Uno, Due... Tre!

di Mirty_92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** James... a casa ***
Capitolo 2: *** James... a scuola (prima parte) ***
Capitolo 3: *** James... a scuola (seconda parte) ***
Capitolo 4: *** James... a scuola (terza parte) ***
Capitolo 5: *** James... a scuola (quarta parte) ***
Capitolo 6: *** James... a scuola (quinta parte) ***
Capitolo 7: *** James... a scuola (sesta parte) ***
Capitolo 8: *** James & Lily... a casa ***
Capitolo 9: *** James & Lily &... a casa ***



Capitolo 1
*** James... a casa ***


James

James... a casa

A casa Potter

“James, è pronta la cena! Vieni subito o ti si raffredda tutto! Ho preparato il tuo piatto preferito!” una donna strepitava sui gradini di una casetta graziosa nel bel mezzo della campagna verdeggiante nei dintorni di Londra. “Ma dove si sarà cacciato quel benedetto ragazzo.” e detto questo rientrò in casa. “James non è ancora tornato. Spero che non si sia messo in qualche pasticcio.” “Non ti preoccupare cara, James sa badare a se stesso. Sarà andato a provare la sua nuova scopa e poi…” aggiunse ghignando “…quando la morsa della fame si farà sentire, vedrai come correrà a casa svelto.”

In quel momento la porta di casa si spalancò. Un James tutto trafelato con in spalla il suo prezioso manico di scopa ( una comet 280) e con un sorriso a trentadue denti entrò in cucina.

“Mamma, papà! Questa scopa è eccezionale!! Grazie, grazie!!! È il più bel regalo di inizio scuola che potevate farmi!” abbracciò prima il padre e poi la madre che gli sorrise teneramente.  Poi però aggiunse: “James, fila subito a lavarti le mani che è pronto in tavola. E lascia in camera il tuo manico di scopa.” “Ok mamma” il ragazzo uscì velocemente dalla cucina. “Forse non avremmo dovuto regalargli quel manico di scopa. Dopotutto ai ragazzini del primo anno non è permesso di possederne di personali. Quando gli arriverà la lettera rimarrà deluso.” La madre sospirò. “Suvvia, cara. In fondo gliel’avevamo promesso. È come acquistare la sua prima bacchetta. Un manico di scopa ti fa entrare nel mondo dei maghi ad ogni effetto. Sarà bravissimo a Quidditch. Non mi stupirei se gli proponessero di entrare in squadra già quest’anno.” “Non lo dire neanche per scherzo, caro! Già James è spericolato di suo, figuriamoci se giocasse una vera partita a  Quidditch!” la donna sembrava preoccupata. “Coraggio cara, stavo solo scherzando. Silente è molto severo per quanto riguarda certe regole. Non lo farebbe mai entrare in squadra nemmeno se James piagnucolasse per tutto l’intero trimestre. E sai che sarebbe in grado di farlo.” Il padre si figurava l’immagine del figlio che, in ginocchio, protestava contro Silente per quell’assurda regola di non far portare agli studenti del primo anno i loro manici di scopa personali. Un sorrisino compiaciuto gli comparve sul volto. “Che hai da ridere, papà?” disse James che in quel momento era appena rientrato in cucina. “Niente, niente.” La famiglia si sedette al tavolo e insieme iniziò a gustare la meravigliosa cena che la signora Potter aveva preparato.

 “Ehi, svegliati dormiglione.” La signora Potter stava aprendo con cautela le persiane nella camera del figlio. “No, mamma. Ancora cinque minuti.” Si lamentò James. “Non ti ricordi che giorno è oggi? È appena arrivata la lettera da Hogwarts, dobbiamo andare a Diagon Alley per comprarti tutto il necessario.” A quelle parole James si ritrovò a sedere di colpo sveglissimo. Si stropicciò gli occhi, inforcò gli occhiali rotondi e iniziò a vestirsi. “Ehi, James, calmati. Lavati prima e poi scendi a fare colazione. Ti ho preparato il pane tostato con la marmellata di ciliegie. La tua preferita.”  “Oh, grazie, mamma.” La donna, dopo aver dato il bacio del buongiorno al figlio, scese in cucina.

Diagon Alley

“Mamma, per prima cosa voglio andare da scherzi da mago per prendere qualche bello gioco da fare non appena sarò a scuola, poi  all’emporio del gufo così magari troverò un bel gufo postino e poi…” James stava letteralmente trascinando sua madre nella strada affollata di Diagon Alley. C’era già stato altre volte ovviamente. E la prima volta era rimasto impressionato dalla moltitudine di maghi che facevano compere. “… no, mi ero quasi scordato! Prima voglio la mia bacchetta! Dobbiamo andare da Olivander, mamma! Su, vieni dai.” La madre lo seguì senza opporre resistenza. Era abituata all’ entusiasmo di James. A volte si domandava se suo figlio non fosse un po’ viziato. Ma dopotutto era il suo unico figlio che lei e suo marito avevano desiderato tanto. Come si faceva a negargli qualcosa?

 Da Olivander

È la bacchetta che sceglie il mago. Se lo ricordi sempre signor Potter. Ecco, proviamo questa.” Il signor Olivander tolse una scatolina dal mucchio che aveva già preparato per i suoi clienti di quella mattina. James, emozionato come non lo era mai stato, prese in mano quello che a prima vista e ad un occhio poco esperto poteva sembrare un semplice bastoncino. James agitò la bacchetta in direzione della madre e questa sprizzò scintille dorate. “Oh, complimenti signor Potter. È stato un cliente molto facile.” Il vecchio commerciante si profuse in un inchino ossequioso verso James e la madre che lo ricambiò con un sorriso. “Mogano, undici pollici,  flessibile. Abbastanza potente e ottima per la trasfigurazione.” Aggiunse il mago mentre impacchettava la bacchetta. “ Penso che sarà un ottimo allievo per la professoressa McGranitt.” E detto questo porse la scatoletta allungata al giovane James che la prese con mani tremanti. Gli occhi gli scintillarono per l’emozione. Aveva appena acquistato la sua prima bacchetta magica.

King’s Cross

“Mamma, papà, ma perché non posso portare il mio manico di scopa ad Hogwarts?” James piagnucolava come fosse stato un bambino di tre anni e per quella che doveva essere la ventesima volta, rivolse questa domanda ai genitori “Caro, non è permesso. Ci sono delle regole ben precise ad Hogwarts e spero che tu le rispetterai.” La donna lanciò uno sguardo storto al marito che le stava a fianco nella stazione affollata di Babbani e spingeva il carrello con il baule del figlio. Era tutta colpa di suo marito se ora James era scontento perché non aveva potuto portare il suo prezioso manico di scopa. Era stato lui ad insistere perché glielo comprasse. “Suvvia, James. Smettila di piagnucolare. Sei grande! Stai per andare a Hogwarts. Vuoi che i tuoi futuri compagni ti vedano tutto arrossato a fare i capricci?”  “Io non sto facendo i capricci!” rispose piccato il ragazzino. Il padre sapeva di averlo punto sul vivo. Mai dire al proprio figlio che stava facendo i capricci anche se effettivamente era ciò che stava facendo. James era orgoglioso come sua madre. Non accettava che gli si facesse notare quando si comportava da bambino piccolo. Lui odiava essere definito piccolo. Voleva essere indipendente ma spesso e volentieri, quando voleva terribilmente qualcosa, andava dalla mamma. Secondo il padre del ragazzo, James era stato viziato un po’ troppo, ma la permanenza ad Hogwarts l’avrebbe fatto crescere, insomma, gli avrebbe fatto solo che bene.  Dopotutto si ricordò che anche lui da piccolo era terribilmente simile al figlio ma poi, quando era nato suo fratello Michael, aveva cominciato a cambiare, a cavarsela da solo e ad essere meno ricercatore di attenzione. Questo ricordo lo fece sorridere. Passata la barriera tra i binari nove e dieci, la famigliola si ritrovò di fronte ad una locomotiva scarlatta sul binario 9 e 3/4 .

Vide James che era salito sulla carrozza dell’espresso per Hogwarts. Il figlio aveva ancora gli occhi un po’ arrossati ma ora che era insieme a tanti altri maghetti come lui, stava cercando di fare di tutto per darsi un contegno da grande. Sua madre lo abbracciò un’ultima volta. Il padre si apprestò a caricargli il baule sul treno. “Trovati uno scompartimento e stai buono, me lo prometti James?” la madre era in apprensione e gli stampò un caloroso bacio sulla guancia.“Non ti preoccupare cara. James starà benissimo. Non è forse così, figliolo?” il padre gli scompigliò ancora di più i capelli castani già arruffati. “Certo, papà. Sono grande ormai. Vado a Hogwarts, mica all’asilo!” disse convinto il ragazzino. Il padre rise. “Ben detto ragazzo. Buon trimestre. Ci vediamo a Natale e scrivi ogni tanto così farai piacere a tua madre.” “Ok, papà.” Anche se non voleva darlo a vedere James era preoccupato a lasciare da soli i genitori. Come figlio unico gli avevano sempre detto che allietava le loro giornate quando non erano in servizio come Auror. Il loro era un mestiere pericoloso specialmente ora che un certo mago Oscuro stava prendendo il sopravvento. Tuttavia James si impose di stare tranquillo. I suoi genitori erano degli ottimi Auror.

Uno sbuffò e un forte fischio. Il treno iniziò a muoversi. Da uno dei tanti finestrini del treno, James mise fuori la testa e salutò i genitori con la mano. Sua mamma sventolava un fazzolettino rosso mentre il padre lo salutava con il cappello in mano.

Il ragazzino rimase a guardarli finché dopo la prima curva non li vide sparire. Sospirò e prese il suo baule andando a cercare uno scompartimento libero. Quel giorno sarebbe iniziata la sua vera vita nel mondo dei maghi.

 

 To be continued…

 

Angolo Mirty_92:

Ciao a tutti! In contemporanea con la longfic “White and Black” ho deciso di scrivere questa storia su James Potter. Una piccola raccolta sulla sua vita. È solo un esperimento perciò fatemi sapere che ne pensate. Se non dovessi avere più idee su come svilupparla, la cancellerò. Spero però di riuscire a portare a termine anche questo piccolo lavoro.  

 

…ciaociao… Mirty_92…

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Capitolo 2
*** James... a scuola (prima parte) ***


James a scuola prima parte


James… A scuola (Prima parte)

 
Smistamento

“Grifondoro!” il cappello parlante urlò l’ultima parola all’intera Sala Grande. James si tolse il cappello e soddisfatto andò verso il tavolo all’estrema sinistra della Sala che esultò con lui. Molti, specialmente ragazze,  si congratularono con il nuovo arrivato. Sembrava che tutti, chi in un modo chi in un altro, fossero ammaliati da quel ragazzino così spigliato e carino. Il giovane Potter si sedette a fianco del ragazzo che era stato con lui sull’espresso per Hogwarts. “Hai visto? Sono andato contro la tradizione. Sono a Grifondoro pure io!” gli disse quest’ultimo. “Vai così, Black!” e i due ragazzini si diedero il cinque con aria compiaciuta.

