Remus non dirmi che...

di Mizar
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 26 dicembre 1979 ***
Capitolo 2: *** 29 dicembre 1979 ***
Capitolo 3: *** 31 dicembre 1979 ***
Capitolo 4: *** 31 dicembre 1979 parte 2 ***
Capitolo 5: *** 1 gennaio 1980 ***
Capitolo 6: *** 2 gennaio 1980 ***
Capitolo 7: *** 3 gennaio 1980 ***
Capitolo 8: *** 4 gennaio 1980 ***
Capitolo 9: *** 5 gennaio 1980 ***
Capitolo 10: *** 10 gennaio 1980 ***
Capitolo 11: *** 12 gennaio 1980 ***
Capitolo 12: *** 12 gennaio 1980 ore 13.30 ***
Capitolo 13: *** 12 gennaio 1980 ore 15.00 ***
Capitolo 14: *** 12 gennaio 1980 ore 18.00 ***
Capitolo 15: *** 12 gennaio 1980 ore 20.00 ***
Capitolo 16: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** 26 dicembre 1979 ***


26 dicembre 1979

In una casetta giù a Godric Hollow…
James se ne stava accasciato sul divano del tinello, fissando sconsolato le fiamme del camino.
Al suo fianco, spaparanzato tra i cuscini di ciniglia a forma di renna, ultimo acquisto di mamma Potter, c’era Sirius.
Nonostante la drammaticità del momento, il marrano ridacchiava sotto i baffi e la sua malcelata ilarità stava irritando Remus, che dalla poltrona lo fissava accigliato.
“Jingle bell jingle bell c’era troppo vischio in giro per il castell”, canticchiò Black, strizzando l’occhio al suo ragazzo.
“Ma la pianti di fare il deficiente” lo redarguì Remus, con fiero cipiglio.
“E dai, Moony, non è il Natale l'unica occasione in cui ci si ubriaca per amore dei bambini?
Il nostro Prongy l’ha fatto. Si è ubriacato et voilà ecco il bambino in arrivoooo”
L’ultima sillaba si era prolungata in un guaito perché James, a quelle parole, aveva preso a colpirlo con un festone dorato strappato dal vicino albero di Natale.
“Disgraziato, delinquente! Che cavolo di amico sei se nel momento del bisogno mi sfotti invece di consolarmi?” ululava isterico, tra gli schiamazzi e le risate di Sirius.
“Paparino, se rovini gli addobbi il tuo bebè se ne avrà a male”, lo canzonò Sirius rotolando sotto il divano e trascinandolo con sé.
“Ma la vuoi smettere?” singhiozzò il poverino, strappandosi i capelli.
“Non è già abbastanza angosciante sapere che tra pochi mesi dovrò occuparmi di un pargolo, io che i bambini non so nemmeno da che parte si prendono in braccio?”
A quel punto Remus ebbe pietà di lui e, acciuffato per un braccio il suo compagno lo trascinò fuori da casa Potter, cominciando una solenne ramanzina sul suo comportamento riprovevole.
Sirius, che non aveva nessuna intenzione di ascoltarlo, con movimento fluido lo abbracciò e gli stampò un bacio sulle labbra.
“Scusami amorino, ma come si fa a non prendere in giro quello sprovveduto. Siamo alla fine degli anni 70, praticamente l’era dei contraccettivi, e lui è riuscito a mettere incinta la sua ragazza”.
“Parla il guru delle precauzioni sessuali”, ridacchiò Remus, pizzicandogli il naso.
“Certo, io non ti ho mai messo incinto!”
“Già, soprattutto perché sono un maschio”.
“Anche se tu fossi nato femmina io non sarei stato così babbeo da cacciarti nei guai”, affermò gonfiando il petto.
Remus alzò gli occhi al cielo, ma non disse nulla.
Qualche giorno dopo, però ,il ghigno malefico di Sirius s’era spento.
Era stato un commento di Peter a metterlo di malumore e adesso quello che ridacchiava e gonfiava il petto era Potter.
“Almeno lui può mostrare al mondo che qualcosa combina sotto le lenzuola, mentre tu puoi solo cianciare” aveva detto il piccolo Minus, e da allora Black non aveva più pace.
Anche lui doveva mostrare le credenziali e se Remus non poteva rimanere gravido c’erano sicuramente altri metodi per mantenere alto il suo buon nome.
Così per il povero e timido licantropo cominciò il periodo più tremendo della sua giovane vita.
Sirius, deciso più che mai a dimostrare la sua virilità agli amici, non aveva remore a usare trucchi immorali e Lupin, dopo aver scoperto ben tre cineprese nascoste nella camera da letto, aveva deciso di non entrare mai più in quel locale se Sirius era nei paraggi.
Nonostante le precauzioni, però, non era tranquillo.
Quel matto di Black sicuramente aveva altri stratagemmi in mente per dimostrare la sua virilità e le sue più fosche previsioni s’avverarono quando una sera si trovò chiuso nella vasca da bagno con Sirius vestito (anzi svestito) da Tarzan.
La cosa subito gli parve molto interessante, insomma Paddy in perizoma leopardato faceva la sua figura, ma c'era qualcosa che non andava.
"Amore perchè mentre facciamo sesso continui a guardare la spugna e sorridere", gli chiese. "Perchè sono felice?", rispose Sirius, col sorriso tirato del bugiardo.
Remus assottigliò gli occhi e fu solo grazie alla sua prontezza nel lancio di schiantesimi non verbali se riuscì a incenerire la Canon stregata nascosta nella spugna
"Sirius tu sei matto!", tuonò posando la bacchetta sul bordo della vasca.
"Ma amorino mio che vuoi che succeda se mettiamo qualche filmino su Wizartube? Lo fanno tutti ormai".
"Delinquente d'un disgraziato!" gridò Remus, rosso come un peperone, avvolgendosi in un accappatoio tanto grande che avrebbe coperto le grazie di Hagrid.
"Via da me!"
Quella notte Remus non dormì.
Era così angosciato che pensò di fuggire di casa.
Così, il mattino dopo,fece la valigia e scrisse un biglietto d’addio a Sirius : Don't you cry, I'll be back again some day… forse”
Era già sulla porta quando qualcuno gli venne in aiuto

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Capitolo 2
*** 29 dicembre 1979 ***


29 dicembre 1979

Lily Evans era incinta e molto, ma molto, arrabbiata.
Quello sprovveduto di Potter l’aveva cacciata in un bel guaio!!! 

E come se non bastasse la tragedia di doverselo sposare, perché i suoi non le avrebbero mai perdonato un figlio illegittimo, adesso doveva pure subire lo smacco di essere usata dal losco figuro come reclame della sua virilità.
Bisognava vendicarsi e quale miglior rivincita che affossare proprio quella virilità tanto sbandierata dal consorte???.
Così, una sera, approfittando del fatto che James e Sirius erano in missione per l’Ordine della Fenice, decise di andare a trovare Lupin ed esporre il piano.
Lo trovò in giardino con la valigia, pronto alla fuga.
“Dove stai andando?” chiese col garbo dell’inquisitore Torquemada.
“Torno da mamma. Quel pazzo di Sirius è un attentato vivente al mio buon costume!”.
“Non se ne parla nemmeno!”, tuonò la rossa, ma il ragazzo pareva sordo ai suoi appelli.
Dopo averlo convinto con le sue buone maniere, lo aveva fermato a colpi di palle di neve, lo riportò all’ovile, blandendolo con la promessa che se avesse fatto come gli diceva presto anche Sirius lo avrebbe chiesto in sposo.
“Sei sicura?” balbettò Remus, che sognava il matrimonio con Sirius sin dal primo anno ad Hogwarts.
“Garantito al limone!” promise la rossa, usando il gergo dei giovani babbani degli anni 70.

