la mia cura di mikamey (/viewuser.php?uid=43996)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** un nuovo vicino ***
Capitolo 2: *** crisi ***
Capitolo 3: *** La toruratice di demoni ***
Capitolo 4: *** presentazione ufficiale ***
Capitolo 5: *** dammi la prova che stai bene ***
Capitolo 6: *** Una maniaca dell'ordine? ***
Capitolo 7: *** Un bagno con Sesshomaru ***
Capitolo 8: *** cinque minuti solo altri cinque minuti ***
Capitolo 9: *** Perdonami ***
Capitolo 10: *** Il calore del suo corpo ***
Capitolo 11: *** Un'infanzia di solitudine ***
Capitolo 12: *** La famiglia di Sesshomaru ***
Capitolo 13: *** La confessione di Kagome ***
Capitolo 14: *** Rimorsi ***
Capitolo 15: *** Gioie e dolori ***
Capitolo 16: *** Verità svelate ***
Capitolo 17: *** Reazioni inaspettate ***
Capitolo 18: *** Relazioni nascoste ***
Capitolo 19: *** si può dal paradiso cadere all'inferno? ***
Capitolo 20: *** Prese di coscienza ***
Capitolo 21: *** Si perdona ma non si dimentica ***
Capitolo 22: *** Addio Kohaku ***
Capitolo 23: *** L’inizio della mia nuova vita ***
Capitolo 24: *** Il mio lieto fine ***
Capitolo 1 *** un nuovo vicino ***
1 cap
1 un nuovo vicino
Sto lucidando inutilmente la
cucina immacolata, quando avverto urla provenire dal corridoio fuori
l’appartamento, acuisco i miei sensi distinguendo quattro
voci, una donna, due uomini e un bambino. La prima è
seriamente preoccupata, i secondi invece si urlano l’uno contro
l’altro ma uno dei due è timoroso come la donna e
infine, il bambino è confuso e dispiaciuto… Stranamente
sono curiosa di scoprire il perché di tanto baccano e
soprattutto di vedere i miei nuovi vicini, è strano averne per
me dato che l’appartamento qui di fronte è vuoto sin da
quando ero bambina. Questa è una casa antica, però divisa
a metà da un corridoio e l’unico appartamento abitato
è sempre stato il mio.
Asciugo velocemente la cucina liberandomi dei guanti e avvicinandomi alla porta d’ingresso.
La donna sta pregando uno dei
due uomini a tornare “a casa” e l’altro
accondiscendente con lei sbraita contro.. Sesshomaru… di non
fare l’idiota e tornare con loro.
Socchiudo timidamente la
porta per poi spalancarla lentamente e vedere due uomini dai
lunghi capelli bianchi ringhiarsi minacciosi, si somigliano molto..
stesso colore di occhi e capelli.. anche la fisionomia è la
stessa, il più alto è senza dubbio un demone mentre
l’altro deve essere un haniou, la ragazza con le lacrime agli
occhi è un’umana e il bambino.. lui, lui è come
me..il frutto dell’amore tra un mezzo demone e un’umana.
-Ma sei impazzito? Quel
trattore per caso ti ha anche frantumato il cervello?? Non puoi stare
solo! Non riesci neppure a reggerti degnamente in piedi! Il vecchio
Totosai ha detto che la gamba è combinata troppo male e che ti
ci vorrà tempo prima che torni normale! Non fare il presuntuoso
e torna a casa!
-Stai forse insinuando che non sarei in grado di badare a me stesso stupido haniou?
Gli occhi simili a due fessure
taglienti, la bocca distesa a mostrare canini affilati e un
ringhiare sordo e minaccioso che si spande dalle loro labbra.
Sembravano due belve pronte all’attacco eppure non avvertivo
pericolo provenire da loro.
-Non ti devi preoccupare,
papà e zio litigano sempre, ma la mamma dice che lo fanno solo
perché si vogliono tanto bene,ma non lo vogliono ammettere
perchè sono ostinati e introversi!
-C-cosa?
Il bambino che avevo sentito
prima è proprio vicino a me,con le spalle appoggiate al muro che
si dondola con fare annoiato, abbandona il suo passatempo per
porsi di fronte a me e presentarsi con un sorriso smagliate.
-Ciao! Sono Takuma no
Taisho,cinque anni fra tre mesi, primogenito di due figli! e prima ti
dicevo che papà e zio litigano sempre ma mai sul serio!solo
che.. questa volta credo sia colpa mia.
China il viso nascondendo le
sue iridi miele alla mia vista, cominciando a giocherellare col bordo
della felpa panna che indossa. Mi chino sulle ginocchia per scorgere il
suo volto e presentarmi a mia volta nel tentativo di riportare il
sorriso su quel visino vispo ora velato di tristezza.
-Ciao Takuma, io sono Rin
Main, figlia unica e.. se me lo confermi tu,non mi preoccuperò
per quello che sta succedendo tra tuo padre e tuo zio,anche
perché non credo che attueranno le loro minacce.
Sorrido sinceramente
rincuorata dall’espressione gioiosa che ricompare sul volto di
Takuma alla mia presentazione in stile perfetta scolaretta, indecisa se
chiedere o meno il motivo di tale litigio. Il mio dubbio presto diventa
ozioso in quanto ogni informazione mi viene fornita repentinamente dal
mio piccolo informatore.
-Sai ora che ci conosciamo mi
puoi chiamare Taka! A casa tutti mi chiamano cosi! Papà e zio
stanno litigando perché io sono caduto dal trattore in marcia
mentre tentavo di raccogliere una mela..zio è riuscito a
far si che il trattore non mi travolgesse ma si è fatto
male…
-Sesshomaru, Inuyasha ha
ragione, a casa ci saremmo noi ad accudirti, cosa accadrebbe se cadessi
o avessi bisogno di qualcosa.. non è che non sei capace di
provvedere a te.. ma.. fallo per me, per il piccolo Taka.. ti prego
Sesshomaru, torna a casa.. è tutta colpa nostra se ti sei
ferito, ti prego..
Lo sguardo implorante della
ragazza e il tono preoccupato sembrano farlo tentennare sulla sua
decisione, infatti, smette di ringhiare e volge il suo sguardo su
di lei e sul piccolo poi, con un velo di colpevolezza, declina la
richiesta della donna che nuovamente si sforza di trattenere le
lacrime, mentre il mezzo demone esplode in uno scatto d’ira
improvviso.
-Sei uno stupido Sesshomaru!
Possibile che non capisci che ci preoccupiamo per te? Volgiamo solo
aiutarti ma il tuo stupido orgoglio te lo impedisce vero? Uno youkai
puro come te non può dipendere da un’umana e un
mezzo demone anche se sono la tua famiglia vero?
Vedo la donna sgranare gli
occhi così come quelli del bambino colmarsi di lacrime mentre il
demone di nome Sesshomaru, con una mossa fulminea colpisce al viso
l’aniou con uno schiaffo, facendolo rovinare a terra. Ora si che
sembra davvero furioso.
-Se è questo che credi
non c’è motivo per te di stare qua! Andatevene!-
Anche questa volta risponde in un ringhio ma.. non sembra
minaccioso, sembra più che altro ferito,e l’aniou ha il
suo stesso sguardo.. mi vien da credere che l’orgoglio sia
un vizio di famiglia, cosi come la testardaggine, ma certo su
quest’ultimo punto io non posso proprio parlare, anzi non dovrei
pensare proprio niente non sono certo fatti, miei non li conosco
nemmeno.. non dovrei nemmeno assistere a questa scena.
Avverto il piccolo attaccarsi
alle mie gambe e io istintivamente lo accarezzo sulla spalla cercando
di infondergli un po’ di coraggio.
-Benissimo, era questo che volevi in fondo vero fratello? Bene noi ce ne andiamo cavatela da solo.. come sempre.-
L’ultima parte è
solo un sussurro ma sono sicura che lui l’ha sentita proprio come
l’ho sentita io. Erano due parole cariche di malinconia e
tristezza, sembra quasi che non siano uscite dalle labbra dello stesso
mezzo demone che solo qualche istante prima lo aveva aggredito
urlandogli contro, eppure, è stato proprio lui a pronunciarle e
ora è lui che si è alzato reggendosi dal muro avviandosi
verso l’uscita.
Quel demone Sesshomaru ha il
volto leggermente chino verso il basso anche lui con
un’espressione colpevole e arrabbiata sul viso, che velocemente
scompare non appena la voce della donna richiama la sua attenzione.
- Mi dispiace Sesshomaru, sai
come è Inuyasha, era arrabbiato, anche lui si sente colpevole
per ciò che è accaduto e.. insomma.. voleva solo rendersi
utile, dimostrarti che è alla tua altezza…se vuoi restare
solo va bene resta qui finche vuoi,noi ti aspetteremo, sai che ti
volgiamo bene e naturalmente se hai bisogno di qualunque cosa chiama!-
Dice quelle parole guardandolo
negli occhi senza ira o risentimento nella voce, solo un po’ di
malinconia poi, come il mezzo demone, si avvia verso l’uscita
richiamando il piccolo che si stacca da me per poi fermarsi alla porta
dell’appartamento di fronte.
-Zio.. ma tu.. tu ci vuoi
sempre bene vero?ritornerai a casa con noi vero???non puoi lasciarci!
io io devo diventare alto come te, e mi devi insegnare a catturare le
lucertole e a staccare cento mele con un solo gesto della mano!zio mi
dispiace tanto di essere caduto dal trottatore ma ti prego non ci
lasciare!
Ha gli occhi colmi da lacrime
e il viso leggermente arrossato per lo sforzo di trattenerle.. è
cosi tenero, ho l’impulso di correre da lui per abbracciarlo e
promettergli che andrà tutto bene! Ma ci pensa lo youkai a
rassicuralo, si china davanti a lui con uno sforzo evidente ma senza
emetter alcuno lamento per poi stringerlo a se coccolandogli la testa.
- Tranquillo,non sono
arrabbiato, e tu non centri niente, è stata colpa mia che non ho
fatto abbastanza attenzione, a casa c’è tanto lavoro e io
sarei solo d’impaccio, starò qui finché non
sarò guarito poi tornerò da voi tranquillo! non posso
mica lasciare che il tuo papà mandi la fattoria rotoli!-
L’ultima frase la dice
con un tono scherzoso e per la prima volta sorride,un sorriso
scherno,ma comunque pieno d’affetto,lo stesso che si legge nei
suoi occhi ora che guarda il nipote finalmente tranquillo.
- E’ una promessa?
-Si è una promessa!
-Va bene allora vado dalla mamma prima che riduca papà peggio di te!
In effetti ora che ci faccio
caso quella fragile donna sembra tutt’altro che delicata e
indifesa, la si sente urlare contro il marito in modo nitido e
scandito.. lo rimprovera per ciò che ha detto al fratello e per
il tono che ha usato, tuttavia il timore del bambino è infondato
visto che la sento mormorare al marito un “tranquillo quando si
sentirà pronto tornerà da noi”.
Riporto la mia attenzione al
mio nuovo vicino giusto in tempo per vedere il bambino schioccargli un
bacio sulla guancia, lui non sembra infastidito o sorpreso dal gesto e
tutto ciò che dice è una raccomandazione affinché
ci pensi lui ha proteggere Inuyasha e Kagome durante la sua
assenza.
Sorrido involontariamente a
quel gesto d’affetto e a quella preoccupazione protettiva verso
la sua famiglia, infondo è proprio come pensavo è molto
attaccato a loro.
Vedo scomparire il bambino
ormai felice e saltellante come quando lo visto per la prima volta, e
poi, osservo il demone reggersi dalla porta nel tentativo di alzarsi.
Ha il viso contratto in una smorfia di dolore e un ringhio cupo si
spande per il corridoio
Sto per aiutarlo quando la sua voce tagliente trafigge il mio proposito frantumandolo.
-E tu che hai da guardare
donna?non credo che questi siano affari che ti possano interessare
torna alle tue faccende invece di impicciati delle vite degli altri!
Ha usato un tono duro,
cattivo, e lo ha fatto con l’intento di ferirmi ne sono convita,
tuttavia, non gli rispondo, semplicemente chino il capo colpevole
giusto un attimo prima che lui sbatta la porta dietro di se. Ha ragione
quelli non sono fatti miei, se non ha permesso alla sua stessa famiglia
di aiutarlo perché avrebbe dovuto accettare il mio? Tuttavia..
era sofferente, lo si leggeva nei suoi occhi anche se carichi
d’ira, e le sue tempie erano imperlate di sudore… il
dolore alla gamba deve essere molto forte.
Probabilmente non vuole
mostrarsi debole, se sia per orgoglio o per non preoccupare gli altri
non saprei dirlo.. infondo è un po’ come me,anche io mi
“nascondo”per non mostrare agli altri il io dolore, certo
per lui le cose sono un po’ diverse.. ma mi sembra doveroso
rispettare comunque il suo volere, la nonna Kaede diceva sempre che
bisogna rispettare il volere altrui e non giudicare mai, perché
le persone esterne non possono sapere le motivazioni che spingono le
persone a compiere determinati gesti, quindi è sempre meglio non
interferire a meno che non ne vada dalla vita altrui o della nostra
buona coscienza. Ma diceva anche che spesso le persone devono essere
aiutate anche la contro la propria volontà se l’orgoglio
li rende ciechi.
Richiudo la porta davanti a me
per poi appoggiarmici con le spalle e scivolare giù fino al
pavimento, affondando il viso nelle gambe e iniziando
involontariamente a dondolarmi avanti e dietro..senza motivo..
senza uno scopo.. un movimento inutile esattamente come mi sentivo io
in quel momento.
Ciao a
tuttiiiiiiiiiiiii!!!!!ecco a voi la mia nuova long fic! I protagonisti
saranno Rin e Sesshomaru la mia coppia preferita per eccellenza! Devo
ammettere con non poca vergogna che ho iniziato una serie di storie con
protagonisti Ayame e Koga visto che l’avevo promessa, ma mi
sembravano tutte troppo banali, poi ecco l’ispirazione per una
coppia però diversa.. come molti autori sanno non si può
comunque ignorare la musa che ci da la capacità di scrivere cosi
eccomi qui a pubblicare questo lavoro. Spero con tutto il cuore di
appassionarvi e farvi affezionare a questa fic.
Per quanto riguarda gli
aggiornamenti saranno settimanali xkè i miei impegni mi
impediscono tempi brevi, comunque quando possibile ci saranno
aggiornamenti flash…
Ed ora veniamo a noi…
Inuyasha e Sesshomaru possiedono una “fattoria” in
periferia che mandano avanti insieme, durante il lavoro di aratura
Sesshomaru rimane ferito dal trattore nel tentativo di salvare il suo
nipotino dal macchinario stesso, rimanendo però gravemente
ferito ad una gamba.
Decide di trasferirsi per il
periodo di convalescenza in un appartamento la cui unica vicina
sarà la nostra Rin, una ragazza insicura, soggetta ad attacchi
di panico e con manie morbose per la pulizia…Cosa ne
uscirà fuori?
Ora.. piccolo appella a chiunque visiterà questa pagina…
LASCIATE un segno del vostro
passaggio! I commenti aiutano gli scrittori ad andare avanti e a sapere
se il loro lavoro e gradito oppure no, quindi vi invito a lasciare due
righini di commento e/o critica.
Approfitto di questo spazietto
anche per ringraziare tutti coloro che hanno letto e commentato
“una settimana di astinenza per Sango” e ringrazio
anticipatamente tutti coloro che leggeranno anche questa ff!
Ultimissima nota
ma non per questo meno importante, questa ff è dedicata a
Callistas!!! Mi spiace non sia quella che volevi tu con protagonisti
Koga e Ayame ma spero ti piaccia lo stesso, prometto che mi
impegnerò al massimo x scrivere anche quella un bacioneeeeeeeee
Un abbraccio a tutti Mikamey
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Capitolo 2 *** crisi ***
2 cap
Metto sul fuoco la mia cena disinfettando accuratamente
tutto ciò che ho utilizzato e quindi sporcato per poi lavarmi
nuovamente le mani, le osservo come alla ricerca di una qualche macchia
di sporco per vederle invece bianchissime, pallide e tremolanti come sempre del resto. Sospiro rassegnata,anche se bevessi ettolitri di camomilla al giorno quel vibrare nervoso non abbandonerebbe comunque le mia dita.
Richiudo la mano a pugno
ripromettendomi per la centesima volta di non guardarle più,
proposito che so già di non riuscire a rispettare. Controllo la
mia cena pur sapendo che in tre minuti d’orologio molto
probabilmente non ha nemmeno preso calore, figuriamoci cuocere o
addirittura bruciare, per poi sdraiarmi a letto a pancia in su a
fissare il soffitto, vuota e inespressiva, come la casa in cui risiedo.
Lentamente alzo la mano
ponendomela davanti agli occhi per osservarne nuovamente il loro
tremore, infastidita mi giro di lato a fissare la luce proveniente
dalla cucina e il mio pensiero va lui, a quello youkai scontroso,
maleducato, testardo, dolce, protettivo...fino a qualche mese fa sarei
già andata da lui con una teglia di biscotti appena
sfornati… nel palazzo dove abitavo prima conoscevo tutti
ma anche quando vivevo qui, da bambina, sognavo sempre che
qualcuno venisse ad abitare in quella casa.. magari una famiglia con
dei bambini, o un ragazzo affascinante col quale poi mi sarei
innamorata e sposata riportando l’edificio alla sua antica
destinazione, ovvero una dimora unica, grande e confortevole, per una
famiglia numerosa e felice, oppure lui mi avrebbe portato nella sua di
casa, regalandomi una nuova famiglia quella a cui prima apparteneva
lui…ma non è mai venuto nessuno… io comunque sono
cresciuta con molti amici, e ho trovato un lavoro che mi ha
portata lontano da qui per due anni, ora che sono tornata però
mi ritrovo sola.
Avevo una nonna, un
“fratello”, una vita serena, ora invece non ho nessuno da
amare, nessuno che mi ami, Ma basta, non ci devo più pensare, il
passato è passato ora devo pensare solo al presente..si il
presente.
Balzo giù dal letto osservandomi intorno.. devo trovare qualcosa da fare o impazzirò!
Presa da uno insano nervosismo
prendo il panno della polvere, naturalmente anch’esso immacolato,
e inizio a lucidare per la seconda volta nella giornata le abajur della
casa, i mobili, i soprammobili, le maniglie delle porte, tutti i
pomelli e tutto ciò su cui si può depositare polvere ma
non basta, non basta dannazione non basta!
Sento di impazzire,
come se non riuscissi più ad avere il controllo del mio corpo,
della mia mente, delle mie razioni. Stringo le mani a pugno
premendole contro le mie tempie e lentamente mi inginocchio al suolo
col respiro irregolare e gli occhi velati da stupide, assurde,
involontarie lacrime.
Mi impongo mentalmente il
divieto di piangere e lasciarmi andare a quella sensazione che io
stessa pur provandola non riesco a definire,cosi faccio un respiro
profondo.. inspiro a pieni polmoni gonfiando in modo anomalo il mio
petto per poi espirare lentamente tutta l’aria immagazzinata e
nuovamente vengo pervasa dal panico che offusca la mia vista, annebbia la mia mente, inibisce la mia volontà.
Mi abbandono singhiozzando al pavimento, incurante del dolore al
braccio provocato dal peso del mio corpo su di esso e del marmo freddo
che infastidisce il mio viso poggiato su di esso, ancora una volta non
ero riuscita a mantenere il controllo di me.
Quel refrigerio sembra però avvolgere anche la mia mente che lentamente torna lucida e attiva.
Sento il mio corpo
tremendamente pesante e il dolore al braccio ormai insopportabile,
tento di alzarmi ma è impossibile, i miei muscoli sembrano
troppo deboli o forse è la mia volonta a non permettermi
determinati movimenti. Mi abbandono nuovamente al suolo, in
lacrime, sconfitta e demoralizzata, ma per fortuna un piccolo
spiraglio della vecchia me viene in mio aiuto con la sua forza di
volontà, devo smetterla di abbandonarmi al dolore, devo
smetterla di sottomettermi ad esso, io non ero cosi, io non devo essere
cosi.
Distendo il mio corpo
sul freddo pavimento liberando l’arto per donargli la giusta
tregua dal mio peso, lo sento formicolare fastidiosamente ma almeno il
dolore è diminuito, anche il mio respiro sta iniziando a
regolarizzarsi e le lacrime sembrano essere cessate, benché
velino ancora i miei occhi. Avverto ancora una gran confusione in
testa e il corpo pesante, ma ho vinto la mia piccola battaglia contro
me stessa, non ho più il viso schiacciato al suolo, ora osservo
il bianco soffitto per me cosi simile ad un cielo estivo, sinonimo di
libertà e spensieratezza.. mi rendo perfettamente conto
della stupidità dei miei pensieri eppure, quel soffitto anonimo,
adesso mi sembra un capolavoro.
Rimango immobile in questa
posizione supina finché non avverto il freddo invadere il mio
corpo e spasmi nervosi impossessarsi di esso costringendolo a movimenti
involontari.
Mi rigiro lentamente su un
fianco per poi alzarmi con la massima cautela, precauzione
pressoché inutile visto che comunque è come se
l’intera stanza girasse attorno a me col solo intento di
torturami.
Premo con forza il palmo
della mano contro la mia fronte stringendo gli occhi il più
forte possibile finché non avverto la stanza
“fermarsi” e poi, finalmente, abbandono il pavimento per un
più comodo e caldo divano.
Mi sento esausta, sfinita fin
dentro l’animo, e tutta la smania di fare, pulire, aggiustare
ormai è completamente evaporata dal mio essere, tutto ciò
che voglio in questo momento è stare su questo divano, immobile,
si immobile cosi apparentemente semplice come azione, ma non per
me.
Da quando ho iniziato a calmarmi il mio corpo ha iniziato ad “agitarsi”,
la parte inferiore di esso non fa che scalciare e muoversi senza
controllo. È come se ci fosse un uomo invisibile che si
diverte a tirare e muovere le mie gambe ma purtroppo sono
consapevole del fatto che a provocare questi movimenti non è una
forza estrema bensì i miei stessi muscoli incapaci di
rilassarsi, costretti da chissà quale motivo a distendersi e
contrarsi in modo autonomo dal mio stesso volere.
Eppure io mi sento tremendamente stanca, apatica… vorrei solo riposare, rilassarmi, dormire..
Ma ogni volta che inizio ad
assopirmi un nuovo spasmo mi costringe a riaprire gli occhi,mi rigiro
più volte sul divano contrariata per poi ritornare
nell’esatta posizione in cui mi trovavo prima decisa più
che mai a non “saltare”
più! Presa di posizione perfettamente inutile ad essere sincera
ma ormai mi sono abituata ai miei “scatti” improvvisi..
ormai non apro più nemmeno gli occhi.. sono troppo stanca..
Una sveglia?.. non ricordo di
aver messo la sveglia.. anzi.. non ho mai messo la sveglia che diavolo
è questo rumore??? Oddio il timer in cucina! Ho bruciato la cena
ne sono sicura!!! Balzo in piedi dal divano per poi ricaderci
sopra a causa di un giramento di testa dovuto al mio movimento
brusco. Affondo le dita tra i cuscini aspettando che il mondo smetta di
girare e mi accorgo che anche se il suono continua a farsi sentire non
avverto odore di bruciato, anzi si sente un piacevole profumino che
sa.. di buono e poi, il timer non ha questo suono.. che diavolo
è allora?? Mi accorgo improvvisamente che il suono è
vicino,troppo vicino per provenire da un’altra stanza, cosi
inizio a guardarmi intorno fino a scoprire la fonte del rumore,
abbastanza ovvia come fonte devo ammetterlo, è semplicemente il
telefono. Dopo essermi data ripetutamente della sciocca rispondo
all’apparecchio sentendo una voce che avrei preferito non udire
mai più in tutta la mia vita.
-Ciao Rin.. sono io,di nuovo,e
ti prego non riattaccare per favore! Mi spiace, mi spiace davvero lo so
che ho sbagliato e mi sento in colpa ti giuro che non accadrà
mai più! ti prego lasciami spiegare.. ti amo Rin..
Ascolto annoiata quelle parole
e forse si, anche con un po’ d’ira, sono ancora arrabbiata
con lui e di certo non ho intenzione di perdonarlo! Non di nuovo,
lui ha fatto le sue scelte ora è tempo di rispettare le mie.
Chiudo la conversazione senza
ripensamenti, e mi dirigo in cucina ad controllare la cottura della mia
cena, perfetta, tutto cotto a puntino. La consumo silenziosamente un
po’ annoiata e dopo aver ripulito tutto mi dirigo a letto, quello
della nonna, per rilassarmi un po’.. mi sento ancora spossata e
stanca, forse una bella dormita farà bene.
Affondo il viso sul cuscino
inspirando il profumo dell’ammorbidente che usava mia nonna
pronta ad abbandonarmi ai ricordi quando avverto uno strano rumore, era
un tonfo sordo seguito da un ringhio cupo e gutturale, proveniva
dall’appartamento accanto, di sicuro quel ragazzo, Sesshomaru, deve essere caduto e dal ringhio si deve essere fatto parecchio male.
Mi metto seduta smettendo
perfino di respirare in attesa di un suono che mi faccia capire se lo
youkai è riuscito ad alzarsi o meno. Acuisco maggiormente il mio
udito come non facevo da tanto fino ad avvertire lo spostamento di una
sedia, un secondo tonfo, un altro ringhio e una serie di imprecazioni.
Senza pensarci due volte
scendo dal letto fiondandomi davanti alla sua porta, aiuterò
quel presuntuoso di un demone che lo voglia o no! Certo però che
ora che sono qui davanti..tutta la foga del momento è
passata… busso poco decisa alla porta ricevendo in risposta un
ringhio minaccioso, assomiglia tanto al verso che fa un mastino
intenzionato a proteggere il proprio osso, tuttavia proprio quel guaito
di avvertimento si spegne in un respiro affannoso.
Sta decisamente male se non
riesce neppure a minacciare una insignificante ningen come me.
Armata da un nuovo coraggio mi appresto dunque ad attuare il mio primo
pensiero ovvero quello di entrare e aiutarlo, naturalmente avvisandolo
della mia imminente intrusione.
- Signor Sesshomaru sto prendendo la chiave di riserva dell’appartamento… ho sentito un tonfo, e insomma..
- Se ne vada! Le ho già detto che questi non sono affari suoi, non ho bisogno del suo aiuto!
La sua voce è tagliente
e fiera se non lo stessi vedendo coi miei occhi costretto a terra dal
dolore molto probabilmente seguirei il suo consiglio, ma per sua
fortuna ho già aperto la porta e mi ritrovo nella piccola
entrata della casa. Benché non ciavessi mai messo piede mi
sembra molto familiare e la cosa non mi stupisce, è
perfettamente speculare alla mia..una piccola entrata e una porta ad
arco che la collega alla cucina-salotto dalla quale poi si diramano le
altre stanze.
È tutto abbastanza
polveroso e nel mezzo della cucina vicino al tavolo vi è il
demone e una sedie rovesciata a terra.. molto probabilmente la gamba
dello youkai ha ceduto mentre si apprestava a dare una pulita
quantomeno all’angolo cottura, e quando ha cercato di rialzarsi
si è trascinato a terra anche la sedia.
-Oh certo, una persona stesa a
terra in preda ai dolori è sempre perfettamente in grado di
controllare la situazione!quale idiota non se ne renderebbe conto?
Lo dico con fare
volutamente saccente ponendomi davanti a lui con le mani appoggiate ai
fianchi in stile wonder woman! Irrito perfino me col mio tono e di
sicuro irrito parecchio lui, si è appena voltato verso di me e
mi sta guardando con due occhi infuocati d’ira velati di.. sorpresa?possibile
che non sia accorto del mio avvicinamento? Be fa lo stesso tanto
può fare poco in quelle condizioni, e di sicuro fermarmi o
rispedirmi fuori non rientra nelle sue attuali capacità.
-E’ perfettamente
inutile che mi guardi a quel modo guardi che l' ho sentito prima! Il
dolore alla gamba deve essere aumentato, mi spiace per lei ma se non
riesce a reggerti nemmeno in piedi non è colpa mia!
-Perfetto ragazzina non
è colpa tua quindi non devi prodigarti per rimediare, vattene e
lasciami solo! come ti ho già detto, non ho bisogno
del tuo aiuto.-
Quel tono maledettamente
tagliente e orgoglioso mi fa davvero innervosire!possibile che riesca a
negare con tanta forza perfino l’evidenza?
-Ma io non ho intenzione di aiutarla!
L’ho scioccato! Mi
congratulo con me stessa sono riuscita a zittirlo! Si questa
frase non se lo aspettava di certo, infatti, ha sgranato quei
meravigliosi occhi d’ambra fino ad ora ridotti a due sottilissime
fessure, e le sue labbra sono leggermente aperte come fossero pronte
per far uscire una qualche risposta e poi si siano dovuto bloccare.
In questo momento sono sicura
di aver dipinto sul volto una stupenda smorfietta vittoriosa! E si lo
so mi esalto con poco ma.. mi è sempre piaciuto avere
l’ultima parola! Era da tanto tempo che non mi sentivo più
cosi.
-E allora cosa diavolo sta facendo qui,si può sapere o è domandare troppo?
Ecco,dovevo sapere che il mio momento di gloria sarebbe finito presto in sua compagnia..
-Sono venuta..per.. placare la
mia coscienza, purtroppo ho la sfortuna di possedere un udito troppo
fine e un cuore troppo grande.. dovrà pazientare e permettermi
di rendermi utile, o almeno lasciarmi questa illusione visto che lei
non ha bisogno di aiuto.. ma sa come siamo noi umani sempre
pronti a dar problemi ai demoni.
Dopo un inizio incerto riesco
a far uscire le parole in un discorso fluido e stranamente sensato,
credo, almeno per una mente un po’ bacata come la mia, lui ha
bisogno di aiuto ma non lo vuole io ho bisogno di rendermi utile ma non
sapevo come.. ora invece entrambi abbiamo ciò che ci serve, lui
un “non”aiuto io qualcosa da fare.
Ecco ora non mi sembra più tanto sensata la cosa.. ripensandoci le mie parole sembrano il farneticare di una povera pazza e forse è proprio quello che sono chissà..
Mi chino vicino a lui notando
il suo viso malsanamente pallido,contratto dal dolore e imperlato di
sudore, il braccio su cui si regge in una posizione semiseduta
trema visibilmente per o sforzo mentre l’altra mano preme con
forza sulla gamba ferita,mi si stringe il cuore a vederlo in questo
stato.
-Senta non ha qualcosa da prendere o qualche pomata per lenire il dolore?
-Come mai questo tono cosi
compassionevole? Le faccio pena? Non ho bisogno della sua
commiserazione!il dolore non è un problema per me e ora che lo
spettacolo è finito, può andarsene!
Ok aggiornamento
abbastanza rapido direi, come promesso quando sarà possibile
posterò velocemente, purtroppo mi sa che x il 3 invece ci
vorrà un po’ più di tempo L cmq che dire…
ecco il secondo capitolo.. ho descritto un po’ la vita
quotidiana di Rin le sue abitudini, le sue manie e le sue crisi.
Come si è potuto leggere ha parecchi problemini, voi cosa ne
pensate? E la telefonata,? a chi appartiene la voce che Rin
proprio non vuole affrontare e soprattutto xkè non vuole
parlargli?
Cooomunque continuiamo, il
nostro Sesshomaru non se la cava x niente bene ma sembra non volere
l’aiuto di Rin chi la spunterà questa volta?
Piccolo spoiler, il prossimo capitolo si intitolerà “La torturatrice di demoni”
vedremo una Rin un po’ più decisa e… sadica, ma
naturalmente la sua psiche continuerà a mostrare la sua
fragilità, che ve ne pare? Vi ho incuriosito almeno un pochino?
Spero di si!
Come sempre se ci sono delle critiche vi invito a farle!
Il testo non è scorrevole?
I cap sono troppo lunghi o pesanti?
Non vi piace lo stile?
Scrivetelo e aiutatemi a migliorare cercherò di adeguarmi alle vostre richieste e eliminare i miei difetti!
Ed ora passiamo ai ringraziamenti
EWILAN
ma ciau!!allora in questo capitolo il “carattere” di Rin
è stato trattato maggiormente, abbiamo visto qualcosa in
più delle sue manie e delle sue crisi ovvero su ciò su
cui la ff fa perno per sopravvivere. Diciamo che ha parecchi problemi
che cap dopo cap verranno esposti e spiegati, ho scritto già una
diecina di capitoli e devo ammettere che ho cercato in tutti i modi di
rendere tutte le varie situazioni il più reali possibili sia per
quanto riguarda le cause sia per quanto riguarda “i
sintomi” allora ora che ne sai qualcosa in più di questa
ragazza cosa ne pensi? Continua a intrigarti e piacerti? Spero con
tutto il cuore di si! Per quanto riguarda la relazione con Sesshomaru
bè amo questa coppia quindi ti assicuro l’happy anding,
però le cose tra loro si evolveranno pian piano, impareranno a
conoscersi e.. amarsi! J Ti ringrazio infinitamente per il
commento, mi ha fatto molto piacere e spero di riceverne altri!un
bacione Mikamey
Isy_264
e si questa coppia è il mio primo e vero amore benché mi
sia affezionata particolarmente anche alle Ayame/Koga. Per quanto
riguarda la normalità diciamo che mi fa piacer l’abbiate
notata infatti questa normalità quasi oppressiva è
basilare soprattutto nel primo capitolo x delineare la figura di Rin,
la sua monotonia, la vita che consuma e la consuma giorno dopo giorno.
Infatti nel suo stato d’animo di “normale” vi
è poco. E si rifugia nella “normalità” nella
vita di casa x evadere dal mondo esterno. Purtroppo qui Rin ha subito
parecchie situazioni che hanno condizionato il suo stato
emotivo… per quanto riguarda Takuma… siiii è un
amore!!! Anche io adoro il modo in cui si è presentato! Lo
volevo dolcissimo e spero di aver reso l’idea con i suoi modi
fanciulleschi e innocenti!
Ti ringrazio per il commento e
spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto, cosa ne pensi di
questo Sesshomaru cosi testardo? E come reagirà la nostra
Rin?? Un piccolo aiuto è dato dal nome del prox capitolo :P un
bacione enormeeeee
lua82
ciao e grazie x il commento mi ha fatto molto piacer sapere di
averti incuriosita e soprattutto sapere che seguirai la storia! Mi
auguro che anche questo capitolo ti sia piaciuto! Spero di leggere
altri tuoi commenti! Kiss a presto
Un grazie e norme anche a coloro che hanno solo letto con l’invito a lasciare un segno del loro passaggio.
Un abbraccio Mikamey
|
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Capitolo 3 *** La toruratice di demoni ***
La toruratice di demoni
-Come mai questo tono cosi
compassionevole? Le faccio pena? Non ho bisogno della sua commiserazione!il
dolore non è un problema per me e ora che lo spettacolo è finito, può
andarsene!
Spettacolo? Crede forse che mi diverto a vederlo soffrire o che provi
pietà per lui? Sono venuta qui perché ero preoccupata,
perché mi sono ripromessa che non avrei commesso lo stesso
errore fatto con la nonna, non sarei rimasta cieca di fronte ad una
richiesta di aiuto seppur tacita.
Non parlo e non vedo anima viva da mesi, mi sento cosi a disagio in sua
presenza, e la sua ostilità non aiuta di certo, capisco che stia
male ma..ma..Kami mi fa infuriare questo suo comportamento!
Ma chi si crede di essere per usare quel tono con me? Chi gli da il diritto di trattarmi come cosi?
Nessuno ne tantomeno io!
In questo momento sono davvero furiosa! Si furiosa, arrabbiata come non
mai, nemmeno quando Ayame si fidanzò con Koga
“rubandomelo” ero così.
Sento riaffiorare in me un lato del mio carattere che da tempo era
sopito e nascosto in qualche angolo remoto della mia mente, quello
sadico, quello battagliero, quello grintoso e sicuro di se, che
presuntuoso si mostra fiero alla sua vittima.
-Ovvio, perché io sono venuta qui solo per umiliarla
vero?bene le dimostrerò tutta la pena che provo per lei visto
che ci tiene!
Afferro con rabbia la sua gamba stringendola abbastanza da provocargli un ringhio soffocato.
-Non le fa male vero?-
Affermo con fare fintamente innocente ricevendo in risposta
un’occhiata di fuoco. Ha una buona resistenza al dolore, me
lo aspettavo in verità, ma non mi lascio certo scoraggiare,
rafforzo maggiormente la presa sull’arto sfidandolo con gli occhi
- Ha proprio ragione, lei non ha bisogno del mio aiuto..-
Un piccolo grugnito sfugge questa volta alle sue labbra, ma continua a sostenere fiero il mio sguardo
- Lungi da me l’idea di aiutare qualcuno, e si perché
tutto quello che voglio io e andare ad infastidire le persone per
farmi trattare male!Amo le cattiverie gratuite che ci vuole fare!-
Faccio maggiore pressione con le mai fino a vedere gli occhi del demone
completamente chiusi per il dolore e sentire un ringhio gutturale
spandersi nella stanza, solo allora mollo la presa premettendo al
demone di riprendere fiato e colorito. Mi pento immediatamente di ci
che ho fatto, è una fitta allo stomaco me ne da la certezza, ho esagerato,
ho davvero esagerato ma mi era sembrato l’unico modo per fargli
capire che non ho nessuna intenzione di compatirlo o provare pena per
le sue condizioni.
Mi alzo dalla mia posizione per uscire silenziosa da quella casa e
tornarci dopo pochi istanti con in mano una un vasettino, contiene una
mistura che usava la nonna per lenire i dolori alle articolazioni,
infondo era anche lei di sangue demoniaco e queste erbe erano molto
efficaci, spero avranno effetto anche su di lui benché la fonte
del dolore sia diversa.
-Che c’è non ti è bastata la tortura di prima? Vuoi anche avvelenarmi?
Parole acide è vero ma il tono sembra più calmo..le
opzione sono tante: l’ho sfiancato? Mi ha presa per una pazza
sadica? Ha capito le mie reali intenzioni? Credo che per ora non
avrò risposta ma non importa so aspettare..ciò che conta
è che non ha più quell’atteggiamento indisponente
di prima, forse, tutto sommato la mia reazione ha sortito qualche effetto positivo.
- Ah-ah davvero spiritoso, vedo che l’umorismo non ti manca,
comunque no, non ti voglio avvelenare è solo qualcosa per far
diminuire il dolore.
-Le medicine degli umani non vanno bene per i demoni, ragazzina-
Sembra
soddisfatto della sua piccola vittoria, quasi mi dispiace smontare cosi
il suo rinato orgoglio… ma che dico non mi dispiace per niente
anzi!
-Oh lo so, infatti, non è una cura umana, è una crema a base di maitsetaimed
e come di sicuro saprai, si tratta erbe adatte a voi demoni, ma non te
ne sei ancora accorto? Mi deludi, uno youkai puro come te se ne sarebbe
dovuto accorgere subito, sono un’hanyou..Be non proprio sono..
demone solo per un terzo, sono come il piccolo Taka.-
Sono partita bene ma con l’andare dei discorso il tono
presuntuoso si è andato perdendo. La mia natura ibrida non
è mai stato un problema anzi, solo mi ricorda ciò che ho
perso, i miei genitori, la mia infanzia con la nonna..
Reprimo con forza quei pensieri troppo tristi per esporli ad un
pubblico del calibro di Sesshomaru cosi catalizzo le mie attenzioni
sulla sua gamba, in questo momento sono impegnata a tentare di alzargli
la gamba dei pantaloni per poter spalmare la mistura, ma proprio
non ci riesco, il jeans si ferma pochi centimetri sopra della
caviglia, non manifestando nemmeno una remota possibilità di
proseguire verso l’alto.
Inizio a strattonarli leggermente nel tentativo di smuoverli ma tutti i miei sforzi si rivelano inutili.
-Hei ragazzina vuoi fare un po’ di attenzione? Almeno quando mi
torturavi prima le tue intenzioni erano palesi e sincere! Leva quelle
mani ci penso io!
Un semplice gesto della mano e la stoffa dei pantaloni va in
brandelli mostrandomi una lunga cicatrice solcare il suo arto da sotto
il ginocchio fino a metà coscia, resto alcuni secondi
imbambolata di fronte a quella visione, so che lui mi sta fissando ma
non ho il coraggio di voltarmi per decifrare la sua espressione..
Passo il dorso della mano sul naso sfregandolo leggermente nel tentativo di far passare quello strano prurito
che mi coglie qualche istante prima che le lacrime inizino a pizzicare
anche gli occhi, e poi prendo con indice e medio un po’ di
mistura, appoggiandola sul ginocchio e spalmandola con movimenti
circolatori lungo la gamba. Tento di fare il più delicatamente
possibile concentrando il mio sguardo su ciò che faccio,
sento i muscoli distendersi lentamente sotto il mio tocco e talvolta
irrigidirsi non appena aumento un po’ la pressione delle dita per
far assorbire meglio la crema, cerco di ignorare lo sguardo del demone
su di me, ma avverto quelle due iridi d’oro scrutarmi invadenti
nel tentativo di leggere i miei pensieri.
-Che c’è il gatto
ha perso gli artigli? O ha paura che il cane cattivo la morda?....O
forse..prova pena per me ora che vedi quella cicatrice?
-No, non è questo, non mi fa pena.. sei,sei troppo presuntuoso
e irritante! Ma.. ecco,scusa per prima ho esagerato..mi spiace sai, ma
era l’unico modo per farti capire che non voglio compatirti, solo
darti una mano cosi portai tornare presto dal piccolo Taka,era
preoccupato sai?..
Ecco di nuovo il gelo in quelle due pozze di magma incandescente..
almeno all’apparenza dovrebbero sembrare calde invece sembra
ghiaccio puro, mi guarda con astio e rabbia esattamente come la prima
volta che mi rivolse la parola.
-Non sei solo irritante sei anche una ficcanaso!
-Non mi sono mai piaciute le offese!-
Affermo candidamente soffocando il suono di un suo gemito di dolore dopo aver casualmente
rafforzato la presa sul suo ginocchio
-E comunque è stato Taka a
parlare io non gli ho chiesto niente, chissà perché poi
un bambino dolce come lui abbia tutta questa venerazione nei tuoi
confronti!
-Dannata ragazzina la vuoi smettere di torturami? Tornatene a casa a giocare con le bambole e lasciami in pace!
-Ah ma allora non vuoi proprio capire, quante altre volte devo farti
del male prima che impari ad essere un po’ più gentile?-
Lo vedo stringere con forza il pugno destro fino a far diventare
bianche le nocche pronto a subire l’ennesima fitta alla gamba che
comunque non arriva, infatti non lo sfioro nemmeno più, visto
che la crema è stata completamente assorbita, anzi mi sono
alzata per prendere la garza per fasciargli l’arto.
È
stupito dal mio gesto, ma non dice niente, esattamente come qualche
minuto prima, mi scruta, oserei dire che mi sta studiando, non so se per curiosità o per trovare il modo migliore di farmela pagare una volta guarito.
Sorrido divertita tra me e me per i miei stessi sciocchi pensieri, finché la mia attenzione non ricade sulla mia mano sporca
di crema, è ovvio che lo sia avendola usata per spalmarla,
eppure quel “colorito” verdastro mi da fastidio, riesco a
distinguere tre sfumature di verde e varie “pagliuzze” di
erba nei contorni della mano e fra le dita.
Resto immobile a fissarla incapace di distogliere lo sguardo da essa scrutandone ogni parte, trovandola..sporca.
il solito tremore alle mani aumenta diventando frenetico cosi come il
mio battito cardiaco, Kami sto andando nel panico devo assolutamente
lavare le mani, devo pulirle ! sono,sporche, si sporche e viscide e.. acqua mi serve dell’acqua e del sapone,ora, subito, immediatamente!
-Ei ragazzina che ti è successo ti sei imbambolata?
La voce tagliente di Sesshomaru paradossalmente mi salva dal mio
stato di panico riportandomi alla realtà e ricordandomi di non
essere sola, cerco di calmare il mio respiro consapevole che di sicuro
lui ha avvertito non solo il mio affanno, ma anche la mia tachicardia,
e chiedo con un tono il più calmo possibile, di usare il
lavandino per sciacquarmi le mani.
Non sembra particolarmente sorpreso dalla mia richiesta benché
le parole siano uscite incerte e tremolanti dalle mie labbra, sento
appena il suo consenso quando smaniosa giro il rubinetto
lasciando che il freddo liquido invada la mia pelle. Inizio a
strofinare nervosa la mano in ogni sua estremità ponendo
maggiore attenzione alle dita, allo spazio tra di esse alle unghie, ma
il mio panico aumenta quando mi accorgo che l’acqua scivola via,
rendendole lucide, mentre qualche gocciolina si ferma perfettamente
sferica sulla pelle.
Strofino con maggiore forza la mano arrossando l’epidermide ma mi
sembra tutto inutile, quella patina di unto non vuole sparire ed io mi sento morire.
Avverto le lacrime rigarmi il volto e le forze venirmi meno, sto quasi
per abbandonarmi al pavimento quando avverto nuovamente la voce del
padrone di casa informarmi della presenza di detersivo nel ripiano
sottostante il lavandino.
Con gesti nervosi e maldestri apro le ante e afferro il detersivo
versandomene una gran quantità nelle mani per poi lavar via il
tutto sotto il getto di acqua corrente.
Mi rianimo osservando le mani finalmente pulite e un po’ arrossate, la asciugo meticolosamente per poi osservarle nuovamente.
Tremano molto, davvero
molto e sono incapace di arrestare o frenare il loro nervosismo,
infondo dovrei esserci abituata ma non è cosi, è come un
circolo vizioso, mi agito e le mani tremano io le vedo tremare e mi
agito ancora di più!una volta non ero cosi..
-Ti sei calmata ragazzina?
Per la terza volta la sua voce interrompe i miei pensieri
salvandomi da essi e ricordandomi che lui è a pochi passi da me.
Asciugo repentina le lacrime prendendo la benda e voltandomi col volto
basso in modo da celargli il mio viso sicuramente pallido e gli occhi
arrossati e lucidi, per poi dedicarmi alla fasciatura della gamba.
-si, io.. va meglio davvero, dovevo solo lavare le mani, ecco tutto.
Mento, mento a lui ma non posso mentire a me stessa, devo andarmene, devo lavarmi di nuovo, devo usare acqua pulita, la mia acqua quella che scorre nel mio rubinetto, devo usare il mio sapone e devo asciugarmi col mio asciugamano.
Con gesti frettolosi prendo la garza e inizio a fasciargli la gamba
sussultando ad ogni suo irrigidimento o mugugno,mi stuzzica di tanto in
tanto con frasi pungenti ma non gli do retta ho paura di parlare e
mostrare il mio disagio e imbarazzo. Una volta finito senza guardarlo
negli occhi mi appresto a posare la benda rimanente nel silenzio
più assoluto, ma Mr simpatia ha proprio voglia di parlare.
-Se ti sei pentita dell’offerta fatta sei libera di non rispettarla.
-M-ma cosa dici non mi sono pentita di niente.
-A no? E la crisi di panico di prima? Le tue mani non hanno fatto che
tremare quando mi fasciavi la gamba, senza contare, signorina lingua
lunga, che sei rimasta in silenzio senza controbattere nessuna delle
mie frecciatine, non temere per la tua coscienza non ho intenzione di
rinfacciarti ne domandarti niente, sei libera di andartene senza
rimorsi, dimmi solo dove trovare quella crema sembra.. funzionare.
-Io, ecco..no tienila,io te ne porterò dell’altra, n-non
mi sono pentita credimi, solo ho bisogno di calmarmi io.. non è
colpa tua davvero scusa devo andare scusa.
Fuggo letteralmente da quella casa lasciandolo li sul pavimento, e rifugiandomi all’interno del mio appartamento
Eccolooooooooo questo è il terzo capitolo, che ve ne pare??
Voglio sapere il vostro parere, positivo o negativo che sia, quindi se
potete x favore lasciate un commento, mi farebbe davvero piacere!
Abbiamo potuto assistere a una nuova crisi di panico della nostra Rin
dovuta alla sue mai sporche di “pomata”, forse potrà
sembrare una cosa assurda ma vi assicuro che non lo è io per
prima ne sono un esempio quando sono molto stressata entro nel panico
anche x una scrittina di penna o una macchia seppur piccolissima. Certo
le mie reazioni non sono come quelle descritte qui ma cmq questi stati
di panico esistono.
Altra piccola curiosità: La parola maitsetaimed non è
inventata! Anzi vuol dire “erbe officinali” in estone.
Avevo pensato di usare il nome scientifico di qualche pianta con
capacità antidolorifiche ma alla fine ho preferito questo
termine.
Curiosità numero 2: Come accennato prima Rin qui non è
completamente umana ma non è nemmeno una hanyou! Bensì il
frutto dell’amore tra una hanyou e un umano x la precisione
Kagura e Onigumo,infatti la nonna Kaede è una yasha pura. Lei si
definisce talvolta una ningen in quanto la sua natura demoniaca
è limitata ai sensi più sviluppati e alla
longevità, tuttavia la sua forza e pari a qualunque ragazza
umana… volete sapere come sono morti suoi genitori? Se si
fatemelo sapere e aggiungerò questa piccola curiosità
alle note del prox capitolo.
Ovviamente se non vene frega niente fa lo stesso anche perché
non so xkè la mia mente bacata partorisca di sua spontanea
volontà certe idee :P
Ora credo di avervi annoiati abbastanza quindi passiamo ai ringraziamenti.
lua82 ciaooooooooo nn sai che
gioia vedere che continui a seguire la mia ff e soprattutto che ti
piaccia! Me super onorata!!! Allora cosa ne pensi di questo capitolo??
Spero sia stato di tuo gradimento anche questo! Un bacioneeeeee e al
prox capitolo :)
callistas, gioia miaaaaaaaa
finalmente sei arrivata temevo che questa ff ti avesse delusa!come hai
potuto leggere le tue intuizioni erano fondate lei non è
completamente umana! È per un quarto demone! Ma lei spesso
generalizza definendosi umana in quanto non possiede la tipica forza
demoniaca, quindi niente capacita offensive, ma solo dei sensi
più fini e una vita più lunga. Per quanto riguarda Taka
sono contentissima che ti piaccia!! Io lo trovo un amore ma sono di
parte avendolo inventato io quindi.. :P ti ringrazio infinitamente x i
tuoi complimenti e ti assicuro che anche tu sei bravissima e hai
uno stile invidiabile!!! Sono onorata che questo piccolo regalo ti
faccia piacere e non appena l’ispirazione verrà a trovarmi
avrai il regalo vero e proprio ovvero una storia con protagonisti Koga
e Ayame! Un bacioneeeeeeeee e al prox capitolo
Dolce Sango91, non ti preoccupare le sviste capitano ^.^
asciugamano!
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Capitolo 4 *** presentazione ufficiale ***
presentazione ufficiale
Sono appoggiata con le spalle alla porta da almeno dieci minuti,
con le braccia attorno alle gambe e il viso appoggiato ai ginocchi, mi
vergogno terribilmente di come mi sono comportata, devo essergli
sembrata una pazza.
Mi schiaffeggio il volto facendomi male, come a volermi punire
per ciò che ho fatto poi, dopo un interminabile attimo,
finalmente mi alzo e mi dirigo in bagno, giro la maniglia
dell’acqua fredda osservando il veloce getto d’acqua
infrangersi nel lavandino per poi morire nello scarico, quasi estasiata
pongo le mie dita sotto il rubinetto lasciando che si bagnino
completamente, poi verso un po’ di sapone liquido in esse e
comincio a spalmarlo lentamente osservando il nascere di una bianca e
densa schiuma, sorrido involontariamente a quella vista e
continuo a coccolarmi ancora qualche minuto prima di sciacquare
via tutto e asciugarmi, so che è sciocco ma mi sento molto
più tranquilla ora, ma allo stesso tempo un peso
all’altezza del cuore inizia a fari largo, vergogna? Imbarazzo?...Pentimento?
Non so definire questo mio sentimento, l’unica cosa certa
è che è spiacevole, tremendamente spiacevole e
frustrante.
Mi siedo per qualche istante sul bordo della vasca chinando il capo il
più possibile e espirando tutta l’aria presente nei
polmoni fino a sentirmi quasi svuotata, forse nell’inutile
tentativo di far uscire via insieme ad un semplice sospiro, anche
quell’opprimente angoscia che mi appesantisce l’anima, ma
come ho già detto è stata un’azione assolutamente inutile.
Vagamente innervosita
mi alzo dal mio appoggio pervasa da un’insana smania di
“fare”, inizio a torturami le dita vagando per tutta casa
alla ricerca di qualcosa fuoriposto, sporco o presunto tale, ma una
vocina nella mia testa timida e quasi inudibile mi dice che non
è in quel modo che passeranno i miei sensi di colpa.
Rassegnata mi dirigo in cucina, forse un po’ di camomilla riuscirà a calmarmi.
Verso l’acqua minerale nel pentolino e mi appresto a metterlo sul
fuoco ma avverto di nuovo rumori provenire dall’altra parte
della casa.. è Sesshomaru ne sono sicura, di certo sta tentando
di alzarsi ma è impossibile che ce la faccia, la fasciatura e il
dolore non gli permettono di muovere la gamba, certo se non fossi
scappata in questo momento non si troverebbe in quella situazione...
Maledico per la millesima volta il mio stupido carattere e la mia
fragilità, sono stata cosi egoista a lasciarlo li, solo in
quello stato, il mio unico pensiero era quello di venire qui per lavare
le mie stupide mani e non ho pensato a lui che invece ha problemi molto
più seri dei miei.
Faccio un respiro profondo infondendomi coraggio e poi torno di
nuovo da lui, che sciocca avevo pure lasciato la porta di casa sua
aperta. Lo ritrovo poco distante da dove lo avevo lasciato e col viso
contratto per lo sforzo, di nuovo quella strana fitta al petto torna a
farsi sentire dolorosa pronta a denunciare la mia precedente fuga.
Entro silenziosa e discreta ma so benissimo che lui ha avvertito la mia
presenza benchè non si sia voltato a guardarmi, facendo appello
a tutto ciò che in me può essere chiamato coraggio,
richiudo la porta alle mia spalle e mi avvicino a lui.
-Che c’è ragazzina, hai cambiato di nuovo idea?
-Guarda che ho un nome, non mi chiamo “ragazzina”- Dico chinandomi su di lui
-Bé, ragazzina, non mi pare tu ti sei presentata benché tu conosca già il mio nome io continuo a non sapere il tuo-
Caspita è vero! Non gli ho detto il mio nome, non ci ho proprio
pensato,io so il suo grazie a Taka ma.. non gli ho mai detto il mio!
-Per una volta devo darti ragione è stata una mia mancanza, il mio nome è Rin Main piacere.
Lo dico sorridendogli, offrendogli la mano destra sincera
seppur tremolante, tremore che naturalmente non sfugge a Sesshomaru al
quale mi sento in dovere di giustificare il mio involontario gesto.
-Tranquillo non sei tu il motivo del mio nervosismo, questo.. dipende solo da me credo..-
Stringe la mia mano con una presa decisa ma piacevole, non mi sono mai
andate a genio le strette indecise, ti danno la sensazione di
stringere una ricotta tra le mani mentre la sua è forte e sicura
quasi mi tranquillizza.
Mi chino di nuovo verso di lui passando le mani intorno al suo busto
nel tentativo di alzarlo incurante del suo sguardo sorpreso e
imbarazzato nonché delle sue affermazioni contrariate, mi
costa ammetterlo ma ha ragione non riesco a sollevarlo, infondo dovevo
aspettarmelo sono un hanyou ma non ho mai sviluppato la loro forza..
solo i sensi più acuti e la longevità..
-Visto? Che ti avevo detto non ci puoi riuscire spostati faccio solo-
Cerca di scostarmi col braccio ma so benissimo che non sarà in
grado di alzarsi, va bene ho fallito il primo tentativo, però
ciò non vuol dire che non sono in grado di dargli un qualche
aiuto.
Lo fermo con la mano e gli intimo di non tentare di alzarsi minacciando di colpirlo alla gamba se disobbedisce al mio “gentile suggerimento”.
Prendo un cuscino dal divano e poi ritorno da lui, si accomoda
sopra di esso strusciandosi sul pavimento fino a raggiungere il
sofà, sinceramente la scena era comica, e mi sarebbe piaciuta
godermela, ma io da perfetta pazza-maniaca pensavo solo al cuscino che
di sicuro si era sporcato passando sul pavimento.
Comunque una volta vicino al divano lo “abbraccio”
nuovamente aiutandolo a issarsi e a sedersi sul divano ricadendo su di
lui una vola effettuata la manovra, Kami quando era pesante non
è grosso anzi da quello che ho potuto vedere e sentire ha un bel
fisico ma anche i muscoli pesano!
Gli sono caduta addosso come un sacco di patate esattamente come lui si
è abbandonato sul divano solo che io ho affondato il mio viso
sul suo petto.
Mi scosto da lui vermiglia in viso farfugliando una serie
infinite di scuse, mentre lui.. se la ride! Si bé non che si
stia sganasciando ma.. ha quell’espressione soddisfatta.. quel
ghigno malizioso e… compiaciuto.
-Ma allora la signorina Rin Main torturatrice di demoni, si imbarazza facilmente!
Ecco ma non poteva tacere?
- Be la signorina Rin Main forse si imbarazza facilmente ma odia sentirselo dire e spesso sevizia chi glielo fa notare!
Sorrido notando un lampo di terrore attraversare i suoi occhi ma sono
contenta che abbia buttato la cosa sullo scherzo, in modo intensionale
o meno è riuscito a mettermi a mio agio, facendomi ridere
sincera, come non facevo ormai da tanto tempo.
-Allora..suppongo tu non abbia ancora mangiato.. vuoi che ti prepari
qualcosa? Tranquillo non ti avvelenerò non mi piace torturare le
mie vittime prima di farle fuori.- Affermo divertita continuando la
parte della “torturatrice di demoni”.
Fortunatamente lui accetta la mia offerta, credo che ormai abbia capito
che non ho alcuna intenzione di compatirlo, anche se non so cosa pensi
esattamente di me, spero non mi giudichi davvero una sadica!
