Vendetta o giustizia?

di ilovebooks3
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** "Parliamone" ***
Capitolo 2: *** "Andiamo?" ***



Capitolo 1
*** "Parliamone" ***


“Parliamone”
 


“Nessuno merita di morire”, dichiara solennemente Lisbon.
“A me non interessa la legge, mi interessa la giustizia, e secondo la giustizia merita di soffrire”, pontifica Jane, ancora più solennemente.
“Questa non è giustizia, è vendetta”.
“Qual è la differenza?”
Stanno parlando di un sospettato.
Oppure no?
Il consulente sta per uscire dall’ufficio dell’agente, ma poi ci ripensa e torna alla carica. È necessario spiegare qualcosa a Lisbon, una realtà immutabile che dovrebbe essere ormai scontata. E stavolta no, non si tratta di questo banale caso, ma di quella che è la sua unica missione. Pensava di essere già stato chiaro sulle sue intenzioni.
“Quando troverò John il Rosso lo aprirò  in due e lo guarderò agonizzare come lui fece con mia moglie e mia figlia. Se per te è un problema parliamone”.
Il consulente sa di non  essersi dipinto sul viso la solita ingannevole espressione sarcastica. La maschera si è sciolta, anche se sarà solo per una manciata di minuti. Cosa pensava Lisbon? Che gli sarebbe bastato risolvere due o tre casi con lei e la squadra per redimersi e non desiderare più la vendetta? Se è così, si sbaglia di grosso. Ciò che rimane della sua vita ha senso solo nella speranza di uccidere chi ha ucciso il suo futuro.
“Allora parliamone. Quando lo troveremo, lo arresteremo e poi subirà un normale processo”, afferma Lisbon, la paladina della legge che sa sempre quello che è giusto.
Jane non immaginava che fossero ancora a questi punti.
“Non se io sarò vivo”, puntualizza.
E spera di restarlo per il tempo necessario. Del dopo non gli importa.
“Se cercherai di fargli del male, cercherò di fermarti Jane, e  se cercherai di fargli del male dovrò arrestarti”, lo mette in guardia Lisbon, ma suona come una minaccia che non fa paura a nessuno. Di certo non a lui.
“Ho capito”. Probabilmente è lei a non aver capito nulla.
“Lo spero per te”, conclude la poliziotta con un tono forse più aspro di quello che vorrebbe.
“Abbiamo fatto bene, non pensavo tu fossi così borghese e convenzionale”, dichiara lui, sperando di ferirla e indossando di nuovo la solita maschera di ironia.
Mentre esce dall’ufficio, però, la rabbia di Patrick Jane si è già dissolta. Sa di non essere stato giusto con quella piccola donna che, nonostante tutto, lo protegge a scapito della sua carriera: Lisbon non è borghese e convenzionale, è semplicemente buona e onesta, e lui la stima per questo. La stimerà sempre. E non solo quello, forse.
Ma non lo fermerà.

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Capitolo 2
*** "Andiamo?" ***


“Andiamo?”
 
 
 
Avevano avuto uno scambio di opinioni inevitabile e sincero. Ma, non per questo, meno doloroso.
Jane è qui perché vuole trovare John il Rosso e ucciderlo. Non lo ha mai nascosto.
Tutto il resto è un diversivo. Anche i casi. Anche la squadra. Anche lei. Non lo ha mai nascosto.
È la vendetta a tenerlo ancora in vita. Non ha mai nascosto neanche questo.
E allora cosa si aspettava Teresa? Non saprebbe dirlo.
La minaccia che gli ha sputato addosso in ufficio, però, è vera: Lisbon non gli permetterà di compiere la sua missione. Il mentalista è folle, e non legge poi tanto bene la sua mente, se crede che chiuderà gli occhi e gli lascerà fare ciò che vuole. Salverà Jane da se stesso. Troverà John e lo lascerà in vita. Perché la legge fa questo. Punisce ma non uccide.
Ma la giustizia?
Quel consulente da strapazzo semina nella sua testa dubbi che non le è consentito porsi. Lei è un poliziotto, anzi, un bravo poliziotto. E se Jane ucciderà l’assassino della sua famiglia, lei lo dovrà arrestare e far marcire in prigione.
Ogni notte Teresa prega il suo Dio di non farlo accadere, e, in ogni caso, di dare la forza a lei di fare ciò che sarà giusto.
Ma cosa è giusto?
Arrestare un uomo distrutto?
Salvare un mostro?
Non lo sa più.
Dentro di se’ sa solo che, quando succederà, farà di tutto per salvare Jane.
Ora, però, tutto questo sembra ancora molto lontano.
Ora l’agente Lisbon e il suo irritante consulente sono sotto il portico di una casa e devono raggiungere la macchina per tornare al CBI. Peccato che piova a dirotto.
Lei ne approfitta per tornare sull’argomento, riferendosi a una frase che Jane ha detto per risolvere l’ultimo caso.
“Questa storia ti ha fatto cambiare idea? La vendetta è per gli stolti o per i pazzi?”.
“Sì, era convincente”, ammette lui.
Lisbon lo guarda diffidente, e, suo malgrado, speranzosa. Impossibile che abbia cambiato idea sul serio. O no?
“Senza senso ma convincente”, mette in chiaro l’irritante consulente, sfoderando uno dei suoi ghigni sarcastici.
Ecco, appunto. No, Jane non ha cambiato idea, e non lo avrebbe fatto mai.
Forse è giusto così.
Ma adesso c’è un altro problema più urgente da affrontare.
Il mentalista alza lo sguardo e guarda il cielo scuro sopra di loro. “Andiamo”, le propone?
Lisbon annuisce, sorridente. Le sono sempre piaciuti i temporali.
Jane la prende per mano, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
È così diverso da quell’uomo che, qualche ora prima, l’ha spaventata con i suoi deliri omicidi. La cosa incredibile è che Patrick Jane è sia l’uno sia l’altro, ed è molte altre cose ancora.
Corrono insieme sotto la pioggia, come due bambini spensierati.
Ridono e scherzano, come se il resto non esistesse.
Non esiste la vendetta, non esiste John il Rosso, non esiste il passato e non esiste il futuro.
Esistono solo loro e l’acqua che li sta bagnando.
Per un attimo Jane le sembra felice.
E per un attimo, anche lei lo è.

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