Tales Of You di Kim WinterNight (/viewuser.php?uid=96904)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Blurry ***
Capitolo 2: *** Urlando contro il cielo ***
Capitolo 1 *** Blurry ***
«Si può aumentare il volume?»
«Certo, prendi il telecomando.»
«Mi piace troppo questa canzone!»
Everything's so
blurry
And everyone's so
fake
And everybody's
empty
And everything is
so messed up
Preoccupied
without you
I cannot live at
all
My whole world
surrounds you
I stumble then I
crawl
Ogni canzone è un pezzo di te.
Leggo i testi e mi rendo conto che parlavi attraverso la
musica.
Amavi andare a leggerli, sapere cosa significassero. Se ti
piaceva la musicalità e la melodia di un brano, correvi subito a cercare le
parole perché volevi sapere.
E dicevi: «Mi piace troppo questa canzone».
Ora ti immagino mentre per la prima volta leggi il testo di Blurry
e nella tua mente si forma un pensiero, uno di quelli ironici che spesso si
trasformava in una battuta capace di farmi ridere per minuti interi.
Questa canzone parla di me, avrai pensato mentre
leggevi.
Come tutte le canzoni che amavi, mi ritrovo a pensare.
Ricordo come la canticchiavi a bocca chiusa, come ti lasciavi
trascinare dalla melodia e dalle parole.
E io ora mi sento così, sento che la mia intera vita non può
più essere la stessa senza di te.
Senza quelle battute, senza quelle risate, senza quegli
sfoghi. Senza quei momenti trascorsi semplicemente a fare niente, a dire
niente, a ridere per niente.
You could be my
someone
You could be my
scene
You know that I'll
protect you
From all of the
obscene
I wonder what
you're doing
Imagine where you
are
There's oceans in
between us
But that's not
very far
Penso a dove sei, penso a cosa fai adesso.
Se esiste un luogo dove tu ora puoi far ridere qualcun
altro, un luogo dove puoi dare uno schiaffo morale a chi ha cercato per tutta
la vita di sottometterti al suo volere.
So che ci sono oceani, ci sono altre vite, altri universi
tra noi, adesso; ma so che non siamo poi così lontane.
Per me non è successo, è come se tu fossi ancora qui.
E puoi portare via lo smarrimento che provo? Puoi portarlo
via?
Can you take it
all away?
Can you take it
all away?
Well you shoved it
in my face
This pain you gave
to me
Can you take it
all away?
Can you take it
all away?
Well you shoved it
in my face
Mi fai soffrire, è vero, ma la prima a soffrire sei stata
tu.
Non l’hai fatto apposta, non ti sei lasciata andare perché volevi
farmi soffrire.
Ti sei lasciata andare perché ne avevi abbastanza di lottare
contro i mulini a vento.
È stata un’intera vita, la tua, trascorsa a tentare di farti
valere; ti sei fatta scivolare addosso giudizi altrui, decisioni altrui, voleri
altrui.
Chi potrebbe mai biasimarti?
Però non posso neanche giustificarti. Perché io ho bisogno
di te, ne avevo prima e ora le cose non sono cambiate.
So che non eri mia madre, ma era come se lo fossi. Un legame
è pur sempre un legame, non è il sangue a renderlo autentico.
Everyone is
changing
There's no one
left that's real
So make up your
own ending
And let me know
just how you feel
Cause I am lost
without you
I cannot live at
all
My whole world
surrounds you
I stumble then I
crawl
E mentre tutti cambiavano, durante questi anni, tu rimanevi
indietro.
E io non sono riuscita ad aiutarti, a sorreggerti, a capire
come ti sentivi davvero.
Interiorizzavi il tuo dolore, è vero, ma la musica che amavi
ne parlava, urlava al tuo posto perché tu non piangevi mai.
Sento che non potrò più vivere del tutto come prima, sei
stata la mia prima, grande, vera perdita.