Così qualche giorno dopo…

Sirius osservava con preoccupazione il suo ragazzo che, pallido come un cadavere, cincischiava col cucchiaio nella tazza della colazione ancora intatta.
“Remino bello, cos’hai?” s’azzardò a domandare all’ennesimo sospiro agonico del compagno.
“Nulla, Paddy, ma sono giorni che non sto bene con lo stomaco” alitò il licantropo, con voce stentorea.
“Forse dovresti farti visitare dal medico”, consigliò saggiamente Sirius.
“Ci sono stato ieri e mi ha già dato il responso”.
“E…?”.
“Ehhhhhhhh, credo che James non sia più il solo Malandrino che diventerà papà!”.
A quelle parole il giovane Black spalancò occhi e bocca in un solo colpo.
“Tu… Tu…Tu…”.
“Sì, sono incinto”.
“Ma com’è possibile” balbettò ancora Sirius.
“Secondo il ginecologo la gravidanza maschile è un caso raro, ma non impossibile. Dipende tutto dal dosaggio di testosterone del compagno con cui ci si è accoppiati”.
“Il mio testo che???”.
“Testosterone,  l’ormone della virilità”.
“Quindi tu sei incinto perché io sono superman???”.
“Certo!”.
Sirius letteralmente balzò nel camino e, tempo pochi secondi era nel salotto dei Potter.
“James, marrano, sgonfia il petto e sprofonda nel fango”, annunciò teatralmente.
Potter lo guardò con occhio vacuo.
Erano solo le otto di mattina e il suo cervello non era ancora ben connesso.
“Che hai fumato stamattina Paddy bello? si limitò a rispondergli sbadigliando.
“Io non ho fumato nulla, ma tra poco tu fumerai…Fumerai d’invidia! Remus è incinto.”
“Seeee e io sono Babbo Natale” ridacchiò James.
“Ti dico che è vero e la colpa è tutta della mia sopranaturale potenza fisica”.
A quel punto intervenne Lily che stava preparando il caffè.
“Credo che  Paddy non stia scherzando, caro”, disse risoluta, mettendogli in mano la tazzina.
“Cosa dici Lillina, io non ho mai sentito di un uomo gravido!”, rispose James, sgranando gli occhi.
“Di solito si tiene nascosta la cosa per non danneggiare l’immagine dell’uomo incinto, è per questo che nessuno sa, ma se ricordi il professor Lumacorno ha accennato al fatto, in una delle sue lezioni al quarto anno”.
Lily giocava sul sicuro. 
Né James né Sirius s’erano mai dati pena di ascoltare quello che il docente di Pozioni diceva durante le sue ore.
“Che ti dicevo Prong? Remino è incinto perché IO sono potentissimo”.
Potter guardò Lily, che assentiva col capo poi, pieno d’ammirazione strinse con vigore la mano al suo migliore amico commentando.
“Allora ti dovrai sposare pure tu, e presto sarai un paparino coi fiocchi”.
A quelle parole Sirius si fece smorto.
Lui sposarsi???.
Remus lo desiderava più di ogni altra cosa, ma a Sirius veniva l’orticaria solo a vedere una partecipazione di nozze…
Ma ora tutto era cambiato.
C’era un figlio in arrivo!.
I suoi genitori lo avrebbero incenerito se solo avessero avuto il sospetto che un piccolo Black stava per nascere al di fuori del sacro vincolo matrimonio, come il figlio di un magonò di terza categoria.
Tutta l’euforia per la sua vittoria alla gara di virilità si sciolse e una fifa tremenda s’impossessò di lui.
Non solo avrebbe dovuto sposare Remus, ma avrebbe anche dovuto spiegare a mammina che la sposina era un uomo. 
E nemmeno un uomo qualunque, bensì un uomo con un piccolissimo problema peloso che avrebbe potuto trasmettere al loro bambino, facendo in modo che un licantropo con sangue Black entrasse a far parte della famiglia per la prima volta nella storia.
Tremava così tanto che dovette sedersi mentre uno degli elfi di casa accorreva a fargli aria col ventaglio.
“James, dammi un cognacchino, che mi gira la testa”, alitò bianco come un cadavere.
“Ma certo! Brindiamo all’evento!”, rispose Potter, che aveva travisato la richiesta.
Subito l’elfo domestico arrivò con liquore e bicchieri.
“Ai nostri bambini”, gridò James alzando il calice.
“Prosit”, rispose Sirius, tracannando il liquore tutto d’un fiato.
Intanto a casa, Remus, miracolosamente rinvigorito, stava divorando l’ennesima fetta di crostata di mele, ridacchiando al pensiero del tiro mancino giocato a James e Sirius quando un gufo atterrò sul davanzale”.
Dopo aver ricompensato l’animale con un biscotto e qualche carezza, lesse il messaggio.
Era di Lily.
“Caro Remus, missione compiuta!.
Credo che finalmente anche tu potrai convolare a nozze entro breve.
Guardare la faccia di Paddy non ha prezzo!!! E per questo ti allego anche un paio di foto scattate di nascosto”.
Remus rimirò le istantanee e si preoccupò dell’aspetto terrificante del suo ragazzo: era pallido come un cencio e teneva gli occhi sbarrati e le mani nei capelli.
Il suo cuore ebbe un fremito di rimorso.
Lui desiderava diventare il marito di Sirius, non il vedovo!!!.
“Va be’, intanto accontentiamoci del fatto che la sua virilità è stata dimostrata e io non devo più preoccuparmi che le nostre performance amorose finiscano su Wizardtube”, si consolò mordicchiando lì ennesima fetta di torta.
 

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Capitolo 3
*** 31 dicembre 1979 ***


31 dicembre 1979
 
Se a Godric Hollow si respirava un’aria di maretta a Riddle Manor le cose non andavano meglio.
Nonostante il cenone super sfarzoso, perché capodanno coincideva con il compleanno dell’Oscuro, tra i Mangiamorte c’erano alcuni visi cupi.
“Miei virgulti, un nuovo anno sta per cominciare. Sarà nostra responsabilità fare in modo che il Mondo Magico s’accorga di noi”, esclamò Lord Voldemort alzando il calice per brindare.
Tutti i Mangiamorte lo imitarono con solerzia, cominciando a cantare Happy birthday to you al loro amato capo, con una mano sul cuore e il calice alzato.
Tutti tranne Lucius che, perso nei suoi pensieri, non si era accorto di nulla.
Con garbo Severus gli piazzò una gomitata nelle costole, ottenendo un guaito come risultato, ma fortunatamente il Lord, distratto dal soave profumo delle lasagne alla bolognese portate in tavola da Bellatrix, non s’accorse di nulla.
Durante il pranzo, mentre tutti s’abbuffavano, il giovane Malfoy continuava a tormentare il cibo, toccandolo appena.
La sua mancanza d’appetito- lui che era considerato l’Attila delle tavole da pranzo- attirò l’attenzione dei suoi compagni, che con apprensione valutarono anche la sua aria assorta e il suo colorito più spettrale del solito.
“Siamo sicuri che stia bene?” sussurrò Piton a Regulus.
“In tanti anni che lo conosco l’ho sempre visto mangiare come un Troll…”
Regulus fece la faccia delle circostanze luttuose e sospirò.
Era tale e quale la Cooman durante una delle sue profezie e questo provocò un brivido freddo tra le vertebre del pozionista.
In un attimo immagini delle più atroci disgrazie attraversarono la sua mente: malattie invalidanti, rovina finanziaria, passaggio al servizio di Silente…
Poi Black parlò.
“Pare che ci siano guai in paradiso” proferì sibillino, lanciando un’occhiata di sbieco a Karkaroff, tornato fresco fresco da Drumstrag con un fisico dalla muscolatura perfetta.
“In che senso?” domandò sbigottito Severus senza capire.
“Bè, la vita sedentaria e i cibi ipercalorici pare abbiano un po’ appannato il fascino del nostro biondone e tutti sappiamo che Igor ha sempre avuto una cotta per Narcissa…
“Ok, ma lei non lo ha mai nemmeno degnato di uno sguardo” , ribadì piccato Severus, offeso da quelle basse insinuazioni.
“E si vede che adesso ha cambiato idea!”, concluse Regulus indicando con un lieve movimento del capo la cugina che, come quasi tutte le signore presenti, letteralmente sbavava per il ragazzo slavo.
Severus strizzò gli occhi per vedere meglio, sperando in un’altra spiegazione, ma la realtà gli saltò agli occhi come una rivelazione.
Non solo la Black si scioglieva per quel bell’imbusto, ma lui la stava corteggiando vergognosamente.
“Regulus, dobbiamo fare qualcosa. Non vorrai avere tra i tuoi parenti un extracomunitario vero?”
“Severino, fosse per me vorrei davvero evitare certe… chiamiamole promiscue parentele, ma sai anche tu che al cuor non si comanda. Se Sissy s’è innamorata di lui che ci possiamo fare?”
“Macchè innamorata!” s’inalberò il ragazzo, storcendo il muso.
 Narcissa è solo stanca: la maturità imminente, il matrimonio da organizzare, la gravidanza …”
“E un fidanzato avviato sulla triste via del declino”, s’intromise subdolamente quel pettegolo di Rodolphus Lestrange, che ascoltava a orecchie dritte i bisbigli dei due.
“Va bene, ammettiamo pure che Lulù si sia un po’ lasciato andare, ma addirittura parlare di declino mi pare un po’ azzardato! Rimane sempre il giovane rampollo più ammirato dell’intero Mondo Magico”, cercò di difenderlo Severus.
“Mah, ultimamente pare non sia tanto gettonato. Guardalo! E’ così… così…”
Lestrange si pichiettò un dito sul mento con aria meditabonda, come per cercare la parola giusta che descrivesse le condizioni dell’amico.
“Imbolsito!!!”
“Eh???” chiesero in coro Regulus e Piton, costernati.
“Ingrassato, pigro, fiacco… Insomma in poche settimane s’è trasformato dallo scapolo d’oro che faceva girare la testa a tutte le ragazze a un bradipo goloso e noioso”.
“Severino, dovrai convenire con noi che, forse, se Sissy si guarda in giro un motivo c’è. Lucius negli ultimi tempi non sembra più lui ”, considerò Regulus.
“Stasera, per il compleanno del nostro caro Lord, non s’è preso nemmeno la briga di andare dal parrucchiere. Guarda che doppie punte ha! Per non parlare del vestito! E’ lo stesso che indossava all’inaugurazione del nuovo covo dei Mangiamorte l'anno scorso!!!”.
Severus gonfiò il petto.
“Non ci vedo nulla di male se un futuro marito smette certe frivolezze da giovane play boy, per indossare i panni dell’adulto consapevole e morigerato. L’abito che ha addosso è ancora nuovo e di ottima fattura. Perché avrebbe dovuto spendere galeoni per comprarne un altro? Io porto questo vestito dal lontano 1976 e mi sta ancora benissimo”, concluse indicando la sdrucita palandrana che lo faceva somigliare sinistramente al monaco Rasputin.
“Non ti offendere, Severino, sappiamo tutti che tu ami la vita spartana dei monaci Cistercensi, ma Lucius è sempre stato molto diverso e Narcissa si è innamorata di lui proprio perché era la quintessenza del buon gusto e dell’eleganza purblood”, affermò con tatto Lestrange, mentre Regulus s’affrettava ad annuire.
Piton sospirò.
In effetti i due amici non avevano tutti i torti.
Lucius nell’ultimo mese era davvero cambiato.
Che fosse malato?
Depresso?
Sotto qualche tipo di maledizione?
Bisognava indagare e capire cosa c’era che non andava!
 

