Six Days

di Sherry
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** First Day ***
Capitolo 2: *** Contatti ***
Capitolo 3: *** Influenze ***
Capitolo 4: *** Alcolic Games ***
Capitolo 5: *** And so... ***
Capitolo 6: *** Ritorno ***



Capitolo 1
*** First Day ***


Ciao a tutti

Ciao a tutti!

Eccomi tornata con una nuova fic, naturalmente Zonami!

Come avrete intuito dal titolo, ogni capitolo sarà caratterizzato da una giornata diversa, fino al raggiungimento del sesto giorno.

Ho messo come rating per ora l’arancione, ma dubito che riuscirò a rispettarlo… Aspettatevi un cambio al rosso molto presto! :)

Spero vi piaccia!

Buona lettura

 

1° Giorno

Bloccati qui

 

La legna crepitò, lanciando qualche scintilla nel fuoco acceso.

Il calore che partiva dal caminetto della stanza arrivava a scaldare tutta la baita.

“Dannazione” mormorò la ragazza, mentre guardava fuori dalla finestra “andrà avanti ancora un bel po’” sospirò, alzando gli occhi a quei nuvoloni grigi che portavano con loro la tormenta.

Neve, tanta. Troppa.

Sembrava non finire più.

“Siamo stati anche troppo fortunati” la riprese il compagno, mentre muoveva un pezzo di legna e sistemava il fuoco. “Se non fossimo riusciti a trovare questo posto come avremmo fatto?” si domandò.

La rossa non rispose.

Aveva ragione, avevano rischiato di morire congelati. Erano finiti su quell’isola invernale solamente da un paio di giorni, e già Nami non vedeva l’ora di andarsene.

“Chissà come staranno gli altri…” sospirò lei, finalmente staccando lo sguardo dalla finestra e portandolo ad osservare il compagno. Si portò a sedere su una poltroncina lì accanto, sbuffando sonoramente.

“Stanno bene” rispose con fermezza Zoro. “In fondo, l’hai visto anche tu… questa tormenta colpisce solo all’interno dell’isola, al di fuori c’è un sole da spaccare le pietre”

Sì, Zoro aveva ragione. Era questa la particolarità di quella dannatissima isola. All’interno, tempeste e tormente erano all’ordine del giorno.

Un’isola pressocchè invivibile, tranne che per poche persone.

“Mi domando” spezzò il silenzio la ragazza “che ne sia stato dei proprietari della baita in cui ci troviamo”. Forse facendo conversazione avrebbe sentito meno freddo.

“Saranno salpati come gli altri” rispose burbero Zoro.

Conversare non era il suo forte e Nami, questo, lo sapeva bene.

Lo osservò con la coda dell’occhio, mentre ravvivava con un ferro il fuoco nel caminetto.

I muscoli, illuminati dalla sola luce delle fiamme traballanti, risaltavano ancora di più.

“Zoro” lo chiamò titubante lei “io ho un po’ freddo…i vestiti sono ancora bagnati?” provò a chiedere, certa già della risposta del compagno.

“Temo di sì” rispose lui “qui c’è un’umidità troppo alta… se va bene saranno asciutti per domani” scosse la testa sconsolato. Faceva freddo, Nami aveva ragione “Prova a venire più vicina, forse ti sentirai meglio”.

Nami, vestita solo di biancheria intima, si avvicinò a lui. Un brivido la percorse quando vide tutto il corpo del ragazzo in soli boxer.

Dannazione….se solo fosse meno stato meno sexy…

Nami sospirò, rivolgendo lo sguardo verso il basso. Zoro se ne accorse, ma non fece domande.

Anche lui era in evidente disagio.

Averla lì, in un intimo talmente succinto da poter essere definito ‘inesistente’, lo mandava completamente fuori di testa.

Nella sua mente varie scene di ciò che avrebbe potuto fare con lei si susseguivano rapidamente, ed era incredibile quanto queste fossero vietate ai minori di 18 anni.

Zoro si sedette con lei sul divanetto accanto al camino, chiudendo gli occhi per un istante.

Doveva calmarsi, assolutamente.

“Secondo te ci sarà l’acqua calda?” chiese Nami, anch’ella con gli occhi chiusi per beneficiare di più di quel lieve calore proveniente dalla sua destra.

“Dubito fortemente” rispose in fretta lo spadaccino.

Nami aprì gli occhi e rimase a pensare qualche secondo.

“Vado a cercare delle coperte” disse alzandosi, sentì dietro di lei lo sguardo di Zoro che la seguiva nei movimenti, finchè non sparì dietro una porta.

No, così non andava proprio.

Zoro si alzò in piedi con uno scatto, e andò verso la cucina, rabbrividendo al contatto dei piedi col pavimento gelido.

Nami tornò dopo qualche secondo con delle grosse coperte di lana, ma non lo trovò.

“Zoro?” lo chiamò, senza ottenere risposta. Tese l’orecchio alla ricerca di qualche rumore che gli confermasse la sua presenza, e poco dopo sentì distintamente il rumore di qualcosa che si rompe, seguito da una forte imprecazione.

Sorridendo, Nami si avvicinò a lui, entrando in cucina e trovandola devastata.

“Che diavolo…” cominciò, ma si interruppe subito. Quello era sangue?

“Ti sei fatto male?” chiese allora. Lui non rispose, ma si voltò verso di lei.

Cosa?” le chiese. Nami inarcò un sopracciglio. Non si era nemmeno accorto di essersi tagliato con il vetro che aveva rotto?

“La mano…” indicò. Si avvicinò a lui, attenta a non pestare neanche una scheggia con i piedi scalzi, e gli prese gentilmente la mano per guardare quanto profondo fosse il taglio.

“E’ solo un taglietto da niente” rispose corrucciato Zoro.

Nami scosse la testa sconsolata, e mise la mano dello spadaccino sotto l’acqua fredda.

Zoro sentiva il tocco gentile di Nami sulla sua mano, come se lo stesse accarezzando, e sospirò di piacere. Avrebbe voluto sentire quelle mani toccarlo dappertutto, non solo lì.

Scosse la testa velocemente, come a voler scacciare una mosca – o in questo caso un pensiero sconveniente, e riprese ad osservarla.

Nami finì pochi secondi dopo, e prese a tamponargli la ferita con uno strofinaccio.

“Ha già smesso di sanguinare, hai davvero una pellaccia dura tu” ridacchiò lei.

Insieme, si chinarono a raccogliere i vetri rotti, sistemando quel disastro in cucina.

Cosa cercavi?” domandò Nami a un certo punto.

Zoro sorrise vittorioso, prendendo in mano 5 bottiglie.

“Queste” rispose con ghigno “non si è mai sentita una baita in montagna senza alcolici, no?”

Nami gli sorrise, avviandosi con lui di nuovo in salotto.

Si sistemarono sul divano accanto al caminetto, ognuno con una coperta che lo avvolgeva, e una bottiglia di Rhum in mano.

“Salute” disse Zoro, alzando la bottiglia verso di lei e cominciando a bere velocemente.

Nami lo imitò, bruciandosi leggermente la gola.

L’alcool scaldava, così dicevano. Era stata una buona idea, quella di Zoro.

Tuttavia, Nami non capì perché dopo la seconda bottiglia cominciasse a trovare il compagno così irresistibile.

Zoro, daltrocanto, più cercava di ignorare la presenza accanto a lui, più non riusciva a resisterle, e le si avvicinava.

Non seppero mai come, ma in poco tempo, leggermente brilli, si ritrovarono l’una nelle braccia dell’altro.

Ottima scusa, quella del freddo.

Zoro accarezzava piano una ciocca dei capelli rossi di Nami, mentre lei finiva di bere l’ultima bottiglia rimasta.

La posò a terra, e si appoggiò a lui, chiudendo gli occhi.

Zoro prese ad accarezzarle una guancia, chiamandola dolcemente. Lei rispose mugugnando lievemente, come una gatta che fa le fusa per avere altre coccole.

Era così raro sentire Zoro così vicino… voleva che succedesse più spesso.

Il corpo del ragazzo, sotto il suo, la calmava più di qualsiasi cosa. Il profumo virile che lo caratterizzava era capace di mandarla in estasi, e la sua voce roca che la chiamava… ah, come avrebbe voluto sentirla gemere dal piacere.

Nami si strusciò di nuovo contro di lui, percependolo incredibilmente caldo. Sorrise, stringendosi a quel corpo caldo, mentre il primo sbadiglio faceva capolino dalle sue labbra.

“Nami” la chiamò ancora. Lei mugugnò qualcosa di intraducibile, evidentemente disturbata nel dormiveglia.

“Nami!” la richiamò con scarsi risultati.

Ormai la bella cartografa era nel mondo dei sogni.

Zoro la guardò, per qualche istante, per capire se dovesse svegliarla o lasciarla dormire.

E, naturalmente, si perse ad osservarla per un tempo indefinito.

Le pareva la cosa più bella, fragile e tenera che avesse mai visto. Niente a che vedere con la strega strozzina che era da sveglia.

Le accarezzò una guancia, dolcemente, e le baciò piano la fronte.

Sì, si disse Zoro, era davvero bellissima.

Aveva ragione Sanji a volergliela portare via.

Ma lui non glielo avrebbe permesso.

Muovendosi piano, lo spadaccino prese Nami in braccio e si alzò in piedi, gettando uno sguardo al fuoco che scoppiettava tranquillo.

Con movimenti lenti e calcolati, si diresse nella camera da letto – che aveva intravisto prima – e ci si fiondò dentro, stando attento a non svegliare la rossa dormiente.

Con estrema delicatezza, la poggiò sul letto e la coprì con le grosse coperte di cui era provvisto il giaciglio. Fece appena in tempo a staccarsi da lei che già Nami era agitata e si muoveva alla ricerca di una fonte di calore.

Zoro sorrise, soddisfatto, e raggiunse Nami sotto alle coperte, avvicinandosi a lei e riprendendola tra le braccia.

Il profumo della ragazza, quel particolare aroma dolciastro, lo cullò meglio di una ninnananna.

L’ultimo pensiero coerente che Zoro riuscì a fare, prima di addormentarsi, fu che si sarebbe volentieri addormentato così per l’eternità.

 

 

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Capitolo 2
*** Contatti ***


Ciao a tutti

Ciao a tutti!
Devo dire di essere molto molto molto contenta per il successo riscosso da questa fic, non l’avrei mai detto!
Vi lascio subito alla lettura!
A dopo, per i ringraziamenti!

 

2° Giorno
Contatti

 

 

Nami si svegliò aprendo gli occhi lentamente, come per inseguire gli ultimi barlumi dello splendido sogno che stava vivendo.

Che cosa aveva sognato, era un mistero. Non lo ricordava già più, ma qualsiasi cosa fosse stata doveva essere splendida. In quel momento la navigatrice provava un senso di pace indescrivibile, si sentiva completa, rilassata e riposata come non mai.

Con piccoli movimenti impercettibili, Nami svegliò i muscoli del suo corpo.

Mosse le mani ad accarezzare qualcosa di estremamente piacevole, un piede si strusciò contro quella che, a dirla tutta, sembrava una gamba…

Nami spalancò gli occhi e si alzò di scatto, emettendo un gridolino.

Che diavolo succedeva? Perché era abbracciata a qualcuno? A un uomo?

“Cretina mi hai spaventato… Ti sembra questo il modo di svegliarsi?”

Una voce, la sua voce, la destò completamente, e come una doccia fredda il ricordo del giorno precedente riaffiorò alla sua mente.

Nami sbattè le ciglia un paio di volte.

Poi capì che il compagno aspettava una risposta, così si affrettò a trattarlo male. In fondo era questo quello che lui si aspettava.

“Idiota, io urlo quanto mi pare e piace!” gli gridò per tutta risposta.

Zoro si aprì in un enorme sbadiglio, rincuorato di ritrovare la sua Nami lì, con il caratterino feroce di sempre.

“Credo che sia ancora presto” parlò lui “dormiamo ancora un po’” concluse con la voce impastata dal sonno. Sembrava un bambino che non si voleva alzare e faceva i capricci.

Lo vide girarsi di spalle e sbadigliare nuovamente, così anche lei si sdraiò di nuovo sul comodo letto.

Un dubbio l’assalì, e scostò piano le coperte per constatare se fosse fondato o meno.

Effettivamente, aveva bevuto parecchio la sera prima. E non ricordava minimamente di essersi addormentata, né di aver raggiunto il letto con il compagno.

Quando, naturalmente, si accorse che sotto le lenzuola andava tutto bene, la sua voce, di nuovo, la riscosse.

“Non ho abusato di te” le disse beffardo “se è quello che ti stai chiedendo”.

Nami spalancò gli occhi, sconvolta.

