Non c’e mai stato spazio per entrambi

di Miharu_phos
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ti odio, Caleb Stonewall ***
Capitolo 2: *** Ti odio, Jude Sharp ***
Capitolo 3: *** Ancora tu?! ***



Capitolo 1
*** Ti odio, Caleb Stonewall ***


 

 

 

Jude ricordava benissimo la prima volta in cui aveva incontrato Caleb.

 

Ricordava la rabbia che gli bruciava nel petto, le sopracciglia inarcate, i denti stretti, le mani chiuse in due pugni mentre fremevano dalla voglia di prenderlo a cazzotti su quel ghigno irritante.

 

Come aveva spiegato l'allenatrice Shiller quel piccolo delinquente aveva convocato la Raimon tramite un falso messaggio, tutto per spingere la squadra fra le grinfie di Ray Dark.

 

L'ex allenatore di Jude era infatti evaso di prigione per fondare una nuova squadra, ancora più forte: la Absolute Royal Academy.

 

Fin da quando aveva ricevuto questa notizia il ragazzo era stato inquieto; quel malvivente era di nuovo a piede libero, dopo tutto il male che aveva causato. Era un vigliacco, e Jude tremava di rabbia soltanto a sentirne pronunciare il nome.

 

E quel ragazzino, Caleb Stonewall, era al comando della squadra, assieme ai vecchi compagni di Jude, Joe e David.

 

Quando questi ultimi si rivolsero al loro vecchio amico così carichi di odio e risentimento, il ragazzo non poté credere alle proprie orecchie: erano cambiati in modo radicale, sembravano altre persone.

 

Era stato proprio quel Caleb ad istigarli contro di lui, spingendoli a desiderare sempre più potere, sempre più forza, pur di riuscire a superare la più grande creatura di Ray Dark: Jude Sharp.

 

Le scuse del ragazzo non erano bastate; sotto l'influenza della pietra di alius i due giovani calciatori erano stati facilmente plagiati dal crestato, che sfruttando lo stato di rancore nel quale versavano a causa degli infortuni, era stato avvantaggiato nel convincerli a prestarsi ancora una volta agli sporchi propositi di Dark.

 

Jude davvero non riusciva a capire: si erano ribellati insieme, uno dopo l'altro, indignati dal comportamento del loro allenatore, eppure in quel momento i suoi ex compagni erano davanti a lui e gli ghignavano contro, desiderosi di ottenere da lui una vendetta che non aveva alcun senso.

 

Lui proprio non ci riusciva a vederli come nemici; provava nei loro confronti solo tanta pena e preoccupazione.

 

I due ragazzi avevano cominciato ad eseguire tecniche proibite altamente deleterie per il fisico, provocando così danni incredibili ai loro corpi già provati.

 

E tutto ciò era stato colpa di Caleb, che con pura crudeltà aveva fuorviato i due poveri ragazzi, sotto il controllo del loro malvagio allenatore.

 

Jude lo detestava.

 

Detestava più di ogni altra cosa quel maledetto atteggiamento strafottente, detestava la sua abitudine di mettersi le mani dietro il collo e parlare ad occhi chiusi, come se non gli importasse di quel che gli stava accadendo attorno.

 

Aveva continuato a farlo anche durante il viaggio in pullman per raggiungere la Royal, nel quale erano stati addirittura seduti vicini.

 

In quell'occasione Jude ne aveva approfittato per osservarlo meglio, nonostante avesse tentato di concentrare il suo sguardo fuori dal finestrino.

 

Tramite il riflesso però aveva potuto studiare bene il suo profilo, notando subito il tatuaggio che spiccava sulla sua testa rasata, sulla quale si ergeva una folta cresta di capelli mossi e castani.

 

Non c'era dubbio che il suo aspetto fosse a dir poco eccentrico, aspetto con il quale il suo carattere irritante si sposava alla perfezione, rendendolo semplicemente odioso.

 

Era con odio infatti che Jude lo aveva guardato per tutto il tempo, provando rabbia ogni volta in cui quella sua boccaccia si apriva per sputare cattiveria e veleno.

 

Durante la partita poi non aveva fatto altro che incitare i suoi compagni a mettere sempre più a dura prova i loro poveri corpi, fino ad arrivare al collasso.

 

Mentre David e Joe venivano soccorsi dall'ambulanza Jude rimase accanto a loro, ascoltando le loro scuse e cercando di confortarli, nonostante tutte le cattiverie che gli avevano rivolto durante la partita.

 

Sentire con le proprie orecchie quanta invidia e risentimento avevano provato nei suoi confronti, soprattutto David, lo aveva sconvolto.

