+ Under The Rose + Yami to Seijaku

di Favols
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Risveglio ***
Capitolo 2: *** Incontro ***
Capitolo 3: *** Paura ***
Capitolo 4: *** Fratelli ***
Capitolo 5: *** Risveglio II ***



Capitolo 1
*** Risveglio ***


Under the Rose
-Yami to Seijaku-
Oscurità e silenzio
闇 と静寂

Dedico questa fanfiction a Kirarachan,
che come me , ama questo gruppo.

<3 




Dopo la notizia della malattia, in famiglia non parlava più nessuno, né tanto meno lei .
Sua madre si rinchiuse nel silenzio di chi non accetta di stare per morire, suo padre, incapace di gestire la situazione si concentrò del tutto sul lavoro, trascurandole. Lei e sua sorella invece, non si rivolgevano parola per paura di dirsi qualcosa di sbagliato. In quel caso, avere paura era più che lecito.
Le sue giornate trascorrevano vuote, fra ospedale e casa. Sempre più silenziose, quasi da far paura. Fu così che Kagome cominciò a cambiare, sulle palpebre apparve del trucco nero ad indurirle lo sguardo. Tinse tutti i suoi vestiti di nero. – Sono adatti a questa situazione – Si giustificò quando suo padre ebbe a che ridire.
La goccia che fece traboccare il vaso furono gli anfibi, lei non ci trovava niente di male, ma suo padre li detestava. Detestava il  rumore che facevano ad ogni suo passo , per l’esagerata pesantezza .
Fu così che per quel futile motivo, abbandonò il tetto di casa .
Non le fu difficile trovare una sistemazione alternativa, nonostante il suo silenzio, era riuscita a mantenere le amicizie più intime, conosciute come Kagesaki Sango e Hirose Kagura .
La svolta definitiva della sua vita, arrivò il giorno della morte di sua madre. Non versò una sola lacrima.
Suo padre cominciò ad odiarla seriamente.

Primo capitolo:
Risveglio.


"Sono la sposa della luce
e l'amante delle tenebre.
Sono falsità e mistero.
Rancore e odio.
Sono chi realmente, non saprai mai conoscere."



Sbattè la porta dietro di se, noncurante del rumore sordo provocato. Il suo ingresso attirò l'attenzione dei presenti, di una donna in particolare che, a giudicare dall'espressione contrariata, non era felice di vederla. Non ci badò, e si mise a sedere sull'ultima sedia rimasta libera, intorno al tavolo rotondo.
Compresa lei, erano in cinque, tutti superavano i vent'anni d'età, meno lei e Koga, vicini alla maggiore età.
La stanza era buia. Le persiane erano state accostate appositamente per evitare al sole di filtrare. La luce era poco adatta ad una seduta spiritica.
Era molto scettica a riguardo, non era stata una sua idea parteciparvi, ma l'invito del suo migliore amico, le aveva fatto gola . Era incuriosita dal comportamento assurdo di quelle persone, così tanto disperate da doversi attaccare a degli spiriti per tirare avanti.
Era patetico. Insomma il miglior ingrediente per il libro che stava scrivendo .
-Mi era sembrato di essermi espressa chiaramente, non voglio elementi nuovi per il "contatto"- La donna del cattivo sguardo parlò. Nella sua voce vi era un tono amaro, parecchio irritato. Da ogni suo gesto traspariva la sua natura snob, aveva il classico modo di fare di chi ha avuto, facilmente, tutto nella vita. A renderla meno aggressiva però, erano le mani, che giocando fra loro, dimostravano il suo forte nervosismo.
Si chiamava Kaho Yukiko, vedova di un ricco uomo d'affari, tragicamente deceduto dopo aver avuto un rapporto carnale con Sachiko, la svampita cameriera di casa. Sua moglie cercava spasmodicamente di contattare suo marito, sperando di avere spiegazioni .Ciò era ancora più patetico.
Nessuno dei presenti si preoccupò della lamentela, erano troppo ansiosi di cominciare.
Essendo l'ospite, Kagome dovette essere la prima a poggiare le mani sul piccolo cristallo trasparente, al centro del tavolo. Sapeva che quella, era una seduta singolare, diversa dalle altre.
Bastava unire le mani e poggiarle una sopra l'altra, per poi attendere.
Così fecero.
Rimasero in silenzio per molti minuti, tenendo gli occhi puntati sulla persona che stava difronte. Non successe niente, come del resto era accaduto tutte le volte precedenti.
Yukiko ritirò le mani, e disperatamente si avviò verso la finestra, per spalancare le persiane e permettere al sole di scaldare la stanza. Pianse.
-Se non ha funzionato è colpa di quella ragazzina!- Singhiozzò.
Gli altri partecipanti si alzarono uno ad uno, dando aria alla mano sudata di Kagome, che rimase fissa nella sua posizione. Pensò che era incredibile, era bastato un fallimento iniziale per far perdere la speranza a quella gente. Sapeva che non sarebbe mai successo niente, ma che diamine, buttare via la spugna così facilmente era da falliti.
Sentì crescere in lei un sentimento aspro, simile al sapore del metallo sulla lingua. Fastidioso e forte, sempre più difficile da sopportare. Assomigliava alla rabbia, ma una sfumatura d'angoscia la faceva sentire diversa. La paura  era il secondo sentimento che stava provando.
Provò ad abbandonare il cristallo, ma non ebbe risultati, il suo corpo non voleva obbedire. Avvertì degli strani formicolii su tutto il corpo, mentre i brividi la raggelavano.
Quando le mancò il respiro, sentì il timore palpitare sempre più forte, trascinandola violentemente nel panico. Sentì il suo corpo morire, e sputarla fuori . Era come se non appartenesse più a sé stessa.
Le voci dei presenti, preoccupati dal suo comportamento, persero volume lentamente, fino a scomparire del tutto. Era sorda.
Il buio la inghiottì completamente, sentì il bisogno di rannicchiarsi, di nascondersi, tornando in posizione fetale. Ma le braccia e le gambe, non le aveva più, non le sentiva più.