“Ci mancherebbe altro! Un buzzurro come te, un ominide, uno squattrinato!”

“Maledetta strega” si infervorò lui, voltandosi verso la ragazza. “Stai forse dicendo che non ti sarebbe piaciuto?” la guardò con un ghigno sul volto, e senza sapere come si ritrovò disteso su di lei.

Le teneva i polsi in alto, per trattenerla, e per qualche istante si perse nei suoi occhi da cerbiatto.

Nami lo guardò, smarrita, mentre pensava a come poter uscire da quella situazione imbarazzante ed estremamente eccitante allo stesso momento.

“Piaciuto?” alzò un sopracciglio lei, birichina. “Vuoi scherzare?”

Zoro liberò un polso della navigatrice, scendendo ad accarezzarle piano una guancia e il collo. Si avvicinò al suo viso, e vicino all’orecchio le soffiò “Vuoi scommettere?”

Lo spadaccino la vide strabuzzare gli occhi ed arrossire, e scoppiò in una fragorosa risata.

Era così divertente stuzzicare quella mocciosa…

Si alzò rapidamente da lei, lasciandola libera, e si rigirò a darle la schiena di nuovo.

“Imbecille” la sentì bisbigliare, e ancora sorrise per la piccola vittoria ottenuta.

 Passarono alcuni istanti, ognuno immerso nei propri pensieri, quando Zoro, con un sussurro, le disse “Sul serio Nami… non ti farei mai del male”.

La rossa, rimase qualche secondo ad assimilare la frase detta dal compagno.

“Lo so” concluse infine “non ne saresti capace” chiudendo il discorso con un ghigno stampato sul viso.

“E’ una questione di principi morali, sai?” la rimbeccò lui, leggermente adirato. Quella maledetta si permetteva anche di farsi gioco di lui.

Sìsì” si affrettò lei, con una vena ironica nella voce “adesso la chiamano così, l’impotenza…” e scoppiò in una grossa risata di scherno.

 

 

Passò un’ora, nel più assoluto silenzio della baita.

“Ma dimmi te” borbottò Nami tra sé “quello stupido si è offeso”.

Aveva pensato bene di farsi perdonare, così si era messa – controvoglia – a cucinare qualcosa per colazione. Sapeva di non essere brava come Sanji, ma se l’era sempre cavata discretamente.

Fortunatamente avevano pensato bene di portarsi dietro scorte di cibo per una settimana, nell’eventualità che quel pazzo del loro capitano avesse avuto la malaugurata idea di seguirli. Anche perché, a dirla tutta, in quella casa il cibo scarseggiava. C’era una gran quantità di alcolici di ogni specie, cibo in scatola o salumi secchi, ma nient’altro.

Nami finì di abbrustolire qualche fetta di pane su una padella, poi sorridendo chiamò a gran voce lo spadaccino. “Sì” si disse “riuscirò a farmi perdonare. Dopotutto chissà per quanto altro tempo dovremo rimanere segregati qui”.

Lo spadaccino, nel frattempo, si era dedicato a una bella doccia ghiacciata.

Aveva avuto la conferma che in quella casa non c’era l’acqua calda, ma per un uomo di sana tempra come lui una doccia fredda non era nulla di che. L’aveva anche aiutato, se possibile.

Eh sì, perché quando il nostro caro spadaccino si era svegliato, e aveva fatto quella stupida improvvisata alla navigatrice, anche qualcosa nelle sue mutande si era naturalmente svegliato.

E lui, per non fare una figuraccia, si era finto arrabbiato e si era rintanato sotto la doccia fredda.

Impotente, l’aveva chiamato.

Se solo Nami avesse visto in che condizioni versava qualche istante dopo non avrebbe avuto il coraggio di dire nulla.

Zoro si sistemò un asciugamano per coprirsi il necessario, e finalmente si decise ad uscire dal bagno e dirigersi verso la cucina, dove una voce acuta lo stava chiamando a squarciagola.

Ma…” si sentì dire immediatamente “ti sembra questo il modo di girare per casa?”

Prima di potersi rendere conto del fatto che effettivamente indossava solo un asciugamano, formulò una domanda, come se un colpo di genio l’avesse colpito all’improvviso.

E tu dove diavolo hai trovato quella roba?” chiese alla rossa, indicandola esageratamente disgustato.

“Nell’armadio vicino al letto no?” gli rispose Nami, mettendo i pugni stretti sui fianchi. La bella navigatrice si auto-impose di non scendere con lo sguardo su quei muscoli, di rimanere concentrata, per quanto possibile, sullo splendido viso dello spadaccino. Se solo avesse dato una sbirciatina, si sarebbe fregata con le sue mani.

“E comunque” continuò Nami, rilassandosi un po’ “non sono così brutti… ”

La ragazza fece una piroetta, per confermare la sua tesi, e aspettò una risposta del compagno.

Ma il sopracciglio inarcato e la faccia disgustata erano una risposta più che sufficiente.

“Senti…avevo freddo, ok?” Riprovò Nami, ma già Zoro si era andato a sedere a tavola, decretando la fine della discussione.

 

Alla fine, “fare pace” con lui si era rivelato molto più semplice del previsto.

Semplicemente, si era già scordato tutto, quello scemo.

Zoro sedeva scomposto sul divano, lucidando con cura le sue katane.

E Nami si annoiava, tremendamente.

All’inizio aveva provato a fare qualche schizzo di una delle sue cartine, poi aveva ingannato il tempo cercando di prevedere – senza esserci realmente riuscita – la fine della tempesta.

Addirittura, si era anche persa per qualche istante a guardare lo spadaccino nella sua meticolosa opera di cura delle lame, ma alla fine si era riscossa ed era tornata a guardare il cielo grigio-rosato fuori dalla finestra.

Aveva perso la cognizione del tempo, ma a vedere dalla luce doveva essere pieno pomeriggio.

Sospirò, sconsolata, e si alzò dal divano eccessivamente scomodo.

Che succede?” le chiese Zoro, staccando per un momento gli occhi dalla sua fedele katana dall’impugnatura bianco latte. Nami scosse le spalle, e si avvicinò al suo zaino.

“Mi annoio a morte” rispose, qualche secondo più tardi. Cominciò a frugare velocemente tra la biancheria, le boccette di inchiostro e il cibo pronto di Sanji, e quando stava per perdere le speranze lo trovò. Il lumacofono da viaggio.

Aveva visto prima su una mensola della sala un lumacofono-radio e da lì l’idea: provare a contattare i compagni.

Certo, con la tempesta che imperversava fuori difficilmente sarebbe riuscita a sentirli, ma decise di provarci comunque.

Lei e Nico Robin avevano un lumacofono in cabina, e Sanji qualche mese addietro ne aveva comprato uno, che prendeva la polvere su una mensola in cucina.

Nami sentì i passi dello spadaccino alle sue spalle, e si voltò trionfante verso di lui.

“Dovremmo cercare di metterci in contatto con gli altri” disse Nami, alzandosi da terra e guardandolo negli occhi. Zoro non fiatò, ma rispose con un cenno del capo.

“Saranno preoccupati” concluse lei, cominciando ad armeggiare coi pulsanti sul guscio della lumaca.

Nami si appoggiò a un tavolo, e Zoro la seguì, silenzioso come il vento. Si dispose alle spalle della ragazza e la guardò a lungo armeggiare con pulsanti e numeri senza risultato.

Il profumo dolce della ragazza era sempre stato un toccasana per lui, ed ora averne così tanto intorno a sé… lo faceva impazzire. Moriva dalla voglia di toccarla, accarezzarla, morderla…

La guardò, mentre le ciocche di capelli le oscuravano la vista dandole fastidio, la ascoltò sbuffare infastidita per l’ennesimo tentativo fallito, e la sentì tremare appena, quando il ragazzo per sbaglio si era avvicinato troppo a lei e l’aveva inavvertitamente sfiorata sul collo.

Tuttavia il contatto durò solo un istante, ed entrambi pensarono, errando, di essersi immaginati tutto.

All’ennesimo sbuffo contrariato, più rumoroso dei precedenti, della rossa navigatrice, Zoro decise di darle una mano, incoraggiandola a modo suo. Mosse le mani ruvide ad accarezzarle piano le braccia, in un timido e suggestivo contatto. Arrivò alle mani di lei, come seta, che trafficavano indaffarate, e le fermò con le sue. Avvicinò il capo al collo di Nami, e le soffiò sensuale all’orecchio un deciso “Calmati”.

Ripercorse lentamente con i polpastrelli delle dita la pelle vellutata delle braccia, fino a raggiungere le spalle leggermente ricurve.

Nami si rilassò al contatto con lo spadaccino.

Mai, mai in tutta la sua vita lui si era dimostrato tanto dolce e premuroso con lei come in quelle ultime ventiquattro ore. E, naturalmente, la mente annebbiata della ragazza fantasticava già.

Così Nami non si ritrasse né da quelle dolci carezze, né da lui, quando con un gesto deciso la abbracciò per la vita e la appoggiò contro il suo petto muscoloso.

Muscoloso e nudo, per giunta.

Restarono abbracciati per qualche tempo, finchè Zoro non sentì il respiro della ragazza tornare normale.

“Va meglio?” Le chiese, scostandosi un poco da lei. La guardò negli occhi, profondamente, fino a perdervisi inevitabilmente.

“Sì” rispose lei, titubante “grazie”.

Zoro prese in mano il lumacofono.

Lo guardò, perplesso.

Passarono alcuni interminabili secondi.

“Come diavolo dovrebbe funzionare questo coso?” sbottò, all’improvviso.

Nami scrollò le spalle, divertita. “In teoria” cominciò a spiegare “dovrebbe bastare digitare il numero del lumacofono con il quale si vuole parlare” continuò con un sospiro.

“Tuttavia la tempesta che ci circonda ha una magnitudine abbastanza forte da creare disturbi elettromagnetici”

Nami alzò lo sguardo su Zoro e lo trovò completamente immerso nei suoi pensieri.

Che vuol dire?” le chiese lui dopo un attimo, con un sopracciglio inarcato.

Che siamo isolati” sospirò lei, frustrata. “Se almeno Franky fosse qui…”

 

Restarono entrambi talmente concentrati a trovare una soluzione che non si accorsero che era da molto calata la sera.

La sola luce disponibile era quella timida e arrossata del camino,che li costringeva a stare molto più vicini di quello che sarebbero altrimenti stati.

Le congetture si erano fatte via via più assurde e inutilizzabili – come l’idea di Zoro di attaccare un aquilone al lumacofono e legarlo fuori casa, o quella di Nami di colpire l’aggeggio infernale con la sua arma, fino a ridurlo in poltiglia – fino a raggiungere l’idea ultima: bisognava solo provare e riprovare, prima o poi avrebbero preso la linea.

E in effetti, dopo qualche ora di tentativi andati a vuoto, erano riusciti a chiamare il lumacofono presente nella stanza delle ragazze, peccato però che nessuno avesse risposto.

Così i due sventurati pirati avevano provato a chiamare il lumacofono di Sanji e quest’ultimo, incredibilmente, dopo soli due tentativi, aveva risposto loro.

Dopo una buona mezzora di “Mellorine Mellorine *” da parte di Sanji, Zoro era riuscito a spiegare al cuoco che dovevano muoversi a parlare, perché la linea poteva cadere da un momento all’altro.

Sanji” aveva cominciato a parlare con voce grave la navigatrice “siamo rimasti bloccati in una baita a causa di una tempesta di neve”.

“Nami- swaaaan il tuo Mr. Prince verrà a salvarti immediatamente!!” rispose rapidamente Sanji, ignaro dell’occhiataccia che Zoro stava lanciando al lumacofono.

“Idiota! Non voglio che nessuno di voi venga qui, è troppo pericoloso” rispose lei, con la voce leggermente isterica. Perché doveva essere sempre tutto così difficile?

“Navigatrice” la chiamò una voce conosciuta. Nico Robin, doveva aver sentito i vaneggiamenti di Sanji ed era accorsa a parlare con lei.

Per fortuna, ora avrebbe potuto parlare con qualcuno di sensato, si disse Nami.

“Ciao Robin” la salutò.

“Quanto durerà la tormenta?” chiese, ed entrambi rimasero zitti per un po’. Vedendo che Nami non rispondeva, Zoro si affrettò a farlo per lei.

“Non ne abbiamo idea” disse sbrigativo lo spadaccino “ma supponiamo per un altro paio di giorni”

L’urlo straziato di Sanji arrivò tremendo alle orecchie dei presenti.

“La mia povera sirena rinchiusa in una baita con un mostro come quello” ripeteva, all’infinito.

“A dire la verità” irruppe Nami “ho paura che durerà ben di più. Spero di riuscire a mettermi in contatto con voi anche i prossimi giorni”

“D’accordo” rispose Robin, tranquilla. Stava per riattaccare la cornetta, quando l’archeologa si ricordò improvvisamente una cosa.

