Fairy tail: I figli della nuova generazione

di striscia_04
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITO 1: STORM FULLBUSTER ***
Capitolo 2: *** CAPITO 2: NASHI DRAGONIL ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3: REIKI FERNANDEZ ***



Capitolo 1
*** CAPITO 1: STORM FULLBUSTER ***


STORM FULLBUSTER
Era una tipica giornata invernale ed il cielo era completamente ricoperto da fitte nuvole nere che minacciavano da un momento  all'altro di scatenare un tremendo temporale. In una specifica casa nei pressi della città di Magnolia tre ragazzi stava osservando le nuvole con aria imbronciata. Il giovane dai capelli blu scuro rimirando per l'ennesima volta i nuvoloni si lasciò sfuggire un sospiro. Quel giorno sarebbe dovuto andare in missione con la sua squadra, ma poiché i suoi genitori erano partiti improvvisamente per una nuova missione gli avevano affidato la custodia della casa e dei suoi due fratellini minori. A Storm stare con i suoi fratelli non dispiaceva affatto adorava allenarsi con Rin per migliorare la sua magia dell'acqua e gli piaceva stare anche con sua sorella Sayla, nonostante la ragazza fosse una grande pettegola. Il problema però era quel giorno dopo la sua missione avrebbe voluto invitare la sua fidanzata Nashi Dragonil ad un appuntamento, i due stavano insieme da ormai due anni quel giorno era il loro anniversario. Storm emise un altro sospiro al solo pensiero che il giorno prima per preparare la sua sorpresa a Nashi aveva girato per tutta Magnolia per trovare tutti gli ingredienti e adesso avrebbe dovuto mangiare tutto lui. Il problema che era subentrato quel pomeriggio e gli aveva completamente rovinato i piani era stato quel brutto tempo che aveva costretto lui e la sua fidanzata a rimanere a casa a badare ai rispettivi fratellini, infatti per quanto Sayla fosse tranquilla e responsabile Rin non lo era affatto, aveva preso tutti i peggiori difetti da suo padre, come il non dare retta, lo spogliarsi e perdere in pubblico, problema che lo stesso Storm aveva faticato a perdere e soprattutto il suo fratellino ogni volta che vedeva il fratellino di Nashi cominciava con lui una lotta e avvolte, Storm credeva che lo facesse apposta per farlo arrabbiare, insieme all' “amico" dai capelli biondi scappava di casa per mettersi puntualmente nei guai, e quel giorno se lo avesse lasciato da solo il corvino era sicuro che il giovane pur di rovinargli l'appuntamento sarebbe scappato sotto la pioggia insieme a Nash Dragonil a compiere chissà quale marachella e dopo lui ne avrebbe pagato le conseguenze.
Così aveva rinunciato a invitare Nashi per poi pensare a che regalo fargli il giorno dopo sperando che la ragazza non fosse furiosa con lui temendo che si fosse dimenticato il loro anniversario di fidanzamento, il terzo sospiro uscì dalla sua bocca e ormai stanco di guardare fuori, osservò i suoi fratelli poi senza dire nulla si alzò si diresse verso la sua stanza al piano di sopra desideroso di dimenticare la pessima giornata appena trascorsa.
Sayla Fullbuster osservò suo fratello maggiore salire sconsolato al primo piano sapeva quanto ci teneva a all'appuntamento d'altronde lui e Nashi erano sempre stati insieme fin da piccola e lei vedeva la Dragonil come una sorellona, gli si spezzata il cuore a vedere suo fratello così abbattuto, guardò fuori dalla finestra desiderando che la pioggia che aveva appena iniziato a cadere sparisse, legati fuori di finestra c'erano delle piccole bamboline bianche che secondo le leggende facevano comparire il sole, Storm ne aveva fatte cinque, ma il suo desiderio non era stato realizzato.
Sayla guardò Rin che sorrideva allegro mentre giocava sul tavolo incurante dei sentimenti del suo fratellone, questo atteggiamento fece ribollire il sangue della giovane che stizzita disse al fratellino: “Certo che tu un briciolo di comprensione per il tuo povero fratellone potresti mostrarla!” L'altro sentita la frase smise di giocare e rivolse alla sorella uno sguardo infastidito per poi sputare: “Come se fosse colpa mia se piove! Forse è l'universo che dice a Storm di troncare con quell’ammasso di fiamme fastidiosa, ma lui è troppo stupido per capirlo!” In momenti come quelli Sayla avrebbe volentieri usato la sua magia del giacchio per congelare il fratello, ma poi si trattenne comprendendo l'inutilità del gesto.
Invece si mise a pensare spronata dagli schermi di Rin a far incontrare i due innamorati, lei sapeva benissimo che quello sciocco del suo fratellino non odiava veramente Nashi, semplicemente era il rivale del fratello della ragazza ed influenzato dalle parole del padre aveva covato un grande fastidio per la famiglia Dragonil e quando Storm aveva comunicato che si era fidanzato con Nashi lui l’aveva presa come loro padre, cioè sperava che da un momento all'altro la loro relazione finisse. Sayla sapeva benissimo che Rin non voleva veramente questo desiderava solo somigliare a suo padre e questo desiderio lo aveva portato a manifestare l'orgoglio paterno e a sfidarsi ogni cinque minuti con Nash Dragonil. 
Rin si rimise a giocare con stampato sul volto un grande broncio, mentre pensava a quello che gli aveva detto sua sorella, non era mica colpa sua se pioveva e i piani di Storm erano andati all'aria, non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce: se da un lato adorava il suo fratellone, così dotato ed incredibilmente forte, dall'altro Rin non poteva sopportarlo, era perfetto in tutto quello che faceva e agli occhi dei loro genitori era un vero genio, lui invece si sentiva un fallito, avevano la stessa magia, ereditata dalla loro madre e nonostante si impegnasse ogni singolo giorno nelle missioni davanti a quello che faceva Storm lui non valeva niente. D'altronde suo fratello era divenuto mago di classe S all’età di soli sette anni e da lì le sue capacità erano sempre migliorate, c'era chi sosteneva sarebbe divenuto, da lì a pochi anni il mago più forte della quarta generazione di Fairy tail. Quindi se da un lato Rin adorava il suo fantastico fratello dall'altro lo odiava ed invidiava, era per questo motivo che aveva deciso di seguire le orme del padre e si era esercitato per imparare la sua magia, ma non gli era bastato e così aveva deciso di assomigliare al padre anche nel carattere.
Per questo motivo non sopportava la famiglia Dragonil e sempre per questo motivo era felice che per una volta a suo fratello le cose andassero storte.