 
Sala comune

Primo anno da questa parte prego” una ragazza con voce autoritaria e una spilla appuntata al petto dove si poteva leggere un P, stava di fronte al quadro di una Signora Grassa vestita con un abito sfarzoso di colore rosa acceso. “Questo è l’ingresso della nostra sala comune. La parola d’ordine è “ego sum gryffindor”. Mi raccomando di non rivelarla mai a nessuno che non sia della nostra casa e di non scriverla da nessuna parte. Bene, ora entrate. Dopo di voi ragazzi.” La ragazza si fece da parte e lasciò entrare i ragazzini nel buco del ritratto che si era aperto alle sue spalle al sentire la parola d’ordine. Sirius era rimasto indietro e guardava perplesso la spilla della ragazza. “Ehi, tu! Che fai, entra!” la ragazza lo guardava un po’ meravigliata. “Non riesco a leggere quello che c’è scritto sulla spilla. Tu riesci Potter?” il ragazzino chiamato in causa si fermò sulla soglia della sala comune e tornò indietro per sentire che aveva da dirgli Sirius. “Come scusa?” la ragazza sembrava non capire. “La tua spilla. Che c’è scritto?” le chiese semplicemente Sirius.  La ragazza indicò la spilla e gentilmente sporse in avanti il busto per mostrare la lettera P che brillava alla luce delle torce nel corridoio. “È una P. Io sono un Prefetto.” Le spiegò. Al giovane Sirius la risposta bastò. “Ah.” E sorrise con aria sorniona prima di dirigersi in sala comune trascinando con se un James perplesso e seguito dalla ragazza che ancora non aveva capito granché.  

“Bene, i dormitori dei ragazzi sono a destra e quelli delle ragazze sono a sinistra. Buona notte a tutti.” I ragazzini si divisero.

 

Dormitorio

James e Sirius furono raggiunti in dormitorio da altri due ragazzini. “Possibile che tu non abbia capito perché le ho chiesto della spilla?” chiese uno sbalordito Sirius mentre si era buttato su un letto del dormitorio. “A dire il vero no.” “La scollatura, Potter! Volevo vedere la scollatura della ragazza! Capito ora?” e ammiccò con fare eloquente. “Ah” disse semplicemente James arrossendo fino alla punta delle orecchie. Lui non ci avrebbe mai pensato. Era chiaro che quel Black era proprio un tipo tosto. E amava anche scherzare. Sarebbero sicuramente andati d’accordo. “Ehi, non ci siamo presentati.” Fece James avvicinandosi ad un ragazzino con capelli castani e un’aria malinconica. “Io sono James Potter” gli porse la mano “ E quello è Sirius Black.” Il ragazzo fece un cenno con la mano al nuovo arrivato. “Io sono Remus, Remus Lupin e questo è Peter.” E dicendo questo trascinò avanti un ragazzino cicciotello e piuttosto basso che sembrava molto timido. “P-Piacere, io sono Peter Minus” “Bene, ora che ci siamo presentati direi che potremmo anche dormire. Domani si inizierà a pieno ritmo. Non vedo l’ora di imparare qualche magia per sfidare a duello qualcuno.” James era semplicemente entusiasta. “A chi lo dici, amico.” gli rispose Sirius con un gran sbadiglio. Il silenzio cadde nella stanza e il sonno si impadronì dei quattro ragazzini.

 

Scuola

 

Cari mamma e papà,

è da un sacco di tempo che non vi scrivo una lettera decente. Scusate ma ho avuto un gran da fare. Qui ad Hogwarts non ci si annoia mai e non si ha tempo da perdere.

Comincio a dirvi che mi sono ambientato proprio bene. Ho stretto subito amicizia con Sirius Black (non preoccupatevi, nonostante la sua famiglia non sia di quelle tra le più ben viste nel mondo magico, lui non è assolutamente come loro. Infatti è finito a Grifondoro, per questo ho fatto amicizia con lui! E devo dire che si sta dimostrando un buon amico! Comunque farò attenzione, mamma. Sono pur sempre il figlio di due meravigliosi auror come voi! Vigilanza costante! Come dice sempre quel vostro collega di cui non mi ricordo mai il nome!).

Quindi vi dicevo. Sono in stanza con Sirius, Remus Lupin e Peter Minus. Lupin devo dire che è un tipo molto tranquillo (il mio esatto contrario!) è molto studioso e ha un po’ di problemi a casa perché una volta al mese deve andare dalla madre malata. Tuttavia mi sembra proprio un bravo ragazzo anche se non parliamo ancora moltissimo. Minus è un ragazzo timidissimo. Pare che fino ad adesso abbia stretto amicizia solo con Lupin. Io e Sirius invece conosciamo già un sacco di gente! Ci sono Ariel, Samantha, Lisa, Lia, Stella, Alice, Mary e Lily… e poi anche David, Simon, Manuel, Michael e tanti altri. Qui sono tutti veramente simpatici tranne i Serpeverde. Con loro proprio non voglio avere niente a che fare. Mamma, non ti preoccupare che non vado a cercare rogne, come mi diresti tu.

Eccomi arrivato al punto dolente: le lezioni e… devo proprio dirvelo, anche qualche punizione. Le materie sono quasi tutte interessanti.

 

Cominciamo con Difesa contro le Arti Oscure. Beh, che dire. È VERAMENTE AFFASCINANTE COME MATERIA! Ora capisco perché siete degli auror! Mi piace moltissimo poter sapere come affrontare le creature pericolose! Diventerò anche io un auror, potete starne certi!

Poi c’è Incantesimi: bella e anche molto utile. Abbiamo imparato l’incantesimo di librazione, sapete, il Wingardium Leviosa. È stra utile!  Io e Sirius ci divertiamo a spedire gli oggetti in giro per il dormitorio facendo impazzire il povero Minus.

Pozioni devo dire che non mi attrae particolarmente. C’è il vecchio professor Lumacorno che  non fa altro che elogiare una mia compagna di corso, Lily Evans e a noi altri non ci guarda molto. Però non vi preoccupate che mi sto impegnando lo stesso perché come mi avete sempre detto, saper riconoscere le pozioni è importante.

A Trasfigurazione c’è la McGranitt come aveva detto il signor Olivander. La profe è molto severa. Se dovessi chiamarla Profe, mi ucciderebbe con un avada kedavra ben piazzato. Tuttavia devo dire che è molto onesta. Quando qualcuno ha bisogno di essere elogiato, lei non ha problemi a dirglielo e quando uno si merita una punizione, a mio parere, a volte è fin troppo “generosa” nel distribuirle. E in questo ultimo caso io sono compreso un po’ troppo spesso anche se nella materia me la cavo egregiamente. Come mi dice sempre la McGranitt: “Tu, Potter, hai un sacco di potenzialità! Devi solo imparare a mettere la testa apposto.”

Non sono diventato un teppista, mamma, e neppure un perditempo, papà. Solo che mi piace fare qualche scherzo di tanto in tanto, beh diciamo spesso dai.

Infine abbiamo Storia della Magia, Erbologia e Astronomia. La prima  con il professor Ruf (è l’unico fantasma che insegna!) ed è proprio un po’ noioso. Tutti utilizzano le sue ore per dormire e anche io spesso cado in un sonno veramente soporifero. L’unica che prende appunti è la Evans, Lily Evans. Ve ne ho già parlato,vero? È una specie di secchia in tutto. È una ragazzina con lunghi capelli rossi e occhi verdi come smeraldi. Ha quasi sempre un’aria severa quando guarda me e Sirius che facciamo casino in sala comune, però ha un sorriso bellissimo quando si diverte a parlare con le amiche.

Comunque, lasciando perdere la Evans, ad Erbologia stiamo vedendo delle strane e nuove piante orientali delle quali non conosciamo ancora bene i poteri. E ad Astronomia compiliamo un sacco di mappe stellari. Per quanto riguarda i compiti di questa materia, mi aiuta Sirius che è veramente un asso in Astronomia perché i suoi gli avevano fatto prendere lezioni private a casa dato che tutti i suoi parenti hanno dei nomi di stelle. E Sirius sapete che stella è? È quella più luminosa della costellazione del Cane. Sarà destinato a grandi cose come gli dico sempre io, scherzando.

Poi ci sono state le lezioni di Volo. La professoressa mi ha detto che sono un vero talento! Ora però sono finite e mi dispiace un sacco. Spero che la mia adorata scopa ci sia ancora. Mi manca a volte. Volare con le scope della scuola non è esattamente la stessa cosa! E poi c’è stata anche la prima partita di Quidditch: Grifondoro contro Corvonero. Naturalmente abbiamo vinto: 200 a 30… ! Siamo anche secondi nella classifica delle case! Primi ci sono i Serpeverde, ma li raggiungeremo presto!

Per quanto riguarda le punizioni, non preoccupatevi. Se non vi hanno mandato dei gufi significa che le mi e marachelle sono ordinarie. Ma ben presto non lo saranno più! Scherzo!

Ora, voi come state? Spero bene. Papà, il tuo braccio sta meglio? e la caviglia della mamma?

Beh ora vi devo salutare. Sirius mi sta chiamando sospeso fuori  dalla finestra del dormitorio da circa 10 minuti e a dire il vero non dovrebbe trovarsi lì con i manici di scopa della scuola… ma d’altra parte è Sirius!

Ciao, ci vediamo a Natale

  Con affetto

Il vostro James

 
Casa Potter

 “Caro, hai visto che tesoro il nostro James!” disse la signora Potter con le lacrime agli occhi. “Si, penso che la lontananza gli stia facendo bene. Non si è dilungato più di tanto neppure per parlare della sua scopa” sogghignò il padre. “ E poi hai visto come parla dei suoi amici e di quella Lily Evans? Per me si trova veramente bene. Sono proprio contento. Il nostro James sta crescendo, cara.” Il signor Potter abbracciò la moglie seduta su di una sedia in cucina e sorrise amabilmente alla sua dolce consorte.

 

 

Angolo Mirty_92:

 Ciao a tutti! Ecco postato il secondo capitolo. Devo dire che mi ha piacevolmente sorpreso il fatto che una storia su James riscuotesse così tanto successo!! Sono veramente contenta!! Per questo ho deciso di impegnarmi nello scriverla e nel concluderla bene. Le mie intenzioni infatti erano quelle di non farla molto lunga perché volevo mettere i momenti più significativi della vita di questo malandrino. Tuttavia mi sono accorta che è piuttosto difficile raccontare una vita di sette anni a Hogwarts più la vita coniugale in pochi capitoli. Però è un’impresa in cui mi sono cimentata e cercherò di portare a termine nel migliore dei modi.