“Ah navigatrice” disse, sorridendo “tu e lo spadaccino vedete di sfruttare al meglio il tempo che avete a disposizione” e con una risata fresca e allegra, riattaccò.

Nami guardò Zoro, come a volergli chiedere a che cosa si riferisse, ma quello scrollò le spalle, rispondendole subito “Non chiedermi niente, chi la capisce quella è bravo”.

 

Si coricarono, stanchi, dopo neanche un’ora.

Giusto il tempo di cenare e sistemare le ultime cose.

Inizialmente, l’imbarazzo del dover condividere un letto unico assieme fu grande, ma dopo poco si ricordarono che era già successo, la notte prima, e che non era stato tanto male.

Così si addormentarono, illuminati debolmente dalla luce della luna, cullati dal profumo dell’altro.

Non si toccavano, non si sfioravano.

Tranne un unico, piccolo, dettaglio.

Le loro mani erano leggermente intrecciate tra loro.

E lo rimasero per tutta la notte.

 

 

NOTE:

*) “Mellorine” è il vezzeggiativo col quale Sanji chiama Nami nell’anime in giapponese. In Italia non è stato tradotto, quindi non ho la più pallida idea di che cosa voglia dire. :P

 

 

SPAZIO DELL’AUTRICE

Eccoci qui!

Anche la seconda giornata è finita, e stiamo per entrare nel vivo della relazione!

Ci tengo tantissimo a ringraziarvi tutti, uno per uno, perché mi date tanta forza e coraggio!

E’ merito vostro se proseguo nella pubblicazione!

Quindi GRAZIE a:

dubhe93 , mangafun1 per aver messo la storia tra le seguite e

Jemanuele8891 ,  kyo250 , nuvia , ny152 , xmirax per aver messo la fic tra le preferite!!

 

Inoltre volevo ringraziare e rispondere singolarmente a ogni recensione che ho ricevuto:

- xmirax: Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto! Fammi sapere, mi raccomando!

- Jemanuele8891: Eheheh! La fic diventerà rossa presto, prestissimo! Direi quasi sicuramente intorno al quarto capitolo! Intanto fammi sapere se anche questa seconda giornata ti è piaciuta!

- RoloChan: il movimento arriverà presto, stai tranquilla… Sai come sono fatta, Zoro per me è troppo attraente… prima o poi deve trombare! Prometto che aggiornerò presto anche gli altri giorni, ora che le mie vacanze sono finite! Un baciooo

- Lucy94: Che carina! Grazie per la recensione, sei stata dolcissima! Presto la tua curiosità verrà saziata! Zoro e Nami, soli soletti isolati dal mondo… beh ne combineranno delle belle!

Mi raccomando anche tu, come gli altri, fammi sapere cosa ne pensi di questo capitolo! 1bacio

- Kyo: Eccomi tornata! Eheheeh mi dispiace di avervi fatto aspettare tanto! Spero di essere riuscita a farmi perdonare con questo capitolo!

 

Grazie a tutti!

Al prossimo capitolo!! :)

 

 

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Capitolo 3
*** Influenze ***


3° Giorno

3° Giorno
Influenze

 

 

Zoro si svegliò che era ancora l’alba.

La debolissima luce che penetrava dalla finestra della stanza li accarezzava come una dolce copertura rosata.

Lo spadaccinò si stiracchiò leggermente, e fece per girarsi quando qualcosa lo bloccò: la mano destra era ancora intrecciata a quella di Nami, in una morsa così dolce da non lasciare scampo.

Si prese qualche istante per guardarla dormire, come non aveva mai fatto.

Sarebbe stato tutto perfetto – averla lì a dormire con lui gli dava un senso di pace e tenerezza indescrivibili – se non fosse stato per quella spiacevolissima sensazione alla gola e alla testa.

Spostò la mano, sciogliendo la presa da quella candida di Nami, e se la portò alla fronte, trovandola incredibilmente calda.

Gli girava la testa, si sentiva confuso e accaldato.

Come dopo essersi scolato decine di bottiglie, peccato che la sera prima non avesse toccato una goccia d’alcol.

Riappoggiò il capo sul cuscino, stanco, e chiuse dolorosamente gli occhi.

Una vena pulsava, martellante, sulla fronte dello spadaccino, facendolo soffrire notevolmente.

Un brivido freddo attraversò Zoro per tutto il corpo, convincendolo ad avvolgersi meglio nella coperta e a coprire meglio le spalle della compagna, nude e fredde.

Chiuse nuovamente gli occhi, stanco come non mai, e aspettò di ricadere tra le amorevoli braccia di Morfeo.

 

Nami si stiracchiò emettendo un gridolino soddisfatto. In quelle ultime notti stava dormendo così bene… Strano a dirsi, visto che solitamente appena dormiva su un letto non suo si ritrovava con un bel mal di schiena da record.

E, invece, ora che era lì…

Probabilmente non è merito del letto, si disse.

Si girò verso il compagno che riposava ancora, meditando qualche scherzetto innocente da fargli per svegliarlo, ma quando lo vide si paralizzò.

Era bello, come sempre.

Bello e terribilmente pallido, con delle occhiaie profonde.

Nami gli accarezzò il viso, sentendolo incredibilmente caldo.

Che quell’imbecille si fosse ammalato?

Effettivamente il giorno prima aveva girato praticamente nudo per casa tutto il tempo…

Lo vide respirare affaticato, mentre piccolissime gocce di sudore gli imperlavano la fronte.

Nami si alzò in fretta e si vestì, per poi dirigersi a tempi record verso il suo zaino, e tornarne con una strana polvere verdastra.

Tutta contenta si sedette sul letto, rumorosamente e facendolo rimbalzare per qualche attimo, e poi svegliò Zoro.

“Zoro” lo chiamò, dapprima piano. Non ottenendo alcuna risposta, lo chiamò con voce più alta.

“Zoro!!”

Che vuoi strega? Non lo vedi che sto dormendo?” le rispose, burbero, girandosi dall’altra parte.

“Deficiente, mi sono solo preoccupata per te!” gli disse, alzandosi indignata e andandosene in cucina.

Quello stupido non avrebbe mai capito, non l’avrebbe mai capita.

Lei aveva provato a trattarlo bene, a non dargli troppo fastidio, ma lui…

Continuava a risponderle male, a trattarla male e ad insultarla.

Evidentemente si era sbagliata…

Credeva che un po’ gli interessasse…

Forse si era immaginata tutto, forse Zoro non era attratto da lei come aveva pensato il giorno prima.

La navigatrice non riuscì a trattenere uno sbuffo irritato. Se lui non era attratto da lei, lei avrebbe fatto in modo che lo fosse.

Ci avrebbe provato con lui, e ci sarebbe riuscita.

E mentre Nami meditava astuti piani per farlo cadere ai suoi piedi, prese un pentolino d’acqua e lo mise sul fornello, per preparare l’infuso curativo a Zoro.

 

Certo che quell’intruglio puzzava davvero…

Nami travasò il liquido verdastro e melmoso in una tazza e si diresse a passo spedito in camera, dove trovò Zoro ancora addormentato.

Memore dei suoi progetti per conquistarlo, Nami si sedette accanto a lui, e cominciò ad accarezzargli piano il viso. Sicuramente, se si fosse comportata dolcemente con lui, sarebbe riuscita ad ottenere i suoi scopi.

Zoro mosse lievemente le palpebre, ed aprì gli occhi.

Vedeva tutto sfocato, ma lo splendido odore di mandarino che lo circondava lo faceva stare benissimo.

Sentiva qualcosa di fresco accarezzarlo dolcemente, e si stupì molto quando capì che era la mano della mocciosa.

Sicuramente, si sarebbe fatta pagare più tardi. Fu quello l’unico pensiero dello spadaccino.

“Buon giorno” Nami lo guardò sorridente, mentre Zoro con un verso si girava dall’altra parte.

“Ti ho portato la tisana di Chopper” continuò lei, per nulla intimorita dal comportamento rude dello spadaccino.

Ormai ci era abituata, sapeva che in realtà Zoro era burbero solo in apparenza.

“Toh” gli disse infine, mettendogli la tazza sotto il naso.

Zoro spalancò gli occhi, disgustato.

“Cos’è sta robaccia??? Col cavolo che la bevo!” urlò terrorizzato lui.

Nami lo guardò scettica. Sapeva bene che, in qualunque occasione, avrebbe avuto lei la meglio.

“Allora facciamo una scommessa…” E sapeva anche che Zoro non si sarebbe mai tirato indietro di fronte a una sfida.

“Ci sto!” Rispose subito lui, distogliendo lo sguardo dalla tazza e rivolgendolo alla rossa.

“Ma come fai ad accettare senza sapere neanche i termini?!?” Si infervorò subito lei, e gli diede un bel cazzotto in testa.

“Almeno aspetta che io finisca il discorso, no?” concluse. Prese un sospiro e gli spiegò cosa doveva fare.

Se riesci ad alzarti dal letto e fare il giro della casa, non berrai l’intruglio schifoso di Chopper. Se non ci riuscirai, sarai costretto a berlo tutto, fino all’ultima goccia”. Concluse. Dentro di sé si reputava piuttosto soddisfatta della sua idea. Debole com’era Zoro in quel momento non sarebbe riuscito nemmeno a uscire dalla camera da letto.

“Stupida, pensi davvero che io sia così debole? Non mi conosci mocciosa” e preso dall’impeto di farle vedere il fatto suo, Zoro si alzò talmente in fretta che fu costretto a risedersi sul letto per un forte capogiro.

La navigatrice rise, sicura di sé.

“Hai visto?” gli disse tra una risata e l’altra “Non riesci nemmeno a stare in piedi”

Detto questo gli porse la tazza ancora fumante, raccomandandosi di berla tutta finchè era calda.

“Maledetta” soffiò Zoro, ma già lei era uscita dalla camera e non potè sentirlo.

 

I problemi non erano finiti.

Arrivati all’ora di pranzo, Nami non sapeva come fare a far mangiare lo spadaccino, che verteva in condizioni pietose sul letto.

La fronte scottava come e più di prima, e il respiro era diventato, se possibile, ancor più affannoso.

Senza contare che si era messo pure a farfugliare parole a caso senza senso.

Nami era davvero molto preoccupata, non lo aveva mai visto così.

Spesso gli cambiava la pezza sulla testa, assicurandosi che fosse bagnata con dell’acqua bella fresca e che non cadesse dal viso sudato dello spadaccino.

Allo stesso modo, controllava sempre che fosse ben rimboccato nelle coperte, poiché l’aveva sentito tremare solo pochi minuti prima.

E poi…

Zoro per lei era sempre stato il caposaldo, la roccia su cui poter contare, quello che non si faceva battere nemmeno da un uomopesce armato con 6 spade.

Quello che pur di salvarla aveva sconfitto mostri di ogni genere, sfidato un Drago Celeste e che l’aveva protetta a modo suo sin dal loro primo incontro.

No, non avrebbe mai pensato di vederlo così, con il respiro talmente debole da sembrare inesistente e la febbre che lo faceva impazzire.

Era giunto il momento di invertire il processo.

Sarebbe stata lei a proteggere lui, per una volta.

 

Dopo aver controllato un’ ultima volta le condizioni dello spadaccino, Nami si diresse in cucina per preparare il pranzo.

Per qualche istante, il ricordo di Bellmere che le preparava il riso bollito quando stava male la colpì.

Era, per lei, uno dei pochi ricordi felici che aveva, quando ancora la ciurma di Arlong non l’aveva portata via dalla sua terra e dalla sua famiglia.

Nami si riscosse, scuotendo velocemente la chioma, come per scacciare via il nome di Arlong dalla sua testa, e sorrise.

Ora era libera, libera e felice. Arlong non le avrebbe più fatto del male.

Continuando a sorridere, Nami preparò il riso in bianco per Zoro.

 

Dopo averlo imboccato a dovere – e non senza i soliti bisticci – a Nami venne in mente un’idea geniale: provare a contattare Chopper. Se le condizioni dello spadaccino non miglioravano

Scosse la testa, scacciando via quel pensiero.

Si diresse in sala, accanto al caminetto acceso, e compose il numero del lumacofono di Sanji.

Sfortunatamente, la tempesta era nel suo punto di forza massima, e il lumacofono non ne voleva sapere di funzionare.

Sconfitta, si mise a guardare attraverso le assi di legno che proteggevano le finestre dalle intemperie, in modo da scorgere il cielo grigio-panna e i fiocchi di ghiaccio che colpivano duramente il suolo.

Chissà quando sarebbe finita…

Se continuava così, sarebbero rimasti chiusi lì ancora per un bel po’ di tempo.

