Can I Have This Dance?

di Yuphie_96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vuoi Venire con Me? ***
Capitolo 2: *** Vuoi Ballare con Me? ***



Capitolo 1
*** Vuoi Venire con Me? ***


Angolino della Robh: Buonasera e buona Vigilia a tutt* voi! ♥
Come avete passato questo primo giorno di festa? Io, personalmente, l'ho passato tra i fornelli per preparare la lasagna per domani, e stessa cosa farò domani mattina perchè mi manca ancora da preparare il secondo... come faceva mia nonna paterna a fare tutto in un giorno solo non lo so O.o...
Comunque (!), come vi avevo accennato ieri eccomi con una mini-long a sorpresa per oggi e domani! Stupiti? Sorpresi? Ebbene, adesso vi sorprenderò ancora di più perchè l'idea di questa storia me l'ha data nientepopòdimeno che la luce degli occhi miei, ovvero la mia Serè (♥), che una sera mi ha chiesto in chat "ma perchè non fai una Harry Potter AU?", e lì sono semplicemente partita, perchè andiamo, a chi non piacciono le HP AU?! *-*
Io le adoro da morire quindi ho voluto provare a scriverne una io stessa pur se corta, e, come avete potuto capire dall'introduzione, la mini-long parlerà dell'evento che piace di più a me ed a Serè... il Ballo del Ceppo! Ed ecco spiegato il motivo per cui vi rompo i palloni, non potevo pubblicarla in altri giorni visto che si svolge a Natale, eh. u.u
Parliamo di un argomento sensibile (?) adesso, se così possiamo definirlo, ovvero lo smistamento dei personaggi nelle quattro case... ordunque, io li ho smistati secondo il mio giudizio, se voi invece la pensate diversamente per alcuni sarei curiosa di sentire le vostre opinioni! ^^ Un grazie speciale comunque a Khrenek per avermi aiutata a smistarne uno in particolare che comparirà nel prossimo capitolo, per lei non sapevo proprio dove sbattere la testa e mi ha salvata. ç.ç ♥ *gli passa una fetta di tiramisù*
Volevo informarvi anche che per quanto riguarda i professori ho deciso di lasciare quelli originali, tranne che per il preside di Durmstrang (al posto di Karkaroff ci ho messo il padre di Karl, m'ispirava così u.u'''), e così vale anche per i nomi, ma tranquilli, per chi non li conoscesse metterò un piccolo glossario. ^^
E con questo ho finito gli argomenti, vi lascio al capitolo sperando che vi piaccia, buona lettura! ♥


Gryffindor: Grifondoro, casa di Hogwarts fondata da Godric Gryffindor (in italiano Godric Grifondoro)
Slytherin: Serpeverde, casa di Hogwarts fondata da Salazar Slytherin (in italiano Salazar Serpeverde)
Ravenclaw: Corvonero, casa di Hogwarts fondata da Rowena Ravenclaw (in italiano Cosetta Corvonero)
Hufflepuff: Tassorosso, casa di Hogwarts fondata da Helga Hufflepuff (in italiano Tosca Tassorosso)
Professoressa McGonagall: Professoressa McGranitt
Professor Snape: Professor Piton
Professor Flitwick: Professor Vitious



 