Recupero la mia cena ormai pronta e con qualche piccola aggiunta
diventa sufficiente per due, Sesshomaru mangia seduto sul divano
senza esprimere un solo commento sul cibo, ne rimango un po’
delusa ma non rimango particolarmente sorpresa dalla cosa, mi consolo
pensando che se il mangiare fosse stato davvero cattivo di sicuro non
si sarebbe lasciato sfuggire l’occasione per farmelo notare.
Una volta finito mi appresto a ripulire tutto e mi rendo conto che la casa è davvero molto sporca,
la maggior parte dei mobili è coperta da teli bianchi, ma in
giro non vedo scatoloni solo qualche borsone, in realtà la cosa
non dovrebbe sorprendermi, infondo la sua permanenza qui durerà
solo il tempo di far guarire la gamba, lui tra qualche mese al
più tardi se ne andrà, tornerà nella sua vera casa
con la sua famiglia..invasa da un velo di malinconia scaccio via questi
pensieri, il futuro deve ancora arrivare, adesso devo pensare solo al
presente!
-Senti Sesshomaru si è fatto tardi, domani ti porterò un
po’ di spesa, bè naturalmente prima ti porterò la
colazione e poi.. vediamo di fare un po’ di pulizia ok?
-Non credo ci sia un modo per impedirtelo e comunque farti sgobbare un
po’ mi sembra il giusto compenso per ciò che mi hai fatto
passare! comunque prima di andartene aiutami ad arrivare in camera da
letto.
Ritorno da lui chinandomi e aiutandolo a reggersi in piedi, lo stringo
per i fianchi mentre lui mi cinge le spalle con un braccio, vengo
invasa dal suo calore e dal suo profumo.. di bosco.. cosi fresco e
piacevole.. noto che è più alto di me di almeno dieci o
quindici centimetri, praticamente mi sovrasta in altezza e peso ma.. mi
piace questa vicinanza.
-Senti ma.. un bastone non ti farebbe comodo?
-Bastone? Un bastone! ei ragazzina non supero nemmeno i 200 anni cosa
credi? Non ho bisogno di un bastone per stare in piedi!- Eccolo punto
sul vivo, è ritornato il demone presuntuoso di prima anche se
non c’è più astio nel suo tono, e poi anche se ha
detto quelle cose, continua a reggersi a me anzi adesso mi stringe con
più forza.
Sollevo lo sguardo divertita e mi soffermo ad ammirare il suo profilo
perfetto, i tratti decisi ma non spigolosi, le labbra sottili ma
invitanti, lo sguardo fiero ma non più minaccioso, anzi,
è quasi buffo con le sopracciglia aggrottate per lo sforzo e
l’irritazione provocata dalla mia farse .
In breve tempo arriviamo alla camera da letto e mi accorgo
immediatamente che questa camera è completamente impolverata e
che tutti i mobili compresi il letto sono coperti dagli stessi teloni
bianchi che avevo visto nell’altra stanza, mi fermo di botta interrompendo anche la marcia di Sesshomaru e osservo a bocca aperta la stanza
-M-ma.. ma è pieno di polvere è..
-Si scusa, sai, non ho fatto in tempo a pulire prima, ero troppo impegnato a farmi torturare.
Il suo tono è scherzoso anche le avverto un velo di apprensione. Tuttavia non ci faccio caso sono troppo presa dalle condizioni disastrose della camera
- Ma c’è polvere ovunque, è pieno di teloni e .. oh
kami agli angoli ci sono pure le ragnatele! Le ragnatele capisci??
Inizio ad andare in iperventilazione mentre una gran confusione
inizia ad impadronirsi della mia testa, anche il mio battito è
diventato più veloce e sento le gambe iniziare a diventare molli.
- Hei Rin calmati. Rin guardami non è niente! Solo un po’ di polvere, Rin è solo polvere.
Sesshomaru si è chinato su di me, e ha entrambe le mani posate
sul mio volto che mi costringono a guardarlo negli occhi liberandomi da
quella sensazione di smarrimento che albergava in me.
Avverto gli occhi pizzicare ma
mi sforzo di non far uscire nemmeno una lacrima da essi, inspiro
profondamente e poi annuisco col capo per fargli capire che ormai il
peggio è passato.
La sua espressione è ancora seria e un po’ corrucciata ma
dopo alcuni istanti libera il mio viso dalla sua presa ritornando a
poggiare le mai sulle mie spalle
Una leggera brezza accarezza il mio viso donandogli un po’ di
sollievo dopo la vampata di calore che mi aveva colta qualche istante
prima e istintivamente mi volgo verso l’origine di quella
frescura.
C’è una finestra aperta, evidentemente l’aveva
aperta lui per far almeno areare la stanza, consapevole che non
sarebbe riuscita a pulirla.
Dopo essermi assicurata dell’equilibrio di Sesshomaru vado a chiudere la finestra e libero il letto dal telone
-D-dove sono le lenzuola? Ti rifaccio il letto cosi almeno dormirai sul pulito.
La mia voce è spezzata e alcune parole escono orribilmente
soffocate o incomplete ma lui ne capisce comunque il senso indicandomi
un borsone grigio poco distante da lui. In breve estraggo la biancheria
e la sistemo sul letto.. mi concentro solo su questo compito, su queste
fresche, pulite e profumate lenzuola azzurre, poi sul copriletto, escludendo intensionalmente il resto della stanza e l’inquilino stesso.
In breve finisco il mio compito e torno a recuperare Sesshomaru che in
mia assenza si è sorretto da quella che dovrebbe essere una
sedia, o una poltrona.
-Il letto è pronto ti accompagno in bagno cosi.. si insomma se
ne hai bisogno.. e io nel frattempo mi libero di quelle ragnatele-
Posso ammirare nuovamente quel sorrisetto sghembo distendersi sulle sue
labbra e godere di nuovo del suo abbraccio per il breve tragitto
che ci distanzia dal bagno poi, dopo averlo lasciato, armata di scopa
libero il muro dalle ragnatele e già che ci sono do una
spolverata anche al comodino con una pezza umida poggiandoci sopra una
bottiglietta d’acqua e delle salviettine.
-E un cioccolatino non me lo merito?
La voce di Sesshomaru mi sa sussultare distraendomi dalla mia mansione di “sistemamento oggetti di prima necessita”.
-No mi spiace ma oggi non te lo sei proprio meritato.-
Affermo scherzosa avvicinandomi a lui per aiutarlo ad arrivare
fino al letto ,ed una volta arrivati mi accorgo che il suo viso
è contratto una smorfia di dolore o sforzo non saperi dirlo con
esattezza.
-Ti fa di nuovo male?- Gli chiedo fermandomi proprio di lato al letto
-L’ho solo sforzato un po’, ora passa.- Si sforza di essere
convincente tuttavia la sua voce lo tradisce è un
po’ cupa e ha pronunciato le parole in un sospiro.
Annuisco poco convinta alle sue parole e lo aiuto a sedersi, non
può piegare la gamba a causa della fasciatura quindi deve
reggersi da me per poter prendere posto sul letto, tuttavia, entrambi
abbiamo dimenticato che io sono una mozzarella
incapace di sollevare nemmeno la cassetta dell’acqua da due litri
da sola e infatti, non appena lui inizia a far forza sulle mie braccia
per sedersi io mi sbilancio atterrando rovinosamente su di lui..
Finalmente rieccomi qui con un nuovo capitolo! Uff credevo di non
riuscire più a postarlo!cmq eccolo qui, che ne pensate! Da
questo capitolo più che negli altri credo si noti il carattere
OOC di Sesshomaru! Mi spiace trasformarlo ma proprio non riesco a
mantenerlo IC per più di qualche capitolo uff.
Cooooooomunque sembra che le cose stia procedendo abbastanza bene tra i
due vero? Certo siamo ancora agli inizi ma almeno non c’è
più astio, voi cosa ne pensate? Sinceramente come vi sembra
questo Sesshomaru?? Sappiate che nel prossimo capitolo il suo carattere
sarà stravolto ancora di più.. per farmi perdonare del
ritardo di questo capitolo vi posto un piccolo spoiler del
prossimo… una scena.. “interessante” o almeno spero
che lo sia…
“Lentamente sposta il mio braccio verso l’alto bloccandolo
al di sopra della mia testa e avvicinando il suo viso al mio, ne
segue silenzioso i contorni senza però sfiorarmi, l’unica
cosa che avverto sulla pelle è il suo respiro caldo,
l’illusione di una carezza che non accenna ad arrivare. Inizia a
scendere più giù delineando la curva del collo e a
quel punto io chiudo gli occhi per cercare di carpire ogni più
piccola sensazione che quel contatto mancato riesce a darmi, è
cosi dannatamente frustrante e accattivante questo suo gesto.. riesco
immaginare la punta del suo naso sfregare la mia pelle, le sua labbra
sfiorarla.. desidero quella carezza che non avviene e che aumenta i me
il desiderio di essa. E’ cosi vicino da farmi percepire la sua
presenza, il suo calore, tanto da farmi bramare qualcosa che prima non
consideravo nemmeno, il suo tocco, la sua pelle, lui.”
Ham.. piaciuto?.. spero di si ma mi auguro che anche questo capitolo
sia riuscito a interessarvi, ed ora.. come promesso visto che la mia
pazzia vi ha contagiato continuo la piccola nota informativa iniziata
lo scorso capitolo circa la famiglia di Rin.. allora, dove eravamo
rimasti? Ai genitori di Rin giusto? Ebbene come precedentemente detto
si tratta di Kagura, un’haniou, e Onigumo, un umano.
Come tutti sappiamo la vita dei demoni e degli umani ha uno scorrere
differente, cosi Kagura per poter vivere insieme al suo amato
decise di sacrificare parte della sua esistenza x donarla a lui, con
questo rito lei non solo dimezzò la sua vita ma sacrificò
anche la sua forza e i poteri derivanti dall’essere un haniou, in
più semmai uno dei due fosse morto l’altro avrebbe cessato
anch’esso di vivere.
Dopo aver stipulato questo patto i due attraversarono un periodo
felice durante il quale ebbero Rin, tuttavia la loro gioia durò
poco poiché Onigumo si ammalò gravemente, venne punto da
un insetto velenoso che lo spense lentamente, la sua agonia venne
condivisa con Kagura che prima di morire affidò la figlia alla
madre Kaede,consapevole che non sarebbe riuscita a crescerla.
Allora ho sedato un po’ della vostra curiosità spero di si
e soprattutto di non aver deluso le vostre aspettative ovviamente se
avete domande non fatevi problemi a pormele!
Ora visto che mi sono dilungata troppo passo ai ringraziamenti rivolti in particolare a
lua82 grazieeeee vedere i tuoi
commenti mi mette sempre di buon umore sono felice che la mia ff ti
piaccia e sono ancora piu felice dei commenti che lasci ad ogni
capitolo! Ti ringrazio infinitamente x i complimenti e che sono super
onorata che la mia storia sia tra le tue ff preferite!!!!! Si in
effetti Sesshomaru torturato da Rin non si vede spesso :P cmq dai
è stato fatto a fin di bene! Mi auguro con tutto il cuore che
anche questo capitolo ti sia piaciuto e spero di leggere un tuo
commento su di esso un bacioneeeee a presto
callistas ciaoooooooooo
alluuuura che dire gran parte delle tue domande hanno già
trovato risposta e aggiungo qualcosa in piu dicendo che le crisi di Rin
sono collegata in gran parte alla persona che le ha telefonato che
tuttavia, come già sai, nn è Koga. La storia con koga era
una cotta delle scuole, il nostro lupacchiotto era conteso da Rin e
Ayame ma alla fine la rossa ha avuto la meglio :P ad ogni modo mi fa
piacere che questa Rin ti piaccia! Ma per sapere l’origine delle
sue crisi.. dovrai aspettare un pochino..sorry, ad ogni modo dopo
questo ritardo abnorme cercherò di postare al più presto
anche il prossimo capitolo x farmi perdonare ok? Un bacioneeeeee tvb e
al prox capitolo! Mi raccomando volgio un latro mega commentone nella
speranza che internet te lo faccia postare interamente :P
Isy_264 migliorata??
Davvero’??? me al settimo cieloooooo!!! Cmq mi fa piacere sapere
che la mia impostazione su Rin sia convincente e reale, in effetti devo
dire che un po’ mi sono ispirata a me, nel senso che quando
sono molto stressata anche io tendo ad andare in paranoia ovviamente
non hai livelli di Rin, per lei ho amplificato tutto temendo talvolta
di esagerare, tuttavia pur non essendo un’esperta so che certi
stati d’animo sono abbastanza frequenti e problematici, spesso
manifestazioni di gravi problemi e interiori. Ovviamente fammi notare i
miei errori o incongruenze in ciò che scrivo dato che hai
studiato questi comportamenti! Ad ogni modo spero questo capitolo ti
sia piaciuto!!! Un bacio enormeeee a presto
Un grazie va anche a coloro che leggono la mia ff e a coloro che hanno
aggiunto la mia storia tra le preferite! Me onorata di tanta gentilezza!
Come sempre invito chiunque legge a lasciare un segno del loro passaggio.
Un abbraccio enormeeeee
Mikamey
|
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Capitolo 5 *** dammi la prova che stai bene ***
dammi la prova che stai bene
Annuisco poco convinta alle sue parole e lo aiuto a sedersi, non può piegare la
gamba a causa della fasciatura quindi deve reggersi da me per poter prendere
posto sul letto, tuttavia, entrambi abbiamo dimenticato che io sono una mozzarella incapace di
sollevare nemmeno la cassetta dell’acqua da due litri da sola e infatti, non
appena lui inizia a far forza sulle mie braccia per sedersi io mi sbilancio
atterrando rovinosamente su di lui..
Mi sposto immediatamente di lato lasciandogli la possibilità di
sdraiarsi completamente sul letto facendo forza sulla braccia e non
appena lo vedo distendersi mi avvicino a lui per chiedergli come sta
-Mi dispiace, mi dispiace tantissimo, sono un’inetta ti sei fatto
male vero??? Kami sono una frana non so come scusarmi davvero, non sono
riuscita a reggere il tuo peso e mi sono sbilanciata!!
Lo vedo respirare affannosamente, benché stia cercando di
regolarizzare il movimento frenetico del suo petto, e una mano è
sul volto a coprirgli gli occhi. Dannazione si deve essere fatto
parecchio male ed è tuta colpa mia! Mi sento cosi mortificata e
in colpa che vorrei la terra mi inghiottisse cancellando anche il mio
ricordo.
-Ti prego, ti prego perdonami! dimmi qualcosa, ti prego…
Ormai il respiro è calmo ma la sua mano gli copre ancora
il volto e non ha detto una singola parola. Non un rimprovero, non una
minaccia, non mi ha dato della stupida o della ragazzina, niente, non dice niente e io mi sento sempre più in colpa.
-Sto bene puoi andare ora
Farse semplice e concisa, tipica di lui, non ha usato un tono duro ma,
io non sono convinta, voglio qualcosa in più di un “sto bene puoi andare”, voglio che mi dimostri ciò che dice, deve convincermi se vuole che me ne vada.
-No non me ne vado a casa, voglio che me lo dici guardandomi negli
occhi.. ti prego Sesshomaru guardami, sgridami, chiamami ragazzina
qualunque cosa ma.. dimostrami che stai bene.
-Ho già detto che sto bene, non mi faccio far fuori cosi
facilmente,da una ragazzina per di più, perciò non farti
illusioni.
Il suo tono è ironico ma esageratamente stanco, forse sarebbe
meglio lasciarlo riposare.. si ma, voglio solo una conferma e che
sarà mai!
Sbuffo rumorosamente e mi metto a cavalcioni sul suo stomaco
immobilizzandogli le mani ai lati del volto in modo da poter finalmente
vedere i suoi occhi.
Sono sgranati per lo stupore, è cosi difficile vedere una vera
espressione sul suo volto, che non sia quella arrabbiata, che ne resto
rapita. Cerco di immortalare la maggior quantità di dettagli
possibili nel breve tempo che mi è concesso per imprimerli
nella mia memoria, infatti il suo smarrimento dura appena qualche
secondo per poi mostrarmi un’ espressione maliziosa e sghemba.
-Ora volente o nolente dovrai fare quello che ti dico.-
-Ei quante irruenza.. non dirmi che vuoi approfittare cosi brutalmente di un povero demone ferito-
Lo dice con un tono malizioso velato di un finto vittimismo da
operetta, solo allora mi rendo conto della posizione in cui mi trovo, o
meglio ci troviamo.. sono a cavalcioni su di lui protesa in avanti a
immobilizzargli le braccia, i nostri volti sono esageratamente vicini,
e i miei capelli ricadono come una tenda su di noi, riversandosi poi in
ghirigori e onde corvine sul suo petto, posso avvertire il suo profumo
di bosco e libertà, il battito del suo cuore, i rumore del suo
respiro.
Improvvisamente avverto anche il mio di cuore in tumulto, il respiro quasi inesistente e l’imbarazzo,
socchiudo leggermente le labbra non so se per stupore o se
perché anche in questo caso è riuscito a rigirare la
situazione in suo favore, ma questa volta non demordo non
riuscirà a mettermi fuori gioco!
-Abbandona le tue fantasie perverse! Ti assicuro che non hanno fondamento, voglio solo che tu mi dica la verità
- Ti ho detto che sto bene!
Lo dice guardandomi negli occhi con un’espressione di sfida e superiorità che mi manda in collera.
-Come cavolo fai a dire che stai bene se si vede benissimo che stai
soffrendo! Hai gli occhi arrossati e lucidi e tutti i muscoli in
tensione, non puoi stare bene!ma perché devi essere cosi
presuntuoso e testardo?
-Sei tu che non vuoi credermi io sto benissimo,non sono certo un debole essere umano io.
- A si, se la metti cosi allora non ti dispiacerà se faccio una piccola prova di verifica vero?
Libero una delle sua mani dirigendo la mia in direzione della sua
gamba, sembra più gonfia di prima basterà un tocco
leggero per fargli ammettere la verità. Sposto lentamente la
mano in direzione del suo arto,sperando che mi dica qualcosa, che fermi
il mio gesto, non voglio infierire, non sono davvero cosi sadica..e
poi.. forse..anzi no, sicuramente lui bloccherà la mia mano
prima che io riesca a toccarlo, infatti, non riesco neanche a
capacitarmi di ciò che succede che le nostre posizioni sono
invertite.
Lui è praticamente sopra di me, la mano destra immobilizza la
mia al materasso appena sotto il volto, mentre la gamba offesa è
distesa adiacente alla mia, avverto il peso del suo corpo sul mio, la
pressione del suo busto aumentare e diminuire ad ogni respiro, il suo
calore avvolgermi e il profumo invadermi.
Il mio cuore batte all’impazzata e sento un gran caldo invadermi
interamente, mi aspettavo una sua reazione ma credevo mi avrebbe
bloccato la mano non tutto il corpo!
-Ti basta come prova?-
Lo dice in un sospiro, sussurrando queste poche parole al mio orecchio
con un tono che oserei definire sensuale, capace di farmi venire la
pelle d’oca.
Lentamente sposta il mio braccio verso l’alto bloccandolo al di
sopra della mia testa e avvicinando il suo viso al mio, ne segue i
contorni senza però sfiorarmi, l’unica cosa che avverto
sulla pelle è il suo respiro caldo, l’illusione
di una carezza che non accenna ad arrivare. Inizia a scendere
più giù delineando la curva del collo, e a quel
punto, io chiudo gli occhi per cercare di carpire ogni più
piccola sensazione che quel contatto mancato riesce a darmi, è
cosi dannatamente frustrante e accattivante questo suo gesto.. riesco
immaginare la punta del suo naso sfregare la mia pelle, le sua labbra
sfiorarla, desidero quella carezza che non avviene e che aumenta i me
il desiderio di essa..
è cosi vicino da farmi percepire la sua presenza, il suo calore,
tanto vicino da farmi bramare qualcosa che prima non consideravo
nemmeno, il suo tocco, la sua pelle, lui.
-Ti ho chiesto, se ti basta come prova.-
La sua voce vellutata accarezza
nuovamente le mie orecchie con quel suo tono roco e suadente ma
più di tutto mi manda in completa confusione quel piccolo sfiorare delle sue labbra sul mio lobo.
E’ stato solo un istante, un istante interminabile che
è riuscito a saziare e al tempo stesso aumentare la voglia di un
contatto. Deglutisco rumorosamente e con la voce spezzata rispondo
affermativamente alla sua domanda.
Soddisfatto della risposta si allontana da me, facendo forza sulla
braccia e ritornando alla sua precedente posizione supina mentre quel
suo sorrisetto compiaciuto inizia a delinearsi sul suo volto, resto
anche io immobile per qualche istante, riacquistando la padronanza di
me o quantomeno le mie facoltà motorie e mentali, non mi era mai
capitato di andare nel pallone per il miraggio di una carezza, per il bruciante desiderio di essa.
Mi alzo silenziosa dal letto con gesti che io avverto goffi e
automatizzati, come se non fosse il mio volere a farmi muovere, ma una
serie infinita di fili governati da un burattinaio alle prime armi che
decide i miei movimenti, mi sento cosi frastornata e confusa, tanto da
non riuscire a decifrare i miei pensieri. Non so se sono arrabbiata,
contenta, eccitata, infastidita non lo so,so solo che mi
sento..spoglia, come se ora che lui non è più vicino a me
il freddo possa impadronirsi del mio corpo.
Sono ormai riuscita ad abbandonare quel letto galeotto, e mi ritrovo
ormai alla porta della camera da letto di Sesshomaru, mi volto appena
di lato per scorgere la sua figura con la coda dell’occhio, mi
sta guardando come se volesse studiarmi, come in attesa di una replica
o un gesto che tarda ad arrivare, insomma una reazione a scoppio
ritardato per ciò che ha fatto.
Incapace io stessa di capacitarmi di questa mia mancata
esplosione d’ira, mi limito a sorprendermi maggiormente del fatto
che la reazione che tanto attende non solo tarda ad arrivare, ma non
arriverà proprio.
-B-buona notte, ci.. vediamo domani.
Le ho quasi sussurrate queste cinque parole, come se le avessi rivolte
a me stessa e non a lui, tuttavia so benissimo che le ha sentite anche
perché ha ricambiato il mio saluto con un “notte”
dal significato indecifrabile, tutta colpa di quella sua
capacità di inespressione caratteristica non solo del suo viso
ma anche della sua voce. Ma si fanno dei corsi per riuscire a diventare
inespressivi?
Scivolo elegante fuori dalla camera richiudendo lentamente la porta
della stanza, e il mio sguardo ricade nuovamente su di lui, ha rimesso
il braccio sul volto a coprirsi gli occhi, mentre l’altra mano
è giù a toccare la gamba fasciata, alla fine avevo
ragione io, gli fa molto male.
Lascio la porta aperta in uno spiraglio incapace di chiuderla
completamente e arrivata in cucina, preparo una sacca con del ghiaccio.
Ritorno nuovamente di fronte alla sua camera e dopo alcuni istanti di
esitazione percorro pacata quei pochi passi che mi occorrono per
arrivare vicino al letto, non appena lui allontana il braccio dal
suo viso gli lancio la borsa fra le mani.
-Mettila sulla gamba allevierà il dolore, arrogante di un demone.
Sembra il tono di una madre stanca delle marachelle del proprio bambino
ma incapace di punirlo per la sua vivacità, e in effetti sono
anche io esasperata dal suo comportamento ma esattamente come la madre
non riesco a non preoccuparmi per lui
Senza attendere che lui segua il mio consiglio mi dirigo nuovamente verso la porta, per poi avvertire il suo “grazie” poco prima di attraversarla.
Allora che ve ne pare? Piaciuto questo capitolo???
Che dire di questo “avvicinamento”? vi è sembrato
affrettato e inopportuno? Oppure come me aspettavate impazienti un
contatto tra loro? Sarò sincera volevo che le cose procedessero
lentamente ma cmq procedessero.
Nel prossimo capitolo aimè non affronterò particolarmente
il rapporto tra la nostra coppietta, parlerò invece un po’
di Rin, dell’origine dei suoi “disturbi”, e
verrà svelata anche l’identità dell’autore
della telefonata incontrata nel primo capitolo.. il titolo del prossimo
aggiornamento sarà pertanto “ Una maniaca
dell’ordine?”
Sono riuscita a incuriosirvi almeno un pochino??
Ora passiamo a dei ringraziamenti veloci veloci! Mi spiace non potermi dilungare ma il tempo è tiranno..
lua82 ciaooo è un vero
piacere avere una commentatrice assidua come te! Riesci a far sorridere
e gioire una povera scrittrice alla ricerca di recensioni :P devo
essere sincera i commenti aiutano davvero davvero molto gli scrittori e
tu x me sei un vero toccasana, una portatrice di buon umore J. Sono
contenta che il carattere di Resshomaru ti piaccia anche cosi e spero
che anche questo capitolo sia stato di tuo gradimento, ovviamente
aspetto con ansia le tue opinioni! Un bacioneeee a presto
monik, ed eccoti il nuovo
capitolo! Che te ne pare? Bello anche questo? spero di si e soprattutto
ti ringrazio tantissimo x i complimenti e i commenti che hai
lasciato! La mia felicità sfiora le stelle! J come ho
già anticipato nel prox capitolo lei sarà la
“protagonista” e finalmente avremo dei doverosi chiarimenti
circa l’origine della sua instabilità emotiva ma prima ho
voluto vedere questi due un po’ più vicini :P un
bacioneeee e spero a presto
Isy_264 ciaooo si si! anche
a me piacciono questi due e spero con tutto il cuore che questo
capitolo ti sia piaciuto! In effetti la figura di Sesshomaru è
importante proprio x la sua solidità! Rin ha bisogno di un punto
fermo su cui reggersi x rialzarsi.. e quale appoggio è
più sicuro di uno youkai tutto d’un pezzo come il nostro
Sesshomaru???? :P ovviamente aspetto il tuo parere su questo capitolo
un bacione a presto
Un ringraziamento anche a tutti colo che leggono e che hanno messo la mia ff tra le preferite! Me al settimo cielo J
Un abbraccio a tuttiiiiii Mikamey
|
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Capitolo 6 *** Una maniaca dell'ordine? ***
Una maniaca dell'ordine?
Mi alzo dal letto barcollante e ancora un po’ assonnata,
ultimamente la notte riposo male e dopo l’incontro ravvicinato
con Sesshomaru ieri sera questa notte non ha fatto eccezione! Ho fatto
sogni stranissimi di cui ricordo solo l’assurdità ma non i
protagonisti o le situazioni.
Arrivata in bagno osservo la mia immagine riflessa allo specchio, ho i
capelli in disordine il viso stanco,un’espressione vagamente
beota e addormentata. Mi spoglio infilandomi nella doccia e
lasciandomi invadere dal getto di acqua bollente, rimedio più
che indicato per ristorare il mio corpo e la mia mente dopo una nottata
quasi insonne. Infatti uscita dal box magico sembro rinata, il volto rilassato e colorato da un leggero rossore, lo sguardo vivace e contento.
Asciugo velocemente i capelli, per poi dedicarmi alla colazione, toast,
marmellata, frittelle, frullato, e spremuta d’arancio, mi ritengo
soddisfatta del mio operato e dopo aver deposto tutto il possibile su
un vassoio mi dirigo in casa di Sesshomaru, segnalo la mia
presenza con un sonoro buongiorno nella speranza di essere io la
causa del suo risveglio, ma purtroppo lo youkai qui presente sembra
essere piuttosto mattiniero.
Non sembra sorpreso dalla mia presenza tuttavia non riesco a decifrare
dal suo sguardo ciò che pensa e la cosa mi rende alquanto
nervosa..
-Qui ho portato un po’ di roba ora vado a prendere il resto mi spiace ma non entrava tutto in una volta.
Ritorno in breve con il resto della colazione per ritrovare Sesshomaru
intento ad apparecchiare la tavola, per poi sedersi compostamente e
attendere che io mi unisca a lui.
La colazione si svolge abbastanza tranquillamente tra frecciatine e
battute divenute già onnipresenti e immancabili tra noi due, poi
arriva la catastrofe..
Il possente demone Sesshomaru vuole a tutti i costi ritemprare le
povere membra stanche immergendo il suo corpo in un liquido caldo per
scopo igienico, terapeutico e per ristoro.. in poche parole voleva fare
il bagno.
Lo accompagno un po’ controvoglia fino al mio appartamento, non potevo mica fargli fare in bagno in quella specie di ricettacolo di microbi
che è la sua vasca, cosi da permettergli il suo momento di
relax. Come la sera precedente si appoggia a me per camminare, ma
avverto il suo corpo più leggero, come se non dovesse affidarsi
completamente a me per compiere quella ventina di passi ed
effettivamente deve essere cosi perché anche la sua postura
è più corretta, non è più ricurvo e non
scarica più tutto il peso su di me. Appena oltrepassato
l’uscio resta qualche istante immobile a fissare
l’appartamento poi finalmente entriamo.
Lo lascio vicino al tavolo in cucina e mi dirigo in bagno per riempire
la vasca, al mio ritorno lo ritrovo vicino al lavello che esplora con
gli occhi tutto ciò che lo circonda, con sguardo attento e
curioso infine, mi domanda se gli faccio fare un giro della casa.
Lo accontento pur non intuendo le ragioni della sua richiesta
cosi gli mostro l’intera casa; cucina, salotto, camera da
letto, “la stanzetta/dispensa” come l’ho sempre
chiamata io, ovvero la stanza dove vengono deposte le varie conserve e
le “scorte di cibo extra” e infine, lo”
sgabuzzino” ovvero quella che una volta era la mia cameretta ora
adibita a lavanderia, ripostiglio ecc. quest’ultima stanza in
particolare sembra destare la sua attenzione in quanto Mr eloquenza si degna finalmente di far uscire dalle sue labbra qualcosa che non fosse un mugolio o grugnito di circostanza.
-E questo sarebbe uno sgabuzzino???
Il tono è tra il sorpreso e soprattutto divertito!
sinceramente non vedo cosa ci sia di tanto divertente in un
ripostiglio! Osservo la stanza alla ricerca di qualcosa fuoriposto o
anomalo ma non trovo niente, è tutto in ordine..una
semplice stanza adibita a lavanderia provvista di scaffali lavatrice e
tutto ciò che occorre per l’igiene della casa e la
biancheria.
I detersivi in polvere sono nel ripiano più basso dello scaffale
vicino alla lavatrice ordinati in base alla grandezza, ognuno provvisto
del suo dosatore e di un guanto per non sporcarmi, quelli liquidi e
l’ammorbidente sono nel ripiano soprastante
anch’èssi ordinati con lo stesso criterio, sopra ancora
spazzola e ludici per le scarpe e infine, nell’ultimo ripiano, i
vari detergenti per la casa, le scorte insomma, divisi questa volta in
base all’uso; quelli per il legno, per il marmo, per i bagni
cucina e via dicendo.. non poso mica rischiare di restare senza e non
poter pulire.
È tutto perfettamente pulito ovviamente, anche le ceste della
biancheria sono in ordine.. gli indumenti sporchi sono piegati e
riposti della cesta in base al colore e quelli puliti.. Be quelli sono
già stirati e al loro posto nei vari cassetti, non capisco
proprio quale sia il problema, è tutto in ordine esattamente come le altre stanze.
-Ma si può sapere cosa hai da ridere??- Domando alla fine
spazientita incapace di trovare il motivo di tanta ilarità.
-Niente niente, ammiravo il tuo ordine.. finora non avevo mai
incontrato nessuno che piegasse anche la biancheria da lavare, ne
qualcuno che adoperasse i ganti usa e getta per riempire i misurini di
detersivo, e nemmeno qualcuno che avesse una cosi grande
quantità di prodotti per l’igiene della casa. Non sei solo
una torturatrice di demoni sei l’incubo anzi no, la sterminatrice indiscussa di polvere e acari!- Afferma infine cimentandosi in una nuova e mal trattenuta risata
-Ah-ah-ah, davvero spiritoso, voi demoni avete davvero un senso
dell’umorismo sviluppato!- Rispondo sarcastica alle sue
parole, è vero sono un po’..un po’ esigente
per queste cose ecco tutto, non vedo cosa ci sia di male
nell’avere una casa pulita e in ordine.. e poi.. non è da
maniaci usare i guanti per prendere il detersivo.. e piegare il bucato
da lavare fa si che la cesta non sia in disordine..insomma non sono una
maniaca!
Kami chi voglio prendere in giro sono una pazza invece!
Una pazza che piega il bucato da lavare, che lava le mani centinaia di
volte al giorno, che disinfetta tutto e che non beve mai due volte
dallo stesso bicchiere, una pazza che ha la fobia di contrarre qualche
assurda malattia se non igienizza la mani ogni volta che tocca qualcosa
che non ritiene “pulito”, una pazza incapace di portare un
gattino trovato per strada a casa, incapace di stringere la mano ad un
passante senza dopo lavarla con una salviettina, una pazza che entra in
crisi per una ragnatela e un po’ di polvere.. una pazza talmente
nervosa e isterica da avere le mani perennemente tremanti.
Io non sono sempre stata cosi, è avvenuto tutto dopo la morte di nonna Kaede e la "rottura"
con Kohaku, a quanto pare il mio equilibrio psicofisico non ha retto a
tante delusioni, almeno è quello che mi disse il mio medico
quando andai da lui per parlargli dei miei tremori e degli scatti
involontari che compiva il mio corpo.. mi disse che ero fragile
e mi aveva consigliato dei calmanti affermando però che erano
solo dei rimedi provvisori, dei palliativi, in quanto la
“guarigione”dipendeva solo da me, quando avrei superato il
dolore e avrei ritrovato il mio equilibrio allora tutto sarebbe passato.
Non ho mai preso quelle pillole, solo camomilla o valeriana e..
solitudine, almeno fino all’arrivo di un certo youkai scontroso
e presuntuoso.
In un certo senso con lui le cose sono migliorate, be è passato
a malapena un giorno ma se non altro ha spezzato quella logorante
routine in cui ero sprofondata, le mani continuano a tremare, gli
attacchi di panico continuano a presentarsi, i tremori persistono ma..
stranamente mi sento meglio, forse stare sola è stato uno sbaglio, forse avrei dovuto affrontare la cosa in modo diverso.
È facile trovare gli sbagli col senno di poi, ma in quel
momento, in quelle condizioni la solitudine mi era sembrata la scelta
più indicata.. ora forse è giunto il momento di cambiare
le cose, un passo alla volta, senza fretta, potrei ritornare a vivere.
-Credo che la vasca sia ormai piena, perciò a meno che tu non
abbia cambiato idea e preferisca rimanere qui alla ricerca di qualche
altra fissazione morbosa da rinfacciarmi, ti accompagno in bagno.
Arrivati alla vasca lo lascio solo abbandonandomi stancamente su una
sedie e riprendendo il filo dei miei pensieri mentre osservo la mia
mano destra tremare leggermente.
Il primo attacco di panico è avvenuto dopo la morte della
nonna.. sono finita al pronto soccorso con il corpo paralizzato! Il
tremore invece è arrivato dopo, quando Kohaku….
Kami non avrei mai immaginato fosse capace di tali reazioni, e col
senno di poi una piccola parte di me crede che lui sia
“innocente” che abbia fatto quelle cose perché
sconvolto, perché fuori di se.. ma no, non posso perdonarlo, non riesco a perdonarlo.
Ogni tanto il suo incubo ritorna a tormentarmi, tutto ciò
che voglio è dimenticare, sono consapevole che sarà
impossibile tuttavia, tuttavia le sua telefonate non fanno che gettare
sale sulle mie ferite facendole ardere come fuoco.
Non deve chiedere il mio perdono, non ha il diritto di ferirmi ancora con suo tono implorante, con le sue scuse, col suo dolore.
Chi lo avrebbe detto che una semplice visita alla nonna si sarebbe
trasformata in una tale situazione…tornavo spesso da lei
incapace di distaccarmi completamente dalla sua figura, e in quel
periodo era balenata nella mia mente l’idea concreta di ritornare
stabilmente a vivere qui, significava rendere tutti felici, la nonna
non sarebbe stata sola e io mi sarei presa cura di lei come aveva fatto
lei accogliendomi da bambina.. e invece è andato tutto storto,
ancora non riesco completamente a capacitarmi di ciò che
è successo benché siano passati mesi da quel giorno,
sembrava un mattino come tanti e invece..
Era passata appena una settimana dal mio arrivo qui e la nonna era
ancora euforica per il mio ritorno, non mi ha mai fatto pesare la
decisione di andare a lavorare lontano da lei, ma sono sicura che la
cosa l’ha resa molto triste forse più di quanto io stessa
potessi immaginare, certo anche a me dispiaceva, soprattutto i primi
tempi è stata durissima ma con me avevo Kohaku lei invece era sola..
è sempre stata una vecchietta arzilla ma in questa casa
solitaria, in periferia, chissà quanto era lento lo scorrere del
tempo.
So che spesso veniva a trovarla un giovane,
il nipote di un suo vecchio amico, lo chiamava sempre con un nomignolo
strano, chissà che fine ha fatto questo famoso ragazzo e se
davvero esisteva.. ormai è tanto che sono qui e non è mai
venuto nemmeno una volta, sono solo arrivati pacchi.. con roba da
mangiare, biancheria nuova e perfino elettrodomestici ma lui non
l’ho mai visto. L’ho paragonato ad una specie di
“papà gamba lunga”.
Ho tentato più volte di scoprire chi fosse per avvertirlo che la
nonna era morta e che quindi non era necessaria tutta quella roba ma
non ci sono mai riuscita, i pacchi sembravano comparire dal nulla! Il
rumore di uno scatolo poggiato al suolo e il campanello,
null’altro segno avvisava la consegna, non sono mai riuscita a
vedere chi portasse i pacchi, ne l’ho mai sentito. Un altro mistero di questa assurda abitazione.
Vorrei tanto ringraziarlo per tutto quello che ha fatto per la nonna,
per essergli stato accanto quando io non c’èro. Spesso
durante le mie visite la nonna mi parlava di lui ma soprattutto di suo
nonno, diceva che era un demone fiero e coraggioso, bellissimo e
nobile. Il giorno in cui morì mi stava raccontando la loro
storia, mi sembrava di essere tornata bambina, quando incapace di
prender sonno la nonna mi raccontava la storie della piccola
yasha Kikyio e dell’amico Naraku. In seguito divenute le
avventure di Kikyio e Hakudosci, il loro amore..
La nonna mi raccontava della sua vita..Kikyio era lei, Naraku era
il famoso amico d’infanzia che doveva sposare, Inumaru,
mentre Hakudosci era nonno Myioga..
Mi disse che lei e Inumaru o Inuchan, come spesso lo soprannominava ,
Si conoscevano fin da bambini e i loro genitori volevano farli sposare
affinché le due famiglie potessero unirsi più saldamente
tra loro, ma l’amore tra i due ragazzi non era quello tipico
degli amanti anzi amavano a loro volta altre persone così
rifiutarono lo sposalizio. Ovviamente i loro genitori cercarono di
convincerli costringendoli ad una coabitazione forzata ma a nulla
valsero i loro sforzi, I due non si sposarono…almeno è
quello che è facile dedurre visto che mia nonna si sposò
con Miyoga, mio nonno, purtroppo non potrò mai sapere come
sfuggirono al loro destino, la storia sarebbe dovuta continuare la
sera, la nonna si sentiva stanca e voleva riposare… si
addormentò sulla sua sedia a dondolo assurdamente imbottita di
cuscini con una coperta sulla gambe e uno scialle alle spalle.
Io rammendavo vecchi canovacci in modo da riutilizzarli per le pulizie,
esattamente come vedevo fare da bambina alla nonna,
“perché niente va sprecato quando può avere una
nuova vita”.
La casa era silenziosa, stranamente e anormalmente silenziosa.. non
avevo acceso la tv non ascoltavo musica.. l’unico suono
ricorrente era il dondolio della sedia, il respiro stanco della nonna e il suo cuore.
Intenta nel mio lavoro sobbalzai non sentendo più il cigolìo della sedia, mi alzai quando mi accorsi che nemmeno il suo respiro era udibile, corsi da lei non avvertendo più il battere del suo cuore.
Aveva il volto sereno disteso in un sorriso, le mani sovrapposte sulle
gambe, i capelli ordinatamente raccolti in una coda passa e canuta, la
stessa che portava da sempre. Ma davanti a me giaceva ormai soltanto un
corpo avvizzito dal tempo, stendardo effimero di una vita straordinaria
ormai giunta al termine.
Il resto è tutto confuso.. le mie reazione e i tentativi di
“svegliarla”, la telefonata al medico, il suo arrivo.
Il suo volto quando muovendo il capo in senso di diniego mi diceva che
ormai era finita, il suo tono quando mi assicurava che non aveva
provato dolore, che non c’èra niente che io potessi fare,
che era così che
doveva andare, che era il modo migliore per lei di morire.. Tutte
parole e frasi che avvertivo insensate e dannatamente frustranti e
fastidiose.
La verità era che lei era scomparsa e nulla l’avrebbe
riportata indietro, ero sollevata che se ne fosse andata nel sonno, con
la serenità nel cuore ma non riuscivo ad accettare di aver perso
l’ultimo legame di sangue che mi rimaneva.
Era anziana dannatamente anziana anche per la sua natura demoniaca…
Ok ok so di non aver spiegato tutto ma non potevo spiattellarvi tutto
in una volta! :P , comunque già qualcosa l’abbiamo
scoperta! Ovvero come è morta la nonna di Rin, e ovviamente
l’identità del ragazzo che la chiama e le lascia messaggi
in segreteria ovvero Kohaku, ma cosa avrà mai fatto di cosi
imperdonabile da aver segnato Rin cosi nel profondo?? spero di non aver
confuso troppo le idee e ovviamente se avete domande ponetemele
perchè, spoiler permettendo, risponderò con grande
piacere. Il prossimo capitolo sarà più leggero e
“divertente” si intitolerà “Un bagno con
Sesshomaru” vi piace come titolo??? Vi ho incuriositi?? Spero di
si ovviamente e visto che sono buona e che siamo in periodo di
“feste” anche se a dir la verità sono finite
ieri..vi lascio un altro piccolo spoiler..
“…mentre lui mi osserva
compiaciuto, come avesse in mente un piano che di li a poco avrebbe
messo in atto, un azione ovviamente a mio danno! E infatti avverto la
presa sul mio braccio farsi più salda e con un movimento
repentino mi trascina all’interno della vasca.
Le mie braccia sul suo petto in un
inutile tentativo di non affondare nell’acqua, la schiena contro
una parete della vasca, le gambe tenute in alto dal bordo della stessa
antitetico a me, il resto del mio corpo è immerso
nell’acqua poggiato sul busto di Sesshomaru e sorretto dalle sue
braccia.”
Eccolo qui spero sia di vostro gradimento e soprattutto che vi invogli a leggere il prossimo capitolo :)
Ed ora passiamo ai ringraziamenti
lua82, la più assidua
delle mie commentatrici! Come sempre ti ringrazio x i commenti che
lasci e sono felicissima che anche il capitolo scorso ti sia piaciuto!
Addirittura letto 6 7 volte! Me arrossisce ma è al settimo
cielo! Mi auguro che anche questo capitolo sia di tuo gradimento
e ovviamente spero di leggere le tue impressioni anche su questo
aggiornamento un bacioneee .
monik grazieee davvero troppi
complimenti! Bada che rischio di farci l’abitudine :P scherzi a
parte ti ringrazio tantissimo per il commento e sono stra-felice che il
capitolo ti sia piaciuto!! Di questo che ne pensi?? Per il bacio dovrai
aspettare purtroppo…. Ma penso che il prossimo aggiornamento ti
piacerà, nel frattempo spero che anche questo capitolo sia stato
di tuo gradimento, e naturalmente spero di poter leggere le tue
impressioni su di esso.. come sempre un bacione enorme e a presto.
Tikal me onorata che la storia
ti piaccia al punto da commentare a metterla tra i preferiti!!!
È sempre un piacere avere nuovi commenti e commentatrici! Anche
io amo alla follia Sesshomaru ovviamente insieme a Rin!!! Come si dice
gli opposti si attraggono! Purtroppo non riesco a mantenere il
personaggio di Sesshomaru IC x molto tempo ma essendo un a AU
credo che le cose vadano bene anche cosi :P cmq spero di ricevere un
tuo commento anche x questo capitolo un bacio a presto J
Isy_264 ciaoooo spero di aver
saziato almeno in parte la tua curiosità e sono felicissima che
la scena della “prova” ti sia piaciuta!!! Proprio non
ce la facevo più a vederli “lontani” :P me non
sa stare senza loro due insieme! ma come hai detto tu non è
successo nulla di troppo avventato! Che dire nel prossimo capitolo quei
due staranno di nuovo a stretto contatto chissà cosa
accadrà..:P
Spero di poter leggere un tuo commento anche per questo aggiornamento un bacioneeeeee a presto
Ps. Lo scorso capitolo mi sono dimenticata… me
mortificata… col Times la lettura è più agevole o
preferisci uno stile più grande? Di nuovo kiss a presto
Ovviamente ringrazio anche tutti coloro che leggono solamente e alle 14
persone che hanno messo la mia ff tra le preferite! Grazie a tutti voi
e ovviamente auguri di buona Pasqua anche se in ritardo!
Un abbraccio Mikamey
|
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Capitolo 7 *** Un bagno con Sesshomaru ***
Un bagno con Sesshomaru
Mi ritrovo col volto rigato da lacrime e le mani strette tra loro tanto
da far diventare le nocche bianche, le apro lentamente mentre un
leggero dolore si impossessa di loro, asciugo sgraziatamente il viso
col palmo delle mani imponendomi la calma, cosa in cui purtroppo, non
sono particolarmente brava.
Sento
stranamente il bisogno di lavare le mani e istintivamente mi dirigo
verso il bagno ma una volta arrivata davanti alla porta realizzo che
Sesshomaru è ancora la dentro. Chino il capo rassegnata,
vorrà dire che laverò le mani in cucina..
Sto per
ritornare sui miei passi ma sento la voce di Sesshomaru provenire dal
bagno, esprime disappunto per qualcosa ma non ho capito cosa.. presto
maggiore attenzione acuendo i miei sensi, precauzione inutile visto che
lo scatafascio che si avverte non è certo un qualcosa di
impercettibile all’orecchio demoniaco o umano che sia.
-Hei tutto
bene? Che è successo?- Picchio nervosamente alla porta
preoccupata per ciò che può essere successo e tutto
ciò che avverto è un ringhio di disappunto, tiro un
sospiro di sollieva, almeno so che è vivo..
-Sesshomaru è tutto apposto hai bisogno di qualcosa? Ti sei fatto male?
Un altro ringhio come risposta.. ma cosa crede che leggo nel pensiero?
Inizio a
spazientirmi, possibile che sia fuori dalle sue capacità mentali
e dialettiche rispondere in modo normale a una domanda?
Afferro la maniglia convinta più che mai ad entrare nel bagno se non ricevo una risposta nei prossimi trenta secondi.
- Sesshomaru
sto entrando perciò, be ecco… insomma non muoverti
e copri ciò che devi coprire.- Non finisco la frase che
già sono all’interno della stanza scioccata più che
mai da ciò che i miei occhi vedono
- Ti avviso ragazzina prova a ridere e non appena ne sarò capace ti taglierò la gola con queste mani!
La minaccia potrebbe anche essere inquietante se solo lui non fosse cosi ridicolo!
È
affondato nella vasca con la gamba ferita appoggiata sul bordo per non
bagnarla e immersi nell’acqua assieme a lui ci stanno due
tovaglie e vari flaconi di shampoo e sapone, i capelli sono pieni di
schiuma e tra le mani tiene la cesta dove avevo riposto tutto quello
che ora galleggia allegramente nell’acqua.
-Se vuoi da
qualche parte ci deve essere anche qualche paperetta!- Affermo dopo un
attimo di stupore, mentre cercando di rimanere seria mi guardo intorno
alla ricerca dell’oggetto.
Un suono
gutturale e minaccioso si spande nuovamente nella stanza, mentre i suoi
occhi carichi d’ira si posano su di me. Avverto la sua
frustrazione e decido quindi di non infierire oltre, deve essere
enormemente difficile per lui trovarsi in questa situazione.
Con noncuranza
recupero la cesta che ha tra le mani, procuro due asciugamani puliti e
dopo aver preso il coraggio a due mani mi rigiro verso di lui è
ancora arrabbiato. I muscoli delle braccia sono in tensione, le
mascelle sono serrate tra loro e si avverte ancora un ronzio roco
provenire dalla sua gola.
Mi chino vicino
alla vasca con cesta e asciugamani e non appena lui si volta gli chiedo
scusa, poggio il tutto per terra accanto a lui e poi, silenziosa,
mi appresto ad uscire.
-Potevi evitare di posare la cesta proprio li!
La sua voce è tagliente ma più che accusatorio il suo tono sembra frustrato.
-Mi spiace non ci avevo pensato..-
Affermo
colpevole ancora girata di spalle. Afferro la maniglia tra le mani
decisa ad uscire da quella stanza il più presto possibile, in
effetti ho poggiato la cesta in un ripiano posto alla fine della vasca
per di più rialzato,era impossibile per Sesshomaru riuscire a
prenderlo mi chiedo infatti come abbia fatto ad afferrarlo pur
disperdendone il contenuto.
-Hei dove vai torna qui, già che ci sei renditi utile e lavami le spalle.
Ora sono sicura
che non era arrabbiato con me, o quantomeno non principalmente, penso
sia la sua attuale condizione a renderlo cosi irritabile, la sua
incapacità di essere autonomo, di compiere la sua
quotidianità senza il bisogno di qualcuno che lo aiuti.
Mi volto
sorridente richiudendo la porta alle mie spalle e mi appresto a
eseguire la sua richiesta, Sesshomaru ha poggiato i vari detergenti sul
bordo della vasca ma ha lasciato gli asciugamano cosi da coprire la
parte inferiore del suo corpo. Trattengo appena una piccola risata e
scostati i suoi capelli su di un lato, afferro il sapone liquido
versandone un po’ sulla spugna per poi insaponargli le spalle.
Sono grandi e
allenate ne distinguo perfettamente i muscoli, danno l’idea di
solidità e forza mentre la pelle appare paradossalmente
delicata, cosi perfetta da incutermi il timore di irritarla
semplicemente premendo con più forza la spugna.
Delineo le
spalle e le braccia avvertendo una certa tensione in lui quando dirigo
i getto d’acqua sulle spalle e con la mano libera faccio
scivolare via il sapone.
-Tranquillo non
approfitterò della situazione per farti fuori, sarebbe troppo
facile- Esclamo divertita mentre distrattamente osservo i suoi capelli,
sono pieni di schiuma sull’attaccatura evidentemente non è
riuscito a sciacquare via lo shampoo.
-Ti fidi se ti
lavo i capelli?- Non gli lascio nemmeno il tempo di rispondere
che già inizio a levare via la schiuma e lui comunque non
obbietta al mio gesto, mi siedo sul bordo della vasca in modo da
agevolarmi i movimenti e passo le dita fra quel fili d’argento
ora tendenti ad un grigio seta magnifico. Le lascio scorrere lenti e
fluidi in essi, è una sensazione davvero piacevole e nella mia
mente bacata affiora la domanda più stupida, che potesse mai
venirmi in mente, possibile che i demoni non abbiano nodi? Che
siano cosi resistenti e forti e al contempo abbiano tratti e
caratteristiche cosi delicate..
Sento qualcosa
afferrarmi un braccio facendomi sussultare pericolosamente, mentre un
ringhio sommesso si spande nella stanza che ne amplia
l’intensità
-Ti assicuro
che la mia faccia è pulita e in ogni caso dopo tutta
l’acqua che mi hai fatto quasi bere credo proprio che non abbia
bisogno di altre attenzioni!
Presa come ero
dai miei pensieri non mi ero resa conto di aver spostato il getto
d’acqua ,indirizzandolo a quanto pare contro il viso,
adesso arrossato per il calore, di Sesshomaru.
Mi abbandono ad
una risatina isterica tipica di quando sono in imbarazzo mentre la mia
goffaggine inizia a rivendicare il proprio dominio su di me.
- E dai, è solo un po’ d’acqua, che vuoi che sia..
Affermo non
molto convinta mentre lui mi osserva compiaciuto, come avesse in mente
un piano che di li a poco avrebbe messo in atto, un azione ovviamente a
mio danno! E infatti avverto la presa sul mio braccio farsi più
salda e con un movimento repentino mi trascina all’interno della
vasca.
Le mie braccia
sul suo petto in un inutile tentativo di non affondare
nell’acqua, la schiena contro una parete della vasca, le gambe
tenute in alto dal bordo della stessa antitetico a me. Il resto del mio
corpo è immerso nell’acqua poggiato sul busto di
Sesshomaru e sorretto dalle sue braccia.
Perdo
l’uso della parola per qualche istante, incapace di esprime
quella marea di sensazioni che invadono il mio corpo e la mia mente.
Assurdamente il primo pensiero che mi viene in mente è che ho
bagnato tutti vestiti! E che l’acqua ora non è certo
pulita! Poi realizzo di essere in quelle condizioni per colpa di
Sesshomaru! Quello stupido di uno youkai mi ha tirato intenzionalmente
qui dentro per vendicarsi di un mio gesto assolutamente involontario e
quindi non condannabile.
Un’espressione
accusatoria e velata di vendetta si impossessa del mio viso ora rivolto
al demone che ovviamente non ha perso la sua spavalderia e risponde al
mio sguardo sprezzante delle conseguenze.
-Suvvia Rin..
è solo un po’ d’acqua no? Lo hai detto anche tu
prima- Afferma con finta innocenza, col puro e palese intento di
irritarmi.
Assottiglio
maggiormente lo sguardo, nella speranza di fulminarlo cosa che
ovviamente non avviene, poi tentando di moderare il tono di voce nella
vana speranza di mostrarmi vagamente calma, gli faccio notare che io a
differenza sua non aveva intenzione di fare un bagno e quindi non era
necessario trascinarmi all’interno della vasca.
-Si è acqua, ma io a differenza tua sono vestita!!! E poi la doccia l’avevo già fatta questa mattina!-
Mostrarmi
calma non mi è riuscito proprio bene, visto che dal
“si” appena udibile ho concluso con un
“mattina” stridulo e fastidioso, lui però non si
scompone anzi ha assunto quello strano sorrisetto malizioso
-A questo si può sempre rimediare…
Perché
quella voce calda? Perché quell’espressione,
intrigante??perché è cosi pericolosamente vicino a me
quando lo dice???
Avverto le gote imporporarsi e le mie doti dialettiche abbandonarmi, come troppo spesso accade in sua compagnia.
-R-rimediare a
cosa?- Deglutisco rumorosamente a fine parola maledicendomi mentalmente
per il gesto e per la mia lingua capace solo di incepparsi nei momenti
meno opportuni.
-Al fatto che sei vestita ovviamente.-
ma come
fa?segue dei corsi? Sa essere totalmente inespressivo ed enigmatico ma
al tempo stesso, quando vuole, può mostrare una
sensualità e malizia unica senza però far capire se si
tratta di proposte serie o fatte solo per imbarazzarmi.
Le sue mani
comunque sorreggono ancora il mio corpo le sento sorreggermi gentili
sotto le cosce e alla vita, non si sono mosse di un millimetro, non
hanno accarezzato la mia pelle,non hanno messo in atto la
sua”minaccia” eppure quell’espressione maliziosa
sembra dirmi che c’è un fondo di verità nelle sue
parole, oppure è quello che desidero io? Kami perchè
riesce sempre a confondermi e farmi dubitare di tutto? Ma cosa ancora
più importante come mi levo da questo impiccio??
Balbetto cose
incomprensibili perfino a me stessa sotto quello sguardo indagatore e
divertito mentre avverto il mio cuore tentare la fuga dal mio petto
cercando di abbatterlo con il suo pulsare frenetico e dannatamente
rumoroso!
La mia mano
è poggiata sul torace di Sesshomaru pronta a fare
resistenza ad un suo eventale avvicinamento ma, come succede sempre nei
film, qualcosa ci interrompe.
Devo essere
sincera ho sempre odiato questo tipo di scene, quando la protagonista
si trova in una situazione simile alla mia o comunque che porta
lo spettatore ad un grado di attenzione massimo, durante il quale
è col volto attaccato allo schermo in attesa di quel continuo,
ecco che arriva l’interruzione! Lo squillo del telefono, il
campanello di casa, inutile dire che quando mettono la
pubblicità maledico senza ritegno colui che ha ideato tale
affronto! È una tortura, una sevizia bella e buona ai danni di
poveri innocenti fanatici spettatori!
Ad ogni modo
sono ultra felice che sia venuto in mio soccorso un disturbo
esterno cosi dannatamente banale da sembrare finzione sia a me che a
Sesshomaru, infatti entrambi ci blocchiamo con un’espressione
basita sul volto, entrambi increduli di tale insipidezza e
convenzionalità, nella mia mente balena l’idea che lo
squillo avvertito sia stato solo frutto dell’immaginazione ma
ecco arrivare il secondo squillo a confermare la nostra tesi, si, il
telefono sta squillando, sto iniziando a trovare la cosa vagamente
ilare ma come il demone ho ancora un’espressione incredula sul
volto e solo dopo il terzo squillo mi rendo conto che forse sarebbe
meglio andare a rispondere.
Tuttavia, al
contrario di qualche istante fa, ora la distanza tra uno squillo e
l’altro non sembra immensa tutt’altro, infatti, già
avverto l’innesco della segreteria con tanto di messaggio
ovviamente.
-Rin sono io,
Kohaku, ti prego rispondi lo so che sei in casa, mi spiace per come mi
sono comportato non so neanche io come ho potuto, ma mi sono pentito
non potrei mai farti del male lo sai, io non.. ti prego richiamami.
Il suono acuto della segreteria segnala il fine messaggio inondando fastidiosamente la casa, divenuta ora silenziosa.
Eccomiiiiiiiiiiiii ecco qui il nuovo capitolo sperando di non aver deluso le vostre aspettative!!
Rileggendolo
l’ho trovato scontato e banale, a parte qualche passaggio credo
sia una vera bruttura! purtroppo però è un capitolo di
passaggio e il tempo da dedicargli è stato poco, lo sto
pubblicando proprio perché so che per un po’ non
avrò tempo nemmeno di accendere il pc e non volevo che passasse
troppo tempo tra un aggiornamento e l’altro..
Che dire
aspetto le vostre critiche nella speranza che seguiate ancora questa
storia, prometto che per il prox capitolo mi impegnerò di
più!
