Unima Mew Project

di Ucha
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Mew Project: Start! ***
Capitolo 2: *** Introduction ***
Capitolo 3: *** Electric strike! ***
Capitolo 4: *** Flash Fire ***
Capitolo 5: *** Danger! The school is a jungle ***
Capitolo 6: *** Darkness approaches ***
Capitolo 7: *** New Warriors ***
Capitolo 8: *** Bonds ***



Capitolo 1
*** Mew Project: Start! ***


La stanza sarebbe stata buia se non fosse stato per i tanti monitor accesi che proiettavano la luce dei dati impressi nella scheda madre dei computer. Il vociare era costante, così come il battito frenetico delle dita sui tasti.

- È tutto pronto? - chiese una voce bassa e profonda, caratterizzata da un certo tono severo.

- I parametri sono regolari, professor Rowan.- rispose un ragazzo dai capelli viola scuro e arruffati in una zazzera scomposta. Si sistemò gli occhiali. - Anche se in realtà uno di questi non è compatibile al cento percento... -

- Qual è il livello di sincronizzazione? -

- Sessantotto percento. -

- È più che sufficiente, procedete. -

- Ma professore... -

- Non abbiamo tempo da perdere. Procedete. -

Il ragazzo abbassò le spalle, definitivamente arreso a quell'ordine irremovibile. Si riprese un istante dopo, dando le direttive a tutti gli scienziati presenti nel laboratorio.

- Signori, il lavoro su cui abbiamo investito anni di ricerche potrà dare finalmente i suoi frutti. - esordì il professor Rowan con solennità. - Si dia inizio al progetto Mew! -

 

 

 

Le giornate ad Alisopoli non erano mai particolarmente calde. La città, infatti, era caratterizzata da un venticello perenne che rendeva le estati meno torride ma in compenso l'inverno gelido.

Sally sospirò, arricciandosi con le dita una ciocca dei suoi folti capelli rosa e guardando annoiata fuori dalla finestra della classe dove si stava tenendo la lezione di anatomia dei basculin, pokémon marini carnivori che si aggiravano per le acque dei laghetti di Alisopoli, rendendola pressoché inaccessibile data la natura aggressiva di queste piccole creature.

Sally sbuffò, controllando l'orologio appeso alla parete. Mancavano ancora venticinque minuti e sarebbe dovuta correre alla lezione di scherma, che praticava da quando aveva quattro anni. In quattordici anni di esercitazione aveva sviluppato una bravura non indifferente, qualificandosi anche ai campionati nazionali, avendo avuto così modo di poter visitare la capitale, Austropoli, insieme alla sua famiglia.

- Selene, quindi qual è la differenza fra i linea rossa e i linea azzurra? - chiese l'insegnante a tradimento, destandola dai suoi pensieri. Sally si alzò di scatto boccheggiando, sapendo di essere stata colta in flagrante e che non ne sarebbe uscita facilmente.

- La differenza è che... - balbettò, ma non riuscì a finire la frase. Il terreno cominciò a tremare, inizialmente piano e poi sempre più forte. Un terremoto? A Unima non era una cosa che succedeva regolarmente. La ragazza fu presa dal panico, così come il resto della classe che, ignorando le indicazioni dell'insegnante, si precipitò fuori dall'aula diretta all'esterno. I ragazzi incontrarono i colleghi che facevano lo stesso e una massa informe di persone si lanciò nel cortile della scuola.

Sally corse come una forsennata, facendosi largo fra una spallata e un'altra, quando all'improvviso una luce abbagliante investì la zona circostante. Quando essa sparì, la ragazza era rimasta sola nel corridoio e si era appoggiata sulla parete tremante. La testa le girava e non si reggeva in piedi. Un attimo e svenne per terra.

Quando si risvegliò, era in un ambiente a lei sconosciuto. Tanto per cominciare non trovava punti di riferimento a lei noti. Era immersa in uno spazio scintillante di rosa, dove fluttuavano indisturbate delle bolle di sapone e lei galleggiava con loro.

- Dove sono? - si chiese spaventata, cercando una qualunque via di fuga che potesse riportarla a scuola. Non si sarebbe mai detta che le sarebbe mancato il contesto scolastico.

Poi qualcosa di inaspettato catturò la sua attenzione. In un fascio di luce comparve un sylveon, evoluzione del raro eevee. Non ne aveva mai visto uno, e la sua visione la lasciò imbambolata. Era una creatura incantevole e la guardava immobile standosene seduto senza batter ciglio.

- Ehm... - fece lei, incerta. - Ciao, piccolino...! Vieni qui... non ti faccio niente, sai? -

Se doveva rimanere in quello spazio ignoto in eterno, tanto valeva farsi delle nuove amicizie.

Con sua grande sorpresa, il sylveon le si avvicinò, permettendole addirittura di prenderlo in braccio. La ragazza sorrise e avvicinò il viso al musetto della creatura bianca e rosa, ma prima che potesse avere qualche tipo di contatto, questa con un balzo le entrò nel corpo, accompagnata da una scia di stelle che svanirono in un attimo.

Sally lanciò un gridolino indietreggiando per poi rasserenarsi quando cominciò a percepire uno strano tepore diffondersi per il corpo. Si toccò il petto e chiuse gli occhi, quasi fosse rincuorata da quella sensazione.

Sally...

Sally, svegliati!

Sally, non farci spaventare! -

Una voce conosciuta la riportò nel presente, facendola sobbalzare. Si tirò su di scatto guardandosi intorno. Era nell'infermeria della scuola e dalla finestra proveniva la luce del primo pomeriggio.

È stato solo un sogno? si chiese, passandosi una mano sulla fronte.

- Sally! - le voci conosciute la richiamarono. - Sally, come stai? -

La ragazza mise a fuoco i due volti che apparivano alla sua vista. Serena e Gloria, le sue migliori amiche e compagne di classe erano al suo capezzale e la guardavano con aria preoccupata.

Lei sembrava confusa, ancora stava cercando di connettersi al mondo reale.

- Io... - provò a dire, per poi realizzare in quale momento della giornata si trovava. Cacciò un urlo e si rivolse a Serena, con aria preoccupata. - Che ore sono?! -

- Sono le cinque... - balbettò la ragazza di risposta. - Hai dormito per quattro ore, dopo il terremoto. -

Sally si lasciò sfuggire un mugolio di sconforto. Aveva perso la lezione di scherma. E tutto questo per via di uno stupido sogno che l'aveva tenuta incollata nel mondo dei sogni per ore. Si ricordò dell'esistenza del cellulare. Lo tirò fuori dalla borsa e accese lo schermo. Dieci chiamate perse.

- Devo andare a casa. - sentenziò balzando giù dal letto.

- Sally, aspetta! -

 

 

 

Il pomeriggio era ormai inoltrato quando raggiunse l'edificio che collegava casa sua alla pasticceria di famiglia, la Red Ribbon Patisserie, ormai chiusa al pubblico.

- Sono a casa! - annunciò alla famiglia, che l'accolse con un sorriso. Ricambiò l'espressione con un abbraccio ai suoi genitori, Deborah e Miles, che la strinsero preoccupati e rimproverandola per non aver risposto al cellulare.

- Scusate, sono stata... così presa dal terremoto che non ho badato al telefono. - mentì, vagando con lo sguardo alla ricerca di un altro volto sorridente, che non trovò.

- Dov'è Boo? - chiese, in cerca dell'adorata sorella minore. Deborah sembrò impensierirsi.

- Tua sorella ha la febbre. È tornata a casa che era calda e le ho detto di andare a riposarsi. - rispose picchiettandosi il mento con una mano.

- Sono avanzate delle ciambelle da oggi. - esordì poi Miles con un vassoio di prelibatezze in mano. - Vuoi portargliele insieme a una cioccolata calda? -

Sally sorrise. Sapevano tutti quanto Mabel, la piccola di casa, fosse una buona forchetta e, febbre o meno, non avrebbe mai rinunciato ad uno spuntino.

Salì le scale per poi andare davanti alla porta della camera della sorella e bussare. Una vocetta allegra non tardò a rispondere.

- Avanti! -

La ragazza dai capelli rosa entrò. Seduta sul letto, in pigiama e accompagnata dal purugly di famiglia, Ganache, Mabel era riversa sui libri di scuola, come se nulla fosse. Era strano per una febbricitante. Ma se conosceva sua sorella, sapeva che nessuna malattia o convalescenza avrebbe mai fermato lo spirito ardente che la portava a non stare ferma. Mabel, o Boo come la chiamavano tutti visto che la sua prima parola era stata, appunto, “boo!”, era un vulcano in piena eruzione. Le potevi chiedere di fare qualsiasi cosa e lei avrebbe obbedito, portando a termine il suo compito con diligenza. Ma se le chiedevi di stare seduta in un punto, ecco che dopo un paio di minuti scarsi avrebbe cominciato a battere il piede, a strofinarsi le mani, a giocare con i capelli pur di non stare ferma.

Sally strabuzzò gli occhi.

- Cosa stai facendo? - chiese stralunata.

- Oh, i compiti! - rispose candidamente quell'anima pura che era Boo. - Se non li faccio la professoressa mi sgriderà! -

La maggiore delle due corse al capezzale dell'altra, poggiando il vassoio sul comò posto lì vicino e toccando la fronte della convalescente non tanto convalescente. Scottava. O per meglio dire, era rovente.

Eh no, carissima, tu a scuola domani non ci vai. - sentenziò la diciottenne dai capelli rosa, mettendo le mani sui fianchi e guardandola preoccupata. - Persino l'inferno è più fresco di te. -

- Ma io sto bene! - piagnucolò la sorella minore, mettendo su un piccolo broncio adorabile. Sally sciolse la propria espressione semi-severa in una intenerita, per poi abbracciare Boo.

Erano davvero unite, eppure in pochi le avevano prese realmente per parenti. Sarà stato perché Selene aveva i capelli rosa e Mabel arancioni, perché la diciottenne era leggermente più alta e più magra, mentre Boo aveva una morbida figura a clessidra con curve accentuate. Eppure qualcosa in comune l'avevano. Gli occhi felini ed azzurri ad esempio, oppure le lentiggini, benché Sally ne avesse solo una piccola quantità sul naso mentre a Mabel decoravano quasi interamente tutto il corpo.

- L'hai sentito il terremoto oggi? - chiese Boo.

Già, il terremoto.

- Mhh sì, insolito, vero? - rispose distrattamente la sorella, per poi ripensare al sogno che aveva fatto. Quell'ambiente ignoto, il sylveon che entrava nel suo corpo, il tepore... Cosa voleva significare?

Mabel notò lo sguardo perso della ragazza dai capelli rosa e inclinò la testa.

- Qualcosa non va, Sally? -

La sorella maggiore sembrò riscuotersi dal suo stato catatonico.

- No... Niente. - le sorrise, non troppo convinta. - Ora mangiamo le ciambelle, altrimenti si buttano. -

 

 

 

Il buio calò come avveniva ogni giorno, ricoprendo ogni cosa con la sua coltre. Sally era in camera sua, poggiata sul davanzale della finestra, intenta a osservare la luna.

Le sembrava stupido, eppure continuava a pensare a quello strano sogno. Non si dava pace, le aveva lasciato una sensazione strana. Continuava a percepire quello strano calore, come se un flusso insolito di energia le stesse circolando nelle vene in quel momento.

- Forse mi sto stressando troppo. - si disse per poi buttarsi sul letto con un tonfo. Si passò una mano sul volto, emanando un sospiro sconsolato. Fra la scuola, gli allenamenti, i compiti pomeridiani pensò di aver bisogno di una vacanza.

Anche Mabel era pensierosa nella sua camera da letto. Anche lei pensava al terremoto e a cosa ne era conseguito dopo. Ricordava di essere svenuta e poi quella temperatura elevata del proprio corpo, che lei percepiva a malapena. Perché se a detta degli altri risultava rovente, Boo non sentiva minimamente la differenza.

Si rannicchiò nel letto e chiuse gli occhi.

 

 

 

 

Quella mattina c'era un vento forte. Le fronde degli alberi venivano scosse energicamente da impetuose raffiche e dei grandi nuvoloni si avvicinavano dall'orizzonte. Ma quel tempo incerto non servì per guastare il buonumore sempre presente della ragazza dai capelli rosa. Infatti balzò giù dal letto stiracchiandosi con un sorriso già stampato sul volto. Decisamente una persona mattiniera.

Erano passate due settimane dal terremoto e nessuno ci aveva fatto più caso. Anche lei sembrava aver dimenticato lo strano sogno che aveva fatto.

Scese le scale già preparata di tutto punto e con sua grande sorpresa trovò Boo, anche lei nella sua divisa scolastica, che cercava di convincere i suoi genitori a mandarla a scuola, mentre questi erano intenti a servire la prima clientela della pasticceria.

- Mamma, ti dico che sto bene! - quasi piangeva la piccola Mabel.

- Non se ne parla signorinella, sei ancora caldissima. - rispose Deborah. - Fila a letto senza storie. Anzi, dobbiamo anche chiamare il medico, questa febbre sta andando avanti da troppo tempo. -

La ragazzina dai capelli infuocati provò a ribattere con energia, ma un'occhiata del padre la zittì del tutto e lei, mogia, si girò diretta alle scale che l'avrebbero portata in camera sua. Sulla sua via incrociò sua sorella che constatò come Mabel avesse una smorfia corrucciata e gli occhi lucidi. Boo evitò lo sguardo di Sally e corse via.

Deborah sospirò.

- Non ho mai visto una ragazzina così desiderosa di andare a scuola. - borbottò, per poi rivolgere un'occhiatina sarcastica alla figlia maggiore. - Di certo in questo non vi assomigliate. -

- Tempo! - esclamò Sally, facendo segno con la mano. - Battuta non richiesta! -

Prese il sacchetto con dentro i profiteroles al cioccolato (i suoi preferiti!) e si dileguò, salutando con una mano i genitori che, presi dal troppo lavoro, non ricambiarono.

Controllò l'ora al polso e si rese conto di essere incredibilmente in anticipo. Con soddisfazione decise di fare una passeggiata per Alisopoli, spiluccando la sua colazione. C'era qualcosa di strano. Tanto per cominciare, era deserta. Non una macchina, non un passante. Era completamente vuota. E per quanto non ci fossero i rumori tipici di una cittadina come quella, ogni minimo rumore le sembrava ingigantito, dal fruscio delle foglie al rumore dell'aria. Alzò le spalle, non facendoci troppo caso lì per lì.

Camminò ciondolando sulla riva del laghetto, circoscrisse il parchetto, il tutto mentre quell'incredibile ventaccio continuava a sferzare la cittadina deserta. I capelli le finirono in bocca e cominciò a sputacchiare.

- Maledizione! - borbottò, per poi decidere di legarli in una coda alta.

Si accorse solo allora che davanti a lei c'era un minccino. Li conosceva bene. Piccoli pokémon grigi dal pelo folto e lo sguardo vispo, tanto affettuosi quanto dispettosi. E perlopiù incredibilmente carini. Quell'esemplare in particolare portava un sacchetto giallo appeso a tracolla e la osservava con i grandi occhi scuri.

Sally si chinò su di lui e gli fece una carezzina dietro l'orecchio, intenerita.

- E tu chi sei? Ti sei perso? - cinguettò con una voce stupida.

- Sei tu Selene? - le chiese il minccino.

Sally rimase intontita per una frazione di secondo. Quel pokémon aveva parlato. Quel pokémon aveva parlato. Fece uno scatto all'indietro lanciando un gridolino stridulo e isterico. Poi seguirono dei respiri profondi, con i quali la ragazza cercava vanamente di calmarsi. Quella era la prova, era definitivamente uscita di senno.

Il minccino piegò la testa da un lato, osservando quel bizzarro comportamento. Poi piegò l'orecchio sinistro, come se avesse captato dei rumori. Annusò l'aria, preoccupato.

In quel momento dal terreno si librò in aria un butterfree dalle dimensioni impressionanti. Le sue ali riflettevano mille colori e sbattevano lentamente liberando forti correnti d'aria. Era quello il motivo del clima insolito.

Sally boccheggiò. Non aveva mai visto un pokémon così grande. Urlò sconvolta, attirando l'attenzione del grande butterfree che per risposta concentrò una raffica di vento verso di lei, sbalzandola di qualche metro.

La ragazza e il minccino volarono via ma, con sua grande sorpresa, per istinto riuscì a girarsi e atterrò in piedi, afferrando il pokémon che le cadde in braccio.

- Tu sei Selene, vero?! - ripeté la creatura grigia. - Non c'è tempo, rispondi! -

- Sono io, perché?! - gridò Sally, incredula. Non badava nemmeno più al fatto che una di quelle creature riuscisse a parlare, concentrata com'era sul coleottero gigante. - Cos'è quel coso?! -

Il minccino prese la sacchetta che aveva con sé e l'aprì, tirando fuori un oggetto e lanciandolo alla ragazza, che l'afferrò al volo. Era un ciondolo dorato dalla forma ovale, con sopra inciso un simbolo a lei ben noto. Era il simbolo del tipo folletto.

- Ora sbrigati, trasformati! - le intimò il piccolo pokémon. Sally lo guardò ancora più esterrefatta, sgranando gli occhi azzurri.

- Aspetta, che? - ma non fece in tempo a continuare che un potente ronzio infernale invase l'ambiente circostante, stonandola. Istintivamente si coprì le orecchie, sentendosi ugualmente la testa scoppiare. Se avesse proseguito ulteriormente le sarebbero esplosi i timpani. Improvvisamente il ronzio cessò e alla ragazza la quiete sembrò ancora più assordante del rumore udito fino a quel momento.

Il minccino la scosse debolmente per una gamba e il suo muso aveva un'aria seria.

- Ho detto di trasformarti! - ripeté arrabbiato. - Ti è stato conferito il DNA di sylveon, quindi ora puoi trasformarti e combattere! -

Sally era sempre più confusa. Ripensò al sogno che aveva fatto.

Ti è stato conferito il DNA di Sylveon.

Guardò il ciondolo in mano, poi guardò il minccino e scappò. Cominciò a correre con tutte le sue forze, più lontano che poté.

Il pokémon era allibito, non poteva crederci. Eppure era una cosa facile da fare! Emise uno sbuffo sonoro e la inseguì, così come il butterfree gigante.

Sally pensò di dirigersi a casa, buttarsi sotto le coperte e non uscire fino a quando la polizia locale non avrebbe fatto qualcosa.

Sì, mi sembra una buona idea.

Però non vedeva nessuno. Dov'erano tutti?

Era quasi arrivata alla pasticceria quando si trovò costretta ad arrestarsi perché il minccino le aveva sbarrato la strada.

- Dove pensi di andare? -

- A casa! - rispose lei, convinta.

- E mettere in pericolo la tua famiglia? -

Quel pensiero non l'aveva sfiorata minimamente, prima. Un pokémon di quelle dimensioni poteva facilmente distruggere la palazzina. La sua mente corse velocemente all'immagine dei suoi genitori e di sua sorella.

Serrò i pugni e guardò la creaturina davanti a lei, poco convinta.

- Cosa devo fare? -

Il piccolo pokémon sembrò sorridere soddisfatto.

- Impugna quel ciondolo e grida le parole “Mew Sylveon, Metamorphosis”! - le disse, spalancando gli occhi alla vista del butterfree che si avvicinava rapidamente.

Sally deglutì confusa, osservando nuovamente il gioiello che le era stato dato in precedenza. Tutta quella situazione le sembrava paradossale. Si diede un pizzicotto per confermare la realtà dei fatti.

- Trasformati! - insistette il minccino, nascondendosi dietro la sua gamba. Quella frase le mise fretta. Perché dubitare quando tutto le stava accadendo sotto gli occhi?

Mew... Mew Sylveon, Metamorphosis! -

Una luce abbagliante invase le strade, accecando la vista del gigantesco butterfree che, preso alla sprovvista, cominciò a sbattere le ali freneticamente cercando di riguadagnare l'equilibrio perso.

Quando il bagliore si estinse, Sally aveva cambiato aspetto. I capelli erano legati in due mezze code, indossava un abito bianco corto fino a metà coscia con dei volant rosa e azzurri sulla gonna, inoltre calzava dei guanti e degli stivaletti rosa. Al suo collo pendeva il ciondolo fornito dal minccino. Ma la cosa più strana era che aveva delle orecchie e una coda rosa. Le orecchie e la coda di un sylveon.

Si guardò sbalordita, osservando ogni centimetro del suo corpo, lanciando gridolini sconvolti ogni qual volta che notava un particolare nuovo.

La sua attenzione fu catturata dal butterfree che si rilanciò all'attacco, agitando le sue grandi ali nella sua direzione, pronto a colpire. Di riflesso la ragazza fece un balzo di una gittata incredibilmente lunga, evitando le folate taglienti di vento.

- Wow! - si lasciò sfuggire, per poi venir colpita da una nuova ondata di raffiche.

- Non ti distrarre! - la ammonì il minccino che nel frattempo si era arrampicato su un albero lì vicino, al quale si teneva ben saldo.

La ragazza si concentrò, evitando ogni folata nemica che le veniva indirizzata fra un balzo e un altro. Poi si decise e si lanciò contro l'insetto gigante, sferrandogli un pugno. La creatura indietreggiò sorpresa, ma quell'attacco non gli fece granché.

La ragazza atterrò sul tetto di un palazzo lì vicino e riprovò con un secondo destro, andando anche questa volta a segno. Cominciò quindi a tempestare di ganci il pokémon, non permettendogli così di contraccambiare, almeno fino a quando il butterfree non la colpì con l'ala, sbalzandola di parecchi metri. Sally rotolò sul cemento, colpendo di testa il marciapiede. Si alzò barcollante tenendosi la fronte sanguinante.

- Mi ricevi? - la piccola voce del minccino risuonò dal ciondolo.

- Min...ccino? - rispose lei flebilmente, mentre il mondo le girava intorno.

- Non sono “minccino”, mi chiamo Masha! - ribatté lui stizzito. - Cosa diavolo stai facendo?! Sei un tipo folletto, no? Usa mosse di tipo folletto! -

Fu come un lampo di genio. Si ricordò di come avessero studiato il tipo folletto a scuola, apprendendone le varie mosse conosciute e... di come lei avesse preso un voto basso perché poco attenta allo studio. Digrignò i denti mentre avvertiva il nemico avvicinarsi.

Pensa, pensa, pensa.

Una mossa, una mossa, una mossa! Una qualunque!

