BAD ENDS- Jumin's Route (Binary Story)

di Stillintoyou
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** BAD END 1 (Scappa durante la notte) ***
Capitolo 2: *** BAD END 2 (Convinci Jumin a lasciarti andare) ***



Capitolo 1
*** BAD END 1 (Scappa durante la notte) ***


‹‹ so benissimo come ti senti... okay? Lo capisco... ma Jumin, devi lasciarmi andare. Te lo prometto... non sparirò. Rimarrò con te. Con te e basta ›› parlavo, ma era come se non fossi io a farlo. Sudavo freddo.

L'uomo, con uno sguardo tagliente, diede un secondo colpo al muro. Quasi sentii il rumore delle sue ossa sbattere contro la superficie alle mie spalle ‹‹ e perché mai dovrei crederti, a questo punto? Ti senti oppressa, mh? In gabbia. Rinchiusa... in questa immensa, lussuosa gabbia? ›› il suo tono di voce, lentamente, scemava dalla rabbia al rancore.

‹‹ Jumin... ›› mormorai, ancora, accarezzandolo una seconda volta ‹‹ un po' sì... a dire il vero, ma voglio solo tornare a casa mia. Ma solo per il party. Sarò sempre qui con te ››

‹‹ Certo ›› sorrise in modo sarcastico.

E in quel momento... solo in quel momento, un'idea sbagliata, che sinceramente mi ferì nel profondo, barcollò nella mia testa.

Storsi le labbra e quasi tremai nel dirlo

‹‹ Non... sono un rimpiazzo per Elizabeth, vero? Non mi vuoi tenere qui solo per questo... vero? ››

‹‹ Cosa? ››

‹‹ Non è questo che avrei voluto in una relazione... ››

relazione?

‹‹ Relazione? ›› ripeté il mio stesso pensiero.

Come diavolo mi è balzata in testa una cosa simile?

‹‹ Non è questo che volevi? Beh, questo mi rende molto triste ››

‹‹ Quindi è vero...? ››

‹‹ Ovvio che no, so benissimo che sei umana e non un gatto, Anju ›› il pollice della sua mano sfiorò le mie labbra. Un tocco delicato, quasi impercettibile ‹‹ ma presto realizzerai che la tua più grande felicità sarà stare al mio fianco ››

Spostai la sua mano.

Sì.

Tutto questo era sbagliato.

‹‹ Penso che questo non sia corretto... Jumin, ti prego, fammi andare a casa ››

Un alto colpo al muro.

‹‹ Non capisco perché mi stai rifiutando ››

‹‹ Jumin, sei davvero troppo vicino, mi stai mettendo a disagio adesso ››

No, mi stava solo spaventando.

Poi, come se avesse realizzato di star commettendo un errore, il suo sguardo, da tagliente che era, diventò calmo e pacato ‹‹ Oh... Dio, scusa, non volevo bloccarti la strada o spaventarti ›› si spostò di colpo, poggiandosi la mano sulla fronte ‹‹ scusami, non volevo sorprenderti fino a questo punto ››

mi sentivo tremare, ma cercai di evitare il più possibile di darlo a vedere. Mi strinsi nelle spalle.

Lui evitava completamente il contatto visivo.

‹‹ Rimarrò ›› dissi, poco convinta ‹‹ fino a quando non starai evidentemente meglio... e più calmo. Penso sia meglio per te... per me, e per noi ››

‹‹ Sono felice che tu lo abbia capito, alla fine è servito a qualcosa. Ti chiedo scusa per averti bloccato di nuovo la strada ››

‹‹ Sì... ››

‹‹ Voglio che tu ti senta al sicuro. Anche perché non avrai modo di uscire da qui senza il mio consenso ››

‹‹ Cioè? ››

‹‹ Cioè che tra poco farò cambiare la serratura dell'appartamento che ho comprato. Lo avrei fatto comunque, dal momento in cui voglio che tu stia al sicuro il più possibile, ma avrai le chiavi solo quando sarò sicuro che tu, effettivamente, starai al sicuro e non vorrai abbandonare questa casa ››

‹‹ Ma... Jumin, e se Haruka dovesse tornare? ››

‹‹ Se Haruka dovesse tornare e trovasse la porta di casa chiusa, semplicemente, cercherebbe di venire qui. Non troviamo scuse banali per qualcosa di cui sappiamo già la risposta ››

A quel punto, allora, riportò l'attenzione su di me.

Il suo sguardo era tornato quello pacato e tranquillo di sempre.

Prese il mio viso tra le mani, poi dolcemente, depositò un bacio sulla mia fronte.

