Plot Twist

di orphan stories
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I ***
Capitolo 2: *** II ***
Capitolo 3: *** III ***
Capitolo 4: *** IV ***
Capitolo 5: *** V ***
Capitolo 6: *** VI ***



Capitolo 1
*** I ***


Note della traduttrice (Hiraeth): la mia OTP è la Obikin, ma tbh Anakin, Padmé e Obi-Wan sarebbero stati molto più felici assieme, altro che le tragedie che sono la Anidala e la Obikin!
 La storia è stata originariamente orfanata dall'autrice e, poiché non è rintracciabile, mi sono permessa di tradurla. Cancellerò la mia traduzione nel caso venissi contattata e mi fosse chiesto di farlo.
 Il link alla storia originale è questo qui, e vi consiglio caldamente di farci un salto se non ve la cavate male con l’inglese. Buona lettura!











Plot Twist





I



Anakin si sentiva incredibilmente nervoso mentre posteggiava l’auto nel parcheggio degli insegnanti del liceo Coruscant. Era il suo primo giorno ufficiale come insegnante di fisica, e stava seriamente cominciando a rimpiangere tutta quella faccenda relativa all’essere un adulto responsabile con un vero e proprio lavoro se immaginava che, tra un’ora, si sarebbe ritrovato davanti a un sacco di adolescenti, tentando di suscitare in loro un minimo interesse per la fisica. Anakin l’aveva sempre amata e aveva una sorta di sesto senso per essa, ma ricordava anche che, alle superiori, era la materia più odiata dallo studente medio. Come se questo non bastasse, i suoi studenti – principalmente ragazzi di terza e di quarta¹ – in realtà avevano solo pochi anni in meno rispetto a lui (Anakin aveva ventitré anni, e questa era la prima volta che lavorava effettivamente come professore dopo essersi laureato poco più di un anno prima).

 Uscendo dall’auto, si chiese se, tutto sommato, avrebbe dato di stomaco in classe, e si incamminò con la schiena tutta curva in direzione della scuola, buttandosi in spalla la borsa a tracolla. L’aveva comprata qualche giorno prima perché gli era sembrato qualcosa che doveva fare, ma a dire la verità Anakin non aveva saputo cosa metterci dentro, oltre che il pranzo, il laptop e alcune matite, dunque ci aveva gettato dentro un paio di quaderni bianchi per darsi un’aria di professionalità. L’ennesima dimostrazione che lui era un imbroglione e che non avrebbe mai dovuto ricevere il permesso di insegnare. Non sapeva niente. Sarebbe stato un prof orribile. I suoi alunni non avrebbero imparato assolutamente nulla, avrebbero avuto l’insufficienza nella sua materia, la loro media sarebbe crollata, nessun college li avrebbe presi, e lui sarebbe stato licenziato.

 Quei tetri pensieri lo accompagnarono fino all’ingresso dell’edificio, e li seminò aumentando l’andatura, una goffa corsetta, quando si rese conto che qualcuno gli stava tenendo la porta. «Grazie» esalò senza respiro, e poi il suo fiato fu mozzato per davvero quando vide la donna che gli aveva tenuto la porta aperta. Aveva più o meno la sua stessa età, forse era leggermente più grande di lui, ma era molto bassa: i suoi occhi erano all’altezza delle spalle di Anakin. Dalle (poche) nozioni che Anakin aveva del mondo della moda, appariva impeccabilmente vestita. I suoi capelli scuri erano raccolti indietro in modo ordinato, e il suo sguardo marrone era caloroso quando lei gli sorrise.

 «Ciao, sono Padmé Amidala» disse, prendendo il caffè con la mano sinistra piuttosto che con la destra così da potergliela porgere. Caffè, pensò Anakin stringendole la mano. Berne uno sarebbe stata una buona idea. Non era abituato a svegliarsi presto la mattina. «Sono l’insegnante di storia, ma sono nuova. È il mio primo giorno».

 Anakin sorrise. «Anche per me» rispose, sollevato di aver trovato qualcun altro con cui non avere la più pallida idea di cosa fare. «Anakin Skywalker, fisica».

 «Piacere di conoscerti, Anakin. Tu dov’eri prima di venire qui?»

 Prima di venire qui cosa? Che? Cos’era questo “qui”? «Ehm, facevo colazione a casa mia» replicò incerto.

 «Scusa, intendevo dire in che scuola insegnavi prima di questa?» si spiegò Padmé, che aveva l’espressione di una che cercava di non ridergli in faccia. Il viso di Anakin avvampò. Trenta secondi sul posto di lavoro e già si era reso ridicolo. «Io sono stata al liceo Naboo per qualche anno e quella è stata la mia prima cattedra, questa è la seconda».

 Quindi Padmé era sicuramente più grande di lui, ed era pratica del mestiere. Anakin era di nuovo destinato a non avere la più pallida idea di cosa fare in solitudine. «È il mio primo lavoro» ammise. «Mi sono laureato un anno fa».

 Padmé fu sorpresa per un secondo, ma poi gli sorrise gentilmente. «Be’, ricordo perfettamente come ci si sente. Credevo di morire, ero agitatissima».

 «Hai centrato in pieno».

 Lei rise. «Non preoccuparti, andrai alla grande. Confesso che anch’io sono piuttosto agitata, visto che si tratta di una nuova scuola».

 «A che ora hai la pausa pranzo?» esclamò impulsivamente Anakin, per poi diventare nuovamente paonazzo. «Cioè, se siamo tutti e due nuovi e non conosciamo nessuno, potremmo sederci vicino». Mentalmente si insultò. Potremmo sederci vicino? Era un professore del liceo adesso, Cristo santo, non uno studente.

 Ma Padmé si limitò a sorridere ancora e a prendere l’agenda. Fortunatamente, entrambi avevano l’ora libera a metà giornata, perciò si diedero appuntamento per incontrarsi alla sala insegnanti del primo piano² per pranzo. L’aula di Anakin era su quel piano, mentre quella di Padmé era su quello superiore, e fecero la strada insieme prima di dividersi.

 «Buona fortuna con le tue prime lezioni, Anakin!» gli gridò Padmé mentre saliva le scale verso il secondo piano.

 «Grazie. Anche a te».

 Riluttante, Anakin si girò e si diresse verso la fine del corridoio, dove stava la sua aula. Ci era già stato un paio di volte l’estate scorsa per preparare e sistemare tutto e, una volta arrivato, notò con soddisfazione che la stanza era molto accogliente grazie all’enorme quantità di poster, alcuni scientifici e altri motivanti, che aveva affisso.

 Aveva appena capito come collegare il suo laptop al proiettore quando sentì qualcuno bussare alla cornice della porta, e sollevando lo sguardo vide Qui-Gon Jinn, il capo del dipartimento di scienze. Anakin aveva avuto l’impressione che il liceo Coruscant non avesse l’abitudine di assumere gente fresca di laurea, ma Qui-Gon aveva sostenuto di aver scorto in lui del grande potenziale alla fine del colloquio, e così, poche settimane dopo, Anakin aveva ricevuto un’offerta di lavoro.

 «Buongiorno, Anakin» lo salutò, avvicinandosi alla scrivania. «Come ti stai trovando?»

 «Abbastanza bene, signore».

 Qui-Gon ridacchiò. «Puoi chiamarmi Qui-Gon. Non c’è bisogno di essere tanto formali».

 «Oh. Giusto» bofonchiò Anakin, imbarazzato.

 «La prima ora hai lezione?»

 Anakin annuì e tirò fuori il registro, contenente i nomi dei suoi studenti. «La prima ora ho il corso avanzato³».

 «Magnifico. Ti senti pronto?»

 Anakin fece una risatina nervosa. «Credo di sì» mentì.

 Qui-Gon sorrise e esaminò il suo registro con aria meditabonda. Dopo un momento, indicò il nome di una studentessa del corso avanzato e commentò: «L’anno scorso ho avuto Ahsoka Tano in chimica avanzata. È brillante. Penso che andrete d’accordo».

 L’idea era abbastanza confortante. Almeno uno dei suoi studenti non sarebbe stato un incubo.

 Chiacchierarono per un minuto ancora, poi Qui-Gon gli augurò buona fortuna e uscì. Quando Anakin finì di predisporre tutto, il corridoio aveva già iniziato a riempirsi con il viavai di studenti che arrivavano e prendevano i libri dai loro armadietti. Anakin osservò la classe mentre gradualmente i ragazzi entravano e sceglievano e occupavano il proprio banco: aveva deciso di rinunciare ad assegnare lui i posti nella speranza che questo lo rendesse più simpatico ai loro occhi.

 La campanella suonò alle otto meno un quarto, e Anakin fece l’appello. Si segnò mentalmente chi fosse Ahsoka Tano quando la chiamò; aveva un aspetto amichevole, ma Anakin rifletté che non avrebbe conosciuto bene la personalità sua o di chiunque altro per ancora diverse settimane. Presto terminò di annotare il registro e lo mise via.