Il butterfree si alzò in cielo per poi buttarsi in picchiata contro di lei. Scese a una velocità impressionante e quando fu prossimo a schiacciarla con la sua mole, la ragazza istintivamente protese una mano aperta contro la creatura, come se quel gesto potesse effettivamente proteggerla.

Con sua grande sorpresa, dal palmo si liberò una luce bianca folgorante, che investì in pieno il bersaglio.

- Magibrillio, ottimo! - commentò Masha soddisfatto.

Il butterfree gigante cadde per terra mezzo bruciato dall'attacco appena subito.

- Ora finiscilo! -

La voce del piccolo minccino lasciò spiazzata Sally.

- Non posso ucciderlo! - rispose sconvolta.

Dal ciondolo si udì un grugnito spazientito.

- Non devi ucciderlo, devi solo farlo tornare com'era prima, un innocuo butterfree! -

La ragazza riprese vigore e sembrò convincersi.

- Ok! - esclamò. - Cosa devo fare? -

- Devo proprio spiegarti tutto? - borbottò il suo interlocutore, decisamente poco propenso agli insegnamenti. -Il software dovrebbe aver sviluppato un'arma consona a te! Premi il simbolo presente sul ciondolo e fai in fretta, prima che quel coso si riprenda!-

Sally obbedì, schiacciando con il dito lo strano glifo, ricevendo una strana scarica nel cervello. Sapeva cosa dire.

Shining Fleuret. -

In un istante si materializzò un fioretto bianco dalle decorazione che ricordavano parecchio il vestito. All'attaccatura della lama era presente un gioiello a forma di cuore che presentava lo stesso simbolo del collare.

- Quella è la tua arma, ora puntala al nemico e colpiscilo! -

Il subconscio di Selene le suggerì le parole da pronunciare, quasi fosse un atto del tutto naturale e che lei già conoscesse da tempo. La ragazza assottigliò lo sguardo e si lanciò sul pokémon, puntandogli la punta della lama al petto.

Ribbon... - sentenziò, fiera. - Twinkle Tackle! -

Come la spada colpì il butterfree si liberò un'esplosione luminosa il cui boato riscosse il vicinato. Quando le stelle si dileguarono, un piccolo insetto sbatté furiosamente le piccole ali e scappò spaventato. Del pokémon gigante non c'era più traccia.

Sally si accasciò sul fioretto, esausta. Sentiva i muscoli fremere e bruciare allo stesso tempo. Sospirò rumorosamente e guardò Masha, che nel frattempo le si era avvicinato con le zampe sui fianchi.

- Bella conclusione! - esclamò convinto. - Tutto il resto faceva schifo, ma bella conclusione! -

- Oh, ma insomma...! - provò a ribattere la ragazza, ma il roditore la zittì.

- Scommetto che avrai un sacco di domande, ma non è questo il posto. L'ipnosi sta per terminare. Torna normale e vieni con me. -

Detto questo fece per mettersi in marcia, quando Sally lo fermò tirandolo per la coda, con grande disappunto del pokémon.

- E come faccio? -

- Basta volerlo. -

In un istante, Selene tornò nei suoi abiti civili. Non c'era più traccia dell'abito bianco o delle orecchie da sylveon.

Era così facile?

Sally si rese conto di essere in ritardo per la scuola ma le domande che le affollavano la testa erano troppe e quindi seguì la piccola creatura docilmente.

Dalla finestra della sua camera, Mabel aveva sentito e visto tutto.













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Ciao a tutti e benvenuti a questa nuova storia! Se siete arrivati fin qui non posso che ringraziarvi!
Come vendete in basso, questa è Sally! Accompagnerò un'immagine di riferimento (da me creata quindi pls non prendete senza permesso) per rendervi ben note le fattezze di queste Mew Mew di Unima!
Giacché lascio anche qualche generalità su Sally!
Età: 18
Data di nascita: 30 Giugno
Segno Zodiacale: Cancro
Misure: 168 cm x 59 Kg
Che dire, la prima l'abbiamo presentata! Chi saranno le altre?
Spero di avervi incuriosito e che continuerete a seguirmi!

c h a


PS.
 Alcuni nomi verranno portati nella versione inglese, ad esempio la mossa Z "Astroimpatto fatato" che qui è l'attacco "speciale" "Twinkle Tackle". Perché? Perché è più  ganzo, ovvio.

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Capitolo 2
*** Introduction ***


Masha condusse Sally sul Belvedere di Alisopoli. Dall'altura infatti si poteva scorgere tutta la cittadina nel suo insieme di costruzioni e paesaggi naturali mozzafiato. Per quanto fosse una rinomata meta turistica, la ragazza non aveva l'abitudine di frequentarla, motivo per cui si sorprese quando vide al centro dell'area una caffetteria. Dalle pareti sembrava essere costruita di recente e non c'era nessuno. Sull'ingresso era appesa una lavagnetta con su scritto “chiuso” e di clienti nemmeno l'ombra. D'altro canto, quella mattina non c'era nessuno per le strade.

Masha si diresse tuttavia verso l'ingresso e, ignorando la scritta, con un balzo tirò il campanello dorato. La videocamera posta sull'arcata del portone si accese.

- Masha? - fece una voce maschile piuttosto giovane.

- E chi se no? - rispose sarcasticamente il pokémon. - Ho portato qui Mew Sylveon. -

Ci fu un attimo di silenzio, seguito da dei rumori strani provenire dall'interno.

Sally provò a coglierli più nel dettaglio ma quello che udì fu solo un marasma di suoni confusi. Perché era stata portata in quel grazioso caffé? E come poteva un luogo simile risolvere i suoi dubbi?

La porta si aprì e comparve un ragazzo. Era alto, anche lui sui diciotto, diciannove anni e aveva un'aria stanca. Gli occhi nocciola erano segnati dalle occhiaie e schermati da un paio di occhiali dalla montatura sottile. I capelli erano una zazzera scomposta medio lunga di un viola opaco, spento. Vestiva abiti larghi, dai quali si poteva intravedere un fisico magro e di certo non muscoloso.

Sally si lasciò sfuggire una smorfia di raccapriccio.

Uno studioso.

Il ragazzo le rivolse un sorriso timido.

- Tu devi essere Selene. - disse. La sua voce era gentile. - Io sono Noah. Prego, accomodati pure. -

In lontananza, una figura fece capolino da un cespuglio, attenta a non farsi vedere.

 

 

L'interno era ancora più bello dell'esterno. La sala era ampie, decorata da alte colonne in pietra che reggevano una volta a stella da cui pendeva un candelabro di cristallo. Tavoli e sedie erano bianchi e sembravano di pizzo, vista la forma barocca intagliata nel legno.

Selene osservò meravigliata quell'ambiente, spostando lo sguardo azzurro da una parte all'altra con la bocca aperta.

Quando avrebbe aperto, sarebbe sicuramente venuta con Serena e Gloria a prendere un caffè.

Noah e Masha però erano diretti altrove. Si posizionarono al centro della stanza e il piccolo pokémon intimò alla ragazza di raggiungerli.

Lei si destò da quel sogno infiocchettato e obbedì, mettendosi sopra il mosaico che decorava quel punto del pavimento. Il ragazzo tirò fuori dalla tasca un telecomando e premette un pulsante. Il mosaico si smosse e i tre cominciarono a scendere verso un piano inferiore, con grande sorpresa della neo Mew Sylveon. La pedana li condusse in un laboratorio dall'aspetto totalmente opposto a quello del caffè. Spoglio, poco colorato e dall'odore inconfondibile di chimico che serpeggiava nella stanza.

Sally storse il naso infastidita. La sala era piena di uomini che le rivolsero immediatamente l'attenzione, discostandosi dal loro lavoro al computer. Sally scorse nella folla la figura di un uomo voltato di spalle. Era alto, piazzato e dai capelli bianchi poteva intuire fosse piuttosto grande. I suoi accompagnatori si diressero proprio da quest'ultimo.

- Professor Rowan. - fece Noah. - Abbiamo qui Mew Sylveon. -

L'uomo si girò, rivelando un volto serio decorato da un paio di imponenti baffi. Squadrò la ragazza che si sentì immediatamente in soggezione, cominciando a stropicciarsi le mani.

- Benvenuta, Mew Sylveon. - disse il professore, con un breve inchino del capo. - O possiamo chiamarti Selene? -

- ”Sally” andrà benissimo. - balbettò la ragazza intimorita. I modi di fare dell'uomo erano cordiali, ma il suo tono era duro e freddo.

- Bene, Sally. - continuò Rowan. - Immagino tu abbia delle domande... Beh, sono qui per risponderti! -

Quell'affermazione rinvigorì la ragazza, che raddrizzò la schiena e strinse i pugni.

- Certo che ce le ho! - i suoi occhi ardevano infuocati. - Chi siete? Cosa mi avete fatto? Cos'era quel coso? Perché ho sognato un sylveon? -

Riprese fiato.

- Ma soprattutto, - puntò il dito contro Masha. - Perché lui parla? -

Rowan non sembrava minimamente intimorito da quella valanga di domande, probabilmente perché erano quelle che si aspettava.

- Lascia che ti spieghi tutto quanto. - cominciò pacato e imperturbabile. - Noi siamo il dipartimento scientifico della Polizia Internazionale e veniamo da Sinnoh, una regione molto lontana, non so se la conosci. -

Sally sbarrò gli occhi. La Polizia Internazionale? Li conosceva, sapeva che erano la più grande agenzia investigativa del mondo. Avevano sventato casi impossibili e la loro impeccabilità nel risolvere questioni delicate era leggendaria. Ma allora cosa volevano da lei?

- Siamo giunti ad Unima perché c'è qualcuno che sta manovrando i pokémon per farli diventare armi di guerra e rivoltarli contro la regione, con motivazioni ignote. Il butterfree di prima... Hai presente? Non era normale. Ebbene, quello era un butterfree in forma “Gigamax”, ovvero un'alterazione del corredo genetico del pokémon che gli consente di cambiare d'aspetto e dimensioni e acquisire un enorme potere. Facendo degli esperimenti abbiamo provato che inserendo il DNA di un altro pokémon geneticamente modificato, il fenomeno Gigamax collassi e la vittima torni alle sue condizioni normali.

E qui entri in gioco tu. Iniettare il DNA in tutti gli individui mutati dal Gigamax è difficile se non impossibile, ma se a farlo è un umano ibridato con un pokémon allora la questione cambia.

Per questo abbiamo preso il DNA di eevee, il pokémon dal corredo genetico particolare per eccellenza, e lo abbiamo fuso con nove individui specifici che fossero compatibili con eevee e le sue otto evoluzione a livello fisico e caratteriale.

Quando il DNA di eevee è venuto a contatto con te, tu hai scatenato l'evoluzione di tipo folletto, sylveon! Ricordi il terremoto di due settimane fa, vero? -

Sally si sorbì quella spiegazione divenendo via via sempre più sconcertata. La sostanza era: l'avevano resa una cavia da laboratorio e ora doveva andare a lottare contro pokémon mostruosi? La cosa le sembrava assurda e quasi folle. Quando le avevano chiesto il consenso? E come avevano avuto i suoi dai genetici?

- Come avete avuto il mio DNA? - chiese infatti balbettante, sconvolta da quelle rivelazioni.

- Come membri del dipartimento scientifico della Polizia Internazionale abbiamo libero accesso ad ogni analisi del sangue o altro di ogni abitante di Unima. Ovviamente abbiamo fatto una selezione: abbiamo optato per individui che fossero di una certa fascia d'età e con una preparazione atletica eccellente. Tu sei brava nella scherma giusto? Infatti il software ha sviluppato per te un fioretto. -

- Come le sapete queste cose? - sbraitò Selene, sentendosi spiata. Rowan indicò Masha.

- Ora veniamo alla tua ultima domanda. Masha è un robot. O per meglio dire, un'intelligenza artificiale nel corpo di un peluche. Tutto quello che vede viene trasmesso qui sui monitor. -

Sally fece capolino dalla figura imponente del professore. Sugli schermi posti dietro di lui c'era una registrazione della battaglia appena conclusa. Vide tutti i ruzzoloni e le mosse avventate che aveva compiuto, ma anche la mossa finale in cui annientava il giga-pokémon. Si sentì fortemente imbarazzata e si coprì il volto con le mani. Una mano gentile si posò sulla sua spalla.

- Dai... Come prima volta poteva andare peggio. - la consolò Noah con un sorriso. - Hai rimediato solo un taglio sulla fronte. -

- E tu chi sei? - chiese inorridita la ragazza. - Un alieno? -

Al ragazzo partì una risata cristallina e dolce.

- Io sono solo l'assistente del professor Rowan. - disse.

Un pensiero fece rinsavire la ragazza, un pensiero che in realtà si era portata dietro da un po'.

- Ma... i cittadini? Cos'è successo? - chiese titubante, spaventata dalla plausibile risposta.

- Niente. - rispose candidamente Noah. - O meglio, sono solo vittima dell'ipnosi mirata. Dalle antenne radio della città abbiamo fatto partire un segnale che ha addormentato tutte le persone che non fossero coinvolte con il progetto Mew, non appena si è palesato il butterfree Gigamax. -

Va bene, era una motivazione convincente. Almeno sapeva che la sua famiglia stava bene. Tirò un sospiro di sollievo al pensiero di saperli sani e salvi.

- Comunque, oltre a sconfiggere i Gigamax, il tuo compito è trovare le tue compagne. - continuò il ragazzo dalla chioma violacea, per poi procedere con un'azione che spiazzò Sally. Questo, infatti, prese il lembo sinistro della gonna della divisa e l'alzò, come se niente fosse. La ragazza non prese bene quella manovra e gli tirò un gancio sullo stomaco urlando.

- Maniaco! -

Noah incassò il colpo con un gemito, piegandosi e annaspando.

- Scusa... - boccheggiò, realizzando in quell'istante cosa avesse appena fatto. - Volevo solo mostrarti una cosa... -

- So di che colore ho le mutande! - ribatté piccata la ragazza, rossa in volto.

Masha sbuffò.

- La vogliamo finire con questa sceneggiata? Dai un'occhiata qui. - sentenziò, per poi indicare alla ragazza di guardare il lato della coscia sinistra, appena sotto il gluteo.

Sally, con discrezione, sollevò la gonna nel punto indicato per poi scoprire una specie di voglia color rosa pesca. Era lo stesso simbolo presente sul ciondolo.

- Quello è la voglia che ti identifica come Mew Sylveon. - spiegò Rowan, dando a Noah una sedia su cui appoggiarsi. - Le tue compagne ne presentano uno simile sul corpo. Diciamo che è un indizio in più per scovarle. -

- Inoltre... - proseguì l'assistente del professore con uno sbuffo dolorante. - Masha è in grado di rilevare la presenza di Gigamax o di potere Mew nelle circostanze. Quando ti avvisa, tu seguilo e lui saprà condurti nei punti critici. -

- A proposito di punti critici. - fece Rowan a Noah in quella che a Sally parve una mezza risata. - Come va lo stomaco? -

- Tutto bene professore... - rispose con un sorriso il ragazzo. - La ragazza ha solo la mano pesante! -

Nonostante i due stessero cercando di smorzare la tensione, Selene non aveva alcuna intenzione di ridere o di stare al loro gioco. Serrò i pugni e assottigliò gli occhi.

- Non voglio fare parte di questo teatrino. - annunciò. - Fatemi uscire da qui. -

Anche lo sguardo di Rowan si incupì.

- Diciamo che è troppo tardi. - le rispose, quasi gelido. - Ormai sanno che sei una guerriera e ti prenderanno di mira, così come prenderanno di mira la tua famiglia. Ma tu, combattendo, puoi evitare che qualcun altro si faccia del male. -

La sicurezza della ragazza vacillò e lei fece qualche passo indietro, intimorita. Non poteva, non voleva mettere a rischio i suoi cari, non se lo sarebbe mai perdonato. Si sentì come un rattata in trappola, senza via di fuga. Non era pronta per una missione di quel genere a cui non aveva nemmeno aderito, ma la sua coscienza le impediva di potersi tirare indietro. Sospirò, sconfitta.

- Va bene. - disse in fine.

- Benissimo! - esclamò entusiasta Noah. - Lascia che ti accompagni all'uscita. Ah, e scusami se ti ho... ehm, sollevato la gonna così, non sono un maniaco, lo giuro! -

-Un'ultima cosa, Sally.- li interruppe il professore. -Devi mantenere l'anonimato. Non vorrai mica spiegare tutto ai tuoi genitori e allarmarli, dico bene?-

La ragazza si lasciò sfuggire una smorfia contrita.

 

 

 

L'androide protese un braccio e sparò una fiammata verso Sally. La ragazza evitò l'attacco rotolando da un lato e si lanciò verso l'avversario riempiendolo di calci e pugni rapidi. La macchina incassò il colpo per poi tirarle un calcio sul fianco, centrandola in pieno e allontanandola di qualche passo.

La ragazza non demorse. Dai palmi delle mani evocò dei fasci di luce che gli scagliò contro, vedendo però i suoi colpi finire sulla parete di quella che era una palestra sotterranea.

Un ragazzo dai capelli bianchi e un cappotto fucsia la osservava a braccia conserte con lo sguardo serio. Beet, quello era il suo nome, era uno studioso del tipo folletto e aveva progettato per lei un rivale meccanico di tipo acciaio e fuoco, due tipi contro i quali le mosse folletto avevano poca efficacia. L'obiettivo era quella di formarla come guerriera, di potenziare il suo potere magico e la prestanza fisica. Il ragazzo era stato ingaggiato dalla Polizia Internazionale con il compito di addestrare Selene.

- Ricordati la compatibilità dei tipi! - le suggerì severo. - Il folletto è poco efficace contro acciaio e fuoco, ti conviene colpirlo fisicamente! -

La ragazza spalancò gli occhi vedendo l'androide caricare contro di lei ed evocò lo Shining Fleuret. Con la lama parò il fendente della spada nemica e con un'abile rotazione del polso fece una manovra che sbalzò via l'arma. Quella piccola vittoria le fece crescere l'autostima, nonostante la fatica continuasse a crescere e piccole gocce di sudore le stessero imperlando il corpo.

Entrava nel suo campo. Cominciò rapidamente a ferire l'armatura d'acciaio della macchina con dei piccoli fendenti. Era velocissima e imperturbabile, mentre il suo avversario incassava ogni “ferita” con un suono stridulo dato dai suoi circuiti che risentivano dei danni. Quello che non si sarebbe aspettato, però, sarebbe stato lo schiaffo potente che la fece volare in aria. Perse la presa sul fioretto che si conficcò a qualche metro da lei ma non fece in tempo a correre a recuperarlo che le arrivò un calcio sullo stomaco. La ragazza vomitò un fiotto di sangue e si accasciò per terra, priva di sensi.

Beet in quel momento spense la macchina prima che potesse farle ulteriori danni. Si avvicinò al corpo esanime della ragazza e la osservò quasi con pietà.

- Fai schifo. - pronunciò quelle parole con superiorità. - Devi riuscire a sconfiggere le tue debolezze per poter affrontare ogni tipo di avversario. Ma non posso nemmeno massacrarti... Per oggi basta così. -








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Di già il capitolo due? Sì.
Come avrete intuito questa storia mischia più elementi da ogni gioco benché sia ambientata a Unima, quindi non stupitevi d'ora in poi se troverete pokémon appartenenti a generazioni passate o future che non dovrebbero trovarsi in quella regione. Perché questa storia in sostanza è un crossover e non solo fra Pokémon e Tokyo Mew Mew (come concetto) ma anche fra i giochi stessi. 
Spero di esser stata abbastanza convincente e chiara con la spiegazione del prof Rowan (ho scelto lui perché la quarta generazione è stata la mia prima lol ♡) e spero continuerete a seguirci!

U c h a

PS. Ho dovuto mettere l'OOC perché per alcune cose potrei uscire fuori dai personaggi canonici, per quanto stia cercando di renderli il più fedeli possibili.
PPS. Inoltre ho stravolto un po' il concetto di Gigamax, spero possiate perdonarmi  e l'ho reso più simile all'idea di "Chimera" presente in Tokyo Mew Mew 

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Capitolo 3
*** Electric strike! ***


Quella sera rincasò sfinita. Sentiva ogni fibra del suo corpo bruciare e non vedeva l'ora di buttarsi nella vasca per concedersi un lungo e rigenerante bagno.

- Sally! - esclamò sua madre quando la vide rientrare. - Dove sei stata fino ad ora? Sono giorni che arrivi sempre tardi, e i compiti?-

La ragazza sbadigliò rumorosamente, sciogliendosi la coda.

- Ora li faccio, giuro. - disse pigramente, ignorando il piatto servito a tavola al suo posto. - Ora però ho bisogno di un bel bagno. -

- Prima mangia. - il tono di suo padre non ammetteva repliche. La ragazza si fermò sulla soglia delle scale e tornò indietro non prima di aver emesso uno sbuffo.

Mabel era insolitamente taciturna e osservava sua sorella con la coda dell'occhio. Ripensava all'altro giorno, quando l'aveva vista assumere un aspetto insolito e combattere quel butterfree gigante, sfoderano poteri soprannaturali che in natura erano conferiti solo ai pokémon. Aveva usato... Vento di Fata, forse? O Magibrillio? Boo non era ancora arrivata a quel punto dei programma, ma per interesse personale si era curata di studiare le mosse di ogni tipo di pokémon esistente. Le sue conoscenze, tuttavia, erano ferrate solo per i tipi elementali, acqua, erba, fuoco ed elettro.

- Ultimamente mi addormento nei posti più insoliti. - esordì Miles mentre ingoiava un boccone. - E così anche le altre persone. Ho letto il giornale, la polizia locale ha detto che sta indagando su questi fenomeni. I medici sospettano l'influenza che qualche pokémon coleottero utilizzi a sproposito la mossa Sonnifero. In più la febbre di Mabel mi preoccupa... Sono passate parecchie settimane da quando ti è venuta, stai prendendo gli antibiotici? -

Sally deglutì sgranando gli occhi e Mabel bevve un sorso d'acqua come se volesse nascondersi dietro al bicchiere.

- A voi non capita di addormentarvi, comunque? - continuò il padre delle ragazze, ricevendo un consenso poco convincente da parte delle figlie.

- Oh! Anche a me! - esclamò invece Deborah, tutta trafelata.

Sally si sbrigò a finire il suo pasto, ingurgitando la bistecca quasi in un boccone solo.