Storm era sdraiato sul suo letto aveva pensato che quella sera avrebbe potuto cucinare qualcosa lui poiché sapeva che i suoi genitori sarebbero tornati tardi quella sera e sicuramente non avrebbero avuto voglia di mettersi a cucinare, stava rimuginando su cosa preparare quando senti un tonfo sordo provenire dal piano di sotto, temendo il peggio corse a perdifiato verso le scale e senza prendersi la briga di scendere gli scalini spiccò un balzo e atterro sul pavimento del piano inferiore, giunto qui la sua attenzione fu attratta dalla porta di legno lasciata socchiusa che probabilmente aveva provocato il rumore, girando la testa verso sinistra vide che nel portaombrelli c'era solo il suo e intuendo in quel momento che i fratelli erano scappati si sentì una rabbia crescergli in corpo. Fuori intanto stava diluviando così il ragazzo aperto l'ombrello si diresse alla ricerca dei fuggiaschi, se avesse però fatto più attenzione e avesse ragionato, come di solito faceva, a mente lucida si sarebbe accorto dei due ragazzini nascosti non troppo bene dietro il mobile della cucina.
Infatti Sayla aveva i capelli azzurri cielo legati nella sua classica coda che però era sporta fuori dal muro, i pantaloni di Rin erano poco nascosti, i due avevano avuto tanta fortuna o per meglio dire Sayla aveva avuto fortuna, poiché la mente di quel piano scellerato che avrebbero messo in atto, era lei.
La ragazza aveva preso i due ombrelli e li aveva nascosti dietro un mobile, dopo di che aveva spalancato la porta e prima che Rin potesse dirle qualcosa gli aveva messo una mano sulla botta e lo aveva portato con forza a nascondersi dietro il muro, il ragazzino aveva opposto resistenza, ma la sorella non aveva allentato la presa e quando la porta aveva sbattuto per il vento tutto era andato secondo i suoi piani.
Rin stanco di essere tenuto in quella posizione attivò la sua magia e si trasformò in acqua sfuggendo finalmente dalla presa della sorella e quando tornò normale gli urlò: “Ma si può sapere che ti è preso! Cos'hai in quella testa, si può sapere perché l'hai fatto?” L'altra sfoggiando un sorriso malandrino rispose: “È semplice avevo bisogno che Storm se andasse di casa per preparare una sorpresa a lui e a Nashi! E mi serve il tuo aiuto per riuscirci!” Rin sentita questa affermazione scoppiò a ridere, scatenando la furia omicida della sorella, che subito lo guardò male. Il ragazzino vedendo l'espressione della ragazza smise di ridere e con aria seria rispose: “Scordati che io aiuti mio fratello a organizzare un regalo per quell'ammasso di fiamme!” L'altra aspettandosi tale risposta, sempre con quel sorriso stampato sul volto, disse: “Ma che peccato e io che credevo che tu volessi superare Storm!” Il ragazzino la guardò curioso e irritato al tempo stesso ed esortò sua sorella a continuare il discorso, lei senza farselo ripetere continuò: “Vedi Storm è sempre bravo in quasi tutto quello che fa eppure ha fallito nell'organizzare una semplice cena. Ora se tu mi aiuti ad organizzare questo regalo dimostrerai di essere migliore di lui almeno in questo.” Rin senza riflettere nemmeno un secondo, felice all'idea di dimostrarsi superiore a suo fratello e non rendendosi conto della trappola in cui stava cadendo accettò la proposta; così i due spartitosi equamente i compiti cominciarono ad organizzare una deliziosa cena a lume di candela.
Storm intanto correva a per di fiato sotto la pioggia senza avere una metà precisa dove dirigersi, ad un tratto stanco di correre si fermò ad un incrocio per riprendere fiato, mentre riposava la rabbia che lo aveva accecato poco prima era passata ed il ragazzo si sentiva uno stupido ad essere uscito di casa senza guardare se i due erano dentro, infondo mentre correva verso Magnolia non aveva notato alcun segno del passaggio dei fratelli. Deciso a tornare indietro fece per girarsi quando qualcosa gli si schiantò addosso. Storm riapri gli occhi gemendo pronto a mandare a quel paese chiunque gli fosse caduto sopra, ma quando vide che su di sé c'era una certa ragazza dai lunghi capelli rosa ed una sciarpa bianca legata al collo, non riuscì a trattenere il rossore che si formò sulle sue guance. Preoccupato chiamò la ragazza: “Ehi Nashi ti senti bene?” Lei sentitasi chiamare e riconoscendo la voce alzò la testa e guardò Storm, per un attimo i loro sguardi si incrociano e loro guance si arrossarono, poi la rosa si rianimò e disse: “Storm ma sei tu! MI dispiace scusami ti sono venuta addosso, mentre correvo per ripararmi dalla pioggia!” Il giovane sentendo quelle parole si riscosse e fulmineo afferrò l'ombrello a pochi centimetri da lui, per poi metterlo sulla testa di entrambi per riparare se stesso e Nashi. Dopo di che si alzò ed aiutò anche lei ad alzarsi, Nashi intanto incuriositasi gli chiese cosa ci faceva per strada con quel tempo e rispose che era andato a cercare i suoi fratelli, ma che ormai credeva gli avessero fatto uno scherzo, così stava per tornare indietro ad assicurarsene quando lei era arrivata.
Nashi sentendo che Sayla e Rin erano spariti afferrò immediatamente il braccio di Storm e corse trascinandosi dietro il ragazzo decisa a trovare i due dispersi. Storm provò a dirgli che probabilmente i due erano tranquilli a casa, ma lei non volle sentire ragioni, se c'era una cosa che la faceva preoccupare era non conoscere lo stato di salute dei propri compagni, e così stringendo con forza il braccio del fidanzato corse a perdifiato verso la casa del giovane.
Erano ormai arrivati a casa ed erano completamente fradici, ma la ragazza non se ne curò, entrò in casa e chiamò i due, non sentendo risposta anche Storm cominciò a preoccuparsi davvero. A un tratto i due sentirono un rumore provenire dal giardino sul retro e senza perdere tempo si diressero lì, giunti li videro Sayla e Rin impegnati a creare una piccola cupola di ghiaccio, e dell’unico buco presente nella cupola si poteva vedere un tavoli apparecchiato con un candelabro nel centro.
La voce adirata di Storm sovrastò il rumore della pioggia: “VOI DUE, AVETE LA PIÙ PALLIDA IDEA DI QUANTO MI ABBIATE FATTO PREOCCUPARE?! E SOPRATTUTTO PERCHÉCAVOLO LO AVETE FATTO È SOPRATTUTTO CHE COSA CAVOLO STATE FACENDO QUI SOTTO LA PIOGGIA!” I due si fermarono sia perché avevano sentito che in quel momento loro fratello era furioso, e quindi era meglio dargli una spiegazione, sia perché avevano appena finito di creare la cupola.
Rin si preparò a dire al fratello che era stata Sayla a costringerlo a fare quella cosa, quindi se c'era qualcuno da punire era lei, ma la ragazza previdente gli tappò la bocca con una mano e rivolgendosi ai due ragazzi più grandi che aspettavano una risposta disse: “Ma come Storm vergognarti oggi per voi due è un giorno molto importante, così visto che tu avevi tanto da fare nel prenderti cura di noi abbiamo deciso di aiutarti a preparare questa sorpresa per Nashi-san!” poi rivolgendosi alla ragazza disse: “Vedi come sono fatti gli uomini, tutti uguali avrai un bel po' da fare nel prenderti cura di mio fratello quando vi spostate.” L'ultima frase fece arrossire terribilmente i due che non riuscirono a controbattere.