Ma so che dovrò vivere anche per te, sono quelle frasi fatte
che si dicono. Solo che da pronunciare le parole sono semplici, a volte, ma non
da mettere in pratica.
Mi guardo attorno, mi distraggo, faccio qualsiasi cosa, ma
c’è sempre un’ombra incastrata nel mio finto buonumore.
And you could be
my someone
You could be my
scene
You know that I
will save you
From all of the
unclean
I wonder what
you're doing
I wonder where you
are
There's oceans in
between us
But that's not
very far
Magari!
Magari ti avessi davvero potuto salvare da tutto ciò che
sporcava la tua bontà e la persona che eri…
Ironico, illusorio, pensare di poter essere davvero capace
di aiutare qualcuno.
Poi succede l’inevitabile e non è così, certo che non è
così.
Penso a cosa fai, a dove sei, a come ti senti ora.
Forse stai meglio, lo spero, spero che tu stia ridendo come
rido io quando ricordo i nostri momenti più divertenti.
E spero che un giorno tu possa portar via da me questo
dolore, questo senso di vuoto che mi accompagna anche quando sono convinta di
non pensarti.
Can you take it
all away?
Can you take it
all away?
Well you shoved it
in my face
This pain you gave
to me
Can you take it
all away?
Can you take it
all away?
Well you shoved it
in my face
This pain you gave
to me
Sparirà un giorno quest’insensato disorientamento?
Penso a cosa faremo insieme quando ci rivedremo, poi mi
correggo: non ci rivedremo.
Nessuno mi ha detto cosa pensavi, perché nessuno lo sapeva.
Nessuno ha saputo consigliarmi cosa dirti, perché nessuno lo
sapeva e non sarebbe servito rivolgerti parole sbagliate.
Tutti ti hanno giudicato, tutti hanno cercato di instradarti
con i loro discorsi, ma nessuno ti ha mai capito davvero.
Nessuno ha mai visto il dolore dietro i tuoi gesti, nemmeno
io.
Solo adesso pian piano la consapevolezza mi sta crollando
addosso, solo ora che rileggo questi testi e vedo il tuo riflesso in ogni
sillaba.
Nobody told me
what you thought
Nobody told me
what to say
Everyone showed
you where to turn
Told you when to
run away
Nobody told you
where to hide
Nobody told you
what to say
Everyone showed
you where to turn
Showed you when to
run away
Hai cercato di nasconderti, di nascondere cosa provavi.
Lo hai fatto per tutta la vita.
Si intravedevano i tuoi sentimenti, ma era impossibile
prenderti tra le braccia e portarti via.
Ti mostravi forte, sfacciata, infinitamente consapevole e
sicura di te.
Ma eri fragile, debole, incapace di aggrapparti davvero a
chi ti amava per ricominciare a vivere.
O per cominciare a farlo per la prima volta.
Forse non ti bastava essere amata, volevi soltanto essere
capita.
E nessuno – nemmeno io – ci è riuscito, a capirti.
Quelle canzoni gridavano, lasciavano intendere quanto avessi
bisogno di aiuto.
«Mi piace troppo questa canzone!»
Lo esclamavi con noncuranza, ma se solo io avessi letto tra
le righe, se solo tutti lo avessero fatto.
Avremmo sentito la tua voce sussurrare: «Qualcuno può
portare via da me il dolore che la vita mi ha dato?»
Can you take it
all away?
Can you take it
all away?
Well you shoved it
in my face
This pain you gave
to me
Can you take it
all away?
Can you take it
all away?
Well you shoved it
in my face
This pain you gave
to me
La vita ti ha voltato le spalle, la tua famiglia ti ha
voltato le spalle.
Allora ti sei rimboccata le maniche e hai lottato finché hai
potuto contro chi ti ha fatto star male con indifferenza e cattiveria gratuita,
contro chi si è approfittato della tua bontà.
This pain you gave
to me
This pain you gave
to me
Poi loro hanno vinto, e tu hai lasciato il campo di
battaglia.