- Ho finito! - annunciò per poi correre a mettere i piatti nella lavastoviglie e poi su per le scale. - Ora vado a farmi il bagno! -

 

 

L'acqua calda aveva un potere rigenerante su di lei. Immersa nella schiuma e con la testa riversa sul bordo della vasca, la ragazza osservava le bolle di sapone fluttuare per la stanza con aria assente. Ripensò a tutto quello che era successo nell'ultimo periodo. Il terremoto causato dai laboratori della Polizia Internazionale, la sua trasformazione in una combattente Mew, l'impegno che aveva preso e gli allenamenti... Senza contare inoltre che aveva degli obblighi nei confronti della famiglia e della scuola. Come sarebbe riuscita a conciliare tutto questo?
Si lasciò sfuggire un sospirone.

Qualcuno bussò alla porta del bagno.

-Chi è?-

-Sono Boo.-

Sua sorella aspettò l'invito per entrare e aprì la porta. Sally sbiancò quando vide che reggeva in mano Masha, tenendolo per la collottola.

-Non sapevo ti piacessero i peluches!- sorrise Mabel senza malizia. Dopotutto, quella ragazzina era incapace di offendere o rivolgere sarcasmo ad altri. Ma Selene rimase lo stesso impietrita.

-Come lo hai trovato? - balbettò.

A quel punto la sorella divenne tutta rossa e assunse un'espressione mortificata.

-Perdonami!- esclamò. - Volevo aiutarti a fare i compiti, visto che mi sembravi stanca, così ho... aperto la tua borsa e l'ho trovato! Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace, non volevo farmi gli affari tuoi! -

Selene si rilassò. Per un istante aveva temuto che il minccino meccanico si fosse mosso di sua spontanea volontà e che sua sorella l'avesse colto in flagrante. E invece era stata Boo a trovarlo, indagando per fatti suoi. Sorvolò sul fatto che Mabel avesse aperto la sua borsa senza permesso, più che altro perché quell'azione era stata dettata da buoni propositi.

Almeno il suo segreto era al sicuro.

Gli occhi di Masha sembravano implorare aiuto e in quel momento Sally sbiancò di nuovo.

Tutto quello che vede viene trasmesso qui sui monitor.

Le parole di Rowan gli rimbombarono nel cervello e con uno strillo si coprì il seno con le mani, serrando le gambe più strette che poté.

-Portalo via! - berciò con gli occhi fuori dalle orbite.

Mabel sembrò confusa.

-Ma cosa... -

-Portalo via!- incalzò la sorella, livida per la vergogna.

Boo uscì quasi di soppiatto, sempre più confusa.

L'imbarazzo era diffuso nel laboratorio, tutti gli scienziati avevano assunto un colorito acceso nonostante avessero cercato di mantenersi professionali e di non fare battute.

Noah era livido. I suoi occhi cerchiati erano puntati sullo schermo e la bocca aperta. Quella era di certo l'ultima cosa che si sarebbe aspettato.

 

 

 

 

 

Komor si aggiustò la cravatta rossa con cura, guardandosi allo specchio. Si diede un'ultima sistemata ai capelli neri e alla divisa scolastica e si guardò. Sì, era decisamente impeccabile. Lanciò un'occhiata alla rosa immersa nel vaso d'acqua, già infiocchettata in un nastro rosa. Si sorprese nel ritrovarsi rosso come una baccamodoro e cercò di ricomporsi prendendo respiri profondi. Quello era il giorno in cui sarebbe diventato uomo e si sarebbe dichiarato alla persona che gli piaceva da quando aveva iniziato le superiori. Tirò fuori dal taschino della giacca una foto sgualcita raffigurante una ragazza dai capelli dorati e gli occhi affilati viola, Agnes, sua compagna di classe. Ripensò a come si era quasi ammazzato per farle quello scatto di nascosto in quanto, quando era in gita, si era nascosto fra i cespugli piantati su un burrone ed era scivolato, aggrappandosi alle radici appena in tempo prima di precipitare.

Il cuore gli batteva forte e si rese conto che aveva cominciato a sudare freddo.

No, no, no! Riprenditi!

L'agitazione lo stava pervadendo e non doveva permetterlo. Una voce lo richiamò dai suoi pensieri.

- Komor! Farai tardi a scuola! -

- Sì, mamma! -

Prese al volo il fiore e corse fuori.



 

La giornata gli parve interminabile. Durante tutta la durata delle lezioni aveva cambiato idea almeno dieci volte.

Lo faccio.

No, non lo faccio.

Sei un uomo! Fallo!

E se ti dice di no?

Comunque avrai dato prova di poter affrontare situazioni del genere!

...Io non lo faccio.

La rosa che aveva portato con sé aveva destato non poca curiosità fra i suoi compagni di corso, che gli avevano rifilato svariate battutine a cui lui aveva reagito stoico, pur morendo dentro. Aveva lanciato delle occhiatine fugaci ad Agnes, ma la ragazza aveva tenuto lo sguardo sottile sempre puntato sull'insegnante.

Ecco, sicuro non le piaccio. Avrebbe dato dei cenni di interesse, giusto? O almeno di... gelosia?

Preso dai suoi pensieri, fece un balzo enorme quando la campanella suonò, decretando la fine delle lezioni. Preso alla sprovvista afferrò la rosa e provò a seguire la sua compagna di classe che, però, si dileguò masticando una gomma.

 

 

 

- Oggi hai gli allenamenti, Sally? - chiese Gloria uscendo dall'aula insieme alle sue due amiche.

A sentire la parola “allenamenti”, Sally quasi svenne. Da quando era diventata una Mew Mew non aveva avuto un attimo di pace con Beet, che la sottoponeva ad estenuanti addestramenti per temprarla. I risultati però cominciavano piano piano a farsi vedere. Aveva migliorato la prestanza fisica, riusciva a schivare i colpi e a contraccambiare con aggressività. Tuttavia ancora non era riuscita a mandare K.O. quel maledetto androide che era il suo avversario.

Scosse la testa e sorrise all'amica.

- No, oggi libera! - esclamò con il suo solito entusiasmo.

- Allora ti va di andare a vedere il club di corsa che si allena? Ci sono un sacco di bei ragazzi! - propose quindi Gloria con aria sognante.

- È vero! - concordò Serena, appoggiando la compagna. - Però mi hanno detto che la più veloce è una ragazza della nostra età, va nella sezione G! -

- L'ho sentito anche io! - confermò la bruna dal taglio corto, con aria sorpresa. - Sarei proprio curiosa di vederla! -

Un suono squillante proveniente dalla borsa di Sally interruppe il discorso delle due ragazze, che guardarono incuriosite la loro compagna di classe.

La ragazza, ricordandosi la presenza di Masha, arrossì e si mise sulla difensiva.

- Ehm, dev'essere il cellulare! - si giustificò balbettando, per poi infilare una mano nella borsa e tirare un colpetto alla testa del piccolo robot. - Adesso lo spengo. -

Il minccino selvatico di risposta le morse un dito, indispettito.

Sally si lascio sfuggire un mugolio di dolore ma per il resto tacque, visto che il dispositivo inserito in Masha aveva smesso di squillare. Era comunque un segnale che non poteva ignorare. C'era qualcosa in giro, qualcosa a cui stare attenti.

Serena e Gloria l'avevano osservata stralunate, insospettite da quel comportamento bizzarro. Perché non aveva semplicemente risposto? Selene notò lo sguardo indagatore e cercò di sviare l'attenzione.

- Insomma... Andiamo? Io per pranzo ho un sandwich. -

 

 

 

Agnes fece un piccolo stretching prima di cominciare. Il suo corpo snello e allenato brillava sotto la luce del sole, così come i suoi capelli biondi che le arrivavano scomposti fino poco sotto alla mascella, fatta eccezione per due ciocche lunghe che si srotolavano lungo la schiena fino al sedere. Era una giornata calda, quella, perfetta per allenarsi. Le piaceva la sensazione del vento che sferzava contro la sua pelle, la contrazione dei muscoli a ogni passo e il sudore che colava definendo i contorni del suo fisico allenato. Inoltre era incredibilmente portata per la corsa. Non a caso era la più veloce di Sinnoh, la sua terra natale, e puntava a esserlo anche ad Unima, la sua nuova casa. Lei e suo fratello si erano trasferiti per motivi di lavoro di lui e lei, essendogli molto affezionata, non aveva voluto lasciarlo solo. Questo le aveva permesso di poter allargare i suoi orizzonti, di stabilire nuovi obiettivi. Il primo in assoluto era quello di spingersi oltre i suoi limiti come atleta.

Si guardò la spalla sinistra su cui era comparso un simbolo giallo pallido simile a un fulmine qualche settimana prima dopo il terremoto che aveva colpito Unima. Ma non era il momento di pensarci.

Si toccò la spalla, come a voler coprire quella voglia, e si posizionò sulla pedana e, quando l'istruttore fischiò la partenza, partì come un razzo. In breve tempo creò un enorme distacco fra lei e i suoi colleghi, superandoli di almeno un paio di metri. Si sentiva invincibile, niente e nessuno poteva fermarla.

Sally e le sue amiche, sedute sugli scalini di cemento che circondavano la pista, rimasero a bocca aperta. Quella ragazza era una vera scheggia. La loro attenzione per i bei ragazzi era passata in secondo piano quando li avevano visti schiacciati da una prova di velocità così strabiliante.

- Penso di essermi innamorata. - annunciò la ragazza dai capelli rosa, ricevendo un consenso delle amiche dato con un cenno della testa.

Quella frase attirò l'attenzione di Komor, seduto poco distante, che rivolse uno sguardo preoccupato a Sally. Quello era il suo giorno e nessun uomo o donna che fosse lo avrebbe rovinato. Stringeva fra le mani la rosa, quasi stritolandone il gambo e aspettando impazientemente che Agnes finisse gli allenamenti. La sua vita sembrava fatta di attese. Si morse il labbro inferiore e allargò le narici, facendone fuoriuscire uno sbuffo. Quell'ora passò nell'ansia più totale, come era stato per il resto della giornata. La sicurezza di Komor andava via via vacillando, eppure una parte di sé era convinta di volerlo ancora fare. Come vide Agnes andare verso la sbarra dove aveva poggiato l'asciugamano e la bottiglietta d'acqua, si alzò di scatto e ruzzolò giù dalla gradinata con un sonoro tonfo, attirando l'attenzione dei presenti e scatenando qualche risatina. Si sentì il mondo crollare addosso, non poteva essere più in imbarazzo. A fatica rialzò lo sguardo verso Agnes che, al contrario dei presenti, sembrava più che altro preoccupata.

- Komor, tutto bene? -

Mi ha chiamato per nome!

Si rialzò traballante spolverandosi i vestiti.

- Io... - balbettò, ma non fece in tempo a continuare la frase che qualcosa lo spinse violentemente. Il ragazzo sbatté la testa contro il terreno e svenne.

 

 

Sally aveva assistito allo spettacolo che quello strano ragazzo dai capelli neri aveva dato ridendo insieme alle sue amiche della sua caduta. In quel momento però i sensori di Masha avevano ripreso a squillare e un'ombra era calata sulla pista da corsa. La ragazza si voltò e vide un uccello nero di dimensioni colossali infuriare sui presenti. Serena e Gloria lanciarono un urlo terrorizzato e cominciarono a scappare, così come chiunque fosse lì. Masha uscì dalla borsa della ragazza reggendo un telecomando nella zampa e premette un pulsante, attivando le onde radio per l'ipnosi mirata.

I ragazzi e il resto della città caddero addormentati come sassi, ad eccezion fatta per Sally e Masha.

La ragazza non perse tempo. Estrasse dal taschino il ciondolo e lo sincronizzò con la voglia presente sulla coscia.

- Mew Sylveon, Metamorphosis! - esclamò e si trasformò nel suo alter ego.

Con un balzo raggiunse l'uccello nero e gli tirò un pugno, facendogli perdere l'equilibrio e schiantandolo contro il suolo. Il pokémon in forma Gigamax non si fece intimidire da quella manovra e le lanciò delle piume rapidissime che Sally riuscì a schivare, fatta eccezione per una che le ferì il braccio. La ragazza avvertì un dolore lancinante pervaderle l'arto e si rese conto che quelle penne erano d'acciaio.

Il pokémon si rialzò spiccando il volo verso la combattente, per poi agitare le ali nella sua direzione e scatenando un turbine di vento che la sballottò per aria. La ragazza evocò la mossa Magibrillio e la utilizzò per liberarsi, colpendo anche l'avversario. Con suo grande sgomento, il pokémon sembrò risentire poco di quella mossa. Concentrò l'energia negli arti, caricandoli di magia di tipo folletto e cominciò a tempestare il bersaglio di colpi, ma questo non sembrava granché disturbato da quel tipo di offesa.

Le parole di Beet fecero capolino nella sua mente.

Ricordati la compatibilità dei tipi!

Atterrò su un gradino e avvicinò il ciondolo alla bocca.

- Masha, che pokémon è quello? - chiese con l'affanno.

- Quello è un corviknight, pokémon di tipo acciaio/volante originario della regione di Galar! - esclamò il roditore meccanico per tutta risposta.

Era di tipo acciaio. Ecco perché i suoi colpi non facevano effetto. Era decisamente in netto svantaggio, in quanto l'acciaio era super efficace contro il folletto. Si sentì in difetto e cominciò ad agitarsi.

Il corviknight aprì il becco e da esso sprigionò un raggio argentato diretto alla ragazza. Quest'ultima evitò il colpo e l'attacco finì sulle scale, mancando per un pelo dei ragazzi distesi.

Doveva trovare una soluzione, e in fretta. Non poteva mettere a rischio le vite dei civili in quel modo. Ma come poteva fare, se il suo potere non bastava?

Un secondo Cannonflash le venne diretto contro, così come un terzo e un quarto e Mew Sylveon li evitò tutti, spremendosi le meningi per trovare una soluzione. Una quinta cannonata però le colpì di striscio la caviglia, facendola cadere rovinosamente sul terriccio della pista dove si allenavano gli atleti. Fu in quel momento che la vide.

 

 

 

 

 

 

La ragazza dai capelli biondo oro era nascosta sotto uno dei porticati di cemento e tremava come una foglia. Aveva assistito a tutta la scena con orrore. Aveva visto Komor, il suo compagno di classe, venir attaccato da un corviknight di dimensioni e fattezze anomale e tutti nella scuola cadere addormentati. Poi quella ragazza nella platea si era trasformata a aveva cominciato a combattere il mostro, pur venendo facilmente sopraffatta.

Sally dal canto suo rimase stupita.

Perché quella ragazza bionda era ancora sveglia? La guardò negli occhi. Erano disorientati quanto i suoi. Lo sguardo azzurro cadde sulla sua spalla sinistra, dove notò la voglia.
- Una... voglia? - mormorò perplessa.
In quel momento udì nuovamente il segnale di Masha

- È lei, Sally! - esclamò il robot dal ciondolo. - Veniamoci incontro! -

- Cos'è quel coso? - chiese l'atleta sconcertata. - E cosa sei tu? -

- Quello è un pokémon in forma Gigamax e io sono Sally, cioè Sylveon, cioè Mew Sylveon... -

- Sally! - ruggì il minccino dal microfono del ciondolo. - Le spiegazioni rimandiamole a dopo! -

Selene prese per mano la ragazza e, nonostante le proteste di quest'ultima, la trascinò fuori dal suo nascondiglio, correndo incontro a Masha che veniva nella loro direzione.

Agnes non capiva. Cosa stava succedendo? Perché c'era un pokémon gigantesco e una ragazza che combatteva vestita in quel modo assurdo? E perché tutti giacevano a terra, quasi fossero addormentati? Una serie di pensieri le vorticavano nella testa quando vide il pokémon volare ad alta velocità verso di loro. L'uccello lanciò le sue penne affilate in un gesto inaspettato.

- Attenta! - esclamò Sally parandosi davanti ad Agnes, non riuscendo ad evitare il colpo. Le piume d'acciaio le si conficcarono nella schiena e la ragazza cadde in ginocchio, sputando parecchio sangue.

Il corviknight si posò sul terreno e osservò la sua prossima vittima. Ad Agnes quasi sembrò che stesse pregustando il momento in cui l'avrebbe spazzata via insieme al resto della città con uno dei suoi colpi letali. Era terrorizzata. Percepì una stretta al cuore, una allo stomaco e una alla caviglia. Abbassò lo sguardo e vide la ragazza dai capelli rosa che le cingeva la gamba con la mano.

- Sca...ppa... - sussurrò flebilmente Mew Sylveon, arresa all'evidenza. Cosa aveva fatto? Si era sacrificata per una perfetta sconosciuta?

Ovviamente.

Selene non era tipa che avrebbe lasciato morire facilmente le persone. Pensò alla sua famiglia, a Mabel, a quell'assurda avventura in cui era capitata che stava per concludersi ancora prima di iniziare. Una lacrima le scese dall'occhio. Non voleva morire. Non voleva morire.

Agnes percepì tutta la disperazione, uguale alla sua. Vide il sangue fuoriuscire dalle ferite della ragazza e le salì un conato di vomito. Si girò e rigettò sul terreno, nauseata da quell'odore acre. Ma non era finita lì, avvertì un'energia strana e si voltò.

Il corviknight aveva aperto nuovamente il becco e si preparava a lanciare l'ultimo, letale colpo.

- Noooo!- gridò Agnes, coprendosi la testa con le mani. Un bagliore giallo invase l'area circostante e delle scariche elettriche si sprigionarono dal suo corpo. Passò del tempo, ma nulla era successo. C'era una quiete insolita e l'aria era frizzante. Agnes riaprì lentamente gli occhi e vide che il pokémon era mezzo stordito e riverso a terra. Masha arrivò in quel momento.

- Tu sei Jolteon! - annunciò alla ragazza, lanciandole il suo ciondolo. Lei afferrò l'oggetto e squadrò il minccino, che non perse altro tempo.

- Ascoltami, tu hai il potere di fermare quel corviknight! Tu sei la guerriera che porta i geni di Jolteon e che controlla l'elettricità! Quel pokémon è di tipo volante, questo vuol dire che è debole al tuo potere! Ora trasformati! -

Agnes non era tipa da tirarsi indietro e se aveva modo di poter salvare tutti, compreso Komor, lo avrebbe fatto senza se e senza ma.

Masha le diede le indicazioni e la ragazza appoggiò il ciondolo sulla voglia.

- Mew Jolteon, Metamorphosis! - gridò agguerrita, trasformandosi avvolta da un fascio di fulmini. Quando le scariche si dileguarono, la ragazza aveva un vestito giallo e corto, caratterizzato da un body dai lembi dal taglio frastagliato. I capelli avevano un taglio più gonfio e sembravano soggetti all'elettricità. Indossava degli stivaletti e dei guanti a mezze dita arancione chiaro. Al collo pendeva il ciondolo e dalla testa partivano due lunghe orecchie gialle.

Masha soccorse Sally riversa in un piccolo lago di sangue e insieme guardarono la ragazza all'opera.

Agnes era confusa ma allo stesso tempo si sentiva invasa da una forza nuova. Ora si spiegava quella strana visione di un Jolteon che le entrava nel corpo e l'udito fino che aveva sviluppato in quelle settimane. Il verso dell'uccello la fece rinsavire. Non perse tempo. Corse verso il pokémon che nel frattempo si stava rialzano e caricò di elettricità una gamba, per poi sferrargli un calcio poderoso. Con un grido la creatura incassò il colpo e le lanciò le sue piume, ma Agnes fu più veloce. Evitò ogni singolo attacco con rapidità e ne approfittò per scatenare un Fulmine sopra l'uccello, tramortendolo. Si preparò ad evocare il secondo fascio di lampi, ma questo la sorprese con una folata di vento che la fece sbalzare via. Rotolò per qualche metro a terra e non vide arrivare l'uccello che con rapidità la beccò in testa.

- Ugh! - fece la ragazza disorientata, mentre il sangue cominciava a colare sulla fronte. Il colpo le causò un forte mal di testa, ma non era quello il momento di cedere. Si rialzò barcollando e protese una mano al cielo. Ringraziò di aver studiato le mosse di tipo elettro nelle lezioni di anatomia pokémon e di conoscerne le dinamiche. Tutte le nozioni le inondavano il cervello come un fiume in piena.

Dei grossi nuvoloni si formarono sopra di loro, colmi di elettricità.

Il corviknight aprì il becco e si preparò a lanciare l'ennesimo Cannonflash. Ma prima che potesse rilasciare l'attacco, un Tuono piombò dalle nuvole evocate da Mew Jolteon, colpendolo in pieno. Quella ragazza sembrava avere un'ottima strategia per il combattimento e, soprattutto, sembrava nata per la lotta.

- Ecco, questa sì che è una guerriera! - commentò soddisfatto Masha. - Mew Jolteon, evoca la tua arma e distruggilo! -

A differenza di Sally, Agnes non si fece scrupoli. Non era il momento per farseli, quella creatura aveva già arrecato abbastanza danni. Sentì delle parole farsi largo nella sua mente, come se le avesse sempre sapute.

- Volt Spear. -

Nella sua mano apparve una lancia dai colori simili a quelli degli abiti della ragazza, le cui estremità presentavano due lame. Agnes alzò la lancia al cielo ed evocò una scarica di fulmini che si concentrò sulla punta della lama.-

- Ribbon... - disse per poi indirizzare l'arma contro il nemico in un fendente. - Gigavolt Havoc! -

In uno stridio assordante l'uccello esplose in un ammasso di piume, folgorato dall'attacco devastante dalla combattente Mew di tipo elettro. Quando la polvere causata dallo scoppio si disperse, un corviknight di dimensioni normali svolazzò via terrorizzato.

Per la prima volta in quel contesto, Agnes prese un'enorme boccata d'aria. Non riusciva a credere a quello che era stata capace di fare. Si guardò le mani, che rilasciavano ancora piccole scintille elettriche. Era sconvolta ma allo stesso tempo soddisfatta di essere riuscita a vincere. Se un attimo prima aveva avuto paura, appena aveva saputo di poter gestire la situazione quella paura era svanita. Agnes era una persona così.

Masha tirò fuori dalla borsa una piccola boccetta rosa e guardò le ferite di Sally. Erano profonde, ma non letali, la pozione sarebbe bastata. Spruzzò il liquido contenuto nella fiala sui tagli presenti sul suo corpo e come per magia essi ricominciarono a rimarginarsi. La ragazza riprese lentamente conoscenza. Quando riaprì gli occhi si ritrovò davanti Mew Jolteon e Masha che la guardavano con apprensione.

