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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Risveglio ***
Capitolo 2: *** Incontro ***
Capitolo 3: *** Paura ***
Capitolo 4: *** Fratelli ***
Capitolo 5: *** Risveglio II ***
Capitolo 1 *** Risveglio ***
Under the Rose
-Yami to Seijaku-
Oscurità e
silenzio
闇
と静寂
Dedico
questa fanfiction a Kirarachan,
che
come me , ama questo gruppo.
<3
Dopo
la notizia della malattia, in famiglia non parlava più
nessuno, né tanto meno lei .
Sua madre si rinchiuse nel silenzio di chi non accetta di stare per
morire, suo padre, incapace di gestire la situazione si
concentrò del tutto sul lavoro, trascurandole. Lei e sua
sorella invece, non si rivolgevano parola per paura di dirsi qualcosa
di sbagliato. In quel caso, avere paura era più che lecito.
Le sue giornate trascorrevano vuote, fra ospedale e casa. Sempre
più silenziose, quasi da far paura. Fu così che
Kagome cominciò a cambiare, sulle palpebre apparve del
trucco nero ad indurirle lo sguardo. Tinse tutti i suoi vestiti di
nero. – Sono adatti a questa situazione – Si
giustificò quando suo padre ebbe a che ridire.
La goccia che fece traboccare il vaso furono gli anfibi, lei non ci
trovava niente di male, ma suo padre li detestava. Detestava
il rumore che facevano ad ogni suo passo , per
l’esagerata pesantezza .
Fu così che per quel futile motivo, abbandonò il
tetto di casa .
Non le fu difficile trovare una sistemazione alternativa, nonostante il
suo silenzio, era riuscita a mantenere le amicizie più
intime, conosciute come Kagesaki Sango e Hirose Kagura .
La svolta definitiva della sua vita, arrivò il giorno della
morte di sua madre. Non versò una sola lacrima.
Suo padre cominciò ad odiarla seriamente.
Primo capitolo: Risveglio.
"Sono
la sposa della luce
e l'amante delle tenebre.
Sono falsità e mistero.
Rancore e odio.
Sono chi realmente, non saprai mai conoscere."
Sbattè la porta dietro di se, noncurante del rumore sordo
provocato. Il suo ingresso attirò l'attenzione dei presenti,
di una donna in particolare che, a giudicare dall'espressione
contrariata, non era felice di vederla. Non ci badò, e si
mise a sedere sull'ultima sedia rimasta libera, intorno al tavolo
rotondo.
Compresa lei, erano in cinque, tutti superavano i vent'anni
d'età, meno lei e Koga, vicini alla maggiore età.
La stanza era buia. Le persiane erano state accostate appositamente per
evitare al sole di filtrare. La luce era poco adatta ad una seduta
spiritica.
Era molto scettica a riguardo, non era stata una sua idea parteciparvi,
ma l'invito del suo migliore amico, le aveva fatto gola . Era
incuriosita dal comportamento assurdo di quelle persone,
così tanto disperate da doversi attaccare a degli spiriti
per tirare avanti.
Era patetico. Insomma il miglior ingrediente per il libro che stava
scrivendo .
-Mi era sembrato di essermi espressa chiaramente, non voglio elementi
nuovi per il "contatto"- La donna del cattivo sguardo parlò.
Nella sua voce vi era un tono amaro, parecchio irritato. Da ogni suo
gesto traspariva la sua natura snob, aveva il classico modo di fare di
chi ha avuto, facilmente, tutto nella vita. A renderla meno aggressiva
però, erano le mani, che giocando fra loro, dimostravano il
suo forte nervosismo.
Si chiamava Kaho Yukiko, vedova di un ricco uomo d'affari, tragicamente
deceduto dopo aver avuto un rapporto carnale con Sachiko, la svampita
cameriera di casa. Sua moglie cercava spasmodicamente di contattare suo
marito, sperando di avere spiegazioni .Ciò era ancora
più patetico.
Nessuno dei presenti si preoccupò della lamentela, erano
troppo ansiosi di cominciare.
Essendo l'ospite, Kagome dovette essere la prima a poggiare le mani sul
piccolo cristallo trasparente, al centro del tavolo. Sapeva che quella,
era una seduta singolare, diversa dalle altre.
Bastava unire le mani e poggiarle una sopra l'altra, per poi attendere.
Così fecero.
Rimasero in silenzio per molti minuti, tenendo gli occhi puntati sulla
persona che stava difronte. Non successe niente, come del resto era
accaduto tutte le volte precedenti.
Yukiko ritirò le mani, e disperatamente si avviò
verso la finestra, per spalancare le persiane e permettere al sole di
scaldare la stanza. Pianse.
-Se non ha funzionato è colpa di quella ragazzina!-
Singhiozzò.
Gli altri partecipanti si alzarono uno ad uno, dando aria alla mano
sudata di Kagome, che rimase fissa nella sua posizione.
Pensò che era incredibile, era bastato un fallimento
iniziale per far perdere la speranza a quella gente. Sapeva che non
sarebbe mai successo niente, ma che diamine, buttare via la spugna
così facilmente era da falliti.
Sentì crescere in lei un sentimento aspro, simile al sapore
del metallo sulla lingua. Fastidioso e forte, sempre più
difficile da sopportare. Assomigliava alla rabbia, ma una sfumatura
d'angoscia la faceva sentire diversa. La paura era il secondo
sentimento che stava provando.
Provò ad abbandonare il cristallo, ma non ebbe risultati, il
suo corpo non voleva obbedire. Avvertì degli strani
formicolii su tutto il corpo, mentre i brividi la raggelavano.
Quando le mancò il respiro, sentì il timore
palpitare sempre più forte, trascinandola violentemente nel
panico. Sentì il suo corpo morire, e sputarla fuori . Era
come se non appartenesse più a sé stessa.
Le voci dei presenti, preoccupati dal suo comportamento, persero volume
lentamente, fino a scomparire del tutto. Era sorda.
Il buio la inghiottì completamente, sentì il
bisogno di rannicchiarsi, di nascondersi, tornando in posizione fetale.
Ma le braccia e le gambe, non le aveva più, non le sentiva
più.
-Sciocchi gli umani, così deboli e così stolti,
convinti di poter giocare con l'occulto-
Quella voce la cullò, alleviando la sensazione di
soffocamento. Le lacrime fredde sulla pelle, furono il primo contatto
che riuscì a percepire. La vista si rischiarò,
dandole la possibilità di osservare nuovamente la
stanza della seduta .
Erano tutti pigiati contro il muro, sui visi sembrava esserci impresso
il nero del terrore. Nessuno osava avvicinarla, aiutarla.