E non era che stare sola con Zoro le dava fastidio, anzi… ma avrebbe preferito starci in altre condizioni, magari con una temperatura migliore, i suoi vestiti, cibo e alcol a volontà…

Nami sospirò sconsolata, e riprese a guardare il cielo.

 

Rimase tanto di quel tempo lì a rimuginare, che quando Nami si riscosse era già calata la notte.

Studiando le nuvole attentamente e senza farsi prendere dal panico, aveva capito più o meno l’andamento della tempesta.

Se il giorno successivo avrebbe smesso di grandinare, come Nami supponeva sarebbe successo, la tormenta se ne sarebbe andata in fretta, quarantotto - o forse qualcosa in più - ore.

Stanca, si trascinò verso la camera da letto.

Occuparsi di Zoro non era poi così facile, ogni gesto era seguito da una sua risposta burbera, ogni frase creava un litigio.

Aveva davvero bisogno di farsi una bella dormita.

Attraversò la porta della camera e si sedette sul letto a guardare le condizioni di Zoro per un’ultima volta.

Gli sfiorò il viso, cercando di non svegliarlo, per sentirne la temperatura.

Nami sorrise, soddisfatta. La febbre era calata parecchio.

Lo spadaccino aprì gli occhi, e la guardò intensamente.

“La febbre è scesa” gli disse la navigatrice, probabilmente per sfuggire a quello sguardo così intenso. Da quando in qua gli occhi di Zoro erano così profondi e luminosi?

“Sì, mi sento meglio” le rispose Zoro, prendendole una mano nelle sue. “Ero solo stanco”

Si tirò leggermente su dal letto, e di nuovo la guardò negli occhi.

Nami non riuscì a spostarsi da lì, a deviare lo sguardo. Era completamente catturata da lui.

Zoro le si avvicinò, velocemente, e posò le sue labbra su quelle di lei.

Un bacio lieve, casto, puro. Come non se ne sarebbero mai più dati, probabilmente.

Durò solo pochi secondi, poi lo spadaccino si staccò da lei.

“Grazie” le soffiò, le labbra che ancora sfioravano le sue “per esserti presa cura di me”.

Zoro si allontanò definitivamente da lei, si girò a darle le spalle, e si addormentò in un attimo.

A Nami non restò che cercare di far calmare il cuore, che correva impazzito, senza risultato.

Ora sì che non avrebbe dormito bene.

 

 

SPAZIO DELL’AUTRICE

Ciao a tutti!

Comincio col chiedere umilmente perdono per l’enorme ritardo, ma ho avuto un sacco di problemi tra lavoro e famiglia. Il quarto capitolo è praticamente pronto, quindi nel giro di poco dovrei riuscire a postarlo.

Questo terzo capitolo è stato praticamente un parto per me. Senza dubbio è stato il più difficoltoso perché è uno dei tipici capitoli di passaggio, ma non volevo che venisse vuoto o noioso, quindi ci ho messo davvero tanta fatica a scriverlo.

E il risultato non è stato dei migliori.

In testa avevo tutt’altra giornata, molto più movimentata e lunga, ma non sono riuscita a renderla come volevo e mi dispiace. Ma questo è quello che ne è uscito e spero che vi piaccia un pochino comunque. ^^

 

Passo a ringraziare tutti, a partire da chi ha messo la fic nei preferiti:

1 - caciottina
2 - Jemanuele8891
3 - kyo250
4 - MaKiCo

5 - nuvia
6 - ny152
7 - sakuratvb
8 - xmirax

E chi l’ha messa tra le seguite:

1 - becky
2 - dubhe93
3 - GIadyRoronoa
4 - Giulia Bosch
5 - glokky
6 - joey_ms_86
7 - mangafun1

Grazie mille ragazzi!!!

Ora invece risponderò alle recensioni, anche quelle ricevuti via mail (ebbene sì, ci sono rimasta davvero! Colgo l’occasione per dire a tutti che mi fa un piacere immenso, quindi se volete chiedermi qualcosa fatelo pure!!)

 

 

 

 

 

Lucy94: Grazie per i complimenti! ^^ Mi sa che al posto di Nami vorremmo esserci un po’ tutte, con quel sanazzo di Zoro che giro mezzo nudo per la Sunny… Porca miseria! XD

Robin è sempre la più sveglia, o per lo meno io me la vedo così…è pur sempre la più matura del gruppo! E Zoro e Nami presto presto capiranno… ihihihi!

Glokky: grazie mille!!! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto così tanto!! Fammi sapere!!

Kyo250: per il capitolo rosso manca davvero pochissimo… spero di non deludervi!! Un baciooo

Xmirax: Miraaaa!! Grazie per la recensione!!! Eh io sono una inguaribile romantica, di scene dolci ce ne saranno sempre di più… almeno credo XD Al prossimo capitolo!!!

Namikun: Grazie per i complimenti!! (Ora mi sciolgo come Chopper!) Rimanere lì più tempo…chissà! ^^ Intanto posso dirti che ci sarà un epilogo probabilmente, e che ho parecchie idee per il seguito… Vedremo!

Fammi sapere se anche questo capitolo ti è piaciuto!

Becky: Anche a te dico… la scena rossa è vicinissima, bisogna aspettare davvero poco! ^^

Intanto spero che ti piaccia questo capitoletto! Un bacio!

 

Carlberg: Come ti ho già detto per mail, grazie mille per avermi contattata! Mi ha fatto un piacere immenso davvero! Ecco qui il capitolo, hai visto? Le minacce di morte sono servite… con la violenza si ottiene tutto! XDDD Fammi sapere che ne pensi, mi raccomando!!!

xAleCx: Esagerata! Non scrivo così bene! In tutto i capitoli saranno 7 credo *tadadadaaan* e in più sto già pensando al seguito… Ho questa idea formata in testa, non credo riuscirò a togliermela in fretta! ^^ Sì con me ci vuole tanta pazienza, ma prima o poi aggiorno!

Un bacione cara!!

 

Grazie a tutti, davvero!! Un bacioneeee al prossimo capitolo!!

 

 

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Capitolo 4
*** Alcolic Games ***


4° Giorno

 

4° Giorno
Alcolic Games

 

Si girò su un lato, osservandola meglio.

Nami dormiva sdraiata su un fianco, voltata verso di lui, con le labbra leggermente aperte.

Non russava,ma il respiro era lento e regolare, tipico di chi è nel bel mezzo del sonno profondo.

La coperta le fasciava il corpo snello dal seno in giù, lasciandole scoperte le bianche spalle.

Sapeva che era sbagliato, l’aveva baciata a tradimento, ma non era riuscito a resistere.

Quella testolina rossa lo attraeva peggio di una calamita.

Mosse una mano, dolcemente, ad accarezzarle la spalla nuda e liscia, e scendendo lungo il braccio la chiamò dolcemente.

“Nami” soffiò, con la voce bassa e ancora roca per il sonno.

Lei mugugnò qualcosa, ma non aprì gli occhi. Erano troppo piacevoli quelle carezze, per permettere che si interrompessero.

Zoro la guardò ancora qualche istante, chiedendosi come potesse essere reale.

Nami era lì, con lui, ed era la creatura più bella che avesse mai visto in tutta la sua vita.

E l’aveva baciata.

Sapeva dell’attrazione che provava per lei, l’aveva sempre saputo. In qualche modo era sempre riuscito a tenerla nascosta, segregata in qualche angolo buio della sua coscienza.

Ma oramai era troppo tardi, quel sentimento si era riversato in lui come un fiume in piena, colpendolo e riempiendolo fino a farlo scoppiare.

La amava.

La amava, e la voleva con sé.

Tutte quelle stupide ragioni che si era detto fra sé prima – il suo grande sogno, il fatto che Nami fosse irraggiungibile per uno come lui – erano diventate improvvisamente tutte cazzate.

Lui la voleva, a tutti i costi.

Nami doveva essere sua, e sua soltanto.

Avrebbe provato il tutto per tutto, per la prima volta in tutta la sua vita si sarebbe messo completamente in gioco per una donna.

“Nami” bisbigliò ancora lo spadaccino, per destarla, mentre le posava un lieve bacio sulla fronte.

Dalla sera prima sembrava che tutto l’imbarazzo fosse sparito dal suo corpo, che accarezzarla, desiderare di baciarla e di toccarla fossero le cose più naturali di questo mondo.

Certo, non le aveva nemmeno dato il tempo di rifiutarlo, ma il fatto che in quel momento lui fosse ancora vivo e non ucciso per mano della rossa era confortante per lo spadaccino.

Poteva un piccolo, stupido bacio creare tanto scompiglio emotivo? Evidentemente sì.

Nami si avvicinò a lui, e lo strinse piano. Era ancora nel mondo dei sogni, profondamente addormentata.

 

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Zoro guardò Nami perplesso. Aveva davvero intenzione di bere tutta quella roba?

Lanciò uno sguardo distratto al tavolo, su cui troneggiavano una lunga serie di bottiglie piene.

Sakè, Tequila e Rhum.

“Quello a che serve?” disse indicando la ciotolina del sale. Nami, posando dei grossi limoni e un coltello sul tavolo, gli rispose “Lo vedrai più tardi”.

 

 

Dunque” cominciò Nami “le regole sono semplici”. Guardò Zoro dritto negli occhi, indicando le numerose bottiglie di vetro sul tavolo.

“Le regole di cosa, scusa?” chiese scettico lo spadaccino.

“Le regole del gioco!” Rispose lei, scuotendo la testa. “Credevo che fosse ovvio… per passarci il tempo faremo qualche piccolo, innocente gioco alcolico”

Zoro la guardò, sempre più perplesso. Perchè non fare una delle loro solite sfide? Che senso aveva fare uno stupido gioco? Senza nemmeno rendersene conto aveva espresso i pensieri ad alta voce, e ora Nami lo guardava infuriata.

“Per divertirci un po’, deficiente!” Gli tirò un gran pugno, poi si risedette composta al lato del tavolo.

Dicevo… il gioco funziona così. Ognuno a turno dice qualcosa che non ha fatto nella sua vita, e se l’altro invece l’ha fatto deve riempire il bicchiere e bere. Tutto chiaro?”

“Sì” rispose Zoro “ma mi sembra un gioco molto stupido”

Nami lo guardò, divertita.

“Non ti sembrerà così stupido quando avremo svuotato la prima bottiglia” concluse ridacchiando solare.

Zoro si perse per un secondo, alla vista di quel sorriso.

Ancora si domandava come facesse a resisterle, a non strapparle i vestiti addosso immediatamente.

Scosse la testa, frustrato.

Non le avrebbe mai fatto qualcosa che lei non avrebbe voluto.

Forse però, l’idea di bere così tanto non era stata poi così geniale come aveva pensato…

 

“Io non ho mai…” cominciò la rossa, pensandoci un po’ su “baciato una donna”

Vide Zoro riempire il bicchierino fino all’orlo e svuotarlo in un secondo.

“Io non ho mai baciato un uomo” disse lui, guardandola fintamente scocciato.

In realtà aveva capito che era un’ottima possibilità per sapere dettagli piccanti sulla vita passata della sua compagna di avventure.

 

Totale bicchieri bevuti: Nami 1, Zoro 1

 

“Io non ho mai… fatto sesso sotto la doccia” Nami ghignò, pensandoci. Effettivamente non le era mai capitato. Zoro la guardò, sconvolto, come se avesse detto un’eresia. Lo vide svuotare in fretta il suo bicchiere, e aprire la bocca per parlarle.

“Scherzi?” le chiese. “E’ una delle cose migliori di sto mondo!”

Nami scosse la testa

“Non ho detto che non ho mai fatto sesso, ho detto che non l’ho mai fatto sotto la doccia!”

“Ho capito” le assicurò “ma sotto la doccia è… dovresti provare, veramente” annuì, convinto.

Nami sorrise maliziosa, ma non disse altro.

Si limitò a pensare che se quella era una proposta l’avrebbe accettata volentieri.

“Tocca a te” disse, dopo qualche istante.

“Io non ho mai fatto sesso con più di una persona alla volta” disse, divertito.

Sì, quel gioco si era rivelato davvero divertente.

Nami svuotò in fretta il suo bicchiere, pensando amaramente che avrebbe preferito che fosse rimasto pieno.

 

Totale bicchieri bevuti: Nami 4, Zoro 5

 

“Io non ho mai…” cominciò Zoro, pensando a un modo per scoprire qualcos’altro su di lei.

“Io non ho mai baciato Sanjivide Nami guardarlo male, quello era un modo bello e buono per sapere i fatti suoi.

Nami riempì il bicchiere, ma si fermò e non lo bevve. Sembrò rimuginarci su parecchio.