Intanto Rin infastidito dall'imbarazzante discorso e dal silenzio che si era venuto a creare disse: “Ehi sentite se volete rimanere qui a prendervi un raffreddore fate pure, ma io mene vado in casa.” 
In condizioni normali Storm avrebbe punito tutti e due, ma visto l'impegno che ci avevano messo, soprattutto quello di Rin decise da lasciar perdere e fece entrare tutti in casa, i tre fratelli Fullbuster salirono a cambiarsi mentre Nashi usò la sua magia per asciugarsi i vestiti. Sceso di sotto Storm guardò la cupola di ghiaccio e respirando decise di non punire i suoi fratelli, vedendo invece Nashi sul suo volto si dipinse un largo sorriso e quando le fu vicino le disse: “Mi dispiace davvero tanto per averti coinvolto in questa storia. Sai i miei fratelli sono delle vere pesti anche se stavolta cercavano solo di aiutarmi.” La rosa sorrise allegramente e rispose: “Sta tranquillo li conosco e so come sono fatti. Sai una cosa si sono impegnati tanto per organizzare questa sorpresa che sarebbe un peccato rifiutare.” Così i due prendendosi per mano sotto un ombrello si diressero verso il giardino ed entrati nella cupola si sedettero e sollevarono il vassoio, ripieno del cibo cucinato da Storm il giorno prima, Nashi vedendo la succosa bistecca riversa sul piatto la addentò vorace, mentre Storm mangiava lentamente la sua.
Finito di mangiare i due cominciarono a parlare del più e del meno fino a quando non si resero conto che era molto tardi e Nashi fu costretta a tornare a casa ma non prima di aver ringraziato il suo fidanzato con un bacio, che fece diventare le facce di entrambi color peperone, e mentre dalla testa di Nashi usciva del vapore a Storm cominciarono  a congelarsi le gambe.
Intanto dalla finestra del piano di sopra Sayla e Rin guardavano la scena e la ragazza si fece scappare un’esclamazione: “Ah! Che bella cosa l'amore!” Rin non la pensava allo stesso modo, infatti davanti a quel bacio gli era venuto da vomitare e rivolgendosi alla sorella disse: “A me fa solo venir voglia di vomitare! Comunque mi hai ingannato e mi hai fatto organizzare il loro appuntamento! Sei proprio una strega!” L'altra troppo divertita dallo scherzo fatto al fratellino non badò neanche all’offesa lanciatagli anzi rispose ridendo: “Be non è mica colpa mia se sei così da farti manipolare così.” A Rin quest'ultima frase fece salire una rabbia stava per colpire la sorella, quando all'improvviso gli venne da starnutire, lei lo guardò sospettosa e mettendogli una mano sulla fronte disse che scottava e che si era preso la febbre.
Alla fine il povero Rin si ritrovò al letto con un tremendo raffreddore e furioso non volle mangiare niente quella sera, stava sdraiato nel suo letto quando qualcuno bussò alla sua porta, con il naso tappato e la gola catarrosa abbozzò un flebile “chi è" e subito dall'altra parte sentì la voce di Storm chiedere se poteva entrare, troppo stanco anche solo per mandare via il fratello lo fece entrare.
Storm si diresse verso il suo letto e si sedette accanto a lui chiedendo: “Come ti senti? Hai bisogno di qualcosa?” Rin stava per rispondergli che l'unica cosa che voleva era che lui sparisse dalla sua stanza, ma vedendo lo sguardo preoccupato di Storm represse la rabbia e scosse la testa. Il fratello lo osservò ancora un po' e disse: “Se hai bisogno di qualcosa chiamami.” Si diresse verso la porta e stava per andarsene quando si fermò e si voltò verso il fratello e disse: “Grazie Rin, tu e Sayla siete stati bravissimi! Io non sarei mai riuscito a preparare una cupola di ghiaccio così spessa stai diventando davvero forte Rin!” Il ragazzino sentendo provenire queste parole dalla bocca di suo fratello si sentì crescere un grande calore nel petto e cercando di non far notare quanto quelle parole lo avessero reso felice lo invitò a lasciare la stanza per riposare.
Nel suo letto Rin sorrise felice ed orgoglioso prima di addormentarsi, pensando che l'idea della sorella non era stata poi così male, intanto Storm sceso al pianterreno salutò i suoi genitori da poco rincasati e dopo avergli riferito che Rin dormiva andò a sedersi sul divano pronto a ricevere una sfuriata da sua madre per non aver badato ai suoi fratelli, ma il rimprovero non arrivò, infatti quella peste di Sayla aveva fatto leva sul lato romantico della madre e gli aveva spiegato la situazione è Juvia non sentendosela di rimproverare Storm per le sue questioni amorose, aveva convinto anche Gray a lasciar perdere per quella volta.
Così mentre Storm li guardava confuso i tre si avvicinarono e andarono a sedersi sul divano, ormai tutti stanchi per la faticosa giornata si diressero nelle loro rispettive camere, e mentre i due ragazzi andavano a dormire i loro genitori li guardavano divertenti, pensando che erano proprio una bella famiglia.

Nota d'autore: Salve a tutti stavolta sono tornata con fiction incentrata completamente sui personaggi della nuova generazione di Fairy tail o per meglio dire su come io mi immagino i personaggi questa nuova generazione. Ho deciso di scrivere capitoli autoconclusivi dove questi ragazzini affrontano i problemi della vita quotidiana. Se tutto andrà bene una volta finita questa fiction userò gli stessi personaggi per scrivere una storia completa.
Fino ad allora vi invito a recensione questi capitoli e a dirmi la vostra opinione, ancora una volta mi scuso in antico per eventuali errori di ortografia. Arrivederci e appresto. 