Il prossimo capitolo si intitolerà “Cinque minuti, solo altri cinque minuti”
Vedremo di
nuovo una Rin in piena crisi ma… diciamo che le braccia di un
certo demone le faranno trovare la pace.. per farmi perdonare vi posto
come mio solito un piccolo spoiler nel tentativo di lenire la delusione
di questo aggiornamento
“Sfiora
di nuovo la mia pelle, scostando un ciuffo di capelli e questa volta mi
godo appieno la sua carezza, sobbalzando solo una volta svanito il suo
calore, lo sento avvicinarsi maggiormente a me tuttavia non provo
ne timore ne imbarazzo come se la sua vicinanza fosse normale anzi
oserei dire terapeutica per me.
Con
un’intraprendenza che non avevo da tanto mi accoccolo un
po’ più vicina a lui proprio per rubargli un po’ di
calore mentre un nuovo scatto pervade il mio corpo e solo allora i
rendo conto che mi sta abbracciando, mi ha stretta dolcemente a se
cingendo il mio corpo in modo da non farmi più sobbalzare, le
sue braccia attorno alla mia vita, la sua gamba a cingere le mie il suo
capo poggiato dolcemente sui miei capelli.”
Ed ora passiamo ai ringraziamenti!
LilyProngs
ciaoooooooo che bello vedere la tua recensione!! Sono felicissima che
questa Rin e Questo Sesshomaru ti piacciono!! Me onorata dei tuo
complimenti!!!! Spero davvero che questo capitolo non ti abbia delusa e
che continuerai a seguire la mia ff. per quanto riguarda la tua ti
assicuro che l’adoro!! Nn vedo l’ora di leggere il prox
aggiornamento!! Baciii a presto
lua82,
sono felice di essere riuscita a coinvolgerti nel dolore di Rin nel
senso che mi fa piacere sapere di averlo reso il più reale
possibile! Per quel che riguarda Kohaku.. saprai tutto a breve e
credimi lo odierai ancora di più :P per la tua curiosità
circa Naraku.. ancora non ti posso svelare nulla ma la tua
curiosità sarà saziata a suo tempo cosi come
l’identità di “Papà Gambalunga” ti
posso anticipare comunque che non si tratta della stessa
persona… attendo con ansia le tue impressioni su questo capitolo
un bacione enorme e a presto J
Tikal
e si la nostra Rin è diventata un po maniaca.. tuttavia nn tutti
i suoi problemi sono dovuti alla scomparsa della nonna, parte di essi
sono dovuti a kohaku! La ferità che gli ha inferto e
paragonabile a quella del dolore dovuto alla morte di una persona cara
ma il segno che ha lasciato è più profondo.. e
molto più difficile da superare. Spero di leggere le tue
impressioni anche per questo capitolo un bacioneeeeeee
callistas,
ciaoooooooooooo finalmente rivedo un tuo commento, e che commento! Hai
centrato in pieno il problema la causa maggiore dei problemi di Rin
è proprio Kohaku!!purtroppo nn posso anticiparti nulla ma a
breve scopriremo tutto!dovrai attendere un altro capitolo ancora
e poi… verranno svelati i suoi peccati..
spero con tutto
il cuore che questo capitolo non sia stata una completa delusione e che
riuscirai a commentarlo anche se solo con qualche righino pc e tempo
permettendo :P un bacione e alla prossimaaa
Karly_chan the black cat
ti ringrazio infinitamente per i complimenti! E spero che il capitolo
sia stato all’altezza delle tue aspettative, mi fa piacere di
essere riuscita a coinvolgerti nella dipartita di Kaede e soprattutto
che la ff ti coinvolga. Spero continuerai a seguirla e commentarla, un
bacioneeeeeee
Un enorme
grazie anche a tutti coloro che leggono la mia ff, a coloro che la
seguono e a chi l’ha aggiunta tra i preferiti!
Un abbraccio a tutti Mikamey
|
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Capitolo 8 *** cinque minuti solo altri cinque minuti ***
cinque minuti solo altri cinque minuti
Sono esausta!
Completamente senza forze, da quando ho ricevuto la telefonata di
Kohaku non mi sono fermata un attimo, ovviamente dopo essermi ripresa.
Sono rimasta immobile e in silenzio in quella vasca per non so nemmeno
io quanto tempo, a destarmi è stato ovviamente Sesshomaru che
comunque non mi ha chiesto niente, evidentemente ha pensato che fossi
già abbastanza distrutta di mio senza bisogno del suo aiuto,
anche lui è stato silenzioso tutto il tempo acconsentendo e
partecipando a tutto ciò che facevo.
Poverino mi sono sfogata un po’ su di lui, che mestamente ha sopportato le mie attenzioni.
dopo aver assistito alla mia catalessi
momentanea post messaggio ha avuto la spiacevole idea di pronunciare il
mio nome e di innescare in me l’insana necessita di “fare” e naturalmente essendo lui il più vicino a me ha subito per primo l’uragano Rin.
Non appena sono
uscita dalla vasca gli ho tolto la fasciatura lasciando che immergesse
la gamba nell’acqua poi gli ho nuovamente lavato i capelli
passandovi pure il balsamo, gli ho insaponato le spalle come minino
quattro volte e poi le braccia, le mani, perfino il viso; A ripensarci
potrei paragonare il suo calvario alla scena che avvenne alla sirenetta
Ariel quando il principe la portò per la prima volta a palazzo
affidandola alle cure delle “governanti”, e lui come
la nostra affascinante ragazza dei mari, mi ha sopportato pazientemente
in silenzio facendosi sfuggire al massimo qualche mugolio... non ha
fiatato nemmeno quando gli ho asciugato i capelli o rifatto la
fasciatura, ad essere sincera aveva uno sguardo quasi preoccupato e non
per la propria sorte, ma per me..
Dopo la l’opera di toilet
mi sono dedicata alla missione casa trasformando l’appartamento
di Sesshomaru in uno splendore, inutile elencare tutte le crisi che ho
avuto per ogni singola macchia ripulita, ne tutte le volte che ho
lavato le mani e non solo quelle.
La sequenza era mani-viso-e poi di nuovo le mani. Mi sono evoluta, In peggio ovviamente!
Ma lavare le
sole mani non riusciva più a tranquillizzarmi, ho perfino
consumato un intero scatolo di guanti usa e getta e decimato la mia
scorta di prodotti per la pulizia della casa e Sesshomaru.. lui era
sempre accanto a me stringermi le mani nelle sue quando andavo nel
panico, a distrarmi ogni qual volta rischiavo di cedere, a passarmi i
guanti ogni volta che inorridita non ne sopportavo più la
presenza perché non più immacolati, a ripulire
superficialmente tutto prima che mi ci avvicinassi io, mi chiedo come
facesse a essermi accanto e a fare la cosa giusta sempre nei momenti
più critici..
Ovviamente i
suoi metodi di distrazione non erano mai del tipo”cara lascia
faccio io”, oppure “tranquilla ci sono io qui con te”
tutt’altro, la maggior parte delle volte interrompeva il
mio lavoro perché diceva che non ci mettevo abbastanza forza,
oppure mi lanciava frecciatine per farmi inveire contro di lui,
insomma, usava il metodo Sesshomaru, teneramente brusco e adorabilmente irritante.
Non so come abbia fatto a non minacciarmi di morte o sbattermi fuori da casa sua!
Ad ogni modo tutti i dolori e la stanchezza che ho addosso sono solo merito e causa mia.
Sesshomaru si
è appena recato in cucina a bere un po’ d’acqua..
l’ho visto zoppicare, poverino deve aver sforzato nuovamente la
gamba per starmi dietro, a quanto pare non sono solo l’origine
anche dei miei mali ma anche dei suoi! perfetto!
Nel frattempo
decido di rifare il letto con delle lenzuola pulite, ho voluto lavare
quelle vecchie benché fossero state usate solo una volta, se
ripenso alla ragnatela di ieri e ai batuffoli di polvere sotto i
mobilio…
Una volta
sistemato tutto mi sdraio sul materasso a faccia in su ponendomi il
braccio destro sul viso a coprire gli occhi, mi rendo conto che il mio
battito è lievemente accelerato e che tutti i muscoli sono in
tensione, infatti, la mia immobilità dura poco visto che uno
scatto involontario fa sobbalzare il mio intero corpo, solo questo
mancava, sono stanca morta ma non riuscirò a riposare bene
neppure stanotte.
Mi rigiro su un
fianco affondando il viso nella piega creata dal cuscino e il materasso
nel vano tentativo di frenare almeno i miei pensieri.
Un sospiro
stanco e il materasso che si piega sotto un peso mi rendono partecipi
dell’arrivo di Sesshomaru, si è sdraiato anche lui sul
letto dal lato opposto al mio.
-Ringraziando i
Kami ti sei stancata finalmente! Temevo che non essendoci più
niente da pulire avresti iniziato a ridipingere l’appartamento.
Sorrido
involontariamente alle sue parole, in effetti non è una cattiva
idea..rinnoverei la casa, mi renderei utile e.. avrei un motivo valido
per ripulire tutto un’altra volta! No, che vado a pensare, per
oggi non avrei nemmeno la forza di intingere il pennello nella vernice,
ho tutti i muscoli indolenziti.
Libero il viso
voltandomi verso Sesshomaru, è sdraiato in posizione supina con
un braccio dietro il capo a reggerlo e l’altro posato sul petto,
fissa il soffitto silenzioso e tranquillo ma anche lui sembra provato
dal “tour de forze“ appena terminato.
Un altro spasmo
involontario fa sobbalzare il mio corpo facendo voltare verso di me
Sesshomaru che ora fissa i miei occhi serio e inquisitore,
abbasso lo sguardo incapace di sostenere oltre le sue iridi ambra
giustificandomi goffamente per la mia natura salterina.
- Scusami io
non lo faccio apposta solo…non so perché ma a volte mi
capita che i muscoli si contraggono velocemente e.. be si insomma
salto..
-Capisco.. ti innervosisce cosi tanto starmi accanto?oppure.. è stata quella telefonata a renderti nervosa?
Be in effetti
non era da lui non fare nemmeno una domanda ma ovviamente è
riuscito a trovare il momento e il modo giusto per porla, troppo
stanca per scappare troppo in colpa per non rispondere.. la situazione
perfetta insomma.
-Io..non lo so, insomma si forse si.
-Si cosa? Ti rendo nervosa io o il tuo fidanzato?o forse è meglio definirlo ex…
Sbaglio o il demone qui presente ora è diventato più intraprendente!?!
-Diciamo che
non mi ha certo rilassata.. comunque Kohaku non è il motivo
principale del mio “nervosismo” io faccio cosi da quando
mia nonna è morta.. credo che lui sia solo una componente
marginale…
Mento,
mento spudoratamente colta da chissà quale insana paura tuttavia
non riesco a confessargli ciò che mi ha fatto Kohaku, il dolore
che mi ha causato, la ferita che ha segnato il mio essere talmente
tanto in profondità da mutare la mia stessa natura, tuttavia non
gli ho nemmeno completamente mentito.. è vero che lui è
stato solo una “conseguenza” dovuta alla scomparsa di
Kaede…
-Ma centra anche lui giusto?ti ha ferita proprio ne momento in cui eri più vulnerabile giusto?
Sgrano gli
occhi socchiudendo appena le labbra,per poi riassumere la mia
precedente espressione velata però da un sorriso amaro appena
visibile, come sempre ha colto nel segno,tuttavia nemmeno lui
può immaginare cosa sia davvero successo.
Resto in
silenzio mentre nella mia mente mille interrogativi iniziano a prendere
forma con le rispettive risposte contrastanti tra loro.
Forse potrei
raccontargli tutto, forse potrebbe capirmi e aiutarmi, forse
raccontandolo a qualcuno la mia angoscia diminuirebbe..
No, non posso dirglielo, mi guarderebbe con occhi diversi, scoprirebbe una donna vuota e insignificante, forse.. forse per tutto questo tempo io ho sbagliato, forse è colpa mia se Kohaku si è comportato in quel modo.
No.. è
stata colpa sua, ma io non ho il potere di biasimarlo o perdonarlo, si
è pentito è questo gli deve essere riconosciuto ma io non
ho più intenzione di rivederlo, sta cercando il mio perdono per
mettersi la coscienza apposto ma non è un lusso che può
avere l’ardire di desiderare. No, non adesso.
-Dalla tua
reazione deduco che ho centrato in pieno la situazione vero? Anzi direi
che non si tratta solo di “una componente marginale”. Se
non ne vuoi parlarne non ti costringerò di certo a farlo, sono
fatti tuoi deciderai tu se e quando dirmelo, solo non credo che questo
Kohaku abbia capito bene come stanno le cose, ti consiglio di
affrontarlo a dirgli a chiare lettere di lasciarti in pace se lasci
cose in sospeso non riuscirai mai a superarle.
Rivolge
nuovamente il suo sguardo al soffitto per poi nascondere le sue iridi
dorate sotto il velo delle palpebre. Con quel suo tono pacato è
riuscito in qualche modo a calmarmi, e devo ammettere che ha una dote
di sintesi invidiabile, tuttavia benché lui abbia esposto la
soluzione in maniera cosi semplicistica, sono convinta che la messa in
atto sia molto molto più difficile… dovrei
incontrarlo, parlargli, affrontarlo io.. io non credo di esserne in grado.
Chiudo anche io
gli occhi godendomi questo fortuito attimo di quiete e concentrando la
mia attenzione sul suo respiro, cosi cadenzato e rilassante, immagino
il suo petto alzarsi e abbassarsi ritmico come la marea e mi adeguo a
quelle ondate tranquille.
Perfino il mio
battito mi sembra più lento e benché di tanto in tanto il
mio corpo ancora sussulti, il mio volto resta sempre disteso, un
po’ perché ormai mi sono abituata a quei sobbalzi un
po’ perché.. mi sento stranamente al sicuro vicina a lui.
Lo avverto
girarsi verso di me dopo il mio ultimo “guizzo” e giurerei
che in questo momento mi sta fissando con quelle due pozze ambra, non
dice niente e io continuo a fingermi assopita, non ho voglia di alzarmi
ne di affrontare il suo sguardo. Improvvisamente avverto le sua dita
sfiorarmi il volto delicate, e inevitabilmente sussulto a quel fugace
contatto, tuttavia, mi fingo solo lievemente infastidita e dopo essermi
raggomitolata un po’ di più distendo nuovamente il mio
volto.
Sfiora di nuovo
la mia pelle, scostando un ciuffo di capelli e questa volta mi godo
appieno la sua carezza, sobbalzando solo una volta svanito il suo
calore, lo sento avvicinarsi maggiormente a me, e non provo ne
timore ne imbarazzo per quel gesto, come se la sua vicinanza fosse
normale anzi oserei dire terapeutica per me.
Con
un’intraprendenza che non avevo da tanto, mi accoccolo un
po’ più vicina a lui proprio per rubargli un po’ di
calore mentre un nuovo scatto pervade il mio corpo e solo allora mi
rendo conto che mi sta abbracciando, mi ha stretta dolcemente a se
cingendo il mio corpo in modo da non farmi più sobbalzare, le
sue braccia attorno alla mia vita, la sua gamba a cingere le mie, il
suo capo poggiato dolcemente sui miei capelli.
Vengo invasa da
un velo di imbarazzo che tuttavia respingo prontamente per gustarmi
questa sensazione di protezione e tranquillità che da troppo
tempo avevo dimenticato, basterà “svegliarmi” tra
qualche minuto...cinque minuti, solo altri cinque minuti qui fra le sue
braccia.
Eccomi qui,
come avete notato anche questo può essere definito come un
capitolo di riempimento e passaggio, ma almeno abbiamo visto questi due
vicini vicini! :P
Nel prossimo
aggiornamento… finalmente verrà svelato il peccato di
Kohaku e la pena di Rin!tutto nei minimi dettagli…non sapete
quanta impazienza ho di pubblicarlo!!
Spero di riuscire a postarlo il più in fretta possibile! Nel frattempo spero di ricevere tanti vostri commenti!
Questa
volta..non concederò spoiler, voglio che il grado di
curiosità sia massimo! vi dico soltanto che chi diceva di odiare
Kohaku ora dovrà coniare un nuovo termine per definire lo sdegno
verso di lui.
Ed ora passiamo ai ringraziamenti, purtroppo velocissimi a causa della mancanza di tempo un super mega grazie a:
Karly_chan the black cat,
come promesso ecco qui il nuovo capitolo! Come ti è sembrato??
Spero ti sia piaciuto ma come ho detto prima il bello deve ancora
arrivare.. come sempre ti ringrazio per i complimenti e spero di
continuare a meritarmeli anche in futuro! Un bacioneeee
lua82
me rossa x l’imbarazzo! Grazie infinite per tutti i complimenti
che mi fai!!!! Come ho già detto sei un vero toccasana per la
mia autostima! Spero con tutto il cuore che anche questo cap sia stato
di tuo gradimento, per quanto riguarda Kohaku.. credimi nel prossimo
capitolo lo odierai ancora più di ora! Purtroppo nn si è
comportato molto bene con la nostra Rin…e presto sapremo per
filo e per segno cosa le ha fatto. Un bacione e a prestooooo
Tikal,
anche io odio le interruzioni!!ma almeno questa volta è stata
provvidenziale per Rin, certo però.. ha creato qualche
problemuccio… spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto..
Ovviamente spero di poter leggere il tuo parere anche circa questo
aggiornamento! Un bacio!!!
Isy_264 l’idea
della paperetta mi è venuta spontanea :P mi fa piacere che ti
sia piaciuta! Per scoprire tutto su Kohaku dovrai attendere il prossimo
aggiornamento e credo che la tua furia omicida raggiungerà i
limiti di guardia…nel frattempo spero che anche questo cap ti
sia piaciuto! Un bacione grande grande e a presto!
monik,
bè non so ancora se e quando Sesshomaru picchierà Kohaku
ma.. di certo non sarà un angelo con lui! Ad ogni modo mi fa
piacere rivedere un tuo commento : )mi auguro che la storia continui a
piacerti e che il capitolo sia stato di tuo gradimento un bacione alla
prossima
LilyProngs,
ed eccoti accontentata col nuovo capitolo! Se riesco farò un
aggiornamento flash per il prossimo cui tengo particolarmente, cmq ti
ringrazio infinitamente per i complimenti!! Me onorata e in estasi per
le tue parole!nel frattempo mi auguro che anche questo capitolo ti sia
piaciuto e spero di poter leggere le tue impressioni su di esso kiss a
presto
callistas,
ciaooooooooooooooo!!!! È sempre un piacere vedere il tuo nome
tra i commenti!!come hai potuto notare Sesshomaru non ha resistito e ha
chiesto a Rin di Kohaku.. ma, ma, ma ha pur sempre il suo orgoglio di
demone a frenare la sua curiosità cosi.. almeno x ora è
rimasto a mani vuote.. spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto
e ti ringrazio per i complimenti! nel frattempo cosa ne pensi di questo
capitolo??Un super mega extra bacione e a l prossimo capitolo!!!
Un immenso
grazie anche tutti coloro che hanno aggiunto la mia ff tra le preferite
e chi tra quelle seguite, ringrazio anche chi legge solamente
invitandoli, se possono e vogliono, a lasciare un segno del loro
passaggio.
Un abbraccio a tuttiiiii Mikamey
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Capitolo 9 *** Perdonami ***
Perdonami
-Reagisci! Reagisci! Reagisci maledizione reagisci! Smettila di piangere in silenzio! Smettila di sottometterti alla vita! Alzati cambia quei vestiti esci da questa casa!-
No.. non ce la faccio non voglio lasciami stare, lasciami in pace, io non ho più la forza di andare avanti.
-Smettila di
piangere ho detto! Urla scalcia rompi tutto ma reagisci! È morta
non tornerà in dietro smettila di comportarti in questo modo!
Devi smetterla hai capito?? Smettila!-
Mi afferra per
le braccia scrollandomi brutalmente, la testa mi gira e ad ogni
movimento una fitta acuta la attraversa costringendomi a stringere la
palpebre tra loro per cercare di lenire il dolore, tutto ciò che
sento sono le sue urla che mi feriscono più delle sue mani. Lo
so, lo so che ormai è morta, lo so che non tornerà
più per questo sono in questo stato! Per questo non voglio
più andare avanti! È colpa mia, è colpa mia se
è morta se fossi rimasta con lei, se non fossi partita ,se non
avessi accetto quello stupido lavoro lei forse sarebbe ancora viva.
Le lacrime
scendono sempre più copiosa a bagnare il mio volto, appannando
la mia vista che mi permette di guardare la figura di Kohaku sbiadita.
Respira affannosamente per lo sforzo e ha uno sguardo che non gli avevo
mai visto prima, mai,
c’è rabbia, dolore, delusione, smarrimento.. mi spiace che
stia cosi, mi spiace ma io non ce la faccio!non posso fare quello che
mi dice, non posso.
Continuo a non
parlare, non so nemmeno io il perché eppure non emetto un suono,
solo lo guardo, senza colpevolizzarlo senza alcuna intenzione di
ferirlo, voglio solo che capisca, che comprenda come mi sento, che
accetti la mia decisione di rimanere qui.
-No, no Rin non guardarmi in quel modo!Non farlo!-
Sbatte con violenza il pugno a qualche centimetro da mio viso colpendo il muro, e per la prima volta ho paura,
si paura di lui e della sua reazione. E’ fuori di se in questo
momento, ha il volto a qualche centimetro di distanza da mio e ,
fissandomi furioso, stringe con violenza il mio braccio con la sua mano
libera facendomi male, terribilmente male. La mano sfrigola
fastidiosamente e avverto il sangue incapace di fluire in quella
direzione mentre il dolore al braccio diventa sempre più
insopportabile.
Chino il capo
mordendomi il labbro inferiore nel tentativo di diminuire quella
fitta ma tutto ciò scatena ancora di più le sue
ire, si allontana da me quel tanto che gli serve per scaraventarmi tra
il pavimento e il muro, e io porto il braccio leso al petto aiutandomi
con l’altro arto, perché incapace perfino di compiere quel
semplice gesto senza aiuto a causa del dolore, poi alzo lo guardo
verso di lui, è in piedi e continua a fissarmi con odio, le vene
alle braccia sono in evidenza e il petto si muove frenetico al
passo del suo respiro.
D’un
tratto inizia a guardarsi in torno poi deciso afferra la vecchia sedia
della nonna alzandola all’altezza del suo petto per poi
scaraventarla contro la finestra che inevitabilmente va in frantumi
facendo cadere fuori la dondola.
Afferra dunque
le coperte gli scialli e dei vestiti buttandoli anch’essi al di
la della finestra, inizia a rovesciare tutte le sedie, il tavolo, i
mobili, tutto ciò che c’è in casa, frantumando tutti i miei ricordi.
Mi alzo affannata
da terra per proteggere le poche cose ancora indenni ma sento le gambe
deboli, pesanti, sono dannatamente traballante e lui ora ha di nuovo
riportato la sua attenzione su di me
-Che
c’è ti sei alzata? Non vuoi che butti le cose della tua
cara nonnina! Forse cosi ti renderai conto che non c’è
più! Che non c’è più niente qui per te! Ti
renderai conto che non sei tu quella che è morta! Ti renderai
conto che tu sei ancora viva che hai tanti anni davanti a te!
Afferra infine
anche il portagioie, il primo regalo che fece il nonno a Kaede, ed io
mi aggrappo al suo braccio per fermarlo, non voglio che lo rompa, non
voglio che quell’oggetto vada in frantumi non posso
permetterglielo.
Lui abbandona
la scatola di legno per afferrarmi con entrambe le mani, mi scaraventa
a terra ponendosi sopra di me, mi immobilizza la braccia e io per la
seconda volta vengo invasa dal terrore.
Ho gli occhi
colmi di lacrime dolorosamente sgranati nel tentativo di rendere la
vista meno offuscata, non riesco a dire niente questa volta non a causa
del dolore ma del panico,
avverto come se tutto intorno a me stesse girando vorticosamente nel
tentativo di risucchiarmi, ma io resto nel cuore del ciclone facendomi
devastare senza esserne parte integrante, il battito del mio cuore
è furioso e assurdamente rumoroso, lo sento battere contro il
petto come se tentasse di aprirsi un varco per liberarsi da quel
frenetico pulsare, possibilità che la mia mente stava iniziando
a considerare seriamente.
-Perché?
Perché tieni a questi oggetti più che a te stessa?
Perché non ti rendi conto che se continui cosi rischi di
rovinarti la vita? Rischi di ucciderti Rin! Guardati! Non sembri
nemmeno tu! Perché diamine non la smetti di piangerti addosso? Perché ti rifiuti di tornare da me?
Continua ad
urlarmi addosso come un forsennato imprimendo sempre più forza
sulla braccia per immobilizzarmi al pavimento e io avverto calde
lacrime rigarmi il volto, per il dolore fisico.. per il dolore emotivo,
per la paura..
-Non piangere!Non-devi-piangere!
Ha preso
il mio viso con una mano impedendomi con quella stretta morsa di
voltare il capo mentre lui avvicina pericolosamente il suo viso al mio
per intimarmi ancora una volta il divieto per me di versare lacrime, si
allontana di scatto frustrato quando si accorge per l’ennesima
volta della mia incapacità di eseguire le sue richieste.
-Perché non vuoi capire che ti sono rimasto solo io??
Violento e inaspettato preme le sue labbra sulle mie. Un contatto rude e doloroso sembra una punizione,
una tortura che non riesco a evitare, libera l’altro mio braccio
per dirigere la sua mano sul mio corpo, sui miei fianchi, sul mio seno..
Mi rendo
improvvisamente conto di cosa sta succedendo e in preda al panico cerco
di reagire, di divincolarmi ma il suo corpo sul mio mi permette solo
piccoli e inutili movimenti benché mi stia sforzando al massimo
di fuggire da lui. Disperati e acuti mugolii sfuggono dalle mie
labbra unico aiuto e supporto a cui posso rivolgermi. Tentativo tanto
disperato quanto inutile, sono sola,
completamente sola, nessuno può sentirmi ne tantomeno aiutarmi e
intanto le sue mani dure e invadenti ora violano il mio corpo freddo
senza lasciarmi via di scampo.
Cerco di
allontanarlo da me premendo con forza le braccia sul suo petto ma la
distanza non accenna ad aumentare anzi, la pressione diventa sempre
più opprimente, finché, infastidito dalla mia resistenza
immobilizza nuovamente le mie braccia, questa volta con una mano sola
tenendole unite sopra la mia testa.
Affonda il viso
nell’incavo del mio collo ripetendomi di tanto in tanto di non
muovermi mentre con la mano libera inizia a scendere fa le mie cosce.
Incurante delle mie richiesta imploranti di liberarmi.
Mi sento persa, mi sento morire e
non ho più ne la forza ne le capacita per oppormi alla sua
supremazia, uno strano stato di accettazione inizia a farsi largo
in me mentre inizio rendermi conto che ormai non ho vie di
scampo, inizio a pregare non più per la mia liberazione ma che
tutto questi finisca in fretta.Inizio a pregare affinché non provi troppo dolore.
Inizio a
pregare affinché i Kami mi diano la forza di sopportare tutto e
il coraggio e la forza fisica di mettere fine alla mia vita una volta
che questa verrà completamente distrutta.
In silenzio il
mio pianto ricomincia copioso a bagnare il mio viso mentre nella mia
mente iniziano a farsi largo le parole di una preghiera
tanto antica quanto semplice e conosciuta, affido la mia anima e
la mia vita a colui che ci ha creati implorando la sua assistenza in
questo momento di bisogno, non so dire se lo faccio per estraniarmi da
quella realtà troppo dolorosa per me o se per trovare almeno un
barlume di conforto in quell’inferno terreno che mi ha
inghiottito, tuttavia questo pensiero diventa come un rifugio.
Senza
rendermene conto le parole di preghiera iniziano a farsi largo
tra le mie labbra che aride pronunciano meste e flebili quei
vocaboli di conforto.
Avverto la
pressione sul mio corpo scemare e le mani di Kohaku allontanarsi da
esso e scioccamente penso a quelle parole come ad una formula magica
capace di regalarmi una sorta di capacità alienante, come se il
mio spirito avesse abbandonato il mio corpo per salvarsi almeno lui dal
supplizio della mia persona, tuttavia presto mi sono dovuta ricredere,
non era un prodigio della mia
fantasia, non era una un’evasione della mia mente, era stato
Kohaku ad allontanarsi da me ed ora con occhi sorpresi scruta la mia
figura spenta e implorante.
Sgrana gli occhi come per liberarsi da uno stato di trans o per meglio dire possessione per poi tornare in se e guardarmi con occhi colmi di pentimenti e frustrazione.
Sembra
rinsavito, tuttavia non accenno a interrompere la mia preghiera, lui
è ancora sopra di me poggiato sul mio bacino con la braccia
penzoloni lungo il suo corpo e le labbra leggermente dischiuse e
tremanti, tende una mano verso il mio viso e io istintivamente chiudo
gli occhi per proteggermi da quel contatto che però non arriva.
Ho solo il
tempo di spiare la caduta di stille salate sul suo volto, le sue mani
coprire il mio corpo con la mia camicia, e le sue spalle allontanarsi
fino a sparire aldilà dell’uscio di casa.
Solo una parola, Perdonami.
Apro lentamente
gli occhi sbattendo ripetutamente le palpebre per abituarmi alla poca
luce circostante, mi ritrovo col volto vicinissimo a quello di
Sesshomaru e la mano sinistra sul suo petto, altro che cinque minuti ci
siamo addormentati entrambi!
Realizzo subito
di aver sognato il mio ultimo “incontro” con Kohaku e per
la prima volta non mi sono svegliata in prede all’ansia né
sudata anzi. Osservo la mia mano notando però un leggero
tremore, sorrido accondiscendente, non si può avere tutto dalla
vita no?
Do uno sguardo
alla sveglietta posta sul comodino, segna le cinque meno un quarto, un
po' presto, ma questo vuol comunque dire che ho dormito un’intera
notte, senza nessuna interruzione, non ho certo fatto sogni d’oro
ma mi sento tranquilla.
Osservo
Sesshomaru riposare accanto a me, ha le labbra socchiuse e
un’espressione rilassata sul volto, il suo braccio cinge ancora
la mia vita ed io decido di continuare riposare per almeno
un’altra mezzora. Mi risdraio questa volta dandogli le spalle per
non svegliarlo tuttavia stringo al petto il suo braccio e faccio
aderire la schiena al suo busto per stare il più possibile
vicina a lui.
Eccolooooooooooooooooooo
il famoso/famigerato nono capitolo! Come vi è sembrato??? sono
stata velocissima ad aggiornare questa volta quindi se trovate errori
fatemeli notare e vedrò di correggerli!
Appello super-mega importante!!
Vi
prego ho bisogno dei vostri pareri!! Io lo considero uno dei capitoli
più belli della ff malgrado la drammaticità ma ovviamente
sono di parte quindi la mia opinione non vale!
Dunque.. a voi
la parola!!!! Voglio leggere un sacco di commenti positivi o negativi
che siano, sapete che sono aperta alle critiche.
Prima di tutto il capitolo vi è piaciuto? Cosa ne pensate del comportamento di Kohaku??
E di quello di
Rin?? Sono cosi ansiosa! Spero di aver descritto le cose nel modo
più “reale” possibile anche se mi rendo conto che la
cosa è davvero, ma davvero relativa! Ho cercato di immaginare
come si possa sentire una persona quando viene sopraffatta,quando
capisce che non ha via di fuga.. spero di aver reso almeno in minima
parte la sensazione di paura e impotenza che si prova…
Il mio appello
a voi lettori è quello di lasciare anche poche parole di
commento xkè ho davvero bisogno di sapere cosa ne pensate!
Il prossimo
capitolo si intitolerà “Il calore del suo corpo”,
continuerò a raccontare un po’ la storia di Rin ma
ovviamente in nostro youkai preferito avrà una parte più
rilevante, non riesco a tenerli troppo ontani questi due :P
Ecco a voi un piccolo poiler
“Mi
accoccolo maggiormente al braccio di Sesshomaru evidentemente
disturbando il suo sonno. In quanto si rigira verso di me
abbracciandomi e mugolando qualcosa di incomprensibile.
Rimango
interdetta per qualche secondo stordita dalla situazione e dalla sua
“voce” al mio orecchio, sento il mio corpo e il mio viso
andare in fiamme e il cuore battere all’impazzata, nella mia
mente si affollano possibili reazioni da compiere ma io rimango
immobile sotto di lui. È dura ammetterlo ma la verità
è che voglio rimanere tra e sue braccia ancora e ancora, sempre
più vicina, sempre più stretta.”
Ed ora passiamo ai ringraziamenti : )
Karly_chan the black cat
e si, davvero tanta pazienza! :P cmq… ora sai cosa ha
fatto kohaku.. che ne pensi???e soprattutto cosa pensi di questo
capitolo?? Ti è piaciuto o ha deluso le tue aspettative? Aspetto
con ansia le tue considerazioni baciiii
lua82 già sarebbe un problema se fossero troppo uguali, come si dice gli opposti si attraggono :P
allora come
è andata l’opera di conio???trovati i termini adatti ora
che sai cosa ha dovuto subire la povera Rin??ovviamente aspetto un tuo
commento su questo capitolo voglio assolutamente sapere il tuo
parere!!! Un bacio enormeeeee
achaori ti
ringrazio infinitamente x aver commentato e per i complimenti!
Sono molto felice di sapere che segui fin dagli inizi la mia storia! Mi
auguro che anche questo aggiornamento sia stato di tuo gradimento e
spero di poter leggere le tue impressioni anche per questo capitolo! Un
bacioneee
Isy_264
dai dai sono stata brava ho aggiornato velocemente questa volta : )
allora.. cosa ne pensi?a che livello è la tua indole omicida?
Cmq sono felice che anche tu la pensi come me! Rin come sesshomaru non
ha bisogno e non vuole essere compatita!vuole sentirsi protetta ma non
oppressa, deve sentirsi al sicuro ma soprattutto sicura di se!cmq..
spero che questo capitolo ti sia piaciuto e aspetto un tuo commento..
baci!!!
LilyProngs
grazie grazie grazie! Sono felicissima che la storia e i personaggi ti
piacciano! E cosa ne pensi di questo cap dai toni più
“amari”??prometto che nel prossimo ci saranno scene
più “pucciose” già un assaggio lo hai avuto
con lo spoiler : ) spero di leggere il tuo parer su questo cap un
bacione grande grande a prestoooo.
callistas e
come hai notato non sono stati esattamente 5 minuti… :P sono
felice che i caratteri di Rin e Sesshoamru ti piacciano anche se sono
decisamente OOC e ovviamente ti ringrazio per i
complimenti!!addirittura espongo i personaggi in modo sublime! Me
onorata e imbarazzata :P ma assolutamente e completamente felice dei
tuo apprezzamenti. Cmq ho aggiornato in frettissima quindi sono stata
buona anche se non ho concesso spoiler.. mi spiace ma dovevate essere
all’oscuro di tutto muhahahahah! (risata malvagia nda) cmq
allora cosa ne pensi??aspetto trepidante un tuo commento!!!!!! bacioni
|
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Capitolo 10 *** Il calore del suo corpo ***
Il calore del suo corpo
Il calore del suo corpo, il rumore del suo respiro, il suo battito cardiaco.. sembrano un toccasana
per la mia anima, è la prima volta dalla morte della nonna che
riposo una nottata intera. Sorrido ripensando a tutti i metodi che ho
provato per riuscire a dormire almeno per tre ore di fila, ma a
nulla erano valsi i miei sforzi.
Ho bevuto
litri di camomilla, preso chili di valeriana, mi sono stancata di
lavoro, ho usato musicassette rilassanti, e tanto tanto altro ancora e
l’unico rimedio per me è stato uno youkai. Questo youkai.
Orgoglioso, testardo, saccente, eppure capace di tranquillizzarmi.
Mi sento cosi
sciocca in questo momento, mi sembra di essere ritornata bambina quando
seduta a gambe incrociate sul letto leggevo le favole
come la bella addormentata nel bosco o cenerentola e ogni volta,
arrivata alla fine, quando il principe salvava la principessa e la
baciava stringevo il libro al petto pronunciando a occhi chiusi quelle
semplici parole, come un mantra, come fossero la cosa più
romantica del mondo “ e vissero sempre felici e contenti”.
Crescendo ho
continuato a sognare consapevole però che la vita non sarebbe
stata tutta rose e fiori e che non sarebbe arrivato un principe su di
un cavallo bianco a salvarmi dai pericoli. Tuttavia non ne ho mai
risentito particolarmente, ho avuto un’infanzia felice e una
gioventù ricca di momenti piacevoli.
Stavo vivendo
la mia fiaba personale, senza principe è vero ma ero cmq
soddisfatta, però come tutti sanno, le cose belle non durano per
sempre.
Mi accoccolo
maggiormente al braccio di Sesshomaru evidentemente disturbando il suo
sonno, in quanto si rigira verso di me abbracciandomi e mugolando
qualcosa di incomprensibile.
Rimango
interdetta per qualche secondo stordita dalla situazione e dalla sua
“voce” al mio orecchio, sento il mio corpo e il mio viso
andare in fiamme e il cuore battere all’impazzata. Nella mia
mente si affollano possibili reazioni da compiere ma io rimango immobile sotto di lui. È dura ammetterlo ma la verità è che voglio rimanere tra e sue braccia ancora e ancora, sempre più vicina, sempre più stretta.
Il suo corpo
è perfettamente aderente al mio e le sue braccia mi cingono
interamente avvolgendomi col suo calore e invadendomi col suo profumo.
Devo ammettere a me stessa che questo tepore è veramente
piacevole, la sua vicinanza
è piacevole. Mai come in questo momento mi sento riconoscente
verso i miei genitori e i Kami per avermi donato i miei sensi
sviluppati di mezzo demone, è grazie a loro che percepisco cosi
distintamente il pulsare deciso e pacato del suo cuore che come un
metronomo scandisce il passare del tempo e fornisce un ritmo lento al
suono del suo respiro, con l’olfatto percepisco il profumo
deciso e fresco della sua pelle, ha un retrogusto vagamente ferino,
selvaggio che ricorda la montagna coi suo immensi alberi verdeggianti,
l’erba fresca e smeraldina, le rocce possenti rivestite di
muschio e gli anfratti di rupe, dimora di timida vita.
Da donna
avverto invece il suo abbraccio, il suo calore, la delicatezza della
sua epidermide sulla mia. Vengo invasa da sensazioni che solo una donna
può provare e solo in compagnia di un uomo, quel senso di
protezione, di difesa, di sicurezza.
Non sono mai
stata una fan dalla fanciulla fragile e indifesa bisognosa di un uomo
al suo fianco per sopravvivere, anzi ho sempre ostentato la
parità dei sessi eppure, mi costa ammettere che la vicinanza di
Sesshomaru mi rassicura in maniera differente di quanto non abbia mai
fatto la nonna o qualunque altra persona, è una sensazione
più decisa, come una consapevolezza,
la certezza che qualunque cosa accada lui sarà in grado di
proteggermi da qualunque attacco, perfino quelli del mio animo.
Mi ritrovo a
sfregare il mio viso sul suo braccio con gesti lenti e gentili solo per
sentire il piacere di una liscia carezza che altrimenti non potrei
provare, e con gli occhi chiusi distendo le mie labbra in un sorriso
imbarazzato mentre una strana euforia rallegra il mio cuore i miei pensieri.
Volgo per
qualche secondo il mio sguardo alla sveglia scoprendo che sono
già parecchi minuti che sono sveglia tra le sue braccia e mi
sorprendo di quanto bene io mi senta, di solito appena sveglia, quando
la mente non è ancora lucida, l’equilibrio è
instabile e la vista non è ancora sicura, mi alzo per recarmi in
bagno a lavare le mani e il viso, è un’abitudine, una necessità
giornaliera che segna l’inizio della mia giornata, era
impossibile per me ignorare questo rito come anche quello seriale,
routine che invece è stata infranta impunemente grazie a
Sesshomaru.
Trovo
questa situazione quasi sconcertante, la sensazione di sporco e
inadeguatezza che mi avvolgeva il mattino appena sveglia ora non
c’è, il desiderio dell’acqua fresca a svegliare il
mio viso è sopraffatto dalla voglia di rimanere tra sue braccia.
Curiosa e
speranzosa di tale novità per la seconda volta allungo
leggermente la mano destra fino a pormela davanti al viso, trema, è
un tremore leggero ma comunque presente che mi riporta alla
realtà, sospiro sconsolata e delusa che la vicinanza di
Sesshomaru non abbia influito anche su questo mio difetto e, forse ad
opera del mio rinato nervosismo, uno spasmo involontario fa contrarre
la mia gamba che va inevitabilmente a urtare con quella di Sesshomaru.
Terrorizzata
sigillo i miei occhi e trattengo involontariamente il fiato pregando i
Kami di non aver toccato la gamba ferita e che il mio movimento non lo
abbia svegliato. Il panico aumenta quanto lo sento muoversi e mugugnare
qualcosa, mi stringe maggiormente a se come un bambino col suo
orsacchiotto preferito affondando il suo viso tra i miei capelli nell’incavo del collo, sento le sue labbra sfiorare la mia pelle e il suo respiro caldo solleticarla
ad ogni sospiro. Un nuovo spasmo mi assale non so se a causa del
nervosismo o della sua vicinanza e non appena ciò avviene inizio
a maledirmi mentalmente domandando ai Kami il perché di tanta
sfortuna.
Tento di
divincolarmi da lui per limitare i danni e trovare una buona
scusa nel caso si svegli e ancora una volta Sesshomaru, infastidito,
inizia a muoversi mentre sul suo viso si distende una lieve
smorfia di disappunto che fa aggrottare leggermente le sue
sopracciglia. Lo vedo accoccolarsi leggermente avvicinandosi alla mia
precedente porzione di letto, per poi iniziare a tastare il
materasso circostante. Che stia cercando me? Sarebbe possibile essendo
una hanyou la temperatura del mio corpo è più alta
rispetto al normale, forse avverte l’assenza del tempore, ma
nella mia mente si materializza egoista e prepotente l’idea che sia il mio corpo, la mia presenza a mancargli.
Una sensazione
d’imbarazzo misto a euforia inizia ad invadermi mentre osservo il
mio vicino ormai calmo riposare prono, ora ho la possibilità di
alzarmi e ritornare nella mia casa. È la cosa migliore da fare,
è il momento migliore per farlo, tuttavia.. tuttavia non compio
quei semplici gesti, non seguo i suggerimenti della mia mente, anzi li
ignoro, li zittisco spudoratamente sdraiandomi nuovamente vicino a lui.
Avverto il freddo del materasso infastidirmi ma non me ne curo
semplicemente guardo il suo viso addormentato.
Senza rendermene conto ne sfioro
i contorni con la mano calda e lui segue i miei movimenti fino a
ritrovarsi in posizione supina, mi avvicino dunque a lui continuando ad
accarezzare i suoi zigomi, le labbra, la frangia lattea e, compiaciuta,
imprimo nella mia mente le sue espressioni di apprezzamento a quelle
carezze. Finalmente soddisfatta mi avvicino maggiormente a lui
riprendendo la mia posizione iniziale con la schiena aderente al suo
fianco nella speranza che ancora una volta il mio calore lo attiri a me, cosa che fortunatamente accade.
Lo sento voltarsi e dopo pochi istanti le sue braccia cingono nuovamente il mio corpo.
Dapprima dolcemente poi sempre più possessivo
come avesse paura di perdermi un’altra volta, mi godo questo
momento stringendo maggiormente a me le sue braccia poi, sorridente
chiudo gli occhi ripensando al sogno e a ciò che avvenne dopo
che Kohaku aveva lasciato la mia casa, sicura che la paura e lo
smarrimento non potranno eludere le difese che in questo momento,
seppur inconsapevoli, sono erette a proteggermi.
Ero stesa sul
pavimento, immobile e dolorante sia per le percosse sia per i muscoli
in tensione e la paura provata. Le gambe, le spalle, il petto mi
facevano male da morire cosi come i polsi, mentre le braccia e le mani
le sentivo tremendamente pesanti e sfrigolavano come se fossero
addormentate, ricordo che ci volle uno sforzo enorme per girarmi di
lato in modo da acquistare una posizione meno dolorosa e almeno un’ora prima di riuscire ad alzarmi.
Piansi,
piansi tutto il tempo, piansi quando ero stesa a terra, quando mi
trascinai con le braccia fino al tappeto, quando esausta mi abbandonai
ansimante su di esso. Piansi finché sfinita, non mi addormentai.
Il giorno
seguente mi svegliai dolorante e confusa, la testa sembrava piena
d’aria, come un palloncino sfuggito di mano a un bambino preda
delle correnti che lo sballottano senza sosta allontanandolo dal suo
padrone, il resto del corpo era invece pesante, come se vi avessero
attaccato dei pesi all’estremità per impedirmi di alzarmi
o compiere dei movimenti. I polsi, le caviglie, i ginocchi, i gomiti,
tutte le articolazioni, tutte le giunture sembravano bloccate da una
strana colla.
Iniziai a
guardarmi intorno ancora stordita e non so nemmeno io come, ne con
quale forza, abbandonai il mio stato apatico e cominciai a ripulire
tutto, non so perché ma tutto quel disordine mi era insopportabile.
Raccolsi i cocci di vetro, e tutto ciò che Kohaku aveva buttato
incollando i vari pezzi degli oggetti recuperabili, attaccai un telone
di plastica alla finestra e mi diedi da fare per rimettere a nuovo la
casa. Lavai e spolverai tutto il giorno finché la sera, esausta,
mi misi a letto osservando le dita delle mani pallide e tremanti, avevo
rotto tre unghie e mi ero procurata qualche taglietto…. Al
momento non diedi importanza a quel tremore pensando che al mattino
seguente sarebbe sparito, cosa che però non avvenne, anzi...
I tremori
aumentavano sempre di più e comparvero anche i primi attacchi di
panico.. il primo avvenne il giorno in cui andai a comprare il vetro
per la finestra mi sentii male per strada e un anziano signore mi
portò al ospedale
Ricordo ancora la paura impossessarsi di me e il panico paralizzare il mio corpo, le mie mani, perfino il viso. Li avvertivo rigidi, come addormetati , morti,
assolutamente fuori dal mio controllo. Tentavo diperatamente di
stringere le dita in un pugno, di distendere i muscoli del viso ma essi
non rispondevano ai miei comandi. Rimasi distesa su quel lettino del
pronto soccorso per svariate ore prima
di riuscire a muovere nuovamente le dita. Il medico mi disse che ero
stata colta da un attacco di panico.. ne avevo sentito parlare spesso
ma non mi ero mai interessata alla cosa, una giovane infermiera mi
diede una specie di volantino informativo che spiegava a grandi linee
cosa fossero esattamente i DAP..
“Un
attacco di panico, o "Disturbi d'attacco di panico" (DAP), è un
periodo di paura o disagio intensi, tipicamente con un inizio
improvviso e solitamente della durata inferiore ai trenta minuti. I
sintomi includono tremore, respirazione superficiale, sudore, nausea,
vertigini, iperventilazione, parestesie (sensazione di formicolio),
tachicardia, sensazione di soffocamento o asfissia. Il disturbo
è significativamente diverso dagli altri tipi di disturbi di
ansia, in quanto gli attacchi sono improvvisi, non sembrano provocati
da alcunché e spesso sono debilitanti. Un episodio è
spesso categorizzato come un circolo vizioso dove i sintomi mentali
accrescono i sintomi fisici, e viceversa.
La
maggior parte delle persone che hanno un attacco, poi ne hanno altri in
seguito. Se una persona ha attacchi ripetuti, oppure sente una forte
ansia riguardo la possibilità di avere un altro attacco, allora
si dice che ha un disturbo di panico.”
Pochi
righi scritti su un semplice foglietto semirigido di colore arancione
in cui io mi rispecchiavo perfettamente, il medico mi disse che molto
probabilmente era successo tutto a causa dello stress, mi disse che
sembravo molto nervosa, che ero fragile emotivamente, che la
situazione attuale sarebbe potuta degenerare in depressione..
mi segnò dei farmaci, dei calmati che però io non assunsi
mai, li comprai certo, ma senza neppure aprirli li riposi
nell’armadietto dei medicinali dopo aver letto il foglietto
illustrativo. Mi rifiutavo di accettare quella diagnosi e mi rifiutavo
di seguire quella cura. Mi sentivo quasi indignata da
quelle pillole, quasi denigrata, io.. io non ero pazza, non ero
mentalmente instabile, io stavo solo soffrendo, perché nessuno
voleva capire che tutto ciò di cui avevo bisogno era del tempo?
Avverto gli
occhi pizzicare e istintivamente affondo il viso sul braccio di
Sesshomaru, mi chiedo come sia possibile trovare conforto in una
persona che si conosce appena, forse è proprio la sua
estraneità a rendere possibile la cosa? Io avevo tanti amici
eppure non ho provato con nessuno di loro questo bisogno di vicinanza,
questa sensazione di “benessere”, al contrario mi sentivo a
disagio, ero come infastidita dalla loro presenza.
Non li
sopportavo, non sopportavo i loro sguardi, non sopportavo i loro
tentativi di starmi vicino, non sopportavo le loro frasi dannatamente
accondiscendenti e comprensive, tutte quelle frasi fatte tipiche dei
momenti difficili, tipiche del lutto.
Ero convinta che nessuno di loro potesse comprendere il mio stato
d’animo e il mio dolore, li trovavo tremendamente presuntuosi,
loro con le loro vite perfette.. come osavano giudicare e dare consigli
a me che invece soffrivo?
Adesso mi rendo
conto che i miei erano i pensieri di una persona egoista, ma allora non
riuscivo a comprenderlo. Ho fatto credere a tutti di stare bene, li ho
allontanati, e mi sono estraniata dal mondo circostante, l’unica
persona che lo ha capito.. l’unico che nel bene o nel male mi ha
fatto in qualche modo reagire è stato Kohaku, paradossale! La
causa prima della maggior parte dei miei problemi attuali è data
da colui che in qualche modo mi ha sollevata da quelli precedenti!
Assurda, la vita è assurda! La controprova è data dal fatto che sono “abbracciata” ad uno sconosciuto
sentendomi perfettamente al sicuro, bramando il suo calore a tal punto
da desiderare che il tempo si fermi cosi, in questo momento per
permettermi di godere appieno di questo fortuito spiraglio di
emozionante beatitudine .
Eccomiiii
questo capitolo è più piccolino ma volevo continuare la
storia di Rin per poi proseguire l’andamento della vicenda
“presente” quindi dovevo necessariamente concludere col
passato.. comunque spero vi sia piaciuto!!mi scuso per il ritardo
dell’aggiornamento ma avendo fatto i salti mortali per quello
precedente ho dovuto recuperare tutto quello che avevo lasciato
indietro ^.^”
Ovviamente mi auguro che comunque il cap vi sia piaciuto e aspetto i vostri commenti!!
Sono ancora euforica per quelli che avete lasciato in relazione al capitolo precedente!
Piccola nota:
la parte scritta in corsivo circa la descrizione della DAP non è
inventata! È stata copiata da Wikipedia! Ho pensato che magari
un po’ di curiosità su questo disturbo fosse nata essendo
il perno su cui ruota la ff quindi ho ritenuto opportuno dargli
una descrizione più accurata di quella che potevo spiegare io
esponendo gli stati d’animo di Rin..
Ora come di consueto riserviamo questa parte gli spoiler da voi tanto amati : )
Alluuuura il
prossimo capitolo si intitolerà “Un’infanzia di
solitudine” parlerò dell’infanzia di
Sesshomaru e Inuyasha! Sperando che l’argomento vi appassioni, ed
ora ecco a voi un piccolo assaggio di ciò che leggerete
“Si
era sentito tradito e considerava il comportamento di suo padre, come
un’offesa verso la memoria di sua madre. La prima volta che
incontrò la sua “nuova famiglia” lo fece solo per
avere l’opportunità denigrare il comportamento del padre,
per dimostrare all’inferiorità di quelle persone, ma
quando fu davanti quella donna e quel bambino, quando seppur non per
suo diletto, apprese le loro storie si limitò a mantenere una
atteggiamento freddo e scostante incapace di trovare colpe in coloro
che come lui avevano dovuto subire dolore a causa di quell’uomo
che lui un tempo aveva chiamato padre.
Si
ritrovò suo malgrado a invidiare la loro ritrovata pace, ma si
rispecchiò riconoscendosi negli occhi ambrati del fratellastro,
vi leggeva il dolore e la colpevolezza di vivere, la stessa che provava
lui. Riusciva a comprendere il suo disagio, la vergogna di essere stato
la causa della vita emarginata e sofferente della madre, quella donna
lo avrebbe potuto abbandonare alla nascita, avrebbe potuto addirittura
evitare che venisse al mondo ma lei invece aveva vissuto nella
solitudine e negli stenti per crescerlo.. lui il frutto di un abuso, di
una violenza, di un errore..”
Spero di
essermi fatta perdonare il ritardo dato che lo spoiler è bello
lungo e che.. insomma dice un sacco di cose.. forse ho svelato anche
troppo :P
Ultimissima
nota, lo so che vi sto annoiando ma abbiate ancora un po’ di
pazienza..purtroppo è periodo di esami e quindi non so se
riuscirò ad aggiornare con regolarità in quanto
dovrò darmi parecchio da fare viste le materie che mi tocca
studiare.. prometto che comunque cercherò di fare del mio meglio
per non deludervi!!
Infine ecco l’angolino ringraziamenti!
piccola tammy sono
a dir poco onorata del tuo commento!!!è davvero un grandissimo
piacere sapere che la mia ff ti abbia coinvolta nonostante riguardi un
paring a te poco congeniale! E Nn devi assolutamente scusarti per aver
commentato a metà ff xkè, ripeto, sapere che la storia ti
piace e che sia tra le tue preferite nonostante la coppia usata nn sia
la tua preferita mi riempie di orgoglio! (me ora si monta la testa :P
)cmq spero di ricevere altri tuoi commenti! Cosa ne pensi di questo
capitolo? un bacioneee
LilyProngs,
e già lo avevo detto che ero impaziente di postarlo :P cmq
ti ringrazio infinitamente x i complimenti e si.. Kohaku non è
fondamentalmente cattivo benché la sua reazione sia stata a dir
poco spropositata! Bisogna tener conto che Rin dopo la morte della
nonna è cambiata radicalmente come ho accennato anche in questo
capitolo e lui.. lui ha reagito in maniera esagerata e sbagliata
facendosi prendere dall’ira. x quanto riguarda il commento nn
devi assolutamente scusarti adoro i commenti lunghi!!! Anzi li amo! Un
bacione enorme e alla prossima ps spero di leggere le tue impressioni
anche su questo cap kiss
Karly_chan the black cat grazie
x i complimenti sono felice che il mio intento sia arrivato anche voi
lettori : ) per quel che riguarda Kohaku hai perfettamente ragione, il
suo carattere nello scorso capitolo è stato completamente OOC ma
purtroppo gli è toccata questa parte! Mi preme comunque
informarti che il suo personaggio non è fondamentalmente
cattivo! È stato il coinquilino di Rin per quasi 2 anni
nonchè innamorato di lei in segreto da quando l’ha
conosciuta, tuttavia vedendo lo stato della ragazza è uscito
fuori di matto! Spero che anche questo capitolo sia stato di tuo
gradimento un bacione enormeeee e ovviamente fammi sapere cosa ne
pensi! : )
monik, purtroppo
non sono sempre possibili gli aggiornamento flash, ho fatto i salti
mortali x fare quello del nono capitolo :P cmq mi fa piacere ti sia
piaciuto e spero che anche questo sia stato di tuo
gradimento!ovviamente attendo le tue impressioni : ) baciiii a presto
lua82
e si Kohaku è uscito proprio fuori di matto!! Ha dato il peggio
di se! Cmq mi fa piacere che il cap ti sia piaciuto e spero che anche
questo prosieguo sia stato adeguato, come ho già detto nelle
precedenti recensioni c Kohaku non ha una vera e propria natura cattiva
e almeno ha “risollevato” Rin dalla depressione dovuta alla
morte della nonna, certo però le ha creato altri problemi che
cmq sembrano sanarsi piano piano grazie ad un certo youkai…
Cmq non ti preoccupare x il commento io AMO i commenti lunghi : )
quindi non mi resta che ringraziarti ancora e aspettarle il tuo
prossimo commento un super bacioneeeee
callistas
ciaoo come sempre i tuoi commenti sono unici! Sono felice di aver
coinvolto anche te con la storia di Rin, per quel che riguarda Kohaku
si, è stato un comportamento imperdonabile! ma il perdonami
finale era davvero sentito! Si era reso conto di ciò che stava
per fare e si è pentito almeno questo glielo dobbiamo
riconoscere…. Cmq ti ringrazio infinitamente x i complimenti e
spero di riuscire a “sorprenderti” sempre! Un bacione
extra-large e alla prossima. PS sono io che devo ringraziare te di
esistere!! Kiss
Isy_264
ciaooooo e grazieee nn sai che piacere leggere il tuo commento!!!
Davvero davvero un piacere anche perché hai centrato in pieno la
situazione! Nel senso che Kohaku non è cattivo di Natura!
Altrimenti non sarebbe stato il coinquilino di Rin! Ma attenta lui
l’ha amata in segreto ma non sono mai stati fidanzati! Il suo
scatto d’ira non so nemmeno io come sia avvenuto ma la
spiegazione è nella mia testolina e prima o poi verrà
fuori! Anche perché quei due, ho deciso, devono chiarirsi!x
quanto riguarda lo scontro con Sesshomaru.. lui non sa ancora
nulla e non lo saprà per i prossimi 2 capitoli (quelli che
ho abbozzato) più avanti si vedrà.. prima o poi
dovrà pur scoprirlo no?
Ancora un grazie enorme x il commento e i complimenti!! Mi hanno messo davvero di buon umore kiss a presto
Naturalmente dei ringraziamenti speciali vanno anche alle 21 persone che hanno messo la mia ff tra le preferite e alle 8 che l’hanno posta invece tra le seguite!ringrazio tutti voi di cuore siete fantastici e una sprono x il mio lavoro!!
Un abbraccio Mikamey
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Capitolo 11 *** Un'infanzia di solitudine ***
Un'infanzia di solitudine
E’
passata quasi una settimana dall’arrivo di Sesshomaru e oggi
verranno a trovarlo suo fratello con moglie e figli. Mi ha
parlato un po’ di loro in questi giorni e del tipo di vita che
conduceva insieme a loro prima di venire qui.