Il silenzio regnava sovrano tra i tavoli della grande biblioteca di Hogwarts.
Madama Pince osservava soddisfatta, alzando ogni tanto lo sguardo dal suo amato libro che stava leggendo in quei giorni, gli studenti delle quattro case, più qualche ospite delle altre due scuole, che avevano deciso di recarsi nella sua biblioteca tutti chini sui propri libri per seguire il suo esempio e leggere o per fare i compiti aiutandosi con i tomi che la biblioteca metteva loro a disposizione, nessuno che parlava, nessuno che mangiava, nessuno che stava cercando di rovinare quei preziosi scritti, non poteva che dirsi e sentirsi appagata di questo!
Solo un tavolo, che aveva già adocchiato da un po’, era forse una specie di eccezione in quel pomeriggio altresì perfetto, ma, visto che i gryffindor che lì vi erano seduti intorno stavano stranamente in silenzio come tutti gli altri studenti, decise di non andare ad indagare sul perché non avessero nessun libro sul tavolo e ritornare a leggere il suo, sospirando compiaciuta.
Compiaciuti non erano invece i grifoni del famoso tavolo privo di tomi, e non erano neanche appagati, tutt’altro erano contrariati, stanchi e incavolati contro l’unico oggetto posto al centro di esso.
L’uovo d’oro.
Nella prima prova Tsubasa aveva rischiato grosso con il suo drago per riuscire a conquistarlo, si era quasi persino rotto un braccio ad un certo punto, ma alla fine era riuscito a superare la prova e a portarlo al sicuro e trionfante nella casa comune di Godric, dove tutti gli altri grifoni avevano esultato ed insistito affinché lo aprisse per vedere cosa avrebbe dovuto aspettarsi il loro campione dalla seconda prova del torneo.
Quasi inutile dire, visto come stavano in quel momento, che nessuno era riuscito a capirlo per colpa dello stridio che ne era uscito fuori appena aperto… e quindi eccoli lì, i gryffindor del settimo anno tutti riuniti ad osservare attentamente ogni più piccola incisione per cercare, o almeno tentare, di carpirne i segreti prima dell’arrivo della data della prova.
“Oh, adesso basta!”
Urlò Ishizaki, stufo ed esasperato dopo aver passato altri dieci minuti a guardare quel maledetto uovo che niente lasciava intravedere.
“Se tentiamo di aprirlo di nuovo magari-“
“Ishizaki aspetta!”
Il grido di Wakashimazu si perse quasi nel vuoto a causa dello stridio che fuoriuscì dall’uovo una volta aperto.
A causa di quello tutti gli studenti si dovettero premere le mani sulle orecchie per cercare di proteggere i loro poveri timpani, Madame Pince per lo spavento fece addirittura cadere il suo adorato libro per terra, e solo l’intervento del piccolo Shingo che saltò in ginocchio sul tavolo per richiudere velocemente l’uovo riuscì a far ritornare una parvenza di silenzio, interrotto dai sospiri di sollievo di tutti gli studenti.
“Ryo Ishizaki non osare mai più, e stai sicuro che questo fatto verrà riportato alla McGonagall!”
“Che peccato Ishizaki, se lo avesse detto a Snape e ti avrebbe tolti dei punti avresti completato il magnifico lavoro che avevi iniziato”
Lo prese in giro Genzo dal suo tavolo, dopo la ripresa della bibliotecaria, facendo ridere il terzetto di slytherin del sesto anno di fianco a lui, Izawa, Taki e Kisugi.
Stavano quasi sempre intorno allo studente del settimo anno proprio per divertirsi di quei momenti!
“Stai un po’ zitto serpe maledetta!”
S’inalberò il grifone alzandosi per rispondergli per le rime, ma dovette subito calmarsi e risedersi al suo posto davanti al nuovo richiamo della Pince.
“Per una volta quell’idiota pomposo ha ragione, che volevi fare, rompere i timpani a tutti?!”
Quasi gli ringhiò contro Hyuga, cercando di tenere però un tono di voce abbastanza basso così da non essere ripreso anche lui.
Se perfino la tigre di gryffindor dava ragione al capo degli slytherin, allora l’aveva fatta davvero grossa, pensò Ryo abbassando lo sguardo sul tavolo.
“Mi dispiace ragazzi, volevo solo aiutare Tsubasa…”
Mormorò facendo sospirare Wakashimazu, accanto a lui, che gli posò una mano sulla spalla per consolarlo mentre Aoi, ancora sul tavolo, restituiva l’uovo dorato al suo campione.
Campione che gli sorrise grato… e che si ritrovò presto con la nuca colpita da un piccolo libricino tenuto in mano dal ravenclaw che più frequentava la casa rossa ed oro.
“Tsubasa che mi aveva detto che aveva risolto la questione già giorni fa”
Disse Taro a bassa voce e con lo sguardo cioccolato accusatorio, incrociando le braccia al petto.
“Eh eh… era una bugia…”
Ridacchiò imbarazzato Ozora, passandosi una mano sul punto colpito dal migliore amico.
“Fossi in te non riderei, la prova non si allontana di certo, anzi si avvicinava ogni giorno che passa”
Gli ricordò duramente il corvo, prendendo una sedia da un tavolo vuoto e sedendosi vicino a lui.
“Lo so credimi, ma non riesco a venirne a capo, ogni volta che lo apro per cercare di capire l’indizio è una tortura…”
Disse il campione di Hogwarts, rigirandosi tra le mani l’uovo.
In quei giorni non stava facendo altro, gli sembrava quasi di essere entrato in simbiosi con l’oggetto…
“Io direi che è anche colpa degli aiutanti che ti sei scelto, se vuoi posso provare io a darti una mano, di sicuro sarei molto più utile”
Gli propose Wakabayashi sorridendogli, passando dietro la sua sedia per andare a rimettere a posto un libro, ma prima che il gryffindor potesse rispondere ci pensarono Hyuga ed Ishizaki a farlo per lui, scacciando via lo slytherin a male parole.
Quello sbuffò e gettò loro uno sguardo annoiato, prima di andarsene per la sua strada però fece un piccolo occhiolino ad Ozora che arrossì un poco, sotto lo sguardo dei due compagni che s’infuriarono di più.
“Direi di lasciare perdere la questione dell’uovo per oggi”
Propose Ken, tenendo a bada i due grifoni di fianco e davanti a lui.
Tsubasa annuì mogio, mettendolo al sicuro nella sua tracolla con Misaki che gli promise di aiutarlo nei giorni seguenti, questo riportò un po’ di speranza nel cuore del grifone che si concentrò poi sul nuovo argomento che tirò fuori sempre il portiere karateka della sua squadra di quidditch.
“Voi come state messi per il ballo?”
Se possibile, il tema del ballo del Ceppo che si sarebbe tenuto da lì a pochi giorni, nello specifico la sera di Natale, riuscì ad adombrare gli studenti della casa di Godric più di quanto non avesse già fatto l’uovo pochi istanti prima.
“E’ davvero così importante?”
Sbuffò fuori Shingo incrociando le braccia dietro la testa, ancora seduto a gambe altrettanto incrociate sul tavolo con sommo disappunto di Madama Pince, che gli stava lanciando occhiatacce già da qualche minuto.
Lui, però, raramente faceva caso ai richiami e alle occhiatacce della bibliotecaria e anche quel caso non fu diverso, visto che rimase imperterrito sopra il tavolo, ignorandola.
“E lo domandi pure? E’ importantissimo!”
Sbottò Ryo, per poi ridimensionare la voce dopo l’ennesima sgridata da parte della bibliotecaria.
“Almeno lo è per Tsubasa, mi sembra di aver sentito da Flitwick che saranno i campioni ad aprire le danze del ballo del ceppo”
“Sul serio?!”
Chiese scioccato il campione all’amico ravenclaw, che annuì.
Da quel che ne aveva capito quella era una tradizione a cui non avrebbe potuto sottrarsi, ma che faceva sorgere anche un nuovo problema a giudicare dagli occhi ossidiana pieni di nuova preoccupazione.
“Questo mi fa intendere che non hai ancora ricevuto inviti o invitato nessuno”
“No, a dire il vero credevo di partecipare tutti insieme visto che nessuno di noi ha qualcuno con cui andare”
Ammise Ozora, ne aveva parlato giusto qualche giorno prima con il piccolo Aoi, almeno in quel modo sperava si sarebbero divertiti lo stesso…
“Mi dispiace ma dovrai cambiare i tuoi piani, devi avere per forza qualcuno con cui poter aprire il ballo”
Gli disse sempre Misaki, che sorrise quasi divertito nel vedere l’amico mettere il broncio subito seguito da Shingo.
Il più piccolo era stato quello più entusiasta all’idea di andare a divertirsi tutti insieme.
“Male che vada puoi venire con uno di noi”
Propose Kojiro, facendo sbuffare il gryffondor ancora sul tavolo.
“Non è più divertente se ci separiamo!”
“Non è questione di essere divertente, Aoi, è questione che a Tsubasa serve qualcuno con cui partecipare”
Gli fece presente Wakashimazu, facendolo imbronciare ancora di più.
“E comunque sarebbe la soluzione ottimale visto quanto è difficile invitare qualcuno!”
Se ne uscì fuori Ryo, rabbrividendo al ricordo del suo disperato tentativo di avvicinarsi a delle ragazze di Beauxbatons per provare ad invitarne almeno una.
Aveva ancora degli incubi, a volte, da quanto ne era rimasto traumatizzato.
“Ma quanto sei melodrammatico Ishizaki”
Gli disse ridacchiante una voce fuori dal piccolo gruppetto di grifoni e corvo.
Tutti si girarono verso la fonte di tale voce e trovarono di fronte al tavolo il capitano della squadra di quidditch di hufflepuff, Hikaru Matsuyama, che teneva appoggiato sulla spalla il suo libro di Cura delle Creature Magiche.
“Non avete qualcosa più importante su cui concentrarvi?”
Domandò poi, il tasso, facendo cenno alla tracolla del campione.
“E tu come fai a saperlo?”
Chiese inasprendo un poco il tono, Hyuga.
“Se volevate mantenerlo segreto, allora dovevate a parlare a voce più bassa”
“Non sono affari tuoi, e comunque non sono io che sono melodrammatico, sei tu che parli facile!”
S’intromise Ryo nella sfida di sguardi dei due.
Per via del torneo Tremaghi quello di quidditch era stato sospeso per quell’anno e quindi loro non erano riusciti a sistemare i conti in sospeso dell’anno prima, dove Hikaru era riuscito a fare punto sfruttando a suo vantaggio una mossa della tigre di gryffindor, e questo ancora bruciava all’orgoglio di Kojiro, che vide il suo avversario togliergli l’attenzione che meritava per riportarla sull’altro grifone.
“Oh, ma è facile”
Non lasciò il tempo a Ryo di controbattere, Matsuyama, si girò svelto verso un tavolo dove sedeva in solitaria un altro studente di Rowena e richiamò la sua attenzione.
“Ehi, Jun!”
Misugi alzò gli occhi nocciola dal suo libro e li incrociò con quelli marroni tendenti al rossastro dell’altro, che gli sorrise.
“Ti va di venire al ballo con me?”
Gli chiese tranquillo, facendolo dondolare un po’ il libro che ancora teneva sulla spalla.
Le gote color porcellana del ravenclaw presero delicatamente a colorarsi di uno squisito rosato, mentre gli occhi si sgranavano leggermente per la sorpresa di quella proposta inaspettata.
“Va bene”
Accettò poi Jun, riportando velocemente lo sguardo sul libro per cercare di far tornare il suo viso alla sua solita colorazione naturale il prima possibile.
Il sorriso dell’hufflepuff si trasformò presto in un ghigno, si girò verso il tavolo dei grifoni e del corvo solo per mostrarglielo e dopo se ne andò.
“Ho sempre pensato che fosse un gryffindor mancato”
Commentò Taro l’amico d’infanzia, osservandolo uscire dalla biblioteca.
Tsubasa e gli altri annuirono leggermente, e al povero Ishizaki non restò altro che sbattere la fronte contro il tavolo, beccandosi questa volta una punizione.