-Sciocchi gli umani, così deboli e così stolti, convinti di poter giocare con l'occulto-

Quella voce la cullò, alleviando la sensazione di soffocamento. Le lacrime fredde sulla pelle, furono il primo contatto che riuscì a percepire. La vista si rischiarò, dandole la possibilità di osservare nuovamente la stanza  della seduta .
Erano tutti pigiati contro il muro, sui visi sembrava esserci impresso il nero del terrore. Nessuno osava avvicinarla, aiutarla.
Si sentiva stanca, non aveva la forza di sollevarsi sulle proprie gambe, ancora tramanti. -A-aiuto- Implorò.
Nemmeno Koga sembrava volersi muovere, il suo migliore amico l'aveva abbandonata.  Le lacrime continuavano a cadere copiosamente, non riusciva a capire ciò che le stava succedendo. Si chiese se fosse realmente qualcosa di fisico, o solamente la sua mente che abbandonava il raziocinio. Stava impazzendo?
Concentrò lo sguardo sul gruppo di codardi, ma notò che ne mancava uno. Non ci aveva badato troppo a quell'uomo prima di cominciare, era un normale mezzo demone, un futile mezzo demone. La sua assenza però, fu lampante.
Con molta fatica si voltò, con l'intento di trovarlo.  E così fu, era dietro di lei. L'iridi ambrate erano scomparse, tingendosi di scarlatto. Una voce le si insediò nella testa.

-Mi hai liberato dal sigillo, dandomi perfino un corpo-

Comprese.
Kagome era l'unica ad averci creduto davvero, anche solo per un secondo.
Era riuscita ad ottenere un contatto.
Svenne...

L'odore nauseabondo tipico degli ospedali la svegliò. Una voce lontana chiamò il suo nome, rimbombando.
Aprì gli occhi, ma la luce giallastra la spinse a richiudere le palpebre, e a coprirsi il volto con la mano. Dopo svariati tentativi mise a fuoco ciò che le stava intorno. Un'infermiera dal bellissimo aspetto le 'carezzò i capelli, cercando di tranquillizzarla.
Ai lati del letto di ferro, vi erano Sango e Kagura, visibilmente preoccupate.
-Che diamine mi è successo? - Biascicò cercando di mettersi seduta.
Lesse il cartellino appeso al camice bianco della giovane donna, si chiamava Rin, il cognome non era citato, trovò che fosse una stranezza.
-Hai avuto un attacco di panico - Le rispose.



Note importanti:


- Su questa ff ho un paio di cose da dire.La prima è che il "disturbo" degli attacchi di panico è già stato utilizzato in un'altra FF intitolata "La mia cura" di Mikamey, in modo toralmente diverso da come lo userò io in questa. Volevo precisarlo in rispetto dell'autrice, che mi segue sempre, e che ringrazio per questo. Se ti senti offesa da questa FF sono anche disposta ad eliminarla, nonostante oltre a gli attacchi di panico, non ci sia niente di simile alla tua. Spero davvero di non averti offesa, e ancora di più, spero che tu abbia letto questa nota  ^^

- Sono consapevole che ho tantissime altre ff da concludere, difatti in principo aveva deciso di postare queste molto più avanti, ma siccome ora mi ritrovo ad avere MOLTO tempo libero che in futuro, non sono sicura di avere, ho deciso di postare ora. Spero che il primo capitolo, che ho deciso di unire al prologo, sia stato di vostro gradimento. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, dato che è diciamo "una prova" se non vi va comunque, mi basta che la leggiate  ^^

- Il pezzo di poesia in corsivo al centro della pagina, fa parte di una serie di poesie originali che ho scritto l'anno scorso, e che trovavo adatta per questa FF.

- Ho scelto "Under the rose" come titolo perchè la canzone che mi ha ispirata a scrivere questa Long, si chiama così, ed è degli H.I.M . Vi consiglio di ascoltarla, è veramente bellissima.

Beh, non ho più nulla da dire xD AL prossimo capitolo.



Favole
.

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Capitolo 2
*** Incontro ***


Under the Rose
-Yami to Seijaku-
Oscurità e silenzio
闇 と静寂

 

Secondo capitolo: Incontro.

 

Fece scorrere lo sguardo pesante, affaticato dal sonno e infastidito dalla luce, sullo schermo luminoso del portatile, smaniosa di apprendere nuove notizie su quello che stava accadendo al suo corpo, su ciò che stava cambiando in lei. Era agitata, infastidita da quel muro di silenzio che le avevano imposto.

Mai nessuno, che sapesse, era stato trattenuto così tanto in ospedale per un misero attacco di panico. Cominciò a pensare di essere pazza, e informandosi, scoprì che l’aver paura di perdere la testa, è uno dei sintomi.

Si morse le labbra, concentrandosi più del dovuto sulla pagina di internet in questione . – Wikipedia non mente mai – si disse prima di chiudere la sessione, e poggiare la testa sul cuscino esageratamente alto dell’ospedale. Nauseata dall’odore di alcool e medicinali che emanavano le lenzuola e le tende della stanza in penombra.

Erano passate almeno ventiquattro ore, ma Kagome stava cominciando a convincersi che fossero molte di più.

Completamente immersa nella noia, si impegnò ad ascoltare i suoni dell’ospedale, aggrappandosi all’unica distrazione che le veniva in mente. La voce di Kagura le fu facile da individuare, diventava sempre più vicina, fino a diventare comprensibile. Era dietro alla porta della stanza, e stava parlando con un’infermiera. – Dobbiamo riuscire a estrapolare notizie dalla signorina, capire se si è resa conto, se si ricorda dell’accaduto –

L’amica sospirò, prima di prendere parola . – E’ svenuta, e si è risvegliata soltanto qui, in ospedale. In quella stanza sono morte tre persone, fra cui il suo migliore amico, ed una è scomparsa – Sentì una piccola pausa, dopo che la voce della giovane aveva cominciato ad aumentare sulle ultime parole . – Non venite a dirmi che potrebbe essere accusata-

Kagura era sempre stata così, pronta a proteggerla ad ogni costo, in ogni occasione. Accogliendola sotto le sue ali come una madre .

Kagome portò le mani alle tempie, premendole e massaggiando, provando ad attenuare il forte dolore che aveva cominciato a tormentarla.  Non ricordava nulla, fino a quando era rimasta cosciente, tutti erano vivi.

“Il suo migliore amico”

Si rese conto quando il cuore cominciò a far male, a battere esageratamente veloce. Per qualche secondo, per poi calmare la sua corsa. Un vuoto profondo si aprì un varco nel suo stomaco, facendole salire la nausea. Si mise seduta, e porto immediatamente le mani sulle labbra, si accorse che stava tremando.

Stava succedendo ancora.