 



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Capitolo 2
*** CAPITO 2: NASHI DRAGONIL ***


NASHI DRAGONIL Nashi dormiva beata nel comodo letto quando una voce la chiamò dal piano di sotto, era sua madre Lucy che come ogni mattina si adoperava per farla alzare dal letto. La ragazzina però avendo trovato una posizione comoda, non voleva saperne di alzarsi ed ignorando i richiami della madre si girò dall'altra parte e comprensori fin sopra la testa con la coperta si addormentò. Non sapeva bene per quanto avesse dormito, ma sta di fatto che il secondo risveglio fu tremendo: stava giusto sognando che il suo Storm, in sella ad un cavallo bianco, venisse a prenderla per andare insieme chissà dove, quando qualcuno con tutta la delicatezza del mondo gli saltò addosso all'improvviso e gli urlò in un orecchio: “EHI PIGRONA, SVEGLIA! MAMMA TI STA CHIAMANDO DA MEZZ'ORA!” Nashi aprì gli occhi di scatto e si ritrovò sulla pancia un bambino dal capelli biondi appuntiti che la guardava con uno sguardo divertito, la giovane furiosa più che mai contrasse una mano e prima che il bimbo potesse fare qualcosa gli afferrò un bel gancio destro dritto in faccia, facendolo volare dal letto al pavimento. Nashi ancora adirata dopo avergli lanciato quel pugno gridò: “NASH, PICCOLA PESTE! QUANTE VOLTE TI HO DETTO DI NON SVEGLIARMI A QUEL MODO!” Il bimbo ritiratosi in piedi si massaggiò la guancia, che aveva assunto un colore rosso, poi voltandosi verso la sorella ancora seduta sul letto, estrasse dalla tasca dei pantaloni una chiave e gridò: “APRITI PORTALE DEL CANIS MINOR, NICOLA" La chiave si illuminò e apparve sul pavimento della stanza un esserino bianco con occhi neri ed un naso appuntito di colore arancione, contrassegnato da cinque strisce nere. Nashi vedendo l'esserino cominciò a ridere e tra una risata e l'altra cominciò a schernire il fratellino: “Sul serio tra tutti gli Spiriti Stellari hai evocato proprio Plue.” Ma commise un grande errore, perché mentre rideva abbassò la guardia e Nash ne approfittò subito, afferrò Plue e lo scagliò contro la sorella. Il piccolo “cane" bianco si schiantò contro la ragazza e il suo naso appuntito si conficcò sulla fronte di Nashi facendogliela sanguinare, la giovane gridò: “AHIII!” Intanto Nash era di nuovo riverso sul pavimento, mentre si toccava la pancia ridendo a squarcia gola e dicendo: “Vedi che succede a sottovalutare Plue. Hahaha.” Furente Nashi si estrasse Plue dalla testa, che vedendo la furia nei suoi occhi pensò bene di tornare nel Mondo degli Spiriti Stellari, intanto Nash avendo notato anche gli la furia della sorella pensò bene di alzarsi e dirigersi verso la porta. Il braccio di Nashi prese fuoco all'improvviso e il biondo veloce come un fulmine corse fuori dalla stanza in tempo per sentir gridare a sua sorella: “NASH, IO TI INCENERISCO!” Il bimbo corse giù per le scale, mentre gocce di sudore gli colavano dalla fronte, il bimbo adorava la sua sorellona era sempre allegra e sorridente, così gentile e altruista, Nash la adorava; ma c'era un lato di sua sorella che lo terrorizzava, infatti nonostante avesse ereditato il carattere di sua madre, quando si infuriava i geni paterni uscivano e Nashi diveniva un mostro sputafuoco. Nash questo lo aveva imparato a cinque anni quando per sbaglio gli aveva distrutto il vestito nuovo, sua sorella era stata attorniata da un'aria nera e lo aveva inseguito per tutta casa cercando di dargli fuoco. Quel giorno c'erano stati i suoi genitori a salvarlo e così poiché era noto per i suoi continui dispetti, quando capitava di farne a sua sorella e conosceva già la reazione che avrebbe avuto, si impegnava affinché i suoi genitori fossero il più vicino possibile per placare quella furia omicida. Nash arrivò in fondo alla scale senza voltarsi certo che dietro di lui c'era Nashi e che ogni secondo era prezioso per mantenere le distanze, si voltò verso destra e corse verso la cucina, dietro di lui sentì sua sorella che come un uragano aveva falciato la distanza che c'era tra loro e stava per raggiungerlo. Fece appena in tempo ad entrare in cucina quando una mano lo afferrò da dietro per il colletto della maglietta, ormai ritenutosi spacciato si preparò al pugno infuocato che da un momento all'altro si sarebbe schiantato sulla sua testa. Invece ad essere colpita fu la testa di Nashi e non da un pugno, ma da un mestolo di legno, la ragazza si voltò ed incrociò lo sguardo di sua madre, che subito gli urlò: “Alla buon'ora sarà un'ora che ti aspetto, si può sapere quanto ancora volevi poltrire al letto?!” L’altra fece per ribattere, ma l'attenzione di sua madre era già rivolta verso suo fratello e prima che quest'ultimo potesse fare qualcosa una mestolata colpì anche la sua testa e la voce di sua madre riecheggiò nella stanza: “In quanto a te, mi sembrava di averti detto di smetterla con i dispetti, prima o poi tua sorella te le suonerà e io gli darò ragione.” Nash spostò il suo sguardo sul pavimento non volendo incrociare quello di sua madre, Lucy sospirò esasperata e tornò a cucinare, mentre dalla porta della cucina entrava Natsu, ancora intontito dal sonno, seguito da Happy e Carla e dai loro quattro gattini: May, Sky, Black e Fray. Tutti andarono a sedersi a tavola a consumare la gustosa colazione preparata da Lucy, mentre Carla si lamentava di come in quella casa non ci fosse mai un po' di pace, neanche di prima mattina. Nashi finì in fretta la colazione, ritornò in camera e dopo un'altra mezz'ora scese vestita con un abito molto simile a quello di suo padre, solo chiuso davanti e con al collo la sciarpa regalatagli da suo padre, si preparò ad andare a lavorare. Sua madre gli aveva lasciato nella borsa a tracolla appoggiata sul tavolino il suo pranzo, lei afferrò la borsa e dopo aver preso May per una zampa corse salutando tutti velocemente. Si fece largo per le strade di Magnolia fino a quando non giunse alla sede della gilda, qui formatasi a guardare lo stemma di Fairy tail sorrise per poi varcare la porta e salutare i presenti. La gilda in quegli anni non era molto cambiata, era ancora piena di tavoli sui quali i membri si divertivano a chiacchierare o bere, c'erano ancora tutti i vecchi membri un po' invecchiati, ma ancora lì, perfino il ruolo di master era ancora ricoperto da Makarov. Nashi entrata salutò tutti quanti con il suo solito sorriso e tutti voltandosi rispose con un saluto altrettanto caloroso, ad un tratto una voce sovrastò le altre: “Alla buon ora ammasso di fiamme, come sempre arrivi in ritardo.” Nashi conosceva bene la proprietaria di quella voce e voltandosi verso il bancone il suo sguardo si posò su una ragazza dai lunghi capelli biondi legati in una coda che la guardava in cagnesco. Lei