A whole new life

di Sambyeol
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Era notte fonda quando Suha e sua madre si diressero verso le profondità più oscure ed ignote del mercato. La bimba sapeva benissimo quale fosse il suo destino, e anche se non lo dava a vedere, dentro di sé era terrorizzata. Non le importava il fatto che la madre stesse per abbandonarla, fin dal giorno in cui era nata non le aveva mai dimostrato alcun tipo di affetto, a causa del dolore che le provocava il solo guardarla. Suha era il frutto di un amore tanto forte quanto passeggero tra sua madre ed un marinaio giunto da terre lontane. Non sapeva nulla di quell’uomo se non quei pochi tratti che lei stessa aveva ereditato, come i suoi capelli neri, mossi come le onde del mare, ed i suoi occhi, blu come l’oceano. Ed era soprattutto a causa di questi e del loro colore più che unico che la madre la disprezzava così tanto, in lei riusciva solo a vedere quell’amore che le era sfuggito dalle mani.
-Muoviti disgraziata. finalmente non dovrò più vederti attorno a me.- la madre la strattonò dal braccio talmente forte da rischiare di farla cadere.
I piani della donna erano di vendere la piccola Suha a qualche ricco signore, non le importava cosa ne sarebbe stato di lei, l’importante era non vederla ma più. Ma la bimba aveva paura di come potesse essere la vita da schiava, e tutti i suoi incubi crebbero in modo esponenziale nel momento in cui vide il suo futuro padrone ed il suo sguardo pieno di lussuria. Suha cercò subito di sottrarsi alla presa di sua madre, ma venne scaraventata a terra e prontamente presa da uno degli scagnozzi del ricco signore.
-Vivace la preda, mi piace.- esordì accarezzandole il viso -Ed è di una bellezza incredibile già da infante, chissà che dea diventerà una volta cresciuta un po’.-
-Ora ha la bambina, mi dia il mio compenso.- ad un tratto si sentì un rumore provenire da un angolo buio della strada, tutti si fermarono come pietrificati, se le guardia del sultano li avesse trovati non sarebbe andata a finire per niente bene. Ma per sfortuna della piccola, dall’ombra spuntò solamente una scimmietta che iniziò piano piano ad avvicinarsi.
-Stupida bestiaccia.- disse l’uomo che teneva Suha -Vattene di qui o farai una brutta fine.- l’animaletto inclinò la testa non capendo e si gettò addosso all’energumeno, il quale cominciò a dimenarsi cercando di togliersela di dosso. Suha colse l’occasione ed iniziò a correre per sfuggire a quel terribile destino. Gli uomini agli ordini del ricco signore furono subito pronti ad inseguirla, se fossero riusciti a prenderla, la bimba avrebbe ricevuto una punizione che neanche avrebbe potuto immaginare. Forse scappare ed accendere l’ira di quegli uomini non era stata una buona idea, soprattutto nel momento in cui capì che il suo esile corpo aveva poca forza ancora per poterla aiutare a scappare. Stava ormai per darsi per vinta quando qualcosa attirò la sua attenzione. Era la stessa scimmietta che inconsciamente l’aveva aiutata a scappare, o forse era proprio quello il suo obiettivo? Non c’era certo il tempo di pensarci, Suha riusciva ancora a sentire le voci dei suoi inseguitori, così mise da parte tutti i suoi dubbi e le sue domande e seguì la scimmia per le stradine del mercato fino ad arrivare ad un vicolo cieco. Ora si sentiva definitivamente in trappola.
-Hey, di qua. Forza.- si girò e vide un ragazzino sporgersi da una finestra. D’istinto Suha afferrò la sua mano e si fece aiutare a salire prima che quei mostri potessero vederla -Bravissimo Abù, ce l’abbiamo fatta ti sei meritato un dattero. Tu ne vuoi uno?- il ragazzo non sembrava tanto più grande di Suha ed in cuor suo sentiva che anche lui era rimasto da solo, senza una famiglia -Tranquilla, non ti mangio mica. Mi chiamo Aladdin e questo è il mio amico Abù. Tu come ti chiami?-
-Io sono Suha.- la prese coraggio e accettò il dattero.