“I baci sulla guancia non contano vero?” gli chiese, e lo vide scuotere la testa.

Il bicchiere rimase pieno.

E Zoro esultò, dentro di sé.

 

Totale bicchieri bevuti: Nami 9, Zoro 10

 

“Abbiamo finito il sakè” disse Zoro, svuotando l’ultimo bicchiere.

“Ottimo” esultò lei, con la voce che cominciava ad avere toni un po’ troppo alti. “Allora si cambia gioco!” Rimase qualche secondo a pensare, poi corse in camera.

Tornò qualche secondo dopo, con una moneta tra le dita.

Ok” disse Nami, mostrando la moneta. Zoro capì subito.

“Cento berry per un pensiero?” la guardò, sogghignando. “Non sono un po’ troppi?”

“I miei pensieri valgono molto di più di cento miseri berry” rispose lei, fintamente offesa “E comunque volevo fare una versione un po’ modificata del gioco.”

“Sentiamo” rispose lui, curioso.

Se fai centro nel bicchiere, puoi farmi una domanda, su qualsiasi argomento, e io sono costretta a rispondere. E mentre rispondo sono costretta a svuotare un bicchiere di Rhum.

Zoro, con un movimento veloce del polso, le prese la moneta tra le mani, e la lanciò sul tavolo facendola rimbalzare dritta nel bicchiere vuoto.

Tolse la moneta, con un ghigno, e riempì il bicchiere per la compagna.

“Intanto che lo bevi” le disse “rispondi a questo”  

Zoro finse di pensarci un po’ su, in realtà sapeva bene cosa chiederle.

Perché non hai mai ceduto alle avance del cuoco?” concluse, sghignazzando.

Nami lo guardò. Svuotò il bicchiere in un secondo, e lanciando la monetina disse “perché è brutto”

La moneta aveva fatto centro, e lei si avvicinò alla bottiglia per versagli un bicchiere pieno fino all’orlo.

“Tu perché non sei scappato con Tashigi?” gli chiese, perplessa. “E’ una bella ragazza, un po’ strana forse…” Zoro la interruppe con uno sguardo totalmente smarrito.

“Chi scusa?” le domandò, con un sopracciglio inarcato.

Tashigi!”

Ma di chi diavolo parli?”

Nami lo guardò, perplessa. Si era veramente scordato di lei? Poveretta… e dire che si vedeva lontano chilometri che aveva una cotta per lui.

“Quella sfigata che gira sempre con Smoker… dai, la moretta della Marina!”

Gli occhi di Zoro si spalancarono, per la sorpresa.

“Quella psicopatica?? Perché sarei dovuto scappare con lei?” le chiese, terrorizzato alla sola idea.

Perché ci stava provando spudoratamente con te… Credevo che te ne fossi accorto…” mormorò, guardando la bottiglia con occhi vacui. Gli indico il bicchiere, e Zoro lo svuotò velocemente.

“Non avrei mai lasciato la ciurma per quella pazza furiosa…” concluse Zoro, riprendendo la moneta in mano.

 

Totale bicchieri bevuti: Nami 9 di Sakè, 1 di Rhum; Zoro 10 di Sakè, 1 di Rhum.

 

“Hai mai pensato di provarci con Rufy?” domandò Zoro, versando il liquido ambrato.

“Fossi matta” rispose lei, guardandolo scandalizzata. “E’ come un fratello per me”

 

Totale bicchieri bevuti: Nami 9 di Sakè, 4 di Rhum; Zoro 10 di Sakè, 3 di Rhum.

 

“Tu hai mai pensato di provarci con Bibi o con Nico Robin?” chiese Nami a un certo punto.

“Credevo che fossero finite le domande stupide” intervenne Zoro. “Certo che no, non mi interessano”

“Scusa, non sapevo cosa chiederti” rispose con la voce strascicata lei.

L’alcol cominciava a prendere il sopravvento.

 

Totale bicchieri bevuti: Nami 9 di Sakè, 7 di Rhum; Zoro 10 di Sakè, 6 di Rhum.

 

“E’ finito anche il Rhum” disse Nami, trionfante. “Fantastico, ora tocca al mio gioco preferito” continuò lei, con la voce impastata.

Si alzò, barcollante, prese i limoni e il sale in mano, tenendo la lingua stretta tra i denti per lo sforzo, e si sedette accanto allo spadaccino.

Ok” iniziò lei “sai come funzionano Tequila, sale e limone?”

“No” rispose lui “ma ho paura di scoprirlo”

Nami scoppiò a ridere, e prese una mano dello spadaccino tra le sue. Le parve incredibilmente grande e calda, ma non ci pensò sopra più di tanto. Probabilmente era effetto dell’alcol.

Girò la mano dello spadaccino in modo da avere il polso verso l’alto, e se la portò alla bocca.

Perse qualche secondo a capire se fosse una buona idea, ma non trovando risposta si decise ad agire.

Piano, leccò la superficie del polso, dove subito mise il sale in modo che si attaccasse leggermente alla pelle.

Un brivido attraversò Zoro nel momento esatto in cui la lingua della navigatrice si era posata sulla sua pelle, ma lo ricacciò indietro.

E ora?” gli domandò, con voce grave.

“Ora dai un morso al limone, lecchi via il sale dal polso e svuoti il bicchiere.

Zoro fece immediatamente come la ragazza gli aveva ordinato, e un intenso brivido gli attraversò la gola, infiammandolo. Il limone era terribilmente aspro, e la Tequila creava un contrasto a dir poco piacevole. Il sale era quel tocco che dava al tutto una parvenza di perfezione.

Ma la cosa migliore era pensare che dove aveva passato la lingua lui per togliere i granelli di sale, pochi secondi prima c’era la lingua di nami ad accarezzarlo.

“Perfetto” sorrise la rossa, imitandolo nel procedimento e mandando giù tutta la sua Tequila.

 

Totale bicchieri bevuti: Nami 9 di Sakè, 7 di Rhum, 1 di Tequila; Zoro 10 di Sakè, 6 di Rhum, 1 di Tequila.

 

 

“Conosco” disse dopo pochi secondi, giusto il tempo per riprendersi dall’ultimo bicchiere “una versione migliore del gioco…” lo squadrò leggermente per constatare le sue condizioni, e dentro di sé sorrise vittoriosa nel vederlo allegro quasi quanto lei.

“E secondo me siamo abbastanza ubriachi per farla” concluse, ridendo appena.

“Parla per te” rispose subito, con la sua lingua tagliente. In realtà si era accorto da solo tempo prima che le cose attorno a lui si muovevano stranamente lente… e che aveva una tremenda voglia di ridere. Come aveva una voglia dannata di prendere Nami, sbatterla sul tavolo e violentarla seduta stante, ma quella era una sensazione a cui ormai aveva fatto l’abitudine…

Prese un sospiro, e le chiese in cosa consistesse questa ‘versione migliore’.

“Beh, a turno dobbiamo decidere un posto alternativo in cui mettere il sale”

Non seppe mai dire con certezza il perché, ma quella a Zoro sembrò un idea eccezionale. Avrebbe avuto una scusa in più per toccarla e avvicinarsi a lei… In un'altra occasione si sarebbe dato del maniaco, ma non in quel momento.

L’alcol annebbiava la mente a lei quanto a lui, e li portava a cercare di accontentare impulsi che normalmente non avrebbero ascoltato.

Entrambi sentivano forte la presenza dell’altro accanto, ed entrambi volevano di più.

Ok scegli prima tu” disse Nami, guardandolo con occhi di sfida.

Zoro le prese il braccio, lo guardò attentamente e lo sfiorò con la punta del naso per tutta la sua lunghezza, fino ad arrivare alla spalla. Lì si fermò un secondo, poi leccò una piccola parte di pelle e sparse il sale sopra.

“Ora” disse Nami “naturalmente io non riesco a togliermi il sale dalla spalla, quindi devi pensarci tu…” ridacchiò piano, pensando a quanto Zoro dovesse sentirsi in imbarazzo.

Tuttavia lo spadaccino verteva in tutt’altre condizioni. Anziché imbarazzarsi non vedeva l’ora di esplorare altre parti del corpo della ragazza, e di sentire il sapore della Tequila mescolata al suo aroma di mandarino.

Morse voracemente da una fetta di limone, con un movimento veloce pulì la spalla della compagna e bevve tutto d’un sorso il bicchiere di Tequila.

Si staccò leggermente per guardarla negli occhi – giusto in tempo per scorgere il lampo malizioso che li aveva attraversati – e seducente le disse “Tocca a te”.

 

Totale bicchieri bevuti: Nami 9 di Sakè, 7 di Rhum, 2 di Tequila; Zoro 10 di Sakè, 6 di Rhum, 3 di Tequila.

 

Nami si sporse verso di lui, portando il suo viso a sfiorargli il collo.

L’odore di Zoro era molto più inebriante di quanto si fosse aspettata, e non resistette all’impulso di respirarlo ancora qualche secondo.

“Ti sei addormentata?” le chiese, ridendo, Zoro.

“Zitto cretino” rispose lei, tranquilla come non mai.

Decise di leccargli un pezzettino di collo, quello immediatamente dietro al lobo dell’orecchio del compagno. Ci mise il sale, che rischiava di staccarsi da un momento all’altro e concluse il procedimento pulendolo via.

Zoro si ritrovò a pensare che provare brividi così grandi ed intensi non era normale, ne era uscito totalmente sconvolto.

 

Totale bicchieri bevuti: Nami 9 di Sakè, 7 di Rhum, 4 di Tequila; Zoro 10 di Sakè, 6 di Rhum, 4 di Tequila.

 

“Ti dispiacerebbe alzarti la maglietta?” disse lui, guardandola intensamente.

“Porco” rise lei, alzandosi e togliendosi immediatamente la maglietta.

Zoro la guardò, affascinato, senza parlare.

Era così bella da togliere il fiato, con le guance rosse, il sorriso sulle labbra… e quel seno enorme e sodo davanti a lui.

“Scema, non dovevi toglierla…” la riprese lui, mentre si avvicinava a lei con la ciotolina del sale ben stretta in mano.

“Sdraiati” le sussurrò, seducente, all’orecchio. Usò un tono talmente caldo e rassicurante, che lei fece esattamente come lui le aveva chiesto.

Zoro le accarezzò lentamente un fianco, scoprendo a poco a poco quanto soffice fosse la pelle della compagna. Sembrava di accarezzare della seta, di quella più soffice e pregiata.

Fermò la mano all’altezza del bacino e si chinò su di lei, posandole un lieve bacio sull’ombelico, bacio che venne sostituito subito dalla lingua dello spadaccino.

Nami diede libero sfogo a un verso strozzato, simile a un gemito trattenuto male.

Zoro mise il sale nel punto appena leccato, e la guardò con aria maliziosa.

“Che c’è mocciosa… ti piaceva?” le chiese strafottente.

“Mi hai fatto solo il solletico stupido” rispose lei ridendo.

Lui si prese tutto il tempo necessario per pulirla adeguatamente, passandole la lingua sulla pelle più volte e divertendosi a sentire i mugolii che la ragazza non riusciva a trattenere.

Soddisfatto, bevve il suo bicchiere di Tequila, scordandosi totalmente di mordere il limone.

 

Totale bicchieri bevuti: decisamente troppi.

 

Erano sdraiati a terra, ormai incapaci di stare ritti in piedi a causa del troppo alcol nel loro organismo.

“Toccherebbe a te” la spinse lo spadaccino, guardando in alto.

Mh mh” rispose Nami “tra qualche istante”.

In fondo, doveva solo trovare il coraggio.

Cercò di mettersi in piedi, senza riuscirci affatto, così pensò di sdraiarsi direttamente sopra a Zoro.

“Lo sai che pesi?” la rimbeccò lui, scoppiando a ridere subito dopo.

“Zitto” rispose lei, mentre cercava di prendere la saliera tra le tre che vedeva davanti a lei.

Fossero state solo tre, non ci sarebbe stato alcun problema… Ma quelle infingarde continuavano a muoversi…

Dopo svariati tentativi, Nami riuscì finalmente nel suo intento e prese un pizzico di sale tra le dita.

Guardò Zoro negli occhi e decise che sì, era arrivato il momento.

Si avvicinò a lui, lenta, fino a sfiorargli il naso con il proprio.

Qualche secondo dopo le sue labbra sfioravano quelle di lui, e mai niente al mondo le sembrò più perfetto di quelle labbra. Erano così calde e invitanti…

Passò lentamente la lingua sulla bocca di Zoro, lasciandovi cadere subito dopo il sale in una montagnetta scomposta.

Zoro la osservava senza dire nulla.

Non poteva che cogliere quella splendida occasione, così la lasciò fare. E quando la lingua di Nami sfiorò le sue labbra per un secondo, gli parve di perdere completamente la ragione.