“Ragioniamo un attimo, se vi hanno detto che l’indizio è all’interno allora è certo che si può aprire in sicurezza-“
“I miei timpani sono pronti a sostenere il contrario”
Interruppe l’amico seduto davanti a lui con un libro aperto sulle ginocchia, il campione della casa oro e rossa.
Come Misaki gli aveva promesso, il giorno seguente al disastro in biblioteca i due si erano incontrati di mattina presto all’entrata del castello, avevano deciso di saltare la colazione in sala grande di comune accordo e si erano diretti verso un luogo decisamente più tranquillo e meno chiassoso come lo erano le rive del lago Nero per tentare di risolvere il mistero dell’indizio dell’uovo dorato che, ancora una volta, Ozora continuava a rigirarsi tra le mani.
“E in effetti lo sono anche i miei…”
Mormorò il ravenclaw, osservando l’oggetto in mano all’amico e massaggiandosi un povero orecchio nel ricordo di quello che aveva dovuto sopportare il pomeriggio prima di riprendere il suo discorso.
“Ma non ti avrebbero detto che era all’interno se così non fosse stato”
“Se mi avessero detto anche come aprirlo nel modo corretto mi avrebbero fatto un piacere”
“Così non sarebbe stata una prova Tsu”
Sorrise bonariamente Taro all’amico che s’imbronciò, tirandosi le ginocchia al petto e nascondendoci in mezzo l’uovo maledetto.
Come lo dimostravano i suoi voti in aritmanzia, risolvere problemi, o misteri in questo caso, non era proprio molto nelle corde di Tsubasa, lui preferiva di molto agire, scatenarsi piuttosto che fermarsi a riflettere e pensare ed era stato soprattutto grazie alla sua indole che era riuscito a scamparla con il drago, ma ora paradossalmente si ritrovava nei problemi proprio per colpa di questa.
Avrebbe dovuto dare retta a Snape il primo anno, quando gli aveva suggerito ‘amorevolmente’ di darsi una calmata prima di spedirlo in punizione e sottrarre cinquanta punti alla casata di Godric… magari se lo avesse fatto, adesso sarebbe già riuscito a capire l’indizio…
“Possiamo disturbarvi?”
Ad interrompere le elucubrazioni mentali del campione e a far tornare alla realtà anche lo studente di Rowena, dato che si era immerso nel libro per vedere se ci fossero cenni a uova magiche di quel tipo, ci pensò una voce a loro molto famigliare che proveniva da niente di meno che dallo studente a capo della casa di Salazar.
Genzo Wakabayashi sorrise loro, ancora seduti sulla roccia vicino al limite della riva, ed allungò una mano per pizzicare una guancia al campione.
“Ancora in alto mare, eh Tsubasa?”
“Non è divertente!”
Borbottò questo, facendo ridere gli amici.
“Non voleva esserlo”
“Se può consolarti, anch’io sto facendo della fatica per risolvere l’indizio”
S’intromise una seconda voce, stavolta proveniente dal quarto ragazzo che aveva voluto tenersi leggermente in disparte mentre l’amico salutava gli altri due ragazzi.
Karl Heinz Schneider, campione di Durmstrang e amico d’infanzia dello slytherin che ancora stava maltrattando la guancia del povero gryffindor, a cui riuscì un po’ difficile rispondere al sorriso che gli regalò il suo avversario di solito sempre di carattere abbastanza freddo.
“Per consolarlo direi che lo consola Schneider, però di certo non lo aiuta… a tal proposito, visto che non ci sono in giro quelle due piattole di Hyuga ed Ishizaki, finalmente è arrivato il mio turno di aiutarti, forza vieni un po’ con me!”
“Cos-? Ehi!”
Protestò Ozora, ma quella così piccola protesta di certo non fermò Genzo che, così come gli aveva afferrato il braccio per metterlo in piedi, lo trascinò via, portandoselo dietro mentre seguivano la riva del lago.
Ma lo studente della casata di Godric non fu il solo a protestare.
“Grazie per la considerazione Wakabayashi, lo stavo già aiutando io!”
Gli urlò dietro Taro, alzandosi anche lui in piedi.
“Allora ringraziami ancora, ti sto togliendo un onere più che pesante!”
Gli rispose lo slytherin continuando camminare con il gryffindor, non girandosi nella sua direzione ma alzando un braccio per salutarlo.
“Ma tu guarda che-… ah, inutile arrabbiarsi con quello”
Sospirò il ravenclaw, andando a chiudere il libro che aveva abbandonato sulla roccia per la foga.
Quando Wakabayashi richiedeva le attenzioni di Tsubasa per sé niente riusciva a fermarlo dall’ottenerle, ed anche il solo tentare di lamentarsi di questo era un vano spreco di tempo e di forze.
Lo studente della casa di Rowena poteva quasi definirsi abituato a vedersi portar via all’improvviso il suo migliore amico… non lo era, invece, a sentire due persistenti occhi azzurri sulla sua persona… alzò lo sguardo cioccolato e questo incrociò quello limpido del campione di Durmstrang, pure lui piantato in asso dallo studente della casa verde ed argento.
Al contrario suo, però, il biondo sorrideva.
E lo guardava.
Abbastanza insistentemente anche.
Senza dire niente.
Alquanto inquietante.
“Beh… tra poco iniziano le lezioni, quindi io an-“
“Vuoi venire al ballo con me?”
Gli chiese Karl di punto in bianco ed inaspettatamente, prima che si voltasse per ritornare dentro il castello.
A Misaki quasi cadde il libro di mano.
“A-Al ballo… io con te?... Ne sei sicuro?”
La scuola del nord era approdata ad Hogwarts già da un paio di mesi ormai, ma loro due rientravano tra i pochi che ancora non si erano rivolti alcun cenno di parola, nemmeno un saluto si erano mai scambiati, per questo lo sorprendeva tanto quell’invito e non capiva, sinceramente, da dove provenisse quella voglia del campione di andare proprio con lui visto il largo seguito che aveva tra studentesse e studenti per via del suo ruolo di giocatore professionista di quidditch.
Aveva ampissima e vasta scelta… a giudicare del suo cenno con la testa, però, a quanto pareva voleva presentarsi proprio con lui.
Ci pensò su qualche momento il corvo, in fondo non aveva ricevuto altri inviti…
“D’accordo…”
Bisbigliò a voce bassa e lo sguardo puntato a terra, con le guance un po’ rosse.
Non vide l’illuminarsi degli occhi azzurri, ma quasi lo percepì e fu per questo che si affrettò a rivolgergli la schiena ed ad incamminarsi verso il rassicurante castello.
… Ogni tanto provò a girarsi per controllarlo, e lo trovò sempre intento a guardarlo sorridente… ma quanto poteva essere strano quello Schneider?!

Se avesse dovuto rispondere Genzo a tale quesito, avrebbe risposto parecchio se non eri abituato, ma al momento aveva altre cose decisamente più importanti da fare che andare a schiarire i dubbi di Taro sull’amico a cui aveva prestato silenziosamente aiuto e, al contrario di quello che aveva detto proprio allo studente della casa di Rowena, non c’entravano molto con l’aiutare il campione di Hogwarts…
“Sono serio Tsubasa, sei davvero l’unico a cui è potuto venire in mente di andare ad aiutare un nemico, tutti gli altri si sarebbero tenuti il vantaggio stando zitti”
Rise lo slytherin, ancora stupito del fatto che l’altro fosse corso ad avvisare Karl dei draghi che avrebbero affrontato nella prima prova.
“Lo so, ma non sarebbe stato giusto, Schneider sarebbe stato l’unico dei tre a non sapere niente visto che Hagrid ha avvisato sia me che Madame Maxime”
“Onesto fino al midollo, così schifosamente gryffindor”
“Se faccio così schifo, allora non dovresti passare del tempo in mia compagnia viscida serpe”
Rispose alla presa in giro Ozora, buttandogli con forza l’uovo d’oro sullo stomaco e superandolo di qualche passo ridendo.
“Come siamo permalosi”
Protestò però con un sorriso, Wakabayashi, lanciandogli l’oggetto non appena si fu girato nella sua direzione, ed osservandolo prenderlo al volo come sempre.
Non per niente era il cercatore e capitano della squadra rossa ed oro.
“Ho imparato dal migliore”
Rise ancora il campione di Hogwarts, facendogli una piccola linguaccia  mentre stringeva l’uovo tra le mani.
Le risate dello studente della casata di Salazar si sciolsero in un sorriso intenerito, mentre si fermava ad osservarlo.
“Vieni al ballo con me”
Gli disse serio d’un tratto, causandogli quasi una caduta per lo stupore.
“Cos-?!”
Balbettò Tsubasa, occhi e bocca spalancati dall’incredulità.
Non avrebbe mai creduto di sentirsi rivolgere quelle parole proprio dallo studente verde ed argento, che gli si avvicinò continuando a sorridere, sicuro di sé e della risposta che avrebbe ricevuto.
“Vai già con qualcun altro? Con Hyuga magari?”
“Beh… no…”
Sussurrò il campione, trovando improvvisamente interessanti i disegni sopra l’oggetto dorato che aveva in mano.
Forse se si fosse concentrato su quelli, il suo imbarazzo sarebbe passato in secondo piano…
“Avevo pensato di andare con tutti i miei amici a dire il vero…”
“Hai bisogno di qualcuno con cui poter ballare, però, no? E chi meglio di me per farlo? Ishizaki ti pesterebbe i piedi dopo il primo passo”
“Ma quanto puoi essere presuntuoso!”
Scoppiò a ridere il gryffindor, come lo slytherin aveva sperato facesse.
Gli piaceva vederlo ridere, soprattutto gli piaceva che lo facesse in sua compagnia e se per farlo doveva recitare la parte della perfetta serpe spocchiosa, per lui non c’era assolutamente nessun problema.
“Allora? Dai, non tenermi sulle spine, tanto lo so che vuoi venire con me”
“Abbassa la cresta serpe, magari potrei voler andare con Kojiro…”
Insinuò lo studente della casata di Godric che, nel vedere gli occhi verdi dell’altro sgranarsi, scoppiò nuovamente a ridere, lanciandogli una seconda volta l’uovo.
“Verrò al ballo con te, ma la prossima volta pretendo che tu mi faccia la domanda come si deve”
Lo informò Tsubasa, sorridendo con le gote leggermente arrossate.
Quindi ci sarebbe stata una volta dopo? Si chiese lo studente della casata di Salazar, mentre il grifone gli dava le spalle e riprendeva ad avanzare lungo la riva.
La risposta non era del tutto certa, ma per il momento Genzo poteva permettersi di esultare per il trionfo avvenuto alzando al cielo l’uovo dorato come se fosse la coppa del mondo di quidditch.