- Come al solito fai pena nel combattimento! - la rimproverò con sarcasmo il piccolo robot. - Mew Jolteon invece è stata fenomenale! -

Sally si sedette e si guardò il corpo, sorpresa di trovarlo intatto.

- Ehi ma... Non ero ferita? - chiese.

- Ho usato una pozione! - la informò Masha con un'aria soddisfatta sul muso. - È un prodotto ideato dal dipartimento scientifico, ma abbiamo pochi campioni e non curano le ferite più gravi perciò, vedi di prenderle di meno! Se non ci fosse stata Jolteon saresti bella che andata, comunque. -

- Effettivamente sei stata grande! - esclamò Sally sorridente, per poi porgere la mano alla neo compagna. - Puoi chiamarmi Sally. -

La ragazza le rivolse un mezzo sorriso e ricambiò la stretta di mano.

- Io sono Agnes, ma se ti va puoi anche chiamarmi Nessie. -

- Tornate nei vostri abiti civili, sto disattivando l'ipnosi. - disse Masha.

L'attenzione della ragazza dagli occhi viola però s'incupì e si rivolse al corpo disteso di Komor, che giaceva poco distante da loro.

 

 

La luce pomeridiana gli sembrò più intensa del normale. Aprì gli occhi a fatica, sbattendo più volte le palpebre. Mise a fuoco il cemento della gradinata della pista. Cos'era successo? Un attimo prima era caduto come un magikarp e un attimo dopo qualcosa, che gli era apparso come un grosso uccello nero, lo aveva colpito così forte da fargli perdere i sensi. Emise un rantolo, pensando che quella giornata non potesse andare peggio.
- Cos'è successo? - si chiese. - Perché c'era un uccello nero? -
- Quale uccello nero? - fece una voce a lui fin troppo nota.

Komor si voltò di scatto e identificò il volto di Agnes che lo guardava preoccupato. Insieme a lei c'era una ragazza dalla chioma rosa legata in una coda alta. Aveva la divisa del suo liceo. Lui si sentì avvampare e cominciò a farneticare, balbettando frasi sconnesse e senza senso.

- Io... Tu... Le scale e poi... Sono svenuto! -

Si rese conto del pasticcio che stava facendo quando vide il sopracciglio destro della bionda alzarsi manifestando un'espressione perplessa. Quell'essere così incapace nell'esprimersi correttamente, lui che era sempre critico e preciso, gli fece perdere la poca pazienza che aveva in corpo.

- Oh, insomma! - sbraitò rosso in viso, porgendo la rosa alla ragazza. O almeno, quello che ne rimaneva, ovvero solo il gambo. I petali erano sparsi sul terreno.

Komor sbiancò. La conclusione disastrosa di una giornata disastrosa. Abbassò lo sguardo, sconfitto nel profondo e non ebbe coraggio di proferir ulteriore parola.

Agnes però aveva capito, non era una stupida.

- Komor. - lo chiamò, con voce ferma e gentile. - C'è qualcosa che vuoi dirmi? -

Lui rialzò lo sguardo, incrociando quello di lei. La sicurezza che emanava gli infuse coraggio e deglutì.

- Agnes... Io... Cioè, tu... Vorresti uscire con me uno di questi giorni? Per un caffè, per esempio. Oh, se non bevi il caffè va benissimo anche un tè, o se non ti piace nemmeno il tè potremmo prenderci una fetta di torta, o se sei attenta alla linea va bene anche una passeggiata sul lago, insomma... -

Lei lo zittì con un dito sulla bocca. Komor sentì la testa girare vorticosamente per quel contatto fisico decisamente inaspettato. Il cuore gli batteva tanto forte da fargli male, sentiva il sangue bruciargli nelle vene e il respiro venirgli a mancare.

- Un caffè va bene. - rispose Agnes, con un sorriso pacato. Komor stava per svenire.

- Va bene giovedì? -

 

 

 

 

- Va bene. - disse Agnes, dopo aver ascoltato la spiegazione di Rowan, la stessa che avevano fatto a Sally qualche tempo prima. La ragazza dai capelli rosa strabuzzò gli occhi, incredula.

- “Va bene”?! - ripeté. - Come sarebbe a dire, “va bene”? Non hai nessuna contestazione? -

- No. - rispose la bionda impassibile. - Unima è sotto attacco e non posso tirarmi indietro. Inoltre sono una specie di “prescelta”, quindi è un onore per me servire questa causa. A me va bene. -

Rowan sembrò soddisfatto nell'udire quelle parole, ne fu la prova un impercettibile movimento dei muscoli facciali.

- Fantastico! - esclamò invece Noah, del tutto entusiasta della cosa. - Benvenuta nel team, Agnes! -

Sally era esterrefatta. Non solo quella ragazza aveva abbattuto il Gigamax più facilmente di quanto non avesse fatto lei, ma si era subito dimostrata predisposta al Progetto Mew senza battere ciglio. Provò un pizzico di gelosia. Sembrava decisamente più benvoluta di quanto non lo fosse lei.

Noah notò la sua espressione corrucciata e inclinò la testa da un lato, perplesso. Si chinò avvicinando il suo volto a quello della ragazza.

- Qualcosa non va, Sally? - le chiese sottovoce, come se fosse pronto ad accogliere un segreto. Lei si sentì a disagio per quella vicinanza eccessiva e si allontanò di qualche passo, imbarazzata.

- No, niente...! - esclamò fingendo un sorriso luminoso. - Tranquillo! -

- Bene, ora siete due su nove. - continuò il professor Rowan. - Continuate così e il vostro lavoro sarà più facile. Come avete notato avete delle debolezze e dei vantaggi, a livello di tipi. Tu, Sally, hai un potere che sconfigge facilmente il tipo buio, il tipo drago e il tipo lotta, mentre sei debole contro l'acciaio e il veleno. Agnes, il tipo elettro è super efficace contro il tipo acqua, volante ed è vulnerabile al tipo terra. Per questo Mew Sylveon ha potuto poco contro il corviknight, perché il tipo acciaio poteva contrastare i suoi poteri. Più sarete, più avrete possibilità di vincere contro i vostri nemici. -

Le ragazze ascoltarono attentamente la spiegazione del professore, cercando di memorizzare quanto più possibile gli schemi proiettati sui monitor del laboratorio. Sally apprese inoltre che il tipo drago non poteva nulla contro di lei. Questo la fece sentire meglio, facendole dimenticare per un istante il fiasco della giornata, durante la quale era stata malmenata a dovere. Per poco non ci aveva rimesso le penne.

- Bene, se non c'è altro, io me ne andrei. - esordì Agnes sfregandosi le mani e in procinto di girare i tacchi.

- È tutto, potete andare. - confermò Rowan.








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Pubblico davvero troppo velocemente, forse. Ma vabbè.
In questo capitolo abbiamo introdotto Mew Jolteon e inserito come personaggio già esistente Komor (anche se preferisco il nome inglese Cheren)! Per l'aspetto fisico tenete a mente quello di Bianco e Nero 2, personalmente lo reputo più carino e più maturo!
Ora veniamo ad Agnes, vi lascerò qualche informazione su di lei
Età: 18
Data di nascita: 4 Maggio (sì, il suo compleanno è stato tre giorni fa)
Segno zodiacale: Toro
Misure: 170 cm x 53 kg
Come al solito vi lascerò il concept qua sotto.
Un baciozz e alla prossima!

c h a


 

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Capitolo 4
*** Flash Fire ***


- Un'altra?! Come sarebbe a dire un'altra?! -

- Sì, sono diventate due. -

- Questa ci mancava! -

- E che problema c'è? Le massacreremo comunque! -

- Non usare questa terminologia, non mi piace! -

- Se uniscono le forze sarà più problematico. -

- Problematico, non impossibile. -

- Fate silenzio! Questo non cambia nulla, ne abbiamo già presa una, prenderemo anche le altre. -

Quella frase bastò per far calare il silenzio. I presenti non avevano più niente da dire. Poi una voce si fece largo timidamente.

- Quindi... Qual è la prossima mossa?-

- Wooper, intervieni tu. -

- Sì. - la voce dell'interpellata fremeva dall'eccitazione. -Gliela farò vedere io, a quelle. -

 

 

 

 

Il silenzio era infernale. Le due rivali si studiavano con attenzione, indecise su quando fare la prima mossa. Sally strinse l'elsa del fioretto e Agnes fece lo stesso con l'impugnatura della sua lancia. Poi un istante. Le due ragazze si lanciarono una contro l'altra e cominciò una sfida senza esclusione di colpi. Affondi, parate, calci e pugni. Si allontanarono con un balzo. Agnes si osservò la spalla, su cui era presente un'ammaccatura e un livido nero.

- Uno dei tuoi colpi è andato a segno, Sally. - disse con un mezzo sorriso. - Mal comune, mezzo gaudio. -

L'avversaria si pulì il sangue che usciva dal labbro tagliato. Sorrise con scherno, colpita nel profondo da quell'uscita sarcastica.

- Già, Nessie. -

Non si aspettò però la mossa successiva di Mew Jolteon. Questa, infatti, con un Doppioteam si parò alle spalle della ragazza dai capelli rosa per poi tirarle un colpo sulla nuca. Con un singulto Sally si lasciò cadere in avanti ma, invece di stramazzare al suolo, frenò la caduta con le mani e tirò un calcio alla mandibola della compagna. Le sue abilità di combattente stavano migliorando, se lo sentiva. Riusciva a prevedere con più facilità le mosse dell'avversaria e a contraccambiare con la stessa disinvoltura. L'aiuto di Beet non era più stato necessario. Per quanto non si fosse tolta lo sfizio di abbattere quell'orripilante androide costruito con l'intento di sopraffarla, preferiva combattere contro Agnes, un essere senziente e capace di pianificare una strategia.

Mew Jolteon infatti era abile nel pianificare attacchi imprevedibili, mettendo sempre a dura prova i riflessi della ragazza, complice anche la sua incredibile velocità.

Agnes dal canto suo provava un'insolita ebbrezza nella lotta, che andava addirittura superando quella che provava durante la corsa. Le piaceva sollecitare la propria fantasia con nuovi piani di attacco e forgiare il proprio fisico per scatti e manovre offensive. Inoltre aveva imparato ad usare quell'arma a lei altrimenti sconosciuta e aveva scoperto che le piaceva. Poi Sally non era una combattente così scarsa come spesso la apostrofava Masha. Era grintosa e non mollava mai. Anche quando era allo stremo delle forze, si rialzava in piedi intimandole di continuare. Agnes la redarguiva sul fatto che forse spingesse troppo oltre il suo fisico, ma Mew Sylveon sembrava non ascoltarla.

Le due scontrarono i pugni carichi della rispettiva energia e per la palestra sotterranea si sprigionò un boato di luce e fulmini, sbalzando le ragazze ai lati opposti.

Nessie provò a rialzarsi a fatica, provata dalla brutta botta presa, ma si ritrovò Sally sopra che le teneva puntata la lama del fioretto alla gola.

- Sei morta! - annunciò trionfante.

- Che razza di resistenza hai, tu? - scherzò la bionda arrendendosi. Mew Sylveon sorrise de-trasformandosi.

- Una migliore della tua. - aiutò la compagna a rialzarsi, sollevandola per un braccio. - Anche se la tua velocità è imbattibile. -

- Almeno quella. -

Le due ragazze si diressero verso lo spogliatoio provvisto di doccia per darsi una sciacquata dal sudore e dal sangue accumulati. Non c'era imbarazzo fra loro, visto che entrambe erano abituate a contesti simili, avendo frequentato delle palestre e ambienti agonistici.

Selene però si prese un momento per osservare il corpo nudo di Agnes, così differente dal suo: Sally infatti era armoniosa, snella ma con piccole curve pronunciate nei punti giusti.
Nessie, invece, giusto un paio di centimetri più alta di lei, presentava una corporatura androgina, tipica di chi praticava atletica leggera: aveva pochissimo seno e anche il sedere non era particolarmente pronunciato. Il suo era un fisico severo, quasi quanto la sua personalità stoica, portato per la lotta. La reputava bella nelle sue particolarità.

Il confronto che le venne maggiormente in mente fu quello con sua sorella Boo. Mabel era sì tonica, in quanto praticava arti marziali da quando era piccola, ma allo stesso tempo più morbida nelle linee poiché le piaceva mangiare tanto.

- C'è qualcosa nel mio seno che ti disturba? - le chiese Agnes inarcando un sopracciglio, notando lo sguardo azzurro della compagna puntato all'altezza del petto. Lei si riscosse e arrossì vistosamente.

-No, scusami!- balbettò. -Mi sono solo incantata...! -

E la doccia proseguì in silenzio. Agnes non era molto loquace, preferiva ascoltare piuttosto che parlare.

- Comunque mio fratello sta cominciando a farmi domande sul mio aspetto. - esordì la bionda, tutto d'un tratto. Quella dichiarazione lasciò la ragazza dai capelli rosa incerta. Agnes aveva un fratello? Da quando avevano cominciato a frequentarsi non l'aveva mai menzionato.

- Hai un fratello? -

- … Sì. Si chiama Volkner. -

- Ah, non lo sapevo. Cosa dicevi?-

- Dicevo che a furia di combattere contro i Gigamax, come stiamo facendo da un mese ormai, ci stiamo riempiendo di segni e lividi che lui non può ignorare. Ho dovuto dirgli di essermi iscritta a kick-boxe con una compagna di scuola. -

Effettivamente anche i suoi genitori le avevano spesso fatto notare quanto spesso tornasse a casa malconcia. Ogni volta che terminavano una missione aveva un livido, un taglio o un bernoccolo sparsi per il corpo. Mabel invece non aveva mai detto niente e la cosa le era sembrata strana per sua sorella, solitamente apprensiva nei suoi confronti.

- … Io ho detto di essere caduta dalle scale. - ammise infine Sally.

- … E quante volte hai usato questa scusa? -

- Praticamente sempre. -

Agnes si ammutolì, squadrando la sua compagna e pensando quanto fosse poco plausibile che i suoi genitori credessero ad un'idiozia del genere. A suo dire sarebbe andata bene una volta ma... sempre? Era seria?

-Dai retta a me. - le consigliò chiudendo il rubinetto dell'acqua. - Di' anche tu che ti sei iscritta ad un corso di arti marziali. -

 

 

 

Quella stessa notte Noah stava lavorando al computer quando sentì il campanello suonare. Concentrato com'era, il ragazzo sobbalzò nel sentire quel trillo improvviso. Per essere sicuro di non aver definitivamente confuso il giorno con la notte, guardò l'orologio del computer. Le tre e quaranta. Aggrottò le sopracciglia, sospettoso, e si alzò titubante dalla sedia, posizionandosi sulla pedana che lo avrebbe portato all'ingresso del locale. In mano stringeva una pistola, incerto su chi potesse celarsi all'uscio. Sentiva il cuore pompare a mille, mentre la tensione cresceva. Era insolito che qualcuno venisse a bussare a quell'ora e sapeva di essere l'unico fra i ricercatori a lavorare fino a notte fonda. Aprì la porta con cautela, per poi spalancare gli occhi.

- Tu...!-

 

 

 

 

Il vociare degli studenti era fitto. Si parlava di un gigantesco corviknight apparso dal nulla nella palestra e di come si fossero addormentati senza alcuna ragione. La cosa che li lasciava più basiti, però, era che al loro risveglio il pokémon fosse scomparso.

- Forse l'hanno sognato. -

- L'ha sognato mezza scuola? Ma stai impazzendo? -

- E comunque si stanno verificando strani fenomeni, ultimamente. -

- Non dirlo a me, mi addormento nelle situazioni più improbabili. -

- Pensa che una persona è finita all'ospedale perché si è addormentata mentre scendeva le scale! -

- Già, e ogni tanto quando ci svegliamo la città è mezza distrutta! -

Il chiacchiericcio s'interruppe quando i ragazzi videro passare Komor, il primo nella graduatoria scolastica, tenendosi per mano con Agnes, la stoica atleta imbattibile nella corsa. Nessuno avrebbe mai pensato ad un'accoppiata più strana eppure i due non ci facevano caso e continuavano a camminare ignorando ogni tipo di commento. O meglio, era Nessie che non si faceva problemi, mentre Komor sembrava piuttosto nervoso a ogni parola udita nei loro confronti.

- Non ci credo, il nerd sta con quella là...!-

- Chi l'avrebbe mai detto? -

- Mi stai dicendo che lei non è lesbica? -

- A quanto pare, io ero convinto del contrario!-

- Ehm... Ci guardano tutti... - fece Komor sottovoce, quasi mollando la presa della mano della compagna. Lei non si scompose minimamente e continuò a guardare dritto.

- E tu lasciali fare. - concluse, senza permettere al ragazzo di ribattere.

Agnes non aveva interesse in quel genere di speculazioni e non era una pettegola. Aveva sempre badato ai fatti suoi e siccome non poteva pretendere che gli altri facessero lo stesso, si limitava ad ignorarli.

Sally sbucò dalla sua classe con un sorriso entusiasta.

- Nessie! - chiamò la ragazza andandole incontro. La compagna le rivolse un mezzo sorriso e Komor la salutò con un timido gesto della mano.

Lui e Sally non si conoscevano bene, ma da quando la ragazza dai capelli rosa aveva cominciato a frequentare Agnes si erano visti più volte. E tutto sommato la trovava simpatica.

- Oggi pomeriggio hai da fare? - chiese Selene. - Ci prendiamo un caffè? -

Che era la frase in codice per chiederle se avesse voluto allenarsi. Quello che non si sarebbe aspettato però era che si sarebbe intromesso anche il compagno di classe dell'amica.

- Oh, mi piacerebbe tanto! - commentò con un sorrisetto, ignorando l'occhiata che si rivolsero le due ragazze.

Sally biascicò qualcosa, in cerca di una scusa plausibile, mentre Agnes fece una smorfia serena abbassando le spalle.

- Un caffè tutti e tre andrà benissimo, oggi. - concluse, cancellando quindi l'invito di Sally per sostituirlo ad una regolare uscita tra amici.

 

 

 

Un'esplosione si scatenò, invadendo lo spazio chiuso e contenendo ogni possibile danno. Il professor Rowan aveva guardato il tutto dai vetri antiproiettile che circondavano la sala, profondamente colpito. Quando l'aria tornò di una temperatura normale, entrò nella stanza, dove al centro era in piedi una figura di spalle.

Il professore applaudì.

- Complimenti, complimenti davvero. - disse. La persona si girò e sorrise.

- Grazie. -

- Tuttavia, - continuò Rowan. - Non puoi nasconderti per sempre, lo sai? Anzi, credo sia giunto il tuo momento. -

 

 

 

Komor era in anticipo, come al solito. Batteva un piede nervoso guardandosi in giro, sperando di scovare il prima possibile la figura delle due ragazze, specialmente quella di Agnes.

Erano passato un mese da quando avevano cominciato a uscire insieme e benché il loro rapporto si stesse lentamente consolidando in qualcosa di più profondo, lui non poteva fare a meno di essere nervoso ogni volta che si dovevano vedere.

Ai suoi occhi lei era perfetta, mentre lui un perfetto sfigato.

Ancora non riusciva a capacitarsi di come avesse accettato di uscire con lui. Era quasi un onore.

Avvertì qualcosa di strano. Prima un fruscio, poi un tonfo, come se qualcosa di enorme avesse fatto un passo nel parco. Un'ombra lo coprì del tutto. Deglutì a quella sensazione quasi familiare e si voltò. Davanti a lui un gigantesco venusaur lo guardava ringhiando. Il ragazzo sbiancò per poi cacciare un urlo e cominciare a correre.

Sto sognando, sto sognando, sto sognan...

Non fece in tempo a finire di formulare quel pensiero che cadde a terra addormentato. Mew Sylveon si lanciò contro la creatura sferrandole un calcio sul muso, destabilizzandolo.

- Nessie!- gridò appena poggiò piede a terra. - Usa Doppioteam e porta tutti lontano da qui! -

Mew Jolteon si caricò Komor sulle spalle e in un battito di ciglia si sdoppiò in tanti suoi cloni, che recuperarono le persone svenute nel parco per poi portarle lontano.

- Masha. - continuò Sally, pronta a fronteggiare il nemico. - Di che tipo è? -

- Erba/Veleno! - la informò deglutendo. - Fate attenzione, Sally, entrambi i vostri tipi possono far poco contro di lui! -

La ragazza non volle crederci. Di nuovo un nemico più forte di lei, un nemico contro il quale avrebbero dovuto farsi in quattro sia lei che Agnes per arrecargli una sorta di danno. L'unica magra consolazione era che erano in due.

Venne raggiunta in quel momento da Mew Jolteon alla quale si apprestò a dare le informazioni appena apprese.

- Capisco. - disse semplicemente lei, evocando la sua lancia. - Tanto vale iniziare. -

Con uno scatto velocissimo si fiondò sul pokémon per poi ferirgli una zampa. Agnes era sicura di aver colpito in profondità ma rimase scioccata nel constatare che la ferita era superficiale. Non si fece abbattere. Con una capriola evitò una frustata di una delle liane che spuntavano da sotto il fiore che copriva quasi interamente il corpo del venusaur.

Sally si lanciò sull'altro fianco della bestia e menò un fendente con il fioretto, lacerando un petalo. Non perse tempo e si apprestò a colpirlo nuovamente quando una liana la avvolse, stritolandola.

Agnes osservò la scena con un velo di sgomento impresso sul volto e scagliò la lancia sulla pianta, liberando l'amica. Il venusaur provò a prenderla di sorpresa con delle Foglielame, ma la ragazza con una serie di acrobazie le evitò quasi tutte, rimediando un taglio sulla coscia e uno sulla spalla. Ma erano roba di poco conto.

Sally impugnò saldamente il fioretto e corse a ferire l'altra zampa, notando anche lei quanto quella creatura avesse la pellaccia dura, poiché la sua lama faceva fatica ad entrare. Un moto di rabbia la prese e gli sfoderò un calcio.

- Potete colpirlo quanto volete, i vostri attacchi non faranno effetto! - rise una voce stridula proveniente da un albero. Le ragazze guardarono in quella direzione.

Appollaiata su un albero c'era una ragazzina sui quindici anni. Era minuta e aveva dei lunghi capelli celesti legati in una treccia. Gli occhi erano dei pozzi neri e al posto delle orecchie aveva delle protuberanze simili a piccole antenne viola. In alcuni punti la pelle sembrava più viscida ed era colorata di un azzurro chiaro, colore utilizzato anche per i suoi vestiti.