a quello sguardo sorrise beffarda e rispose con acidità: “Bhe, vedi Star non siamo mica tutti come te che per vestirti ti metti un paio di straccetti poco alla moda. C'è anche chi come me ci tiene a mostrarsi presentabile.” Questa affermazione che alludeva al fatto che la giovane indossasse un paio di abiti come anni prima aveva fatto sua madre colpì la ragazza nell'orgoglio e piccole scariche elettriche iniziarono a circondargli il corpo, si alzò dallo sgabello ed ignorando sua madre che diceva di calmarsi si diresse verso Nashi. La rosa per niente intimorita dall'aspetto minaccioso della sua avversaria fece prendere fuoco al suo braccio sinistro e si preparò a combattere. Star arrivò a qualche centimetro da lei e con fare superiore gli chiese di ripetere cosa aveva detto, Nashi mostrando ancora quel sorriso beffardo rincarò la dose: “Che c'è parafulmine vivente dai gusti orribili sei diventata pure sorda?!” Star non ci vide più e saltò addosso alla rossa subito quello che doveva essere uno scontro si tramutò in una rissa e le due scomparvero in una nuvola di polvere, mentre cercavano di colpirsi. Quando ormai lo scontro sembrava non finire e gli spettatori memori di quante volte avessero tentato di separare quelle due furie e di quante volte le avessero prese rimasero a guardarle, ad un tratto sia Nashi sia Star vennero bloccate da due mani, a bloccare Nashi era stato Storm, mentre a fermare Star era stato un ragazzo dai capelli rossi e con un tatuaggio sotto un occhio. Le due vedendoli si salvarono, Nashi corse e si appiccicò a Storm abbracciandolo, mentre quest'ultimo diveniva rosso come un peperone. All'altro ragazzo che si chiamava Reiki non andò altrettanto bene, infatti si ritrovò folgorato dalla compagna, che subito però se ne tornò al suo posto. Quando Reiki si fu ripreso i tre si sedettero ad un tavolo ed insieme a May che annoiata da tutto quel trambusto si era appisolata, cominciarono a discutere, ad un tratto Nashi esclamò: “Siete pronti ragazzi oggi noi tre ascolteremo la nostra prima missione da soli!” Gli altri due sorrisero altrettanto elettrizzati e poi si alzarono, corsero alla bacheca degli incarichi, salutarono Nam, ancora in cerca di un lavoro e affermarono una richiesta di incarico. Stavo per andare al bancone a farla vedere a Mira quando la voce di Makarov li fermò, i tre si voltarono incuriositi verso il vecchietto sulla sedia a rotelle quando lui gli fece segno di avvicinarsi loro si diressero verso di lui. Makarov così cominciò a parlare: “Ascoltatemi bene ragazzini, questa sarà la vostra prima missione senza adulti, quindi mi aspetto che vi impegnate e soprattutto che prendiate seriamente la missione. Dovete inoltre comportarvi bene ed essere educati e soprattutto non dovete causare danni.” I tre si guardarono l’un l'altro poi rivolgendosi al master dissero in coro: “Sta tranquillo ci comporteremo benissimo!” Makarov al sentire quelle parole si drizzarono i pochi capelli che aveva in testa e pregò che andasse tutto bene, d’altronde dovevano solo aiutare Nakajima ad occuparsi del suo ristorante cosa mai poteva andare storto?! I tre ragazzi partirono volenterosi e tutto procedette normalmente per il resto del giorno, ma nel tardo pomeriggio un gruppo di teppisti entrò nel locale e cominciò a danneggiarlo e a spaventare i clienti, quando rovesciarono un piatto di minestra che Nashi aveva impiegato ore a cucinare, la ragazzi non ci stette più con la testa e cominciò a picchiare quei teppisti, che terrorizzati cominciarono a scappare per la città inseguiti dalla rosa, Storm e Reiki cercarono di calmare la compagna, ma quando uno di quei prepotenti offese Nashi, nemmeno Storm ci vide più dalla rabbia e cominciò ad inseguirli con l'intento di affogarli. Durante la baraonda i due ragazzini distrussero una o due case e Reiki temendo il rimprovero del master, ma soprattutto quella furia di sua madre, che di certo lo avrebbe punito scoprendo il disastro che stavano facendo durante la loro prima missione, corse dietro agli altri due e giunti nei pressi di una chiesa afferrò entrambi i compagni per la testa e gliela sbatacchiò contro il muro dell'edificio, riuscendo a fermarli, purtroppo però la chiesetta crollò. Nakajima nel vedere il disastro fatto da quei tre ragazzini scoppiò a ridere constatando che nonostante il tempo Fairy tail rimaneva una gilda di scapestrati combina guai. Purtroppo Makarov non trovò affatto divertente tutta quella distruzione, poiché il Consiglio della Magia lo stesso giorno gli mandò il costo per il risarcimento dei danni, che coprivano la distruzione di ben cinque case e di una chiesa. Anche i tre avventurieri non furono affatto felici perché una volta tornati su di loro si abbatte la furia di Titania che li insegui ininterrottamente per tutta la gilda furiosa e desiderosa di dare a suo figlio e ai suoi amici una di quelle lezioni che non si scordano. Makarov alla vista di quella scena non poté che mettersi a ridere nel constatare quanto quei ragazzini fossero uguali ai loro genitori. Nashi quella sera torno a casa con la testa piena di bernoccoli, i genitori quando la videro così non riuscirono a trattenere le risate, ricordando quando era successo anche a loro di far infuriare Erza. Infine mentre erano tutti riuniti a tavola per la cena si fecero raccontare come era andata la prima missione della figlia. Lei gli racconto del tremendo viaggio in treno, che sobbalzava ogni due per tre gli faceva venire da vomitare, del divertimento nel cucinare con Storm, della rissa con quei delinquenti e di quanto si era divertita nel suonargliele e poi della paura e del male che la zia Erza gli aveva fatto al ritorno. Insomma una prima missione davvero indimenticabile e così finita la cena i due fratelli salirono nelle proprie stanze a dormire mentre i genitori rimasero a sedere sul divano. Nashi quella sera non riuscì ad addormentarsi era stata una giornata molto intensa, ma l'adrenalina non si era ancora placata e lei desiderava che arrivasse, il più in fretta possibile, il giorno dopo per ripartire in missione. Questo era stato solo l'inizio dell'avventura del Team Nashi e presto avrebbero affrontato nuove sfide fino ad allora era tempo di dormire e così piano piano la giovani Dragonil riuscì a dormire. Nota d'autore: Salve a tutti questo è il secondo capitolo, basato sulla prima missione della figlia di Natsu. Se devo essere onesta questo è forse il capitolo che mi è venuto peggio, purtroppo ho trovato difficile scrivere una storia su un personaggio, che ha già tutto: famiglia, amici, casa. Nel prossimo capitolo cercherò di impegnarmi di più fino ad allora vi invito a dirmi cosa ne pensate, di queste storie. Arrivederci e appresto (spero).