A quanto pare hanno una discreta quantità di terreni che coltivano, con annessa una piccola fattoria.
La storia dei
suoi possedimenti e di come abbia iniziato la sua attività mi ha
davvero sorpresa, pare che suo padre avesse rinunciato ad un matrimonio
combinato per unirsi con una yasha non appartenente alla nobiltà
che come dote aveva solo un discreto appezzamento di terra incolto.
Lui aveva
deciso di rinunciare al titolo e all’eredità per vivere
con lei, col frutto del lavoro di quel terreno, tuttavia la donna
morì dopo aver dato alla luce Sesshomaru, così
“Otosan” distrutto dal dolore abbandonò quel luogo
troppo doloroso per lui, tornando col figlio al suo vecchio casato dove
aiutato da una nutrice crebbe Sesshomaru fino all’età di
cinque anni oltre i quali lo youkai ancora bambino trascorse la sua
vita chiusa in un collegio esclusivo fino alla maggiore età.
Ovviamente il
padre continuò a “occuparsi” di lui seppur a
distanza offrendogli tutto ciò che il denaro poteva comprare, ma
non riuscì mai a dargli il suo amore.. si riteneva colpevole
della morte della moglie e odiava se stesso per aver negato una madre al proprio figlio, si sentiva indegno del dono che la moglie gli aveva lasciato e per non macchiare
anche lui lo aveva allontanato. Con l’andare del tempo
però l’odio che provava verso se stesso venne indirizzato
a Sesshoamru, alla creatura che acquistando la vita aveva spento quella
della sua genitrice, se quel bambino non fosse mai nato la sua Tsubaki
non lo avrebbe lasciato solo nel suo dolore.
Mi si stringeva
il cuore quando Sesshomaru mi raccontava questa storia, quando mi
parlava dei suoi natali passati in una solitaria stanza
all’accademia senza parenti ne auguri sinceri. E’ cresciuto
senza l’affetto di una madre e non ha mai veramente conosciuto
nemmeno quello del padre.
Suo fratello
invece è stato il frutto di una notte si solitudine ed
ebbrezza... qualche anno dopo la scomparsa della moglie, il padre di
Sesshomaru attraversò un periodo si sregolatezza durante il
quale disinibito dai fumi dell’alcool stuprò una donna a
causa della sua somiglianza con la defunta Tsubaki, da quella
violenza venne concepito Inuyasha, il figlio di un dolore e un peccato incancellabili, eppure ricevette più amore di lui il frutto di un’unione sincera.
La donna
stuprata, Izayoi, decise infatti di tenere quel bambino, cicatrice
vivente e rievocativa della violenza subita, perché incapace di
negare la vita ad un essere innocente, colpevole solo di non essere
stato generato per amore.
Il padre di
Sesshomaru si era offerto di risarcire moralmente la donna ritenendosi
responsabile di qualunque conseguenza fosse scaturita dalla sua colpa,
ma lei rifiutò il suo denaro rivolgendogli l’unica
richiesta di non mostrarsi più alla sua vista.
Cosi avvenne
per sette lunghi anni, durante i quali non rivide più
Izayoi e rimase ignaro di avere avuto un figlio da lei, scoprì
la cosa per caso, per puro divertimento di una sorte onnisciente e inesorabile.
Durante una
mattina come tante, scorse per la via di una strada un ragazzino dai
capelli argentei dai quali spuntavano due piccole orecchiette canine,
ne fu inevitabilmente attratto per la somiglianza con quel figlio
che lui tanto tempo prima aveva rifiutato e relegato in un collegio,
decise di seguirne i movimenti per rubare un po’ di quella fanciullezza che non aveva potuto vedere in colui che possedeva il suo stesso sangue.
Ne
scoprì dunque la dimora dove la sorte gli fece vedere per la
seconda volta la donna violentata anni prima, donna che il bambino
chiamò Mamma..
Stando a quanto
mi ha raccontato Sesshomaru da quel giorno il padre si recò
spesso nei dintorni di quel piccolo parchetto che sorgeva nei pressi
della cosa di quel piccolo haniou, spiando l’infanzia di quel
figlio appena ritrovato e la donna che sola lo aveva cresciuto pur
essendo il frutto di una violenza che aveva segnato la sua interva vita
di donna.
Dopo un paio di
mesi, trovato il coraggio, l’uomo si recò da Izayoi
offrendole un supporto economico per il mantenimento del figlio e
di riconoscerne la paternità, le raccontò la sua storia,
la morte della moglie, la sua somiglianza con lei, implorò
il suo perdono, ma la donna rifiutò nuovamente il denaro, gli
concesse però la possibilità di conoscere il bambino a
patto che non gli svelasse mai il rapporto di parentela che li legava.
Fu così
che suo padre iniziò a frequentare sempre più
assiduamente il piccolo Inuyasha, e a conoscere la donna che armata di
forza di volontà e coraggio era stata in grado di crescerlo per
sette lunghi anni nella solitudine e nel sacrificio.
Fu grazie a lei che l’uomo aprì gli occhi sulla vita che stava conducendo, sulla venialità e aridità della sua esistenza nella quale aveva trascinato anche l’ultimo regalo della defunta moglie, Sesshomaru.
Col passare del
tempo il sentimento di rispetto che provava verso Izayoi, si
tramutò in amore e la necessità di occuparsi di lei e del
figlio divenne incontenibile, cosi iniziò a supportare quella
famiglia con i soli mezzi che conosceva, quelli che offre il denaro, ma
con lo spirito di chi compie quei gesti per amore e non per
dovere. Trovò un impiego dignitoso alla donna e
pagò le rette scolastiche di Inuyasha per i successivi tre anni
dal loro incontro per poi confessare la sua colpa allo stesso ragazzo
domandando il suo perdono.
Inutile dire
che Inuyasha fu sconvolto dalla storia del suo concepimento e
rinnegò l’affetto che aveva iniziato a provare verso
quell’uomo cosi gentile che aveva imparato a conoscere i quegli
anni, tuttavia quando il destino ci mette lo zampino nulla può
variare il suo corso, infatti, dopo altri tre lunghi anni l’uomo
si sposò con Izayoi riconoscendo Inuyasha come figlio.
In quel periodo
l’uomo tentò di riallacciare i rapporti anche con
Sesshomaru, gli svelò l’esistenza di un fratello e la sua
intenzione a risposarsi, gli domandò di far parte anche
lui di quella nuova famiglia.. ma lui si rifiutò decidendo di
rimanere in accademia.
Si era sentito tradito, e considerava il comportamento di suo padre come un’offesa
verso la memoria di sua madre. La prima volta che incontrò la
sua “nuova famiglia” lo fece per avere
l’opportunità di denigrare il comportamento del padre, per dimostrare l’inferiorità
di quelle persone, ma quando fu davanti quella donna e quel bambino,
quando seppur non per suo diletto, apprese le loro storie si
limitò a mantenere una atteggiamento freddo e scostante incapace
di trovare colpe in coloro che come lui avevano dovuto subire dolore a
causa di quell’uomo che lui un tempo aveva chiamato padre.
Si ritrovò suo malgrado a invidiare la loro ritrovata pace, ma si rispecchiò riconoscendosi negli occhi ambrati del fratellastro, vi leggeva il dolore e la colpevolezza di vivere, la stessa che provava lui. Riusciva a comprendere il suo disagio, la vergogna di essere stato la causa della vita emarginata
e sofferente della madre. Lo avrebbe potuto abbandonare alla nascita,
avrebbe potuto addirittura evitare che venisse al mondo ma lei, invece,
aveva vissuto nella solitudine e negli stenti per crescerlo.. lui il
frutto di un abuso, di una violenza, di un errore.
Si.. lui capiva
i sentimenti di quel ragazzino silenzioso e indisponente, non si
comportava in modo brusco perchè si sentiva superiore, non
allontanava gli altri per sovrastarli, non si isolava per dimostrare la
sua autonomia, lo faceva perché si vergognava di se stesso, denigrava la sua stessa esistenza, malediceva
la sua nascita e ciò che aveva comportato, lui un mezzo demone
già ritenuto un essere ibrido non era stato nemmeno concepito
per amore.
Sesshomaru si
rifiutò sempre di andare a vivere col padre e la nuova moglie
tuttavia andava spesso a trovare il fratello instaurando con lui un
rapporto di complicità che si tramutò velocemente in
affetto e protezione verso colui che viveva una vita cosi diversa dalla
sua eppure custode di un dolore talmente grande da renderli uguali.
Anche Inuyasha
iniziò a provare un profondo rispetto verso quel demone
apparentemente freddo che riusciva a comprenderlo, e il legame tra loro
andò sempre più rafforzandosi divenendo a loro insaputa,
un vero e proprio amore fraterno.
A quanto ho
capito anche l’odio verso il padre andò man mano scemando
col passare degli anni fino a mutare in indifferenza e infine, in accondiscendente accettazione.
Quando
Sesshomaru raggiunse i diciotto anni decise di occuparsi del podere di
sua madre fino ad allora relegato alle cure occasionali di un anziano
custode, il cui unico compito era quello di accertarsi che nessuno si
introducesse il quei luoghi.
Ovviamente il
padre divenutone il proprietario alla morte della moglie esaudì
il desiderio del figlio offrendogli anche il denaro utile per il
risanamento della zona, denaro che ovviamente Sesshomaru
rifiutò, in cambio ricevette invece l’aiuto del fratello.
A quanto pare “Otosan” aveva intenzione di trasferirsi
insieme alla moglie in una piccola località montana al fine di
regalarle una dimora tranquilla e una vita più sana, ma il
mezzodemone non voleva allontanarsi dalla ragazza amata e da Sesshomaru
cosi decise di andare a vivere col fratello.
Insieme
riportarono all’antico splendore quelle terre espandendone i
confini e facendovi erigere uno chalet per dimora, dove al momento
vivono Inuyasha con la sua famiglia e Sesshomaru stesso il quale, pare
stesse dirigendo i lavori per la costruzione di una nuova casa in modo
da lasciare al fratello la giusta intimità per la sua
realtà di marito e padre.
E così questa è la storia della sua vita estorta per sommi capi in questi pochi giorni di “convivenza”.
Ho notato con piacere che ogni volta che parla di suo fratello e della sua famiglia il suo sguardo si addolcisce, diventando caldo e amorevole.
Ha sopportato cosi tanta solitudine fino al loro arrivo che ora credo li consideri il suo più grande Tesoro,
già avevo intuito il suo affetto per loro la prima volta che lo
vidi, quando posava il suo sguardo sul piccolo Taka, o sul fratello e
la donna..quelle iridi d’oro freddo si tramutavano in miele.
Anche oggi, con
tutto che non sono ancora arrivati, posso vedere una strana luce nei
suoi occhi e leggere l’impazienza sul suo volto, guarda
spesso l’orologio e “passeggia” instancabile per
tutta la casa, mi sta rendendo ancora più nervosa del solito e
le mie mani ne sono la palese conferma.
-Sesshomaru hai
controllato quei biscotti cinque volte negli ultimi tre minuti fidati,
non sono ancora fatti, e per favore siediti e calmati mancano ancora
due ore al loro arrivo e per allora sarà tutto pronto.-
La mia voce
è uscita esageratamente stanca per i miei gusti, ma è
proprio la situazione a sfinirmi, all’inizio ne ero divertita,
vedere il freddo e pacato youkai ansioso come un bambino non era uno
spettacolo da ignorare, ma ora la sua impazienza mi sta contagiando
aumentando il mio nervosismo e la mia insicurezza.
-Non sono
preoccupato solo che quell’ inaffidabile di mio fratello potrebbe
perfino perdersi o non ricordare la strada! Senza contare che Kagome
è sempre troppo apprensiva, di sicuro lo avrà fatto
alzare all’alba per caricare la macchina di una marea di roba
inutile e ricambi di vestiti superflui! Chissà poi quante volte
avrà fatto lavare a cambiare Taka e Sumire!
Sorrido per
questa sua preoccupazione talmente banale da essere la cosa più
dolce e tenera che una persona potesse fare, è cosi protettivo
verso di loro da esserne quasi invidiosa.
Da quanto tempo è che qualcuno non si preoccupa cosi per me? Mi
ricorda tanto la nonna quando ogni giorno, quando le telefonavo, mi
chiedeva se mangiavo a sufficienza, se mi coprivo abbastanza per
uscire, se dormivo il tempo necessario ad affrontare una nuova
giornata…
Un velo di
malinconia inizia a impossessarsi di me al pensiero di Kaede, e alla
consapevolezza che a breve anche Sesshomaru mi lascerà, ormai la
gamba sembra guarire velocemente e finita la
“convalescenza” abbandonerà questo appartamento per
tornare alla sua vera casa e io, mi ritroverò di nuovo sola.
Chino
leggermente il capo distendendo le labbra in un sorriso amaro mentre
porto distrattamente la mano destra davanti al volto, trema
vistosamente, anzi più la guardo più il tremore sembra
aumentare, ma non riesco a distogliere lo sguardo, sono come ipnotizzata
da quel movimento frenetico e fastidioso che catalizza la mia
attenzione estraniandomi da tutto ciò che mi circonda.
-Hei, non
vorrai mica farti prendere da una crisi di nervi al posto mio! Guarda
che io non mi prendo la responsabilità di sfornare i biscotti,
quindi ferma queste dita altrimenti rovescerai il contenuto della
teglia e dovrai cucinare tutto di nuovo! Mio fratello può
magiare dei biscotti caduti sul pavimento, ma sua moglie e i miei
nipoti no!-
La sua voce è calda e rassicurante
e mentre mi parla ha preso le mie mani nelle sue, le sento calde
e gentili fermare i miei tremori e nei suoi occhi questa volta
leggo preoccupazione e forse.. si forse anche del pentimento, e la cosa mi fa male, non voglio che il suo entusiasmo venga smorzato dai miei problemi!
Mi sforzo dunque di sfoggiare il più convincente dei sorrisi tentando di rilassare tutto il mio intero essere
-mmmh senti questo profumo? Credo che i biscotti siano finalmente pronti!
Oddei non ci credo, sono riuscita ad aggiornare!!!!!!!!!!!! Quasi non ci speravo più!:P
In tutta
sincerità non sono molto soddisfatta di questo capitolo se non
per brevi e sporadici episodi, confesso con non poca vergogna che
l’ho pure riscritto in alcune sue parti ma a poco sono valsi i
miei sforzi, spero comunque che il risultato non sia completamente
osceno o noioso o scontato o, per farla breve, brutto.
Mi auguro di
non aver deluso nessuno con la storia circa l’infanzia dei due
fratellastri! E vi confesso che nella mia testolina bacata è
comparsa l’idea di scrivere un piccolo spin-off sul padre di
Sesshomaru e Izayoi..più che altro sul giorno in cui ha scoperto
l’esistenza di Inuyasha.. ad ogni modo sarà una cosa che
se farò avverrà a ff conclusa.
coooooomunque che ve ne pare di questo capitolo? Come vi è sembrato il passato della famiglia no Taisho???
Per quanto
riguarda il rapporto tra Inuyasha e Sesshomaru, anche questo è
completamente OOC ma è così che l’ho voluto, ho
intenzione più avanti di spiegare anche il modo in cui si sono
avvicinati, di come Sesshomaru abbia superato l’invidia verso
Inuyasha una colpa tanto amata, al contrario di lui un desiderio
rinnegato, e di come Inuyasha ha scoperto la vera storia di quel
fratellastro altezzoso e viziato ma segnato anch’egli da una
colpa incancellabile.
Come sono melodrammatica!!!!!!! Meglio cambiare musica e passare alle anticipazioni il vostro angolino preferito:P
Ma prima una
piccola nota… il termine Otosan significa padre! Per questo
durante la ff ho chiamato cosi il padre di Sesshoamru quindi fate
attenzione quello non è il suo vero nome…..
Alloooooooooooora come accennato prima la famiglia di Sesshomaru andrà a fargli una bella visitina…
“-Eccola!
Ve l’avevo detto che sarebbe venuta è troppo carina per
essere una persona antipatica! E poi se piace a zio Sesshomaru deve e
essere per forza fantastica! Io però lo avevo già capito
dalla prima volta che l’ho vista e non è giusto che lo zio
possa stare con lei tutto il giorno mentre io che l’ho scoperta
per primo no!-
Improvvisamente
comprendo l’aggettivo “sfacciato” che gli aveva
attribuito la madre, questo bambino dice tutto ciò che pensa
senza badare veramente al significato delle parole che pronuncia dando
vita a situazioni alquanto..imbarazzanti.”
Ed ora siamo giunti al mio tanto amato angolo dei ringraziamenti : )
monik,
sono felicissima che la scena tra sesshomaru e Rin ti sia piaciuta!!!!
E spero che anche questo capitolo sia stato di tuo gradimento! So che
purtroppo è passato parecchio tempo dall’ultimo
aggiornamento ma come ho già detto è periodo di esami..
il primo è andato cmq! E con esiti positivi si spera lo stesso
anche x i prossimi! Un bacione e grazie del commento! Ps.
Spero di ricevere le tue impressioni anche su questo cap
LilyProngs,
chiedo anche a te perdono x il tempo che ci ho messo per postare questo
capitolo.. spero che la loro storia non ti abbia deluso e che anhe
questo aggiornamento ti sia stato gradito un enorme bacioneeeee aspetto
un tuo commento kiss
lua82 grazie
infinite per i tuoi complimenti la mia autostima è alle
stelle!!!spero che anche questo capitolo ti possa piacere! Per quanto
riguarda gli attacchi di panico… anche io purtroppo ne so
qualcosa : ( x gli esami invece ti posso dire che il primo è
andato bene! Vediamo i prossimi :P grazie ancora x la recensione un
bacione immenso e a presto colo nuovo cap! ps voglio sapere le tue
impressioni sul passato dei due fratelli mi raccomando kiss
piccola tammy
non ho parole per ringraziarti! Il tuo commento mi ha davvero resa
felice! Spero infinitamente di non averti deluso con questo capitolo e
mi auguro di poter leggere le tue impressioni circa la storia di
Inuyasha e sesshomaru! Chiedo umilmente perdono per l’attesa ma
purtroppo sono in periodo di esami e il tempo a mia disposizione x la
ff è poco.. un mega bacione a presto
KaDe ti
ringrazio per i complimenti mi fa molto piacere sapere che la ff ti
piaccia anche perché se non ricordo male tu prediligi un
Sesshomaru IC e io purtroppo non sono in grado di mantenere tale il suo
personaggio..per quanto riguarda la punteggiatura chiedo umilmente
perdono è una mia pecca! Rileggendo il capitolo ho notato anche
del linguaggio sms che provvederò assolutamente ad eliminare!
Nelle risposte ai commenti può passare ma nel resto del lavoro
no! Ad ogni modo cercherò di fare molta più attenzione
alla punteggiatura e ti invito a segnalarmi qualunque altra svista o
errore in modo da poter migliorare il mio stile! Grazie a voi
commentatori credo, a mio modesto parere, di essere migliorata
parecchio dalla mia prima ff. ad ogni modo, spero di ricevere altri
tuoi commenti un bacioneeeee
Karly_chan the black cat
sono perfettamente d’accordo con te! Il personaggio di Sesshomaru
che ho in mente è fondamentalmente alla ricerca di affetto! Da
qui la sua ricerca di Rin nel sonno, lui non bramava certo il suo
calore! O almeno non solo quello voleva la sua presenza il contatto con
lei! Aspetto le tue impressioni su questo capitolo, cosa ne pensi del
passato dei due fratelli??? Un bacioneeee a presto
callistas,
la mia piccolaaaaa grazie i tuoi commenti sono sempre
fantastici!!!certo però se i miei aggiornamenti ti provocano
certe reazioni non so se esserne felice o meno :P scherzo! Sono onorata
che il capitolo ti sia piaciuto e spero di non averti delusa con
questo! Per quel che riguarda kohaku.. ti assicuro che è pentito
è.. chissà forse riuscirà ad ottenere il perdono..
ma non so se riuscirà a lavarsi completamente la
coscienza… ad ogni modo un enorme grazie e un bacione immenso
con la speranza di ricevere un altro meraviglioso commento!!! Kiss
Isy_264
sai i tuoi commenti sono sempre quelli che aspetto con più ansia
perché riesci a carpire ogni più piccola sfumatura della
storia! Sono felice che il modo in cui espongo le sensazioni egli
avvenimenti sia recepito dal lettore in maniera semplice ma realistica!
Sono davvero davvero davvero felice anzi oserei dire che mi sento
realizzata! X quello che riguarda la creatività ti assicuro che
è cosi! O meglio, sono pienamente d’accordo con te! La
creatività aumenta ma purtroppo il tempo a disposizione per
sfruttarla è poco : ( . spero che anche questo capitolo ti sia
piaciuto e mi auguro di poter leggere un tuo commento!! Kiss a presto
achaori
grazie infinite per il commento è un piacer leggere nuovamente
una tua recensione! Sono felice che i capitoli ti siano piaciuti e
spero che anche questo sia di tuo gradimento!! Un immenso bacio a
prestooo
Ovviamente un
ringraziamento va anche a tutti coloro che leggono la ff a chi la segue
a chi l’ha posta tra i preferiti!! Un bacione a tuttiiiiii
Mikamey
|
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Capitolo 12 *** La famiglia di Sesshomaru ***
12 La famiglia di sesshomaru
La famiglia di
Sesshomaru è arrivata da appena qualche minuto, si sente una
gran confusione sul corridoio e io riesco a immaginarli tutti,
davanti la porta. Il piccolo Taka saltellante, Kagome con le
lacrime agli occhi e un sorriso radioso e sollevato a illuminarle il
volto, Inuyasha con un’espressione fintamente burbera e
distaccata, e ovviamente lui, Sesshomaru, con la sua apparente calma a
godersi la loro presenza.
Sono un
po’ invidiosa di non essere anche io lì tra loro, ma ho rifiutato
l’invito di Sesshomaru a rimanere perché in fondo io sono un’estranea,
non sarebbe stato giusto intromettermi in una felicità non mia,
non vedono Sesshomaru da parecchio tempo e questa giornata deve essere
solo per loro.
A me basta
sapere che Taka potrà riabbracciare lo zio e mangiare i biscotti
al cioccolato, che Kagome potrà risollevarsi all’idea che
il cognato non viva in una specie di rudere polveroso e che Inuyasha
riveda un fratello quasi completamente guarito e autosufficiente. Con
loro ci dovrebbe essere anche la piccola Sumire.. Sesshomaru me
l’ha descritta come una bambina vispa con due occhioni marroni
dalle sfumature dorate, i capelli neri,e due guanciotte rosee
dolcissime. Mi sarebbe tanto piaciuto conoscerla, nel frattempo, posso
udirne i gridolini di gioia acuti e divertiti.
Il mio sorriso
si spegne non appena avverto il rumore della porta di Sesshomaru che si
chiude ovattando la sua voce e quella degli ospiti, mi siedo
distrattamente su una sedia giungendo le mani sotto il mento e
appoggiandovi il viso, mi sento un po’ triste e sola, ma so
benissimo che non devo abbandonarmi a questi pensieri.
Vago con lo sguardo per tutta la stanza alla ricerca di qualche ispirazione che mi liberi da quello stato di malinconia
che mi avvolge, e la mia attenzione ricade sui battiscopa che
circondano le pareti della stanza, da quant’ è che non li
lucido?
Mi alzo
dirigendomi nello sgabuzzino per armarmi di guanti, spugna e
detergente, ma una volta procurato il necessario sento il campanello
suonare. Apro la porta invasa da un’insana sensazione di
felicità, e con mia somma gioia e gratitudine vedo davanti a me
il piccolo Taka con la suo solito sorriso spensierato salutarmi.
-Ciao! Ti ricordi di me? Sono Takuma il nipote di zio.. cioè, di Sesshomaru.
Sorrido divertita dal suo momentaneo imbarazzo causato da quella frase un po’ stentata.
-Certo che mi ricordo di te, Taka, o adesso devo chiamarti Takuma?-
Rispondo fintamente risentita donandogli uno dei miei migliori sorrisi.
- Si si sono
Taka!! Taka, non Takuma, tu puoi chiamarmi Taka! Ma la mamma aveva
detto di comportarmi bene e non essere insistente, dice che sono sempre
troppo sfacciato, ma lo
sapevo che tu ti ricordavi di me! E poi anche zio mi aveva detto che
potevo venire a chiamarti e che ti avrebbe fatto piacere rivedermi!
Vero che sei felice di incontrami di nuovo?-
La sua
esuberanza è deliziosamente disarmante e piacevole, un vero
uragano di buonumore che spazza via tutta la tristezza che tentava di
impossessarsi di me fino a qualche istante prima.
-Ma certo! Ne
sono felicissima, è un piacere conoscere un bambino vivace come
te, e mi farebbe davvero piacere unirmi a voi ma forse, forse è
meglio che stiate in famiglia, è tanto che non lo vedete e
magari io sarei di troppo.
-Ah non credo
proprio! La mamma è impaziente di conoscerti e anche
papà, fa finta di non essere interessato ma le sue orecchie non
facevano che muoversi avanti e indietro per l’impazienza! e poi
ti devo far conoscere la mia sorellina, l’altra volta lei non
c’èra ma oggi c’è. Vedrai ti piacerà,
piace a tutti perfino a me, anche se spesso frigna e fa i capricci.-
Mi sommerge
con la sua euforia e un fiume di parole e nel frattempo, mi trascina a
casa di Sesshomaru, così senza quasi rendermene conto mi ritrovo
al centro dell’attenzione della famiglia no Taisho. Kagome
è seduta sul divano accanto a Sesshomaru il quale tiene fra le
braccia una movimentata bambina di all’incirca un anno, Inuyasha
invece è seduto un po’ più isolato da loro, su una
poltrona, con un’espressione vagamente inquisitrice sul volto
mentre osserva il fratello in ogni sua mossa e azione
nell’evidente ricerca di una qualche prova delle sue migliorate
condizioni fisiche, ma non appena entriamo noi tutti mi fissano.
-Eccola! Ve
l’avevo detto che sarebbe venuta, è troppo carina per
essere una persona antipatica! E poi se piace a zio Sesshomaru deve e
essere per forza fantastica! Io però lo avevo già capito
dalla prima volta che l’ho vista e non è giusto che lo zio
possa stare con lei tutto il giorno mentre io che l’ho scoperta
per primo no!-
Improvvisamente
comprendo l’aggettivo “sfacciato” che gli aveva
attribuito la madre, questo bambino dice tutto ciò che pensa
senza badare veramente al significato delle parole che pronuncia dando
vita a situazioni alquanto..imbarazzanti.
-Takuma no Taisho, quante volte ti devo dire di essere meno indiscreto e irriverente?-Il tono di Kagome è velatamente imbarazzato
e colpevole ma tenta comunque di mostrarsi decisa e ferma davanti al
figlio, che a quanto pare, non riesce proprio a frenare la sua
spontanea vivacità.
Cerco di
abbozzare un sorriso di circostanza balbettando qualcosa che dovrebbe
assomigliare a una difesa nei confronti del piccolo Taka ora divenuto
un po’ spento, ma per fortuna ci pensa Sesshomaru a dare un
aiuto vero.
-Kagome non lo
rimproverare, non ha fatto niente di male. Ha semplicemente detto la
verità, io sto vicino a Rin tutto il giorno, lui invece non
può.
Come ho detto
prima, è stato d’aiuto per Taka, ma non per me che a
quelle parole assumo tutte le colorazioni di rosso possibili,
cimentandomi nella migliore delle risate isteriche di cui sono capace
nel vano tentativo di mascherare il mio disagio.
-Non vedete che
siete voi a metterla in imbarazzo! Povera ragazza non è mica
abituata ad una dose cosi massiccia di no Taisho tutta in una volta.-
Questa volta
è stato Inuyasha a parlare, abbandonando la sua poltrona per
avvicinarsi a me e tendermi la mano, che io stringo riconoscente,
paragonandone l’intensità a quella di Sesshomaru, infatti,
anche la sua è una presa salda ma gentile. E’ quindi il
turno di Kagome che, più espansiva, mi abbraccia calorosamente
presentandosi come la cognata folle di Sesshomaru.
-Questa invece è Sumire, la più incantatrice delle bambine-
La guardo giocare beata fra le braccia di Sesshomaru e devo ammettere che possiede davvero un qualcosa di magnetico, un carisma che la rende unica, così come tutto il resto della sua famiglia.
Mi avvicino a
Sesshomaru chinandomi verso di loro e sfioro delicata una rosea gota
della bambina che divertita afferra il mio dito per abbandonarlo dopo
poco e sporgere le sue manine verso di me.
-Perché
non la tieni un po’ tu? A quanto pare vuole che la prendi in
braccio, io nel frattempo prendo i biscotti che hai preparato prima.
Non finisce
nemmeno la frase che già Sesshomaru ha posto fra le mie braccia
la piccola, che ora sorride felice giocando coi miei capelli.
-Ma no aspetta li prendo io, è da tanto che non la tieni e..
Ovviamente le
mie parole si perdono nell’aria dato che lui è già
sparito in cucina seguito a ruota da Taka, ignorando deliberatamente il
mio disappunto.
-Visto che lo
conosci già da un po’ di tempo, dovresti sapere che quando
decide una cosa è impossibile non fargliela attuare, siediti e
goditi tranquilla questa giornata, non è da tutti farsi servire
da mio fratello e poi sembra che Sumire già ti adori.
-Inuyasha ha
ragione, di solito non è così socievole con chi non
conosce sai? In questo è totalmente diversa da Taka, deve aver
ereditato il suo carattere riservato da questi due musoni di Inuyasha e
Sesshomaru.-
Sorrido accondiscendente alle sue parole mentre il marito sbuffa fintamente contrariato, per poi continuare il discorso.
-Ma quando troviamo la persona giusta, facciamo di tutto per renderla felice, offrendole il nostro intero essere.
Lo dice con un
tono sincero, e mentre lo fa guarda negli occhi Kagome che ricambia
leale il suo sguardo. Istintivamente dirigo la mia attenzione a Sumire,
che beata continua a giocare con le mie ciocche corvine, non so
perché ma osservarli mi sembrava quasi di profanare quel momento, quell’attimo di sincera confessione.
Quello sguardo,
quelle parole, non era una semplice difesa verso la propria natura
schiva, era una vera e propria dichiarazione di amore, rispetto ed
eterna appartenenza verso di lei e la sua famiglia.
Mi sento
veramente invidiosa in questo momento, invidiosa del loro amore, della
loro complicità, della loro felicità.
-A proposito… come hai fatto ad entrare nelle grazie di mio fratello?Cioè come sei riuscita a conoscerlo e soprattutto conviverci?
-A.. ecco io..insomma, abito qui davanti era normale che ci conoscessimo.
Rispondo
tentando di usare un tono il più convincente e tranquillo
possibile, ma qualcosa mi dice che non ci sono riuscita, infatti, mi
sento come un animale rarissimo esposto ad una mostra. Mi guardano con
gli occhi sgranati e l’espressione tipica di chi non ha creduto
ad una parola di quello che ha sentito.
A prova delle mie ipotesi Kagome prosegue l’inchiesta ponendomi sempre più domande.
Ora è
seduta accanto al marito, sul bracciolo della poltrona, in modo da
avere una visuale diretta su di me, sempre più in
difficoltà per la situazione in cui sono andata a finire
-Si ma..
parliamo di Sesshomaru, intendiamoci è una persona fantastica!
Gli voglio bene come a un fratello ma ecco lui, lui non è mai
così loquace e non invita persone a casa. Non permette a nessuno
di entrare nella propria vita se prima questa non ne conquista la
fiducia, e fino ad ora.. ecco fino ad ora solo noi che siamo la sua
famiglia siamo riusciti a “conoscerlo” davvero.-
Sembra stia
pesando le parole che dice con una bilancia ad alta precisione, per non
correre il rischio di dire troppo o troppo poco. Sceglie ogni
vocabolo con evidente difficoltà cosi come se
l’argomento trattato non fosse dei più comuni per lei, lo
stesso vale per Inuyasha, sembrano.. non so quasi preoccupati,
come fossero naufraghi di un’isola sconosciuta talmente ignota da
non riuscire a classificarla come pericolosa o vivibile.
-B-be
all’inizio non è stato molto semplice, era un
po’...ecco freddo ma, ma poi si insomma ci siamo conosciuti
e accettati… non so se sono riuscita a spiegarmi, ma ecco non so
definire nemmeno io il rapporto che c’è tra me e
Sesshomaru..cioè no, insomma non intendevo un rapporto rapporto,
intendevo un rapporto nel senso di relazione, m-ma non relazione
sentimentale quello che intendevo, ecco io..-
Io sto andando nel Panico!!!Che diavolo sto dicendo! Mi fissano come fossi una pazza! Anzi no mi fissano perché sono una pazza!!sto vaneggiando!
-Pensate di
interrompere l’ interrogatorio per magiare, o avete intenzione di
proseguire con le domande? Mi sembra che ad imbarazzarla adesso siate
voi.
Non ho mai
trovato la voce di Sesshomaru cosi piacevole come in questo momento,
è appena ritornato in “salotto” con in mano il
vassoio coi biscotti accompagnato da Taka armato di portatovaglioli,
sembra ancora più divertito e felice di prima e avvicinandosi a
me bisbiglia al mio orecchio un “te lo avevo detto che erano
impazienti di conoscerti” per poi farmi l’occhiolino e
fiondarsi sui biscotti.
Ecco a voi il
nuovo capitolo! Come avrete di sicuro notato è completamente
diverso dai precedenti per contenuto e sinceramente sono insoddisfatta!
Non tanto per il contenuto quanto per la forma, mi sembra tutto troppo
banale! tuttavia serviva per alleggerire la storia e introdurne altri
aspetti. Insomma è un capitolo di transizione! Fra l’altro
avevo bisogno di staccare dallo studio quindi eccolo qui alla vostra
mercé, sono pronta a una valanga di critiche assolutamente
giustificate e meritate!
Spero comunque
che il ritorno di Taka vi abbia fatto piacere così come
l’introduzione di Sumire! A proposito se a qualcuno interessa
Sumire vuol dire viola
riferito al fiore non al colore, a quanto pare non è un nome
molto comune e può essere dato anche ad un ragazzo, ad ogni modo
questo nome (per ragazza) può essere inteso e tradotto
anche come “donna bella/ affascinante”, da qui la
descrizione della bambina come “incantatrice”.
Ma ora passiamo alle anticipazioni.. il prossimo capitolo si intitolerà “La confessione di kagome”
Ecco a voi un piccolo spoiler
“La
casa ora è invasa da un’atmosfera che oserei definire
calda, accogliente ed estremamente piacevole. Non so perché, ma
adesso queste mura sembrano davvero una casa e non una semplice
abitazione, una dimora che occupi nella vita per necessità.
Adesso questo è il luogo che ti accoglie, che partecipa alle tue
giornate, che memorizza gli attimi della tua vita immortalandoli in
essa per poi riportarli alla tua memoria quando ne senti il bisogno.
Si, per la prima volta dopo la morte della nonna, mi sento a casa.”
Ora purtroppo un ringraziamento collettivo a tutti coloro che mi seguono, che leggono la mia ff e in particolare a
lua82
KaDe
callistas,
achaori,
Isy_264,
piccola tammy,
che hanno
commentato! Mi scuso infinitamente per non poter esprimere la mia
gratitudine singolarmente come faccio di solito, ma purtroppo il tempo
a mia disposizione non lo consente.
Come sempre
spero con tutto il cuore di non aver deluso nessuno e di ricevere le
vostre impressioni sul mio lavoro,critiche comprese che, a proposito,
spero di riuscire a sfruttare per migliorarmi. (Me prega che in
questo capitolo ci siano meno errori che nel precedente, ma con questa
testa fumante al momento non è in grado di giudicare)
Un abbraccio a tutti Mikamey
|
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Capitolo 13 *** La confessione di Kagome ***
La confessione di kagome
Avverto una strana tensione in questo momento e ho come l’impressione di esserne io la causa.
Kagome e Inuyasha mangiano tranquilli i biscotti, dirigendo di tanto in tanto sguardi mesti ma indagatori su me e Sesshomaru.
Lo youkay di
rimando guarda leggermente minaccioso il fratello, per poi prendere
posto accanto a me sul divano. La piccola Sumire inizia a sporgersi
verso di lui, così lascio che torni tra le sue braccia per poi
addentare anche io un biscotto, cercando di intavolare qualcosa che
assomigli vagamente a una conversazione, nel tentativo di smorzare la
tensione che si è venuta a creare.
-Allora Taka ti
piacciono? Sesshomaru mi ha detto che vai matto per i biscotti al
cioccolato, che dici assomigliano almeno un po’ a quelli che ti
fa mamma?
-Shono bonisshimi!!!
-Taka, non parlare a bocca piena!
Prontamente Kagome riprende dolcemente il figlio leggermente divertita,
in effetti la scena è stata buffissima, Taka aveva in
bocca tre biscotti e dopo aver premuto una mano su di essa, ha risposto
esultante alla mia domanda. Dopo il rimprovero ricevuto, lievemente
imbronciato, ha ingoiato il tutto per poi rispondere alla madre che lui
aveva messo la mano davanti prima di rispondere!
Risate più o meno fragorose prendono vita dalle nostre labbra, con grande disappunto di Taka, che si cimenta in un broncio
che io d’istinto paragono a quello del padre. Si tratta di uno di
quei bronci che ti provocano il sorriso, uno di quelli la cui nascita
è data da un orgoglio superficialmente scalfito , uno di quelli
che trova origine nell’ imbarazzo e non dalla tristezza.
Mi tornano in
mente le parole di Kagome quando parlava di Sumire, aveva detto che la
piccola aveva preso il carattere introverso di Sesshomaru e Inuyasha,
ma anche il primogenito sembra avere dei tratti caratteriali tipici dei
no Taisho e non solo quelli.
Ha gli
stessi occhi del padre, sia per i taglio che per il colore, i capelli
invece tendono leggermente più sull’argento, ma ha la
stessa frangia folta e ribelle. Il viso è ancora fanciullesco,
ma credo assumerà i tratti marcati di Inuyasha.
Sumire invece
ha dei meravigliosi capelli corvini, non troppo lunghi, legati in due
codini bassi che la rendono davvero dolcissima. Gli occhi sono di uno
splendente castano chiaro screziato d’oro ma il contorno
dell’iride è marrone, scuro e caldo come quello
della madre, da cui ha preso non solo il taglio degli occhi, ma anche
quello delle labbra.
-Taka..
papà te lo dice sempre, un vero uomo non si abbuffa mai! E se lo
fa,perlomeno non deve farsi scoprire!sei o non sei mio figlio?-
Conclude il suo “rimprovero” con una fragorosa risata
mentre vedo gli occhi del figlio accendersi di…vendetta?
-Già
invece mi sa che è proprio questa la prova che sono tuo figlio!
Ricordi quando la mamma ha preparato i fagottini con la cioccolata? Chi
è stato a farci scoprire tutti quanti? Eri tu quello coi
“baffi” non io, l’unico che uscì indenne fu
zio Sesshomaru.. lui si che è bravo a non farsi scoprire!-
Mostra irriverente la lingua al padre, mentre con l’indice tira
giù la palpebra inferiore del suo occhio destro in una smorfia,
per poi rifugiarsi al sicuro tra le braccia di Sesshomaru.
Per la prima
volta vedo il viso di Inuyasha assumere un leggero rossore, simbolo di
imbarazzo, così come le sue orecchie canine porsi in posizione
di sottomissione non appena rivolge lo sguardo verso Kagome che,
ricordata la faccenda, ha dato man forte al figlio aggiungendo che il
marito non solo aveva le labbra sporche di cioccolato, ma aveva avuto
anche l’ardire di negare l’evidenza. A rincarare la dose
ovviamente ci pensa Sesshomaru, facendo sprofondare il fratello
nell’imbarazzo più assoluto che gli ha provocato lo stesso
identico broncio che poco prima sfoggiava Taka. Il mezzodemone
inizia così a elencare tutte le follie della moglie cui ha
dovuto partecipare o subire da quando si cono conosciuti fino ad oggi,
e tutte le “fregature” che ha dovuto sopportare per la
furbizia del fratello.
La casa ora
è invasa da un’atmosfera che oserei definire calda,
accogliente ed estremamente piacevole. Non so perché, ma adesso
queste mura sembrano davvero una casa e non una semplice abitazione,
una dimora che occupi nella vita per necessità. Adesso questo
è il luogo che ti accoglie, che partecipa alle tue giornate, che
memorizza gli attimi della tua vita immortalandoli in essa per poi
riportarli alla tua memoria quando ne senti il bisogno.
Si, per la prima volta dopo la morte della nonna, mi sento a casa.
Trascorriamo un
pomeriggio in allegria tra risate, battibecchi e frecciatine e mi
convinco sempre di più che la famiglia di Sesshomaru è
fantastica, o forse semplicemente è fantastico avere una
famiglia.. non importa se qualcuno ha un carattere
“distaccato” o permaloso, se si è un po’
folli o magari se non si è legati da una relazione sanguinea, se
c’è affetto
e unione allora si hanno tutte le carte in regola per essere una
famiglia, e io stranamente mi sento parte integrante di questa piccola
combriccola.
So che è
presuntuoso da parte mia eppure, in fondo al mio cuore,
c’è quella sensazione di calore e benessere, che sussurra
al mio cuore la mia appartenenza a questo nucleo, così unito da
rendere paradossalmente facile la mia intrusione. Io mi sento realmente
accolta e benvoluta, non un’estranea.
Ricordo i primi giorni che andai a vivere con la nonna, dopo la morte dei miei genitori, mi sentivo.. un’estranea,
anche se conoscevo Kaede, anche se le volevo bene, anche se lei era
effettivamente ciò che rimaneva della mia famiglia, i primi
tempi ero intimidita da quella nuova situazione. Ero sempre
all’erta e preoccupata di poter fare o dire qualcosa di
sbagliato, mi sentivo come un’ospite in quella casa, una persona
che doveva essere curata, e che doveva meritarsi quelle cure, una responsabilità.
Spesso la notte
immaginavo di abbandonare la mia vita terrena per potermi riunire ai
miei genitori, sognavo di poter volare nel cielo per giocare con loro
tra le nuvole, altre volte invece, immaginavo che loro fossero ancora
qui con me, che ci fosse la mamma in cucina a preparare il pranzo
e papà in salotto a leggere il giornale in attesa che io lo
interrompessi per poter potermi coccolare.
Non so se quel
comportamento era a causa della mia natura ancora bambina, troppo
acerba per sopportare il dolore di una tale perdita, o se semplicemente
non accoglievo pienamente la figura della nonna perché incapace
di accettare la scomparsa dei miei genitori. Forse, inconsciamente,
avevo paura che riconoscendo pienamente lei come famiglia avrei perso
i miei genitori definitivamente, esiliando perfino il loro ricordo dal
mio cuore, facendoli sparire definitivamente dalla mia vita.
Ovviamente col
passare del tempo, con l’affetto della nonna, tutte le mie paure
sono svanite, compresi che non li avrei mai dimenticati, che avrebbero
sempre occupato una parte del mio cuore nel quale ora è
riservato un posto anche a Kaede. Come diceva sempre lei, dentro di noi
si trova sempre un angolino
per le persone che amiamo, un’area interamente dedicata e loro
che niente e nessuno potrà mai cancellare, perché anche
quando noi veniamo feriti, quando crediamo di aver eliminato la loro
presenza, quel posticino all’interno del nostro cuore sarà
sempre presente, semplicemente cambierà forma, invece di essere
pieno si creerà una piccola piaga..
La prima volta
che le sentii pronunciare queste parole non le compresi appieno, pensai
che se fossi rimasta veramente ferita avrei fatto in modo da
eliminare la causa dei miei mali, e che una “piaga” dopo
tutto era semplicemente una ferita, un vuoto,
quindi qualcosa che in se e per se non conteneva più nulla,
eppure, avrei dovuto prestare maggiore attenzione alle sue parole,
dettate dalla saggezza dell’esperienza.
Infatti,
ciò che mi disse si mostro verità. Una volta il mio cuore
era pieno di affetto per Kohaku, un amico, un confidente, quasi un
membro della famiglia, un fratello.
Ora invece al posto dell’amore verso di lui c’è
sofferenza, paura, dolore, quei sentimenti che mia nonna aveva
definito piaga, perché proprio come una ferita, bruciano e possono guarire solo con la giusta cura.
-Inuyasha, hai poi fatto quel lavoro che ti avevo detto vero?
Pacata e roca
la voce di Sesshomaru mi distoglie dai miei pensieri e istintivamente
volgo il mio sguardo sulla persona interpellata, dal tono usato credo
che quel “lavoro” fosse una cosa importante. È solo
una sensazione, una mia personale intuizione, dettata ovviamente ancora
una volta dalla mia rinata presunzione, è come se avessi colto
un velo di apprensione nel suo tono apparentemente normale e distaccato.
Mi sorprendo io stessa di quanto sicurezza alberghi
in me circa i comportamenti di Sesshomaru, eppure, mi ritrovo a notare
e decifrare piccole sfumature nei suoi toni, nelle sue movenze, in
piccoli gesti che apparentemente sembrano naturali e insignificanti ai
quali invece io attribuisco valori specifici, convincendomi di carpire
significati nascosti in questa sua apparente “freddezza”.
Rivolgo dunque la mia attenzione a Inuyasha per scorgerne un’espressione beffarda e orgogliosa.
-Ovvio
fratello, ho svolto tutto con estrema precisione e attenzione! Ora
però scusatemi un attimo, ho dimenticato una cosa in macchina,
Kagome ha pensato avessi bisogno di.. diciamo un po’ di roba.
Non so
perché ma ho come l’impressione che stia gongolando, se
sia merito dello sguardo di approvazione di Sesshomaru riguardo al
lavoro svolto, o all’espressione tagliente dello stesso dovuta
alle attenzioni della donna non è mio potere scoprirlo.
-Kagome…avevo
detto che c’èra tutto il necessario qui, cosa hai
portato?-Si sforza di mantenere un tono calmo, ma si vede
l’occhio destro contrarsi in un leggero tic,
mentre sulla mano destra chiusa in un pugno, inizia a prendere forma
una vena pulsante. Tuttavia Kagome non ne sembra intimorita,
tutt’altro, affronta fiera il suo
“avversario”,esponendo con tono marziale le necessita
primarie del cognato a cuo lei ha gentilmente pesrtato attenzione.
-Non hai
abbastanza vestiti di ricambio. La biancheria per la casa è
poca, se arrivasse qualche giorno di pioggia non asciugherebbe e non
avresti cosa usare, poi non potendo fare molti spostamenti di sicuro
anche la spesa è un problema e certo non puoi far gravare tutto
su Rin quindi abbiamo procurato un po’ di scorte. Poi ti ho
portato documenti e fatture per stendere la contabilità di
questo mese, so benissimo che vuoi occupartene personalmente, ho
aggiunto anche una nostra foto visto che Taka non voleva che ti
sentissi solo e poi c’è anche un piccolo filmino che ha
registrato lui personalmente. Infine, ho messo qualche coperta nel caso
facesse qualche giorno di freddo e ovviamente ricambi di vestiti
leggeri, pesanti e di mezzo tempo. L’indispensabile insomma!-
La vena di
Sesshomaru diventa sempre più gonfia, mentre una seconda inizia
a far bella mostra di sé sulla fronte, ma la donna imperterrita
continua ad affrontarlo senza il minimo timore.
- E’
inutile che fai quella faccia furente! Credimi, mi sono molto
contenuta, anche perché Inuyasha mi ha fatto lasciare a casa
metà delle cose che avevo preparato. Hai detto che venivi qui
per non creare problemi e non rallentare il lavoro, questo vuol dire
che non devi darci pensieri di nessun tipo! Certo ora che ho conosciuto
Rin sono molto più tranquilla, ma prima non passava giorno che
non tentassi di convincere Inuyasha a venire qui per spiarti, non
sapevo se mangiavi abbastanza, se la gamba guariva, se riuscivi a
gestire la convalescenza, niente! Ma conosci tuo fratello, è testardo
almeno quanto te, quindi ha sfruttato la scusa di quel
“lavoro” per venire, anche se sono sicura morisse dalla
voglia farlo. Da quando ti sei trasferito è stato intrattabile, lavorava senza sosta per tutto il giorno, e la notte invece di dormire esclamava improperi contro la tua irresponsabilità.-
Una fragorosa
risata interrompe il suo discorso, mentre elegante e serena, si
avvicina a Sesshomaru per prendere tra le braccia la piccola Sumire
ormai dormiente. La osserva serena con un’espressione materna e
gentile che continua a sostenere anche quando rivolge nuovamente le sue
attenzioni al cognato proseguendo nel suo discorso, questa volta con un
tono più serio e composto.
-Era veramente
preoccupato Sesshomaru, credo non abbia mai avuto così tanta
paura in tutta la sua vita. All’inizio c’è stato il
panico che Taka fosse rimasto ferito.. ma quando ti ha visto sotto il
trattore.. il sangue.. quello squarcio, ho letto lo smarrimento sul suo volto. Per la prima volta mi sono sentita debole accanto a lui, era impotente, impreparato e spaventato, terribilmente spaventato,Sesshomaru.
-lo so Kagome, anche io ho visto la sua espressione, ma Inuyasha è forte e ha tutti voi non..
- Non dire cosi
Sesshomaru! Credimi non lo avevo mia visto in quello stato, era
terrorizzato all’idea di perderti o che avessi subito dei danni
permanenti. L’ho visto piangere Sesshomaru..il
giorno che ti abbiamo lasciato qui, lui ha pianto, era davvero
preoccupato ma poi.. il ricordo della vostra litigata lo ha fatto
tornare in se, si è buttato a capofitto nel lavoro per sfogarsi,
occupandosi di tute le mansioni programmate e migliorando quelle
già svolte. Voleva che una volta tornato fossi fiero del suo lavoro e dimostrarti che era alla tua altezza, era convinto di essersi mostrato debole ai tuoi occhi, di averti deluso. Ci manchi Sesshomaru.
Sfiora con
l’indice una rosea gota di Sumire mentre una piccola lacrima le
riga il volto disteso in un mezzo sorriso malinconico, io rimango
immobile sul divano incapace di compiere una qualunque azione che a mio
avviso avrebbe inevitabilmente intaccato quella confessione cosi intima
e sincera da farmi sentire a disagio, Sesshomaru invece si alza dalla
sua posizione per asciugare quella piccola stilla col pollice, un gesto
apparentemente brusco e goffo ma tipico di lui.
-Io sono
orgoglioso di Inuyasha, sono orgoglioso di tutti voi Kagome, siete la
mia famiglia e non permetterei mai che vi accadesse nulla. Non dovete
preoccuparvi, sto guarendo velocemente e poi,c’è Rin con
me. Per ora è questo il mio posto quando arriverà il
momento tornerò da voi.
Chiedo
umilmente perdono per il ritardo, ma come avevo accennato è
periodo di esami! Due sono andati.. resta l’ultimo,di questo
mese, speriamo vada anch’esso a buon fine : )
Ad ogni
modo, che ve ne pare di questo capitolo???? Sempre di transizione,
Sempre relativamente leggero, eppure.. eppure questa volta ci sono
delle cosucce interessanti.. e si perché la confessione di
Kagome avrà degli effetti sulla nostra Rin, che fra l'altro ci
ha svelato un'altro pezzetto del suo passato.
Per avere un piccolo assaggio di ciò che hanno provocato ecco a voi uno spoiler coi fiocchi!
“Ho
sorriso, ho scherzato, ho ricambiato i loro saluti con sincero affetto,
ma dentro di me sapevo che erano loro la causa del mio turbamento. Le
parole di Kagome mi hanno trafitta con una lama invisibile e
impalpabile, capace di infilzare la parte più nascosta in me,
è stato involontario lo so, lei ha semplicemente espresso i suoi
sentimenti e quelli de marito, cosi come Sesshomaru ha ricambiato
quel gesto di affetto..
“Ci manchi Sesshomaru.”
“sto guarendo velocemente” “tornerò da voi”
Queste
parole continuano a rimbombarmi in mente, ma cosa pensavo? Quanto
è stata grande la mia presunzione? Chi sono infondo io? Solo
un’estranea, la ragazza della porta accanto gentile e
disponibile, la tipica vicina che presta lo zucchero ma niente di
più. Forse loro nutrono verso di me riconoscenza, forse
serberanno il mio ricordo ma presto o tardi svanirò dalle loro
menti diventando un muto ritratto,lo spiraglio di un momento difficile
delle loro vite.”
Anche questo spoiler è bello grande nella speranza che perdoniate i miei ritardi : P
Ed ora, non indugiamo oltre e passiamo ai ringraziamenti:
lua82
ciaooooo il più grande dei ringraziamenti per la
più assidua delle commentatrici! Non sai che piacere immenso sia
leggere i tuoi commenti, per non parlare dell’effetto
“autostima” che in tua presenza non fa che aumentare! Ti
ringrazio infinitamente per i complimenti e spero con tutto il cuore
che anche questo capitolo sia stato di tuo gradimento!un bacione
immenso e alla prossima
KaDe,
chiedo umilmente perdono!!!!!! Come ho spesso detto sono una persona
distratta e sinceramente nel capitolo predente la fretta ha fatto da
padrone. Spero di aver fatto meno Orrori in questo capitolo e di essere
migliorata anche nella punteggiatura. Scrivere ff per me è un
hobby, un modo per rilassarmi e scaricare la tensione, mi definisco una
scrittrice mediocre ma ciò non toglie che è mio desiderio
migliorare!! Per questo ti ringrazio infinitamente per commenti, le
critiche e i suggerimenti! Spero continuerai a supportarmi e aiutarmi
con le tue recensioni, un bacioneee e al prossimo capitolo
achaori
ciaooooo grazie per il commento! Sono felicissima che il capitolo
scorso ti sia piaciuto! E sono onarata che anche la presentazione della
famiglia no Taisho sia stata di tuo gradimento. Mi auguro che anche
questo aggiornamento sia stato in grado di catturare la tua attenzione
e spero di poter leggere le tue impressioni su di esso! Kiss a
presto
LilyProngs
non preoccupati internet fa spesso i capricci anche a me : P ad ogni
modo mi fa piacere rivederti tra i recensori e soprattutto che i
capitoli ti siano piaciuto!!Cosa ne pensi di questo?? Un bacione
immensoooo
sara_sessho,
è sempre un piacere avere una new entry! Ti ringrazio per aver
commentato la storia e mi fa piacere che il precedente capitolo sia
stato di tuo gradimento! Spero che questo aggiornamento non sia da meno
e mi auguro di poter leggere le tue impressioni su di esso. Ancora
grazie per i complimenti e il tempo che mi hai dedicato un bacione a
presto
piccola tammy,
grazie infinite per i complimenti!! Me imbarazzata ma gongola leggendo
le tue parole : ) sono felicissima che il mio lavoro sia di tuo
gradimento e soprattutto che con le mia parole riescano ad emozionarti!
Spero che questo capitolo non sia stato da meno. Un bacione immenso e
al prossimo aggiornamento : )
Isy_264,
ma ciaoooo non ti preoccupare anche de righe, anche poche parole sono
sufficienti a rendermi felice!! Che dire, anche questo capitolo si
può definire di transazione ma… diciamo che è
più importante del precedente, e dallo spoiler si capisce
perfettamente il perché. Spero che anche questa parte di storia
ti sia piaciuta e di ricevere le tue impressioni su di essa un
bacioneeeeee a presto
monik, assolutamente
perdonata!!!!!! Anzi non ti perdono semplicemente perché non
c’è nulla da perdonare! So perfettamente che gli impegni
sono tanti e che non è sempre possibile ritagliasi il temo
necessario ai propri svaghi, i miei ritardi sono la palese conferma : P
ad ogni modo sono stra-felice di rivedere un tuo commento e soprattutto
sapere che i capitoli ti siano piaciuti! Anche io adoro Taka!! Come ti
è sembrato in questo capitolo??? Un bacione a presto
Come sempre
ringrazio tutti coloro che hanno messo la ff tra le preferite e le
seguite, e annuncio con orgoglio che ho raggiunto un nuovo
primato di recensioni! Me strafelice!!! Un grazie a tutti voi che mi
seguite anche a chi legge, soltanto siete tanti e mi riempite di
orgoglio!!
Un bacioneeeee
Mikamey
|
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Capitolo 14 *** Rimorsi ***
14 Rimorsi
Rimango immobile ad osservare la stanza vuota,
ormai se ne sono andati via tutti. Il vassoio dei biscotti è
completamente vuoto, quello delle bibite è pieno di bicchieri
più o meno vacanti e tovaglioli usati. Per terra
c’è qualche briciola e su un cuscino fa bella morsa di se
una ditata al cioccolato. Eppure ciò che mi fa star male non
è il disordine, ma il silenzio che regna ora nella casa.
Ad essere
sincera è da quando Kagome ha parlato con Sesshomaru che ho una
strana morsa al petto, un peso di cui non riesco a liberarmi.
Anche quando è tornato Inuyasha e l’atmosfera è
tornata gioiosa e festiva, anche quando ho visto “lo scatolo
regalo” di papà gambalunga, anche quando ho capito di
essere ormai parte delle vite di Kagome, Inuyasha, Taka, Sumire e
Sesshomaru; io ho continuato ad avvertire un’oppressione al cuore
incredibile.
Ho sorriso, ho
scherzato, ho ricambiato i loro saluti con sincero affetto, ma dentro
di me sapevo che erano loro la causa del mio turbamento. Le parole di
Kagome mi hanno trafitta con una lama invisibile e impalpabile, capace
di infilzare la parte più nascosta in me, è stato
involontario lo so, lei ha semplicemente espresso i suoi
sentimenti e quelli de marito, cosi come Sesshomaru ha ricambiato
quel gesto di affetto..
“Ci manchi Sesshomaru.”
“Sto guarendo velocemente…Tornerò da voi” .
Queste parole
continuano a rimbombarmi in mente, ma cosa pensavo? Quanto è
stata grande la mia presunzione? Chi sono io, in fondo? Solo
un’estranea, la ragazza della porta accanto, gentile e
disponibile, la tipica vicina che presta lo zucchero ma niente di
più. Forse loro nutrono verso di me riconoscenza, forse
serberanno il mio ricordo ma presto o tardi svanirò dalle loro
menti, diventando un muto ritratto, lo spiraglio di un momento
difficile delle loro vite.
