lo sguardo verso la ragazza che aveva abbassato lo sguardo per nascondere l'espressione rassegnata. 《Innocente… Fino a prova contraria.》 《Suppongo quindi che Drew al momento dell'omicidio, fosse sola. Nessuno può confermare il tuo alibi, dico bene?》 Drew guardò Amuro, in attesa del suo intervento, dal momento che era l'unico ad averla vista viaggiare in auto assieme alla donna vestita in nero. Ma era consapevole che, dal momento che l'unico che poteva confermare il suo alibi era uno dell'organizzazione, non avrebbe mai detto nulla. In fondo se se ne fosse uscito con una cosa del genere, automaticamente anche lui e la donna bionda sarebbero stati sospettati, proprio perché a quell'ora si trovavano in prossimità della location dell'evento. Di fatto Amuro non la segnò nemmeno di uno sguardo. 《Non è sufficiente come prova, ispettore. È più che evidente che quella di Drew era solo una battuta.》 Conan prese le sue difese, avendo precedentemente assistito alla discussione tra Shiratori e Miller. Non era ingenuo, Conan, a differenza del resto dei presenti, aveva intuito che l'ispettore voleva solo far pensare al vero assassino di essere salvo così che avrebbe abbassato la guardia. Al primo errore, avrebbe incriminato il vero assassino scagionando la ragazza. 《Sato, potresti perquisire anche Drew?》 Ordinò Megure alla subordinata la quale non si sottrasse al suo dovere. Shiratori stava commettendo un grave errore, dal momento che l'assassino non era nessuno dei presenti, se Drew fosse finita nei guai, non avrebbe più avuto modo di tirarsene fuori. Dopo aver interrogato il resto dei sospettati e aver appurato che tutti i loro alibi fossero validi, Conan era giunto alla conclusione che Drew potesse avere ragione. C'era lo zampino dell'organizzazione in quella storia, iniziava a fiutarlo lui stesso. Anche dagli atteggiamenti disinteressati di Amuro, il quale era sempre il primo a voler smascherare il colpevole, mentre questa volta se ne stava da parte a osservare. Drew conosceva bene la prassi, aveva visto diverse volte sua madre perquisire le persone. 《Alza le braccia.》 Le ordinò Sato dopo aver perquisito la parte inferiore del corpo, passando al busto. Miller si sentiva tutti gli occhi dei presenti addosso, cercò di mantenere la lucidità e si sfilò l'elastico per capelli dal polso. Fece per legarsi i capelli, quando Conan, Amuro e Masumi sbiancarono e sbarrarono gli occhi alla vista di un particolare che ad altri era sfuggito. Drew teneva in mano una piccola capsula bianca che cercava di infilare all'interno dell'elastico discretamente, ma le sue mani furono bloccate da quelle di Tooru, il quale intervenne afferrando per il polso la ragazza mentre si legava i capelli. Il piccolo oggetto bianco ovulare scivolò dalla mano della londinese cadendo a terra. Lo stesso Shiratori non credeva ai suoi occhi nel raccogliere la capsula. 《Non ci sono dubbi. È cianuro di potassio.》 Takagi cadde sulle ginocchia, gli occhi urlavano terrore e le mani disperazione. Drew chiuse gli occhi alle lacrime, l'ultima cosa che voleva vedere era la delusione della persona che da sempre aveva creduto in lei. Sapeva che in quel momento, l’agente di polizia Takagi stava soffrendo più di lei. Non poteva nemmeno rivelare il vero motivo per cui possedesse la pillola, era la fine per lei. Shiratori deglutì sconcertato, ma di fronte all'evidenza, non poté fare a meno di proseguire con l'arresto. Tirò fuori dalla tasca interna della giacca un paio di manette e procedette ad ammanettare la ragazza. 《Drew Miller. Ti dichiaro in arresto per omicidio doloso, qualsiasi cosa dirai da questo momento, potrà essere usata contro di te. Hai diritto a un avvocato e se non ne hai uno, te ne procureremo uno.》 《Non può essere stata lei, per quale motivo si sarebbe avvicinata alla scena del crimine se fosse stata lei la colpevole? È irrazionale!》 Conan cercava di attirare l'attenzione dell'ispettore Shiratori girandolo per la gamba, ma intervenne l'ispettore Megure il quale lo sollevò tirandolo per il colletto della giacca. 《Basta così, Conan. Le prove parlano chiaro. Lasciaci fare il nostro lavoro.》 Lo allontanò. Amuro aggrottò le sopracciglia, Masumi si portava il dito indice sul mento incrociando le braccia, Heiji giaceva disteso a terra ancora privo di sensi. Nessuno di loro credeva alla versione che vedeva la ragazza di Londra come un'omicida. 《Che succede qui? Perché stanno portando via Drew in manette?》 Domandò ad alta voce Ran piombando nella stanza seguita da Sonoko. Le due amiche giunte sulla soglia dell'entrata rimasero sconvolte dalla scena che si ritrovarono davanti. Il cadavere della donna a terra, Takagi inginocchiato con lo sguardo perso nel vuoto, il corpo di Heiji addormentato sul pavimento, gli sguardi turbati dei presenti. 