Si sentiva stanca, non aveva la forza di sollevarsi sulle proprie
gambe, ancora tramanti. -A-aiuto- Implorò.
Nemmeno Koga sembrava volersi muovere, il suo migliore amico l'aveva
abbandonata. Le lacrime continuavano a cadere copiosamente,
non riusciva a capire ciò che le stava succedendo. Si chiese
se fosse realmente qualcosa di fisico, o solamente la sua mente che
abbandonava il raziocinio. Stava impazzendo?
Concentrò lo sguardo sul gruppo di codardi, ma
notò che ne mancava uno. Non ci aveva badato troppo a
quell'uomo prima di cominciare, era un normale mezzo demone, un futile
mezzo demone. La sua assenza però, fu lampante.
Con molta fatica si voltò, con l'intento di
trovarlo. E così fu, era dietro di lei. L'iridi
ambrate erano scomparse, tingendosi di scarlatto. Una voce le si
insediò nella testa.
-Mi hai liberato dal sigillo, dandomi perfino un corpo-
Comprese.
Kagome era l'unica ad averci creduto davvero, anche solo per un secondo.
Era riuscita ad ottenere un contatto.
Svenne...
L'odore nauseabondo tipico degli ospedali la svegliò. Una
voce lontana chiamò il suo nome, rimbombando.
Aprì gli occhi, ma la luce giallastra la spinse a richiudere
le palpebre, e a coprirsi il volto con la mano. Dopo svariati tentativi
mise a fuoco ciò che le stava intorno. Un'infermiera dal
bellissimo aspetto le 'carezzò i capelli, cercando di
tranquillizzarla.
Ai lati del letto di ferro, vi erano Sango e Kagura, visibilmente
preoccupate.
-Che diamine mi è successo? - Biascicò cercando
di mettersi seduta.
Lesse il cartellino appeso al camice bianco della giovane donna, si
chiamava Rin, il cognome non era citato, trovò che fosse una
stranezza.
-Hai avuto un attacco di panico - Le rispose.
Note importanti:
- Su questa ff ho un paio di cose da dire.La prima è che il
"disturbo" degli attacchi di panico è già stato
utilizzato in un'altra FF intitolata "La mia cura" di Mikamey, in modo
toralmente diverso da come lo userò io in questa. Volevo
precisarlo in rispetto dell'autrice, che mi segue sempre, e che
ringrazio per questo. Se ti senti offesa da questa FF sono anche
disposta ad eliminarla, nonostante oltre a gli attacchi di panico, non
ci sia niente di simile alla tua. Spero davvero di non averti offesa, e
ancora di più, spero che tu abbia letto questa
nota ^^
- Sono consapevole che ho tantissime altre ff da concludere, difatti in
principo aveva deciso di postare queste molto più avanti, ma
siccome ora mi ritrovo ad avere MOLTO tempo libero che in futuro, non
sono sicura di avere, ho deciso di postare ora. Spero che il primo
capitolo, che ho deciso di unire al prologo, sia stato di vostro
gradimento. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, dato che è
diciamo "una prova" se non vi va comunque, mi basta che la
leggiate ^^
- Il pezzo di poesia in corsivo al centro della pagina, fa parte di una
serie di poesie originali che ho scritto l'anno scorso, e che trovavo
adatta per questa FF.
- Ho scelto "Under the rose" come titolo perchè la canzone
che mi ha ispirata a scrivere questa Long, si chiama così,
ed è degli H.I.M . Vi consiglio di ascoltarla, è
veramente bellissima.
Beh, non ho più nulla da dire xD AL prossimo capitolo.
Favole.
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Capitolo 2 *** Incontro ***
Under
the Rose
-Yami to Seijaku-
Oscurità e silenzio
闇
と静寂
Secondo
capitolo:
Incontro.
Fece scorrere lo sguardo pesante, affaticato dal
sonno e infastidito dalla luce, sullo schermo luminoso del portatile,
smaniosa di apprendere nuove notizie su quello che stava accadendo al
suo corpo, su ciò che stava cambiando in lei. Era agitata,
infastidita da quel muro di silenzio che le avevano imposto.
Mai nessuno, che sapesse, era stato trattenuto
così tanto in ospedale per un misero attacco di panico.
Cominciò a pensare di essere pazza, e informandosi,
scoprì che l’aver paura di perdere la testa,
è uno dei sintomi.
Si morse le labbra, concentrandosi più
del dovuto sulla pagina di internet in questione . –
Wikipedia non mente mai – si disse prima di chiudere la
sessione, e poggiare la testa sul cuscino esageratamente alto
dell’ospedale. Nauseata dall’odore di alcool e
medicinali che emanavano le lenzuola e le tende della stanza in
penombra.
Erano passate almeno ventiquattro ore, ma Kagome
stava cominciando a convincersi che fossero molte di più.
Completamente immersa nella noia, si
impegnò ad ascoltare i suoni dell’ospedale,
aggrappandosi all’unica distrazione che le veniva in mente.
La voce di Kagura le fu facile da individuare, diventava sempre
più vicina, fino a diventare comprensibile. Era dietro alla
porta della stanza, e stava parlando con un’infermiera.
– Dobbiamo riuscire a estrapolare notizie dalla signorina,
capire se si è resa conto, se si ricorda
dell’accaduto –
L’amica sospirò, prima di
prendere parola . – E’ svenuta, e si è
risvegliata soltanto qui, in ospedale. In quella stanza sono morte tre
persone, fra cui il suo migliore amico, ed una è scomparsa
– Sentì una piccola pausa, dopo che la voce della
giovane aveva cominciato ad aumentare sulle ultime parole . –
Non venite a dirmi che potrebbe essere accusata-
Kagura era sempre stata così, pronta a
proteggerla ad ogni costo, in ogni occasione. Accogliendola sotto le
sue ali come una madre .
Kagome portò le mani alle tempie,
premendole e massaggiando, provando ad attenuare il forte dolore che
aveva cominciato a tormentarla. Non
ricordava nulla, fino a quando era rimasta cosciente, tutti erano vivi.
“Il suo
migliore amico”
Si rese conto quando il cuore cominciò a
far male, a battere esageratamente veloce. Per qualche secondo, per poi
calmare la sua corsa. Un vuoto profondo si aprì un varco nel
suo stomaco, facendole salire la nausea. Si mise seduta, e porto
immediatamente le mani sulle labbra, si accorse che stava tremando.
Stava succedendo ancora.
Il sapore metallico sulla lingua, i tremori.