 «Buongiorno. Benvenuti a fisica avanzata» enunciò, facendo del suo meglio per sorridere nonostante la nausea. «Io sono il professor Skywalker e quest’anno sarò vostro insegnante. Come potreste aver già capito, sono nuovo, quindi è il primo giorno anche per me».

 «Quanti anni ha?» chiese qualcuno dalle ultime file.

 Anakin arrossì. «Uhm, ventitré».

 Ci furono dei mormorii, e il rossore di Anakin diventò ancora più furioso quando si accorse che molte ragazze – e alcuni dei ragazzi – lo contemplarono con uno sguardo ammiccante. Si schiarì la gola, impacciato. «Comunque…»

 «È la prima volta che insegna?»

 «Sì».

 «In assoluto?»

 «Sì» ribatté Anakin sulla difensiva. «E se non vi dispiace, vorrei cominciare la lezione».

 Per suo grande sollievo, non ci furono ulteriori interruzioni quando proseguì il suo discorso introduttivo alla fisica. Ogni lezione durava solo cinquanta minuti, quindi Anakin passò la sua prima lezione presentando soprattutto il programma, le regole e i regolamenti, il suo sistema di valutazioni, e altre questioni amministrative. Dopodiché ebbe un’ora libera, seguita da altre due lezioni – basi dell’ingegneria con una parte della classe di fisica standard – che si svolsero in una maniera simile a quella avuta alla prima ora e, prima che se ne rendesse conto, Anakin si trovò a dirigersi verso la sala insegnanti per pranzo.

 Padmé era già lì, e Anakin sorrise quando le si sedette accanto. «Ehi».

 Lei alzò il viso e gli restituì il sorriso. «Ehi. Come sono andate le lezioni?»

 «Abbastanza bene. Non ho avuto il tempo per fare ancora niente, però. Tu?»

 «Uguale». Padmé mangiò una forchettata di insalata e scorse lo schermo del cellulare. «Social network» spiegò, intuendo l’interrogativo nell’espressione incuriosita di Anakin. «Ho scoperto che è il metodo più veloce per capire com’è una scuola, almeno secondo gli studenti».

 Anakin rise. «Che fai?»

 «Controllo Yik-Yak⁴». Padmé aggrottò la fronte. «Cos’è un TILF?»

 «Eh?»

 Anakin scrutò il cellulare e lesse: Qualcuno ha già avuto Skywalker o Amidala? Il record di vittorie di Kenobi per il titolo di TILF dell’anno potrebbe essere nei guai. Anakin fece spallucce, confuso, ed estrasse il suo cellulare dalla tasca per appurare il significato dell’acronimo, sentendosi vecchio. Gli adolescenti e il loro slang. Subito trovò una risposta, e il suo viso divenne paonazzo non appena la vide.

 «Che vuol dire?» ripeté Padmé.

 «È… be’…» Anakin, senza parole, le mostrò lo schermo del suo telefono perché lei leggesse, e la reazione di Padmé fu quasi identica alla sua.

 «Oh. Uhm». Lo sguardo di Padmé tornò sul suo cellulare. «Al momento è il messaggio con più like di tutta la scuola».

  Anakin non sapeva se ridere o gemere. «Fantastico. Mi domando chi sia Kenobi».

 «Mi cerca qualcuno?» disse una voce con un accento inglese.

 Anakin si girò nella sua direzione e rimase a bocca aperta alla visione dell’uomo che prendeva posto davanti a loro. Aveva i capelli e la barba color castano ramato, e persino il gilet che indossava non riusciva a nascondere la sua bella fisionomia. Kenobi tirò fuori il pranzo, guardando i due di fronte a sé con degli occhi blu-grigi leggermente perplessi.

 Padmé fu la prima a riprendersi. «Io sono Padmé Amidala. Storia» si presentò.

 «Obi-Wan Kenobi, inglese».

 Gli occhi di Anakin si allargarono. Quindi era questo Kenobi. È proprio un TILF sussurrò una vocina nel retro della sua mente, e Anakin avvampò ulteriormente. Poi si accorse che Obi-Wan lo stava osservando in attesa. «Anakin Skywalker. Insegno fisica» si affrettò a chiarire.

 «Piacere di conoscervi, Anakin e Padmé» replicò Obi-Wan. «Sbaglio o vi ho appena sentito parlare di me?»

 Padmé tossì a disagio. «Oh. Be’, è solo che, uhm…» Rinunciò a esprimersi e gli mostrò il cellulare.

 Obi-Wan non ebbe alcuna reazione a ciò che lesse. «Non ho ancora perduto il mio record? Ero certo che Aayla Secura mi avesse sconfitto l’anno scorso».

 Anakin e Padmé lo fissarono. «Non pensi che sia… strano?» gli chiese Anakin.

 «Sono le superiori» rispose Obi-Wan scrollando le spalle. «Vi abituerete a questo genere di cose, specialmente voi due che siete sulla ventina».

 «La mia vecchia scuola non era così» brontolò Padmé, ma Anakin suppose che non fosse così sorprendente. Naboo era un paesino in confronto a Coruscant, e le scuole – e i post sui social network – riflettevano la differenza.

 Obi-Wan ridacchiò. «Siete nuovi, vero?» Loro annuirono. «Come trovate l’ambiente?»

 Lo informarono delle lezioni avute finora e ascoltarono il resoconto della sua mattina. Dopodiché Obi-Wan li deliziò con gli aneddoti degli episodi divertenti avvenuti al liceo negli ultimi dieci anni. Diversi minuti dopo, uno scoppio di risa particolarmente rumoroso indusse il professore di matematica dall’altro lato del corridoio ad alzarsi e a chiudere la porta dell’aula, rivolgendo a loro un’occhiataccia mentre i suoi studenti provavano a sbirciare.

 «Quello è Mace Windu» spiegò Obi-Wan quando la porta si chiuse. «È una persona piuttosto spassosa quando è di buonumore, ma se non lo è… be’, diciamo che sarebbe meglio evitare di incrociarlo».

 Anakin notò uno dei ragazzi seduti nell’aula di Mace. «Ehi, quella è Ahsoka Tano. L’ho avuta alla prima ora. Qui-Gon ha detto che è una brava studentessa».

 Obi-Wan annuì. «Sì, è vero. L’ho avuta quando era in prima, prendeva sempre A⁶».

 «La riconosco» convenne Padmé con aria assorta. Prese il registro e lo consultò. «Sì, ce l’ho alla seconda ora».

 «Credo che piacerà a tutti e due» asserì Obi-Wan. «Ha talento ed è diligente, ma è anche alquanto tenace. Se non è d’accordo con voi su qualcosa, preparatevi a passare almeno dieci minuti a discutere con lei». Anakin e Padmé risero.

 Obi-Wan dette una scorsa ai loro registri e raccontò loro quello che sapeva sui studenti che aveva avuto in passato. Come Anakin, pure Obi-Wan e Padmé avevano soprattutto classi del terzo e del quarto anno, ma Obi-Wan aveva anche due classi del primo anno e Padmé una del secondo, e scoprirono di avere molti studenti in comune. Anakin era deluso di constatare che la loro ora libera stava giungendo a termine, ma si rallegrò quando Obi-Wan suggerì di vedersi a pranzo anche il giorno dopo. Lui e Padmé accettarono con gioia, e Anakin tornò alla sua aula saltellando leggermente. Aveva già due potenziali amici. Forse questo lavoro non era così male.

 Quel giorno Anakin non fece niente di esaltante legato alla fisica, ma rientrò comunque a casa stanco. Crollò sul divano con l’intenzione di rilassarsi guardando la tv per un po’, ma finì per addormentarsi (dopotutto, si era alzato praticamente all’alba).

 Il suo sonnellino improvvisato fu interrotto dallo squillo del telefono. Anakin si mise a sedere, strizzando gli occhi per la confusione e accorgendosi che erano quasi le cinque del pomeriggio. Incespicò fino al bancone della cucina e sollevò la cornetta. «Ciao, mamma».

 «Ciao, Ani» lo salutò Shmi Skywalker dall’altro capo. «Com’è andata la tua prima giornata? Com’erano gli studenti? Spero che nessuno ti abbia messo in difficoltà».

 «Be’, alcuni dei ragazzi hanno fatto delle considerazioni sulla mia età» replicò Anakin (l’incidente del corso avanzato si era ripetuto anche nelle ore successive), «ma oltre a questo è andato tutto bene».

 Procedette a parlarle delle sue classi. «Avrai un anno impegnativo» commentò lei. «E gli altri professori? Hai avuto l’occasione di scambiare parola con qualcuno?»

 «Sì, oggi ho avuto modo di incontrare molti di loro, e ho pranzato con Padmé Amidala e Obi-Wan Kenobi. Lei insegna storia, lui inglese».

 «Sono stati gentili?»

 «Sì, sì». Anakin aveva un largo sorriso in faccia. «Sono fantastici. Siamo subito andati d’accordo».

 «È meraviglioso, Ani» approvò Shmi. «Ti hanno dato qualche consiglio?»