Nami mandò giù in un sorso quello che sarebbe stato per entrambi l’ultimo bicchiere, e si avvicinò alle labbra di Zoro per togliere via il sale, consapevole del fatto che non se ne sarebbe staccata più.

 

Si baciarono come non avevano mai baciato nessuno prima.

Le labbra si cercavano disperatamente, con un ardore e una passione totalmente fuori controllo.

Zoro scese con le mani ai fianchi di Nami, accarezzandola e stringendola a sé, mentre Nami teneva il viso dello spadaccino tra le mani e ogni tanto gli donava qualche lieve carezza.

Era come se baciarsi fosse la cosa più giusta e naturale del mondo, oltre che la più bella naturalmente.

Le labbra di Zoro si incastravano alla perfezione in quelle di lei, il lieve aroma di mandarino di Nami era perfetto per il sapore di Rhum e Tequila di lui.

E ogni volta che le lingue si sfioravano un intenso brivido li coglieva entrambi, portandoli a baciarsi e toccarsi con ancor più passione.

Dopo qualche minuto, o forse ora, Nami si staccò da lui, ansante e con il sorriso sulle labbra.

La mente confusa le suggeriva che doveva sbrigarsi a prendere fiato e ribaciarlo, perché non le era mai capitato niente di così bello in tutta la sua vita.

Zoro la guardò negli occhi, ammaliato, e fece un piccolo ghigno, molto poco rassicurante.

Nami si indispettì appena quando vide che Zoro si muoveva e la rimetteva a terra. Cosa diavolo stava pensando la mente bacata dello spadaccino? Per un secondo, il terrore che lui non volesse che il bacio si ripetesse la colpì. Che avrebbe fatto d’ora in poi se Zoro non avesse voluto quello che era appena successo?

“Zoro” lo chiamò con voce un po’ troppo acuta.

“Aspetta” le rispose quello, mentre cercava di prendere qualcosa per terra.

“Che diavolo…” cominciò lei, ma si interruppe appena notò cosa cercava di afferrare lo spadaccino.

Quella saliera stava dando tropi problemi, come mai ce n’erano ben cinque ora? E perché giravano così vorticosamente senza farsi prendere? Dannate…

Zoro riuscì infine nel suo intento e prese un pizzico di sale tutto soddisfatto.

Tornò a guardare la compagna, ghignando, e si stese su di lei.

“Credo” disse Zoro, prima di fare qualsiasi altra cosa “di essere decisamente andato”.

Nami scoppiò a ridere, e lui con lei. “Anche io” rispose tra le risate la navigatrice, allacciandogli le braccia attorno al collo e spingendolo di più verso di lei.

“Credo che tocchi a me” concluse lui, mentre le baciava piano sulle labbra.

Di nuovo fu passione, frenesia.

La bocca di Nami era la cosa più deliziosa che avesse mai assaggiato…

Dio, come la voleva…

Si staccò un attimo dalle sue labbra per baciarle il mento, la mandibola, il collo soffice facendola mugolare estasiata.

Si concentrò un po’ sul collo di lei, dove la pelle cominciava ad essere nascosta dai vestiti, e birichino infilò una mano sotto la maglia, per accarezzarle la pelle soffice.

Con un movimento veloce, le tolse la maglietta – spargendo il pizzico di sale un po’ ovunque perché si era scordato di averlo in mano – e la guardò affascinato.

I seni, perfettamente tondi e sodi,  erano seminascosti da dell’intimo di pizzo nero, e avrebbe avuto solo voglia di strapparglielo via e di assaggiare quelle meraviglie.

Con un po’ di fatica riprese il pizzico di sale, leccò leggermente sopra un seno, e glielo mise sopra.

“Ecco fatto” ammirò la sua opera come fosse un capolavoro, e poi guardò negli occhi di Nami per vedere se acconsentiva a fare quello che aveva in mente.

Uno sguardo decisamente divertito da parte della rossa lo convinse che ciò che desiderava era giusto, e che lo voleva anche lei.

Leccò via il sale, mandandolo giù e rabbrividendo perché senza la tequila aveva uno strano sapore –piacevole tuttavia.

Portò la mano dietro la navigatrice, sulla schiena, ad accarezzarla, e trovò subito l’allacciatura del reggiseno, che tolse con incredibile facilità.

Zoro si fermò un istante a pensare che Nami era davvero tutto ciò che aveva sempre cercato e voluto. Era bellissima, forte, intelligente… e con lei si divertiva da morire.

Erano perfetti, insieme.

Zoro scese col collo di Nami ad inspirare quella fragranza inebriante che la caratterizzava sempre. Poter stare così vicino a lei, poterla toccare… gli piaceva tanto, troppo.

 

In pochi istanti, con la frenesia di avere di più, gli abiti di entrambi avevano raggiunto la maglia della navigatrice da qualche parte del pavimento.

Si guardarono, estasiati, e capirono che non c’era motivo di aspettare oltre.

Con un’unica spinta, decisa e veloce, Zoro entrò in lei, portandola in paradiso.

Era qualcosa di magico, di mai provato prima.

Era…perfetto.

Così bello da non poter essere descritto a parole, così intenso…

La stanza si riempì in fretta dei gemiti di entrambi, che a ogni spinta aumentavano di volume ed intensità.

In cuor suo, Nami sapeva bene che tutto ciò l’avrebbe provato solo con lui. Mai, con nessun’altro uomo, sarebbe stato così bello.

Continuarono questa sensuale danza fino alle prime luci dell’alba, quando un intenso orgasmo li colse entrambi, lasciandoli sudati e tremanti dalla passione.

Dopo un solo secondo, Zoro la prese Nami in braccio e, barcollante, si diresse alla camera da letto per un meritato riposo.

“Nel caso in cui” cominciò lui, prima di addormentarsi “domattina non dovessimo ricordare nulla…” mormorò, guardandola. Scese a baciarla dolcemente, mentre le accarezzava piano una guancia. “Voglio che tu sappia che non ti lascerò tanto facilmente nelle mani di qualcun’altro” concluse, con voce roca.

“Zoro” rispose lei, sbadigliando appena “non voglio stare con nessun altro”

Si strinse di più a lui, respirando rumorosamente e decretando la fine della breve discussione.

Zoro chiuse anch’esso gli occhi, e si rilassò contro di lei, tenendola saldamente tra le braccia.

Desiderò, come ultimo pensiero, di ricordarsi perfettamente tutto ciò che era successo quella notte.

E desiderò anche che si ripetesse, perché mai in vita sua aveva provato niente di simile.

 

 

SPAZIO DELL’AUTRICE:

Rieccomi qui col quarto capitolo! Che ne pensate?

Ho una piccola premessa da fare: mi sono ispirata tantissimo per questo capitolo alla ficUnder the table” di Lady Bracknell, specialmente al penultimo capitolo.

Potete trovare qui: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=90957&i=1 il link della traduzione in italiano fatta dalla grandissima Nonna Minerva. Ve la consiglio, veramente, perché è un capolavoro (considerate che Harry Potter non mi fa impazzire, ma la fic è interamente sul rapporto Remus/Tonks, che adoro).

Mi raccomando, fatemi sapere se per voi è necessario il cambio di Rating, io ho lasciato arancione perché non mi è parso troppo spinto (ho scritto e letto di peggio, credetemi).

Per qualsiasi consiglio, suggerimento, parere fatemi sapere!!

Un grazie gigantesco va a tutti coloro che hanno commentato, che hanno aggiunto la fic ai preferiti e alle seguite.

Scusatemi se non vi ringrazio uno ad uno, ma prometto di farlo nel prossimo capitolo! ^^

Un bacio a tutti!

P.S.: preparate i fazzoletti, l’insulina e qualsiasi altra cosa vi possa aiutare contro il diabete, il prossimo capitolo si prospetta dolce e zuccheroso da far venire la nausea! *__*

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Capitolo 5
*** And so... ***


Quinto giorno:

Eccoci giunti al quinto giorno…

La fic sta giungendo al termine!

Ancora uno o due capitoli ed è fatta…

Intanto, spero che questo vi piaccia!

Buona Lettura

 

 

5° Giorno

And so…

 

 

Un timido, tiepido raggio di luce fece capolino tra le inferiate della finestra, strisciando lento verso il letto su cui riposavano i due amanti, illuminandoli appena

La mano di Zoro era dolcemente impigliata tra i capelli di Nami, mentre la teneva ben salda a sé.

Nami era già sveglia da qualche minuto, e si beava del contatto con lo spadaccino.

Era terribilmente confusa. E provava una strana sensazione alla testa, come se un esercito le stesse marciando sul cranio.

Tuttavia, la presa di Zoro dietro al suo collo, riusciva a darle piacere, e a limitare il dolore.

Aveva un buco nero della sera precedente, e appena si accorse di essere nuda si fece prendere dal panico.

Però… Il calore di Zoro accanto a lei e quel dolcissimo abbraccio che le stava donando erano riusciti a rilassarla completamente di nuovo.

Stava quasi per riaddormentarsi quando sentì che Zoro si stava svegliando.

Chiuse gli occhi, per istinto, e fece finta di dormire.

Non sapeva come affrontarlo, cosa dirgli… e si vergognava da morire per quelle ore che aveva rimosso con tanta facilità.

Zoro si staccò da lei, sbadigliando sonoramente e stiracchiandosi. Aveva un mal di testa allucinante, ma sembrava poterlo reggere. Aveva passato di peggio.

Per una frazione di secondo pensò che ne era valsa la pena, e come un fulmine a ciel sereno si ricordò della notte trascorsa con la compagna.

Diavolo, era stata la notte migliore della sua vita.

Si voltò a guardarla, appoggiato a un fianco. Era così dannatamente bella…

Perfetta quasi.

Non aveva mai provato niente di simile in vita sua, mai per nessuna donna.

Non poteva fare a meno di lei, e tutto ciò che desiderava era poterla amare.

Sì, ora poteva affermare con sicurezza di esserne innamorato, e questa nuova consapevolezza gli scaldava l’animo, lo riempiva di soddisfazione e felicità.

Non riuscì a resisterle, si avvicinò a lei, sfiorandola appena col proprio naso, prima di sporgersi su di lei a baciarla.

La navigatrice pensò di stare per morire di infarto.

La stava baciando. La stava baciando per davvero, e cavoli… era semplicemente perfetto.

Dolce, timido, leggero… non avrebbe mai pensato che Zoro fosse in grado di dare baci simili.

C’era da sciogliersi, o da morire di tachicardia.

E la cosa più importante era che lui era consapevole di ciò che stava facendo.

Aveva giustificato il bacio che Zoro le aveva dato due giorni prima come un atto dettato dalla febbre, o come un ringraziamento per essersi presa cura di lui, ma ora…

Non sapeva davvero darne giustificazione.

Zoro era tranquillo, ricordava la conversazione avuta prima di addormentarsi.

Nami voleva stare con lui, solo con lui.

Sorridendo, si rimise a guardarla innamorato.

Le labbra di Zoro avevano sfiorato quelle di Nami per un lungo istante, senza particolari approfondimenti per paura di svegliarla. Eppure in un solo secondo era riuscito a far venire il principio di infarto a Nami. Probabilmente, se lei non fosse stata sdraiata sarebbe svenuta per l’intensità di ciò che provava.

Era certa di amare Zoro più di ogni altra cosa. Lo trattava male, certo, ma era solo una maschera difensiva per nascondere i suoi veri sentimenti.

Dopo qualche minuto – giusto il tempo per far riprendere il suo povero cuore – Nami finse di svegliarsi, facendo una delle sue migliori facce perplesse.

“Buon giorno” le disse lo spadaccino, guardandola intensamente.

Quegli occhi l’avrebbero risucchiata prima o poi. Ci si sarebbe persa dentro, e non sarebbe più emersa, lo sapeva.

Nami ricambiò lo sguardo, e Zoro pensò che non sarebbe riuscito a resistere oltre. L’avrebbe presa seduta stante e l’avrebbe fatta sua ancora.

Che…” cominciò lei, stropicciandosi gli occhi “Che mal di testa…”

Le era sembrata la cosa più intelligente da dire, soprattutto considerato che da quando Zoro si era staccato da lei il mal di testa si era triplicato.

“Già” rispose lui, cercando qualcosa in lei. Voleva sapere cosa ne pensava di ciò che era successo la notte precedente, voleva sapere cosa sarebbe successo da quel momento in poi.

Si potevano reputare amanti? Compagni? O amici che bevono troppo e finiscono a letto assieme?

“Sono così confusa…” parlò lei, premendosi una mano sulla tempia che pulsava ferocemente.

“Confusa?” chiese lui, guardandola sorpreso.