Provò a parlare, a chiedere aiuto… ad urlare, ma
le labbra sembravano essersi irrigidite, impossibili da socchiudere. Si
piegò in due, il cuore ricominciò a farle male
mentre il respiro sembrava non bastarle. Riuscì ad emettere
un lamento, biascicando, ma fu poco percettibile, quasi un sospiro.
Le lacrime le inumidirono l’iridi, e le
ciglia si imperlarono di lacrime. –Ko…Ko-ga- Emise
in tono strozzato.
Cadde dal letto, in un tonfo.
La stanza interamente bianca, cominciava ad essere
inghiottita dal buio della paura, che lentamente la stava spingendo in
basso, sempre più a fondo. Nella sua mente cominciarono a
scorrere delle immagini, ricordi del giorno prima, di quella voce.
Tremò, graffiando nervosamente il pavimento, alla ricerca
spasmodica di qualsiasi cosa che potesse salvarla.
-Disturbi la mia libertà con le tue urla-
La riconobbe.
-Potrei salvarti, ma le mie mani insanguinate,
sporcherebbero il candore della tua pelle-
Sentì le guance bruciare, divenire
bollenti per il dolore subito. La gola le bruciava.
Finalmente riuscì ad udire la sua stessa
voce urlare. Le punta delle dita erano macchiate di rosso, si stava
graffiando da sola.
Un calore l’avvolse, abbracciandola,
tenendola stretta per il bacino. Un respiro caldo le
accarezzò il collo impregnato di sudore. Respirò,
smise di urlare. Respirò nuovamente.
Si calmò.
Addormentandosi fra le braccia di qualcuno, di cui
non aveva visto nemmeno il volto.
L’iridi infuocate sbirciavano la scena
oltre il vetro, sporcato dalle gocce di pioggia. La ragazza
venne accolta dalle braccia sicure delle due amiche, e da
quelle forti del dottore. La sollevarono, con tutto il riguardo
possibile, e la posarono sul letto d’ospedale. Riprese
conoscenza qualche minuto dopo.
Una delle due amiche le accarezzava i capelli,
mentre l’altra, la più fredda dialogava con il
dottore, sembrando piuttosto nervosa.
L’aveva seguita fino a li, senza perderla
mai di vista. Lei, lo aveva liberato dalla prigionia, dandogli perfino
un corpo, che oltre tutto non era niente male. Si era osservato poche
ore prima, nel riflesso di uno specchio. Aveva preso possesso di un
mezzo demone, soggetto perfetto. Era un giovane, su i
vent’anni, forte ,di bell’aspetto, ma soprattutto
agile nei movimenti.
Aspettò che Sango e Kagura uscissero
dalla stanza, per aprire la finestra ed intrufolarsi al suo interno.
-Come ci sei riuscita?- Appoggiò la
schiena al muro, e incrociando le braccia attese una sua risposta.
Kagome incontrò il suo sguardo, e lo riconobbe subito,
tuttavia mantenne la calma . Si trattava del mezzo demone che le stava
a fianco prima che svenisse, l’unico sopravvissuto. Il
colpevole dell’omicidio di tre persone.
-So a cosa alludi … - Fece in modo che
ogni parola risultasse chiara e coincisa. – So di averti
“risvegliato” in qualche modo- Si morse le labbra,
e affondò le unghie nella pelle, stringendo i pugni.
Ci fu silenzio per qualche interminabile minuto,
poi, lei parlò di nuovo.
-Qual è il tuo nome?- Gli chiese.
Sul viso di lui, si increspò un sorriso.
– Vuoi saperlo davvero , ragazzina?-
Kagome annuì, leggermente preoccupata.
-Alcuni mi chiamano Tenebre, altri Buio
… alcuni perfino Diavolo. Forse i primi due, sono azzeccati
– Rise, e le si avvicinò
-Con il
Diavolo ci ho banchettato, ma credo si sentirebbe offeso se sapesse che
mi hanno scambiato per lui. Io uccido, razzio, distruggo la vita-
L’afferrò per il polso, stringendolo.
- Il mio nome è Inuyasha-
Lei
lo guardò, osservò attentamente ogni piccolo
particolare del suo viso, era ammaliante, i lineamenti erano femminili,
eleganti. Quello che provò in quel momento, anche se non lo
immaginava, non l’avrebbe mai più provato.
Aveva
sempre sentito dire che il sentimento più grande e caldo che
un essere umano è in grado di provare, sia
l’amore, ma non ci aveva mai realmente creduto, soprattutto
dopo la morte di sua madre. E quell’emozione, nel tocco,
anche se violento di Inuyasha, c’era qualcosa di
indescrivibile.
Lei lo aveva liberato, ed ora fra loro si era
intrecciato un filo.
-Vuoi uccidermi?- Sussurrò.
-Si … - Le rispose.
Ed ecco anche il secondo capitolo, si salvi chi
può ò.ò . Beh, diciamo che questo
capitolo non mi è venuto molto bene, almeno, forse la prima
parte si salva, ma la seconda la trovo terribile, non riuscivo bene ad
immaginare il loro primo incontro >.<
Beh, dal prossimo capitolo in poi comincerà a
succedere di tutto, almeno, questo è il mio progetto, spero
di riuscire a portarlo avanti per bene.
Ho fatto morire Koga anche in questa ff XD Sono
terribile.
Ora passo ai ringraziamenti =D
chocola92: Uh , addirittura bellissima ^\\\^ sono felice che
ti sia piaciuta , ed eccoti il continuo! Spero ti piaccia!
ryanforever: Naah in realtà non sono brava nello
scrivere poesie , quella mi è uscita bene per miracolo.
Spero che anche questo capitolo ti piaccia , un bacio ^^
kirarachan: Ecco il nuovo capitolo =D Immaginavo ti sarebbero
piaciute le tematiche *__* E grazie mille per avermi fatto notare
quell’errore , sei stata gentilissima. Spero che questo
capitolo ti sia piaciuto.
luca blight: Beh dai , questa ho deciso di scriverla per provare
a vedere se riesco a muovermi anche in quel campo. Speriamo in
bene!<3
Chocola 92: Sono felice che ti sia piaciuto così
tanto lo scorso capitolo , eccoti l’aggiornamento , spero non
ti deluda ^^
morkia90: Grazie mille , ecco il continuo , un bacio!
Ringrazio anche chi ha letto , e chi l’ha
aggiunta alle preferite e seguite.
Al prossimo capitolo.
Favole.