 «Be’, anche per Padmé era il primo giorno, solo che prima era a una scuola diversa, e mi ha passato delle informazioni generali. Obi-Wan, però, è al liceo Coruscant da tempo e ha avuto un sacco di belle storie da raccontarci».

 Dopo aver saputo ogni singolo dettaglio del primo giorno di Anakin (che decise di non menzionare quello che avevano scoperto lui e Padmé sui social network), Shmi si decretò soddisfatta e la conversazione passò ad altro per un po’, finché Anakin non dovette riagganciare la cornetta per prepararsi la cena.

 Stava pulendo il tavolo, quando il suo cellulare si illuminò per una notifica. Anakin lo controllò, e il suo stomaco fece un piccolo salto mortale quando vide il messaggio da parte di Padmé per lui e Obi-Wan.

Ho appena fatto i biscotti e pensavo di portarli domani per pranzo. Volete che ne porti di extra anche per voi due?

 La risposta di Anakin fu entusiasticamente positiva, e Obi-Wan concordò con calore. Anakin si rimise il cellulare in tasca e diede un’occhiata alle lezioni che avrebbe avuto il giorno dopo, sorridendo tra sé e sé. Avevano una chat di gruppo. Padmé avrebbe portato i biscotti e li avrebbe condivisi con loro. Sarebbero sicuramente diventati amici.










¹ Il liceo Coruscant segue il sistema scolastico americano, diviso in dodici grade. Le elementari sono costituite da cinque grade, le medie da tre, e le superiori da quattro. Gli studenti del nono grade (corrispondente al nostro primo anno delle superiori) sono chiamati freshman, quelli del decimo sophomore, quelli dell’undicesimo junior, e quelli del dodicesimo sono i cosiddetti senior. Nella mia traduzione, ho scelto di “convertire” gli elementi americani in italiano per facilitare la comprensione al lettore. Tenete però a mente che, appunto, chi è di quarta è al suo ultimo anno delle superiori.
 ² Nell’inglese britannico, il piano terra si chiama ground floor, il primo piano è il first floor, il secondo è il second floor, e così via. Nell’inglese americano, cioè quello con cui è stata scritta questa fanfic, invece, il piano terra è il first floor, il primo piano è il second floor, eccetera.
 ³ Negli Stati Uniti, gli studenti hanno la libertà di scegliere le materie che vanno a comporre il loro curriculum. Alcune materie sono obbligatorie (es. matematica, scienze, inglese, ginnastica e altro a seconda dello Stato), le altre dipendono dallo studente. Se uno studente ha una media sufficientemente alta (es. dalla B in poi) o riceve la raccomandazione di un insegnante, può frequentare la honors class, ovvero una classe avanzata dove il programma scolastico è più difficile, più denso di argomenti e va a un ritmo più veloce rispetto alle lezioni standard. Aver frequentato e superato le honors class di più materie fa un figurone sulla domanda di ammissione al college ed è altamente desiderabile. Una classe di livello ancora più avanzato della honors class è in teoria il corso AP (Advancement Placement), dove il programma è più difficile, essendo quello del college e preparandoti alla vita universitaria; dico “in teoria” perché in alcune scuole le honors class sono più difficili dei corsi AP. L’unica differenza fondamentale tra i due è che superare i corsi AP ti dà crediti per il college, mentre le honors class no.
 ⁴ App nata nel 2013 ormai defunta. Gli utenti potevano anonimamente postare messaggi e rispondere e votare con pollici in su o in giù quelli altrui. Un post poteva essere visualizzato solo dagli utenti che si trovavano nel raggio di otto chilometri da chi lo aveva creato. In seguito a dei casi a Chicago, nel Vermont, Texas, Ohio, Rhode Island, Washington e Colorado, diversi giornali hanno denunciato Yik Yak asserendo che facilitava il cyberbullismo e gli episodi di razzismo per via della natura anonima dei suoi utenti: l’app ha perso investitori e ha chiuso i battenti nel 2017.
 ⁵ Teacher I’d Like to Fuck, ossia professore che mi piacerebbe scopare.
 ⁶ I voti negli Stati Uniti vanno dalla F alla A. Su un punteggio di 100:

FD-DD+C-CC+B-BB+A-AA+
0-59,960-62,963-66,967-69,970-72,973-76,977-79,980-82,983-86,987-89,990-92,993-96,997-100

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Capitolo 2
*** II ***


II



I biscotti di Padmé furono un successo e, dopo quella volta, tutti e tre presero l’abitudine di portare abbastanza cibo da poterlo condividere quando avevano qualcosa di eccezionalmente buono per pranzo. Mangiavano insieme ogni giorno. Di quando in quando si univano anche altri professori che pranzavano alla loro stessa ora, ma Anakin, Padmé e Obi-Wan si trovavano puntualmente ogni singolo pomeriggio alla sala insegnanti del primo piano, ridendo a crepapelle e costringendo Mace Windu a chiudere la porta della sua aula con irritazione.

 Non passò molto tempo prima che Anakin cominciasse a considerarli ufficialmente suoi amici. Oltre ai pranzi, facevano spesso visita alle aule degli altri due prima e dopo la scuola, e occasionalmente durante le lezioni stesse (Anakin e Obi-Wan avevano la seconda ora libera, e interruppero più di una volta le lezioni di Padmé; lei faceva sempre finta di essere infastidita, ma sapevano che non era vero).

 Avevano preso a spendere il tempo assieme anche nei fine settimana. Tutto iniziò un venerdì: mentre si lamentavano di tutti i compiti che dovevano ancora correggere, Anakin impulsivamente invitò Padmé e Obi-Wan al suo appartamento per lavorare assieme il giorno dopo. Loro accettarono, e trascorsero quasi tutto quel sabato a sfacchinare sul tavolo della cucina di Anakin e fermarsi occasionalmente per leggere ad alta voce una risposta sbagliata (Anakin e Padmé) o un errore grammaticale (Obi-Wan) particolarmente divertente. Sgobbarono fino a sera tarda, per cui ordinarono una pizza e cenarono guardando un film nel mentre. Piano piano smisero di usare la scusa delle verifiche e, quando arrivarono le vacanze natalizie, nel tempo libero uscirono insieme nei panni di semplici amici.

 Intanto Anakin si adattava al suo ruolo. Malgrado i suoi iniziali timori di essere un professore terribile, aveva un talento naturale per l’insegnamento e divenne presto uno dei docenti preferiti del corpo studentesco (Obi-Wan e Padmé lo stuzzicavano sempre sostenendo che fosse perché lui era bello e giovane, al che Anakin arrossiva, ma ciò non gli capitava se era qualcun altro dei suoi colleghi a fare quella stessa battuta). Come avevano predetto Qui-Gon e Obi-Wan, Ahsoka si erse a prima della classe. Aveva chiaramente un bernoccolo per la fisica, e alle volte poneva domande che lasciavano di stucco persino Anakin. Dopo pochi mesi, vinse il titolo di sua studentessa preferita, non che a lui fosse permesso di ammetterlo.

 Un giorno di gennaio erano in laboratorio, e Anakin girava per la stanza assicurandosi che tutti avessero capito, quando Ahsoka lo chiamò: «Ehi, Skycoso!»

 Lui si diresse verso il tavolo suo e di Barriss Offee. Era Ahsoka quella che aveva inventato quel soprannome, e sulle prime Anakin aveva pensato che avrebbe dovuto rimproverarla per la sua eccessiva informalità, ma non aveva avuto il cuore di farlo sapendo benissimo che era un nomignolo affettuoso anziché uno irriverente. Anche gli altri studenti si riferivano a lui con quel nome, ma Ahsoka era l’unica che lo facesse apertamente. «Tutto a posto?»

 «Sì, tutto bene» replicò lei. «Ma ci chiedevamo una cosa. Lei ha amici insegnanti?»

 «Amici insegnanti?» ripeté Anakin confuso. «Cosa intendi?»

 «Sa, amici tra gli insegnanti di questa scuola. Amici insegnanti».

 Barriss sospirò e scosse il capo: sebbene le due fossero praticamente inseparabili, era molto più silenziosa e riservata di Ahsoka. «Lascia stare, torniamo all’esperimento».

 Ma Ahsoka la ignorò e insistette sul suo interrogativo. «Sono nella classe di Windu alla quinta ora, e la vedo sempre pranzare nella sala insegnanti dall’altro lato del corridoio con l’Amidala e Kenobi».

 «Oh» disse Anakin. «Sì, sono miei amici. Ma sono amici normali, non degli “amici insegnanti”».

 «Uhm». Ahsoka aveva un’aria meditabonda. «Sembrate sempre divertirvi molto».

 «Sì» confermò Anakin con incertezza, senza capire dove Ahsoka stesse andando a parare.

 «E andate sempre a farvi visita l’un l’altro. Ho l’Amidala alla seconda ora, e lei e Kenobi venite a trovarla tipo ogni giorno».

 «Non ogni giorno» obiettò Anakin. «Solo a volte».

 «Uhm» commentò nuovamente Ahsoka. Anakin ebbe l’impressione che la sua espressione si fosse fatta sorniona, il che lo innervosì un po’. «A suo avviso, qualcuno di voi è particolarmente stretto con l’altro?»