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 3: REIKI FERNANDEZ ***


Reiki era seduto al grande tavolo che usava per le sue ricerche, il piano del tavolo era ricoperto da libri di ogni grandezza e spessore e vicino a lui c'erano centinaia di ampolle. Il giovane dai capelli scarlatti stava leggendo un grande manuale dalla copertina marrone, mentre versava in un ampolla il contenuto di una boccetta, la sostanza aveva un colore bluastro ed una volta entrata in contatto con il liquido rosso presente nell'ampolla aveva assunto un bel colore viola scuro. Il ragazzino trasferì il composto violaceo in un recipiente cilindrico che subito, con molta delicatezza mise a bollire su un piccolo fornello al lato destro del tavolo. Poi con lentezza afferrò un'altra fialetta contenente una sostanza giallognola e cominciò a versarla goccia dopo goccia, tenendo sempre un occhio sul libro aperto per assicurarsi di rispettare la dose. Stava per versare l'ultima goccia quando una voce lo chiamò e per la sorpresa il ragazzo versò tutto il contenuto della fiala nell'ampolla che subito iniziò a vibrare e le bolle al suo interno aumentarono. Il giovane afferrò più in fretta che poté il libro dalla copertina marrone e terrorizzato corse al piano di sopra, aprì la porta del suo laboratorio, cioè il seminterrato e subito se la richiuse alle spalle mettendocisi davanti. Nel giro di pochi minuti la casa fu scossa da un'esplosione e la porta con Reiki davanti rischiò di essere scagliata via dall'onda d’urto. Il giovane sospirò di sollievo, ma anche di rassegnazione, era la decima volta in quella settimana che il composto che stava preparando aveva finito per saltare in aria. Sua madre entrò nella stanza come una furia e il ragazzo si ritrasse spaventato, Titania tuonò: “REIKI QUANTE VOLTE TI HO DETTO DI NON FARE ESPERIMENTI PERICOLOSI! ORA TORNA LA GIÙ, RIMETTI TUTTO IN ORDINE E POI RAGGIUNGIMI IN GIARDINO PER LA SESSIONE DI ALLENAMENTO GIORNALIERO!” Il poveretto non osò neanche far notare a sua madre che il motivo per cui il suo esperimento era esploso era stato il suo urlo, sapeva bene che far infuriare sua madre voleva dire ritrovarsi la testa piena di bernoccoli. Così veloce come un lampo scese di sotto, arrivato trovò l'intera stanza a soqquadro, i libri erano tutti mezzi bruciati, le ampolle erano sul pavimento in frantumi ed il fornelli su cui c'era l’ampolla esplosa era ridotto ad un mucchietto di ferro bruciacchiato. Il poveretto si rabbuiò, in un solo giorno aveva distrutto metà della sua attrezzatura, poi spaventato nel far aspettare sua madre prese una scopa e cominciò a spazzare i vetri per terra, dopodiché suddivise i libri utilizzabili da quelli distrutti e raccolte tutte le cose ormai andate e le buttò in un grande sacco dell'immondizia per poi buttare anche quest'ultimo nella pattumiera fuori casa. Senza neanche cambiarsi i vestiti sporchi, si tolse il camice bianco e si diresse in giardino dove trovò sua madre già armata e pronta a combattere. Attivò la sua magia e sulla schiena comparve un grande fodero contenente un altrettanto grande spada che impugnò subito dopo pronto a combattere. Lo scontro iniziò, Reiki si portò avanti a gran velocità e cerco di colpire sua madre che però si difese con la sua spada, il ragazzino indietreggiò di qualche metro pronto a tornare all'attacco, ma Erza non gliene diede il tempo lo colpì all'addome con calcio e lo disarmò un attimo dopo puntandogli la spada al collo, il giovane non si arrese e subito il suo corpo si illuminò e fu circondato da un'aura gialla, con il potenziamento della sua velocità Reiki si spostò indietro e subito dopo si diresse a recuperare la spada, Erza sorrise e subito dopo il suo corpo si illuminò e il suo vestito cambiò, dalla sua tipica armatura passo ad un paio di pantaloni rossi ed una fascia a coprirgli il seno come unico indumento superiore, i suoi capelli da sciolti furono legati in una coda e la sua spada divenne una katana. Reiki afferrò la spada e si mise in posizione di difesa, sua madre non si fece intimorire e partì all'attacco, il giovane intimorito balzò in cielo e l'aura che fino a quel momento aveva circondato il suo corpo andò a circondare la spada, il ragazzo prese la mira e velocissimo abbassò l'arma, da essa si estese una grande onda di luce che si diresse dritta verso Erza. La donna sorrise divertita e fece comparire un'altra spada, entrambe le lame vennero avvolte dalla magia: una si incendiò, mentre l'altra si ricoprì di giacchio, quando il colpo del figlio fu a pochi metri di distanza da lei sguainò le spade e scagliò anch'ella un fendente. Il colpo di Reiki venne facilmente respinto e due nuvole, una di fuoco e una di ghiaccio si formarono sul giardino, il ragazzino rimase pietrificato e abbassò ingenuamente la propria difesa, la madre ne approfittò immediatamente e lo colpì sulla testa con entrambe le spade, il poveretto cadde a terra rintronato e perse i sensi. Riaprì gli occhi molto lentamente e subito un dolore lancinante alla testa lo fece gemere, si portò la mano destra sul cranio e si rese conto di averlo fasciato, si voltò non essendosi ancora reso conto di dove si trovasse, vide una finestra contornata da tende arancioni, vicino alla finestra una scrivania, si rese conto solo in quel momento di essere sdraiato sul suo letto e che si trovava nella sua stanza. La porta, d'improvviso si spalancò ed entrò sua madre che come un fulmine gli corse incontro e lo strinse in un grande abbraccio, il giovane fece del suo meglio per non lamentarsi del dolore che quella stretta gli stava procurando alla testa e ricambiò l'abbraccio. Erza si staccò e guardandolo con un'aria da cane bastonato disse: “Tesoro mio, non sai quanto mi dispiaccia, ho esagerato e ti ho ferito alla testa. È solo che il colpo che hai lanciato mi ha sorpreso così tanto, che non sono riuscita a trattenermi. Questa naturalmente non è una scusa, per farmi perdonare però ti ho preparato il tuo piatto preferito è sono andata in città a comprarti un set nuovo di ampolle.” Reiki trattenne a stento le risate, sapeva benissimo che sua madre aveva un comportamento veramente infantile, come quasi tutti i maghi di Fairy tail e che quando esagerava cercava sempre di farsi perdonare, questo suo lato la faceva apparire ai suoi occhi sia divertente sia adorabile e in questi momenti dimenticava pure che la persona a cui stava pensando era Titania una delle maghe più forti e spaventose della gilda. Il giovane abbozzato un ultimo sorriso rispose alla madre, che ancora lo guardava con sguardo preoccupato: “Sta tranquilla mamma sto bene, davvero. Ho solo preso un colpo in testa durante l'allenamento, un po' di riposo e tornerò in forma. Sta tranquilla so che non l'hai fatto apposta.” Sentite queste parole Erza si tranquillizzò diede un bacio sulla testa di suo figlio e gli disse: “Reiki sei diventato bravissimo ad usare la magia di tuo padre.” dopo di che