- E tu saresti? - fece Agnes sospettosa.

La sconosciuta balzò giù dal ramo. Puntò il dito contro Mew Jolteon con fare teatrale e sfoderò un sorriso beffardo. Il fiore del venusaur si mosse impercettibilmente e dal centro cominciarono a uscire delle spore.

- Sospettosi, eh? Io sono Wooper!- esclamò dandosi un piccolo pugno sul petto, fiera. - Anche io sono un ibrido umano-pokémon. -

Quella rivelazione le lasciò scioccate. Come potevano esistere altri umani il cui DNA era mischiato a quello dei pokémon che non facessero parte del progetto Mew? Inoltre quella strana ragazzina sembrava avere un atteggiamento ostile.

- Sei stata tu a trasformare questo pokémon in un Gigamax? - chiese Sally.

Wooper sorrise nuovamente.

- Mi pare ovvio. Ma non vi conviene distrarvi, sai? Anche se credo che Paralizzante abbia già fatto effetto. -

Con sgomento le due ragazze si resero conto di non potersi muovere. I muscoli non rispondevano più al cervello, il corpo non accennava un movimento. Sally si fece prendere dal panico e guardò la compagna sperando di trovare conforto, ma anche Agnes era visibilmente preoccupata.

Il fiore! realizzò la bionda sul momento, individuando l'origine degli attacchi.

-Masha! - lo chiamò disperata Mew Sylveon. - Usa qualche pozione, ti prego! -

Ma Masha era sparito. Non si trovava più sull'albero e chissà quando era andato via.

- Oh, stai cercando il minccino? - cinguettò Wooper inclinando la testa e rivolgendole uno sguardo di pietà. -È andato via da un po'. -

Selene si sentì demoralizzata, non avevano vie di fuga. Cosa sarebbe successo in quel momento?

Il venusaur fece partire delle liane che avvolsero le ragazze e le sollevarono da terra.

- Scusami, Sally. - fece Agnes all'improvviso, mentre una coltre di nuvole si addensava sopra di loro. - Questo ti farà un po' male. -

La ragazza intuì cosa aveva intenzione di fare e spalancò gli occhi.

- No! Ferm...!-

Un Tuono si sprigionò dal cielo colpendo in pieno il pokémon e, inevitabilmente, anche Selene. La ragazza urlò ferita dalla potente scossa elettrica che sentì come bruciarle la pelle.

Agnes si sentì in colpa, ma cosa poteva fare? Non c'erano altri modi per colpirlo, in quello stato. E l'incolumità di tutti era l'obbiettivo primario.

Venusaur mugolò sofferente, ma la sua pelle dura venne appena scalfita da quell'attacco, presentando solo qualche lieve bruciatura.

- È finita, guerriere Mew! - rise Wooper, eccitata. - Avete rotto le scatole abbastanza! Venusaur, usa Tossina!-

Il veleno si potrò dalle liane fino ai corpi delle ragazze, che cominciarono a sentirsi deboli e stanche. A Sally venne la nausea e vomitò, mentre la disperazione cresceva.

Pensò nuovamente ai suoi genitori, ai suoi amici, a Masha, ad Agnes che era lì con lei. Pensò a Mabel.

Mi dispiace, Boo.

Una voce familiare la riscosse.

- Fermati! -

Sally sgranò gli occhi. Non poteva crederci.

- No... -

 

 

Davanti a loro, ansimante per la lunga corsa, c'era Mabel. Lo sguardo solitamente dolce e ingenuo era sostituito da uno agguerrito, quasi furioso. Teneva i pugni stretti, con gli occhi inchiodati sul venusaur che reggeva le due ragazze e le intossicava sotto l'ordine di una ragazza dallo strano aspetto.

- Mabel!- urlò preoccupata Sally. - Cosa ci fai qui? Sei sotto antibiotici! Torna a casa, hai la febbre! -

- Sally. - rispose la ragazzina addolcendo l'espressione. - Credevi davvero che io non sapessi tutto? Che combatti? E che ti trasformi ogni volta? La mia non è febbre, Sally, è un fuoco che non riuscivo a controllare! -

Da dietro la lunga gonna della ragazza sbucò Masha, che rivolse uno sguardo sicuro alle due combattenti intrappolate, visibilmente confuse. Si girò poi verso Boo.

- Vai, Mabel!- esclamò, spiccando un balzo e allontanandosi di qualche metro. - Mostra loro cosa sai fare! -

Mabel aprì il pugno, rivelando un ciondolo ovale con un simbolo rosso simile ad una fiamma nel centro.

Wooper sgranò gli occhi.

- Venusaur, fermala! - ordinò al pokémon che le lanciò contro altre liane.

- Mew Flareon, Metamorphosis! -gridò Boo, e dal gioiello si sprigionò un'intensa fiammata che avvolse completamente il corpo della ragazza, bruciando come carta il tentativo di attacco nemico.

Mew Flareon si rivelò nel suo aspetto: indossava un top e una gonna corta voluminosa colorati di un intenso rosso vivo. Calzava dei guanti e degli stivali che le arrivavano fino al ginocchio. Aveva lunghe orecchie rosso-arancio e una coda di un folto pelo dorato. Sulla pancia era impresso lo stesso simbolo del ciondolo il quale pendeva al collo e rifletteva quei colori ardenti.

Un tipo fuoco. Wooper sapeva che avrebbe sconfitto facilmente il suo gigamax, ma non lei. La sua combinazione di tipi, acqua/terra, infatti, avrebbe potuto sopraffarla con facilità. Si lanciò dunque contro la nuova combattente e le tirò un pugno, che però venne facilmente bloccato.

- Co... - non fece in tempo a finire la frase che Mabel le piazzò un gancio sullo stomaco, facendola rotolare a terra sputando saliva. Che razza di forza aveva quella ragazzina? Dato il suo fisico lievemente sovrappeso non l'avrebbe mai detto.

Wooper si rialzò a fatica ed evocò un pugnale, dal quale scatenò della Fanghiglia volta a colpire la sua avversaria.

Mew Flareon sgranò gli occhi e corse dietro il venusaur, usandolo come scudo, approfittando della compatibilità di tipi che prevedeva l'erba resistente all'acqua e alla terra.

Calò il silenzio mentre il veleno si diffondeva nei corpi delle ragazze. Agnes assistette preoccupata alle condizioni di Mew Sylveon che andavano peggiorando più velocemente rispetto alle sue, vista la sua debolezza.

- Mew Flareon, sbrigati, ti prego!- cercò di gridare, ma la voce le uscì a stento. -Non ce la faremo per molto! -

Dopo pochi istanti due proiettili infuocati colpirono le liane, bruciandole e liberando le due guerriere.

-Dove sei?!- sbraitò Wooper guardandosi intorno. - Esci fuori! -

- Blazing Chains. -

Delle catene rosse sbucarono da dietro un cespuglio e strinsero in una morsa spinata l'esile corpo della ragazzina dai capelli azzurri. Lei sputò a terra, per poi emettere una sonora risata.

- Sei scema? - chiese sarcastica. - Il tuo tipo non può niente contro i miei!-

In quel momento però venne trascinata con uno scatto verso il cespuglio, dal quale spuntò Mabel che le piazzò un pugno in faccia. Il suo volto e i suoi modi di attaccare erano feroci. Quella non era la Boo che conosceva Sally. Quella era un'arma.

Wooper non fece in tempo a reagire che la rossa cominciò a girare su sé stessa, facendo roteare la catena, per poi lanciare la sua avversaria lontano.

Si voltò verso il venusaur, ancora sofferente per le bruciature e lo squadrò con astio.

- Ora tocca a te. - annunciò severa.

La bestia cominciò a lanciarle delle liane, con l'intento di avvolgerla in un disperato tentativo di attacco. La ragazza però evocò un'altra catena e con delle frustate infiammate contrastava quelle della creatura, muovendosi con abilità. Ma più liane bruciava, più ne venivano generate.

Agnes e Sally la osservavano con uno sguardo fra l'ammirato e lo sconvolto, specialmente Mew Sylveon, che non riconosceva in quella guerriera la sua dolce sorellina. Era indomabile, furiosa e precisa. Sembrava un vulcano in eruzione. Ma il pensiero che più sconvolse la ragazza dai capelli rosa era che la persona che più voleva proteggere si ritrovava coinvolta in quell'assurda guerra.

Agnes ad un certo punto notò che il fiore sul corpo del venusaur stava cominciando a muoversi e ne intuì le intenzioni. Sapeva che non poteva fare molto, la sua elettricità sarebbe servita a poco. Ma il fuoco poteva contrastare il pokémon.

- Mew Flareon! - esclamò, attirando la sua attenzione. - Distruggi il fiore! È da lì che provengono gli attacchi!-

Mabel non se lo fece ripetere due volte. Con un gesto brusco sollevò le catene, che cominciarono ad arroventarsi fino a prendere fuoco.

- Ribbon Inferno Overdrive!- gridò scagliando l'arma in un'ultima, potente doppia frustata contro il venusaur. Si generò un'intensa esplosione che bruciò la zona circostante. Mew Sylveon e Mew Jolteon contrastarono prontamente l'onda d'urto con i rispettivi attacchi, per evitare di restare coinvolte.

Sally guardò sua sorella ergersi fra la polvere, fiera e imperturbabile. Come faceva a saper combattere così? E quando aveva scoperto di avere quei poteri?

Mabel si girò e osservò le compagne. Il suo sguardo serio si tramutò in un istante e divenne gioviale e tenero come al solito. Corse verso la sorella maggiore a braccia spalancate.

- Sally! - gridò fra le lacrime abbracciandola forte. La stretta fu quasi letale per la guerriera ancora debole per via del veleno. - Sono così contenta che tu non sia morta! Ero così preoccupata! -

Agnes aggrottò le sopracciglia nel vederla comportarsi in quel modo, in perfetto contrasto con l'atteggiamento che aveva avuto fino a quel momento. Era davvero la stessa persona?

Sally si liberò a fatica dall'abbraccio letale della sorella.

- Boo ma quando... da quando hai capito di essere una Mew Mew? - le chiese boccheggiando.

- Le spiegazioni rimandiamole a quando saremo alla base! - intervenne Masha frapponendosi fra le ragazze. - Fra poco si sveglieranno tutti e di certo non la passerete liscia se vi beccano in un parco mezzo distrutto e con venusaur in libertà! -

Le combattenti si guardarono intorno. Effettivamente l'area circostante era bruciata e la bestia era spaurita e fiutava l'aria cercando di orientarsi. Come avrebbero potuto spiegarlo alle autorità?

Agnes improvvisamente sembrò ricordarsi di qualcosa.

- Komor! - esclamò. Sally la guardò sorniona.

- Com'è possibile che ogni volta che veniamo attaccate il tuo ragazzo le prenda? - la sbeffeggiò. Quella frase punse sul vivo Mew Jolteon, che arrossì velocemente.

- Non è il mio ragazzo. - precisò schiarendosi la voce. - Siamo solo amici. -

- Certo. - replicò la ragazza dai capelli rosa. - E io posso controllare l'acqua! -

 

 

 

 

Mentre Agnes era andata in abiti civili da Komor con l'intento di accertarsi delle sue condizioni, le due sorelle e Masha si erano diretti alla base sul Belvedere di Alisopoli. Mew Sylveon e Mew Flareon erano ancora trasformate, approfittando di quella forma per poter usufruire dei grandi salti che riuscivano a fare e raggiungere prima il laboratorio. L'ipnosi non era ancora stata disattivata e le due ragazze provarono una certa soggezione nel vedere le persone accasciate nei modi più più disparati. Più che addormentate, sembravano prive di vita.

Quando arrivarono alla caffetteria, vi trovarono una ragazza che parlava con Noah.

Era altissima, quanto il ragazzo, e aveva lunghi capelli mossi azzurri. Aveva un fisico singolare, abbastanza muscoloso, e gli occhi dal taglio felino erano tinti di viola.

La presenza delle due Mew Mew attirò l'attenzione dei due giovani che si voltarono verso di loro.

- Ragazze, abbiamo trovato il quarto membro! - annunciò trionfante l'assistente del professor Rowan.
























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Eccoci con il quarto capitolo, in cui abbiamo introdotto il terzo membro: Mew Flareon, ovvero Mabel, la sorellina di Sally!
Ho lasciato parecchie cose "in sospeso" ma tranquilli, come al solito spiegherò tutto strada facendo.
Vi lascio qualche nozione su Boo (insieme al suo concept) in modo da farvi avere il tutto più chiaro!
Età: 16
Data di nascita: 26 Luglio
Segno Zodiacale: Leone
Misure: 166 cm x 63 kg

c h a

PS: 
Il fratello di Agnes, Volkner, non è altri che Corrado, il Capopalestra di Arenipoli. L'ho semplicemente riportato con il suo nome inglese perché mi piaceva di più, lol 

 

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Capitolo 5
*** Danger! The school is a jungle ***


- Mi chiamo Frances, vengo da Grecalopoli. - disse la sconosciuta. Tutti e cinque erano scesi nel laboratorio e Noah aveva portato loro del caffè. - Sono qui per una gara di tuffi acrobatici, sport che pratico da sempre, e sono arrivata ieri pomeriggio. Sono successe un paio di cose strane nelle ultime settimane, tipo il terremoto, una percezione maggiore dei suoni e poi... questo. -

Arrossendo vistosamente la ragazza allargò le lunghe gambe, mostrando l'interno coscia su cui era raffigurata una voglia blu a forma di goccia.

Sally e Boo si guardarono all'unisono, capendo all'istante.

- Oggi, mentre mi dirigevo agli allenamenti ho visto che tutti sono come svenuti e ho cominciato a sentire dei rumori orribili dal parco. Così sono scappata più lontano che potevo e mi sono ritrovata qui sul Belvedere di Alisopoli, dove ho trovato lui. -

Indicò Noah che, sentendosi chiamato in causa, si grattò la guancia nervosamente. Frances rivolse nuovamente la sua attenzione alle ragazze che la guardavano sempre più incuriosite.

- Mi ha spiegato tutto. L'unica cosa che non ho capito è chi gli ha dato l'autorizzazione di fare esperimenti sugli esseri umani. -

Sally batté le mani sulle cosce, mostrando una certa soddisfazione.

- Finalmente! - esclamò alzandosi in piedi di scatto. - Qualcuno che la pensa come me! -

- Tuttavia, - continuo Frances. - Non posso più tirarmi indietro, giusto? -

L'entusiasmo della ragazza dai capelli rosa venne a mancare e si lasciò ricadere sulla sedia, ricevendo una pacca consolatrice da parte di Mabel, che prese la parola.

- Dalla voglia a forma di goccia posso immaginare tu abbia il potere dell'acqua e che quindi tu sia Mew Vaporeon, giusto? - chiese, attirando l'attenzione di Frances, il cui sguardo cadde inevitabilmente sulla profonda scollatura che conteneva il décolleté prosperoso della ragazza. Rimase imbambolata per una buona manciata di secondi, ma quando si sentì avvampare riprese coscienza della situazione. Mabel, ingenua come al solito, non aveva notato niente.

- Esatto, Boo. - rispose Noah per la ragazza dai capelli blu, rivolgendosi poi a Masha. - Dalle il dispositivo. -

Il minccino meccanico aprì la sua inseparabile borsetta a tracolla e vi rovistò dentro, per poi tirare fuori il ciondolo e porgerlo alla ragazza.

- ...Bello! - esclamò Frances dopo averlo squadrato. Il sopracciglio destro si incrinò. - Che cos'è? -

Masha grugnì, ma Noah prese la parola prima che il robot potesse rispondere male.

- Con quello potrai trasformarti come loro e acquisire i poteri di cui ti parlavo prima. - spiegò con un sorriso. - Vuoi provare? -

I ragazzi si diressero verso la palestra quando l'assistente del professor Rowan prese in disparte Sally, trattenendola per un braccio.

- Sally, tutto bene? - le chiese, apprensivo. - Il veleno deve averti indebolita molto, ma l'antidoto sembra funzionare. -

Lei gli sorrise di rimando.

- Sì, tutto bene. - affermò con gratitudine. - Ma Agnes? Lei come farà? -

- Andrà Masha a portarle la pozione, starà bene. -

 

 

 

- C'è qualcosa che non va ultimamente. - disse Komor accasciandosi sulla sedia del bar dove lo aveva portato Agnes per riprendersi da quanto era appena accaduto. La ragazza finse una certa noncuranza per la cosa.

- Vedo dei pokémon giganti e vengo anche attaccato da loro! - continuò il ragazzo dai capelli neri, cercando una qualche reazione negli occhi della sua interlocutrice, incontrando solo perplessità.

Agnes cercò di essere quanto più disinvolta possibile. Affondò il cucchiaino nel sorbetto al limone.

- Ah, sì? - fece, non sapendo cos'altro dire. Quella risposta non piacque però a Komor, che di certo non si aspettava quell'indifferenza ad una rivelazione che prevedeva tutt'altro tipo di reazione.

-Come sarebbe a dire “ah, sì”? Ti sto dicendo che circolano pokémon pericolosi! Anche a scuola ne parlano...! Cosa succederebbe se ti attaccassero da un giorno all'altro? Io... Io non potrei neanche proteggerti! -

Era diventato tutto rosso e quasi ansimava per l'agitazione. Le aveva fatto una mezza dichiarazione e non ebbe più il coraggio di guardarla in faccia. Poi la curiosità prevalse e le rivolse un'occhiata. Lei si era lasciata cadere il cucchiaio sul tavolino e lo osservava a occhi sgranati. La luce di quel pomeriggio si rifletteva nelle iridi che brillavano di mille colori diversi.

Poi la ragazza si alzò, lentamente, e si protese verso il compagno di classe. Quello che successe dopo per Komor fu come un sogno. Agnes gli aveva depositato un bacio sulla guancia, morbido e caldo come mai si sarebbe immaginato. Durò l'istante più lungo della sua vita e sperò che quel momento non finisse mai.

Agnes però si staccò da lui e nel suo sguardo c'era una traccia di sicurezza e di dolcezza insieme.

- Non ti preoccupare per me. - gli disse. - Non mi accadrà niente. -

 

 

 

- Mabel! Sei tornata! -

Una ragazza bassina dai capelli color sabbia arrotolati in morbidi boccoli le andò incontro. Era radiosa e i suoi grandi occhi castani brillavano di gioia. La sua voce però, in contrasto con la sua felicità, era lieve e timida.

Mabel sorrise entusiasta e l'abbracciò forte.

- Bibi! Grazie per avermi chiamata in queste settimane, sei stata veramente carina! -

Boo era finalmente tornata a scuola dopo parecchie settimane di assenza. Dopo che aveva imparato a controllare il suo calore corporeo non c'era stato più bisogno di tenerla in casa con la scusante della febbre e i suoi, con sua grande gioia, le avevano permesso di ritornare nell'istituto superiore che frequentava.

La sua migliore amica, Bridget, l'aveva telefonata regolarmente per accertarsi delle sue condizioni e soprattutto perché senza di lei si era sentita sola. Non era una persona particolarmente espansiva e l'unica con cui era riuscita a stringere un vero legame era stata proprio Mabel.

Anche i compagni di classe l'avevano accerchiata per darle il bentornato, la rossa riusciva a farsi volere bene da tutti e non c'era persona nell'aula che la detestasse. Le chiesero della sua salute, di come avesse intenzione di recuperare le lezioni perse e fra chi la trovava più carina del solito e chi più sciupata, ci tennero a mostrarle in ogni caso la loro benevolenza.

Boo venne travolta da tutto quell'affetto e la cosa non fece che renderla più felice del solito.

 

 

 

 

In un angolino, in disparte, Bridget se ne stava seduta a leggere quello che apparentemente era un libro di letteratura. La sua concentrazione era tale che non si accorse della presenza di Mabel che, tirando fuori il suo pranzo dallo zaino, le era arrivata alle spalle.

- Una delle tue riviste? - le chiese, facendola sobbalzare e lasciando scivolare il giornaletto erotico nascosto nel volume scolastico. Bridget diventò tutta rossa e si preoccupò di nascondere il suo tesoro nella borsa, con una rapidità inaudita. Solo Boo era a conoscenza di questa sua piccola passione e di certo non voleva che che la piccola e timida Bridget fosse presa per una pervertita all'interno della scuola. Sarebbe stata la fine.

- Mabel! - balbettò cercando di scacciare il rossore dalle guance. - Cosa ci fai qui? -

- Pensavo di pranzare. - rispose la rossa candidamente, ingoiando un boccone di riso saltato. - Tu non mangi? -

- Non ho molta fame. - si giustificò la bionda, sfoderando un sorrisetto imbarazzato. - Ma ti faccio compagnia, se vuoi. -

- Oh, certo, mi farebbe molto piacere! - esclamò Boo, entusiasta come al solito. Si gettò nuovamente sull'abbondante pranzo che le aveva preparato sua madre, ignorando involontariamente lo sguardo preoccupato di Bibi. La ragazzina, infatti, aveva una serie di pensieri che l'affliggevano da qualche tempo. Ma il suo era un segreto che sapeva non poteva rivelare ad anima viva, nemmeno alla sua più cara amica. Come avrebbe potuto capire?

Rimase assorta nelle sue preoccupazioni, mangiandosi le unghie con un certo nervosismo. Lo faceva solo quando era estremamente agitata e ciò accadeva di rado, data l'indole paziente di cui poteva vantare.

- Ho anche della cheesecake. - esordì Boo ad un certo punto, estraendo una vaschetta contenente il suo dolce preferito. - Sei sicura di non volerne un po'? -

Bridget sembrò risvegliarsi. Parò le mani avanti e scosse la testa.

- No, no, tranquilla! Non ho davvero fame. -

Mabel non capiva. Lei che era una buona forchetta non avrebbe mai saltato un pasto, mentre la sua amica non sembrava farsi problemi al riguardo.

- Da dove le prendi le energie allora? Non hai gli allenamenti di ginnastica artistica più tardi? - chiese con un velo di preoccupazione. Bridget abbassò lo sguardo.

- Oggi non vado... Non mi sento molto bene. - mentì, mentre cercava di sfuggire allo sguardo di Mabel. A Boo potevi dire qualsiasi cosa e ci avrebbe creduto, quindi si dimostrò ancora più apprensiva.