Ma per uno slytherin ed un gryffindor che andavano stranamente molto d’accordo, però, ce n’erano sempre altri due che mantenevano alta la storica rivalità tra le due case , e i nomi di questi studenti rispondevano, per l’ennesima volta, a quelli di Salvatore Gentile e Shingo Aoi.
Per l’ennesima volta, sì.
Ormai veder litigare la serpe castana e il piccolo grifone era diventato uno spettacolo abitudinario per tutti gli altri ragazzi, che avevano sempre assistito a queste liti giornaliere fin dal loro primo giorno del primo anno, nessuno si stupiva più quando esplodevano all’improvviso, nessuno ci faceva quasi più caso e soprattutto nessuno interveniva più, visto che tanto non sarebbe servito a niente con quei due zucconi che sembravano quasi averci preso gusto ad urlarsi contro in quei sette anni.
L’unico che, però, non demordeva e tentava ancora di farli ragione era l’hufflepuff amico di entrambi Gino Hernandez, e nel vederlo per la ‘non sapeva quanto perché aveva perso il conto superata la millesima’ volta mettersi nuovamente in mezzo a Gentile che urlava furioso ed Aoi che faceva altrettanto dimenandosi come un pazzo tra le braccia di Wakashimazu, che lo teneva per non farlo saltare alla gola dello studente della casa di Salazar e far così perdere punti a tutta la loro casa, Hikaru non poté evitare di chiedersi, mentre osservava la scena dal tavolo giallo e grigio, chi diavolo glielo facesse fare al suo povero compagno di casa…
“Non hai ricevuto nessun invito perché al ballo con te non vuole venirci nessuno, nessuno ti vuole!”
“Salvo smettila di dire cose così cattive a Shingo, non è cosi!”
Le redarguì il biondo portiere della casa di Helga, cercando di spingerlo il più lontano possibile dalla piccola furia che stava mettendo a dura prova anche il compagno di casa karateka.
“Vieni a dirmelo più vicino se ne hai il coraggio dannatissima viscida serpe, e sai quanto me ne importa di questo stramaledettissimo bal-?!”
“E siccome non ti vuole nessuno allora devi venire con me!”
Urlò ancora Salvatore, bloccandogli la frase sul finale ed ignorando il tasso davanti a lui.
Oh.
Quello era qualcosa di inaspettato.
Talmente inaspettato che perfino gli studenti di Hogwarts iniziarono a prestargli attenzione, sconvolti come lo erano stati solo quelli di Beauxbatons e Durmstrang fino a quel momento… ma soprattutto curiosi.
A quella uscita come avrebbe risposto il piccoletto dei gryffindor?
Fu il suo viso a rispondere per lui, troppo imbambolato e con gli occhi sgranati esattamente come quelli di tutti gli altri, iniziando ad arrossarsi talmente tanto che presto iniziò a fare concorrenza ad uno dei due colori della sua casa.
“Vai al diavolo!”
Gli urlò poi, liberandosi dalla presa di Ken ormai flebile e scappando via dalla sala grande senza mai guardarsi indietro, lasciando tutti insoddisfatti dalla mancata replica effettiva.
Hernandez fu l’unico che scoppiò in una grossa e fragorosa risata, battendo la mano sulla spalla dell’amico verde ed argento, che aveva il viso arrossato quanto o se non di più di quello di Shingo.
“Credo proprio che puoi prenderlo come un sì”

“Fatemi capire, voi due eravate quelli che sostenevano di più l’idea dell’andare tutti insieme… ed adesso avete entrambi un accompagnatore?!”
Sbraitò Ishizaki quella sera, una volta che si furono tutti riuniti nel dormitorio maschile della casa di Godric, contro i due amici.
Tsubasa non seppe molto cosa rispondergli, quindi si limitò a fare una risatina a metà tra il nervoso e l’imbarazzato intanto che continuava a pattare la testolina del piccolo Aoi, ancora avvolto nelle coperte del suo letto in stile baco da seta.
In effetti…
“Traditori!”



 

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Capitolo 2
*** Vuoi Ballare con Me? ***


Angolino della Robh: Buona sera e Buon Natale! ♥
Spero abbiate passato tutti una splendida e serena giornata, soprattutto che vi siate abbuffati come ho fatto io, e domani si replica pure! xD
Ma vi lascio subito al capitolo questa volta, lasciandovi ancora il glossario perchè non si sa mai. ^^
Buona lettura e ancora buone feste! ♥
Ah! Piccolo ps, se notate due nomi che non fanno parte dei personaggi di CT, non preoccupatevi, sono due mie OC che vedrete molto più in là, ma mi mancavano dei personaggi femminili e quindi le ho fatte entrare in scena prima. xD


Gryffindor: Grifondoro, casa di Hogwarts fondata da Godric Gryffindor (in italiano Godric Grifondoro)
Slytherin: Serpeverde, casa di Hogwarts fondata da Salazar Slytherin (in italiano Salazar Serpeverde)
Ravenclaw: Corvonero, casa di Hogwarts fondata da Rowena Ravenclaw (in italiano Cosetta Corvonero)
Hufflepuff: Tassorosso, casa di Hogwarts fondata da Helga Hufflepuff (in italiano Tosca Tassorosso)
Professoressa McGonagall: Professoressa McGranitt
Madam Pomfrey: Madama Chips
Professor Dumbledore: Professor Silente
Professoressa Sprout: Professoressa Sprite
Professor Snape: Professor Piton
Buckbeak: Fierobecco
N.E.W.T.: M.A.G.O (gli esami a fine del settimo anno)
Filch: Gazza




 