Il sapore metallico sulla lingua, i tremori. Provò a parlare, a chiedere aiuto… ad urlare, ma le labbra sembravano essersi irrigidite, impossibili da socchiudere. Si piegò in due, il cuore ricominciò a farle male mentre il respiro sembrava non bastarle. Riuscì ad emettere un lamento, biascicando, ma fu poco percettibile, quasi un sospiro.

Le lacrime le inumidirono l’iridi, e le ciglia si imperlarono di lacrime. –Ko…Ko-ga- Emise in tono strozzato.

Cadde dal letto, in un tonfo.

La stanza interamente bianca, cominciava ad essere inghiottita dal buio della paura, che lentamente la stava spingendo in basso, sempre più a fondo. Nella sua mente cominciarono a scorrere delle immagini, ricordi del giorno prima, di quella voce. Tremò, graffiando nervosamente il pavimento, alla ricerca spasmodica di qualsiasi cosa che potesse salvarla.

 

-Disturbi la mia libertà con le tue urla-

 

La riconobbe.

 

-Potrei salvarti, ma le mie mani insanguinate, sporcherebbero il candore della tua pelle-

 

Sentì le guance bruciare, divenire bollenti per il dolore subito. La gola le bruciava.

Finalmente riuscì ad udire la sua stessa voce urlare. Le punta delle dita erano macchiate di rosso, si stava graffiando da sola.

Un calore l’avvolse, abbracciandola, tenendola stretta per il bacino. Un respiro caldo le accarezzò il collo impregnato di sudore. Respirò, smise di urlare. Respirò nuovamente.

Si calmò.

Addormentandosi fra le braccia di qualcuno, di cui non aveva visto nemmeno il volto.

 

 

 

L’iridi infuocate sbirciavano la scena oltre il vetro, sporcato dalle gocce di pioggia. La ragazza venne accolta dalle braccia sicure delle due amiche, e da quelle forti del dottore. La sollevarono, con tutto il riguardo possibile, e la posarono sul letto d’ospedale. Riprese conoscenza qualche minuto dopo.

Una delle due amiche le accarezzava i capelli, mentre l’altra, la più fredda dialogava con il dottore, sembrando piuttosto nervosa.

L’aveva seguita fino a li, senza perderla mai di vista. Lei, lo aveva liberato dalla prigionia, dandogli perfino un corpo, che oltre tutto non era niente male. Si era osservato poche ore prima, nel riflesso di uno specchio. Aveva preso possesso di un mezzo demone, soggetto perfetto. Era un giovane, su i vent’anni, forte ,di bell’aspetto, ma soprattutto agile nei movimenti.

Aspettò che Sango e Kagura uscissero dalla stanza, per aprire la finestra ed intrufolarsi al suo interno.

-Come ci sei riuscita?- Appoggiò la schiena al muro, e incrociando le braccia attese una sua risposta. Kagome incontrò il suo sguardo, e lo riconobbe subito, tuttavia mantenne la calma . Si trattava del mezzo demone che le stava a fianco prima che svenisse, l’unico sopravvissuto. Il colpevole dell’omicidio di tre persone.

-So a cosa alludi … - Fece in modo che ogni parola risultasse chiara e coincisa. – So di averti “risvegliato” in qualche modo- Si morse le labbra, e affondò le unghie nella pelle, stringendo i pugni.

Ci fu silenzio per qualche interminabile minuto, poi, lei parlò di nuovo.

-Qual è il tuo nome?- Gli chiese.

Sul viso di lui, si increspò un sorriso. – Vuoi saperlo davvero , ragazzina?-

Kagome annuì, leggermente preoccupata.

-Alcuni mi chiamano Tenebre, altri Buio … alcuni perfino Diavolo. Forse i primi due, sono azzeccati – Rise, e le si avvicinò  -Con il Diavolo ci ho banchettato, ma credo si sentirebbe offeso se sapesse che mi hanno scambiato per lui. Io uccido, razzio, distruggo la vita- L’afferrò per il polso, stringendolo.

- Il mio nome è Inuyasha-

 Lei lo guardò, osservò attentamente ogni piccolo particolare del suo viso, era ammaliante, i lineamenti erano femminili, eleganti. Quello che provò in quel momento, anche se non lo immaginava, non l’avrebbe mai più provato.

 Aveva sempre sentito dire che il sentimento più grande e caldo che un essere umano è in grado di provare, sia l’amore, ma non ci aveva mai realmente creduto, soprattutto dopo la morte di sua madre. E quell’emozione, nel tocco, anche se violento di Inuyasha, c’era qualcosa di indescrivibile.

Lei lo aveva liberato, ed ora fra loro si era intrecciato un filo.

-Vuoi uccidermi?- Sussurrò.

-Si … - Le rispose.

 

 

 

Ed ecco anche il secondo capitolo, si salvi chi può ò.ò . Beh, diciamo che questo capitolo non mi è venuto molto bene, almeno, forse la prima parte si salva, ma la seconda la trovo terribile, non riuscivo bene ad immaginare il loro primo incontro >.<  Beh, dal prossimo capitolo in poi comincerà a succedere di tutto, almeno, questo è il mio progetto, spero di riuscire a portarlo avanti per bene.

Ho fatto morire Koga anche in questa ff XD Sono terribile.

Ora passo ai ringraziamenti =D

 

chocola92: Uh , addirittura bellissima ^\\\^ sono felice che ti sia piaciuta , ed eccoti il continuo! Spero ti piaccia!

 

ryanforever: Naah in realtà non sono brava nello scrivere poesie , quella mi è uscita bene per miracolo. Spero che anche questo capitolo ti piaccia , un bacio ^^

 

kirarachan: Ecco il nuovo capitolo =D Immaginavo ti sarebbero piaciute le tematiche *__* E grazie mille per avermi fatto notare quell’errore , sei stata gentilissima. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto.

 

luca blight: Beh dai , questa ho deciso di scriverla per provare a vedere se riesco a muovermi anche in quel campo. Speriamo in bene!<3

 

Chocola 92: Sono felice che ti sia piaciuto così tanto lo scorso capitolo , eccoti l’aggiornamento , spero non ti deluda  ^^

 

morkia90: Grazie mille , ecco il continuo , un bacio!

 

Ringrazio anche chi ha letto , e chi l’ha aggiunta alle preferite e seguite.

 

Al prossimo capitolo.

 

 

Favole.