Ora passo ai ringraziamenti:

a TUTTI quelli che LEGGONO, un immenso GRAZIE!

A : ale03, ArwenBlack, domaris72, Lady_Ginny e LilyPrincessInPink  che hanno messo la storia nelle seguite,grazie moltissimo per il sostegno!

A Lady_Patfoot per aver messo la storia nei preferiti, grazie infinite!

 

ale03:  ciao, grazie mille per la recensione. Sono contenta che l’inizio ti sembri ben fatto. Spero che anche il seguito prosegua bene. =) Per la formazione dei Malandrini mi sa che dovrai aspettare i prossimi capitoli. Volevo dedicare un po’ più di spazio a come si è formato il gruppo dei Malandrini. Perciò mi prenderò un po’ di tempo in più. Spero di riuscire a tirare insieme delle idee accettabili. Grazie mille anche per aver commentato la mia piccola oneshot “Per Averti”! la canzone mi ha ispirato bene vedo se è stata così gradita! Grazie ancora! *.* ciaociao (Ah, un'ultima cosa: leggendo il tuo profilo ho scoperto che abbiamo anche alcune cose in comune come le passioni per gli amici, leggere, il cell e naturalmente il pc! e poi va beh, ci chiamiamo Alessia tutte e due... hihihi e anche il carattere è molto simile!! =)) Riciaociao... 

 robert90:  ciao, sono contenta che ti faccia piacere una piccola raccolta su James! Grazie moltissimo! E non ti preoccupare che continuerò! =) ciaociao

 Lady_Patfood:  ciao, devo dire che anche a me piacciono un sacco le fic sulla vecchia generazione! Anche tu ti immaginavi un James così da piccolo? Beh, non può che farmi piacere se c’è qualcuno che in qualche modo la pensa come me! =) Grazie infinite per il commento. Ciaociao

 E un grazie sincero anche a Dafny per aver messo la oneshot “Per Averti” tra le preferite! Ciaociao

Spero di non aver dimenticato nessuno. In tal caso Grazie a tutti!!

 

…ciaociao… Mirty_92

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** James... a scuola (seconda parte) ***


Jaems a scuola 2

I malandrini

 

“Ehi, tu! Stai attento a dove vai! Sono un Serpeverde e non ho intenzione di mischiarmi a voi fecce Grifondoro!” Minus tremava ai piedi di un possente Serpeverde del quarto anno contro il quale era andato a sbattere nel bel mezzo di un corridoio deserto mentre si stava dirigendo in tutta fretta verso l’aula di Incantesimi per seguire la lezione di cui era già in ritardo. “E ora levati di mezzo!” e con calcio ben assestato, aveva spostato il povero Peter. “Ehi, tu! Ma chi ti credi di essere! Non mi sembra il caso di prendere a calci la gente!” James era spuntato di fronte al ragazzo Serpeverde. Al suo fianco il suo amico (da ormai 3 mesi) Sirius.  Entrambi i Grifondoro avevano la bacchetta levata e la puntavano contro il Serpeverde nonostante questo fosse molto più grande di loro e molto più esperto in arti magiche.

“Oh, due pivelli Grifondoro! Cosa pensate di fare?” il Serpeverde sfoderò un ghigno maligno e estrasse velocemente la bacchetta da sotto la divisa scolastica ma il ragazzo non fece a tempo a pronunciare un incantesimo che James e Sirius urlarono all’unisono “Wingardium Leviosa” e il malcapitato Serpeverde si ritrovò sospeso in aria, urlando. James aiutò Peter a rialzarsi da terra: “Tutto bene Minus?” chiese con un sorriso. “S-si. G-grazie.” Balbettò il ragazzino ancora un po’ sotto shock. “E la prossima volta non osare più infastidire chicchessia, sporco Serpeverde!” “Ehi, Sirius, vacci piano. Sono sicuro che il nostro amico si ricorderà per un po’ di questa piccola lezione che si è giustamente meritato.” James diede una pacca gioviale sulla spalla di Sirius che sorrise soddisfatto mentre guardava il Serpeverde che boccheggiava a terra dopo la brutta caduta dovuta all’incantesimo.

“Ed ora muoviamoci Minus, altrimenti Vitius ci darà una punizione senza precedenti! E questo weekend non posso proprio permettermi di stare in punizione! Sapete, devo vedere una ragazza!” sogghignando Sirius si trascinò appresso un Minus ancora allibito da tanta fortuna, verso l’aula di Incantesimi, seguito da un James alquanto soddisfatto. “Sirius è davvero incorreggibile”pensò e suo malgrado sorrise.

 

 

Quella stessa sera in Sala Comune, Potter e Black furono visti studiare con il piccolo Minus. Studiare era quello che tutti pensavano stessero facendo i tre ragazzi con le teste vicine tra loro e un mucchio di fogli di pergamena che ingombravano un tavolino. In realtà i ragazzi stavano progettando una scherzo ai danni di qual malcapitato Serpeverde che aveva osato prendersela con il povero Minus.

“Ma se facciamo in questo modo, non avremo maggiori possibilità di essere scoperti?” chiese sottovoce Peter. Sembrava preoccupato che quei due ragazzi avessero preso così a cuore la storia di vendicarlo per il torto subìto. “Ma no, Minus, vedrai che andrà tutto bene. Ci servirebbe solo una quarta persona per essere più sicuri. Ma non possiamo fidarci di nessun altro. Siamo solo noi tre.” James sospirò. “Hai ragione James. Ci serve un quarto.” Black fece scorrere lo sguardo attorno alla sala comune. Gruppi di ragazzi  e ragazze studiavano, chiacchieravano e ridevano tra di loro. Sirius si era quasi rassegnato all’idea di poter trovare un compagno disponibile ad assecondarli nello scherzo che fosse allo stesso tempo intelligente e silenzioso, quando il suo sguardo cadde su un tipo tutto pelle e ossa in fondo alla sala. Era sommerso dalle pergamene e sembrava essere isolato dal mondo attorno a lui. “Ecco il nostro Quarto!” disse esultante agli altri due che lo guardarono perplessi. Sirius sparì verso la parte opposta della sala e ricomparve portando con se niente meno che Remus Lupin, il loro compagno di stanza. “Ehi, vi posso aiutare in qualcosa?” chiese timidamente. “Sirius, è proprio la persona di cui abbiamo bisogno! Mi chiedo come non ho fatto a pesarci io!” James si battè una mano sulla fronte e si stampò un largo sorriso sul volto. “Semplice, amico. Io sono più intelligente!” aggiunse scherzando Black. “Ehi, ragazzi. Mi volete spiegare che avete. Io stavo studiando. Se vi serve una mano con i compiti volentieri. Ma se non vi spiace preferire che facciate presto a parlarmene. Sapete, ho ancora diverse cose da fare.” “Tranquillo, Lupin. Ora siediti che ti spieghiamo perché abbiamo bisogno del tuo aiuto.” E Sirius fece sedere Remus su una sedia vicino.

 

I tre ragazzi spiegarono al Quarto il loro piano. Remus parve porre resistenza all’inizio. Era un ragazzo a modo, lui. Non si sarebbe di certo abbassato a fare certe bravate proprio sotto il naso di Silente che così gentilmente era riuscito a farlo ammettere a scuola con ogni precauzione per quello che era il suo caso “particolare”. Però quando aveva sentito quanto quel Serpeverde si era comportato scorrettamente con il povero Minus, non aveva più avuto dubbi. Avrebbe partecipato anche lui allo scherzo. Dopotutto lui era un Grifondoro. Lui era coraggioso.

 

 

Il giorno seguente il cielo incantato della Sala Grande era di un azzurro terso. I ragazzi erano allegri. Finalmente era arrivato il weekend.

Quel giorno gli studenti di Hogwarts videro aggirarsi per i corridoi del castello un gruppo alquanto bizzarro formato da Potter, Black, Lupin e Minus. Diverse teste si voltavano al loro passaggio, ma loro sembravano non farci caso. Ridevano e scherzavano allegramente come se fossero stati vecchi amici d’infanzia. Sirius stava raccontando una delle sue avventure con una compagna di Tassorosso.

È diventata tutta rossa quando le ho detto che le stava bene il fiocco della coda. E poi è scappata via. Dovevate vederla.” Sirius rideva. “Non mi sembra ci sia da ridere, Black. Dopotutto le avrà fatto piacere il complimento. Non dovresti scherzarla.” Lo redarguì Lupin. “Ma dai,Lupin! Stavo scherzando. Mi ha fatto piacere che si sia imbarazzata. Così ho l’ennesima ragazza che mi verrà dietro!” e fu scosso nuovamente da un eccesso di risatine. “Ma tu sei sempre così?” chiese Remus. “Si, si. Non farci caso, Remus. È un caso perso Sirius. ma ora basta scherzare ragazzi.” Potter guardò il suo orologio da polso. “È arrivato il momento dello scherzo.”

 

Un possente Serpverde del quarto anno si pavoneggiava con delle ragazze della sua casa nella Sala d’Ingresso. “Oh, davvero Igor? Ma non hai avuto paura? Mio padre mi ha detto che i draghi sono molto pericolosi.” “Lo sono eccome, dolcezza. Ma io avevo con me il mio fedele manico di scopa e quando ha tentato di acchiapparmi, gli sono sfuggito. Il bestione era legato,così è rimasto con un palmo di naso e nemmeno la sua fiammata è riuscito a raggiungere la mai scopa.” Un coro di “Oh” ammirato si levò dal gruppetto di fans adoranti che il ragazzo aveva attorno a se. Lui sogghignava compiaciuto.

Vicino a lui, non visti, si muovevano James e Sirius, nascosti sotto il vecchio mantello dell’invisibilità di James che il ragazzo aveva portato a Hogwarts all’insaputa dei genitori. I due avevano la bacchetta alzata pronti all’attacco.

 

In quel momento Minus corse maldestramente verso il Serpeverde e andò a sbattergli addosso con violenza. Minus cadde a terra e Igor, data la sua mole, barcollò un po’ stupito da quell’urto. Le ragazzine lo guardavano spaventate e adoranti allo stesso tempo.

 

Minus era rimasto a terra come d’accordo con gli amici. Igor gli si avvicinò e lo sollevò di peso per la cravatta. “Allora non ti è bastata la volta scorsa, feccia Grifondoro. Hai pensato bene di venirmi a trovare ancora. E questa volta niente più amichetti al seguito, vedo.” I suoi occhi balenarono nella sala d’Ingresso per accertarsi che davvero non ci fossero in giro quegli stramaledetti Black e Potter. “Bene, bene. Questa volta ti insegnerò a guardare bene dove vai quando cammini.” Minus era spaventato. Ma tutto accadde in un attimo. Il Serpeverde stava per scagliare un incantesimo al povero Minus, sotto lo sguardo allibito degli studenti che si ritrovavano in quel momento a passare di là ignari della situazione, quando due caccabombe scesero dal soffitto e finirono dritte dritte sulla testa di Igor.