 

Il ragazzo aveva ammesso di essersi sempre sentito inferiore nei confronti di Jude, che era stato per tutti quegli anni il favorito, il migliore, il più dotato agli occhi del loro allenatore.

 

Mai avrebbe immaginato di essere stato un così tale tormento per quelli che aveva considerato come dei fedeli compagni durante innumerevoli partite.

 

E invece aveva scoperto la verità che si nascondeva dietro la loro amicizia, ovvero un senso di inadeguatezza che col tempo aveva partorito astio e rancore, fino a spingerli ad un gesto tanto estremo come rischiare le loro vite pur di dimostrare la propria superiorità.

 

Tutto ciò aveva ferito profondamente il ragazzo, che non si era mai reso conto di quel che aveva provocato nei suoi amici, senza volerlo.

 

Si erano ripromessi di ritornare a giocare insieme e David era stato portato via, mente Jude continuava a pensare con odio a Caleb ma soprattutto a Dark.

 

Infondo anche quel ragazzo era a sua volta una vittima di quel criminale, ma ancora non riusciva a rendersene conto.

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Capitolo 2
*** Ti odio, Jude Sharp ***


 

Mediocre.

 

Ecco come Dark aveva definito il ragazzo al quale aveva affidato le redini della nuova Royal.

 

Caleb ascoltava le parole che gli venivano rivolte e sentiva il proprio cuore spezzarsi, la propria autostima dissolversi in un battito di ciglia.

 

-Non valeva la pena sprecare tutto questo tempo con te e quelle nullità dei tuoi compagni di squadra.-

 

Il mondo di Caleb stava cadendo a pezzi assieme ai suoi sogni e alle sue speranze di poter diventare finalmente qualcuno.

 

Si sentì tutto ad un tratto svuotato mentre l'uomo gli rivolgeva freddamente quelle parole, lo stesso uomo che aveva considerato come la sua guida assoluta ogni giorno negli ultimi mesi trascorsi sotto la sua direttiva.

 

Aveva creduto finalmente di poter cambiare vita, di diventare potente, forte, quello che sua madre aveva sempre voluto per lui.

 

Ma tutto quanto era svanito a causa dell'arrivo di Jude.

 

Quel Jude Sharp maledetto, un rivale impareggiabile, un obbiettivo a dir poco impossibile da raggiungere.

 

Caleb tentava di ricacciare indentro le lacrime mentre se ne stava nascosto ad osservare i ragazzi della Raimon raccolti attorno ai due infortunati vicino all'ambulanza.

 

Sembravano così amati, David e Joe.

 

I loro amici si preoccupavano per loro, soprattutto Jude che non aveva fatto che opporsi all'utilizzo delle tecniche proibite, contro l'istigazione di Caleb ad eseguirle il più possibile pur di segnare un'altra rete.

 

I due infortunati erano circondati da amici.

 

Lui invece era solo, di nuovo.

 

Di nuovo non aveva più un posto dove andare, di nuovo non aveva alcuna squadra a cui appartenere.

 

Sentì le labbra tremargli per l'amarezza, aveva così tanta voglia di sfogarsi che avrebbe volentieri preso a botte il primo malcapitato che gli fosse passato davanti.

 

Jude Sharp era stato una maledizione fin da subito per lui.

 

Dark l'aveva ribadito più volte che nessuno sarebbe mai riuscito a raggiungere il livello di perfezione del suo allievo migliore, e Caleb aveva raccolto la sfida, pronto a dimostrargli che lui sarebbe stato altrettanto forte, che poteva essere un regista, un capitano anche migliore di quello Sharp.

 

E invece lo aveva deluso.

 

Dark aveva riposto in lui la sua fiducia per poi pentirsene presto, dopo aver subìto il fallimento provocato da Caleb.

 

E tutto ciò pesava nel petto del ragazzo come un enorme macigno.

 

Era un incapace, il comandante aveva ragione; aveva fallito in modo vergognoso, non era stato capace di creare una squadra abbastanza forte, una squadra degna del suo allenatore e del suo leggendario pupillo.

 

Fu così che cominciò a nascere nel cuore di Caleb il più profondo odio verso il dotato regista.

 

Jude era sempre stato come una meta inarrivabile a cui puntare costantemente, ma mai nessuno era stato capace di eguagliarlo. E a causa sua tutti i sogni del ragazzo erano andati in frantumi.

 

L'umiliazione subita era talmente grande che Caleb volle continuare a covare dentro di sé quell'odio, continuando a nutrirlo giorno per giorno.

 

Riprese la sua solita vita, bazzicando fra scuola, casa e soprattutto strada.

 

Non smise mai però di seguire i successi della squadra che gli aveva distrutto il sogno di una vita, anche se in fondo non era più di tanto arrabbiato con loro.