-So che può essere difficile quando si viene abbandonati al proprio destino, ma ora non ti devi preoccupare più di nulla, ci penseremo noi a te, ti insegneremo come rubare il cibo e a sfuggire alle guardie del sultano. Potrebbe non sembrarlo, ma è davvero divertente, è un po’ come giocare ad acchiapparsi, solo che sono sempre gli altri a dover prendere e tu a dover scappare.- Aladdin sembrava davvero felice di aver trovato una nuova amica, e Suha provò qualcosa di nuovo dentro di sé, la gioia di essere accettata. Così inizio la nuova vita di Suha.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Suha stava passeggiando per le vie affollate del mercato, c’erano banchi con ogni tipo di merce, tessuti, cibo, gioielli, e nell’aria un continuo vociferare tra chi cercava di farsi pubblicità e chi tentava di contrattare un prezzo un po’ troppo alto. Ad un certo punto vide qualcosa muoversi al banco del pane -C’è una scimmia in mezzo al pane.- disse con tono sostenuto al venditore -Come può vendere del pane in queste condizione?- il venditore, dopo aver mandato via la scimmia, pregò Suha di abbassare la voce temendo che nessuno avrebbe comprato più il suo pane -Ma è una cosa inaccettabile.-
-La prego, le darò il pane più fresco che ho se evita di parlare della scimmia, le giuro che è la prima volta che la vedo attorno al mio banco del pane.- il venditore le porse una pagnotta abbastanza grande da sfamare una famiglia.
-Va bene.- prese il pane guardando l’uomo quasi con disgusto -Ma questa sarà la prima ed ultima volta.- il venditore la ringraziò e tornò ai suoi affari. Quando Suha girò l’angolo, Abù le finì sulla testa -Bravissimo Abù, te lo sei meritato.- strappò un pezzettino di pane e lo diede alla scimmietta.
-E va bene, il tuo metodo funziona, ma cosa farai dopo aver usato questo trucchetto con ogni venditore presente al mercato?- Aladdin era seduto sul ciglio del muretto -Perché dubito che si dimenticheranno del tuo viso.- se la stava ridendo sotto i baffi.
-Sei semplicemente invidioso del fatto che grazie al mio metodo evito di farmi inseguire dalle guardie. Non puoi semplicemente ammettere che il mio piano è migliore del tuo e che l’allieva ha finalmente superato il maestro?- Suha ridacchiò lanciando mezzo panino ad Aladdin.
-Guarda che è solo grazie a tutte le corse fatte per sfuggire dalle guardie che sei cresciuta così atletica e furba, e sicuramente avere a che fare con una bella ragazza aiuta ad addolcire i venditori.-
Erano passati anni da quando Aladdin e Suha si conobbero quella buia notte al mercato, Suha era cresciuta più bella che mai, aveva un fisico snello ma con le giuste curve, ma su di una cosa Aladdin si sbagliava, non era certo il suo corpo ad ammaliare gli uomini, era grazie ai suoi occhi blu se bastava un solo sguardo ad ipnotizzarli.
-Secondo me sarebbe decisamente più facile se tu flirtassi con loro mentre noi prendiamo il cibo.- Aladdin chiamò a se Abù, ma non sembrava felice di ciò che aveva appena detto.
-Al, sai benissimo che farlo mi mette a disagio, non è una cosa da me.- alzai le spalle tornando a mangiare il pane.
-Hai ragione, scusami.- la guardò dispiaciuto -Ti va di fare una corsetta? Ho visto un tessuto che ti starebbe benissimo.- scese giù dal muretto e mise il pane in tasca.
-Il classico?- mise via il pezzo di pane e dopo aver dato il cinque ad Aladdin si diresse verso uno dei banchetti di tessuti. Suha iniziò a guardare con interesse la merce esposta per poter attirare l’attenzione del venditore, così che Aladdin potesse afferrare un bel tessuto viola ed oro. Purtroppo, come succedeva praticamente sempre, Abù si fece distrarre dal banco della frutta. Come il venditore si accorse del furto chiamò a gran voce le guardie che furono subito pronte a rincorrere Aladdin. Suha approfittò della confusione per andarsene e attendere Aladdin al loro nascondiglio, sapeva che non ci sarebbe voluto troppo.