 

Il ragazzo si ritrovò completamente coperto di cacca marrone. La sala d’Ingresso scoppiò in una fragorosa risata e nemmeno le fans di Igor riuscirono a trattenersi. Il ragazzo mollò la presa sul povero Minus che si allontanò veloce dileguandosi nella folla. Il caos stava attirando l’attenzione di alcuni professori che si trovavano nelle vicinanze tra i quali la McGranitt.

A questo punto, fu la volta di Remus di intervenire. Con la sua borsa piena di libri corse verso il gruppetto di professori e inciampò loro addosso. Pergamene, inchiostro e libri volarono in ogni dove. “Lupin, che mi combina? Stai attento ragazzo.” La McGranitt piuttosto contrariata lo stava aiutando ad alzarsi. “Mi scusi professoressa. Sono scivolato.” “Ho notato.” “Si è fatto male, Signor Lupin?” chiese preoccupato il professor Vitius che stava a destra della McGranitt. “No, no, grazie.” “Non dovrebbe andare in giro anche il sabato con tutti questi libri, Lupin.” Lo redarguì la Sprite. “Lo so ma volevo portarmi avanti. Sono davvero mortificato!” Lupin aveva un’aria falsamente contrita. I professori si erano scordati del caos nella sala d’Ingresso. Remus aveva fatto il suo dovere. Aveva coperto Black e Potter che da sotto il mantello dell’invisibilità, avevano fatto levitare, non visti, le caccabombe sulla testa di Igor e avevano così vendicato come si deve Minus

 

Potter e Black nel frattempo erano sgattaiolati lontano dalla folla ridendo sommessamente e si erano diretti all’esterno nel parco, in riva al lago dove li aspettava Minus.

Igor, deriso dai compagni, era fuggito probabilmente alla volta di un bagno per sistemarsi per quanto gli fosse stato possibile e Lupin, non appena ebbe nuovamente riempito la sua borsa e dopo aver ringraziato ripetutamente i professori, si dileguò anche lui velocemente e raggiunse i tre compagni nel parco.

 

Sirius e James si spanciavano dalle risate e loro malgrado alla fine, anche Remus e Peter si abbandonarono al riso. Per un bel po’ di tempo non riuscirono a smettere e quando finalmente ripresero fiato, Remus fu il primo a parlare. “Non mi sono mai divertito tanto, sapete? È stato uno scherzo eccezionale.” “Siamo stati tutti in gamba!” “Grandi ragazzi!” i quattro compagni si scambiarono un cinque. “È una bravata degna di ragazzi malandrini!” aggiunse Sirius. “Già, malandrini…” ripeté soprappensiero James. “Ehi ragazzi. Che ne dite se da oggi in poi ci facessimo chiamare i MALANDRINI?!!” James pareva eccitato da quella prospettiva e guardava gli altri in attesa. “Perché no! Fa figo come nome.” Disse Sirius. “È piuttosto significativo e fa capire subito la nostra natura!” aggiunse Remus. “Si, mi piace.” Concluse Peter. “E così sia allora! Da oggi noi saremo gli inseparabili MALANDRINI!” sentenziò James estremamente allegro. “Ora e per sempre!”

 

To be continued…

 

 

 

Angolo Mirty_92:

Ciao a tutti!!! Scusate moltissimo per il ritardo pauroso con cui ho postato ma dato che è iniziata la scuola, da oggi in poi penso che farò sempre più fatica ad aggiornare velocemente comunque ce la posso fare.

Capitolo allegro su come mi sono immaginata potessero essere nati i Malandrini. Spero vi sia piaciuto.

Un grazie a chi continua a seguirmi e a ha commentato, commenta o commenterà.

 

Ciaociao                                                                         Mirty_92

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Capitolo 4
*** James... a scuola (terza parte) ***


JAMES

Animagus

Il tempo trascorreva sereno ad Hogwarts senza troppi intoppi. A Pozioni ogni tanto qualche calderone esplodeva emanando un fumo denso dai vapori putrescenti. Con gli incantesimi appresi alle lezioni di Vitius, spesso nei corridoi si correva il rischio di incappare in duelli improvvisi che si scatenavano tra una lezione e l’altra. Ma la lezione che ultimamente interessava di più i Malandrini era Trasfigurazione. La McGranitt aveva accennato alla trasfigurazione umana che i ragazzi avrebbero appreso solo al termine del loro percorso di studi in quanto ritenuto un argomento troppo complesso per gli studenti  del secondo anno.

“Bene ragazzi. Questa piccola parentesi sulla trasfigurazione umana cercate di conservarla per gli anni a seguire quando la riprenderemo e la approfondiremo ulteriormente.”

La mano di James però scattò in aria. La Evans fu sorpresa quasi quanto la McGranitt di vedere che Potter aveva una domanda da fare.

“Mi dica, signor Potter.” Sembrava perplessa. Nonostante James fosse un ottimo allievo nella sua materia non si poteva mai sapere cosa covasse in quella sua testolina da Malandrino.

“Mi chiedevo professoressa se studieremo anche gli Animagus.” “Domanda interessante signor Potter. Si, li studieremo a tempo debito.”

“Ci potrebbe dare una dimostrazione, professoressa? Sa, non ho mai avuto il piacere di vederla trasformarsi direttamente.” Gli si rivolse James con aria adulatrice. “Come mai Potter tutta questa attenzione verso gli Animagus?” chiese sospettosa la  professoressa.

“Mmm… niente. È solo curiosità. È un argomento davvero interessante!” rispose ingenuamente il ragazzo.

“Beh, signor Potter mi dispiace ma dovrà attendere una situazione che possa essere collegata all’argomento scolastico. Non è nel mio stile mostrare le mie capacità particolari. L’argomento è molto vasto e a mio parere merita molto più tempo che non una semplice dimostrazione pratica. Vi parlerò del difficile metodo per apprendere le trasformazioni, come iscriversi all’albo degli Animagus del Ministero… ”

“Il Ministero della Magia ha un albo dove registra gli Animagus?” si intromise incredulo Sirius. “Si, signor Black. Le sembra così strano? È una capacità rara e anche pericolosa che non tutti sono in grado di gestire. È bene che il Ministero ne sia al corrente.”

“Si, capisco. Ma è davvero una seccatura. Insomma così il Ministero saprà sempre tutto sugli Animagus.” “Non mi sembra il caso di mettersi  a discutere le leggi del Ministero, signor Minus.” Lo apostrofò la McGranitt.

“Mi scusi professoressa” il giovane Peter arrossì e si limitò a chinare il capo.

“Non preoccuparti Minus. Per noi sarà un gioco da ragazzi eludere l’albo del Ministero quando saremo finalmente Animagus.” James gli fece l’occhiolino e tornò a scribacchiare distratto sulla pergamena in attesa del suono della campana di fine lezione.

Ormai la decisione era stata presa.

Da quando, un mese prima, avevano scoperto “casualmente” che il loro migliore amico Remus Lupin era un licantropo, i tre ragazzi, pur di stargli vicino anche nei momenti più difficili di luna piena avevano preso la decisione di diventare degli Animagi.

Naturalmente i tre ragazzini stavano portando avanti le ricerche su come imparare la trasformazione all’insaputa degli insegnanti e del loro amico. Sicuramente quest’ultimo non avrebbe mai approvato una simile sciocchezza e li avrebbe dissuasi dal continuare in questo loro folle piano. Ma i tre erano testardi.

James, Sirius e Peter vennero visti molto spesso da quel giorno chini su enormi e polverosi volumi nei momenti più inaspettati sempre senza Remus. Ma con il passare del tempo tutti iniziarono a farci l’abitudine.

 

Il tempo passava ma i risultati erano piuttosto scadenti.

“Vai, Sirius. prova ancora una volta. Dobbiamo approfittare di questi giorni in cui Remus non c’è.” James esortava l’amico. Erano le due passate di un sabato sera del quarto anno per i Malandrini e la sala comune era deserta.

“Basta James. Non ce la faccio più.” E si lasciò crollare esausto su di un divano.

“Ormai ci sei. Come ho fatto io l’altra sera. Devi convogliare la tua energia interiore verso ogni singola parte del tuo corpo e concentrarti sull’animale che hai scelto.” Detto questo James divenne rosso in volto per lo sforzo della concentrazione. Lentamente il suo corpo iniziò ad assumere un’altra forma. Sulla testa gli spuntarono delle lunghe corna e il suo corpo si tramutò in quello di uno splendido cervo. Corse leggero attraverso la sala comune per dare una dimostrazione agli amici e poi ritornò normale.

“Eccezionale, James!” squittì Peter.

Sirius sbuffò mentre James faceva un inchino all’amico.

“Posso riuscirci anche io. Cosa credi? Di essere il più bravo? In quanto a poteri un Black non è certo di meno rispetto ad un Potter.”

James, grazie alla reazione prevedibile di Minus, aveva ottenuto il risultato sperato: aveva stuzzicato l’orgoglio di Sirius.

Il suo migliore amico, da sempre, aveva la tendenza a reagire con veemenza ed caparbietà alle sfide che gli venivano lanciate. In questo caso Sirius non voleva dimostrarsi da meno nel riuscire a diventare un Animagus. James contava infatti che l’amico riuscisse presto a trasformarsi perché era sicuro che gli sarebbe voluto tutto il suo aiuto per aiutare Peter a capire come compiere la trasformazione. Pensava infatti che lui e Sirius insieme avrebbero potuto aiutare veramente Minus.

Sirius se ne stava in piedi nel centro della sala comune. Aveva gli occhi fissi nel vuoto ed era diventato pallidissimo. Per un momento i suoi due amici temettero che stesse per svenire quando improvvisamente il corpo di Sirius iniziò a cambiare forma proprio come aveva fatto quello di James pochi minuti prima. Al contrario di James però il corpo di Sirius stava assumendo delle dimensioni  molto più grandi. Una forte luce accecò i due ragazzi che stavano assistendo alla trasformazione. Quando finalmente riuscirono a guardare verso l’amico al suo posto c’era un enorme cane nero che scodinzolava felice e sbavava sul tappeto dorato.

Prima che uno dei due riuscisse a dire qualcosa l’enorme cane si lanciò su James leccandogli il viso e facendogli mangiare il folto pelo nero.

Tra gli sputacchi generali, James riuscì ad alzarsi da terra. Il cane gli si era letteralmente e praticamente scaraventato addosso. “Sirius! Che schifo! Mi hai fatto mangiare tutto il pelo!!”

La risata di Sirius riempì la stanza. Era tornato normale.

“Sssh.” Sussurrò Peter.

Dei passi leggeri e veloci scendevano dal dormitorio femminile. 