si diresse verso la porta e uscì lasciando suo figlio a riposare. Reiki nel sentire le ultime parole della madre si era accigliato, al solo sentire parlare di suo padre la sua mente vagava inesorabilmente attraverso i ricordi di quel giorno. ____________________________________________________________ Era un tiepido pomeriggio d'estate a Magnolia, Reiki aveva più o meno cinque anni e stava giocando in giardino con un grande insetto che aveva intrappolato in un bicchiere, era uscito in giardino poiché dentro i suoi genitori stavano avendo una discussione e lui, nonostante l'età, aveva già capito che avere a che fare con sua madre quando era arrabbiata poteva essere molto rischioso per la salute. Era anche vero però che suo padre era l'unica persona al mondo con cui sua madre non litigava a suon di pugni e calci, ma solo con le parole, ciò nonostante il bimbo aveva preferito mantenere le distanze da casa. Stava giocando da più di mezz'ora in giardino, aveva dato la caccia a quel grosso scarabeo e finalmente dopo molti tentativi era riuscito a catturarlo e ora si divertiva a rimirarlo in quel contenitore di vetro. Ad un tratto sentì la porta che dava sul giardino aprirsi e suo padre uscì dalla porta, il bimbo vedendolo prese il suo barattolo e corse a mostrare il suo insetto al padre, che vedendoselo venire incontro lo prese e lo abbracciò, poi quando il suo piccolo gli mostrò il gigantesco scarabeo lo ricoprì di complimenti per la sua bravura nell'aver catturato quel grande insetto. Poi anche sua madre li raggiunse in giardino e i suoi genitori si scambiarono uno sguardo complice ed il bimbo li osservò curioso. Gerard guardò suo figlio e vedere negli occhi del suo piccolo lo sguardo curioso ed ingenuo di un bambino, gli fece venire un nodo allo stomaco, quello sguardo rendeva ancora più difficile dire a suo figlio ciò che aveva deciso, Erza vedendo la sua titubanza gli poggiò una mano sulla spalla per incoraggiarlo ed il giovane trasse un profondo respiro e poi iniziò il suo discorso: “ Reiki tesoro devo dirti una cosa molto importante…” il bimbo lo guardò con un interesse ancora maggiore e Gerard continuò: “Vedi come già sai io e tua madre lavoriamo in due gilde diverse, lei a Fairy Tail ed io con i tuoi zii faccio parte di Crime Sorciere. Quando sei nato sono rimasto a Magnolia per crescerti, ma adesso io devo ripartire insieme ad i miei compagni per fermare le gilde oscure sparse per il continente…” il volto di suo figlio si rabbuiò sentendo queste parole e Gerard si fermò, suo figlio aveva già capito dove voleva andare a parare con il suo discorso, pronunciò l'ultima frase con un filo di voce, ma Reiki sentì ogni singola parola: “Mi dispiace tesoro ma io devo lasciare te e tua madre per partire in missione!” Suo volto del bimbo si formarono delle lacrime e subito scoppiò a piangere, si strinse alle maniche del padre e cominciò a strillare: “PAPÀ NON TE NE ANDARE! POSSIAMO VENIRE CON TE IO E LA MAMMA O PUOI LAVORARE A FAIRY TAIL INSIEME AGLI ZII! TI PREGO PAPÀ NON LASCIARCI!” Sentendolo strillare così a Gerard sembrò che il suo cuore si spezzasse, se solo ci fosse stato veramente un modo sarebbe rimasto con la sua famiglia per tutta la vita, ma sapeva che li avrebbe solo messi in pericolo, inoltre lui era un ex criminale e nonostante si fosse impegnato per redimersi sapeva che tutti i peccati commessi non sarebbero stati espiati, anche se la regina lo aveva perdonato e anche se sua moglie aveva fatto altrettanto lui non si sentiva affatto tranquillo ed in cuor suo sapeva, che per quanto quella scelta fosse dolorosa lui doveva affrontarla, solo quando sarebbe riuscito a trovare la pace e ad espiare i suoi peccati avrebbe potuto guardare suo figlio in faccia senza rimpianti. Aveva quindi deciso di riprendere il suo viaggio con i suoi compagni o perlomeno quelli rimasti, poiché Meredy aveva intanto avuto un figlio, Sorano si era trasferita nella gilda della sorella Yukino e Richard era partito per incontrare suo fratello. Quindi rimanevano solo lui, Erick, Sawyer e Macbeth, ciò nonostante aveva ormai deciso di partire e per fortuna anche Erza aveva compreso le sue motivazioni e gli aveva dato il permesso, per quanto all'inizio era stata contraria. Il problema ora era stato spiegarlo a suo figlio e da come il piccolo aveva preso la notizia Gerard temeva che se fosse partito suo figlio non lo avrebbe mai perdonato. Erza si avvicinò a Reiki lo abbracciò e gli disse: “Tesoro devi capire che papà lo fa per il nostro bene, non per ferirci. Non può venire a lavorare alla gilda perché essa non si occupa di questo genere di missioni e noi non possiamo seguirlo, anche perché tu volevi entrare a Fairy tail, in più vuoi andare anche a scuola e se seguiamo papà dovrai rinunciare al tuo sogno di fare il dottore!” Il bimbo tra un singhiozzo e l'altro rispose: “E ALLORA RINUNCIERÒ AL MIO SOGNO E NON ENTRERÒ NELLA GILDA COSÌ POTRÒ STARE CON IL MIO PAPÀ!” I due genitori si guardarono all'unisono poi Gerard prese la parola: “Reiki io non voglio che tu rinunci al tuo sogno per seguire me e soprattutto i luoghi che visiterò sono troppo pericolosi per un bambino.” Il piccolo ormai senza più scuse scoppiò di nuovo a piangere e corse dentro casa lasciando i suoi genitori in giardino, Gerard si avvicinò ad Erza e gli disse: “Erza non sai quanto mi dispiaccia, dico sul serio! Crescere il nostro bambino sarebbe il mio più grande desiderio, ma non posso restare.” La rossa gli si avvicinò, lo strinse tra le sue braccia e gli sussurrò in un orecchio: “Gerard lo so, lo capisco e sono sicura che anche Reiki un giorno capirà, gli ci vorrà solo un po' di tempo.” Dopo una settimana Gerard partì, suo figlio non gli aveva rivolto più la parola da quando gli aveva dato la notizia della sua partenza e il giorno in cui partì l'unica cosa che fece fu salutarlo con una mano, mentre lui si allontanava, dopo aver salutato Erza con un bacio. Da allora erano passati anni ed il rapporto tra il padre ed il figlio non si era ancora ricucito, Gerard aveva continuato la sua caccia alle gilde oscure, mentre Reiki si era messo a studiare la magia, all'inizio si era interessato solo di quella relativa alla medicina, poi si era fatto insegnare da Polyushka le tecniche di guarigione con la magia, infine rovistando in una vecchia biblioteca aveva trovato un libro dove erano inserite tutte le informazioni sulla magia del padre, che un po' per sfida un po' sotto obbligo di sua madre aveva cominciato a studiare. Infine si era unito all'età di otto anni a Fairy tail stringendo una solida amicizia con Storm Fullbuster. I due erano entrati a far parte della gilda lo stesso anno e poiché Reiki era molto timido ed impacciato quando si trattava di relazionarsi con gli altri era rimasto per un breve periodo distaccato da tutti. Un giorno Storm gli si era avvicinato chiedendogli come mai stesse sempre da solo, lui si era sentito profondamente in