-Eccoci qua, oggi proprio non volevano mollare l’osso quei bestioni.- si misero tutti a ridere -Comunque, ecco a lei il suo regalo.- Suha stava per mettersi al lavoro per crearsi un bel vestito quando si sentì un urlo venire dal mercato -Andiamo a vedere che succede.-
-No no, tu rimani qua. Sei appena sfuggito alle guardie, e qualsiasi cosa stia accadendo adesso al mercato sai cosa significa? Ancora più guardie, e sicuramente non te la faranno passare liscia una seconda volta. Vado io a vedere che succede.-
Suha tornò subito al mercato per vedere cosa stava accadendo quando vide un l’enorme uomo del banco del pane tenere stretta per il polso una dolce fanciulla.
-Non stavo rubando il pane. Ho solo dato un pezzettino a quei bambini, stavano morendo di fame.- disse la ragazza cercando di liberarsi.
-Non hai pagato per quel pane, ciò significa che l’hai rubato. Ladra!-
-Cosa sta succedendo qua?- Suha intervenì -Si trattava solo di un pezzo di pane, potrebbe anche chiudere un occhio per questa volta.- cercò di far intendere con lo sguardo al signore che sarebbe stato meglio per lui se avesse fatto come voleva lei.
-Hey, io ho già ripagato il mio debito con te, quindi vedi di sparire.- l’uomo la scacciò in malo modo, ma Suha non avrebbe lasciato correre, se c’era una cosa che non sopportava era vedere una fanciulla indifesa venire trattata in quel modo così spregevole.
-Signore, mi sembra proprio che lei non abbia capito.- Suha si avvicino all’uomo con un dolce sorriso sul suo volto -Se potesse lasciar correre per quest’unica volta, gliene sarei estremamente grata.- l’uomo si illuminò e preso da Suha lasciò lentamente la presa sul polso dell’altra ragazza -Ora che ne dice di… iniziare a correre!- Suha prese la ragazza per mano ed iniziò a correre più veloce che poteva. Mentre stavano correndo si scontrarono con Aladdin -Che diavolo ci fai qua, ti ho detto di rimanere a casa altrimenti- ad interromperla furono le guardie che presero di peso Aladdin.
-Ti abbiamo preso straccione! Ora tu verrai con noi, e tranquillo, non è così male come dicono la prigione, è molto peggio.-
-Fermi!- la ragazza si fece sentire forte e chiara -Vi ordino di lasciarlo.-
-An si, e tu chi saresti per darci ordini.- le guardie risero tra di loro.
-La vostra principessa.- la ragazza si tolse il cappuccio mostrando il suo meraviglioso viso.
-Principessa Jasmine.- le guardie lasciarono Aladdin e si inchinarono alla loro principessa come fecero anche i due ragazzi. Jasmine cacciò le guardie e ringraziò Suha per l’aiuto avuto prima al banco del pane.
-Principessa, è stato un dovere aiutarla. Se non ci aiutiamo tra noi donne chi dovrebbe aiutarci, gli uomini.- entrambe si misero a ridere -Comunque siamo noi a doverti ringraziare, o meglio, Aladdin ti deve ringraziare.- come i loro sguardi si incrociarono nacque qualcosa, e Suha se ne accorse subito.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


-Al, non ti sembra di esagerare? Capisco tu voglia rivederla, ma il palazzo è pieno di guardie, e non credo di doverti ricordare quanto non ci sopportino.- Suha tentava invano di farlo ragionare, ma il ragazzo era più deciso che mai. Aladdin aveva sentito scattare qualcosa quel giorno al mercato con la principessa Jasmine, e non era di certo sua intenzione ignorarlo. Ormai si trovavano ai portoni del palazzo, era notte fonda e le uniche fonti di luce erano alcune torce ai lati della strada. Serviva un piano per poter entrare senza farsi scoprire, un buon piano, ma non sembrava essere questo il pensiero principale di Aladdin -Pensaci bene, a quest’ora della notte starà sicuramente dormendo, non puoi di certo entrare in camera sua e svegliarla come se nulla fosse.-
-Infatti non ho intenzione di svegliarla, cercherò un buon posto dove nascondermi così da vederla domani mattina.- Aladdin non volle nemmeno aspettare che Suha dicesse la sua, aveva adocchiato un carro pieno di stoffe senza il suo proprietario -Scegli, sei dei nostri oppure no?- prese uno dei teli più scuri e se lo mise sulle spalle per poi coprirsi il viso con una specie di cappuccio -Perché io sto per entrare.- fece nascondere Abù nel carretto e porse un telo anche a Suha.