‹‹ Voglio solo che tu stia al sicuro al mio fianco. Posso darti tutto ciò che voglio ››

Quindi... ero come un topo in trappola. La trappola più lussuosa del mondo.

Una cupola dorata... ma pur sempre chiusa tra delle mura che non sentivo nemmeno mie.

 

La serata fu silenziosa.

La cena fu particolarmente silenziosa.

Jumin sembrava essere particolarmente rilassato, dopo aver provveduto a far cambiare la serratura.

La chat era tranquilla, per lo standard di ricerca.

Eppure...

 

Anju

Luciel... ti disturbo?

 

Luciel non si faceva sentire da fin troppo tempo.

Mi mancava poter sollevare lo sguardo verso la videocamera e “guardarlo” in quel modo.

Mi mancava la sua voce.

Mi mancava la sua presenza.

E tutto questo... lo sentivo sbagliato.

Ero seduta sulla sedia del tavolo, mentre Jumin scorreva distrattamente il dito sullo schermo del telefono, sbuffando.

‹‹ C'è qualcosa che ti turba? ››

‹‹ Sarah ›› disse tranquillamente ‹‹ sento come se lei avesse a che fare qualcosa con la sparizione del gatto. Ed ho paura che possa fare del male anche a te ››

‹‹ Chi è Sarah? ››

‹‹ Non te l'ho mai nominata, vero? ›› alzò appena gli occhi verso di me, prendendo poi il bicchiere di vino di fronte a sé ‹‹ è il nome della donna che mio padre vuole che sposi ››

‹‹ Capisco ›› dissi, sentendo una morsa la petto. Gelosia.

Deglutii, poi, scuotendo la testa ‹‹ Elizabeth è scappata solo per una nostra svista, dubito fortemente che Sarah c'entri qualcosa ››

‹‹ Vero, è scappata per colpa mia ›› marcò particolarmente il “mia” ‹‹ ma questo non significa che lei non possa aver fatto in modo che la gatta sparisse dalla nostra vista ››

‹‹ Cioè? ›› il mio sguardo cadde sulla barra delle notifiche.

Luciel aveva risposto.

‹‹ Cioè che lei, magari, l'abbia trovata prima di noi e abbia fatto in modo che sparisse. Magari l'ha uccisa, chi sa ›› diede un sorso fin troppo grande, finendo così il vino all'interno del bicchiere

‹‹ Dio, ti prego, Jumin, non pensare a queste cose ››

‹‹ Vorrei non farlo, ma da realista penso ad ogni singola possibilità. La possibilità che Elizabeth sia morta, comunque, c'è ››

Forse non stava parlando Jumin. Forse era il vino.

Annuii, abbassando lo sguardo ‹‹ Beh... io voglio sperare di no ››

‹‹ Perché tu sei troppo buona, Anju ›› si alzò dal tavolo, venendo nella mia direzione ‹‹ ed è anche per questo che voglio tenerti al mio fianco e non voglio che tu te ne vada via da me. Mai. ›› mi accarezzò la guancia.

Non so perché, ma rabbrividì in un modo poco piacevole.

‹‹ Vado a fare la doccia, se non ti dispiace ››

‹‹ Vai, tranquillo... io aspetterò ››

‹‹ Se vuoi farla anche tu, comunque, sappi che l'impianto non è comunicante, quindi puoi farla ››

‹‹ Preferisco aspettare, ho appena finito di mangiare ››

Preferivo rispondere a Seven.

Lui sorrise, annuendo, poi, finalmente, andò in bagno.

707

Ehi, Kitty.

No, figurati. Scusami, la ricerca di

Elly sta concentrando tutte le mie energie

 

707

Ma non mi sono ovviamente scordato

della gattina più bella.

Quindi ora mi dedicherò a te.

 

707

Dimmi pure, è successo qualcosa?

L'hacker?

 

Anju

Voglio andarmene da casa di Jumin

 

Anju

Voglio tornare a casa mia

 

707

Dillo a Jumin, no?

 

Anju

Non vuole lasciarmi andare... l'appartamento

che ha comprato è inaccessibile, e ha detto

chiaro e tondo che non avrò modo di uscire

da qui.

 

707

Perché?

 

707

Oltretutto il party sarà tra meno di due giorni.

Tu hai il diritto di tornare a casa, se vuoi.

Vuoi che ci parli io? Vuoi che ti venga a prendere?

 

Anju

So benissimo che il party è tra poco... è uno

dei motivi per cui voglio tornare a casa.

Nell'appartamento di Rika...