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Capitolo 3
*** Paura ***


Under the rose 3 b

Under the Rose
-Yami to Seijaku-
Oscurità e silenzio
闇 と静寂

Terzo capitolo: Paura

Cara mamma ,

di recente ho preso l'abitudine di scriverti lettere, forse perchè non ho accettato il fatto che tu sia morta, o perchè l'avere un padre buono a nulla, sta cominciando a pesarmi. O semplicemente perchè ho paura, e ho bisogno di scrivere immaginando che esista un destinatario, e che sia tu quel destinatario.                                                                                                   
Ora che ci penso però, cosa potrei scriverti?                                                                                                                                                                                                                                         
Ho liberato uno spirito malvagio assetato di sangue, che uccide, ha ucciso e ucciderà ancora, perfino e soprattutto me.

Forse avrei dovuto versarla quella lacrima, per te. Avrei dovuto donartela, così da renderla tua, solo tua.

Calcò sul foglio giallastro del suo diario, e andò indietro con le pagine, fino ad arrivare alla prima, per poi sfogliarlo e tornare all'ultima. Amava l'odore dell'inchiostro impregnato sulla carta riciclata di quel quaderno mal messo, e talmente vecchio da poter considerare un miracolo il fatto che non sia ancora andato distrutto.
Era stata finalmente dimessa dall'ospedale, dove era rimasta in cura per quasi una settimana.
Era tenuta sotto stretta sorveglianza. -Per proteggerti- Le avevano detto, con la suprema presunzione di sembrare sinceri e convincenti. In realtà era considerata ancora una sospettata, con problemi mentali inoltre.
Per questa ragione aveva deciso di non far parola con nessuno del suo incontro con Inuyasha. Spiegare alle autorità che il vero colpevole era lui, le era sembrato inutile e autodistruttivo.
"Già mi credono pazza, non sarò io a buttare infondo al mare la chiave della mia stanza di manicomio". Pensò, nascondendo il prezioso diario fra le doghe del letto e il materasso.
Un nascondiglio che ormai la gente ha smesso di considerare, talmente ovvio da non essere più utilizzato, e di conseguenza ultimo posto ove ormai si va a cercare. Un po' come nei cinema, la gente crede che uscendo per ultimi, si evita automaticamente la folla, ma non impara mai che questo è un pensiero comune, per cui ci si ritrova al punto di partenza: Folla inferocita.
E dire che basterebbe pensare fuori dall'ordinario, a volte. Alzarsi e correre verso la scritta verde e luminosa, senza perdere tempo. 
Dei passi attirarono la sua attenzione. Posò lo sguardo sulla porta di legno, che di li a poco fu spalancata da un uomo di media statura e dallo sguardo penetrante, blu scuro. Al suo fianco una ragazzina dai tratti infantili stringeva fra le mani una cartella di plastica strabordante di fogli.
Entrambi vestivano informali, e nel loro modo di camminare si distingueva eleganza.
Si avvicinarono a Kagome, e le porsero la mano, prima uno, poi l'altra, presentandosi. Si chiamavano Kuromi Miroku e Yami Rin.
Ci impiegò un po' a riconoscerla, senza gli abiti da infermiera, ma quando lo fece, nella sua mente si accumularono un sacco di domande.
-So a cosa stai pensando, ma no, purtroppo non sono più una ragazzina. Ho quasi ventisei anni - Disse, con voce del tutto infantile. Era una di quelle persone a cui è difficile credere quando dichiarano di avere una certa età. Infatti a guardarla  assomigliava in tutto e per tutto ad una studentessa delle medie
. -
Ho dovuto fingermi infermiera, dovevo tenerti d'occhio-
continuò, per poi donarle un sorriso dolce e spontaneo.
In quei occhi scuri e fanciulleschi, non vi era nemmeno una goccia di crudeltà, era palese che non fosse una figura cattiva, anche se non riusciva del tutto ad inquadrare il suo scopo.
-Immagino tu sia qui per capire ciò che mi è successo. Sei della polizia, no? - Chiese  con aria furba.
-Ti sbagli, noi sappiamo già tutto- Intervenne l'uomo, quasi in difesa della collega. - Abbiamo già avuto a che fare con Inuyasha-
Kagome strabuzzò gli occhi, e si mise a sedere, pronta ad ascoltare tutto ciò che avevano da dirle.
Miroku fece segno a Rin con la mano, per incitarla a continuare.
-Inuyasha è uno spirito, come avrai già capito. Si nutre delle debolezze degli altri, ed è grazie a queste che riesce a tornare in vita.- Prese fiato, prima di ricominciare a parlare, questa volta più seriamente, cercando di essere il più delicata possibile. -Ci siamo informati sulla tua vita Kagome, sappiamo del recente lutto, e dell'allontanamento dai membri della famiglia ancora in vita. Lui si è servito di questo.- Concluse guardandola negli occhi.
La ragazza, ancora confusa sospirò a fondo, scostandosi un ciuffo di capelli che le solleticava il viso.
-Che altro sapete dirmi di lui? E gli attacchi di panico, sono sempre a causa sua?- Chiese, innervosita dagli eventi.
-No, sono una tua reazione. Non sappiamo molto di lui, per quanto le nostre famiglie gli stiano dietro da secoli. E' la prima volta che si manifesta da quando questo ruolo ci è stato affidato-
L'espressione della giovane donna si incupì - Ci siamo occupati di suo fratello ultimamente- Si interruppe, cercando di far tornare sul proprio viso la luce che poco prima, era svanita. - Con successo- Concluse.
La presenza di quei due, stava facendo nascere in Kagome la piccola possibilità di potersi salvare. Con la mente tornò al momento in cui Inuyasha si presentò nella sua camera d'ospedale, nella sua dannata perfezione, con lo sguardo capace di trafiggere. Poi quella voce ripiombò nella sua testa.

-Io ti ucciderò... Ma voglio darti un vantaggio, finché non ti sarai ripresa del tutto, non ti torcerò un capello. Dopo di che, sarà una caccia libera per me-  

Sentì pizzicare la spelle lungo la schiena, i brividi che ormai era solita provare le percorsero il corpo. Ormai aveva paura, non appena sentiva un minimo cambiamento nel suo corpo, si terrorizzava. Ne aveva sentito parlare, dopo vari attacchi, si comincia a sentire la fobia degli stessi. Quella sera però, doveva resistere, controllare il respiro e stare il più possibile tranquilla. Doveva e voleva saperne di più su tutta quella storia.
-Suo fratello hai detto? E se Inuyasha riuscisse a risvegliarlo, non sarebbe un guaio ancora più grande?!- Si alzò d'improvviso, e afferrò il braccio di Rin, per poi stringerlo e scuoterla.
Gli occhi dell'altra si spensero nuovamente, non reagì nemmeno allo scossone subito. Miroku però prese le sue difese, per la seconda volta.
-Calmati!- La incitò, afferrandola alle spalle. - Sesshomaru non è un problema, uno dei suoi principali scopi è eliminare suo fratello, per cui non preoccuparti, non si alleeranno-
Quelle parole la calmarono.
Aveva bisogno di pace.

