le guardie di volterra

di Nila121
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tradimento ***
Capitolo 2: *** divisioni ***
Capitolo 3: *** furia e vendetta ***
Capitolo 4: *** missive e missioni ***



Capitolo 1
*** Tradimento ***


 
Capitolo 1: tradimento
 
Forks-bosco dietro la casa di Bella
 
Da due giorni ho una bruttissima sensazione alla bocca dello stomaco, come se dovesse succedere qualcosa di grave. Mi rende molto nervosa. In aggiunta alle mie sensazioni preoccupanti c’è il comportamento di Edward. La sua espressione è strana: sembra aver indossato una maschera gelida e inespressiva per nascondere qualcosa. Scatena dentro di me una paura atavica. Non posso nemmeno chiedere delucidazioni ad Alice perché lei e tutti i suoi fratelli eccetto Edward non vengono a scuola dal giorno del mio compleanno.
Se il mio intuito non sbaglia tutti questi tre elementi sono in qualche modo collegati, e questa considerazione mi schianta, mi terrorizza.
Potrebbe anche centrare il fatto che la sera del mio compleanno abbiamo fatto l’amore, ovviamente con le dovute precauzioni. È stato magnifico ma temo che non sia stato altrettanto per Edward. Temo che questo abbia in qualche modo influito sulla sua visione di sé stesso e del nostro rapporto. Appena poche ore prima mi aveva implicitamente consigliato di fidanzarmi con Newton!
Scendo dal mio pick up dopo averlo parcheggiato sotto casa. Oggi sono tornata a casa da sola, Edward è uscito un’ora prima per fare alcune commissioni non meglio specificate. Lo vedo farmi cenno di seguirlo attraverso il giardino sul retro e nel bosco confinante. Allungo il passo per affiancarlo ma lui non mi tende la mano e io non la cerco. La sensazione allo stomaco è fortissima e mi sento ghiacciare dentro.
Ci fermiamo in un piccolo spiazzo tra gli alberi e lui si gira per parlarmi.
-Bella ce ne andiamo. – inizia lui in tono glaciale, i suoi occhi sono inespressivi.
Gelo. Gelo totale. Che stai dicendo? Lo so che stai mentendo, dimmi la verità!
-Cosa stai dicendo? – sussurro io sconvolta.
-Hai capito benissimo. Noi Cullen dobbiamo spostarci. Non fare domande stupide. – replica lui sgarbatamente.
Il suo tono mi fa ribollire il sangue. -Sei tu che non mi devi trattare da stupida! Credi che me la beva così?! Dimmi il vero motivo della vostra partenza! – urlo.
La morsa di ghiaccio attorno allo stomaco è diventata fuoco liquido che attizza e alimenta la mia rabbia.
-Ti sto dicendo la verità. Dobbiamo andarcene perché siamo rimasti troppo tempo e le persone cominciano a chiedersi perché non cambiamo mai. – risponde lui, ma lo fa senza guardarmi. Mi sta mentendo.
-In tal caso perché Alice e gli altri non dovrebbero venire a scuola? Non dirmi che devono fare le valigie perché non ci credo! A voi bastano poche ore per ripulire tutta casa. – controbatto io infuriata.
Sono davvero stufa di essere trattata come l’ingenua di turno che crede a tutto quello che le viene detto.
Lui prova a ribattere ma lo interrompo.
-Zitto! Adesso parlo io. Perché c’è qualcosa che non mi hai detto prima. Hai detto che voi Cullen dovete partire ma non hai coinvolto anche me. Perché? Hai intenzione di lasciarmi, vero? –
Lui sospira e abbassa lo sguardo. Si passa una mano sulla nuca come se quello che dovesse dire fosse difficile da pronunciare. Lo incalzo.
-Allora? Mi dai una risposta decente sì o no? Mi fa irritare profondamente il dover tirarti fuori la verità con le pinze. –
Ora sono davvero infuriata. Tutto nel mio corpo esprime rabbia: le gambe sono rigide, la schiena è dritta come un fuso, la braccia sono incrociate sotto il seno, le sopracciglia sono aggrottate.