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Capitolo 3 *** Paura ***
Under the rose 3 b
Under the Rose
-Yami to Seijaku-
Oscurità e
silenzio
闇
と静寂
Terzo
capitolo: Paura
Cara mamma ,
di recente ho preso
l'abitudine di scriverti lettere, forse perchè non ho
accettato il fatto che tu sia morta, o perchè l'avere un
padre buono a nulla, sta cominciando a pesarmi. O semplicemente
perchè ho paura, e ho bisogno di scrivere immaginando che
esista un destinatario, e che sia tu quel destinatario.
Ora che ci penso però, cosa potrei scriverti?
Ho liberato uno spirito malvagio assetato di sangue, che uccide, ha
ucciso e ucciderà ancora, perfino e soprattutto me.
Forse avrei dovuto
versarla quella lacrima, per te. Avrei dovuto donartela,
così da renderla tua, solo tua.
Calcò
sul foglio giallastro del suo diario, e andò indietro con le
pagine, fino ad arrivare alla prima, per poi sfogliarlo e tornare
all'ultima. Amava l'odore dell'inchiostro impregnato sulla carta
riciclata di quel quaderno mal messo, e talmente vecchio da poter
considerare un miracolo il fatto che non sia ancora andato distrutto.
Era stata finalmente dimessa dall'ospedale, dove era rimasta in cura
per quasi una settimana.
Era tenuta sotto stretta sorveglianza. -Per proteggerti- Le avevano
detto, con la suprema presunzione di sembrare sinceri e convincenti. In
realtà era considerata ancora
una sospettata, con problemi mentali
inoltre.
Per questa ragione aveva deciso di non far parola con
nessuno del suo incontro con Inuyasha. Spiegare alle
autorità che il vero colpevole era lui, le era sembrato
inutile e autodistruttivo.
"Già mi credono pazza, non sarò io a buttare
infondo al mare la chiave della mia stanza di manicomio".
Pensò, nascondendo il prezioso diario fra le doghe del letto
e il materasso.
Un nascondiglio che ormai la gente ha smesso di considerare, talmente
ovvio da non essere più utilizzato, e di conseguenza ultimo
posto ove ormai si va a cercare. Un po' come nei cinema, la gente crede
che uscendo per ultimi, si evita automaticamente la folla, ma non
impara mai che questo è un pensiero comune, per cui ci si
ritrova al punto di partenza: Folla inferocita.
E dire che basterebbe pensare fuori dall'ordinario, a volte. Alzarsi e
correre verso la scritta verde e luminosa, senza perdere
tempo.
Dei passi attirarono la sua attenzione. Posò lo sguardo
sulla porta di legno, che di li a poco fu spalancata da un uomo di
media statura e dallo sguardo penetrante, blu scuro. Al suo fianco una
ragazzina dai tratti infantili stringeva fra le mani una cartella di
plastica strabordante di fogli.
Entrambi vestivano informali, e nel loro modo di camminare si
distingueva eleganza.
Si avvicinarono a Kagome, e le porsero la mano, prima uno, poi l'altra,
presentandosi. Si chiamavano Kuromi Miroku e Yami Rin.
Ci impiegò un po' a riconoscerla, senza gli abiti da
infermiera, ma quando lo fece, nella sua mente si accumularono un sacco
di domande.
-So a cosa stai pensando, ma no, purtroppo non sono più una
ragazzina. Ho quasi ventisei anni - Disse, con voce del tutto
infantile. Era una di quelle persone a cui è difficile
credere quando dichiarano di avere una certa età. Infatti a
guardarla assomigliava in tutto e per tutto ad una
studentessa delle medie. - Ho
dovuto fingermi infermiera, dovevo tenerti d'occhio-
continuò, per poi donarle un sorriso dolce e spontaneo.
In quei occhi scuri e fanciulleschi, non vi era nemmeno una goccia di
crudeltà, era palese che non fosse una figura cattiva, anche
se non riusciva del tutto ad inquadrare il suo scopo.
-Immagino tu sia qui per capire ciò che mi è
successo. Sei della polizia, no? - Chiese con aria
furba.
-Ti sbagli, noi sappiamo già tutto- Intervenne l'uomo, quasi
in difesa della collega. - Abbiamo già avuto a che fare con
Inuyasha-
Kagome strabuzzò gli occhi, e si mise a sedere, pronta ad
ascoltare tutto ciò che avevano da dirle.
Miroku fece segno a Rin con la mano, per incitarla a continuare.
-Inuyasha è uno spirito, come avrai già capito.
Si nutre delle debolezze degli altri, ed è grazie a queste
che riesce a tornare in vita.- Prese fiato, prima di ricominciare a
parlare, questa volta più seriamente, cercando di essere il
più delicata possibile. -Ci siamo informati sulla tua vita
Kagome, sappiamo del recente lutto, e dell'allontanamento dai membri
della famiglia ancora in vita. Lui si è servito di questo.-
Concluse guardandola negli occhi.
La ragazza, ancora confusa sospirò a fondo, scostandosi un
ciuffo di capelli che le solleticava il viso.
-Che altro sapete dirmi di lui? E gli attacchi di panico, sono sempre a
causa sua?- Chiese, innervosita dagli eventi.
-No, sono una tua reazione. Non sappiamo molto di lui, per quanto le
nostre famiglie gli stiano dietro da secoli. E' la prima volta che si
manifesta da quando questo ruolo ci è stato affidato-
L'espressione della giovane donna si incupì - Ci siamo
occupati di suo fratello ultimamente- Si interruppe, cercando di far
tornare sul proprio viso la luce che poco prima, era svanita. - Con
successo- Concluse.
La presenza di quei due, stava facendo nascere in Kagome la piccola
possibilità di potersi salvare. Con la mente
tornò al momento in cui Inuyasha si presentò
nella sua camera d'ospedale, nella sua dannata perfezione, con lo
sguardo capace di trafiggere. Poi quella voce ripiombò nella
sua testa.
-Io ti
ucciderò... Ma voglio darti un vantaggio,
finché non ti sarai ripresa del tutto, non ti
torcerò un capello. Dopo di che, sarà una caccia
libera per me-
Sentì pizzicare la spelle lungo la schiena, i brividi che
ormai era solita provare le percorsero il corpo. Ormai aveva paura, non
appena sentiva un minimo cambiamento nel suo corpo, si terrorizzava. Ne
aveva sentito parlare, dopo vari attacchi, si comincia a sentire la
fobia degli stessi. Quella sera però, doveva resistere,
controllare il respiro e stare il più possibile tranquilla.
Doveva e voleva saperne di più su tutta quella storia.
-Suo fratello hai detto? E se Inuyasha riuscisse a risvegliarlo, non
sarebbe un guaio ancora più grande?!- Si alzò
d'improvviso, e afferrò il braccio di Rin, per poi
stringerlo e scuoterla.