-Certo che vengo anche io, altrimenti chi ti guarderà le spalle quando verrai scoperto?- si sentì un piccolo lamento da sotto le stoffe -Vale anche per te, Abù.- Suha prese il telo e se lo mise sulle spalle senza però nascondere il viso, un uomo sospetto ed incappucciato bastava e avanzava. I due ragazzi si avvicinarono ai portoni con fare disinvolto, bisognava innanzitutto mostrare sicurezza per ingannare le guardie.
-Fermi lì, dove pensate di andare?-
-Ci è stato chiesto di rifornire il palazzo di tessuti e vestiti per la servitù.- Suha sfoggiò il suo sguardo da “io sono migliore di te” per provare ad intimorire la guardia, anche se non aveva alcun effetto.
-E io dovrei credere che nel pieno della notte tu debba portare un misero carretto pieno di inutili stoffe a palazzo?- la guardia si mise a ridere.
-Forse lei non lo sa, ma di certo non posso permettermi di intralciare il lavoro della servitù nel bel mezzo della giornata, quando il sultano ne ha più bisogno, per questo mi è stato chiesto esplicitamente di occuparmene a notte fonda.- l’argomentazione di Suha non aveva né capo né coda, ma la sua sicurezza stava facendo titubare il bestione -O forse dovrei dire al sultano che sarò costretta ad interferire con gli obblighi giornalieri della servitù perché una delle sue guardie non ha voluto farmi passare?- e fu la minaccia passivo-aggressiva a convincerlo. Stava per scortarli verso gli appartamenti della servitù quando Suha lo fermò -Sappiamo dove andare.-
Stavano ormai girando in tondo da dieci minuti, non era così semplice girovagare per un palazzo in piena notte senza rischiare di svegliare qualcuno. Per quanto Suha fosse riluttante all’idea, stavano cercando la camera della principessa, poi avrebbero cercato un nascondiglio adatto ad attendere il sorgere del sole.
-Allora, ladro dei ladri, hai qualche idea su come trovare la tua principessa? Perché inizia a stancarmi questa caccia al tesoro.-
-Vuoi fare silenzio? Così ci farai sicuramente beccare.- Aladdin si tolse il suo travestimento con un gesto di stizza, e subito dopo sentì una mano appoggiarsi sulla sua spalla -Maledizione.-
Dietro a Suha ci furono subito altre due guardie, fece solo in tempo a mimare il labiale di “bravo” ad Aladdin prima che quei mostri li portassero alle prigioni.
-E quindi sarebbero questi i due topi di fogna che si sono intrufolati a palazzo.- al di là delle sbarre c’era la figura magra ed imponente del gran visir, Jafar. Sulla spalla c’era appollaiato il suo fido aiutante Yago, molto probabilmente era stato a causa sua se erano stati trovati. In mano teneva il suo scettro, la testa del cobra in cima incuteva non poco timore in Suha. Prima di rivolgersi ancora ai due ragazzi, Jafar congedò le guardie -Immagino sappiate già quale sarebbe la punizione più adatta per un’effrazione come la vostra.- glielo si leggeva in faccia quanto stesse godendo di quel momento di supremazia, passeggiava di fronte alla cella accarezzando la testa del suo scettro come se fosse un animale vero -Ma se vi dicessi che c’è un modo per poter evitare la morte? Vedete, avrei bisogno di un piccolo piacere, uno di voi due dovrebbe recuperarmi un certo oggetto nelle profondità della caverna delle meraviglie, immagino ne abbiate già sentito parlare. Ci penserei io stesso, ma purtroppo non ho l’agilità adatta per quest’impresa.-
-Hai detto che ti serve solo uno di noi, cosa accadrebbe all’altro? E cosa ci ritorna in tasca a noi?- Suha non era convinta di ciò che il visir stesse dicendo, sentiva che qualcosa sotto non era chiaro. Aladdin le fece segno di starsene zitta.