Finalmente si decide a rispondermi.
-Sì. È così. – dice laconico. Nemmeno mi guarda.
Inarco un sopracciglio con fare sorpreso. Mi sento stranamente calma.
-Beh? Nemmeno un tentativo di scusa campata per aria? Mi deludi. Spero che almeno tu mi dia una spiegazione sensata. – sibilo velenosa.
Lui si muove a disagio, strascina i piedi. Si passa ancora una volta la mano nei capelli. Poi indossa la maschera di prima e si decide a parlare.
-Mi sono accorto che ti amo solo in quanto umana. – confessa alla fine.
Adesso sono spiazzata.
-Umana? Perché non in quanto donna? – sussurro.
-Due giorni fa mi sono accorto di amarti solo perché la tua umanità mi faceva sentire umano. Un normale ragazzo di diciassette anni, umano, con una normale fidanzata umana. Niente mondi soprannaturali, morti, sete di sangue, segreti da nascondere. – cerca di spiegare lui. Ancora una volta guarda a terra invece che a me.
Cosa?! Solo adesso se ne accorge?!
-Ti rendi conto di cosa stai dicendo?! Di cosa hai fatto?- Nelle vene scorre nuovamente rabbia, questa volta mista a disgusto e disprezzo. -Mi hai illusa. Mi hai usata per far risorgere le parte morta di te. Mi hai usata come una prostituta, una volta ottenuto lo scopo viene buttata in strada. –
-Adesso stai esagerando! Non ho mai messo in questi termini la nostra relazione…-
-Esagerando?! Non credo proprio! È ciò che penso di quello che tu mi hai fatto! –
Sto urlando. Mi brucia la gola e piango lacrime roventi di rabbia. Lui cerca di avvicinarsi ma glielo impedisco.
-Stammi lontano, bastardo! Vattene! Sparisci dalla mia vita. Io ti ho donato tutta me stessa e tu non seri riuscito a far altro che buttare tutto nella spazzatura! Non toccarmi! – urlo e mi allontano da lui con disgusto.
-Bella…-
-Va via! –
Lui si ritrae e comincia a indietreggiare. Poi si volta e lentamente sparisce nella boscaglia.
Aspetto alcuni minuti per assicurarmi che si sia allontanato, poi finalmente mi permetto di lasciarmi andare. Scivolo lungo il tronco a cui sono appoggiata fino a terra e appoggio la testa sul tronco. Porto i talloni sotto i glutei e mi piego con la faccia verso terra, le mani strette a pugno sul petto.
Singhiozzo e non so nemmeno perché. Se per l’essere stata usata in quel modo oppure per la rabbia. Continuo a piangere per alcuni minuti finché non sento che il masso che avevo sul petto è diventato più leggero.
Mi rialzo instabile sulle gambe, sono esausta. È dispendioso provare emozioni così intense. Mi porto le braccia sull’addome e mi piego a metà, come se dovessi vomitare. Non vomito il pranzo, ma vomito le mie emozioni. Dalle mie labbra si libera un grido che fa rabbrividire tanto è acuto e pieno d’ira.
Sento addirittura alcuni uccelli che si levano rumorosamente in volo per lo spavento.
Adesso sono calma. Mi sento svuotata e stanchissima. Decido di andare a casa a riposarmi.
Quando arrivo in camera vedo un’asse smossa nel pavimento. Prendo dalla scrivania una lima per unghie e la infilo nella fessura aperta per sollevare completamente il legno. Sotto trovo un vano nel pavimento pieno di foto mie e di Edward, il suo CD e alcuni fogli. Non mi prendo la briga di leggerli, semplicemente porto tutto quello che ho trovato nel camino del soggiorno. Li sistemo, aggiungo un piccolo ciocco di legna e mi assicuro che la canna sia aperta, poi do fuoco al tutto.
Fisso le fiamme danzare sulla carta che velocemente si arrotola e diventa cenere. Dentro di me sento una soddisfazione ai gusti di odio e ira. E gioisco. Non ho più intenzione di farmi trattare così da nessuno.
Una parte della vecchia Isabella oggi muore e rinasce forgiata dalle fiamme della rabbia.
 