 Anakin aggrottò le sopracciglia. «In che senso?»

 «Oh, be’, tra lei e Kenobi, secondo lei chi è più stretto con l’Amidala? O… siete più stretti tra voi due, piuttosto che con lei?»

 Anakin era abbastanza sicuro che stavano facendo due conversazioni allo stesso tempo, e non aveva idea di come fosse la conversazione nella testa di Ahsoka. «Non so. Siamo tutti stretti. Siamo tutti amici».

 «Ahsoka, dobbiamo completare l’esperimento» li interruppe Barris, per gran sollievo di Anakin.

 Ahsoka sospirò rumorosamente e tornò alla sua relazione. «Dunque siete a posto?» chiese Anakin. «Non avete bisogno d’aiuto?»

 «No, grazie» ribatterono all’unisono, e Anakin passò a un altro gruppo, sentendosi più che frastornato.

 Raccontò l’episodio a Padmé e Obi-Wan a pranzo, ed entrambi ebbero la sua stessa reazione perplessa. «Sapete» commentò Padmé lentamente, «l’altro giorno due studenti mi hanno fatto una domanda simile. Volevano sapere chi mi piacesse di più tra voi due. Ho detto che mi piacete entrambi, e mi sono parsi stranamente delusi».

 «Adesso che lo menzioni, è da due settimane che una delle mie classi mi assilla» si ricordò Obi-Wan. «È accaduto dopo che Padmé è venuta un minuto per parlarmi. Hanno voluto sapere cosa pensassi di te, e ho confermato che siamo buoni amici. Ho la sensazione che credano che io e Anakin ci odiamo, e non mi hanno dato retta quando ho detto che siamo buoni amici anche noi due».

 «Uhm». Anakin scosse la testa, poi aggiunse saggiamente: «I ragazzi d’oggi».

 Obi-Wan ridacchiò. «Anche tu sei praticamente un ragazzino. D’età sei più vicino a loro che a me».

 Anakin lo scrutò con una faccia orripilata e Padmé scoppiò a ridere. «Non avevo mai guardato la faccenda da questo punto di vista. È un’immagine inquietante. Grazie mille».

 Nelle settimane che seguirono, Anakin cercò di allontanare dalla mente la discussione avuta con Ahsoka e le chiacchiere con Padmé e Obi-Wan, dando per scontato che si trattassero di cose da adolescenti, ma dopo quella vicenda, non poté fare a meno di notare gli occhi degli studenti che li seguivano quando camminavano insieme per i corridoi, o la classe di algebra di Mace che li osservava intenti mentre pranzavano in sala insegnanti, o gli scambi di sorrisi compiaciuti e di occhiate maliziose durante la lezione della seconda ora di Padmé ogni volta che lui e Obi-Wan si fermavano per salutarla. Era tutto molto misterioso e sconcertante.

 Sfortunatamente per lui, la sua vita stava per complicarsi ulteriormente. Era il tredici febbraio e Anakin era nel bel mezzo della lezione, quando qualcuno esclamò: «Ehi, prof, ha piani in programma per San Valentino?»

 Preso di sorpresa, Anakin si voltò dall’equazione che stava scrivendo alla lavagna e incontrò i visi degli adolescenti sogghignanti nella stanza. Individuò l’alunno che aveva parlato e che, in quel momento, appariva alquanto fiero di se stesso. «No, non ne ho» replicò con calma. «Perché, vuoi invitarmi fuori?»

 Si rese conto in ritardo che non avrebbe dovuto farlo – l’ultima cosa di cui aveva bisogno era essere citato in giudizio per molestie sessuali –, ma il ragazzo si limitò a ruotare gli occhi mentre tutti i suoi compagni si sbellicavano dalle risate. «Nei suoi sogni, prof. Abbiamo immaginato che avesse intenzione di vedersi con l’Amidala».

 Ci fu un altro scroscio di risatine, e Anakin si accigliò leggermente. «La prof Amidala? No, non ho impegni con lei domani. Perché, dovrei?»

 «Forse l’Amidala è già occupata» intervenne Ahsoka. «Forse ha impegni con Kenobi».

 «Non che io sappia» ribatté Anakin, disorientato. Che stava succedendo?

 Per tutta risposta, i ragazzi gli stavano praticamente ridendo in faccia, e Anakin di colpo intuì la ragione di quelle risa. «Aspettate un attimo» disse. «Non penserete mica che io abbia u-una cotta per la prof Amidala?»

 «Be’, ce l’ha o non ce l’ha?» indagò Ahsoka sovrastando il baccano in classe.

 «Ovvio che no» balbettò Anakin. «È mia amica, dopotutto».

 «È arrossito!» ululò qualcuno dalle ultime file.

 «Non è vero!» protestò Anakin indignato. «E non ho una una cotta per Padmé… Cioè, la prof Amidala!»

 A questo punto, sentì sbattere le porte di diverse classi nelle vicinanze, tale era il fracasso nell’aula. Barriss Offee e poche altre anime buone lo guardarono con pietà, sebbene non nascondessero del tutto i loro sorrisi. Anakin decise che era ora che puntasse i piedi. «Questo discorso è inappropriato e non pertinente con la lezione» asserì ad alta voce, tentando di nascondere il suo nervosismo. «Credevo di avere a che fare con una classe di diciassettenni, non di dodicenni. Fate silenzio e tornate a concentrarvi su fisica, altrimenti… altrimenti sposto la verifica della prossima settimana ad adesso!»

 Per fortuna, quel discorso funzionò, anche se alcune risatine silenziose perdurarono per ancora qualche minuto. Anakin contemplò fortemente l’idea di punirli assegnando a loro dei compiti extra per averlo messo in imbarazzo, ma poi decise di no, non ritenendo la cosa esattamente etica. All’ora di pranzo con Padmé e Obi-Wan, inizialmente aprì bocca per descrivere loro quanto era avvenuto, ma poi, per qualche ragione, scelse di restare zitto e di non fare cenno all’incidente. Non sapeva perché. In fin dei conti, non aveva davvero una cotta per Padmé, no?

 …No?

 Proprio in quell’istante, Padmé urtò scherzosamente la sua spalla ridendo per una battuta di Obi-Wan e, quando si girò verso di lei, Anakin rischiò di cadere dalla sedia mentre la consapevolezza lo colpiva con la velocità di un treno in corsa.

  Aveva una cotta per lei.

 E prima ancora che potesse elaborare la cosa, Obi-Wan gli rivolse un caloroso sorriso, gli occhi ridenti dalla contentezza, e Anakin si lasciò quasi scappare un gemito rendendosi conto di un’altra cosa.

 Aveva una cotta anche per Obi-Wan.

 Quand’era capitato? Com’era potuto capitare? Erano suoi amici. Perché Anakin provava dei sentimenti per loro? Solo perché erano gentili e divertenti e bellissimi e perfetti e… okay, questo era un problema serio. Maledetti i suoi studenti per averlo capito prima ancora che lo capisse lui.

 «Ani? Tutto okay?»

 Anakin batté le palpebre, la voce di Padmé che lo trascinò alla realtà. I suoi occhi improvvisamente furono attratti dalle labbra di Padmé, che se le stava leccando per acchiappare le briciole rimaste appiccicate. Chissà come sarebbe stato baciarle, passare le mani tra i lunghi capelli di Padmé, e… no, Anakin non stava bene. «Uhm, tutto okay» mentì, riuscendo finalmente a distogliere gli occhi. «È… è una giornataccia».

 «A chi lo dici» convenì Obi-Wan, sospirando. «E non è ancora finita».

 Padmé annuì, ed entrambi iniziarono a lamentarsi delle sofferenze della vita quotidiana. Anakin fece del suo meglio per partecipare, ma fu anche attento a non fissarli e a non avvampare troppo. Era un disastro. Cos’avrebbe fatto?

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Capitolo 3
*** III ***


III



Anakin architettò presto una soluzione: comportarsi come se niente fosse e non rimuginarci troppo su. Peccato che era molto più facile a dirsi che a farsi. Intorno a Obi-Wan e a Padmé, arrossiva e si impappinava con la lingua, ed era certo che se ne fossero accorti. E come potevano non farlo? Erano più discreti gli adolescenti a cui insegnava che lui che era un adulto, e questo la diceva lunga.

 Ma poi iniziò a rendersi conto di particolari. Minuzie piccole, come la maniera con cui lo guardava Obi-Wan quando credeva che Anakin non gli prestasse attenzione, o il fatto che a pranzo Padmé avvicinasse sempre la propria sedia alla sua più di quanto fosse necessario, o il modo con cui lei e Obi-Wan a volte finivano per fissarsi per un attimo prima di distogliere gli occhi e schiarirsi la gola. Minuzie piccole, ma per cui Anakin si chiedeva se…

 No, era impossibile. Era altamente improbabile che ricambiassero i suoi sentimenti, e tanto meno che provassero qualcosa anche per l’altro. Sarebbe stato troppo perfetto, e quando mai era capitato che le cose gli andassero bene? Era certamente tutto frutto della sua immaginazione iperattiva ed esasperatamente ottimista. Tuttavia, un venerdì sera, mentre stavano schiacciati sul divano di uno dei tre, quella consapevolezza non gli impedì di domandarsi cosa sarebbe accaduto se si fosse voltato e li avesse baciati entrambi. Fortunatamente – o sfortunatamente? – non fece nulla di simile.