“Dovevo immaginare che foste voi. Chi altri poteva essere a fare tutto questo macello alle 3 del mattino. Che ci fate ancora svegli? Voglio una spiegazione convincente o farò rapporto alla McGranitt!” la voce autoritaria della Evans non ammetteva repliche.

Come succedeva ogni volta che James si trovava di fronte Lily Evans, vale a dire ogni santo giorno da metà del primo anno di scuola più o meno,  il ragazzo perdeva momentaneamente le sue facoltà mentali e rimaneva a fissarla imbambolato finché qualcuno non lo faceva rinsavire e allora incominciava a comportarsi da vero idiota- sbruffone solo per fare colpo sulla ragazza che gli piaceva da impazzire.

Anche in questo caso le cose andarono esattamente come sempre.

Sirius diede un calcio a James e si apprestò a trascinarselo nel dormitorio prima che l’amico potesse protestare, o peggio, potesse raccontare alla Evans cosa stessero veramente combinando.

“Notte, Evans. Scusa il disturbo. Noi tre ce ne stavamo giusto andando a dormire.” Spiegò frettolosamente Sirius mentre con Peter al fianco e James caricato sulle sue spalle spariva su per le scale del dormitorio maschile.

 

Lily rimase per un momento a fissare il punto dove i tre ragazzi erano spariti. Fece un sospiro e decise che sarebbe tornata a letto. “Valli a capire quei Malandrini”

 

La porta del dormitorio maschile del quarto anno si chiuse silenziosamente alle spalle dei tre amici. “Pfiu. Per un pelo.” Sussurrò Peter.

“Accidenti! Ma proprio la Evans doveva sentirci. Ha il sonno leggero quella ragazza!” esclamò Sirius.

“Evans, Evans? Sirius, hai detto Evans. La mia Evans? Dov’è?? Non la vedo.” Improvvisamente James saltellava per la stanza cercando la sua Evans nei posti più improbabili. Sotto le coperte del letto vuoto di Remus, nel baule aperto di Sirius e persino nel calderone vuoto di Peter.

“L’abbiamo perso.” Sirius sembrava rassegnato  “Non ci sta più con la testa. Quando vede la Evans è andato. Come si farà a ridursi così per una ragazza quando potrebbe averne altre cento.” Scosse il capo incredulo. “Però sono riuscito a trasformarmi.” Disse entusiasta rivolgendosi al suo amico sano di mente: Peter. Quelle parole sembrarono far scordare la Evans al povero James che ritornò in sé. “Bravissimo, Sirius!! Lo sapevo che ce l’avresti fatta! Sei un eccezionale cane nero!!!” e lo abbracciò con impeto.

“Dubitavi forse delle mie capacità?” chiese compiaciuto Sirius “Certo che no, amico mio. Domani aiuteremo anche Peter. E il mese prossimo andremo insieme a Remus finalmente.” James era eccitato.

Quella notte i Malandrini andarono a dormire consapevoli che quel giorno sarebbe stato per sempre nei loro ricordi e che da quel momento in avanti, insieme al loro amico Remus Lupin, avrebbero vissuto delle avventure fantastiche.

 

La mappa del malandrino

 La campanella del pranzo finalmente arrivò. Era una giornata fresca di inizio marzo e quattro ragazzi si dirigevano verso la Sala Grande che iniziava già a gremirsi di studenti. Erano passati quattro anni da quando i Malandrini erano arrivati a Hogwarts, ma la loro amicizia era rimasta intatta, anzi, si era consolidata con il passare del tempo.

“Ehi, Sirius, come hai fatto ad arrivare in tempo alla lezione della McGranitt stamattina? Avevi detto di aver lasciato il compito in dormitorio. Eppure dopo cinque minuti era già di ritorno.” Remus guardava l’amico di sott’occhi.

“Malandrini miei, ho scoperto un passaggio segreto eccezionale.” Aveva abbassato la voce tanto che i suoi tre amici che gli camminavano al fianco dovettero farsi più vicini per sentirlo.

“Uno nuovo?” Peter sembrava stupito. “Esatto Peter. Al terzo piano accanto al quadro del cavaliere baffuto, il muro sulla destra in realtà è un passaggio che ti fa risparmiare ben quattro rampe di scale. Proprio così amico mio.” Si rivolse a James che aveva un’aria sbalordita.

“Caspita. Molto interessante. Questo posto non finirà mai di stupirmi nonostante siano passati ormai quattro anni.” Lupin era pensieroso.

“Mai interessante quanto il passaggio della vecchia strega orba che porta dritto dritto nella cantina di Mielandia. Quello è il massimo.” Sirius sembrava già introdotto nel negozio più dolce di tutta Hogsmade.  Di certo i passaggi che conducevano fuori da scuola erano i più affascinanti di tutti.

I quattro ragazzi si sedettero al tavolo di Grifondoro.

“Sapete cosa dovremmo fare ragazzi? Creare una mappa. Chissà quanti segreti ci nasconde ancora questo castello. Potremmo tramandarli così a future generazioni di malandrini.” Gli occhi scuri di James si illuminarono di entusiasmo.

“Bella idea, James!” biascicò Sirius. “Non parlare con la bocca piena Sirius. È disgustoso.” Lo redarguì Lupin. Sirius fece spallucce.

“Ok, allora penso che stasera potremmo iniziare.”

 
“Per la barba di Merlino. Sono stanchissimo.” Peter fece un enorme sbadiglio.

La sala comune di Grifondoro era ormai deserta. Era l’una passata di venerdì sera.

“Però abbiamo fatto un ottimo lavoro. E l’incantesimo di Remus per far scomparire la mappa è geniale.” James era ancora ammirato. “Già.”assentì Sirius. “Degno di un vero Malandrino.” Sogghignò.
Lupin era in imbarazzo. Non era mai a suo agio quando qualcuno si complimentava con lui. Era molto timido.

“Ed ora proviamola. Giuro solennemente di non aver buone intenzioni.”

Davanti agli occhi dei quattro Malandrini sulla pergamena logora che era stesa sul tavolo, apparve la pianta intera del castello con tanti minuscoli puntini affiancati da altrettanti piccoli cartigli dove  si poteva leggere il nome di ogni singolo abitante di Hogwarts. Un coro di “Wow” si alzò all’unisono dai quattro ragazzini

“Caspita. È meravigliosa!”

È un ottimo lavoro!”

“Veramente superba!”

“ Ed ora l’ultima prova” annunciò James con voce solenne. “Fatto il misfatto”.

La mappa si cancellò sotto i loro occhi e scomparve senza lasciare traccia.

“Eccezionale!” a James brillavano gli occhi per l’emozione.

I ragazzi guardavano ammirati il loro lavoro.

“Ragazzi sapete a cosa stavo pensando?” Remus sembrava perplesso. “Dovremmo firmare questa mappa con dei nomi in codice affinché non possano mai arrivare a noi.”

“Ehi, però. Non male come idea Remus!” asserì Sirius.

“Non  male?? È semplicemente grandiosa!!!” esclamò James.

“Magari dei nomi che rispecchino il nostro essere dei Malandrini… speciali.

Aggiunse Peter. E sul volto dei quattro ragazzi si accese uno sguardo d’intesa.

“Tu potresti essere Felpato, Sirius. Il tuo pelo è sofficissimo quando ti trasformi.” Propose James ridacchiando. “Ahahahah. Molto spiritoso. E tu allora potresti chiamarti Ramoso. Dato l’animale cornuto che diventi, mi sembra ovvio” ribatté sarcastico Black. I due amici si stavano guardando in cagnesco quando entrambi scoppiarono a ridere. “Si, Ramoso mi piace.” Confermò James. “ E io accetto di buon grado il nome di Felpato.”

“ Io vorrei chiamarmi Codaliscia. In fin dei conti anche per un topo come me avere la coda così liscia non è affatto usuale. Voi che ne dite?” Peter attendeva titubante l’opinione degli amici. “Perfetto.” “Sono d’accordo” esclamarono all’unisono Sirius e James prima di essere colti da un altro attacco di ridarella.

Remus era pensieroso. Non sapeva come avrebbe voluto chiamarsi. Lui quando si trasformava in licantropo si sentiva solamente un mostro, orribile e pericoloso.

“Devi scusarci Remus.” Cominciò James. “Ma quando abbiamo deciso di diventare degli Animagi avevamo scelto un nome in codice con il quale chiamarti quando dovevamo parlare di te. Sai solo per evitare che qualcuno capisse…” “Avevamo pensato ad un nome particolare, non è stato affatto facile pensare a come chiamarti.” Ricordò Sirius. “Alla fine abbiamo pensato a Lunastorta.” Concluse Peter. I tre ragazzi attesero il giudizio dell’amico. Un attimo di silenzio. Lungo, forse troppo lungo. “Non potevate scegliere nome migliore, amici.” E Remus si sciolse in un gran sorriso.

 

Angolo Mirty_92:

Ciao a tutti!!! Beh, che dire… è semplicemente da tantissimo che non scrivevo più.
Non avevo più idee… pff… succede.
Spero che questo capitolo possa esservi piaciuto.
Grazie a tutti!!

Ciaociao                                                                           Mirty_92

 

 

 

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Capitolo 5
*** James... a scuola (quarta parte) ***


james 4

Ostinazione

 
“Ramoso,toglimi una curiosità. Dopo sei anni non ti sei ancora stancato di farti umiliare a quel modo dalla Evans? Io penso che sia ora di finirla. Tu non credi?” Sirius Black, attraente Grifondoro del settimo anno, se ne stava comodamente disteso sul letto del dormitorio maschile della sua casa.
“Suvvia, Felpato. Prova a capirlo. Ramoso è innamorato.” Scherzò Remus Lupin, il più ligio alle regole dei quattro Malandrini.
“Bah, io non lo capisco. Ogni volta che c’è una visita ad Hogsmade non può fare a meno di invitare Lily e lei puntualmente gli dice di no. Dev’essere frustrante.” Sospirò il quarto Malandrino, Peter Minus.
“Ehi, ragazzi. Come sto?” un James tutto entusiasta uscì dal bagno. Indossava dei jeans chiari e una camicia nera con il colletto aperto. I capelli neri erano scompigliati come sempre. “Però, sei proprio un figo James!” lo canzonò Sirius.
“Guarda che non è che se ti vesti in modo diverso la Evans uscirà con te domani.”
“Beh, provare non costa nulla.” James era determinato. “Forse devo solo cogliere il momento giusto.” James estrasse dal suo baule la Mappa del Malandrino.
“Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.” La mappa si delineò veloce davanti ai suoi occhi. Centinaia di piccoli cartigli portavano scritto il nome di tutti gli abitanti di Hogwarts e non solo studenti. Elfi domestici, fantasmi e professori non potevano sfuggire alla mappa.
“Ora devo solo cercarla.” Disse pensieroso James. Sirius sbuffò ma suo malgrado si avvicinò all’amico chino sulla mappa. Con colpo sicuro Sirius indicò a James un piccolo puntino sulla mappa, nelle segrete del castello, vicino all’aula di pozioni.
“è qui” disse Sirius con aria annoiata. Il cartiglio sotto il puntino che il ragazzo aveva indicato portava scritto il nome di Lily Evans.
“Ma come hai fatto?” James era stupito. “Ho sentito la Evans dire a Eveline Stuart che avrebbe dovuto andare a dare ripetizioni di pozioni ad un ragazzino del secondo anno oggi.” Fece spallucce. “Grazie, Felpato.” A James brillavano letteralmente gli occhi per la commozione. “L’abbiamo perso.” Sghignazzò Remus.
“Sbrigati James. Se vuoi farti dire un altro no non puoi attendere oltre.” Scherzò Sirius con aria solenne. I tre amici scoppiarono a ridere ma James non ci badò e si precipitò fuori dalla stanza alla volta dei sotterranei

James era agitato. Gli tremavano le mani e sembrava aver perso la sua proverbiale capacità di autocontrollo quando si trattava di invitare una ragazza ad uscire.