-Ti vedo pensierosa. C’è qualcosa che non va?
-No…no
assolutamente. Devi essere stanco, Taka era davvero euforico, ti
avrà sfinito. Va a coricarti un po’, io rimetto in ordine
e ti preparo qualcosa per cenare. Domani sarà un’altra
giornata faticosa, è meglio che ti risposi.
Inizio a
raccattare un po’ di cose cercando di essere il più
naturale possibile, ma avverto lo sguardo dello youkai, che invadente
cerca di leggere la mia mente. Le mani tremano in maniera a dir poco
vistosa, tanto da rendere instabile la presa sui vari oggetti che
più di una volta sfuggono al mio controllo.
Sesshomaru si
avvicina a me, afferrandomi il braccio nel tentativo di scrutare il mio
volto, ma io mi libero brusca dalla sua presa. E’ una reazione
istintiva, involontaria, e subito mi scuso per il mio gesto, tentando
di assumere un comportamento naturale.
-Scusa, non
volevo io solo… voglio dare una ripulita, sai che odio il
disordine e poi.. preparo qualcosa e andiamo a letto. Ok?-
La mia voce
esce tremula e incerta e avverto gli occhi pizzicare di lacrime.
Ovviamente, nessuna di queste azioni sfugge a Sesshomaru che, sempre
più serio, ripete la sua domanda.
- Rin cos’è successo? Non è questo disordine a darti fastidio, perciò qual è il problema?
- Non è nulla, davvero. Sono solo un po’… stanca, ecco tutto.-
Sbrigativa mi
allontano da lui e in breve riordino anche il salotto. Lo evito
volontariamente con le scuse più assurde, fino a farlo
innervosire.
-Rin si
può sapere che hai? Continui ad evitarmi… se è
successo qualcosa che ti ha dato fastidio dimmelo e basta, non mi
piacciono questi giochetti!-
-Non ti sto
evitando. Si sta facendo tardi e non ho ancora preparato la cena. Devo
ancora ripulire tutto e devo farlo sola o non sarò soddisfatta.
E poi, non voglio che sforzi ancora la gamba. Tutto qui.-
Mento, e anche
lui se ne accorge. Posso leggere sul suo volto la stessa espressione
contrariata del primo giorno che lo incontrai, anche se, più
che irritato, sembra deluso e confuso. Mi odio per questo mio
comportamento, ma proprio non riesco ad evitarlo. Ho la certezza che,
se gli permetto di avvicinarsi, non riuscirò a reggere il suo
sguardo e cederò alle mie paure e debolezze.
-Puoi andare, non ho fame, quindi non c’è bisogno che prepari nulla.-
Il suo tono duro e tagliente mi ferisce fin nel profondo. Mi sta cacciando ed è arrabbiato con me.
Sono
perfettamente consapevole che la causa di tutto ciò è
solo mia. Sapevo che sarebbe successo. Eppure… eppure non sono
riuscita ad evitare la cosa, anzi, oserei dire che l’ho
forzata; ma ora questa fitta al cuore è aumentata e io mi
sento terribilmente male e in colpa.
-T-ti sei arrabbiato con me?
-Rin, te lo ripeterò solo un’altra volta, cosa hai?
Il suo tono è sempre più distaccato e perentorio e questo suo comportamento lo avverto pretenzioso e irritante, tanto da farmi reagire in maniera quasi aggressiva.
- Cos’
era quello un ultimatum, un aut aut? E quel tono? Cos’è,
siamo ritornati all’ostilità? Tra qualche tempo te ne
andrai via, vuoi passare gli ultimi giorni che ci sono rimasti
litigando? Va bene! Facciamo come vuoi tu! -
Abbandono quasi
in lacrime quella casa, sbattendo rumorosamente la porta alle mie
spalle, nella vana speranza che lui non abbia avvertito l’odore
delle mie lacrime. Sono esplosa, ho urlato come una pazza contro di lui
senza il minimo preavviso, ma proprio non sono riuscita a trattenermi.
Da quando è arrivato lui il mio lato orgoglioso e permaloso
è ricomparso. Mi ha fatto infuriare quel tono pretenzioso. Ho
sempre odiato le imposizioni, gli ordini, i ricatti; e quelle parole sono risuonate tali nella mia mente.
Come facevo a
dirgli che sto male perché ho visto quanta felicità
c’è in lui quando è in compagnia della sua famiglia
e che ne ero gelosa? Come facevo a dirgli che mi veniva da morire
al pensiero che presto mi avrebbe lasciata? Come facevo a dirgli
che nel giro di qualche settimana lui è diventato una persona
talmente importante per me da non riuscire ad immaginare le mie
giornate senza lui?
Dannazione, mi
sento così stupida e infantile e arrabbiata e…e in colpa!
Sì, in colpa, perché è colpa mia se abbiamo
litigato! Odio litigare, ho
sempre odiato litigare, eppure ci sono occasioni in cui proprio non
riesco a farne a meno. Oggi è stata una di quelle. Ho paura di
rovinare tutto, di aver rovinato tutto, e la cosa mi fa infuriare ancora di più.
Apro
sgarbatamente la porta del mio appartamento facendone sbattere
l’alta contro il muro. Corrugo maggiormente la fronte al rumore
sordo e fastidioso che essa ha prodotto. Fisso con sfida l’inanimata parete di legno, poi trascino dentro casa il pacco di “papà gamba lunga”.
È estremamente pesante, ma ciò è solo uno stimolo e uno sfogo maggiore per la mia ira.
Lo faccio strisciare fino a portarlo nel bel mezzo del mio appartamento dove, esausta, mi ci accascio sopra ansimante.
Resto malamente
distesa su di esso per qualche minuto, il tempo di riuscire a
riprendere fiato, poi, incapace di sopportare oltre il dolore al petto
e alle costole, mi stacco da esso assumendo una posizione seduta a
gambe incrociate. Mi occorrono ancora pochi secondi prima di riuscire
ad alzarmi per accendere la luce e guardarmi intorno.
La mia mano
è ancora posta sull’interruttore, mentre il mio busto
segue i movimenti dei miei occhi nell’indagine della casa. Tutto
è al suo posto e lucido, tutto è dannatamente in ordine e la cosa, paradossalmente, mi dà fastidio. La vista che mi si pone davanti è cosi immacolata da darmi la nausea. Non un granello di polvere sul lucido mobilio del salotto, non una ditata sulla cristallina specchiera, non una briciola sul verginale
pavimento, non un segno che manifesti la presenza di una vita in questa
che sembra essere un’anonima bomboniera di porcellana. Bella,
delicata, inanimata.
La sensazione
d’inadeguatezza nata a casa di Sesshomaru inizia ad aumentare
sempre di più, così come il moto di rabbia dentro di me.
Avverto gli occhi pizzicare di lacrime salate, ma non una osa rigare il
mio volto. E’ invece la spossatezza ad impossessarsi di me,
quella strana sensazione di stanchezza che intorpidisce il corpo, ma
non quieta l’animo.
Cerco dunque di
calmarmi prendendo un grande respiro, nel quale cerco di incamerare la
maggior quantità di aria possibile, per poi tentare di
espellerla altrettanto lentamente. Azione in cui fallisco miseramente
dopo pochi secondi, ma che, comunque, non intacca il risultato che
volevo ottenere. Infatti sono riuscita almeno un po’ a rilassare
il mio spirito. Prendo quindi posto vicino allo scatolone per scoprirne
il contenuto, nella speranza di sviare maggiormente la mia mente dal
tormento che la invade.
È chiusa
da una grande quantità di scotch e l’opera di apertura
è infinitamente più difficile delle altre volte, pur non
tenendo in considerazione la componente “tremore” che
attanaglia le mie mani. Anche la roba al suo interno sembra disposta
con un criterio differente dal solito, ma decido di non curarmene,
iniziando ad identificare il contenuto di quell’ormai abituale
regalo.
Vi estraggo
frutta e verdura di stagione, qualche primizia, due vasetti di miele e
altri contenenti confetture e marmellate. Ho sparpagliato il tutto sul
pavimento, come una bambina intenta a scartare i regali di natale, e inquisitrice osservo ancora l’interno ormai vuoto dello scatolo.
Prepotente ritorna in me il pensiero della sua stranezza.
Di solito il contenuto era risposto con maggiore attenzione e
ponderatezza, vi erano dei panni di fibra a dividere e proteggere i
vari recipienti di vetro e la frutta era disposta con maggiore
cura… anche l’orario in cui è arrivato il pacco
è strano. Lo ha trovato Inuyasha, quando era uscito a prendere
le cose che avevano portato per Sesshomaru. Ha detto che era già
lì quando è uscito, ma di solito veniva
“consegnato” al mattino presto. E poi non ho avvertito il
campanello… certo ero “distratta” e non si
può certo dire che a casa di Sesshomaru regnasse il silenzio.
Però…
Mi arrendo a
quei pensieri, incapace di trovare un che di logico in loro e mi dirigo
in cucina per bere un po’ d’acqua. Al mio ritorno la vista
di tutto quel disordine provoca in me il “naturale” bisogno
di sistemare; eppure, una volta finito, continua ad albergare in me
quel senso di inadeguatezza, che tenace resta avvinghiato al mio animo senza mostrare segno di cedimento.
Cammino per
svariati minuti per la casa, percorrendone l’intero perimetro
senza una meta o un percorso stabilito. Semplicemente vago,
perché non so che altro fare, perché avverto il bisogno,
la necessità, di compiere qualcosa che è oscura alla mia
mente e che, invano, tenta di scovare l’origine della mia
inquietudine.
Insoddisfatta
ma stanca, mi rassegno infine ad andare a letto. Compio dunque il mio
“rito notturno” e m’infilo sotto le coperte.
La sveglia
segnala l’una e quarantasette e, benché io mi senta
distrutta fin nel profondo, le mie palpebre si rifiutano di chiudersi e
la mia mente si ritiene dunque autorizzata a ripercorrere tutti gli
avvenimenti della giornata, regalandomi talvolta il sorriso sincero,
altre uno amaro, altre ancora un moto di tristezza.
M’impongo di frenare i miei pensieri, con il proposito l’indomani, di andare a chiedere scusa ad un certo youkai.
L’assordante
rumore di un clacson mi sveglia dal mio sonno, costringendo i miei
occhi ad affrontare il sole mattutino e la vista di un taxi giallo
sgargiante davanti il vialetto di casa. Non ho neanche il tempo di
riprendermi dal mal di testa dovuto al risveglio troppo affettato,
né di pensare al perché della presenza del mezzo davanti
casa, che vedo Sesshomaru salirci sopra e l’auto partire con un
leggero rombo, allontanandosi inesorabilmente da me.
Sento le forze abbandonarmi e, inerme, mi accascio al pavimento, incapace di compiere qualunque altro gesto.
Se n’ è andato.
Capitolo che definire orrendo è poco!
È uno dei pochi capitoli di cui sono seriamente insoddisfatta!
Più lo
leggo e più lo trovo obbrobrioso, mi sembra insipido se
relazionato al suo contenuto, eppure non sono riuscita a descrivere in
maniera più consona ciò che volevo esprimere.
Mi scuso
umilmente con voi lettori, so che molto probabilmente vi ho delusi e vi
assicuro che la cosa mi dispiace molto! Nel prossimo capitolo
farò del mio meglio per esprimere le sensazioni di Rin in
maniera più realistica o quantomeno accettabile!
Ecco a voi lo
spoiler, forse il più lungo postato fino ad ora, che ci posso
fare cerco di farmi perdonare cosi; più mi sento in colpa
più spazio dedico alle anticipazioni :P
“Avverto il freddo del pavimento ferire il mio corpo, il duro marmo indolenzirmi.
Sono
ancora qui, accasciata al suolo con indosso il pigiama a fissare il
vuoto davanti a me. Un anonimo muro incolore, specchio interiore del
mio essere.
Mi
sento persa, sola, vuota, proprio come quando la nonna è morta,
l’unica differenza è data dal fatto che non ho nemmeno la
forza di piangere, di ripensare ai momenti vissuti insieme, ai
battibecchi, alle risate a nulla, sono completamente vuota. Uno stupido
involucro senza anima il cui unico segno di vita è dato da un
cuore pulsante e un lento respiro.
Muscoli
involontari, che lavorano in modo autonomo, senza il bisogno del
comando umano. Cosi ci hanno insegnato a scuola, e cosi purtroppo
avviene. La certezza mi è data dal fatto che in questo momento
io il mio cuore non lo avverto, pulsa certo ma io non ne sento la
presenza, non ne avverto la necessità, percepisco solo il dolore
del vuoto che lo sostituisce.”
Spero vivamente
che continuiate a seguire la mia ff che questo capitolo non sia stato
un completo fallimento. Aspetterò ansiosa i vostri commenti e le
vostre critiche.
PS non fatevi spaventare dallo spoiler il sarà un capitolo abbastanza piacevole : )
Ed ora dedichiamoci ai ringraziamenti..
lua82,
sono felicissima che il capitolo precedente ti sia piaciuto e ti abbia
“conquistata” purtroppo credo che questo non sia stato
all’altezza del precedente.. me ne scuso infinitamente e spero di
non averti delusa troppo! Riguardo il lavoro di Inuyasha…
bè qui c’è stata una bella imbeccata… a buon
intenditor… che altro dire carissima, spero di ricevere un altro
tuo commento e spero continuerai a seguire la mia ff un immenso bacione
tvb
KaDe,
grazieeeee grazie per il commento, grazie per gli aiuti, Grazie di
esistere!! Non so che altro dire se nn implorare il tuo perdono per
questo capitolo orrendo…il prossimo a mio avviso è molto
più coinvolgente. Un immenso ed enorme bacioneeeeee tvb
achaori,
ok questo allora è da definirsi un capitolo shok sono successe
un paio di cosette e il finale non sembra promettere nulla di buono..
ma tranquilla adoro questi due insieme non potrei mai dividerli per
troppo tempo! Un bacione e al prox capitolo nella speranza di non
averti deluso con questo
callistas,
sono assolutamente felice della popolarità di Taka ha
riscontrato un discreto successo e la cosa no può che farmi
piacere! Come hai potuto notare le note cupe che hai menzionato nel tuo
commento si sono rivelate anche in questo capitolo, e sì i
rapporti tra Rin e Sesshomaru sembrano essersi incrinati… tutto
a causa dell’insicurezza di Rin, chissà se qualcuno nel
prossimo capitolo riuscirà a fugare le sue
preoccupazioni…. Un bacione immenso gioia e al prox capitolo
LilyProngs,
cara ti ringrazio infinitamente per i tuoi complimenti e spero con
tutto il mio intero essere di non averti deluso con questo capitolo!!
Per quanto riguarda a sintonia tra di noi ammetto con piacere di
avvertirla anche io! E poi amo troppo la tua storia!!! Più la
leggo e più la trovo perfetta davvero complimenti! Spero di
leggere un tuo commento anche riguardo questo aggiornamento critiche e
insulti sono assolutamente meritati! Ad ogni modo penso di riuscire a
farmi perdonare col prossimo aggiornamento : ) Un bacioneeee alla
prossima
Isy_264,
un semplice grazie non riuscirebbe ad esprimere la gioia che mi ha
provocato il tuo commento! Sono felicissima che la storia ti piaccia e
sono onorata che anche un altro dei miei lavori sia riuscita a
conquistarti al punto da pensarlo anche a distanza di tempo! Come hai
potuto notare le paure di Rin hanno avuto effetti deleteri in questo
capitolo ma ti assicuro che il prossimo avrà dei toni meno cupi!
Un bacione giganteeeee e alla prossima
Un ringraziamento particolare va a kade, che è diventata un po’ la mia beta rider. Angeli disponibili e pazienti come lei ce ne sono pochi!
Un grazie
immenso quanto il mondo, anche a tutti coloro che seguono la mia ff
leggendola e mettendola tra i preferiti e /o le seguite, un
bacione immenso a tutti voi.
Per ultimo, ma non per questo meno importante, dedico un pensiero di
gratitudine a chi ha commentato la mia opera " Libero Arbitrio"
Kade
Emiko92
Ryanforever
lua82
inufan4ever
Un abbraccio,
Mikamey
|
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Capitolo 15 *** Gioie e dolori ***
Gioie e dolori
Avverto il freddo del pavimento ferire il mio corpo, il duro marmo indolenzirmi.
Sono ancora qui, accasciata al suolo, con indosso il pigiama a fissare
il vuoto davanti a me. Un anonimo muro incolore, specchio interiore del
mio essere.
Mi sento persa, sola, vuota,
proprio come quando la nonna è morta. L’unica differenza
è data dal fatto che non ho nemmeno la forza di piangere, di
ripensare ai momenti vissuti insieme, ai battibecchi, alle risate, a
nulla. Sono completamente vuota. Uno stupido involucro
senz’anima, il cui unico segno di vita è dato da un cuore
pulsante e un lento respiro.
Muscoli involontari, che
lavorano in modo autonomo, senza il bisogno del comando umano.
Così ci hanno insegnato a scuola e così purtroppo
avviene. La certezza mi è data dal fatto che in questo momento
io il mio cuore non lo avverto. Pulsa, certo, ma io non ne sento la
presenza, non ne avverto la necessità. Percepisco solo il dolore del vuoto che lo sostituisce.
Una lieve e umida carezza salata inizia a rigarmi il volto, timido
tentativo da parte del mio corpo di lenire le mie pene, ma, a mio
avviso, l’effetto provocato è il contrario. Il bruciore al
petto aumenta ad ogni lacrima e il mio pianto viene incrementato da
esso.
Vengo percorsa da spasmi, ma
è come se non li avvertissi. Ormai nemmeno loro riescono
veramente a smuovermi. Hanno perso importanza. Hanno perso il loro
potere di rendermi, in qualche modo, viva. Per la seconda volta sono
riuscita a farmi abbandonare dalle persone a me care e come la prima
volta sono incapace di reagire; ma ora è diverso, deve essere diverso.
Avverto il fastidioso e acuto squillo del telefono ed emetto un sospiro
di rassegnazione. L’ennesima telefonata di Kohaku,
l’ennesima tortura da
sopportare, che però non ho intenzione di subire. Mi trascino
sgraziatamente fino al telefono, pronta a staccare quella stupida e
odiosa spina, quando avverto una voce femminile salutarmi.
Animata da non so neanche io da quale forza o speranza, mi affretto ad alzare quella cornetta e rispondere al telefono.
-Kagome! Ciao, scusa ero… non ho fatto in tempo a rispondere. Come va? -
La sua voce gioviale e
cristallina riempie la mia mente, occupandola interamente, ma tuttavia
non presto particolare attenzione ai suoi saluti, seppur molto
affettuosi. L’unica cosa che voglio sentirle dire è se
Sesshomaru si trova lì. Sento una grande agitazione dentro me,
ma cerco di essere il più gentile e naturale possibile,
ricambiando le sua cortesi attenzioni.
-Grazie, ricambia i saluti, ovviamente, e dà un enorme bacio a
Sumire. Comunque… dimmi, come mai mi hai telefonato?
- Volevo solo ringraziarti per il fatto che ti prendi cura di
Sesshomaru. Sai, per la giornata di ieri! È difficile che si affezioni
a qualcuno e tu devi essere davvero una persona speciale se sei
riuscita a conquistare il suo rispetto. Non lo avevo mai visto
così disinvolto con qualcuno che non fosse uno di noi.
Al suono di quelle parole mi abbandono nuovamente al pavimento,
strisciando stancamente contro la parete, mentre le lacrime iniziano ad
offuscarmi vista e rigare il mio volto. No, non è vero. Non
è vero che sono importante per lui, non è vero che ho
conquistato la sua fiducia. Se n’è andato, ho rovinato
tutto. E’ finito tutto.
- Io… Kagome mi spiace… io non sono la persona che tu
credi. Ieri abbiamo litigato, l’ho trattato male e oggi
l’ho visto andare via su un taxi. Non credo tornerà. Io
penso di aver combinato un disastro. Lui se n’è
andato… -
Avverto per alcuni attimi il silenzio provenire dall’altro capo
del telefono, dopo questa mia sconnessa e confusa confessione. Uno
straziante dolore si spande all’altezza del petto fino ad
attraversare tutto il corpo, mentre singhiozzi, sempre più
rumorosi, infrangono la campana di mutismo che a cui io stessa ho dato vita. L’ho delusa,
ho deluso anche lei. In soli cinque minuti ho distrutto tutto quello
che avevo attorno, ma poi, di nuovo, la sua voce suadente culla il mio
animo tranquillizzandolo.
-Rin, calmati, non se n’è andato. Tornerà ne sono
sicura. Ho visto i suoi occhi quando ti guarda o parla di te. Rin,
Sesshomaru ti vuole bene e quando un no Taisho sceglie la persona da amare, niente e nessuno può fargli cambiare idea.
Sesshomaru ha un modo di dimostrare il suo affetto un po’
particolare, ma ciò non vuol dire che non sia sincero. Rin, lui
non ti farà mai una serenata al chiaro di luna, né una
confessione in grande stile, mettendosi in ginocchio con un mazzo di
rose in una mano e un anello nell’altra. Ma, credimi, non ti
abbandonerà mai. Lui non ama con le parole gentili o con gesti eclatanti,
anzi i suoi modi sono spesso un po’ rudi, all’apparenza
freddi, ma sempre rivolti al bene della persona a cui tiene. Lui ha
vissuto una vita difficile, nessuno gli ha insegnato ad amare, e lui lo
fa con i soli modi che conosce; non sottovalutare le sue attenzioni e
non fraintendere i suoi modi. A volte può arrabbiarsi, ma non abbandonerebbe mai una persona cara. Molto
probabilmente aveva bisogno di un po’ di tempo per pensare o
doveva sbrigare qualcosa, ma vedrai che tornerà! Lui ci tiene a
te. Fosse anche l’ultima cosa che farà, tornerà in
quella casa... se non altro, perché un no Taisho non lascia mai
le cose a metà! -
La solennità della sua voce ad inizio discorso lascia posto ad
una goffa imitazione del marito circa la serietà della loro
famiglia, per poi concludere con una tenera risata di conforto, a cui
io rispondo con un timido distendersi di labbra, in un’insicura
mezzaluna purtroppo invisibile ai suoi occhi. Asciugo impacciata le
ultime lacrime dal mio volto col dorso della mano, mentre, con voce
ancora incerta, le chiedo conferma delle sue parole.
- Te lo giuro, Rin, tornerà. E nel remoto caso in cui non
succedesse, ce lo trascinerò io a forza e poi gliele potrai
suonare di santa ragione per ciò che ti ha fatto passare! -
Questa volta sono io a ridere, seppur mestamente, alle sue parole. Mi
sento rincuorata e molto più tranquilla. Continuiamo a parlare
ancora un po’ del più e del meno in una conversazione
futile da lei stessa intrapresa, credo, con l’unico scopo di
accertarsi che mi fossi realmente calmata. Infine, dopo quasi
un’ora, conclude la telefonata ripetendomi con voce materna, per
l’ultima volta, che Sesshomaru tornerà. Ormai ne sono
quasi convinta.
Vago annoiata per casa alla ricerca di qualcosa da fare, ma, anche se
le “idee” si fanno largo nella mia mente, non ne attuo
nessuna. In realtà non ho voglia di fare niente, in realtà vorrei fare tutto, in realtà
l’unica cosa che faccio è aspettare di vedere
un’auto gialla fermarsi davanti al vialetto di casa e far
scendere Sesshomaru.
Ringraziando i Kami di non dover aspettare molto tempo prima che
ciò accada, anche se a me sembra ne sia passato fin troppo.
Appena avverto il rumore di un motore avvicinarsi alla casa e poi
brontolare mesto e paziente davanti al vialetto, mi fiondo davanti alla
finestra per accertarmi che si tratti proprio dello youkai che sto
aspettando io. Lo vedo. Sesshomaru scende composto ed elegante dal
mezzo, per poi dirigersi con altrettanta disinvoltura verso casa.
Mi dirigo di corsa sull’uscio di casa mia, aprendo la porta e
attendendo con le mani ai fianchi che egli arrivi. Un misto di emozioni
imperversano in me, rendendomi incapace di decifrare completamente
ciò che provo. Sono felice, arrabbiata, indispettita, sollevata.
Attraversa tranquillo il corridoio fino a ritrovarsi davanti a me. Le
uniche parole che escono dalle sue labbra sono un atono
“Buongiorno”. Lui e la sua dannata capacità di
rimanere sempre impassibile e inespressivo.
Tento di imitare il suo comportamento, mentre una leggera irritazione
s’impossessa di me. Rispondo quasi distaccata al suo saluto, ma
ancora prima di terminare quella stupida frase, sento già la
lacrime solcare il mio viso e i singhiozzi spezzare la mia voce.
Mi getto letteralmente fra le sue braccia, affondando
il viso sul suo petto. Piangendo a dirotto come una bambina, biascico
quello che dovrebbe essere un “sei tornato” e lo ripeto
più volte, tentando di scandire le lettere il più
possibile. In realtà, però, le ripeto più a me
stessa che a lui.
Lo avverto per qualche istante incerto,
ma non me ne stupisco particolarmente. Mentre mi fiondavo tra le sue
braccia, ho intravisto, per quel poco che ho potuto,
un’espressione di sorpresa
attraversare i suoi occhi. Ora, invece, cinge protettivo la mia vita
con un braccio, mentre l’altro è posto sul mio capo a
rinsaldare la mia posizione sul suo petto.
Non dice niente, non si lamenta, non fa domande. Semplicemente mi lascia sfogare
e, quando finalmente avverte il miei singhiozzi più smorzati, mi
prende tra le braccia e mi porta nel suo appartamento, adagiandomi su
un divano.
Rimango per qualche secondo da sola e sfrutto quei brevi attimi per
cercare di asciugare le lacrime e tentare di rendermi vagamente
presentabile. Sono sicura di avere un aspetto orribile, ma in pochi
secondi è impossibile far sparire il rossore dagli occhi. Sapevo
sarebbe andata a finire così, eppure ora non riesco a pentirmi
di ciò che ho fatto. Semplicemente, avrei preferito
“sfogarmi” un po’ meno.
Vedo Sesshomaru tornare con un bicchiere colmo d’acqua, dove, a
giudicare dal sapore, deve aver aggiunto dello zucchero. Si siede
silenzioso davanti a me ed io mi sento in dovere di spiegare la mia
innaturale reazione di poco fa.
- I-io credevo te ne fossi andato. Stamattina ti ho visto salire sul
taxi e noi ieri avevamo litigato e..- Sento di nuovo le lacrime
impossessarsi dei miei occhi e, automaticamente cesso di parlare, nel
tentativo di riuscire a fermare anche quelle impertinenti stille salate
che i miei occhi sono incapaci di trattenere. Ho il volto chino a
fissare il pavimento e la frangia corvina ne copre la parte superiore
fino al naso. Non riesco a veder la sua espressione, ma perlomeno
nemmeno lui riuscirà a vedere la mia.
Mi vergogno terribilmente,
eppure non sono riuscita a frenare il mio istinto di gettarmi tra le
sue braccia, a smorzare la felicità e la contentezza di riaverlo
nuovamente accanto.
Lo sento alzarsi, avvicinarsi a me e chinarsi sulle ginocchia fino a
ritrovarsi alla mia altezza. Alza dunque il mio viso, ponendo le sua
mani a coppa per asciugare le mie lacrime con i pollici.
- Sciocca! -
Lo dice guardandomi negli occhi, con un serietà e dolcezza che
non avevo mai scorto prima in lui. Con un’unica parola,
all’apparenza quasi un insulto, è riuscito a farmi
spuntare un timido sorriso sulle labbra e a calmarmi.
Prende il bicchiere ormai mezzo vuoto dalle mie mani tremanti,
soffermandosi appena qualche istante su di esse, per poi dirigersi in
cucina e continuare quello che doveva essere un discorso. Quello che
identifico quasi come una tacita giustificazione.
- Sono stato dal medico per visitare la gamba. -
Il suo tono sembra tornato quello di sempre, compito e pacato, eppure mi sembra di avvertire anche una piccola nota di impazienza, cosa che mi sembra scorgere anche sul suo viso ora che mi è di nuovo visibile.
Sono a pochi passi da lui, imbarazzata e un po’ nervosa, ma non
importa. Devo liberarmi di questo peso il più presto possibile.
Faccio appello a tutto il mio coraggio e guardandolo negli occhi mi
accingo a pronunciare quelle che dovrebbero essere delle scuse.
- Sesshomaru, per ieri io… -
- Le scuse sono solo sinonimo di debolezza. -
Interrompe, perentorio ma pacato, il mio discorso, ma io, con
altrettanta serietà e calma, mi prendo la libertà di
avere l’ultima parola.
- Strano, ho sempre creduto fossero sinonimo di forza. -
Ci scrutiamo negli occhi per alcuni istanti, entrambi
irremovibili sulle nostre posizioni, eppure consapevoli della mezza
veridicità di entrambe le nostre frasi. Come tutte le cose,
anche “le scuse” hanno una doppia faccia; dipende poi dalle
situazioni estrapolarne la vera forma.
Ad ogni modo ho compreso il gesto di Sesshomaru. Non è
arrabbiato per come mi sono comportata ieri e non voleva farmi pesare
ulteriormente il fardello che mi portavo da allora. Decido quindi di
evitare l’argomento domandandogli invece l’esito della
visita. M’impongo categoricamente di non rinfacciargli il fatto
di non avermi informata della cosa, concentrandomi invece sulla parte
importante della situazione.
- Pare che quelle erbe abbiano avuto un effetto particolarmente
efficace e che ormai io sia quasi del tutto guarito. L’unica
raccomandazione è stata quella di “riabilitare” la
gamba senza compiere sforzi troppo grandi. -
- Qualche… giorno, bene e... volendo quantificare questo
“qualche giorno”, quanto sarebbe? Una settimana? 5 giorni?
2 giorni? -
Avverto l’ansia
invadermi non solo per le sue parole, ma per il fatto che,
pronunciandole, ha distolto il suo sguardo dal mio. Avverto questo suo
gesto come un cattivo segno e sento nuovamente quel peso, quel
bruciore, riaffiorare prepotente intorno al mio cuore.
Poggio la mia mano sul suo braccio in quella che io definirei una
presa blanda e inutile, in un tentativo poco convito di richiamare la
sua attenzione. In realtà ho paura, terribilmente paura di sentire la sua risposta.
Dopo un periodo di tempo che a me sembra interminabile, vedo Sesshomaru
voltarsi verso di me e catturare il mio sguardo con le sue iridi
dorate. Lo sento, sta per pronunciare quelle che per me saranno delle
parole di condanna, ma, vigliacca, lo blocco.
- A- aspetta, sento il telefono dal mio appartamento, s-sarà di sicuro Kagome. Aveva chiamato questa mattina e… -
Ci dirigiamo entrambi verso il mio appartamento, silenziosi e avvolti
da quella che io avverto come una nera cappa di pesantezza. Tuttavia,
non appena mettiamo piede in casa, sento la segreteria innescarsi e una
voce maschile
- Ciao Rin, sono sempre io. Non hai mai risposto a nessuno dei miei
messaggi e non ti biasimo per questo. Tuttavia ho il bisogno di
parlarti, di spiegarti ogni cosa, e ormai sono convinto che il modo
migliore per farlo sia venire da te. Non ho mai avuto la forza per
farlo, ma credo che ormai sia giunto il momento di prendermi le mie
responsabilità. Domani sarò da te. Ti prego fatti trovare. -
Eccomiiiiiiiii! Allora, piaciuto il capitolo?? Spero di sì!
Ne sono successe di cose: belle, brutte, interessanti… Voi cosa ne pensate?
Vi è piaciuta la telefonata di Kagome?
Com’è stato il “ritorno” di Sesshoumaru?
Soprattutto… cosa pensate dell’intento di Kohaku?
Mi auguro con tutto il cuore che quest’aggiornamento sia riuscito
ad emozionarvi e ringrazio infinitamente tutti coloro che hanno
commentato lo scorso capitolo! Siete stati tutti davvero troppo buoni,
ma sono felice che il capitolo vi sia piaciuto!
Vorrei tanto darvi degli spoiler com’è mio solito fare,
purtroppo, però, in questi giorni non sono riuscita a scrivere
molto, quindi il capitolo successivo è praticamente inesistente,
se non per qualche sporadica riga e un’idea da realizzare. Posso
però anticiparvi che manca poco alla fine. Uno o due capitoli al
massimo.
Ed ora i ringraziamentiiiii
KaDe, cara, è un piacere
leggere le tue parole! Io ero (e purtroppo) sono ancora delusa da quel
capitolo, non so,credo di non averlo affronto con la giusta
serietà…mi fa comunque piacere di aver raggiunto il cuore
di voi lettori, ovviamente spero che questo capitolo sia stato ancora
più interessante e coinvolgente del precedente!
Come sempre ti porgo un ringraziamento particolare per l’aiuto che puntualmente mi offri nella correzione del capitolo,
e in questo caso anche per la scelta del titolo :P un bacione immenso cara e grazie ancora di tutto
lua82 ecco se per rin è
sesshomaru la sua cura tu sei la mia x quanto riguarda
l’autostima : ) ti ringrazio infinitamente per il commento e i
complimenti!! Mi hanno messa davvero di buon umore! Alluuura che dire
sono felicissima che l’identità di papà gambalunga
non sia più un mistero per te ma ora anche Rin
dovrà scoprirla! si si, dovranno fare una bella chiacchierata
quei due ci sono cose che vanno assolutamente affrontate! Come ho
già detto non ho steso ancora il prossimo aggiornamento ma
prevedo anche per lui una quantità importante di cosucce. Che
altro dire se non un altro immenso ringraziamento e un invito a farmi
sapere le tue impressioni su questo cap? un bacione cara e a presto
callistas ciaooooooooooo gioia
non lo faccio apposta davvero quel capitolo proprio nn mi ha
soddisfatta,a mio avviso è stato affrontato con troppa
leggerezza ma sono felice che ti sia piaciuto e sono ancora piu felice
del fatto che hai notato un particolare di rilevante importanza! Ovvero
la reazione di Rin nei confronti della propria abitazione! Ora il suo
rifugio basato sulla “pulizia” sta cedendo, quindi anche i
suoi disturbi stanno per essere superati! Cmq grazie infinite per il
commento! Spero di riceverne un altro x questo cap un bacioneeeeee tvb
achaori, spero che la tua
curiosità sia stata sedata! : ) e spero che il capitolo ti sia
piaciuto!!!! Come avevo detto adoro questi due insieme, non potrei mai
tenerli lontani per molto!! Spero che l’aggiornamento ti sia
piaciuto e di poter leggere le tue impressioni su di esso! Un
bacioneeeee
LilyProngs ciaoooooo!! Grazie
grazie grazie!! Sono felice che il cap precedente ti sia piaciuto io
sinceramente continuo a non amarlo particolarmente…
comunque cosa ne pensi di questo?? Hai visto? Sesshomaru non se ne era
andato! Non poteva certo abbandonare Rin! Come ha detto Kagome
“quando un no Taisho sceglie la persona da amare, niente e
nessuno può fargli cambiare idea.”
Spero che questo aggiornamento sia stato più piacevole del
precedente per contenuti :P e mi auguro di poter leggere le tue
impressioni su di esso, un bacione grande grande e a presto : )
Un grazie immenso anche ai lettori di questa FF che siete davvero tanti
e a coloro che l’hanno aggiunta tra i preferiti e/o le seguite
con l’invito se vogliono e possono a lasciare un commento
Un abbraccio
Mikamey
invadere lo spazio circostante.
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Capitolo 16 *** Verità svelate ***
17 Verità svelate
Avverto il
cuore perdere un battito e istintivamente porto una mano sulla parte
interessata, stringendo con forza il sottile strato di stoffa che la
ricopre.
Domani… domani verrà qui, domani rivedrò Kohaku, domani…
Scuoto il capo
in senso di diniego per scacciare dalla testa quei pensieri. Non ho
intenzione di farmi abbattere proprio adesso. Io… io non
lascerò che la sua presenza condizioni ancora una volta la mia
vita, non posso. Ho sofferto molto a causa sua, per le sue azioni, per
il suo ricordo, per la delusione e il dolore che mi ha causato. Solo
ora sto ritornando a vivere e non gli permetterò di rovinare
tutto di nuovo. No, non lo farò… no…
Avverto la
testa girare vorticosamente e tutto intorno a me perde forma e colore,
diventando una massa informe di puntini sempre più sbiaditi,
sempre più… neri…
Mi sento cosi
confusa e allo stesso tempo leggera e serena. Ho perso la cognizione di
tutto, non avverto suoni, non percepisco colori o odori, non avverto
più nemmeno il freddo o il caldo. Forse sarebbe il caso di
chiamare Sesshomaru. Sì, forse. Forse non è un bene lo
stato in cui mi trovo, ma, esattamente, cos’è tutto
questo? Questo mondo incolore, senza anima, senza dimora, privo di
sofferenza o timori. Sembra quasi un’altra dimensione,
così anonima da sembrare piacevole, così vuota da
provocarmi il desiderio di fuggire via.
Io inizio a
sentire… dolore. Dolore e una voce. Non so attribuirle un
proprietario, ma sembra preoccupata. Sì, il suo timore, la sua
paura, sono perfettamente percepibili da quel timbro cosi allarmato.
Non riesco
più a sopportare la situazione, quella condizione ora ostile e
lentamente vedo quel mondo svanire. Cosi com’è comparso
ora sta per dissolversi. L’oscurità lascia posto al
chiarore sempre più intenso, sempre più prepotente,
finché non distinguo nettamente il bianco del soffitto di casa
e, poi, il viso di Sesshoumaru. I suoi occhi…
Sbatto
ripetutamente le palpebre come a voler accertarmi delle cose che vedo,
come a voler testare la mia vista. Mi accorgo di non essere più
nell’entrata di casa, bensì nella mia camera. Sono sul
letto e il sole che traspare dalla finestra mi ferisce gli occhi; la
mia testa è ancora avvolta da una gran confusione e tutto
ciò che sento o vedo sembra essere recepito a rallentatore.
-Rin! Rin, ti sei ripresa? Come ti senti?
Mi volto
nuovamente verso Sesshoumaru con una lentezza esasperante. e’
seduto accanto a me, una mano sul mio viso e l’altra accanto alla
mia spalla per sorreggersi. Il suo volto, il suo busto, sono proprio
sopra di me, ma l’unica cosa che avverto in questo momento
è la sua apprensione. Quelle iridi dorate cosi imperscrutabili,
così indecifrabili ora sono carichi di un sentimento
dannatamente umano per lui: la paura.
-Sesshoumaru..-
un sussurro, quasi un mugolio insensato, fuoriesce dalle mie labbra
troppo pesanti per pronunciare quel nome così imponente.
Porto
distrattamente una mano sugli occhi, incapace di sopportare oltre tutta
questa dannata luce che mi abbaglia senza ritegno, mentre un leggero
mal di testa inizia a spazzare via la confusione di qualche attimo
prima.
Avverto
Sesshomaru allontanarsi da me e io, istintivamente, libero i miei occhi
per accertarmi delle sue mosse. Sento il bisogno di averlo vicino,
sembra quasi una necessità, un’esigenza per il mio corpo.
La sua lontananza sembra permettere alla paura una via d’entrata
per la mia anima e io non ho la forza di sbarrarle il passaggio.
Avverto anche
in lui la riluttanza ad abbandonare la sua posizione, eppure lo vedo
dirigersi verso la finestra con incedere fluido e deciso, per poi
abbassare le tapparelle e tornare da me.
Ora una
piacevole penombra rischiara la stanza, senza assediarla con la sua
prepotente luminosità, e Sesshomaru riprende la sua posizione
accanto a me, sfiorando il mio fianco col suo corpo. Si china col busto
sul mio, ponendomi nuovamente una mano sulla fronte, avvicinando
pericolosamente il suo viso al mio. Non sono tuttavia imbarazzata da
quel gesto; continuo a percepire la preoccupazione nei suoi occhi, non
leggo in loro alcuna malizia, quindi decido di godermi quella calda
carezza, mentre lui sembra scrutare ogni minimo particolare del mio
volto e ogni mio più piccolo movimento.
- Va meglio così? -
Finalmente
avverto la sua voce più tranquilla, calda e rassicurante, la
stessa di sempre, quella capace di catturarmi e calmarmi. La sua mano
continua ad “accarezzare” la mia gota con movimenti gentili
del pollice e io socchiudo gli occhi per godermi quel piacevole calore
che s’irradia sul mio viso.
Muovo il capo
in segno di assenso per rispondere alla sua domanda, e timidamente mi
accuccio più vicina al suo corpo. Non so perché, ma non
ho voglia di parlare, come se il mio corpo si rifiutasse di compiere
semplice azione al fine di risparmiare un inutile spreco di energie.
- Si può
sapere che ti è preso? Sei svenuta improvvisamente e sei rimasta
incosciente per parecchi minuti. E’ colpa di quella telefonata,
vero? -
L’apprensione
nella sua voce è ora velata da una nota d’irritazione, ma
arriva alle mie orecchie dannatamente piacevole. So che è
sbagliato, ma saperlo preoccupato mi provoca in qualche modo un moto di
contentezza. Patetico da parte mia, eppure continuo ad ignorare le sue
parole, rispondendo ad esse con timidi assensi e dinieghi, espressi con
piccoli gesti silenziosi. È strano come i ruoli tra noi si siano
invertiti. Ora è lui a dover interpretare i miei pensieri.
Lo vedo
smarrito e turbato da questo mio comportamento anomalo. Sembra non
sappia come comportarsi e tutto ciò che fa è continuare a
scrutare i miei occhi, mantenendo la sua attenzione su di me, con la
sua calda mano che regge il mio volto.
Mi sento
dannatamente in colpa, e m’impongo con tutte le mie forze di
rispondere alle sue domande. Con voce stanca e spezzata tento di
rassicurarlo, di fargli capire che ora sto molto meglio e distendo le
labbra in un sorriso tirato, nella speranza di fugare i suoi timori.
Sono purtroppo
consapevole di aver fallito i miei intenti, tuttavia ora sembra
più tranquillo. Il suo volto è tornato impassibile,
seppur il suo sguardo sia ancora esageratamente espressivo, per lui.
La sua mano
abbandona il mio volto, lasciandolo in balia di una frescura che
infastidisce la parte denudata. Tutto il suo corpo si allontana da me
nell’intento di alzarsi, ma, per la prima volta, in lui
s’insedia il dubbio. Una volontà contrastante. Sembra
quasi indeciso su ciò che deve fare.
Dov’è finito il suo sangue freddo? Dov’è finita la sua sicurezza?
Si sofferma
qualche istante a fissare il vuoto dinnanzi a sé e io avverto in
quel suo gesto l’indecisione. Allontanarsi da me oppure non farlo?
Istintivamente
poggio la mia mano sulla sua. Sono fredda - esageratamente fredda - o
forse è lui quello caldo? Non so decifrare bene la situazione,
ma, non appena volge il suo sguardo su di me, gli regalo un vero
sorriso, di riconoscenza, d’affetto. Questa volta è lui a
dover essere calmato, è lui che ha bisogno di vicinanza, almeno
quanto me.
Sembra
imbarazzato dalla situazione, ma, come sempre, nega l’evidenza,
domandandomi se ho voglia di qualcosa da mangiare. Declino la sua
offerta con un semplice movimento del capo e, finalmente, la parole si
decidono a superare la barriera delle mie labbra per arrivare pacate e
scandite alle sue orecchie.
-Resta con me.
-Non avevo intenzione di andarmene.
-Bugiardo- ribatto, divertita, consapevole della sua indecisione sul da farsi.
-Sei pallida. Volevo solo portarti qualcosa, non di certo abbandonarti.-
Finalmente
leggo in lui la solita espressione sicura e “arrogante” di
sempre. Sorrido di rimando al suo tono velatamente risentito e alle sue
parole scherzosamente divertite. Finalmente è tornato quello di
sempre, ma io non sono quella di prima. Ho bisogno di chiarezza, ho
bisogno di punti fermi nella mia vita, ho bisogno di un appiglio sicuro
su cui potermi reggere per prendere in mano le redini della mia
esistenza.
Ripeto dunque con maggiore serietà la mia richiesta.
- Resta con me Sesshoumaru. -
Scruta
indagatore i miei occhi solo per qualche istante, poi si sdraia accanto
a me, accogliendomi tra le sue braccia, lasciando che il mio viso
affondi tra il suo petto e la spalla, mentre, con gesti lenti, inizia a
percorrere con la sua calda mano la lunghezza del mio braccio.
Mi abbandono a
quella sensazione di calma, consapevole che, purtroppo, durerà
poco. Sento il bisogno di raccontargli tutto, di dirgli la
verità sui miei tremori, di confessargli il mio passato, ma
prima di tutto devo sapere se lui starà al mio fianco oppure no.
- Sesshomaru, per quanto resterai qui? -
La mia voce,
ovattata, sembra essere assorbita dal silenzio circostante, mentre il
mio volto continua a celarsi nel petto di Sesshoumaru. Non avvertendo
risposta da parte sua, dirigo la mia attenzione su di lui, che,
finalmente, si degna di rispondere al mio monito.
-Hai detto che vuoi che resti, perciò, finché non mi caccerai, resterò qui. -
Mi verrebbe da
chiedergli se è anche quello che vuole lui, tuttavia censuro
questi pensieri. La mia domanda non era rivolta alla sua presenza nel
mio letto, bensì alla sua presenza nella mia vita.
So benissimo
che il suo è stato un semplice tentativo di sviare il discorso,
ma questo non è il momento di fuggire dalle mie paure.
L’ho fatto per troppo tempo ed ora ho solo voglia di certezze.
Mi isso su di lui, facendo forza con le mani sul suo petto, quel tanto che basta per ritrovarmi faccia a faccia coi suoi occhi.
- Per quanto resterai qui? -
Ripeto
nuovamente la mia domanda, con maggiore sicurezza, maggiore
consapevolezza, conscia di ciò che la sua risposta potrebbe
procurarmi, ma preparata a sopportarne gli effetti.
Sfido con lo sguardo le sue iridi dorate, in attesa di una risposta, di una sentenza che ancora una volta tarda ad arrivare.
-Chi è
Kohaku? Perché un suo semplice messaggio è capace di
provocarti attacchi di panico, tremori, svenimenti? Rin, cosa ti ha
fatto per segnare a tal punto la tua vita? -
Abbasso involontariamente lo sguardo sul suo petto, mentre gli occhi iniziano a pizzicare di lacrime
- N-non hai risposto alla mia domanda… -
- Nemmeno tu. -
Porta la sua mano sul mio viso, scostandone i capelli e alzandolo in modo da incontrare i miei occhi
- Rin, io risponderò alla tua domanda, ma prima devi dirmi chi è Kohaku e cosa ti ha fatto. -
Calda e umida,
una lacrima abbandona i miei occhi per infrangersi contro la mano di
Sesshomaru, che, impassibile, mantiene la sua posizione. Mi rassegno ad
accettare le sue condizioni e, dopo aver posto la mia mano sulla sua,
riprendo posto sul suo petto, lasciando che stille salate ci bagnino
silenziose.
Alla penombra
di quella stanza, al sicuro tra le sue braccia, denudo la mia anima,
senza pormi limiti, senza omettere particolari.
Espongo tutto
con estrema cura, soffermandomi in una marea di dettagli superflui, che
prepotenti si ripresentano alla mia mente. Avverto le mie parole
riempire la stanza e rivedo il mio passato come in un film. Ogni tanto
sento sotto di me i muscoli di Sesshomaru contrarsi per stringere un
pugno, per rinforzare la sua presa su di me o per trattenere la sua
malcelata ira, che spesso si manifesta in ringhi sommessi.
Mi sento quasi
un’estranea in quel racconto, come stessi parlando di un
avvenimento ascoltato in tv, come se tutto quello che dico non sia
accaduto a me, ma a qualcun altro, ad un estraneo.
L’inespressività con cui parlo stupisce me stessa e allo stesso tempo mi lascia indifferente.
Forse ho
versato troppe lacrime, forse ho accettato il mio passato, forse,
protetta dalle braccia di Sesshomaru, il dolore non può
sopraffarmi. Forse è giunto il momento di affrontare
razionalmente ciò che è accaduto e io sto compiendo
quest’azione ormai inevitabile.
Per tutto il
tempo, non ho avuto il coraggio di affrontare gli occhi di Sesshomaru
e, anche ora che ho finito di parlare, il mio sguardo è posto
sul suo petto. Lui non ha interrotto nemmeno una volta il mio discorso,
non ha pronunciato una singola parola da quando io ho iniziato il mio
racconto. Ancora adesso lui tace.
Avverto
distintamente il suo nervosismo e l’agitazione che ha in corpo.
Anche se tenta di non darlo a vedere, è rimasto molto scosso
dalle mie parole. Per verificare la mia intuizione mi decido, infine,
ad alzare lo sguardo sul suo volto. Vi leggo rabbia e sdegno.
Ha le mascelle
serrate in un ghigno minaccioso, gli occhi ridotti a due sottili
fessure di ghiaccio traboccanti d’ira e un ringhio cupo e sordo
prende vita nella sua gola, roco e mal trattenuto.
Sembra furioso,
una bomba pronta ad esplodere alla minima scintilla, innesco
inevitabile di un’esplosione di collera incontenibile.
Vengo quasi
invasa dalla paura alla vista del suo volto palesemente furente; non vi
è più traccia della sua freddezza. Per la seconda volta
in un giorno ho infranto la sua barriera d’inespressività,
ma questa volta non ne sono felice. Tutt’altro.
Eccomiiiiiiiiiii
sono ancora viva non mi sono persa!finalmente il tempo e
l’ispirazione mi hanno permesso di partorire questo nuovo
capitolo,e una volta reso "adeguato", l'ho postato : )
In tutta sincerità non ne sono particolarmente soddisfatta ma spero sia comunque accettabile.
Come avete
notato la nostra Rin non ha preso molto bene la notizia
dell’imminente visita da parte di Kohaku… e nemmeno
Sesshomaru è riuscito a mantenere il suo sangue freddo circa il
passato che ha dovuto subire la ragazza..
Nel prossimo capitolo vedremo meglio le sue reazioni e sveleremo i suoi di segreti.. nel frattempo ecco a voi un piccolo spoiler
“Non
sembra lui, perfino gli occhi hanno abbandonato quello splendido color
miele, per tingersi di un gelido azzurro screziato di sangue. Avverto
il suo corpo pulsare, mentre i suoi canini, iniziano a fuoriuscire
minacciosi dalle sue labbra in un rivolo di sangue scarlatto, lo stesso
che gocciola silenzioso dalle sue mani trafitte dai suoi stessi
artigli.
In
uno scatto improvviso abbandona il letto mentre il suo corpo continua a
pulsare sempre più frenetico e la ragione abbandona il suo
corpo. Avverto il suo respiro irregolare e il battito del suo cuore
pulsare anormalmente nel petto. Sembra stia lottando contro se stesso,
contro la sua irruenza, ma il suo istinto sembra avere la meglio
sulla ragione.
Le
lacrime iniziano a offuscare la mia vista mentre il terrore inizia ad
impossessarsi di me, ho paura che mi possa abbandonare, che faccia
qualche pazzia, rivoglio Sesshomaru, il mio Sesshomaru.”
Allora che ne pensate, vi ho incuriositi????
Spero con tutto
il cuore di non aver deluso nessuno e mi auguro che questo
aggiornamento sia stato di vostro gradimento! Approfitto di queste
poche righe per dire che il prossimo capitolo non sarà
l’ultimo, mi sono resa conto che c’è ancora da
scrivere e benché non manchi molto alla fine un solo
aggiornamento non basta.. quindi… mi dovrete sopportare ancora
un po’ :P
Ed ora passiamo ai ringraziamentiiii
lua82
grazieeeeeee non so se te l’ho già detto ma la MIA cura x
l’autostima sei tu! La più assidua e gentile delle
commentatrici! Ammetto senza vergogna che aspetto sempre con ansia le
tue recensioni :P spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto come
hai potuto notare Sesshomaru non è che abbia preso molto bene la
vicenda tra Rin e kohaku… non so ancora se lo picchierà a
sangue o se sarà superiore.. vorrei che fosse Rin a
“chiudere” con lui tuttavia nella mia testolina balena
l’idea di una piccola ritorsione fisica su di lui.. vedremo..
ancora grazie x i complimenti un bacione immenso e alla prossima
KaDe,
come sempre ti ringrazio sia per la recensione sia per l’aiuto
che puntualmente mi dai! Sono felice del mio miglioramento ma allo
stesso tempo sono cosciente di non essere arrivata ancora alla
perfezione. Come già abbiamo detto su msn qui il carattere di
Sesshomaru è particolarmente OOC e me ne dispiace spero cmq che
non sia troppo mieloso perché non era quella la mia intenzione,
ciò che volevo mostrare era l’affetto reciproco tra i due.
Che altro dire…ti ringrazio ancora infinitamente per tutto e
alla prossima : )
LilyProngs,
grazie x i complimenti sono strafelice che il capitolo scorso ti sia
piaciuto di questo che ne pensi? Come hai potuto notare il ritorno di
kohaku non va giù proprio a nessuno :P vedremo cosa lo
attenderà al suo arrivo..ti ringrazio anche per la
“fedeltà” e la fiducia verso di me spero di non
deludere mai le tue aspettative! Un bacione immenso e a presto
callistas
ciauuuuu purtroppo il capitolo è arrivato un po’ in
ritardo.. perdonooooo spero comunque che ti sia piaciuto,che
dire…ne sono successe di cosette e altre ancora succederanno nel
prox capitolo.. in questo è stata Rin a
“confessarsi”.. nel prossimo…. Sarà qualcun
altro… :P ad essere sincera il prox capitolo non è ancora
terminato sto cercando di descrivere al meglio
“l’ira” di Sesshomaru..e lo spoiler ne è la
palese conferma.. che dire spero di poter leggere le tue impressioni su
questo aggiornamento e di non averti delusa un bacioneeeee a presto
roseinblack,
ciaooooooooooooo che dire è un piacere vedere la tua recensione
e ti ringrazio anche per quelle alle altre mie ff sono davvero felice
che i miei lavori ti piacciano! : ) come hai potuto notare Sesshomaru
non ha preso molto bene il ritorno di Kohaku ma non so ancora se lo
gonfierà di botte, 1 perché Kohaku non è cattivo
nel profondo 2 perché vorrei che fosse Rin a mettere fine a
tutto dimostrando la sua ritrovata forza, tuttavia non ho ancora
scritto la fine della ff quindi nemmeno io so cosa accadrà
esattamente.. spero con tutto il cuore che il capitolo ti sia
piaciuto fammi sapere cosa ne pensi ok? Un bacione immenso e a
presto
Isy_264,tranquilla,
so cosa vuol dire io questo mese ho fatto 3 esami e ti assicuro che il
tempo non basta mai! 24 ore sono troppo poche x una giornata intera
:P quindi ti ringrazio infinitamente per il tempo che hai
dedicato alla mia ff! sono onorata che il capitolo ti sia piaciuto e
come sempre hai colto tutte le sfumature e le parti salienti del mio
lavoro! Davvero un ottimo intuito il tuo! Che dire.. spero che gli
esami ti vadano bene e che questo aggiornamento sia stato di tuo
gradimento un bacione e alla prossima
achaori,
ecco a te il nuovo capitolo anche se un po’ in ritardo.. come hai
potuto notare Sesshomaru un po’ si è arrabbiato…ma
proprio un po’:P che dire dallo spoiler si capisce che nel
prossimo capitolo la sua ira aumenterà e questa volta
toccherà a lui essere calmato! Comuuuunque non ho ancora
terminato la FF ma voglio che sia Rin a chiudere la cosa in modo da
dimostrare a se stessa e al mondo intero la sua rinata forza! : ) spero
di poter leggere le tue impressioni anche su questo aggiornamento e che
il cap ti sia piaciuto un bacione grande grandeeeeee
piccola tammy,
tranquilla non fa niente! Mi scuso per il ritardo con cui ho postato
questo cap e spero infinitamente che ti sia piaciuto! Io non sono
particolarmente soddisfatta di questo capitolo ma ho cercato di
renderlo al meglio! Mi auguro di non aver deluso le tue aspettative!
Grazia ancora per i complimenti un bacione e a presto! : )
Come sempre un ringraziamento particolare a Kade che si occupa della
correzione del capitolo, a quanto pare la mia punteggiatura però
sta milgiorando :P
Ovvamente un grazie va a tutti coloro che seguono la mia ff in modo
anonimo e/o riservandoe un posticino tra la liste dei preferito
e/o seguiti
Un abbraccio a tutti Mikamey
|
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Capitolo 17 *** Reazioni inaspettate ***
17 reazioni inaspettate
Lo guardo leggermente sorpresa e intimorita, mentre, incerta, pronuncio il suo nome.
-S-Sesshoumaru…
-Si pentirà di ciò che ti ha fatto. Giuro, si pentirà anche di essere nato.
La sua voce
è arrochita e carica di odio al punto da spaventarmi seriamente.
Sembra fuori di sé e io non so come riportarlo alla
realtà.
-Sesshoumaru, che hai intenzione di fare? Mi stai spaventando! Ritorna in te!
-Ha cercato di
abusare di te! Maledizione, per tutto questo tempo non ho capito
niente! E quelle telefonate… non gli davo peso e invece erano
loro che ti dilaniavano ogni giorno!
Per la prima volta lo sento urlare di rabbia, di frustrazione, di dolore.
E’ seduto sul letto con le mani chiuse in un pugno, le vene in
evidenza e i muscoli in tensione. Non sembra lui. Perfino gli occhi
hanno abbandonato quello splendido color miele per tingersi di un
gelido azzurro screziato di sangue. Avverto il suo corpo pulsare,
mentre i suoi canini iniziano a fuoriuscire minacciosi dalle sue labbra
in un rivolo di sangue scarlatto, lo stesso che gocciola silenzioso
dalle sue mani trafitte dai suoi stessi artigli.
In uno scatto
improvviso abbandona il letto, mentre il suo corpo continua a pulsare
sempre più frenetico e la ragione abbandona il suo corpo.
Avverto il suo respiro irregolare e il battito del suo cuore pulsare
anormalmente nel petto. Sembra stia lottando contro se stesso, contro
la sua irruenza, ma il suo istinto sembra avere la meglio sulla
ragione.