 
 
Angolo dell’Autrice
Ciao a tutti! Questa è una ff che ho scritto quasi tre anni fa e poi abbandonato, da alcune settimane mi sono messa in testa di revisionarla e completarla. Ringrazio anzitutto il mio mitico Beta che mi sopporta nonostante i miei cinque minuti di ordinaria follia, e che gli mandi i cap da revisionare in piena notte. Grazie, grazie, grazie. Se non fosse per il tuo supporto costante questa storia e tutte le altre non sarebbero mai state scritte.
Dovrei riuscire a pubblicare tutti i venerdì. Al prossimo cap!

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Capitolo 2
*** divisioni ***


 

Capitolo 2: divisioni

 

Casa Cullen a Denali

 

Sono passati nove giorni e ancora non mi dò pace. Solo nove giorni fa ho rischiato di uccidere la ragazza che mio fratello ama più di se stesso. O forse, amava. Durante l’accesa discussione che abbiamo fatto prima di partire ho percepito qualcosa di strano nei suoi sentimenti: un’amarezza come se si fosse accorto di aver inseguito solo un sogno, un’illusione.

Ma la cosa più strana e stupefacente in tutto questo disastro è che Bella non mi odia affatto. Anzi, si è presa tutta la colpa di quanto è successo.

I miei pensieri sono interrotti dalla mia gemella che mi affianca davanti alla vetrata che dà sulla veranda. È proprio lei che, a discapito di ogni parola detta, soffre più di tutti noi.

È vero, anche noialtri stiamo male: Esme continua a trafficare ai fornelli per poi ricordarsi che nessuno mangia cibo umano e lo porta alla mensa dei poveri; Carlisle è perennemente con la testa tra le nuvole, Alice sembra caduta in uno stato catatonico, gli occhi completamente vacui ed Emmett sembra l’ombra di sé stesso, il suo animo scherzoso è completamente svanito. Edward si è chiuso nel suo mutismo e non esce dalla stanza da quando siamo arrivati. Le uniche emozioni che prova sono dolore, senso di colpa e rancore nei miei confronti soprattutto ma anche per il resto della famiglia.

Rose invece si comporta come al solito ma dentro di lei ruggisce un mare in tempesta di emozioni. Rabbia, dispiacere, rammarico. Sotto questo aspetto siamo molto simili.

Cerco di trametterle serenità grazie al mio potere e, non riuscendoci, le avvolgo le spalle con un braccio. Vedo il suo profilo sorridere in risposta.

-E così ti dai ancora la colpa per quanto successo, vero fratellino? – dice

Le rispondo col silenzio e scuotendo leggermente i miei ricci.

-Non dovresti. Su sette vampiri, sei hanno sentito chiaramente il richiamo del sangue. Anche io ho fatto fatica a controllarmi. – ammette con calma.

-Intanto sono stato io ad attaccarla, voi non lo avete fatto. – ribatto maledicendomi ancora una volta.

-Su questo hai ragione, ma sai bene quanto me che non è stata completamente colpa tua. Analizza con occhio critico i tuoi ricordi. – mi fa notare.

Seguo il suo consiglio e rivivo come un film tutta la scena.

Bella che si taglia con la carta. L’odore del sangue che mi colpisce. Io mi ritraggo mentre penso la parola sangue. Edward che si scaglia su Bella. Bella atterra tra i piatti di vetro ferendosi. L’odore è troppo intenso e si aggiunge al battito accelerato di un cuore. E poi attacco.

Penso la parola sangue. Edward si scaglia su Bella.

Mi sento invadere dalla rabbia e dall’indignazione. È bastato un solo pensiero per far crollare la fiducia che mio fratello ripone in me?

-Ora capisco cosa vuoi dire. È stato Edward a lanciare Bella sui piatti di vetro. Sarebbe bastato che le si mettesse davanti o che si aprisse una finestra. Invece lui, avendo sempre rifiutato un rapporto fisico con Bella, non ha saputo dosare la sua forza. – sibilo rabbioso scoprendo i denti.