Tra fantomatici amici traditori, lezioni di pozioni dove i gryffindor perdevano punti come gli alberi perdevano le foglie in inverno – ma questo era abbastanza normale -, altre dove cercavano disperatamente di riconquistarli, e maledizioni varie sempre per quel dannatissimo uovo dorato che ad un certo punto avevano pure pensato di abbandonare nel bagno di Mirtilla Malcontenta, finalmente arrivò la tanto attesa serata di Natale.
La serata del Ballo del Ceppo.
Che non iniziava nel migliore dei modi… almeno, per i componenti del dormitorio maschile del settimo anno della casa di Godric… o meglio ancora, per tre soli.
“Ti prego, non dirmi che lo portano così dalla torre di gryffindor…”
Bisbigliò Taro con gli occhi sgranati dall’incredulità al proprio migliore amico, guardando insieme a lui Wakashimazu e Hyuga che trasportavano Ishizaki verso la sala grande riccamente addobbata per il ballo, tenendolo per gambe e braccia.
“Se proprio insisti non te lo dico”
“Ma-?!”
“Già non voleva venire perché non ha trovato nessuno, il vestito tradizionale che gli ha mandato sua madre è stato il colpo di grazia, avresti dovuto vedere la fatica che hanno fatto a staccarlo dal baldacchino”
Lo informò Tsubasa, rivelando il putiferio che c’era stato nel suo dormitorio fino a mezz’ora prima.
Non passarono neanche dieci secondi che i due migliori amici scoppiarono a ridere, appoggiandosi uno all’altro per evitare di finire per terra e dare così spettacolo, ci sarebbe stato tempo per quello durante il ballo, soprattutto visto le doti ‘ballerine’ del campione rosso ed oro.
Ma qualcuno iniziò a fissarlo ammirato già da quel momento, e la cosa non fece molto piacere allo slytherin che si stava avvicinando insieme al campione di Durmstrang.
“Possiamo sapere anche noi il motivo di tante risate?”
Chiese Genzo, senza volerlo neanche troppo sapere in verità, ma approfittando della domanda riuscì ad avvicinarsi di più ad Ozora per cingergli la vita con un braccio, e tirarselo contro il proprio petto.
Allo stesso tempo non si risparmiò di lanciare fredde ed avvelenate occhiatacce al terzetto di grifoni del quinto anno che si era fermato vicino all’entrata della sala grande per ammirare il proprio campione da abbastanza vicino, i due ragazzi, Santana e Natureza, com’era ovvio che succedesse ricambiarono volentieri tale occhiate – a cui il secondo aggiunse anche una sonora linguaccia – e sarebbero anche scattati se non fosse stato per la ragazza in loro compagnia che, spingendoli per le spalle, li costrinse a lasciar perdere ed ad entrare in sala grande… ovviamente dopo aver salutato a gran voce entusiasta Tsubasa.
“Piccola spudorata…”
Sputò tra i denti Wakabayashi, facendo ridacchiare il biondo e il castano vicino a loro, gli unici che lo avevano sentito visto che il grifone era ancora intento a salutare con estrema cura la compagna di casa più piccola.
Tutto per rimandare il più possibile il tornare alla realtà e al braccio dello studente della casa di Salazar intorno alla sua vita, ma se qualcuno lo avrebbe chiesto… avrebbe risposto che era per via del suo debole per Rayanne.
Con l’arrivo di corsa della professoressa McGonagall, però, sia lui che il ravenclaw suo amico dovettero farci i conti con la realtà.
“Eccovi signor Ozora e signor Schneider, forza sbrigatevi, è ora dell’entrata dei tre campioni, mettevi in fila dietro il signor Le Blanc e la signorina Hayakawa ed aspettate il mio cenno per entrare”
L’occhiolino della sua amica di hufflepuff e il sorriso del suo amico di Beauxbatons non riuscirono a calmare lo strano senso di inquietudine che prese all’improvviso lo studente della casa di Rowena, non appena si mise in fila dietro di loro con il campione di Durmstrang.
Lui non era forte come Azumi o sfacciato come Genzo, si sentiva impacciato nel dover percorrere quel breve pezzo prima di raggiungere la pista da ballo sotto gli occhi di tutti gli studenti delle tre scuole riunite, era da quando aveva smesso di giocare a quidditch per il suo infortunio alla gamba che non era più così sotto attenzione… e la cosa non gli faceva per niente piacere…
“Il trucco sta nel concentrarsi sul respiro”
Gli consigliò lo voce appartenente al ragazzo vicino a lui, che aveva percepito che qualcosa non andasse non appena lo aveva sentito aggrapparsi quasi con forza alla sua divisa rosso sangue.
“C-cosa?”
“Concentrati sul respirare con calma e non ti accorgerai nemmeno di quando saremmo arrivati alla pista”
Se lo diceva un giocatore professionista di quidditch…
Seguì il suo consiglio e cercò di raggruppare i suoi pensieri solo sul modo in cui i suoi polmoni inspiravano ed espiravano l’aria, non fu comunque semplice passare in mezzo a tutti quei occhi puntati su di loro, ma dovette ammettere che un pochino funzionò e per questo gli sorrise grato, una volta che furono uno davanti all’altro sulla pista e presero a danzare insieme.
Chi non sorrideva, invece, erano il campione di Hogawarts e il suo sventurato compagno di ballo, da quando la musica aveva iniziato ad aleggiare nell’aria e loro due a volteggiare quella era la quindicesima volta che gli pestava i piedi, povera professoressa McGonagall che aveva provato fino all’ultimo a ficcargli in testa un po’ di senso del ritmo e  povero Godric, proprio il campione della sua casa gli stava arrecando una simile vergogna… ma soprattutto, povero Genzo e poveri i suoi piedi che furono presto calpestati per la sedicesima volta…
“Scusa, giuro che non lo faccio di proposito!”
“Tranquillo Tsu… ti farai perdonare…”
Prima o poi sarebbe finito quel dannato ballo di apertura, che diamine!
Nel frattempo che lui lanciava qualche preghiera a Salazar e a Madam Pomfrey per i suoi arti inferiori ormai parecchio doloranti, altre coppie iniziarono ad affacciarsi sulla pista seguendo l’esempio di Dumbledore e della McGonagall.
“La Sprout ci ha provato ad insegnarmi qualcosa… ma non sono molto bravo, scusa Jun”
Bisbigliò Hikaru un po’ vergognandosi al suo compagno di danze, poco dopo aver iniziato a ballare.
Certo, non era al livello del grifone campione della loro scuola, ma la differenza si notava tra il suo corpo che sembrava un pezzo di legno e quello di Misugi che si muoveva con la grazia di un cigno.
“Tranquillo, trovo che tu sia molto bravo invece”
Palese bugia quella pronunciata del corvo, ma il tasso decise di starsene zitto ed incassare quel complimento che gli fece arrossare un po’ le gote, per fortuna riuscì a mascherarlo all’altro alzandolo per la vita in aria.
E poi, guardandosi intorno mentre danzavano per la pista, Matsuyama notò che c’era effettivamente chi era messo peggio di lui - tolto Tsubasa -, per esempio Salvatore e Shingo che raggiunsero la pista muovendosi a scatti come nel ballo babbano di cui gli avevano parlato Ozora e Misaki, facendo sbellicare dal ridere Ken e Gino che li stavano guardando dal bordo, quest’ultimo però fu presto ripreso dalla sua accompagnatrice dagli eccentrici capelli verdi come uno dei due colori della sua casa, che gli mollò uno scappellotto sul retro del collo prima di trascinarlo a ballare vicino ai loro amici.
Insomma, già erano messi male lo slytherin e il gryffindor, se ci si mettevano anche quei due a prenderli in giro sarebbe stata la fine!

Ma non furono le risate a far degenerare situazione tra il grifone e la serpe, no, fu colpa dello studente della casa di Salazar…  il che non era novità.

“Devi tenere la schiena più dritta, anche le spalle, non puoi tenerle in quel modo!”
Riprese per l’ennesima volta il suo compagno di ballo, Gentile.
Il piccolo della casa di Godric cercò di non far caso al tono in cui gli aveva ‘gentilmente’ dato quei consigli, piuttosto s’impegnò per seguirli facendo anche attenzione che i suoi piedi non calpestassero per sbaglio quelli dell’altro, visto che lui non era così tollerante come lo era il portiere della sua casa, ma pure il suo tener gli occhi bassi non fu preso bene dal maggiore d’altezza che non represse un altro ‘gentil’ commento.
“Smettila di guardarti i piedi, gli occhi devono essere nei miei, è la regola base!”
“Ma-“
“Niente ma!”
Trattenendosi dal rispondergli, Shingo alzò gli occhi neri e li immerse nell’azzurro ghiaccio di Salvatore… finendo, come aveva immaginato, per pestargli il piede destro.
“Per l’amor di Merlino Aoi! Persino una scimmia ballerebbe meglio di te!”
Ora.
Il piccolo gryffondor sapeva che accettare l’invito al ballo del suo più grande nemico avrebbe portato delle pessime conseguenze, per questo si era preparato nel corso dei giorni grazie all’aiuto del calmo Jun nel fare una grande scorta di pazienza in previsione di quella serata… come diamine aveva fatto, quella viscida serpe, a fargliela finire tutta in poco meno di un’ora soltanto?!
“Vai al diavolo presuntuoso di uno slytherin che non sei altro!”
Gli urlò contro ormai stufo di non replicare, scrollandosi di dosso la sua presa ed abbandonando di corsa la pista, ed in seguito anche la sala grande.
Al contrario del primo, quello – Gentile - non poteva che prenderlo per quello che era… ovvero un ‘muori’, ‘schiantati’, ‘prima o poi ti affogherò nella vasca del bagno dei prefetti’ detti con più garbo del solito, forse per via del contesto in cui erano.
Sospirò, Salvatore, ignorando gli occhi curiosi su di lui visto che ci era già abituato da un bel po’ a sentirli e passandosi una mano sul volto, probabilmente se lo meritava… anzi, togliendo il probabilmente se lo meritava eccome quella replica da parte dell’altro, che si affrettò ad inseguire fuori dalla sala.
Anche Wakashimazu avrebbe voluto seguire il piccolo amico, quella volta sembrava esserci rimasto decisamente molto male al contrario di quelle prima, ma fu bloccato dal farlo da Hernandez che gli sbarrò la strada con la sua compagna stretta al braccio.
“Questa volta hanno bisogno di risolvere da soli”
“E stai tranquillo, ci penserò io nei sotterranei al caro Salvo”
Assicurò Olimpia, sorridendo sibillina e facendo rabbrividire leggermente il tasso e il grifone, che preferirono non immaginare cosa avesse in mente la studentessa della casa di Salazar per il compagno di casata che aveva osato far scappare il suo grifone prediletto.
Tale brivido passò su per la schiena anche all’altra serpe, che però era troppo concentrato nel rincorrere su per le scale lo studente della casa di Godric per curarsi da dove provenisse o per preoccuparsi di esso.
La sua preoccupazione si concentrò tutta sulle lacrime che stava rigando le guance di Shingo, che vide e che lo lasciarono letteralmente sbigottito non appena riuscì ad afferrarlo per il braccio ed a farlo girare verso di sé.
Quella era la prima volta in sette lunghi anni che lo vedeva piangere a causa sua… ma forse lo aveva fatto altre volte, al sicuro nella torre di gryffindor…
“Sei un idiota!”
Gli gridò contro Aoi, anticipandolo nell’aprir bocca.
“Perché mi hai invitato al ballo se avevi intenzione di continuare a trattarmi male come hai sempre fatto?!”
Singhiozzò poi, agitando il braccio per farglielo mollare.
Se fosse andato con i suoi amici non sarebbe successo nulla, anzi in quel momento sarebbe stato a divertirsi insieme a loro, quasi rimpianse di aver accetto quell’invito…
“Perché questo è l’unico modo che conosco per interagire con te!”
Si giustificò Salvatore, intensificando invece la stretta.
Poteva sembrare una pessima scusa, ma era l’assoluta verità, durante il corso di quei sette anni loro due non erano mai riusciti a parlarsi civilmente, il loro unico modo di interagire consisteva nell’urlarsi contro, offendersi reciprocamente e tentare di vendicarsi per questo durante le partite di quidditch.
Era talmente abituato a trattarlo in quella maniera che, anche se aveva sviluppato qualcosa nei suoi confronti, non riusciva a fare diversamente.
“Sei un idiota!”
Ripeté, urlando, il gryffindor, dando un potente strattone per riuscire finalmente a liberarsi il braccio e cercando di asciugarsi le gote.
“Ed io sono più idiota di te perché ti vengo letteralmente dietro!”
S’insultò da solo, infine, sorprendendo lo slytherin per la seconda volta.
Ci voleva molto coraggio, ed ancora di più masochismo, nell’ammettere in una situazione del genere i propri sentimenti alla persona che ti stava davanti, soprattutto se questa era anche quella che ti stava facendo star male.
Ma ci voleva lo stesso coraggio anche per ammettere le proprie colpe.
“Mi dispiace…”
Fu quel sussurro a bloccare le nuove stille d’acqua salata dal seguire le sorelle lungo le sue guancie, lo studente della casa di Godric alzò lo sguardo nero ed acquoso stupito per immergerlo in quello non più così tanto freddo di quello della casa di Salazar.
“Mi dispiace per come mi sono comportato in sala grande… non posso prometterti che da ora cambierò, ma posso prometterti che mi sforzerò di farlo… ti basta?”
Bastava eccome al piccolo Shingo che, con un balzo tipico suo, gli saltò letteralmente tra le braccia, facendo quasi cadere entrambi giù per le scale.
“Che dia-?!”
“Torniamo al ballo”
Lo interruppe Aoi, nascondendo il volto nel suo collo e stringendosi più forte sia con le braccia che con le gambe.
Con le guance leggermente imporporate e con un piccolissimo sorriso, che avrebbe negato di aver mai fatto, Gentile se lo strinse addosso di rimando e con calma ritornò dentro alla sala grande, ma non lo mise per terra quando arrivarono alla pista, e il grifone di certo non protestò per tornare con i piedi su di essa, iniziarono a ballare – se così poteva essere definito – in quel modo.
Quella sarebbe stata la volta buona dove Snape sarebbe stato costretto a togliere dei punti anche alla sua casa per oltraggio alla decenza.