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Capitolo 4
*** 31 dicembre 1979 parte 2 ***


 Severus aspettò la fine della cena e, poco prima che iniziassero le danze, prese da parte Lucius e gli esternò le sue preoccupazioni.
“Lulù, mi sembri un po’ sciupato”, esordì prendendolo a braccetto.
“C’è forse qualcosa che non va?”
Il ragazzo sospirò e il suo sguardo corse alla bella fidanzata che chiacchierava animatamente con le amiche, sotto lo sguardo ammirato di vari ragazzi.
“La vita da futuro marito e quasi padre è più faticosa del previsto” dichiarò sibillino, arrossendo.
“Confidati pure con me, sai che so mantenere i segreti” lo incoraggiò Severus.
“Si tratta di Sissy. Credo mi odi!” piagnucolò Lucius.
“Da quando ha scoperto di essere incinta non mi sopporta. Qualsiasi cosa dica o faccia la fa arrabbiare; mi chiama mammoletta, tricheco, fannullone, incapace, rovina della sua vita e non ti dico altro perché sono troppo signore…
E poi non mi cerca mai sotto le lenzuola e se mi avvicino mi scaccia in malo modo affermando che ha male alla testa. E pensa che io, per aiutarla, le ho comprato una confezione di Moment da 36 pasticche” pigolò avvilito, commovendosi della sua generosità.
Severus alzò gli occhi al cielo.
Non che di donne ne capisse molto, ma era certo che il Moment non era la cosa giusta per le emicranie della ragazza.
“Caro Lucius, come ti capisco!!! Quello che stai vivendo tu l’ho sto passando anch’io” insorse accorato Rodolphus Lestrange sgusciando fuori da dietro una tenda, dove s’era rintanato con Black per spiare la conversazione dei due.
“ Anch’io e Bella siamo sull’orlo di una crisi matrimoniale. Lei mi accusa di non essere abbastanza virile e di non saperla ingravidare, quando tutti gli altri ci sono riusciti; perfino quel macaco di Potter, quel babbeo di Paciok ,e anche te che, scusami la franchezza, ma di virile hai giusto il nome”
“Bellatrix sta mettendo in dubbio la tua virilità?” esclamò commosso Lucius.
“Vieni qui fratello! Abbracciamoci, nella disgrazia! Sissy dice sempre che sono uno smidollato e che una Black meriterebbe qualcosa di meglio”
“Cosa sono queste parole?” insorse Barty Crouch, che vedendo tutta quell’agitazione s’era subito appressato.
“Noi siamo gli unici e impareggiabili Man in Black, i più forti , i più gagliardi , i liberatori del mondo magico. E’ impossibile che non siamo virili!” esclamò con enfasi indicandoli.
“Ha ragione!”, lo spalleggiò Regulus.
“Guardatevi intorno. Vedete forse delle mammolette qui?”
Severus, orgoglioso di cotanto discorso, gonfiò il petto e guardò ad uno a uno i ragazzi.
Lucius, per togliersi i capelli dal viso si era fatto i codini.
Rabastan, si stava passando il burro di cacao sulle labbra lamentandosi dell’aria troppo secca che gliele faceva screpolare.
Carrow si stava litigando con la sorella l'ultima copia di Cosmopolitan.
Doholow, inguainato in un completino color argento, stava imitando le mosse della Carrà che ballava sul grande schermo tv.
Sospirò.
“Va beh, comunque Barty ha ragione. Siamo i Man in Black e dobbiamo restare uniti e aiutarci l'un l'altro, come abbiamo sempre fatto. Se Lucius e Rodolphus hanno un problema lo risolveremo insieme!”
“E come pensi di aiutarci?” domandò Lucius, trepidante.
“Chiederemo consiglio a zio Voldy! Lui è il nostro capo!”
 

 

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Capitolo 5
*** 1 gennaio 1980 ***



 
Remus era molto, ma molto, preoccupato.
Qualche giorno prima Sirius era rientrato dalla visita ai Potter ubriaco fradicio.
 “Remussss”, aveva biascicato, “dobbiamo sposarci sciubito. Domani ti porto a Grimmauld Place per le presentazioni ufficiali, ho già telefonato a mia madre”.
Remus l’aveva guardato inorridito.
“Sirius tu sei ubriaco e non sai quello che dici!” aveva esclamato, scuotendo il capo.
“Non sono ubriaco, amorino mio. Ho bevuto un po’, ma l’idea di discutere con mia madre mi ha fatto passare la sbornia, ti assicuro.”
“Allora, amore caro, credo che io e te dobbiamo parlare urgentemente. Se io entro a casa tua, con tutti gli incantesimi protettivi che ha messo proprio tua madre, muoio stecchito. Ti ricordi vero che sono un licantropo?”
“Gli chiederò di toglierli”.
“E lei sicuramente lo farà, dal momento che il figlio degenerato della famiglia va a chiedergli il permesso di sposare proprio un licantropo. Ma possibile debba sempre spiegartele io queste cose?”
“Quali cose?”
“Sirius!!!”
“Non vorrei metterti fretta, Remino, ma è meglio che me le spieghi subito le cose che non capisco, perché devo proprio andare a vomitare con urgenza.”
Così, mentre Sirius, accasciato sul wc, vomitava anche il pasto della settimana prima, Remus gli sorreggeva la testa continuando a parlare”.
“Amore, non sono sicuro che i tuoi saranno felici di me. Ricordi vero che sono un uomo, mezzosangue, povero in canna e pure licantropo?”
“Be’, immagino di non dovermi preoccupare che tu piaccia ai miei parenti. Probabilmente gli stai più simpatico di me, nonostante tutto” sospirò Sirius, posando il capo sulla fredda porcellana del wc.
“Sirius, non scherziamoci sopra. Lo sai che tua madre è campionessa incontrastata di lancio del maleficio e che tuo padre appartiene alla Loggia dei purosangue”.
“Tu aspetti un bambino da me e non potranno fare nulla contro il loro erede”, alitò Sirius, prima di riprendere a vomitare.
Remus non aveva detto nulla, ma nel suo cervello avevano preso a squillare un centinaio di campanelli d’allarme.
E l’allarme era diventato rosso quando la sera prima, al veglione dell’Ordine della Fenice, aveva strappato il microfono a Silente per annunciare a tutti che stava per diventare padre.
Fortuna che Lily era riuscita a schiantarlo un attimo prima che cominciasse a parlare!
“Forse lo scherzo è durato abbastanza e adesso è venuta l’ora di raccontargli la verità”, pensò guardando il suo Sirius che dormiva al suo fianco, russando come un orco.
Sapeva che non l’avrebbe presa troppo bene.
Inspiegabilmente, dopo il terrore iniziale, aveva preso molto sul serio l’idea di diventare padre e adesso passava il tempo a coccolarlo e viziarlo.
Lo copriva di regali, lo accontentava in tutto, si sobbarcava tutti i lavori più pesanti, che fino a poco prima sbolognava sempre sulle sue spalle.
“Mi darò tempo fino all’Epifania, giusto per trovare la maniera migliore” disse tra sé e sé, giusto per tacitare la coscienza.
 