-Esatto! Vedi fratellino che non sei un mostro? – mi risponde Rose.

Faccio per risponderle quando sento un urlo soffocato.

-Alice! – esclamo e mi muovo verso le scale.

Un ruggito furibondo. Edward.

-ED NON FARLO!!!- urla Alice ma lui è più veloce e in una frazione di secondo è davanti a me con i denti scoperti.

Io non mi faccio intimorire. So cosa vuole, perché è furioso, e non gli permetterò di scaricarmi addosso l’intera responsabilità di questa situazione. Se vuole la guerra, guerra avrà.

Gli ruggisco contro e mi accuccio in posizione di attacco. Lui fa altrettanto.

-Vi prego, fermatevi!- strilla Alice angosciata.

-Lascia che combattano, invece.- replica Rose glaciale. –Se Edward fa il bambino e non guarda in faccia la realtà bisogna fargliela vedere con la forza.-

Edward ringhia contro la mia gemella e questo lo fa distrarre quanto basta per permettermi di attaccarlo. Scatto e gli afferro la vita. Lo scaravento dall’altra parte della stanza contro la credenza che si sfascia all’impatto. Prima che si possa rialzare gli sono di nuovo addosso e cerco di azzannargli il collo. Edward però si svincola quanto basta perché il mio morso non vada a segno, ma affonda nella spalla. Urla di dolore e cerca di togliermi di dosso azzannando anche lui l’aria in cerca del mio collo. La sua mossa non mi sorprende e con un’agile girata lo costringo sotto di me con la faccia schiacciata a terra e un braccio completamente ritorto.

-Jasper! Edward! Fermatevi!- la voce severa e preoccupata di Esme mi distrae solo per una frazione di secondo, ma basta a Edward per liberare una gamba e sferrarmi un calcio potentissimo.

Volo dall’altra parte della stanza rigirandomi come un gatto appena prima dell’impatto col suolo. Lui si è già rimesso in piedi e sfreccia verso di me. Anticipo il suo attacco: gli corro incontro, giro su me stesso, gli afferro un gomito e concludo la rotazione scagliandolo fuori dalla finestra.

Esco dalla finestra in frantumi e gli salto al collo prima che si possa alzare da terra. Azzanno e cerco la sua gola. Questa volta il morso va a segno ed Edward ruggisce di dolore.

Prima che possa attaccare ancora le braccia possenti di Emmett mi stritolano nella loro morsa ferrea. Mi dibatto, ma non voglio ferire mio fratello. Vengo separato da Edward, Carlisle lo ho aiutato a rialzarsi e gli sta controllando le ferite.

-Esigo delle spiegazioni che siano esaudienti!- ringhia furibonda Esme che si è appena precipitata fuori di casa assieme a Rose e Alice.

-Ragazzi, perché vi siete attaccati?- le fa eco Carlisle.

Cerco di divincolarmi dalla morsa di Emmett. -Perché è colpa sua, dannazione! E non vuole capirlo.- ringhio furioso.

-Maledetto bugiardo…-sibila lui avanzando verso di me, ma viene bloccato da Rose e Alice.

-Vedi di stare calmo, sai?!- dice Rose a zanne scoperte. -Sai benissimo che ha ragione Jasper, ma non sei abbastanza maturo da accettarlo.-

-Accettare cosa? Rose, Jasper, di che cosa state parlando?- chiede Esme con occhi sgranati.

-è colpa sua di quello che è successo al compleanno.- esclamo io con rabbia. -Quando Bella si è tagliata io ho pensato la parola sangue e subito dopo lui l’ha lanciata contro la pila di piatti.-

-La stavi per attaccare!-

-Non è vero! Non ho perso il controllo per una stupida goccia di sangue. L’ho perso dopo quando si è tagliata il braccio. Come al solito hai avuto una reazione spropositata quando bastava mettersi davanti a lei per proteggerla.-

-Tu…-

-Basta!- urla Esme. -Ora andate entrambi a farvi una lunga passeggiata, Lontani l’uno dall’altro per riflettere.-

-Non serve.- la interrompo io. Alice si volta a guardarmi e nei suoi occhi leggo la sua decisione. -Io e Alice ne abbiamo discusso a lungo questi giorni: ho deciso di andarmene per un po’ di tempo, molto tempo. Voglio lasciare la famiglia.-

Tutti si volta a guardarci sgomenti, gli occhi oro sgranati e i corpi rigidi. Non si aspettavano una decisione del genere.