Ma questa non è una ragazza qualunque, pensò James, è Lily, Lily Evans, la ragazza di cui sono innamorato. Solo a pensarlo si sentì avvampare. Ma cosa gli stava succedendo? Perché era così titubante, quasi insicuro? Forse la risposta stava nel fatto che non voleva sentirsi rifiutato per l’ennesima volta. Non voleva che Lily gli dicesse che non sarebbe uscita con lui per andare ad Hogsmade. Erano oramai sette anni che conosceva Lily. Aveva capito che non era una ragazza come le altre. Infatti lei sembrava non trovarlo affatto simpatico e neppure attraente. Anzi, sembrava odiarlo. Negli ultimi mesi James aveva provato a cambiare atteggiamento. Si era fatto più responsabile e un po’ più serio. Almeno in presenza della Evans. E quel giorno….

Quel giorno come avrebbe potuto dimenticarlo. Il giorno in cui lui aveva aiutato un ragazzino del secondo anno che era stato umiliato di fronte ai suoi compagni e lei aveva assistito a tutta la scena e alla fine gli aveva sorriso.

Quanto era bello il sorriso della Evans! Gli era arrivato dritto al cuore e aveva acceso in lui una fiamma di speranza. Forse era per quel motivo che oggi era così agitato.

 
Stava camminando spedito, immerso nei suoi pensieri, quando andò a sbattere contro qualcuno. L’urto fu piuttosto violento. James si ritrovò a terra e con lui, la persona con la quale si era scontrato. “Ehi, ma non puoi fare più attenzione quando cammini?” si lamentò James alzandosi lentamente. “Pff, senti chi parla. Quanta presunzione! chi può essere se non  Potter!”

Quella voce. Il cuore di James iniziò a battere fortissimo. Il ragazzo guardò di fronte a sé dove una ragazza dai lunghi capelli ramati stava a terra a raccogliere tutti i libri sparsi sul freddo pavimento dopo la colluttazione appena subita. 

 D’istinto il ragazzo si chinò vicino a lei per aiutarla. “Scusa, Lily. Non volevo… non… non ho fatto apposta. Ero un po’ distratto… hai ragione… c-c-come sempre…”

La ragazza che fino a quel momento aveva tenuto la testa china, alzò il volto e guardò James negli occhi. Che faccia da schiaffi che aveva quel ragazzo!

Sempre così sicuro di sé, così intelligente, così fiero, così maledettamente bello… ferma, ferma, ferma… ma che pensi Lily!! Questo è James Potter… come può piacerti l’idolo di Hogwarts così presuntuoso… cocciuto… e stra maledettamente affascinante…

Ma cosa le stava succedendo? Potter le aveva per caso fatto uno stupido incantesimo? Lily scosse la testa come a voler scacciare quei brutti pensieri.

“Ehi, Lily, qualche problema?” James si era accorto del turbamento comparso sul volto della ragazza.
“Ma cosa vai a pensare, Potter. È tutto apposto. Sono solo i miei libri che non stanno granché. Guarda. Sono tutti pieni di inchiostro.” E così dicendo sventolò di fronte al naso del ragazzo un vecchio libro di pozioni macchiato con dell’inchiostro verde.
“Si può tranquillamente riparare al danno, Evans.” Rispose James con aria tronfia estraendo la bacchetta e facendo sparire immediatamente la macchia verde.
“Per te è sempre tutto così semplice, vero?” lo canzonò la giovane. “Intanto dovrò andare a ricomprare l’inchiostro.” Disse scocciata.
“Suvvia, Lily. Quante storie. L’importante è che non ti sia fatta niente quando sei caduta. Per quello ti chiedo scusa. Per quanto riguarda l’inchiostro invece…” James fece un lungo respiro e decise di buttarsi. “… se proprio ci tenevi così tanto potremmo andare ad acquistarne dell’altro domani ad Hogsmade. Abbiamo l’uscita settimanale e quindi…”

Ormai era andata. James non si era proprio immaginato di proporre a Lily di uscire con lui per andare a prendere dell’inchiostro, ma tanto valeva unire l’utile al dilettevole.

La ragazza lo guardò per un minuto che parve durare molto di più. Sembrava non avesse capito granché la proposta di James oppure era rimasta semplicemente colpita.

“Va bene, Potter. Se è per comprare dell’inchiostro potremmo andare insieme ad Hogsmade. A domani allora.” Il ragazzo rimase per un attimo senza parole, con gli occhi spalancati. La Evans gli aveva appena detto che sarebbe uscita con lui.
Certo, aveva puntualizzato che le serviva dell’inchiostro. Ma aveva accettato di andare ad acquistarlo ad Hogsmade con lui…

Lily aveva finito di raccogliere i libri e si stava già allontanando quando James si voltò e le urlò: “Ehi, Evans! A che ora?” “Per le nove, in sala d’ingresso.” Rispose la rossa senza nemmeno voltarsi.

Sul volto del giovane Potter comparve un enorme sorriso. Ce l’aveva fatta! Chissà cose gli avrebbero detto i suoi amici. Non avrebbero più potuto scherzarlo per i continui rifiuti della Evans. L’indomani avrebbe finalmente avuto l’appuntamento che aveva tanto desiderato.

 

Consigli

“Calmati, Felpato. Non è poi la fine del mondo. È solo un appuntamento. Non è nemmeno il tuo primo appuntamento. Figuriamoci.” Sirius stava cercando in tutti i modi, da circa un’ora, di tranquillizzare il suo amico. Certo, il giorno prima quando James aveva raccontato quello che era successo con la Evans, i suoi amici erano rimasti a dir poco sbalorditi. Sirius era caduto dalla sedia con un tonfo così forte che tutta la sala comune aveva temuto il peggio. Remus aveva incendiato per sbaglio il compito di Peter che si era offerto di controllare e Peter, a momenti, stava soffocando con la penna imbevuta d’inchiostro. (N.d.A: 0.o)

“Felpato, tu non capisci! Questo per me è come se fosse il mio primo appuntamento. Sono anni che desidero uscire con Lily, avere una possibilità con lei. Non voglio rovinare tutto.” James sembrava sull’orlo di una crisi isterica. “Ma tu non rovinerai niente, James. Devi solo essere te stesso. Certo io eviterei di fare il gradasso lanciando incantesimi su chiunque. Portala a bere qualcosa ai Tre Manici di Scopa, un posto normale. Parlerete tranquillamente e vedrai che sarà facilissimo” “Questo lo dici tu, Lunastorta.” “Infatti James, te lo dici persino Lunastorta!!! Andrà tutto bene” “Benissimo, stupendamente bene, meravigliosamente bene…” “Hai finito con lo sproloquio di aggettivi, Codaliscia? Va bene l’incoraggiamento ma adesso è torppo.”
“Scusa, Felpato.” Peter si fece piccolo, piccolo. “Dai, Sirius. Anche Peter vuole aiutare James. Tutti noi lo volgiamo aiutare. Però ora è meglio lasciarlo andare, altrimenti arriverà in ritardo all’appuntamento.” Remus fece alzare James dalla poltrona della sala comune e gli diede una spintarella verso il buco nel ritratto.

Quella sarebbe stata una giornata memorabile.

 

Angolo Mirty_92:

ciaoooooooooooooooo… sono tornata per vostra sfortuna o piacere che sia… beh ecco uno degli ultimi capitoli di questa serie… spero sia piaciuto.

A presto

 

                                                                                              Mirty_92

 

               

 

 

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Capitolo 6
*** James... a scuola (quinta parte) ***


appuntamento

L’appuntamento

 

Lily Evans arrivò alle 9.10, una via di mezzo tra l’essere puntuale e l’essere maledettamente in ritardo.

A dire la verità anche la ragazza aveva avuto qualche piccolo problema di lucidità nel prepararsi ad uscire con Potter. Per quanto si sforzasse di far apparire l’uscita come una semplice uscita di cortesia, nel suo cuore era convinta che in realtà si trattasse di un appuntamento vero e proprio. Il suo primo appuntamento con James Potter.

 
“Oddio, Mary!! Sto per uscire con Potter! Come ho potuto dirgli che sarei andata con lui ad Hogsmade, oggi! Ieri le ripetizioni mi devono aver dato alla testa.”
“Per me, invece, ti hanno fatto solo che bene. Ti servirà svagarti un po’ al villaggio. E poi sono convinta che Potter non sarà così male come tu, da anni, ti ostini a considerarlo.” Mary stava cercando in tutti i modi di calmare la sua migliore amica.
“Cerca per una volta di considerare Potter da un altro punto di vista. Vedrai che ti divertirai persino.” Mary fece l’occhiolino ad una Lily abbastanza sconvolta e le diede una spintarella per andare dal suo accompagnatore che da circa 10 minuti sembrava aver perso le sue facoltà mentali continuando a girare in tondo nella sala d’ingresso.

 
Lily fece un gran respiro e si avvicinò a James.
Il ragazzo quando la vide si fermò di colpo.
“Ciao, tutto bene?” Lily dopotutto era pur sempre Lily e riuscì a dissimulare bene l’ansia che provava. Si concesse persino di abbozzare un sorriso educato a Potter.
Il ragazzo nell’udire la voce di lei si riscosse. “S-s-si… tu?”
“Anche io. Allora andiamo?” Lily l’aveva preceduto di qualche passo verso la porta che dava sul cortile.
“C-certo.” James le si affiancò e insieme si avviarono ad Hogsmade.

 
Un tiepido sole di inizio marzo brillava nel cielo terso illuminando tutto il vasto parco di Hogwarts. Gli studenti sciamavano verso Hogsmade e quando si trovavano a passare accanto a Lily Evans e a James Potter rimaneva a dir poco stupiti.
I due ragazzi, dal canto loro, non sembravano nemmeno accorgersene.
Da quando erano usciti sembrava che non avessero molto da dirsi. Anzi sembrava proprio che Potter avesse perso la lingua. Lily cercava di fare conversazione facendogli delle domande alle quali però il ragazzo rispondeva a monosillabi.
La ragazza rimase un po’ delusa. Dov’era finita tutta la loquacità di James Potter?