 Per diversi mesi, Anakin esisté in uno stato di assoluta agonia (be’, l’agonia non era proprio assoluta, ma lui aveva sempre avuto un’inclinazione per il melodramma). Poi, una mattina di maggio, sulla strada per andare a lavoro, si ricordò che era il compleanno di Padmé.

 Premette i freni al semaforo rosso, mordendosi il labbro. Era da una settimana che non riusciva a decidere se prenderle qualcosa o meno. E se, nonostante il tempo trascorso assieme negli ultimi otto mesi, loro due non fossero abbastanza amici da giustificare un regalo da parte sua? E se lei fraintendesse? E se Obi-Wan non le desse niente e lei pensasse che fosse strano che Anakin avesse qualcosa per lei?

 Ma d’altro canto, e se Obi-Wan le avesse preso un regalo e lei pensasse che fosse strano che Anakin non lo avesse fatto? Il semaforo diventò verde, e Anakin continuò a guidare per pochi minuti ancora, prima di avvistare un negozio di fiori e parcheggiarci davanti impulsivamente. I fiori andavano bene. Le avrebbero dimostrato che lui ci teneva abbastanza da non dimenticare il suo compleanno e, allo stesso tempo, non erano un regalo personale e Padmé non avrebbe creduto che lui li avesse scelti appositamente per lei. Altrimenti sì che Padmé avrebbe saputo che gli importava troppo di lei. Non sapeva cosa sarebbe successo in una situazione simile, ma era certo che sarebbe stato brutto e imbarazzante.

 Vagabondò a zonzo, impotente, finché non individuò un bouquet dai colori vibranti che gli ricordò Padmé, così lo comprò rapidamente e tornò in macchina prima che potesse cambiare nuovamente idea. A causa di quella deviazione, giunse a scuola quasi in ritardo per le lezioni, ma il fato volle che la sua aula fosse ancora vuota quando arrivò, e nascose frettolosamente i fiori nel cassetto della scrivania. L’ultima cosa di cui aveva bisogno era che i suoi studenti li vedessero e saltassero a conclusioni. Conclusioni che sarebbero state corrette, ma va be’.

 La prima ora passò velocemente; durante la seconda, invece, Anakin rifletté che, visto che era libero, tanto valeva che le desse i fiori subito; oltretutto, la sua ansia irrazionale lo convinse a consegnarglieli e a farla subito finita con questa storia. Così recuperò il bouquet dal cassetto e si diresse verso il secondo piano. Quando raggiunse la porta dell’aula di Padmé, notò che la stanza era piena di studenti e, con suo sommo orrore, si rese conto di essersi scordato che lei a quell’ora aveva lezione.

 Rmase lì impalato ed esitò per un secondo o due prima di girare i tacchi. La cosa migliore era tornare più tardi, quando non ci sarebbero stati studenti nei paraggi che avrebbero tratto (le giuste) conclusioni. Ma avanzò un singolo passo, poi una voce lo chiamò: «Anakin?»

 Lui si voltò, cercando di nascondere i fiori dietro di sé, e vide che Padmé aveva aperto la porta e lo stava guardando – così come lo stavano guardando tutti gli alunni. «Ciao» farfugliò a disagio. «Ho… uhm… ho dimenticato che avessi lezione. Tornerò dopo».

 Padmé sorrise. «Oh, non fa niente, entra pure. Sono sicura che a loro non dispiaccia fare un minuto di pausa, giusto?» Rivolse le ultime parole ai ragazzi.

 «No» risposero in coro.

 Padmé trascinò Anakin in classe, e lui non ebbe altra scelta se non permetterglielo. Lei scorse i fiori. «E quelli cosa sono?» domandò Padmé indicandoli.

 Sapendo di essere stato scoperto, Anakin li tirò fuori da dietro la schiena a malincuore. «Sono, ehm…» Le porse i fiori. «Sono per te. Buon compleanno».

 La classe sobbalzò all’unisono e gli studenti cominciarono a bisbigliarsi qualcosa tra loro, ma Anakin se ne accorse a malapena, tanto era distratto dall’espressione deliziata sul viso di Padmé mentre accettava il bouquet e gli sorrideva. «Sono stupendi!» esclamò. «Grazie, Ani. È carinissimo da parte tua».

 «Non è niente» biascicò lui, avvampando e odiandosi per essere così agitato.

 La sua faccia divenne maggiormente rossa quando Padmé appoggiò il bouquet sulla scrivania e lo circondò con le braccia. Stupefatto ma felice, ricambiò l’abbraccio. Con la coda dell’occhio, intravide Ahsoka in fondo all’aula con il cellulare in mano. Stava scattando una foto? Probabilmente li stava fotografando.

 Alla fine Padmé si scostò, e Anakin si schiarì la gola. «Dovrei andare, non voglio rubarti altro tempo…»

 Fu interrotto da un bussare alla porta, e si volse per vedere Obi-Wan, che teneva tra le mani una scatola di cioccolatini. Anakin sospirò tra sé e sé per il sollievo. Anche Obi-Wan le aveva preso un regalo. Adesso Padmé non avrebbe pensato che Anakin fosse strano od ossessionato da lei o cose del genere. A dire la verità, lui probabilmente era strano e ossessionato da Padmé, ma preferiva che lei non ne fosse al corrente.

 «Buon compleanno, Padmé» disse Obi-Wan, sorridendo e porgendole i cioccolatini.

 «Grazie. Hanno un aspetto delizioso!» Padmé li posò accanto ai fiori di Anakin e abbracciò anche Obi-Wan. Anakin lanciò un’occhiata ai ragazzi. Quasi tutti erano al telefono: alcuni scrivevano furiosamente, altri parevano star filmando la vicenda. Incredibile.

 Chiacchierarono per un altro breve minuto ancora, poi Anakin e Obi-Wan le fecero di nuovo gli auguri e uscirono. «Gli studenti mi sono sembrati molto loquaci in nostra presenza» commentò Obi-Wan mentre camminavano. «Mi chiedo che cosa sia preso a loro».

 Anakin deglutì. «Già. Me lo chiedo anch’io».

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Capitolo 4
*** IV ***


IV



«Barriss, vorrei che ci fossi stata anche tu! È stato strabiliante!»

 «Non ne dubito» rispose Barriss invidiosa. «Almeno i tweet che avete scritto in diretta mi hanno fatta sentire lì con voi».

 Ahsoka tirò fuori il cellulare e scorse giù lungo la sua home di Twitter, sorridendo mentre leggeva quello che era stato pubblicato dai suoi compagni di classe. Gli avvenimenti della lezione alla seconda ora dell’Amidala erano sulla bocca di tutti.

SKYCOSO HA PORTATO ALL’AMIDALA UN BOUQUET PER IL SUO COMPLEANNO NON È UN’ESERCITAZIONE

cazzo kenobi fa’ di meglio #teamanakin

l’ha appena chiamato ani telefonate il 911 sto morendo dalla tenerezza

SI STANNO ABBRACCIANDO E LUI È ROSSO COME UN POMODORO SONO TROPPO ADORABILI

’spettate ’spettate è appena arrivato kenobi. E LE HA PORTATO I CIOCCOLATINI!!! la trama si infittisce…

mi sembra di star guardando un episodio di uomini e donne¹ dio cristo

lmao scommetto che quei cioccolatini sono infinitamente più costosi dei tristissimi fiori di skywalker #teamobiwan

ok ma i fiori e i cioccolatini sono i regali romantici per antonomasia, ne vogliamo parlare??!!

voglio disperatamente che uno dei due si metta in ginocchio e le proponga di sposarlo

che sta succedendo!!! aiuto

 Naturalmente Ahsoka aveva contribuito con svariati aggiornamenti e opinioni (a distanza di un’ora da quando l’aveva postato, il suo video da trenta secondi era stato ritweetato più di cinquanta volte, e il suo cellulare esplodeva ancora di notifiche). Il suo tweet conclusivo era stato: non so voi ma sono troppo carini non so più per chi tifare. non potrebbero stare tutti e tre insieme?? #obianidala?

 «Obianidala. Figo» commentò Barriss quando finì di leggere. «Non so se saranno d’accordo in tanti, però. Mi paiono tutti presi da questa cosa del Team Anakin e Team Obi-Wan».

 «Io credo che abbia potenziale» ribatté Ahsoka. «Anche se immagino che non abbiamo avuto molte prove a favore di una relazione tra Skycoso e Kenobi. Finora, per lo meno».

 Barriss scosse la testa, sorridendo. «Questa storia ti sta appassionando troppo».