-Non credi che la libertà, o meglio, la vita sia una ricompensa più che adeguata? Per di più uscireste di prigione entrambi, anche se solo uno entrerà nella caverna.- Jafar guardò la ragazza con un sopracciglio alzato, intrigato da tutto quel fegato.
-Quindi noi usciremmo di qua, uno di noi potrebbe rischiare la vita per chissà quale oggetto per poi tornare alla nostra vita da straccioni? E poi, chi te lo dice che come siamo entrati non riusciremo ad uscire? Lo hai detto tu, siamo due topi di fogna, e i topi trovano sempre un modo per scappare alle avversità.- forse Suha si stava spingendo troppo oltre, ma c’era qualcosa in quell’uomo che le faceva ribollire il sangue. In Jafar vedeva qualsiasi uomo pronto a sacrificare qualsiasi cosa pur di arrivare al potere, la razza d’uomo che più disprezzava.
-Se riuscirete a recuperare ciò che sto cercando, farò in modo di ricompensarvi come più meriterete. Diventerete ricchi più del sultano e della principessa.- quella frase catturò l’attenzione di Aladdin, e Jafar si rese conto della sua reazione con immenso piacere -Sarete ricoperti d’oro, e la vostra vita da straccioni diventerà solo un vago ricordo. Affare fatto?- Jafar avvicinò la mano alle sbarre in attesa di una stretta, si sentiva già vittorioso.
-Suha, è la nostra occasione, basta rubare il pane, anzi, potremo comprarci tutto il mercato.- Aladdin sembrava accecato non tanto dalla ricchezza quanto dalla possibilità di essere un pari della principessa Jasmine, così da poterla vedere senza inoltrarsi nel suo palazzo di nascosto. Suha era ancora un po’ insicura di tutta quella faccenda, ma sicuramente avrebbe avuto il tempo per escogitare un piano per tirare fuori dai guai lei ed Aladdin nel caso le cose si fossero messe male. Infilò la mano tra le sbarre e strinse quella di Jafar.
-Affare fatto.-

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Erano ore che giravano per il deserto, Suha iniziava a non sentire più il sedere per tutto quel tempo seduta sul cammello ed il buio della notte non le permetteva di vedere nulla di più dei suoi compagni di viaggio e di qualche duna. Stava per chiedere quanto ancora mancasse, quando la duna davanti ai suoi occhi si trasformò nella testa di una tigre. Suha rimase a bocca aperta, quando Jafar aveva parlato della caverna delle meraviglie, si era immaginata una grotta piena di pietre preziose nascoste nelle sue profondità, di certo non tutto questo. Scese dal cammello insieme agli altri, ma prima di poter fare anche solo un passo, i tirapiedi di Jafar l’afferrarono bloccandola.
-Sarai tu ad andare, mentre lei rimarrà qua con noi.- Jafar si rivolse ad Aladdin con un sorrisetto maligno in viso -Solo per precauzione.- Suha fece segno al ragazzo di non preoccuparsi.
-Cosa dovrei prendere?-
-Una semplice lampada ad olio, tu portamela e la vostra misera vita da straccioni finirà in un istante. Ma stai attento, non dovrai toccare nulla se non la lampada.-
-Altrimenti?-
Spera di non scoprirlo.- Jafar puntò l’entrata della caverna con il suo scettro. Abù salì sulla spalla di Aladdin, mentre Suha rimase a guardarli mentre si avvicinavano alle fauci aperte del felino.