Con somma gioia di Genzo, ma soprattutto per il sollievo dei suoi piedi, il primo ballo finalmente terminò, ma se il suo amico della casata di Salazar fu molto contento di questo, il campione di Durmstrang al contrario se ne rammaricò, visto che subito dopo dovette lasciar la presa sul corpo dello studente della casata di Rowena per raggiungere il padre, che gli aveva fatto cenno di raggiungerlo a bordo pista.
Non fu quello il vero problema, però, Rudi lo tenne occupato solo per pochissimi istanti, giusto il tempo di riferirgli con un sorriso che gli sarebbe piaciuto in seguito conoscere il corvo che aveva scelto di invitare, il vero problema furono gli studenti che lo trattennero dopo, facendogli perdere tempo e facendogli così saltare di conseguenza il secondo ballo.
Riuscì solo a liberarsi grazie all’attenzione che Sho attirò su di sé, iniziando a fare acrobazie.
Ringraziò mentalmente il compagno di scuola, allontanandosi di qualche passo per uscire dalla folla, e si mise a cercare con lo sguardo limpido il suo accompagnatore color blu e bronzo… trovandolo, dopo poco, in compagnia del campione di Beauxbatons…
Non aveva niente contro il francese, Karl, anzi come si era augurato il preside di Hogwarts lui, Tsubasa e Pierre andavano anche piuttosto d’accordo pur essendo i tre campioni rivali, ma, nonostante quello e nonostante sapesse perché informato preventivamente da Wakabayashi che il castano ed il biondo erano in ottimi rapporti da tempo, quella vista gli fece storcere un po’ il naso perché… insomma… Taro era il suo accompagnatore!
“Napoleon fa ancora fatica con quell’incantesimo?”
“Sai com’è fatto, quando non riesce a fare qualcosa s’innervosisce e più s’innervosisce più non gli riesce”
“E più non gli riesce, più s’innervosisce”
“Esattamente”
Risero, Misaki e Le Blanc, nel commentare la ben poca pazienza che sapeva dimostrare il loro terzo amico, mentre aspettavano il ritorno di Azumi che era andata a salutare delle amiche ed a prendere qualcosa da bere insieme a loro, ma la risata del primo ebbe breve durata per via della leggera sorpresa che lo colse quando si sentì circondare leggermente il polso.
Girò il viso e il suo sguardo cioccolato s’immerse nel pezzo di cielo che era lo sguardo del campione di Durmstrang, che gli sorrise piano e salutò con un rigido cenno del capo il rivale prima di iniziare a trascinarlo verso la pista.
“E-ehi! Stavo parlando con-…”
Non la terminò nemmeno la frase, il ravenclaw, visto che il biondo non sembrava intenzionato a starlo ad ascoltare, quindi si limitò a gettare un’occhiata dispiaciuta al suo amico che alzò le spalle e lo salutò con lieve ed elegante gesto della mano.
Se avesse tenuto gli occhi sul suo accompagnatore, però, si sarebbe accorto prima che questo si era fermato ed avrebbe evitato di andare a sbattergli contro.
“E adesso cosa c’è”
Bisbigliò Misaki lievemente infastidito, ma si ritrovò presto a scoprire che Schneider non si era fermato per volontà sua, quanto per quella degli studenti che gli si misero sulla strada.
“Andiamo di qua”
Propose lo studente di Durmstrang, prendendo un’altra via dopo aver visto che quelli non avevano proprio intenzione di smuoversi.
Lui voleva raggiungere la pista da ballo.
Voleva danzare nuovamente con lo studente della casa di Rowena.
Ma, a quanto pareva, non era quello che volevano gli altri studenti per lui.
“Sai, non vorrei peggiorare la situazione ma… direi che siamo più o meno circondati”
Fece notare ad un certo punto Taro, dopo l’ennesimo tentativo di Karl di seminare i suoi fan per poter procedere verso la pista.
Il più o meno del corvo non rendeva giusta giustizia alla situazione, erano praticamente bloccati all’interno  di un cerchio che gli altri avevano formato intorno a loro, non lasciandogli neanche la più piccola via di fuga, quindi i due… furono costretti a crearsela, senza però utilizzare alcun incantesimo per non creare scompiglio e per non beccarsi qualche punizione.
Fu abbastanza… molto… fin troppo… difficile, ma alla fine ci riuscirono, si ritrovarono però a dover fuggire dalla massa di ragazzi e ragazze che non si arresero e continuarono a reclamare le attenzioni del campione.
All’inizio corsero attraverso la sala grande scatenando del leggero scompiglio tra gli altri, ma presto si ritrovarono fuori da essa a correre per i vari corridoi e per la varie scale e lì, il ravenclaw non riuscì più a trattenersi.
Mentre correva insieme al campione di Durmstrang lungo il corridoio che tante volte aveva percorso più lentamente per dirigersi alle lezioni in quei sette lunghi anni, lo studente della casa di Rowena scoppiò in una fragorosa e sincera risata, sembrava quasi un matto a guardarlo ridere così forte e si beccò anche un’occhiata stranita da parte dell’altro ragazzo, ma come non aveva potuto fare a meno di iniziare a ridere, adesso non riusciva a smettere di farlo perché, andiamo, stava sul serio scappando da dei loro coetanei in cerca di qualche autografo?
Quella situazione era davvero assurda!
“Aspetta, aspetta, fermo!”
Urlò ad un certo punto proprio il corvo tra le risate, puntando i piedi per terra.
“Ma ci stanno raggiungendo!”
Obbiettò il biondo, sentendo i richiami degli altri studenti poco lontano da loro.
Perché fermarsi? Si chiese confuso, il campione.
La sua confusione si trasformò presto in stupore, quando Misaki lo spinse dietro una porta che era sicuro non ci fosse fino a pochi istanti prima.
“Stanza delle necessità”
Disse Taro, richiudendo velocemente la porta dietro di loro mentre Karl avanzava nella piccola stanza semi buia.
“Può essere scoperta solo da chi ha davvero bisogno, e all’interno questo troverà quello di cui necessita”
Spiegò poi, avvicinandosi a lui con un piccolo sorriso.
Fino a quel momento solo Hikaru era riuscito a trovarla del suo gruppo di amici, ma il tasso si era categoricamente rifiutato di rivelarne l’ubicazione, tutto per vantarsi di quanto fosse fantastica ed utile davanti agli studenti che avevano sempre preso in giro la sua casa di hufflepuff.
Beh… aveva avuto ragione Matsuyama, era davvero utile e fantastica visto che aveva fornito loro un ottimo nascondiglio… e da quel momento in poi avrebbe potuto vantarsi anche lui.
“Possiamo rimanere qui finché non si saranno un po’ calmati, che ne dici?”
Propose infine, sedendosi con un tonfo per terra, seguito poco dopo dall’altro, che sospirò.
“Scusa… volevo solo ballare di nuovo con te”
“Figurati, è stato divertente a modo suo, forse più di un ballo”
Quella frase non riuscì a sollevare il morale del campione come il corvo aveva invece sperato, ma il silenzio che ne seguì ebbe brevissima durata, perché si sa che era nella natura degli studenti della casa di Rowena cercare risposte alle loro domande.
“Perché mi hai invitato? Perché proprio io tra tutti?”
Quel quesito continuava a girargli in testa da quel giorno al lago nero, e, molto stranamente, proprio quello riuscì a far sorridere un poco lo studente di Durmstrang.
“Perché eri l’unico tra tutti che non mi guardava”
Ok… era molto raro per un ravenclaw non capire una risposta, anzi rimanerne addirittura spiazzato… ma fu quello che successe a Taro Misaki, che alzò un sopracciglio perplesso mentre il biondo portava il suo sguardo limpido nel suo cioccolato.
“Fin da quando sono arrivato con mio padre e i miei compagni di scuola, tutti sono corsi da me per chiedermi autografi, foto ed altro o comunque cercavano di attirare la mia attenzione in qualche modo… tu no, non mi hai mai guardato, non ti sei mai interessato… non mi davi nessun tipo di attenzione ma ti vedevo donarle con semplicità ai tuoi amici, mi sono incuriosito e… mi sono ritrovato a chiedermi come sarebbe stato riceverne un po’…”
“Quindi, ricapitolando, mi hai invitato perché ero l’unico in tutta la scuola che non ti correva dietro e non ti dava attenzioni?”
“Sì… credo che siano speciali, le tue attenzioni”
“Ma… t-tu che tipo di attenzioni vorresti?”
Domandò Taro, arrossendo non poco ma per fortuna con la stanza semi buia il campione non se ne sarebbe accorto.
Lui, però, si accorse dell’enorme sorriso che gli donò.
“Vorrei che mi parlassi di te”
“Va bene ma… anche tu dovrai parlarmi di te, del vero te, non del campione di quidditch”
“Andata”
Per il momento, parlare ed iniziare a conoscersi andava bene.
Per il resto, avrebbero avuto dell’altro tempo nei giorni seguenti.