- Oh, cosa ti senti? Vuoi che ti accompagni a casa? -

- Ma no, Boo, non ti preoccupare! - disse la bionda, allontanandosi di qualche centimetro. Era in palese agitazione ma la compagna di classe sembrò non accorgersene. - Mi sento solo un po' stanca, nulla di che. -

Finito il pranzo, Boo si congedò dicendo di dover andare agli allenamenti di kung fu, ma in realtà era diretta alla palestra del laboratorio. Bridget, rimasta sola con sé stessa, pensò di tornare a casa. Non aveva minimamente voglia di allenarsi in quei giorni, il peso dei suoi pensieri la schiacciava come un masso.

Mogia, stava attraversando il corridoio quando all'improvviso due ragazzi le si pararono davanti. Erano Trace e Barry, due suoi compagni di classe che avevano la brutta abitudine di stuzzicarla ogni volta che ne avevano l'occasione. E quella volta non ci furono eccezioni.

- Bridget, che ci fai sola soletta nei corridoi a quest'ora? Non hai un club extra-scolastico a cui andare? - la canzonò Trace avvicinandosi con aria sorniona.

Istintivamente la ragazza strinse la borsa a sé. Diventò rossa e cominciò a balbettare frasi sconnesse a bassa voce, suscitando l'ilarità dei due ragazzi.

- Non borbottare, non si capisce niente quando borbotti! - sbuffò Barry alterandosi.

- Dov'è la tua guardia del corpo? Oggi non c'è? - continuò Trace.

- Forse si sarà stancata di starti appresso! - insistette il biondo con un sorriso sghembo.

- No... Non è così... - balbettò confusa Bridget, mentre le lacrime le salivano agli occhi. Il dubbio però le si insinuò. Mabel era sparita per settimane, non l'aveva mai chiamata e si era dileguata rapidamente con una scusa che a lei era sembrata approssimativa. Stritolò la borsa fra le braccia e si morse il labbro.

- Oh, piangi? - fece il ragazzetto dai capelli castani. Nonostante fossero alti pressapoco uguali (e quindi decisamente bassi), Bridget era così indifesa che riusciva a farsi sovrastare facilmente. - Allora è vero che ti ha bidonata! -

- Non è vero! - gridò Bibi, per poi farsi largo a spintoni fra i due per poter scappare via. Barry però la trattenne per la tracolla della borsa, con il risultato che la sacca si aprì rivelandone il contenuto per terra. Le riviste erotiche saltarono subito agli occhi dei due giovani, che si ritrovarono ad arrossire. La ragazzina invece sbiancò, pietrificata. Lo sguardo degli altri studenti si focalizzò su di lei e le prime risatine cominciarono a riecheggiare per il corridoio.

- Bridget, che razza di pervertita...! - sorrise Barry, incredulo. - Chi l'avrebbe mai detto? -

La bionda si sentì mancare. Uno dei segreti più intimi era appena stato reso pubblico di fronte all'intera scuola. La ragazza si curò di raccogliere il tutto affannosamente, ricacciarlo nella borsa e fuggire via per poi chiudersi nel bagno.

Si sedette sul gabinetto e cominciò a piangere.

 

 

 

 

- Touch! -

L'arbitro assegnò il punto e decretò il termine della partita. Sally si rimosse il casco lasciando scivolare i lunghi capelli rosa lungo la schiena.

- Sei migliorata davvero tanto, Selene. - le disse l'istruttore andandole incontro. -I tuoi riflessi sono sorprendenti, di questo passo vincerai senza problemi il campionato regionale. -

La ragazza sorrise, felice di sentire quelle parole. L'ultima volta che aveva partecipato ai campionati regionali si era qualificata come quarta, non arrivando nemmeno sul podio, ma sapeva che quella volta sarebbe stato diverso. Con i combattimenti agiva consapevole che se non avesse vinto sarebbe morta, quindi la sua prontezza di riflessi e i suoi scatti erano incrementati considerevolmente.

Due figure conosciute attirarono la sua attenzione.

Agnes e Noah la richiamarono dagli spalti e le indicarono l'uscita.

- Nessie mi ha detto che c'è qualcosa di cui volete parlarci. - esordì il ragazzo una volta che si furono seduti al chioschetto parcheggiato lì vicino. - Il professore è dovuto tornare a Sinnoh, quindi potete chiedere a me. -

Le ragazze si guardarono, indecise su chi avesse dovuto prendere la parola per prima. Poi Sally si decise a parlare.

- L'altra volta... Quando Mabel si è rivelata come Mew Flareon, siamo state attaccate da una... persona. -

Noah sembrò incuriosito.

- Una persona? -

La ragazza dai capelli rosa annuì.

- Sì... Cioè credo fosse una persona, perché per certi versi non lo era, ma lo era!, insomma... - sembrò inciampare nelle sue stesse frasi. Tipico di Selene.

- Era un ibrido come noi, Noah. - la interruppe Nessie, seria in volto.

L'assistente del professore spalancò gli occhi e gli andò di traverso il caffè. Cominciò a tossire copiosamente, sembrava stesse per sputare i polmoni. Quando si riprese era livido.

- Cosa hai detto? -

- Hai sentito bene, mi pare. - incalzò la bionda, sempre più scura in volto. - Cosa c'è sotto? -

Noah si guardò intorno spaesato.

- Io... - deglutì. - … non lo so. -

Quella risposta non piacque ad Agnes, che sembrò innervosirsi. Assottigliò gli occhi e squadrò il ragazzo.

- Sei sicuro? - insistette, poco convinta dalla reazione del ragazzo.

- Sicurissimo. Lo riferirò al professore quando tornerà, lui forse sa qualcosa. - ribatté lui, sviando lo sguardo. - Un altro caffè! -

- Accidenti, Noah, ma quanti caffè bevi? - chiese Sally, distraendosi dal tema principale della conversazione. Lui si grattò la guancia con una risatina.

- Questo è il quinto. - ammise spensierato, come se fosse una cosa normale.

Agnes rimase in disparte, ancora sospettosa per la poca chiarezza del ragazzo. Qualcosa non andava, se lo sentiva.

 

 

- Oh, sei qui anche tu? - chiese Mabel vedendo Frances davanti al caffè, in procinto di suonare il campanello. La ragazza si voltò e le sorrise, trasudando sicurezza e fierezza dalla sua postura perfettamente dritta.

- Sì, sono venuta ad allenarmi. - rispose gonfiando il petto. - Tu invece? Come mai sei venuta? -

- Per il tuo stesso motivo. - disse Mabel affiancandola. - Sono uscita ora da scuola, oggi abbiamo studiato l'anatomia delle evoluzioni di eevee, pensa un po'! E ho scoperto una cosa interessante su vaporeon, aspetta che ti faccio vedere! -

Aprì il borsone alla ricerca di un libro, che però sembrò non trovare. Rovistò a fondo in tutte le tasche senza successo. Un lampo di genio le balenò in mente.

- Oh, l'ho lasciato in classe! - esclamò con una smorfia di stupore in viso. Si voltò verso la ragazza dai capelli azzurri. - Mi accompagneresti a scuola? -

Frances accettò con un cenno della testa.

 

 

 

Quando arrivarono all'istituto che frequentava Mabel, trovarono uno spettacolo agghiacciante. L'intero edificio era avvolto da rampicanti e spesse radici che avevano distrutto in gran parte le mura e il cemento del cortile. C'era un gran via vai di studenti che fuggivano terrorizzati dalla struttura e Mabel vi riconobbe parecchi compagni di classe.

- In nome di Arceus, che cosa sta succedendo qui? - chiese in un filo di voce Frances, attonita da quella visione quasi grottesca.

Boo seguiva con lo sguardo nel marasma di gente che si spintonava in cerca di riparo, non trovandovi però il volto che cercava. Bridget non si faceva vedere.

Presa dal panico, la rossa tirò fuori il cellulare e compose febbricitante il numero dell'amica. Il telefono squillava, ma nessuno rispondeva. Per Mabel fu abbastanza.

Scattò verso la scuola ma venne trattenuta per un braccio da Frances.

- Ehi, tu, cos'hai intenzione di fare? - chiese la ragazza sbigottita. - Non sappiamo cosa c'è là dentro! -

- La mia amica è sicuramente in pericolo! - esclamò Boo liberandosi dalla presa. - E anche ci fosse un Gigamax, è nostro compito fermarlo! -

A quel punto la ragazza dai capelli blu non ebbe più obiezioni. Seguì quindi la neo compagna dentro le mura dell'edificio, con lo scopo di farle da spalla.

Le due ragazze si ritrovarono in una giungla di rampicanti, liane e fiori sparsi che coprivano interamente le pareti delle aule. Facendo attenzione a non inciampare nel pavimento di erba e radici, si muovevano caute all'interno della scuola, cercando di captare suoni particolari che potessero ricondurle all'origine di quel fenomeno.

Il silenzio regnava sovrano, interrotto solo dal suono del vento che penetrava dalle finestre rotte e che faceva sbattere le foglie fra di loro. Poi all'improvviso lo udirono.

Era lontano e incerto ma pian piano che avanzavano si faceva sempre più nitido come suono. Un pianto, che proveniva dai bagni.

- Bridget! - esclamò Mabel e corse verso la toilette della scuola, sfondandone la porta con un calcio.

Quello che vide la fece restare a bocca aperta.











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Hola!
Ancora non ho voluto presentare a pieno aspetto e poteri di Mew Vaporeon in modo da far prendere una "boccata d'aria" fra un capitolo e un altro, mentre voglio piano piano approfondire i personaggi e i rapporti fra gli stessi.
Ragion per cui ancora non lascerò i dati di Frances né la sua concept, quindi anche per quello bisognerà aspettare un po' eheh ma chi ti fila
Spero continuerete a seguirmi come state già facendo (wow, siete tantissimi! Vi amo) e vi ringrazio tanto se siete arrivati fino a qui

U c h a 
 

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Capitolo 6
*** Darkness approaches ***


Accovacciata al centro del bagno c'era Bridget. Ma non era la Bridget che conosceva lei. Indossava un tubino verde scuro e aveva dei nastri che le avvolgevano le braccia e le gambe e in più calzava degli stivaletti del medesimo colore del vestito. Ma la cosa più incredibile era che aveva un paio di orecchie e una coda simile a delle foglie.

La ragazzina piangeva disperata e sembrava non volerle guardare in faccia. Poi l'orecchio sinistro si mosse e riconobbe i passi. Alzò lo sguardo umido e osservò sconvolta Mabel che sembrava allibita quanto lei.

- Bibi, tu... - provò a dire Mabel, non facendo in tempo a finire di parlare che l'amica con un urlo le scagliò addosso delle Foglielama. La ragazza, presa alla sprovvista, provò a evitare l'attacco, ma solo grazie all'intervento tempestivo di Frances che la tirò per un braccio ne uscì incolume.

La ragazza dai capelli blu squadrò la figura terrorizzata che le aveva appena attaccate.

- Quel vestito... - pronunciò pensierosa, per poi alzare la voce. - Ehi, tu! Cosa stai facendo? -

Il suo tono aggressivo scombussolò ulteriormente Bridget che non si curò di rispondere e le lanciò ancora una volta delle foglie affilate come rasoi, creati dal nulla.

Frances si abbassò di scatto, permettendo alle foglie di incastrarsi nel muro del bagno. Il suo volto era serio e cominciava a spazientirsi. Non era una persona comprensiva.

- Ripeto, cosa stai facendo? - quasi ringhiò nel pronunciare quella frase, ma Bridget era sorda alle sue domande. Evocò delle liane e le lanciò contro la ragazza. Mabel si parò davanti a Frances, venendo colpita al suo posto. Ma non subì alcun danno perché si trasformò e il calore del suo corpo la protesse contro l'erba.

- Boo... - mormorò Bridget, indietreggiando di qualche passo. Solo allora Mabel si accorse che al suo collo non pendeva il ciondolo che le avrebbe permesso di trasformarsi. Ma allora come aveva fatto?

- Bibi, sei stata tu a fare questo? - chiese dispiaciuta, alludendo alla giungla. L'interpellata fece una smorfia dettata dal senso di colpa e cominciò ad ansimare.

- Io... - provò a dire ma un vortice d'acqua apparve alle spalle di Boo e da esso ne uscì Frances. Anche lei indossava la sua divisa, un body blu che terminava in due estensioni di tessuto che ricordavano delle pinne, pinne che aveva anche al posto delle orecchie e in testa. Mew Vaporeon si mostrava per la prima volta e non era minimamente contenta.

- Tu sei una di noi, vero? - le chiese. - Perché ti comporti così, allora? -

Bridget accusava ogni frase che le veniva rivolta come un attacco personale, agitandosi sempre di più.

Era confusa, spaventata e vedere le due ragazze trasformate la gettavano sempre più nel panico anziché rincuorarla. Non sapeva cosa pensare. Cosa stava succedendo?

- Bridget... - esordì Mabel, chiamandola col suo nome intero, come faceva di rado. - Hai paura, vero? -

- Smettila! - balbettò la ragazzina sferrandole l'ennesimo attacco di liane. Mew Flareon si preparò a bruciarle col suo potere, ma le liane virarono in direzione di Vaporeon, che venne ferita al braccio nel tentativo di schivarle.

La ragazza si toccò il taglio e brontolò la sua disapprovazione. Ma non era un brontolio fine a sé stesso e si lanciò a sua volta all'attacco. Evocò un getto d'acqua per contrastare le foglie che l'avversaria le aveva nuovamente scagliato contro, ma queste assorbirono l'offesa del tutto, non lasciando nemmeno una goccia in giro. Frances venne colpita in pieno stomaco, venendo sbalzata all'indietro.

- Mew Vaporeon! - esclamò preoccupata Boo, profondamente sorpresa dell'atteggiamento della sua migliore amica. - Tutto bene? -

La ragazza dai capelli azzurri sputò del sangue ma non sembrava demordere. Il tipo erba aveva un'efficacia maggiore sul tipo acqua e quell'attacco le aveva fatto davvero male. Ma se c'era una cosa che i geni di vaporeon potevano vantare, quella era la resistenza. Frances si rialzò ghignando e tenendo lo sguardo indurito contro la piccola Bridget, che dal canto suo era davvero terrorizzata. Prima di aspettarsi un ennesimo scontrò usò nuovamente Foglielame, che però vennero bruciate dal Turbofuoco di una desolata Mabel.

- Bibi, smettila! - la implorò. - Non voglio farti male, ti distruggerei con le fiamme! -

Bridget riprese a piangere e Fran approfittò di quell'attimo di distrazione per utilizzare la mossa Scudo Acido e aumentare ulteriormente la propria difesa. Si sentiva d'acciaio e seppure l'erba fosse comunque il suo punto debole, avrebbe resistito maggiormente all'offesa.

- Ocean's Trident. -

Evocò la sua arma, un tridente, e si lanciò contro alla ragazza, menando un colpo dall'alto.

- No, Frances! - gridò Mabel preoccupata.

- Se i miei attacchi d'acqua le fanno poco, allora andrò di attacchi fisici! - ribatté Mew Vaporeon, poco propensa alla diplomazia.

Bridget venne presa alla sprovvista ma reagì quasi prontamente.

- Nature's Madness! -balbettò e nella sua mano apparve un cerchio circondato da lame e spuntoni aguzzi, col quale parò la manovra di Frances.

- Sei resistente anche tu, eh? - la canzonò quest'ultima. Quella frase fece scaturire la rabbia in Bridget. Non voleva più che gli altri si facessero gioco di lei.

- Non prendermi in giro! - gridò con la sua vocina, liberandosi del tridente di Frances e preparandosi a colpirla con le lame della sua Nature's Madness. Ma prima che potesse minimamente scalfirla, l'arma della ragazzina venne bloccata dalle catene di Mew Flareon.

- Adesso basta. -

 

 

 

 

 

Le due sfidanti rivolsero uno sguardo stupito a Mabel, che aveva assunto un tono serio e duro. Nessuna delle due, a prescindere dal livello di conoscenza, aveva ancora visto la ragazza abbandonare la sua classica dolcezza e solarità per indossare la veste di guerriera.

Con uno scatto del braccio la ragazzina tirò a sé la catena, strappando così di mano l'arma alla migliore amica.

- Bridget, cosa succede? - le chiese. - Perché hai fatto tutto questo? Sai che con me puoi parlare, io sono come te. -

- Io... - Bridget deglutì lanciando uno sguardo a Frances. - Non so cosa mi sia successo. Io volevo solo essere lasciata in pace, e poi sono cominciate ad accadere cose strane e mi sono ritrovata con questi strani poteri... Non so che fare Mabel, aiuto! -

- Bibi, va tutto bene... - lo sguardo di Mabel si addolcì. - Per fortuna non abbiamo ferite gravi e nessuno a scuola si è fatto del male, quindi... -

- Non va affatto bene, invece! - la interruppe Frances. - Essere spaventati non è un motivo per fare del male agli altri. Anche quando ti sei resa conto di non essere sola hai continuato ad attaccarci. Non vedi che anche noi ci trasformiamo? Cosa ti ha fatto pensare di essere tanto diversa? -

Bridget abbassò lo sguardo, mortificata. Non si sentiva più le gambe e le braccia, non aveva la forza per attaccare. Quindi lasciò che quelle parole fluissero dentro di lei, come il rimprovero che meritava di ricevere.

- Io... - provò a dire ma venne interrotta dallo schiaffo che la ragazza dai capelli azzurri le rifilò senza troppe pretese. Mabel e Bibi rimasero di sasso mentre quest'ultima si posava una mano sulla guancia arrossata. Non reagì, consapevole dei propri errori.

- Questo è per i colpi di prima. - sentenziò Frances impassibile. Poi le mollò un altro rumoroso ceffone, sull'altra guancia. - E questo è per non aver creduto in lei. È la tua migliore amica, giusto? -

Bridget guardò Boo e le lacrime cominciarono a scivolarle lungo il volto, copiose e roventi. Mew Flareon si sciolse definitivamente e corse ad abbracciarla.

Era così calda e morbida, lei, che Bibi si sentì immediatamente rincuorata. Era come abbracciare un morbido marshmallow zuccheroso. Le due ragazze si tennero strette per un po', sotto lo sguardo intenerito di Frances che si lasciò andare definitivamente alla tenerezza di quella visione.

Anche lei aveva abbracciato così, una volta. Ma era stato tanto tempo fa.

Un pensiero cupo s'impossessò di lei e il suo volto si fece scuro, mentre la sua mente veniva divorata dai ricordi.

Miwa.

Quel nome le rimbombava nella testa fino a farle male. Era così immersa nei meandri oscuri della sua mente che non si accorse in un primo momento della mano piccola e delicata di Bridget che si posava sul suo braccio, sopra la ferita.

Questa si illuminò lievemente e quando si ritirò, la pelle presentava solo una lieve cicatrice. Poi la ragazza le appoggiò entrambe le mani sullo stomaco e la scena si ripeté. Frances e Mabel erano sbalordite. Quale sorta di potere curativo aveva quella ragazza?

- Sintesi. - disse Bridget, indovinando i loro pensieri. - Mi permette di curare ogni tipo di ferita se riesco a entrare in contatto con la luce del sole. Volevo scusarmi per il male che ti ho fatto. -

- Strepitoso. - commentò Mew Vaporeon osservandosi il corpo. - Acquanello mi permette di curare solo le ferite più lievi. -

Sembrò che le due si fossero riconciliate e si rivolsero un sorrisetto imbarazzato. Ma il problema restava un altro.

- Riesci a far sparire questa giungla? - domandò Mabel.

Bridget sbiancò.

- Io ho il potere di far sbocciare le piante, non di distruggerle. - deglutì inclinando la testa da un lato. - Non saprei proprio come fare. -

 

 

I pompieri accorsero quando l'edificio era ormai divorato dalle fiamme. Protetta da uno scudo d'acqua di Mew Vaporeon, Bridget era scappata insieme alle due ragazze utilizzando l'uscita d'emergenza, avendo fatto attenzione affinché non fossero state scoperte. Ma tra il caos generale fu facile acquisire nuovamente gli aspetti civili e mescolarsi nella folla.

- Bel piano. - commentò acidamente Frances, incrociando le braccia. - Bruciare la scuola intera invece di lasciar fare alle forze dell'ordine! -

Mabel fece una smorfia imbarazzata e si guardò la punta delle scarpe, consapevole di aver agito fin troppo d'impulso. Infatti, come aveva capito che la foresta non sarebbe sparita da sola, Mabel aveva evocato un Incendio ignorando completamente i tentativi della ragazza dai capelli azzurri di fermarla.

- Beh... - provò a dire Mabel. - Con qualche mossa di tipo acqua avresti potuto domare il fuoco. -

Fran la fulminò con lo sguardo.

- Secondo te sarebbe stato congeniale? Prima spunta una giungla dal nulla, poi essa stessa prende fuoco dal nulla e per finire avrei dovuto, che ne so, scatenare un'Inondazione a caso? - grugnì incredula. - Di cose strane ne stanno accadendo, agli occhi di tutti, non possiamo peggiorare il tutto. -

Sospirò, pensando a cosa sarebbe accaduto nei giorni successivi.

- Questo fatto non passerà inosservato. -

 

 

 

 

Quando Boo rincasò, poco tempo dopo, venne travolta dai suoi genitori che, avendo sentito la notizia al telegiornale, si erano naturalmente preoccupati. Sally rimase in disparte, con un aria sorniona rivolta alla sorella, immaginando alla lontana cosa fosse successo.

Anche Bridget ricevette un'accoglienza calorosa, a casa. Sua sorella maggiore, Belle, e i suoi genitori, Louis e Desmond, l'avevano abbracciata in lacrime, toccandole la testa e le braccia per constatare che non fosse ferita. Bibi era imbarazzata, soprattutto perché non poteva minimamente accennare a cosa fosse successo per davvero.

Sapeva di quanto Louis, suo papà, fosse una persona apprensiva e rivelargli che aveva dei poteri e che erano state proprio lei e la sua migliore amica a vandalizzare la scuola, lo avrebbe sicuramente portato ad una crisi. Per questo lasciò che la coccolassero a dovere, mantenendo un sorrisetto tirato sul volto.

- Cosa è successo? - le chiese Desmond mentre erano seduti a cena. - Da cosa è nato tutto? -

Bibi deglutì, non sapendo quale scusa inventarsi. Aveva gli occhi dei suoi genitori puntati addosso, ma per fortuna intervenne Belle, che abbracciò forte la sorellina.

- Ce lo diranno le forze dell'ordine, papà! - esclamò contrariata. - Bibi dev'essere già agitata di suo, non peggioriamo le cose! -

I due uomini si lanciarono un'occhiata e annuirono, scusandosi con la figlia minore.