Che abbiamo fatto ieri?” chiese lei, allora, chiudendo gli occhi un attimo “Mi sento come se mi avessero bombardato l’anticamera del cervello”

Zoro sospirò, alzandosi dal letto e mettendovisi seduto sopra. Lasciò intravedere la schiena nuda, mentre si copriva con un paio di pantaloni.

“Non so Nami” rispose lui, alzandosi definitivamente “io non ricordo praticamente niente”

Se ne andò in sala, senza degnarla di uno sguardo.

Quella, era la prima volta che Roronoa Zoro mentiva.

 

 

Sotto il getto dell’acqua ghiacciata la testa le sembrò riprendere lucidità.

Dato che Nami non ricordava nulla di quello che era successo la sera prima, pensò di fare il punto della situazione una volta per tutte.

Era nuda.

Era nuda in un letto assieme a Zoro.

E l’unica cosa che ricordava era la quantità abnorme di alcol che aveva ingerito.

Tirando le somme, c’erano ben poche possibilità.

Era successo qualcosa tra lei e Zoro e, sciocca, lei aveva rimosso tutto.

Chiuse gli occhi per un istante.

“Io non ho mai… fatto sesso sotto la doccia”

“Scherzi? E’ una delle cose migliori di sto mondo!”

“Non ho detto che non ho mai fatto sesso, ho detto che non l’ho mai fatto sotto la doccia!”

“Ho capito, ma sotto la doccia è… dovresti provare, veramente”

Nami sospirò, schiudendo gli occhi e le labbra. Avrebbe voluto Zoro lì con lei, pronto a dimostrarle la sua teoria.

La navigatrice spalancò gli occhi, per lo stupore.

Ricordava qualcosa.

Il bacio che lei gli aveva dato, con la scusa del sale.

Le mani di Zoro che la accarezzavano, frenetiche.

Com’era andata a finire?

Non riusciva a ricordarlo.

Sentiva solo dentro di sé un grande senso di appagamento.

 

 

Zoro sollevò i pesi innumerevoli volte, cercando di scacciare qualsiasi pensiero dalla sua mente.

La verità era che lui si reputava solo un terribile codardo.

Le aveva mentito, non era riuscito a dirle che ricordava – eccome se lo ricordava – ciò che era successo la notte precedente. Ed era stata anche una notte memorabile.

Non che lui avesse tutta questa esperienza in materia, dopotutto era stato solo con un paio di donne nella sua vita prima di entrare nella ciurma di Rufy, ma da che ricordava non aveva mai provato niente del genere.

Era stato… l’apoteosi. Il Piacere allo stato puro.

E il problema fondamentale era che si era davvero innamorato di lei. Da quando era riuscito ad assaggiarla non aveva fatto altro che pensare per tutto il tempo che non avrebbe voluto baciare, toccare nessun’altra in tutta la sua vita.

“Non voglio stare con nessun altro” gli aveva detto Nami. Era vero?

O era solo una frase detta per il troppo alcol in circolo nel corpo?

Lui stesso, anni prima, era stato con una donna solo perché ubriaco fradicio.

Riprese a sollevare i pesi, mentre la mente vagava.

Probabilmente sarebbe stato tutto troppo sbagliato.

Stare con lei, mentre il resto della ciurma pensava a realizzare i propri sogni.

Loro che avrebbero fatto?

No, i loro fini erano più importanti dei sentimenti.

Zoro non poteva permettersi distrazioni del genere, e Nami sarebbe stata una distrazione completa, totale, a 360 gradi.

Tuttavia, mentre faceva questi pensieri, il peso dei sentimenti lo opprimeva al cuore, in una morsa dolorosa, come il taglio profondo lasciato da una spada dopo la sconfitta.

Doveva reputare il suo rapporto con Nami una sconfitta?

No.

Doveva trovare il coraggio.

Non sono una persona, pensò lo spadaccino, che si arrende così facilmente. Troveremo il modo…

 

I suoi pensieri furono interrotti da una furia rossa che si avventava su di lui.

Il peso che stava alzando cadde a terra con un tonfo, mentre Nami gli dava un forte pugno in testa.

“Aia! Ma sei impazzita?” urlò lui, guardandola negli occhi.

“Tu” gli rispose “Tu te lo ricordi, vero?” Lo guardò, accusatoria, mentre lui raccoglieva il peso da in terra.

Ok, Nami era arrabbiata.

Era giunta alla conclusione che lui sapesse esattamente cos’era successo la notte prima, o non si sarebbe spiegata il bacio che le aveva dato quando credeva che stesse dormendo. Ci aveva pensato su e anche lo sguardo che le aveva rivolto quando l’aveva vista sveglia le aveva dato molto da pensare. E, soprattutto, ne aveva avuto la certezza quando si era accorta del repentino cambiamento d’umore dello spadaccino, prima tutto dolce e sensuale, poi freddo e distaccato non appena lei gli aveva detto di non ricordare la notte precedente.

Quindi, tirando le somme, era successo qualcosa di grosso.

La cosa che più le dava fastidio era che Zoro non aveva mai mentito, mai. E il fatto che per la prima volta lo avesse fatto proprio con lei, la faceva soffrire.

Zoro non rispose, cercando freneticamente nella sua mente una via di fuga.

Non voleva mentirle, non di nuovo.

Cosa vuoi sapere?” le chiese, guardandola nuovamente.

Si sedettero, su uno dei divanetti, e Nami si avvolse attorno alle spalle una coperta.

L’acqua della doccia era davvero troppo fredda, e Nami sentiva ancora su di sé il ghiaccio pungente.

“Voglio sapere perché mi hai mentito” rispose lei, abbassando lo sguardo.

Non sapeva cosa pensare. Zoro era un uomo d’onore, non l’avrebbe mai fatto se non per una giusta causa.

“Sinceramente” iniziò lui “non ne ho idea. Ho pensato che fosse il modo più facile…”

“Più facile? Per cosa?” Lo guardò nuovamente, e lo trovò incredibilmente sexy. Aveva solo i pantaloni addosso, e illuminato dalla luce del fuoco il suo volto le sembrava più adulto. Un uomo a tutti gli effetti, dannatamente bello.

“Per evitare di parlare della notte scorsa” rispose lui, sospirando. Si fermò a guardare un punto indefinito davanti a sé, immerso nei suoi pensieri.

“Zoro… cos’è successo?” gli chiese, con un tono di voce che non ammetteva bugie, né risposte evasive.

“Diavolo Nami…” rispose lui “…che vuoi che sia successo?” La guardò in modo eloquente, e continuò con un sospiro “…abbiamo fatto sesso. E se lo vuoi proprio sapere è stata la notte migliore della mia vita”.

Zoro sospirò, frustrato, e appoggiò il viso alle mani. Il mal di testa era calato notevolmente, ma il fatto che Nami non ricordasse niente lo faceva stare, se possibile, anche peggio.

Nami invece, nel giro di un secondo, aveva ricordato ogni cosa.

Appena Zoro le aveva detto che avevano fatto sesso, aveva sentito le mani dello spadaccino su di sé, aveva rivissuto il suo sapore e il piacere intenso che gli aveva donato.

I mormorii, i sospiri, i gemiti, tutto.

Tutto.

Ricordava ogni singolo dettaglio come se fosse accaduto cinque minuti prima.

Dannazione. Aveva toccato il paradiso con lui, e se l’era scordato. Era stata la notte migliore della sua vita, concordava con lui.

Cazzo” parlò lei, un attimo dopo “mi sono ricordata ogni cosa”.

Zoro la guardò, inarcando un sopracciglio.

Quando ho capito che tu non ricordavi niente…” cominciò lui, scusandosi “…ho pensato che fosse meglio così… per entrambi. Rimuovere tutto, o far finta che non fosse successo niente”.

“Allora…” disse lei, cercando di contenersi dall’attacco d’ira crescente “tu vorresti fare finta di niente??

“No” sussurrò lui, guardandola. Le accarezzò una guancia lentamente, mentre si avvicinava a lei nuovamente. Le sue labbra parevano così invitanti e dolci…

Quindi?” chiese lei, bisbigliando appena.

Zoro non resistette oltre e si chinò a baciarla con passione.

E Nami non potè far altro che rispondere al bacio, con tutta la passione e il sentimento che poteva.

Non aveva niente a che vedere col bacio della mattina, né con tutti gli altri baci che si erano scambiati fin’ora. Era un bacio totalmente nuovo, nel quale entrambi misero tutti i sentimenti verso l’altro, era un bacio che sapeva di certezze e d’amore.

E mentre si baciavano, le mani di Zoro si infilarono istintivamente sotto la maglia di Nami, facendola rabbrividire.

Si fermarono per un istante e si guardarono negli occhi.

C’era qualcosa di magico in quel momento, era tutto assolutamente perfetto.

Le labbra si rincontrarono e la passione crebbe fino a scoppiare.

La stanza, in poco, fu nuovamente piena dei loro sospiri.

 

 

La lucidità della situazione aveva un non so che di sconvolgente per Nami.

Erano avvinghiati tra loro, coperti dalla logora coperta sul quel divano ormai scassato.

E Nami era consapevole di non essere mai stata meglio in vita sua.

Si sentiva appagata, felice, in pace con se stessa.

E innamorata.

Zoro baciò la compagna su una tempia, strusciandosi piano col naso, scendendo fino al collo.

Quanto gli piaceva l’odore di Nami…

Cominciò a baciarle l’incavo del collo, salendo verso il mento, mordicchiandola qua e là.

Sentire i mugolii di Nami, lo mandava in estasi, aveva quasi voglia di ricominciare a fare l’amore con lei…

Con uno scatto, lo spadaccino le salì sopra, e riprese a baciarla con passione.

Decisamente, non si sarebbe mai stancato di lei.

“Zoro” bisbigliò lei, in estasi. “Forse…mi serve qualche minuto per riprendermi…”.

Effettivamente aveva ancora il fiatone dall’atto d’amore di pochi minuti prima, ma pensare di ricominciare di nuovo la eccitò fuori misura.

Zoro mosse una mano ad accarezzarle un fianco, insinuandosi verso l’interno coscia, per finire con il raggiungere la sua femminilità, con la quale cominciò a giocherellare. Sorrise, mentre le baciava nuovamente.

“Sciocchezze” le rispose dopo un attimo, mentre lei non poteva far altro che gemere e contorcersi sotto i suoi tocchi – naturalmente voleva di più.

“Sei pronta a prendermi di nuovo” le bisbigliò, sensuale, all’orecchio.

Nami lo strinse a sé, mentre con un gemito confermava la sua teoria.

E con una spinta, Zoro fu di nuovo dentro di lei.

 

 

Quando Nami aprì gli occhi, era già calata la sera.

Si girò verso il compagno, che dormiva ancora placidamente, e non potè far altro che sorridere.

Sembrava così dolce e indifeso mentre dormiva… Nami ridacchiò pensando a quanto in realtà fosse bastardo e passionale da sveglio.

“Zoro” lo chiamò, svegliandolo con qualche lieve bacio.

Lui mugugnò qualcosa, poi si decise ad aprire gli occhi. E quello che vide gli piacque moltissimo.

Nami, con i capelli tutti arruffati e le guance leggermente rosse lo guardava innamorata.

Si sporse verso di lei, dandole il “buongiorno” con un bacio.

Nami ridacchiò. “Ma come siamo dolci…” gli disse, canzonandolo.

Zoro sorrise, malizioso, mentre la attirava maggiormente a sé.

“Credevo che avessi capito che sono molto più che dolce” sghignazzò lui, mentre i bacini cocciavano tra loro. Nami si ritrovò contro l’erezione di lui.

“Ancora?” chiese, alzando gli occhi al cielo.

“Non è colpa mia se mi fai quest’effetto” si scusò, lui, abbracciandola.

Passarono qualche minuto in silenzio, mentre Zoro giocherellava con una ciocca di capelli di Nami.

“Sai…” irruppe lei, dopo attimi di silenzio “…domani dobbiamo tornare sulla nave”.

Zoro la guardò negli occhi, aspettando che continuasse.

“Avremo un paio d’ore di sole, se ci va fatta bene saranno addirittura tre… dovremo sfruttarle per tornare dagli altri” disse, abbassando lo sguardo sul petto dello spadaccino. La cicatrice sporgeva da un angolo della coperta.

E ti dispiace?” chiese lui, accarezzandole una guancia.

Nami sospirò, poi lo guardò negli occhi.

“Mi mancherà questo posto” disse lei, con un velo di malinconia nella voce. Zoro la bacio su una tempia, poi sorrise sghembo.

“Effettivamente” sghignazzò lui “avremo ben poche occasioni sulla nave di stare così in tranquillità…”

“E in intimità” concluse lei al posto suo.

Sospirò nuovamente, sporgendosi a baciarlo.