-Perché?- sussurra Carlisle. -è per qualcosa che abbiamo detto o fatto…-

-No.- interviene Alice. -Non è per questo, ma ho visto qualcosa nelle mie visioni e devo indagare. Da sola.- spiega con tono triste. Ripenso all’espressione angosciata che aveva i giorni scorsi davanti alle sue visioni.

-E io voglio cercare delle persone particolari. Sento di doverlo fare.-

Esme e Carlisle si guardano negli occhi a lunghi. Stanno decidendo cosa fare e le loro espressioni riflettono la loro preoccupazione di genitori e la paura.

-Se ne siete sicuri noi dobbiamo rispettare la vostra decisione e lasciarvi andare. Quando partirete?- ci chiedono.

-Il prima possibile, domani.-

Ci abbracciano forte e così anche Rose ed Emmett.

-Buon viaggio fratelli.-


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Capitolo 3
*** furia e vendetta ***


 
Capitolo 3: furia e vendetta
 
Forks

È quasi un mese e mezzo che mi ha mollata e ancora non ho trovato un modo per vendicarmi. Tutte le mie idee sono inutili davanti alle loro capacità sovrannaturali. Per avere uno scontro alla pari dovrei avere un esercito di vampiri al mio fianco.
Mentre io mi districavo tra la scuola e le mie idee vendicative sono successe parecchie cose.
Innanzitutto, mio padre per problemi di lavoro è stato trasferito in un’altra città dello stato e, non potendo ogni giorno fare avanti e indietro ha preso in affitto un bilocale e si è trasferito lì. Di conseguenza sono da sola in casa, non che la cosa mi dia fastidio.
Inoltre, da quando i Cullen se ne sono andati ho legato maggiormente con Jessica e Angela, tant’è che oggi per festeggiare Halloween andremo tutte insieme al cinema a Port Angeles. Ovviamente film horror. Ho scoperto di apprezzarli, soprattutto quando vedo cose talmente assurde da far ridere o cose completamente campate in aria.
In questo momento mi sto avvolgendo strettamente il collo con una sciarpona di lana pesante e non passa un minuto che arriva la macchina di Jess davanti a casa.
Esco e chiudo a tre mandate la porta, poi salgo in auto. Vengo accolta dai saluti delle ragazze.
-Ciao Isa! -    esclamano all’unisono.
-Ciao ragazze! Come va? –
-Molto bene. Ah, a noi si è unita anche Lauren. È un problema? -    chiede Angela.
-No, assolutamente. Ciao Lauren! – la saluto io.
-Ciao Bella! È da un po’ che non ci si vede. – ricambia lei con tono leggero.
Trasalisco quando mi chiama col mio vecchio diminutivo. –Per favore non chiamarmi Bella. Mi ricorda Lui, è ancora una ferita aperta. –
-Scusa, non ci ho pensato. – dice lei dispiaciuta nascondendo il volto nei capelli.
-Tranquilla.- rispondo facendole cenno di non preoccuparsi. -Allora qual è il programma? Andiamo al MC prima del film? –
-Se ci sbrighiamo sì. Allaccia le cinture, cara! -    esclama Jess ingranando la marcia.
-Il film su che cos’era? Non me lo ricordo più. -    dice Lauren.
-Il titolo non lo so, però so che è sui vampiri. – replico io.
Arriviamo a Port Angeles nel giro di un’ora e dato l’anticipo ci fermiamo a mangiare al Mac che per l’occasione ha piazzato ragnatele finte ovunque.
Poi andiamo al cinema. Il film è abbastanza spaventoso, ovunque guardi ci sono vampiri che uccidono umani o vampiri che uccidono vampiri. Un bel disastro: sangue da tutte le parti, roghi, gli immancabili paletti di frassino e, ovviamente, gente che urla come se non ci fosse un domani.
Non seguo con attenzione la trama; sono più interessata a un gruppo di vampiri che continua a ucciderne altri perché hanno infranto qualche regola o ucciso troppi umani.
Il loro comportamento mi ricorda qualcosa o meglio qualcuno. Cerco di concentrarmi mettendomi la testa tra le mani.