Infilò gli artigli nel braccio destro della donna che, con espressione terrificata sul viso, gemette dal dolore, cadendo in terra. Provò un senso di piacere vedendola soffrire, osservando i sentimenti positivi lasciare gli occhi verdi, inumiditi dalle lacrime. La speranza scemava velocemente, mentre la paura si miscelava all'angoscia.
Poteva leggere chiaramente i pensieri della madre, non molto giovane che, nonostante volesse fuggire via, rimaneva saldamente aggrappata alle sue ginocchia, implorante.
Si preoccupava dei suoi due figli, entrambi maschi, ancora molto piccoli. Il fatto di non poterli veder crescere, era il suo più grande timore. Non avrebbe potuto nemmeno dirgli addio...
-Ti prego...- Raccolse l'ultimo frammento di coraggio, e si espresse faticosamente, in un sussurro.
Il mostro estrasse la sua arma, parte integrante del suo corpo, lasciando sanguinare copiosamente la sua vittima.
-Qual'è il tuo nome?- Si leccò le labbra, e chiese con un filo di perversione nel tono di voce. Lei, insicura provò a parlare una prima volta, invano, lo spavento era stato tale da toglierle le parole.
Sentì tremare tutto il corpo, e la ferita pulsare. Il sangue non accennava a fermarsi. In quel momento capì, che non avrebbe avuto scampo, e cominciò a desiderare solo la morte.
-Ro-rose- Balbettò, chiudendo gli occhi. Non aveva il coraggio di guardare la propria fine in faccia.
-Bene Rose, scegli fra queste due possibilità: La prima, è che lascio vivo tuo marito che, non sapendo affrontare la tua morte, comincerà a bere e a tardare sul lavoro. Non sarà più responsabile, e dopo essere stato sorpreso a cercare di violentare la sua segretaria verrà licenziato. Andrà in depressione e sfogherà le sue pene sui tuoi figli, picchiandoli e arrivando perfino ad uccidere il più piccolo-
La poverina emise un urlo, esprimendo tutta la sua sofferenza.
-Oppure- continuò Inuyasha - Posso uccidere quel maiale stanotte stessa-
La donna prese la sua scelta, con le sue ultime forze.
Il giustiziere si allontanò ridendo a crepa pelle, ottenendo ciò che voleva.
-Due cadaveri in una sola notte-


Olè... scrivere questo capitolo mi è piaciuto un sacco *-* e il tutto mi è venuto davvero facile! Beh, non ho molto da dire, per cui passo direttamente ai ringraziamenti!
Allur allur, sono abbastanza felice che i commenti siano aumentati, e che la storia vi piaccia. Ormai mi sto lasciando coinvolgere del tutto anche in questa ff *__*
Ma ora passiamo a voi, miei amatissime e amatissime Fan!

luca blight: Allora sta venendo bene l'esperimento caro, ne sono felice! Almeno ora non mi romperai dicendo che scrivo solo storie d'amore XD

chocola92: Ohhhh *ò* ma grazie, così mi fai montare la testa! Grazie davvero davvero davvero tanto! Spero che anche questo capitolo ti piaccia *_*

kirarachan: Grazie Vale, sono felice che la storia ti stia piacendo! Per quanto rigurda Koga, no non lo odio XD è quello il bello. Cercherò di farlo morire un po' meno ù.ù

ryanforever: Ciao! Ecco qui il nuovo capitolo, spero ti sia piaciuto. Per quanto riguarda Koga, poverino. Lo lascerò stare per un po' da ora in poi XD

pillo: Grazie per lo splendido commento, Under the rose è anche una delle mie preferite. Spero di non deludere le tue aspettative! Inoltre per me, tu sei una nuova lettrice, e questa cosa mi fa davvero molto piacere! Alla prossima ^^

mikamey: Carissima, sono felice che non ti sia sentita offesa, mi sono tolta un peso! Ecco qui il nuovo capitolo, a te il giudizio ;)

Luca_sto: Ma che paura XD Sono io che ho paura, degli specchi, e a causa tua! Ecco il seguito U__U

Beverly Rose: Grazie, grazie, grazie mille! Sono veramente felice che ti piaccia e che ti sembri originale. Spero di non deluderti andando avanti.

Chocola 92: Ed ecco il capitolo, non so se ti sembrerà stupendo, ma spero che ti piaccia almeno un po'! Grazie mille per aver letto e commentato lo scorso capitolo.




Favole.