“Vedrai che troveremo il modo” la rassicurò lui.

Nami lo osservò ridacchiare, e lo guardò perplessa.

Perché stai ridendo?” chiese lei, sorridendogli.

“Stavo pensando…” rispose, gli occhi che brillavano nell’oscurità “…alla faccia del cuoco quando lo verrà a sapere”

Nami gli diede un pugno in testa.

“Cretino” lo sgridò “non possiamo dirglielo… ci resterebbe secco”

Zoro la strinse a sé, con forza.

Mugolò qualcosa contro il suo collo, poi le disse “Voglio che tutti sappiano quanto ti amo” con voce roca e sensuale.


“Mi… mi ami?”

 

 

SPAZIO DELL’AUTRICE

*Ta daaaaaaaan*

Ok, sì lo so, il capitolo non conclude niente… ma mi sembrava che ci stesse bene un po’ di suspance… XD

Ringrazio tantissimo:

 

1 - caciottina
2 - Cedric_Diggory_is_my_love

 
3 - DiannaDax
4 - Jemanuele8891
5 - kyo250
6 - MaKiCo
7 - nuvia
8 - ny152
9 - oklaoma
10 - princessnami

11 - sakuratvb
12 - Sayuri_91
13 - Shavanna
14 - xmirax

15 - becky
16 - BULMA0219

 
17 - dubhe93
18 - elie84
19 - fary
20 - GIadyRoronoa
21 - Giulia Bosch
22 - glokky
23 - joey_ms_86
24 - mangafun1
25 - mikamey
26 - Namikun
27 - silvershadow88

Per aver messo la fic nelle preferite/seguite.

Siete tantissimi, e mi fate davvero davvero contenta… Non immaginate neanche quanto!!

E rispondo singolarmente alle vostre recensioni:

 

Rolo: E finalmente sì!! Come diavolo avranno fatto a resistere non lo so.. me lo domando anche io… XD Spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo… :)

 

Cedric_Diggory_is_my_love: Sono felice che ti sia piaciuto il capitolo!! Che te ne pare di questo? *__* 

 

Kyo: Grazie mille per i complimenti… arrossisco!! La gara di giochi alcolici era un po’ che la immaginavo, così ho colto l’occasione e l’ho inserita nella fic… Sono contenta che sia piaciuta, era la parte che più preferivo di tutta al storia =DDD

 

Tsuki: ecco qui! Finalmente l’ispirazione è uscita!! Sono molto contenta che la fic ti piaccia, grazie per il sostegno che mi hai dato!!!

 

xmirax: grazie per la recensione!!! Spero che ti sia piaciuto questo capitolo, anche se alla fine non è venuto poi così estremamente dolce… XD

 

Grazie di cuore a tutti!

Un bacio

Al prossimo capitolo!!!

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Capitolo 6
*** Ritorno ***


6° Giorno

 

6° Giorno

Ritorno

 

“Mi… mi ami?” Nami lo domandò con voce strozzata, leggermente in preda al panico.

D’accordo, aveva ammesso a se stessa di amare Zoro sopra ogni cosa, ma prima di dirlo con tanta leggerezza ce ne voleva…

“Mi sembrava di avertelo dimostrato abbastanza” rispose lui, stringendola a sé.

Il cuore di Nami perse un battito, per poi riprendere a correre forsennato.

Zoro le posò qualche dolce bacio lungo il collo, facendola rabbrividire.

Passò qualche istante, prima che Zoro si decidesse a parlare di nuovo.

“Nami…” la chiamò, lei rispose con un mugolio.

Si guardarono negli occhi, intensamente, prima di sfiorarsi le labbra a vicenda in un breve bacio.

“Tu sei mia” concluse lui, bisbigliando e riprendendo a guardarla negli occhi.

 

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“Dovremmo aver preso tutto” disse la ragazza, guardandosi attorno. Zoro annuì, piano.

L’alba era passata da poche ore, ma ancora il freddo all’esterno della baita era pungente.

Entrambi si erano ritrovati costretti a “prendere in prestito” alcuni cappotti pesanti dall’armadio, da mettere sopra ai propri vestiti per ripararsi dal freddo.

Alla fine si erano decisi a non dire niente al resto della ciurma, almeno per il momento.

Valutando attentamente i pro e i contro avevano stabilito che l’equilibrio della ciurma e la sanità fisica e mentale di entrambi erano due ottime scusanti per tenere nascosta la relazione.

Lo spadaccino si avvicinò a Nami, baciandola velocemente sulle labbra.

“Sei sicura” le bisbigliò all’orecchio poco dopo “che non ci basti il tempo per…”

“No!!” urlò lei, interrompendolo, prima che potesse lasciarsi andare troppo.

Zoro ridacchiò, sorpassandola e aprendo la porta della baita.

“Scherzavo” ammise, girandosi a guardarla. Nami alzò lo sguardo al cielo, poi lo seguì silenziosa attraverso la porta.

Uscirono dalla baita, assicurandosi che la porta fosse chiusa bene da una pesante trave di legno e, finalmente, si incamminarono verso la Sunny.

 

Quando finalmente intravidero la loro splendida nave all’orizzonte, si sentirono a casa.

Quasi commossi, trattennero il fiato per qualche istante, fermandosi ad ammirare il panorama.

Il cielo era grigio scuro, denso di nuvole, ma si vedeva distintamente che sopra l’oceano le nuvole si diradavano lasciando spazio a una splendida giornata.

La Thousand Sunny regnava sul mare piatto, e brillava sotto i raggi del sole come se fosse stata ricoperta d’oro.

Zoro si voltò verso la navigatrice, che fissava ammirata il paesaggio suggestivo. Poco dopo se ne accorse, così si girò con aria interrogativa verso di lui.

“Sei bellissima” disse lo spadaccino, come se avesse dovuto dare una spiegazione.

Nami arrossì, imbarazzata, portando lo sguardo al terreno fangoso sotto i loro piedi.

Non si era neanche accorta che Zoro si era avvicinato a lei, così quando rialzò lo sguardo si stupì di trovarlo così vicino. Istintivamente, Nami portò una mano ad accarezzargli il volto, mentre lui si sporgeva su di lei per baciarla con passione. Si baciarono con forza, stringendosi, come se quello fosse stato l’ultimo bacio che si scambiavano alla luce del sole.

Ancora non sapevano quanto si sbagliavano…

 

Raggiunsero la nave dopo una ventina di minuti, ansanti e bagnati fradici.

Li aveva sorpresi la pioggia che, bastarda, a causa del vento crescente aveva cominciato a scendere in anticipo.

Quando arrivarono alla nave fecero appena in tempo a scambiarsi un ultimo sguardo complice, prima di essere richiamati dalle urla estasiate di Rufy.

 

La prima a venirgli incontro fu Robin, che li salutò raggiante.

“Bene” disse l’archeologa, con un sorriso malizioso. “Sono lieta di vedere che avete seguito il mio consiglio” ridacchiò piano, guardando Nami negli occhi.

Si fermarono davanti alla porta della cucina, giusto il tempo di riprendere fiato.

“Di che parli?” chiese Nami, guardandola stralunata.

Robin sorrise.

“Ve lo si legge in faccia” rise, allegra “che ci avete dato dentro” non appena ebbe finito la frase, aprì la porta della cucina e vi si fiondò dentro.

Nami arrossì, tremendamente, mentre Zoro scrollava le spalle ed entrava nella stanza.

 

Erano salpati solo da qualche ora, e già Nami sarebbe voluta tornare indietro. Le mancavano le carezze rudi e impacciate – e allo stesso tempo così dannatamente sensuali – dello spadaccino, le mancava sentire il calore della sua pelle.

Nami sospirò, mettendosi una mano nei capelli arancioni e scompigliandoli in una massa disordinata.

“Che succede Nami?” le chiese Robin. Le due ragazze si stavano beando del calore del sole, stese a poppa sugli sdrai.

“Niente Robin, stavo solo pensando” rispose la navigatrice, poco convinta. Nico Robin sollevò gli occhiali da sole, e si voltò versi la balaustra.

Un piano sopra loro, appena davanti ai mandarini di Nami. Si appoggiava Zoro, perso a guardare la rossa. Robin sorrise, soddisfatta.

“Credo proprio” bisbigliò l’archeologa “che anche qualcun altro abbia i tuoi stessi pensieri” ridacchiò. Nami la guardò perplessa, voltandosi verso di lei e chiedendole cosa intendesse.

“Lo spadaccino” indicò con un gesto del capo. Nami lo beccò a guardarla, innamorato come non mai. Arrossì, e si rimise sdraiata a occhi chiusi, ignara del cuoco che aveva raggiunto Zoro sulla ringhiera.

 

“E’ splendida vero?” domandò Sanji, appoggiato alla balaustra come Zoro.

“Scusa?” domandò in risposta il verde.

“Non fare il finto tonto” rispose ancora Sanji, accendendosi una sigaretta “lo sai che parlo di Nami-san”.

Zoro appoggiò il capo a una mano, perdendosi a guardarla di nuovo.

“Sì, lo è” rispose con voce bassa dopo pochi attimi di silenzio.

Sanji prese una boccata di fumo, aspirando in una buffa nuvoletta grigio-biancognola.

“La ami”. Non l’aveva domandato, era più un’affermazione.

Rimasero in silenzio per qualche minuto, poi Sanji parlò di nuovo.

“Sai, io amo tutte le ragazze”. Zoro si voltò a guardarlo, non capiva dove il cuoco volesse andare a parare.

“Nami è di una bellezza sconfinata” Sanji prese un’altra aspirata di fumo “spero che sia felice con te” concluse.

Zoro lo guardò strabuzzando gli occhi. Gli stava dando la sua benedizione?

Non se ne rese nemmeno conto, ma aveva espresso il pensiero ad alta voce.

“In un certo senso sì…” rispose il biondo “Credo che un’avvertenza sia d’obbligo”.

“Del tipo se la fai soffrire ti uccido?”

“Ti assicuro che in quel caso imploreresti la morte” concluse.

Zoro ghignò, rassicurato.

Non sarebbe mai successo,  non ce ne sarebbe stato bisogno.

Parola d’onore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Epiloghino (XD) :

 

Zoro continuava ad alzare i pesi, instancabile, nell’oscurità della notte.

Il dolce cullare delle onde del mare avevano sempre avuto un ottimo effetto su di lui.

“Ancora ad allenarti?” ridacchiò una voce, ben conosciuta da lui.

Si voltò verso di lei, rimanendo per qualche secondo folgorato dalla sua bellezza.

Si sarebbe mai abituato a lei?

No, probabilmente.

“No, per stasera ho finito” rispose lo spadaccino, adagiando i pesi a terra. Si sporse su di lei, a baciarla.

“Credo che una doccia ti farebbe bene, sai?” rise Nami.

“Vieni con me?” propose lui, bisbigliandole sensuale all’orecchio.

“Certo”

 

 

 

 

Spazio dell’Autrice:

Ragazzi, è davvero finita.

Sono un po’ emozionata, un po’ commossa, un po’ sollevata.

Tante emozioni frullate e stipate dentro di me.

Vi ringrazio con tutto il cuore, a tutti, per avermi seguita, avermi dato la forza.

Senza di voi questa sarebbe rimasta una delle tante icone di word della mia cartella “pippefic”.

Grazie soprattutto a:

-         sakuratvb: Sono davvero felice che ti sia piaciuto il capitolo precedente! Fammi sapere come ti sembra il finale!! Grazie per avermi sempre seguita, ti adoro!

-         Xmirax: le tue recensioni mi commuovono sempre… mi fai tanti di quei complimenti che non hai idea di quanto tu mi faccia felice! *__* Spero di non averti deluso con questa mezza schifezza di capitolo finale… :D

-         HimeChan: ehehehhe! Io Zoro me lo immagino così, una sexmachine sempre pronta all’azione (XDDD)… Grazie per i complimenti, arrossisco! *.*

-         Tsukichan: tesoro, non ti preoccupare… so che appena hai tempo leggi sempre tutte le cazzate che scrivo… *__* Grazie per la recensione, davvero. :)

-         Lucy94: Grazie anche a te per avermi sempre seguita così fedelmente! E’ stato davvero importante per me… :D Fammi sapere cosa ne pensi dell’ultimo capitolo! Ci sentiamo alla prossima fic!! XD

-         Rolo: mannaggia a te! XD Lo sai che è colpa tua se ho finito questa schifezza di fic… Vabbè dai, lo sia che in fondo ti aaaaaaaamooooo taaaanto tanto…

Grazie infinite anche a tutti quelli che hanno inserito la fic tra le seguite e le preferite. Mi dispiace non potervi citare tutti ma siete davvero tanti, vi adoro!!!

 

Un bacio a tutti,

alla prossima fic!

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