Non m'interessa se l'hacker è sulle mie tracce.

Sì, è spaventoso, ma... sempre meglio che sentirmi

in gabbia in questo posto.

 

Anju

Sono disposta anche a non tornare lì, ma comunque...

qualsiasi posto sarebbe meglio che stare qui.

 

707

… Jumin ti ha fatto qualcosa?

 

Jumin mi aveva fatto qualcosa?

Presi del tempo prima di rispondergli.

No.

Jumin non mi aveva fatto niente... aveva solo preso a pugni la parete dietro di me.

Ma era il caso di dirlo a Luciel?

 

Anju

No.

Ti prego... voglio sono andare via...

Aiutami...

Jumin è strano... è come se fossi

diventata il centro della sua ossessione...

da quando manca Elizabeth the 3rd...

mi spaventa

 

707

Pensi che riusciresti ad evadere di notte?

 

Anju

Di nascosto...?

 

707

Di nascosto.

Vedi altre soluzioni?

 

Anju

Mi sentirò in colpa a vita e lui probabilmente

non mi parlerà mai più...

 

 

Ma questo... mi importava davvero?

La libertà...

Avrei sofferto un po', ma...

Più pensavo alle sue parole, più sentivo che questa relazione, se così poteva definirsi, sarebbe diventata tossica.

Non volevo essere un suo giocattolo.

Non volevo essere la sua bambola.

Non volevo essere un rimpiazzo di un gatto.

 

Anju

Ma va bene...

Solo che non penso potrò uscire dalla porta principale.

Ci sono le guardie... dubito che potrò uscire così facilmente.

Penso vivamente che Jumin le abbia avvisate di non farmi

passare.

È fin troppo sicuro che non riuscirò ad uscire di qui.

 

707

Passeremo dal tetto... so che non hai un ottima esperienza

con chi vuole portarti via da sopra un tetto, ma non abbiamo

molte altre scelte.

 

707

Per un po' di tempo... starai da me, poi provvederò a

riportarti all'appartamento, se per te non è un problema.

 

Anju

Va benissimo... ma non pensi che Jumin si arrabbierà con

te?

 

707

Sono piuttosto abituato a farmi odiare, non preoccuparti.

 

707

Tieniti pronta sul balcone.

Alle 4 e mezza di mattina sarò lì.

 

707

Non correremo nessun rischio.

 

Non sapevo perché Seven volesse arrivare a tanto, né tanto meno ero sicura di come avrebbe fatto, ma sembrava saper bene cosa e come fare.

Non impazzivo nemmeno all'idea di dover uscire da una finestra... eppure, dopo essere andata a dormire con Jumin (dormire per modo di dire, rimasi sveglia come un gufo), alle 3 e un quarto del mattino mi affrettai ad uscire dalla stanza nel modo più silenzioso possibile.

Infilai dei pantaloni ed una maglietta comoda, facendo sempre attenzione a non svegliare Jumin.

Poi, uscii dalla stanza ed andai in balcone, reggendo saldamente in mano il telefono.

Fissai la chat.

Erano le 3 e mezza.

Picchiettai lo schermo del telefono.

Ebbe un piccolo freeze, ma pensai subito fosse causato dal freddo nell'aria.

Eppure.

La schermata, poco dopo, diventò nera e piena di numeri.

Poi un messaggio comparve al centro della schermata.

 

Unknown

Guarda giù.

 

Così feci.

Guardai giù.

Lui.

Capelli bianchi. Aria angelica.

Accanto a lui, Haruka.

Sguardo perso, occhi brillanti e verdi come i suoi.

Un altro freeze nel telefono.

 

Unknown

Vieni con noi. Con me. Ti porterò

al paradiso.

 

Poi, forse, nel guardare di nuovo giù e nel vedere il ragazzo aprire le braccia, con un sorriso palese seppure indossasse la maschera, mi sporsi troppo.

Il mio corpo non era mai stato così leggero. Il vuoto d'aria nella caduta. Eppure... non ero spaventata, forse per il ragazzo giù.

Forse per Haruka...

 

Forse perché mi svegliai di soprassalto.

Il mio cuore batteva fortissimo, ma nel vedere che ore fossero, mi affrettai a vestirmi.

Evitai caldamente i vestiti che avevo sognato e, invece, decisi di mettere l'abito indossato a cena.

Tutto, comunque, molto silenziosamente.

Mi avviai al balcone. Luciel era già poggiato sulla ringhiera. Indossava un imbragatura e, intanto, ne reggeva un'altra vuota.