Famiglia…rabbia…antichi…trio…casata reale…Italia…uri…voltri…

-Ma certo! I Volturi! -    esclamo ad alta voce.
I miei vicini di posto mi guardano malissimo. -Insomma! Faccia silenzio!- sussurra seccatissimo il tipo davanti a me.
Sprofondo nella poltroncina, imbarazzata, ma ne è valsa la pena.
Ecco chi mi ricordano quei tipi del film: i Volturi. La famiglia reale dei vampiri il cui compito è quello di governare il mondo sovrannaturale, la cui legge più importante è mantenere il segreto.
I miei pensieri corrono veloci come Ferrari.

Potrei scrivere una lettera o una mail per denunciare i Cullen e ottenere vendetta. No, non va bene. Io voglio vendicarmi solo di Lui, il resto della famiglia non c’entra. In più è possibile che vengano a cercarmi e se scoprono che sono umana potrebbero benissimo uccidermi. Uhm…posso sempre offrirmi volontaria per essere trasformata. Inoltre, potrei avere capacità speciali, dopotutto il bastardo non riusciva a leggermi il pensiero.

Ci metto tutto il resto del film e del viaggio in macchina a decidere la mia prossima mossa. Dall’espressione di Angela capisco che i miei occhi sono diventati specchio della rabbia e della determinazione che ribollono dentro di me.
Saluto le ragazze e simulo una calma che non ho. Per fortuna Jess e Lauren sono distratte e non mi prestano molta attenzione.
Una volta a casa mi lancio sul divano armata di carta e penna e comincio a scrivere.
 
31 ottobre 2010                       Forks, stato di Washington, USA
Alle Vostre Maestà Sovrani dei Vampiri,
Vi scrivo per informarvi che un clan di vampiri conosciuti come Cullen ha infranto una delle leggi del mondo sovrannaturale rivelando la loro natura alla sottoscritta.
Il clan si è ingrandito notevolmente nell’ultimo secolo arrivando a comprendere sette membri: Carlisle che voi già conoscete, la sua compagna Esme, Rosalie, Emmett, Jasper, ottimo guerriero e dotato del potere di influenzare lo stato d’animo altrui, Alice, capace di vedere il futuro, ed Edward, capace di leggere nel pensiero.
È stato quest’ultimo a rivelare la loro natura di vampiro e gli altri membri non hanno potuto che accettare le cose già fatte.
Oltre a questo, Edward Cullen mi ha fatto un grandissimo torto: mi ha ingannata e usata per i suoi scopi personali e per questo esigo vendetta di prima persona.
Sono per questo disposta ad essere trasformata in vampira e a diventare un membro del corpo di Guardia, a patto di poter seguire una dieta a base di sangue animale.
Voglio informarvi anche del fatto che sono immune ai poteri psichici posseduti dai membri del clan Cullen. Edward non è in grado di leggermi nel pensiero e Alice vede con difficoltà il mio futuro.
Sperando di esservi stata utile vi mando i miei saluti,
Vostra, Isabella Marie Swan.
 