《Heiji! Conan, stai bene? Cosa sta succedendo?!》 La figlia del famoso detective Goro attendeva invano una risposta. Takagi si rialzò dal pavimento e invitò Conan e le tre ragazze a seguirlo. 《Andiamo, vi riporto a casa, i vostri genitori saranno preoccupati.》 Anche l'agente della PBS si apprestava a lasciare la scena del crimine, non prima di aver recuperato il corpo di Heiji. Si avvolse il braccio del detective di Osaka attorno alle spalle e con un braccio sosteneva il busto trascinandolo. 《Ci penso io al vostro amico, lo riporto all'Haido Hotel.》 Riferì al resto del gruppo prima di separarsi da loro. Aprì lo sportello dell'automobile bianca e posizionò il corpo dell'addormentato sul sedile anteriore dal lato del passeggero. Chiuse lo sportello, la sua attenzione fu attirata dal rumore del motore dell'auto di polizia in servizio che seguì con lo sguardo, vedendo attraverso il finestrino il volto in lacrime della ragazza, la quale non aveva più nemmeno le forze di difendersi da sé. Conan aveva ragione, il motivo per cui Amuro non sembrava interessato all'indagine, era che lui conosceva bene l'identità del colpevole e per quanto a malincuore, lui era stato sua complice. Era stata Vermouth e il movente era molto semplice, la vittima aveva assistito involontariamente a un losco scambio tra Gin e Vodka e i rappresentanti della mafia italiana. Per una semplice coincidenza, per il solo fatto di essere andata a correre al parco una mattina di primavera, questo le era costata la vita. Di certo, Bourbon non avrebbe mai accettato di uccidere quella donna con le sue mani, ma il fatto di essersi rifiutato non lo rendeva innocente, Amuro lo sapeva bene. Ma bastava un passo sbagliato e il suo piano, che durava ormai da anni, sarebbe andato in fumo. Erano tanti i sacrifici che aveva dovuto accettare, tante vittime di cui sentiva parlare, molte morte sotto i suoi stessi occhi. Ma i sensi di colpa iniziavano a essere estremamente pesanti, lo perseguitavano come dei fantasmi da anni ormai, rendendo le notti insonni e la vita difficile. Drew non meritava anche questo, non dopo quello che stava passando, ma come sempre, il giovane agente della PSB aveva le mani legate e un'altra persona cadeva in disgrazia per colpa sua. 《Cosa…Cos'è successo?》Heiji si strofinò gli occhi, al suo risveglio si trovava nella Rx7 bianca del ragazzo del Poirot. Il biondo era troppo assorto nei pensieri per accorgersi che la sua compagnia aveva ripreso i sensi. 《…Accidenti, non ricordo nulla. Che ci faccio qui?》 Mormorava lamentando un forte mal di testa dovuto agli effetti dell'ago soporifero di Conan. 《 La sfilata! L'omicidio! Cos’ è successo?! 》 Amuro, alla guida del veicolo, fece un profondo respiro. 《La tua amica… La ragazza inglese… È stata arrestata perché in possesso di una pillola di cianuro di potassio.》 Raccontò Amuro al detective di Osaka ignaro di ciò che era appena successo. 《Cosa?! Ma non è stata lei! Dev'esserci un errore, lei non farebbe mai una cosa del genere!》 Esclamò Heiji sconvolto dalla notizia che gli era appena stata raccontata dal biondo. 《Ma tu questo lo sapevi, dico bene?》 Osservò volgendo uno sguardo di accusa verso l'autista. 《Eppure non hai fatto niente per impedirlo.》 《Non ho potuto fare niente dal momento che era in possesso di quella pillola. Piuttosto, tu sapevi degli istinti suicidi della tua ragazza?》 Domandò il biondo piuttosto diffidente nei confronti dell'altro. 《Non è la mia ragazza e non ha nemmeno istinti suicidi.》 Ribatté scontroso Hattori. 《E tu sapevi benissimo anche questo. Quindi perché farmi questa domanda?》 Il ragazzo dalla carnagione scura si slacciò la cintura. 《Credo che tu sappia più di quello che dovresti sapere. Non so chi tu sia ma…ci hai provato.》 《Cos’hai intenzione di fare?》 Domandò Amuro notando l'agitazione del ragazzo. Fu un attimo che Heiji aprì improvvisamente lo sportello dell'automobile in movimento. 《…Salvare il mio nemico. Ci vediamo!》 Annunciò il ragazzo prima di buttarsi fuori dall'auto lanciando il suo travestimento e rivelandosi per quello che era veramente. La marcia della Rx7 si era stabilizzata dopo qualche istante di sbando. Amuro inchiodò l'auto in mezzo alla strada cercando di realizzare ciò che era appena successo. Si fece avanti con il busto per vedere cosa fosse successo al ragazzo, ma tutto quello che riuscì a vedere fu un deltaplano bianco che volava già in lontananza. 《Ladro Kid…》 Mormorò il biondo incredulo.

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