Fall

di Cry_Amleto_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ⇝ Castagne ⇜ ***
Capitolo 2: *** ⇝ Bacio ⇜ ***
Capitolo 3: *** ⇝ Lenzuola ⇜ ***



Capitolo 1
*** ⇝ Castagne ⇜ ***


1 Ottobre 

Prompt: Castagne

Universo: Avengers Assemble

Flashfic : 367 parole

 

«Castagne.»

«Castagne?»

«Castagne, caldarroste, come vuoi chiamarle tu Capiscle. Voglio delle castagne.»

«Ti rendi conto che siamo nel mezzo di una battaglia, sì? E GUARDA DOVE VOLI.»

«Tutto sotto controllo... Come ti dicevo, castagne. Quando abbiamo finito di fare pulizia andiamo a comprarne, okay? Altrimenti non ti rivolgerò mai più la parola.»

 

Captain America sospira pesantemente, sollevando leggermente il bordo della maschera per il caldo. I raggi morenti del sole colorano il cielo di un rosso terribilmente acceso. L'armatura di Iron Man quasi si confonde in esso. Sta facendo saltare in aria gli ultimi piccoli robot assassini inviati da Doctor Doom, dilettandosi con qualche capriola in aria.

 

«Smettila di giocare, Tony. Se ti fai male a causa delle tue acrobazie totalmente superflue...» 

 

Steve si rassegna a sbarazzarsi della maschera. Fa davvero caldo nonostante siano ormai gli inizi di ottobre. Il sudore gli imperla la fronte facendola luccicare. Si passa una mano tra i capelli, facendoli tornare alla loro solita piega.

 

«Ehi, ferisci il mio ego così. Sono o non sono l'Uomo di Ferro?» 

Un altro colpo di repulsore e l'ennesimo avversario si trasforma in un'indistinta poltiglia di metallo fumante.

 

«E queeesto era l'ultimo. Ora voglio le mie caldarroste» cantilena infantilmente Iron Man, corredato da un broncio nascosto dall'elmo ma ugualmente percettibile. 

 

Tony atterra pesantemente di fronte al Capitano. Solleva la visiera, guardandolo con occhi supplici. 

 

«Abbiamo salvato New York. Di nuovo. Meritiamo un premio, non credi? E io voglio...»

«Castagne, sì, l'ho capito. Se non smetti di ripeterlo ti mando a letto senza cena. Quindi senza caldarroste.»

 

Steve risponde a quel sorriso con una piega gentile sulle labbra, avvolgendo la vita di Iron Man tra le braccia. 

Le proteste di Tony muoiono sulle labbra morbide del Capitano. Sorride Steve, mentre approfondisce il bacio, fiero di essere riuscito ad azzittirlo.

 

«C'è un chiostro a Central Park che ne fa di ottime. Andiamo prima che chiuda, su.» 

La voce di Captain America raggiunge morbida Iron Man che, in tutta risposta, gli rivolge un'espressione totalmente rapita. È davvero davvero difficile che Steve si lasci andare ad effusioni in pubblico, tendenzialmente uno dei due prima rischiava la vita.

 

«Castagne?» È l'unica cosa che riesce a dire il genio, totalmente inebetito.

«Castagne.»

 

_________

Okay. Non ho mai preso parte ad un contest. Era arrivato il momento uwu

[E giustamente parto con 10 giorni di ritardo ma fa nnnnnnniente].

Buh, sì eccomi qui. Pian pianino recupero tutto.

Ho voglia di fluff [strano ma vero].

Okay. Passo e chiudo. Ciao ciao~

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Capitolo 2
*** ⇝ Bacio ⇜ ***