 «Ehi, ho pur bisogno di qualcosa con cui svagarmi, visto che stiamo a scuola sette ore al giorno per cinque giorni alla settimana». Gli occhi di Ahsoka si illuminarono. «Aspetta un secondo. Ho avuto un’idea geniale».

 «Cosa?»

 «Organizziamo una scommessa collettiva».

 Barriss alzò le sopracciglia. «Una scommessa collettiva?»

 «Sì, ognuno scommette un paio di dollari a favore della coppia che a suo parere prevarrà, e poi chiunque abbia scommesso per quella che trionfa riceverà indietro i suoi soldi, più soldi extra dai perdenti».

 «Chi mai accetterà di farlo?» tentennò Barriss.

 «Scherzi? Tutti lo vorranno fare» replicò Ahsoka. «Questo triangolo amoroso è l’argomento di gossip più popolare che abbia mai avuto questa scuola. E hanno tutti forti, fortissime convinzioni su chi finirà insieme. È una buona idea. Lo sai che lo è».

 «Va bene» ammise sconfitta Barriss. «Facciamolo. Se ci mettiamo nei guai, però, l’idea era tua».




Anakin, Obi-Wan e Padmé erano beatamente ignari del fatto che le loro vite amorose stavano per diventare oggetto di una scommessa, e le ultime settimane di scuola trascorsero senza alcun incidente. Il giorno prima degli esami finali, Anakin sollecitò Ahsoka a restare in aula dopo la lezione per qualche minuto.

 «Sei andata molto bene in questa classe» si complimentò Anakin. «Hai un vero talento per la fisica».

 Ahsoka si inorgoglì. «Grazie. E lei è un bravo insegnante. L’anno prossimo mi mancherà».

 «È questo il punto» disse Anakin. «Speravo che ti potesse interessare la prospettiva di diventare mia assistente² l’anno prossimo. So che sarai impegnata con le lezioni, ma forse, per un’ora al giorno, potresti darmi una mano con il corso avanzato. Assisteresti gli studenti con gli esperimenti, e dopo mi aiuteresti a correggere le verifiche e terresti delle lezioni di ripasso e quel genere di cose. Che ne pensi?»

 «Me lo propone perché vuole che qualcuno la aiuti con il suo carico di lavoro?» scherzò Ahsoka, sorridendo.

 Lui rise. «Forse» le fece eco. «Non credo che la scuola ti pagherà, ma farebbe una bella figura sulla tua domanda di ammissione al college». Anakin aveva appreso che quello era il metodo più efficace per motivare gli studenti di terza.

 Come previsto, un attimo dopo Ahsoka rispose: «Sarei felice di farlo. Grazie, Skycoso».

 Anakin le rivolse un gran sorriso. «Perfetto. Buone vacanze, ci vediamo l’anno prossimo. E in bocca al lupo con l’esame» aggiunse.

 Lei gemette. «Non me lo ricordi».

 Ridacchiando, Anakin la lasciò andare, e Ahsoka si diresse al corridoio dove Barriss la stava attendendo. «Cosa ti ha detto?» le chiese.

 Ahsoka le riassunse la conversazione e sorrise quando Barriss espresse il suo entusiasmo. «Che grande opportunità» si congratulò lei. «Imparerai moltissimo».

 «Sì». Il sorriso di Ahsoka si allargò mentre lei meditava su tutt'altro. «E chissà, forse sarà più disposto a parlare della sua vita amorosa con la sua assistente, piuttosto che con uno dei suoi alunni. Mi rifiuto di diplomarmi senza scoprire cosa succede tra quei tre».




La prima sera dell’estate dopo la fine degli esami, Padmé li invitò al suo appartamento per festeggiare. Ordinarono la cena a domicilio, aprirono una bottiglia di vino e, dopo aver mangiato, si accomodarono sul divano per guardare un film.

 A dire la verità, Anakin non sapeva che film stessero guardando: era troppo occupato a concentrarsi su Padmé e Obi-Wan, stretti accanto – proprio accanto! – a lui, uno alla sua destra e l’altra alla sua sinistra. Era piacevolmente brillo per tutto il vino bevuto, e fu forse per quello se, quando la testa di Padmé cadde sulla sua spalla, decise che fosse una buona idea abbassarsi e baciarla.

 Solo che lei aveva la faccia rivolta verso lo schermo, quindi Anakin finì per baciarla sul capo. Ma quello spinse Padmé a girarsi e a osservarlo con sorpresa e, prima di perdere coraggio, Anakin premette con irruenza le labbra contro le sue. Dopo un minuto, allontanarono i visi e si contemplarono, rossi in volto e le bocche leggermente schiuse.

 Poi Anakin udì qualcuno schiarirsi la gola, e si girò per vedere che Obi-Wan si era scostato da lui e aveva un’espressione triste e a disagio. Istintivamente si sciolse dalla stretta di Padmé e sollevò il mento di Obi-Wan. Anakin si avvicinò, e poi baciò Obi-Wan, e Obi-Wan ricambiò il bacio, e il cuore di Anakin batté talmente forte che lui ebbe l’impressione che stesse per scoppiare da un momento all’altro.

 Quando Anakin si ritrasse, Padmé allungò prontamente il busto in avanti e prese il viso di Obi-Wan tra le mani per baciare anche lui. Sedettero in silenzio per alcuni istanti, fissandosi l’un l’altro come se non osassero credere a quello che stava accadendo.

 Alla fine fu Anakin a prendere la parola. «Ascoltate, a-a me piacete entrambi». Inizialmente volle specificare che gli piacevano entrambi nel vero senso del termine, poi ricordò a se stesso di essere un adulto, perciò disse invece: «E so-sono attratto da voi, e ho dei sentimenti per voi due. Entrambi. E ultimamente, cazzo, da un anno ho sentito… sento che c’è qualcosa tra noi, u-una certa chimica». Li scrutò con disperazione. «È la mia immaginazione?»

 Padmé sussultò, e Obi-Wan tacque per un istante prima di rispondere: «No, non lo è».

 Padmé annuì. «A-anch’io provo qualcosa per voi» confessò.

 «Anch’io» ammise Obi-Wan.

 Ad Anakin mancò il respiro. Che fosse davvero così semplice, così facile? Dopo tutti i mesi trascorsi a stressarsi al solo pensiero? Ma quando Padmé e Obi-Wan lo baciarono nuovamente, quando Anakin si sciolse al loro tocco, quando si dimenticarono del film, quando si addormentarono abbracciati sul letto di Padmé, decise che sì, per una volta tutto poteva essere semplice per davvero.










¹ Nell’originale, il tweet menziona lo show americano The Bachelorette, dove un gruppo di pretendenti, generalmente venticinque o più uomini, competono per conquistare la mano di una donna, la bachelorette (la scapolottina).
 ² Come spiega Anakin in questo paragrafo, gli assistenti – laureati o studenti universitari o delle superiori – aiutano gli insegnanti con le mansioni scolastiche, come correggere le verifiche, tenere lezioni di ripasso, eccetera. Senza fare distinzione, negli Stati Uniti con lo stesso termine (teaching assistant) sono chiamati anche gli insegnanti di sostegno.

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Capitolo 5
*** V ***


V



L’estate volava via e Anakin non riusciva ancora a credere alla sua fortuna. Lui, Padmé e Obi-Wan erano già così intimi che saltarono il tipico imbarazzo della fase iniziale di una relazione per passare quasi immediatamente a una rassicurante routine. Infatti il loro rapporto non era cambiato granché rispetto a quando erano solo amici. Tranne per alcune cose. Alcune cose che apprezzavano tutti e tre.

 E come se quello non bastasse, Anakin li aveva presentati a sua madre, che aveva sentito parlare di loro ininterrottamente sin dal primo giorno di scuola, e Shmi li aveva adorati. Era stato nervoso quando l’aveva chiamata per informarla che non solo aveva la ragazza, ma anche il ragazzo; Shmi, però, nonostante lo stupore, gli aveva assicurato che, fintantoché lui era felice, anche lei lo sarebbe stata.

 Era tutto perfetto, rifletté Anakin con gioia un pomeriggio di fine agosto, una settimana prima che riprendessero le lezioni. Loro tre avevano appena terminato di sistemare le loro aule, ma non ci avevano impiegato molto dato che avevano le stesse dell’anno precedente. «Cosa facciamo quando la scuola ricomincia?»

 «Cosa intendi?» chiese Anakin.

 «Lo annunciamo a tutti?» Un’espressione preoccupata le attraversò il viso. «Ci è permesso uscire insieme? Pensate che ci cacceremo nei guai?»

 «Certo che no» la tranquillizzò Obi-Wan. «Non è insolito frequentarsi tra colleghi. Lo stesso principio vale per gli insegnanti».

 «Anche con Mace come nuovo vicepreside? Non so voi, ma preferirei non fornirgli alcun pretesto per sgridarmi» ribatté Anakin con tono derisorio. Solo poche settimane prima, il vicepreside Dooku aveva improvvisamente e inaspettatamente comunicato il suo ritiro alla vita da pensionato, costringendo la scuola a cercare un sostituto temporaneo. Fino a quando non avrebbero trovato un candidato in grado di occupare la posizione in maniera permanente, Mace Windu si sarebbe fatto carico di alcune mansioni extra in aggiunta all’insegnamento.