Rileggo la lettera un paio di volte per assicurarmi di aver scritto tutto ciò che voglio e preparo la busta. Rimane il problema dell’indirizzo. So che hanno il loro covo sotto palazzo dei Priori a Volterra ma non so come assicurarmi che arrivi a loro e non i mani sbagliate.
Mentre penso a come risolvere questo problema decido di criptare la lettera utilizzando come chiave la parola vampiro. Ci metto mezz’ora buona ma mi è stato utile per pensare. Ho deciso di mettere lo stemma dei Volturi sulla busta; lo conosco perché l’ho visto addosso ai capi nel quadro di Carlisle. In questo modo se qualcuno affiliato al clan lo vedesse lo darà immediatamente ai capi.
Sigillo la busta, la nascondo nei cassetti del comodino e mi butto a letto. Domani spedirò la lettera e la mia vendetta potrà iniziare.
E per la prima volta da quasi un mese non ho incubi.

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Capitolo 4
*** missive e missioni ***


 
Capitolo 4: missive e missioni
 
Volterra-covo volturo

Ho deciso così, fratellino, di tornare alla nostra casa natale in Texas. Lì come sicuramente ricorderai decidemmo secoli fa di lasciare una cassetta dentro cui lasciare scritto la nostra destinazione, per permetterci di ritrovarci a distanza di tempo.
Ho guardato dentro la cassetta e ho trovato un tuo biglietto con scritto sopra Volterra. Perché sei andato lì, fratellino? Volevi cercare la morte o diventare parte del corpo di Guardia? Coi tuoi poteri e le tue capacità combattive ti sarà risultato facile. Spero davvero che tu non sia morto, perché ho intenzione di riunirmi a te e a tua sorella per essere la famiglia che due secoli fa non abbiamo potuto essere.
Sperando in una prossima riunione,
tuo fratello.