 
Si ritrovarono a camminare per le vie affollate di Hogsmade. Altri studenti inavvertitamente li urtavano ma loro sembravano non rendersene conto.

Così arrivarono da Scrivensheft, il negozio di articoli per la scuola.
“ Ti ricordi che devo prendere l’inchiostro verde, vero Potter?” chiese la Evans perplessa.
“Si, si.” Un’altra risposta a monosillabi.
Lily alzò gli occhi al cielo, esasperata.
Lily entrò nel negozio seguita da James, fece il suo acquisto e ne riuscì ancora una volta seguita dal ragazzo che non accennava a parlare.

La ragazza si fermò sulla soglia del negozio.
“Beh, grazie per avermi accompagnato, Potter. Ora tornerò al castello. Grazie.”
Lo salutò e cominciò ad allontanarsi.

James era sbalordito. Che stava combinando?? Aveva la stramaledetta occasione di uscire da solo con Lily Evans e non riusciva a parlarle??? Non era da lui!! Stava perdendo un’occasione d’oro. O meglio: perdere Lily era come perdere il boccino ad una partita di Quidditch, e perdere il boccino significava perdere la partita cioè perdere Lily. Insomma, stava andando fuori di testa.

 Fu come se all’improvviso James si fosse risvegliato dal torpore che l’aveva assorbito fino a quel momento. La stai perdendo. Lei non ti darà un’altra occasione! Una vocina maligna gli ronzava nella testa.
Non posso perderla! Non voglio perderla! Lei è la ragazza della mia vita! Si rispose mentalmente. Ecco, adesso parlo anche da solo! Ma dov’è lei?? Devo fermarla!!

 James si fece largo tra la folla e pochi metri avanti a lui vide una folta chioma di capelli ramati. Corse per lo spazio che lo separava da Lily e afferrandole un polso la fermò e la fece voltare.

I due ragazzi si guardarono per quello che parve essere un’eternità. Gli occhi verdi di lei brillavano nel tenere lo sguardo fisso in quelli nocciola di lui. I loro visi erano vicinissimi, i loro nasi si sfioravano. E poi semplicemente… accadde.
James annullò la distanza che era rimasta tra loro e posò delicatamente le labbra su quelle di Lily. Fu un semplice bacio a fior di labbra che fece subito imporporare le guance di Lily. Durò pochi secondi e poi James tornò a fissare Lily.

La ragazza fece per parlare ma lui la zittì con un cenno del capo.
“Lily, aspetta. Adesso lascia parlare me. Non sono riuscito a farlo per tutto il tragitto da scuola a qui. Non so cosa mi sia preso. Scusami. Sono così mortificato. Ma ora sento che devo rimediare. Non mi dire che è troppo tardi. Rimani con me.” Le prese delicatamente una mano e gliela posò sul suo petto.“Senti come batte forte il mio cuore? Batte così solo quando ci sei tu. Lo so che può sembrare smielato ma non ce la faccio più a stare senza di te. Ti prego, dammi la possibilità di starti accanto. Io, io ti voglio bene!” e ancora una volta il bel Malandrino le sfiorò le labbra con le sue.

 In quel momento Lily fece qualcosa che non si sarebbe mai sognata di fare. Incurante di essere ancora in mezzo ad una strada affollata di studenti che guardavano attoniti i due ragazzi, gettò di slancio le braccia attorno al collo di James e rispose al bacio con passione.

La folla di studenti fece partire un’ovazione degna di quelle che si sentivano al termine di una bella partita di Quidditch, solo che questa volta non c’erano rivalità tra case. Tutti indistintamente applaudivano i due ragazzi. Qualcuno urlò: “Era ora!!”
Qualcun altro gli fece eco: “Finalmente!”

A quelle urla i due ragazzi si ricordarono di essere in una strada affollata. Lily affondò il viso nel petto di James per nascondere l’imbarazzo mentre James, ancora un po’ scosso ma soddisfatto di quel bacio, la teneva stretta a sé e si guardava attorno con un sorriso raggiante.
Tra la folla scorse i suoi tre migliori amici che gli sorridevano.

Finalmente James Potter era riuscito a conquistare Lily Evans.

 

Angolo Mirty_92:
Ciao a tutti… tornata come vedete!! Bah spero che questo capitolo non sia troppo come dire… mmm… sdolcinato?? Zuccheroso?? Beh valutate voi… grazie a Lene Lacroix  per aver recensito e a tutti quelli che leggono. Ciaociao

 

Mirty_92

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Capitolo 7
*** James... a scuola (sesta parte) ***


COPPIA

Tutta Hogwarts sapeva

Ormai la cosa era ufficiale. Tutta Hogwarts era a conoscenza della neonata storia tra il bel cercatore James Potter e la brillante studentessa Lily Evans.
Coloro che avevano assistito alla dichiarazione di Potter nel bel mezzo della strada affollata di Hogsmade e alla conseguente reazione passionale avuta dalla Evans, avevano contribuito a spargere la notizia cosicché tutta Hogwarts sapeva.

“Lo dicevo io che alla fine Potter ce l’avrebbe fatta. È proprio un gran bravo ragazzo.” Qualcuno sentì dire Nick Quasi Senza Testa tutto soddisfatto alla Dama Grigia. “Dovrò andare a ricordare al Barone Sanguinario la nostra scommessa. Lui ha sempre sostenuto che Potter non ce l’avrebbe fatta.”

“Minerva, ha sentito la novità??” un Silente particolarmente entusiasta andò incontro alla strega.
“Di Potter e Evans?” chiese la donna.
“Esattamente. Lo sapevo che prima o poi si sarebbero messi insieme! Sono proprio una bella coppia!”

 Insomma, tutta Hogwarts sapeva. Fantasmi, professori, elfi domestici e tutti i quadri del castello. Tutta Hogwarts sapeva e la cosa non dispiaceva. ( N.d.A. ahahah… pure la rima o.0)

 

Coppia

James se ne stava comodamente seduto su una poltrona nella sala comune di Grifondoro e accanto a lui sedeva Lily.
Era ormai notte fonda e tutti gli altri studenti erano già andati a letto. Quella sera non si era parlato d’altro che della COPPIA.
James e Lily si erano trovati di fronte alle più svariate situazioni.

Le amiche della ragazza si erano congratulate con lei come se avesse dovuto sposarsi da lì ad una settimana. Avevano voluto sapere tutti i dettagli della dichiarazione di James visto che non si fidavano delle voci che erano circolate tra tutti gli studenti e l’avevano a dir poco sommersa di domande.
Lily, molto discretamente, aveva cercato di soddisfarle ma ogni volta che le chiedevano chiarimenti sulla sua reazione alla dichiarazione lei era piuttosto vaga. Non riusciva ancora a capacitarsi che fosse stata lei a baciare Potter in quel modo di fronte a tutta quella gente.
Le fans di Potter invece erano state tutt’altro che carine con lei. L’avevano  squadrata malignamente quando l’avevano vista passare quella sera mano nella mano con Potter per i corridoi del castello. Lei però si era limitata a sorridere soddisfatta.

James aveva avuto a che fare con ragazzi di ogni età che, mentre raccontava l’accaduto, lo guardavano come se fosse stato Merlino in carne ed ossa venuto ad impartire lezioni di conquista.
Ma anche lui aveva dovuto fare i conti con alcune delle sue più accanite fans.
Alcune, infatti, gli avevano urlato contro e si erano sciolte in crisi isteriche di pianto quando aveva cominciato a circolare la notizia che il bel cercatore era ufficialmente fidanzato con la Evans.

Solo con i Malandrini, James era stato veramente se stesso.
Aveva raccontato loro di come fosse stato sciocco per tutto il tempo del tragitto fino ad Hogsmade. E quando finalmente aveva realizzato che avrebbe potuto perderla per sempre gli era tornato il coraggio e aveva  tirato fuori l’audacia di un vero Grifondoro.
“Secondo me se la Evans non si fosse allontanata probabilmente ora saresti ancora single, caro amico.” lo canzonò Sirius.
“Forse hai ragione, Felpato.” James sembrava immerso nei suoi pensieri e non aveva colto il sarcasmo dell’amico.
“Per Merlino! Ramoso ti ha dato ragione, Felpato! Lo abbiamo perso. Ora manchi solo tu, caro Felpato.” Remus fece l’occhiolino a Sirius.
“Non è ancora nata la donna che riuscirà ad incastrarmi, Lunastorta.”ghignò il ragazzo.
“Sono contento per voi.” “Grazie, Codaliscia. Ora vado da Lily. A dopo ragazzi.” E così dicendo James uscì dal dormitorio.
“A domani mattina.” Lo corresse sottovoce, sempre ghignando, Sirius.

In effetti James e Lily passarono gran parte della notte in sala comune. Parlarono di tutto e di niente e scoprirono di avere molte cose in comune.
James aveva già un’alta valutazione della Evans ma nonostante questo trovava che fosse la ragazza più perfetta che avesse mai conosciuto.
Lily rivalutò molto quel ragazzo che per anni aveva considerato un borioso arrogante. Era divertente e dolce al tempo stesso. Scherzava molto ma sapeva anche essere serio e maturo. Era cambiato tanto e a Lily questo piaceva.

In fin dei conti loro erano e sarebbero sempre stati  la COPPIA.


Angolo Mirty_92:

Due capitoli in un giorno solo…MAI SUCCESSO!! =) sarà che oggi con il brutto tempo che c’è non ho trovato altro da fare… spero che anche questo possa essere all’altezza dei precedenti. Avevo voglia di scrivere ma a volte la voglia non coincide necessariamente con una stesura adeguata del testo… ahahah… anche se mi sento soddisfatta… beh si vedrà.

Ciao a tutti e grazie infinite a Nymphy Lupin e a Stecullen94 per le recensioni e  a tutti quelli che mi seguono…

                                                                                                                                                      a presto Mirty_92

 

                                                                                                                                                    

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Capitolo 8
*** James & Lily... a casa ***


NOTI

La notizia

 
“Lily? Tesoro?”
“Sono qui in cucina James.”