 

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Capitolo 6
*** 2 gennaio 1980 ***


I Mangiamorte erano riuniti nel salotto buono di Riddle Manor per l’incontro settimanale di automotivazione.
Subito dopo la sessione di meditazione Yoga, giusto per predisporre l'animo,Tom aveva aperto la seduta di condivisione .
"Miei Virgulti, crema della crema del Mondo Magico, noi siamo uniti come un sol uomo perciò se qualcuno di voi vuole condividere un suo pensiero noi saremo al suo fianco per sostenerlo".
Severus non aveva perso tempo e aveva dato una gomitata nella pancia di Malfoy, per spronarlo all’azione.
Il biondo si era accasciato con un gemito sulla sedia attirando su di sé l’attenzione del capo.
“Vedo che si fa avanti Lucius”, aveva affermato Tom, interpretando il gesto del ragazzo come la richiesta di avere la parola.
“Avanti, mio caro. Confidati”.
“Ecco, vede…”, aveva balbettato Malfoy, arrossendo fino alla radice dei capelli.
“Su, su, non essere timido. Siamo tra amici”, lo aveva spronato Barty, battendogli amichevolmente sulla schiena.
"Ma certo, coraggio, caro!" gli aveva fatto eco Regulus.
Lucius aveva preso un profondo respiro e poi aveva vuotato il sacco.
“Credo che mia moglie non mi ami più” aveva esordito con le lacrime agli occhi.
Tutti si erano zittiti, mentre più di uno sguardo si posava su Karkaroff, che fingendo indifferenza aveva preso a mordicchiarsi una pellicina.
Voldemort intercettando quelle occhiate s’incupì.
“E’ un’affermazione molto forte”, disse pacato.
“Spero bene che non ci sia di mezzo un altro uomo” .
“Sì che c’è!” urlò Rodolphus, puntando il dito contro lo slavo.
“E' per colpa sua se anch’io sono sull’orlo del divorzio!”
Un "Ohhhh!" sdegnato aveva accolto queste parole.
“Non è colpa mia se le vostre mogliettine si sono stufate di avere accanto due trichechi obesi come voi”, s’indispettì Karkaroff.
“Dovreste vergognarvi di incolpare me per la vostra sciatteria”.
“Un momento”, intervenne il Lord.
“Esigo una spiegazione chiara e concisa”.
Un vociare irritato invase la stanza, creando una vera e propria babele.
“Silenzio!” tuonò Voldemort.
“Così non si capisce niente. Severus, ragguagliami tu”.
Piton, che aveva il dono innato della sintesi, riassunse il dramma in poche parole.
 “Bacco, tabacco e Venere riducono l’uomo in cenere”.
Tutti si guardarono in faccia esterrefatti.
“Ma che diamine vorrà mai dire?” pensarono all’unisono, ma nessuno fiatò, per non fare la figura dell’ignorante.
Vedendo tanti sguardi vacui zio Voldy sospirò.
“Severus vuole dire che se tutti noi ci astenessimo dal bere, fumare e sposarci non avremmo problemi”, semplificò un po’ semplicisticamente.
“Guardatevi. Gli sposati si distinguono dai single per la pancetta e l’aspetto dimesso. Non ci sarebbe nulla di male se fossero soli, ma per tenersi una moglie giovane e bella bisogna sacrificarsi. Inutile prendersela con Karkaroff perché cura il suo fisico e poi abbuffarsi di lasagne! Oltretutto noi siamo dei combattenti e tenerci in forma fa parte dei nostri doveri”.
I famosi sposati abbassarono lo sguardo, vergognosi.
“Propongo di cominciare con un programma intensivo di fitness e nomino Igor vostro allenatore ufficiale. Tra una settimana pretendo di vedere i  primi risultati”.
“Come sarebbe a dire vostro?” bisbigliò Lucius a Severus.
"Anche lui sotto la palandrana mi sembra bello in carne!"
"Sì, ma lui è il capo!", sbuffò Severus, alzando teatralmente gli occhi al cielo.
"E nonostante predichi bene alla fine siamo noi che dobbiamo obbedire!"

 

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Capitolo 7
*** 3 gennaio 1980 ***


Il povero Sirius, non si dava pace.
Remus, che aveva sempre sognato il matrimonio, aveva puntato i piedi e non ne voleva sapere di andare a chiedere la sua mano ai Black”
“Lo sanno tutti che per i purosangue le tradizioni sono intoccabili”, si lamentò con Potter, che come sempre era l’unico disposto ad assecondarlo.
“Anche tu hai dovuto presentare la Evans in famiglia. I miei non permetteranno mai che mi sposi come un babbanastro qualsiasi”.
“I tuoi non permetteranno mai comunque questo matrimonio”, rispose James, scuotendo la testa.
“Ma se non ci provo nemmeno come potrò dare al mio bambino una famiglia. Lo sai che nel mondo Magico sono tutti un po’ fissati con la genealogia e il mio piccolino non verrebbe mai considerato un vero Black ”.
“Ma scusa a te che importa? Hai sempre detto che non t’interessava il tuo cognome”.
“Infatti, ma tu prova a immaginare che vita triste condurrebbe un piccolo licantropo che non possa nemmeno fregiarsi di un cognome importante. Non ricordi Remus? Se il mio bambino risultasse appartenere alla più importante famiglia del Mondo Magico subirebbe sicuramente un trattamento di favore!”
Potter assentì pensieroso.
“Hai ragione, mio caro Pads”, sentenziò.
“A questo punto se Remus non si assume le sue responsabilità devi farti coraggio e parlare tu con i tuoi”.
Sirius annuì abbacchiato.
Aveva paura, ma bisognava fare il proprio dovere.
Uscito da casa Potter si era smaterializzato direttamente a Grimmauld Place al numero 12 e dopo aver quasi aggredito Creackers s’era fatto introdurre nel salotto dei Black.
“Padre, madre, devo darvi una grande notizia” aveva esordito mentre i suoi genitori, ancora al tavolo della colazione, alzavano su di lui occhi curiosi.
“Caro, stiamo ancora facendo colazione, perché non ti siedi con noi e favorisci anche tu. Parleremo dopo con calma”, lo invitò Walburga, porgendogli il piatto con i pasticcini di Florian Fortebraccio, i più buoni dell’intero Mondo Magico.
Sirius era titubante, ma il profumino che si sprigionava da quelle paste vinse tutte le sue remore, e in un nanosecondo si stava strafogando di dolci e cioccolata calda.
Un’oretta dopo, quando aveva spazzolato il vassoio fino all’ultima briciola, Sirius decise che era il momento di parlare e lo fece.
“Mamma, papà, devo annunciarvi il mio matrimonio”.
“Oh, che sorpresa!” chiocciò Walburga entusiasta.
“Hai sentito Orionuccio caro? Allora quelle terribili insinuazioni che erano giunte alle nostre orecchie erano false”, terminò battendo le mani.
“Quali insinuazioni?” s’informò cauto Sirius.
“Nulla di che, figliolo. Soltanto girava voce che tu avessi… che tu fossi… Insomma tutte sciocchezze inventate da quel disgraziato di Malfoy”, minimizzò Black Senior.
“Ma su, adesso parlaci della futura sposa che siamo curiosi. Chi è? La conosciamo?”
Sirius fece un profondo respiro e parlò.
Il tonfo dei due coniugi che stramazzavano al suolo privi di sensi, fece accorrere tutti gli elfi della casa.
Sirius pensò che non era il caso di trattenersi fino al loro risveglio e approfittando della confusione si dileguò dalla scena del crimine.
 

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Capitolo 8
*** 4 gennaio 1980 ***


“Lily, temo che la cosa ci stia sfuggendo di mano” bisbigliò Remus al telefono.
“Sirius è andato a parlare con i suoi e adesso sono ricoverati tutti e due al San Mungo!”
“Cavolo! Quel ragazzo è una vera calamità!”, sbuffò Lily scocciata.
“Non essere cattiva, è solo preoccupato per il futuro del nostro bambino”, esclamò il ragazzo.
“Sì, il bambino che non c’è!”
“Ma lui non lo sa”, le ricordò “e io, a questo punto, non ho più cuore di portare avanti questa commedia”.
La rossa sospirò.
“Hai ragione, Remus, credo anch’io che l’unica soluzione sensata sia che tu parli con Sirius al più presto”.  
“Lo farò dopodomani, quando tornerà dalla missione per conto dell’Ordine della Fenice” .
Mentre a Godric Hollow avveniva questa conversazione all’ospedale San Mungo i due Black stavano avendone un’altra.
“Non solo vuole sposare un licantropo, ma lo ha pure messo incinto” stava mugugnando Orion.
“Dove abbiamo sbagliato cara, dimmi?”
“Non saprei, Orionuccio mio. Noi abbiamo sempre cercato di inculcargli le regole del vivere civile”.
“Diventeremo nonni di un bambino mannaro. Quale smacco per me che sono il presidente della Loggia dei purosangue”.
“Non essere così catastrofista, che fa male alla tua ipertensione. Magari nostro nipote potrebbe non ereditare i geni di quel Remus”.
“Speriamo bene, però sarei più tranquillo se il ragazzo venisse visitato dal nostro medico di fiducia”.
“Sei ammattito?”insorse Walburga.
“Sua moglie è la peggior pettegola della Londra Magica, vuoi che finiamo in bocca a tutti?”
“Ma allora cosa possiamo fare?” si lagnò Orion.
“Faremo visitare il ragazzo da Kreacher!”
“Il nostro elfo?”
“Certo!”
“E che ne sa lui di medicina?”
“Per adesso niente, ma dopo che si sarà letto tutta l’enciclopedia medica ne saprà sicuramente tanto quanto qual carciofo di Esculapio”.
“Se lo dici tu…” capitolò Orion che non era per niente convinto, ma conosceva bene la moglie.
Così il povero Kreacher ricevette l’ordine di acculturarsi in campo medico ed ebbe come data di scadenza una settimana.