Vedendomi, mi rivolse un sorriso enorme. Uscita nel balcone, mi sistemai una ciocca dietro l'orecchio, nervosa dalla sua presenza.

Ero libera, quindi?

‹‹ Pronta? ›› disse lui, porgendomi l'imbragatura ‹‹ riesci a metterla da sola? ››

‹‹ Dovrei ›› dissi, prendendola e cercando di capire come si dovesse sistemare quell'affare ‹‹ dii, piuttosto... come andremo via, una volta sul tetto? ››

‹‹ Di questo non ti devi preoccupare ›› rispose, mentre iniziavo a sistemarmi quella cosa ‹‹ ci ha pensato Vanderwood ››

‹‹ Vanderwood? ››

‹‹ La cameriera ››

cameriera tuttofare, quindi...

 

Poi, non so perché.

Non so come. Fu questione di qualche attimo.

La porta di ingresso venne praticamente sfondata.

Jumin fu sulla soglia della porta del balcone, con gli occhi spalancati.

Grida.

Luciel che fece per afferrarmi il polso.

La guardia che gli sparò alla mano, mentre un altra cercò di correrci incontro.

Forse persi l'equilibrio per evitare lo sparo.

Forse la pallottola colpì me.

Forse fui spinta.

Non lo so.

Ma la sensazione della caduta non era per niente uguale a quella del sogno.

Giù, non c'era un angelo bianco ad attendermi.

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Capitolo 2
*** BAD END 2 (Convinci Jumin a lasciarti andare) ***


‹‹ so benissimo come ti senti... okay? Lo capisco... ma Jumin, devi lasciarmi andare. Te lo prometto... non sparirò. Rimarrò con te. Con te e basta ›› parlavo, ma era come se non fossi io a farlo. Sudavo freddo.

L'uomo, con uno sguardo tagliente, diede un secondo colpo al muro. Quasi sentii il rumore delle sue ossa sbattere contro la superficie alle mie spalle ‹‹ e perché mai dovrei crederti, a questo punto? Ti senti oppressa, mh? In gabbia. Rinchiusa... in questa immensa, lussuosa gabbia? ›› il suo tono di voce, lentamente, scemava dalla rabbia al rancore.

‹‹ Jumin... ›› mormorai, ancora, accarezzandolo una seconda volta. Sentivo di dover pesare le parole... di fare attenzione. Sentivo un enorme campanello d'allarme.

Oppressa? Mi sentivo oppressa? Era questa la parola giusta...? ‹‹ No... non mi sento oppressa... mi sento solo un po' strana... voglio tornare a casa mia. Voglio concludere il mio lavoro come moderatrice del party... poi, se mi vorrai ancora, tornerò qui da te ››

‹‹ Da me... qui? ››

Annuii. Il suo viso si fece più vicino.

‹‹ Anche Elizabeth sarebbe dovuta rimanere qui con me ››

‹‹ Sì, Jumin... ma io non sono Elizabeth. Io tornerò sempre da te ››

Jumin annuì, come se avesse preso coscienza di qualcosa ‹‹ Lo so... ››

‹‹ Se non dovessimo trovare Elizabeth the 3rd …. diciamo che potrai considerarmi un po' come se fossi lei, okay? Senza peli bianchi e occhi azzurri, dovrai accontenti ››

‹‹ Sei decisamente molto meglio di Elizabeth. La nostra relazione è decisamente oltre quella mia e di Elizabeth, che era un semplice rapporto animale - padrone ››

accennai un sorriso. Questo era decisamente rincuorante. Non volevo essere paragonata seriamente al gatto.

Il pollice della sua mano sfiorò le mie labbra. Un tocco delicato, quasi impercettibile, ma uno sguardo che era carico di improvviso desiderio... come se volesse mangiarmi con gli occhi. Era come se, seriamente, mi stesse spogliando con gli occhi ‹‹ ma presto realizzerai che la tua più grande felicità sarà stare al mio fianco ›› aggiunse ‹‹ motivo per cui, mi dispiace, ma non ti lascerò andare per nessuna ragione al mondo. Ho bisogno di te... quanto tu hai bisogno di me. Perché... averti qui, mi ha fatto capire che posso amare anche io, e che a questo mondo, infondo, esiste qualcuno che può capirmi e amarmi per ciò che sono ››

Io... seriamente, volevo andare a casa.

Eppure mi sentivo fermata da lui.

Le sue parole risuonavano come ipnotiche

‹‹ Resta con me, Anju... e ti farò sentire la donna più fortunata del mondo ››

C'era qualcosa che potevo fare?