 Gli altri due risero. «Sul serio, però» ripeté Padmé un minuto dopo. «Dovremmo dirlo a qualcuno?»

 Obi-Wan si morse il labbro. «Non lo so. La gente sarà dell’opinione che sia strano che stiamo tutti e tre insieme, e non vorrei che diventassimo carne da macello per i pettegolezzi da salotto dei professori».

 «Obi-Wan ha ragione» concordò Anakin. «E poi non sono affari loro. Dovremmo tenercelo per noi, almeno per un po’».

 «D’accordo» annuì Padmé. Poi ridacchiò. «E comunque avevo difficoltà a immaginare le reazioni di tutti se il primo giorno fossi venuta e avessi dichiarato che siete entrambi i miei fidanzati».

 Risero una seconda volta.

 L’anno scolastico iniziò piuttosto bene. Anakin fu nuovamente agitato alla prospettiva del primo giorno, ma nemmeno lontanamente quanto l’anno prima. Lui e Padmé avevano ancora il pranzo alla stessa ora, ma Obi-Wan pranzava all’ora seguente; d’altro canto, Anakin e Obi-Wan avevano di nuovo un’ora buca quando Padmé aveva lezione, così continuarono a venire a salutarla tutte le volte che osarono farlo (ma dopo che la disturbarono ogni singolo giorno per due settimane di fila, Padmé istituì una regola che li autorizzava a visitarla tre volte alla settimana al massimo).

 Era un venerdì di novembre e loro due avevano già consumato le loro visite della settimana, perciò quella sesta ora decisero di stare nell’aula vuota di Anakin. «Finito» esclamò Anakin trionfante, schiaffando quell’ultima verifica in cima al mucchio di compiti.

 «Credevo che adesso te li correggesse sempre Ahsoka» commentò Obi-Wan.

 «Vero, ma non può fare tutto. Devo sv0lgere almeno una porzione del lavoro, visto che sono io il prof».

 Mentre Obi-Wan ridacchiava, Anakin si alzò e chiuse la porta, poi ritornò e trascinò Obi-Wan via dalla sedia. «Ci rimangono quindici minuti» mormorò Anakin, provando ad attirarlo a sé.

 Obi-Wan lo schivò. «Anakin, non ho intenzione di prendere parte a questo in aula, nel bel mezzo di una giornata di scuola».

 «Dai» lamentò Anakin. «E chi ha detto che ti faccio niente? Voglio solo baciarti».

 «Seriamente? Tutto qui?»

 «Be’, mi piacerebbe combinare qualcosina in più, ma contrariamente a quanto pensi, non sono assolutamente avventato».

 «Davvero? Non si direbbe». Ma Anakin capì che stava cedendo, e difatti un minuto dopo Obi-Wan sospirò, scosse il capo con un sorriso e lo baciò.

 Anakin rispose con entusiasmo, e sorrise contro la bocca di Obi-Wan quando l’altro lo spinse contro la lavagna bianca. Per quindici minuti si distrassero talmente che balzarono dalla sorpresa quando la campanella segnò la fine della sesta ora. Anakin imprecò e si sistemò la cravatta, poi si passò le dita tra i capelli tentando di renderli meno scompigliati, anche se di norma erano sempre disordinati e dubitava che qualcuno avrebbe mai notato la differenza.

 «Come sto?» domandò Obi-Wan, lisciandosi il gilet.

 «Hai l’aspetto di uno che ha appena trascorso un quarto d’ora a limonare con il suo ragazzo supersexy perché la vostra ragazza supersexy vi ha vietato di disturbarla».

 Obi-Wan ruotò gli occhi e diede ad Anakin un bacio veloce sulla guancia. «Ci vediamo dopo scuola». Si girò e uscì dalla porta, che nel frattempo era rimasta chiusa… ma che avevano scordato avesse una finestrella.

 Anakin intuì che era successo qualcosa il lunedì mattina, quando la classe della sua prima ora entrò in aula e cominciò subito a ridacchiare. Lui assottigliò gli occhi, insospettito. «Che vi prende?»

 Ma loro si limitarono a scrollare le spalle innocentemente, così Anakin scosse la testa e iniziò la lezione.

 Il secondo segnale venne da Padmé a pranzo: raccontò che gli studenti e persino alcuni degli insegnanti non avevano fatto altro che rivolgerle occhiate compassionevoli. «E sai cos’è accaduto dopo? Plo Koon si è avvicinato a me e mi ha detto: “Mi dispiace così tanto, Padmé”. Ho passato un’ora a cercare di capire se mi fosse morto un parente senza che ne fossi al corrente».

 «Ah» le fece eco Anakin, confuso. «Strano».

 Tutto questo non divenne chiaro fino alla sesta ora, mentre Anakin e Obi-Wan camminavano per i corridoi dopo aver visto Padmé (la loro visita era stata accolta dagli studenti con occhi larghi, sussulti e mormorii, piuttosto che con i soliti sorrisi e risolini). Stavano parlando dello strano comportamento di tutti, quando di colpo…

 «DANNAZIONE, VOI DUE!»

 Si girarono allarmati e videro Mace Windu dirigersi nella loro direzione con un’espressione furibonda. Anakin deglutì. «Buongiorno, Mace» lo salutò Obi-Wan, incerto. «Come… come stai?»

 «Molto peggio di prima, grazie a voi due!» Ficcò a loro il telefono in faccia, e la bocca di Anakin si spalancò dall’orrore.

 Qualcuno aveva twittato una foto della sessione di amoreggiamenti che lui e Obi-Wan avevano avuto venerdì commentando: COLPO DI SCENA!!! Anakin strizzò gli occhi: distinse una cornice di legno ai bordi della foto, e si ricordò all’improvviso della finestrella alla porta. Ops.

 «Ah» replicò Obi-Wan. «Possiamo spiegare…»

 «Adesso devo venti dollari a Qui-Gon!» urlò Mace.

 Obi-Wan lo fissò. «Cosa?»

 «Non ce l’hai con noi?» ribatté Anakin. «Per, che so, aver rotto qualche regola o robe simili?»

 Mace li scrutò con uno sguardo assassino. «Ovvio che ce l’ho con voi! Mi avete fatto perdere venti dollari! Contro Qui-Gon

 E se ne andò infuriato senza aggiungere un’altra parola.

 «Cosa?» ripeté Obi-Wan. Anakin fece spallucce, sbigottito quanto lui.

 Erano quasi giunti all’aula di Obi-Wan, quando di colpo lui disse: «Hai letto quel commento? Perché affermava che questo è un colpo di scena? Se è un colpo di scena, qual è la trama?»

 «Okay, prof di letteratura». Anakin aggrottò la fronte, riflettendo, e sgranò gli occhi quando si ricordò di una cosa. «Ho dimenticato di dirvelo, ma l’anno scorso la mia classe di fisica avanzata mi ha chiesto se avessi una cotta per Padmé. E non penso che fossero gli unici a credere che fosse vero».

 «Be’, ma tu avevi una cotta per Padmé» osservò Obi-Wan.

 «Lo so, ma non è questo il punto. Comunque, mi hanno domandato se avessi impegni con Padmé il giorno di San Valentino e, quando ho risposto di no, Ahsoka ha suggerito che Padmé potesse essere indaffarata con te».

 «Okay» disse Obi-Wan lentamente. «Qual è la tua teoria?»

 «La mia teoria è che la gente abbia creduto che noi tre fossimo in una specie di triangolo amoroso». Anakin si accigliò. «E che io e te fossimo rivali in amore per Padmé. E quindi il fatto che stiamo insieme è un colpo di scena».

 «Uhm. Suppongo che abbia un po’ senso» riconobbe Obi-Wan. «Come facciamo a verificare la veridicità della tua congettura? Consultiamo Mace?»

 Anakin rabbrividì. «Preferirei aspettare che gli passi l’arrabbiatura». Poi si ricordò di una cosa che Padmé gli aveva mostrato il primo giorno di scuola dell’anno precedente. «Diamo un’occhiata ai social network».

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Capitolo 6
*** VI ***


VI



«Fatemi capire bene» asserì Padmé quel pomeriggio. «L’intera scuola crede da un anno che voi due stiate facendo, cosa, a gara per me?»

 «Sì».

 «E che vi siate innamorati l’uno dell’altro alle mie spalle?»

 «Già».

 «E adesso gli studenti si sono divisi in fazioni a seconda della coppia per cui tifano?»

 «Proprio così».

 «E stanno scommettendo su chi pensano finirà assieme?»

 «Esattamente».

 Lei li fissò a bocca aperta per un minuto, poi scoppiò a ridere. «Questa è esilarante. Com’è successo?»

 «Nessuno di noi tre è riuscito a nascondere i propri sentimenti, o almeno non bene quanto immaginavamo» rispose Anakin timidamente.