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Capitolo 9
*** 5 gennaio 1980 ***


Karkaroff si stava rivelando il personal trainer più pestifero dell’intero mondo sportivo.
Aveva dato prova del suo caratteraccio già dal primo giorno, pretendendo che tutti i Mangiamorte si presentassero in palestra alle sei di mattina e per di più a digiuno.
Li aveva costretti a svestirsi e, in mutande e canottiera, li aveva pesati e misurati.
Con sguardo arcigno aveva trascritto i dati su un blocchetto, usando una biro rossa per segnalare quelli in sovrappeso.
Nella lista rossa erano finiti Malfoy, i due Lestrange, Doholw, Avery, Nott, Tiger, Goyle, Rosier e a sorpresa Piton, che una volta toltosi la palandrana nera aveva rivelato una discreta pancetta e due belle maniglie dell’amore.
Per loro era stata stilata una sessione d’esercizi aggiuntiva e una dieta vegana ferrea.
“Qui non si mangia, ma si bruca!” aveva esclamato Avery avvilito quando, dopo una mattina di tormenti, si era finalmente seduto a tavola.
Tristemente aveva tirato su dal piatto una foglia di radicchio scondita e gli erano venuti i lucciconi.
 “Anche qui non si gozzoviglia di certo”, gli aveva fatto eco Barty dal tavolo vicino, guardando il triste beverone iperproteico color fango.
Anche Lucius era triste e affamato, ma in tutto quel marasma aveva almeno una consolazione.
Essendo impegnato in palestra Karkaroff non aveva più il tempo per insidiargli la futura moglie.
Diversamente da lui, invece, Lestrange era molto preoccupato.
Come poteva anche solo pensare di concepire un erede, se a sera gli rimaneva giusto la forza per trascinarsi sfinito sul letto?
“Ieri, sera a Grimmauld Place, Bellatrix si è lamentata di te”, gli confidò Regulus un giorno in cui Karkaroff era stato particolarmente esigente, riducendo il gruppo a strisciare per arrivare alle docce.
“Credo che a questo punto dovresti chiedere aiuto a mio fratello”.
“Ma chi? Sirius?”
“Certo, pensa che è riuscito a ingravidare Lupin”.
Rodolphus sgranò gli occhi.
“Regulus ma cosa cavolo vai cianciando? Lupin è un maschio!”
“Pare che, anche se rare, le gravidanze maschili esistano, ma le si tenga nascoste per decoro”, spiegò il ragazzo.
“E tu sei certo che…”
“Ne sono sicurissimo! I miei sono ancora ricoverati al San Mungo, dopo la notizia”.
Lestrange valutò in silenzio la cosa.
“E come avrebbe fatto Sirius a…” domandò arrossendo.
“Pare che riescano solo gli uomini più dotati. Quelli con una più alta concentrazione di Testosterone nel sangue”.
“E ci si nasce?”
“Non lo so, ma da quando l’ho saputo mi sono messo a mangiare tutti i cibi preferiti di mio fratello. Ci pensa Kreacher di notte a portarmeli”.
“E come fai con la dieta? Igor ci pesa ogni mattina!”
“Io non sono in sovrappeso, quindi non sono un sorvegliato speciale, comunque ho migliorato moltissimo il mio metabolismo da quando prendo le pastigliette di Severus, perciò anche se sgarro con la dieta nessuno se ne accorge”.
“Beato te”, sospirò Lestrange, che per un panino al prosciutto avrebbe venduto anche sua madre.
“Guarda che Severus è disponibile a fornirle anche a te, se le vuoi. Costano un po’ care, ma credimi che ne vale la pena”.
“Quindi fanno dimagrire?”
“Alla faccia! chiedilo a Malfoy”, disse.
 Rodolphus guardò Lucius che, una volta sciolti i rotolini di grasso, era tornato il bel ragazzo di sempre.
“Dieci chili in pochi giorni e abbuffandomi ogni sera”, gli confidò segnandosi la pancia.
“Per la gioia di Narcissa, che è tornata dolce e affettuosa come prima”.
Rodolphus esultò.
“Allora le voglio anch’io queste pastiglie miracolose”, gridò.
 “Zitto” lo placò Regulus, guardando verso Igor.
“Facciamo così” bisbigliò.
“ Lucius penserà a procurarti le pastiglie, intanto io dirò a Kreacher di insegnare al vostro elfo le ricette per la tua dieta. Anzi potremmo far mangiare anche a Bellatrix i cibi afrodisiaci, così magari funziona meglio”.
“Sorridi Rod, vedrai che tra poco mia cognata sarà incinta” lo incoraggiò Lucius, dandogli una pacca sulla schiena.
“Incinta di chi, che quando esco di qua sono talmente stanco che non riesco nemmeno a parlare”.
“Incinta di te! Le pastigliette di Severus danno una carica che nemmeno immagini”, garantì Lucius.
In effetti il biondo Malfoy non mentiva, le pastiglie di Piton erano la panacea di tutti i mali.
Certo, c’era qualche effetto collaterale, ma in confronto ai benefici era di trascurabile entità.
O almeno questo era quello che pensava...

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Capitolo 10
*** 10 gennaio 1980 ***


Lucius era intento ad una sessione di flessioni.
Lo sforzo era notevole, ma le pasticche di Piton gli avevano regalato una carica eccezionale.
“Ottimo lavoro, Malfoy”, si congratulò Karkaroff passandogli accanto.
“Grazie coach”, rispose il ragazzo, gonfiando il petto.
Anche Lestrange ricevette i complimenti e Lucius sorrise sotto i baffi.
“Confessa, hai cominciato la cura, vero?” bisbigliò, non appena Igor fu abbastanza lontano da loro.
“Sì, e devo dire che sono stati soldi ben spesi!”
“E come va sotto le lenzuola?”
“Le pasticche di Piton sono sensazionali anche lì. Ieri notte Bellatrix mi ha fatto i complimenti!”
“Ma noooo!!!”
“Ma sì!!! Cinque volte” si pavoneggiò spalancando la mano.
“Sorbole!”, commentò il biondo, sgranando gli occhi.
“Ma quante ne hai prese?”
“Cinque”, confessò Rodolphus arrossendo.
Lucius non disse nulla, ma nella sua mente si piantò un pensiero fisso.
Tutti sapevano che le sorelle tra loro si confidavano e se Bella avesse accennato a certe performance del marito, sicuramente Narcissa avrebbe ricominciato a guardarlo come un perdente.
Bisognava rimediare subito.
Intanto Regulus, che quel giorno aveva marcato visita con la scusa di un attacco di influenza, stava consolando sua cugina Bellatrix .
“Non capisco”, si lamentava la ragazza.
“ Nonostante le strabilianti prestazioni fisiche di Rodolphus e la dieta di Sirius, non sono riuscita a concepire nemmeno questo mese. Vorrei tanto sapere dove sbaglio”.
Regulus la guardò, scuotendo la testa.
“Forse se capissimo quali sono state le condizioni che hanno fatto in modo che Remus rimanesse incinto potremmo capirlo. Il guaio è che credo che nemmeno Sirius lo sappia”, aveva risposto sicuro, ricordando la faccia avvilita del fratello.
“Magari lo sa Remus. Se non ricordo male era un gran secchione ai tempi della scuola”.
“Remus è anche la persona più timida e introversa che conosca. Non troverà mai il coraggio di parlarci di certe cose Bella”.
“Magari non di sua spontanea volontà, ma noi potremmo metterlo sotto Imperio”, aveva ponderato la ragazza.
Regulus l’aveva guardata scandalizzato.
“Ma è una Maledizione Senza Perdono!” aveva esclamato.
“Senza perdono… che parolona! Mi spieghi cosa ci sarebbe da perdonarmi se quella magia aiutasse Lupin a sciogliersi un po’? Sono mesi che io e mio marito stiamo cercando di mettere in cantiere un figlio!”
“Beh, messa così…”
 “Appunto! Che ne dici se, approfittando del fatto che Sirius non sarà a casa per i prossimi due giorni, cercassimo di imperiare Remus?”
“Va bene, ma stiamo attenti, perché se succedesse qualcosa a Lupin, o al bambino che porta in grembo,  mio fratello non ci perdonerebbe mai!”