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Capitolo 4
*** Fratelli ***


Under the rose 4
Under the Rose
-Yami to Seijaku-
Oscurità e silenzio
闇 と静寂




Quarto capitolo: Fratelli


Miroku e Rin uscirono dalla camera diversamente da come vi erano entrati. Sui loro visi vi era perplessità, in particolar modo sul viso della ragazza che, sembrava essere stata davvero turbata da quell'incontro. Kagome li accompagnò alla porta, li salutò e attese fino a quando scesero le scale, dopo di che tornò nel suo piccolo rifugio, e accese il pc.
Con tutto ciò che era accaduto, aveva dimenticato il vero motivo per cui aveva partecipato a quella seduta spiritica: Il suo libro.
Era da quasi due settimane che non scriveva nulla, escludendo la lettera a sua madre, e l'ispirazione stava cominciando a farsi sentire. Aveva bisogno di esprimere i suoi pensieri, o sarebbe impazzita. Si accorse però, di non avere nulla da dire, o meglio, nulla da poter dire.
Nervosa scostò la tendina azzurra, e sbirciò fuori dalla finestra. Due pattuglie della polizia, contenenti quattro poliziotti, sostavano davanti a casa sua, pronti a "proteggerla" continuavano a sostenere. Ovviamente era una falsa. Lei, continuava ad essere colpevole davanti ai lori occhi, o almeno complice dell'omicidio di tre persone.
Quella prigionia stava compromettendo la sua vita, se c'era un unico modo per restare viva, per ora, quello era scappare, e nascondersi tentando di tenere Inuyasha alla larga. E quei dannati, le stavano impedendo di continuare a respirare.
Il suono del campanello la fece sussultare. Si precipitò fuori dalla camera e scese velocemente le scale, sbirciò dall'occhiello, e scorgendo gli occhi amaranto di Kagura, girò la chiave. Al suo arrivo scodinzolò come un cane.
-Bentornata!- Strillò, reprimendo un forte desiderio di abbracciarla.
L'amica si sfilò la giacca, e dopo averla appesa si lasciò cadere priva di forze sul divano di casa. Le si sedette al fianco, sperando che il suo ritorno avrebbe messo fine a quella noia terribile.
-Novità?- Chiese speranzosa, attendendo con ansia una risposta.
Kagura prese le sue mani fra le proprie, e le strinse. Sul suo viso apparve un'espressione seria. - Ok, non è un buon segno- Si rispose.
-La situazione è critica amica mia, forse dovresti rivolgerti a tuo padre...-
Kagome a quelle parole sentì il cuore implodere. Il calore dell'amica, che poco prima era di sollievo, cominciò ad infastidirla. Ritrasse le mani violentemente, e si alzò. Le era sembrato di cadere a peso morto per molti metri, per poi sbattere contro una vetrata, che frantumandosi le stava tagliando il viso.
Stava andando a fuoco.
Provò a rispondere, ma non ci riuscì. Le labbra erano divenute rigide."Sta accadendo ancora." Riuscì a pensare, prima di cadere in terra tremante. Il buio la inghiottì. Terrorizzata cercò di proteggersi con le braccia, ma non riuscì a muoverle.
Stava svanendo.
"Respira" Si disse."Respira a fondo."

-Eliminerò tuo padre, se così vuoi. Sono ghiotto di genitori. Quando hanno qualcosa da proteggere il loro sangue è più dolce.-

-Inuyasha...-
Sussurrò, prima che il controllo l'abbandonò completamente. Si sentì soffocare.
Sbatté le palpebre. Nero. Lo fece ancora. Oscurità. Ed ancora. Rosso.

-Questa giovane femmina però, sembra essere la candidata perfetta in questo momento-

-
Ti prego lasciala...- Implorò. Lo spettro strinse il collo di Kagura, e le tagliuzzò il viso con gli artigli. Lei, urlò. Dimenandosi cercò di salvarsi, e mettere fine a quel dolore lancinante.
-Io sarò la tua vittima, verrò con te. Potrai uccidermi, torturarmi-
Inuyasha rise. Divertito, sadico. Scaraventò il corpo di Kagura, ormai sfregiata in viso, e fece ricadere lo sguardo sulla sua vera vittima, ancora accovacciata per terra, priva di forze ed in preda la panico. Le lacrime scivolavano copiose dall'iridi scure e vitree.
-Mi hai chiamato tu, non credo che ora disperarsi ti sia d'aiuto.
Kagome sgranò gli occhi, indubbiamente colpita da quelle parole. Lei non aveva chiamato nessuno, lei non aveva idea di come potesse mettersi in contatto con lui, e anche se avesse saputo come fare, sarebbe stato abbastanza masochistico, per cui non lo avrebbe mai fatto.
Lo spettro, dall'espressione della ragazza, capì che non aveva idea di ciò che stava succedendo. -Questa è la terza volta che sento quelle urla strazianti, mi rimbombano nella mente. Sei parecchio fastidiosa, sai?- Disse in tono dispettoso. Le si avvicinò e l'afferrò per la gola, obbligandola a guardarlo negli occhi.
-Anche quando mi hai liberato, quelle dannate urla mi hanno perforato i timpani-
Kagome capì che gli attacchi di panico, non erano causati da Inuyasha, bensì' la libertà che esso aveva ottenuto, era stata ottenuta grazie a quei disturbi. Era a dir poco assurdo, ma era così.
-Ora che farai, mi ucciderai?- Chiese, desiderando che la risposta non arrivasse mai, desiderando che quell'attimo durasse molto più a lungo, salvandola da morte certa.
-No, mi servi per un certo affare prima-

***

-Stai bene?- Miroku si rivolse alla sua collega, che con lo sguardo nel vuoto, ci mise un po' a mettere insieme quella domanda, e con fare insicuro annuì con il capo.
-Sono solo un po' preoccupata, non ci siamo mai occupati di Inuyasha, e temo che ci possa scappare più di un morto- Rispose, per poi aprire lo sportello dell'auto e sedersi alla guida. L'uomo si accomodò al suo fianco, sempre più contrariato dal dover essere un semplice passeggero, e di non poter guidare.
Per Rin era un'abitudine mettersi al volante, da quando aveva preso la patente non aveva fatto altro, offriva passaggi a tutti. Lei la considerava una specie di presa di potere.
-Prima sembravi tesa, riguardo a lui intendo-
Lei fece finta di nulla, ed accelerò.
-Beh insomma, se ti senti turbata è più che comprensibile, tu e lui... Insomma voi...-Si interruppe quando la mora lo fulminò con lo sguardo, incitandolo a chiudere l'argomento.
-Noi niente. Lui era uno spirito, ed io l'ho sigillato- Si concentrò a parcheggiare, e a lavoro concluso si girò verso il suo collega, corrigendogli dolcemente, grata per il suo interessamento.
Salirono le scale del palazzo velocemente, e una volta arrivati al piano a cui erano diretti, suonarono il campanello.
Nakamura Yuriko, la segretaria del grande capo, aprì la porta, e con la sua solita risatina irritante li pregò di aspettare seduti sui divanetti in pelle della sala d'attesa.
Poco dopo, furono chiamati ad entrare.
Il grande capo, ovvero Yami Sato, li accolse con una strana espressione preoccupata sul viso. Si soffermò su Rin, sua figlia. -Questo caso non fa per te Rin-chan.-
La vide sobbalzare, e incredula cercare di chiedere spiegazioni. Lui la precedette, dandole subito un motivo.
-Sesshomaru è stato risvegliato-
Rin tremò.



Yeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeah sono felice. Questa ff è stata aggiunta alle scelte *-* mi sono tanto commossa per questa cosa, e spero di poter mantenere la storia buona. Beh, devo dire che sono sempre più invogliata a scrivere questa storia, mi ci sto appassionando più di quanto pensassi, un po' come con "Burn". Ora, non voglio perdermi in parole inutili e passo ai ringraziamenti:

luca blight
: Uh, che bello... Sono davvero tanto felice che ti stia piacendo *_* Cercherò di non deluderti, e spero di migliorare sempre. Grazie!

ryanforever: Ciao, ecco il nuovo capitolo. Qui si capisce un po' del perchè Rin sia diventata triste, anche se non ho svelato il tutto. Spero ti sia piaciuto.

chocola92: Waah che bello, sono felice che la storia di abbia preso così tanto, e per fortuna ti è piaciuta l'entrata in scena di Rin e Miroku, io temevo fosse un po' troppo assurda, e invece per fortuna non è stato così. Spero che tu ti sia goduta questo capitolo, e che ti sia piaciuto. Un bacio.

mikamey: Tranquilla, Ayame per me sta diventando sacra, mi sto troppo appassionando al suo personaggio, probabilmente grazie a te e alla tua ff xP, per cui non la faccio morire. Spero che questo capitolo, anche se semplice, ti sia piaciuto.

pillo: E anche questa volta mi lasci un commento spettacolare. Grazie grazie grazie *ç*. Che dire, mi fa un piacere immenso che questa ff ti piaccia così tanto, spero di non annoiarti continuando. Nel prossimo arriverà anche Sesshomaru, per la tua felicità! All prossimo capitolo =D

Luca_sto: E pensare che quando ho cominciato a scriverla, devo ammetterlo, non pensavo che mi sarebbe uscita così bene come dici. Beh, spero di mantenere il livello!

Chocola 92: Ehh, io non posso dire niente sul futuro dei due, però tranquilla per ora Kagome rimane viva! ^^

egoioegoio: Che onore un tuo commento *_* Grazie mille per averla scelta, davvero ci sono rimasta troppo bene. Ho corretto come mi avevi detto. Ancora grazie!


Favole. 

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Capitolo 5
*** Risveglio II ***


Under the Rose
-Yami to Seijaku-
Oscurità e silenzio
闇 と静寂



Trattenne il respiro. Corse. Lasciò scivolare lungo le gote una lacrima. Si stropicciò gli occhi. Prese finalmente fiato.
Sentì il gelo tagliarle la pelle umida, e istintivamente con il dorso della mano tentò di asciugarsi. Si sporcò la pelle di nero, il mascara era colato. Non si guardò indietro nemmeno una volta, continuò ad avanzare senza ripensamenti.
Non era spaventata, era completamente paralizzata dal terrore. Camminava lentamente, compiendo piccolissimi passi. 
Lui, la stava aspettando.


Quinto capitolo: Risveglio II


Ogni qual volta che gli anfibi posavano sul terreno, desiderava di tornare indietro, di scegliere la via della, salvezza?
Ma alla fine, poteva considerarla tale?
Sapeva che Inuyasha l'avrebbe trovata, sempre e ovunque. Magari, se si fosse nascosta bene, avrebbe potuto guadagnare qualche giorno, ma non sarebbe servito a niente. Finché non sarebbe riuscita a controllare il suo corpo, e le sue reazioni, era una preda fin troppo facile da scovare.
Sospirò, e con il cuore in gola spinse il pesante portone dell'abitazione occidentale in stile barocco. Con sua sorpresa, non vi fu nessun cigolio. Rimase delusa, in ogni storia di paura che si rispetti, non manca mai.
-Qui abbiamo uno spettro, la morte... ma questo è  reale- Sospirò, richiudendoselo alle spalle, e avanzando nei vuoti e gelidi corridoi.
Nonostante il buio pesto, riuscì ad ambientarsi bene, e non tardò ad arrivare dinanzi alla stanza, che temeva spalancare. Sfiorò la maniglia d'orata e fu pervasa da un brivido. Sentì le gambe tremare, fino ad obbligarla a cadere sulle ginocchia, le mancarono le forze all'improvviso.
Premette la mano destra sul petto, all'altezza del cuore, desiderando di strapparlo via, pur di dover sopportare quel dolore, provocato dall'intenso battito. Non riuscendo a drizzarsi in piedi, allungò il braccio, fino a trovare il pomello dorato. Spinse, per poi abbandonarsi al pavimento gelido.
Rimase cosciente, ma il suo corpo era paralizzato.
-Ci sei riuscita a quanto pare-
Quella voce maledetta, le trapassò il cervello. Avrebbe dato tutto per spegnerla, per avere un attimo di silenzio. Un attimo tutto per se.
Insicura, alzò la testa, e con molta fatica si sollevò sui gomiti, così da poter avere maggior visuale della stanza, e di ciò che in essa stesse accadendo. Inuyasha era seduto comodamente su un divano di pelle, vecchio e mal messo. Sul viso la solita espressione sadica si era evoluta, assumendo un nuovo colore. Sembrava soddisfatto.
-S-si...- Biascicò lei, reprimendo un senso di disgusto quando notò il cadavere di una donna a pochi metri da lei. -Sei tu, il responsabile?-
Lo spettro rise, senza contegno, realmente divertito. - Oh si, ti presento Rose. Potete fare amicizia, se ci tenete-
Kagome finse di non sentire, e raccolse le ultime forze per alzarsi in piedi. In quella stanza, fortunatamente era presente un letto. Si trascinò fino ad esso, e stanca, senza più nemmeno un grammo di energia, si lasciò cadere a peso morto sulla coperta in lana. La povere depositata sul pesante tessuto, si alzò, facendola starnutire. Non una smorfia sul suo viso.
Era in una stanza con un cadavere e uno spettro, la puzza insopportabile di carne putrefatta le aveva fatto salire la nausea. Ma non le importava. Chiuse gli occhi e si addormentò.

Uno scossone la costrinse ad aprire gli occhi e ad abbandonare il sonno profondo in cui, qualche ora prima era caduta. Inuyasha l'aveva afferrata con forza, e tenendola stretta era balzato giù dalla finestra. -Voglio vedere i risultati del tuo lavoro. In base a ciò deciderò che farne di te- Le disse lui.
Kagome chiuse gli occhi, e tentò di riaddormentarsi.
Per quanto fosse folle, si sentiva al sicuro.