Mabel dal canto suo disse che era agli allenamenti quando successe il tutto, quindi non sapeva cosa si fosse scatenato all'interno della scuola.

- Quando sono arrivata c'erano già delle fiamme altissime! - mimò il tutto con dei gesti plateali, cercando di risultare il più credibile possibile. Non era brava a mentire, ma quella scusa sembrò convincere i genitori. Dopotutto, gliel'aveva fornita Frances, che sembrava avere una buona predisposizione nel nascondere le cose. Aveva un'aria misteriosa, lei.

Sally mandò giù un sorso di aranciata nel tentativo di nascondere il sorriso divertito che altrimenti avrebbe tradito la farsa di Boo.

- L'importante è che tu non sia ferita... - commentò Deborah sospirando. - E speriamo che questo periodo di stranezze finisca in fretta. -

Sally raggiunse sua sorella in camera sul tardi, dopo aver finito di lavare i piatti, entrando nella stanza con la stessa aria sorniona con la quale l'aveva accolta.

- Che pokémon era? - chiese subito, senza badare ai convenevoli.

Mabel strabuzzò gli occhi.

- Oh, nessuno! - rispose, mentre si metteva il pigiama. - Era solo Bibi. -

La ragazza dai capelli rosa spalancò la bocca.

- Bridget?!- ripeté urlando. Boo annuì.

- Credo sia l'eeveeluzione di tipo erba... Come si chiamava? -

- Leafeon? Credo. - Sally si andò a sedere sul letto della sorella. - In ogni caso credo che ce lo diranno al caffé. -

 

 

 

- Il quinto elemento, Mew Leafeon! - annunciò trionfante Noah, dando un'impacciata pacca sulla spalla a Bridget, che era stata portata al laboratorio da Mabel. Le ragazze fecero un discreto applauso per accogliere la nuova arrivata. La ragazza arrossì vistosamente, non abituata ad essere al centro dell'attenzione.

- Ora che siamo cinque finalment... - il ragazzo si interruppe e rivolse la sua attenzione a Frances. - O quattro? Frances, tornerai a Grecalopoli? -

La ragazza sorrise al gruppo.

- Resterò qui. - annunciò serena. - Ho chiesto a mia sorella di farmi finire l'ultimo anno di liceo qui e lei ha acconsentito. Quindi faccio ufficialmente parte del gruppo. -

Le ragazze mostrarono il loro entusiasmo correndo ad abbracciarla e dimostrandole il loro affetto già maturato nonostante la conoscenza breve.

- Però ho una domanda da fare. - continuò Mew Vaporeon puntando il dito contro Bridget. - Come ha fatto a trasformarsi senza il dispositivo? Ha qualche potere speciale? -

Intervenne Masha, salendo sulla spalla dell'assistente e bloccandolo prima che potesse parlare. Gli piaceva avere l'attenzione su di sé.

- Il potere Mew è dentro di voi! - disse. - Il ciondolo è solo un catalizzatore di energia, ma il vostro potere può reagire alle vostre emozioni e potete trasformarvi lo stesso. Per questo Mew Leafeon si è palesata senza che intervenissi io. -

- Quindi ci stai dicendo che il dispositivo è solo un modo più facile per trasformarci. - commentò Agnes.

- Mi sembra ovvio. - ribatté Masha, pungente come al solito.

La bionda ignorò il commento poco gradevole dell'intelligenza artificiale e porse la mano a Bridget, accennandole un sorriso.

- Mi hanno parlato di te, Mew Leafeon. - esordì. - Mi dicono che hai degli strabilianti poteri curativi, giusto? -

Bibi si ritrovò ad arrossire nuovamente, spiazzata dal complimento. Non era abituata a riceverne e soprattutto non aveva ancora realizzato di far parte di un vero e proprio gruppo dove era stata benvoluta da tutti sin da subito.

- Non sono così fantastici. - rispose, ricambiando la stretta con titubanza. - Se non c'è la luce del sole non posso fare niente. -

- Ci accontenteremo! - scherzò Sally con una risata, scompigliandole affettuosamente i capelli. - Mi fa piacere che tu sia una dei nostri, Bridget! -

Noah condusse le ragazze al piano superiore, nella caffetteria, e ad attenderle c'erano cinque scatoloni chiusi in dei nastri colorati, ciascuno della tonalità dell'uniforme da battaglia delle ragazze.

Queste, confuse dall'insolito regalo, aprirono le scatole trovandovi dentro cinque divise diverse, anche queste della propria tinta dominante. Erano delle divise da cameriera, di foggia buona e in un perfetto stile abbinato alla caffetteria.

- Che carina! - commentò Selene alzando la sua, rosa e con i fiocchi azzurri.

Le uniche meno entusiaste furono Agnes e Frances, che ne intuirono l'utilità. La ragazza alta e dai capelli blu, infatti, storse il naso.

- Non vorrai mica farci fare le cameriere?! - chiese sbalordita.

Noah rise imbarazzato.

- Ci serve una mano per pagare l'affitto del locale e il locale ci serve per mantenere segreto il laboratorio. - si giustificò, sperando di ricevere l'approvazione delle ragazze.

Sally sembrò realizzare il tutto in quel momento.

- Eh?! Dobbiamo lavorare?! - gridò sbigottita. - Ho già la pasticceria dei miei a cui badare! E le lotte contro i Gigamax! E la scuola! Dove pensi che lo trovi il tempo? -

- La paga è di mille pokédollari all'ora. - intervenne Masha.

Ci fu un attimo di silenzio, in cui tutti attendevano una risposta da parte della ragazza dai capelli rosa. Questa rimase interdetta per qualche secondo e poi sparì nei camerini del locale. Tornò vestita della sua nuova divisa con una strana quanto inquietante allegria.

- Sono pronta! - esclamò mimando il saluto di un soldato. - Quando si comincia? -

 

 

 

 

La notte era fresca, un lieve venticello accarezzava dolcemente le fronde degli alberi di Duefoglie, a Sinnoh. Una coltre di nubi cariche di pioggia coprivano la luna, rendendo l'ambientazione quasi spettrale.

Una figura vestita di nero sostava davanti alla casa del professor Rowan, che fungeva anche da laboratorio. Silenziosa e invisibile si avvicinò cautamente, appoggiando l'orecchio alle pareti dell'edificio, con l'intento di captare qualche suono. Nessun rumore sembrava provenire dall'interno. L'individuo sospetto sembrò soddisfatto, sorrise compiaciuto. Con una facilità sovrannaturale, oltrepassò le spesse pareti della casa, riuscendo a penetrare all'interno.

Dentro l'abitazione era ancora più buio i quanto non fosse l'esterno, ma per l'intruso non fu un problema. Si diresse fluttuando verso la stanza del professor Rowan, dove questi dormiva ignaro di quello che sarebbe accaduto.

L'individuo uscì dall'abitazione sempre fluttuando nella notte, così com'era entrato. La sua mano destra e la manica della giacca erano sporche di sangue.

Quella mattina Sally fu svegliata presto. Mabel la scuoteva energicamente, dopo esser entrata di soppiatto nella stanza per non svegliare i genitori.

Candy, il delcatty della sorella, l'aveva accolta strusciandosi sulle sue gambe, ma la ragazzina l'aveva ignorata.

Il ciondolo le era squillato e la voce di Masha aveva comunicato alle ragazze di venire nell'immediato al locale. La rossa si era preparata velocemente, alzandosi di scatto visto il tono allarmante del pokémon meccanico.

Non avendo visto uscire la sorella però, si era intrufolata in camera sua per accertarsi che si fosse svegliata. L'aveva trovata ancora dormiente e probabilmente il suo sonno era così profondo che nemmeno la voce squillante di Masha era riuscita a svegliarla.

Dopo averla chiamata quattro o cinque volte, finalmente Mew Sylveon aveva aperto gli occhi. Sembrò confusa nel vedere sua sorella con quella faccia preoccupata e la cosa la fece balzare sul letto.

-Che... che succede? - biascicò stropicciandosi gli occhi.

-Dobbiamo andare al laboratorio, è successo qualcosa. - la informò Mabel.

Quando arrivarono al locale, ad aspettarle c'erano già le altre tre combattenti Mew e un Noah palesemente sconvolto. Tremava e quasi rovesciava il contenuto della sua tazza di caffè. Sembrava provato ed era pallido come un fantasma.

-Buongiorno... - azzardò Sally. - … O forse no? -

-Che è successo, Noah? - chiese Agnes. - Perché ci hai chiamate a quest'ora? -

Il ragazzo non smise di tremare e provò a prendere un respiro profondo, mentre Masha al suo fianco aveva una faccia funerea. Poi l'assistente finalmente si decise a parlare.

- Il professor Rowan è stato assassinato questa notte. -











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Ehilà! Non ho pubblicato per qualche giorno perché non ho avuto internet, spero di non esservi mancata troppo. *risata nervosa*
Il gruppo si sta completando, mancano solo le ultime tre!
Intanto però vi lascio le informazioni e il concept di Frances, per la quale ho in serbo una bella storia!

Età: 19 
Data di nascita: 15 Febbraio
Segno zodiacale: Acquario
Misure: 181 cm x 70 kg

c h a


 

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Capitolo 7
*** New Warriors ***


Le ragazze rimasero basite, mentre fra loro si diffondeva un palese stato di shock. Frances e Bridget si guardarono, sconvolte. Benché loro non avessero incontrato direttamente il professor Rowan, sapevano chi fosse e l'idea che l'uomo dietro a quello strano progetto fosse stato ucciso suscitò loro dello sconforto.

- Chi... Chi è stato? - balbettò Mabel, prendendo la parola per prima. Nel suo tono si esprimeva lo sconcerto che provavano tutte ragazze, troppo sconvolte per riuscire a parlare.

Noah si irrigidì e ci mise un po' per rispondere. I suoi occhi nocciola erano fissi a terra e sulla sua guancia scivolò un rivolo di sudore freddo. Agnes lo scrutò senza dire niente.

- Non si sa. - si decise poi a parlare il ragazzo, deglutendo. - Lucas, un mio collega, mi ha detto che un'ora fa si era diretto in laboratorio e entrando lo ha trovato così. Ha chiamato immediatamente i soccorsi ma ormai era troppo tardi. Ragazze, io non so come dirvelo, ma... -

-… I prossimi obbiettivi potremmo essere noi, giusto? - azzardò con amarezza Frances e dalla faccia desolata che fece Noah capì di aver centrato in pieno.

Le ragazze rabbrividirono preoccupate. Chi poteva avercela con loro? Agnes era sempre meno convinta.

- È possibile che siano gli stessi creatori dei Gigamax? Quella ragazzina poi, Wooper... - provò a dire.

- Prima troverete le altre tre eeveeluzioni e meglio sarà. - concluse il ragazzo duramente, congedandosi.

 

 

 

 

Il primo giorno di lavoro al caffè fu particolarmente sottotono. Ancora scosse per quanto era accaduto e percependo una sensazione di pericolo maggiore, le ragazze fecero molta fatica a sorridere e a gestire la valanga di clienti che si era presentata nel locale più in vista di Alisopoli. L'unica che sembrava sciolta e spontanea era Frances, che confermava la sua capacità di camuffare i suoi veri sentimenti.

Bridget andò in direzione di un tavolino dov'erano sedute due ragazze, facendo attenzione a non rovesciare il vassoio. Una delle due fanciulle aveva lunghi capelli lisci color del cielo ed era così piccola che le gambe le penzolavano dalla sedia. L'altra, parecchio più alta, aveva invece dei capelli mossi viola e una frangia che le copriva per metà i vispi occhi ambrati. Bibi le riconobbe come due ragazze della sua stessa scuola. Discutevano animatamente di qualcosa e la cameriera dall'abito verde si ritrovò suo malgrado ad ascoltare.

- Le cose che stanno succedendo ultimamente sono davvero strane... Tutti si addormentano all'improvviso e io non riesco a svegliarli! In più la giungla, il fuoco improvviso... - fece l'azzurra. - E mi è spuntato uno strano simbolo celeste sulla coscia destra, guarda! -

Sollevò leggermente il vestito e protese la gamba verso l'amica. Mentre serviva i parfait di frutta, a Bridget cadde l'occhio. I suoi sensi si risvegliarono così come la lampadina nella testa.

- Anche a te?! - esclamò sbalordita la ragazza ai capelli viola. Con una mano si sollevò la frangia e mostrò anche lei una voglia lilla sulla fronte. - A me è apparso questo! -

Bridget rimase attonita nel constatare che quelle due ragazze erano molto probabilmente delle due compagne. Rimase immobile a osservarle con gli occhi spalancati e ben presto le due clienti si accorsero della sua presenza. La ragazzina dagli occhi e capelli celesti la squadrò, assottigliando lo sguardo a mandorla.

- Ehi, tu. - fece bruscamente. - Cosa vuoi? -

L'amica le tirò un colpetto sul braccio per riprenderla dal modo scortese che aveva avuto di porsi. Bridget si ricompose.

-No, niente... - balbettò, ancora mezza assente. - A posto così, ragazze? -

- Sì, grazie! - disse la ragazza dai capelli viola, intervenendo prima che la piccoletta potesse ancora proferir parola.

Bridget scappò via e nel suo percorso incontrò Agnes che tornava verso la cucina. La prese per un braccio e la trascinò con sé.

- Cosa succede, Bridget? - le chiese Mew Jolteon, guardandola confusa.

- Io... ecco... loro! - balbettò trafelata la ragazzina, non sapendo bene come articolare la frase. La bionda le mise le mani sulle spalle e la guardò negli occhi.

- Va tutto bene, calmati. - le disse pacatamente, riuscendo a tranquillizzare la compagna. - Cos'è successo? -

- Ho trovato due compagne! -

 

 

 

 

 

Bridget non fu l'unica ad accorgersi della loro presenza. Seduta poco più distante, una ragazza aveva assistito alla scena nella discrezione più totale. I suoi occhi gialli scrutavano le due figure immerse nel loro chiacchiericcio fitto fitto e le sue orecchie ascoltavano ogni parola che dicevano. Il suo interesse sembrava essere catturato dalla ragazza dai capelli viola.

- Ecco la tua cheesecake! - esclamò Sally poggiandole il piattino con la fetta di torta davanti. La ragazza si girò verso di lei e le sorrise, per ringraziarla. La cameriera si ritrovò ad arrossire lievemente. Era davvero bella. Aveva la carnagione mulatta impreziosita da tante lentiggini e un neo sotto il labbro inferiore. Il volto era incorniciato da lunghi capelli neri lucenti che arrivavano quasi a terra. Sembrava una modella, o un'attrice. Le sue labbra carnose, poi, sfoggiavano quel sorriso quasi enigmatico che l'ammaliavano come nessun altra cosa al mondo.

Sally sentì il cuore battere forte.

Ti stai emozionando per una bella ragazza?

Si diede della sciocca e scosse la testa, allontanandosi velocemente. La bella sconosciuta la seguì con lo sguardo, sempre con quell'aria enigmatica sul viso.

Sally vide Frances scappare verso la cucina, seguita a ruota da Agnes. Poco tempo dopo, tutte le persone nel locale, compresa la cliente che le aveva suscitato quella strana sensazione, caddero addormentate sui tavoli.

Le due ragazze che aveva servito Bridget si alzarono di scatto, guardandosi intorno confuse.

- Di nuovo?! - esclamarono.

 

 

 

- Ribbon Hydro Vortex! -

- Ribbon Gigavolt Havoc! -

Un vortice d'acqua e una scarica elettrica si generarono intorno ad un charizard sotto effetto del Gigamax. Quella combo super efficace travolse il pokémon in un'esplosione, che lo mandò definitivamente a terra. In un fascio di luce il potere si dissolse e un comune charizard si librò in volo.

Mew Jolteon e Mew Vaporeon si guardarono soddisfatte, complimentandosi a vicenda in un rispettoso silenzio. Presentavano qualche lieve ammaccatura e bruciatura, ma niente di grave. Una risata sguaiata però attirò la loro attenzione. Era una voce maschile, mai sentita prima di quel momento.

- Incredibili! - esclamò uno strano individuo palesandosi davanti a loro. Era accompagnato da un altro losco figuro. - Siete davvero incredibili, come aveva detto Wooper! -

Le ragazze squadrarono i due estranei. Il primo, quello che aveva parlato, era un giovane alto e muscoloso vestito di borchie e di viola. Aveva delle strane protuberanze sulla testa dello stesso colore degli abiti e una cresta di fulmini incessanti gialli. Il secondo, più minuto, aveva gli occhi così sottili da sembrare chiusi e presentava delle orecchie e una coda gialle scuro.

- Siete in combutta con Wooper? - chiese a bruciapelo Agnes. - Avete ucciso voi il professor Rowan? -

Quelle due domande lasciarono l'individuo in viola di sasso. Non si aspettava tanta sfrontatezza. Il compagno gli rivolse un'occhiata perplessa, ma un istante dopo il primo ricominciò a ridere.

- La nostra fama ci precede! - berciò sarcastico. - Ebbene sì, io sono Toxtricity e lui è Abra. E non siamo stati noi ad uccidere il professor Rowan... Almeno, non noi due nello specifico. -

Vaporeon gli si lanciò contro con il tridente, attaccandolo frontalmente. Abra si teletrasportò poco distante, mentre Toxtricity schivò l'attacco colpendo la ragazza con un Fulmine a tradimento. La combattente si accasciò al suolo, ma qualche minuto dopo si rialzò tremante.

- Bastardo...! - ringhiò. - Sei di tipo elettro! -

Il ragazzo roteò gli occhi. Si indicò la testa nel punto in cui cominciava la cresta elettrica.

- Mi pare ovvio. - disse, seriamente, per poi sorridere maligno. - Forse non siete così incredibili come pensavo. In ogni caso, il tempo dei giochi è finito. -

Si preparò a lanciare un Tuono definitivo sopra Frances, ma Agnes fu più veloce. Spinse via la compagna beccandosi la scarica elettrica in pieno.

Con grande sorpresa dei presenti, però, non subì alcun danno. Le sue ferite, invece, si rimarginarono.

- Ma cosa... - fece Fran, incredula. Anche Toxtricity era scioccato e non sapeva cosa dire.

- Assorbivolt. - disse la voce discreta di Abra, che si palesò per la prima volta. - L'abilità di riguadagnare la salute se si è colpiti da una mossa di tipo elettro. -

- Buono a sapersi. - commentò Mew Jolteon, sfoderando un mezzo sorriso di soddisfazione. Scattò verso Toxtricity e gli sferrò un pugno rapido in faccia, colpendolo in pieno. L'avversario rotolò a terra e quando si rialzò il naso gli sanguinava. La sua espressione era furente.

- Maledetta...! - si lanciò anche lui contro la combattente dell'elettricità ma Vaporeon si frappose fra i due, parando l'attacco del nemico con il suo tridente.

Toxtricity emise una risata di scherno.

- Stupida! Se pensi che questo basti... -

Ma la ragazza fece sparire l'arma e dalla bocca sputò un getto d'acqua fortissimo che sbalzò via il ragazzo.

- Idropompa probabilmente non ti farà granché. - sentenziò Frances con un briciolo di soddisfazione. - Ma se serve per toglierti dalle scatole è già più che sufficiente. -

Improvvisamente il cielo si fece nuvoloso e una pioggia incessante cominciò a scrosciare. L'effetto di Pioggiadanza.

- Vai, Jolteon! - esclamò alla compagna che prontamente evocò un Tuono, colpendo l'avversario. Benché non fossero ferite gravi, la scossa elettrica gli causò un minimo di danno e il ragazzo urlò di dolore e rabbia.

Si rialzò fumante e con lo sguardo carico d'ira. Liberò una Scarica elettrica dal proprio corpo che, grazie alla pioggia, si diffuse a macchia d'olio nell'ambiente circostante. Per Vaporeon fu impossibile evitarla e venne inevitabilmente travolta dall'attacco. La ragazza gridò per il dolore e collassò a terra, sotto il richiamo sgomento della compagna. La pioggia smise di scendere e il cielo tornò sereno.

Jolteon si preparò a contraccambiare ma venne assalita da un furioso mal di testa. Le tempie le pulsavano, tutto le girava. Cadde sulle ginocchia, tenendosi il capo fra le mani e urlando, non capendo l'origine di quel dolore. A fatica alzò lo sguardo e notò che Abra teneva una mano protesa verso di lei. Era lui che le stava causando quella Confusione.

- Ora tocca a te. - annunciò perfido Toxtricity. - Fangobomba! -

Dal palmo della mano schizzò fuori una palla violacea tossica, volta ad attaccare la povera Mew Jolteon già sofferente per il mal di testa incessante. Ma prima che potesse colpirla la palla si fermò a mezz'aria, per poi scoppiare in una nube tossica che si dissolse nell'aria. Da dietro un cespuglio sbucò una liana che frustò Abra, facendogli perdere la concentrazione. Agnes venne liberata dalla Confusione e si accasciò a terra, annaspando.

Toxtricity si voltò e vide il restante della squadra Mew ergersi di fronte a lui. Ma non erano altre tre, come gli era stato detto. Erano diventate cinque.

Le due ragazze del bar si erano rivelate come Mew Glaceon e Mew Espeon, ed era stata proprio quest'ultima, grazie ai suoi poteri psichici, a bloccare l'offesa di tipo veleno.

 

 

- Siete delle combattenti Mew! - aveva annunciato con gioia Mabel, rivolta alle due ragazze che si erano guardate intorno spaurite. - Come vi chiamate? -

Le due interpellate si guardarono confuse.

-Noi siamo cosa? - avevano chiesto all'unisono, strabuzzando gli occhi.

Era intervenuto Masha, sbucando dalla cucina e porgendo alle ragazze i rispettivi ciondoli.

-Voi siete state scelte per combattere il nemico! - aveva esclamato. Poi si era rivolto alla ragazza dai capelli celesti. - Tu sei Mew Glaceon! E tu... tu devi essere Mew Espeon! -

-Cosa vorrebbe significare? - aveva chiesto la più alta, indicata come Mew Espeon.

Masha, come al suo solito, si era spazientito subito.

-Vi spiegheremo tutto strada facendo, ora trasformatevi! -

 

 

 

Mew Espeon deglutì. Aveva bloccato con successo l'attacco nemico, ma dopo? Cos'avrebbe dovuto fare?