2 Ottobre
Prompt: Bacio
Universo: Post Avengers:Age of Ultron
Oneshot: 833 parole
 
Le mani callose e abbronzate si serrano intorno alle lenzuola. La flebo collegata alla mano destra pizzica nel movimento.
«È tutto quello che hai da dire? Davvero?! Io pensavo che noi…»
La voce dell’Uomo di Ferro è rotta. Deglutisce, cercando di ritrovare il controllo. Lo sguardo accusatorio però non lascia neanche per un attimo quello del Capitano, seduto accanto al letto ospedaliero, su una sedia di plastica troppo piccola per la sua mole.
« Tony... Perché non capisci? Siamo compagni di squadra prima di tutto. Continuare con questa… cosa sarebbe troppo rischioso. Non voglio saperti ferito in battaglia solo perché sei così testardo da non capire che devi mettere da parte i sentimenti.»
Le parole di Steve sono spigoli duri contro i quali il cuore di Iron Man sbatte e sanguina.
«Okay allora, la prossima volta lascerò che quel dannato missile ti colpisca! Lungi da me rovinare il tuo epitaffio!» Urla ora, Tony, livido in volto. I bip del macchinario al suo fianco aumentano la loro frequenza. Respira a fondo, cercando di calmarsi.
Lo sguardo di Steve cade sull’elettrocardiogramma e un’ombra attraversa i suoi occhi cerulei. Tony non può permettersi di crederlo preoccupato.
« Avresti dovuto farlo. Anche Clint stava avendo problemi e tu hai aiutato me che ero più lontano. Risultato? Ne siete usciti feriti in due quando i danni potevano limitarsi ad uno.»
Il genio serra la mascella, gli occhi ridotti a due spilli.
«Se non l’avessi preso non saresti semplicemente rimasto ferito, non lo capisci?!» Si pizzica il ponte del naso, la mano collegata alla flebo che rende impacciato il gesto. «Tu che avresti fatto al mio posto?»
Steve allunga istintivamente la mano, abbassando quella dell'altro per evitare che l’ago sia tirato via.
«Non cercare di cambiare discorso. Ti avevo chiaramente ordinato di rimanere al tuo posto» riprende il Capitano. «Questo tuo comportamento non è dannoso solo per te, ma anche per la squadra. La prossima volta che succederà qualcosa di simile, sarò costretto a escluderti dal team a tempo indeterminato. Dopo Ultron non puoi più permetterti passi falsi.»
L’Uomo di Ferro deglutisce piano, lo sguardo puntato sulla mano di Steve. Si ritrae dal suo tocco come se scottasse.
«Insieme, dicesti. Non è quindi questo che dovremmo fare, guardarci le spalle a vicenda?»
Impedisce a stento alla sua voce di tremare. È uno Stark. Gli Stark sono fatti di ferro, non possono crollare come burro per qualcosa come… una rottura? Abbandono? È questo quello che sta facendo Steve? Stringe le labbra in una linea sottile. Fa vagare lo sguardo ovunque tranne che nella sua direzione.
« Come posso guardarti le spalle se mi muori tra le braccia?»
Il sussurro del Capitano è a malapena percettibile. Un sussulto scuote le spalle di Tony che, con uno scatto, solleva il volto verso di lui. Senza pensarci, afferra la mano del biondo, ancora abbandonata tra le lenzuola. Il Capitano la stringe in risposta.
Lo sguardo di Steve trasuda un tormento tale da far del male fisico al genio.
« Non credi che sia anche il mio peggior incubo? Ogni volta che scendiamo in campo sono consapevole che potrebbe essere la mia ultima missione. Il nostro non è esattamente un lavoro da scrivania. Ma poi... poi penso che al mio fianco ci sei tu, che corri i miei stessi rischi, che potresti essere tu a non... non tornare. Che potresti morire sotto al mio sguardo. E l’ho visto, sai, mentre quel missile si avvicinava. Ti ho visto a terra e... non avrei potuto sopportarlo, capisci?»
Gli occhi dell’Uomo di Ferro sono lucidi mentre quelle parole spezzate si riversano dalle sue labbra.
«Capisco» risponde semplicemente Captain America. «Ma non può continuare così. Non possiamo continuare. Anche se non decidessimo di mettere un punto adesso, sarà lo SHIELD a farlo al nostro posto in maniera più drastica. La squadra ha bisogno di Iron Man, dopotutto.»
L’espressione del biondo è nuovamente impenetrabile. Tony non riesce a scorgere più nessuna fessura oltre cui riuscire a raggiungere l’uomo di cui si è innamorato. Annuisce piano in risposta. Si lascia andare sui cuscini, stanco. Non riesce a guardarlo.
«Quindi… di Tony Stark la squadra, tu non hai bisogno?»
Il silenzio del Capitano esprime più di quanto il genio riesca a sopportare.
Chiude gli occhi, non osa riaprirli.
Poi… poi c’è un tocco quasi impalpabile sull’angolo delle sue labbra. Un bacio. Tony Stark ne ha avuti molti di ultimi baci, sa riconoscerli. Nessuno però ha fatto tanto male come quello. Un gemito basso lascia le sue labbra mentre, con uno strusciare rumoroso, Steve si alza. Con gli occhi ancora chiusi, conta cinque passi prima di ritrovarsi solo. Il silenzio è rotto solo dai rumori costanti dei macchinari. L’angolo delle labbra brucia lì, dove riesce a sentire ancora quella soffice pressione. Si porta le mani in quel punto, come a ricercare il suo sapore. Ora che non c’è più nessuno, che non ci sarà mai più nessuno, può ingannarsi. Può fingere di non accorgersi del calore salato che gli bagna le guance.
_________
That's it. Buh, avevo voglia di angst. Beene, che ne dite? In realtà fa abbastanza schifo ed è alquanto sconclusionato but okay. Fatevi sentire, sì? Apprezzo tantissimo i pareri distruttivi uwu