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Capitolo 11
*** 12 gennaio 1980 ***


Kreacher si presentò a Walburga esattamente 168 ore dopo aver ricevuto l’ordine di leggere l’enciclopedia medica.
“Padrona”, esordì compunto.
“Ho finito”.
“Ottimo ragazzo mio” esultò la donna, “e dimmi come ti senti adesso?”
“Mi bruciano gli occhi e ho un forte mal di testa”.
“Non voglio sapere della tua salute, voglio sapere se ti senti pronto per fare una diagnosi”.
L’elfo la guardò con i suoi occhietti sospettosi, poi annuì.
In realtà non si sentiva pronto per niente, ma era terrorizzato di dover ricominciare a studiare.
La donna gli sorrise.
“Sei davvero un buon servitore e io sono molto fiera di te”, disse e Kreacher gonfiò il petto.
“Sono onorato di poter servire la nobile casata dei Black” rispose orgoglioso.
“Benissimo! Allora non esiterò a chiederti un ulteriore un piccolo favore” esordì festosa e poco dopo il piccolo elfo usciva dal San Mungo per andare a rapire Remus Lupin.
Quella mattina il licantropo si era alzato prestissimo.
Aveva sognato che Sirius, dopo la sua confessione, lo lasciava ed era tutto agitato.
"Speriamo che non sia un presagio", si disse infilandosi un grosso maglione di lana
Faceva molto freddo e guardando fuori dalla finestra si accorse che stava nevicando.
"Ottimo", pensò. "Cosa c'è di più bello che ritornare in una casa calda e accogliente quando fuori nevica? Se poi c'è anche un buon pranzetto e un fidanzato gentile, molto pentito delle sue cattive azioni, non è possibile che Sirius prenda decisioni estreme..."
Dopo una breve colazione aveva tirato fuori l’aspirapolvere, per cominciare le pulizie.
Più tardi avrebbe preparato i cappelletti e l'arrosto, i piatti preferiti di Sirius e ci avrebbe aggiunto anche la torta di mele, giusto per non correre rischi.
Stava per attaccare il cavo alla presa elettrica quando il campanello aveva suonato.
Remus aveva aperto la porta, pensando fosse Lily venuta i suo aiuto, ma il mondo intorno a lui si era fatto buio.
Kreacher uscì dal suo nascondiglio e trotterellò verso il licantropo che, dopo aver ricevuto uno Schiantesimo in mezzo agli occhi, era stramazzato a terra privo di sensi, .
“La mia padrona sarà contenta” pensò fregandosi le manine verdi, mentre lo prendeva per il maglione e lo smaterializzava nelle segrete di Grimmauld place, l'unico posto di casa Black in cui gli incantesimi antilicantropo erano stati rimossi.

Mentre a Godric Hollow  Kreacher rapiva Remus a Riddle Manor Karkaroff stava mettendo a dura prova la pellaccia dei Men in Black.
Nonostante fosse in corso una bufera di neve, il personal trainer più crudele dell’intero Mondo Magico aveva preteso di fare lo stesso gli allenamenti all’aperto.
I poveri Mangiamorte lo avevano guardato come fosse stato pazzo, ma alla fine, bardati come Ussari, erano usciti nel gelo.
Solo uno pareva immune a quel freddo polare, Lucius Malfoy ,che in canottiera e calzoncini corti, trotterellava per il parco del castello sudando.
Accanto a lui Severus, infagottato in un pellicciotto di pantegana, batteva i denti , mentre a pochi passi  Barty Crouch correva direttamente avvolto in una trapunta da letto matrimoniale.
Lucius era così fiero di sé da non accorgersi nemmeno degli sguardi straniti dei compagni.
La sera prima con Narcissa aveva fatto un figurone e il suo ego ne aveva tratto molto beneficio.
“Sei tornato il Principe delle Serpi”, gli aveva detto, rimirandolo nudo, dopo una notte infuocata.
In effetti la dieta ferrea, unita alla palestra forzata, gli aveva regalato un fisico da urlo.
Le pastigliette di Severus poi, avevano fatto la differenza sotto le lenzuola, tanto che, alla sesta volta, la sposina aveva fatto la ola.
Ripensandoci il cuore prese a battergli ancora più forte.
Ringalluzzito aumentò l’andatura e superò Carrow e Doholow, che nelle loro tute da sci sembravano due omini Michelin.
“Lucius, mi congratulo con te”, disse Igor, notandolo.
“Tu sei l’esempio che il duro lavoro riscalda, a differenza di quei mangiapolenta dei tuoi compagni”.
Lucius aveva sorriso, mentre il cuore gli faceva l’ennesima capriola nel petto.
“Grazie Coach”, aveva gongolato, prima di accorgersi che quella che credeva euforia poteva anche essere un infarto in arrivo.
Portandosi la mano al petto aveva cercato di rallentare i battiti, prima di cadere svenuto .
“E’ morto?” chiese cauto Rosier, vedendolo a terra.
 “Non lo so, ma sarà meglio chiamare i soccorsi”, rispose Karkaroff tastandogli il polso.
“Il cuore batte ancora?” si preoccupò Severus.
“Alla faccia! Ha una tachicardia che sembra un treno in corsa!”
Piton sbiancò.
“Gli aveva ben spiegato che le famose pastigliette che gli forniva, a caro prezzo, andavano prese con parsimonia!”
“Coach anche Rodolphus Lestrange è a terra”, gridò Gibbon, sbracciandosi per segnalare dove fosse caduto.
Karkaroff lasciò il polso di Malfoy e accorse da Lestrange.
Anche il suo cuore pareva impazzito.
“Credo di aver esagerato un po’ con gli allenamenti”, pensò preoccupato, mentre faceva partire un Patronus verso il San Mungo.

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Capitolo 12
*** 12 gennaio 1980 ore 13.30 ***


 
Sirius si smaterializzò nel giardino di casa Black/Lupin e suonò il campanello.
Nessuno venne ad aprire.
“Amorino, sono tornato”, esclamò aprendo la porta, ma gli rispose solo l’eco della sua voce.
“Amorino?” chiamò di nuovo, affacciandosi alla cucina.
Remus non c’era.
Dopo aver cercato in ogni stanza Sirius si accasciò sul divano.
Era domenica e Remus a quell’ora avrebbe dovuto essere intento a preparare il pranzo.
Preoccupato tirò fuori dalla tasca lo specchietto walkie talkie e chiamò Potter.
“James non ho trovato Remus a casa. Puoi chiedere a Lily se sa dove può essere andato?”
Lily non sapeva nulla.
“Non sono per niente tranquillo. Un ragazzo nelle sue condizioni potrebbe essersi sentito male”.
“Hai chiamato il San Mungo?” chiese James.
“No, non ci ho pensato” rispose Sirius e, senza nemmeno salutare, interruppe la comunicazione e si smaterializzò all’ospedale.
Intanto nelle segrete di Grimmauld place Kreacher stava visitando Remus, ancora privo di sensi.
A parte le tonsille un po’ arrossate e un callo nel mignolo del piede sinistro sembrava godere di ottima salute.
L’elfo lo guardò perplesso.
Non capiva perché la padrona avesse dato ordine di rapire e visitare un licantropo, ma gli ordini di Walburga non si potevano discutere, perciò dopo essersi lavato le mani e tolto il camice si smaterializzò al San Mungo.
I coniugi Black erano alloggiati in una delle lussuose camere a pagamento dell’ospedale.
Quando l’elfo domestico comparve erano intenti a parlare con quello che l’ometto verde conosceva come il figlio degenere.
Sirius, dopo aver saputo che il suo compagno non era stato ricoverato, trovandosi all’ospedale aveva pensato di passare dai suoi, giusto per controllare che fossero sopravvissuti alla notizia del matrimonio.
Dopo averli salutati, ed essersi accertato che stessero bene, esternò la sua preoccupazione per la scomparsa del suo compagno.
I coniugi si scambiarono un’occhiata d’intesa.
“Caro, sei troppo apprensivo”, disse Walburga, per tranquillizzarlo.
“Vedrai che il tuo… hemmm… Remus sarà solo uscito a fare quattro passi”.
“Con una tormenta di neve in corso?” si era stupito Sirius.
“Sai, gli ormoni della gravidanza spesso ci portano a fare le cose più strane”.
“Quale gravidanza?” fece per dire Kreacher, ma Orion lo afferrò per il collo, costringendolo a chiudere la bocca.
Intanto Bellatrix e Regulus erano tornati dalla loro missione a mani vuote.
Remus non era in casa e non era nemmeno dai Potter.
“Sei sicuro?”, domandò per l’ennesima volta Bella.
“Ti ho detto che non c’è, ho spiato da tutte le finestre e Lily è in casa da sola”.
“Dove diamine può essere andato?” si domandò la ragazza, pensierosa.
“Non ne ho idea”, le rispose avvilito il cugino.
Uno strano trapestio proveniente dalle segrete li fece sussultare.
“Cos’è stato?” domandò Bellatrix, preoccupata.
“Sembra qualcuno che batte su una porta con i pugni”, rispose Regulus.
“Sai che gli zii abbiano dei prigionieri in casa?”
“Non credo. Se vuoi chiedo alla servitù”.
Regulus si alzò dalla sedia e si diresse verso lo stanzino di Kreacher.
Lo chiamò, ma nessuno rispose.
“Strano, di solito è sempre in casa”, pensò.
“Alin sai dov’è andato Kracher, domandò all’elfa cuoca”.
“Credo sia in ospedale dai padroni”, rispose la creaturina, asciugandosi le mani nel grembiule.
“E per caso sai anche chi c’è rinchiuso nelle segrete?”
“Certo. C’è il fidanzato di Sirius. Ce lo ha portato Kreacher”.