***

Rin si alzò in piedi, ed adirata sbatté la mano contro il pregiato legno della scrivania di suo padre, cercando la sua attenzione. Quella notizia l'aveva scossa così tanto che, trovare le parole giuste era diventato difficile, quasi impossibile. Fin da quando era riuscita a sigillare Sesshomaru, aveva convissuto con questa paura, con la possibilità di doverlo riaffrontare, di rincontrare i suoi occhi. Lo avrebbe evitato volentieri, ma non poteva accettare di vedersi togliere il lavoro da sotto il naso. Lei poteva farcela, e farsi valere ugualmente.
-Mi hai presa per una principiante padre?! QUESTO è il MIO lavoro...- Precisò, chinando il capo. -Non me lo toglierete. Ho ribadito più e più volte di stare bene. Non sono una bambina, e che diamine!- Si voltò, con l'intento di uscire dal quel maledetto ufficio, mantenendo l'ultima parola. Ma una mano le strinse il polso, obbligandola a girarsi.
Miroku la guardò negli occhi, senza dire niente. Lei capì al volo. La stava pregando di dare ascolto alle parole del loro capo, non che suo padre.
-Non posso farlo, lo sai...- Sussurrò, senza mai distogliere lo sguardo da quello cobalto del collega.
Soddisfatta, lasciò i due uomini da soli nella stanza, e sbatté la porta alle sue spalle. Yuriko la fissò incredula.
-Devi aver sentito... Vuoi farmi anche tu la predica?-
La donna arrossì nel momento in cui si accorse di essere stata invadente, e si inchinò in gesto di scuse.
Rin la ignorò, e si diresse verso il suo ufficio. Il corridoio silenzioso che stava percorrendo a passo svelto, la fece sentire finalmente libera da tutti. Si fermò, e appoggiandosi al muro si strofinò gli occhi con violenza, detestando le piccole gocce d'acqua che scivolavano copiose sulle dita.
Lo squarcio nel petto si stava riaprendo. Era bastata la notizia del suo risveglio, per farla sentire inquieta.
Si concesse qualche secondo, poi riprese a respirare normalmente e, con l'aiuto di una salviettina che nascondeva nella borsa, si ripulì dai residui di trucco, e aprì la porta del suo ufficio.
Lui era li, fiero come l'ultima volta che aveva incrociato il suo sguardo di ghiacciò.
Lei si chiuse la porta alle spalle, e perdendo la calma, che poco prima di era obbligata ad assumere, gli si avvicinò. Non era cambiato, gli occhi gialli la fissavano stupiti, calmi. La pelle candida era rimasta giovane, priva di una qualsiasi imperfezione.
-Rin...-
Sussurrò, alzando il braccio, per distruggere finalmente lo spazio che li divideva. Le accarezzò i capelli.
Lei tremò, e debolmente avanzò ancora, due singoli passi. Posò il viso sulla serica stoffa bianca dell'abito del suo amato, e tremante circondò il bacino con le esili braccia, desiderando soltanto d'essere ricambiata.
Sesshomaru non tardò ad accontentarla. La strinse energicamente, come spinto dalla disperazione.
-Io...Io non volevo...- Singhiozzò la ragazza. -Sono stata obbligata, sono ancora obbligata. E' il mio lavoro, non dovevi tornare. NON DOVEVI...-
Lui l'allontanò.
Lei ebbe appena il tempo di scorgere la mezza luna sulla sua fronte, prima che calde labbra non le facessero completamente perdere la testa.

Dietro al vetro appannato Inuyasha li osservava, impaziente, sadico. Kagome sfinita appoggiò il capo al suo petto.
-Io sono il fratello cattivo, quando lo impareranno? -
Ridacchiò, e carezzando le guance pallide della ragazza, la ringraziò.
-Hai fatto un ottimo lavoro.-




Hi Fan!
Sono in dovere di informarvi che sono in una tremenda crisi di ispirazione. Ma una di quelle brutte, in cui praticamente TUTTO ciò che scrivi ti fa vomitare. Va beh, è un brutto periodo.
Spero mi perdoniate.
Mi è stata fatta richiesta di fare capitoli più lunghi, ed io non ho ignorato la cosa, solo che per questo qui, non ci sono riuscita, per il motivo detto sopra. Per cui vedrò di darmi da fare nel prossimo capitolo.
Dunque, spero abbiate capito che il lavoro svolto da Kagome, è proprio quello di aver liberato Sesshomaru. Non ho descritto la scena in questo capitolo per un motivo bene preciso, ma tranquilli non mancherò di farlo.
Che dire, ho voluto invertire i ruoli in questa ff. Il cattivone è Inuyasha e non Sesshomaru. Mi ucciderete per questo? xD Spero di no :(

Dunque, passiamo ai ringraziamenti ^^


Luca_sto: Beh le romanticherie ci sono, non sono proprio capace di non metterle XD Però aspettati un bello scontro fra i due fratellini, e tanto tanto sangue =D

luca blight: U.U chissà che la tua memoria diventi più solida continuando a leggere. Grazie Pic ^^

Chocola 92: Waah sono felice che apprezzi i miei lavori >.< Dunque, stai tranquilla, ho un animo troppo romantico per non far accadere nulla >.> Spero che il capitolo ti sia piaciuto!! E grazie mille ^.^

Jiada95: Beh, ti garantisco che l'Inuyasha di "Burn" per quanto inizialmente sembri bastardo, non è cattivo come questo XD Però si, si può dire che le due ff siano simili in fatto di stile. Per la lunghezza, ho già risposto su. Mi dispiace di non averti accontentata subito, ma l'ispirazione è bastarda quando ci si mette!

ryanforever: Qui non ci sono più dubbi per Rin e Sesshomaru xP Spero che il capitolo ti sia piaciuto.

chocola92: Ecco il nuovo capitolo, spero sia stato di tuo gradimento. Grazie per il commento allo scorso capitolo, un bacio.

mikamey: La mia carissima Mary-chan ^^ Non sai quanto apprezzo i tuoi commenti, per quanto tu abbia poco tempo libero, perdi sempre tempo con le mie storie! Va beh, ormai te l'ho detto mille volte. Grazie mille.

pillo: Oh, perdono, perdono! Non ti ho fatto trovare manco un capitolo al tuo ritorno, e ora che ritorno, lo faccio con un capitolo penoso >.< spero che tu possa perdonarmi!! Mi riempi sempre troppo di complimenti, davvero non me lo merito.
Spero tu ti sia divertita a Stoccarda =D


Beh, che dire. Ancora scusa. Non so come altro giustificare questo capitolo orripilante.


Favole.

  

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