Gli occhi dell'altra si spensero nuovamente, non reagì
nemmeno allo scossone subito. Miroku però prese le sue
difese, per la seconda volta.
-Calmati!- La incitò, afferrandola alle spalle. - Sesshomaru
non è un problema, uno dei suoi principali scopi
è eliminare suo fratello, per cui non preoccuparti, non si
alleeranno-
Quelle parole la calmarono.
Aveva bisogno di pace.
Infilò gli artigli nel braccio destro della
donna che, con espressione terrificata sul viso, gemette dal dolore,
cadendo in terra. Provò un senso di piacere vedendola
soffrire, osservando i sentimenti positivi lasciare gli occhi verdi,
inumiditi dalle lacrime. La speranza scemava velocemente, mentre la
paura si miscelava all'angoscia.
Poteva leggere chiaramente i pensieri della madre, non molto giovane
che, nonostante volesse fuggire via, rimaneva saldamente aggrappata
alle sue ginocchia, implorante.
Si preoccupava dei suoi due figli, entrambi maschi, ancora molto
piccoli. Il fatto di non poterli veder crescere, era il suo
più grande timore. Non avrebbe potuto nemmeno dirgli
addio...
-Ti prego...- Raccolse l'ultimo frammento di coraggio, e si espresse
faticosamente, in un sussurro.
Il mostro estrasse
la sua arma, parte integrante del suo corpo, lasciando sanguinare
copiosamente la sua vittima.
-Qual'è il tuo nome?- Si leccò le labbra, e
chiese con un filo di perversione nel tono di voce. Lei, insicura
provò a parlare una prima volta, invano, lo spavento era
stato tale da toglierle le parole.
Sentì tremare tutto il corpo, e la ferita pulsare. Il sangue
non accennava a fermarsi. In quel momento capì, che non
avrebbe avuto scampo, e cominciò a desiderare solo la morte.
-Ro-rose- Balbettò, chiudendo gli occhi. Non aveva il
coraggio di guardare la propria fine in faccia.
-Bene Rose, scegli fra queste due possibilità: La prima,
è che lascio vivo tuo marito che, non sapendo affrontare la
tua morte, comincerà a bere e a tardare sul lavoro. Non
sarà più responsabile, e dopo essere stato
sorpreso a cercare di violentare la sua segretaria verrà
licenziato. Andrà in depressione e sfogherà le
sue pene sui tuoi figli, picchiandoli e arrivando perfino ad uccidere
il più piccolo-
La poverina emise un urlo, esprimendo tutta la sua sofferenza.
-Oppure- continuò Inuyasha - Posso uccidere quel maiale
stanotte stessa-
La donna prese la sua scelta, con le sue ultime forze.
Il giustiziere si allontanò ridendo a crepa pelle, ottenendo
ciò che voleva.
-Due cadaveri in una sola notte-
Olè... scrivere questo capitolo mi è piaciuto un
sacco *-* e il tutto mi è venuto davvero facile! Beh, non ho
molto da dire, per cui passo direttamente ai ringraziamenti!
Allur allur, sono abbastanza felice che i commenti siano aumentati, e
che la storia vi piaccia. Ormai mi sto lasciando coinvolgere del tutto
anche in questa ff *__*
Ma ora passiamo a voi, miei amatissime e amatissime Fan!
luca blight:
Allora sta venendo bene l'esperimento caro, ne sono felice! Almeno ora
non mi romperai dicendo che scrivo solo storie d'amore XD
chocola92:
Ohhhh *ò* ma grazie, così mi fai montare la
testa! Grazie davvero davvero davvero tanto! Spero che anche questo
capitolo ti piaccia *_*
kirarachan:
Grazie Vale, sono felice che la storia ti stia piacendo! Per quanto
rigurda Koga, no non lo odio XD è quello il bello.
Cercherò di farlo morire un po' meno
ù.ù
ryanforever:
Ciao! Ecco qui il nuovo capitolo, spero ti sia piaciuto. Per quanto
riguarda Koga, poverino. Lo lascerò stare per un po' da ora
in poi XD
pillo: Grazie
per lo splendido commento, Under the rose è anche una delle
mie preferite. Spero di non deludere le tue aspettative! Inoltre per
me, tu sei una nuova lettrice, e questa cosa mi fa davvero molto
piacere! Alla prossima ^^
mikamey:
Carissima, sono felice che non ti sia sentita offesa, mi sono tolta un
peso! Ecco qui il nuovo capitolo, a te il giudizio ;)
Luca_sto: Ma
che paura XD Sono io che ho paura, degli specchi, e a causa tua! Ecco
il seguito U__U
Beverly Rose:
Grazie, grazie, grazie mille! Sono veramente felice che ti piaccia e
che ti sembri originale. Spero di non deluderti andando avanti.
Chocola 92: Ed
ecco il capitolo, non so se ti sembrerà stupendo, ma spero
che ti piaccia almeno un po'! Grazie mille per aver letto e commentato
lo scorso capitolo.
Favole.
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Capitolo 4 *** Fratelli ***
Under the rose 4
Under the Rose
-Yami to Seijaku-
Oscurità e
silenzio
闇
と静寂
Quarto capitolo: Fratelli
Miroku e Rin uscirono dalla camera diversamente
da come vi erano entrati. Sui loro visi vi era perplessità,
in particolar modo sul viso della ragazza che, sembrava essere stata
davvero turbata da quell'incontro. Kagome li accompagnò alla
porta, li salutò e attese fino a quando scesero le scale,
dopo di che tornò nel suo piccolo rifugio, e accese il pc.
Con tutto ciò che era accaduto, aveva dimenticato il vero
motivo per cui aveva partecipato a quella seduta spiritica: Il suo
libro.
Era da quasi due settimane che non scriveva nulla, escludendo la
lettera a sua madre, e l'ispirazione stava cominciando a farsi sentire.
Aveva bisogno di esprimere i suoi pensieri, o sarebbe impazzita. Si
accorse però, di non avere nulla da dire, o meglio, nulla da poter dire.
Nervosa scostò la tendina azzurra, e sbirciò
fuori dalla finestra. Due pattuglie della polizia, contenenti quattro
poliziotti, sostavano davanti a casa sua, pronti a "proteggerla"
continuavano a sostenere. Ovviamente era una falsa. Lei, continuava ad
essere colpevole davanti ai lori occhi, o almeno complice dell'omicidio
di tre persone.