 «Lo voglio vedere con i miei occhi» disse Padmé tra una risatina e l’altra, e prese in mano il cellulare.

 «L’account su Twitter di Ahsoka è il più completo di informazioni». Obi-Wan fece una smorfia. «In realtà, non ho idea di come faccia a essere al corrente di tutte queste cose».

 «È tipo la Gossip Girl del liceo Coruscant» ridacchiò Anakin. «Comunque sì, Ahsoka è brava, ma preferisce noi tre insieme – il che, secondo la nostra ricerca, è un’opinione impopolare – ed è molto più spassoso leggere i tweet di chi odia uno e ama gli altri due».

 Obi-Wan ruotò gli occhi, ma ascoltò con divertimento Anakin e Padmé che leggevano ad alta voce i loro tweet preferiti. «“Ricordate quando ci figuravamo che Kenobi fosse un maiale decrepito per avere una cotta per l’Amidala? Bleah. Almeno lei ha QUASI trent’anni”» recitò Anakin, sogghignando alla vista dell’espressione offesa di Obi-Wan.

 «Non sono così vecchio» brontolò lui.

 «Sentite questa» esclamò Padmé. «“Ma è legale? Skycoso è praticamente un minorenne”. Pare che la gente ti giudichi duramente, Obi-Wan».

 «Ho ventiquattro anni!» ribatté Anakin indignato quando lei rise e Obi-Wan sbuffò. «Oh, guarda, Obi-Wan, questo ti tirerà su di morale. “Obi-Wan merita di meglio. Skywalker è un…” Oh, wow, non lo ripeto, “…immaturo che non dovrebbe avere un lavoro, men che meno una relazione”. Ahia. Peccato che il nickname non sia il nome vero, chissà se questa è la ragazza che ho bocciato l’anno scorso».

 «“Povera Padmé, è meglio che stia senza di loro”». Il sorriso di Padmé si allargò, poi fu rimpiazzato da un broncio un tweet dopo. «“È quel che merita per averli illusi entrambi”».

 «Okay, basta così» intervenne Obi-Wan, rubando a loro i cellulari. «Dovremmo annunciare a tutti come stanno davvero le cose per mettere fine alla follia generale?»

 «Scherzi? Certo che no, è troppo divertente!» replicò Anakin. «Invece che ammettere la verità, dovremmo confonderli il più possibile. Sarà la nostra vendetta contro di loro per aver ficcato il naso nei nostri affari».

 «Sì!» concordò Padmé con entusiasmo. «E dovremmo partecipare alla scommessa e puntare su coppie diverse per depistarli».

 «Perfetto. Mi piace come ragioni».

 «Non so» borbottò Obi-Wan, aggrottando la fronte. «Mi sembra alquanto infantile».

 Anakin sorrise. «Be’, ma io sono “praticamente un minorenne”, dopotutto».

 Non fu affatto sorpreso quando le indagini per rintracciare la fonte della scommessa condussero loro tre ad Ahsoka. Lei si meravigliò e si insospettì parecchio quando lui e Padmé insistettero per piazzare una puntata, ma alla fine Ahsoka scrollò le spalle e cedette. Anakin scommise su Padmé e Obi-Wan, Padmé giocò su Obi-Wan e Anakin, e Obi-Wan fece finta di disapprovare la faccenda, ma gli altri due sapevano che aveva allungato un paio di dollari a favore di Anakin e Padmé.

 Non passò molto tempo prima che la voce del loro contributo si spargesse in tutta la scuola, e loro assistettero divertiti all’implosione su Twitter per capire cosa stesse accadendo. «Penso che Ahsoka ci abbia scoperti» osservò Anakin. «Da’ un’occhiata qui, ha pubblicato un’analisi lunga sette tweet con tutte le prove a suo favore, e molte delle sue ipotesi sono azzeccate».

 «Ah, leggi le risposte. Credono tutti che sia una conclusione tirata per i capelli. Alla faccia loro».

 «Voi due siete ridicoli» mormorò Obi-Wan, ma qualche minuto più tardi Anakin lo colse in flagrante nell’atto di controllare il cellulare.

 Nelle settimane successive, Anakin si ostinò a tenere Obi-Wan per mano o baciare Padmé sulla guancia in pubblico, e ridacchiava tra sé e sé quando notava che i testimoni rimanevano a bocca aperta. Un giorno gli squillò il telefono mentre lui e Ahsoka correggevano compiti nella sua ora libera: Padmé cercava, intanto che gli studenti di storia facevano una verifica, di prenotare online un tavolo per cena, e voleva chiedere ad Anakin e Obi-Wan l’ora in cui avrebbero preferito mangiare. «Ciao, tesoro» la salutò Anakin con una voce esageratamente smielata, sogghignando quando notò che Ahsoka aveva cominciato a origliare con interesse. «Ceniamo al ristorante? Che romantico. Sì, adoro quel posto. Alle sette è okay. Non vedo l’ora. Ti amo. Ciao».

 «Stasera ha un appuntamento?» domandò Ahsoka con aria disinvolta quando la telefonata terminò.

 «Forse».

 «Con chi?»

 Anakin si limitò a sorridere.

QUALCUNO ha chiamato skycoso e lo ha invitato a cena, twittò Ahsoka qualche minuto più tardi. non so chi, dato che l’ha chiamato/a tesoro. perché deve fare il misterioso?

 E poi: secondo voi vale la pena inviare delle spie in tutti i ristoranti nei paraggi alle 7?

 Infine: no probabilmente no scommetto che andranno a uno lontano 3 ore solo per farci un dispetto

 (Il ristorante in realtà stava a dieci minuti di distanza, e ciononostante non scorsero spie nei dintorni).

 La farsa andò avanti fino a marzo, dopodiché la verità venne alla luce. Era la terza ora e Anakin aveva la classe di fisica avanzata; era nel bel mezzo di una spiegazione sulla forza e sulla gravità, quando Ahsoka all’improvviso strillò: «LO SAPEVO!»

 Allarmato, Anakin la guardò, così come il resto della classe. Lei stava diligentemente prendendo gli appunti che avrebbe portato alla sessione di ripasso di quel pomeriggio… o almeno era quello che stava facendo fino a un secondo prima. Era saltata sulla sedia e fissava con occhi strabuzzati il cellulare.

 «Ahsoka, vorresti condividere qualcosa con noi?» disse Anakin con la sua migliore voce da insegnante.

 «Mi è appena stato riferito da Barriss» annunciò Ahsoka, «che in questo preciso istante, durante la lezione di inglese, il prof Kenobi ha dichiarato ciò che segue». Si schiarì la gola con fare drammatico. «“Usciamo tutti e tre insieme, okay? Adesso potreste fare silenzio e tornare a Shakespeare?”»

 Scoppiò il pandemonio. Anakin credette di essere lì lì per morire dalle risate mentre assisteva allo spettacolo di tutti che strepitavano l’uno sopra l’altro, tirando fuori i cellulari per controllare l’attendibilità della notizia di Ahsoka e spargere la voce, e che lo assaltavano e lo interrogavano per scoprire la verità.

  Quando il baccano diminuì, Anakin confermò: «È vero. Stiamo insieme da giugno».

 Non appena finì di parlare, eruppe nuovamente il caos, e Anakin si accomodò sulla sedia e ammirò i suoi studenti che perdevano la testa. Tanto erano avanti con il programma, potevano permettersi di sprecare una lezione. «Ve l’ho detto!» urlava a non finire Ahsoka. «Vi ho detto che stavano insieme, e nessuno mi ha dato retta! Avevo ragione! Dio, sono felice che ne siamo venuti a capo. Finalmente posso diplomarmi e stare in pace con me stessa».

 Per il resto della giornata, Anakin fu fermato da diversi studenti e insegnanti che gli chiesero se era vero che loro tre stavano insieme e, quando si incontrò con Padmé e Obi-Wan dopo scuola, i due snocciolarono aneddoti simili al suo.

 «DANNAZIONE, VOI TRE!»

 Si girarono e videro Mace Windu sfrecciare nella loro direzione. «Adesso devo a Yoda venti dollari!» gridò di passaggio.

 («Scommettere su tutti e tre è stato saggio» fu la constatazione del preside Yoda in seguito alla vittoria. «Ricco sono diventato. Di andare in pensione ora posso permettermi»).

 «Be’, è stata una giornata movimentata» commentò Padmé ridacchiando mentre salivano in auto. «Non che non abbia adorato prendere in giro tutti, ma mi fa piacere non avere più nulla da nascondere».

 «Anch’io» rispose Obi-Wan. «Che sollievo».

 «Non so, secondo me avremmo potuto continuare per ancora un bel po’ di anni» ribatté Anakin scherzoso. Gli altri due si voltarono verso di lui. «Cosa?»

 «Ancora un bel po’ di anni» ripeté Padmé con un’espressione speranzosa. «Voi pensate che rimarremo insieme così a lungo?»

 Anakin arrossì e sorrise. «Spero di sì». Padmé e Obi-Wan ricambiarono il suo sorriso, e tutti e tre si presero per mano.

 «Anch’io».

 «Anch’io».

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