imbarazzo e non aveva risposto, il figlio di Gray aveva insistito ed infine Reiki si era aperto ed i due erano subito divenuti amici, Strom riusciva a far uscire il meglio da lui e Reiki in compagnia dell'amico si sentiva imbattibile, la poca fiducia in se stesso che aveva quando era con Storm si moltiplicava. Così piano piano era riuscito a farsi amici tutti i membri della sua età ed era divenuto la mente del suo gruppo, composto soprattutto da teste calde come per esempio Nashi. A Reiki le persone che non applicavano il cervello quando facevano qualcosa o coloro che erano troppo aggressivi e risolvevano tutto con i pugni non erano mai piaciuti eppure quando conobbe Star la sua concezione per questo tipo di persone cambiò. Quella ragazza, quando l'aveva vista la prima volta, si era sentito fulminare, non sapeva neanche lui se per amore oppure perché quel giorno gli scagliò un fulmine contro, tanto sta che da quando l'aveva conosciuta si era fatto molto più agguerrito e quando i suoi compagni esageravano in missione era lui che a suon di colpi li rimetteva in riga. La sua vita era grandiosa aveva sua madre che lo amava tantissimo, i suoi amici che lo apprezzavano e lo rispettavano, l'unica cosa che però gli mancava era la presenza di suo padre. Aveva sempre sognato di rivederlo tornare a casa un giorno e poter stare con lui per sempre, non Gerard non tornasse mai a vedere la sua famiglia, semplicemente Reiki durante il soggiorno del padre si rintanava nel suo laboratorio e non gli rivolgeva la parola. Ormai il loro rapporto era incrinato e nessuno dei due aveva idea di come poterlo riparare. Reiki si ridestò dai suoi ricordi e decise di scendere per cenare, giunto in sala da pranzo rimase immobile sulla soglia di casa c'era suo padre che lo guardava, lui non riuscì a dire nulla semplicemente decise di ignorarlo e proseguire, Gerard però gli afferrò il braccio e lo strinse a sé, Reiki si dominò e suo padre lo lasciò andare, Erza entrò in quel momento nella stanza e sorridente si rivolse a suo figlio: “Tesoro sai tuo padre ha portato a termine la sua missione ed ora può ritornare a vivere con noi.” A quelle parole Reiki non riuscì a trattenere la rabbia e gridò contro suo padre: “ADESSO VUOI RIMANE, CERTO PERCHÉ DOPO ANNI DI ASSENZA ADESSO VUOI RICOMINCIARE A FARE IL PADRE. TI SEI PERSO LA MAGGIOR PARTE DELLA MIA VITA E ADESSO VUOI RICOMINCIARE COME SE NON FOSSE SUCCESSO NULLA. MI HAI ABBANDONATO E ADESSO COSI D'IMPROVVISO VUOI SISTEMARE TUTTO, BE MI SPIACE MA CERTE COSE NON POSSONO ESSERE SISTEMATE.” Detto questo corse di nuovo in camera e si sbatacchiò la porta alle spalle, Gerard abbassò la testa, non sapeva come poter rimediare, Erza sbuffò invece si tolse il camice e disse a suo marito: “Tu occupati della cena, io intanto parlo con lui.” Così dicendo diede il grembiule al marito e salì al piano di sopra. Reiki era sdraiato nel suo letto con la testa rivolta verso il muro quando sua madre entrò in camera. Non si voltò e rimase immobile lei invece si avvicinò e si sedette sul letto. Erza lo scosse un po' per assicurarsi che la ascoltasse e poi disse: “Reiki non fare così, tanto lo so che non stai dormendo.” Il giovane si tirò su e si voltò verso la madre, il suo viso era rigato dalle lacrime, che si asciugò subito con la manica della maglietta, il suo sguardo invece era un misto di tristezza e rabbia. La donna vedendo il figlio in quelle condizioni si sentì stringere il cuore, se il suo bambino in quel momento stava soffrendo era anche colpa sua che aveva accecato che Gerard partisse lasciandoli da soli, solo perché lei suo marito avevano sempre avuto un rapporto a distanza non significava certo che suo figlio accettasse e riuscisse a sopportare la distanza del padre, soprattutto per un periodo durato anni. Strinse forte a sé il suo bambino mentre anche dai suoi occhi cominciavano a sgorgare lacrime, poi i due si separarono ed Erza guardandolo disse: “So che per te è difficile accettare tutto questo, e so che non è stato giusto da parte mia e di tuo padre prendere questa decisione senza considerare i tuoi sentimenti, ma devi capire che tuo padre in passato ha commesso molte azioni terribili e non sarebbe riuscito a guardarti in faccia se prima non espiato i suoi peccati. Io e lui abbiamo avuto un'infanzia molto difficile e non abbiamo mai avuto i nostri genitori accanto, per questo non abbiamo considerato che da questa separazione tu avresti sofferto così tanto. Semplicemente abbiamo commesso un grande sbaglio, ma voglio chiederti di non permettere a questo nostro errore di rovinarti la vita: tu hai i tuoi amici che ti amano, hai un grande sogno ed un radioso futuro davanti, non rovinare tutto perché sei arrabbiato con noi. Con questo non voglio dirti che devi anche solo provare a perdonarci, non ce lo meritiamo, ma ti chiediamo di vivere la tua vita nel modo migliore possibile.” Reiki ascoltò sua madre in silenzio e quando terminò di parlare abbassò la testa, stava pensando a quanto gli aveva detto, poi ad un tratto scese dal letto e corse al piano di sotto, si diresse in cucina e qui trovò suo padre intento a preparare la cena. Senza dare il tempo a Gerard di parlare gli corse incontro e lo abbracciò forte per poi scoppiare a piangere e urlare: “PAPÀ IO LO SO CHE TU HAI FATTO TUTTO QUESTO PER ME E CHE NON AVEVI INTENZIONE DI LASCIARMI. SO ANCHE CHE NE HAI SOFFERTO, E SO CHE ERA LA DECISIONE GIUSTA DA PRENDERE. MA IO MI SENTO ANCORA COSÌ ARRABBIATO E TRISTE PER TUTTI QUEI MOMENTI BELLI DELLA MIA VITA IN CUI VOLEVO CHE CI FOSSI ANCHE TU. IO NON POSSO ANCORA PERDONARTI E NON SO SE CI RIUSCIRÒ, MA ADESSO VOGLIO RICOMINCIARE, NON VOGLIO PIÙ ARRABBIARMI CON TE, VOGLIO DI NUOVO RIAVERE LA MIA FAMIGLIA TUTTA UNITA. QUINDI TI PREGO NON ANDARTENE PIÙ!” Gerard cade in ginocchio e strinse suo figlio a sé, anche lui cominciò a piangere e tra il pianto sul suo volto si formò un piccolo sorriso, nonostante suo figlio non volesse perdonarlo, e ne aveva tutte le ragioni, l'uomo era felice che almeno non lo ignorare più. Erza li raggiunse e si unì a quell'abbraccio che aveva desiderato condividere per anni, ma sul quale aveva taciuto. I tre rimase in quella stretta per tempo che gli sembrò infinito prima di mettersi a tavola a mangiare, quella cena rappresentava il loro inizio come famiglia effettiva e completa e sarebbe rimasto a tutti e tre come uno dei ricordi migliori della loro vita. NOTA D'AUTORE: SALVE A TUTTI ECCOMI TORNATA CON IL TERZO CAPITOLO INCENTRATO SUL FIGLIO DI ERZA E GERARD, DEVO AMMETTERE CHE QUESTO CAPITOLO È STATO MOLTO PIÙ LUNGO E DIFFICILE DA SCRIVERE RISPETTO AGLI ALTRI DUE, PERÒ SONO SODDISFATTA DEL RISULTATO. SPERO POSSA PIACE ANCHE A COLORO CHE LO LEGGERANO, PER ORA CI SALUTIAMO E MI SCUSO ANCORA PER EVENTUALI ERRORI DI ORTOGRAFIA. SCRIVETEMI PURE COSE NE PENSATE DI QUESTO TERZO CAPITOLO NELLE RECENSIONI. APPRESTO.

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