Le sue compagne, più esperte, furono più tempestive di lei. Mew Leafeon evocò delle radici dal terreno che andarono a immobilizzare Abra, ancora stordito dall'attacco precedente, mentre Mew Sylveon gli scatenò contro un Magibrillio, facendogli perdere conoscenza per la violenza dell'impatto.

Mew Flareon e Mew Glaceon, che si rivelò subito particolarmente agguerrita, andarono a soccorrere le due compagne, portandole lontano dal campo di battaglia.

Espeon così si ritrovò ad affrontare l'avversario in autonomia. Questo sembrava particolarmente astioso nei suoi confronti, ma tremava leggermente. Il veleno era debole ai poteri psichici della ragazza e quest'ultima intuì che il suo tremore fosse dettato dalla paura. L'idea le diede coraggio.

Si concentrò e sollevò per aria il suo avversario, che cominciò a dimenarsi forsennatamente. Quindi cominciò a sballottarlo sul terreno e contro gli alberi, mantenendo vivida la concentrazione.

-Bravissima, Daphne! - la incitò Mew Glaceon tornando verso di lei. La voce dell'amica bastò per farla distrarre e mollò la presa su Toxtricity che, rabbioso, le scatenò contro un Fulmine con un ringhio. La ragazza venne colpita in pieno, sbalzandola di qualche metro. Il ragazzo si lanciò contro Mew Espeon caricando di elettricità il pugno destro, ma quando fu ad un passo dal colpirla, una catena rossa e piena di piccole spine roventi gli bloccò il braccio. Mew Flareon lo strattonò verso di sé e Mew Glaceon approfittò di quel momento di distrazione per creare del ghiaccio che gli avvolse le gambe, impedendogli di muoversi.

- Fermo dove sei... - gli intimò Mabel.

Mew Glaceon evocò la sua arma, una spada composta da delle lame accavallate le une sulle altre e che con un movimento si separarono, diventando una specie di frusta, che avvolse intorno al collo dell'avversario.

- … O ti decapito all'istante. - minacciò, continuando la frase della nuova compagna.

In preda alla rabbia, Toxtricity esitò qualche istante prima di evocare una seconda Scarica, colpendo entrambe le ragazze. Flareon però dalla catena sprigionò un Turbofuoco che travolse il nemico, ed entrambi si separarono fumanti e bruciacchiati.

Toxtricity raggiunse il compagno semi incosciente, sbaragliando con un Fango sia Leafeon che Sylveon, e lo prese sulla spalla. Abra, con quel poco di forza che gli era rimasta, teletrasportò entrambi lontano da lì.

Le ragazze rimasero un momento all'erta, nell'evenienza di un nuovo attacco. Ma più i minuti passavano e non succedeva niente, quindi si rilassarono, prendendo fiato.

Bridget si apprestò a curare le ferite delle compagne, mentre le due sorelle andarono dalle due nuove arrivate.

- Saoirse, Daphne... giusto? - fece Sally, con un sorriso. - Siete state davvero brave. -

Saoirse, ovvero Mew Glaceon, sorrise fiera mentre l'amica sembrava più contenta di quel complimento.

- Grazie! - disse entusiasta, per poi porgere la mano. - Sono sicura che insieme ce la faremo! -

In lontananza, nascosta tra i cespugli, una figura ignota osservava la scena, tenendo gli occhi puntati su Mew Espeon. Era lei il suo obbiettivo.











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Eccoci qui con il settimo capitolo! La squadra è quasi al completo ma anche il nemico sta facendo le sue prime mosse.
Grazie ancora se siete arrivati fino a qui e spero continuerete a seguirmi!
Intanto vi lascio, come al solito, il concept e le info di Bridget, ovvero Mew Leafeon!
Età: 16 anni
Data di nascita: 2 Settembre
Segno zodiacale: Vergine
Misure: 158 cm x 52 kg

Alla prossima!

U c h a

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Capitolo 8
*** Bonds ***


Komor non sapeva come affrontare il discorso. Era da un po' che ci pensava, ma non aveva mai trovato né il coraggio né l'occasione per parlarne.

Così quel giorno si era presentato nel bar dove lavorava Agnes e si era timidamente accomodato ad un tavolo, aspettando impazientemente che la bionda venisse a servirlo. Tuttavia si presentò una ragazza alta dai capelli viola e la divisa del medesimo colore, che gli sorrideva cordialmente. Komor era deluso che la sua più-che-amica Agnes non si fosse palesata e il dispiacere era palese sul suo volto. La cameriera non ci badò, vista la mole di gente che imperversava nel locale, e attese impazientemente l'ordine del giovane cliente.

- Cosa ti porto? - chiese dopo un po', visto che lui non si decideva a parlare. Komor si riscosse dai suoi pensieri.

- Un milkshake al cioccolato. - improvvisò, senza pensarci troppo. Vagava con lo sguardo nella stanza, alla ricerca della figura di Agnes, che però non trovava.

Daphne si congedò prendendo l'ordine e dileguandosi per dare retta ad altri clienti che nel frattempo si erano accomodati ai tavoli.

Il ragazzo cominciò a torturarsi le mani, ripetendo mentalmente il discorso che voleva fare, preparandosi al momento in cui avrebbe incontrato la bionda di cui era innamorato.

Poi la vide. Era nella sua divisa scolastica e reggeva un borsone, mentre si dirigeva a passo spedito verso il bagno del personale.

- Agnes! - la chiamò Komor balbettando, ma lei non lo sentì e scomparve oltre la porta. Ne uscì qualche minuto dopo indossando la sua divisa gialla e dirigendosi verso la cucina.

La sua attenzione venne attirata da un'altra cameriera dall'abito rosso e i capelli arancioni, che gli sorrideva calorosa.

- Il tuo milkshake! - annunciò, posandogli davanti un bicchiere alto. Lui ricambiò il sorriso timidamente e quando lei era in procinto di andarsene, la trattenne ulteriormente.

- Scusami... che dolce mi consiglieresti? -

- Oh! Abbiamo la cheesecake alla baccaliegia, la baccabana split e la crostata di crema e bacche varie, come dolci speciali di oggi. - rispose Mabel frizzante come suo solito. Komor venne travolto dall'energia positiva che emanava la ragazza.

- Vada per la crostata. - disse con un mezzo sorriso.

 

 

 

Seduta al tavolo, nuovamente sola, c'era la bella ragazza dai capelli neri. Come Sally la vide, arrossì di colpo e si andò a sciacquare il volto con la speranza di tranquillizzarsi. Frances notò immediatamente il viso paonazzo della compagna e aggrottò le sopracciglia, perplessa.

- Qualcosa non va? - le chiese, mentre sistemava su un vassoio le varie ordinazioni.

- Quella ragazza... Da quanto tempo è qui? - fece Sally affacciandosi dall'oblò della porta della cucina. Fran seguì il suo sguardo per poi individuare la figura della ragazza mulatta che sedeva al tavolo.

- Non l'ho vista prima... Credo sia arrivata adesso. -

Selene scattò e afferrò velocemente il taccuino e la penna, lanciandosi fuori dalla cucina e dirigendosi verso il tavolo della giovane cliente. Come al solito lei si guardava in giro, con quell'aria enigmatica e serena al tempo stesso. Sembrava la tranquillità fatta persona, in quanto non si scompose minimamente quando l'uragano Sally si piazzò davanti a lei all'improvviso.

- Hai già ordinato? - chiese la cameriera con uno strano stato di eccitazione addosso. La mora sembrò squadrarla da cima a fondo, per poi sorriderle.

- In effetti no. - rispose dando una rapida occhiata al menù. - Posso avere un caffè e una fetta di charlotte alla baccafrago? -

Con una rapidità inaudita, Sally trascrisse l'ordinazione sul taccuino, per poi sparire in cucina, lanciando ogni tanto occhiate verso l'affascinante cliente.

Anche lei la seguì con lo sguardo e attese pazientemente che il suo ordine, che non era che una copertura, arrivasse.

Poco tempo dopo, come previsto, ritornò la cameriera dall'abito rosa che le consegnò quanto aveva richiesto. Al ringraziamento da parte della cliente, Sally arrossì nuovamente e balbettò un “prego”, prima di tornare a badare agli altri ospiti.

I suoi occhi azzurri, tuttavia, non facevano altro che cercare la figura della mora, cercando di studiarne i comportamenti e vedere se anche lei le rivolgeva qualche occhiatina. Ma lei sembrava tranquilla nel magiare lentamente la sua charlotte, non badando troppo all'ambiente circostante.

Poi all'improvviso, mentre Sally era intenta a servire un tavolo di ragazzine, i loro sguardi si incrociarono e la mora le sorrise. La ragazza dai capelli rosa si sciolse come una pokémella, sentendo uno strano calore invaderle il corpo.

Perché si sentiva così? Come faceva quella sconosciuta ad avere quell'effetto su di lei?

Sally non si era mai posta problemi sulla propria sessualità, ben conscia di provare attrazione per entrambi i sessi, ma non le era mai capitato di provare quel miscuglio di emozioni solo per uno sguardo.

Deglutì a fatica e per il resto della giornata svolse il suo lavoro gongolando.

 

 

 

Le luci arancioni che annunciavano il tramonto cominciarono a farsi spazio dalle finestre del caffè Mew Mew. Gli ultimi clienti se ne andavano man mano e le ragazze si accingevano a chiudere il locale, impilando le sedie e pulendo i tavoli.

Quando ebbero finito, andarono negli spogliatoi a cambiarsi, tutte eccetto Frances. Lei con una scusa si dileguò a casa e per sua fortuna i colori rossastri del crepuscolo nascosero il suo imbarazzo. Vedere le altre mezze nude la metteva in soggezione.

Daphne sciolse i codini facendo scivolare la meravigliosa chioma mossa lungo la schiena, sistemandola con le mani. A differenza di Saoirse, che sembrava più restia a fare amicizia nonostante l'atteggiamento caloroso delle altre, la ragazza dai capelli viola si era subito integrata, complice il suo carattere gioioso e socievole.

- Vi va di fare una passeggiata? - propose alle compagne. Agnes si tirò indietro dicendo di avere da fare a casa, mentre le altre accettarono volentieri, soprattutto Sally e Mabel.

- Volentieri! - esclamò la maggiore delle due sorelle. - Ho proprio bisogno di distrarmi. -

Come uscirono dal locale, vi trovarono Komor che attendeva seduto su una panchina. Agnes rimase leggermente spiazzata e con uno sguardo alle amiche fece intendere che preferiva rimanere sola con lui. Le ragazze si dileguarono e la bionda si avvicinò al ragazzo che, come la vide, sembrò agitarsi.

- Cosa ci fai qui? - chiese la ragazza senza troppi convenevoli. Lui sentì come uno strano senso di colpa diffondersi nel corpo, come se quella domanda fosse un'accusa rivolta nei suoi confronti.

- Io... - iniziò, abbassando lo sguardo. - Volevo parlarti. -

Agnes s'impietrì, spaventata da quell'affermazione. Voleva forse rompere con lei? Dopo solo qualche mese di frequentazione? Era vero che nell'ultimo periodo gli aveva prestato poca attenzione a causa dei suoi doveri, ma non si aspettava che bastasse così poco per raffreddare il loro rapporto.

Sei una ragazza matura, Agnes, puoi affrontare il discorso.

- Dimmi pure. - disse, ma la sua voce tradì una nota di tensione.

Komor deglutì.

- Ho l'impressione che tu mi stia evitando... - balbettò, puntando lo sguardo color liquirizia in quello viola della ragazza. - Quando finisce la scuola scappi sempre, non riusciamo più a vederci come facevamo prima... -

Ecco, mi sta scaricando.

- ... Mi vuoi forse scaricare? - chiese lui, andando nella direzione opposta ai suoi pensieri.

Nessie spalancò gli occhi e lo osservò, sbigottita. Non voleva lasciarla? Anzi, era lui a porsi il problema?

La ragazza si avvicinò e gli prese il volto fra le mani.

- Non voglio scaricarti, Komor. - disse serenamente. - È solo che... ho parecchio da fare, ultimamente. Scusami se non ti ho dato troppe attenzioni ultimamente… È difficile da spiegare. -

Poi successe l'inaspettato. Komor, sentendo quelle parole, prese coraggio e si alzò, per poi buttarsi su Agnes e baciarla, lasciandola totalmente spiazzata. Una manovra del genere non se la sarebbe aspettata nessuno dei due, però andò bene a entrambi. Rimasero così, stretti, mentre quel giorno lentamente finiva lasciando spazio ad una notte luminosa.

 

 

 

 

- Non ve l'avevo ancora chiesto, ma è un dubbio che mi affligge da un po'. - esordì Daphne, rivolgendosi poi a Mabel e Bridget. - Quello che è successo a scuola è dovuto a voi? -

Le due interpellate si guardarono imbarazzate e ridacchiarono nervosamente.

- Mh, sì. - rispose Boo con aria desolata. - Sono stata troppo impulsiva e ho bruciato la foresta che aveva creato Bibi. -

- Bene, per colpa vostra ora dobbiamo fare le lezioni online! - sbuffò piccata Saoirse.

- Dai, Sissy! - la riprese la ragazza dai capelli viola. - Non lamentarti sempre! A me piace fare lezione online, posso rimanere in pigiama! -

Quella frase suscitò l'ilarità generale e Daphne fu contenta di aver fatto ridere le compagne.

Le ragazze passeggiavano lungo la riva del lago, sul quale la luna rifletteva la sua luce bianca. Il vento era lieve e l'aria che si respirava era tranquilla.

Poi, nel buio della sera, una voce ferma e autoritaria interruppe il chiacchiericcio delle giovani.

- Siete voi le combattenti Mew? -

Le ragazze rabbrividirono e si voltarono di colpo. Davanti a loro c'era uno strano individuo. Indossava un abito simile a quello di un ninja, di colore blu notte, mentre sul petto aveva un'armatura gialla con degli intarsi come decorazione. Aveva i capelli neri tra i quali si facevano spazio due orecchie appuntite blu. Il volto giovane aveva una mascherina dipinta che gli contornava gli occhi rossi e si allungava fino alla punta del naso. Una lunga sciarpa blu gli copriva la bocca e svolazzava placidamente sotto le piccole spinte del vento.

Le fanciulle riconobbero in lui uno di quegli umani ibridati ai pokémon. Tuttavia, rispetto agli altri nemici che avevano incontrato, lui si limitava ad osservarle, con uno sguardo impassibile.

Loro però non si fidarono ugualmente e si trasformarono insieme. In quel momento, il ragazzo si gettò su di loro e sferrò un pugno a Saoirse, prontamente bloccato da Mabel che si frappose fra la compagna e l'avversario, incendiando la propria mano e così anche quella del nemico. Lui emise un grugnito sofferente e si allontanò di scatto, tenendo lo sguardo vermiglio fisso sulle ragazze. Il suo braccio sembrava più ustionato di quanto avrebbero potuto immaginare.

- Sei di tipo acciaio... - mormorò Bridget, realizzando in quel momento la sua vulnerabilità. - Chi sei? -

- La cosa non ti riguarda. - rispose gelidamente il ragazzo. - Ti basti sapere che non sono dalla vostra parte. -

Si stupì nel vedere gli occhi castani di Bibi addolcirsi in una smorfia dispiaciuta. Ma dopotutto Bridget non era fatta per combattere e le sue mosse preferite erano quelle curative. La addolorava ogni volta sapere che c'era un nuovo nemico intenzionato a farle fuori per una ragione imprecisata e che non aveva neanche voglia di provare a parlare con loro.

Il ragazzo attaccò nuovamente, questa volta puntando Mew Sylveon caricando un Meteorpugno. Sapeva di essere super efficace contro il tipo folletto.

- No, fermo! - gridò Mew Leafeon evocando delle radici che avvolsero il nemico, nella speranza di bloccare il colpo. Ma l'acciaio era più forte dell'erba e quella mossa servì solo a rallentarlo. Ci pensò Mew Espeon ad intervenire, ma anche la sua telecinesi non fermò il pugno, che andò comunque a segno. Sally rotolò qualche metro più distante e si massaggiò la guancia, dolorante, ma non fece in tempo a scappare che le arrivò un calcio all'altezza dello stomaco. La ragazza rantolò dal dolore e sputò un fiotto di saliva. Mabel non aspettò un minuto di più. Si avvolse nelle fiamme e partì alla carica contro il ragazzo, ma questo evitò l'attacco e le piazzò un Colpo sulla nuca. Mew Flareon perse i sensi e collassò a terra.

Daphne si concentrò e riprovò con la telecinesi, ma non ebbe alcun effetto. Il suo potere non stava funzionando? Un debole campo di forza si formò intorno al nemico, ma sparì subito dopo. Così come un secondo, terzo e quarto.

Saoirse la guardò sconvolta.

- Mew Espeon, che ti succede? - le chiese terrorizzata. Ma l'amica era più spaventata di lei.

- Non lo so, non lo so! - gridò lei agitata mentre il ragazzo si avvicinava pericolosamente. - Non riesco a evocare i miei poteri psichici! -

- Sbrigati, fai qualcos... -

Ma Glaceon non fece in tempo a finire la frase che l'avversario la prese per un braccio, la sollevò in aria e la scagliò prepotentemente contro un albero. La sua forza era micidiale.

Leafeon tremava dallo sconforto. Cosa poteva fare? I suoi poteri non servivano a granché contro di lui, così come quelli di Sally e Sissy, ormai fuori gioco. Mabel era ancora accasciata a terra svenuta e Daphne sembrava avere dei problemi.

Chi avrebbe potuto aiutarle?

Poi all'improvviso l'acqua del lago si mosse.

 

 

 

All'inizio lentamente, poi le onde cominciarono a farsi sempre più burrascose fino ad alzarsi verso il cielo. I tre guerrieri si voltarono verso quello spettacolo inaspettato. A cavalcare fieramente le onde c'era Mew Vaporeon. Il suo sguardo violaceo era fisso sul ragazzo e in mano reggeva il suo tridente. Sulla sua spalla c'era Masha. La ragazza alzò l'arma al cielo e le onde seguirono la traiettoria. Poi la puntò verso l'avversario.

-Surf. -

L'acqua si abbatté sul suolo in un'ondata violenta. Leafeon evocò delle radici per proteggere le compagne ed evitò che venissero travolte, cosa che invece accadde al ragazzo. Frances roteò il tridente e l'acqua intrappolò l'avversario, che si vide sollevare da terra dentro un immenso vortice.

Leafeon osservò il nemico annaspare mentre annegava dentro l'attacco di Frances. I suoi occhi erano spalancati e cercava disperatamente di nuotare fuori da quella trappola acquatica, ma senza successo.

Il cuore di Bridget si strinse una morsa. Non poteva sopportare una scena del genere. Lui si accorse di lei e la guardò, ma nel suo sguardo non c'era alcuna richiesta di aiuto, più che altro sorpresa per la pietà lampante che trasudavano i grandi occhi castani della ragazza.

Bibi cominciò a piangere, era troppo per lei. Evocò delle liane che afferrarono il ragazzo e lo strapparono dal vortice di Mew Vaporeon, con grande sorpresa di quest'ultima. Il giovane atterrò al suolo tossendo copiosamente, respirando quanta più aria possibile. Era cianotico e gli occhi erano arrossati. Si girò verso verso Leafeon e la guardò sorpreso.

- Leafeon! - gridò Frances furente. - Che cosa pensi di fare?! -

La ragazza boccheggiò in cerca di una qualche scusa e questa distrazione delle combattenti permise all'ostile sconosciuto di scappare.

Fran grugnì.

- Ecco, ora è scappato! Lo avevo quasi fatto fuori! - ringhiò. - Cos'hai intenzione di fare, adesso? -

 

 

 

Il suo fiato era ancora corto e ad ogni passo i polmoni gli bruciavano terribilmente. Quella ragazza dall'abito blu era spaventosa. Se la ragazzina dai capelli biondi non fosse intervenuta sarebbe sicuramente morto. Era ancora scosso e indebolito e aveva sicuramente bisogno di una pausa.

Ormai era uscito da Alisopoli e intorno a lui c'era solo il bosco. Si sedette sotto un albero e continuò a ingoiare avidamente bocconi di aria fresca.

- Maledizione... - annaspò, ripensando con terrore a quanto aveva appena vissuto. Era stato capace di mandare KO tre combattenti e resistere agli attacchi delle altre due, ma era ne era bastata una sola per combinarlo in quel modo. Non poteva crederci.

Assorto nei suoi pensieri, non si rese conto di essere seguito. Poi un passo su una foglia secca attivò i suoi sensi e lui scattò, mettendosi sulla difensiva. Da dietro un cespuglio, sbucò cautamente Leafeon. Lui sembrò sorpreso.

-Tu... - disse, rimanendo in posizione di difesa.

Lei sorrise imbarazzata.

-Già, io. - fece.

Il ragazzo la squadrò. Non sembrava minimamente intenzionata ad attaccarlo, era ferma e distante da lui mentre un'aria pacifica decorava il suo bel viso.

-Ho un debito nei tuoi confronti, per avermi salvato la vita. - esordì il moro, abbassando lentamente la guardia. - Ma non pensare che ora siamo amici. -

Leafeon guardò in basso, dispiaciuta.

-Perché ci attaccate? Cosa vi abbiamo fatto? - chiese, timidamente.

-Non capiresti. - rispose lui, freddo.

-Perché non provi a farmi capire? - insistette la ragazza.

-La gente come voi non vuole capire. -

-Forse hai solo incontrato la gente sbagliata. -

La tenacia di quella ragazza alta neanche un metro e sessanta lo sorprese. Nonostante il suo tono gentile e pacato, non demordeva. Ma lui non aveva assolutamente intenzione di intraprendere una discussione. Si voltò, pronto ad andarsene, ma sentì un fiore avvolgersi intorno al polso.

-Se cambi idea, cercami, Lucario. - azzardò Bridget.

Lui afferrò il fiore e scomparve fra gli alberi.













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Hello everybody! 
Lo so, lo so, ci sto mettendo un po' a scrivere ma da quando ho ripreso a lavorare ho meno tempo.
Voglio approfondire piano piano tutte le combattenti, spero di riuscire a farlo al meglio!
Intanto vi lascio il concept e i dati di Saoirse (che dovrebbe leggersi 'Sersha', credo?) e i suoi dati!
Età: 16 anni
Data di nascita: 11 Giugno
Segno zodiacale: Gemelli
Misure: 145 cm x 48 kg

Grazie ancora se siete arrivati fino a qui e alla proxx

U c h  a


 

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