“Solo uno può entrare qui, colui che cela dentro di sé il proprio valore. Un diamante allo stato grezzo”
Quella voce risuonò dal profondo della caverna, ma ciò non scoraggiò il giovane, il quale si addentrò con un misto di coraggio e timore. Suha iniziava a preoccuparsi, avrebbe preferito entrare con lui piuttosto che aspettare il suo ritorno.
-Tranquilla, fiorellino.- Jafar le prese il viso con la mano in modo tale che lo guardasse in faccia -Se il tuo amico dovesse fallire nell’impresa avrai la tua occasione.- la lasciò e si mise a ridere insieme al suo pappagallo.
 
 
 
Per Suha stava passando troppo tempo, non era possibile che ci mettesse così tanto Aladdin, ed i suoi dubbi vennero chiariti poco dopo.
“Avete toccato il tesoro proibito. Ora non vedrete mai più la luce del giorno”
-No!- Suha diede una gomitata ai due energumeni distratti dal terremoto e corse verso l’entrata della caverna, Aladdin si trovava appeso alla gola della bestia -Dammi la mano.- la ragazza si sporse il più possibile per poter aiutare l’amico, ma fu scacciata in malo modo dal visir. Abù si arrampicò subito andando da lei.
-Hai la lampada, ragazzo?- con immensa fatica Aladdin la tirò fuori dalla tasca -Prima la lampada.-
-No, prima tirami su!- urlò Aladdin, mentre Suha si riavvicinò per aiutarlo. La caverna stava crollando ed iniziava a fuoriuscire della lava dalle pareti, ancora poco tempo e lì sarebbe tornata ad esserci soltanto un’enorme duna.
-Dagli quella stupida lampada!- la ragazza era in preda al panico, e vedendo il suo sguardo Aladdin decise di consegnare la lampada.
-Finalmente mia!- Jafar era in estasi, si risvegliò dalle sue fantasie solo con le urla di aiuto dei due ragazzi -Che dire, è stato un vero piacere lavorare con voi. E come promesso, la vostra miserevole vita da ladruncoli finirà ora.- diede uno spintone a Suha e tutto accadde nella frazione di un secondo. Aladdin si lanciò per salvare la ragazza che stava ormai precipitando nella gola della caverna. La bocca del felino si chiuse subito dopo. Suha sapeva di essere spacciata, che quella sarebbe stata la fine. Anche se Aladdin l’aveva raggiunta, nulla poteva salvarli. L’ultima cosa che sentì fu un urlo del suo amico.
-Tappeto!-
 
 
 
Quando Suha riaprì gli occhi ci mise qualche secondo per mettere a fuoco la scena, c’erano aladdin, Abù ed un tappeto a fissarla… un momento, un tappeto la stava fissando? La ragazza scosse la testa non capendo, poi si guardò intorno e capì.
-Giusto, siamo morti, altrimenti perché un tappeto dovrebbe guardarmi come se fosse vivo?-
-Morti? Ma che stai dicendo?- Aladdin rise -Non siamo morti, il tappeto volante ci ha salvati dalla caduta.- Suha non credeva ai suoi occhi, un vero tappeto volante le aveva salvato la vita.