Il dolore ti ha preso e ti ha portato via, perché nessuno è
stato capace di portarlo via da te.
You take it all
You take it all
away...
This pain you gave
to me
You take it all
away
This pain you gave
to me
Take it all away
This pain you gave
to me
Hai preso il dolore e l’hai portato via con te, ma hai
lasciato il mio.
Il mio che pulsa perché tu non ci sei più e non potrò più
sperare che tu vinca quell’infinita battaglia.
Ogni volta che ascoltavamo Blurry era un piacere, ho
iniziato ad apprezzarla grazie a te.
So che la tua immagine si farà sempre più sfocata nel
corso degli anni, ma farò di tutto per mantenere i ricordi vividi.
Non potrei mai dimenticarti, non potrò mai smettere di
pensare a te nel sentire questa o quella canzone.
La musica è una delle tante cose che ci hanno unito, anche
se non sempre eravamo d’accordo.
Ma è la musica che ti è stata fedele durante la tua lotta,
l’unica in grado di scavarti dentro e comprenderti davvero.
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Capitolo 2 *** Urlando contro il cielo ***
«Mi ricorderò sempre di quando sono andata a sentire
Ligabue…»
«Davvero ci sei andata? Io non l’avrei sopportato!»
«A me piace da sempre!»
Come vedi sono
qua:
monta su,
non ci avranno
finché questo
cuore non creperà
di ruggine, di
botte o di età.
Non credo che riuscirò ad apprezzare mai Ligabue, non fa
proprio per me.
Ma il tuo entusiasmo quando parlavi di quel concerto e di
quelle canzoni lo ricordo eccome.
Sorrido perché riuscivi a trovare te stessa in ogni genere
di musica, in ogni testo, in ogni voce particolare.
Uno schiaffo morale, una positività così grande era insita
in te anche se la vita ti ha messo a dura prova.
Poteva esistere qualcosa di bello, per te è esistito quando
eri giovane e, nonostante colei che ti ha messo al mondo ti abbia strappato dal
luogo che più ti piaceva, hai cercato di ripartire con ciò che avevi.
Facevi amicizia facilmente, così aperta e spontanea, così
divertente e ironica.
Sei entrata nella classe di una scuola che non avevi scelto
e ti sei accorta subito che c’era una tizia che ti stava antipatica.
Tu stavi antipatica a lei, la cosa era reciproca.
Per alcuni giorni vi siete guardate in cagnesco, poi avete
capito che non aveva senso fingere di non essere già parte l’una dell’altra.
C’è una notte
tiepida
e un vecchio blues
da fare insieme,
in qualche posto
accosterò
e quella là sarà
la nostra casa,
ma credo che
meriti di più
e intanto son qua
io
e ti offro di
ballarci su:
È una canzone di
cent’anni almeno.
Urlando contro il cielo.
Insieme avete affrontato tutto, avete condiviso tutto, avete
lottato contro tutto.
Primi amori, genitori bigotti, feste in discoteca, ragazzi
che neanche vi piacevano tanto.
Non hai mai creduto nel vero amore, disillusa proprio come
me.
Non ci hai creduto perché non lo hai mai provato, proprio
come me.
Ma speravi e ti auguravi che per gli altri potesse esistere,
in questo siamo diverse.
Il tuo non era cinismo, era realismo.
Ma nell’amicizia, oh, in quella ci credevi eccome. Per la
tua amica avresti fatto di tutto e lei avrebbe fatto di tutto per te.
Niente è stato in grado di separarvi, nemmeno i vostri
matrimoni, le disavventure, i mesi trascorsi lontane.
Niente vi ha spezzato, siete rimaste anime gemelle fino alla
fine.
Avete ballato e lottato insieme, avete riso spensierate da
giovani e riso per sdrammatizzare da adulte.
Avete cresciuto l’una le figlie dell’altra come fossero
vostre.
Vi siete sempre capite senza parlare, e avete anche parlato
senza capirvi, per poi scoppiare a ridere e ricominciare da capo.