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Capitolo 13
*** 12 gennaio 1980 ore 15.00 ***


Severus si sentiva terribilmente in colpa.
Lucius e Rodolphus erano stati ricoverati al San Mungo e pareva non stessero bene per niente.
Nonostante li avesse più volte messi in guardia sui pericoli dell'abuso di anfetamine, era chiaro che non lo avevano ascoltato e adesso gli effetti collaterali si facevano sentire.
Il medico che li aveva in cura parlava di un'intossicazione grave che aveva avuto effetti nefasti sulla pelle e sul cuoio capelluto.
Infatti i due ragazzi erano ricoperti da uno strano eritema che li rendeva squamosi come pesci e non avevano più capelli.
"Come è possibile che abbiano questi problemi?" aveva esclamato Piton esterrefatto.
"Che io sappia le anfetamine danno problemi cardiaci o neurologici".
"Pare che a forti dosaggi e mischiati ai beveroni del vostro coach, abbiano inescato una reazione allergica, aveva risposto il primario, stringendosi nelle spalle.
“Pelati e sfigurati”, pensò tristemente il Mangiamorte, scuotendo il capo "e Lulù si deve anche sposare! Non oso nemmeno immaginare come la prenderà Narcissa!"


Intanto Regulus e Bellatrix, avendo saputo chi si celava nelle segrete, avevano pensato a un dono del destino e si erano precipitati giù dalle scale.
Avevano spalancato le porte della prigione e avevano trovato Remus, tutto sudato e scarmigliato, intento a battere i pugni sulla porta.
“Regulus aiutami” aveva gridato vedendoli arrivare.
“Qualcuno mi ha rapito”.
“Dev’esserci stato un errore, caro Remus”, lo aveva blandito il ragazzo.
“Cosa ti ricordi?”
“Ho sentito suonare il campanello e ho aperto la porta, pensando fosse Lily Evans, poi non ricordo più niente”.
“Probabilmente sei svenuto e il nostro Kreacher ha pensato di portarti qui per soccorrerti, ma per evitare che tu muoia ti ha lasciato nel solo posto in cui non ci sono incantesimi anti licantropo”.
“Ma cosa ci faceva Kreacher a casa mia?”
“Mah, non saprei. Forse ti portava un invito. So che mammina voleva conoscerti”.
“Conoscere me?”
“Certo. Sei il suo futuro genero e, se ho ben capito, aspetti il nostro erede”.
A quelle parole Remus sbiancò talmente tanto che Regulus temette per la sua salute, mentre Bellatrix gli si parò davanti decisa e gli piazzò un bacio sulla bocca a prova di asfissia.
Infatti la Black si era convinta che baciando Remus avrebbe sicuramente contratto la propensione a rimanere incinta, perché avevano un bel da spiegargli che il merito era di Sirius, lei  sapeva bene che da quella catastrofe ambulante non poteva venire nulla di buono!
Perciò, certissima  che i meriti di quella strana gravidanza  fossero solo di Remus, aveva deciso di prendersi la sua parte.
Dopo una sessione di baci da film hard, la ragazza lasciò andare il licantropo e s’incamminò svelta verso le scale.
Doveva tornare subito a casa, perchè aveva una missione da portare a termine.
"Rodolphus preparati alle notti di Sodoma e Gomorra" canticchiò tra sè, smaterializzandosi nella sua camera da letto.
 

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Capitolo 14
*** 12 gennaio 1980 ore 18.00 ***


Una fiammata verde illuminò il salotto di Riddle Manor e Lord Voldemort uscì dal camino in una nuvola di cenere.
"Cosa succede, miei cari ?" chiese preoccupato, spolverandosi la palandrana. 
"Piton mi ha fatto sapere che due dei miei Mangiamorte non stanno bene".
"Lucius e Rodolphus hanno avuto un collasso e sono stati ricoverati in ospedale", disse Evans Rosier avanzando verso di lui.
Il Lord lo guardò stranito, stentando a credere ai suoi occhi.
Solo una settimana prima era stato un omone vigoroso, con un faccione roseo e una voce possente, mentre adesso stentava a stare in piedi e il suo colorito virava al grigio verde. 
Guardandosi attorno si accorse che anche gli altri sembravano reduci da una carestia.
"Ma siete ammalati?" domandò allibito.
"E' stato Karkaroff ", pigolarono in coro i Mangiamorte e poi cominciarono a raccontargli degli allenamenti sotto la neve, della dieta ferrea e delle punizioni corporali a chi non dimagriva.
Il Lord ascoltava inorridito.
Aveva lasciato dei floridi fanciulli nel pieno delle forze e adesso si ritrovava con una manica di relitti umani. .
 “Quel Karkaroff  pagherà  per questo!” ringhiò, poi si smaterializzò all'ospedale, per andare da Lucius e Rodolphus.
Severus lo aspettava fuori dal reparto, con la faccia delle brutte notizie.
"Sono ancora in isolamento e si possono vedere solo attraverso quella finestra, ma è uno spettacolo forte ".
Voldemort si affacciò al vetro.
“Ma sono sfigurati!” esclamò inorridito, vedendo il candido cranio di Malfoy, pieno di croste squamose.
Severus annuì.
“Ho mandato un Patronus a Bella, in cui ho spiegato che Rodolphus ha perso i capelli, ma non me la sono sentita di raccontare a Narcissa la verità. Il matrimonio è fissato per sabato prossimo...”
“Hai fatto bene”, lo elogiò Voldemort.
“Narcissa è incinta e sappiamo tutti quanto sono sensibili le future mammine. Adesso andrò io a parlarle e, con tatto, la preparerò allo scempio avvenuto sul suo futuro marito”.
Con un’elegante giravolta si smaterializzò a Malfoy Manor e suonò il campanello.
L’elfo maggiordomo aprì la porta e lo annunciò.
Narcissa gli corse incontro felice di vederlo.
"Buongiorno Lord" lo salutò festosa.
“Buongiorno cara Narcissa”, le rispose con gentilezza, “purtroppo devo portarti delle brutte notizie su Lucius”.
La ragazza lo fece accomodare, poi s'apprestò ad ascoltarlo, ma arrivata alla storia delle squame e della calvizie diede un urlo e cadde a terra svenuta . 
Ora, Voldemort non era proprio un fuscello e in teoria avrebbe dovuto riuscire a sostenerla, ma Narcissa cadendo si era tirata dietro  il tavolino di marmo e ora il povero Lord giaceva sotto chili di quel pregiato materiale, con la ragazza sopra.
“Ma porca miseria, che ho anche la sciatica infiammata”, si mise a sacramentare, perdendo molto del suo aplomb britannico.
“Aiuto Elfi! Accorrete veloci, che sto per schiattare!”
Tutti i quindici elfi domestici erano arrivati di corsa e, poco dopo, il pover’uomo era stato steso sul divano, a fianco della sempre svenuta Narcissa.
“Qui ci vuole un cordiale!” aveva esclamato il Lord, massaggiandosi i vari lividi.
Gli elfi lo guardarono stupiti.
Nessuno di loro sapeva di cosa diamine stesse parlando.
“Un cognac”, cercò di spiegarsi meglio.
Il maggiordomo scomparve e in un attimo si rimaterializzò con un bicchiere in mano.
“Ecco”, disse porgendoglielo.
Voldemort lo trangugiò di un fiato, poi tirò fuori la lingua schifato.
“Questo non è cognac, è Marsala!”
L’elfo arrossì, poi scomparve di nuovo.
Al settimo bicchiere ormai il Lord era ubriaco fradicio.
Quel disgraziato di elfo gli aveva propinato nell’ordine una Sambuca, uno Cherry, un Aperol, un Gin, un Rum, un Centerbe e un Whiskey doppio malto invecchiato trent’anni (tre bicchieri).
Narcissa, ormai rinvenuta, stava cantando a squarcia gola una canzonaccia da magonò, ubriaca pure lei perché l’elfo, credendo che i liquori fossero una medicina, l’aveva costretta a bere .
Un po' zoppicante il Lord pensò che tutto sommato aveva preso bene la notizia e, un po’ instabile sulle gambe, decise di passare anche dall'altra sorella, per portare anche a lei le notizie sul marito.


Bellatrix era pronta.
Dopo un bagno rilassante aveva indossato una guepiere leopardata e i tacchi a spillo.
Aveva abbassato le imposte in modo che l’ambiente risultasse in una calda penombra e acceso il fuoco nel camino.
Aveva anche sparso per il soggiorno una moltitudine di candele profumate, che aveva letto servissero come afrodisiaco e si era messa ad aspettare.
Dal Patronus di Severus aveva appreso che il suo maritino aveva avuto qualche problema con un farmaco, ma sembrava roba da poco.
Giusto un po’ di dermatite e una calvizie temporanea.
Pensando che quelle non erano malattie invalidanti si era ripromessa di mandare avanti il suo piano e  non appena aveva sentito suonare alla porta era accorsa ad aprire.
Nella penombra aveva visto un candido cranio e aveva pensato che era un peccato che Rodolphus avesse perduto i suoi magnifici capelli, ma che, pelato o no, doveva costringerlo a fare il suo dovere.
Senza aspettare tempo si era buttata sull’uomo e lo aveva baciato.
Le ore successive erano state semplicemente deliziose e quando, stanca, si era addormentata era certa di aver portato a termine la sua missione.
 
 

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Capitolo 15
*** 12 gennaio 1980 ore 20.00 ***



 
Dopo l'uscita di scena di Bellatrix, Remus rimase solo con Regulus.
"Ma tua cugina accoglie sempre così gli ospiti?" chiese ancora scosso, sfregandosi la bocca con una manica, per togliersi il rossetto che la ragazza gli aveva lasciato addosso. .