Le lacrime
iniziano a offuscare la mia vista, mentre il terrore inizia ad
impossessarsi di me. Ho paura che mi possa abbandonare, che faccia
qualche pazzia. Rivoglio Sesshoumaru, il mio Sesshoumaru.
Abbandono
anche io il letto con gesti frenetici e scoordinati, fino ad arrivare
al suo fianco. Tento disperatamente di richiamare la sua attenzione su
di me, afferrandolo per un braccio. Il ringhio aumenta di
intensità, ma quelle due fessure cariche di odio continuano a
ignorarmi, fissando minacciose in punto imprecisato dinnanzi a loro.
-Sesshoumaru,
torna in te ti prego. Sesshoumaru, guardami. Mi stai
spaventando… non puoi abbandonarmi pure tu, non puoi farmi
questo. Ho bisogno di te… ti prego… -
Inizio un pianto disperato, silenzioso, di preghiera; mi aggrappo sempre più possessiva al suo braccio, decisa più che mai a non allontanarmi da lui.
Finalmente riesco a indirizzare la sua concentrazione su di me, ma i suoi occhi sembrano non vedermi davvero.
-Ho fallito. Lei mi aveva chiesto solo una cosa e io non sono riuscito a compierla. -
Atona e allo
stesso tempo carica d’ira, la sua voce avvolge la stanza per poi
riportarla ad un silenzio cupo e opprimente. Presto poca attenzione
alle sue parole, a mio avviso prive di significato. Chi era “lei”? Si riferiva forse a me?
-No, non mi hai delusa, Sesshoumaru… non è colpa tua, io… io voglio solo che tu mi stia accanto… voglio solo te..
Lo abbraccio,
lo stringo a me con tutta la forza che ho in corpo, in una presa goffa
e non proprio salda, ma avverto i suoi muscoli distendersi e le sue
pulsazioni diminuire. Rincuorata da ciò, mi stacco delicatamente
da lui, prendendogli la mano destra per aprirla da quel doloroso pugno.
Le unghie si erano conficcate nel palmo e il sangue ora macchia anche
le mie mani, le mie vesti, il pavimento, ma non me ne curo. Mi dedico
invece all’altro arto, liberandolo dalla stessa tortura del
compagno.
Lui mi lascia
svolgere tutto senza emettere un suono, senza compiere alcun movimento.
Sembra quasi un fantoccio privo di volontà e vita, ma i suoi
occhi lentamente stanno riacquistando il loro colore naturale, mentre i
miei si offuscano nuovamente di lacrime, questa volta di
felicità.
Avverto le mie
mani tremanti per l’emozione e come lui sono incapace di
muovermi, assorbita come sono dal rivedere la sua abituale figura.
Senza nemmeno rendermene conto mi sento stretta tra le sue braccia e mi
ritrovo a ricambiare il gesto con tutto il trasporto di cui sono capace.
-Mi dispiace. Perdonami.
È solo
un sussurro, roco e impacciato, pronunciato con le labbra premute sul
mio capo, ma comunque decifrabile al mio udito. Sorrido
impercettibilmente a quelle parole, ma so che adesso è realmente
tornato in sé.
- Una volta una persona mi ha detto che non bisogna mai scusarsi, perché è un segno di debolezza.
-Strano, ultimamente a me hanno insegnato che è un segno di forza.
Rafforza la
presa su di me per poi scioglierla e guardarmi finalmente negli occhi.
Avverto i miei un po’ gonfi e appiccicosi, ma li asciugo
frettolosa col dorso della mano, per poi sorridergli e riprendere le
sue mai tra le mie. Le ferite sembrano già rimarginarsi e il
contatto con loro mi provoca la stessa sensazione di protezione di
sempre.
-Guarda qua cosa hai combinato… vieni, dobbiamo darci una bella ripulita…-
Senza abbandonare la presa, lo conduco fino in bagno per immergere le nostre mani sotto il getto di acqua corrente.
-Mi hai fatta spaventare prima… non farlo mai più…
Pronuncio
queste parole in modo inaspettato perfino per me stessa, con lo sguardo
concentrato sul lavandino e su quell’acqua rosata che lo percorre.
-Non ti avrei mai fatto del male Rin. Mai.
Lo dice con la sua solita espressione seria e sincera, tipica di lui, che provoca in me un tenero sorriso.
-Non ero preoccupata per me Sesshomaru. Non avevo paura di te, ma per te.-
Alla vista della sua espressione sorpresa
scoppio nuovamente in lacrime, mentre singhiozzi sempre più
rumorosi si diffondono nell’aria. Mi sento cosi sciocca in questo
momento, eppure non riesco a frenare il mio sfogo. Ho avuto paura,
davvero paura, ma lui ora è qui con me e mi accoglie nuovamente
fra le sue braccia, portandomi a letto.
Ci sdraiamo
entrambi su un lato, facendo in modo che i nostri corpi combacino
perfettamente. Il suo ampio busto sembra fatto apposta per accogliere
la mia schiena e le sue lunghe braccia perfette per cingermi. Avrei
tanto voluto poter affondare ancora il viso sul suo petto, come prima,
ma anche così si sta molto bene.
Credo abbia
scelto questa posizione per celarmi il suo viso, il suo stato
d’animo. Dopotutto ha mostrato un lato di se molto profondo,
quasi… “vulnerabile” o almeno secondo i suoi
standard. A mio avviso ha semplicemente dato sfogo a ciò che
provava. Ammetto che per qualche istante io stessa mi sono sentita
persa vedendolo in quelle condizioni. Lui, che sempre era stato un
punto fermo, una roccia, la sicurezza fatta persona, era diventato il suo opposto: una persona in balia dell’ira, instabile.
Ma la sua
“debolezza” ha richiamato in me la forza, il coraggio. Si
dice che una persona, anche se debole, sia in grado di dimostrare una
potenza immensa per proteggere le persone a cui vuole bene e oggi ne ho
avuto la conferma. La paura di perderlo mi ha spinta a ricercare in me
le capacità per aiutarlo e, ringraziando i kami, ci sono
riuscita.
Ora mi sento
più forte, come se la determinazione e l’energia di un
tempo fossero tornati a scorrere in me. Mi sento più forte,
più felice.
-Takara-kun. Ti dice niente questo nome?
Improvvisa
e ferma la voce di Sesshomaru interrompe i miei pensieri.
Takara… sì, ho già sentito questo nome. Cerco di
riportare alla memoria chi sia la persona in questione, ma non ho il
tempo di riflettere sufficientemente a quel monito che Sesshomaru parla nuovamente, ponendomi altri quesiti.
-Rin, ti sei
mai chiesta come mai questa casa è stata divisa perfettamente a
metà e come mai fino ad ora non è mai stata abitata da
nessuno fino al mio arrivo, pur essendo perfettamente arredata?
Ascolto
incuriosita quelle parole, che interpreto come domande le quali,
più che richiedere una risposta, aspettano di darla. Cerco di
trovare il nesso logico delle parole di Sesshomaru, una qualunque
associazione tra quel nome e la casa, ma ancora una volta le mie
congetture vengono interrotte.
-Ti sei mai
domandata come mai il mio arrivo è stato così
”improvviso” e diretto? Rin, tu conosci la storia di questa
casa?-
Sgrano
leggermente gli occhi, sorpresa da questa sua ultima domanda, e ,come
in un Puzzle nella mia mente, tutti i tasselli iniziano a prendere
posto nei loro perfetti incastri per dar vita alla
“soluzione” di quell’enigma, apparentemente
insolvibile all’inizio.
Ancora non
riesco a realizzare razionalmente ciò che invece il mio intuito
ha già capito. Rimango interdetta qualche istante e Sesshomaru,
questa volta, sembra disposto a concedermi il tempo per assorbire ed
elaborare tutte le informazioni elargite fino a quel momento,
improvvise e implacabili.
Finalmente le
mie labbra, involontarie, partecipano a quel gioco d’intrighi e
misteri cui Sesshomaru ha dato inizio, tentando di codificare
ciò che il mio subconscio non riesce ad ammettere.
-Tu, sai la storia di questa casa? Della sua costruzione? Tu conoscevi la nonna!-
Mi volto di scatto verso di lui, sorpresa, attonita, sconcertata da quella verità inimmaginabile piombatami addosso come un acquazzone improvviso in piena estate.
Mi specchio in quegli occhi ambra così serafici e pazienti. Sembra che la mia reazione fosse già stata calcolata nella sua mente fin dall’inizio e che, ovviamente, abbia già pronta la risposta da darmi.
Non nego che la
cosa mi provoca un leggero fastidio, eppure so che ora è il
momento di lasciar parlare lui. Ho la certezza che risponderà a
tutta la marea di domande che mi ronzano in testa, senza nemmeno il
bisogno che io gliele ponga e infatti riprende quel suo discorso,
pronunciando ogni parola con meticolosa cura e attenzione, con una calma esasperante, ma tipica delle situazioni importanti.
-Si Rin
conoscevo tua nonna. Forse non ti ha mai parlato di me. Io sono il
ragazzo che lei amava chiamare Takeru, “Tesoro”. Ho avuto
modo di conoscerla poco dopo la tua partenza; grazie a lei ho scoperto
cose che altrimenti sarebbero state celate alla mia anima irrequieta.
Ho tentato di sdebitarmi, di contraccambiare le sue gentilezze, ma io
non sono capace di proteggere nulla.
Esclama quelle ultime frasi con la stessa voce atona con cui ha iniziato il discorso, eppure leggo distintamente la frustrazione e la delusione nei suoi occhi.
Mi sento divorare dall’interno per quel suo sguardo cosi amareggiato e, impaziente, interrompo il suo flusso di parole e dolore con la mia voce calda e delicata.
-Non dire cosi.
Sai, la nonna mi ha parlato di te, Takara… avevo dimenticato il
nome, anche perché spesso usava un altro nomignolo per definirt, Ganko-chan.
Diceva che eri un “piccolo tesoro testardo”. So che le sei
stato accanto durante la mia assenza e ora so che hai continuato la tua
opera di cura anche nei miei confronti, senza neanche conoscermi. Sei
tu che mandi tutti quei pacchi giusto? E l’ultimo deve averlo
preparato tuo fratello, visto che tu non potevi. Sai, avete due stili
completamente differenti per quanto riguarda
“l’organizzazione”.
Un piccola
risata fuoriesce della mie labbra, ancora timide, al ricordo di quel
pacco dalla “preparazione” anomala, mentre osservo sempre
più rapita lo sguardo serio di Sesshomaru. Non mi occorre molto
tempo per collegare il suo passato con quello della casa di cui mi
aveva parlato Kaede. Una domanda sorge spontanea e naturale nella mia
mente, ma ho quasi paura di porla, data la mia consapevolezza circa la
storia dell’infanzia di Sesshomaru. Eppure la mia
curiosità sfacciata ha il sopravvento sulla discrezione.
-Tu sei… il figlio di Inumaru, vero? Tuo padre era…
-Il promesso sposo di tua nonna, sì.
Benché
fossi già consapevole della cosa, sentir pronunciare quelle
parole mi sconvolge fin nel profondo senza un motivo, senza una ragione
precisa o giustificata. Inizio ad avvertire uno strano turbamento, un
nervosismo dettato non dalla paura, ma da una strana forza esterna che,
prepotente, aggredisce la mia mente e il mio stesso corpo, provocandomi
i brividi.
L’uomo
che fu il migliore amico della nonna, colui che la amò come una
sorella, colui che divise questa casa per permettere ad entrambi una
vita felice con i rispettivi amanti, è la stessa persona che ha
subito il lutto per la perdita della moglie, della donna per la quale
aveva rinunciato a tutto. Lo stesso uomo che aveva abbandonato il
figlio, ultimo regalo di Tsubaki, e procreato un hanyou stuprando una
giovane donna.
È
così assurda la vita. La nonna, che ha sposato un semplice
umano, un essere opposto a lei, la cui stessa vita terrena era segnata
da tempi differenti, è stata più felice di colui che, a
rigor di logica, avrebbe goduto delle agevolazioni date dalla stessa
“etnia”.
-Come forse
saprai questa casa fu costruita affinché tua nonna e mio padre
vivessero in una coabitazione forzata al fine di convincerli ad
accettarsi reciprocamente come coppia. Tuttavia l’amore fra i due
era fraterno e, a dispetto di ciò che pensavano i loro genitori,
quel sentimento non cambiò. So che in queste mura riecheggiarono
le loro risate, che queste pareti furono le mute spettatrici delle loro
vite felici per molto tempo, finché la necessità non li
spinse ad aguzzare l’ingegno.
Il loro affiatamento era perfetto e le loro anime in simbiosi. Trovarono quindi il modo di crearsi la libertà nella loro prigionia.
Decisero di dividere la casa e di condurre nelle rispettive abitazioni
i propri compagni. Ovviamente erano consapevoli che la situazione non
sarebbe potuta reggere a lungo, che i loro genitori avrebbero presto
scoperto il loro espediente. Confidavano, tuttavia, che
quell’estremo gesto li avrebbe finalmente resi consapevoli delle
volontà dei propri eredi.
I due casati
sarebbero comunque rimasti uniti, ma non con vincoli di parentela.
E’ superfluo dire che i loro progetti non andarono a buon fine.
Entrambe le famiglie si rifiutarono di accettare le loro
“condizioni”, minacciandoli di diseredarli nel caso in cui
non avessero onorato la promessa di matrimonio da loro stipulata.
Come saprai, tua nonna ha sposato Miyoga e mio padre Tsubaki…
Da allora le
loro vite cambiarono radicalmente. Nessuno dei due possedeva niente, ma
non si diedero per vinti. Mio padre andò a vivere nel terreno
che mia madre aveva portato in dote, mentre tua nonna continuò a
vivere qui, mantenendo la divisione della casa nel caso in cui mio
padre ne avesse bisogno, benché lui le avesse ceduto
l’intera struttura.
Dalla morte di
Tsubaki, come sai, mio padre si chiuse in un mondo di solitudine e
perse i contatti con tua nonna. Io scoprii la sua esistenza per caso.
Trovai della corrispondenza tra lei e i miei genitori, quindi decisi di
conoscerla.
Senza troppe
aspettative arrivai qui, davanti a questa casa, e vi trovai una donna
intenta a spazzare il vialetto. Era indubbiamente una yasha. Mi bastava scoprire il suo nome per sapere se avevo trovato ciò che cercavo.
Ecco il nuovo
capitolooooo. Tante notizie vero? E si, ci volevano perché ora
toccava a Sesshomaru parlare un po’ di se! Avevo disseminato
indizi qua e la tra i capitoli ma in pochi li hanno colti :P ad ogni
modo la storia della casa, di papà gamba lunga e compagnia bella
stanno per essere svelati, anzi già gran parte è stato
detto! :P
Per quanto
riguarda la parte iniziale del capitolo spero di non aver deluso le
aspettative di chi si aspettava un Sesshomaru furioso! Ho cercato di
fare del mio meglio per rendere adeguatamente i sentimenti di
frustrazione e rabbia del demone. Rileggendo il mio operato ho scoperto
una Rin un po’ troppo “ciangiulina” ma non ho voluto
mutare questo aspetto, in quanto la fonte di tutto non è data
dai suoi soliti problemi, ma dai sentimenti di affetto verso Sesshomaru.
Piccola nota i
nomi con cui con cui Kaede soprannominava il nostro bel demone non sono
stati scelti a caso! Takara significa “tesoro” mentre
“Ganko” significa letteralmente testardo, testa dura. Da
qui la sua definizione “piccolo tesoro testardo” :P
ringrazio roseinblack,per l’aiuto nella ricerca della traduzione
giapponese ti testardo perché quella proprio non la
trovavo :P
Detto questo, che mi sembra tanto una giustificazione anche se non so perché, passiamo alle anticipazioni!!!
Il prossimo
capitolo sarà incentrato per buona parte sull’incontro
tra Sesshomaru e kaede, Sarà lui in prima persona a
narrare del loro primo incontro e di quelli avvenire che lo hanno
legato alla figura della yasha, spero di non scadere troppo
nell’OOC e che l’argomento vi interessi : )
Come sempre eccovi lo spoiler
“Percorsi
quel breve tragitto invaso da una strana sensazione: un sentimento
umano, un sentimento che non accettavo di provare e a cui non sapevo
dare un nome. Ansia? Tensione? Nervosismo?
Mi
convinsi che quelle “parole” erano solo delle sciocchezze,
che ciò che provavo era semplice curiosità.
Eppure,
ad ogni passo, quella sensazione aumentava, innervosendomi. Io non ero
più un bambino. Io dovevo essere padrone di me stesso; ma non
appena vidi tua nonna in quel vialetto, intenta a ramazzare quella
stretta entrata, mi resi conto di non poter più negare a me
stesso la verità.
Ero teso. Per la prima volta da quando ero stato mandato al collegio, il mio animo era diventato inquieto.”
Ed ora il mio angolino dei ringraziamenti!! : )
KaDe,
si in effetti non è stata un conversazione normale! Ma non
sarebbe stata “nostra” se lo fosse stato! E poi è
stata troppo bella!!! XD ad ogni modo sai che mi fido ciecamente di te
e del tuo giudizio e sono stra felice che il capitolo non sia stato
disastroso come temevo! Come dico sempre non sono brava a mantenere i
personaggi IC ma quantomeno vorrei non stravolgere completamente il
loro carattere. Spero con tutto il cuore che questo capitolo ti sia
piaciuto e che la mia descrizione di Sesshomaru arrabbiato sia
accettabile anche se mi sono un po’ ispirata a Inuyasha :P
Come sempre un
ringraziamento speciale per il tempo e l’aiuto che mi dedichi!
Spero di riuscire a migliorare sempre di più per renderti fiera
del mio lavoro un bacioneeeeee
lua82,
x gli svenimenti è tutta causa della mia pressione bassa :P mi
capita spesso di svenire quindi la descrizione dello stato
semi-incosciente non è stata particolarmente difficile :P sono
come sempre onorata di sapere che il capitolo e la caratterizzazione
che ho dato ai personaggi ti piacciano! però che anche in questo
capitolo Sesshomaru sia stato di tuo gradimento e come sempre aspetto
ansiosa i tuoi commenti che come ben sai mi danno una carica
incredibile :D un immenso bacione alla mia dosa di autostima e al prox
capitolo : )
babydgv,
ciao! Ti ringrazio infinitamente per i complimenti! Sono onorata che la
mia ff ti piaccia e sono felicissima di aver ricevuto un tuo commento.
Spero che anche questo aggiornamento sia stato di tuo gradimento e mi
auguro di poter leggere le tue impressioni anche si di esso un bacio e
a presto : )
sara_sessho grazie dei complimenti ed eccoti accontentata col nuovo aggiornamento! Spero ti sia piaciuto anche questo : ) baci a presto : )
piccola tammy,
sisi continuerò e tu hai l’obbligo i seguirmi e stressarmi
x tutti i restanti capitoli :P sono felicissima che lo scorso capitolo
ti sia piaciuto e mi auguro che anche questo non sia stato da meno!
Abbiamo potuto vedere con occhi diversi e con maggior attenzione il
passato di Kaede dei genitori di Sesshomaru cosa ne pensi?
Ti è piaciuta la loro storia? È stato un passaggio
interessante o solo di riempimento? Io sinceramente ho trovato
piacevole parlare un po’ di loro che sono alla base della ff in
un certo senso :P cmq… grazie ancora dei complimenti e a presto
baciiiii
roseinblack,
grazieeeeeeeee x il commento x i complimenti x le chiacchierate su msn
x tutto e soprattutto x l’aiuto in questo capitolo! Grazie a te
ho trovato il nome da attribuire a Sesshomaru :P per quanto riguarda la
storia perche io sono particolarmente attaccata a questa ff presa
dagli esami avevo pensato di chiuderla li x non rovinarla ma adesso mi
sono decisa a renderle onore quindi mi sopporterete ancora un po’
:P spero di poter leggere le tue impressioni anche su questo cap e x
Kohaku.. non so se ne prenderà qualcuna… ancora non ho
deciso bene cosa farne di lui :P cmq… un bacioneee a presto
LilyProngs,
ciau!!! Come sempre i tuo commenti sono carichi di complimenti e sono
onorata di riceverli!!! Inutile dire che il fatto che ti sia
affezionata alla mia storia sia per me un grande onore!! Per quanto
riguarda Rin mi fa piacere che tu abbia notato questo lui nuovo aspetto
xkè è molto importante!! Purtroppo anche la sua
dipendenza da Sesshomaru dovrò avere fine ma non ti preoccupare
non lo abbandona mica!! Capirà solamente che può fare
qualsiasi cosa anche sola, con le proprie forze.. un bacione immenso e
al prox capitolooooo
achaori
ecco sedata la tua curiosità! Come ti è sembrato questo
Sesshomaru?? Ti è piaciuta la sua ira? Spero di averlo reso il
piu possibile “vero” per quanto riguarda il resto del
capitolo che ne pensi?? Piaciuto il suo racconto? Come ho accennato
sopra continuerà nel prossimo capitolo, spero che
l’argomento ti appassioni. Un bacione immenso e alla prossimaaaa
Isy_264,
come sempre tu cogli i piccoli aspetti che si celano tra le righe : )
ma questo te l’ho già detto altre volte! In effetti
è uno dei motivi x cui Sesshomaru ha saputo cosi la storia di
Rin,e non magari con l’arrivo di kohaku.. poi x quanto riguarda
le posizioni.. anche quelle hanno una motivazione precisa.. a quanto ne
so io spesso mettersi dietro la persona o cmq in posizione non frontale
aiuta a esprimere con maggiore facilità i problemi e/o
sentimenti delle persone “chiuse” o con problemi. Infatti
spesso capita di essere piu a proprio agio con persone sconosciute o
con le quali non si ha un rapporto diretto, faccia a faccia. Ho sentito
dire che anche gli psicologi usano questo “metodo” ma ad
essere sincera non so se è vero o meno quindi non fare troppo
affidamento alle mie parole :P ad ogni modo spero che il cap ti sia
piaciuto! E tranquilla la shot sull’amore era davvero
stupenda è stato un piacere commentarla : )
callistas
ciauuuuu eccoti accontentata col nuovo capitolo! La tua
curiosità questa volta ha avuto vita breve :P Come sempre un
grazie infinite x i complimenti!!! E si.. Sesshomaru si sta
sciogliendo.. e nel prox capitolo si scioglierà ancora di
più! Praticamente parlerà lui per ¾ di
capitolo quindi.. :P
x quel che
riguarda kohaku.. non so ancora cosa ne sarà di lui..
però.. di sicuro non sarà ridotto in poltiglia.. la max
qualche pugno.. ma ripeto ancora non ho deciso.. voglio che sia Rin a
chiudere con lui.. ma magari anche Sesshomaru se deve togliere qualche
sfizio.. boh vedremo :P un bacione enormeee tvb
ovviamente
grazie anche a tutti coloro che leggono solamente, siete tantissimi, e
a coloro che hanno messo la ff tra le preferite e/o seguite!
Un bacioneeee
Mikamey
|
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Capitolo 18 *** Relazioni nascoste ***
18 relazioni nascoste
Parcheggiai la
mia auto grigia sul ciglio della strada, all’ombra di un
rigoglioso albero. Notai, con lieve disappunto, la ruralità
della zona. Il manto stradale ormai logoro e sbiadito,
l’erba alta a ricoprire quelle che dovevano essere le cunette per
il drenaggio della strada, e una nota di desolazione tutto intorno a me. La casa che stavo cercando era poco distante, giusto un paio di minuti di cammino.
Percorsi quel
breve tragitto invaso da una strana sensazione, un sentimento umano, un
sentimento che non accettavo di provare, e a cui, non sapevo dare un
nome. Ansia? Tensione? Nervosismo?
Mi convinsi che quelle erano solo parole, delle sciocchezze, che ciò che provavo era semplice curiosità.
Eppure, ad ogni
passo, quella sensazione aumentava, innervosendomi. Io non ero
più un bambino, io dovevo essere padrone di me stesso; ma non
appena vidi tua nonna in quel vialetto, intenta a ramazzare quella
stretta entrata, mi resi conto di non poter più negare a me
stesso la verità.
Ero teso, per la prima volta da quando ero stato mandato al collegio, il mio animo era diventato inquieto.
Avevo delle aspettative,
e temevo che venissero nuovamente distrutte da un semplice gesto, da
una parola che avrebbe reso reali i miei timori e distrutto le mie
speranze. Così come quando mio padre, mi comunicò il suo
intento di farmi trasferire all’accademia. All’epoca ero
solo un bambino e affrontai quell’imposizione con non poca
delusione. Mi ero sentito abbandonato e tradito, ma dentro di me
c’èra ancora quella fiducia, quell’attaccamento
verso mio padre, che mi faceva combattere.
Tuttavia, col tempo, con la lontananza, con la consapevolezza di essere solo, avevo imparato a gestire le mie emozioni. A estraniare il dolore da me, ad alienarmi da tutto il resto perché io, ero Sesshomaru No Taisho. Io ero uno youkai puro, autonomo,
e non avevo bisogno di niente e nessuno. Le cose cambiarono quando
conobbi Inuyasha, quando ho iniziato a vivere con lui e Kagome. Grazie
a loro ho ricominciato a “fidarmi” di nuovo, a lasciare un
piccolo spiraglio di libertà al mio passato e ai miei pensieri “umani”.
Non appena
arrivai all’imboccatura del viottolo, tua nonna alzò il
viso verso di me, osservandomi stranita, quasi sorpresa, ma
l’unica cosa che mi disse fu un semplice “buongiorno”
cui io risposi educatamente.
Senza troppe formalità, mi invitò dentro casa offrendomi un the che io non
bevvi. Ricordo che osservai la sua figura, ormai incurvata dagli anni,
prendere posto di fronte a me e sorseggiare la calda bevanda con
estrema lentezza, con la palese intenzione di provocare in me una
qualche razione che tardava ad arrivare; ma dopo un sorriso
accondiscendente fu lei a spezzare il silenzio che si era creato nella
stanza……
-E’ raro che della gente
si fermi in questa casa, e ancora più raro, è che si
fermi solo per non bere un the…hai intenzione di pormi la
domanda per la quale sei venuto? Oppure vuoi ritornare sui tuoi passi e
dimenticare questa casa e la sua anziana custode?
-Da come parli, sembra tu sappia già il motivo della mia visita-
Osservai con sfida i suoi occhi ormai segnati dal tempo, ma carichi di vita e serenità.
Una serenità che mi infastidiva, notevolmente, perché io
non la potevo possedere, perché non importava quanti traguardi
riuscissi a raggiungere, non l’avrei mai potuta conquistare.
-Solo i Kami sanno cosa si cela realmente nell’animo di una persona, forse, nemmeno tu sai cosa vuoi chiedermi.
Si alzò
pesante dalla sua posizione, raccogliendo con cura e attenzione le
tazze, per poi riporne nel lavello e tornare innanzi a me
-Taci ancora? Allora sarò io porti delle domande. Come ti chiami?
-Il mio nome non ha importanza, più che altro mi preme conoscere il vostro.
Un sorriso soddisfatto e beffardo
si tese sulla labbra dell’anziana donna alle mie parole, e
continuava a sostenere il mio sguardo con sempre più
“divertimento”.
-Ai giovani d’oggi non
viene più insegnata l’educazione? Il galateo impone che
sia la persona interessata a doversi presentare per prima, mentre la
seconda, ha l’onere di ricambiare il gesto con altrettanta
premura.
-Se la memoria non mi inganna,
siete stata voi a domandare il mio nome non io il vostro,quindi,
ritengo sia stata una vostra mancanza non presentarsi ,non mia.
Vidi i suoi
occhi accendersi di sfida, di competizione. Mi sembrò una
vecchietta molto arzilla e arguta, e tuttavia non riuscii a cogliere
appieno questa sua caratteristica se non dopo molti incontri.
Usò il
giusto quantitativo di arroganza ed educazione per trattenermi in
quella casa, e spingermi a visitarla sempre più spesso. Ogni
volta un nuovo scontro, ogni volta due vincitori. Era una donna enigmatica, che celava la sua indole con la semplicità.
Entrambi, eravamo i giocatori di una sfida che prendeva vita dai
piccoli indizi, che ognuno di noi lasciava volutamente all’altro.
In breve,
compresi che tua nonna già sapeva chi fossi, e molto
probabilmente immaginava anche il perché delle mie continue
visite, ma non fece mai domande dirette sul perché della mia
presenza alla sua casa. Semplicemente, mi accoglieva come un
conoscente, un parente, e attendeva paziente che io mostrassi
apertamente le mie carte.
Mi trattava come fossi una persona di famiglia,
dispensando biscotti e facendomi ripulire il giardino o spostando i
mobili della casa. Quel suo carattere diretto e aperto, mi piaceva. Non
mi riservava gesti ossequiosi, non mi sovrastava con
comportamenti di superiorità. Mi trattava da pari, tenendomi
testa come una degna avversaria, e mostrandomi sentimenti di affetto
che non conoscevo, che non sapevo mostrare, ma che grazie a lei
nacquero spontanei in me.
Iniziai a
portare con me, ad ogni visita, una parte del raccolto fatto al podere.
Per sdebitarmi con lei, per mostrarle il frutto del mio lavoro, o per
semplice educazione; ancora oggi, non so quale sia stato il motivo e
l’inizio, di quello che poi divenne un rito dovuto, e voluto, nei
suoi confronti.
-Hai portato un altro cesto?
Menomale che è frutta altrimenti sarei diventata una barca! E
poi non serve che porti tutta questa roba per la casa, mi sembra che
non sia mai mancato nulla qui, anche prima del tuo arrivo.
Lo ripeteva
ogni volta che andavo a farle visita, e io ogni volta, ignoravo le sue
parole posando la cesta sul tavolo, per poi dedicarmi ai piccoli lavori
di manutenzione di cui necessitava la casa.
Le cose si
susseguirono cosi per qualche tempo finché, un giorno, tua nonna
si decise ad oltrepassare quella sottile linea di demarcazione tra la
semplice conoscenza casuale, e quella predestinata.
-Non ti sei ancora deciso a dirmi il motivo per cui sei venuto qui? Era me che cercavi, giusto?
-Forse, era una cagione futile. Forse, è inutile cercare una cosa che non si conosce neppure.
- Non mi hai mai detto neppure
il tuo nome, benché tu ormai conosca il mio. Ormai
è tanto che vieni qua, da me, da una vecchia yasha senza meriti
né averi. Dubito che la cosa sia priva di utilità per te,
non sembri uno che fa le cose senza un preciso scopo; ad ogni modo, non
ho alcuna intenzione di indagare oltre, mi sei molto utile in casa e un
aiuto gratis non si rifiuta mai. Senza contare, che benché tu
non possa essere classificato come una persona socievole, mi tieni
compagnia. Sai, io ho una nipote, lei ora è partita e da quando
è andata via ho iniziato a soffrire la solitudine. La vita di
noi demoni, in questo nuovo mondo coabitato da umani, può essere
crudele. La nostra natura longeva, ci fa pesare maggiormente il dolore
della lontananza, della solitudine.
Non risposi a
quelle parole. Semplicemente, interruppi il mio lavoro per scrutare,
discreto, la sua figura ora divenuta quasi fragile, e quel suo sguardo
sprezzante tingersi di un velo salato di malinconia.
Era “fastidioso” vederla in quel modo, percepire il suo
dolore ed essere consapevoli che la vita, non risparmia a nessuno
sofferenze. Io mi ero eretto una barriera negli anni, per difendermi dagli attacchi del destino. Lei invece, sembrava accoglierne ogni aspetto, positivo o negativo che fosse con serafica accettazione.
-Il mio nome è la mia
storia; il mio passato, il mio presente, il mio futuro, forse perfino
una condanna. Ho rinnegato colui che me lo ha imposto, ma porto ancora
il peso del suo significato. Fa parte di una realtà a cui non
voglio appartenere e alla quale, sono riuscito ad estraniarmi
accettandola. Me ne dia lei uno, mi dia un nome che mi rappresenti e io
l’accetterò, per lei sarò quell’uomo.
Mi
scrutò con quei piccoli occhi neri per qualche istante.
Sembravano capaci di leggermi nella mente, di violare la mi anima, ma
io non abbassai lo sguardo, lo sostenni finche non fu lei a
interrompere quello strano vincolo per alzarsi e prendere una tua foto.
Mostrandomela mi disse che eri tutto ciò che le era rimasto della vita.
Mi
raccontò di essersi unita da un umano, di aver pagato con parte
della sua longevità quel gesto, di aver avuto una sola figlia, e
di aver visto morire anche lei per colpa di un destino beffardo.
I rapporti tra umani e demoni erano proibiti ai suoi tempi, chi li compiva era denigrato e rinnegato
da ambedue le fazioni per motivi diversi, ma con lo stesso odio e
intensità. Mi disse che lei, quando perse il marito e in seguito
vide morire anche la figlia, a causa di un patto che aveva col suo
sposo, iniziò a credere che le unioni tra demoni e umani fossero
maledette; Ma le bastò guardare te per capire che tutto
ciò che aveva passato, aveva un significato.
-Nel bene e nel male nulla
accade per caso, è una grande responsabilità legarsi a
qualcuno di natura differente alla propria, un atto di coraggio da
compiere con tutti i crismi richiesti. Io non mi sono mai pentita della
mia scelta, e sono sicura che lo stesso sia valso per mia figlia. Nel
mondo c’è dolore, la vita è dolore, ma
l’amore la sa rendere piacevole. Non negare il tuo passato,
è lui che ha costruito ciò che sei adesso.
-Sesshomaru, il mio vero nome
è Sesshomaru, “il ragazzo che uccide”, e il destino
ha voluto che il mio nome segnasse la mia esistenza. Ho ucciso mia
madre, ho stroncato la sua vita semplicemente venendo al mondo. Ho
imparato da tempo che il passato non può essere fuggito, non
sono nato per essere amato ne per amare. Non sono capace di proteggere,
non ho bisogno di farlo, perché per la mia natura demoniaca
è irrilevante.
Parlai con voce atona, tranquilla
come stessi dicendo la cosa più ovvia del mondo, eppure, ero
consapevole del peso che avessero quelle parole. Mi aspettavo che la
conversazione morisse là com’era iniziata, come avveniva
ogni volta che le nostre discussioni toccavano argomenti
particolarmente delicati; Ma quella volta, tua nonna, decise di mettere
in gioco le sue carte.
-Non dire cosi, tua madre
amava tuo padre, e tu sei il frutto di un’unione profonda. Non
è giusto profanarla con le tue parole. Ho capito chi eri dalla
prima volta che ho incrociato il tuo sguardo, assomigli molto a
Inumaru, ma il tuo portamento, la tua attitudine ai lavori manuali, li
hai ereditati da tua madre. Non sapevo fosse morta, mi spiace molto.
Tsubaki era una donna fantastica, è un peccato che tu non
l’abbia potuta conoscere; ciò non toglie, che non è
una tua colpa se ciò è accaduto.
Tutti veniamo al mondo per un
motivo, tutti abbiamo uno scopo nella nostra vita, nessuno è
insignificante o indegno di esistere.
Da quel giorno,
e in quelli avvenire, parlai molto con lei. Le raccontai a grandi linee
il mio passato, e lei mi parlò del suo. Del suo rapporto con mio
padre e con mia madre. Me la descrisse come una yasha dal carattere
fresco e spensierato, e definì il suo amore verso il rampollo
dei no Taisho, puro e intenso. Mi raccontò anche della sua convivenza insieme a Miyoga, della piacevole coabitazione con i miei, del loro addio..
Mio padre, le
lasciò questa casa e partì con Tsubaki per un nuovo
futuro. Rimasero in contatto tramite corrispondenza per diverso tempo,
finché, dopo la morte di mia madre, mio padre tagliò i
ponti anche con lei, la persona che fra tutte gli ricordava la
felicità vissuta con la moglie.
Tua nonna mi ha dato la possibilità di conoscere mia madre e, in un certo senso, anche mio padre.
Ascolto il suo
racconto, perdendomi in quegli occhi ambra carichi di significati
nascosti, sentimenti veri e sensazioni inespresse. E’ stato bello
sentire parlare nuovamente della nonna, e sapere che gli è
stata d’aiuto. Rimango ancora in silenzio, ad osservarlo e ad
immaginare la nonna che lo punzecchia, che lo “comanda” a bacchetta, che gli svela il mondo e i protagonisti che hanno dato inizio alla sua vita.
-Tu le assomigli molto, avete un carattere molto simile, devi esserne orgogliosa.-
Una frase
corta, improvvisa. Una di quelle generalmente dette d’istinto,
senza pensarci troppo su, ma che arrivano dritte al cuore. Infatti,
quella frase penetra in me fin nel profondo, scaldandomi
col suo significato. Per l’ennesima volta in quella giornata, i
miei occhi si velano nuovamente di lacrime e cerco rifugio tra le
braccia di Sesshomaru.
È una posizione scomoda,
siamo entrambi seduti in posizioni assurde sul letto e stare vicini
è difficoltoso, ma non importa. Sento una grande felicità
invadermi e al momento, tutto ciò che conta, è sentirlo
vicino.
Con gesti
precisi e delicati mi fa sedere fra le sue gambe, la coscia destra
preme contro la mia schiena sorreggendola, la sinistra si trova sotto
le mie, mentre il mio intero fianco destro, è appoggiato al suo
busto. Le sue braccia circondano la mia snella figura con una tenerezza
infinita di cui, molto probabilmente, lui è inconsapevole ed io, mi stringo maggiormente al suo corpo accarezzando con movimenti ritmici e circolari il suo braccio.
-Mi ero
ripromesso di curare tua nonna finché tu non fossi tornata in
pianta stabile, consapevole che forse ciò non sarebbe mai
accaduto. Venivi spesso a trovarla e io, senza una ragione precisa,
evitavo di farmi vedere in quei giorni, benché tua nonna mi
avesse più volte mostrato volontà di farci incontrare.
Ritenevo la nostra conoscenza una cosa superflua, futile.
L’unica cosa che ci legava rendendoci complementari, e allo
stesso tempo ci rendeva autonomi e liberi delle proprie vite, era Kaede.
In qualunque altro aspetto noi eravamo opposti.
Credevo non
saresti mai tornata a vivere qui. Avevi il tuo lavoro, una vita, una
casa ma semmai fossi tornata, io ti avrei ceduto il posto, ti avrei
lasciato Kaede. Questa era la mia decisione; ma quando tornasti, non
sono riuscito a mantenere il mio proposito. A volte vi osservavo da
lontano, ascoltavo le vostre risa e vivevo di riflesso la sua felicità.
Lei sapeva che il suo tempo stava per finire, sapeva che ne avresti
sofferto e l’unica cosa che mi chiese fu quella di offrirti una
spalla se mai ne avessi avuto bisogno. Non sono riuscito ad esaudire la
sua richiesta Rin, l’unica cosa che mi avesse mai chiesto.
-E’ per questo che ti sei trasferito qui?
-Non lo so. Non
so perché, ma la necessità di venire in questa casa era
sempre più forte, forse per il rimorso di non essere stato
presente al funerale di tua nonna, forse per la promessa fatta, forse
perché, dalla prima volta che ti ho visto ti ho invidiata.
Anche a te la vita aveva riservato molte amarezze, ma eri comunque
capace di sorridere e di esprimere i tuoi sentimenti senza alcuna
paura. Dopo la morte di Kaede però, il tuo viso era pallido, i tuoi occhi spenti e non vi era più traccia della tua energia.
Quando rimasi ferito come ben sai, non volli tornare a casa con Inuyasha, mi sentivo colpevole e debole.
A causa mia, mio nipote aveva rischiato la vita. Avevo bisogno di stare
solo, ma tra tutti i posti a mia disposizione, decisi senza dubbi, e
senza una ragione precisa, di venire qui. La cosa più illogica e dannatamente utile che abbia mai fatto.
Rin, io non
sono capace di amare o proteggere, ma farò del mio meglio per
farti tornare ad essere la ragazza felice e spensierata di un tempo, la
ragazza che tua nonna ha cresciuto e amato fino all’ultimo.-
Mi perdo in
quegli occhi ambra mentre, nella mia mente, risuonano perfette le sue
parole. Involontariamente, richiamo alla mente la frase di
Inuyasha… “ quando troviamo la persona giusta, facciamo di
tutto per renderla felice, offrendole il nostro intero essere”
Un piacevole
tepore, all’altezza del petto, inizia a spandersi in tutto il mio
corpo e vedo la figura di Sesshomaru avvicinarsi lentamente a me, la
presa sul mio corpo farsi più salda. Il suo volto è
vicinissimo al mio e avverto il suo respiro sulle mie labbra.
Istintivamente socchiudo gli occhi dischiudendo appena le labbra, bramose di un contatto con le sue. Con un piccolo movimento potrei sfiorarle, baciarle, ma sarebbe troppo presto, troppo facile.
Quest’attesa,
questa sensazione di bramosia e desiderio, anche lui la prova; lo
avverto dal suo respiro lievemente irregolare, dal battito del suo
cuore più accelerato del solito. Perfino l’aria sembra pregna di questo sentimento di desiderio e apprensione.
In un istante,
un eterno meraviglioso e perfetto istante di attesa, avverto le labbra
di Sesshomaru lambire le mie con un gesto delicato. Un bacio rapido,
fugace, ma ardente come una scintilla vivace sull’ erba secca,
pronta a prender fuoco.
Oooooook sono
pronta a schivare i pomodori e qualunque altra cosa volgiate tirarmi
contro! So che Sesshomaru è disastrosamente OOC. Già il
fatto che abbia parlato lui per più di ¾ di capitolo la
dice lunga! Ma è questo il Sesshomaru che si è imposto
nella mia mente e che ho riportato in questo aggiornamento. Stranamente
sono pure lievemente soddisfatta del capitolo…
Diciamo che
spero di essermi salvata con la scena del bacio…ma quello che
più premeva il mio interessa era rendere dignitosamente il
rapporto avuto con Kaede.
Piccola nota; come molti di voi sapranno la frase "nel bene e nel male nulla accade per caso" non è mia!! ma mi piace così tanto che è inevitabilmente finita in questa ff :P
Altra cosa da sottolineare è che questo capitolo non ha
ricevuto, l’ormai solita, correzione di punteggiatura da parte di
Kade. Quindi, mi scuso anticipatamente per gli eventuali errori. Ho
cercato di fare del mio meglio e vi invito ad evidenziarmi tutte le
sviste e/o errori così da poterli correggere : )
Detto questo, è stato un completo disastro o un aggiornamento accettabile? A voi l’ardua sentenza.
Come ben sapete
accetto volentieri le critiche e amo conoscere i vostri pareri e le
vostre impressioni su ciò che scrivo quindi non fatevi scrupoli
e siate crudeli se necessario!
Allura.. come
avrete notato nel finale c’è finalmente stato un bacio tra
i due…. Ma non potevo lasciarli solo cosi no? Vogliamo qualcosa
di più giusto? :P ecco a voi un piccolo spoiler..sperando che
gradiate…
“Si
stacca da me qualche istante, osservandomi, imprigionandomi coi suoi
occhi ancora lievemente socchiusi,dannatamente profondi e magnetici,
privi di quella irrazionalità che invece sento propagarsi nella
mia mente lasciandomi in balia dell’istinto.
Mi
avvicino con le labbra tremanti e incerte alle sue. Le sfioro, timida,
per poi assaggiarle. Prima il labbro superiore, curiosa. Poi quello
inferiore, più decisa. Per poi lambire la sua bocca con il
più desiderato dei baci. Lui risponde ad ogni mio gesto
affondando la sua mano tra i miei capelli, facendo si che ogni bacio
diventi più intenso, più lungo, più
passionale.”
Ovviamente se non volete li faccio stare buonini buonini ancora un po’! :P
Coooooomunque passiamo ai ringraziamenti purtroppo veloci veloci..
KaDe
chiedo anticipatamente perdono per tutti gli orrori di questo
capitolo!! come ti ho già detto, questa sera il mio amato Pc
dovrà andare a farsi dare una bella aggiustata e non so quando
tornerà. Purtroppo nel portatile di mia sore non ho NVU
così ho aggiornato oggi... chiedo ancora umilmente
perdono!!!! : (
callistas,
ciaoooo!!! No dai non dire cosi! Anzi è un piacere averti
sorpresa ancora un avolta! E questo capitolo? Come ti è
sembrato? Ci sono state abbastanza cose interessanti? Ne sono state
dette di cose, e spero di averle rese in modo adeguato. Non sapevo come
impostare il capitolo ma alla fine ho mischiato il racconto con i
dialoghi diretti tra Sesshomaru e Kaede ti è piaciuto?? Spero
tanto di si!
lua82
eccotiii la mia commentatrice più assidua e dolce! Sai che nel
tuo commento hai propri centrato il punto! Sesshomaru non è
Kohaku! La sua ira non poteva essere come quella del ragazzo :D sono
felice che la sia descrizione ti sia piaciuta e ancora di più
che la storia ti appassioni! Mi auguro che questo capitolo sia stato di
tuo gradimento e spero che il finale ti abbia fatto scoprire un altro
lato di Sesshomaru più.. “dolce” ancora un grazie
immenso e un bacione a presto : )
babydgv,
ed eccoti accontentata, altri segreti sono stati svelati e pian piano
tutti i legami sono stati mostrati spero che anche questo capitolo sia
stato di tuo gradimenti e ti ringrazio infinitamente per il commento
che mi hai lasciato! Un bacione e a presto col nuovo
aggiornamento : )
Sara_sessho
grazie sono felice che lo scorso capitolo ti sia piaciuto! Di questo
cosa ne pensi? Abbiamo studiato piu a fondo il tipo di rapporto di
Sesshomaru e Kaede e spero che anche qui ci siano stati rivolti
interessanti : ) come già detto il prossimo aggiornamento
sarà incentrato su Rin e Sesshomaru spero gradirai anche quello
:) kiss e al prox capitolo
roseinblack
che bello!! Mi piace stupire le persone! Mi ritengo cosi scontata nelle
trame che sapere di riuscire a coinvolgervi e stupirvi mi rende felice
: ) anche se forse è una mia pecca nel disseminare bene le varie
tessere :P ad ogni modod sono felice che il cap ti sia piaciuto e che
sesshomaru non sia scaduto troppo nell’ooc che dire,, spero che
anche questo capitoo sia stato di tuo gradimento e attendo il tuo
parere su di esso un bacione e alla prossima :)
LilyProngs,
grazieeeeeee un immenso gigantesco stratosferico grazie x i tuoi
complimenti! Sono felicissima che la trama della mia storia ti piaccia
cosi come il mio stile! Un riconoscimento va anche a Kade che
“corregge” la mia punteggiatura : ) (anche se questo cap
non ha avuto la sua supervisione..) per quanto riguarda il commento era
a dir poco doveroso! Sarebbe stato un peccato non commentare quella
shot mi era davvero piaciuta cosi come adoro la tua long! Che non vedo
l’ora che aggiorni :P un bacione immensooooo
Ps anche la tua ultima storia su Rin è Sesshomaru era fantastica!!! Spero ne posterai altre XD
piccola tammy,
ed eccoti il nuovo capitolo piaciuto??? Sono riuscita ancora a
sorprenderti? Spero di si e spero di aver reso onore ai tuoi
complimenti! Ora tutte le spiegazioni riguardo Rin e Sesshomaru in
relazione al loro passato sono stati svelati e spero che il risultato
sia stato piacevole un bacione immenso e al prossimo capitolo : )
achaori,
ciaoooo sono felice che lo scorso capitolo ti sia piaciuto!e di questo
che ne pensi? Un Sesshomaru troppo loquace?? Però doveva proprio
dare delle “spiegazioni” diciamo che ogni tanto anche a lui
toccano i discorsi lunghi :P scherzi a parte, spero che anche questo
capitolo ti sia piaciuto! Un bacione e al presto col prox aggiornamento
J
Isy_264
ciaooo come sempre tu hai centrato il punto cruciale del capitolo
ovvero il fatto che Rin non abbia avuto crisi riguardo al sangue che
imbrattava lei, lui, il pavimento, l’acqua rosata.. ha notato
tutto ma “stranamente” non ha avuto crisi…e si
questa è una cosa super importantantissimaaaaa!!! Comunque.. in
questo capitolo hai potuto scoprire tutta la storia che li
“lega” ti è piaciuta?? Spero davvero di si! Poi.. un
grazie particolare per “l’accertamento” circa
l’importanza delle posizioni durante le confessioni o ad esempio
le sedute dai psicoanalisi, ammetto in tutta sincerità che
questa materia mi ha sempre affascinata e che cerco sempre di
racimolare informazioni di questo tipo più per un piacere
personale che per altro, io sono una di quelle persone un
po’ boh curiose? Mi piace studiare la gente anche senza un
fine preciso x il puro gusto di “conoscerle”, sono una di
quelle che osserva la gente passare notando se è felice
arrabbiata ecc è una specie di gioco che faccio sin da bambina
:P ad ogni modo ora sto straparlando la smetto! Spero che anche questo
cap ti sia piaciuto un bacioneeeeee
Ed ora, un
ringraziamento collettivo a tutti coloro che hanno commentato! Sia
commentatori assidui, sia saltuari, sia quelli che hanno commentato una
sola volta. Grazie a tutti voi sono arrivata a superare le 100
recensioni! La prima volta che raggiungo e supero questo record! Ed
è tutto merito vostro!! GRAZIE!!!!!!!
Ovviamente
ringrazio anche tutti coloro che seguono la mia ff anche solo
leggendola e tutti coloro che l’anno messa tra le preferite
e/o seguite! XD
Un abbraccio
Mikamey
|
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Capitolo 19 *** si può dal paradiso cadere all'inferno? ***
Si puo cadere dal paradiso all'inferno?
Piccola nota informativa!
La prima parte del capitolo può essere classificata come lemon!
a mio avviso non c'è nulla di troppo spinto, infatti, ho
mantenuto il rating arancione; ma mi sono sentita comunque in dovere di
informarvi del contenuto dell'aggiornamento! chiunque leggesse e
ritenesse il mio giudizio sbagliato non esiti ad evidenziarmi la cosa e
provvederò ad aumentare il rating.
Detto questo, auguro una buona lettura a tutti : )
Si stacca da me qualche istante, osservandomi, imprigionandomi
coi suoi occhi ancora lievemente socchiusi, dannatamente profondi e
magnetici, privi di quella irrazionalità che invece sento
propagarsi nella mia mente lasciandomi in balia dell’istinto.
Mi avvicino con le labbra tremanti e incerte alle sue, le sfioro timida per poi assaggiarle. Prima il labbro superiore, curiosa, poi quello inferiore, più decisa;
per poi lambire la sua bocca con il più desiderato dei baci. Lui
risponde al ogni mio gesto affondando la sua mano tra i miei capelli,
facendo si che ogni bacio diventi più intenso, più lungo
,più passionale.
La sua mano sembra ardere
sulla mia pelle. Il suo palmo sul collo, il pollice ad accarezzare la
mia gota, le dita intrecciate tra la mia chioma corvina, i suoi artigli
a solleticare la mia cute. Ogni parte di quel semplice arto riesce ad
infondermi un serie infinita di sensazioni, tutte estremamente
piacevoli.
In breve inizio a desiderare sempre di più la sua bocca, il suo sapore la sua lingua, ne avverto un vero e proprio bisogno
fisico al quale il mio intero essere non riesce a fare a meno. Mi
avvicino sempre di più a lui fino a ritrovarmi seduta sulle sue
cosce, a esplorare le sue spalle e imprigionare fra le dita quei fili
di seta lattea.
L’altra sua mano, ora circonda incandescente
il mio fianco, accarezzandolo di tanto in tanto con movimenti lenti,
insinuandosi sotto la mia maglietta sfiorando la mia pelle che,
recettiva, ne assorbe ogni contatto.
Mi abbandono rapidamente a quelle effusioni inizialmente tenere, ora, divenute ardimentose e passionali, coinvolgenti.
Le nostre bocche si ricercano voraci, le nostre lingue si intrecciano insaziabili. Le mani avide e curiose esplorano le rispettive pelli accaldate e desiderose di contatti sempre più lunghi, sempre più intimi.
I nostri respiri sono affannati, i nostri animi inquieti, impazienti, bramosi.
I nostri cuori pulsanti in sincrono mi fanno sentire viva, partecipe e
complice di un momento solo nostro. Adesso siamo uguali; stesso
affanno, stesso desiderio, stessi pensieri. Posso vedere distintamente
quelle iridi dorate velate di piacere e concupiscenza, le stesse
sensazioni che provo io per lui, le stesse che ora ci rendono ansiosi,
impazienti, frettolosi.
Iniziamo a svestirci smaniosi
di un contatto più intenso, divorati dal desiderio di sfiorare
le nostre pelli nude. Eppure, la sua natura altera e compita, fa
sembrare quei gesti quasi frettolosi e imperfetti da parte mia,
calcolati, scolpiti da una volontà onnisciente e scrupolosa che
ne calcola il giusto grado di attenzione e sregolatezza.
Io mi lascio
travolgere da lui, dalle sensazioni che mi assalgono, dal piacere che
sempre più impertinente, si impossessa di me provocandomi la
necessità di un godimento più intenso e concupiscente.
Desidero le sue
mani sul mio corpo, che accarezzino la mia pelle, che delineino le mie
forme, che si impossessino di loro. Desidero i suoi baci, umidi e
voraci, le sue labbra sottili lambire ogni parte di me e desidero
procurargli lo stesso piacere che ora attraversa tutta me stessa.
La sensazione
che mi avvolge quando bacia il mio collo, quando i suoi capelli
solleticano la mia pelle, quando il suo respiro affannato si infrange
sul mio corpo accaldato, quando i suoi artigli stuzzicano la mia
epidermide, quando le sue mani esperte stimolano il mio intero essere
facendomi perdere la ragione, quando il suo corpo si unisce finalmente
al mio completandomi, rendendoci un unico essere, arrivando all’estasi del piacere più puro.
Due, tre,
quattro. Non so quante volte ci siamo uniti, quante volte i nostri
corpi hanno danzato in perfetta sincronia, quante volte ho letto nei
suoi occhi l’appagamento, la gioia, il piacere, e quante volte
invece mi sono specchiata in essi sentendomi viva… ricordo
invece la sua incertezza la prima volta che è entrato in me, la sua bramosia la prima volta che ha lambito il mio corpo con la sua lingua, lo stupore quando l’ho baciato la prima volta.
Per entrambi
erano sensazioni nuove, desiderate senza neanche esserne coscienti,
eppure, ci siamo amati senza paure, con una naturalezza dettata
dall’istinto o forse, come mi piace pensare, dall’amore.
Stare tra le braccia di Sesshomaru, sentire il peso del suo corpo sul
mio, assaggiare quelle labbra sottili, quella pelle perfetta, esplorare
quel corpo forte e muscoloso con le mie mani, è stata la cosa
più naturale, intensa e piacevole che abbia mai fatto nella mia vita.
So che per lui è stato lo stesso. Inizialmente sembrava incerto ma, come nel mio caso, l’istinto,
questa capacità innata e atavica in ogni essere vivente, fissata
nella nostra natura attraverso l'evoluzione, lo ha guidato nei gesti,
nei movimenti, senza l’aiuto dall'esperienza né
dall'educazione. È una facoltà che entra in azione senza
il concorso della volontà e della riflessione, bastano i sentimenti a darle l’invio, e so che quello che lega me Sesshomaru è amore.
Sono state ore di interminabile dolcezza e passione, lussuria e purezza, dolore e piacere, pulsioni e razionalità.
Un insieme di opposti perfettamente concatenati tra loro per creare la perfezione, come in un tao; l'alternanza di due forze opposte ma complementari, indispensabili l’una all’altra.
Mi perdo in
questi pensieri, incapace di prender sonno, seppur sfinita nel corpo.
Distendo una mano di fronte al mio viso, osservandone tutte e
cinque le estremità, non trema.
Un sorriso compiaciuto, e riposto l’altro al suo posto, sul petto
dell’uomo che ho amato e che ha permesso questo piccolo miracolo.
Disegno ghirigori e seguo le linee dei muscoli sul corpo di Sesshomaru
con la punta delle dita mentre, appoggiata al suo petto, ascolto il
forte e cadenzato battito del suo cuore. Non riesco ad allontanarmi,
non riesco a frenare le mie mani bramose di quel banale quanto
indispensabile contatto.
Mi domando se
stia dormendo o se, come me, ha la mente affollata da troppi pensieri e
sensazioni per poter lasciare a Morfeo il dominio sulla nostra mente.
Cerco di
ricordare il momento in cui tutto è iniziato, la causa
scatenante che ci ha liberati da ogni inibizione fino a darci la
sfrontatezza di concederci l’uno all’altro senza timori.
Non sono pentita di ciò che è successo, anche se forse il nostro è stato un passo affrettato.
C’erano cosa da chiarire, risposte da ricevere, situazioni da affrontare.
La sua gamba è guarita, potrebbe tornare da Inuyasha e gli altri in ogni momento…
No, non mi
lascerebbe mai sola e non ora che il mio passato sta tornando per
impormi la sua presenza, tra poche ore Kohaku arriverà qui e
allora io cosa farò? E Sesshomaru? Sarà al mio fianco?
Lascerà libero sfogo alla sua ira come ha detto prima?
Non riesco a
immaginare nulla di quello che potrebbe accadere alla vista di Kohaku,
ne le sue parole, ne i miei comportamenti. Vorrei tanto non aver
ricevuto quella telefonata, vorrei non aver sofferto cosi tanto, vorrei
fuggire da tutto questo. Non
sono in grado di affrontare questa situazione, non ancora , non ora; ma
adesso c’è Sesshomaru con me, sarà lui a
proteggermi, sarà lui a spazzare via le mie preoccupazioni, le
mie paure, i miei problemi.
Non devo
temere, Lui non mi abbandonerà, mi porterà con se a casa
sua, dove vivremo tranquilli e felici, come nei film, come nelle favole che leggevo da piccola, cancellando il mio passato ed impedendogli di bussare ancora alla mia porta.
Prima quasi disdegnavo quelle principesse troppo deboli, ma ora... ora credo che non sia umiliante vivere sotto la protezione
di qualcuno, sapere di non dover affrontare ne pericoli né
paura, perché ci sarà qualcuno al posto nostro ad
affrontarle e a renderci felici.
Forse, la
soddisfazione che si ha guadagnandosi le cose con le proprie forze,
è di pari intensità a quella che si prova ricevendole in
dono per amore.