Batteva i piedi per terra seguendo il ritmo della musica, Hikaru, che era cambiata passando dal classico a qualcosa di molto più giovanile, adatto all’età degli studenti delle tre scuole, ed osservava gli amici scatenarsi dal tavolo a cui si era seduto con Jun, posto poco lontano dalla pista da ballo.
Con sorrisino notò che Ishizaki alla fine era riuscito a trovare un’accompagnatrice, tale Yukari Nishimoto dei gryffindor, con cui poter danzare, e che Tsubasa era decisamente più portato per quei balli più ‘liberi’, un’ottima notizia per i piedi per la serpe che lo accompagnava di sicuro.
La sua visuale, però, all’improvviso fu oscurata da un paio di ragazze che, ridacchiando imbarazzate, si fermarono davanti a lui.
“Sì?”
Chiese, guardandole un filino annoiato.
Non erano le prime che gli si erano avvicinate da quando si era seduto…
“Ti andrebbe di venire a ballare con noi?”
Domandò una per entrambe, aggrappandosi al braccio dell’altra che ridacchiò ancora.
“Spiacente, sono già occupato”
Quella risposta un po’ secca spense le risate delle due, che ritornarono da dov’erano venute con quasi la metaforica coda tra le gambe, e fece adombrare un poco di più il ravenclaw al suo fianco, che fece un leggero colpo di tosse per attirare la sua attenzione.
“Puoi andare se vuoi, non badare a me… non sei costretto a rimanere qua seduto se preferisci ballare”
“Ti ho invitato io mi sembra, quindi resto con te”
“Ma se vorresti-“
“Voglio stare qui”
Lo interruppe Matsuyama in modo serio e deciso, guardandolo dritto negli occhi nocciola con i suoi tendenti al rossastro.
Il corvo aprì la bocca per ribattere, ma il tasso riportò l’attenzione sulla pista da ballo, facendo intendere che per lui per discorso era chiuso, avrebbe continuato a stare seduto al tavolo con lui, e così da quelle labbra fini e rosate invece che parole, fuoriuscì solo un sospiro rassegnato.
Riportò anche lui lo sguardo sulla pista, dove gli altri si stavano scatenando al ritmo della nuova canzone appena cominciata, e per qualche istante il campione di Hogwarts finì nella sua visuale, il gryffindor stava girando su stesso con le braccia alzate al soffitto, ridendo in modo talmente sguaiato come poche volte lo aveva visto fare grazie alle mani del suo accompagnatore slytherin che gli stavano torturando i fianchi.
Sembrava così… sospirò nuovamente.
“Sarebbe bello essere come lui…”
Bisbigliò a bassa voce, convinto che lo studente della casa di Helga fosse troppo concentrato sugli altri per riuscire a sentirlo.
Convinzione più che mai errata.
“Vuoi dire sarebbe bello essere come lui e partecipare ad un torneo potenzialmente mortale?”
Lo studente della casa di Rowena sussultò leggermente e si girò stupito verso il compagno di scuola, che gli fece un piccolo ghigno unito ad un occhiolino per invogliarlo a continuare a parlare.
Tentennò appena Misugi, ma alla fine parlò dopo aver incrociato le braccia al petto, come per volersi prima proteggere da qualcosa.
“Non parlavo per forza del torneo, anche se mi sarebbe piaciuto provare a partecipare… ma del quiddicth, di balli come questo, di fare qualcosa di avventato, se avessi la salute di Tsubasa potrei fare tutte queste cose tranquillamente ed adesso non ti staresti annoiando qui con me… invece con questo stupido cuore di cristallo posso fare ben poco di quello che vorrei”
Tutti sapevano della malattia al cuore che lo studente blu e bronzo si portava dietro fin da quando era un bambino, lui aveva tentato di mascherarlo all’inizio del primo anno ma era venuto fuori durante una lezione di pozioni dove persino Snape aveva mostrato un accenno di preoccupazione mentre lo trasportava velocemente in infermeria, nel corso degli anni non erano mancate le visite al San Mungo che, se non succedevano incidenti, avevano cadenza mensile, ma soprattutto non erano mancati i bisbigli ed i sussurri pronunciati dietro le sue spalle, che avevano avuto il risultato di farlo chiudere in una bolla protettiva da parte degli altri, e di farlo rinchiudere in se stesso da parte sua.
Se non fosse stato per Ozora, neanche il tasso sarebbe riuscito ad avvicinarsi a lui fino a rientrare nella sua cerchia ristretta di amici… ma lui, al contrario degli altri, non lo aveva mai messo dentro una gabbia dorata per proteggerlo, e non avrebbe di certo iniziato a quasi metà del loro ultimo anno.
“Beh, per fare qualcosa di avventato siamo sempre in tempo principino”
Gli disse, alzandosi con uno scatto in piedi e prendendogli una mano per fargli fare altrettanto.
“Che intendi…?”
“Vedrai”
Sogghignò  Hikaru, mettendogli un braccio sulle spalle una volta che si fu alzato e sospingendolo verso l’uscita della sala grande, guardandosi ogni tanto intorno con fare sospetto.
“Mi devo preoccupare?”
“Ma no!... Non troppo, perlomeno”
Quel ‘non troppo’ diventò presto un ‘assolutamente’ quando si ritrovarono davanti alla capanna di Hagrid, più precisamente stavano di fronte a…
“Buckbeak?!”
Sbottò il corvo, forse iniziando a capire cosa avesse in mente di fare il tasso.
Lo studente giallo e nero lo zittì sibilando e facendogli cenno di abbassare la voce con la mano libera, intanto che si avvicinavano di più all’ippogrifo con cui avevano fatto conoscenza il terzo anno.
“Non ci dovrebbe essere nessuno in giro, ma se lo spaventi saranno guai”
“Saranno guai se Hagrid o qualche professore ci scopre qui!”
“E allora? Ti spaventa l’idea di ricevere una punizione?”
“No ma-“
“Allora non vedo il problema nel fare questo gesto avventato”
Sorrise furbo l’hufflepuff, facendo venire voglia al ravenclaw di alzare gli occhi al cielo scuro per l’esasperazione.
“Dai, sarà il regalo di Natale per te stesso”
Tentennò come aveva fatto in sala grande, lo studente blu e bronzo, ma alla fine annuì, gli era sempre difficile resistere quando l’altro insisteva su qualcosa.
Forse perché gli proponeva di fare cose che altri non si sarebbero mai azzardati a proporre, non a lui almeno.
S’inchinarono entrambi e, dopo aver ricevuto un inchino in cambio anche da parte dell’animale magico, lo slegarono dalla catena che gli avvolgeva il collo, portandolo poco di fuori dal piccolo campo dove Hagrid lo teneva a riposare.
“Credo che dopo questa non ci faranno mai presenziare ai N.E.W.T.”
Ridacchiò lo studente della casa di Rowena per smorzare la tensione che regnava sovrana nel cuore di cristallo, mentre saliva in groppa all’ippogrifo, subito seguito da quello della casa di Helga che si strinse alla sua vita.
“Tranquillo, tu non hai mai fatto niente quindi te la faranno passare, a me molto probabilmente espelleranno ma pazienza, è già un miracolo se sono arrivato al settimo anno”
“Sarebbe lo sbaglio più grande che potrebbero mai fare”
Sussurrò Jun, girando la testa per far incrociare i loro occhi.
Sorrise piano, Hikaru, e si sporse per lasciargli un piccolo bacio all’angolo della bocca delicata.
Dopo un altro sguardo perso l’uno in quello dell’altro e un ‘vai’ urlato a squarciagola da parte di Matsuyama, delle risate iniziarono a diffondersi nell’aria insieme alla neve candida.