 

Era Jude che detestava, era lui che prima o poi gliel'avrebbe pagata cara.

 

E Caleb lo promise a sé stesso, un giorno sarebbe riuscito a superarlo, un giorno lo avrebbe umiliato pesantemente e si sarebbe preso la sua rivincita.

 

Sarebbe riuscito a distruggere Jude Sharp, e niente glielo avrebbe impedito.

 

 

 

 

 

 

•••

 

Angolino strano

 

Questi primi due capitoli si basano sugli episodi 37 e 38 (seconda stagione).

Per i prossimi penso che passerò direttamente alla terza visto che non ci sono più incontri fino ad allora per quel che ricordo.

 

Come ho spiegato nel riassunto cercherò di essere accurata ma molte cose non specificate le dovrò inventare (tipo vi siete mai chiesti come faccia Caleb a scappare dal sottomarino in fiamme?) e ovviamente ci inserirò lentamente la fudokido hehe.

 

Bene non so cosa ne uscirà, in ogni caso grazie se deciderete di seguire la storia!❤️

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Capitolo 3
*** Ancora tu?! ***


 

 

Quando una forte pallonata venne sferrata verso Jude, il ragazzo la deviò con forza, mentre tutti i compagni raggruppati all'interno della palestra guardavano l'ultimo arrivato: cresta, occhi maligni ed un ghigno sul volto.

 

-Adesso ci siamo tutti- mormorò Hillman, lasciando di stucco tutti i ragazzi, increduli di fronte a quella figura che rinvangava ricordi fin troppo dolorosi.

 

-Come sarebbe a dire! Che cosa ci fa lui qui?!- la voce di David diede voce ai pensieri di Jude, altrettanto sconvolto.

 

L'allenatore richiamò l'attenzione di tutti, spiegando loro il motivo per cui erano stati convocati: ognuno di loro era stato candidato come possibile membro della squadra nazionale che avrebbe partecipato al FFI, e apparentemente Caleb era uno di questi.

 

I compagni cominciarono a fare delle osservazioni sul ragazzo; sembrava aver preso subito di mira Jude ed aveva cominciato a darsi delle arie, irritando gran parte della squadra;

 

E come se non bastasse, quando i ragazzi vennero divisi in due gruppi, il ragazzo venne inserito proprio in quello capitanato da Jude.

 

Fu proprio di questo che più tardi, senza mettersi d'accordo, Jude e Mark andarono a lamentarsi direttamente con il Mister, protestando sull'idoneità di Caleb a partecipare alle selezioni.

 

Jude proprio non capiva: dopo tutto quello che aveva combinato come poteva l'allenatore anche solo pensare di dargli una possibilità? Dopo tutto il male che aveva provocato a Joe e David solo un anno prima, per non parlare del suo odio nei confronti di Jude, che ostentava senza farsi problemi.

 

-Sarò io a decidere chi entrerà in nazionale, e chi invece ne resterà fuori Sharp, è questo lo scopo delle selezioni, chiaro?-

 

La voce del mister era decisa e autoritaria, e non lasciava spazio ad ulteriori lamentele.

 

Jude avrebbe avuto ancora così tanto di cui lamentarsi riguardo a Caleb, ma Hillman non gliene diede la possibilità, mettendo in chiaro che quel ragazzo, così come ognuno di loro, avrebbe dovuto dimostrare di meritare il suo posto nella squadra, e che pertanto ognuno avrebbe dovuto pensare per sé.

 

Più tardi, mentre chiacchierava sotto le stelle insieme a Mark, Jude spiegò finalmente quale fossero le sue sensazioni intorno alla presenza di Stonewall in squadra.

 

-Non sono sicuro di riuscire ad andare d'accordo con Stonewall. Ogni volta che lo guardo non riesco a non pensare a Dark-

 

Mark lo guardava preoccupato, Jude era sempre stato così padrone di sé e si, era capitato altre volte che si facesse prendere dalla rabbia o che avesse una particolare antipatia per qualcuno; ma quella volta sembrava diverso, il pensiero di Caleb sembrava quasi ossessionarlo, e Mark cominciò a temere che la loro inimicizia avrebbe potuto portare problemi all'interno della squadra.

 

Il rasta si mise in piedi, senza riuscire a distogliere i propri pensieri da quell'insopportabile ragazzo.

 

Sarebbe andato ad allenarsi direttamente alla Royal; in fondo quella scuola era stata pur sempre la sua casa, ed era certo che allenarsi lì lo avrebbe aiutato.

 

Ed una cosa era certa, il giorno dopo alla partita avrebbe dato il massimo, ed avrebbe dimostrato a quel Caleb che meritava il posto in nazionale molto più di lui.

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