Mi chiedo se
lui sia disposto a farlo…Kagome mi ha detto che lui non ama coi
gesti eclatanti e le parole dolci ma con i fatti, proteggendo con ogni
mezzo le persone a cui tiene, e lui, mi ha dimostrato i suoi sentimenti
con la costanza, la diligenza e la passione di chi ama. Si, ne sono
sicura, è lui il mio “Principe”.
Un sospiro
più profondo, più stanco, e decido di interrompere quel
gesto che inizia a darmi assuefazione. Seppur controvoglia, mi volto di
spalle poggiando però la mia schiena contro il suo busto e
poggio il mio petto sul suo braccio, usandolo come cuscino, e
inspirando a pieni polmoni il suo odore mischiato ora al mio.
-Perché hai smesso? Era piacevole
La sua voce
arrochita e leggermente impastata dalla stanchezza, accarezza suadente
il mio udito, mentre lui si rigira verso me abbracciandomi e
stringendomi a se in modo da far aderire il suo corpo al mio.
-Pensavo stessi dormendo.
-No….
-Troppi pensieri?-
Ribatto
divertita per la sua rinata “loquacità”, sembra
nuovamente serio, benché il suo tono sia tinto da una nota di
tenerezza.
-Forse…
Mi stringe
maggiormente a se affondando il suo viso tra i miei capelli,
nell’incavo del collo, inspirando a pieni polmoni il mio profumo
prima di proseguire in quello che avverto come un discorso
difficile e forse doloroso. Ho imparato fin troppo bene che il suo temporeggiare
è sempre un cattivo segno, e lui in questo momento sta
centellinando le parole per trovare quelle più giuste da usare e
la disposizione con cui pronunciarle.
So che molto
probabilmente mi pentirò di questo mio gesto, ma seppur incerta
mi volto verso di lui, per incontrare il suo sguardo non più
illuminato, ma lievemente spento, carico di un sentimento che non
riesco a decifrare. L’unica cosa di cui sono certa è che
non si tratta di niente di buono.
-Rin, io domani…
-Domani te ne
andrai, vero? Portami con te! Portami al tuo podere, da Inuyasha e
Kagome, da Taka e Sumire, fammi vedere i tuoi frutteti e i campi e..-
Interrompo brusca le sue parole prima che queste rischino di ferirmi confessandogli le mie “intenzioni”, ma questa volta, è lui ad interrompere il mio discorso.
-No, no Rin.
Lo dice con quel suo tono serio , perentorio puntando le sue iridi fredde e taglienti su di me.
Come
può farmi questo? come può abbandonarmi proprio ora? Dopo
quello che abbiamo passato, dopo questa nottata… con qual
coraggio mi rinnega cosi? Sono dunque stata solo un passatempo? Un
gioco ormai troppo oneroso?
Sento la rabbia
e la delusione crescere in me, mentre nella mia mente, rimbombano senza
sosta quei “no”. Due semplici lettere che riescono a
frantumare tutto ciò che avevo sognato, quell’appiglio che
mi ero creata. Come una roccia instabile sulla cima di un burrone, un
po’ più di peso e ti lascia andare giù,
inesorabilmente, inevitabilmente, colpendoti a sua volta con quella che
prima era la tua speranza
-No cosa?
Rispondo dura, ferita,
affrontando con odio quelle iridi dorate che percepisco per la prima
volta spietate. Si riferisce al fatto di non partire o al non portarmi
via con se? Un monito ozioso, ma che la mia mente si rifiuta di
ignorare benché il suo sguardo, troppo deciso e freddo, non
lascia intravedere un barlume di esitazione o di errore alla mia
intuizione.
-No non ti porterò via con me.
Quel tono dannatamente distaccato,
perentorio e calmo lacera il mio cuore senza tentennamenti, senza un
minimo di pietà. Mi allontano sdegnata e ferita da lui
liberandomi bruscamene dal suo abbraccio. Con quale coraggio ha potuto
emette quella sentenza senza un minimo di turbamento? E come osa
guardarmi ora con occhi carichi di accettazione e…delusione? Sono io quella delusa dal suo comportamento, sono io quella ferita!
-Benissimo, vattene.
Adesso è
il mio turno di essere decisa, non ho intenzione di elemosinare la sua
presenza ne tantomeno riuscirei a sopportarla in questo momento.
Lui continua
scrutare indagatore il mio volto, immobile, imperscrutabile. Cosa si
aspettava? Che gli saltassi al collo euforica? Non ho idea di cosa gli
passi per la mente e al momento non ho nessuna intenzione di
preoccuparmene. D’ora in avanti penserò solo a me stessa.
Che sciocca sono stata, pensare alle favole, ai principi, ai lieto
fine.. questa non è una sciocca fiaba per bambini, questa
è la vita reale e per la seconda volta, mi ritrovo faccia a faccia con lei.
Sono stata
debole, ingenua, ma come con Kohaku questa sofferenza mi è stata
utile per capire che posso contare solo e solamente su me stessa, come
mi aveva insegnato la nonna, come ho sempre fatto fino alla sua
scomparsa.
-È questo che vuoi?
-Si è questo che voglio, prendi le tue cose ed esci da questa casa.
Sono in piedi,
di lato al letto, coperta solo da un lenzuolo ad osservarlo andar via.
Per la prima volta il suo sguardo è chino, solo per un momento,
solo per un istante, la sua indole fiera è stata sottomessa.
Ho
l’impulso di domandargli il perché di quella sua
decisione, il perché del suo rifiuto. Aveva promesso di
proteggermi, di rendermi felice, c’èra la determinazione e
la sincerità nei suoi occhi; allora perché adesso ha
deciso di tirarsi indietro? Perché si è rifiutato di
salvarmi?
Si riveste
velocemente indossando il minimo indispensabile per poi recarsi
all’uscita in religioso silenzio, un attimo prima di sparire
dietro la porta mi indirizza un ultimo sguardo. Spento, deluso,
dispiaciuto, lo stesso di quando mi ha confessato di aver fallito nei
confronti della nonna.
Ora ha fallito anche con me.
Mi getto
pesantemente sul letto. Abbandonandomi alle lacrime, dapprima
soffocando i singhiozzi, poi fremendo senza costrizioni su quel
giaciglio che fino a poco prima era stato testimone di ben altri
tremiti fino ad addormentarmi, esausta, debole, vuota.
Fineeeeeeeeeee
ok non uccidetemi vi prego! È hai fini della storia che ho
dovuto far litigare questi due!!! La mia mente bacata ha le sue teorie
purtroppo ed è praticamente impossibile ignorarle quando si
impongono con forza.
Chiedo
umilmente perdono per il capitolo!! Spero non sia stato un completo
disastro. Questo, che potrei classificare come una… lemon?
Voleva essere la descrizione del loro amore la sua consolidazione, ma
non sono sicura del risultato.. questo genere mi piace, ma purtroppo,
non lo so padroneggiare adeguatamente…
Mi scuso
anche per il ritardo nell’aggiornamento ma è nuovamente
periodo di esami e io sto fondendo. Oggi piccola pausa per
postare e informarvi che tenterò di aggiornare in tempi decenti
ma non posso promettere nulla
Nel frattempo vi lascio uno spoiler
“Stringo
le mani a pugno chinando il viso verso il basso e chiudendo gli occhi
il più forte possibile. Cerco di scacciare dalla mia mente quei
pensieri, la mia immagine riflessa, la mia volontà di vivere che
ancora una volta mi vuole lasciare.
Sento
gli occhi pizzicare di lacrime e tento di ricacciarle, ma poi, mi
arrendo a quello sconforto schiudendo gli occhi per permettere a
quelle stille salate di dolore di solcare il mio viso; ma ciò,
non avviene.
Sotto
di me, sul pavimento s’impone davanti alla mia vista
l’asciugamano col quale ho tamponato le mani di Sesshomaru, ieri,
prima di lavarle. E’ sporco di sangue, del suo sangue, lo stesso
che ha tinto di rosso le mie dita, le mie mani, il pavimento. Lo stesso
che invece di catalizzare la mia attenzione sullo sporco ha fatto si
che mi preoccupassi solo delle ferite che lo hanno prodotto.
Ripenso
al pavimento della mia camera ancora macchiato da quel liquido
vermiglio ormai rappreso, perché non mi sono preoccupata di
lavarlo? Perché l’asciugamano è qui e non
nella cesta del bucato? Perché non sono andata nel panico quando
il sangue ha sporcato anche me?”
Allora vi ho
incuriositi?? Diciamo che Rin ha subito parecchi cambiamenti dalla
venuta di Sesshomaru ma ancora non ne era consapevole… era a dir
poco doveroso renderla cosciente dei ciò!
Mi sento in dovere di sottolineare che questo capitolo non ha avuto la supervisione di Kade, quindi gli eventuali Orrori non sono una sua mancanza, ma un mio difetto!!! se mi renderete conscia degli eventuali sbagli compiuti, provvederò a correggerli.
Ora passiamo al
mio angolino preferito.. i ringraziamenti, purtroppo assurdamente e
vergognosamente brevi! Mi spiace, sapete che adoro questo angolo ma ho
davvero troppo poco tempo da dedicargli..
LilyProngs, ti
ringrazio infinitamente x i complimenti e sono a dir poco onorata che
il capitolo ti sia piaciuto! Spero che questo non ti abbia deluso io x
le lemon non sono praticamente portata ho provato a cimentarmi
piu volte ma i risultati sono sempre disastrosi :P spero che comunque
questo capitolo sia stato almeno un po’ di tuo gradimento! Baciii
lua82,
ecco la mia dose di autostima preferita! Sai che adoro i tuoi commenti
e sono sempre più lusingata dalle tue attenzioni! Mi auguro con
tutto il cuore che questo capitolo non sia stato un completo disastro,
io ho cercato di fare del mio meglio, ovviamente mi aspetto le tue
più sincere impressioni! Un bacioneee alla prossima
babydgv,
e si questo bacio era atteso da tanto! E in questo capitolo.. sono
andati molto oltre, come gia detto questo genere nn è il mio
forte e spero di aver reso discretamente la situazione, fammi sapere
cosa ne pensi critiche e aiuti sono sempre ben accetti : ) kiss
sara_sessho,
sono felice che lo scorso capitolo ti sia piaciuto e di questo che ne
pensi??? Ti ho delusa? Ti è piaciuto? Spero di poter leggere le
tue impressioni xkè sinceramente le lemon non sono esattamente
il mio forte… mi auguro di non averti deluso e che il capitolo
sia risultato vagamente coinvolgente! Un bacio a presto
achaori,
grazie! Le tue parole mi hanno fatto spuntare il sorriso! Se il bacio
ti è piaciuto come ti è sembrato questo capitolo??? Ho
tentato di renderlo il più “coinvolgente” possibile
e spero con tutto il cuore che non sia venuto troppo male…
un bacione a presto : )
KaDe, ciaoooooooo anche questo capitolo è stato postato senza la tua supervisione e ti chiedo scusa in anticipo per gli orrori che
vi riscontrerai! Me ha cercato di fare de suo meglio -.-" ad ogni modo
spero che il cap ti sia piaciuto e ovviamente aspetto un tuo commento
baciiii : )
piccola tammy,
è per me un onore sapere di avere una fedele seguace : ) scherzi
a parte sono felice che lo scorso cap ti sia piaciuto e spero che
questo non ti abbia delusa ovviamente voglio sapere il tuo parere!!!!
Baci a presto
stella93mer,
ciao! Me onorata per le tue parole! Sapere di averti coinvolta in una
storia il cui paring non è il preferito mi riempie di orgoglio!
Ti ringrazio infinitamente per i complimenti e spero che questo
capitolo sia stato all’altezza delle tue aspettative! Ovviamente
sarò felice di leggere le tue impressioni circa questo
aggiornamento belle o brutte che siano : ) un immenso bacione a
presto spero
Isy_264,
e si anni ed anni di esperienza l’anno fatta diventare molto
saggia e paziente! :) sono felice che la scena del bacio sia piaciuta
anche a te e spero che questo capitolo non sia stato un completo
disastro! X quanto riguarda la psicologia è una scienza che mi
ha sempre affascinata e anche io come te presto molta attenzione anche
alle strette di mano a mio avviso sono ,assieme allo sguardo, il primo
impatto con la persona la prima indagine su di essa, in base alla
stretta si capisce parte del suo carattere, in base allo sguardo si
capisce il resto! Questo ovviamente a mio avviso!!! Fammi sapere
cosa pensi di questo aggiornamento mi raccomando un bacioneeeeee
callistas,
credo di averti accontentata in questo capitolo anche se purtroppo
sesshoamru nudo se l’è goduto solo Rin… che dire
spero di avervi coinvolti in questa specie di lemon volevo fosse una
cosa coinvolgente ma non troppo lussuriosa, semplice ma profonda..
insomma che lasciasse un segmno.. spero di aver sfiorato questi mieie
propositi e di non aver deluso le vostre aspettative. Un immenso bacio
e al prossimo capitolo
sesshy94, ciau!!!
Grazie per i commenti mi hanno fatto molto piacere! Sono onorata che la
mia storia ti piaccia e spero che anche questo capitolo sia stato di
tuo gradimento, mi auguro di poter leggere le tue impressioni su di
esso un bacione e grazie ancora : )
roseinblack,
ciau!! Grazie infinite per la dritta provvederò a correggere
l’errore! Ovviamente ti ringrazio infinitamente anche per il
commento e i complimenti! Spero che questo capitolo sia stato di tuo
gradimento! I nostri protagonisti sono andati ben oltre il bacio e
spero di aver reso discretamente le loro sensazioni. Un immenso grazie
e un bacioooooo a presto
Infine, vorrei
ringraziare le 28 persone che hanno messo la ff tra le preferite, le 21
che l’hanno aggiunta alle seguite, e ovviamente tutti coloro che
leggono con l’invito, se vogliono e possono, di lasciare un
segno del loro passaggio
Un abbraccio
Mikamey
|
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Capitolo 20 *** Prese di coscienza ***
21 prese di coscienza
Una sensazioni fastidiosa, quasi dolorosa, avvolge il mio intero corpo senza lasciarmi via di scampo. Freddo. Sento freddo, il mio intero copro è straziato da un gelo spietato, impietoso.
Apro
stancamente gli occhi, osservando il chiarore del giorno trapelare
dalla finestra. Mi accuccio maggiormente a me stessa notando lo strano
ingarbugliamento del lenzuolo attorno al mio corpo,quasi mi impedisce i
movimenti, eppure, non riesce a proteggere la mia pelle da questa
frescura fin troppo rigida per la stagione.
Con non poca fatica riesco a liberarmi da quella morsa tirando via le lenzuola e disfacendo inevitabilmente tutto i letto.
Indosso,
apatica, una maglia e un paio di pantaloncini, proteggendomi con le
braccia il corpo ancora infreddolito. I ricordi della sera prima,
nitidi e dolorosi, ritornano nella mia mente per tormentarmi.
Quegli occhi
feriti, la figura di Sesshomaru di spalle che si allontana lentamente,
quell’assurda e incontrollabile sensazione di aver sbagliato tutto che s’impone nuovamente a straziare la mia anima. Oggi, non è proprio giornata.
Osservo la
biancheria del letto tutta spiegazzata, arrotolata sul pavimento. Anche
un cuscino giace inerme accanto a me, ma la cosa non mi turba, anzi.
Dopo un’ultima occhiata alle condizioni della camera ancora in
disordine, ancora non arieggiata, ancora priva di luce, lo calpesto senza remore per dirigermi nella stanza adiacente, non ho voglia di raccoglierlo.
Arrivata in
cucina, mi verso un bicchiere d’acqua riempiendo il bicchiere fin
quasi l’orlo, per poi berne solo la metà e osservare il
restante liquido muoversi ad ogni mio gesto.
Un’azione
inutile, che ripeto metodicamente senza un perché, solo per
osservare il liquido cristallino infrangersi contro le pareti fino ad
acquietarsi.
Ad un movimento più brusco degli altri, qualche goccia sfugge al contenitore ricadendo sul pavimento.
Le osservo,
quasi mi aspettassi un loro movimento, come se con la forza del mio
sguardo riuscissi a farle sparire, cosa che ovviamente non avviene.
Resto incerta
per qualche minuto se asciugare o no quelle piccole gocce, poi,
afferrando un canovaccio a caso, le faccio svanire velocemente per poi
riporre il tovagliolo al suo posto.
Dopo aver compiuto quel semplice gesto rimango interdetta da osservare quel lembo di stoffa sul lavello, quel canovaccio che io stessa ho poggiato con ben poca delicatezza sul piano immacolato
della cucina, immacolato fino a pochi istanti fa, prima che lo
inquinassi col mio gesto. Eppure, sono stata io stessa a
farlo con una naturalezza e superficialità inaudita.
Non avrei
dovuto comportarmi a quel modo, dovevo piegarlo e riporlo nella cesta
del bucato, ormai è inservibile, è sporco, ha toccato il
pavimento; ma io l’ho appoggiato lì, sul lavello, un
po’ accartocciato senza curami della mia mancanza di igiene ed
ordine. La cosa che più sconvolgente però non
è tanto ciò che ho fatto quanto la mancanza di
fastidio per quel gesto che fino a qualche giorno prima sarebbe
stato inconcepibile per me.
Io ora dovrei
andare in camera da letto ad aprire le finestre per far cambiare aria,
dovrei mettere a lavare le lenzuola, passare l’aspirapolvere,
cambiare il cuscino…
Ancora non ho
nemmeno sciacquato il viso, non ho fatto la doccia ne pettinato i
capelli. Da quando mi sono alzata non ho fatto niente, non ho voglia di far niente.
Senza una
motivazione apparente mi dirigo lentamente alla porta di casa, senza
aprirla, accostandomi delicatamente ad essa ed acuendo i miei sensi
alla ricerca di qualcosa, o meglio, di qualcuno. Non avverto la
presenza di Sesshomaru, il suo odore è ancora presente ma molto
lieve, dall’appartamento accanto non proviene nessun rumore, di
sicuro se ne è già andato.
Una spiacevole sensazione di oppressione
si impossessa del mio cuore appesantendo la mia anima. I rimorsi e il
pentimento circa quello che è successo ieri, si ripresentano
impietosi a tormentarmi. L’unica pausa è stata la dormita.
Situazione
alquanto ironica, prima non riuscivo a chiudere occhio senza una
ragione precisa, stanotte invece, ho dormito pur sapendo che la mia
vita sta andando a rotoli. Sesshomaru mi ha lasciata e Kohaku
tornerà a bussare alla mia porta, ed io, ho riposato come niente
fosse, un sonno senza sogni ne incubi, vuoto.
Mi dirigo
stancamente in bagno osservando al mia immagine riflessa allo specchio,
il viso stanco, gli occhi leggermente gonfi ancora segnati dal breve
risveglio, i capelli arruffati… sembro un rudere, un edificio
fatiscente e decadente. Sembro tornata a mesi fa, alla morte della
nonna, quando l’apatia si era impossessata di me.
Stringo le mani
a pugno chinando il viso verso il basso e chiudendo gli occhi il
più forte possibile. Cerco di scacciare dalla mia mente quei
pensieri, la mia immagine riflessa, la mia volontà di vivere che
ancora una volta mi vuole lasciare.
Sento gli occhi
pizzicare di lacrime e tento di ricacciarle, ma poi, mi arrendo a
quello sconforto schiudendo gli occhi per permettere a quelle stille
salate di dolore di solcare il mio viso, ma ciò non avviene.
Sotto di
me, sul pavimento s’impone davanti alla mia vista
l’asciugamano col quale ho tamponato le mani di Sesshomaru ieri,
prima di lavarle. E’ sporco di sangue, del suo sangue, lo stesso
che ha tinto di rosso le mie dita le mie mani, il pavimento. Lo stesso
che invece di catalizzare la mia attenzione sullo sporco ha fatto si
che mi preoccupassi solo delle ferite che lo hanno prodotto.
Ripenso al
pavimento della mia camera ancora macchiato da quel liquido vermiglio
ormai rappreso, perché non mi sono preoccupata di lavarlo?
Perché l’asciugamano è qui e non nella cesta
del bucato? Perché non sono andata nel panico quando il sangue
ha sporcato anche me?
Distendo una mano di fronte a me osservandone le estremità, non trema. Perché??
Perché non trema, dovrebbe, anzi dovrei essere nel panico, il
mio respiro dovrebbe essere accelerato, la mia testa confusa, il mio
corpo scosso da spasmi e le mani dovrebbero avere quel maledettissimo
tremore che mi ha accompagnata fino ad ora, fino a questa notte. Ma non
è cosi, il mio cuore è calmo cosi come il mio respiro, e
le miei mani, sono ferme e sicure.
Ho odiato quei
tremiti con tutta me stessa, eppure, ora che non ci sono più li
voglio, mi sento quasi spoglia senza di essi. E’ come se ormai
non potessi farne a meno, come fossero diventati parte integrante di
me, una parte non voluta ma ormai indispensabile per
l’accettazione con la quale ho permesso che si radicassero in me.
Perché diamine non mi stanno tremando le mani? Dovrebbero..
loro.. loro dovrebbero tremare..
Spietate
e pungenti ritornano alla mente le parole di Sesshomaru, la nostra
conversazione. Lui voleva che tornassi ad essere la ragazza forte di un
tempo e io, invece, mi stavo abbandonando nuovamente al nichilismo, senza rendermene conto, senza un perché, anzi non ho mai abbandonato quello stato di fragilità .
Lui era la
differenza, il mio appiglio, la figura che mi donava di riflesso la sua
forza; ma io per tornare ad essere la ragazza che rendeva fiera mia
nonna, devo essere indipendente e forte a prescindere da chi ho
accanto. Io stavo cambiando, lui mi stava cambiando, ma cocciuta volevo rimanere nel mio rifugio. Mi sono ostinata a mantenere la mia fragilità con l’egoismo.
La vita
è una maestra severa ma io sto commettendo ripetutamente lo
stesso errore, quante volte ancora dovrà punirmi per farmi
capire la lezione?
Non mi
lascerò abbattere, non permetterò tutto questo, non di
nuovo. Se Kaede mi vedesse in questo momento sarebbe molto delusa da
me, così come lo è stato Sesshomaru. Io non avrei dovuto
chiedergli di portarmi via, è stata una richiesta da vigliacchi,
è dunque questo ciò che mi sono ridotta ad essere? Una
codarda pusillanime? Una donna priva di volontà e coraggio? Io
devo affrontare i problemi cosi come la nonna mi ha insegnato a fare,
cosi come lui mi ha ricordato di fare.
Io devo essere
autonoma, perchè non vivo in una favola, non sono una
principessa, e non ho bisogno di dipendere da nessuno. Se voglio
qualcosa devo conquistarla, meritarla, solo allora potrò
definirmi con orgoglio Rin Main, la ragazza che da bambina ha superato
la perdita dei suoi genitori, che ha conquistato con la sua
determinazione mete a molti recluse, la stessa che ha
“torturato” un demone di ghiaccio guadagnandosi il suo
rispetto.
Mi spoglio
velocemente per concedermi una doccia fresca, rivitalizzante, per
spazzare via tutto quel tepore rubato che ormai non ha senso
trattenere. Sciacquo via la mia personalità deformata, la mia
apatia, la vita che non mi appartiene per lasciare posto alla mia nuova
pelle, quella dura e coriacea capace di proteggersi da sola, quella che
si nascondeva, coperta dal quel velo di fragilità che io stessa
le avevo imposto.
Linda e
profumata, inizio a rassettare la casa, metto a lavare la biancheria
sporca, lavo il pavimento, rifaccio il letto. Gesti che ho compiuto
metodicamente e meticolosamente negli ultimi tempi invasa
dall’ansia, ma che oggi mi sembrano nuovi,
meno gravosi, meno importanti. L’unico scopo di questa pulizia,
è data dal mantenere la casa in condizioni normali e non per
sfogarmi o per la paura di contrarre chissà quale malattia se
non disinfetto tutto.
È
così strano rendersi conto di essere cambiati ma non avere il
coraggio di ammetterlo a se stessi, io ho superato la morte della
nonna, ho superato lo shock di Kohaku eppure ancora non volevo
affrontare la vita… mi domando il perché di tutto questo,
della mia cecità, delle mie paure. Domande alle quali non so
rispondere e alle quali, molto probabilmente, non troverò mai
risposta; Ma ora non conta, ora che gli occhi sono aperti, ora che
vedo, ora che so cosa fare, devo solo agire.
Lo squillo del
telefono interrompe i miei pensieri. Non ne vengo infastidita, il
silenzio di questa casa iniziava a mettermi in soggezione, eppure,
stregata da quel suono mi rifiuto volontariamente di rispondere. Forse
per timore, forse per lasciare che la casa sia ancora invasa da quel
sonoro trillo, forse semplicemente per noia.
Aspetto
paziente l’innesco della segreteria ascoltando la mia voce che
incita il diretto interessato a lasciare un messaggio in quanto, al
momento, non sono in grado di rispondere personalmente alla sua
telefonata.
Mille opzioni
si contendono la supremazia nella mia mente. Potrebbe essere Kohaku,
potrebbe voler disdire il nostro incontro o fissare un’ora
precisa….potrebbe essere Kagome, per sapere come sono andate le
cose con Sesshomaru o accusarmi per come l’ho cacciato.. potrebbe
essere lui stesso, Sesshomaru, a chiamare.. ma quale motivo avrebbe?
Occorrono pochi
secondi affinchè tutti i miei moniti trovino risposta, è
Kagome, esordisce con un semplice”ciao” ma il suo tono
è un misto di preoccupazione frustrazione, imbarazzo.
Prendo posto
vicino all’apparecchio senza però rispondere alla
telefonata, molto probabilmente Sesshomaru deve essere già
tornato da loro.. chissà se gli ha spiegato il motivo del suo
ritorno,se è arrabbiato, non potrei mai affrontare le sue
domande o magari accuse senza rischiare di ferirla o di ferire me
stessa in una conversazione diretta con lei.
-Ciao.. sono
Kagome, ecco io, io volevo solo dirti che Sesshomaru è venuto
qui. Io ti voglio chiedere scusa da parte sua Rin, lui.. lui ha dei
modi bruschi lo sai, molto probabilmente ti ha ferita.. lui, mi ha
raccontato del vostro litigio... bè più o meno, ha
farfugliato cose più che altro insensate anche se lui non ne
dice mai ma… ho capito che avete litigato e lo hai mandato
via ed ecco, io non voglio difenderlo ma.. lo conosci ha un
carattere particolare. Molto probabilmente in questo momento ci starai
odiando e non ti biasimo credimi, non so cosa è successo ha
detto solo che è tutta colpa sua e… insomma Rin
lui, lui non ti ha abbandonata, lui ti ama. Anche lui sta soffrendo.
È tornato a casa come una furia, non lo avevo mai visto in uno
stato cosi.. instabile..
sembrava una belva in gabbia, era in preda all’ira e allo
smarrimento. Solo dopo aver devastato un intero terreno è
riuscito a parlare. Rin, non voleva lasciarti, voleva essere con te per
starti accanto, pensava di essere riuscito a farti ritrovare la fiducia
in te stessa, ma si è reso conto di averti fatta diventare
più debole.. io, non ho capito il senso delle sue parole ma, Rin
io credo, anzi no sono certa che una volta trovata la calma e messo da
parte l’orgoglio tornerà da te, per favore non scacciarlo,
dagli la possibilità di spiegarsi, è innamorato Rin,
qualunque cosa abbia fatto anche se può apparire crudele lo ha
fatto pensando a te.
Io.. io non so che dire io.. mi dispiace ecco… solo.. chiamami ok? Anche se non torna solo, solo per parlare…ciao.
Ascolto interdetta quel lungo messaggio, la voce di Kagome era così dolorosa
per me, il suo tono era palesemente sofferente e preoccupato, il
discorso così sconnesso, come se non sapesse neanche lei cosa
dire. Frasi accozzate le une alle altre per creare qualcosa che
assomigliasse ad un discorso..voce tremolante e incerta.Una
confessione, una scusa, non so neanche io definire questo suo gesto. Mi
sento in colpa per non aver alzato la cornetta per cercare di
rassicurarla, ma cosa le avrei potuto dire? Mi sento cosi sciocca.
Ancora una
volta quella sgradevole sensazione di errore si impossessa di me,
questa situazione è nata per colpa mia. Il mio dolore, quello di
Sesshomaru e della sua famiglia è nato per colpa mia, della mia
irruenza. Avrei dovuto lasciarlo parlare, avrei dovuto fidarmi del suo
sguardo sofferente invece di cacciarlo.
Ma ormai
è tardi per piangere sul latte versato. Nessun problema è
insormontabile se lo si affronta col giusto metodo, la nonna lo diceva
sempre.. “se si pensa contemporaneamente a tutti i problemi che
ci assillano verremo schiacciati dal loro peso, ma se li affrontiamo
uno alla volta con la giusta dose di calma e determinazione allora li
supereremo senza subirne il danno.”
Alquanto
ottimistica come prospettiva ma è l’unica alla quale mi
voglio affidare, prima affronterò i miei demoni del passato poi,
chiarirò con Sesshomaru, non so ancora se riusciremo a fidarci
l’uno dell’altro eppure ho il bisogno di chiarire con lui
qualunque sia l’esito del mio gesto.
Rinvigorita
dai miei stessi pensieri non appena avverto il rumore di una macchina
nel vialetto mi dirigo alla finestra per spiare l’identità
del visitatore, sono quasi del tutto certa che si tratti di Kohaku ma
una piccola parte di me spera sia Sesshomaru.
Ad essere
sincera non so se lo voglio al mio fianco, vorrei risolvere la
questione da sola anche se non poso negare che il nervosismo inizia
crescere sempre più.
Osservo la
macchina parcheggiare e ,dopo alcuni istanti, per me interminabili, lo
sportello del guidatore viene aperto con non poche incertezze e
finalmente lo vedo, Kohaku.
Sembra smunto,
trasandato, e dai suoi gesti si capisce perfettamente che è
agitato almeno quanto me. Lo vedo torturasi le dita prima di chiudere
la vettura e lanciare uno sguardo verso la finestra, non so se mi abbia
vista o meno ma non appena avverto il rumore dei suoi passi avvicinarsi
faccio un respiro profondo e mi dirigo alla porta aprendola appena un
istante prima che lui suoni.
-Ciao, Rin.
Oooooooooook se
avete meditato vendetta o la mia morte ne avete tutti i diritti!!!! So
che il capitolo è orribile e me ne scuso infinitamente per non
parlare del ritardo con cui ho aggiornato!! Purtroppo i miei piani sono
stati stravolti e il tempo di scrivere è svanito nel
nulla! Chi ha il mio contatto sa che sono sparita anche da msn il
problema è che hanno anticipato un dei 2 esami di quasi 15
giorni!!!!!!! quindi…ho dovuto sgobbare giorno e notte per
poterlo sostenere se a qualcuno interessa ho preso 27 in un esame e 30
nell’altro.. posso ritenermi abbastanza soddisfatta credo :P
Comunque…
basta parlare di argomenti che non vi interessano e passiamo al
capitolo.. che dire… non so nemmeno io come definirlo, in un
certo senso è di transizione ma ha comunque le sue parti
importanti come la presa di coscienza di Rin circa la sua
“fragilità ostentata”. In più è stato
spiegato il rifiuto da parte di Sesshomaru di portare Rin con se, lui
non vuole che lei dipenda da nessun altro se non se stessa! ovviamente
lui è stato troppo brusco e lei troppo irruenta.. ma..
serviva cosi.
Per quanto
riguarda il prossimo capitolo non posso darvi un vero e proprio
spoiler in quanto non ho scritto il capitolo ma… Rin e Kohaku si
chiariranno e poi la nostra protagonista prenderà
decisioni importanti per la sua vita.
Questa volta
credo che siamo davvero vicini alla fine, ormai siamo agli sgoccioli.
sigh un po' mi spiace mi sono davero affezionata a questa ff.
Che dire ancora se non che mi scuso infinitamente con voi lettori?
Perdonoooooooooooooo
Ed ora passiamo ai ringraziamenti del capitolo precedente
piccola tammy ecco
qui il nuovo capitolo…un po’ deludente vero?? Sinceramente
non ne sono minimamente soddisfatta e me ne scuso infinitamente come
d'altronde chiedo perdono per il ritardo con cui ho aggiornato!
Prometto che farò del mio meglio per la stesura del prossimo
capitolo! Baciiiiiii
LilyProngs,
ottima osservatrice! Come hai potuto notare i tuoi dubbi erano fondati!
Cereto tu hai saputo in anticipo alcune cosette.. :P che dire…
trovo questo capitolo orripilante ma ho aggiornato ugualmente sia
perché è passato davvero troppo tempo dall’ultimo
capitolo postato sia perché… boh in realtà non so
perché ho postato questo orrore ma l’ho fatto :/ spero
continuerai a seguire la storia baciiiiiiiii
babydgv,
ti ringrazio infinitamente per i complimenti sulo capitolo
precedente… che dire.. temo di aver deluso un po’ le
aspettative di tutti con questo aggiornamento ma se non altro sono
state svelate le motivazioni di Sesshomaru e Rin ha una nuova
consapevolezza di se spero di poer leggere le tue critiche anche su
questo capitolo kiss
roseinblack
spero che con le motivazioni sul comportamento di Sesshomaru il tuo
odio sia diminuito :P certo considerando la bruttezza di questo
capitolo non ti biasimo se al posto di diminuire è aumentato :P
che dire… Sesshomaru aveva i suoi buoni motivi solo.. ha un modo
un po’ particolare di metterli in atto…
lua82,
hai fatto centro! Sesshomaru vuole che Rin sia consapevole della sua
forza, vuole che se la sbrighi da sola per rendersi conto delle sue
capacità, in tutta sincerità lui voleva rimanerle accanto
cioè stare al suo fianco durante l’incontro con kohaku ma
quando lei gli ha chiesto di portarla via x fuggire i suoi problemi si
è reso conto che lui la stava indebolendo e non rafforzando e da
qui sono nati i problemi… spero che questo capitolo sia stato
quantomeno leggibile, chiedo ancora perdono per il ritardo e il
contenuto inaccettabile dell’aggiornamento.. baciii
Vale728,
ti ringrazio infinitamente per aver commentato e per tutti i
complimenti! Sono onorata da una tale gentilezza! Che dire…
questo capitolo non è proprio il massimo e me ne scuso spero
comunque di aver spiegato alcune situazioni rimaste in sospeso, oer
quel che riguarda la sorte di kohaku.. diciamo che Rin non sarà
un angioletto ma lo ferirà più che altro a parole e
sesshoamru.. bè forse lo ferirà fisicamente ma più
per sfogarsi che per ridurlo in fin di vita :P spero di poter leggere
le tue impressioni e congetture sul prossimo cap baciiii
sara_sessho,
ciau! Alluuur diciamo che le cose non si sono aggiustate del tutto ma
le intenzioni dei protagonisti sono chiare! Per quanto riguarda il
finale del precedente capitolo anche io mi sono odiata ma.. serviva..
bisogna che piova per vedere l’arcobaleno : )
sesshy94
l’idea del rosario mi piace davvero tuttavia questa volta il
nostro demone non se lo merita, aveva i suoi motivi diciamo che Rin non
gli ha lasciato il tempo di esporre i suoi piani e lui è troppo
brusco nei modi… ad ogni modo come hai potuto intuire il suo
voleva essere un gesto a fin di bene.
achaori,
allura… di sicuro loro staranno insieme anche se io pensavo di
far trasferire Rin da Sesshomaru e non il contrario.. ovviamente non
demoliranno la casa di nonna Kaede! Poi per quanto riguarda il
litigio,… si si sono fraintesi ma avranno modo di chiarirsi
ovviamente! Tutto a suo tempo : ) grazie infinitamente x i complimenti
e scusa x questo orrendo capitolo! Baciiii
callistas,
purtroppo l’aggiornamento ha ritardato parecchio : ( e ancora Rin
non ha affronta tao kohaku ma si è resa conto di parecchie
cosette e anche voi lettori avete avuto molti chiarimenti.. come
hai potuto notare Sesshomaru non ha voluto portare via Rn proprio per
mantenere quella famosa promessa! Kaede no ha cresciuto una ragazza
debole! Ma una donna forte Rin aveva bisogno di ricordarselo…
spero con tutto il cuore che questo capitolo sia stati minimamente
leggile… spero di fare meglio mooooolto meglio nel prossimo
baciiiii
Ringrazio di cuore anche tutti coloro che mi seguono in silenzio e che apprezzano la mia ff
Un abbraccio
Mikamey
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Capitolo 21 *** Si perdona ma non si dimentica ***
si perdona ma non si dimentica
-Ciao, Rin
Non ricordavo la voce di Kohaku cosi.. roca e strana. Mi prendo qualche
secondo di tempo per osservarlo, sembra cambiato. E’ leggermente
pallido, trasandato,ha gli occhi spenti e una strana soggezione nei
miei confronti. Bè strana forse è il termine meno adatto
per definirla, infondo, è del tutto giustificata come reazione nei
miei confronti. Solo.. durante le telefonate sembrava cosi sicuro, cosi
bisognoso di “parlare”; ora invece sembra si stia
maledicendo per questa sua brillante idea.
Non saprei definire i miei sentimenti in questo momento. Da un lato
sono quasi felice di questa sua difficoltà, un po’ per puro
piacere personale, un po’ perché non sono l’unica ad
essere ad disagio per la situazione. Credevo che ritrovarmelo faccia a
faccia mi avrebbe mandata nel panico, o quantomeno avrebbe accresciuto
la mia ansia e invece quasi… quasi mi sento tranquilla.
Dopo quelli che sarebbero dovuti essere solo alcuni istanti, ma che si
sono tramutati in qualcosa di più, rispondo al suo saluto con un
atono “ciao” continuando a scrutarlo dall’uscio di
casa con ancora la mano destra appoggiata alla maniglia, quasi una
garanzia di poter interrompere l’incontro all’occorrenza.
Lo osservo mordersi il labbro inferiore e iniziare nuovamente a
torturarsi le mani prima di poggiarne una sulla porta per poi chiedermi
il permesso di entrare. Il volto basso la voce roca, il tono
anormalmente volitivo.
Mi scosto maggiormente di lato permettendogli di entrare, per poi
richiudere la porta alle mie spalle. Resto ferma nella mia posizione
mentre lui, avanza lentamente fino al centro della stanza guardandosi
discretamente intorno con un’espressione indecifrabile dipinta in
volto.
Ho come la sensazione che sia cercando tutti i cambiamenti avvenuti
dalla sua ultima visita, tutte le cose della nonna che ormai, a causa
della sua ira, non ci sono più. Si avvicina ad un mobile del
salotto, prendendo tra le mani un suppellettile per rigirarselo tra le
dita, osservandolo disinteressato, per poi dare fiato ai suoi pensieri.
-Mi sembri in forma…
Afferma atono e velatamente imbarazzato, riposando il soprammobile leggermente spostato dalla sua precedente dimora.
-Si, se sei venuto per accertarti di questo credo che il tuo scopo sia stato raggiunto, mi hai vista quindi...
Rispondo fredda, con un tono velatamente acido e risentito. So che anche
per lui è difficile questa situazione, ma le parole sono uscite
involontarie dalle labbra. Ora, sono io a volerlo ferire a fargli
provare una minima parte del dolore che ho subito io a causa sua.
-Rin, non farlo, ti prego non essere indisponente nei miei confronti.
Io.. cerca di capirmi, è difficile per me essere qui in questo
momento.
Quel suo tono implorante, quello sguardo smarrito e indifeso erano
entrambi avvolti da un velo di pretensione, come se la mia
accondiscendenza alle sue richieste fosse dovuta. Quelle parole
risuonano nella mia mente terribilmente fastidiose, talmente tanto
sbagliate, da farmi perdere quel briciolo di autocontrollo che mi ero
ripromessa di mantenere.
Pensavo che la sua presenza mi avrebbe fatto male, che mi avrebbe portato alla mente la
sofferenza provata, la paura. Temevo di non riuscire a parlare ma ora
che lo osservo, che ascolto le sue presuntuose richieste, non avverto
soggezione ma rabbia. Rabbia che si riversa in un fiume di parole
contro di lui, sommergendolo senza pietà.
- Non essere indisponente? Cercare di capirti? Per caso tu lo hai fatto
quando io ero distrutta dal dolore per la perdita di Kaede? O quando
hai iniziato a devastare questa casa? Lo hai fatto quando mi hai
immobilizzata a terra tentando di violentarmi? Lo hai fatto
quando ho implorato la tua pietà? Lo hai fatto quando ti ho
chiesto aiuto?? Lo hai fatto quando, come una tortura, mi chiamavi
incessantemente rinnovando il mio dolore? Dimmi Kohaku lo hai
fatto? No, te ne sei fregato. Hai violentato senza ritegno il mio
cuore già devastato e ora che sei tornato,
cercarchi comprensione e accondiscendenza? No Kohaku hai fatto male i
tuoi calcoli. Se ti aspettavi un'accogliena a braccia aperte sappi che le tue spettative veranno deluse.
Osservo i suoi occhi sgranarsi alla mia reazione, evidentemente non si
aspettava questo mio scatto d’ira, ma i suoi occhi ora sembrano
quasi più… sereni?
-Rin ascolta mi spiace, mi spiace per quello che ho fatto credimi, non
c’è stato attimo in cui io non mi sia pentito di quello
che ho fatto ma, Rin, guardati…sei, sei di nuovo tu, forse,
forse è stato il destino forse ..
Un violento schiaffo offende il suo viso, facendo arrossare vistosamente
la parte lesa ed interrompendo le sue parole. Ha gli occhi lucidi dal
dolore e lo osservo portarsi una mano sulla guancia stranito, ma
consapevole del perché del mio gesto.
Io sento la mano bruciare come avessi toccato fuoco e avverto gli occhi
pizzicare. L’ho picchiato, l’ho fatto davvero, così
spontaneamente da non essermene resa conto finchè i segni
vermigli non sono comparsi sul suo volto. Dovrei sentirmi meglio ora,
vorrei sentirmi meglio, ma ciò non avviene.
Non so perché ma il peso al cuore aumenta invece di diminuire.
Ho l’impulso di chiederli scusa, di giustificare il mio gesto, ma
riesco a frenare quell’istinto mordendomi il labbro inferiore
fino a sentire dolore. Stringo la mano pulsante e ardente con
l’altra e silenziosa affronto il suo sguardo. Non riesco a
leggervi dolore, odio, risentimento, pentimento... nulla.
Sono cosi confusa, da non saper più leggere nel suo animo e
nemmeno nel mio. Quel gesto, un semplice schiaffo è riuscito a
far crollare le mie fondamenta e ora mi sento come un acrobata al suo
primo salto. Il cuore che batte furioso, l’ansia e la voglia di
lanciarsi ma la paura di fallire che lo blocca. Ha l’imbracatura
a proteggerlo e sotto di lui c’è una rete pronta ad
accogliere una sua eventuale caduta, ma sa che se cadrà ,anche se
non subirà danni fisici, il suo istinto di conservazione
renderà estremamente difficile il suo prossimo tentativo;
perché il terrore di cadere lo lacererà fin nel profondo.
In questo momento, ho assurdamente paura di ciò che ho fatto,
benché il motivo mi sia ignoto. Lui meritava quello schiaffo,
non doveva dire quelle cose, non poteva giustificare le sue azioni
scaricando su di me le sue colpe. Allora perchè il suo sguardo mi
ferisce? Forse.. forse perché anche io, come lui mesi fa, ho perso il
controllo di me lasciando che la follia del momento si riversasse su di
lui? Ma questo è diverso io.. io gli ho solo dato uno schiaffo
io.. non sono come lui.
Trattengo a stento le lacrime mentre la vista diventa sempre
più sbiadita, ma prego i kami che non una lacrima solchi il mio
viso. Anche lui ha gli occhi lucidi, ora imploranti; e mesto, inizia a
lasciarsi andare al suolo fino ad inginocchiarsi davanti a me, chinandosi sul
pavimento con le mani giunte e il viso basso mormorando un flebile
“perdonami”.
Di nuovo, di nuovo quella parola, la stessa che mesi fa gli sentii
pronunciare dopo che aveva distrutto la mia vita, lo stesso tono
sincero e implorante, ma incapace di cancellare ciò che ha
fatto. Una parola non può estinguere gli errori compiuti, non
può far svanire il dolore.
-Alzati
Il mio tono èancora freddo freddo, distaccato, ma privo di
ostilità.
Non riesco più ad odiarlo ora che è cosi sottomesso a me.
Forse, non l’ho mai realmente odiato, odiavo me stessa, la mia
debolezza ma usavo lui come scusa per celare la mia fragilità.
La verità è che lui mi ha fatto soffrire, ha distrutto
una
parte della mia vita, ma io ho permesso tutto questo. Avevo già
mollato, dalla morte di Kaede la mia vita era diventata semplice
esistenza e lui se ne era accorto; ma a differenza di me ha fatto
qualcosa per farmi reagire, tuttavia, non potrò
dimenticare mai ciò che ha fatto, non ci riesco. Non lo odio ma
non riesco più a volergli bene…
Si alza, ancora più lentamente di quanto non abbia fatto prima
per prostrasi, poi, mi mostra il suo volto. I suoi sono occhi colmi di
lacrime e due scie salate gli solcano il viso. È la prima volta
che lo vedo piangere.
Rimango interdetta ad osservarlo, sempre più confusa circa
i miei sentimenti, quando d’un tratto sento le sue braccia sulle
mie, il suo petto che premere contro me, mi sta…
abbracciando.. no, mi sta bloccando in una stretta morsa che non
mi lascia via di fuga.
Questo suo gesto si sovrappone ai miei ricordi terrorizzandomi,
ricordandomi il panico di quel giorno, il senso di impotenza,
l'incapacità di reagire, la consapevolezza di essere ormai priva
di vie di fuga. Ho paura, di nuovo il panico si impossessa di me,
proprio come
mesi prima, e la lacrime iniziano involontarie e bagnarmi il volto.
Cerco di opporre resistenza ma la sua presa diventa più salda e
sento il suo viso affondare nei miei capelli e poggiarsi
sull’incavo del mio collo bagnandolo. Sta ancora piangendo, ora
più rumorosamente, ma ciò non muta il mio stato
d’animo.
Prepotente permangono nella mia amente le immagini di lui che mi immobilizza a terra, riprovo la
sensazione delle sue mani sul mio corpo,il suono della sua voce che mi intimava di
stare ferma, quel senso di impotenza e smarrimento che mi
invadeva…lui non acecca a compiere nessuno di quei gesti, tuttavia, non mi slega da quel prepotente abbraccio.
Sgrano dolorosamente gli occhi e inizio a piangere e divincolarmi
terrorizzata, questa volta, non subirò passivamente, questa
volta, lotterò fino all’ultimo, questa volta non mi sento sola. Inizio ad intimargli di
lasciarmi andare, di non torturami più, di andarsene e nel
frattempo, tento in tutti i modi di ferirlo e divincolarmi da lui; ma
tutto ciò che ricevo in risposta è un
“abbraccio” ancora più saldo e un pianto più
forte. Poi, d’un tratto, mi trovo libera e ansimante davanti a
lui. Non ho idea di come mi sia liberata o se sia stato lui a lasciarmi
andare, ma ora, finalmente sono libera.
Sento il mio cuore battere all’impazzata, frenetico, doloroso
cosi come il mio respiro. Ho l’impulso di scappare, di
allontanarmi il più possibile da lui; ma le mie gambe non
rispondono ai miei comandi. Sono dannatamente pesanti ,come fossero
state immerse nel cemento o incatenate ad una incudine. Cosi resto
semplicemente lì, a pochi passi da lui, ad osservarlo incapace di
qualunque reazione.
Kohaku si accartoccia al suolo come avesse perso ogni forza, come
se avesse usato tutte le sue energie stringendomi, sembra cosi...
vulnerabile in questo momento.
-Perdonami, perdonami, perdonami Rin. Ti prego, perdonami non odiarmi.
Io.. io non vivo più da quel giorno, la consapevolezza di averti
fatto del male mi dilania senza sosta da allora. Io, non volevo
farti del male. Io ti amavo Rin ,ti amavo e ti amo ancora. Non so
cosa mi sia preso quel giorno, so solo che tu eri sempre più
distaccata, non mangiavi, non dormivi.. ti eri chiusa in te stessa, in
un mondo di nichilismo e dolore e io non riuscivo a sollevarti da quel
baratro oscuro in cui stavi inesorabilmente precipitando.
Ho tentato, ho provato con tutte le mie forze a starti accanto, ma
quando mi sono reso conto di non esserne capace, quando ho capito che
non ero abbastanza importante e forte per salvarti io.. io sono
impazzito.
È nata dentro di me la necessita di sfogarmi, di rompere tutto
di esplodere! Era una necessità quasi animalesca che mi
divorava. La voglia di distruggere era tanto insensata quanto intensa e
io, non ho resistito a quel richiamo ancestrale. Non riuscivo più
a controllarmi e ho iniziato a rompere tutto, a buttare tutte le cose
di tua nonna... e più mi sfogavo più aumentava in me il
desiderio di distruggere.
Non ero in me Rin e quando tu ti sei intromessa.. io.. io non
rispondevo più delle mie azioni, non ero cosciente di ciò
che facevo.
Ti volevo.. quel giorno io avrei voluto farti mia come ho sempre
sperato, come ho sempre atteso che avvenisse. Eri lì, davanti a
me, priva di difese, impaurita… quando ti ho baciata io.. io
creduto di impazzire. Inizialmente volevo solo calmarti, volevo
dimostrarti che ero li per te e non per farti del male ma poi.. il
desiderio di possederti era sempre più forte. Mi convinsi
che se ti avessi resa parte di me allora mi avresti accettato, avresti
capito il mio amore, avresti trovato in me un appoggio… So che
sono delle scuse assurde e credimi, non pretendo che le cose
cambino da un momento all’altro ma... Rin ti amo, e giuro che non
farò mai più una cosa del genere. Io, ho solo bisogno
che tu mi comprenda, che perdoni i miei sbagli e che mi permetti di
proteggerti. Rin, tu ora hai ricominciato a vivere, fai in modo di
riportare in vita anche me ti prego.-
Mi ritrovo anche io china davanti a lui, incapace di sostenere oltre il
mio corpo. Sembro anche io svuotata, dal dolore, dal rancore da tutto.
Non avrei mai immaginato queste parole, questo tono... e soprattutto non
avrei mai pensato di provare ancora qualcosa per lui. Affetto, misto
però a pietà. Lui non mi ama, forse mi ha amato ma ora..
ora ciò che prova non è amore.
In quel giorno due vite sono cambiate, la mia e la sua. La mia è
stata l’inizio di una lenta rinascita, la sua invece è
stato l’inizio del declino. Il suo mondo è crollato, cosi
come il mio, le sue convinzioni sono andate in frantumi proprio come
è successo a me ed ora, ciò di cui ha bisogno, è
un appiglio, un aiuto per ritrovare la pace.
Lui non cerca amore, lui cerca il perdono, desidera che la sua anima torni pura,
il suo cuore leggero. Che i suoi sensi di colpa si dissolvano, lui vuole tornare
a vivere.
Vedo le sue mani cercare le mie, ma io istintivamente le ritraggo. Non
so neanche io il motivo, sembra quasi più fragile di me,
incapace di incutere timore o pericolo, eppure, lo faccio ferendolo e
rendendo vane le sue intenzioni. Quasi mi pento della mia reazione non
appena scorgo la sua delusione ma è stata una cosa istintiva,
non volevo ferirlo, non questa volta.
-Non fuggirmi Rin, ti prego. Perdonami torniamo ad essere come una
volta, non ti chiedo di amarmi a me va bene anche se restiamo amici,
anche solo tornare a parlarci io.. tutto ciò che voglio è che tu smetta di odiarmi,
torna con me torna a Tokyo, al tuo vecchio lavoro, alla tua vecchia
vita qui.. non hai nulla… io…
-No Kohaku, io.. ti perdono, se è di questo che hai bisogno per
ricominciare io ti perdono; ma non chiedermi di tornare ad essere
quelli di un tempo, questo non posso farlo. Si perdona Kohaku, ma non
si può dimenticare.
Eccomiiiiiiiiiiii spero con un capitolo non troppo disastroso!
Come promesso oggi primo giorno di agosto finalmente ho aggiornato
regalandovi il tanto atteso incontro tra Rin e Kohaku! Che ve ne
è sembrato????
Che dire…. Alla fine kohaku ha
ricevuto solo uno schiaffo.. ma lo avevo detto fin dall’inizio
che lui non aveva una natura cattiva.. quindi.. spero che le sue
spiegazioni siano state esaurienti e che la scelta e le azioni di Rin
siano state adeguate al suo personaggio, al carattere che le ho dato ma
soprattutto che siano state di vosrto gradimento :P
Per tutti quelli che mi hanno aspettato, che mi hanno incoraggiato per
gli esami, posso dire che i loro auguri hanno avuto effetti positivi!!!
gli esami sono andati benissimo ed almeno per ora sto in vacanza =)
Ragarre questo aggiornamento e tutto per voi, con la speranza che vi sia gradito.
A tal proposito, vorrei ringraziare tutti quelli che mi hanno attesa, in particolare:
LilyProngs
sesshy94
lua82,
piccola tammy
achaori
Che mi hanno manifestato il loro affetto tranquillizzandomi e garantendo la loro “fiducia” in me : )
E ovviamente grazie anche a
monyprincesslovett grazie per il commenti e per i complimenti, sono
felicissima che la ff ti sia piaciuta! Spero che anche questo cap ti
sia gradito e mi auguro di poter leggere le tue impressioni un
bacioneeee
Come al solito non posso che esprimere la mia gratitudine anche alle 36 persone che hanno messo la ff tra
le preferite e alle 27 che l’hanno aggiunta alle seguite!
Naturalmente, ringrazio anche tutti coloro che mi seguono in silenzio e
come mio solito li invito se possono e vogliono a lasciare un segno del
loro passaggio : )
Ed ora spoiler!!!!!
“-Abbiamo avuto entrambi
ciò di cui avevamo bisogno. Tornatene a casa, dimenticala e
rifatti una vita. Lei starà bene.
-A-aspetta, che farai ora? Tornerai da lei o l’abbandonerai?Lei ti ama!
Annaspa rumorosamente per lo sforzo compiuto nel parlare, ma gli dedico
sono alcuni istanti della mia attenzione riprendendo il mio cammino
senza rispondere alla sua domanda. Non devo rendere conto a lui delle
mie scelte, non l’ho mai fatto con nessuno, tuttavia, mosso da
chissà quale forza alla fine decido di concedergli
quest’ultimo desiderio. Tre semplici parole che forse lui non
potrà capire, che non saprà interpretare ma è
questo tutto ciò che posso concedergli, niente di più
niente di meno.
-Non dire sciocchezze”
Forse non si capisce molto da questo spoiler ma…diciamo che nel
prox capitolo vedremo tra Rin e kohaku e naturalmente
l’incontro del ragazzo… con Sesshomaru.
Ed ora i ringraziamenti di Sucking blood
LilyProngs ciao cara!! Sono
felicissima che la coppia koga ayame ti sia piaciuta pur non essendo
personaggi che di solito segui. Che dire sono sempre piu felice e
onorata di saperti una mia assidua lettrice e spero di non
deluderti mai : ) Per quanto riguarda la mia cura.. bè ecco il
nuovo cap che te ne è sembrato??? baciiii
Aryuna, ciau!!! Grazie per aver
apprezzato questo piccolo sclero e soprattutto grazie di averla
aggiunta tra le preferite! Me estremamente onorata!!!per quanto
riguarda Miroku… anche io lo adoro qui anche se lui poverino non
se la passa sempre molto bene la disavventura per la nonnetta ninfomane
però non poteva essere che sua quindi… :P kiss
Dance of death ciaooooooooooo
che dire del finale.. io sono un’amante degli happy-ending
tuttavia il questa ff qualcosa di troppo dolce avrebbe stonato, sia per
la piega della storia sia perché infondo è un primo
incontro! Quindi ci possono essere le premesse ma niente di troppo
impegnativo! Che dire mi fa piacere che la storia abbia allietato i
tuoi pomeriggi e spero anche io di scrivere altri scleri piacevoli un
bacioneeee
lua82 ma sai che la relazione
analisi-cornetto per me è sacra? Mi sorprende invece il fatto
che anche tu hai sentito parlare della storia dell’ago che si
spezza e va in giro, quella è stata una fantasia di mia sorella
che all’epoca aveva si e no 5 anni e dubito l’abbia sentita
da qualche parte.. diciamo che uno dei suoi hobby da piccola era
spaventarmi, inutile dire che il 90% delle mie fobie infantili le ha
provocate lei :P cooomunque sono strafelice di averti avuta come
commentatrinìce anche in questo lavoro non potrò mai
ringraziarti abbastanza! un bacione immensooo
Isy_264 e già io
ogni volta che vado a fare esami spero sempre in un medico giovane ma
niente.. e vabbè la speranza è l’ultima a morire
prima o poi dovrò pur beccarlo uno ma con la fortuna che ho io
sarà tappo occhialuto e scorbutico :P ad ogni modo sono felice
che il finale ti sia piaciuto anche io lo trovo adeguato dolce,
romantico ma non troppo impegnativo.. un bacione grande grande e grazie
per avermi seguita anche in questa storia
achaori un’altra vittima
del personaggio koga :P a quanto pare ho aumentato la sua
popolarità:P che dire è un personaggio un po’
ambiguo.. non è uno dei principali ma neanche propriamente di
sfondo nel manga tuttavia lo adoro con ayame! E mi spiace che nel manga
lei non sia presente! Che dire.. forse proprio perché questa
coppia è poco sfruttata è una di quelle che utilizzo
maggiormente anche se la coppia che preferisco in assoluto è
senza dubbio la Sesshomaru/Rin per quanto riguarda “la mia
cura” ecco il capitolo che attendevi.. ti è piaciuto??? Un
bacioneeeee a presto
grazie anche a
achaori
Aryuna
Dance of death
La sognatrice
Lady_2008
che l’hanno aggiuntatra le preferite e a
Dance of death
LilyProngs
Che l’hanno aggiunta alle ff seguite
un bacione a tuttiiiiiiiii
Mikamey
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Capitolo 22 *** Addio Kohaku ***
22
Scruto seria il suo volto smarrito, i suoi occhi lucidi e quel suo
sorriso amaro tipico di quando viene ferito, tipico di quando si
rifugia nelle illusioni che
lui stesso riconosce come tali. Sa che non andrò via con lui, sa
che le cose non torneranno come un tempo, sa che il nostro rapporto
ormai non può essere aggiustato ma si ostina a crederci, si
aggrappa con tutte le sue forza ad appigli inesistenti.