-Beh, ti ringrazio infinitamente.- ridacchiò vedendo il tappeto farle un inchino -Quindi… come pensi di farci uscire da qua?- attorno a loro non c’era altro che roccia e lava, non saranno morti per la caduta, ma di certo le loro aspettative di vita non sembravano essersi allungate di tanto -Tu che sai volare, per caso ci sono altre uscite?- chiese al tappeto sperando in una risposta positiva. Il tappeto indicò insistentemente la scimmietta -Abù? Sarebbe lui l’unica nostra speranza?-
-Credo voglia indicarci questa.- Aladdin tirò fuori dalla tasca la lampada -Sei stato bravissimo nel recuperarla, solo non capisco a cosa ci dovrebbe servire una vecchia lampada ad olio.-
-Se quel farabutto di Jafar la desiderava così tanto deve essere- in quel momento Aladdin strofinò la lampada cercando di togliere quella poca polvere che c’era ed una nuvola blu di fumo uscì dal beccuccio rivelando una creatura imponente -speciale.-
-Chi ha osato risvegliarmi dal mio sonno millenario?- la voce profonda di quell’essere risuonò in tutta la caverna. Aveva una vaga forma umana, braccia muscolose, torso scolpito, gli unici dettagli un po’ particolari erano l’assenza delle gambe, sostituite dal fumo blu, e la sua pelle era completamente azzurra. Presi dal panico i due ragazzi si indicarono l’un l’altro -Va bene, chiunque sia stato vi ringrazio, non avete idea di quanto mi senta incriccato, avevo proprio bisogno di stiracchiarmi un po’.- la creatura si ridimensionò ad una statura più umana, e anche la sua voce era diventata più normale -Però dovete dirmi sul serio chi ha sfregato la lampada, altrimenti come faccio a sapere chi di voi è il mio padrone?- aveva iniziato a fare stretching e posizioni di yoga come se fosse stata una sua normale routine.
-Sono stata io.- disse Suha, facendo segno ad Aladdin di non dire nulla -Ma in che senso sono il tuo padrone?-
-Nel senso che essendo io un genio ed avendomi tu risvegliato, ora hai diritto a ben tre desideri.-
-Genio?!- esclamarono entrambi i ragazzi rimanendo sbigottiti.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


-Certo che sono un genio, non ne avete mai visto un prima?- il genio si mise in posa come se fosse stato un fotomodello, mentre Aladdin ancora non credeva ai suoi occhi, era imbambolato, così fu Suha a rispondere.
-Direi di no. Non so se l’hai notato dai nostri vestiti, dai capelli o da come siamo ridotti in generale, ma la nostra vita non è delle migliori, e se avessimo incontrato un genio in passato probabilmente avremmo già provveduto a sistemare questa situazione.- Suha i fermò davanti alla creatura svolazzante incrociando le braccia ed alzando un sopracciglio.
-Ma parla sempre in modo così complicato? Bastava anche solo un no.- disse il genio materializzandosi improvvisamente a fianco ad Aladdin, il quale si risvegliò dalla sua trance.
-Beh, che dire, è lei la mente tra i due. Ma tranquillo ti ci abiterai presto. Piuttosto, visto che, sintetizzando,- Aladdin guardò l’amica, la quale rispose alzando gli occhi al cielo, per poi tornare a parlare col genio -non abbiamo mai incontrato un genio prima d’ora, potresti spiegarci come funziona?-
-ma è semplicissimo! Il mio padrone, in questo caso la complicata fanciulla intelligente, ha a sua disposizione tre desideri, e per esprimerne uno deve solo sfregare la lampada e dire “Genio, io desidero”.-
-Immagino anche che non si possano richiedere una certa tipologia di desideri, o sono forse in errore?-
-Ora lo fai apposta.- disse il genio guardandola sospettoso, e di tutta risposta Suha rise per dargli ragione -Mi stai simpatica. Comunque mi vedo costretto a darle ragione milady.- rispose il genio diventando per un solo momento un lord del 1800 -Di certo non puoi chiedere altri desideri oltre ai tuoi tre, quelli sono e quelli rimangono, poi io non uccido e non riporto in vita, il sangue altrui mi dà i brividi. E come ultima cosa, non posso far innamorare nessuno di nessuno. Sarò anche l’essere più potente dell’universo,- l’ultima frase la disse ingigantendosi e occupando tutta la caverna, la quale iniziò appena a tremare a causa della sua voce possente, ma anche quello durò poco perché il genio tornò di una statura più normale -ma non posso interferire con il libero arbitrio di una persona.-
-che ne dici di farci uscire da qua al momento? Poco possiamo fare se siamo rinchiusi in una caverna.- Suha fece un segno con la testa ad Aladdin per farsi lanciare la lampada, e una volta presa al volo iniziò a sfregarci sopra la mano -Genio, io desidero che tu ci tiri fuori tutti da questa caverna.-
-Finalmente un desiderio. Vediamo quanto mi sono arrugginito aspettando millenni dentro quella minuscola lampada.- il genio si rimboccò le maniche che non aveva e saltò sul tappeto magico -Vi ringraziamo per aver scelto la Tappeto Airline, prego accomodatevi e per qualsiasi cosa chiamate pure le nostre dolci hostess.- Aladdin prese Abù e con Suha si sedettero sul tappeto, la voce del genio sembrava essere uscita da un altoparlante -Pronti a ldecollo!- e con una velocità impressionante il tappeto partì verso l’ex bocca del felino, ma la magia del genio li fece comparire nel deserto prima che potessero schiantarsi contro la roccia.