 James si chiuse la porta alle spalle e si tolse il mantello.
Era la vigilia di Natale. A Godric’s Hollow la neve cadeva instancabile ormai da tutto il pomeriggio. Quello che si poteva scorgere dalla finestra del salotto di casa Potter era una strada coperta interamente di neve.
James posò la bacchetta sul ripiano vicino alla porta d’ingresso e andò in cucina.
Avvolse  Lily in un tenero abbraccio cogliendola lievemente di sorpresa.
Lei si lasciò sfuggire un risolino compiaciuto mentre girava il volto verso suo marito.
James le stampò un bacio caloroso sulle labbra e la strinse ancora più forte a sé.
“ Mi sei mancata.” Le sussurrò.
“Anche tu mi sei mancato, tesoro.”
“Ma che buon profumino. Cos’hai cucinato?”
“Il tuo piatto preferito, James. L’arrosto con patate. E ho fatto anche la torta di mele.” Lily sembrava entusiasta e particolarmente eccitata per qualcosa. Lily non era mai stata brava a tenere i segreti ma quella sera finalmente si sarebbe liberata di quella “cosa” che aveva faticosamente tenuto nascosto per due mesi a suo marito.
“Sei la moglie migliore del mondo.” E in un impeto di soddisfazione James sollevò la moglie e le fece fare una giravolta.
Lily rideva. Guardava James e rideva. Felice come solo in quel momento poteva essere. Quando stava tra le braccia di James tutte le paure e le preoccupazioni per l’avvento di Voldemort svanivano e rimanevano solo loro. Due giovani che terminata la scuola di magia e Stregoneria di Hogwarts si erano sposati e si erano costruiti una famiglia. Lily Evans e James Potter. Uniti per sempre ed ora dopo quello che lei le avrebbe detto lo sarebbero stati ancora di più…

 
James posò Lily e si mise a tavola.
I due sposi chiacchierarono amabilmente per tutto il tempo della cena. Quella sera, la vigilia di Natale, volevano lasciare le paure fuori dalla loro casa. Quella sera sarebbero rimasti solo loro. Quella sera ERA loro.

 
“Lily sei una cuoca eccezionale.”
“Grazie, James.” Lily prese una mano di James che l’uomo aveva appoggiato sul tavolo.
“Devo dirti una cosa importante, James.” Esordì senza mezzi termini la ragazza. Lily era famosa per la sua schiettezza.
James sembrò un attimo turbato e le prese la mano.
È forse successo qualcosa Lily?” James non dissimulava mai bene la sua preoccupazione soprattutto se si trattava di Lily. Le voleva un bene immenso.
“No, no caro. Niente di brutto. Tutt’altro. Non ti allarmare. E promettimi di ascoltarmi fino alla fine.”
“Ma…” cercò di replicare lui.
“Niente MA, James. Devi semplicemente ascoltarmi.” Lily gli fece un sorriso di incoraggiamento. “Fidati.” Gli sussurrò.
L’uomo annuì e si concentrò sull’espressione della moglie: sicura ma con una leggera sorta di preoccupazione.
Lily fece un bel respiro e parlò: “ Sono incinta. Sono già al secondo mese ma ho voluto aspettare a dirtelo per esserne del tutto certa. Oggi sono andata dal dottore e mi ha detto che va tutto benissimo.”
L’espressione di James era indescrivibile. Aveva lo sguardo perso nel vuoto e le guance arrossate.
Lily temette per la salute mentale di suo marito.
“Lo so che forse non è il momento giusto” pigolò con gli occhi bassi.
Lily lo sapeva. Tutto in quel periodo di terrore scatenato da Voldemort e dai suoi seguaci era pericoloso. Ma avere un figlio da James era la cosa che più desiderava al mondo e non si sarebbe mai aspettata l’espressione attonita che leggeva sul volto del marito. Ne rimase ferita. Si sentì pizzicare gli occhi. Non voleva piangere per una cosa così bella.
James tutto d’un tratto parve riprendersi. Guardò la moglie e le lesse sul volto un’aria di sofferenza.
“Lily, amore, cos’hai? Perché piangi?”
“Io non sto piangendo.” Mormorò la donna ma una lacrima traditrice le rigò il volto.
James con l’indice raccolse quella lacrima e alzò delicatamente il viso della mogie per poterla fissare in viso.
Mentre la guardava negli occhi si ricordò di quanto amava quella donna. Avere un figlio da lei era il più bel regalo di Natale che lei gli avrebbe potuto fare. Ma allora perché piangeva? Forse lei non lo voleva un figlio da lui?
Si fece coraggio e continuò con voce dolce: “Amore, perché piangi?”
“Tu, non vuoi nostro figlio. Non vuoi un figlio da me.”disse Lily con una schiettezza tanto triste e tanto disarmante ad un tempo.
James sembrava schioccato. “Ma cosa dici, Lily, tesoro mio. Certo che voglio un figlio da te. Sono solo rimasto sorpreso. Ma è il più bel regalo di natale che potevi farmi. Ti amo, amore mio.”
Lily ora piangeva a diritto ma le sue erano lacrime di gioia. Abbracciò James con tanta foga che quasi lo fece cadere dalla sedia.
“Oh, James… Pensavo… Avevo creduto… per un attimo… nostro figlio…”
Singhiozzava come una bambina, il suo timore che James non volesse il loro figlio ora  era solo un brutto pensiero. La follia di un attimo.
“Lily, voglio nostro figlio. Ti amo.”
“Anche io ti amo e sono sicura che sarai un bravo padre.” James la baciò dolcemente e una mano andò ad accarezzare il ventre ancora piatto della moglie che ospitava già una piccola nuova vita.

 

Angolo di Mirty_92:

Ciao a tutti… eccomi di nuovo qua. Dopo tanto tempo ma cosa ci posso fare… se non mi vengono idee è dura… e poi la scuola e le purtroppo quasi finite vacanze di natale  e  tutto il resto.

Comunque questa fic è quasi conclusa ormai… spero vi possa continuare ad appassionare fino alla fine e ringrazio Stecullen94 e  Nymphy Lupin per le recensioni e tutti quelli che ancora mi seguono.

                                                                                                                 Baci Mirty_92

 

 

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Capitolo 9
*** James & Lily &... a casa ***


attimi di panico

Attimi di panico

“Jameeeeees!!! Dove seiiii??” chiese una Lily dal tono lamentoso che se ne stava seduta sul divano del salotto accarezzandosi il pancione rotondo che sembrava scoppiarle.
“Amore, arrivo. Ti sto preparando il tè freddo che mi hai chiesto 2 minuti fa” la testa di James fece capolino dalla cucina. Il suo aspetto non era dei migliori. Erano giorni ormai che sua moglie non faceva altro che avere le “voglie” più assurde a tutte le ore del giorno e della notte.
Lily, a questo punto, era allo scadere dei giorni previsti per la gravidanza tuttavia le “voglie” anziché attenuarsi erano addirittura aumentate. James faceva di tutto per cercare di accontentarla e il risultato era un marito zombie che vagava per casa con due occhiaie che gli arrivavano a terra. (N.d.A. XD)
“Lascia stare il tè freddo, tesoro. Non mi va più. Vieni qui a farmi compagnia.”
James alzò gli occhi al cielo e andò dalla moglie. Accontentare Lily in ogni suo piccolo desiderio era sempre stato un vero piacere per James ma la donna ora era diventata quasi intrattabile. James quasi si pentì di aver chiesto una settimana di ferie per poter stare accanto alla moglie in questo ultimo periodo ma poi pensò che una volta nato il loro figlio tutto sarebbe stato magnifico
. 
I due sposi restarono per qualche minuto abbracciati sul divano quando improvvisamente Lily si alzò.
James che si stava pregustando la piccolissima possibilità di fare un sonnellino, si riscosse di colpo e guardò allarmato la moglie.
Lily era diventata bianca e sudaticcia. “James,” balbettò, fece un lungo respiro e “SI SONO ROTTO LE ACQUEEE!!!” uno strillo acuto uscì dalla bocca di Lily.

Fu l’apocalisse.

James si alzò immediatamente dal divano. Rimase per mezzo minuto imbambolato in mezzo al salotto e poi cominciò a correre su e giù dal piano di sopra portando con sé tanti oggetti inutili o semplicemente spostandoli da una parte all’altra della casa.
Lily, che dopotutto era una donna, una donna alla sua prima gravidanza ma pur sempre una donna, ( N.d.A se non ci fossero le donne XD ) riacquistò il suo sangue freddo e appena il marito fu a portata di mano lo strattonò a sé; prese la borsetta che aveva già previdentemente preparato per l’occasione e trascinò James in una turbinosa materializzazione congiunta.

L’arrivo
L’odore asettico riscosse James all’improvviso. Dopo un attimo di smarrimento si rese conto di dove si trovava e improvvisamente capì. Era al San Mungo. Lily doveva partorire; aveva “accennato con toni particolarmente soavi” che le si erano rotte le acque e lui si era fatto prendere dal panico. Ancora una volta la moglie doveva aver preso in mano la situazione. La sua dolce, tenera, amorevoleeeee… Lily.
Era ancora perso nelle sue elucubrazioni mentali sui come e sui perché dell’evento che sentì una voce accanto a lui.
“Signore, mi scusi. Sua moglie partorirà a momenti. Vuole assistere all’arrivo del piccolo?” una guaritrice dallo sguardo dolce attendeva una sua risposta. Probabilmente non era la prima volta che le capitava di vedere un marito in stato di shock  per  la nascita di un figlio.  
“Si, voglio vedere mia moglie.” James sembrava essersi ripreso ed ora pareva più risoluto che mai. Non si sarebbe mai perso la nascita nel suo primo figlio.
Venne accompagnato dalla guaritrice in una stanza e lì gli fu chiesto di indossare un camice. Poi lo lasciarono entrare da sua moglie.
Lily aveva la faccia sconvolta dal dolore. Era tutta arrossata e umidiccia circondata da guaritrici che la spronavano a continuare a spingere: il bambino sarebbe uscito tra poco. James fece per avvicinarsi  e prenderle la mano quando insieme ad un urlo più violento e selvaggio della moglie sentì forte e chiaro anche un pianto da neonato.
Una delle guaritrici teneva tra le braccia una “cosina” tutta rossa che si divincolava e strillava.
Quella piccola creatura venne adagiata tra le braccia tese di Lily che, James notò con estrema gioia, aveva il sorriso più bello che le avesse mai visto.
Lily, con il viso particolarmente provato dalle difficoltà del parto, dopo essersi assicurata che il neonato stesse bene alzò gli occhi e incrociò lo sguardo del marito. “James, questo è tuo figlio, il nostro piccolo Harry.”
James scoppiò a piangere vedendo quanto erano belli sua moglie e suo figlio e si avvicinò subito a loro.
Cinse sua moglie per le spalle e mentre i suoi occhi brillavano ancora di lacrime di gioia, le sussurrò: “Ora siamo in tre, amore mio. Da adesso comincerà la  NOSTRA nuova vita.”

 
Angolo di Mirty_92:

Ciao a tutti. Questo l’ho progettato come l’ultimo capitolo di questa serie tuttavia se dovesse venirmi un’ulteriore ispirazione sulla dolce famigliola non esiterò a scrivere un seguito. Grazie mille a Nymphy Lupin e Stecullen94 per le recensioni precedenti e grazie a tutti quelli che mi hanno seguito fino a qui…

Ciaociao

Mirty_92

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