"Solo quelli che la possono aiutare a rimanere incinta", rispose Regulus stringendosi nelle spalle.
"Cosa cavolo stai dicendo?" trasecolò Lupin.
"Insomma, tu sei incinto, no? Se sei riuscito a rimanere incinto tu, che sei un uomo, devi avere qualcosa di speciale addosso e lei baciandoti voleva prenderne un po', qualsiasi cosa sia".
“Ma sei serio?” chiese il licantropo guardandolo interrogativamente.
 "E' stato solo uno scherzo!"
“Come sarebbe a dire che è uno scherzo?” balbettò Regulus, fissandolo costernato.
“Sarebbe a dire che non sono incinto perché un uomo non può restare incinto!” spiegò piccato Remus.
“E tutta la storia del super testosterone di Sirius?”
“Una balla perché tuo fratello la piantasse di tormentarmi”.
“Ma…”
“Ma cosa? Possibile che nessuno di voi ci sia arrivato? Per fortuna che siete maghi purosangue!”
“Abbassa la voce, che se per disgrazia Kreacher ti sente lo va a spifferare subito a mammina, e ti garantisco che tu non vuoi vederla arrabbiata!”
Lupin chiuse immediatamente la bocca.
Aveva visto più di una volta Sirius dare di matto e non desiderava affatto vedere anche sua madre, che a detta di tutti era molto, ma molto, più pericolosa.
“E adesso cosa intendi fare?” domandò Regulus.
“Confesserò” sospirò Remus, "anche se questo significherà perdere Sirius".
“Ma sai che mi dispiace?”, commentò il ragazzo, dandogli una pacca sulla spalla.
“Ormai mi ero abituato all’idea di diventare tuo cognato”.
“Dispiace anche a me, ma dubito che Sirius mi vorrà ancora, dopo tutto questo”, mormorò sconsolato Remus.
“Mah, non si può mai dire, lo sai che mio fratello non ragiona come le persone normali…”
Remus alzò gli occhi al cielo.
“Speriamo”, disse soltanto.
Intanto al San Mungo Kracher stava agonizzando.
Orion, nel tentativo di zittirlo gli aveva stretto il collo talmente tanto che il poverino da verde era diventato blu.
“Padre lo stai uccidendo!” era intervenuto Sirius, che non amava affatto quell’essere, ma non era così perfido da assistere muto alla sua morte.
Orion aveva lasciato la presa e il povero elfo aveva potuto ricominciare a respirare.
E a parlare.
“Ho visitato personalmente Remus Lupin e posso garantirvi che…”
“ Come sarebbe a dire che hai visitato il mio Amorino?” insorse Sirius spalancando gli occhi.
“Ordini dei padroni” rispose l’elfo.
“Maman qu'est-ce qui se passe?”
“Ma niente” minimizzò Walburga, agitando la mano con non curanza.
”Sai, caro, eravamo un po’ preoccupati per nostro nipote. Sembra così poco in salute il tuo… hemm… ragazzo”.
“E lo avete fatto visitare dal vostro maggiordomo?”
“Ha fatto un corso di medicina, recentemente”, spiegò Orion.
“Recentemente quanto?”
“Diciamo molto recentemente”.
“E adesso dov’è il mio Remino?”
“Remus Lupin è a Grimauld place” rispose Kracher.
“E tu lasci da solo il mio fidanzato mannaro e incinto in una casa piena di incantesimi antilupo?”
“Remus non è incinto e poi l’ho chiuso nelle segrete”.
“Tu hai chiuso il mio Amorino nelle…”, partì a dire Sirius inorridito, poi ebbe come un flash e si bloccò.
“Come sarebbe non è incinto???” alitò, non appena gli fu tornata la voce.
“Sarebbe che non aspetta nessun bambino”.
I coniugi Black si scambiarono uno sguardo preoccupato.
“Ma Kreacher, ne sei sicuro?”
“Assolutamente sì!”
“E come fai ad esserne così certo?” domandò Walburga.
L’elfo sgranò gli occhi e poi spalancò le braccina verdi.
“Perché è un uomo e gli uomini non possono rimanere gravidi”.
“Quindi quel mannaro arrivista ti ha mentito per farsi sposare?” s’indignò Orion.
“Ma cosa dici? Le ho provate tutte in questi giorni, ma lui non ne voleva sapere di sposarmi”.
“Ma allora perché ha raccontato quella menzogna?”
Sirius ripensò a Potter e alla storia del super testosterone, che lo relegava nell’olimpo dei machi e scoppiò in una gran risata
“Credo che Remus volesse solo salvare il mio buon nome… e anche la sua virtù”, disse, continuando a ridere.
 
Intanto a villa Lestrange…
 
Bellatrix era molto soddisfatta della performance di suo marito.
“Questa volta sento che sarà quella buona e finalmente diventerò mamma”, si era detta alzandosi dal letto per andare a prendere un bicchier d’acqua.
Le candele rischiaravano davvero poco la stanza e, per evitare d’inciampare, aveva acceso la luce.
Con grande sorpresa, si era accorta che, chi dormiva accanto a lei nel letto, non era Rodolphus, ma Voldemort.
Il pover’uomo dopo ore di fatiche era collassato e ora stava russando come un orso, sbavando sul cuscino.
“Ah, però, il vecchio zio Voldy!” aveva commentato maliziosa, ripensando alla serata appena trascorsa.
“Chi lo avrebbe mai immaginato!”

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Capitolo 16
*** Epilogo ***


 


 
Un mese dopo, a Ridle Manor , si stava brindando alla gravidanza di Bellatrix.
“Al mio erede” gridò Rodolphus alzando il bicchiere, mentre per l’emozione gli si arrossava la pelata.
Era molto fiero di sé.
Non capitava mica tutti i giorni di annunciare al mondo l’arrivo di un figlio e nello stesso tempo di dissipare infamanti dicerie sulla sua virilità.
Anche Malfoy brindò al bambino e le squame argentee della sua mano brillarono nella luce delle candele.
Anche se era stato dimesso dall’ospedale, non aveva ancora riacquistato il suo aspetto consueto, ma pareva fosse questione di qualche mese (forse) e Narcissa aspettava trepidante che tornasse abbastanza umano da poterlo portare all’altare.
“Vecchio marpione, alla fine ce l’hai fatta” si congratulò, dando una pacca sulla schiena di Rodolphus.
“Eh, sì Lucius. Le pastiglie di Piton hanno dato una bella mano, anche se non credo vorrò ripetere l’esperienza”.
“Ma sì” assentì Malfoy.
“ Come dico sempre a Sissy, che bisogno c’è di farne tre o quattro? un figlio basta e avanza! Non siamo mica Weasley, noi, vero Bella?”.
Bellatrix annuì.
Era semplicemente radiosa quella sera e, mentre ascoltava distrattamente gli sproloqui del cognato, di sottecchi  guardava lord Voldemort, con un sorriso spudorato in viso.
L’uomo cercava di non incontrare i suoi occhi, ma già sapeva che non avrebbe potuto evitarli per sempre.
“Beh, alla fin fine ho dato a Rodolphus quello che voleva” si disse,  anche se si sentiva molto in colpa per il povero Lestrange, cornuto, mazziato e con un figlio illegittimo in arrivo.
 
 
Intanto nel giardino di Hogwarts, una coppia di sposi celebrava il loro matrimonio.
Silente, che officiava il rito, dal pulpito osservava gli invitati.
In prima fila spiccavano i Potter, gli Evans e mamma Lupin visibilmente commossi mentre nel banco di fianco c’erano i Black che portavano i segni di un nuovo ricovero ospedaliero, dovuto a un altro annuncio di Sirius.
Paddy aveva perdonato Remus e gli aveva chiesto lo stesso di sposarlo, poi insieme avevano deciso che anche se non potevano fare un bambino, lo avrebbero potuto adottare.
Naturalmente a un licantropo potevano essere affidati solo bambini semiumani, quelli che nessuno voleva, perciò il Ministero era stato ben felice di accontentarli.
Una volta entrati all’orfanatrofio i due ragazzi non avevano avuto cuore di scegliere tra i quattro piccoli licantropi ospiti della struttura e se li erano portati a casa tutti .
Da qui il grosso malore che aveva messo a ko i coniugi Black.
Orion con una gamba ingessata s’appoggiava al bastone sorreggendo Walburga, con un elegante turbante di bende dorate e un braccio al collo, mentre accanto a loro, elegantissimi, stavano i quattro nipotini acquisiti.
Nonostante le iniziali perplessità, alla fine l’amore di nonni aveva prevalso sui pregiudizi e, come regalo di nozze al figlio, avevano riconvertito le segrete di Grimmauld place in un loft con tutte le comodità, per ospitare genero e nipoti nelle notti di luna piena.
“Un branco di  licantropi in casa del presidente della Loggia dei Purosangue” aveva ridacchiato sotto i baffi Orion.
“E poi dicono che sono un tipo noioso che non riserva mai sorprese”.
“Forse nostro figlio avrà preso da te”, aveva sospirato Walburga, guardando sconsolata Sirius che prometteva eterno amore a Remus.
 
 
 
 
 

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