Volevo seriamente andare?

Sì... volevo... però....

‹‹ Va bene... starò qui.... so che tu mi proteggerai ››

‹‹ È un sollievo ›› si spostò delicatamente, arretrando di qualche passo ‹‹ mi piace vedere che siamo sulla stessa linea di pensiero... sono felice che tu l'abbia capito. Al mio fianco. È decisamente questo il posto più sicuro ››

Al suo fianco...

‹‹ Hai ragione ›› ero come ipnotizzata, di colpo.

C'era qualcosa di sbagliato.

Ma qualcosa che mi teneva anche ferma.

‹‹ Farò tutto ciò che posso fare per farsì che tu stia sempre al sicuro ›› aggiunse ‹‹ e per non farti mai sentire sola o trascurata.

Tutto questo solo per averti per sempre accanto a me... capisci cosa intendo? ››

‹‹ Va bene.... fallo, così che io non possa mai scappare da te anche se volessi ››

Accenno un sorriso all'angolo delle labbra ‹‹ se è questo quello che vuoi... ››

Come se non ne avesse già una voglia matta.

Poggiò una mano sul suo mento, assumendo un espressione pensierosa ‹‹ preparerò tutto al meglio. I migliori oggetti, materiali... tutto per renderti una mia “prigioniera”. Solo al pensiero di vederti rinchiusa mi fa sentire così.... ›› i suoi occhi brillavano. Non avevo mai visto Jumin sorridere in quel modo così... perverso. Non sembrava nemmeno lui. ‹‹ Dio. Sarai così bella... ››

‹‹ Cosa hai in mente, Jumin? ››

Girò gli occhi nella mia direzione. Poi, delicatamente, con una mano seguì la linea del mio corpo fino ad arrivare alla vita ‹‹ Tu guardami... ascoltami... parlami... ma solo a me. Devo esserci solo io nella tua testa... nel tuo cuore. Solo io. Nessuno al di fuori di me ›› avevo dei dolcissimi brividi che percorrevano la mia schiena. Avevo una voglia matta di baciarlo.

‹‹ Questo può sembrare strano, detto così e ora, ma... ci farai l'abitudine. Promesso ›› come se avesse letto nella mia mente, pochi attimi dopo le sue labbra furono sulle mie, in un bacio rapido e delicato ‹‹ non voglio trattenere le mie emozioni e la sincera voglia di farti mia. Sopratutto nel sentire che i nostri sentimenti sono così coordinati... ››

arrossii, ma ero totalmente alienata dalle sue parole, ed il rossore fu l'ultimo dei miei problemi.

‹‹ Finché questi sentimenti saranno così uniti, continuerò a farti mia. Ancora... ancora... e ancora... fino a quando non perderai coscienza di te stessa. Ma voglio che tu guardi solo me ››

 

 

Poi... fu come se effettivamente persi coscienza.

Il telefono squillò per un bel po', ma io non risposi nemmeno una volta.

Quanto tempo passò... non era un problema.

Il vestito che Jumin mi fece indossare rappresentava ogni singola sua perversione. Le manette ai polsi, alle caviglie, lui senza maglietta di fronte a me che reggeva un frustino ed i suoi occhi desiderosi.

‹‹ Questo ti sta d'incanto. Anche la tua espressione... Dio, sei così bella ›› nonostante fossimo sul letto da un paio di ore, Jumin non mi aveva dato il permesso di rimuovere né il collare al collo né le scarpe con i tacchi.

Il vestito era bianco... come il manto di Elizabeth.... il collare era estremamente simile al suo.

Collare e scarpe avevano un gps che gli permetteva di rintracciarmi ovunque fossi.

Eppure.. anche se tutto questo sembrava terribilmente pieno di oppressione, ero felice di vedere la sua espressione soddisfatta, il suo sguardo solo per me.

Non era perché non si fidava di me... ma degli altri, e di sé stesso.

Non voleva perdermi.

Non volevo perderlo.

‹‹ Non ti abbandonerò mai ›› fu ciò che disse, mentre con la punta del frustino sfiorava la mia gamba ‹‹ e non dimenticare che ti ho amata sin dal momento in cui hai deciso di diventare mia... e di entrare nella mia vita ››

in modo egoistico, non fui mai così tanto felice della sparizione di Haruka.

‹‹ Non dimenticare ›› disse, chinandosi su di me. Le labbra a pochi centimetri dalle mie, mentre la sua mano sinistra stringeva la mia coscia ‹‹ noi siamo innamorati ››

‹‹ Lo siamo? ››

‹‹ Lo siamo ››

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