Ora si trovavano in una piccola oasi con un paio di palme e addirittura una piccola pozza d’acqua, a quanto pare avevano trascorso molto tempo in quella caverna perché ormai il sole brillava alto nel cielo riscaldando l’aria.
-Allora? Il vostro ultimo briciolo di scetticismo se n’è andato?- chiese trionfale il genio.
-Va bene va bene, lo devo ammettere, sei fenomenale, però dovresti fidarti un po’ meno della semplice parola di una persona.- il genio guardò curioso Suha -In realtà è stato Aladdin a strofinare la lampada, scusa.- la mandibola del genio cadde fino a toccare terra.
-Te l’ho detto che è lei la mentre tra i due.- disse Aladdin facendo spallucce.
-Però qui mi sorge spontanea una domanda, come mai non sei andata avanti col tuo teatrino e non hai aspettato di esprimere tutti e tre i desideri prima di dire la verità?-
-Perché saremo anche ladri e straccioni, ma noi non inganniamo chi non se lo merita, e vista la tua enorme e forse troppa fiducia, non era giusto continuare.- Suha fece un piccolo sorriso colpevole.
-Accidenti a te, come faccio ad arrabbiarmi se mi guardi con quegli occhi, a proposito sono davvero wow.-
-Grazie, li ho presi da mio padre, come anche il riccio dei miei capelli, o almeno così mi ha sempre detto mia madre, io non l’ho mai conosciuto. Ma questa è un’altra lunga storia.- la ragazza scacciò il pensiero con un gesto della mano.
-Giusto, è ora di esprimere il mio primo desiderio.- Aladdin si sfregò le mani emozionato iniziando a pensare a cosa avrebbe potuto desiderare -Pensavo fosse più semplice, ma non so cosa desiderare. Tu genio cosa chiederesti?-
-Io?- il genio scese dalla piccola amaca che si era creato -Nessuno me lo aveva mai chiesto. Sicuramente chiederei di essere libero, tutti questi poteri hanno un prezzo.- con malinconia negli occhi si indicò i bracciali d’oro ai polsi -Purtroppo l’unico in grado di liberarmi è il mio padrone, e potete immaginare quante volte sia successo.- si sedette sconsolato su di una roccia.
-Lo faremo oi, tralasciando il mio primo desiderio rubato con l’inganno ne abbiamo altri cinque.- disse Suha sperando di risollevargli l’umore.
-Sarebbe meraviglioso, ma una volta che un padrone ha finito i propri desideri, la lampada se ne ritorna nelle viscere del deserto, ed io con essa.-
-Allora significa che userò il mio ultimo desiderio per liberarti.- Aladdin sorrise al genio.
-Lo faresti sul serio?- non fece in tempo a rispondere il ragazzo che fu subito travolto da un abbraccio tutto blu -Sei il migliore padrone che io abbia mai avuto! E ora sotto con i desideri.-
-E se chiedessi di diventare un principe, così da poter entrare a palazzo dalla tua principessa senza farti poi sbattere in prigione.- Suha ridacchiò scherzosamente con Abù.
-Principessa? Qualcuno qui è innamorato?- chiese il genio vedendo Aladdin arrossire al solo pensiero della principessa Jasmine.
-Non puoi capire genio, lei è bellissima e gentile.- il ragazzo cercò di tornare in sé -In effetti non hai tutti i torti Suha. Genio, io desidero diventare un principe.-
-Oh oh, si va in scena.

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