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Capitolo 3
*** ⇝ Lenzuola ⇜ ***


3 Ottobre
Prompt: Lenzuola
Universe: Superfamily!AU
Flashfic: 453 parole
 
«Dov'è finito il ragnetto? Stevie, ho perso il nostro ragnetto!» Esclama Tony in tono melodrammatico, girando per la camera da letto con le mani in vita.
Sul letto matrimoniale, un bozzolo di lenzuola trema ed emette una dolce risata infantile. Un sorriso radioso è fermo sulle sue labbra mentre continua a giocare a nascondino.
«Petey, dove sei? Sei dentro l'armadio? Se sei andato a Narnia senza di me non te la perdono!»
Un "nooo" acuto proviene dal bozzolo.
«Mhhhh, allora sei sotto la scrivania!»
Ad un altro "nooo" segue lo sbuffo esagerato del genio.
«Captain America a rapporto! Abbiamo un bambino disperso da cercare! Missione di massima priorità!»
Il Capitano scuote la testa, le labbra incurvate illuminano il suo sguardo ceruleo. Se ne stava appoggiato alla porta, semplicemente a guardare la sua famiglia giocare.
«Eccolo! Il Capitan Ghiacciolo è qui pronto a salvare la situazione!» La voce di Tony vibra ilare, sorridendo a Steve. Quest’ultimo gli rivolge un occhiolino, avvicinandosi poi silenziosamente al letto.
«Però... È un peccato. Avevo proprio voglia di mangiare uno di quei gelati che vendono al parco prima che si faccia tardi. E se non lo riesci a trovare, come faremo? Dobbiamo andare a mangiarlo tutto da soli?»
Solo a quel punto il biondo si china di scatto sul letto, iniziando a fare il solletico al bozzolo di lenzuola sul letto, che in tutta risposta comincia a ridere e dimenarsi.
Il genio i siede anche lui sul letto, per poi dire in falsetto: «Oh, guarda! Le lenzuola ridono! Cosa sarà, un fantasmino? Ma i fantasmini non mangiano gelati, vero? Peccato! Allora andiamo, Steve. Peter sarà troppo impegnato a giocare con i leoni parlanti a Narnia, ormai! Non ci vuole più!»
È a quel punto che Peter salta fuori dalle lenzuola, buttandosi al collo dei suoi genitori.
«Sono qui! Sono qui!» urla il piccolo, stringendoli forte. «I miei papà sono più fighi dei leoni parlanti.» Il bimbo annuisce con vigore facendo sorridere i due uomini.
«Lo voglio ben credere» risponde Tony, facendogli brevemente il solletico sul pancino.
«Allora, questo fantasmino lo vuole il gelato?» Steve accompagna quelle parole con un bacio sulla fronte del figlio.
«Gelato al cioccolato!» esclama quindi quest’ultimo, sgusciando dalle coperte per correre a infilarsi le scarpe.
Tony rimane qualche istante immobile, seduto sul letto, lo sguardo puntato verso la porta aperta e una curva morbida sulle labbra. Raggiunge la mano di Steve, stringendola piano. C’è questa sensazione, ora, che riscalda il suo petto. Una sensazione che non avrebbe mai pensato di provare, non sul serio, non tanto a lungo.
«Sono felice» dice.
Captain America disegna con il pollice piccoli cerchi sul dorso della mano del marito, un sorriso ed uno sguardo identico sul volto.
«Anch’io» risponde.
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Giorno 3, voglia di fluff. Beccatevi questa botta di diabete. Ciao ciao~

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