Furono poche le coppie che rimasero nella sala grande fino alla fine del ballo e che presero a danzare sulle note dell’ultimo lento, stranamente tra queste vi era anche quella composta dal campione della scuola ospitante e il suo accompagnatore che, almeno per quell’ultimo giro, aveva deciso di farsi un filino più furbo.
“Ma sei sicuro che così non ti faccio più male?”
Chiese ancora Tsubasa a distanza di un paio di minuti dall’ultima, facendo ridacchiare Genzo che annuì.
“Sicuro, così è molto meglio che farmeli pestare quasi ogni minuto”
Assicurò lo studente verde ed argento, continuando a dondolare tranquillamente su se stesso.
Come faceva ad essere meglio tenere Ozora sui suoi piedi, invece che farseli pestare ogni tanto… molto spesso, lo sapeva solo lui… ma lo studente rosso ed oro decise di arrendersi e lasciargli fare come voleva lui, e dopotutto la cosa non gli dispiaceva neanche tanto, pensò poggiando la guancia su una sua spalla e chiudendo gli occhi ossidiana.
Bene o male loro erano stati tra quelli che avevano continuato a ballare per tutta la sera su quasi tutte le canzoni che avevano proposto, solo in poche occasioni si erano fermati per andare a prendere da bere e per riprendere del fiato, e il gryffindor giunto a quel punto poteva affermare con decisione che quella era stata una delle serate più divertenti della sua vita.
Non che avesse pensato sarebbe successo diversamente, ma aveva immaginato di percepire in qualche modo la mancanza dei suoi amici visto che in teoria sarebbe dovuto andare con loro quella sera, invece la presenza dello slytherin lo aveva completamente monopolizzato in tutti i sensi, gli aveva persino fatto dimenticare momentaneamente il problema dell’uovo dorato nel suo dormitorio, cosa non da poco visto che aveva occupato quasi perennemente la sua testa in quei giorni e gli era grato come non mai di questo.
Menomale che lo aveva invitato lo studente della casa di Salazar più egocentrico ed accentratore che fosse esistito da lì all’epoca di Merlino, pensò con un accenno di risa che andò a nascondere nell’incavo del suo collo.
Non troppo prontamente, però.
“Perché ridi?”
Volle sapere tale serpe, facendolo ridacchiare di più.
“Per niente, tranquillo”
“Come per niente?”
“Per niente”
“Dai, non costringermi ad usare la legilimanzia su di te”
“Ma quanto siamo impiccioni signor Wakabayashi”
Rise Tsubasa, riaprendo gli occhi neri e tirandosi su dalla sua spalla per avere il volto di fronte al suo.
“E’ che voglio sapere tutto di lei, signor Ozora”
Mormorò Genzo, sorridendo piano e poggiando delicatamente la fronte contro la sua, trasformando la sua risata in un sorriso a pieno volto.
“E perché?”
“Perché-“
La frase della serpe, così come l’avvicinarsi dei loro volti, s’interruppe quando la voce del loro amato preside Dumbledore si schiarì, per poi annunciare a tutte le coppie rimaste che il ballo era ufficialmente concluso e agli studenti di fare ritorno nei loro dormitori.
Erano ormai le due del mattino… ma al grifone e alla serpe non importava troppo.
Come non gli importava delle urla di Filch che tentava di fermarli mentre correvano per i corridoi.
Ci avrebbero pensato ad un orario più consono alla punizione che li avrebbe aspettati ed avrebbero anche affrontato i compagni per i punti sicuramente persi, adesso avevano solo voglia di continuare a passare del tempo insieme.
Ridendo, salirono fino alla torre di astronomia, dove erano sicuri di non venir disturbati e con un colpo di bacchetta fecero comparire dei cuscini rossi e verdi su cui si sedettero, lasciando però penzolare le gambe nel vuoto.
“Ti ricordi la prima volta che ci siamo ritrovati qui?”
Domandò lo studente della casa di Godric con un piccolo sorriso nostalgico, ammirando la neve scendere pacata su tutto il profilo del castello.
“Vorrei non farlo”
Borbottò quello della casa di Salazar, facendo ridere ancora una volta l’altro.
“E’ stato subito dopo la prima partita di quiddicth che hai perso a causa mia”
Rinfacciò Ozora, sdraiandosi all’indietro e chiudendo gli occhi, rivedendo le immagini della loro infanzia dietro le palpebre chiuse.
“La prima partita che tu abbia mai perso in vita tua”
“Durante la quale, se non ricordo male, tutti sono venuti a conoscenza della tua cotta per Rivaul”
Si vendicò Wakabayashi, sdraiandosi su un fianco per poterlo guardare e per pungolargli la guancia.
“Non avevo una cotta per Rivaul!”
“Avevi gli occhi letteralmente a forma di cuoricino mentre vi abbracciavate a fine partita!”
“Era il capitano della mia squadra, era come un fratello maggiore!”
“Oh, come Roberto?”
“E’ il mio padrino!”
Riaprì gli occhi neri per guardarlo scandalizzato, e lo slytherin rise.
“Sei davvero pessimo, non sei cambiato affatto dal nostro primo anno, l’unica cosa che è cambiata è il modo in cui mi guardi, a quel tempo mi lanciavi delle occhiate che facevano paura!”
“Per forza, sei un gryffindor ed io uno slytherin!”
“E quindi? Già dal primo anno io non ho mai giudicato in base alla casa, di fatti al contrario tuo io ti ho ammirato fin da subito!”
“Ma tu sei speciale…”
Sussurrò Genzo, portando gli occhi verdi nei suoi e prendendo in mano la bacchetta senza farsi vedere.
“Non sono speciale, ragiono solamente meglio di-“
“Lo sei per me…”
Lo bloccò lo studente verde ed argento, bisbigliando poi qualcosa a bassa voce che sul momento Tsubasa non riuscì a capire, ma poi i suoi occhi si accorsero della piccola pianta che nacque sul soffitto della torre.
“Vischio?”
Domandò lo studente rosso ed oro con voce flebile, guardando con un piccolo sorriso l’altro accanto a lui che aveva preso ad avvicinare il volto al suo.
“Già…”
“Sei davvero pessimo”
“Lo so… ma ti piaccio anche per questo”
Di certo le ostilità tra le case di Godric Gryffindor e Salazar Slytherin non si sarebbero placate da quel momento in poi, ma ostilità o non ostilità, loro avrebbero continuato a baciarsi come stavano facendo in quell’istante.
Anche senza vischio.


“Siete seri?!”
Urlò Ishizaki scandalizzato, la mattina dopo a colazione
Davanti a lui, seduti al tavolo dei grifoni ci stavano seduti vicini e sorridenti Tsubasa e Genzo, appoggiati comodamente l’uno all’altro con la serpe che stringeva la vita del campione con un braccio.
Al tavolo verde ed argento invece c’erano Salvatore e Shingo intenti nuovamente a discutere, il secondo seduto tranquillamente in braccio al primo.
“Traditori!”
Gridò poi, attirando l’attenzione di Taro ed Hagrid, ma presto il ravenclaw tornò al suo libro, non prima di aver sorriso però a Karl seduto davanti a lui, intento a fissarlo, mentre il guardia caccia tornò alla sua ramanzina per Hikaru e Jun, che stavano cercando in tutti i modi di trattenere le risate.

Beh, in fondo lo scopo di quel torneo era di avvicinare gli studenti… no?

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