Quella prigionia stava compromettendo la sua vita, se c'era un unico
modo per restare viva, per ora, quello era scappare, e nascondersi
tentando di tenere Inuyasha alla larga. E quei dannati, le stavano
impedendo di continuare a respirare.
Il suono del campanello la fece sussultare. Si precipitò
fuori dalla camera e scese velocemente le scale, sbirciò
dall'occhiello, e scorgendo gli occhi amaranto di Kagura,
girò la chiave. Al suo arrivo scodinzolò come un
cane.
-Bentornata!- Strillò, reprimendo un forte desiderio di
abbracciarla.
L'amica si sfilò la giacca, e dopo averla appesa si
lasciò cadere priva di forze sul divano di casa. Le
si sedette al fianco, sperando che il suo ritorno avrebbe messo fine a
quella noia terribile.
-Novità?- Chiese speranzosa, attendendo con ansia una
risposta.
Kagura prese le sue mani fra le proprie, e le strinse. Sul suo viso
apparve un'espressione seria. - Ok, non è un buon segno- Si
rispose.
-La situazione è critica amica mia, forse dovresti
rivolgerti a tuo padre...-
Kagome a quelle parole sentì il cuore implodere. Il calore
dell'amica, che poco prima era di sollievo, cominciò ad
infastidirla. Ritrasse le mani violentemente, e si alzò. Le
era sembrato di cadere a peso morto per molti metri, per poi sbattere
contro una vetrata, che frantumandosi le stava tagliando il viso.
Stava andando a fuoco.
Provò a rispondere, ma non ci riuscì. Le labbra
erano divenute rigide."Sta accadendo ancora." Riuscì a
pensare, prima di cadere in terra tremante. Il buio la
inghiottì. Terrorizzata cercò di proteggersi con
le braccia, ma non riuscì a muoverle.
Stava svanendo.
"Respira" Si disse."Respira a fondo."
-Eliminerò
tuo padre, se così vuoi. Sono ghiotto di genitori. Quando
hanno qualcosa da proteggere il loro sangue è più
dolce.-
-Inuyasha...-
Sussurrò, prima che il controllo l'abbandonò
completamente. Si sentì soffocare.
Sbatté le palpebre.
Nero. Lo fece ancora. Oscurità.
Ed ancora. Rosso.
-Questa giovane femmina però, sembra essere la candidata
perfetta in questo momento-
-Ti
prego lasciala...- Implorò. Lo spettro strinse il collo di
Kagura, e le tagliuzzò il viso con gli artigli. Lei,
urlò. Dimenandosi cercò di salvarsi, e mettere
fine a quel dolore lancinante.
-Io sarò la tua vittima, verrò con te. Potrai
uccidermi, torturarmi-
Inuyasha rise. Divertito, sadico. Scaraventò il corpo di
Kagura, ormai sfregiata in viso, e fece ricadere lo sguardo sulla sua
vera vittima, ancora accovacciata per terra, priva di forze ed in preda
la panico. Le lacrime scivolavano copiose dall'iridi scure e vitree.
-Mi hai chiamato tu, non credo che ora disperarsi ti sia d'aiuto.
Kagome sgranò gli occhi, indubbiamente colpita da quelle
parole. Lei non aveva chiamato nessuno, lei non aveva idea di come
potesse mettersi in contatto con lui, e anche se avesse saputo come
fare, sarebbe stato abbastanza masochistico, per cui non lo avrebbe mai
fatto.
Lo spettro, dall'espressione della ragazza, capì che non
aveva idea di ciò che stava succedendo. -Questa è
la terza volta che sento quelle urla strazianti, mi rimbombano nella
mente. Sei parecchio fastidiosa, sai?- Disse in tono dispettoso. Le si
avvicinò e l'afferrò per la gola, obbligandola a
guardarlo negli occhi.
-Anche quando mi hai liberato, quelle dannate urla mi hanno perforato i
timpani-
Kagome capì che gli attacchi di panico, non erano causati da
Inuyasha, bensì' la libertà che esso aveva
ottenuto, era stata ottenuta grazie a quei disturbi. Era a dir poco
assurdo, ma era così.
-Ora che farai, mi ucciderai?- Chiese, desiderando che la risposta non
arrivasse mai, desiderando che quell'attimo durasse molto
più a lungo, salvandola da morte certa.
-No, mi servi per un certo affare prima-
***
-Stai bene?- Miroku si rivolse alla
sua collega, che con lo sguardo nel vuoto, ci mise un po' a mettere
insieme quella domanda, e con fare insicuro annuì con il
capo.
-Sono solo un po' preoccupata, non ci siamo mai occupati di Inuyasha, e
temo che ci possa scappare più di un morto- Rispose, per poi
aprire lo sportello dell'auto e sedersi alla guida. L'uomo si
accomodò al suo fianco, sempre più contrariato
dal dover essere un semplice passeggero, e di non poter guidare.
Per Rin era un'abitudine mettersi al volante, da quando aveva preso la
patente non aveva fatto altro, offriva passaggi a tutti. Lei la
considerava una specie di presa di potere.
-Prima sembravi tesa, riguardo a lui intendo-
Lei fece finta di nulla, ed accelerò.
-Beh insomma, se ti senti turbata è più che
comprensibile, tu e lui... Insomma voi...-Si interruppe quando la mora
lo fulminò con lo sguardo, incitandolo a chiudere
l'argomento.
-Noi niente. Lui era uno spirito, ed io l'ho sigillato- Si
concentrò a parcheggiare, e a lavoro concluso si
girò verso il suo collega, corrigendogli dolcemente, grata
per il suo interessamento.
Salirono le scale del palazzo velocemente, e una volta arrivati al
piano a cui erano diretti, suonarono il campanello.
Nakamura Yuriko, la segretaria del grande capo, aprì la
porta, e con la sua solita risatina irritante li pregò di
aspettare seduti sui divanetti in pelle della sala d'attesa.
Poco dopo, furono chiamati ad entrare.
Il grande capo, ovvero Yami Sato, li accolse con una strana espressione
preoccupata sul viso. Si soffermò su Rin, sua figlia.
-Questo caso non fa per te Rin-chan.-
La vide sobbalzare, e incredula cercare di chiedere spiegazioni. Lui la
precedette, dandole subito un motivo.
-Sesshomaru è stato risvegliato-
Rin tremò.
Yeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeah sono felice. Questa ff è stata
aggiunta alle scelte *-* mi sono tanto commossa per questa cosa, e
spero di poter mantenere la storia buona. Beh, devo dire che sono
sempre più invogliata a scrivere questa storia, mi ci sto
appassionando più di quanto pensassi, un po' come con
"Burn". Ora, non voglio perdermi in parole inutili e passo ai
ringraziamenti:
luca
blight : Uh, che bello... Sono
davvero tanto felice che ti stia piacendo *_* Cercherò di
non deluderti, e spero di migliorare sempre. Grazie!
ryanforever:
Ciao, ecco il nuovo capitolo. Qui si capisce un po' del
perchè Rin sia diventata triste, anche se non ho svelato il
tutto. Spero ti sia piaciuto.
chocola92: Waah
che bello, sono felice che la storia di abbia preso così
tanto, e per fortuna ti è piaciuta l'entrata in scena di Rin
e Miroku, io temevo fosse un po' troppo assurda, e invece per fortuna
non è stato così. Spero che tu ti sia goduta
questo capitolo, e che ti sia piaciuto. Un bacio.
mikamey:
Tranquilla, Ayame per me sta diventando sacra, mi sto troppo
appassionando al suo personaggio, probabilmente grazie a te e alla tua
ff xP, per cui non la faccio morire. Spero che questo capitolo, anche
se semplice, ti sia piaciuto.
pillo: E anche
questa volta mi lasci un commento spettacolare. Grazie grazie grazie
*ç*. Che dire, mi fa un piacere immenso che questa ff ti
piaccia così tanto, spero di non annoiarti continuando. Nel
prossimo arriverà anche Sesshomaru, per la tua
felicità! All prossimo capitolo =D
Luca_sto: E
pensare che quando ho cominciato a scriverla, devo ammetterlo, non
pensavo che mi sarebbe uscita così bene come dici. Beh,
spero di mantenere il livello!
Chocola 92:
Ehh, io non posso dire niente sul futuro dei due, però
tranquilla per ora Kagome rimane viva! ^^
egoioegoio: Che
onore un tuo commento *_* Grazie mille per averla scelta, davvero ci
sono rimasta troppo bene. Ho corretto come mi avevi detto. Ancora
grazie!
Favole.
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Capitolo 5 *** Risveglio II ***
Under the Rose
-Yami to Seijaku-
Oscurità e
silenzio
闇
と静寂
Trattenne il respiro. Corse. Lasciò scivolare lungo le gote
una lacrima. Si stropicciò gli occhi. Prese finalmente fiato.
Sentì il gelo tagliarle la pelle umida, e istintivamente con
il dorso della mano tentò di asciugarsi. Si
sporcò la pelle di nero, il mascara era colato. Non si
guardò indietro nemmeno una volta, continuò ad
avanzare senza ripensamenti.
Non era spaventata, era completamente paralizzata dal terrore. Camminava
lentamente, compiendo piccolissimi passi.
Lui, la stava aspettando.
Quinto capitolo: Risveglio
II
Ogni qual volta che gli anfibi posavano sul terreno, desiderava di
tornare indietro, di scegliere la via della, salvezza?
Ma alla fine, poteva considerarla tale?
Sapeva che Inuyasha l'avrebbe trovata, sempre e ovunque. Magari, se si
fosse nascosta bene, avrebbe potuto guadagnare qualche giorno, ma non
sarebbe servito a niente. Finché non sarebbe riuscita a
controllare il suo corpo, e le sue reazioni, era una preda fin troppo
facile da scovare.
Sospirò, e con il cuore in gola spinse il pesante portone
dell'abitazione occidentale in stile barocco. Con sua sorpresa, non vi
fu nessun cigolio. Rimase delusa, in ogni storia di paura che si
rispetti, non manca mai.
-Qui abbiamo uno spettro, la morte... ma questo è
reale- Sospirò, richiudendoselo alle spalle, e
avanzando nei vuoti e gelidi corridoi.
Nonostante il buio pesto, riuscì ad ambientarsi bene, e non
tardò ad arrivare dinanzi alla stanza, che temeva
spalancare. Sfiorò la maniglia d'orata e fu pervasa da un
brivido. Sentì le gambe tremare, fino ad obbligarla a cadere
sulle ginocchia, le mancarono le forze all'improvviso.
Premette la mano destra sul petto, all'altezza del cuore, desiderando
di strapparlo via, pur di dover sopportare quel dolore, provocato
dall'intenso battito. Non riuscendo a drizzarsi in piedi,
allungò il braccio, fino a trovare il pomello dorato.
Spinse, per poi abbandonarsi al pavimento gelido.
Rimase cosciente, ma il suo corpo era paralizzato.
-Ci sei riuscita a quanto pare-
Quella voce maledetta, le trapassò il cervello. Avrebbe dato
tutto per spegnerla, per avere un attimo di silenzio. Un attimo tutto per se.
Insicura,
alzò la testa, e con molta fatica si sollevò sui
gomiti, così da poter
avere maggior visuale della stanza, e di ciò che in essa
stesse
accadendo. Inuyasha era seduto comodamente su un divano di pelle,
vecchio e mal messo. Sul viso la solita espressione sadica si era
evoluta, assumendo un nuovo colore. Sembrava soddisfatto.
-S-si...-
Biascicò lei, reprimendo un senso di disgusto quando
notò il cadavere
di una donna a pochi metri da lei. -Sei tu, il responsabile?-
Lo spettro rise, senza contegno, realmente divertito. - Oh si, ti
presento Rose. Potete fare amicizia, se ci tenete-
Kagome
finse di non sentire, e raccolse le ultime forze per alzarsi in piedi.
In quella stanza, fortunatamente era presente un letto. Si
trascinò
fino ad esso, e stanca, senza più nemmeno un grammo di
energia, si
lasciò cadere a peso morto sulla coperta in lana. La povere
depositata
sul pesante tessuto, si alzò, facendola starnutire. Non una
smorfia sul
suo viso.
Era in una stanza con un cadavere e uno spettro, la
puzza insopportabile di carne putrefatta le aveva fatto salire la
nausea. Ma non le importava. Chiuse gli occhi e si
addormentò.
Uno
scossone la costrinse ad aprire gli occhi e ad abbandonare il sonno
profondo in cui, qualche ora prima era caduta. Inuyasha l'aveva
afferrata con forza, e tenendola stretta era balzato giù
dalla
finestra. -Voglio vedere i risultati del tuo lavoro. In base a
ciò
deciderò che farne di te- Le disse lui.
Kagome chiuse gli occhi, e tentò di riaddormentarsi.
Per quanto fosse folle, si sentiva al sicuro.