Non saremo delle
star
ma siam noi, in
questi giorni
fatti di ore
andate per
un week-end
e un futuro che
non c’è.
Avreste potuto avere un futuro diverso, riprendere davvero
in mano la vostra vita e darle una svolta.
Ma siete rimaste voi, sempre voi, l’una per l’altra.
Le scelte fatte si sono rivelate sbagliate, a volte, ma
senza queste scelte io non sarei qui e non ti avrei avuto nella mia vita.
Quella tizia che non sopportavi durante i primi giorni di
scuola era mia madre.
Lei mi ha permesso di conoscerti, di apprezzarti, di volerti
bene come se anche tu fossi parte integrante della mia famiglia.
Non si può sempre
perdere
per cui
giochiamoci
certe luci non
puoi spegnerle.
Se è un purgatorio
è nostro
per lo meno.
Urlando contro il
cielo.
Avete lottato insieme, vinto molte battaglie e perso altre.
Ma sempre insieme, unite, come anime gemelle inscindibili.
Un po’ vi invidio, non posso negarlo: io non ho qualcuno di
così speciale al mio fianco, non so se lo avrò mai. Il tempo per stringere legami
indissolubili sembra passato da un pezzo.
Qualunque cosa vi siete guadagnata, l’avete ottenuta perché
ci siete sempre state l’una per l’altra.
Sorrido a pensarci, sorrido perché voi due eravate davvero
una cosa sola.
È così che vi ho sempre visto, è così che continuerò a
vedervi.
Continuerò a sentirmi un po’ tua figlia, continuerò a
pensare a te che vorresti ancora urlare contro il cielo e combattere.
So che lo vorresti, so che vorresti ancora essere qui, se
solo tu ce l’avessi fatta.
Qui, insieme alla tizia che conoscesti alle superiori,
l’amica di una vita che è stata la tua metà indiscussa.
So che lo vorresti, in fondo l’ho sempre saputo; so che eri
positiva, in fin dei conti speravi fino all’ultimo che le cose si
aggiustassero.
Vorrei essere riuscita a stringerti prima di perderti per
sempre.
Vorrei che ce ne fosse stata l’occasione, senza distanze
imposte, senza restrizioni dettate da un altro mostro più grande di noi.
Fantasmi sulla
A14.
Dai finestrini
passa odor di mare,
diesel, merda, morte
e vita.
Il patto è
stringersi di più
prima di perderci.
Ricordo i giri in macchina con te, quando inveivi contro i
pedoni imprudenti e imprecavi contro il finestrino che non potevi chiudere.
Ricordo tutti quei momenti con la pioggia e con il sole, sui
sedili di quella vecchia macchina passata per chissà quante mani.
Io e te che cantavamo a squarciagola e tu che guidavi con
prudenza.
Forse lassù ci sentivano cantare, forse qualcuno ci avrebbe
preso per pazze se ci avesse guardato con occhio critico, dall’esterno.
Non ci siamo mai definite normali, non ci piacevano le
convenzioni.
Forse ci sentono
lassù.
È un po’ come
sputare via il veleno.
Urlando contro il
cielo.
Cantare ci permetteva di sfogarci, a me ha sempre fatto
bene.
Come dice Ligabue: «Un po’ come sputare via il veleno».
Quello che avevi dentro, lo riversavi nella musica che amavi
ascoltare, nei testi che amavi analizzare e comprendere.
Ci siamo perse ora, io ti ho perso, ma in realtà non mi
abbandonerai mai.
E io non abbandonerò mai il tuo ricordo.
I racconti di quando eri giovane, di quando a te e mia madre
capitava di tutto e allora ridevate, vi sfogavate, vi divertivate e vi
supportavate a vicenda.
«Con chi sei andata al concerto di Ligabue?»
«Da sola. Ho preso la macchina e sono andata.»
«E com’era?»
«Bravissimo. Mi è sempre piaciuto, lo sai, no?»
«Io non l’avrei sopportato!»
«Io sì.»
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