 
La lettera appena giuntami da mio fratello termina con uno piccolo schizzo di un leone.
Io e mio fratello siamo molto legati ma siamo divisi da quasi due secoli e mezzo. Ci siamo separati per poterci salvare da quell’inferno che era il Messico dilaniato dalle faide tra i clan vampiri, lui è rimasto per coprire la nostra fuga, mentre io e mia sorella gemella Vera siamo fuggiti.
Per diversi anni abbiamo girovagato senza meta per l’America, poi circa 124 anni fa abbiamo incrociato una pattuglia di guardie volture e abbiamo deciso di unirci al corpo di guardia. È stato in questo modo che siamo arrivati a Volterra. Aro ci ha accolti subito in modo caloroso e ci ha dato una posizione di rilievo tra le guardie per i nostri poteri e la nostra abilità di guerrieri. Non siamo certo all’altezza di nostro fratello ma non ce la caviamo affatto male: la nostra strategia si basa soprattutto su attacchi combinati e sulla velocità.
Sento dei passi risuonare nel corridoio fuori dalla mia stanza e mi sposto verso la porta. Apro il battente nello stesso momento in cui Alexander alza la mano per bussare.
-Però che tempismo! – esclama lui.
-Ciao Alex, come mai da queste parti? – chiedo incuriosito dalla sua visita inattesa.
-Aro ha indetto una riunione strategica. Vuole anche te Nowak, soprattutto te. – risponde lui.
-Come mai? È strano, negli ultimi mesi non ci sono state situazioni allarmanti. –mentre parlo comincio a camminare dirigendomi verso la sala dei troni.
-Pare sia arrivata una lettera alquanto allarmante. Non so altro. – commenta.
-Non facciamoli aspettare allora. –
Sfrecciamo nei passaggi e in meno di tre secondi siamo davanti alla sala.
Entriamo in modo discreto e prendiamo posto sui vari seggi sparsi lungo il muro. Ci siamo io, Alex e Katrin, Felix e Demetri sono accanto alle porte. Seduti sui loro troni Aro e Caius confabulano animatamente mentre Marcus, che non ha la solita espressione vitrea, regge tra le mani un foglio. Nel complesso la scena mi pare piuttosto agitata rispetto alle solite riunioni.
Mia sorella Vera entra in sala e si accomoda al mio fianco mentre Felix e Demetri chiudono le porte.
Aro vedendoci tutti presenti si alza in piedi e inizia l’assemblea.
-Molto bene, ci siamo tutti, possiamo iniziare. Come saprete, ci è arrivata questa mattina una lettera alquanto strana. – inizia Aro con espressione cupa.
-Era indirizzata a noi, ma criptata. Quando siamo riusciti a decifrare il testo è emerso che uno dei clan più numerosi, dotati e nostri conoscenti da lunga data ha infranto le leggi informando un’umana dell’esistenza del mondo sovrannaturale. - interviene Caius. Dal suo tono di voce si capisce che è piuttosto alterato.
-La lettera prosegue accennando a un grave torto non specificato che un membro del clan avrebbe commesso nei suoi confronti. Temiamo il peggio, anche perché la ragazza che scrive vuole vendetta personale e si dichiara pronta ad essere trasformata. - Aro appare davvero preoccupato. Non l’ho mai visto con quella faccia.
-La missione che vi sarà assegnata si compone di diverse parti: la prima sarà esplorativa. Dobbiamo capire bene cosa è successo, se la lettera è un falso usato per vendetta da un altro clan. La seconda sarà quella di trasformare la ragazza, se veramente disposta, e integrarla nella guardia. La terza parte sarà punire il clan colpevole. –
A questo punto interviene Alex. –Ma qual è il clan in questione? –
-Si tratta del clan Cullen. -    mormora Marcus.
A questa frase tutta noi scoppiamo in esclamazioni confuse, di stupore, diverse discussioni si accavallano e il tono principale è di stupore. Io mi giro allibito verso mia sorella che altrettanto sconcertata si limita a farmi gesto che non sa darsi una risposta allargando le braccia.
A riportare l’ordine è Sulpicia che con voce ferma e chiara intima il silenzio. –Fate silenzio! La riunione non è terminata. – ci immobilizziamo.
Aro fa un cenno di ringraziamento alla moglie e riprende il discorso.
-Come voi anche noi sappiamo quanto Carlisle sia ligio alle leggi. Per questo abbiamo pensato ad una vendetta di un clan rivale. Sempre per questo motivo dovremo agire più scrupolosamente delle altre volte.- afferma serissimo.
-Inoltre, vicino alla città americana dove dovrete indagare c’è la città di Seattle. Già da qualche settimana si stanno verificando strani omicidi che temiamo siano commessi da neonati. - aggiunge Caius.
Noi sei mormoriamo agitati. I neonati se completamente allo sbando sono capaci di creare disastri di dimensioni astrali.
-Data la complessità della missione dovrete dividervi i compiti. Nowak e Vera si occuperanno di trovare la ragazza e di capire se è davvero idonea alla trasformazione. –
-Cosa sappiamo di questa ragazza.- chiedo io alzandomi in piedi.
Marcus mi allunga il foglio che aveva in mano. -Ecco la lettera che ci ha inviato, tenetela voi. Dentro ci sono tutti gli indizi che possediamo. – sussurra flebile.
-Vi dirigerete a Forks, nello stato di Washington. – spiega Caius. -Dovete trovare una ragazza che si chiama Isabella Marie Swan. Non sappiamo altro, se non che ha conosciuto molto bene i Cullen. -   dice abbandonandosi poi sul trono come se su di sé sentisse tutto il peso di tremila anni di storia.
-Sappiamo che dice di essere immune a tutti i poteri psichici come quelli di lettura del pensiero. - aggiunge Ateneodora mettendo le mani sulle spalle del marito.
Questa affermazione mi lascia perplesso. Se è immune come scrive nella lettera perché mandare me?
-Come mai proprio io allora? Il mio potere agisce sulla mente, se è davvero come dice non avrà effetto. – chiedo dubbioso.
-è probabile. Ma il tuo talento è quello più simile a quello di Elia che, come sai, è in missione in Francia. E non possiamo certo farlo tornare indietro nel bel mezzo del suo lavoro. -   sospira Aro.
-Qual è il nostro compito? -   domanda Felix a nome di tutti gli altri.
-Dovrete accertarvi della situazione a Seattle. Capire se sono dei neonati a compiere gli omicidi, chi è a guidarli e se centrano qualcosa in questa storia. – ordina Aro.
-Ricevuto. Col vostro permesso andremmo a fare le valigie. –
-Andate e mandateci rapporti quanto più spesso possibile. -

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