***
Rin
si alzò in piedi, ed adirata sbatté la mano
contro il pregiato legno
della scrivania di suo padre, cercando la sua attenzione. Quella
notizia
l'aveva scossa così tanto che, trovare le parole giuste era
diventato
difficile, quasi impossibile. Fin da quando era riuscita a sigillare
Sesshomaru, aveva convissuto con questa paura, con la
possibilità di
doverlo riaffrontare, di rincontrare i suoi occhi. Lo avrebbe evitato
volentieri, ma non poteva accettare di vedersi togliere il lavoro da
sotto il naso. Lei poteva farcela, e farsi valere ugualmente.
-Mi
hai presa per una principiante padre?! QUESTO è il MIO
lavoro...-
Precisò, chinando il capo. -Non me lo toglierete. Ho
ribadito più e più
volte di stare bene. Non sono una bambina, e che diamine!- Si
voltò,
con l'intento di uscire dal quel maledetto ufficio, mantenendo l'ultima
parola. Ma una mano le strinse il polso, obbligandola a girarsi.
Miroku
la guardò negli occhi, senza dire niente. Lei
capì al volo. La stava
pregando di dare ascolto alle parole del loro capo, non che suo padre.
-Non posso farlo, lo sai...- Sussurrò, senza mai distogliere
lo sguardo da quello cobalto del collega.
Soddisfatta, lasciò i due uomini da soli nella stanza, e
sbatté la porta alle sue spalle. Yuriko la fissò
incredula.
-Devi aver sentito... Vuoi farmi anche tu la predica?-
La donna arrossì nel momento in cui si accorse di essere
stata invadente, e si inchinò in gesto di scuse.
Rin
la ignorò, e si diresse verso il suo ufficio. Il corridoio
silenzioso
che stava percorrendo a passo svelto, la fece sentire finalmente libera
da tutti. Si fermò, e appoggiandosi al muro si
strofinò gli occhi con
violenza, detestando le piccole gocce d'acqua che scivolavano copiose
sulle dita.
Lo squarcio nel petto si stava riaprendo. Era bastata la notizia del
suo risveglio, per farla sentire inquieta.
Si
concesse qualche secondo, poi riprese a respirare normalmente e, con
l'aiuto di una salviettina che nascondeva nella borsa, si
ripulì dai
residui di trucco, e aprì la porta del suo ufficio.
Lui era li, fiero come l'ultima volta che aveva incrociato il suo
sguardo di ghiacciò.
Lei
si chiuse la porta alle spalle, e perdendo la calma, che poco prima di
era obbligata ad assumere, gli si avvicinò. Non era
cambiato, gli occhi
gialli la fissavano stupiti, calmi. La pelle candida era rimasta
giovane, priva di una qualsiasi imperfezione.
-Rin...-
Sussurrò, alzando il braccio, per distruggere finalmente lo
spazio che li divideva. Le accarezzò i capelli.
Lei
tremò, e debolmente avanzò ancora, due singoli
passi. Posò il viso
sulla serica stoffa bianca dell'abito del suo amato, e tremante
circondò il bacino con le esili braccia, desiderando
soltanto d'essere
ricambiata.
Sesshomaru non tardò ad accontentarla. La strinse
energicamente, come spinto dalla disperazione.
-Io...Io
non volevo...- Singhiozzò la ragazza. -Sono stata obbligata,
sono
ancora obbligata. E' il mio lavoro, non dovevi tornare. NON DOVEVI...-
Lui
l'allontanò.
Lei
ebbe appena il tempo di scorgere la mezza luna sulla sua fronte, prima
che calde labbra non le facessero completamente perdere la testa.
Dietro al vetro appannato Inuyasha li osservava, impaziente, sadico.
Kagome sfinita appoggiò il capo al suo petto.
-Io sono il fratello cattivo,
quando lo impareranno? -
Ridacchiò, e carezzando le guance pallide della ragazza, la
ringraziò.
-Hai fatto un ottimo lavoro.-
Hi Fan!
Sono in dovere di informarvi che sono in una tremenda crisi di
ispirazione. Ma una di quelle brutte, in cui praticamente TUTTO
ciò che scrivi ti fa vomitare. Va beh, è un
brutto periodo.
Spero mi perdoniate.
Mi è stata fatta richiesta di fare capitoli più
lunghi, ed io non ho ignorato la cosa, solo che per questo qui, non ci
sono riuscita, per il motivo detto sopra. Per cui vedrò di
darmi da fare nel prossimo capitolo.
Dunque, spero abbiate capito che il lavoro svolto da Kagome,
è proprio quello di aver liberato Sesshomaru. Non ho
descritto la scena in questo capitolo per un motivo bene preciso, ma
tranquilli non mancherò di farlo.
Che dire, ho voluto invertire i ruoli in questa ff. Il cattivone
è Inuyasha e non Sesshomaru. Mi ucciderete per questo? xD
Spero di no :(
Dunque, passiamo ai ringraziamenti ^^
Luca_sto: Beh
le romanticherie ci sono, non sono proprio capace di non metterle XD
Però aspettati un bello scontro fra i due fratellini, e
tanto tanto sangue =D
luca blight:
U.U chissà che la tua memoria diventi più solida
continuando a leggere. Grazie Pic ^^
Chocola 92:
Waah sono felice che apprezzi i miei lavori >.< Dunque,
stai tranquilla, ho un animo troppo romantico per non far accadere
nulla >.> Spero che il capitolo ti sia piaciuto!! E
grazie mille ^.^
Jiada95: Beh,
ti garantisco che l'Inuyasha di "Burn" per quanto inizialmente sembri
bastardo, non è cattivo come questo XD Però si,
si può dire che le due ff siano simili in fatto di stile.
Per la lunghezza, ho già risposto su. Mi dispiace di non
averti accontentata subito, ma l'ispirazione è bastarda
quando ci si mette!
ryanforever:
Qui non ci sono più dubbi per Rin e Sesshomaru xP Spero che
il capitolo ti sia piaciuto.
chocola92: Ecco
il nuovo capitolo, spero sia stato di tuo gradimento. Grazie per il
commento allo scorso capitolo, un bacio.
mikamey: La mia
carissima Mary-chan ^^ Non sai quanto apprezzo i tuoi commenti, per
quanto tu abbia poco tempo libero, perdi sempre tempo con le mie
storie! Va beh, ormai te l'ho detto mille volte. Grazie mille.
pillo: Oh,
perdono, perdono! Non ti ho fatto trovare manco un capitolo al tuo
ritorno, e ora che ritorno, lo faccio con un capitolo penoso
>.< spero che tu possa perdonarmi!! Mi riempi sempre
troppo di complimenti, davvero non me lo merito.
Spero tu ti sia divertita a Stoccarda =D
Beh, che dire. Ancora scusa. Non so come altro giustificare questo
capitolo orripilante.
Favole.
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