Non ho la forza di infierire ancora, non riesco a infliggergli altro
dolore benché le mie intenzioni iniziali fossero quelle di
arrecargli lo stesso tormento che lui aveva inferto a me. Ora mi rendo
conto che il suo dolore era pari al mio, mutava solo la forma. Anche
lui è fragile, anche lui è debole ma io non posso aiutarlo.
Tende nuovamente le mani verso le mie, e questa volta, non mi sottraggo
al suo tocco facendo tendere le sue labbra in un sorriso di
riconoscimento. Forse sto alimentando le sue illusioni, forse
renderò il suo dolore più grande ma ora lo riconosco. Ora
riconosco il mio Kohaku, il ragazzino insicuro che viveva con me, che
lavorava con me, che faceva di tutto per ricevere gli apprezzamenti
dagli altri, non è mai stato un ragazzo cattivo ma ciò
che gli mancava era una volontà propria. Ha sempre fatto
ciò che credeva buono per gli altri e si è sempre
affidato ad una persona più forte di lui.. ero io il suo
appiglio. Ero io il suo coraggio, la sua forza e forse il suo unico
desiderio era diventare per me quello che io ero per lui.
Quando mi sono abbandonata al dolore, è morta una parte della
sua vita e lui non ha retto la perdita, dando libero sfogo a tutta la
frustrazione accumulata negli anni. Io lo capisco, solo ora capisco i
suoi gesti, i suoi perché; ma non posso far tornare indietro il
tempo. È il momento anche per lui di crescere, forse.. forse lo
ha già fatto ma ancora non lo vuole accettare. È
difficile rendersi conto di poter vivere solo delle proprie forze, noi
ci illudiamo di aver bisogno degli altri, solo perché con il
loro aiuto è più facile; ma la verità è che
siamo in grado di essere completamente autosufficienti se lo vogliamo,
se ci impegniamo. Proprio quello che ho ricordato grazie a Sesshomaru.
-T-ti lascerò tutto il tempo che vuoi, io sarò paziente e
rispetterò i tuoi spazi e... e so che non sarà facile ma
sono sicuro che con un po’ d’impegno noi..-
Interrompo silenziosa il suo discorso, la sua voce incerta rotta
dal pianto, le sue illusioni, semplicemente ponendo il mio dito indice
sulle sue labbra aride.
-No, Kohaku io non tornerò con te, ho una nuova vita ed ora
anche tu devi pensare alla tua. Hai ricevuto il mio perdono ora sei tu
a dover perdonare te stesso. Torna a Tokyo, impegnati nel lavoro e
ricomincia vivere. Innamorati, trova la persona giusta per te e offrile il tuo cuore. Impara ad avere fiducia in te, perché è sulle tue di forze cui dovrai fare affidamento. Impara
ad essere indipendente e a rendere tali le persone a cui vuoi
bene, è il regalo più grande che puoi far loro.
Mi avvicino leggermente a lui accarezzando la sua pelle umida e
anormalmente fredda. E’ un gesto spontaneo, naturale ed entrambi
siamo consapevoli che quello è un saluto di addio, ma lui tenta
un’ultima volta di convincermi ad andare via con lui. Pone la sua
mano sulla mia, fermandola, ma con un gesto delicato, tenero.
Semplicemente vuole prolungare il più possibile con contatto, lo
lascio fare osservandolo con un’espressione dolce ma velatamente
contrariata, un misto di accondiscendenza e rimprovero, so che
più prolungo questo momento più difficile sarà per
lui andar via ma non riesco a negargli questa ultima effimera opportunità.
-Perché Rin? Qui… non hai niente.
Sorrido sincera a quelle parole, anche lui sa che non sono vere ne sono
sicura, ma ha sfoggiato il suo ultimo tentativo. Accarezzo la sua
guancia col pollice mentre comprensiva rispondo alla sua frase
-Ti sbagli Kohaku, io qui ho tutto, l’ho sempre avuto e anche ora
che non c’è la nonna so che è questo il mio posto,
perché è qui che sono felice.. tutti i momenti importanti
della mia vita, belli o brutti avevano questo sipario e voglio che
continui ad essere questo e poi… qui ho ritrovato me stessa,
qualcuno mi ha ricordato chi sono e non ho intenzione di deluderlo,
io…
Gli occhi mi si appannano nuovamente di lacrime al ricordo di
Sesshomaru, ma un tenero sorriso incurva le mie labbra. E' come se lo
sentissi vicino, come se lui sia qui in questo momento, ad osservarmi
fiero del mio comportamento, so che è sciocco ma… sento
la sua presenza.
-D’accordo Rin, mi basta saperti felice.
Dice queste parole col volto chino, scostando la sua mano dalla
mia liberando la sua gota, che, sono sicura, si sta nuovamente bagnando
di calde lacrime. Non avrei mai immaginato che le cose tra noi
finissero cosi. Che questo incontro finisse cosi. Credevo lo avrei odiato per
tutta la vita, pensavo che non sarei mai riuscita ad affrontarlo,
invece, ora so che la realtà che fuggivo faceva soffrire
entrambi.
Kohaku si alza lentamente nascondendo il suo viso con la folta frangia,
si dirige silenzioso verso l’uscio di casa e io lo imito pur
rimanendo a qualche passo di distanza da lui, lo vedo soffermarsi
qualche istante davanti al porta ma poi poggia la sua mano sulla
maniglia aprendola leggermente. Esita nuovamente, questa volta qualche
istante in più forse in attesa che io lo fermi, forse
semplicemente per trovare la forza di andare avanti; ma poi, china
nuovamente il capo asciuga le lacrime e si volta verso di me
salutandomi con un sorriso triste, amaro, ma sincero che io ricambio
con altrettanta onestà. Infine lo vedo nuovamente abbandonare
questa casa, cosciente del fatto che molto probabilmente non lo
vedrà mai più ospite.
Rimango immobile a fissare la porta chiusa solo per qualche istante, ho
l’impulso di andare alla finestra per guardarlo andar via ma sono
sicura che lui si volterebbe verso di me e sarebbe per entrambi un
ulteriore dolore.
- Addio, Kohaku.
Attraversa lento il vialetto voltandosi varie volte a scrutare le
finestre alla ricerca della figura di Rin, ma lei non c’è.
Sembra più volte tentato dall’idea di tornare sui suoi
passi tuttavia non lo fa e, ormai sconfitto, svolta l’angolo
della strada trovandosi me di fronte. Dopo un attimo di smarrimento mi
rivolge un sorriso scherno, dal retrogusto aspro,
inacidito dall’odio. È come se mi conoscesse, come se io
non fossi per lui un completo estraneo, come se gli avessi inflitto la
più dolorosa delle torture. Dovrebbe provare paura nel trovarsi
un demone di fronte, un demone completo, pericoloso e irritato ma non
lo è. Affronta stanco il mio sguardo ed ho come
l’impressione che l’unico motivo per cui non mi teme,
è perché in fondo al cuore, desidera il dolore fisico che
potrei infliggergli.
-Sei tu che hai guarito Rin?
-Sei tu che l’hai ridotta in quello stato?
Un altro sorriso amaro si distende sulle sue labbra, mentre io
involontariamente faccio schioccare le dita mostrando gli artigli.
Sembra quasi divertito dalla situazione e la cosa mi irrita
maggiormente, è come se aspettasse una mia reazione. Vuole provocarmi ma non ho intenzione di sporcarmi le mani con lui.
-Rispondi sempre alle domande con altri interrogativi?
Il suo tono è ora sprezzante
e anche il suo sguardo sembra più spavaldo, ma io, continuo a
non mutare la mia espressione atona e distaccata benché la
voglia di recidergli la gola sia parecchio allettante. Questo ragazzo
vuole usarmi per espiare le sue colpe, ma non ho intenzione di donargli
la quiete che tanto cerca.
-Tu invece le usi per eluderle?
Il suo sguardo muta diventando torvo, carico d’ira. Sembra pronto
ad esplodere da un momento all’altro e io attendo paziente che
ciò avvenga. Non c’è miglior vendetta
dell’indifferenza, uomini e demoni sono simili in questo e
io pregusto il momento in cui la sua mente offuscata dall’ira lo farà capitolare.
Ho assistito al suo incontro con Rin, ho trafitto
le mie mani fino a farle sanguinare per trovare la forza di non
interferire, per non irrompere nella casa e far esalare l’ultimo
respiro a questo stolto ragazzo. Era Rin che doveva affrontarlo e lo ha
fatto, io ora non dovrei neppure essere qui, non mi sarei dovuto
mostrare, eppure mi è stato impossibile resistere oltre, anche
io sono debole.
-Non vuoi picchiarmi? Non hai il desiderio di affondare i tuoi artigli
nella mia carne? Io sono la persona che ha rovinato la vita di Rin,
mentre tu sei colui che le ha ridato la vita, non hai voglia di
uccidermi? Ti conosco sai? Ti ho visto con lei, la ami giusto? E allora
perché esiti? Sono qui, sono la tua preda l’oggetto dei
tuoi più sordidi pensieri di vendetta, cosa aspetti ad attuarli?
Ascolto le sue parole cariche di risentimento e frustrazione, il suo
tono è alto e fastidioso sembra che l’ira stia lentamente
prendendo il sopravvento e io nella mia muta e superiore padronanza di
me lo osservo. Quasi ho pietà di
lui, cerca disperatamente una punizione che lo liberi dai suoi peccati.
Crede forse che io sia cosi magnanimo da concedergli tanto?Illuso, Rin
lo ha perdonato, e nella sua innocenza non ha compreso la necessita di
questo ragazzo di scontare le sue pene. Forse se lo avesse respinto,
picchiato o insultato ora starebbe meglio, ora avrebbe una motivazione
per andare avanti, quella di riconquistarla di mostrarsi cambiato ma
lei non gli ha lasciato alcuna speranza.
È sciocco ma anche io ho capito che è quella che
infonde tanta forza all’uomo, è uno dei suoi motori
più potenti e lei lo ha completamente sabotato. Non nego il piacere che
ciò mi provoca eppure devo ammettere che la motivazione della
sua fermezza non risiede nella volontà di farlo soffrire,
bensì in quella di fargli aprire gli occhi sulla realtà.
Mi viene spontaneo domandarmi se Rin sia cosciente di ciò che ha
provocato in Kohaku ma ciò che più mi preme al momento
è sapere che in questo momento lui sta provando la stessa
disperazione che ha inflitto a lei.
Le sue azioni sfrontate e
irose dunque non mi sorprendono, la cosa che invece mi sconvolge e per
la prima volta mi rende espressivo, è la sua rivelazione circa
la mia “identità”.
Kohaku si accorge del mio attimo di sorpresa e continua sprezzante il suo discorso, dai toni ormai beffardi e provocatori.
-Si, hai capito bene so chi sei, vi ho spiati. Ho spiato Rin fin dal
giorno in cui tentai di abusare di lei, mi sentivo un verme, lei non
voleva più vedermi e io non avevo il coraggio di affrontarla. Mi
nascondevo dietro le telefonate nella disperata ricerca di uno spiraglio
di speranza per noi due, ma nel frattempo, venivo a controllare come
procedesse la sua vita. Non riuscivo a perdonarmi, ma ero troppo
codardo per fare qualcosa di concreto per lei.
Ero il suo incubo, lo sapevo, lo vedevo; e ogni volta che venivo a spiarla morivo scoprendo che nulla cambiava e che in lei della Vera Rin non c’era niente finchè, non sei arrivato tu. Tu che sei riuscito a liberarla dal suo nichilismo, tu che sei riuscito a ridarle il sorriso, tu che hai conquistato il suo cuore.
In quel momento, solo in quel momento, ho realmente capito che
l’avevo persa. Ho realizzato che non sarebbe mai più
potuta essere mia ed allora ho tentato il tutto per tutto, sapevo di
non avere speranze ma quando te ne sei andato, quando avete litigato,
un briciolo di utopia ha iniziato a spandersi in me, avevo ancora una
possibilità mi ero detto…
Ma sbagliavo…io conosco Rin da anni ma tu in pochi giorni
l’hai realmente compresa. Ora so perché te ne sei andato,
e per questo ti odio ancora di più, mi odio ancora di
più. Io non sono mai riuscito a capire cosa fosse meglio per
lei, non sono mai stato capace di offrirle ciò di cui aveva
bisogno. Sei tu il vincitore io…. Insomma siamo l’uno
davanti all’altro per lo stesso identico motivo, e in questo
momento abbiamo entrambi la stessa esigenza, perciò fai
ciò che desideri fin dal momento in cui hai capito chi
sono e cosa ho fatto!
Ascolto molto attentamente il suo discorso, il suo tono sincero, a
volte pacato altre rabbioso; ma più di tutto, scruto i suoi
occhi. Sono seri, decisi, privi di rancore o superiorità. Sembra
davvero alla ricerca di una punizione, il perdono di Rin non gli
è bastato, come ha detto lei ora è lui a dover accettare
il passato. Ed ora cerca solo un modo per lenire i suoi sensi di colpa.
Gli dedico tutta la mia attenzione per qualche istante e non osservando
ombra di dubbio nei suoi occhi, mi avvicino fulmineo sferrandogli un
pugno allo stomaco abbastanza forte da farlo gemere di dolore e
piegarsi al terreno, ma altrettanto calcolato da non provocargli danni.
Lo vedo ansimante al suolo, tossicchia rumorosamente ma poi
raccogliendo le sue forse si rialza parandosi davanti a me, aspetta che
io lo colpisca ancora che infierisca su di lui ma io resto immobile per
quanto la voglia di continuare sia provocante e lui allora si avventa
contro di me disperato.
- L’ho ferita! Ho cercato di violentarla, ho rovinato la sua vita!!!
Un altro pugno, questa volta più potente, offende nuovamente il
suo stomaco facendolo ricadere sul mio stesso braccio ancora in
contrazione. Un ringhio gutturale
sfugge alle mie labbra mostrando la mia ira fino ad allora celata,
mentre, per la seconda volta, Kohaku annaspa alla ricerca d’aria.
Forse questa volta ho esagerato; comunque non mi scompongo,
riacquistando come mio solito la mia espressione atona, il mio sangue
freddo il mio controllo, che poco fa ha vacillato.
Abbandono il corpo di Kohaku al terreno, permettendogli di assumere una
posizione che renda meno dolorosa la respirazione poi, una volta
accertatomi delle sue condizioni non troppo gravi, mi decido a lasciare
quel luogo. Gli do le spalle deciso a ripercorrere quella stradina
sterrata che mi ha condotto la prima volta a quella casa per recuperare
la mia auto e tornare da dove sono venuto, silenzioso e invisibile. Ma
appena compio qualche passo sento la sua voce rauca e spezzata
chiamarmi facendomi voltare nella sua direzione,si sta lentamente
rialzando ma il dolore gli impedisce movimenti toppo ampi.
-Abbiamo avuto entrambi ciò di cui avevamo bisogno, tornatene a casa, dimenticala e rifatti una vita. Lei starà bene.
-A-aspetta, che farai ora? Tornerai da lei o l’abbandonerai?
Annaspa rumorosamente per lo sforzo compiuto nel parlare, ma gli dedico
sono alcuni istanti della mia attenzione riprendendo il mio cammino
senza rispondere alla sua domanda. Non devo rendere conto a lui delle
mie scelte, non l’ho mai fatto con nessuno, tuttavia, mosso da
chissà quale forza alla fine decido di concedergli
quest’ultimo desiderio. Tre semplici parole che forse lui non
potrà capire, che non saprà interpretare ma è
questo tutto ciò che posso concedergli, niente di più
niente di meno.
-Non dire sciocchezze
Riprendo infine la mia strada attraversando quella via deserta,
superando quel piccolo viottolo che porta a lei, per salire sulla mia
auto e andarmene. Non occorre che sappia che ho assisto alla sua
rinascita, è superfluo dirle che sono orgoglioso di lei o forse,
per la seconda volta, questo luogo è testimone della indecisione.
Ingrano la marcia e con una leggera sgommata causata dalla ghiaia, mi
allontano da quella casa ignaro che la padrona della stessa ha
già da tempo scoperto la mia presenza.
Osservo la macchina di Sesshomaru sgommare via con un atono sorriso
sulle labbra. Sapevo non mi avrebbe salutata ma in cuor mio sapevo
anche che non mi avrebbe mai lasciata sola. Ha mantenuto la sua
promessa, non mi ha abbandonata, e mi ha dato la forza di tornare me
stessa ed è ora che veda questa mia rinascita senza bisogno di
spiarla in un riflesso di vita rubato.
Ed ecco un altro aggiornamentoooo… come vi è sembrato
questo capitolo???come desiderava qualcuno finalmente Kohaku le ha
prese dal nostro bel demone, uno sfogo per entrambi se cosi lo vogliamo
definire ma come avevo precedentemente detto questa battaglia era di
Rin, solo sua. Sesshomaru… ha solo partecipato in modo marginale
per quanto la sua presenza sia stata essenziale. Che dire.. le note
dolenti nella vita di Rin dovrebbero finalmente essere concluse, ora
manca solo l’effettivo ricongiungimento col nostro yuoikai!
Questa volta siamo davvero vicini alla fine, il prossimo credo sia
l’ultimo capitolo, tuttavia non ho ancora concluso la sua stesura
quindi non ne sono certa, al massimo saranno due.. non ne ho proprio
idea. Ad ogni modo ecco a voi SPOILER!!!
“l profumo di Sesshomaru si fa
sempre più forte e nella mia mente balena l’idea di
andargli incontro, di dimezzare le distanze tra noi per diminuire il
tempo che ci divide. Eppure, pigra, continuo a godermi quel bagno di
sole, quella brezza gentile,quel profumo bosco cosi simile a lui, ma
screziato di dolce e suadente, dalle note delicate dei fiori.
La mia mente è attraversata
anche dal pensiero della fauna di quel luogo, cosi tranquillo ma in
realtà brulicante di piccola vita. Avverto distintamente il
volare di piccoli insetti, qualche ape, qualche mosca, e ovviamente
anche se impercettibili ci saranno moscerini e farfalle . Tuttavia
quella vita aerea si rispecchia inevitabilmente anche in quella
terrena, si sente il frinire dei grilli e il cicaleccio delle cicale.
Istintivamente immagino anche
la presenza di formiche e ragni e a quel pensiero un moto di
inquietudine si impossessa di me, avverto l’irrefrenabile bisogno
di alzarmi e controllare che non uno di quegli insetti si sia posato
sul mio corpo o immerso nei miei capelli; ma una fresca mano si posa
sulla mia e un corpo prende posto accanto al mio, piegando con la sua
presenza non solo l’erba, ma anche la mia sensazione di
disagio.”
Questa volta è bello grande per farmi perdonare di quello incomprensibile del capitolo precedente :P
Ed ora passiamo ai miei tanto amati ringraziamenti!!! E si
perché siete voi che commentate a darmi il coraggio e lo sprono
a continuare e, come sempre, invito chiunque legga a lasciare un segno
del proprio passaggio se lo ritiene opportuno e ne ha la
possibilità ; ma ora basta con le parole e veniamo ai fatti
grazie a :
LilyProngs, come hai notato la
porta del passato è stata chiusa definitivamente in questo
capitolo con Sesshomaru, volevo che anche lui si sfogasse un po’
:P la battaglia era di Rin ma lui da alleato doveva pur avere la sua
parte no?? sono sempre onorata di ricevere i tuoi complimenti e mi
auguro con tutto il cuore che anche questo capitolo ti sia piaciuto!!
Ancora non so come ringraziarti per la shot che mi hai dedicato!!
Appena l’ispirazione busserà alla mia porta
ricambierò con estremo piacere!!! Un bacione immenso a presto
Vale728 ed ecco il nuoco cap
con Sesshomaru ti è piaciuto??spero di si io come al solito sono
sempre molto indecisa sul risultato del mio lavoro.. volevo che anche
lui avesse la possibilità di sfogarsi ma non volevo farlo
passare dalla parte del torto lui è un personaggio che non si
lascia dominare dall’ira.. spero di aver dato un briciolo di
onore alla sua natura superiore.. un bacione immenso e grazia ancora
lua82, ciau!!!!!! Come sempre
le tue recensioni mi fanno spuntare il sorriso e ti ringrazio
infinitamente per i complimenti!!!! Come hai potuto notare Kohaku era
già nei paraggi e sapeva già di Sesshomaru in un certo
senso è stato proprio il nostro youkai a smuovere tutto!! Sia
con Rin che con Kohaku. Spero con tutto iol cuore che questo incontro
di sia piaciuto e mi auguro che quei due pugni siano stati ben
inseriti… non so perché ma alla fine ho sentito il
bisogno che lui lo picchiasse pur non mosso dal desiderio di vendetta
ovvero non volevo che interferisse col volere di Rin che lo aveva
perdonato… sarebbe stato scorretto cooomunque un bacione
immensoooo a grazie
sesshy94 Kohaku è vivo e
vegeto anche se non del tutto in forma :P come hai detto anche tu non
si meritava una vendetta troppo crudele ma qual cosina ci voleva, lui
stesso la desiderava per espiare le sue colpe (ovvero ho deciso io
cosi, piccola libertà da autrice :P ) spesso quando ricerchiamo
disperatamente il perdono di qualcuno è perché ci
sentiamo realmente i colpa, un’oppressione che ci dilania e anche
se riceviamo quel tanto bramato perdono non è detto che noi
siamo in grado di farcelo bastare, questo è il caso di
Kohaku… spero di aver espresso bene il mio pensiero… ma
quello che volevo sottolineare è che alla fine non è
stata una vendetta nei suoi confronti più che altro
un’espiazione, infatti sono stati solo due pugni, un gesto
più che altro simbolico. Un bacione immenso e a presto
achaori si io la penso
esattamente come te, anche per me vale la regola che si può
perdonare ma non dimenticare.. e in tutta sincerità forse quel
perdono non è sempre realmente sincero, il ricordo
resterà sempre la sofferenza ha ormai lasciato la sua cicatrice
nel cuore perciò è im possibile negare il perdono a chi
è realmente pentito ma è umanamente impossibile
dimenticare i torti subiti! Già per le sciocchezze spesso
è difficile soprassedere figuriamoci per le cose serie :P . cara
un grazie immenso e un bacio spero che anche questo capitolo ti sia
piaciuto a presto : )
monyprincesslovett, chiedo
perdono per non aver aggiornato prima ma ho solo la mattina libera e
non sempre quindi mi è difficile aggiornare in tempi brevi, ad
ogni modod ecco il fatidico incontro e la vera conclusione del passato
di Rin. Mi auguro che l’aggiornamento seppur in ritardo, ti sia
piaciuto e ovviamente spero di poter leggere le tue impressioni sul mio
lavoro. L’incontro tra Kohaku e Sesshomaru era deciso da tempo
anche se non sapevo cosa avrebbero fatto, se si fossero picchiati, se
avessero litigato o parlato nulla. Alla fine ci ho messo un po’
di tutto :P un bacione immenso e grazie per il commento a presto
PS grazie per avermi aggiunta tra gli autori preferiti e aver
commentato “passione in una notte di blackout” XD
piccola tammy purtroppo le
vendette cruente non sono le mie preferite… l’arma che
preferisco e meglio so usare è la parola, certo anche le mani a
volte servono :P Ma ho preferito in questo caso non infierire su
Kohaku, come hai potuto notare tu stessa anche in questo capitolo se
l’è cavata relativamente bene.. le ferite dell’anima
fanno più male di quelle fisiche.. forse la vendetta più
dolorosa è stata proprio questa per lui, sapere di averla persa,
di non averla mai avuta,e di non avere più
possibilità…bè.. anche se non c’è
stata una carneficina mi auguro che il cap ti sia piaciuto ugualmente
:P un bacione immensoooo a presto
callistas grazie per aver
commentatoe tranquilla piccoli o grandi i commenti sono sempre graditi
in particolare i tuoi : ) sono felice che il cap ti sia piaciuto e
spero che questo non sia da meno. Per quanto riguarda l’incontro
tra Rin e Sesshomaru dovrai aspettare il prossimo capitolo ma
già lo spoiler può frenare un po’ della tua
curiosità. Come ho scritto sopra non so se il prossimo cap
sarà l’ultimo o il penultimo ma ormai il lieto fine
è alle porte : ) un bacione gigantesco!!!!! A presto
soniacristina1989 ciao grazie
per aver commentato la mia storia, mi fa piacere che ti sia piaciuta,
leggere 21 capitoli in una volta non deve essere una passeggiata e sono
felice che la ff ti abbia coinvolta a tal punto da partecipare a questa
impresa :P spero che anche questo capitolo sia stato di tuo gradimento
J un bacio a preso
Ovviamente ringrazio con tutto il cuore coloro che mi seguono e che hanno inserito la ff tra le preferite e/o seguite.
Un abbraccio
Mikamey
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Capitolo 23 *** L’inizio della mia nuova vita ***
23 L'inizio della mia nuova vita
23 L’inizio della mia nuova vita
Prima di
lasciarvi alla lettura del capitolo voglio scusarmi con tutti voi per
il ritardo con cui ho aggiornato questa ff!!!! è l’ultimo
capitolo ma diciamocelo ve l’ho fatto agognare! Quindi chiunque
sia in possesso di asce coltelli pistole o qualsiasi altro tipo di arma
propria o impropria che sia è libero di usarla! Questa capitolo
è stato un vero parto l’ho riscritto decine di volte ma mi
soddisfaceva mai in più ho fatto un piccolo lavoro estivo che mi
ha rubato tempo prezioso.. chi di voi ha il mio contatto ha potuto
notare che sono scomparsa che su msn.. ( in compenso mi ha fatto
iniziare una numerosa serie di storie purtroppo lasciate a metà
ma che spero trovino presto un finale). Ma quando ho scovato la
conclusione meno orripilante il visore del mio PC è morto il che
è una vera e propria ironia della sorte in quanto la stessa cosa
mi era accaduta circa un anno fa proprio alla fine di un’altra
long fic! che sia una maledizione? Boh non ne ho idea, ad ogni modo ora
vi lascio ai capitoli, due perchè ho ritenuto opportuno
dividerli a causa ella lunghezza... buona lettura!!!
Sono in
macchina da circa due ore, seguendo una piccola cartina abbozzata a
penna, con le istruzioni da parte di Kagome per arrivare alle terre di
Sesshomaru. Mi ritrovo in aperta campagna, un paesaggio agreste
talmente bello da togliere il fiato. Se ho interpretato bene le
istruzioni di Kagome, questi luoghi fanno già parte delle
proprietà dei No Taisho.
Proseguo ancora
per la strada, lentamente, per godermi il senso di quiete che
offre quel luogo e soprattutto per scorgere la famosa
“stradina” nascosta che mi condurrà a casa di
Kagome. Ancora qualche metro, e finalmente scorgo un viottolo
incorniciato ai lati da una folta vegetazione erbosa. Lo percorro,
sempre più lentamente, rapita dalla bellezza che mi circonda e stregata
dalla melodia che solo la natura sa intonare, fino ad arrivare alla
famosa residenza No Taisho. Ad attendermi ci sono solo Kagome e Sumire.
Solo lei sapeva del mio arrivo e, come promesso, deve aver mantenuto
segreta la mia venuta anche al marito, di sicuro al momento impegnato
chissà in quale artificioso compito insieme al figlio per
compiacere la moglie.
Saluto Kagome
con un abbraccio caloroso, entrambe abbiamo gli occhi lucidi mentre la
piccola Sumire sembra contenta di poter giocare ancora con i miei
capelli.
-Hai-hai avuto difficoltà a trovare la casa?
La sua voce
esce tremula spezzata da un pianto mal trattenuto. Dopo aver visto
Sesshomaru andar vie ieri, ho telefonato a Kagome, le ho raccontato
tutto. Tutta la mia storia, tutto ciò che Sesshomaru ha fatto
per me e infine le ho confessato il mio desiderio di rivederlo. Lei mi
ha assicurato che lui sarebbe venuto da me, e anche io ne sono certa
tuttavia, volevo vederlo il più presto possibile e volevo venire
qui, da lui, per fargli capire che ormai sono io a pilotare la mi vita.
-No, tranquilla anche con il mio pessimo orientamento sono riuscita ad arrivare sana e salva.
Già, io
che da mesi e mesi non toccato una macchina ne uscivo di casa, sono
riuscita a guidare fino a quest’eden, sconosciuto perfino alla
maggior parte delle persone che abitano in zona. Kagome mi aveva
avvertito che trovare la casa sarebbe potuto risultare difficoltoso in
quanto Inumaru, su suggerimento della moglie, aveva disseminato i
terreni con strade, viottoli e traverse più o meno nascoste per
accedere più facilmente alle varie terre e,soprattutto, per
celare il vero luogo in cui era stata eretta la casa. A quanto pare
Sesshomaru ha perpetuato la tradizione di famiglia continuando ad
aumentare l’alone di mistero sulla presenza o meno della dimora
ove risiedeva il grande Inumaru, disconosciuto dalla famiglia e privato
del titolo, per amore di una yasha di casta inferiore.
A detta di
Kagome, ormai nei paesi vicini questi luoghi sono diventati, con
l’andare del tempo, il palcoscenico di leggende e storie,
ed in effetti, anche a me sembra un po’ tutto una favola…
Il principe che si innamora della contadina e rinuncia a tutto per lei,
per vivere per sempre felici e contenti nella piccola casetta nel
bosco… Peccato che la vita abbia riservato ai due
protagonisti un finale diverso da questo.
Un velo di
malinconia si impossessa di me insieme alla volontà di
incontrare Sesshomaru che diventa sempre più incontenibile,
tuttavia, ora inizio a non essere più tanto sicura di ciò
che sto facendo. Se avesse voluto vedermi, forse, ieri sarebbe venuto
da me…avrebbe potuto farmi un piccolo cenno mentre andava
via…
-Forza Rin non
sei venuta qui per me, vai da lui, non è questo il momento di
avere dubbi. Ti ama ne sono sicura, anche se forse dovrai aspettare
un’eternità perché te lo dica! Avanti Rin va da lui.
Come se avesse
letto i miei pensieri, Kagome li interrompe con la sua voce dolce e
suadente e un sorriso, che mi ricorda tanto quelli che la nonna mi
regalava da bambina per far sparire le mie paure.
Un calore
indescrivibilmente piacevole si spande dentro me partendo dal cuore,
mentre gli occhi diventano lucidi. Ha ragione, non posso tirarmi
indietro proprio adesso, forse il destino ha già tracciato la
strada che devo percorrere, ma farò di tutto affinchè
quella via mi porti verso ciò che desidero.
Cammino, come
attirata da chissà quale forza magnetica, attraversando quel
piccolo bosco che divide equamente i possedimenti dei due fratelli,
Kagome mi ha spiegato la direzione
da seguire, le istruzioni fino ad arrivare alla “casa” di
Sesshomaru. Una via semplice da percorrere, una linea retta che
leggermente obliqua unisce le due dimore con un percorso diretto
e veloce. Pochi minuti, dieci al massimo, e seguendo quel cammino avrei
trovato lo youkai. Eppure, arrivata ai piedi del bosco, invece di tirar
dritto, seguendo quel piccolo sentiero dettato dal passo ripetuto di
coloro che lo hanno fatto nascere, devio il mio cammino iniziando a esplorare la flora che mi circonda.
La mia
andatura è calma, piccoli passi, compiuti lentamente col volto
alto per ammirare e osservare ciò che mi circonda. I giochi di
luce creati dal sole con le alte fronde che impreziosiscono il terreno
di una fantasia maculata e lucente, alberi alti e rigogliosi dai
tronchi talvolta esili altre robusti e vigorosi. Mi soffermo ogni tanto
su qualche strana erba e fiori spontanei, che decorano quel manto
erboso smeraldino e sottile che obbediente si piega di buon grado al
volere di quella leggera brezza che ne decide i movimenti. Proseguo
sicura il mio cammino per quell’immaginario sentiero che mi
dovrebbe risultare sconosciuto,
eppure, dentro di me sento che è quella la via da seguire. Non
avverto il timore dell’essere sperduti ma la consapevolezza di
una meta che tuttavia, non riesco ancora ad identificare.
Mi ritrovo in
quella che si potrebbe definire una radura. È interamente
illuminata dal sole, che come un padrone accorto ne delimita i confini
e ne esalta le bellezze. Senza esitazione mi lascio invadere anche io
da quella pioggia di luce calda, sedendomi su quel soffice manto
rigoglioso che sembra abbracciarmi e scaldarmi anch’esso. Avvolta
da quel senso di pace e tranquillità che invade quegli stessi
luoghi. Decido di abbandonarmi totalmente ai miei istinti,
sdraiandomi completamente su quel naturale letto per far si che tutto
il mio intero essere possa godere di quel meraviglioso tepore, che la
natura nella sua perfezione e magnanimità ha deciso di offrire
ai suoi figli.
Sento
l’erba piegarsi sotto il mio peso e qualche ciuffo, più
impertinente, pizzicare la mia pelle e affondare tra i miei capelli,
tuttavia, quella stana sensazione mi è piacevole.
Avverto la
presenza di Sesshomaru e il suo odore farsi sempre più vicino ma
mi limito ad attenderlo serena su questa radura. So che ha avvertito
anche lui il mio odore, e so che non è molto distante da qui.
Facendo un po’ più di attenzione si riesce a percepire
anche un leggero profumo di acqua dolce, non so se siano i miei sensi
ad essersi acuiti o se sia lo youkai a trasportare quel profumo,
eppure, sono certa che vicino a lui ci sia dall’acqua.
Istintivamente
immagino un piccolo lago, incorniciato da una fitta e bassa vegetazione
a cespuglio, il gracidio di qualche ranocchio e delle anemoni
galleggiare leggiadre sullo specchio perfetto dell’acqua. Qualche
libellula attraversarlo e perfino qualche altro piccolo insetto
volteggiare fastidioso si di esso, piccolo neo perfetto per quel paesaggio agreste altrimenti immaginario, fatato.
Il profumo di
Sesshomaru si fa sempre più forte e nella mia mente balena
l’idea di andargli incontro, di dimezzare le distanze tra noi per
diminuire il tempo che ci divide. Eppure, pigra, continuo a godermi
quel bagno di sole, quella brezza gentile,quel profumo bosco cosi
simile a lui, ma screziato di dolce e suadente, dalle note delicate dei fiori.
La mia mente
è attraversata anche dal pensiero della fauna di questo luogo,
cosi tranquillo ma in realtà brulicante di piccola vita. Avverto
distintamente il volare di piccoli insetti. Qualche ape, qualche mosca,
e ovviamente anche se impercettibili ci saranno moscerini e farfalle .
Tuttavia quella vita aerea si rispecchia inevitabilmente anche in
quella terrena, si sente il frinire dei grilli e il cicaleccio delle
cicale.
Istintivamente
immagino anche la presenza di formiche e ragni e a quel pensiero un
moto di inquietudine si impossessa di me, avverto l’irrefrenabile
bisogno di alzarmi e controllare che non uno di quegli insetti si sia
posato sul mio corpo o immerso nei miei capelli; ma una fresca
mano si posa sulla mia, e un corpo prende posto accanto a me, piegando
con la sua presenza non solo l’erba, ma anche la mia sensazione
di disagio.
-Si sta
benissimo qui, il sole sembra più caldo, l’aria più
pulita, l’atmosfera più tranquilla e accogliente. Hai
scelto davvero un bel posto per vivere, Sesshomaru-
Avverto la mia
voce estremamente aggraziata e delicata, come fosse stata mutata e
addolcita dal luogo stesso in cui ci troviamo, per non alterare la
sensazione di pace che aleggia su di esso.
Lui non
risponde alle mie parole, ma rinsalda la presa sulla mia mano, gesto a
cui rispondo prontamente, per poi continuare a godere di
quell’accogliente giaciglio in silenzio con lui.
Un attimo,un
minuto, un’ora, non so quantificare il tempo che abbiamo
trascorso sul quel prato, poi, silenziosi e senza una vera ragione,
cosi come siamo giunti in quel luogo lo abbandoniamo.
Il seguito e i ringraziamenti nel prox capitolo :)
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Capitolo 24 *** Il mio lieto fine ***
Ed ecco il secondo capitolo già postato, questa volta un aggiornamento nel giro di 5 minuti un record
24 Il mio lieto fine
Attraversiamo
nuovamente quel bosco e le sue meraviglie, e tutto ciò che mi
viene in mente è che non mi sarei mai e poi mai stancata di
osservare quella perfezione. Istintivamente paragono quel luogo alla
città dove lavoravo, cosi caotica e piena di gente. allora amavo
quel luogo proprio perché pieno di vita, di gente nuova. Le
strade erano sempre illuminate, i negozi sempre aperti le strade
perennemente affollate… e a me piaceva tutta quella confusione,
perché non mi facevano pensare alla solitudine, alla lontananza
da Kaede.
Ero piena di amici, c’era Kohaku.. eppure la sera ero sempre invasa dalla smania
di uscire e unirmi anche io a quel fiume di gente perché ,quando
mi ritrovavo sola nella mia stanza, i demoni della lontananza mi
tormentavano senza sosta, ma allora non li sapevo ancora riconoscere.
Trovo ozioso
invece, comparare questo luogo alla casa dove sono cresciuta, entrambe
ritirate dalla vita frenetica di paesi e citta, entrambe sipario dei
momenti più importanti della vita di due amanti, entrambe dimora
delle persone che amo.
Mentre
camminiamo, non mi occorre prestare troppa attenzione per capire che
abbiamo intrapreso il sentiero di cui mi parlava Kagome. Si tratta di
un viottolo piccolo, ben curato ma in linea con il paesaggio
circostante, un comune percorso di campagna che tuttavia, per quanto
incerto ispira fiducia.
Tutto in questo
luogo ispira alla quiete e benché sia isolato, non un briciolo
di solitudine regna in queste terre. Non so dire se ciò sia
dovuto alla presenza di Sesshomaru o alla perfezione della natura ma
qui mi sento davvero bene.
Pochi minuti e
ci ritroviamo in un’altra radura, è illuminata dal sole
ormai morente che volge i suoi ultimi raggi ad una costruzione, una
casa semplice, un po’ rustica. Tutto in torno ad essa si possono
ancora notare delle travi, svariati attrezzi e cumuli di sabbia; ma non
riescono ad intaccare la sua bellezza.
Mi soffermo ad
ammirarla in silenzio, mentre immagino un dondolo sulla veranda, delle
aiuole che circondano l’edificio e un’ altalena in legno
sull’albero vicino. Immagino anche una bambina su di essa che
dondola ridendo, mentre un bambino poco più grande di lei la
spinge facendo attenzione a non farla cadere mentre io.. io sono seduta
sul dondolo insieme a Sesshomaru a guardare la mia famiglia divertirsi
Immagino le
feste di Natale con Inuyasha, Kagome e i bambini in festa, immagino il
mio ventre rigonfio di vita e la mano di Sesshomaru posarsi su di esso distrattamente solo per sentire quella piccola vita muoversi.
Una folata di vento, e insieme al leggero terriccio, vengono spazzate via anche le mie fantasie,
senza ferirmi, senza provocare dolore, semplicemente mi riporta alla
realtà ad una realtà che potrà trasformarsi nel
mio sogno.
- E’ davvero bellissima Sesshomaru.
-Già,
Inuyasha ha diretto bene i lavori, ormai è completa, bisogna
solo arredare gli interni è sarà abitabile.
Breve, conciso.
Mai una parola in più del dovuto, mai una sillaba che mi inviti
a continuare il discorso eppure so che i suoi silenzi, i suoi sguardi,
i suoi gesti, sono più eloquenti di qualsiasi sproloquio.
Stringe
maggiormente la mia mano nella sua e ci incamminiamo verso quella
struttura, è lui che mi accompagna, è lui che fa
affiorare nella mia mente tutto ciò che quella casa può
diventare e, prepotenti, mi ritornano alla mente le immagini di poco
prima. I fiori che incorniciano le aiuole, l’erba verde appena
tagliata che fa da sfondo ad una… fontana, circolare dimora di
pesci rossi e anemoni.
Scuoto il capo
per scacciare via quelle immagini qui non ci sono né aiuole
né fontane al momento solo terra battuta e una meravigliosa
accogliente casa. Siamo proprio di fronte al grande portone in
legno scuro dalle venature ramate, di sicuro in pieno giorno, quelle
striature illuminate dal sole prenderebbero vita trasformando
quell’uscio in una meravigliosa opera d’arte generata da
una natura fin troppo benigna, ma non potrebbe essere altrimenti in
questa oasi segreta.
La mano di
Sesshomaru, decisa e sicura come sempre, apre quel portone lasciando
libero accesso al mistero celato da quelle mura. L’interno
è quasi asettico, impersonale, sterile; eppure, invitante quasi volesse invogliare i suoi visitatori a darli uno stile, a renderlo vivo.
Abbandono la
mano di Sesshomaru e avanzo di qualche passo nell’entrata por poi
fare una giravolta su me stessa e abbandonarmi nuovamente ai sogni. Le
pareti non sono più bianche ma di una tonalità calda, un
beige delicato capace di illuminare la stanza rubando la luce al sole,
le pareti non sono più spoglie ma abbellite da quadri e specchi,
nell’angolo a destra della porta non è vuoto ma
“riempito” da un attaccapanni in rovere, quello della nonna…
mentre dall’altro lato c’è una splendida pianta, e
di lato ad essa un mobile antico, una cassettiera anch’essa
ripresa dall’arredo di Kaede ricoperta
dallo stesso centro ad intaglio di sempre, e con sopra un vaso pieno
dei fiori del mio giardino e ai lati di esso due cornici ritraenti le
mie nuove famiglie. Il centro
della sala è ricoperto da un meraviglioso tappeto persiano,
ovviamente in linea con tutto il resto dell’arredamento e quindi
basato suoi toni caldi della porpora e dell’oro…
Di nuovo la
mano di Sesshomaru stringe la mia riportandomi alla realtà, a
quella casa vuota, quella casa che è ancora puro potenziale di vita, mentre la sua voce calma e pacata la inonda con la sua presenza.
-A cosa pensi?
-Penso a quanto sei fortunato a poterci vivere, a poterla trasformarla come più ti piace per renderla parte di te.
Anche il mio tono è calmo e controllato, mentre esprimo quel semplice concetto perdendomi nei suoi occhi
-
Perché? Tu non hai intenzione di lavorare? Eppure credevo che
una casa vuota fosse ricca di potenzialità per
un’arredatrice, hai dato stile a decide di case che appartenevano
ad estranei e non vuoi arredare la tua?
Finisce il suo
discorso distogliendo il suo sguardo da mio per lasciarlo vagare tutto
intorno a noi mentre io sgrano i miei occhi sorpresa. Ho sentito bene?
-M.mia?
-Nostra, se lo desideri. Questa casa sarà la nostra, questa vita, questi luoghi, questo futuro.. sarà tuo e mio. Devi solo scegliere della tua vita, nient’altro.
Fine?
“Devi solo scegliere della tua vita, nient’altro.”
Fino a qualche
tempo prima quelle parole mi avrebbero spaventata, avrei di sicuro
pensato qualcosa del tipo “ certo la fai facile tu! Ma tra il
dire e il fare….” Ma quel giorno, in quel momento non ebbi
alcun dubbio su quello che volevo.
Volevo vivere
con Sesshomaru, volevo rendere quella casa nostra, volevo che fosse
perfetta per noi e per la nostra famiglia e così è stato,
infondo ero e sono un’arredatrice fantastica.
Ho ripreso a
lavorare, seppur saltuariamente, accetto solo i lavori che mi
affascinano. La rimessa a nuovo di vecchi ruderi di campagna, antiche
dimore nobiliari.. ed ora, mi dedicherò alla mia vecchia casa;
io e Sesshomaru abbiamo deciso di affittarla. Ammetto che non avrei mai
pensato di dare a qualcun altro i “miei ricordi” eppure era
tempo di andare avanti, Sesshomaru aveva lasciato la casa di sua madre
a suo fratello io avrei lasciato quella della nonna, entrambi avevamo un nostro futuro
da vivere e poi, il passato vive nei nostri ricordi e delle semplici
pareti di ricordi e momenti più o meno felici ne possono
racchiudere a migliaia, perché chiunque può lasciarli.
-L’appuntamento con aspiranti affittuari è per domani, sicura di volerlo fare?
-Si,
sicurissima, quella casa è troppo importante per privarla della
vita che le spetta, e visto che la mia è qui, è giusto
che sia qualcun altro a dargliela.
-Ma tu hai sempre detto che volevi farne una casa unica, cosi invece resterà ancora divisa.
Mi accoccolo
maggiormente tra le sue braccia mentre lui, distrattamente, poggia la
sua mano sul mio ventre e io inizio a far oscillare il dondolo e
sospiro mentre osservo i nostri figli giocare.. Hatsuharu e Mitsuki, il
piccolo “Haru” ha appena due anni in più della
sorella ma è già molto protettivo nei suoi confronti; lei
invece è una bimba spensierata, forse anche un po’ troppo viziata.
Sesshomaru dice che è perché ha ereditato il mio sorriso e le mie doti persuasive.
Secondo lui, il suo aspetto da bambolina delicata riesce a ingannare
tutti, ma d'altronde non mi sembra che lui disdegni tali
caratteristiche ne nella figlia ne in me. Ad ogni modo devo ammettere
che tra lei e Sumire non si riesce a decidere chi sia più
tenera, quando cresceranno saranno entrambe una forza della natura;
infondo, condividono il medesimo fascino dei Taisho e la stessa
amabilità e sensualità mia e di Kagome. Inuyasha ama
definirlo “l’inganno del cucciolo impaurito”, come il
fratello, sostiene che dietro il nostro sguardo innocente si cela una
fiera pericolosa e carica di decisione tuttavia va fiero della sua
“bambina” che benché inizi già a mostrare un
certo fascino resta perennemente attaccata e “innamorata”
del suo paparino.
Per quanto
riguarda Taka.. bè lui è un’adolescente davvero
attraente che non ha abbandonato la spigliatezza tipica
dell’età infantile ma che ha acquistato la maturità
tipica di colui che ama e che vuole proteggere ciò a cui tiene,
è fidanzato ormai da tre mesi con Shizuka la figlia di alcuni
amici e la loro unione promette davvero bene.. ha preso il meglio sia
dal padre che dalla madre
-Sono sicura
che presto la casa diventerà unica, i due affittuari mi sembrano
perfetti! Hai visto che sguardi carichi di sfida avevano prima di
capire che gli appartamenti erano due non uno? Si potevano vedere
le scintille ogni qual volta si incontravano i loro occhi.
-Scintille d’odio..
- Vedrai finiranno insieme
-Come vuoi, la scelta è tua.
-Sono sicura che tra meno di un anno quei due si sposeranno e gli appartamenti verranno riuniti, si ne sono certa.
Proprio come
sette anni fa osservo il sole morire all’orizzonte, e colorare
d’oro e d’ambra la casa e ciò che la circonda e la
mia mente, vaga nel futuro esattamente come quando vidi per la prima
volta la questa mia dimora. Immagino i miei figli adulti. Haru forte e
innamorato, Mitsuki sempre bellissima e piena di spasimanti e
Akiko… altrettanto affascinante ma timida, magari segretamente
legata ad un amico troppo vicino per poterlo definite tale; ma cosa
più importante io mi immagino ancora qui, su questo dondolo tra
le braccia del mio youkai, l’unico che mi ha permesso di avere tutto questo semplicemente insegnandomi a volerlo.
Eccomiiiiiiiiiiiii
rinnovo umilmente le mie più sentite scuse!!! E spero che questa
conclusione non abbia deluso nessuno! Credetemi ho riscritto questo
capitolo non so nemmeno io quante volte e tutt’ora non ne sono
del tutto soddisfatta ma nella sua imperfezione c’è stato
un qualcosa che questa volta mi ha convinta a postare e non mi
riferisco al ritardo catastrofico che ho fatto ma.. a
qualcos’atro che purtroppo non so definire.
Che dire,
questa ff mi mancherà terribilmente con lei ho superato tutti i
miei limiti.. il numero di capitoli, di recensioni, di persone che
l’hanno aggiunta alle storie seguite e preferite e di quelle che
ho avuto l’onore di conoscere tramite msn.
Non so come
esprimere tutta la riconoscenza che provo nei vostri confronti, siete
stati la mia forza e spero con tutto il cuore di aver lasciato qualcosa
di buono anche in voi anche un semplice sorriso o ricordo, quindi
grazie, grazie dal più profondo del cuore a tutti voi!!!!
Prima di
esprimere la mia gratitudine a chi ha commentato il precedente capitolo
volgio fare qualche piccola nota… allora in questo capitolo
abbiamo scoperto il lavoro di Rin ovvero fare l’arredatrice,
inizialmente non avevo idea del tipo di lavoro che svolgesse ma poi
è stato istintivo assegnarle questo, forse per i legami con la
casa intesa sia come famiglia che come struttura.
Spero che il
personaggio di Sesshomaru non sia risultato troppo OOC e che quello di
Rin abbia reso adeguatamente i suoi cambiamenti.. ovviamente spetta a
voi l’ardua sentenza :P
Passiamo ora ai nomi dei bambini di Rin e Sesshomaru
alluuura
Hatsuharu è stato scelto perché il personaggi di un
altro manga che forse qualcuno di voi conosce.. fruit basket io
l’ho amato!!! “Haru” Souma era uno dei miei
personaggi preferiti l’ho ritenuto, sia fisicamente che
caratterialmente, idoneo ad impersonare il figlio del nostro youkai,
per chi non lo conoscesse vi do qualche piccola informazione..
“Ha i capelli bianchi e neri, e una doppia personalità.
Quando è White-Haru il suo carattere è normale, ma quando
si arrabbia diventa Black-Haru, una persona estremamente violenta e
aggressiva che non tollera niente. Nonostante i suoi difetti è
molto generoso e si impegna costantemente per proteggere le persone a
cui vuol bene” (questa descrizione è stata presa da
wikipedia) vi lascio anche il link dove potrete vedere una sua foto..
mi spiace ma non so aggiungere immagini.. ad ogni modo si tratta di un
disegno dell’anime e non del manga ma mi è sembrata
abbastanza carina :P http://www.freewebs.com/saikio/Haru.jpg ovviamente
lo dovrete immaginare con gli occhi del padre :P per quanto riguarda il
significato del suo nome posso solo dirvi che “haru”
significa primavera..
Passiamo alla
secondogenita Mitsuki il suo nome dovrebbe significare
“bellissima luna” in quanti “mi”
significa bellissimo e “tsuki” luna e nella mia mente
è stato scelto questo nome perché la bambina, come il
padre ha la mezzaluna sulla fronte e i capelli candidi, il carattere
però è quello di Rin dolce e solare ma anche un po’
malizioso. Purtroppo nn saprei proprio a chi ispirarmi per questo
personaggi e non ho immagini da offrirvi…
Adesso parliamo
di Akiko.. su di un sito avevo letto che significava “figlia
della luna” se scritto con il kanji adatto.. io so che il
suffisso “ko” significa figlio/a di piccolo di… poi
boh ad ogni modo mi piaceva cosi l’ho usato. Per quanto riguarda
l’aspetto fisico.. be lei assomiglia alla madre ma ha il
carattere di Sesshomaru! Anche di lei posso fornirvi una immagine..
è tratta anche questa dal manga Fruit basket.. si tratta di
Rin-Suzu Souma la “fidanzata di Haru” è una persona
molto profonda e riflessiva capace di un amore sincero e sconfinato che
la porterà incontro ad innumerevoli sacrifici per il bene di
Haru.. ad ogni modo ecco a voi un link dove potrete
vederla… anche lei ovviamente ha gli occhi del padre cosi
come la mezzaluna. Da cui è stato scelto il nome..
http://media.photobucket.com/image/fruit%20basket%20%20Rin/Sango1115/Anime/Rin.jpg
ok ho parlato
davvero troppo ma ci sono ancora due cosine da dire prima dei
ringraziamenti.. i futuri inquilini… be sono Koga e Ayame
e Shizuka è la figlia di Sango e Miroku :P
ed ora ultimissimissima nota.. la storia sarà segnata come
conclusa ma ho intenzione di aggiungerci qualche spin-off
ispirazione permettendo...
ora.. finalmente…passiamo ai ringraziamenti
soniacristina1989 ciao!
Mi scuso infinitamente per il ritardo ma purtroppo un lavoro estivo e
il PC in panne mi hanno rallentato parecchio spero che questo finale ti
sia stato gradito e mi auguro di poter leggere i tuoi parere su di
esso. Grazie per aver commentato!!! Un bacione e norme e grazie
achaori
ed eccoci alla fine.. piaciuta??? Spero con tutto il cuore di si!!! Ero
e sono in crisi per questo capitolo e le circostanze avverse nn
hanno aiutato alla sua stesura e pubblicazione.. ad ogni modo eccolo
qui! Spero ti sia piaciuto e di poter leggere le tue impressioni
si di esso un bacione enorme e grazie di aver seguito questa ff
Vale728
cara questo finale si è fatto davvero attendere e me ne
dispiaccio infinitamente!!!!! Spero comunque sia stato piacevole e non
troppo scontato.. insomma mi auguro sia un finale discreto…. Un
bacioneeeeeeeee grazie infinite per aver seguito questa ff!!
lua82 ed
eccoci alla fine.. come avrei fatto senza di te?? Senza i tuoi
commenti?come spesso ti ho detto la mia cura sei stata tu con le tue
parole e mi mancheranno da morire i tuoi commenti!! Spero con tutto il
cuore che questo finale ti sia piaciuto e che non sia stato un completo
disastro! Sono onorata di godere della tua stime e spero di non
tradirla mai!!!!! Grazie ancora per tutto kiss
Isy_264 non
so se sei in vacanza o meno ma… diciamo che ne è passato
di tempo dall’ultimo aggiornamento :P mi auguro che anche qui
Sesshomaru non sia stato troppo OOC e che il finale ti sia piaciuto. In
questo capitolo si può vedere la “vera”
personalità di Rin , libera, artistica, spontanea,
sognatrice… spero ti sia piaciuta un bacioneeeeee
LilyProngs ciaooooooooooo
come sempre sei troppo buona con me!!! Ma sono super felice e onorata
dei tuoi com0plimenti, delle tue parole! Ti comunico che ho iniziato a
scrivere il tuo regalo e spero che l’ispirazione mi consenta di
finirlo presto :P che dire… spero di non averti delusa con
questo finale e di non tradire mai la tua fiducia! Anche io ti
seguirò in ogni tuo lavoro!!! Un bacioneeee a presto : )
sesshy94
ciau!! Grazie dei complimenti e scusa per il ritardo giuro non
era assolutamente previsto!! Ma i due cap ci sono stati :P che dire..
spero che anche il finale della ff ti sia piaciuto e spero di potere
leggere il tuo giudizio su di esso un bacione immensooooo
callistas
chiedo venia e perdono ( anche se nn lo merito) ma ecco qui il finale
tanto atteso spero con tutto il cuore che questa ff ti sia piaciuta!!!
A te più che a chiunque altro visto che è stata dedicata
a te, ho cercato di impegnarmi al massimo e mi auguro di nn aver
fallito miseramente nel mio intento :P cara grazie per avermi seguita e
èer tutti i complimenti che mi hai fatto spero di meritarli
sempre baciiiiiiiiiii
ed ora grazie a coloro che hanno aggiunto la storia alle preferite
1 - achaori [Contatta]
2 - callistas [Contatta]
3 - Chocola 92 [Contatta]
4 - cometa91 [Contatta]
5 - Dance of death [Contatta]
6 - dolcekagome [Contatta]
7 - erid [Contatta]
8 - EWILAN [Contatta]
9 - Gaia [Contatta]
10 - Hikary1980 [Contatta]
11 - Isy_264 [Contatta]
12 - Jessica_Hale [Contatta]
13 - kagura23 [Contatta]
14 - Karly_chan the black cat [Contatta]
15 - Koraline [Contatta]
16 - leloale [Contatta]
17 - lilika [Contatta]
18 - LilyProngs [Contatta]
19 - lola2 [Contatta]
20 - lua82 [Contatta]
21 - MCat [Contatta]
22 - monik [Contatta]
23 - monyprincesslovett [Contatta]
24 - nickyxx91 [Contatta]
25 - oscar08 [Contatta]
26 - piccola tammy [Contatta]
27 - piccolakate [Contatta]
28 - Pikkola Rin [Contatta]
29 - rizza_theoriginal [Contatta]
30 - Saphiras [Contatta]
31 - sara_sessho [Contatta]
32 - sesshy94 [Contatta]
33 - stella93mer [Contatta]
34 - Vale11 [Contatta]
35 - Vale728 [Contatta]
36 - _Draco_ [Contatta]
E ovviamente anche a chi l’ha messa tra le seguite
1 - Ayashi683 [Contatta]
2 - babydgv [Contatta]
3 - chachy [Contatta]
4 - Dance of death [Contatta]
5 - Hikary1980 [Contatta]
6 - Indelible [Contatta]
7 - ino _ chan [Contatta]
8 - Isy_264 [Contatta]
9 - Jessica_Hale [Contatta]
10 - KaDe [Contatta]
11 - lain87 [Contatta]
12 - lilithkyubi [Contatta]
13 - Lis94 [Contatta]
14 - luciini [Contatta]
15 - meris [Contatta]
16 - monyprincesslovett [Contatta]
17 - piccola tammy [Contatta]
18 - Ping94 [Contatta]
19 - princess jiu 327 [Contatta]
20 - report [Contatta]
21 - roseinblack [Contatta]
22 - rosencrantz [Contatta]
23 - salf [Contatta]
24 - sesshy94 [Contatta]
25 - soniacristina1989 [Contatta]
26 - stella93mer [Contatta]
27 - Tikal [Contatta]
28 - Vale11 [Contatta]
29 - Vale728 [Contatta]
30 - Vale_Tvb [Contatta]
31 - _NeMeSiS_ [Contatta]
Ed anche
a chi ha solo letto siete stati magnifici compagni in questa piccola
avventura!! Un pensiero è rivolto anche a coloro che leggeranno
questa storia in futuro con l’invito a lasciare un segno del loro
passaggio se lo ritengono opportuno! Oddei non so più che dire
se non che ho parlato fin troppo :P
Un grazie a tutti voi ed un arrivederci!!
Un abbraccio
Mikamey
|
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